SPECIALE Classic Bodybuilding MAGGIO-GIUGNO 2012 N UM E R O 1
FOTO REPORTAGE La Notte dei Campioni Ludus Maximus 2011
INTERVISTE Italia & Estero
ALLENAMENTO Omni Squat >> Un programma DA PROVARE! di Charles Poliquin
REGOLAMENTI
IL METODO DIPUNTEGGIO dei piazzamenti relativi
LA DISPENSA DEL BODYBUILDER
AVOCADO
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LY U B O V D R E S K O VA FOTO DI GREGORY CASHIN
SOMMARIO I
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ABBIAMO INIZIATO COSÌ - Gabriele Giansante
PoCketPanzer
La mente più iconoclasta dei migliori fisici del Bodybuilding italiano
Philosophy
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n omaggio al nostro campione e al fratello che tuttora gli è al fianco in questo importante “passo” del suo percorso del bodybuilding. Non so voi, ma leggendola sento il sapore di una fiaba e di tanti buoni sentimenti; sarà quella notte magica che è la Notte dei Campioni in cui si esaudiscono i desideri e in cui più volte mi sono trovata artefice di scenografie e avvenimenti, ma a me la storia di Gabe riscalda il cuore, mi fa apprezzare ancora di più l’atleta e la persona Gabriele Giansante e una stima e simpatia infinita per Walter Giansante, anche se non lo conosco. Oggi si registra un momento importante per i due fratelli, immagino i sentimenti in petto a Walter in questi istanti che il fratello è sul palco e non mi viene da pensare ad altro che: GRAZIE BODYBUILDING Qui sotto Gabriele vi racconta come tutto è iniziato… ed io, dispettosa, ho tenuto il file nascosto fino alla notte: la notte che Gabriele posa sul palco dell’Arnold Amateur Championships e nel backstage con lui c’è Walter. Tutto il resto non conta. Questi fratelli hanno già vinto. - Rossella Pruneti
di Gabriele Giansante Siamo nel 1980, la città è Hamilton, nell’Ontario, Canada. Un ragazzino di 16 anni decide di iscriversi in palestra, precisamente alla YMCA, con il sogno di costruire un fisico forte come quello dei suoi idoli del cinema Arnold e Stallone. Figlio di immigrati italiani, Walter si ritrova catapultato in un posto totalmente nuovo e inospitale e si sente insicuro, viene preso in giro sistematicamente tutti i giorni a scuola dai suoi compagni e la sua vita inizia a diventare un inferno; deve fare qualcosa e alla svelta altrimenti verrà schiacciato come una mosca. Non ha ancora amici con cui uscire e giocare, nessuno con cui parlare e sfogarsi. A questo punto gli allenamenti iniziano ad avere uno scopo;
Foto di Luca Alfieri L. A. Design
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iò che vi racconto, non ha nulla di apparentemente in comune con la mia odierna realtà culturistica. Diciamo che è una mia parentesi della mia vita che ancora oggi ricordo con affetto. Avevo circa otto anni quando un po’ come tutti i bambini giocavo a calcio in una squadretta locale. Ero portiere. Un giorno successe che all’ultimo minuto di una partita in cui eravamo sotto di un gol, avemmo un rigore a favore e la possibilità di pareggiare. L’allenatore volle che lo calciassi io. Io che i rigori mi allenavo a pararli, ma non ne avevo mai tirato uno. Lo sbagliai. E perdemmo. Ricordo che me ne feci una croce. Piansi per tutta la sera perché mi sentivo responsabile della sconfitta, nonostante le parole dell’allenatore che mi diceva che l’importante era che avessi tirato. Un mio compagno di squadra mi disse che se volevo, dopo ogni allenamento, sarebbe rimasto in campo con me per insegnarmi a tirare. E così fu per tutta la stagione, con l’ok del mister. Verso primavera arrivammo in finale a un torneo locale. Terminò in parità e passammo alla dannata roulette. E tra i rigoristi, c’ero anch’io. Su cinque, i nostri avversari me ne segnarono 2 (uno lo parai, gli altri 2 fuori). I miei compagni 2 ne segnarono e 2 ne sbagliarono. Mancava l’ultimo tiro: il mio. Segnai e vincemmo. Non dimenticherò mai cosa mi disse l’allenatore alla fine, vedendomi felice, e ricordandomi la paura che avevo di battere: “Se non l’avessi tirato tu, l’avrebbe tirato un altro”. Poi aggiunse: “Nella vita te ne capiteranno tanti. Tirali sempre libero anche di sbagliare, ma tirali!” Giocai a calcio fino a circa 13 anni, finché l’età dello sviluppo e l’Arbitro Supremo decretarono che non avevo la statura per diventare un buon portiere. Mi demotivai, smisi e mi iscrissi in palestra. I miei compagni invece continuarono, ma senza particolare fortuna. Tutti tranne uno: il ragazzino che si tratteneva in campo con me a insegnarmi a calciare i rigori. Era Bernardo Corradi. Se seguite un po’ il calcio ve lo ricorderete negli anni scorsi in serie A con Lazio, Parma e Udinese oltre a 13 presenze in Nazionale a partire dal 2003 con Trapattoni. È andato poi in Inghilterra al Manchester City e apprendo da Wikipedia che oggi è al Montréal Impact in Canada. Quanto al nostro Bodybuilding, alle discussioni se la vittoria arrivi grazie un team o meno, mi guardo spesso indietro. Paragono allora ai miei rapporti umani di oggi, leggo anche le esperienze di altri atleti... e sento un gran vuoto. No, non avrò più gli amici che avevo a 13 anni. Questo mi rende individualista al massimo, sul palco e in sala pesi. Mi assumo ogni onere e mi aspetto ogni onore, perché alla fine “on stage” vado solo io, con i miei sacrifici, le mie rinunce e le mie paure. Però a volte ricordo quel piccolo Campione che rimaneva dopo gli allenamenti ad insegnarmi qualcosa che lui sapeva già fare tanto bene per natura. E allora, quando un principiante in palestra mi chiede una mano o la spiegazione di un esercizio, anche se il nostro non è uno sport di squadra, se vedo interesse e passione, lo aiuto e gli spiego. Facciamolo sempre… perché possiamo anche noi lasciare qualcosa di positivo a chi, anche solo una volta, ci ha chiesto un aiuto. Nella vita, nel lavoro, nei rapporti umani, ci sarà sempre da tirare un rigore. Facciamolo senza paura e con tutta la libertà di sbagliarlo. Il tempo non torna.
la rabbia dentro di sé cresceva sempre più, i carichi aumentano ogni giorno e le magliette diventano sempre più strette. L’obbiettivo è solo uno: diventare forte e grosso per potersi difendere dalla moltitudine di ragazzacci i quali, ogni volta che suona la campanella, lo aspettano fuori per deriderlo e umiliarlo solo perché era italiano! Nella sua mente, che è ancora quella di un bambino, pensa: ’’Mi prendono in giro perché sono italiano, ma anche Rocky lo è e picchia pure come un dannato’’ e questa cosa lo incoraggia e fa scattare quella molla che cambia la sua vita(e non solo la sua) per sempre. Qualche giorno dopo, alla fine della lezione, si reca verso l’uscita ed improvvisamente si vede circondato da quattro bulletti che si avvicinano sempre di più e con le peggiori intenzioni. Ma Walter non si fa prendere dal panico e ricorda i consigli di sua mamma:’’Quando ti trovi in pericolo colpisci fortissimo il più cattivo’’. Aspetta il momento giusto, si avvicina verso il capo della banda e gli molla un destro che ancora oggi non ha dimenticato!! In 5 secondi spariscono anche gli altri tre e finalmente mio fratello inizia a condurre una vita normale. Orgoglioso di quanto era successo torna a casa e racconta tutto a mamma e papà:’’Bravo figlio mio… quando ci vuole ci vuole, difenditi quando devi farlo, ma se non vuoi che ti alzi io le mani, non prendere il vizio’’. Ora la sua paura era che il fratellino di 12 anni più piccolo potesse subire le stesse angherie quando fosse divenuto di qualche anno più grande. Allora decide di portare anche Gabriele in palestra, uno scricciolo di bambino timido e introverso, ovviamente non poteva allenarsi perché era troppo piccolo, ma stava lì… lo osserva mentre spinge e soffre, sta lì in silenzio cercando di capire ciò che stesse facendo e non sa molto bene a cosa servisse alzare tutti quei pesi e fra sé e sé pensava: ’’Se lo fa mio fratello Walter vuol dire che è la cosa giusta da fare, quindi voglio farla anch’io’’!! ‘’Sei ancora troppo piccolo’’ mi diceva sempre mio fratello,’’ non puoi ancora alzare i pesi, ma ti prometto che un giorno ti compro tutto io… ti compro la panca, il bilancere, i pesi e tutto quello che ti serve, ma adesso sei troppo piccolo devi aspettare ancora qualche anno’’ e siccome lo diceva il mio fratellone Walter alla
fine ho capito che la cosa migliore fosse dargli retta. Gli anni passano e un bel giorno del 1985 le speranze e le buone intenzioni vengono interrotte da un evento tanto inaspettato quanto triste: i due fratelli dovettero separarsi per motivi familiari. Gabriele dovette trasferirsi in Italia con i genitori, mentre Walter rimase in Canada….fu la disperazione!! L’ormai adolescente fratellino aveva perso il proprio punto di riferimento, il modello da seguire insomma, si trovava in nuovo Paese dove era tutto diverso: lingua, cultura, abitudini, cibo... proprio come accadde 12 anni prima a suo fratello. Era senza amici. Mamma e papà erano troppo presi dal lavoro e il tempo a loro disposizione era sempre poco e come se non bastasse iniziarono anche i problemi con i famosi ‘’bulletti’’. La situazione si faceva sempre più drammatica e insostenibile, finchè un giorno del settembre 1991, Walter allarmato dalle continue telefonate, tornò in Italia a trovare il suo unico e amato GABE, come ama chiamarlo affettuosamente lui, e mise subito le cose in ordine. Prima di tutto decidono di iscriversi in palestra e si allenano insieme per tutta la durata della sua permanenza a Sanremo (20 giorni), Walter gli insegna le basi del bodybuilding e della corretta alimentazione e prima di tornare in Canada….eccoli….dei regali nuovi e scintillanti: la panca, il primo bilancere e la prima ghisa!! ‘’TI RICORDI…TANTI ANNI FA TE LO AVEVO PROMESSO CHE SARESTI VENUTO IN PALESTRA CON ME E CHE TI AVREI REGALATO TUTTO QUELLO CHE TI SERVIVA PER DIVENTARE UN CAMPIONE… ORA VAI E ALLENATI!!!” Da quel giorno in poi Gabe si è allenato duramente per anni e nel 1996 inizia a gareggiare; si allena e si allena ancora e dopo tante gare finalmente centra un bersaglio impensabile: partecipare all’ ARNOLD CLASSIC e per la primissima volta salire sul palco, davanti a quel suo unico e amatissimo fratellone..WALTER… Comunque andrà all’Arnold,sappi una cosa Walter: questa gara la dedico soltanto a te! Il tuo Gabe…
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La prima PRO Bikini dall’Italia si racconta in un’intervista di Rossella Pruneti
e dovessi indicare un’unica cosa tra tutte quelle che apprezzo di Agnese Russo, sarebbe quel pregio che ha tipico di una persona rispettosa del proprio essere e coerente con le proprie passioni. Agnese ha iniziato come Bodyfitness ma ha avuto il coraggio di non essere camaleontica tanto per il costo di una carriera sportiva: sicura di come voleva essere esteticamente 365 giorni l’anno e di come voleva sentirsi nella testa e nel cuore, ha saputo allontanarsi (nonostante i grandi successi perché ha totalizzato tutti i titoli italiani più immancabilmente la finale in ogni gara internazionale) quando la disciplina non coincideva più con il suo pensiero, ha saputo leggere tra le righe di una nuova svolta (il Bikini Fitness) e tornare umilmente a proporsi. La coerenza e il rispetto di sé pagano sempre e con questo Agnese Russo offre uno splendido messaggio a tutte le donne che non sanno come ben collocarsi nell’ambito della cultura fisica: siate voi stesse e non altro da voi solo per inseguire la coppa. E se siete voi stesse, può arrivare anche una pro card!
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n breve: Lyubov Dreskova è una agonista russa di Figure e Bikini Fitness, una moglie e una dottoressa in Arte con specializzazione in Scultura. Inoltre esegue opere con l’aerografo su ordinazione, crea vestiti, ama il ciclismo, lo yoga e la corsa. Ovviamente, le piace allenarsi con i pesi. La sua carriera sportiva non è lunga ma in poco tempo è arrivata nell’élite mondiale. La prima volta sul palco è stata nel 2010 (terza alla Russian Cup, in aprile, e seconda ai Campionati Russi, in ottobre). Nel frattempo ha partecipato ai Mondiali Femminili in Messico arrivando quarta (terza nel round della finale). Un bel successo per una novizia!
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D.: Analizzando lo svolgimento della tua carriera dal Bodybuilding al Bodyfitness, quale percorso hai seguito? R.: L’inserimento della nuova categoria Bodyfitness mi ha dato la possibilità di esprimere il mio potenziale senza esasperare la muscolarità, mi ha consentito di esprimere ulteriormente la mia fisicità e la mia idea di come dovrebbe essere il fisico femminile associato alla tonicità. L’evoluzione che il Bodybuilding femminile aveva intrapreso non mi entusiasmava e quindi mi sono concessa una pausa dalle competizioni, ma senza abbandonare l’allenamento con i pesi, che rimane la mia passione numero uno. Quindi posso affermare che il mio percorso è stata una linea retta, in quanto anche durante il periodo in cui non ho gareggiato, non ho mai smesso di praticare attività fisica in palestra. D.: Quali sono le somiglianze tra Bodybuilding e Bodyfitness? R.: Il denominatore comune è la pratica dell’allenamento, certamente la differenza sostanziale è che il Bodyfitness dà ampio spazio per esprimere le doti individuali di femminilità, presenza di palco e piacevolezza rispetto alle competizioni di Bodybuilding dove la tendenza era indirizzata a uniformare tutte le atlete. D.: Il Bodybuilding rimane il tuo primo amore? R.: L’allenamento con i pesi è e rimane il mio primo amore, non importa se sfocia in competizioni di Fitness, Bodyfitness, Bodybuilding… Io amo i pesi, amo le sensazioni che percepisco ogni volta che lo pratico. Continue
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Modella Monica Santamaria, azzurra Fitness con routine Foto di Luca Alfieri L. A. Design
gnese RUSSO
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DISCIPLINA fare quello che sai
deve essere fatto anche se non ne hai
voglia, tempo, modo o energie.
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Lyubov Dreskova
Nel 2011 ha vinto la Russian Cup nella categoria Bodyfitness sopra 168 cm ma poi… è passata al Bikini Fitness ed è arrivata seconda al primo Campionato Europeo di questa nuova disciplina, proprio dietro alla vincitrice assoluta Nikola Weiterova.
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lla 27° edizione dei A Giochi del Mediterraneo IFBB, Malta, 28 - 30
ottobre 2011, l’azzurro Daniele Ciotoli vince la categoria open del Classic Bodybuilding. Il suo orgoglio, la sua emozione, la sua splendida forma fisica sono ripresentati in questa manciata di domande e soprattutto nel bellissimo video che vi invitiamo a guardare senz’altro.
D.: Raccontaci dal momento più "intenso": le sensazioni durante la premiazione. R.: Quei momenti sono scolpiti nella mia mente…sono stati attimi bellissimi, densi di emozioni. Come succede nei film ho rivissuto in quel momento tante cose che mi sono successe durante la mia preparazione. Ho incontrato tante difficoltà nel mio percorso. A volte, quando lo sconforto prendeva il sopravvento, avevo pensato di mollare. Ma non ho mollato e come nei bei film c’è stato il lieto fine: la vittoria! Mentre suonava l’inno italiano i miei occhi hanno incrociato quelli di mio fratello, la persona più importante nella mia vita, e quelli del mio amico Valentino. Loro non mi hanno mai lasciato solo. Non sono riuscito a trattenere le lacrime….ce l’avevo fatta ed ero orgoglioso di me stesso e felice di avere delle persone così speciali al mio fianco! D.: Tornando indietro, cosa ti aspettavi e come ti immaginavi questa trasferta internazionale? R.: Sinceramente ero partito un po’ prevenuto. Pensavo di incontrare persone più concentrate su se stesse che interessate a stabilire rapporti interpersonali con i compagni di squadra. Mi sono ricreduto dopo cinque minuti dal mio arrivo all’aeroporto
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Intervista di Rossella Pruneti a Daniele Ciotoli
DIRETTIVE IFBB
di Andrew Michalak
& ANTI-AGING
“Orgoglioso di aver fatto suonare l’inno italiano sul palco di Malta e di aver portato l’oro alla famiglia IFBB!”
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Come possiamo vedere, le categorie Master si sono ampliate gradualmente nella IFBB. Il Bodybuilding Master fu inaugurato a livello mondiale nel 1985 agli IFBB World Juniors and Masters Championships di Sydney, in Australia. Al tempo fu inclusa solo una categoria: over 35. Il primo titolo mondiale Master fu vinto dal tedesco Karl Becker. Al terzo posto arrivò il famoso e ancora attivo come agonista Jose Donato, giudice spagnolo. Erano solo tre anni dopo il primo Campionato Mondiale IFBB Juniores. Gli appassionati di bodybuilding apprenderanno con interesse che a quel campionato di Sydney i titoli degli juniores andarono a Anja Langer e Shawn Ray. Pochi anni dopo diventarono entrambi professionisti e si piazzarono secondi all’Olympia. L’anno successivo, ai Mondiali 1986 di Rüsselsheim, in Germania, il limite d’età della categoria Master fu portato a 40 anni e inserite due classi di peso: fino a 80 kg e sopra 80 kg. Si trattava di quei cambiamenti epocali della IFBB che accadono ogni decennio. Ai Campionati Mondiali 1996 di Katowice, in Polonia, venne introdotta un’altra classe d’età: sopra i 50 anni. Il bodybuilder turco Riza Batur vinse il titolo,. Nel 2006, ad Agrigento, in Italia, la classe d’età 40-49 anni fu divisa in quattro classi di peso: 70 kg, 80 kg, 90 kg e oltre 90 kg. Inoltre fu aggiunta un’ulteriore classe di età: oltre 60 anni. Il bodybuilder spagnolo Rafael Vera vince il primo oro in questa nuo-
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CLICCA Guarda!
Over 65
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di Rossella Pruneti e Andrew Michalak
S E M P L I C E M E N T E
Breve nota storica sulle donne nello sport
Manuel Valbuena (Spagna), Esmat Sadek (Egitto), Rafael Vera (Spagna), Shigeru Ihara (Giappone), Bernard Cooper (Inghilterra), Adolf Hopf (Germania), Thomas Heffner (Canada), Hans Neubauer (Germania), Bohumil Divilek (Rep. Ceca), Hossein Javeddani (Iran), Frantisek Zalesak (Rep. Ceca), Piotr Puchniarz (Polonia), Karl Kainrath (Austria).
inizio alla loro avventura coi pesi. Questo fenomeno portò rapidamente alle prime gare femminili e il corso degli eventi fu diverso dal solito, iniziando con il primo Ms. Olympia nel 1980 (Philadelphia, USA), seguito dai primi Mondiali femminili IFBB nel 1983 (Londra). Accade che un giovane giudice nuovo, futuro presidente IFBB, il Dr. Rafael Santonja, partecipò nel 1983 al suo primo congresso internazionale della IFBB tanto che possiamo dire che l’attività del Presidente Santonja nella IFBB è tanto vecchia quanto l’inserimento delle donne in questa federazione. Sotto la guida di Santonja le discipline femminili IFBB sono salite a 5 e ancora altre ce ne sono all’orizzonte! È importante notare che le donne sui cinquanta anni oggi sono nate prima degli anni ’70. A queste, alla maggioranza, era negata la possibilità di partecipare in molti sport o era imposto il limite di stare all’interno di discipline prettamente femminili. Qualora fossero state autorizzate a gareggiare, diventavano pioniere di
Tutto iniziò negli anni ’60 quando in America fu organizzata la prima gara Ms. Physique. Tuttavia erano solo gare di bikini, che poi si evolvettero in competizioni “con più muscoli”. E in tempi recenti, nel 2011, la categoria Bikini ha fatto ufficialmente il suo ritorno nella IFBB, sia a livello nazionale sia internazionale. La storia spesso si ripete! Negli anni ’70 i bodybuilder professionisti erano soliti portare fidanzate e mogli con loro sui palchi per esibizioni in coppia. Queste belle performance incoraggiarono altre donne a frequentare la palestra e vedere cosa ci facessero i propri partner. In palestra ci rimasero, dando
vecchia. Il motivo è che bodybuilding e fitness sono uno stile di vita perfino a livello agonistico. Ecco perché abbiamo un bel numero di donne che possono gareggiare con successo anche se hanno oltrepassato i quaranta anni. Non sono “highlander immortali” delle frontiere estreme della chirurgia plastica ma vere testimonial del nostro stile di vita fitness che è, per sua stessa natura, un anti-aging ideale.
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Una nuova classe INTERNAZIONALE per le Bodyfitness.
Oltre una dozzina, e magari ne arriveranno altri. Agli Europei Master di quest’anno ha gareggiato Mario Rolleri, 75 anni, dall’Italia, nella classe over 60 insieme ad atleti che erano 15 anni più giovani di lui. Ci vediamo a Santa Susanna, super Masters!
Avanti le nuove leve o anche le veterane? Lo stile di vita fitness rende semplicemente meravigliose a qualunque età
Foto IFBB Press Commission: Sopra: la passione è forte ad ogni età. Agli Europei 2010 di Donetsk, Ucraina, il campione europeo Manuel Valbuena riceve un mazzo di fiori e un bacio da una ammiratrice. In fondo a sinistra: agli Europei 2011, i vincitori oltre 60 anni (da sinistra): Manuel Valbuena (67), Bernard Cooper (65) e Ivan Horacek (63). In fondo a destra: il bodybuilding è lo stile di vita ideale per l’anti-aging. Aiuta a rimanere forti di corpo e di mente. Foto ShutterStock.
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TAB ELL A OMNI SQUAT
Omni Squat
S P I E G A T E
uesta nuova categoria non ha la sua ragione d’essere nel dato di fatto che la Q nostra società sta diventando sempre più
quest’anno. I possibili partecipanti della classe over 65 sono quindi:
aniele CIOTOLI
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Una nuova categoria Master:
a IFBB ha appena in- va classe. Vera aveva partecipato trodotto una nuova ai Campionati Mondiali Masters 1987 a Giessen, in Germania, categoria di bodybuild- del e in molti altri eventi. ing, a partire dai Mondi- Osservando l’elenco dei concorali Junior e Master 2011 renti da Mondiali Master dell’anno che si tengono a Santa scorso possiamo vedere quanti atleti hanno compiuto 65 anni Susanna: over 65!
di Malta. Ho conosciuto persone fantastiche e sono nate amicizie che tutt’ora continuano! Il mio ringraziamento più grande va ad Alex Balestri, delegato della nazionale italiana IFBB. Non dimenticherò mai le lunghe chiacchierate fatte con lui… davvero una persona speciale! D.: Le sensazioni di una gara internazionale sono uniche. Cercherai di tornare a gareggiare all'estero? R.: Non ho alle spalle così tante gare ma ho avuto la fortuna di entrare molto presto nella nazionale IFBB, di gareggiare e di vincere una gara internazionale. Spero davvero di poter ripetere l’esperienza e di tornare ad ascoltare l’inno italiano sul gradino più alto del podio! D.: Quanto ti ha aiutato l'essere stato nel team e che spirito di collaborazione c'era tra di voi? R.: Come già detto, ho legato subito con i miei compagni di squadra. Ci siamo aiutati e supportati a vicenda. Nei momenti di relax siamo stati un vero gruppo. Questa coesione mi ha fatto vivere l’esperienza nel migliore dei modi. D.: Oggi, quando ti alleni, pensi a quella medaglia d'oro e ad aggiungerne presto un'altra? R.: Penso che capiti a tutti di avere dei giorni in cui lo stimolo ad allenarsi scende. In quei giorni penso a quella medaglia, alle emozioni che mi ha regalato e subito dentro di me sale la motivazione. In questo modo riesco a portare a casa un allenamento di alto livello! Per me è e sarà sempre una grande fonte di motivazione che mi spinge ad impegnarmi, allenamento dopo allenamento, per raggiungere presto altre grandi soddisfazioni! Nella foto in alto con il giudice Alex Balestri durante la premiazione; un fotogramma del video e nella foto grande Daniele con la medaglia d’oro.
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A partire dai Campionati Europei Junior e Master 2012, a Santa Susanna, la IFBB ha inserito la categoria Bodyfitness sopra 45 anni d’età (over 45). Lo stile di vita fitness può invertire gran parte del declino collegato all’invecchiamento e la nuova categoria Over 45 sarà una celebrazione delle donne intelligenti che lo hanno adottato e che stanno invecchiando più che con grazia: con una bellezza notevole! Grazie all’allenamento con i pesi, “l’invecchiamento di qualità” conferma i vantaggi che si possono ottenere con un sano stile di vita.
Gli stacchi Un fulmine a ciel sereno TRAINING CON ALEX KOMADINA
IL GRAN DORSALE E I SUOI ESERCIZI
Back squat, piedi molto divaricati, mani vicine ai fermi del bilanciere, busto piegato in avanti di 15° e mantenuto in questa angolazione durante l’intera serie, 6 ripetizioni
Serie 3
Serie 4
Back squat, piedi mediamente divaricati, gomiti sotto il bilanciere, 8 ripetizioni
Serie 5
Back squat, piedi molto divaricati, mani vicine ai fermi del bilanciere, busto piegato in avanti di 15° e mantenuto in questa angolazione durante l’intera serie, 8 ripetizioni
Serie 6
Andare oltre
Una tabella DA PROVARE!
Squat del ciclista, talloni distanziati 10 cm e sollevati di circa 15 cm, 8 ripetizioni
Serie 7
Back squat, piedi mediamente divaricati, gomiti sotto il bilanciere, 12 ripetizioni
Serie 8
Back squat, piedi molto divaricati, mani vicine ai fermi del bilanciere, busto piegato in avanti di 15° e mantenuto in questa angolazione durante l’intera serie, 12 ripetizioni
Serie 9 Photo ShutterStock
Squat del ciclista, talloni distanziati 10 cm e sollevati di circa 15 cm, 20 ripetizioni (sì, venti, non scrivetemi per chiedere se sono davvero venti ripetizioni).
OMNI Squat
Un modo semplice per avere gambe più forti
di Charles Poliquin
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ticati nella maggior parte delle moderne palestre: lo stacco da terra. Lo stacco da terra fu uno degli esercizi fondamentali nei test svolti sugli anziani di cui avevo parlato nell’articolo precedente, test che hanno dato risultati eccellenti in fatto di risposta fisica, riattivazione delle funzioni ormonali e di conseguenza riequilibrio di alcune funzioni vitali importanti. Ora tutti sappiamo che lo stacco è un esercizio base per il pesista, un esercizio da gara per il powerlifter, un esercizio di routine per il bodybuilder e per ultimo un esercizio molto usato da a t l e t i delle più svariate specialità. Tempo addietro era praticato soprattutto da atleti di sport denominati “pesanti” ma in seguito anche da atleti p e r i quali la forza pura conta meno (atletica leggera), atleti che col tempo hanno capito l’importanza di alcune reazioni nervose e muscolari che traggono beneficio da un esercizio che solo apparentemente appartiene a una ristretta cerchia di specialità sportive. Quello che invece non tutti sanno è che l’esecuzione (e perciò i target) dello stacco da terra sono molto differenti da soggetto a soggetto e per soggetto intendo atleta di differente specialità sportive. Perciò, per semplificare, dirò che lo stacco del pesista non ha nulla a che vedere (se non in apparenza) con lo stacco del powerlifter o quello del bodybuilder e tantomeno con quello che si applica a un atleta di alti sport. In quest’articolo vorrei proprio soffermarmi a esaminare queste differenze. Cominciamo col powerlifter anche perché trattandosi di una disciplina in cui lo stacco costituisce una delle prove in gara mi sembra corretto dare la precedenza. Nel powerlifting il fine è soprattutto
punto (fine dello stacco) deve esplodere dando al bilanciere u n ’ a c c e l e ra z i o n e tale che permetta all’atleta di andare a prendere il carico in posizione di accosciata. In questo caso lo stacco dovrà essere dinamico (anche se controllato). Non voglio scendere
troppo nei particolari ma anche la traiettoria sarà molto differente da quella dell’atleta che abbiamo analizzato in precedenza (che non ha termine a sé ma precede una fase successiva perciò usa lo stacco come fase transitoria e non come scopo ultimo). Perciò anche in fase di allenamento, dove l’esercizio viene isolato (eseguito senza continuarlo fino in fondo) ma con lo stesso concetto, la fase finale dovrebbe essere eseguita nel modo più dinamico ed esplosivo possibile. Al contrario la parte finale è molto importante per i bodybuilder. Lo stacco rimane di sicuro un esercizio multiarticolare ma in questo caso lo inseriamo nella scheda per la schiena e per questo daremo molta importanza alla fase finale. Per essere più precisi dovremmofare il punto anche della fase di partenza e proprio al momento dello stacco ma vorrei salvarlo per una riflessione sucessiva. Ritorniamo alla fase finale dove vediamo che, al contrario del powerlifter dove l’esercizio è a termine, al contrario del pesista dove inizia una
il carico, perciò sempre considerando che la forma di esecuzione in qualsiasi attività sportiva rimane molto importante, vediamo come la dinamica del movimento, la posizione di piedi e mani, il controllo delle articolazioni devono seguire un insieme di fattori personali, regolamenti e scelte tecniche. Prendiamo ad esempio la presa sumo, che non ha applicazione in nessuna delle altre specialità; possiamo vedere che in alcuni casi il powerlifter per favorire la prestazione si può permettere di trascendere su alcuni particolari del tipo: la dinamicità del movimento, la traiettoria e soprattutto la parte finale nella quale il “giù” del giudice pone fine alla fatica. Quel preciso momento è invece solamente transitorio per il pesista che, al contrario, deve rispettare alcune regole molto importanti se vuole far in modo che il bilanciere sia posizionato in maniera ideale, posizione ideale appunto per creare quella spinta necessaria per continuare la sollevata, sollevata che proprio a quel
DA UNA PROSPETTIVA
fase transitoria, il bodybuilder deve approfittarne per creare una contrazione tale da coinvolgere ogni fibra in ogni angolo del gran dorsale. Chiaramente glutei, femorali, lombari, porzione posteriore della spalla e addirittura i polpacci vengono messi in funzione ma soprattutto come aiuto a creare una posizione ideale per il controllo del gran dorsale. Al termine dello stacco il posizionare le spalle all’indietro e abbassarle leggermente con un inarcamento controllato e non esagerato della schiena crea quella contrazione che dà al bodybuilder un tocco finale alla forma della schiena stessa. Per chiarire, la parte finale dovrebbe riordinarsi in un mix tra rematore e pulley basso.Quel tocco è, a mio parere, vincente. Per concludere e analizzare i benefici per soggetti di differenti specialità atletiche, ritorniamo alla fase di partenza. Questa fase è un po’ comune ma per motivi differenti. Escluso il bodybuilder, negli altri soggetti questa fase (e parlo proprio del primo millimetro da terra) deve essere di preparazione e fa parte di una tecnica correttamente applicata. Nel bodybuilder invece, se fatta in maniera estremamente corretta, crea una condizione neuromuscolare unica che a sua volta determina una reazione altrettanto speciale. Infatti, obbligando il cervello a mandare un messaggio tanto intenso e repentino a tutti i punti coinvolti in questa particolare fase, si potrà creare uno stress tale da far sì che anche la reazione sarà altrettanto dirompente e stimolare la sinapsi. Questo torna di enorme vantaggio per qualsiasi atleta e perfino per il soggetto che frequenta la palestra per fini amatoriali. Quest’ultimo ottiene gli stessi benefici senza dover esagerare con i carichi, perciò senza correre il rischio d’infortunio. Se l’esercizio viene eseguito in maniera corretta, saranno sufficienti anche pochi chili sul bilanciere. Per tutti questi motivi considero lo stacco un fulmine a ciel sereno. Sarà proprio un fulmine (un’immaginaria ragnatela elettrica) che dovremmo immaginare di formare dalla nuca ai glutei, tanto potente da creare un “mini black-out” in palestra.
DIVERSA
KINESIOLOGIA & A
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del Professor Maurício de Arruda Campos
Parliamo di chinesiologia e biomeccanica da una prospettiva differente. Piuttosto che analizzare l’esercizio per vedere quali muscoli sono coinvolti, inizierò a parlare dei muscoli e poi traferirò queste conoscenze all’analisi degli esercizi per quel preciso muscolo o gruppo muscolare. Questo articolo è dedicato al gran dorsale. Anatomia del gran dorsale Il gran dorsale è un muscolo triangolare di grandi dimensioni che copre quasi tutta la parete posteriore del tronco. I movimenti principali di questo muscolo sono l’estensione, l’adduzione e la rotazione mediale della spalla. Inoltre può aiutare, indirettamente, l’abbassamento della scapola, l’estensione della colonna vertebrale e l’inclinazione anteriore e laterale delle pelvi. Essendo un muscolo multipennato (cioè possiede svariate origini
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e inserzioni), l’unico modo per stimolarlo appieno è svolgere diversi esercizi e alcune varianti per il medesimo esercizio. Ad esempio, il lat machine avanti con varie prese allena fasci differenti di fibre del gran dorsale. Il gran dorsale è anche un forte adduttore della spalla, soprattutto quando questa è mantenuta nella rotazione laterale. Riprendendo l’esempio del lat machine avanti, mantenere l’avambraccio perpendicolare al pavimento durante l’intero arco di movimento stabilizza la spalla con alcuni gradi di rotazione laterale aumentando la capacità di adduzione del gran dorsale. È comunissimo vedere in palestra persone che eseguono questo esercizio portando i gomiti indietro al termine dell’adduzione della spalla, riducendo in tal modo l’intensità di contrazione del gran dorsale e reclutando altri muscoli per contribuire al completamento dell’esercizio. Un errore stupido come questo può ridurre significativamente l’intensità dell’esercizio. Il gran dorsale è anche un estensore molto forte della spalla dalla posizione di flessione, ma è importante ricordare che non estende l’articolazione della spalla
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oltre la posizione anatomica. Ciò significa che quando eseguite un qualche esercizio con estensione della spalla con l’intento di stimolare il gran dorsale, il movimento dovrebbe partire da un qualche grado di flessione della spalla fino al punto in cui le braccia si trovano lungo i fianchi (posizione anatomica). Qualsiasi movimento che vada indietro oltre questo punto non è eseguito dal gran dorsale ma da altri estensori della spalla (per esempio dal tricipite brachiale e dal deltoide posteriore). È piuttosto comune vedere persone che eseguono questi rematori e loro varianti portando le braccia 30-40° indietro, oltre la posizione anatomica. Questi ultimi gradi non hanno effetto sul gran dorsale e potrebbero anzi contribuire ad una riduzione dell’intensità complessiva dell’esercizio per questo muscolo.
Dall’anatomia agli esercizi Alcuni consigli generali per l’allenamento del gran dorsale::
Non eseguire mai un’estensione della colonna vertebrale durante il
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movimento delle spalle, usando la parte lombare (sarebbe un’iperestensione).
Evitare ogni movimento delle anche durante l’esercizio in modo che tutto il lavoro sia svolto dai dorsali.
Fare una pausa al termine di ogni fase concentrica (quando i gomiti sono più vicini al tronco).
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i presento brevemente: mi chiamo Damiano Trinca e sono attivo nel settore del fitness da oltre 20 anni, ho conseguito vari titoli come Personal Trainer, Fitness Trainer, psicologia dello sport, EDUK, mental coach. In questi ultimi anni ho messo a frutto la mia esperienza nello sport progettando e successivamente brevettando un attrezzo da palestra molto particolare ed efficace. Il principio sul quale si basa il suo funzionamento mi è stato ispirato dall'attivita di parapendio, che pratico con grande passione da diverso tempo. La caratteristica che rende questo attrezzo particolare è che ci si allena sospesi da terra attraverso un sistema di cavi e carrucole, coinvolgendo così tutta la struttura muscolare. Per questo motivo l'ho chiamato “ZERO GRAVITY - "Allenamento in 3D". Con questo sistema di allenamento anche il più semplice degli esercizi va ad attivare i muscoli profondi, che solitamente non si utilizzano, ma che sono molto importanti per l'integrità delle articolazioni e per l'utilizzo delle stesse producendo un’azione preventiva a dolori articolari (vedi sindrome da conflitto, epicondilite, dolori cervicali o tendiniti). Con ZERO GRAVITY ci si può allenare in gruppo, come se fosse
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PER AUMENTARE LA MASSA MUSCOLARE ANCHE IN UNA FASE DI STALLO…
Esistono numerosi sistemi per ottenere misure muscolari di un certo rilievo. Alcuni di questi sono piuttosto conosciuti, altri, al contrario, non vengono troppo “celebrati” sebbene si dimostrino ugualmente efficaci per il raggiungimento di buoni risultati.
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Eseguire
un’adduzione
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Abbassare la scapola al termine dell’adduzione della spalla durante gli esercizi di trazione, sempre per il massimo accorciamento del gran dorsale.
Vista posteriore del corpo umano con il gran dorsale ben in evidenza.
Evitare un’iperestensione delle spalle, perché oltre la posizione anatomica il gran dorsale non interviene più ad aiutarne l’estensione.
Variare gli esercizi, l’ampiezza della presa e l’arco di movimento dell’articolazione della spalla per stimolare completamente tutti i fasci di fibre del dorsale.
Concentrarsi sull’addurre la spalla e non sul flettere il gomito. Ricordate che l’attenzione dovrebbe andare al gran dorsale. Dimenticate, per questo esercizio, di avere i flessori del gomito!
Eseguire sempre gli eser103
una seduta di spinning, fit box o aerobica oppure individualmente in sala attrezzi. Questa attività permette di uscire dai classici schemi a volte noiosi, divertendoci ed ottenendo risultati veri e concreti. In questo momento al fitness si è aggiunto l'allenamento funzionale e quindi lo ZERO GRAVITY diventa l'attrezzo essenziale in quanto più funzionale di così non esiste niente. Questo attrezzo è adatto a tutti gli sport, compresi quelli che richiedono concentrazione o propriocettività come montare a cavallo, sci, arrampicata, tiro con l'arco, arti marziali, atletica oppure sport omolaterali come tennis o baseball. Può essere addirittura indicato per praticanti di sport estremi come il parapendio, triathlon o l'Iron Men. ZERO GRAVITY è importante anche per chi si allena con i pesi ma che ha bisogno di fare un salto di qualità per far maturare i muscoli e renderli più densi (vedi il richiamo nervoso per l'aumento della forza tramite il riflesso miotatico, che con i pesi diventa pericoloso) flessibili e vascolarizzati. Ecco sintetizzati i vantaggi dell'allenamento con ZERO GRAVITY: Farete lavori di forza utilizzando il vostro peso corporeo; L'attività interesserà molto i muscoli stabilizzatori (in parti-
di Damiano Trinca colar modo la spalla, il polso, il rachide, l'addome, le caviglie e le ginocchia) e creerete lavori molto propriocettivi; potrete allenarvi in casa, in palestra o nel parco; avrete una gran facilità di trasposto del vostro attrezzo, in quanto leggerissimo; il lavoro sarà molto divertente e motivante. Non sottovalutate ZERO GRAVITY, vi posso assicurare che un'ora di allenamento con questo attrezzo è veramente massacrante. La condizione ottimale è abbinare l'allenamento in 3D con esercitazioni come pesi, kettlebell, sandbag, corpo libero, palle medicali, ecc. C'è comunque una vastissima gamma di esercizi da eseguire con ZERO GRAVITY, dai base a quelli un po’ più di élite come vedrete prossimamente. Spero di non avervi annoiato con questa breve presentazione, vi prometto che alle prossime uscite parleremo dell'allenamento fine a se stesso, recuperi post operatori e riabilitazioni ma soprattutto parleremo di come con lo ZERO GRAVITY gli atleti di élite prima e tutti gli altri dopo si possano allenare riducendo gli infortuni se all'interno della sessione di allenamento inseriscono anche questo magnifico attrezzo che migliora la consapevolezza del proprio corpo.
ci si allena
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CARATTERISTICA
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ssendo sempre alla ricerca della massima ottimizzazione nel workout, evitando il più possibile il carico articolare, vi presento l'anteprima di un progetto da me realizzato. Il progetto è ispirato ad un attrezzo molto in voga negli USA per gli arti inferiori. Il suo nome è "Hack-Squat 20-45". La particolarità è che si possono avere tre tipi di regolazione: 1) variare l'inclinazione di lavoro, da 20 a 45°del carrello. 2) regolazione dell'inclinazione della pedana.
Con questo primo articolo ve ne presento uno di cui forse non avrete mai sentito parlare, ma che vale la pena di sperimentare…
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al termine della scapola dell’estensione della spalla durante gli esercizi di rematore per ottenere il massimo accorciamento del gran dorsale.
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HACK SQUAT
I MOVIMENTI PARZIALI A MASSIMA TENSIONE
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Nei rematori senza sostegno per il petto, evitare il movimento dalla posizione di flessione totale della colonna vertebrale per ridurre il rischio di infortunio sui dischi intervertebrali della colonna vertebrale.
Foto ShutterStock
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The GOLDEN Coach
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cizi per il gran dorsale prima di quelli per i bicipiti.
ZERO GRAVITY
MASSIMO MONACO
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ccoci ancora ad analizzare un E altro degli esercizi che sembrano piano piano finire dimen-
Foto Shutterstock
Squat del ciclista, talloni distanziati 10 cm e sollevati di circa 15 cm, 6 ripetizioni
ZEE MASTER
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Cambiare l’ampiezza della presa o la posizione dei piedi non è una cosa nuova. Tutti, dai powerlifter americani ai pesisti russi, hanno impiegato il concetto per risolvere la situazione quando la forza non migliorava più. Basta avere la volontà e la forza di carattere di seguire questo approccio. Se ce l’avete, provate questo allenamento: l’Omni squat modalità 1. Lo chiamo “Omni squat perché offre uno stimolo all’ipertrofia. Osservazione: nel mio software ci sono almeno 25 varianti di questo concetto. Se siete interessati, acquistatelo. Senza perdere altro tempo, ecco il programma. Eseguite questa tabella e vedete se riuscite a ballare il tango nei due giorni successivi. Comprenderete perché la pressa è sopravvalutata. L’Omni squat vi porterà a risultati che non avete mai sperato. Buon allenamento!
Sottolineare tutti i vantaggi sul palco L’invecchiamento comincia precocemente, a dire il vero nell’istante della nascita. Gli scienziati confermano che le capacità intellettive hanno il picco intorno ai 22 anni e già sono in calo entro i 27 anni, mentre i cambiamenti fisici (differenze di peso e altezza, cambiamenti ormonali, variazioni nella performance sessuale e fisica, ecc.) possono iniziare a manifestarsi subito di seguito. Chiunque, dopo i 40 anni, perde forza, equilibrio e coordinazione. Le fibre muscolari si riducono in numero e volume. Il sistema nervoso centrale rallenta. Il grado in cui l’invecchiamento avviene dipende da un certo numero di fattori. Alcuni fattori non possono essere minimizzati (il più importante è la genetica), ma un buon numero lo può: dieta, fumo e alcolici, livello di attività fisica. Ci sono alcuni punti particolarmente adatti per rallentare l’invecchiamento. Mantenere uno stile di vita sano, praticare con costanza un’attività fisica e alimentarsi in modo sano sono i principali. Assomiglia al programma pregara di una Bodyfitness? Lo è! Ecco perché la categoria Over 45 è stimolante e positiva: conservare massa muscolare e giovinezza diventa più faticoso ma molto più remunerativo. Ogni atleta può confermare che il fitness e il bodybuilding l’hanno cambiata: più forza, più resistenza, più bellezza e più autostima. Tutte hanno avuto dimostrazione dei benefici dell’attività fisica e non disdegnano la gioia di mettere in mostra i propri risultati su un palco di gara.
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Back squat, piedi mediamente divaricati, gomiti sotto il bilanciere, 6 ripetizioni
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donne non devono più nascondere la propria età come non devono più astenersi dalla propria partecipazione nelle attività sportive. Le donne non devono nascondere più la propria età ma devono evitare un corpo grasso, flaccido e cellulitico. Le donne devono essere fiere di mostrare un fisico ancora giovane pure ad un’età più avanzata. L’età non conta se si è giovani nel cuore e nel fisico.
Continua
Serie 1
no dei modi più facili per diventare più forti è variare la posizione dei piedi o l’ampiezza della presa. Ho compreso questo concetto oltre venti anni fa quando partecipai ad una convention della NSCA. Là acquistai un paio di scarpe da pesista marca Pignatti. Fino ad allora mi ero sempre allenato con quelle Adidas. Appena tornato a casa, come un bimbo con un nuovo regalo di Natale, non vedevo l’ora di provare le mie nuove scarpe Pignatti facendo 10 serie da3 ripetizioni di squat. Il giorno dopo, alzandomi, mi sembrava che un gruppo di atleti di kendo mi avessero bastonato le gambe col bambù. Era incredibile quanto le sentivo rigide! Avevo sbagliato qualcosa? No, avevo solo cambiato leggermente il rialzo dei talloni.
categorie semivuote. Alle donne fu permesso di correre i 3000 metri e la maratona nel 1984. Il bodybuilding femminile agonistico era iniziato invece prima: nel 1978. La partecipazione delle donne nello sport è piuttosto recente da una prospettiva storica. Gran parte di queste donne sono ancora competitive e desiderose di salire su un palco con gioia e grazia. Sono atlete e persone più mature: più forti, più concentrate, dotate di una buon autostima, una carriera lavorativa consolidata, una famiglia che le sostiene oltre a tenerle molto occupate e concrete negli obiettivi. In ogni caso gli stereotipi della nostra società possono avere il proprio peso. Le Bodyfitness Over 45 si sentiranno condannate dal nome stesso della categoria? Un’atleta ha commentato: “Se mi iscrivo nelle Over 45, tutti sapranno la mia età!”. La mia risposta? Mantenere l’atteggiamento positivo del bodybuilding e prendere atto che, al contrario, le persone apprezzeranno che l’atleta ha quell’età senza dimostrarla! Le
“Avanti le nuove leve” si dice spesso nel senso che le giovani (solitamente più avvenenti) dovrebbero entrare per prime e lasciare le più anziane (solitamente meno avvenenti) dietro. Non più e non sui palchi IFBB.
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IFBB is FITNESS
Foto di Matteo Castellani
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Di Rossella Pruneti • Foto di Alex Zuccaro
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BIKINI
di Alexander Timoshenko
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Nuova
iada Simari torna alle competizioni come Bodyfitness solo quattro anni fa. Prima gareggiava come bodybuilder e aveva abbandonato il palco dopo la vittoria del titolo italiano. Continuando ad allenarsi, ha osservato la creazione e lo sviluppo del Bodyfitness. Quindi è stata assalita dalla voglia di tornare a gareggiare e oggi, dopo un certo numero di medaglie internazionali, ha ottenuto la sua pro card. La sua storia ci insegna qualcosa? Sì, insegna la storia meravigliosa di un’atleta appassionata e di una donna bellissima che ha reso il fitness il proprio stile di vita. Ma l’ingrediente speciale di questa storia è il Bodyfitness IFBB. Questa disciplina dimostra che la IFBB ha una collocazione per donne interessate all’allenamento, ad una vita sana e a non mortificare la propria femminilità. Così facendo, offre un potente stimolo sia alla loro autostima sia al mantenimento della bellezza del loro fisico. Lunga vita al Bodyfitness!
Se sei un atleta IFBB, raccontaci la tua storia e come hai iniziato contattando Rossella Pruneti per email: redazione@ifbbuniverse.it
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Rampa di lancio dal Bodybuilding al Bodyfitness e atterraggio nell’universo Pro Figure!
Giada Simari
di Simone Meiattini Foto di Luca Alfieri L. A. Design
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sospesi da terra
con un sistema di cavi e carrucole coinvolgendo
3) regolazione degli appoggi per le spalle, in base all'altezza della persona. Tre sono i principali esercizi nel suo utilizzo: squat in tutte le sue varianti, good morning , calf raise. Nelle pagine che seguono, in seguito alle nostre collaborazioni decennali, ho il piacere di fare esporre l’opinione Gianni Niro, tecnico specializzato in biomeccanica del movimento ed amico, maestro dello sport, Athletic Training Consultant. Continua 123
tutti i muscoli.
Per questo motivo si chiama:
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D’ORO
ROBERTA BOZZAO Posso sicuramente dire che il 2011 a livello agonistico è stato un anno ricco e denso di emozioni forti e probabilmente irripetibile sia per il numero di soddisfazioni personali che di ricordi che mi accompagneranno per sempre. Mi ero allontanata dai palchi nell’ottobre 2009 ed il mio unico desiderio era quello di poter riconquistarmi un posto in nazionale per avere di nuovo la possibilità di gareggiare all’estero. Desiderio che si è realizzato vincendo l’edizione 2010 del Ludus Maximum, che mi ha dato diritto a partecipare al Mondiale Femminile a Novi Sad nell’ottobre scorso, dove sono riuscita a conquistare un bellissimo quinto posto, che mi ha ripagata ampiamente di tutti i sacrifici che ho fatto… e posso dire che non c’è cosa più bella di stare su un palco dopo un anno di duro lavoro e riuscire finalmente a raccogliere i frutti della propria fatica… È stato un anno intenso e pieno di trasferte a volte stremanti, visto che quando posso preferisco muovermi in macchina e non in aereo. Bari, Madrid, Novi Sad, Catania, San Remo, Roma e di ogni occasione porto con me ricordi indelebili, delusioni ed entusiasmi, ma se devo fare un bilancio di come sono andate le cose penso proprio di non potermi lamentare anche se purtroppo (o per fortuna) sono una perfezionista e credo che si possa sempre fare meglio. Forse la cosa più bella di tutto il 2011 è stata avere la fortuna di poter condividere le mie emozioni anche con una grande e insostituibile compagna di viaggio: Michela Frè. Compagna di gare, viaggi, trasferte, situazioni divertenti e inverosimili (tra tutte il nostro hotel a Novi Sad senza riscaldamento e molto spesso anche senza luce…), è stata una parte importantissima di questo percorso, sostegno fondamentale, senza il quale tutto sarebbe stato meno bello e memorabile. Ci siamo incontrate per la prima volta sul palco del Grand Prix Bodyblast nell’ottobre 2010 (e dico la verità… quando ho saputo che avrebbe gareggiato anche lei in quella gara ero veramente preoccupata, perché l’ho sempre ammirata e temuta molto) e da lì il nostro percorso si è intrecciato perché da quella gara abbiamo praticamente condiviso tutte le competizioni nell’anno 2011. Molto simili nel carattere e nell’affrontare mentalmente l’agonismo, credo che ci unisca un legame speciale e raro per due atlete che si trovano a calcare in alcune situazioni lo stesso palco. Anzi, posso dire senza problemi che più di una volta ero più in ansia per i suoi risultati che per i miei. Ho sempre vissuto questo sport in maniera individualistica, mi sono sempre isolata da tutto e da tutti, sia mentalmente che fisicamente, invece questa volta le cose sono andate in maniera completamente diversa e devo dire che ho potuto godere di un lato di questo sport che ancora non conoscevo e che forse non credevo potesse esistere… la complicità che si è creata è stata sicuramente un valore aggiunto a tutto quello che ho vissuto. Momentaneamente non ho programmi… mi sono presa un po’ di riposo fisico ma soprattutto mentale. Proprio in questo periodo di riposo e di lontananza dal palco mi sto rendendo conto giorno dopo giorno dell’amore che provo nei confronti di questa disciplina e della soddisfazione che provo nel trovarmi “on stage”, quindi sto già facendo qualche pensierino per il futuro.
DELLA NAZIONALE
Anna Maria Giordani
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IL CLASSIC BODYBUILDING
DOPO 6 ANNI
Steve Reeves: l’ideale per il Classic Bodybuilding
UN PO’ DI STORIA La IFBB ha introdotto il Classic Bodybuilding maschile nel 2006. La disciplina fu riconosciuta dal Congresso Internazionale di Shangai, in Cina, nel novembre 2005 con l’introduzione ufficiale nel calendario delle gare 2006. Le regole furono preparate dal Comitato Giudici per iniziare con le gare. Come al solito, le prime competizioni furono i campionati nazionali della primavera nelle nazioni europee, seguite dagli Europei di Bratislava, in Slovacchia.
BODYBUILDING
maschile”. Gli atleti non si sentivano Bodyfitness o Fitness. In effetti questa nuova disciplina si è evoluta rapidamente verso il Bodybuilding, non il Bodyfitness, con l’eccezione dei quarti di giro eseguiti all’inizio del pregara (ma solo in quella fase). E quello è l’unico elemento che rimane del Bodyfitness. Il resto è Bodybuilding puro. L’inaugurazione ufficiale, con il nome già mutato in “Classic
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l’ottima genetica, rimanendo un atleta di belle speranze. La disciplina era comunque ancora limitata all’Europa, con bodybuilder europei. Il vero esordio nel mondo avvenne a Ostrava, nella Repubblica Ceca, ai Mondiali maschili 2006. Il numero di partecipanti del Classic Bodybuilding salì a 50 ma erano soprattutto europei, con alcuni dal Canada, Sud Africa e Portorico. Il mondo stava ancora a
I PRIMI CAMPIONI DELLA STORIA DI CLASSIC BODYBUILDING (Europei 2006) Foto di Pawel Kleineder
Jerzy Pisulski (campione mondiale e vincitore Arnold Amateur)
Le proporzioni classiche di Steve Reeves.
Petr Havlik (170 cm)
Andrej Hlinka (178 cm)
Lubos Malinak (+178 cm )
Il vero inizio era avvenuto molto prima. L’intera idea era nata in Europa e discussa alle numerose riunioni dell’EBFF proprio all’inizio del nuovo secolo, dopo le celebrazioni del 2000. Infine, il Presidente della Federazione italiana, Benedetto Mondello, preparò uno studio del rapporto peso/altezza nelle categorie maschili e lo presentò alla riunione dell’esecutivo EBFF al Caprici Verd Hotel di Santa Susanna, in Spagna, nel settembre 2004. Dopo questa presentazione e relativa discussione, gran parte dei partecipanti capii che il concetto era suffici-
entemente interessante da essere continuato e sviluppato nei dettagli. Subito a quel congresso venne accettata l’ossatura delle regole generali, comprese le tre categorie d’altezza: 170 cm, 178 cm e sopra 178 cm. Ma il primo nome che si intendeva dare a questo sport era… Bodyfitness maschile! E con questo nome rimase fino al 2007. Al termine del 2004 furono terminate le regole dettagliate e i primi atleti, i pionieri della disciplina, seppero come preparare il proprio fisico per la prima gara. A seguito di un suggerimento del
un’unica categoria. Lubos Malinak (Slovacchia) vinse questa gara di prova, davanti a Marcin Lopucki (Polonia) e Imre Vahi (Estonia). Le prime impressioni dell’esperienza furono positive, quindi il Presidente IFBB decise di presentare l’idea al Congresso IFBB di Shangai, in Cina, affinché i delegati ne ratificassero l’inaugurazione ufficiale. Nel frattempo era iniziata una grossa discussione sul nome da dare a questa nuova disciplina sportiva. I giudici di svariate nazioni riferirono che ai concorrenti non piaceva il nome “Bodyfitness
Bodybuilding”, avvenne agli Europei 2006 di Bratislava, in Slovacchia. Il numero di concorrenti salì a 39, distribuiti in tre classi d’altezza. I vincitori furono Petr Havlik (fino 170 cm), Andrej Hlinka (fino 178 cm) e Lubos Malinak (sopra 178 cm). L’assoluto non fu disputato ma il concorrente più notevole era senza dubbio Andrej Hlinka. Molti hanno confrontato il suo bellissimo fisico con proporzioni eccellenti a quello del leggendario Steve Reeves. Ma Hlinka, essendo tanto dotato per natura, non è progredito e non ha sfruttato il suo potenziale e
vedere, aspettando. Comunque emersero nuovi campioni che soppiantarono quelli europei di Bratislava. Queste nuove star, appena all’esordio di Ostrava, erano: Joel Carlos Scheek (Olanda, fino 170 cm); Luca Iacobucci (Italia, fino 178 cm) e Vjacheslav Vinogradov (Repubblica Ceca, oltre 178 cm). Iacobucci venne dichiarato vincitore assoluto. Era visibile che la concorrenza adesso era più agguerrita e la qualità dei campioni superiore. Continua
DIRETTIVE IFBB S P I E G A T E
La scelta delle scarpe adatte da indossare in gara può apparire difficile. In realtà non lo è. È piuttosto semplice e, fortunatamente, non c’è una gran varietà tra ciò che può andare bene e ciò che è conforme al regolamento. È sicuro che apparirai e camminerai in modo diverso a secondo delle scarpe che indossi. Ecco perché le federazioni hanno dato un regolamento anche sulle scarpe. Molte zeppe, per esempio, possono migliorare i glutei e dare l’illusione di una coscia più lunga. I giudici potrebbero essere messi in difficoltà nel rilevare questi punti carenti.
Alla registrazionie atlete un giudice controlla lo spessore della suola e l’altezza del tacco.
La scelta
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Proibite le zeppe!
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Qualsiasi stile e colore, spessore suola 7,00 mm, altezza tacco 120 mm.
Le regole IFBB per le competizioni dilettantistiche internazionali
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Regola pratica
Per le scarpe da indossare sul palco ci sono scelte giuste e scelte sbagliate: Sbagliato Dovete scegliere le scarpe in base al regolamento e a ciò che dona alla vostra presentazione, non alla loro vistosità. L’attenzione dei giudici non va attirata in punti differenti da quelli su cui deve andare. Giusto.Ricordare il potere dell’illusione. Quello che vi serve creare con le scarpe adatte è l’illusione di un’estensione della gamba, non un taglio brusco o un appesantimento del piede che, otticamente, la mozza.
Quanto alte?
I tacchi devono essere al massimo 127 mm (5 pollici). Un tacco meno
di 127 mm non avrà il medesimo effetto per le gambe e le farà sembrare tozze. Quindi, andate sicure con un tacco di 12 cm (come concesso dal regolamento). In pratica, più sono alti i tacchi, meglio appaiono le gambe. Questo è particolarmente vero per le donne basse di statura. È utile comunque anche per coloro che sono alte: risalterete rispetto alle altre concorrenti e davanti ai giudici. La suola non dovrebbe essere più spessa di 2,54 cm (un pollice). Per evitare problemi alla registrazione, controllate lo spessore della suola nella sua parte più alta.
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ALLORA
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D.: Il ricordo più bello della vittoria nel 2006? R.: Il ricordo più bello del 2006 è proprio l’inaspettata vincita. Essendo il primo anno in cui la IFBB introdusse i Classic Bodybuilder non avevo idea di quale livello di preparazione avrei trovato. Anche se in fondo coltivavo il sogno di vittoria, la reputavo improbabile. D.: Mentre ti allenavi per partecipare a quella gara, pensavi che il tuo fisico fosse il perfetto prototipo del Classic Bodybuilding? R.: Non penso di essere il prototipo perfetto di Classic Bodybuilder ma quando riesco a portare il mio corpo al mio massimo sono almeno sicuro di non avere rimpianti. Durante gli allenamenti in preparazione ad eventi agonistici importanti cerco di dare più che me stesso, cerco non solo di "spremermi" tanto a livello fisico dando veramente tutto, ma anche di visualizzare l'obiettivo a livello mentale. Non sono il primo e non sarò di certo l'ultima persona ad affermare che vi è una connessione mente/corpo. Attraverso essa si può giungere al proprio 100%. D.: Hai partecipato al primo mondiale di Classic Bodybuilding e con questo avevi pochi punti di riferimento cui ispirarti. Oppure si? R.: Non avevo punti di riferimento, sapevo solo che dovevo cercare di portare sul palco il massimo che riuscivo a esprimere fisicamente.
D.: Come trovi il Classic Bodybuilding a sei anni dal suo inizio? Ti ha deluso o ti ha sorpreso in senso positivo? Sei d’accordo con gli attuali modelli proposti (con i campioni di categoria attuali, ecc.) oppure sono stati scelti fisici che senti lontani da quelli dell’inizio? R.: Mi sembra di aver notato un cambiamento in questi sei anni di Classic Bodybuilding: la tendenza a utilizzare gli stessi parametri di giudizio della categoria Body Building, mettendo al primo posto i volumi muscolari e al secondo la definizione. Ma questo non farà altro che togliere identità a una categoria alla quale serve una distinzione propria. D.: Se dovessi consigliare ad un tuo allievo tra bodybuilding e classic bodybuilding, quale dei due consiglieresti? La scelta dipende dal fisico geneticamente predeterminato della persona, dalla sua mente o da altre considerazioni? R.: Se dovessi consigliare a un mio allievo in quale categoria cimentarsi lo farei tenendo presente l'attitudine fisica alla quale può giungere ai migliori risultati. D.: Il Classic Bodybuilding può essere uno stile di vita oppure è solo un’impegnativa disciplina agonistica? R.: Il Classic Bodybuilding è uno stile di vita, come del resto tutte le altre categorie di Bodybuilding, il nutrirsi con rigore, gli allenamenti estenuanti e il coltivare il
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ORA, ALLORA E POI Parla il 1° campione nella storia MONDIALE del Classic Bodybuilding
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proprio sapere sono alimentati dalla passione che lega ogni atleta della nostra amata disciplina. D.: Hai o hai avuto difficoltà a spiegare alle persone cosa sia il Classic Bodybuilding? R.: Quando persone estranee al nostro mondo mi chiedono cosa sia la categoria Classic Bodybuilding noto in loro una certa approvazione quando spiego che vi è una proporzione tra altezza e peso e che questo parametro garantisce in qualche modo una certa armonia senza esasperazioni. Vorrei puntualizzare però a chi si esprime in categorie di peso che io amo il Bodybuilding in tutte le sue espressioni. POI D.: Luca Iacobucci tornerà sui palchi internazionali di Classic Bodybuilding? R.: Mi piacerebbe molto ritornare e rimettermi in gioco su di un palco internazionale. C'è da dire che ora, a differenza di anni fa, ho un'attività che mi impegna molto, una palestra e una splendida famiglia con due figli: un maschio di 2 anni Ruben ed una femminuccia Linda Shopie di 4 mesi. Mia moglie è la campionessa mondiale Master IFBB Barbara Panarese. Il tempo per allenarmi c'è sempre... e chissà, forse un giorno... Nella pagina accanto, foto a sinistra e in basso a destra Luca durante lo storico Mondiale 2006; nella foto a destra in alto con la moglie Barbara Panarese, campionessa Mondiale Master Bodyfitness 2007.
QUANDO IL PROBLEMA
Decolleté chiuse su punta e tallone, nere, classiche. Spessore suola 6,5 mm, altezza tacco 127 mm. Scarpe qualsiasi stile e colore, spessore suola 7,00 mm, altezza tacco 120 mm.
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di Dr. Alessandro Vianello Plastic Surgery
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bodyfitness, ecc. oppure non si vede se è indossato un reggiseno che camuffa il problema?
Cos’è la mastopessi, in parole povere? La mastopessi è una tecnica chirurgica corrispondente al sollevamento del seno tale che il complesso areola-capezzolo venga a collocarsi ad una giusta distanza dal giugulo. Questa distanza è calcolata statisticamente in base all’altezza sulla media della popolazione femminile mondiale. Quanto può incidere una dieta sbagliata? Non vi è una correlazione scientifica certa tra alimentazione e cedimento del seno, di sicuro gli sbalzi ponderali al seno quali gravidanza, allattamento, dimagramenti estremi posso intervenire nel modificare l’elasticità della cute mammaria, sfiancando talvolta i legamenti di cooper che risultano essere le strutture di sostegno principali del cono mammario con il risultato finale di avere un cedimento più o meno accentuato del seno. Può svantaggiare una bikini,
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femminilità che se ampiamente espressi in queste atlete, ne permettono un miglioramento della performance globale, ossia quello che comunemente viene chiamato total packaging. Nelle bikini si dovrebbe inoltre aprire un’altra discussione in quanto si sta assistendo ad una duplice evoluzione in questa categoria: la via percorsa dalle Bikini americane con seni tutti minimo superiori alla 4° misura (coppa C e oltre) , e la via percorsa dalle bikini europee dove non sembra importante l’esaltazione dei profili mammari, rimanendo entro parametri di quasi normalità (coppa B o poco più). Da cosa è causata la discesa del seno? Può essere aggravata nelle sportive dal non indossare reggiseno o reggiseno adatto durante attività come la corsa o l’aerobica hi-lo? Sicuramente i salti e i balzi almeno ipoteticamente possono portare ad uno sfiancamento e allungamento dei legamenti di cooper, sistema di sostegno del seno ed è per questo e ancor più impor-
di Rossella Pruneti con Alex Galli “Per ironia della sorte, Alex è allenato dall’unico coach italiano che parla USA: Gabriele Trapani.”
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Un’azienda fondata per realizzare un sogno:
“Creare cosmetici per la cura del viso e del corpo di altissimo livello ed alla portata di tutti”.
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tante nelle atlete con protesi mammarie impiantate, indossare sempre un reggiseno sportivo durante l’attività di palestra atto a sostenere e a scaricare gli effetti della forza di gravità che diversamente porta “tutto” verso il basso! A che età può essere fatta? La mastopessi viene generalmente consigliata dopo la prima gravidanza ma visto l’età avanzata alla quale nelle nostre latitudini le donne partoriscono, può essere effettuata a qualsiasi età (adulta) con la possibilità di intervenire pure nelle minorenni quando il seno oltre che basso risulta di dimensioni enormi (gigantomastia) causando danni alla sfera psicologica, alla postura oltre a disfunzioni dello scheletro configuranti una patologia ortopedica. Come è il post-operatorio (esercizi, tipo d’allenamento..)? Il postoperatorio segue tutti dettami che abbiamo già visto per le mastoplastiche additive con l’ulteriore accortezza di evitare danni macerativi e tensivi sulle cicatrici segni ineluttabili del sollevamento del seno. A causa di queste, un comportamento ancor più attento e sostenitivo del seno permetterà una perfetta guarigione, evitando l’inevitabile evoluzione delle cicatrici sotto tensione: la cicatrice inestetica!
Analizziamo le problematiche Bellissima domanda….di sicuro prettamente “sportive” connesse un seno alto, sodo e proporzia questo difficile tipo d’intervento. onato potenzia i parametri di
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MEN’S CLASSIC BODYBUILDING 1° assoluto ALESSANDRO GALLI
la grandezza del seno
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USA: Gabriele Trapani. “Un enorme ringraziamento a chi mi ha guidato in quest'avventura e che mi guida da oltre 2 anni, colui che puntualmente ogni settimana e ripeto ogni settimana mi manda un nuovo workout, colui che mi da morale spiegazioni e sostegno per dare sempre il 100%. Grande Doc. Gabri come lo chiamano negli States. Grazie.” E adesso, dopo 6 anni, possiamo tirare le somme di questo Classic Bodybuilding. Questa volta l’Italia non ha debito o disavanzo, ma solo utile e merito.
info@vianellochirurgiaestetica.it
C H I RU RGI A PLAS T I CA & ES T ET I CA
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Potete contattare il Dr. Alessandro Vianello, Chirurgo Plastico, inviando un'email all'indirizzo:
Quale modello?
Quando acquistate le scarpe da gara:
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• Comprate scarpe di colore trasparente. Possono essere decorate con strass e swarovski, ma non esagerate. • Tacco 12 cm. Comprate almeno un tacco di 12 cm, perché allunga le gambe e vi conferisce una migliore presenza scenica. • Acquistate le scarpe di mezza misura più piccola . Quando il tacco è così alto, la parte anteriore del piede scivola in avanti lasciando un brutto spazio dietro al tallone. Questo inconveniente è eliminato scegliendo una mezza misura inferiore. • Evitate le zeppe. Sono proibite. Inoltre, possono fare sembrare goffe e impacciate sul palco.
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piUttosto che
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uest’Italia che portò all’attenzione dell’Esecutivo mondiale IFBB la necessità di creare il Classic Bodybuilding, che già aveva siglato il primo vincitore assoluto della storia del Mondiale con Luca Iacobucci, era destinata a fare scuola in USA. Nel 2011 l’Arnold Classic Amateur apre le porte alla disciplina, ma gli azzurri non partecipano. Guardando i pochi atleti, ma soprattutto il loro livello, ho la certezza che i nostri altezza peso qui hanno molto da mostrare. Ho sostenuto tenacemente l’idea di inviare i nostri migliori e il progetto si attualizza con la selezione di Alessandro Galli durante la Notte dei Campioni 2011. Alessandro vola a Columbus e, nelle sue stesse parole: "Faccio quasi fatica a crederci... a credere ad una vittoria cosi prestigiosa, nella terra del body building, a casa del mito del body building, in un contesto unico al mondo, ero già stato a vedere l'Arnold Classic, a vedere il Mr O. ma essere uno dei protagonisti, vincitore e doppiamente vincitore con l'assoluto, Overall come dicono loro, è stato fantastico e lo è ancora più dopo qualche giorno perché sto realizzando. Numerosissimi consensi qui in Italia al rientro, numerosissimi consensi subito dopo la gara con un interesse da parte dai media, degli organizzatori, degli altri atleti che in Italia nemmeno possiamo sognarci. Due giorni dopo la gara sono andato in compagnia di Benagli ad allenarmi in una palestra in centro a Columbus, spettacolo e adrenalina allo stato puro, tutti concentrati sull'allenamento, tutti grossi veramente grossi al punto che mi sentivo un modello in un posedown improvvisato durante l'allenamento ho ricevuto grandi complimenti da tutti, il gluteo striato ha fatto colpo, agli Americani piacciono le cose esagerate e seppur con almeno 2030 kg di muscoli in meno della maggior parte di quelli che c'erano li, mi facevano sentire protagonista, sensazioni bellissime per noi bodybuilder. che vanno oltre la vittoria o il palco.” Per ironia o, forse, perché la perfezione nasce dall’unione del meglio, dalla scuola italiana e da quella americana, Alex è allenato dall’unico coach italiano che parla
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Questo articolo è estratto dal libro Go Figure. I Love Bodyfitness di Rossella Pruneti. Può essere acquistato su www.amazon.it o su www.ilovebodyfitness.it
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BODYBUILDING
Intervista di Rossella Pruneti a Luca Iacobucci
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Il modello delle scarpe è a vostra discrezione. Alcune atlete si sentono più a proprio agio con un sandalo con laccetto alla caviglia, altre preferiscono senza laccetto. Evitate il laccetto alla caviglia se volete fare apparire più lunghe le gambe oppure se avete le caviglie massicce, polpacci o cosce grosse da mascherare. Dovete evitare che il laccetto dia l’illusione di mozzare la caviglia rovinando l’illusione di gambe più affusolate.
Per riassumere, le Bodyfitness a livello internazionale avranno due paia di scarpe:
Le decolleté nere, a parte il controllo della misura dello spessore della suola e dell’altezza del tacco, non rappresentano un grosso problema. Concentriamo l’attenzione sull’altro paio di scarpe richieste,
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è il cedimento
[…] Durante questo round [1] sono indossate scarpe con il tacco alto. Le scarpe devono essere decolleté con tacco a spillo, chiuse sulla punta e sul tallone, di colore nero. Lo spessore della suola non deve superare i 6,35 mm (un quarto di pollice); l’altezza del tacco non deve superare i 127 mm (cinque pollici). Le scarpe con la zeppa sono severamente proibite. […] Durante questo round [2] sono indossate scarpe con tacco alto. Lo stile e il colore delle scarpe può essere a discrezione dell’atleta. Lo spessore della suola non può superare i 7 millimetri; l’altezza del tacco non può superare i 120 millimetri. Le scarpe con tacco alto e zeppa sono severamente proibite.
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Questo sogno è sempre stato animato da un grande amore e una grande passione: per questo è diventato realtà! Rossella Pruneti intervista Filomena Palomba, titolare di FGM04
.: Tra i tecnici del nostro settore fitness spesso si sente sollevare la critica che le creme non riescono a passare gli strati della pelle e veicolare all’interno le sostanze. Come rispondete loro? R.: Rispondo che non hanno tutti i torti perché per molti anni sugli scaffali si sono trovati solo palliativi che non davano alcun risultato. Oggi le cose sono cambiate: si sono scoperti principi attivi nuovi e nuovi veicolanti. La differenza è determinata dalle case cosmetiche e la loro abilità nel saperle utilizzare nel modo più adeguato. Inoltre la maggior parte dei prodotti simili è in crema e tutti sappiamo che una crema è a base di acqua e olio e quest’ultimo non fa penetrare i principi attivi. Inostri sono in gel, quindi a base di sola acqua. Questo ci permette in un primo step di penetrare già più in profondità. I veicolanti inseriti nelle varie formulazioni portano in profondità le xantine che riattivano le cellule. La soddisfazione dei nostri clienti ci conferma che abbiamo fatto un buon prodotto. D.: La vostra azienda non ha mai inviato il messaggio ingannevole che “basta la crema” per avere risultati, ma avete sempre suggerito e dimostrato che è importante una corretta alimentazione e un programma d’allenamento intelligente. Questa posizione intelligente è grazie al fatto di voi proprietari che siete i primi ad adottare lo stile di vita fitness? R.: Noi amiamo tutto ciò che si può definire movimento, amiamo il settore Fitness in tutte le sue sfaccettature. È un grande mondo parallelo fatto di persone a cui piace stare bene e scegliere per se stessi solo il meglio. Lo sosteniamo attraverso eventi e iniziative. Sì, da sempre adottiamo uno stile di vita sano fatto di buona alimentazione e attività sportiva ed è da questo modo di vivere, stando sempre a stretto contatto con gli operatori del settore, che traiamo idee per la realizzazione delle nostre linee. La FGM04 ha proposto nel corso degli anni prodotti estremamente innovativi nei quali sono contenuti tre ingredienti che ben pochi degli altri prodotti e delle altre aziende, soprattutto in questo periodo, possono vantarsi di avere: la serietà, la passione e l’amore sapientemente miscelati con i
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DI GABRIELE TRAPANI e ALESSANDRO GALLI
UN COACH CHE PARLA US
Photo ShutterStock
BODYBUILDING
PRINCIPIANTI
CRISTIANA CASONI
Le principianti potrebbero iniziare con “mezza asse”: in equilibrio su gomiti e ginocchia, il corpo è mantenuto in linea retta. Usate qualcosa di imbottito (per esempio, un asciugamano da palestra o un materassino) sotto ginocchia e gomiti.
L’ARTE DELL’ILLUSIONE
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Questa tipologia di allenamento mi piace molto, un continuo variare di esercizi, di angolazioni di numero di reps, sfruttando le tecniche e la ricerca della massima congestione muscolare. Ogni volta, terminato l’allenamento, mi fa provare soddisfazione per aver stressato le fibre muscolari per modellare il corpo e sentire il tanto il ricercato “pump”.
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WOMEN’S PROBLEM SOLVING
con FUNCTIONALTRAINING di Rossella Pruneti & Gabriele Trapani Le nuove discipline agonistiche femminili richiedono un fisico totalmente differente (o, ad essere più precisi, una varietà di fisici differenti) rispetto alle bodybuilder hardcore di un tempo. Oltre a ciò, legioni di donne hanno compreso che l’allenamento coi pesi aiuta ad essere più belle, più in forma e più efficienti nella vita quotidiana. Ecco perché, quale soluzione agli eterni problemi del corpo femminile e per soddisfare le esigenze di queste donne, hanno fatto l’ingresso nelle nostre palestre alcuni esercizi propri dell’allenamento funzionale.
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2 allenatrici per l'altra meta' del cielo
La prima volta che provate l’esercizio potete tremare come una foglia dopo alcuni secondi e riuscire a malapena a resistere per 30 secondi interi. Con il tempo migliorerete la flessibilità e la forza/stabilizzazione del core: anche solo in 2-3 settimane.
no dei fattori che hanno colpito la giuria in primis e poi la platea di Columbus riguardo al fisico di Alessandro è stata la combinazione di qualità, (una definizione “marziana”) abbinata a una linea da atleta della mitologia greca. Avendo a che fare con limiti di peso piuttosto restrittivi per il suo fisico, gareggiando come Classic Bodybuilding, si è dovuto lavorare cercando di ottimizzare le armi a disposizione, ovvero portando oltreoceano la definizione “galliana” e distribuire in maniera mirata il lavoro sui distretti muscolari, cercando di dare risalto maggiore ai gruppi che caratterizzano la “X-frame”. Ogni volta che ci si accingeva a pianificare un protocollo di allenamento, particolare enfasi era data a: Spalle, Dorso, Punto vita, Curva esterna della coscia. Con questo non voglio dire che tutti gli altri muscoli non fossero stati ben tartassati, anzi… ma credo che questi quattro target siano stati la base sulla quale lavorare. Tengo a precisare che pure sul pettorale ci sarebbe da fare una riflessione: non deve essere eccessivamente sviluppato, specie nella porzione bassa, per cui quasi tutto il lavoro si dovrebbe concentrare sulla zona più difficoltosa, quella alta, ma che quando è sviluppata rende questo muscolo fantastico e comunque potente. Ringraziando il patrimonio genetico di Alessandro, sottolineo che la sua struttura muscolo-scheletrica ha aiutato parecchio: dotato di clavicole ampie e fianchi stretti, la missione è stata proprio aggiungere carne nei punti suddetti, cercando di non svuotarli troppo nel periodo di deplezione finale. Credo vivamente che queste riflessioni strategiche non servano solo a parlare di una sfaccettatura del lavoro su Alessandro, ma essere di utilità per tutti coloro che vogliono gareggiare migliorando la propria linea nella rispettiva categoria. La split settimanale è stata basata su 5-6 gg di allenamento e per buona parte della preparazione abbiamo periodizzato il lavoro sulle spalle con due sessioni, una abbinata al giorno dei pettorali e una seconda a parte. Nella sessione “abbinata” (che costituiva il cosiddetto richiamo), il lavoro era solo una rifinitura, una “sensibilizzazione muscolare” come la chiamo io, dove ricercavamo l’enfasi sulla contrazione, la tensione continua e il pump, senza necessariamente arrivare a esaurimento muscolare. In questo giorno Alessandro si è trovato spesso high reps, contrazioni di picco esasperate, supersets, trisets e una predilezione verso esercizi di isolamento, che non gravassero troppo su articolazioni e recupero. Andando nello specifico, il target in questa sessione era la porzione laterale e posteriore del deltoide (che sono i punti critici per uno sviluppo armonico e rotondeggiante), in quanto quella anteriore era già stata fortemente stressata dagli esercizi per il petto. L’altra sessione è stata basata su variabili dell’FST-7, tecniche in abbondanza e parecchio volume di lavoro, per cercare quell’effetto estetico del muscolo “a boccia” che fosse il più impressivo possibile insieme alle graffianti striature galliane.
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di Rossella Pruneti
quelle lasciate in parte alla discrezione della concorrente.
secondo le regole INTERNAZIONALI IFBB
Decolleté chiuse su punta e tallone, nere, classiche. Spessore suola 6,5 mm, altezza tacco 127 mm.
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S E M P L I C E M E N T E
The Guide to Competition Shoes for Bodyfitness
In Italia il regolamento, ad oggi, non impone un tipo di scarpa. A livello internazionale, le atlete di Bodyfitness devono presentarsi con due paia di scarpe:
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Io c’ero. Era Opava, Repubblica Ceca, anno 2006. Giudicavo per la prima volta come giudice internazionale e nasceva il Classic Bodybuilding. Il prototipo perfetto veniva per l’appunto dalla mia terra, l’Italia, dove si coltivava una più che decennale tradizione di culturisti altezza-peso. Così entrammo nell’Albo d’Oro della Storia (con la S maiuscola) della IFBB mondiale. E ci entrammo con lui: Luca Iacobucci, vincitore di categoria e dell’assoluto Classic Bodybuilding.
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R E G O L E
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Nikola Weiterova vincitrice di Ms. Dance 2010 in Slovacchia.
CLASSIC
di Andrew Michalak
Presidente IFBB Rafael Santonja, fu deciso di svolgere la gara di prova in Europa e poi, in caso positivo, proporre l’idea a tutto il mondo durante il Congresso internazionale. Naturalmente la migliore occasione per la prova, davanti all’intera Europa, erano gli Europei 2005 di Brasov, Romania. E così fu! Undici pionieri in rappresentanza di 10 nazioni arrivano a Brasov per darsi battaglia in
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L E
di Andrew Michalak
professionalmente. D.: Cosa c’è di tanto interessante nel Bikini Fitness da averti portato ad allenarti e a partecipare alle gare? R.: Io sono per natura una persona che ama ogni genere di gara [sorride]. Ho preso parte da prima a concorsi di bellezza e competizioni sportive. Una volta sono andata dal mio allenatore e gli ho chiesto di aiutarmi con il mio fisico perché temevo di perdere ad un concorso di bellezza. Mi chiese perché mai prendessi parte ad ogni edizione avendo la possibilità di ottenere molto di più. E mi raccontò del Fitness e di questa nuova categoria: il Bikini Fitness. Mi ci vollero cinque secondi per prendere la decisione finale e gli dissi “sì”, così iniziammo questo allenamento intenso [sorride]. D.: Che tipo di allenamento è richiesto per il Bikini Fitness? R.: Questo sport non è per chi non ama muoversi e allenarsi, per chi non apprezza lo sport e la vita attiva e per coloro a cui piace… mangiare schifezze [ride]. Consiste in uno stile di vita… ed è
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Foto archivio ShutterStock
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È una Bodyfitness/Bikini Fitness/Fitness/Athletic Fitness/Fitness Model… Desidera un look più tonico e asciutto con una eccellente muscolatura addominale, ma non è interessata ai tasselli. Teme inoltre di fare diventare largo il punto vita. Può anche essere un’appassionata di fitness (e non un’agonista) con una postura scorretta, scarsa flessibilità, sovrappeso e tutto ciò è associato al dolore di schiena. Molto spesso ha partorito da poco e ha bisogno di allenare nuovamente i muscoli del core (addome e bassa schiena).
LA SOLUZIONE
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Questo giorno non lo dimenticherò per tutta la vita... l'averlo diviso con te lo ha reso ancora più bello... Ti voglio bene, amica mia ♥ 35
IL PROBLEMA
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D.: Congratulazioni per essere stata incoronata la prima campionessa europea di Bikini Fitness! Come ti senti? R.: Grazie molte. Sono felicissima per il titolo ed è stato un piacere salire sullo stesso palco di altre concorrenti eccezionali da tante nazioni diverse. D.: Questa vittoria ha cambiato la tua vita e la tua attività professionale? R.: Certamente, alcune cose stanno cambiando ma io sono fedele al mio lavoro perfetto: la danza, la mia agenzia e tutto quello che facevo da prima. Adesso ho qualche altra cosa da fare, vero. Ci sono più servizi fotografici, interviste, inviti ad un paio di show televisivi. E, ovviamente, vado in palestra ogni giorno perché mi sento come obbligata verso la mia nazione e chi crede in me. D.: Il Bikini Fitness è lo sport della tua vita? R.: No, non lo è. Ho giocato a pallacanestro per quattro anni, ho praticato anche il tennis, il nuoto, l’equitazione e ballo da quando avevo cinque anni. Penso che possiamo definirlo una specie di sport perché richiede tanto impegno se fatto
Una foto pubblicitaria (da sinistra): Nikola Weiterova, Jana Minarikova e Veronika Gatialova.
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ikola, ventenne enN ergica e sempre sorridente da Bratisla-
va, Slovacchia, era un’esordiente nella IFBB ai Campionati Europei femminili del 2011 tenutisi a Tyumen, in Russia. Non aveva mai gareggiato prima di allora; però aveva partecipato a concorsi di bellezza e di danza. Nella prima gara della storia di Bikini Fitness europeo è stata molto in risalto e ha vinto entrambi i round della categoria sopra i 163 cm oltre che l’assoluto contro Olga Churmanova, vincitrice della categoria sotto 163 cm. Per sapere qualcosa in più di questa nuova campionessa Bikini Fitness le ho posto qualche domanda.
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La prima regina europea del Bikini Fitness intervistata da Andrew Michalak
Foto di Luca Alfieri L. A. Design
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ikola WEITEROVA
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È SHOW-TEAM ! QUANDO IL NOSTRO SPORT NON È INDIVIDUALISTICO. DIARIO A 4 MANI DI 2 CAMPIONESSE
ITALIANA
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ROBiz Robi&Miz
L’ALBO
Qual è la soluzione dell’allenatore? L’ASSE. L’asse è un esercizio isometrico (“isometrico” significa che è mantenuta la posizione senza muoversi) in cui state fermi nella posizione del piegamento a terra e cercate di schiacciare l’ombelico verso la colonna vertebrale. Nessun movimento? Solitamente il retto addominale è allenato flettendo ed estendendo la colonna vertebrale. In questo esercizio non muovete alcuna parte del corpo (tranne bilanciarvi su arti differenti nel caso applichiate una versione avanzata) eppure allenate tre altre parti dell’addome: gli obliqui esterni, gli obliqui interni, il trasverso dell’addome.
Entrambe nascono come bodybuilder ed entrambe imparano da maestri uomini. Oggi sono la realtà più professionale e frizzante per l’allenamento agonistico femminile. Sibil si fa conoscere pochi anni fa quando il suo pupillo Roelly Winklaar vince l’assoluto dell’Arnold Classic Amateur e diventa IFBB Pro. Ufficialmente, per quello che è noto di “chi prepara chi”, è la prima donna nella storia del nostro sport che allena un professionista. Va bene, le donne sono sempre presenti dietro ad ogni grande uomo, le donne cucinano, esortano, consolano i campioni-partner, ma quante volte avevamo visto una nonnina, una “Grandma”, salire sulla pressa delle gambe ed urlare di spremere i muscoli fino all’ultimo? In questo tanto di cappello a Nonna Sibil. La quale, affermatasi in un settore tanto difficile come il professionismo maschile, non dovrebbe avere alcun problema adesso a fare capire che le sue tecniche vanno più che bene anche per le donne. Cristiana nasce spontaneamente come allenatrice per il fatto stesso del fenomeno dell’imitazione di ciò che piace e perché una grande campionessa ha sempre
INTERMEDIE
Le atlete di livello intermedio sapranno stare in equilibrio su gomiti e punte dei piedi, tenendo il corpo in linea retta.
AVANZATE
Le atlete di livello avanzato possono tenere i piedi su una Swiss ball o un gradino. Sollevate caviglie/gambe o (a un livello ancora più avanzato) le punte dei piedi. La palla mette alla prova l’equilibrio, così gli addominali lavorano più intensamente rispetto a quando l’asse è eseguita con i piedi a terra. Provate ad alzare ancora di più l’intensità inserendo l’asse in superserie con il crunch: al termine della serie di crunch, giratevi a pancia sotto e assumete immediatamente la posizione dell’asse. Aumentate il tempo durante il quale mantenete la posizione. Adoperate un cronometro e sfidate voi stessi o una compagna di palestra.
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Foto di Luca Alfieri L. A. Design 111
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anche un gran cervello e un gran cuore, quindi è portata naturalmente a trasmettere. Le donne la ammirano, la conoscono, lo capiscono e… vogliono essere allenate da lei. Bellezza e classe italiana, Cristiana è in grado di offrire una consulenza a 360° e qualcosa di più se fosse possibile (permettetemi di aggiungere a quello che è già il 100%, perché la ciliegina sulla torta è il suo carisma e fascino): presentazione sul palco (con lezioni individuali o durante i Bikini & Bodyfitness Camp), consulenza su trucco, colorazione della pelle, per le categorie che ne necessitano anche routine di pose libere (non dimenticate che i primi anni di professionismo di Cristiana sono stati svolti da IFBB Fitness Pro!) e una tecnica di allenamento ineccepibile, alimentata e aggiornata per prima cosa dalla prova (e dimostrazione!) su se stessa, in secondo luogo dalla discussione tecnica con il marito, uno dei migliori coach della penisola: Mauro Sassi. Con questa manciata di domande le ho volute mettere a paragone, a contrasto oppure accoppiare perché uguali. Non sapevo cosa ne sarebbe uscito. Leggete e giudicate voi.
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SIBIL PEETERS
Intervista di Rossella Pruneti 115
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La dispensa del bodybuilder
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I bodybuilder devono riempire la dispensa con alimenti di qualità, ricchi di nutrienti, che promuovono e sostengono la crescita muscolare. Sebbene sia stato sempre criticato per i grassi contenuti, esiste un alimento salutare e nutriente. Non importa se seguite la dieta Paleo, Metabolica, vegana o chissà quale altra. I bodybuilder e gli appassionati di Fitness dovrebbero nutrirsi di questo incredibile frutto verde:
l’AVOCADO!
Francesco Grillo Ph.
Cell. 328 4823777 www.sportserviceitalia.com.
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CHE SAPORE HA? L’avocado è stato descritto come il “burro dei poveri” e ha davvero un sapore morbido, cremoso, dal lieve sapore di noce. NON DA GOURMET MA FA BENE
COME ACQUISTARLO E CONSERVARLO L’avocado è venduto ancora “duro” perché si ammacca facilmente. Quanto è maturo influenza molto i benefici che apporta alla salute. Scegliete avocado con un estremo più stretto e lungo invece che molto stondato: vuol dire che è maturato sull’albero e ha un sapore migliore. L’avocado matura a temperatura ambiente entro pochi giorni; potete accelerare la maturazione inserendolo in un sacchetto di carta insieme ad una mela o una banana. L’avocado non dovrebbe presentare macchie nere o ammaccature. Può essere refrigerato per una settimana circa dopo che è giunto a maturazione. Tenetelo intero per evitare che diventi scuro oppure conservatene i pezzi avvolti nella pellicola di plastica e insieme al nocciolo oppure cospargeteli di succo di limone o aceto.
Per essere un frutto l’avocado è ricco di grassi buoni, vitamine e sali minerali, antiossidanti (vitamina C, vitamina E e beta-carotene), fibre (10COME CUCINARLO 15 g cioè più di una tazza di cereal integrali) e sorprendentemente ricco di protein Non si tiene in dovuto conto la (purtroppo gli aminoacidi non versatilità in cucina dell’avocado: sono nelle proporzioni ideali). dolce o salato, a pure e a pezzettini, ecc. Comunque è importante ridurre al minimo il danno ai suoi CARTA D’IDENTITÀ grassi unici e delicati assicuranDELL’AVOCADO: dosi che mantenga la sua conCARBOIDRATI, GRASSI centrazione di nutrienti. Dovrete E PROTEINE preferire le ricette dove l’avocado è crudo, non cotto o cotto alla temperatura minima oppure aggiunto dopo la cottura degli altri ingredienti di una ricetta.
Nutrition Facts Serving Size 100 grams (100 grams)
Amount Per Serving Calories from Fat 123 Calories 160 % Daily Value* Total Fat 15g
23%
Saturated Fat 2g Trans Fat Cholesterol 0mg Sodium 7mg Total Carbohydrate 9g Dietary Fiber 7g Sugars 1g Protein 2g
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Vitamin A Calcium
17% 3%
3% 1%
Vitamin C Iron
0% 0% 3% 27%
*Percent Daily Values are based on a 2,000 calorie diet. Your daily values may be higher or lower depending on your calorie needs.
www.NutritionData.com
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di Rossella Pruneti. Illustrazioni di Alex Komadina. Foto di ShutterStock.
’avocado (nome scientidico “Persea Americana”) è, tecnicamente, un frutto. Magari eravate abituati a considerarlo una verdura. Niente di più sbagliato: è un frutto super salutare e cremoso adatto per ricette salate e dolci. Oltre a questo, è usato come eccellente ingrediente per nutrire ed alleviare le irritazioni della pelle. Ne esistono dozzine di varietà: Haas (la più diffusa), Fuerto, Zutano e Bacon.
CONSIGLI PER PREPARARLO Cercate di danneggiare al minimo gli antiossidanti (carotenoidi). La maggior parte si trova nella polpa verde scuro subito sotto la buccia. Usate il metodo “sbucciatura”: tagliatelo per lungo, separate le due metà e tagliatelo in quarti, togliete la buccia a ciascun quarto proprio come farete per una banana. SVANTAGGI L’avocado è ricco di grassi ma con una composizione insolita che dà benefici alla salute. Quello che pare uno svantaggio è infatti
Di Marco Teatini
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on il decennale, tutto il mondo del ferro si è mobilitato per presenziare l’evento, sia come spettatore che atleta. Le orde di appassionati e non accorsi nella capitale hanno premiato il grande lavoro svolto in questo arco di tempo sia dal Patron Scimeca che dalla Federazione stessa nella veste del Presidente Betto Mondello. Il numero effettivo dei partecipanti ha superato le duecento presenze, record dei record per quello che concerne un Grand Prix federativo. Solo nel lontano 2004, al Campionato Italiano, si era potuto contare un tale successo… che poi nel corso degli anni, fino ad oggi, non si era più ripresentato! Roma conferma di essere la capitale del bodybuilding italiano. Continua
un punto di forza di questo super alimento. Eppure, sebbene grassi buoni, occorre evitare un eccesso di grassi insaturi. Alcune recenti ricerche sostengono addirittura che gli alimenti ricchi di grassi creino dipendenza. VANTAGGI L’avocado contiene una gamma spettacolare di carotenoidi più o meno noti. Ha molti fitosteroli e PFA (alcoli grassi polidrossilati) che tengono sotto controllo infiammazioni, osteoartriti e artrite reumatoide. Per quanto riguarda l’acido oleico, l’avocado è simile alle olive: aiuta l’assimilazione di nutrienti liposolubili e abbassa il rischio di cardiopatie.
La decima edizione - dei record!
L’avocado è un alimento con relativamente pochi carboidrati e zuccheri semplici. I suoi carboidrati sono insoliti. Prima di essere raccolto dall’albero, il 60% è nella forma di zuccheri tipo mannoeptulosio, sedoeptulosio, alcoli dello zucchero connessi tipo il perseitol. Questi carboidrati si trovano raramente negli alimenti ma sono interessanti per gli scienziati perché sembra che aiutino a regolare il metabolismo degli zuccheri nel sangue..
Alla ricerca di una gloria imperitura Roma, 11 dicembre 2011
L’avocado ha un indice glicemico molto basso.
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IFBB UNIVERSE EDIZIONE ITALIANA Bimestrale – Anno I N. 1 MAGGIO-GIUGNO 2012 Editore: Associazione Dilettantistica Sportiva e Culturale Ray Stern, Corso Inglesi 524, 18038 Sanremo (IM). Tel. 0184996236. Sito Web: www.ifbbuniverse.it E-mail: redazione@ifbbuniverse.it Registrazione Tribunale di Sanremo n. 1 in data 04/01/2012 del Registro Stampa Periodica. IFBB UNIVERSE è anche quotidiano online con Registrazione Tribunale di Sanremo n. 2 in data 04/01/2012 del Registro Stampa Periodica. Direttore Responsabile: Graziano Consiglieri Direttore Editoriale: Benedetto Mondello Art Director, Redazione, traduzioni e realizzazione grafica: Rossella Pruneti. Crediti fotografici: EastLabs, Francesco Grillo, L. A. Design – Luca Alfieri, Shutterstock,. Riprodotto su licenza di IFBB, International Federation of Bodybuilders, Calle Juan 8, Madrid, Spagna © 2012 IFBB Tutti i diritti riservati. DISCLAIMER È vietata la riproduzione anche parziale e con qualsiasi mezzo di articoli e materiale grafico pubblicato. L’editore si riserva di rifiutare annunci pubblicitari non consoni alle finalità associative e federali oltre a declinare ogni responsabilità per quelli contenuti. L’editore non può assumersi alcune responsabilità per le eventuali conseguenze di azioni basate su quanto scritto in qualsivoglia articolo. Prima di iniziare la pratica di un’attività fisica o un programma alimentare, occorre la consulenza del proprio medico.
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Nella foto: Ray Stern
IFBB E D I T O R I A L E
Un saluto, per iniziare a conoscerci di Graziano Consiglieri, Direttore Responsabile er un giornalista la “curiosità” è la molla della conoscenza e della P scrittura. Se, poi, il giornalista è un giornalista sportivo, la parola “sfida” diventa una delle compagne continue del proprio lavoro che
spesso è proprio quello di raccontare i confronti e le imprese altrui. E se le parole “curiosità” e “sfida” si sommano nel proprio lavoro, ecco che il giornalista stesso cerca nuovi settori e nuove conoscenze. In punta di piedi mi avvicino a un mondo che non conosco, quello del bodybuilding (e il mio fisico non certo statuario lo testimonia al di fuori di ogni dubbio), e di tutta una galassia della cultura fisica che, spesso se non sempre, è considerata vivere ai margini se non addirittura fuori dai confini dello sport propriamente detto. La mia volontà è quella di conoscere, capire, apprezzare e, poi, iniziare a raccontare. In questo primo numero di IFBB Universe, raccontato con maestria da chi è già ferrato nel settore, il mio contributo è totalmente marginale, mosso solo dalla voglia di apprendere ed imparare, con il grande desiderio di riuscirci in fretta, per iniziare quanto prima a raccontare un mondo ancora troppo poco noto.
Show Time! di Rossella Pruneti ccoci: come se fosse arrivato il giorno della gara, finalmente. Non E è stato facile avviare un progetto così e per questo ci ho impiegato mesi. Lungaggini burocratiche, altri impegni federali e, sì, anche un attimo di sconforto: come, come, come fare? Molte le idee, il materiale, le possibilità. Forse talmente tante da mandare in tilt. Poi mi sono ricordata che in tutti gli anni della mia vita non ho mai smesso di credere in me stessa, lavorando a testa bassa, e questo grazie al mio Bodybuilding. Ho preso dunque il coraggio a due mani. Invece il “perché” di questa rivista mi è sempre stato chiaro. Quello sì. È anzitutto un tributo concreto al mio sport attraverso tutti i campioni e campionesse, tecnici e giudici, che ho radunato, raduno e radunerò qui sopra. Con tutti loro ho in comune la passione per il Bodybuilding e la passione si leggerà su IFBB UNIVERSE. E si “vedrà” pure, grazie ai fotografi che tanto fanno per la diffusione della nostra immagine. Ho anche voluto Graziano Consiglieri come direttore responsabile: un giornalista di Sport perché, amandolo, il Bodybuilding è per me uno Sport, se non “lo Sport”. È un tributo al Presidente IFBB Benedetto Mondello, del quale sono stata l’Ufficio Stampa fin dalla sua prima elezione nel 2003. Mi aveva già chiesto di realizzare un giornale insieme, ma avevo avuto troppa fifa per iniziarlo. Il coraggio adesso me lo sono dato, perché gli uomini coraggiosi come lui devono essere appoggiati. È tributo al mio lavoro per Rafael Santonja e la IFBB internazionale. Loro hanno creduto in me e meritano che io non abbandoni mai i nostri progetti, mai. È anche un tributo all’Associazione Ray Stern, che tanto si sta adoprando nel settore. Come Presidente so che l’impegno sarà tanto ma pur in uno sport individualistico come il Bodybuilding, la forza viene dai nostri soci: persone che condividono ideali e passioni, così semplicemente… e vivono nella maniera più bella possibile.
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BODYBUILDING Men’s
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Quanto hai di braccio?
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di Andrew Michalak
stata una fase nuova e sorprendente del È Baikal Grand Prix 2011. Durante la registrazione sono stati misurati i bicipiti di tutti
gli atleti da parte del giudice internazionale IFBB Alexander Timoshenko e i risultati sono stati registrati ufficialmente. Proprio agli inizi del bodybuilding, prima della Seconda Guerra Mondiale, in America si disputavano le gare su chi avesse “I migliori bicipiti”. Oggi, al Grand Prix Baikal, gli organizzatori hanno ripreso quest’idea ma solo a fini statistici. È comunque interessante sapere quanto misurano i bicipiti dei campioni attuali. Per essere più precisi, è il volume dell’intero braccio, comprensivo di tricipite e bicipite, e sappiamo che il tricipite ha una massa maggiore del bicipite. In ogni caso, tre capi sono meglio di due. Ma se dividiamo il volume (in centimetri) per il peso corporeo, i risultati si capovolgono come potete vedere dalla tabella sulla sinistra. L’interpretazione rimane comunque difficile.
Photo IronWorld.ru
MISURE Bicipite Mikhail Sidorychev 54 cm Leonid Istomin 53 cm Sergey Zebald 53 cm Yuri Leonov 52.5 cm Roman Protsenko 52 cm Vyacheslav Pilikov 52 cm Ahmed Ali Verdi 50.5 cm Andrey S1stkin 50 cm Pavel Kirilenko 48 cm Stefan Havlik 47.5 cm Andrey M1stzov 47 cm Ott Kiviikas 46 cm Evgeniy Klochkov 45.2 cm Jan Sotak 43 cm
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Peso corporeo 126.8 kg 113.5 kg 114.8 kg 109.0 kg 102.0 kg 112.0 kg 104.5 kg 103.4 kg 104.7 kg 100.5 kg 90.0 kg 91.5 kg 87.0 kg 83.3 kg
Bicipite/Peso corporeo Rapporto Andrey M1stzov 0.52222 Evgeniy Klochkov 0.51954 Jan Sotak 0.51620 Roman Protsenko 0.50980 Ott Kiviikas 0.50273 Andrey S1stkin 0.48355 Ahmed Ali Verdi 0.48325 Yuri Leonov 0.48165 Stefan Havlik 0.47263 Leonid Istomin 0.46696 Vyacheslav Pilikov 0.46428 Sergey Zebald 0.46167 Pavel Kirilenko 0.45845 Mikhail Sidorychev 0.42586
Risultati in base allla circonferenza del braccio. Il peso corporeo è riportato soltanto per statistica.
Photo ShutterStock
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di Simone Meiattini Foto di Luca Alfieri L. A. Design iò che vi racconto, non ha nulla di apparenC temente in comune con la mia odierna realtà culturistica. Diciamo che è una mia parentesi del-
la mia vita che ancora oggi ricordo con affetto. Avevo circa otto anni quando un po’ come tutti i bambini giocavo a calcio in una squadretta locale. Ero portiere. Un giorno successe che all’ultimo minuto di una partita in cui eravamo sotto di un gol, avemmo un rigore a favore e la possibilità di pareggiare. L’allenatore volle che lo calciassi io. Io che i rigori mi allenavo a pararli, ma non ne avevo mai tirato uno. Lo sbagliai. E perdemmo. Ricordo che me ne feci una croce. Piansi per tutta la sera perché mi sentivo responsabile della sconfitta, nonostante le parole dell’allenatore che mi diceva che l’importante era che avessi tirato. Un mio compagno di squadra mi disse che se volevo, dopo ogni allenamento, sarebbe rimasto in campo con me per insegnarmi a tirare. E così fu per tutta la stagione, con l’ok del mister. Verso primavera arrivammo in finale a un torneo locale. Terminò in parità e passammo alla dannata roulette. E tra i rigoristi, c’ero anch’io. Su cinque, i nostri avversari me ne segnarono 2 (uno lo parai, gli altri 2 fuori). I miei compagni 2 ne segnarono e 2 ne sbagliarono. Mancava l’ultimo tiro: il mio. Segnai e vincemmo. Non dimenticherò mai cosa mi disse l’allenatore alla fine, vedendomi felice, e ricordandomi la paura che avevo di battere: “Se non l’avessi tirato tu, l’avrebbe tirato un altro”. Poi aggiunse: “Nella vita te ne capiteranno tanti. Tirali sempre libero anche di sbagliare, ma tirali!” Giocai a calcio fino a circa 13 anni, finché l’età dello sviluppo e l’Arbitro Supremo decretarono che non avevo la statura per diventare un buon portiere. Mi demotivai, smisi e mi iscrissi in palestra. I miei compagni invece continuarono, ma senza particolare fortuna. Tutti tranne uno: il ragazzino che si tratteneva in campo con me a insegnarmi a calciare i rigori. Era Bernardo Corradi. Se seguite un po’ il calcio ve lo ricorderete negli anni scorsi in serie A con Lazio, Parma e Udinese oltre a 13 presenze in Nazionale a partire dal 2003 con Trapattoni. È andato poi in Inghilterra al Manchester City e apprendo da Wikipedia che oggi è al Montréal Impact in Canada. Quanto al nostro Bodybuilding, alle discussioni se la vittoria arrivi grazie un team o meno, mi guardo spesso indietro. Paragono allora ai miei rapporti umani di oggi, leggo anche le esperienze di altri atleti... e sento un gran vuoto. No, non avrò più gli amici che avevo a 13 anni. Questo mi rende individualista al massimo, sul palco e in sala pesi. Mi assumo ogni onere e mi aspetto ogni onore, perché alla fine “on stage” vado solo io, con i miei sacrifici, le mie rinunce e le mie paure. Però a volte ricordo quel piccolo Campione che rimaneva dopo gli allenamenti ad insegnarmi qualcosa che lui sapeva già fare tanto bene per natura. E allora, quando un principiante in palestra mi chiede una mano o la spiegazione di un esercizio, anche se il nostro non è uno sport di squadra, se vedo interesse e passione, lo aiuto e gli spiego. Facciamolo sempre… perché possiamo anche noi lasciare qualcosa di positivo a chi, anche solo una volta, ci ha chiesto un aiuto. Nella vita, nel lavoro, nei rapporti umani, ci sarà sempre da tirare un rigore. Facciamolo senza paura e con tutta la libertà di sbagliarlo. Il tempo non torna.
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PoCketPanzer
La mente pi첫 iconoclasta dei migliori fisici del Bodybuilding italiano
Philosophy
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Foto di Luca Alfieri L. A. Design
ABBIAMO INIZIATO COSÌ - Gabriele Giansante n omaggio al nostro U campione e al fratello che tuttora gli è al fianco in questo importante “passo” del suo percorso del bodybuilding. Non so voi, ma leggendola sento il sapore di una fiaba e di tanti buoni sentimenti; sarà quella notte magica che è la Notte dei Campioni in cui si esaudiscono i desideri e in cui più volte mi sono trovata artefice di scenografie e avvenimenti, ma a me la storia di Gabe riscalda il cuore, mi fa apprezzare ancora di più l’atleta e la persona Gabriele Giansante e una stima e simpatia infinita per Walter Giansante, anche se non lo conosco. Oggi si registra un momento importante per i due fratelli, immagino i sentimenti in petto a Walter in questi istanti che il fratello è sul palco e non mi viene da pensare ad altro che: GRAZIE BODYBUILDING Qui sotto Gabriele vi racconta come tutto è iniziato… ed io, dispettosa, ho tenuto il file nascosto fino alla notte: la notte che Gabriele posa sul palco dell’Arnold Amateur Championships e nel backstage con lui c’è Walter. Tutto il resto non conta. Questi fratelli hanno già vinto. - Rossella Pruneti
di Gabriele Giansante Siamo nel 1980, la città è Hamilton, nell’Ontario, Canada. Un ragazzino di 16 anni decide di iscriversi in palestra, precisamente alla YMCA, con il sogno di costruire un fisico forte come quello dei suoi idoli del cinema Arnold e Stallone. Figlio di immigrati italiani, Walter si ritrova catapultato in un posto totalmente nuovo e inospitale e si sente insicuro, viene preso in giro sistematicamente tutti i giorni a scuola dai suoi compagni e la sua vita inizia a diventare un inferno; deve fare qualcosa e alla svelta altrimenti verrà schiacciato come una mosca. Non ha ancora amici con cui uscire e giocare, nessuno con cui parlare e sfogarsi. A questo punto gli allenamenti iniziano ad avere uno scopo;
la rabbia dentro di sé cresceva sempre più, i carichi aumentano ogni giorno e le magliette diventano sempre più strette. L’obbiettivo è solo uno: diventare forte e grosso per potersi difendere dalla moltitudine di ragazzacci i quali, ogni volta che suona la campanella, lo aspettano fuori per deriderlo e umiliarlo solo perché era italiano! Nella sua mente, che è ancora quella di un bambino, pensa: ’’Mi prendono in giro perché sono italiano, ma anche Rocky lo è e picchia pure come un dannato’’ e questa cosa lo incoraggia e fa scattare quella molla che cambia la sua vita(e non solo la sua) per sempre. Qualche giorno dopo, alla fine della lezione, si reca verso l’uscita ed improvvisamente si vede circondato da quattro bulletti che si avvicinano sempre di più e con le peggiori intenzioni. Ma Walter non si fa prendere dal panico e ricorda i consigli di sua mamma:’’Quando ti trovi in pericolo colpisci fortissimo il più cattivo’’. Aspetta il momento giusto, si avvicina verso il capo della banda e gli molla un destro che ancora oggi non ha dimenticato!! In 5 secondi spariscono anche gli altri tre e finalmente mio fratello inizia a condurre una vita normale. Orgoglioso di quanto era successo torna a casa e racconta tutto a mamma e papà:’’Bravo figlio mio… quando ci vuole ci vuole, difenditi quando devi farlo, ma se non vuoi che ti alzi io le mani, non prendere il vizio’’. Ora la sua paura era che il fratellino di 12 anni più piccolo potesse subire le stesse angherie quando fosse divenuto di qualche anno più grande. Allora decide di portare anche Gabriele in palestra, uno scricciolo di bambino timido e introverso, ovviamente non poteva allenarsi perché era troppo piccolo, ma stava lì… lo osserva mentre spinge e soffre, sta lì in silenzio cercando di capire ciò che stesse facendo e non sa molto bene a cosa servisse alzare tutti quei pesi e fra sé e sé pensava: ’’Se lo fa mio fratello Walter vuol dire che è la cosa giusta da fare, quindi voglio farla anch’io’’!! ‘’Sei ancora troppo piccolo’’ mi diceva sempre mio fratello,’’ non puoi ancora alzare i pesi, ma ti prometto che un giorno ti compro tutto io… ti compro la panca, il bilancere, i pesi e tutto quello che ti serve, ma adesso sei troppo piccolo devi aspettare ancora qualche anno’’ e siccome lo diceva il mio fratellone Walter alla
fine ho capito che la cosa migliore fosse dargli retta. Gli anni passano e un bel giorno del 1985 le speranze e le buone intenzioni vengono interrotte da un evento tanto inaspettato quanto triste: i due fratelli dovettero separarsi per motivi familiari. Gabriele dovette trasferirsi in Italia con i genitori, mentre Walter rimase in Canada….fu la disperazione!! L’ormai adolescente fratellino aveva perso il proprio punto di riferimento, il modello da seguire insomma, si trovava in nuovo Paese dove era tutto diverso: lingua, cultura, abitudini, cibo... proprio come accadde 12 anni prima a suo fratello. Era senza amici. Mamma e papà erano troppo presi dal lavoro e il tempo a loro disposizione era sempre poco e come se non bastasse iniziarono anche i problemi con i famosi ‘’bulletti’’. La situazione si faceva sempre più drammatica e insostenibile, finchè un giorno del settembre 1991, Walter allarmato dalle continue telefonate, tornò in Italia a trovare il suo unico e amato GABE, come ama chiamarlo affettuosamente lui, e mise subito le cose in ordine. Prima di tutto decidono di iscriversi in palestra e si allenano insieme per tutta la durata della sua permanenza a Sanremo (20 giorni), Walter gli insegna le basi del bodybuilding e della corretta alimentazione e prima di tornare in Canada….eccoli….dei regali nuovi e scintillanti: la panca, il primo bilancere e la prima ghisa!! ‘’TI RICORDI…TANTI ANNI FA TE LO AVEVO PROMESSO CHE SARESTI VENUTO IN PALESTRA CON ME E CHE TI AVREI REGALATO TUTTO QUELLO CHE TI SERVIVA PER DIVENTARE UN CAMPIONE… ORA VAI E ALLENATI!!!” Da quel giorno in poi Gabe si è allenato duramente per anni e nel 1996 inizia a gareggiare; si allena e si allena ancora e dopo tante gare finalmente centra un bersaglio impensabile: partecipare all’ ARNOLD CLASSIC e per la primissima volta salire sul palco, davanti a quel suo unico e amatissimo fratellone..WALTER… Comunque andrà all’Arnold,sappi una cosa Walter: questa gara la dedico soltanto a te! Il tuo Gabe…
Se sei un atleta IFBB, raccontaci la tua storia e come hai iniziato contattando Rossella Pruneti per email: redazione@ifbbuniverse.it
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"QUANDO SI DECIDE DI METTERSI IN FORMA S DA UOMINI O DA DONNE. ESISTO E CIÒ CHE SERVE, NON È UN DATO S
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Di Marco Mandile. Nella foto: Eriola Kokomeci. Background
© Shutterstock.
SERIAMENTE, NON ESISTONO ALLENAMENTI ONO SOLO ALLENAMENTI DURI. SESSO... MA MOLTO CARATTERE".
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Giada Simari
Rampa di lancio dal Bodybuilding al Bodyfitness e atterraggio nell’universo Pro Figure! Di Rossella Pruneti • Foto di Alex Zuccaro iada Simari torna alle competizioni come G Bodyfitness solo quattro anni fa. Prima gareggiava come bodybuilder e aveva abbando-
nato il palco dopo la vittoria del titolo italiano. Continuando ad allenarsi, ha osservato la creazione e lo sviluppo del Bodyfitness. Quindi è stata assalita dalla voglia di tornare a gareggiare e oggi, dopo un certo numero di medaglie internazionali, ha ottenuto la sua pro card. La sua storia ci insegna qualcosa? Sì, insegna la storia meravigliosa di un’atleta appassionata e di una donna bellissima che ha reso il fitness il proprio stile di vita. Ma l’ingrediente speciale di questa storia è il Bodyfitness IFBB. Questa disciplina dimostra che la IFBB ha una collocazione per donne interessate all’allenamento, ad una vita sana e a non mortificare la propria femminilità. Così facendo, offre un potente stimolo sia alla loro autostima sia al mantenimento della bellezza del loro fisico. Lunga vita al Bodyfitness! D.: Analizzando lo svolgimento della tua carriera dal Bodybuilding al Bodyfitness, quale percorso hai seguito? R.: L’inserimento della nuova categoria Bodyfitness mi ha dato la possibilità di esprimere il mio potenziale senza esasperare la muscolarità, mi ha consentito di esprimere ulteriormente la mia fisicità e la mia idea di come dovrebbe essere il fisico femminile associato alla tonicità. L’evoluzione che il Bodybuilding femminile aveva intrapreso non mi entusiasmava e quindi mi sono concessa una pausa dalle competizioni, ma senza abbandonare l’allenamento con i pesi, che rimane la mia passione numero uno. Quindi posso affermare che il mio percorso è stata una linea retta, in quanto anche durante il periodo in cui non ho gareggiato, non ho mai smesso di praticare attività fisica in palestra. D.: Quali sono le somiglianze tra Bodybuilding e Bodyfitness? R.: Il denominatore comune è la pratica dell’allenamento, certamente la differenza sostanziale è che il Bodyfitness dà ampio spazio per esprimere le doti individuali di femminilità, presenza di palco e piacevolezza rispetto alle competizioni di Bodybuilding dove la tendenza era indirizzata a uniformare tutte le atlete. D.: Il Bodybuilding rimane il tuo primo amore? R.: L’allenamento con i pesi è e rimane il mio primo amore, non importa se sfocia in competizioni di Fitness, Bodyfitness, Bodybuilding… Io amo i pesi, amo le sensazioni che percepisco ogni volta che lo pratico.
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D.: Quando fu introdotto il Bodyfitness, fu per te amore a prima vista o pensasti che non faceva per te? R.: Per natura prima di formulare un giudizio devo verificare di persona, Quando è stata introdotta la categoria Bodyfitness, sono andata a vedere alcune competizioni. Dopo averne viste un po’, sono giunta alla conclusione che era ora di intraprendere una nuova sfida e risalire sul palco. Non lo definirei “amore a prima vista”; direi più la curiosità di mettermi in gioco in una categoria dove veramente devi tirare fuori le qualità di atleta associate a femminilità, grazia, eleganza.
gli allenamenti. Fino a quando il mio desiderio di affermazione agonistica si è risvegliato e così anche il richiamo del palco. Ho programmato il rientro nel 2007 e scelto proprio la gara di selezione per la squadra nazionale che avrebbe rappresentato l’Italia nel 2008. In realtà si è trattato di un rientro senza particolari aspettative, se non quella di propormi secondo il mio ideale di condizione fisica: non mi sono mai preoccupata troppo dei canoni (sempre in evoluzione) ma piuttosto di come mi piaceva essere. Un ideale che mi ha sempre accompagnata e continuo a sostenere che è fondamentale “sentirsi nella propria pelle”. Alla gara D.: Raccontaci la tua inten- di selezione mi sono aggiudicata sa e gratificante esperien- il “pass” per i Mondiali di Santa za come atleta di vertice nel Susanna in Spagna, dove è iniBodyfitness IFBB. ziata la mia avventura in campo R.: La mia ultima competizione internazionale e anche il mio socome atleta bodybuilder risale ai gno di raggiungere mete sempre Campionati Italiani di Verona del più prestigiose. Parte di questo 1998, dove vinsi il titolo naziona- sogno si è avverato: quattro le nella categoria fino a 52 Kg e mondiali con quattro finali, due dove decisi anche di concludere medaglie di bronzo e un argento, il capitolo agonistico, ma come il secondo posto all’Arnold Classic già detto, senza abbandonare USA, la vittoria all’Olympia Amateur di Londra, la vittoria All’Arnold ADDIO Classic Europe di MaBODYFITNESS, drid. Due SALVE vittorie inPRO FIGURE ternazionali importanti Dopo un elenco di titoli incredibile un medagliere che mente sostanzioso nel Bodybuilding mi hanno e nel Bodyfitness, Giada ha ottenuconsentito to la meritata pro card. Lo ha andi inoltrare nunciato ai suoi fan durante la Notte la richiesta dei Campioni del 3 dicembre 2011, a per ottenere Sanremo, proprio la gara che qualifiil tesserino ca per l’Arnold Amateur USA. Giada si come atleta è esibita danzando e flettendo i suoi professionimuscoli perfetti da Bodyfitness. Ha sta. offerto una performance artistica da Quattro anni ad alto livelricordare per sempre e un eccezionalo dove ho le esempio di perfezione e versatilità cercato di come campionessa Bodyfitness. Le dare sempre foto di questo articolo catturano due il massimo momenti della routine e sono state rappresenprese dall’amico Alex Zuccaro, camtando con pione dell’Arnold Amateur Chamorgoglio la pionships 2011 nella categoria fino mia nazio75 kg. ne e la nostra grande federazione IFBB. D.: Consideri il Bodybuilding sempre una valida scelta per una donna? Cos’ha il Bodyfitness che il Bodybuilding femminile non ha mai avuto o ha perso? R.: Io credo che una persona
debba scegliere di competere nella categoria in cui più si “riconosce” e si sente a proprio agio, detto questo, personalmente il Bodybuilding femminile attuale non mi attrae. È una categoria difficile da interpretare, sia per l’atleta, sia per il giudice, perché ci sono ancora pareri discordi sulle valutazioni. Ci sono poche atlete purtroppo che portano sul palco muscoli e femminilità. Forse è arrivato davvero il momento di fare scelte coraggiose anche se impopolari, ma è solo la mia opinione, capisco anche che non è facile gestire atleti che in fondo chiedono solo di salire sul palco e mostrare il frutto della loro fatica. Tra atleti che “bramano” il palco non si può che essere solidali. D.: Hai notato qualcosa nel Bodyfitness che cambieresti o miglioreresti? R.: Vorrei eliminare la T walking! Ahahahah scherzo…ora non è più il mio incubo! In linea di massima non cambierei nulla, forse sarebbe bello creare più spettacolo chiamando qualche confronto in più tra le finaliste, aumentando la suspense. D.: Ti aspetti di trovare differenze tra l’Amateur Bodyfitness e il Pro Figure? R.: Alcune differenze ci saranno inevitabilmente. Il circuito è molto più esteso e quindi dà la possibilità di organizzare le proprie gare secondo ritmi non imposti da un calendario agonistico obbligato. Questo significa poter gestire e ottimizzare la programmazione. Dal punto di vista fisico credo di non dover cambiare molto, si tratta soltanto di adeguarsi ad alcuni standard. L’essenziale secondo il mio modo di interpretare questa disciplina, è salire sul palco soddisfatti di noi stessi, piacersi. Il mio pensiero è rivolto a tutte le persone che mi hanno sostenuto e incoraggiato durante questo mio percorso. Mi mancheranno le gare internazionali dilettantistiche e l’aria di sana competitività e sfida che si respira nel backstage. Ho conosciuto tante persone, approfondito conoscenze, sono nati legami di amicizia forti, sinceri e leali, queste persone sono tutte nel mio cuore. Considero la IFBB una grande famiglia che si basa su valori universali come l’amicizia, il rispetto e l’armonia, valori degnamente rappresentati da un grande presidente come il Dr. Rafael Santonja, inesauribile e instancabile promotore del nostro amato sport.
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Foto di Robby Brand
JADE’S
STYLE
di Rossella Pruneti Lo sport è un percorso, se tutto va bene e se ne ha la stoffa, in salita ma verso il successo. Poi, se il percorso è stato fatto col cuore, si torna sempre sui propri passi: per “ridare”, per spiegare la propria visione della disciplina, per aiutare chi inizia e, perché no, per avviare nuove atlete. Per dare la propria impronta al di là del palmarès e dei medaglieri. Contribuendo come giudici e come insegnanti per affermare il proprio stile. Che nel caso del percorso di questa campionessa, è uno stile ancora una volta coerente e rispettoso della propria femminilità, preciso e razionale nell’allenamento al punto da portarla a condizioni fisiche perfette, accattivante ma elegante nella presentazione sul palco: Giada Simari, da campionessa italiana di Bodybuilding a Campionessa di Bodyfitness fino, oggi, a IFBB Pro Figure, si è sempre condotta con classe. L’apice della sua carriera non coincide con l’abbandono egoistico della vita federale del settore dilettantistico: eccola ancora più impegnata di prima, nuovamente giudice, allenatrice, presente su IFBB UNIVERSE dal prossimo numero con una sua rubrica. In questo numero mi sono limitata a riportare la versione italiana dell’articolo già comparso su IFBB UNIVERSE mondiale. Una riproposta doverosa. Di cosa parlerà e cosa tratterà in questa rubrica è ancora presto per svelarlo, ma sappiate che lo farà con il cuore e l’intelligenza di una donna che ha fatto tanto e tanto ancora farà – per noi. Giada Simari cura una preziosa pagina Facebook, Ladies Style, ricca di consigli per le atlete e dal prossimo numero inizierà una rubrica fissa su IFBB UNIVERSE edizione italiana. Può essere contattata per email: jadeshape@libero.it
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L’ALBO
D’ORO DELLA NAZIONALE
ITALIANA
Anna Maria Giordani 26
Foto di Luca Alfieri L. A. Design 27
rnold Classic Amateur di A Columbus 2011. Anna Maria Giordani, una “un-
derdog” de La Notte dei Campioni 2010 che viene selezionata dalla giuria a Catania per il team della trasferta statunitense, gareggia nelle Master Figure e vince la propria categoria. Bloccata nel backstage dal rigido sistema di accessi e dalle difficoltà logistiche di spostarsi tra fronte e retropalco, seguo la sua gara dagli schermi. I minuti per rivederla tornare nella Brehm Room sembrano non passare mai. L’aspetto in cima alle scale dell’accesso palco, consapevole che io, con la mia divisa IFBB, sarò la prima italiana a poterla abbracciare e complimentarmi con lei. Ho gli occhi gonfi di lacrime d’emozione e l’impazienza di trasmetterle la gioia di tutti noi della IFBB Italia, di anticiparle la festa che da lì a posto riceverà. In fondo, che si veste a fare se no una divisa federale? D.: Il ricordo più bello della vittoria a Columbus? R.: “Columbus”: una trasferta che io definirei “unica “ nel suo genere. Esattamente come il meteo in quella settimana di marzo 2010 fu un mix di sole, vento, neve e ghiaccio, così per me l’intero evento. Lo vissi con grande timore e disorientamento iniziale, sicurezza per la condizione fisica poi, il silenzio durante la preparazione degli ultimi momenti, una
mente congelata dalla concentrazione nel backstage e il sorriso della vittoria sul palco. Ricordo di essere stata in quella condizione mentale staccata da tutto ciò che mi circondava. Sul palco mi rendevo conto di essere osservata più del solito, un qualcosa mi rassicurava di essere fra le scelte delle top five. La sorpresa di essere in 6 creò una fortissima tensione tra le atlete, un grande movimento nel retropalco agitava le compagne che si scaldavano e posavano di continuo, mentre io che avevo scelto d’essere il più naturale possibile restavo inerte ad osservarle. TOP FIVE C’ERO! Inimmaginabile il brivido frizzante che provai, ero tra le migliori atlete e toccava sorridere ancora. Il line-up finale fu l’unico momento in cui mi accorsi dell’immenso auditorium in cui mi trovavo gremito di persone sorridenti e partecipi, notai il volto di ogni giudice senza sapere ancora quali compagne avessi accanto. Per tutta la competizione non le avevo osservate una sola volta. Non fui chiamata come quinta classificata. Mi dissi “speriamo di non essere quarta”. Superato quel momento il sorriso ormai divenne spontaneo: era “podio”. Nominata la terza classificata credo che persi ogni concentrazione, era tempo di indossare la medaglia tra le più belle. Quando il Signor Marquez disse che le due finaliste erano Italia/Ohio fui certa d’essere argento, ma con stupore, orgoglio, soddisfazione e grande gioia si tradusse in vittoria nell’indiscussa America. Il successivo momento, forse ancor più bello, fu quando nel rientrare dal palco trovai te, Rossella, ad abbracciarmi. Finalmente dopo
un’intera competizione da sola, ecco la mia Italia. Ricordo d’averti detto: “Ce l’abbiamo fatta”. Fu la vera emozione. A seguire fui presa da interviste, fotografie e da un intero mondo in etere che con gioia scopersi avermi vista in diretta. I loro complimenti e le dichiarazioni di essere la loro icona ispiratrice li raccolgo in un solo termine: “meravigliosa sensazione”. Ogni piccolo dettaglio resta e resterà un ricordo che continua a vivere nel presente. D.: Mentre ti allenavi per partecipare a quella gara, pensavi che il tuo fisico fosse il perfetto prototipo delle Figure? R.: La preparazione per l’Arnold Classic Amateur fu un vero e proprio studio sul training, percorso alimentare, posing e fashion. Ogni allenamento fu l’impegno per raggiungere quello stile che più amiamo sia io che il trainer e mental coach Gabriele Trapani che mi supporta. Ogni passo fu verso il nostro momento. Ci abbiamo creduto senza presunzione, ma entrambi sapevamo che stavamo portando sul palco un “Prodotto American Style” che sarebbe senza dubbio piaciuto. Un fisico che non ero abituata a vedere nei miei pre-contest. Io lo definirei il mio off-season. Ricordo che al briefing di Genova e a seguire nei giorni successivi più di qualcuno mi disse: “sei indietro di un mese”. Ma non riuscirono a convincerci che eravamo in errore, sebbene la vera conferma della “donnina Figure” giunse soltanto a Columbus. D.: Avevi dei precisi punti di riferimento cui ispirarti oppure no? Vince presentarsi come
Ricordo d’averti detto: “Ce l’abbiamo fatta”. 28
Fu la vera emozione.
Foto di Luca Alfieri L. A. Design
L’America non regala nulla e io quel giorno vinsi due volte! una donna o vince un’attenta analisi dei regolamenti, delle tendenze e delle possibili avversarie? R.: Qualche mese fa ti avrei risposto in maniera leggermente differente ma per un percorso di diverse competizioni internazionali preparate da Gabriele e me, posso “confermare” che fatta un’accurata analisi a 360° di ogni sfaccettatura inerente l’evento, vince l’essere se stessi senza essere la copia di nessuno! Un esempio? Arnold Classic Europe Amateur. Sebbene le voci di tendenza, basate sulle atlete europee vincenti nelle stagioni precedenti, nonché sui canoni che la stessa giuria era abituata a trovare sui palchi, indirizzassero ad una preparazione con risultato più esile, fine e gremito… il podio si concluse con le stesse vincitrici Continue
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del palco americano: io e la bella Raquel Hernandez, entrambe salite con il proprio gusto personale, leggermente più tondeggiante e armonioso. D.: A Columbus hai avuto una condotta nel backstage perfetta, considerando che non erano ammessi accompagnatori e ti trovavi da sola. Merito del tuo carattere solare e di una mente molto forte. Ci racconti un po’ com’era l’atmosfera e se hai consigli da dare agli atleti che si troveranno in un backstage così suggestivo nel prossimo futuro? R.: Confesso che essere stata da sola nel backstage mi rese più tranquilla del solito. Ebbi modo di osservare lo svolgimento del pregara della categoria Bikini la sera precedente, mentre assistevo le mie compagne. In qualche modo la mente era preparata ai vari spostamenti da compiere. Sicuramente i coloranti che sostituiscono il mallo aiutano moltissimo. Arrivai praticamente pronta al 90%, vestaglietta , briefing ed era tempo di “contest”. Scelsi lo spogliatoio più piccolo, raccolsi molti complimenti, per il look, il mio bikini… feci fotografie ricordo alle compagne delle altre nazioni, insomma mi trovai un clima decisamente rilassato se così posso definirlo. Un grande aiuto mi arrivò dallo staff di Jan Tana, professionisti della colorazione di gara, che tra pregara e finale si occupava di sistemare colore e glaze per ogni atleta che ne avesse necessità.Ti dirò: un backstage così corretto che atlete mie rivali mi suggerirono le macchie sulle schiena da ritoccare. Concedimi: raramente vien fatto notare. Da sole si impara ad aiutarsi e doversi in qualche modo aggiustare, si coalizza un team occa-
Foto di Luca Alfieri L. A. Design 30
Solo di puoi ess la
sionale che posso garantirti vien meglio della “tensione” che spesso Si vive negli spogliatoi accompagnati. Un consiglio per i compagni di domani:”siate spontanei e godevi quell’atmosfera senza rivali, il tempo di giocare la partita è solo sul palco, sotto deve essere la bella immagine di amici che si preparano, concentrano e ripassAno ciò che i propri occhi hanno visto per giorni”. D.: Le “temibili americane” sono state sconfitte da te una volta sul palco. Crollo di un mito o solo grande soddisfazione personale? R.: Un’intera finale americana con l’Annina! No, non credo si possa dire crollo di un mito ma il risultato di una serio lavoro di giuria che ha accettato di far uscire la medaglia più brillante fuori dal loro paese per dar merito a chi quel giorno sul palco meritava di più. La soddisfazione personale è nei confronti di coloro che non crebbero nella mia linea per rappresentare l’Italia nella terra dei sogni. L’America non regala nulla e io quel giorno vinsi due volte! D.: Il posing: un altro tassello della presentazione sul palco della Bodyfitness. In base alla tua esperienza, hai qualche consiglio da dare? R.: Il posing come la T-walking sono l’esatto momento in cui trasmettiamo quanto crediamo in quella competizione, nella nostra forma fisica preparata e nelle nostre intenzioni. “Solo se sei stata capace di credere in te stessa puoi essere in grado di convincere la giuria e il pubblico”. Nulla si improvvisa, Rossella! Si arriva con il total package nel suo essere e lo si presenta al meglio, dalla tenuta di palco al sorriso.
Vince l’essere se stessi senza essere la copia di nessuno! D.: Come hai sentito il pubblico americano, sia nell’auditorium del Veterans sia nell’expo? Ci sono grandi differenze rispetto all’Italia su come è vissuto, apprezzato e festeggiato? R.: Ho visto gioia su ogni volto, espressioni divertite, pochi commenti… Un evento mondiale atteso e vissuto come una festa. La mia competizione si svolse per intero nell’Auditorium dove l’atmosfera riesce a raggiungere il suo massimo amplesso di emozione. L’Expo è davvero grande, ricca di presenza e rumorosa, se vuoi distrattivo come ambiente. Notai l’intero pubblico fermarsi all’esibirsi della categoria Bikini che nella loro terra assume un fascino straordinario. Per me senza dubbio l’Auditorium prende i suoi massimi voti per il calore e l’attenzione che si riceve. L’Arnold Classic è un evento organizzato alla perfezione, se pensiamo che 17 discipline si altalenano
in una manciata di giorni. Grandi. Non ho altre parole, frutto di tanta passione e considerazione che quel popolo riserva per ogni disciplina. D.: Se dovessi consigliare a una tua allieva tra Bodyfitness e bikini fitness, quale dei due consiglieresti? E addirittura tra Bodyfitness e bodybuilding? La scelta dipende dal fisico geneticamente predeterminato della persona, dalla sua mente o da altre considerazioni? R.: Una domanda interessante che può ampliarsi con risposte a ventaglio. Provo a sintetizzarti il mio parere personale. La genetica, la struttura ossea uniti ad una predisposizione verso la determinazione sportiva e all’autocontrollo per la disciplina, sono l’ ABC per capire se passare l’incarico alla mente e al corpo. Se il fascino di un fisico esteta entra nei nostri occhi, difficilmente la mente non si attiva verso il Continue
o se sei stata capace credere in te stessa sere in grado di convincere giuria e il pubblico.
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Siate spontanei e godetevi quell’atmosfera senza rivali, il tempo di giocare la partita è solo sul palco, sotto deve essere la bella immagine di amici che ... ripassano ciò che i propri occhi hanno visto per giorni. giusto binomio di allenamento e controllo alimentare. Sicuramente, a seconda della primavera in cui i nostri obiettivi si pongono, ritengo fattibile con più facilità la scelta. La categoria Bikini in America è una “Ferrari”, ritengo che noi in Italia al momento stiamo ancora esercitandoci a pilotare tale motore sebbene sia pronta ai box una gran bella atleta e donna. Il fisico delle Bodyfitness, ma perdonami a me piace dire “Figure” perché più mio, è sicuramente un risultato che può arrivare anche da un percorso sportivo iniziale differente dalla sala pesi. È sicuramente quel gioco dove il ruolo dei muscoli, femminilità, charme, fashion e high impact fanno di una donnina una campionessa sul palco. Il Body Building è per me l’espressione con cui la donna forte e determinata impone con maestosità ed eleganza le proprie linee muscolari dal tono forte e possente. La donna Bodybuilder è l’esteta che ama imporsi sul palco regalando il fotogramma del bellissimo corpo umano. La donna Bodyfitness è colei che ammicca con le sue forme modello sfilando morbidamente sul palco. La donna Bikini
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è la giovane sirena che ammalia con l’onda delle sue virtù in fiore. Non consiglierei altro se non quello che i loro occhi hanno visto raggiungibile con le proprie capacità. D.: Il Bodyfitness può essere uno stile di vita oppure è solo una “frivola” disciplina agonistica senza gesto atletico? R.: Sono un’atleta agonista dall’età di cinque anni. Posso dirti che in 38 anni di competizioni il Bodyfitness è il contest sicuramente più divertente. Stile di vita, allenamenti atletici ad alto impatto, determinazione, concentrazione, convinzione, studio, trasferimenti non possono tradursi in “frivola disciplina”. Per gesto atletico che cosa intendiamo veramente? Agonismo sportivo? E non serve esattamente lo stesso percorso per ottenere il risultato prefissato? D.: Hai o hai avuto difficoltà a spiegare alle persone cosa sia il Bodyfitness? R.: Sì, Rossella, spesso accade c’è una completa dispersione dell’esatto svolgimento del nostro sport. Comprendono solo
che mangiamo pollo e facciamo tanta fatica per una coppa. D.: Se potessi ritoccare il regolamento Bodyfitness, cosa cambieresti? R.: Cara Rossella, se ti facessi valutare nella stessa giornata da tre giurie differenti otterresti tre collocazioni diverse, così questa domanda non può che raccogliere pareri discordanti a seconda della federazione per la quale si gareggia. A mio gusto personale cercherei di portare la linea delle Bodyfitness il più vicino possibile a quella delle Figure americane che preferisco per le forme che diventano più armoniose, tonde ed eleganti. Sai, ogni atleta pare ultimamente volere plasmare il regolamento in base al risultato delle proprie performance. Basterebbe semplicemente che venisse letto e interpretato con professionalità, non serve modificare nulla. Se ci si vede collocati, si compete; altrimenti si passa ad altro contest. No, io non ritoccherei nulla, mi piace la sfida e con essa anche quella di un regolamento non proprio perfetto.
Foto di Francesco Grillo
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ROBiz Robi&Miz È SHOW-TEAM ! QUANDO IL NOSTRO SPORT NON È INDIVIDUALISTICO. DIARIO A 4 MANI DI 2 CAMPIONESSE
ROBERTA BOZZAO Posso sicuramente dire che il 2011 a livello agonistico è stato un anno ricco e denso di emozioni forti e probabilmente irripetibile sia per il numero di soddisfazioni personali che di ricordi che mi accompagneranno per sempre. Mi ero allontanata dai palchi nell’ottobre 2009 ed il mio unico desiderio era quello di poter riconquistarmi un posto in nazionale per avere di nuovo la possibilità di gareggiare all’estero. Desiderio che si è realizzato vincendo l’edizione 2010 del Ludus Maximum, che mi ha dato diritto a partecipare al Mondiale Femminile a Novi Sad nell’ottobre scorso, dove sono riuscita a conquistare un bellissimo quinto posto, che mi ha ripagata ampiamente di tutti i sacrifici che ho fatto… e posso dire che non c’è cosa più bella di stare su un palco dopo un anno di duro lavoro e riuscire finalmente a raccogliere i frutti della propria fatica… È stato un anno intenso e pieno di trasferte a volte stremanti, visto che quando posso preferisco muovermi in macchina e non in aereo. Bari, Madrid, Novi Sad, Catania, San Remo, Roma e di ogni occasione porto con me ricordi indelebili, delusioni ed entusiasmi, ma se devo fare un bilancio di come sono andate le cose penso proprio di non potermi lamentare anche se purtroppo (o per fortuna) sono una perfezionista e credo che si possa sempre fare meglio. Forse la cosa più bella di tutto il 2011 è stata avere la fortuna di poter condividere le mie emozioni anche con una grande e insostituibile compagna di viaggio: Michela Frè. Compagna di gare, viaggi, trasferte, situazioni divertenti e inverosimili (tra tutte il nostro hotel a Novi Sad senza riscaldamento e molto spesso anche senza luce…), è stata una parte importantissima di questo percorso, sostegno fondamentale, senza il quale tutto sarebbe stato meno bello e memorabile. Ci siamo incontrate per la prima volta sul palco del Grand Prix Bodyblast nell’ottobre 2010 (e dico la verità… quando ho saputo che avrebbe gareggiato anche lei in quella gara ero veramente preoccupata, perché l’ho sempre ammirata e temuta molto) e da lì il nostro percorso si è intrecciato perché da quella gara abbiamo praticamente condiviso tutte le competizioni nell’anno 2011. Molto simili nel carattere e nell’affrontare mentalmente l’agonismo, credo che ci unisca un legame speciale e raro per due atlete che si trovano a calcare in alcune situazioni lo stesso palco. Anzi, posso dire senza problemi che più di una volta ero più in ansia per i suoi risultati che per i miei. Ho sempre vissuto questo sport in maniera individualistica, mi sono sempre isolata da tutto e da tutti, sia mentalmente che fisicamente, invece questa volta le cose sono andate in maniera completamente diversa e devo dire che ho potuto godere di un lato di questo sport che ancora non conoscevo e che forse non credevo potesse esistere… la complicità che si è creata è stata sicuramente un valore aggiunto a tutto quello che ho vissuto. Momentaneamente non ho programmi… mi sono presa un po’ di riposo fisico ma soprattutto mentale. Proprio in questo periodo di riposo e di lontananza dal palco mi sto rendendo conto giorno dopo giorno dell’amore che provo nei confronti di questa disciplina e della soddisfazione che provo nel trovarmi “on stage”, quindi sto già facendo qualche pensierino per il futuro.
Continua
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Questo giorno non lo dimenticherò per tutta la vita... l'averlo diviso con te lo ha reso ancora piÚ bello... Ti voglio bene, amica mia ♼ 35
ROBiz Robi&Miz
MICHELA FRÈ Anche per me il 2011 è stato un anno che ha regalato tante soddisfazioni sia a livello agonistico sia a livello personale: Europei a Tyumen, ma soprattutto Bari, Madrid, Novi Sad, Sanremo e persino la fatale Columbus sono legate a ricordi e sensazioni ancora vive che sono ancora più speciali perché le ho vissute con una grande persona: Roberta Bozzao. Ricordo ancora la prima volta in cui finalmente la vidi dal vivo: un'amazzone dai capelli corti che gareggiava nelle Bodyfitness ai Mondiali di Cernobbio 2009!E subito capii che non era solo ammirazione ciò che provavo per lei ma era un qualcosa di profondo che nel tempo è cresciuto in una meravigliosa amicizia: eh sì,siamo tanto simili in molti aspetti della vita quotidiana e sportiva! Un'occhiata, un nostro piccolo "slang", a volte senza nemmeno parlare, e all'istante ci capiamo! Penso proprio che l'esperienza a Columbus (cruciale perché mi ha fatto rivedere alcune mie considerazioni) non la ricorderei comunque con il sorriso se non ci fosse stata anche lei! Ma l'esperienza più bella fatta insieme sono stati certamente i Mondiali a Novi Sad nell'ottobre 2011: un viaggetto nei Balcani, l'albergo casermone, le nostre stanze riscaldate a tratti da stufette elettriche, il pre gara, i dubbi sul trucco, sui “brillocchi”, la gara, la T-walking, i meritati piazzamenti in finale, la pizza serba a mezzanotte... ancora adesso mi sembra di toccare il cielo con un dito! Robi mi hai fatto tornare voglia di gareggiare! Ma solo se ci sei anche tu!! ROBERTA BOZZAO Sì, infatti… mi hai fatto venire un po’ di malinconia… e allora programmiamo, programmiamo… vero, Miz?
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è e u d zia- i e e tt gra ostri u t i ntati adi n rin a e e t aroso uecialono osrtavon-p Daoverto spche s ti, pi, acce soin d en iti axis tor tori ori mmartri t allateni rtat po. !!! os oppoo temzie!! s niogsie, rm , l iato ui tto suestie gra c ratt tto qraz p tu ie g z Gra
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La prima regina europea del Bikini Fitness intervistata da Andrew Michalak
Nikola Weiterova vincitrice di Ms. Dance 2010 in Slovacchia.
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ikola WEITEROVA
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ikola, ventenne energica e sempre sorridente da Bratislava, Slovacchia, era un’esordiente nella IFBB ai Campionati Europei femminili del 2011 tenutisi a Tyumen, in Russia. Non aveva mai gareggiato prima di allora; però aveva partecipato a concorsi di bellezza e di danza. Nella prima gara della storia di Bikini Fitness europeo è stata molto in risalto e ha vinto entrambi i round della categoria sopra i 163 cm oltre che l’assoluto contro Olga Churmanova, vincitrice della categoria sotto 163 cm. Per sapere qualcosa in più di questa nuova campionessa Bikini Fitness le ho posto qualche domanda.
D.: Congratulazioni per essere stata incoronata la prima campionessa europea di Bikini Fitness! Come ti senti? R.: Grazie molte. Sono felicissima per il titolo ed è stato un piacere salire sullo stesso palco di altre concorrenti eccezionali da tante nazioni diverse. D.: Questa vittoria ha cambiato la tua vita e la tua attività professionale? R.: Certamente, alcune cose stanno cambiando ma io sono fedele al mio lavoro perfetto: la danza, la mia agenzia e tutto quello che facevo da prima. Adesso ho qualche altra cosa da fare, vero. Ci sono più servizi fotografici, interviste, inviti ad un paio di show televisivi. E, ovviamente, vado in palestra ogni giorno perché mi sento come obbligata verso la mia nazione e chi crede in me. D.: Il Bikini Fitness è lo sport della tua vita? R.: No, non lo è. Ho giocato a pallacanestro per quattro anni, ho praticato anche il tennis, il nuoto, l’equitazione e ballo da quando avevo cinque anni. Penso che possiamo definirlo una specie di sport perché richiede tanto impegno se fatto
di Andrew Michalak
professionalmente. D.: Cosa c’è di tanto interessante nel Bikini Fitness da averti portato ad allenarti e a partecipare alle gare? R.: Io sono per natura una persona che ama ogni genere di gara [sorride]. Ho preso parte da prima a concorsi di bellezza e competizioni sportive. Una volta sono andata dal mio allenatore e gli ho chiesto di aiutarmi con il mio fisico perché temevo di perdere ad un concorso di bellezza. Mi chiese perché mai prendessi parte ad ogni edizione avendo la possibilità di ottenere molto di più. E mi raccontò del Fitness e di questa nuova categoria: il Bikini Fitness. Mi ci vollero cinque secondi per prendere la decisione finale e gli dissi “sì”, così iniziammo questo allenamento intenso [sorride]. D.: Che tipo di allenamento è richiesto per il Bikini Fitness? R.: Questo sport non è per chi non ama muoversi e allenarsi, per chi non apprezza lo sport e la vita attiva e per coloro a cui piace… mangiare schifezze [ride]. Consiste in uno stile di vita… ed è Continua
Una foto pubblicitaria (da sinistra): Nikola Weiterova, Jana Minarikova e Veronika Gatialova.
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U p d a t e s
perfetto se possiedi una genetica buona. Occorre un valido allenatore/consulente, devi alimentarti correttamente con alimenti sani e impegnarti molto (sorride), ma la cosa più importante è la volontà. Se vuoi essere attraente, in forma e, in definitiva, una campionessa.
Q.: Segui un qualche particolare programma nutrizionale prima della gara e per quanto? R.: Come ho detto prima, è uno stile di vita. Sono una ballerina e devo essere in forma tutto l’anno, non solo per le gare. Sicuramente seguo un’alimentazione particolare prima di ogni gara. Ci sono molti programmi alimentari ma il mio è facilissimo perché mi nutro bene tutto l’anno. Inizio la mia alimentazione speciale solo un mese prima della gara. La parte più difficile è l’ultima settimana. D.: Bene, possiamo notare le prime importanti differenze con il Bikini Fitness e altri sport attinenti la cultura fisica (di solito devono seguire 12-14 settimane di alimentazione pregara particolare) ma cosa puoi dirci della presentazione sul palco del Bikini Fitness? Su cosa ti concentri per il palco e per presentarti al meglio? R.: Occorre essere sicure di sé e avere fiducia nelle proprie capacità, godendo del momento sul palco. Quello è il tuo momento, sono pochi minuti, e devi sfruttarli nella maniera migliore possibile per presentare te stesso e il tuo fisico al meglio, nel modo più attraente. Devi sentire gli altri, chi ti osserva, le loro aspettative e le loro reazioni. E non dimen-
ticare una cosa: ci sono anche i giudici [sorride], quindi continuare a sorridere. È uno show! D.: Hai accennato ad un altro importante argomento: le gare degli sport di cultura fisica sono uno show! È necessario essere gioiose, sportive e mostrare il fisico con grazia e piacevolezza. E tu lo hai fatto in maniera perfetta a Tyumen, vincendo. Ma parliamo dei dettagli: quanto sono importanti il costume, i capelli e l’immagine complessiva? R.: Non lo so [sorride], devi chiederlo ai giudici, ma per me sono cose importanti affinché mi senta bene. Se sono perfetta in ogni dettaglio, mi sento meglio e posso presentarmi al meglio. E posso senz’altro apprezzare in pieno quel momento. D.: Crei da sola la tua presentazione o ti aiuta qualcuno? R.: No, no, ogni volta da sola. Mi piace, è il mio hobby e, come ho detto, sono una ballerina e lo fac-
Sorridi... “ 40
cio da cinque anni a livello professionale. Ogni settimana faccio un sacco di spettacoli. Devo rimanere in forma e mi ci sono abituata [sorride]. D.: Il Bikini Fitness è uno sport nuovissimo, appena nato. Se potessi apportare qualche cambiamento alle regole, cosa proporresti? R.: La più grossa gara europea è stata bella. Ci sono molte persone che possono dirti più di quanto possa fare io. D.: Continuerai la tua carriera nel Bikini Fitness? Che progetti hai? R.: Certamente, lo adoro! [Sorride]. Grazie tantissime e in bocca al lupo!
È UNO SHOW!
”
In questa pagina: Nikola con le medaglie e il trofe vinto a Tyumen. Dopo la cerimonia di premiazione. Sul palco. Durante la „T-walking� a Tyumen. Foto EastLabs.
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di Alexander Timoshenko
n breve: Lyubov Dreskova I è una agonista russa di Figure e Bikini Fitness, una
moglie e una dottoressa in Arte con specializzazione in Scultura. Inoltre esegue opere con l’aerografo su ordinazione, crea vestiti, ama il ciclismo, lo yoga e la corsa. Ovviamente, le piace allenarsi con i pesi. La sua carriera sportiva non è lunga ma in poco tempo è arrivata nell’élite mondiale. La prima volta sul palco è stata nel 2010 (terza alla Russian Cup, in aprile, e seconda ai Campionati Russi, in ottobre). Nel frattempo ha partecipato ai Mondiali Femminili in Messico arrivando quarta (terza nel round della finale). Un bel successo per una novizia! Continua
Lyubov Dreskova
Nel 2011 ha vinto la Russian Cup nella categoria Bodyfitness sopra 168 cm ma poi… è passata al Bikini Fitness ed è arrivata seconda al primo Campionato Europeo di questa nuova disciplina, proprio dietro alla vincitrice assoluta Nikola Weiterova.
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D.: Anzitutto, congratulazioni per l’ottimo inizio della stagione agonistica e per la bellissima copertina sulla rivista russa “Hercules”. Oggi sei molto ammirata. Il trionfo alla Russian Cup 2011 a San Pietroburgo ti ha sorpresa? R.: Grazie. A dire il vero, tutto l’anno scorso è stato sorprendente per me. Credimi, fino ad un paio di anni fa non mi sognavo neppure di essere su una copertina. Tranne forse… per un desiderio nascosto dentro di me. Per quanto riguarda il Bodyfitness, la parte più difficile per me era prepararsi e provare tecniche e diete differenti. È difficilissimo mettere a punto tutto e confesso che ho ancora molte cose da migliorare. La soddisfazione di vincere la categoria sopra 168 cm è stata comunque tanta. Sinceramente mi piace gareggiare e penso sempre positivo. Sono fiera e grata al tempo stesso. D.: Perché avevi scelto il Bodyfitness? R.: Anzitutto sono estremamente riconoscente allo sport del Bodyfitness. Lo sforzo di raggiungere quel livello è stato un processo totalizzante e difficile. Chi lo sa? Forse mi aprirà nuove occasioni. Sotto alcuni aspetti stare sul palco è come creare la mia stessa realtà, dove io esisto. Gareggiando ho acquistato maggiore sicurezza e questo mi aiuta a programmare sempre di più e a credere di potere ottenere tutto ciò che mi prefiggo. Il Bodyfitness offre un enorme potenziale di sviluppo e miglioramento personale a chi lo pratica. Ecco la mia scelta. Ritengo che più attenzione del pubblico le atlete di Bodyfitness possono attrarre, maggiori saranno le possibilità di successo. Il Bodyfitness non è solo un fisico tonificato, ecco perché io cerco di curare altri aspetti della performance. Sono la giudice più severa di me stessa perché so cosa posso fare e cosa è più importante per me. Cerco di migliorare e verrà il giorno in cui i piccoli pezzi del mio corpo e il mio mondo interiore si fonderanno in una perfetta unità. D.: Scegliendo il Bodyfitness, avevi qualche idolo o magari seguivi l’esempio di qualcuna? R.: Salivo, salivo e alla fine sono arrivata. Ho avuto tutto: il titolo
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di Master nel powerlifting, il lavoro come modella. Ti rispondo così: ero alla ricerca e finalmente il Bodyfitness mi ha trovata. Certo, sono stata aiutata per farmi trovare. Cercavo di modellarmi seguendo l’esempio delle campionesse dotate di bellezza, fisico atletico, ambizioni e mentalità positiva. Non idolatro alcuna persona, ma mi piacciono molte atlete: Amanda Latona, Dina Al-Sabah, Natalia Melo. D.: Lyubov, hai una sorpresa per i nostri lettori? R.: Sinceramente non mi piace fare sorprese, però mi piace essere sorpresa. Sono appassionata di Scultura e mi sono laureata in Arte. I miei insegnanti mi definivano come una delle più promettenti. Non posso giudicare da sola, ma so che sono brava nel creare modelli umani. Quando fai una scultura, come nello sport, devi conoscere l’anatomia. Serve per modellare il tuo corpo e per sapere come formare un altro corpo. Ora cercherò di farvi una sorpresa. Uno dei miei lavori all’università è stato un ragazzo con un flauto. Mi hanno promesso di realizzarlo in gesso, anche se è ancora in argilla nel cortile della scuola. Ecco la mia sorpresa (sorride). D.: Cosa pensi dei giudici e dei criteri di giudizio? R.: Penso che ogni atleta, con la propria individualità, permette ai giudici di distinguerlo e ricordarlo. Però ci sono alcuni atleti che sul palco passano inosservati anche se in ottima forma. Giudicare è difficile. Sembra facile, perché il compito sta nel selezionare il fisico più attraente. Ma gli atleti hanno a disposizione soltanto 20 secondi e quattro quarti di giro per presentarsi. Non è il tempo sufficiente e non da le informazioni necessarie ai giudici.
Alla Russian Cup nel 2010 (3°).
Agli Europei 2011 di Bikini Fitness (2°9.
Agli Europei 2011 di Bikini Fitness: la T-walking.
Gli spettatori non vedono tutto quello che possiamo fare. È giusto che sia stata introdotta una presentazione individuale chiamata “T-Walking”. Una breve performance e alcune pose individuali danno una certa possibilità per esprimersi e trasmettere qualcosa. Aiuta i giudici a distinguere e ricordare ciascuna atleta. Io cerco di eseguire qualcosa di artistico (sempre rispettando le regole), così mi piace di più gareggiare e diventa più interessante per chi guarda. D.: Una domanda che esula dall’argomento: svelaci alcuni dei tuoi segreti in cucina, offri la possibilità ai lettori di capire che la dieta di un’atleta può essere gustosa. R.: Mi piace molto cucinare, soprattutto cibo salutare. Perché no, se aiuta a variare l’alimentazione. Per esempio, una ricetta con la gelatina. Prendete 4 bustine di gelatina, metterle in un contenitore da microonde con quattro tazze di tè alla frutta e dolcificante. Cuocere nel microonde finché non si sciolgono. Adagiare su un piatto uno spicchio d’arancia e una manciata di frutti di bosco, ricoprire con la gelatina e mettere in freezer per 15 minuti. Delizioso! D.: Quali altri interessi nutri oltre allo sport? R.: Mi piace stare in famiglia, con mio marito. Le gare vengono dopo. Un giorno farò un video di cucina o addirittura uno show in TV. Sono brava a disegnare e mi piace creare abiti sportivi. È difficile da dire se diventerà un mestiere per me, ma ora ci dedico molto tempo. Dipingo, cucio costumi, seguo lo shamanismo. La varietà è il bello della vita, non è forse vero? D.: Cosa significa lo shamanismo per te? R.: Yoga con tutte le conseguenze. Ad esempio, grazie allo yoga ho risolto i problemi della mia schiena. D.: Cosa pensa tuo marito della tua passione per lo sport? R.: Chiedilo a lui (sorride). Anzitutto sono una donna. Lo sport è solo un aspetto della mia vita e non progetto di ren-
derlo una professione. D.: Torniamo allora a parlare di sport. Come ti sei sentita quando hai vinto nel Bodyfitness? R.: Non pratico forse lo shamanismo? So che posso farlo (sorride). La vittoria viene dall’interiorità e va oltre la quantità di demeriti. Io mostro i miei lati positivi e tutta la sicurezza che possiedo. Se pensate che loro (giudici e pubblico) vedano tutti i difetti, allora non fate altro che attirare l’attenzione sui lati negativi. Essere in forma per la gara richiede arte ed impegno. Ma si rimane sempre lontani dalla perfezione. Io sfrutto tutto quello che ho al momento. E accetto il fatto che ci saranno sempre quelli a cui non piaccio. Le persone hanno i propri gusti. Però cerco di seguire cuore e anima ascoltando i miei istinti mentre mi preparo per le gare. Ovviamente tutto è sotto la supervisione e la guida del mio allenatore. E non mi fisso mai di vincere per forza. Non ho bisogno di rimanerci male. Mantenere gli obiettivi reali, essere fedeli ai propri valori, questo basta per vivere sempre esperienze positive al di là di cosa vincete. Per me la competizione è una strada, un processo, e la vittoria è la Vittoria. D.: C’è qualcuno speciale che vorresti ringraziare? R.: Certo, mio marito Grigori. Nonostante sia molto indaffarato, rimanda sempre i suoi affari per venire con me alle gare. Voglio ringraziarlo per la pazienza e per essermi al fianco. Inoltre voglio ringraziare anche te, Alexander, che sei il mio allenatore, il mio manager e il mio promoter. Ami davvero ciò che fai, sebbene non lavori in questo settore (ma in quello assicurativo). Ammiro la tua esperienza indispensabile nell’allenamento e l’apprezzamento estetico del corpo femminile. Grazie per la tua guida preziosa. D.: C’è qualche messaggio o commento che vorresti portare all’attenzione dei tuoi numerosi fan? R.: Osate sognare! Ogni giorno, con costanza e ardore, inseguite i vostri sogni. Cercate di migliorarvi quanto più possibile. Grazie molte, Lyubov! Aspetteremo con ansia la tua prossima comparsa sul palco.
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e dovessi indicare un’unica cosa tra tutte quelle che apprezzo di Agnese Russo, sarebbe quel pregio che ha tipico di una persona rispettosa del proprio essere e coerente con le proprie passioni. Agnese ha iniziato come Bodyfitness ma ha avuto il coraggio di non essere camaleontica tanto per il costo di una carriera sportiva: sicura di come voleva essere esteticamente 365 giorni l’anno e di come voleva sentirsi nella testa e nel cuore, ha saputo allontanarsi (nonostante i grandi successi perché ha totalizzato tutti i titoli italiani più immancabilmente la finale in ogni gara internazionale) quando la disciplina non coincideva più con il suo pensiero, ha saputo leggere tra le righe di una nuova svolta (il Bikini Fitness) e tornare umilmente a proporsi. La coerenza e il rispetto di sé pagano sempre e con questo Agnese Russo offre uno splendido messaggio a tutte le donne che non sanno come ben collocarsi nell’ambito della cultura fisica: siate voi stesse e non altro da voi solo per inseguire la coppa. E se siete voi stesse, può arrivare anche una pro card! Continua
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La prima PRO Bikini dall’Italia si racconta in un’intervista di Rossella Pruneti
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Foto di Matteo Castellani
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Foto di Giorgio Mesghetz
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D.: Perché gareggiare come Bodyfitness? Il motivo per cui ho cominciato a gareggiare come Bodyfitness nel 2003 è lo stesso per il quale ho scelto di gareggiare come Bikini Fitness nel 2011: da sempre il culturismo per me corrisponde alla ricerca di un corpo bello, atletico, allenato, armonioso, tonico ma senza estremismi e la prestazione sul palco deve essere molto “estetica”, anche qui senza estremismi, ovvero mostrare la nostra ricerca di perfezione e di bellezza anche nel volto, nei capelli, nei costumi, senza però diventare un puro concorso di bellezza, sempre di atlete e di bodybuilding stiamo parlando. D.: Perché lasciare il Bodyfitness per il Bikini Fitness? La risposta a questa domanda è un po’ implicita in ciò che ho affermato sopra, non sono io o il mio gusto a essere cambiati, ma è la categoria Bodyfitness a essere cambiata nel corso degli anni. Il Bodyfitness era nato per presentare sul palco atlete toniche ma non estreme e con una giusta dose di femminilità. Dopo, come spesso accade nell’evoluzione delle categorie, i canoni si sono spostati verso parametri estremi nei quali a un certo punto non mi sono più identificata. Succede in maniera naturale che su un line-up di trenta buone atlete alla fine colpisca quella più preparata e che vengano premiati modelli via via più esagerati, spingendo le atlete a loro volta a presentarsi sempre più preparate, innescando un circolo vizioso. Ho cominciato a gareggiare sempre meno e a non vivere più le gare con serenità, perché andavo contro i miei gusti o ciò che ritenevo giusto per me sacrificandoli a ciò che sapevo richiesto per essere vincente, fino al punto da non avere più voglia di stare sul palco, mantenendo però sempre la passione per questa disciplina e scegliendo di essere come mi piaceva essere, senza più pensare alle competizioni… fin quando non si è affacciata all’orizzonte la categoria Bikini Fitness. D.: Cos’ha di effettivamente diverso il Bikini Fitness dal Bodyfitness, non tanto nell’espressione sul palco, ma alla base della disciplina? Qui entriamo in un discorso molto complicato secondo me, anche perché a livello amatoriale ad esempio la categoria Bikini Fitness è appena nata e sta ancora cercando la sua identità, e inoltre io percepisco che, come la categoria Bodyfitness amatoriale è molto differente dalla categoria Figure professionistica, allo stesso modo la categoria Bikini
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Foto di Giorgio Mesghetz
Fitness amatoriale si sta distanziando da quella professionistica. Ad esempio, a livello amatoriale ho sentito molto spesso dire, ed è scritto anche sul regolamento, che le ragazze che frequentano la categoria Bikini Fitness devono essere ragazze normali, solo un pochetto toniche e uniformi, che non necessariamente frequentano la palestra, quindi la differenza con il Bodyfitness è enorme. A livello professionistico, o comunque negli USA, non è così, le Bikini Fitness si allenano eccome, ve lo posso garantire per esperienza diretta, perché da poco sono entrata a far parte di un famoso team americano (Team Bombshell) e sto seguendo i loro metodi di allenamento: si usano i pesi e si usa il cardio, però effettivamente in maniera un po’ diversa dal solito bodybuilding, molto più dinamica, ma vi assicuro che mi sto allenando molto di più di quanto non abbia mai fatto in precedenza. Loro ricercano muscoli ben tonici e tondi, solo un po’ meno definiti e voluminosi di una Figure (che è molto meno voluminosa e definita di una Bodyfitness ), ma comunque muscoli costruiti in palestra. D.: Quali sono le tue idee sul Bikini Fitness, aspettative e sviluppi che vorresti vedere? Quando si parla di culturismo sono filoamericana, so che a molti questa mia espressione non piacerà, ma nel nostro settore loro hanno montagne di atleti, tonnellate di esperienza e muovono un business rigoglioso, sono sempre i primi che tirano fuori nuove categorie e nuovi parametri di successo e tirano fuori atleti conosciuti in tutto il mondo e ben sponsorizzati. Quello che mi augurerei per il Bikini Fitness è che seguisse le orme del Bikini Fitness dei nostri colleghi USA, ma temo che così non sarà, anche perché necessariamente dovrà rispecchiare la tipologia di ragazze che si hanno a disposizione sul palco e in Europa probabilmente c’è molta meno predisposizione culturale al lavoro in palestra rispetto a quanto accade negli Stati Uniti. D.: Sei d’accordo sul limite d’età fissato dal Congresso IFBB a novembre 2011? (le atlete Bikini Fitness internazionali devono avere più di 16 anni)
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gnese RUSSO
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Sì, direi di sì, mi sarei spinta anche ai 18. C’è un tempo giusto per ogni cosa e noi sappiamo che la nostra è una disciplina particolare e si differenzia dagli altri sport anche perché l’età di attività degli atleti è spostata in avanti. D.: Qual è la tua esperienza con i Bodyfitness & Bikini Fitness Camps? Cos’hanno di tanto utile? Negli Stati Uniti questi Camps esistono già da tempo e sono gettonatissimi, molto spesso vi partecipano persone normalissime che poi prendendo contatto con l’ambiente e con coach professionisti si appassionano e in breve ottengono grandi risultati. La nostra realtà italiana è meno florida e offre in generale molte meno possibilità, ma la mia prima esperienza con il Camp organizzato lo scorso ottobre assieme a te a Cristiana Casoni è stata molto positiva sia per noi insegnanti che per le partecipanti. C’erano tra le nostre allieve atlete avanzate e ragazze che ancora devono fare la loro prima gara e credo che tutte abbiano tratto insegnamenti utili, spunti e motivazione e sicuramente la prossima o la prima volta che saliranno sul palco avranno molti meno dubbi, incertezze e paure e soprattutto dal Camp si sono portate a casa tutti quei trucchi e quegli insegnamenti su come stare sul palco il giorno della gara, cosa che un allenatore normalmente non insegna. D.: Se una ragazza volesse gareggiare come Bikini Fitness ma non avesse alcuna “guida”, come potrebbe imparare da autodidatta? Mah, se una ragazza è già un po’ dotata di base, ovvero con un fisico asciutto e senza inestetismi, sicuramente può salire sul palco e ottenere già un buon risultato a livello nazionale, anche perché ripeto è una categoria appena nata e a livello nazionale è stata istituita proprio per dare la possibilità a una qualunque bella ragazza di salire sul palco. Poi, per andare avanti, ci vuole una buona guida. D.: Quale senti che sia il legame tra Bikini Fitness e Bodyfitness oltre che tra Bikini Fitness e Bodybuilding femminile? C’è, non c’è, ci dovrebbe essere? Sono tutte discipline legate tra loro dal culto del corpo e dal lavoro in palestra, poi ogni atleta di ogni categoria insegue un ideale diverso di fisico e svolge un lavoro diverso, ma dalla disciplina alimentare e il lavoro di tonifica-
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zione con i pesi non si prescinde, i mezzi sono sempre gli stessi . D.: La cosa più bella di gareggiare come Bikini Fitness? E questa cosa, il Bodyfitness la offriva? Avere la fisicità che mi piace anche per la vita di tutti i giorni e seguire un percorso per ottenerla impegnativo ma per me meno estremo e più sano. Il Bodyfitness offriva questa possibilità all’inizio. D.: La cosa più antipatica del Bikini Fitness? Da una parte viene un po’ esasperato il problema della forte soggettività nel giudizio, dall’altra rischia di essere scambiata per una disciplina che nulla a che fare con il bodybuilding, quando nella mia visione, e non solo mia, non è affatto così. D.: Agnese quando abbiamo fatto l’intervista di cui sopra eri ancora una Bikini Fitness amatoriale, nel tempo trascorso fino alla pubblicazione hai conquistato il tesserino da professionista in occasione del Ludus Maximus 2011. Vuoi raccontarci un po’ come ti senti nella veste di neoPRO? Beh, potete immaginare, per me è stata un’emozione grandissima, la realizzazione di un sogno e la possibilità di andarmi a confrontare con quelle atlete che normalmente guardo nei video e nelle foto qui da casa mia, e molte delle quali adesso sono anche mie “compagne di squadra”. È una cosa che mi riempie di entusiasmo e di stimoli nuovi, so di non potermi aspettare molto a livello di risultati, perché, ammesso di avere tutti i requisiti fisici e di presenza richiesti, in America il fitness è una grossa industria e per entrare nei loro meccanismi bisognerebbe vivere lì, ma darò comunque il massimo e per me sarà una vittoria già riguardare le mie foto di gara e giudicarmi all’altezza di quei palchi e di quelle atlete che ho sempre guardato con immensa ammirazione. Per contattare Agnese Russo per esibizioni e seminari: www.agneserusso.com, e-mail: info@agneserusso.com. Agnese Russo è creatice della linea di costumi da gara, maschili e femminili, ANGEL SUITS. Il sito è www.angelsuits.com, l’e-mail: info@angelsuits.com.
BIKINI
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Model: Agnese Russo
usso nese R g A : l Mode
Model: Alex Z u
ccaro
Shoes • Jewelry • Men’s & Women’s Posing Suits
www.angelsuits.com Competition Suits & Accessories for Fitness & Bodybuilding
IFBB is FITNESS
Modella Monica Santamaria, azzurra Fitness con routine ď‚&#x; Foto di Luca Alfieri L. A. Design
DISCIPLINA fare quello che sai
deve essere fatto anche se non ne hai
voglia, tempo, modo o energie.
Non mi alleno
DURO perché odio
il mio corpo Mi alleno
DURO lo amo perché
Modella Monica Santamaria Foto di Luca Alfieri L. A. Design
I PERDENTI vedono BARRIERE
DOVE
I CAMPIONI vedono OSTACOLI DA SCAVALCARE
Modella Monica Santamaria ď‚&#x; Foto di Luca Alfieri L. A. Design
FITNESS non è tanto
raggiungere la vettta
MA
viverNe
lo stile di VITA.
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IL CLASSIC BODYBUILDING
DOPO 6 ANNI
Steve Reeves: l’ideale per il Classic Bodybuilding
UN PO’ DI STORIA La IFBB ha introdotto il Classic Bodybuilding maschile nel 2006. La disciplina fu riconosciuta dal Congresso Internazionale di Shangai, in Cina, nel novembre 2005 con l’introduzione ufficiale nel calendario delle gare 2006. Le regole furono preparate dal Comitato Giudici per iniziare con le gare. Come al solito, le prime competizioni furono i campionati nazionali della primavera nelle nazioni europee, seguite dagli Europei di Bratislava, in Slovacchia.
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Jerzy Pisulski (campione mondiale e vincitore Arnold Amateur)
Le proporzioni classiche di Steve Reeves.
Il vero inizio era avvenuto molto prima. L’intera idea era nata in Europa e discussa alle numerose riunioni dell’EBFF proprio all’inizio del nuovo secolo, dopo le celebrazioni del 2000. Infine, il Presidente della Federazione italiana, Benedetto Mondello, preparò uno studio del rapporto peso/altezza nelle categorie maschili e lo presentò alla riunione dell’esecutivo EBFF al Caprici Verd Hotel di Santa Susanna, in Spagna, nel settembre 2004. Dopo questa presentazione e relativa discussione, gran parte dei partecipanti capii che il concetto era suffici-
entemente interessante da essere continuato e sviluppato nei dettagli. Subito a quel congresso venne accettata l’ossatura delle regole generali, comprese le tre categorie d’altezza: 170 cm, 178 cm e sopra 178 cm. Ma il primo nome che si intendeva dare a questo sport era… Bodyfitness maschile! E con questo nome rimase fino al 2007. Al termine del 2004 furono terminate le regole dettagliate e i primi atleti, i pionieri della disciplina, seppero come preparare il proprio fisico per la prima gara. A seguito di un suggerimento del
di Andrew Michalak
Presidente IFBB Rafael Santonja, fu deciso di svolgere la gara di prova in Europa e poi, in caso positivo, proporre l’idea a tutto il mondo durante il Congresso internazionale. Naturalmente la migliore occasione per la prova, davanti all’intera Europa, erano gli Europei 2005 di Brasov, Romania. E così fu! Undici pionieri in rappresentanza di 10 nazioni arrivano a Brasov per darsi battaglia in
maschile”. Gli atleti non si sentivano Bodyfitness o Fitness. In effetti questa nuova disciplina si è evoluta rapidamente verso il Bodybuilding, non il Bodyfitness, con l’eccezione dei quarti di giro eseguiti all’inizio del pregara (ma solo in quella fase). E quello è l’unico elemento che rimane del Bodyfitness. Il resto è Bodybuilding puro. L’inaugurazione ufficiale, con il nome già mutato in “Classic
l’ottima genetica, rimanendo un atleta di belle speranze. La disciplina era comunque ancora limitata all’Europa, con bodybuilder europei. Il vero esordio nel mondo avvenne a Ostrava, nella Repubblica Ceca, ai Mondiali maschili 2006. Il numero di partecipanti del Classic Bodybuilding salì a 50 ma erano soprattutto europei, con alcuni dal Canada, Sud Africa e Portorico. Il mondo stava ancora a
I PRIMI CAMPIONI DELLA STORIA DI CLASSIC BODYBUILDING (Europei 2006) Foto di Pawel Kleineder
Petr Havlik (170 cm)
Andrej Hlinka (178 cm)
Lubos Malinak (+178 cm )
un’unica categoria. Lubos Malinak (Slovacchia) vinse questa gara di prova, davanti a Marcin Lopucki (Polonia) e Imre Vahi (Estonia). Le prime impressioni dell’esperienza furono positive, quindi il Presidente IFBB decise di presentare l’idea al Congresso IFBB di Shangai, in Cina, affinché i delegati ne ratificassero l’inaugurazione ufficiale. Nel frattempo era iniziata una grossa discussione sul nome da dare a questa nuova disciplina sportiva. I giudici di svariate nazioni riferirono che ai concorrenti non piaceva il nome “Bodyfitness
Bodybuilding”, avvenne agli Europei 2006 di Bratislava, in Slovacchia. Il numero di concorrenti salì a 39, distribuiti in tre classi d’altezza. I vincitori furono Petr Havlik (fino 170 cm), Andrej Hlinka (fino 178 cm) e Lubos Malinak (sopra 178 cm). L’assoluto non fu disputato ma il concorrente più notevole era senza dubbio Andrej Hlinka. Molti hanno confrontato il suo bellissimo fisico con proporzioni eccellenti a quello del leggendario Steve Reeves. Ma Hlinka, essendo tanto dotato per natura, non è progredito e non ha sfruttato il suo potenziale e
vedere, aspettando. Comunque emersero nuovi campioni che soppiantarono quelli europei di Bratislava. Queste nuove star, appena all’esordio di Ostrava, erano: Joel Carlos Scheek (Olanda, fino 170 cm); Luca Iacobucci (Italia, fino 178 cm) e Vjacheslav Vinogradov (Repubblica Ceca, oltre 178 cm). Iacobucci venne dichiarato vincitore assoluto. Era visibile che la concorrenza adesso era più agguerrita e la qualità dei campioni superiore. Continua
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SENIORS&MASTERS CLASSICBODYBUILDING CLASSI D’ALTEZZA e corrispondenti TOLLERANZE (sopra 23 anni)
Fino a 168 cm Peso corporeo massimo [kg] = (Altezza [cm] – 100) + 0 kg Fino a 171 cm Peso corporeo massimo [kg] = (Altezza [cm] – 100) + 2 kg Fino a 175 cm Peso corporeo massimo [kg] = (Altezza [cm] – 100) + 4 kg Fino a 180 cm Peso corporeo massimo [kg] = (Altezza [cm] – 100) + 6 kg Oltre 180 cm Per concorrenti da 180,1 cm a 190 cm: Peso corporeo massimo [kg] = (Altezza [cm] – 100) + 8 [kg] Per concorrenti da 190,1 a 198 cm: Peso corporeo massimo [kg] = (Altezza [cm] – 100) + 9 [kg] Per concorrenti oltre 198 cm: Peso corporeo massimo [kg] = (Altezza [cm] – 100) + 10 [kg]
JUNIORS CLASSICBODYBUILDING CLASSI D’ALTEZZA e corrispondenti TOLLERANZE (fino a 23 anni) Fino a 168 cm Peso corporeo massimo [kg] = (Altezza [cm] – 100) + 0 kg Fino a 171 cm Peso corporeo massimo [kg] = (Altezza [cm] – 100) + 1 kg Fino a 175 cm Peso corporeo massimo [kg] = (Altezza [cm] – 100) + 2 kg Fino a 180 cm Peso corporeo massimo [kg] = (Altezza [cm] – 100) + 3 kg Oltre 180 cm Per concorrenti da 180,1 cm a 190 cm: Peso corporeo massimo [kg] = (Altezza [cm] – 100) + 4 [kg] Per concorrenti da 190,1 cm a 198 cm: Peso corporeo massimo [kg] = (Altezza [cm] – 100) + 4,5 [kg] Per concorrenti oltre 198 cm: Peso corporeo massimo [kg] = (Altezza [cm] – 100) + 5 [kg]
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Tenendo conto dei cambiamenti in quantità e qualità, il Presidente IFBB convinse l’Esecutivo ad organizzare i Mondiali di Classic Bodybuilding come evento separato e non abbinato ai Mondiali maschili. Una buona mossa perché se il Classic Bodybuilding era disputato insieme al Bodybuilding “estremo”, sarebbe stato considerato come una versione con atleti “piccoli”. Nessuno separa la due versioni del Bodybuilding a livello nazionale e continentale ma dal 2007 in avanti ci sono stati due Mondiali distinti. Inoltre ci furono altri cambiamenti. Per rendere l’evento più grande e attrarre un numero maggiore di appassionati del settore, il Dr. Rafael Santonja propose di creare la IFBB Fitness Cup e abbinare le competizioni. L’altra buona idea fu quella di dare alle donne Fitness e Bodyfitness un’altra importante gara internazionale a distanza di due mesi dal Mondiale e quindi offrire loro la possibilità di “vendetta” e una migliore promozione personale. Dovrebbe essere detto che il primo titolo mondiale Classic Bodybuilding Junior andò all’ungherese Tamas Simon. A quei tempi le categorie del Classic Bodybuilding erano aperte solo agli uomini senza distinzione d’età e agli juniores. Non c’erano Master né donne. Nel 2007 accaddero due cose importanti nella storia del Classic Bodybuilding: entrarono in scena Russia e Sud America. Agli Europei di Baku, in Azerbaijan, la Russia portò il proprio team nazionale per la prima volta con due atleti molto promettenti: Roman Plachinta (vincitore sopra 178 cm) e Aleksander Denisenko (secnodo fino a 178 cm). L’altra star era svizzera: Parfait-Aime Konstedt. Questi era stato un bodybuilder tradizionale per anni ma senza riuscire a fare bene. La nuova disciplina gli sembrò perfetta: vinse il titolo continentale al primo tentativo e questo fu solo il primo di una lunga serie di eccellenti risultati. Il Classic Bodybuilding fu introdotto anche nel programma dei Campionati Sudamericani a Quito, Ecuador, nel 2007, con un’unica classe Open. Il primo posto andò a Leonardo Zuniga (Ecuador). Il primo Mondiale di Classic
IL CLASSIC BODYBUILDING
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Bodybuilding a sé stante fu organizzato nel 2007 nella località balneare spagnola di Playa d’Aro. Furono implementate le nuove classi: 170 cm, 175 cm, 180 cm e oltre 180 cm. Quei campionati furono dominati dagli atleti italiani
Seok Yang (entrambi della Corea del Sud), Josef Furin (Repubblica ceca), Andrey Zamyatin (Russia), Murat Demir (Germania), Miquel Perez (Spagna), Jerzy Pisulski (Polonia), Mahmut Irmak (Turchia), Asghar Abaei (Iran). Que-
un numero crescente di nazioni si sarebbe unito a loro presentando i propri campioni di Classic Bodybuilding. In riferimento al Nord America, sembra che il 2011 abbia segnato uno spartiacque perché il Classic Bodybuilding fu introdot-
I PRIMI CAMPIONI MONDIALI DELLA STORIA DI CLASSIC BODYBUILDING (Mondiali 2006) Foto di Pawel Kleineder
Joel Carlos Scheek (170 cm)
i quali vinsero due titoli mondiali: Luigi Di Carlo (fino 170 cm) e Luca Iacobucci (fino 175 cm). Le altre due medaglie d’oro andarono alla Russia (Roman Plachinta) e alla Svizzera (Parfait-Aime Konstedt), i quali difesero con onore i propri titoli. Negli anni successivi i Mondiali di Classic Bodybuilding furono organizzati con regolarità, presentando al mondo nuove eccellenti star, con fisici e linee quasi perfette: Woo Hyun Noh e Yeon
Luca Iacobucci (178 cm e assoluto)
sto dimostra che il Classic Bodybuilding è diventato popolare in un numero crescente di nazioni in ogni angolo del mondo; in ogni caso due importanti e vasti continenti nella mappa mondiale del Bodybuilding, l’Asia e il Nord America, osservavano questa disciplina da distante con scetticismo. In Asia esistevano due “super potenze” del Classic Bodybuilding: la Corea del Sud e l’Iran. C’era da aspettarsi che, gradualmente,
Vjacheslav Vinogradov (+178 cm)
to all’Arnold Amateur ed è stata la prima gara di Classic Bodybuilding in America, con i primi pionieri USA come Chantha Yun o Tony Roberts. Aggiungendo la partecipazione di Classic Bodybuilder dall’Australia e dalla Nuova Zelanda, come anche dal Sud Africa e dell’Egitto, possiamo dire che il seme del Classic Bodybuilding è stato piantato in tutti i continenti e adesso possiamo solo stare a vedere quanto diventerà rigoglioso. Continua
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Tamas Tabaciar, campione europeo assoluto 2010, premiato dal Presidente IFBB Rafael Santonja.
L’IDEA L’idea generale era quella di creare una nuova disciplina sportiva per la cultura fisica maschile, basata sui seguenti criteri: Fisico muscoloso e atletico. Minore massa muscolare in generale rispetto ai bodybuilder tradizionali. Capacità atletica mostrata in una routine da bodybuilder. I sostenitori del Classic Bodybuilding cercarono di convincere la IFBB (e hanno avuto successo!) che questo sport risponde alla crescente richiesta, in tutto il mondo, di competizioni maschili per chi
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preferisce, a differenza dei bodybuilder tradizionali, sviluppare una massa muscolare minore, rimanendo comunque atletico ed esteticamente gradevole. Può essere detto che è una perfetta opzione per i cosiddetti “hardgainer” e per altri atleti i quali, per qualche motivo (genetica o attitudine personale alla cultura fisica), non vogliono arrivare ad uno sviluppo muscolare estremo. Scrivendo i principi del Classic Bodybuilding, l’IFB ha evitato un serio problema che ha accompagnato il Bodyfitness femminile fin dal suo inizio: la mancanza di una routine di pose! Comunque il Bodyfitness femminile nacque in circostante diverse, piuttosto come un’alternativa al fitness femminile invece che al bodybuilding femminile e l’idea di base era creare la possibilità di gareggiare per donne prive delle capacità di
una ginnasta. Il secondo principio era quello di essere (molto) meno muscolare del bodybuilding femminile ma questo “meno” non è mai stato definito da limiti di altezza o peso ed è stabilito “approssimativamente” dai giudici, comportando altri problemi. Dunque, nel Classic Bodybuilding due “inconvenienti” del Bodyfitness furono evitati durante la creazione del Classic Bodybuilding: la routine di pose fu introdotta e vennero stabiliti i limiti di peso e altezza. Questa disciplina possiede così regole chiare ed è facile giudicarla. Fin dall’inizio fu lampante che se lo sviluppo muscolare è limitato, i bodybuilder si concentreranno a portare la migliore qualità muscolare, densità e definizione. Questo era interessante. Proprio all’inizio alcuni atleti provarono a eseguire routine artistiche, differenti da quelle del Bodybuilding. Le loro routine erano fluide, più dinamiche, con alcuni passi di danza ed elementi teatrali. Alle volte erano inclusi anche semplici prove del fitness. Questi atleti cercavano proprio di mostrare qualcosa di differente dal Bodybuilding tradizionale. Quelli furono i primi trend ma poi lo stile tradizionale delle routine di bodybuilding cominciò a dominare, quindi oggi non esistono differenze particolari tra routine di Bodybuilding e di Classic Bodybuilding. La procedura di gara è quasi la stessa del Bodybuilding:
Round Eliminatorio
Eseguito quando in una categoria ci sono più di 15 atleti. I concorrenti effettuano quattro pose obbligatorie in gruppi non maggiori di cinque. Queste pose sono: doppi bicipiti frontali, espansione toracica, doppi bicipiti di schiena, addominali e gambe. Questo round serve per selezionare i primi quindici che passano alle semifinali. I giudici selezionano gli atleti mettendo una X accanto al numero. Non sono assegnate posizioni precise.
Round 1
I primi 15 atleti sono “esaminati” dai giudici con maggiore attenzione. Per prima cosa eseguono, cinque a cinque, le semirilassate e le quattro pose obbligatorie. Poi i confronti proposti dalla giuria sono chiamati Continua
GALLERIA DEI MIGLIORI CLASSIC BODYBUILDER NEL PRIMO LUSTRO DI STORIA DI QUESTA DISCIPLINA
Il primo campione mondiale Master Classic Bodybuilding: Frank Vallee.
Il campione mondiale 2009 (175 cm): Josef Furin.
Il primo campione mondiale non europeo: Woo-Hyun Noh (Corea).
Andrej Varga
Imre Vahi
Murat Demir (Assoluto Europei e Amateur Olympia).
Vincitore Arnold Amateur e Amateur Olympia 2011: Mariusz Balazinski.
Vincitore Sud America e Arnold Amateur: Jesus Britos.
Il campione assoluto 2008 Aleksander Denisenko.
Due titoli: campione mondiale 2010 di Bodybuilding e di Classic Bodybuilding Mahmut Irmak.
Campione europeo e vicecampione mondiale: Miguel Angel Perez.
La perfetta qualitĂ muscolare del campione mondiale 2009 Andrey Zamyatin.
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ma questa volta gli atleti effettuano tutte le sette pose obbligatorie. Lo scopo di questo round è selezionare i primi sei finalisti e decidere le posizioni precise dal settimo al quindicesimo.
Round 2
Questo è il primo e più importante round delle finali, perché il subtotale è moltiplicato per 2. Durante questo round i sei finalisti eseguono le sette pose obbligatorie due volte, in un ordine diverso di concorrenti. Al termine del round eseguono un posedown di 60 secondi, non valutato. Poiché tutti gli atleti iniziano questo round con i punti azzerati, la battaglia inizia da capo e decide chi vince le medaglie.
Round 3
Routine di pose libere. Segue immediatamente il Round 2 di ogni categoria. I concorrenti hanno in più la possibilità di mostrare il proprio fisico in maniera diversa, anche con pose non obbligatorie, su una base musicale di propria scelta (60 secondi). I giudici valutano la muscolosità oltre al valore artistico della routine. I subtotali del Round 2 e Round 3 sono sommati e il punteggio totale decide chi vince le medaglie e le posizioni degli altri finalisti.
FISICI PERFETTI? I sostenitori di questa disciplina citano spesso i bodybuilder leggendari del passato, come Steve Reeves, Frank Zane, Bob Paris, Lee Labrada, Francis Benfatto e altri, considerandoli esempi illustri di proporzioni corporee e di un fisico bello esteticamente, all’opposto degli attuali “mostri di massa” odierni, soprattutto nel settore professionistico. Il fisico di Reeves era considerato uno dei più perfetti e proporzionati di ogni tempo. David Robson ha scritto su www. bodybuilding.com: “Molti ritengono che il suo fisico [di Reeves] rappresenti come debba essere il fisico nel bodybuilding: senza difetti e bello. Le sue misure (braccio, polpaccio e collo pari a 47 cm) erano considerate la pietra di paragone della simmetria e delle proporzioni. La sua filosofia consisteva nel mantenere le proporzioni. Reeves credeva che la propria altezza rappresentasse il limite su cui stipare la massa muscolare. La sua principale filosofia
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Campioni Mondiali IFBB Classic Bodybuilding 2006-2011
2006
(Ostrava, Repubblica Ceca) 170 cm: Joel Carlos Scheek (Olanda) 178 cm: Luca Iacobucci (Italia) +178 cm: Vjacheslav Vinogradov (Repubblica Ceca)
2007
(Playa d’Aro, 170 cm: 175 cm: 180 cm: +180 cm:
2008
(Kaliningrad, Russia) 170 cm: Vladimir Kambarov (Russia) 175 cm: Vadzim Andreichyk (Bielorussia) 180 cm: Aleksander Denisenko (Russia) +180 cm: Roman Plachinta (Russia)
2009
(Alcala de Henarez, Spain) 170 cm: Woo-Hyun Noh (Corea) 175 cm: Josef Furin (Repubblica Ceca) 180 cm: Aleksander Denisenko (Russia) +180 cm: Andrey Zamyatin (Russia)
2010
(Budapest, Hungary) 168 cm: Mahmut Irmak (Turchia) 171 cm: Yeon-Seok Yang (Corea) 175 cm: Konstantin Zakharov (Russia) 180 cm: Michal Sitter (Repubblica Ceca) +180 cm: Jerzy Pisulski (Polonia)
2011
(Tallinn, Estonia) 168 cm: Tomas Lucak (Repubblica Ceca) 171 cm: Kostantin Paskalev (Bulgaria) 175 cm: Myung Sub Kim (Corea) 180 cm: Taavi Koovit (Estonia) +180 cm: Jerzy Pisulski (Polonia)
Spain) Luigi di Carlo (Italia) Luca Iacobucci (Italia) Parfait-Aime Konstedt (Svizzera) Roman Plachinta (Russia)
Il campione mondiale Mahmut Irmak (a sinistra) e Jae-Wan Park, medaglia di bronzo.
IL CLASSIC BODYBUILDING
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consisteva nel mantenere il peso corporeo relativo alla massa magra entro limiti accettabili per evitare di sciupare la propria naturale simmetria”. La medesima filosofia è alla base del Classic Bodybuilding per volere dei suoi entusiasti e fautori nella IFBB. Hanno ottenuto ciò che si proponevano? Steve Reeves propose il fisico perfetto nel 1960 in base alle sue stesse misure estrapolate per varie altezze: Altezza
Peso
164,5 cm
72,6 kg
167,0 cm
74,9 kg
169,6 cm
77,2 kg
172,1 cm
79,5 kg
174,7 cm
81,7 kg
177,2 cm
84,0 kg
179,8 cm
86,3 kg
182,4 cm
90,8 kg
184,9 cm
95,3 kg
187,5 cm
99,9 kg
190,0 cm
104,4 kg
192,6 cm
108,9 kg
195,1 cm
113,5 kg
Mentre questi sono i parametri di alcuni campioni di Classic Bodybuilding:
la loro importanza anche i volumi dei vari gruppi muscolari. Il segreto del meraviglioso fisico di Steve Reeves era il punto vita estremamente piccolo (74 cm) rispetto al torace ampio e ai dorsali larghi (132 cm). Anche secondo il suo modello di fisico ideale, egli avrebbe dovuto avere un punto vita di 83 cm. Tale era la sua grande genetica per la cultura fisica e per questo lo ricordiamo e ammiriamo dopo tanti anni. L’attuale campione mondiale di Classic Bodybuilding (sopra 180 cm) e vincitore dell’assoluto 2011 dell’Arnold Amateur, Jerzy Pisulski (famoso per le proporzioni perfette e per un punto vita stretto), al top della forma aveva queste misure: vita 79 cm, petto 129 cm. Non male ma non bene quanto Reeves. Adesso, con la crescente popolarità del Classic Bodybuilding, le possibilità di trovare il prossimo Steve Reeves sono molto più alte. Occorre solo sapere aspettare…
Mahmut Irmak
168 cm
67,1 kg
Yeon-Seok Yang
170 cm
72,5 kg
Konstantin Zakharov
172 cm
73,0 kg
Michal Sitter
178 cm
83,6 kg
Demir Murat
180 cm
85,4 kg
Jerzy Pisulski
182 cm
87,2 kg
Igor Gostiunin
183 cm
90,5 kg
Lubos Malinak
187 cm
94,0 kg
Peter Porczi
190 cm
98,0 kg
Jos de Graaf
197 cm
106,0 kg
Potete vedere che soltanto nel range tra 178 e 183 cm i Classic Bodybuilder sono vicini al modello ideale di Reeves. Al di là di quel range, sono molto più leggeri. Ma non solo il rapporto peso-altezza, limitato, influenza l’aspetto estetico generale e le linee corporeo. Hanno
Steve Reeves: l’eterna bellezza delle proporzioni muscolari.
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Intervista di Rossella Pruneti a Luca Iacobucci
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ORA, ALLORA E POI Parla il 1° campione nella storia MONDIALE del Classic Bodybuilding
Io c’ero. Era Opava, Repubblica Ceca, anno 2006. Giudicavo per la prima volta come giudice internazionale e nasceva il Classic Bodybuilding. Il prototipo perfetto veniva per l’appunto dalla mia terra, l’Italia, dove si coltivava una più che decennale tradizione di culturisti altezza-peso. Così entrammo nell’Albo d’Oro della Storia (con la S maiuscola) della IFBB mondiale. E ci entrammo con lui: Luca Iacobucci, vincitore di categoria e dell’assoluto Classic Bodybuilding. ALLORA
ORA
D.: Il ricordo più bello della vittoria nel 2006? R.: Il ricordo più bello del 2006 è proprio l’inaspettata vincita. Essendo il primo anno in cui la IFBB introdusse i Classic Bodybuilder non avevo idea di quale livello di preparazione avrei trovato. Anche se in fondo coltivavo il sogno di vittoria, la reputavo improbabile. D.: Mentre ti allenavi per partecipare a quella gara, pensavi che il tuo fisico fosse il perfetto prototipo del Classic Bodybuilding? R.: Non penso di essere il prototipo perfetto di Classic Bodybuilder ma quando riesco a portare il mio corpo al mio massimo sono almeno sicuro di non avere rimpianti. Durante gli allenamenti in preparazione ad eventi agonistici importanti cerco di dare più che me stesso, cerco non solo di "spremermi" tanto a livello fisico dando veramente tutto, ma anche di visualizzare l'obiettivo a livello mentale. Non sono il primo e non sarò di certo l'ultima persona ad affermare che vi è una connessione mente/corpo. Attraverso essa si può giungere al proprio 100%. D.: Hai partecipato al primo mondiale di Classic Bodybuilding e con questo avevi pochi punti di riferimento cui ispirarti. Oppure si? R.: Non avevo punti di riferimento, sapevo solo che dovevo cercare di portare sul palco il massimo che riuscivo a esprimere fisicamente.
D.: Come trovi il Classic Bodybuilding a sei anni dal suo inizio? Ti ha deluso o ti ha sorpreso in senso positivo? Sei d’accordo con gli attuali modelli proposti (con i campioni di categoria attuali, ecc.) oppure sono stati scelti fisici che senti lontani da quelli dell’inizio? R.: Mi sembra di aver notato un cambiamento in questi sei anni di Classic Bodybuilding: la tendenza a utilizzare gli stessi parametri di giudizio della categoria Body Building, mettendo al primo posto i volumi muscolari e al secondo la definizione. Ma questo non farà altro che togliere identità a una categoria alla quale serve una distinzione propria. D.: Se dovessi consigliare ad un tuo allievo tra bodybuilding e classic bodybuilding, quale dei due consiglieresti? La scelta dipende dal fisico geneticamente predeterminato della persona, dalla sua mente o da altre considerazioni? R.: Se dovessi consigliare a un mio allievo in quale categoria cimentarsi lo farei tenendo presente l'attitudine fisica alla quale può giungere ai migliori risultati. D.: Il Classic Bodybuilding può essere uno stile di vita oppure è solo un’impegnativa disciplina agonistica? R.: Il Classic Bodybuilding è uno stile di vita, come del resto tutte le altre categorie di Bodybuilding, il nutrirsi con rigore, gli allenamenti estenuanti e il coltivare il
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proprio sapere sono alimentati dalla passione che lega ogni atleta della nostra amata disciplina. D.: Hai o hai avuto difficoltà a spiegare alle persone cosa sia il Classic Bodybuilding? R.: Quando persone estranee al nostro mondo mi chiedono cosa sia la categoria Classic Bodybuilding noto in loro una certa approvazione quando spiego che vi è una proporzione tra altezza e peso e che questo parametro garantisce in qualche modo una certa armonia senza esasperazioni. Vorrei puntualizzare però a chi si esprime in categorie di peso che io amo il Bodybuilding in tutte le sue espressioni. POI D.: Luca Iacobucci tornerà sui palchi internazionali di Classic Bodybuilding? R.: Mi piacerebbe molto ritornare e rimettermi in gioco su di un palco internazionale. C'è da dire che ora, a differenza di anni fa, ho un'attività che mi impegna molto, una palestra e una splendida famiglia con due figli: un maschio di 2 anni Ruben ed una femminuccia Linda Shopie di 4 mesi. Mia moglie è la campionessa mondiale Master IFBB Barbara Panarese. Il tempo per allenarmi c'è sempre... e chissà, forse un giorno... Nella pagina accanto, foto a sinistra e in basso a destra Luca durante lo storico Mondiale 2006; nella foto a destra in alto con la moglie Barbara Panarese, campionessa Mondiale Master Bodyfitness 2007.
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uest’Italia che portò all’attenQ zione dell’Esecutivo mondiale IFBB la necessità di creare il Clas-
sic Bodybuilding, che già aveva siglato il primo vincitore assoluto della storia del Mondiale con Luca Iacobucci, era destinata a fare scuola in USA. Nel 2011 l’Arnold Classic Amateur apre le porte alla disciplina, ma gli azzurri non partecipano. Guardando i pochi atleti, ma soprattutto il loro livello, ho la certezza che i nostri altezza peso qui hanno molto da mostrare. Ho sostenuto tenacemente l’idea di inviare i nostri migliori e il progetto si attualizza con la selezione di Alessandro Galli durante la Notte dei Campioni 2011. Alessandro vola a Columbus e, nelle sue stesse parole: "Faccio quasi fatica a crederci... a credere ad una vittoria cosi prestigiosa, nella terra del body building, a casa del mito del body building, in un contesto unico al mondo, ero già stato a vedere l'Arnold Classic, a vedere il Mr O. ma essere uno dei protagonisti, vincitore e doppiamente vincitore con l'assoluto, Overall come dicono loro, è stato fantastico e lo è ancora più dopo qualche giorno perché sto realizzando. Numerosissimi consensi qui in Italia al rientro, numerosissimi consensi subito dopo la gara con un interesse da parte dai media, degli organizzatori, degli altri atleti che in Italia nemmeno possiamo sognarci. Due giorni dopo la gara sono andato in compagnia di Benagli ad allenarmi in una palestra in centro a Columbus, spettacolo e adrenalina allo stato puro, tutti concentrati sull'allenamento, tutti grossi veramente grossi al punto che mi sentivo un modello in un posedown improvvisato durante l'allenamento ho ricevuto grandi complimenti da tutti, il gluteo striato ha fatto colpo, agli Americani piacciono le cose esagerate e seppur con almeno 2030 kg di muscoli in meno della maggior parte di quelli che c'erano li, mi facevano sentire protagonista, sensazioni bellissime per noi bodybuilder. che vanno oltre la vittoria o il palco.” Per ironia o, forse, perché la perfezione nasce dall’unione del meglio, dalla scuola italiana e da quella americana, Alex è allenato dall’unico coach italiano che parla
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USA: Gabriele Trapani. “Un enorme ringraziamento a chi mi ha guidato in quest'avventura e che mi guida da oltre 2 anni, colui che puntualmente ogni settimana e ripeto ogni settimana mi manda un nuovo workout, colui che mi da morale spiegazioni e sostegno per dare sempre il 100%. Grande Doc. Gabri come lo chiamano negli States. Grazie.” E adesso, dopo 6 anni, possiamo tirare le somme di questo Classic Bodybuilding. Questa volta l’Italia non ha debito o disavanzo, ma solo utile e merito.
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di Rossella Pruneti con Alex Galli “Per ironia della sorte, Alex è allenato dall’unico coach italiano che parla USA: Gabriele Trapani.”
MEN’S CLASSIC BODYBUILDING 1° assoluto ALESSANDRO GALLI
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lla 27° edizione dei A Giochi del Mediterraneo IFBB, Malta, 28 - 30
ottobre 2011, l’azzurro Daniele Ciotoli vince la categoria open del Classic Bodybuilding. Il suo orgoglio, la sua emozione, la sua splendida forma fisica sono ripresentati in questa manciata di domande e soprattutto nel bellissimo video che vi invitiamo a guardare senz’altro. D.: Raccontaci dal momento più "intenso": le sensazioni durante la premiazione. R.: Quei momenti sono scolpiti nella mia mente…sono stati attimi bellissimi, densi di emozioni. Come succede nei film ho rivissuto in quel momento tante cose che mi sono successe durante la mia preparazione. Ho incontrato tante difficoltà nel mio percorso. A volte, quando lo sconforto prendeva il sopravvento, avevo pensato di mollare. Ma non ho mollato e come nei bei film c’è stato il lieto fine: la vittoria! Mentre suonava l’inno italiano i miei occhi hanno incrociato quelli di mio fratello, la persona più importante nella mia vita, e quelli del mio amico Valentino. Loro non mi hanno mai lasciato solo. Non sono riuscito a trattenere le lacrime….ce l’avevo fatta ed ero orgoglioso di me stesso e felice di avere delle persone così speciali al mio fianco! D.: Tornando indietro, cosa ti aspettavi e come ti immaginavi questa trasferta internazionale? R.: Sinceramente ero partito un po’ prevenuto. Pensavo di incontrare persone più concentrate su se stesse che interessate a stabilire rapporti interpersonali con i compagni di squadra. Mi sono ricreduto dopo cinque minuti dal mio arrivo all’aeroporto
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Intervista di Rossella Pruneti a Daniele Ciotoli “Orgoglioso di aver fatto suonare l’inno italiano sul palco di Malta e di aver portato l’oro alla famiglia IFBB!”
di Malta. Ho conosciuto persone fantastiche e sono nate amicizie che tutt’ora continuano! Il mio ringraziamento più grande va ad Alex Balestri, delegato della nazionale italiana IFBB. Non dimenticherò mai le lunghe chiacchierate fatte con lui… davvero una persona speciale! D.: Le sensazioni di una gara internazionale sono uniche. Cercherai di tornare a gareggiare all'estero? R.: Non ho alle spalle così tante gare ma ho avuto la fortuna di entrare molto presto nella nazionale IFBB, di gareggiare e di vincere una gara internazionale. Spero davvero di poter ripetere l’esperienza e di tornare ad ascoltare l’inno italiano sul gradino più alto del podio! D.: Quanto ti ha aiutato l'essere stato nel team e che spirito di collaborazione c'era tra di voi? R.: Come già detto, ho legato subito con i miei compagni di squadra. Ci siamo aiutati e supportati a vicenda. Nei momenti di relax siamo stati un vero gruppo. Questa coesione mi ha fatto vivere l’esperienza nel migliore dei modi. D.: Oggi, quando ti alleni, pensi a quella medaglia d'oro e ad aggiungerne presto un'altra? R.: Penso che capiti a tutti di avere dei giorni in cui lo stimolo ad allenarsi scende. In quei giorni penso a quella medaglia, alle emozioni che mi ha regalato e subito dentro di me sale la motivazione. In questo modo riesco a portare a casa un allenamento di alto livello! Per me è e sarà sempre una grande fonte di motivazione che mi spinge ad impegnarmi, allenamento dopo allenamento, per raggiungere presto altre grandi soddisfazioni! Nella foto in alto con il giudice Alex Balestri durante la premiazione; un fotogramma del video e nella foto grande Daniele con la medaglia d’oro.
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Master & ANTI-AGING a IFBB ha appena inL trodotto una nuova categoria di bodybuil-
va classe. Vera aveva partecipato ai Campionati Mondiali Masters del 1987 a Giessen, in Germania, e in molti altri eventi. ding, a partire dai Mon- Osservando l’elenco dei concordiali Junior e Master renti da Mondiali Master dell’an2011 che si tengono a no scorso possiamo vedere quanSanta Susanna: over 65! ti atleti hanno compiuto 65 anni quest’anno. I possibili parteciCome possiamo vedere, le ca- panti della classe over 65 sono tegorie Master si sono amplia- quindi: te gradualmente nella IFBB. Il Bodybuilding Master fu inaugu- Manuel Valbuena (Spagna), rato a livello mondiale nel 1985 Esmat Sadek (Egitto), agli IFBB World Juniors and Ma- Rafael Vera (Spagna), sters Championships di Sydney, Shigeru Ihara (Giappone), in Australia. Al tempo fu inclusa Bernard Cooper (Inghilterra), solo una categoria: over 35. Il Adolf Hopf (Germania), primo titolo mondiale Master fu Thomas Heffner (Canada), vinto dal tedesco Karl Becker. Al Hans Neubauer (Germania), terzo posto arrivò il famoso e an- Bohumil Divilek (Rep. Ceca), cora attivo come agonista Jose Hossein Javeddani (Iran), Donato, giudice spagnolo. Erano Frantisek Zalesak (Rep. Ceca), solo tre anni dopo il primo Cam- Piotr Puchniarz (Polonia), pionato Mondiale IFBB Juniores. Karl Kainrath (Austria). Gli appassionati di bodybuilding apprenderanno con interesse che Oltre una dozzina, e magari ne a quel campionato di Sydney i arriveranno altri. Agli Europei Matitoli degli juniores andarono a ster di quest’anno ha gareggiato Anja Langer e Shawn Ray. Pochi Mario Rolleri, 75 anni, dall’Italia, anni dopo diventarono entrambi nella classe over 60 insieme ad professionisti e si piazzarono se- atleti che erano 15 anni più giovani di lui. condi all’Olympia. L’anno successivo, ai Mondiali Ci vediamo a Santa Susanna, su1986 di Rüsselsheim, in Germa- per Masters! nia, il limite d’età della categoria Master fu portato a 40 anni e inserite due classi di peso: fino a 80 kg e sopra 80 kg. Si trattava di quei cambiamenti epocali della IFBB che accadono ogni decennio. Ai Campiona- Foto IFBB Press Commission: ti Mondiali 1996 di Katowice, in Polonia, venne introdotta un’altra Sopra: la passione è forte ad ogni età. Agli classe d’età: sopra i 50 anni. Il Europei 2010 di Donetsk, Ucraina, il cameuropeo Manuel Valbuena riceve un bodybuilder turco Riza Batur vin- pione mazzo di fiori e un bacio da una ammiratrise il titolo,. ce. Nel 2006, ad Agrigento, in Italia, la classe d’età 40-49 anni fu di- In fondo a sinistra: agli Europei 2011, i vinoltre 60 anni (da sinistra): Manuel visa in quattro classi di peso: 70 citori Valbuena (67), Bernard Cooper (65) e Ivan kg, 80 kg, 90 kg e oltre 90 kg. Horacek (63). Inoltre fu aggiunta un’ulteriore classe di età: oltre 60 anni. Il In fondo a destra: il bodybuilding è lo stile vita ideale per l’anti-aging. Aiuta a rimabodybuilder spagnolo Rafael Vera di nere forti di corpo e di mente. vince il primo oro in questa nuo- Foto ShutterStock.
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Una nuova categoria Master:
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Master & ANTI-AGING ario Rolleri Over classe 1934 con M una passione immutabile nel tempo. Ex ciclista e molto magro,
inizia ad allenarsi a Sanremo nel 1958 dentro un garage dove la panca piana costruita con due tubi per sostegno del bilanciere, ingranaggi di pullman dell’allora Sati (17 kg ciascuno) più un bilanciere improvvisato per un peso totale fisso di 45 kg. I “manubri” arrivano molto dopo, con piccoli ingranaggi e le piastre sono realizzate in una fonderia locale. Istruito dal manuale Muscoli e Bellezza di John Vigna, da Culturismo per Campioni e dalle prime riviste di cultura fisica. Quando esce nelle edicole Sport&Salute, di Umberto Devetak, Mario è attratto dalle alzate di potenza e in particolare dall’esercizio pullover con testa fuori con bilanciere, record di allora 125 kg. Mario si allena intensamente e fa 6 ripetizioni con 120 kg. Scrive a Devetak per farsi omologare l’alzata. La risposta fu: “La federazione è fallita”. Finalmente nel 1974 nasce una vera federazione: la FIACF-IFBB di Franco Fassi. Iniziano le prime gare di culturismo e l’agonismo, in prima persona o attraverso i suoi numerosi allievi, diventa come l’amante di Mario: fino a oggi e anche oltre, perché sono in previsione gli Italiani 2012! Mario ci tiene a dire: “Mille ringraziamenti all’amico Betto, che mi ha permesso di partecipare sia all’Over 70 degli Italiani 2010 sia agli Europei Master in Spagna. Purtroppo a livello internazionale gli Over 70 non esistono, ma fui premiato lo stesso con un importante titolo della IFBB dal presidente Rafael Santonja”. Per la trasferta all’Europeo Master Mario desidera ringraziare anche Dennis Giusto e me: “Senza di loro non avrei mai fatto quella trasferta, io che non avevo ancora mai visto un aereo da vicino!”. Ma il grazie più caloroso è un altro. Andando indietro di una decina di anni, nel 2000, Mario conosce un bravissimo atleta nella palestra Sport Studio di Sanremo: Francesco Rossi. Iniziano ad allenarsi insieme. Mario sostiene: “Tutto il merito dei miei progressi lo devo a Francesco, che mi ha saputo incitare nei momenti di depressione riuscendo a farmi vincere l’Over 70 dell’Ariston”.
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In Italia
il rappresentante azzurro IFBB Mario Rolleri
Over 70
PALMARÈSMASTER 1979-1980-1981 Campionato Italiano Over 40, 2° 1986 Campionato Italiano Over 50, 1° 2010 Campionato Italiano Over 70, 1° 2011 Campionati Europei Over 60, 7° ISTRUTTORE FIACF-IFBB !, !! e III livello GIUDICE DI GARA FIACF-IFBB per 15 anni
The IFBB Masters Degree Holder (PhD)
This Honorary Masters Degree Diploma is for outstanding IFBB members, who have been involved in our sport for many years, which would have given him/her the experience and the knowledge in training and nutrition to warrant this Degree. This degree can also be granted after completion of the full IFBB Educational Program.
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To be granted this Masters Degree Diploma the following criteria should be met:
A full CV of the career and achievements in our sport of the nominated candidate The National Federation or approved IFBB representative has to support the nominee for this diploma.
This IFBB Masters Degree is printed on real fine quality papyrus paper and with this PhD Diploma, the holder will also be presented with a specially commissioned “Sandow” solid Argento lapel badge.
International Federation of Bodybuilders Jaén, 8 - 28020 Madrid - Spagna Telf.: +34 91 535 28 19 Fax: +34 91 535 03 20 E-mail: internacional@santonja.com Web: www.ifbb.com
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uesta nuova categoria non ha la sua ragione d’essere nel dato di fatto che la nostra società sta diventando sempre più vecchia. Il motivo è che bodybuilding e fitness sono uno stile di vita perfino a livello agonistico. Ecco perché abbiamo un bel numero di donne che possono gareggiare con successo anche se hanno oltrepassato i quaranta anni. Non sono “highlander immortali” delle frontiere estreme della chirurgia plastica ma vere testimonial del nostro stile di vita fitness che è, per sua stessa natura, un anti-aging ideale.
Breve nota storica sulle donne nello sport Tutto iniziò negli anni ’60 quando in America fu organizzata la prima gara Ms. Physique. Tuttavia erano solo gare di bikini, che poi si evolvettero in competizioni “con più muscoli”. E in tempi recenti, nel 2011, la categoria Bikini ha fatto ufficialmente il suo ritorno nella IFBB, sia a livello nazionale sia internazionale. La storia spesso si ripete! Negli anni ’70 i bodybuilder professionisti erano soliti portare fidanzate e mogli con loro sui palchi per esibizioni in coppia. Queste belle performance incoraggiarono altre donne a frequentare la palestra e vedere cosa ci facessero i propri partner. In palestra ci rimasero, dando
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Una nuova classe INTERNAZIONALE per le Bodyfitness.
Avanti le nuove leve o anche le veterane?
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Lo stile di vita fitness rende semplicemente meravigliose a qualunque età
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inizio alla loro avventura coi pesi. Questo fenomeno portò rapidamente alle prime gare femminili e il corso degli eventi fu diverso dal solito, iniziando con il primo Ms. Olympia nel 1980 (Philadelphia, USA), seguito dai primi Mondiali femminili IFBB nel 1983 (Londra). Accade che un giovane giudice nuovo, futuro presidente IFBB, il Dr. Rafael Santonja, partecipò nel 1983 al suo primo congresso internazionale della IFBB tanto che possiamo dire che l’attività del Presidente Santonja nella IFBB è tanto vecchia quanto l’inserimento delle donne in questa federazione. Sotto la guida di Santonja le discipline femminili IFBB sono salite a 5 e ancora altre ce ne sono all’orizzonte! È importante notare che le donne sui cinquanta anni oggi sono nate prima degli anni ’70. A queste, alla maggioranza, era negata la possibilità di partecipare in molti sport o era imposto il limite di stare all’interno di discipline prettamente femminili. Qualora fossero state autorizzate a gareggiare, diventavano pioniere di
categorie semivuote. Alle donne fu permesso di correre i 3000 metri e la maratona nel 1984. Il bodybuilding femminile agonistico era iniziato invece prima: nel 1978. La partecipazione delle donne nello sport è piuttosto recente da una prospettiva storica. Gran parte di queste donne sono ancora competitive e desiderose di salire su un palco con gioia e grazia. Sono atlete e persone più mature: più forti, più concentrate, dotate di una buon autostima, una carriera lavorativa consolidata, una famiglia che le sostiene oltre a tenerle molto occupate e concrete negli obiettivi. In ogni caso gli stereotipi della nostra società possono avere il proprio peso. Le Bodyfitness Over 45 si sentiranno condannate dal nome stesso della categoria? Un’atleta ha commentato: “Se mi iscrivo nelle Over 45, tutti sapranno la mia età!”. La mia risposta? Mantenere l’atteggiamento positivo del bodybuilding e prendere atto che, al contrario, le persone apprezzeranno che l’atleta ha quell’età senza dimostrarla! Le
“Avanti le nuove leve” si dice spesso nel senso che le giovani (solitamente più avvenenti) dovrebbero entrare per prime e lasciare le più anziane (solitamente meno avvenenti) dietro. Non più e non sui palchi IFBB.
A partire dai Campionati Europei Junior e Master 2012, a Santa Susanna, la IFBB ha inserito la categoria Bodyfitness sopra 45 anni d’età (over 45). Lo stile di vita fitness può invertire gran parte del declino collegato all’invecchiamento e la nuova categoria Over 45 sarà una celebrazione delle donne intelligenti che lo hanno adottato e che stanno invecchiando più che con grazia: con una bellezza notevole! Grazie all’allenamento con i pesi, “l’invecchiamento di qualità” conferma i vantaggi che si possono ottenere con un sano stile di vita.
donne non devono più nascondere la propria età come non devono più astenersi dalla propria partecipazione nelle attività sportive. Le donne non devono nascondere più la propria età ma devono evitare un corpo grasso, flaccido e cellulitico. Le donne devono essere fiere di mostrare un fisico ancora giovane pure ad un’età più avanzata. L’età non conta se si è giovani nel cuore e nel fisico.
Sottolineare tutti i vantaggi sul palco L’invecchiamento comincia precocemente, a dire il vero nell’istante della nascita. Gli scienziati confermano che le capacità intellettive hanno il picco intorno ai 22 anni e già sono in calo entro i 27 anni, mentre i cambiamenti fisici (differenze di peso e altezza, cambiamenti ormonali, variazioni nella performance sessuale e fisica, ecc.) possono iniziare a manifestarsi subito di seguito. Chiunque, dopo i 40 anni, perde forza, equilibrio e coordinazione. Le fibre muscolari si riducono in numero e volume. Il sistema nervoso centrale rallenta. Il grado in cui l’invecchiamento avviene dipende da un certo numero di fattori. Alcuni fattori non possono essere minimizzati (il più importante è la genetica), ma un buon numero lo può: dieta, fumo e alcolici, livello di attività fisica. Ci sono alcuni punti particolarmente adatti per rallentare l’invecchiamento. Mantenere uno stile di vita sano, praticare con costanza un’attività fisica e alimentarsi in modo sano sono i principali. Assomiglia al programma pregara di una Bodyfitness? Lo è! Ecco perché la categoria Over 45 è stimolante e positiva: conservare massa muscolare e giovinezza diventa più faticoso ma molto più remunerativo. Ogni atleta può confermare che il fitness e il bodybuilding l’hanno cambiata: più forza, più resistenza, più bellezza e più autostima. Tutte hanno avuto dimostrazione dei benefici dell’attività fisica e non disdegnano la gioia di mettere in mostra i propri risultati su un palco di gara. Continua
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L’atleta invecchia con grazia Se non le conoscete già, ecco le regole fondamentali per invecchiare bene:
1) Coltivare e conservare il sostegno di familiari ed amici. 2) Dedicarsi a imparare di più e a crescere personalmente. 3) Seguire un programma d’allenamento personale che combini cardio e bodybuilding. 4) Avere un’alimentazione sana, povera di grassi, ricca di fibre, iperproteica. Dire no alle diete preconfezionate e non personalizzate. Dire no ad alcolici e fumo. 5) Stabilire obiettivi per mantenersi giovani e vive. Non si riassumono tutti questi punti in una gara di Bodyfitness? Avanti. La IFBB vi ha aperto le porte!
Le regole della nuova categoria Quindi, abbiamo adesso due categorie Bodyfitness Master: la prima per la fascia d’età 35-45, la seconda oltre 45. Domanda: chi può gareggiare in queste classi? Secondo le regole generali IFBB, un’atleta: Può gareggiare come MASTER nella classe 35-44 dal primo gennaio dell’anno in cui compie 35 anni fino al 31 dicembre dell’anno in cui ne compie 44. Dal primo gennaio dell’anno successivo (cioè dell’anno in cui compie 45 anni) può gareggiare solo nelle Over 45. Le altre regole sono quelle del Bodyfitness. Un round con costu-
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me nero e scarpe col tacco per il pregara e il round finale con costume a scelta. Le zeppe sono proibite come l’uso di malli. Se ci sono più di 15 atlete, è eseguito il round eliminatorio. In tutti i round le atlete eseguono i quarti di giro, nella finale anche la presentazione individuale chiamata “T-walking” (prima dei quarti di giro). Il round del pregara con costume nero decide chi passa in finale (le prime sei) e le posizioni dal 7° al 15° posto. Tutte le finaliste ripartono con zero punti, quindi la battaglia è da capo. I criteri di giudizio rimangono i medesimi del Bodyfitness. Tra questi:
senz’altro, tante altre si aggiungeranno. Atlete che magari non vogliono gareggiare nella classe Open contro donne più giovanni di un decennio e più. Adesso hanno una nuova possibilità, creata proprio per loro. Che la sfruttino! Quando vedete l’aspetto di queste donne a 45 anni, capite che l’età è solo un numero e che si è vecchi solo se lo si vuole essere anzitutto di testa.
• Valutazione generale del fisico: proporzioni e simmetria, capelli e bellezza del volto, sviluppo proporzionato dei gruppi muscolari (muscolarità), tono e condizione della pelle, presentazione gradevole sul palco, portamento e sicurezza. • Qualità del fisico: tono muscolare (densità), linea e forma dei muscoli, percentuale di grasso corporeo (più del bodybuilding ma meno del Bikini Fitness). Il fisico non dovrebbe essere troppo muscoloso ma neanche troppo magro. • Bellezza e presentazione: pelle liscia e sana (senza cellulite), trucco corretto, bei capelli, piccoli gioielli con buon gusto, grazia nei movimenti, presentazione generale attraente con stile personale e carisma.
Carina Isaksson
Quanto grande è il bacino della nuova categoria? Questa categoria è stata creata dopo avere notato che c’è un grosso numero di atlete eccellenti che superano i 40 anni, sono in gran forma e possiedono grandi doti agonistiche. Quanto è il potenziale di questa nuova categoria? Guardando i risultati degli Europei e dei Mondiali femminili 2011, ci sono 10 atlete che possono prendervi parte ma,
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Eva Klappova Kristin Kristjansdottir
Marlene Koekemoer
Ammirando queste over 45, l’età diventa solo un numero e la vecchiaia solo questione di testa.
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La guida per le scarpe da gara nelle Bodyfitness secondo le regole INTERNAZIONALI IFBB
La scelta delle scarpe adatte da indossare in gara può apparire difficile. In realtà non lo è. È piuttosto semplice e, fortunatamente, non c’è una gran varietà tra ciò che può andare bene e ciò che è conforme al regolamento. È sicuro che apparirai e camminerai in modo diverso a secondo delle scarpe che indossi. Ecco perché le federazioni hanno dato un regolamento anche sulle scarpe. Molte zeppe, per esempio, possono migliorare i glutei e dare l’illusione di una coscia più lunga. I giudici potrebbero essere messi in difficoltà nel rilevare questi punti carenti.
Alla registrazionie atlete un giudice controlla lo spessore della suola e l’altezza del tacco.
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In Italia il regolamento, ad oggi, non impone un tipo di scarpa. A livello internazionale, le atlete di Bodyfitness devono presentarsi con due paia di scarpe:
Qualsiasi stile e colore, spessore suola 7,00 mm, altezza tacco 120 mm.
Proibite le zeppe!
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Decolleté chiuse su punta e tallone, nere, classiche. Spessore suola 6,5 mm, altezza tacco 127 mm.
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Le regole IFBB per le competizioni dilettantistiche internazionali […] Durante questo round [1] sono indossate scarpe con il tacco alto. Le scarpe devono essere decolleté con tacco a spillo, chiuse sulla punta e sul tallone, di colore nero. Lo spessore della suola non deve superare i 6,35 mm (un quarto di pollice); l’altezza del tacco non deve superare i 127 mm (cinque pollici). Le scarpe con la zeppa sono severamente proibite. […] Durante questo round [2] sono indossate scarpe con tacco alto. Lo stile e il colore delle scarpe può essere a discrezione dell’atleta. Lo spessore della suola non può superare i 7 millimetri; l’altezza del tacco non può superare i 120 millimetri. Le scarpe con tacco alto e zeppa sono severamente proibite.
Per riassumere, le Bodyfitness a livello internazionale avranno due paia di scarpe: Decolleté chiuse su punta e tallone, nere, classiche. Spessore suola 6,5 mm, altezza tacco 127 mm. Scarpe qualsiasi stile e colore, spessore suola 7,00 mm, altezza tacco 120 mm. Le decolleté nere, a parte il controllo della misura dello spessore della suola e dell’altezza del tacco, non rappresentano un grosso problema. Concentriamo l’attenzione sull’altro paio di scarpe richieste,
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quelle lasciate in parte alla discrezione della concorrente.
Regola pratica
Per le scarpe da indossare sul palco ci sono scelte giuste e scelte sbagliate: Sbagliato Dovete scegliere le scarpe in base al regolamento e a ciò che dona alla vostra presentazione, non alla loro vistosità. L’attenzione dei giudici non va attirata in punti differenti da quelli su cui deve andare. Giusto.Ricordare il potere dell’illusione. Quello che vi serve creare con le scarpe adatte è l’illusione di un’estensione della gamba, non un taglio brusco o un appesantimento del piede che, otticamente, la mozza.
Quanto alte?
I tacchi devono essere al massimo 127 mm (5 pollici). Un tacco meno
di 127 mm non avrà il medesimo effetto per le gambe e le farà sembrare tozze. Quindi, andate sicure con un tacco di 12 cm (come concesso dal regolamento). In pratica, più sono alti i tacchi, meglio appaiono le gambe. Questo è particolarmente vero per le donne basse di statura. È utile comunque anche per coloro che sono alte: risalterete rispetto alle altre concorrenti e davanti ai giudici. La suola non dovrebbe essere più spessa di 2,54 cm (un pollice). Per evitare problemi alla registrazione, controllate lo spessore della suola nella sua parte più alta.
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Quale modello?
Il modello delle scarpe è a vostra discrezione. Alcune atlete si sentono più a proprio agio con un sandalo con laccetto alla caviglia, altre preferiscono senza laccetto. Evitate il laccetto alla caviglia se volete fare apparire più lunghe le gambe oppure se avete le caviglie massicce, polpacci o cosce grosse da mascherare. Dovete evitare che il laccetto dia l’illusione di mozzare la caviglia rovinando l’illusione di gambe più affusolate.
Questo articolo è estratto dal libro Go Figure. I Love Bodyfitness di Rossella Pruneti. Può essere acquistato su www.amazon.it o su www.ilovebodyfitness.it
Quando acquistate le scarpe da gara: • Comprate scarpe di colore trasparente. Possono essere decorate con strass e swarovski, ma non esagerate. • Tacco 12 cm. Comprate almeno un tacco di 12 cm, perché allunga le gambe e vi conferisce una migliore presenza scenica. • Acquistate le scarpe di mezza misura più piccola . Quando il tacco è così alto, la parte anteriore del piede scivola in avanti lasciando un brutto spazio dietro al tallone. Questo inconveniente è eliminato scegliendo una mezza misura inferiore. • Evitate le zeppe. Sono proibite. Inoltre, possono fare sembrare goffe e impacciate sul palco.
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COSA DEVE PORTARE L’ATLETA ALLA REGISTRAZIONE/PESATURA secondo il Regolamento IFBB
di Rossella Pruneti Photos ShutterStock / Angelsuits.com
Gli atleti sanno cosa portare nel backstage ed è difficile che dimentichino qualcosa. In caso lo dimentichino, c’è sempre un compagno pronto a prestare il posing oil o un asciugamano. Però, sanno cosa avere a portata di mano durante la fase fondamentale della registrazione e pesatura? Avere con sé l’occorrente è essenziale per la vostra tranquillità mentale e per non rallentare le operazioni di registrazione.
COSTUME Ogni concorrente, uomo o donna, deve mostrare il costume o i costumi per controllarne la conformità con il Regolamento IFBB. SCARPE Le concorrenti Bodyfitness, Fitness e Bikini porteranno le scarpe (entrambe le paia se le cambieranno). Un giudice IFBB controllerà lo spessore della suola e l’altezza del tacco. PASSAPORTO Tutti i concorrenti devono presentare il passaporto per identificarsi. IFBB INTERNATIONAL CARD Gli atleti che hanno già la IFBB Card dovrebbero portarla con sé. Chi non l’ha ancora, dovrà acquistarla pagando 30 euro. MUSICA
Registrazione atleti agli Europei Maschili 2011 di Sofia.
I bodybuilder uomini e donne, i classic bodybuilder, fitness uomini e donne devono portare il CD con la propria traccia musicale per la routine di pose. La traccia dovrebbe essere masterizzata come file audio su un CD. Assicuratevi che sia l’unica traccia o che si trovi all’inizio del CD. Il nome dell’atleta dovrebbe essere scritto sul CD con un pennarello per una facile identificazione. L’impiego di musica profana, volgare od offensiva, è severamente proibito. TASSA DI REGISTRAZIONE IFBB
Atlete Fitness Junior pronte per la registrazione ai Mondiali 2010.
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Ogni membro del team A (atleti e delegati) devono pagare la tassa di registrazione IFBB. Può variare tra i 150 e i 200 euro. Ogni membro del team B (atleti e delegati), come i delegati senza atleti, devono pagare un pacchetto speciale offerto dagli organizzatori. Chiedete alla vostra Federazione nazionale o leggete sull’Inspection Report della gara in cui parteciperete.
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AND I DID
oris Barilleaux
Un’opera multimediale, oltre 46 ore, filmati e racconti della “First Lady del Bodybuilding”. Info: the1stlady@juno.com
QUANDO IL PROBLEMA è il cedimento piUttosto che la grandezza del seno
CHIRURGIA PLAS U
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di Dr. Alessandro Vianello Plastic Surgery
Analizziamo le problematiche prettamente “sportive” connesse a questo difficile tipo d’intervento. Cos’è la mastopessi, in parole povere? La mastopessi è una tecnica chirurgica corrispondente al sollevamento del seno tale che il complesso areola-capezzolo venga a collocarsi ad una giusta distanza dal giugulo. Questa distanza è calcolata statisticamente in base all’altezza sulla media della popolazione femminile mondiale. Quanto può incidere una dieta sbagliata? Non vi è una correlazione scientifica certa tra alimentazione e cedimento del seno, di sicuro gli sbalzi ponderali al seno quali gravidanza, allattamento, dimagramenti estremi posso intervenire nel modificare l’elasticità della cute mammaria, sfiancando talvolta i legamenti di cooper che risultano essere le strutture di sostegno principali del cono mammario con il risultato finale di avere un cedimento più o meno accentuato del seno. Può svantaggiare una bikini,
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bodyfitness, ecc. oppure non si vede se è indossato un reggiseno che camuffa il problema? Bellissima domanda….di sicuro un seno alto, sodo e proporzionato potenzia i parametri di femminilità che se ampiamente espressi in queste atlete, ne permettono un miglioramento della performance globale, ossia quello che comunemente viene chiamato total packaging. Nelle bikini si dovrebbe inoltre aprire un’altra discussione in quanto si sta assistendo ad una duplice evoluzione in questa categoria: la via percorsa dalle Bikini americane con seni tutti minimo superiori alla 4° misura (coppa C e oltre) , e la via percorsa dalle bikini europee dove non sembra importante l’esaltazione dei profili mammari, rimanendo entro parametri di quasi normalità (coppa B o poco più). Da cosa è causata la discesa del seno? Può essere aggravata nelle sportive dal non indossare reggiseno o reggiseno adatto durante attività come la corsa o l’aerobica hi-lo? Sicuramente i salti e i balzi almeno ipoteticamente possono portare ad uno sfiancamento e allungamento dei legamenti di cooper, sistema di sostegno del seno ed è per questo e ancor più impor-
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Potete contattare il Dr. Alessandro Vianello, Chirurgo Plastico, inviando un'email all'indirizzo:
Foto archivio ShutterStock
info@vianellochirurgiaestetica.it
TICA & ESTETICA t
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tante nelle atlete con protesi mammarie impiantate, indossare sempre un reggiseno sportivo durante l’attività di palestra atto a sostenere e a scaricare gli effetti della forza di gravità che diversamente porta “tutto” verso il basso! A che età può essere fatta? La mastopessi viene generalmente consigliata dopo la prima gravidanza ma visto l’età avanzata alla quale nelle nostre latitudini le donne partoriscono, può essere effettuata a qualsiasi età (adulta) con la possibilità di intervenire pure nelle minorenni quando il seno oltre che basso risulta di dimensioni enormi (gigantomastia) causando danni alla sfera psicologica, alla postura oltre a disfunzioni dello scheletro configuranti una patologia ortopedica. Come è il post-operatorio (esercizi, tipo d’allenamento..)? Il postoperatorio segue tutti dettami che abbiamo già visto per le mastoplastiche additive con l’ulteriore accortezza di evitare danni macerativi e tensivi sulle cicatrici segni ineluttabili del sollevamento del seno. A causa di queste, un comportamento ancor più attento e sostenitivo del seno permetterà una perfetta guarigione, evitando l’inevitabile evoluzione delle cicatrici sotto tensione: la cicatrice inestetica!
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.: Tra i tecnici del nostro D settore fitness spesso si sente sollevare la critica che
Un’azienda fondata per realizzare un sogno:
“Creare cosmetici per la cura del viso e del corpo di altissimo livello ed alla portata di tutti”.
Questo sogno è sempre stato animato da un grande amore e una grande passione: per questo è diventato realtà! Rossella Pruneti intervista Filomena Palomba, titolare di FGM04
le creme non riescono a passare gli strati della pelle e veicolare all’interno le sostanze. Come rispondete loro? R.: Rispondo che non hanno tutti i torti perché per molti anni sugli scaffali si sono trovati solo palliativi che non davano alcun risultato. Oggi le cose sono cambiate: si sono scoperti principi attivi nuovi e nuovi veicolanti. La differenza è determinata dalle case cosmetiche e la loro abilità nel saperle utilizzare nel modo più adeguato. Inoltre la maggior parte dei prodotti simili è in crema e tutti sappiamo che una crema è a base di acqua e olio e quest’ultimo non fa penetrare i principi attivi. Inostri sono in gel, quindi a base di sola acqua. Questo ci permette in un primo step di penetrare già più in profondità. I veicolanti inseriti nelle varie formulazioni portano in profondità le xantine che riattivano le cellule. La soddisfazione dei nostri clienti ci conferma che abbiamo fatto un buon prodotto. D.: La vostra azienda non ha mai inviato il messaggio ingannevole che “basta la crema” per avere risultati, ma avete sempre suggerito e dimostrato che è importante una corretta alimentazione e un programma d’allenamento intelligente. Questa posizione intelligente è grazie al fatto di voi proprietari che siete i primi ad adottare lo stile di vita fitness? R.: Noi amiamo tutto ciò che si può definire movimento, amiamo il settore Fitness in tutte le sue sfaccettature. È un grande mondo parallelo fatto di persone a cui piace stare bene e scegliere per se stessi solo il meglio. Lo sosteniamo attraverso eventi e iniziative. Sì, da sempre adottiamo uno stile di vita sano fatto di buona alimentazione e attività sportiva ed è da questo modo di vivere, stando sempre a stretto contatto con gli operatori del settore, che traiamo idee per la realizzazione delle nostre linee. La FGM04 ha proposto nel corso degli anni prodotti estremamente innovativi nei quali sono contenuti tre ingredienti che ben pochi degli altri prodotti e delle altre aziende, soprattutto in questo periodo, possono vantarsi di avere: la serietà, la passione e l’amore sapientemente miscelati con i
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principi attivi della migliore qualità ed estrazione al fine di poter creare coadiuvanti eccellenti per poter raggiungere la forma fisica desiderata. I nostri prodotti per l’adipe localizzato non sciolgono magicamente il grasso e non interferiscono con la tiroide, essi sono per lo più attivatori cellulari che riattivano il metabolismo localizzato che spesso non riesco a riattivare con attività fisica e alimentazione. Ci sono punti critici come addome fianchi e glutei che hanno bisogno di un piccolo aiutino ed è qui che entriamo in gioco noi con i nostri prodotti. È importante però sottolineare che i nostri sono solo prodotti localizzati, quindi per stare davvero bene con se stessi è importante diffondere un messaggio veritiero. Ragazzi, prima di tutto una buona alimentazione, un’attività fisica costante e poi aiuti derivanti da gel cosmetici e integratori… ma se manca la base, il risultato finale può non essere del tutto soddisfacente! D.: Il nemico numero uno delle donne è l’adipe oppure potete dare alcuni consigli e indicare alcuni prodotti della vostra gamma per risolvere problemi che a ben vedere sono di altra natura? Tipo ritenzione idrica, insufficienza circolatoria, cellulite, ecc.? R.: Noi facciamo cosmetici a tutto tondo e nella nostra gamma di referenze puoi trovare prodotti che vanno dai gel per l’adiposità alle creme per le smagliature, prodotti per seno e glutei, drenanti e prodotti particolarmente indicati per chi soffre di cattiva circolazione come il Lipo Step mirtillo che ormai da anni trova il consenso di un numero sempre crescente di utilizzatrici. Merita, se me lo permetti, un accenno alla nostra linea viso al DMAE, unica nel suo genere in Europa! Il DMAE è il più importante liftizzante al mondo ed è stato presentato al 60° Congresso Mondiale di Dermatologia in America. La nostra linea è composta di sette referenze tra cui: Lifty Party, Crema Anti Age, Crema Anti-Age Over 40, Gel Detergente, Contorno Occhi, Siero Anti Age E Crema Collo. Comunque tutti i nostri prodotti e relative descrizioni possono essere lette nel nostro sito www.fgm04.com. Inoltre, per rimanere sempre aggiornati sul mondo FGM04 invito tutti i vostri lettori a chiederci l’amicizia alla pagina Facebook “FGM
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cosmetica professionale”. D.: Qual è l’utilità della vostra linea di prodotti per un agonista? In pratica, le origini della linea Studio 54 nascono dalla vostra collaborazione e contatto con le migliori atlete? R.: La nostra nuovissima linea Studio54 (che trovate in commercio esclusivamente nei negozi di articoli sportivi, integratori e migliori centri fitness) è composta da tre prodotti e indicata per chi fa sport. Sono cosmetici a tecnologia intelligente con 54 principi attivi funzionali che entrano in azione con l’attività fisica e in base alla causa per cui ognuno di noi ha l’adipe localizzato. Una bella linea che sta letteralmente spopolando nel mondo del Fitness. D.: A tutti piace essere motivati e motivare, con una frase ad effetto. Ne state raccogliendo tante in 54 motivi… possiamo lanciare l’invito anche da qui? R.: Tutti possono entrare nel nostro sito alla sezione Studio54 e mandarci il loro buon motivo per cui vale la pena stare in forma e volersi bene. I più divertenti verranno pubblicati sul sito e riceveranno in regalo uno zaino con prodotti FGM04. A questo punto vi ringrazio e… cambiate musica al vostro corpo scegliendo solo il meglio, il vostro corpo vi ringrazierà!
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LÕINNOVAZIONEÊALÊSERVIZIOÊDELLAÊBELLEZZA LINEA ALLA FOSFATIDILCOLINA PER CORPO CON ADIPOSITA’, ADDOME FIANCHI E GLUTEI La linea e’ composta da sette prodotti che coadiuvano il contrasto agli inestetismi che derivano dalle adiposità localizzate differenziandosi in base al tipo di esigenze: LIPO FOSFATIDILCOLINA GEL DONNA e GEL UOMO in cui l’alta percentuale di principi attivi permette di apprezzarne la qualità già dalle prime applicazioni. LIPO FOSFATIDILCOLINA FORTE olio con il 6% di attivo studiato per le persone piu’ esigenti, LIPO FOSFAGLUTATIONE SIERO DONNA e SIERO UOMO in cui l’aggiunta di glutatione svolge un’importante azione anti-age che permette alla pelle di essere più ricettiva nei confronti degli attivi inseriti nella formulazione. FOSFADRINK integratore con fosfatidilcolina, OB-X® e FUCOPURE® un vero cocktail di benessere ideale da abbinare a qualsiasi prodotto della linea FGM04.
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no dei modi più facili per diventare più forti è variare la posizione dei piedi o l’ampiezza della presa. Ho compreso questo concetto oltre venti anni fa quando partecipai ad una convention della NSCA. Là acquistai un paio di scarpe da pesista marca Pignatti. Fino ad allora mi ero sempre allenato con quelle Adidas. Appena tornato a casa, come un bimbo con un nuovo regalo di Natale, non vedevo l’ora di provare le mie nuove scarpe Pignatti facendo 10 serie da3 ripetizioni di squat. Il giorno dopo, alzandomi, mi sembrava che un gruppo di atleti di kendo mi avessero bastonato le gambe col bambù. Era incredibile quanto le sentivo rigide! Avevo sbagliato qualcosa? No, avevo solo cambiato leggermente il rialzo dei talloni.
Andare oltre
Cambiare l’ampiezza della presa o la posizione dei piedi non è una cosa nuova. Tutti, dai powerlifter americani ai pesisti russi, hanno impiegato il concetto per risolvere la situazione quando la forza non migliorava più. Basta avere la volontà e la forza di carattere di seguire questo approccio. Se ce l’avete, provate questo allenamento: l’Omni squat modalità 1. Lo chiamo “Omni squat perché offre uno stimolo all’ipertrofia. Osservazione: nel mio software ci sono almeno 25 varianti di questo concetto. Se siete interessati, acquistatelo. Senza perdere altro tempo, ecco il programma. Eseguite questa tabella e vedete se riuscite a ballare il tango nei due giorni successivi. Comprenderete perché la pressa è sopravvalutata. L’Omni squat vi porterà a risultati che non avete mai sperato. Buon allenamento!
Una tabella DA PROVARE! 92
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Un modo semplice pe
TAB ELL A OM NI SQUAT Serie 1
Back squat, piedi mediamente divaricati, gomiti sotto il bilanciere, 6 ripetizioni
Serie 2
Back squat, piedi molto divaricati, mani vicine ai fermi del bilanciere, busto piegato in avanti di 15° e mantenuto in questa angolazione durante l’intera serie, 6 ripetizioni
Serie 3
Squat del ciclista, talloni distanziati 10 cm e sollevati di circa 15 cm, 6 ripetizioni
Serie 4
Back squat, piedi mediamente divaricati, gomiti sotto il bilanciere, 8 ripetizioni
Serie 5
Back squat, piedi molto divaricati, mani vicine ai fermi del bilanciere, busto piegato in avanti di 15° e mantenuto in questa angolazione durante l’intera serie, 8 ripetizioni
Serie 6
Squat del ciclista, talloni distanziati 10 cm e sollevati di circa 15 cm, 8 ripetizioni
Serie 7
Back squat, piedi mediamente divaricati, gomiti sotto il bilanciere, 12 ripetizioni
Serie 8
Back squat, piedi molto divaricati, mani vicine ai fermi del bilanciere, busto piegato in avanti di 15° e mantenuto in questa angolazione durante l’intera serie, 12 ripetizioni
Serie 9 Photo ShutterStock
Squat del ciclista, talloni distanziati 10 cm e sollevati di circa 15 cm, 20 ripetizioni (sì, venti, non scrivetemi per chiedere se sono davvero venti ripetizioni).
Squat
er avere gambe più forti
di Charles Poliquin 93
Potreste scoprire un’esecuzione insolita o quella corretta per questi ottimi esercizi per i bicipiti e ottenere... risultati incredibili!
Foto ShutterStock
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li esercizi G per i bicipiti sono tanti. In
più, ciascuno può essere eseguito in innumerevoli modi diversi. Il problema è, a meno di non essere un tecnico del settore, che finiamo con lo sceglierne alcuni e ripeterli all’infinito, escludendo tutti gli altri. Quanto segue non si propone neanche lontanamente di affrontare il vastissimo argomento degli esercizi per i bicipiti. È semplicemente un elenco dei miei sette preferiti. Può essere, ovviamente, che molti li conosciate già. Conviene sempre rileggersi le descrizioni perché potreste scoprire un’esecuzione insolita o correggere eventuali vostri errori.
Curl alla panca Scott, con manubrio, un braccio per volta Negli USA il curl su panca Scott è chiamato anche curl alla panca del predicatore, perché sembrate un prete piegato sul pulpito che recita il sermone. In tutto il resto del mondo prende il nome dal due volte Mr. Olympia Larry Scott il quale lo rese famoso usando la panca e l’esercizio in tanti anni di allenamento sulle sue enormi braccia. La maggior parte degli esercizi per i bicipiti richiede l’aiuto e la stabilizzazione di altri gruppi muscolari, invece questo è stato ideato per isolare i flessori del gomito. Rimuovendo ogni possibilità di “slancio”, i muscoli ausiliari dell’esercizio non possono intervenire. Incuranti dell’intento dell’inventore della panca Scott, osservo tanta gente che esegue l’esercizio malissimo; talmente male da assomigliare a pinguini con un attacco epilettico. Non per niente, eseguendolo male, un finalista del Mr. Olympia si strappò il bicipite. La panca Scott è impiegata per isolare il capo mediale (breve) del muscolo brachiale. Molti sedicenti chinesiologisti sostengono che usare il lato perpendicolare al pavimento della panca permette di allenare la sezione inferiore del bicipite. Peccato che la sezione inferiore del bicipite non esista. Se avvertite indolenzimento dopo la panca Scott, è perché avete stimolato il capo breve del bicipite e il brachiale. Le inserzioni distali di entrambi questi muscoli sono nell’incavo del gomito, per questo la gente ha inventato il termine “sezione inferiore del bicipite”. Quasi ogni palestra è dotata di una panca Scott in piedi o da seduto. Io preferisco la versione da
seduto perché riduce al minimo la possibilità di cheating. Impugnate i manubri, sedetevi ed estendete completamente le braccia. Con la mano libera potete tenere fermo il tricipite. Mentre eseguite il movimento di curl, flettendo l’avambraccio sul braccio, tenete il collo allineato alla colonna guardando dritto avanti. Qui sta il segreto: lavorate solo nell’arco di movimento in cui la tensione va sui flessori del gomito. Se portate il peso troppo in alto, allora perdete la tensione su quei muscoli e compromettete i risultati. Detto altrimenti, per quanto possano scrivere su Muscle & Fitness, non portate il manubrio fino al punto in cui l’avambraccio sfiora il bicipite. Al contrario, la fase di abbassamento deve essere completa. La porzione iniziale del movimento è molto più difficile rispetto ad un normale curl con bilanciere, quindi tanti dovranno evitare di abbassare del tutto il bilanciere. Potreste provare a variare l’angolazione del piano della panca girandolo (in tante panche Scott si può girare e usare il piano perpendicolare). Così variate il reclutamento delle fibre.
Curl con manubrio, presa offset, un braccio per volta
Potete usare la panca Scott anche per questo esercizio. Impugnate però i manubri con una “presa offset”, cioè una presa asimmetrica con il lato mediale della mano (quello del pollice) appoggiato contro la piastra interna del manubrio. Aumenta lo stimolo sul capo breve del bicipite. Iniziate con i manubri in presa semisupinata (a martello) e flettete per circa 40°. Quindi supinate (palme Continua
rcizi per le braccia di Charles Poliquin
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delle mani in alto) e completate l’esercizio. L’asimmetria dell’impugnatura costringe ad attivare il capo breve del bicipite per completare la supinazione. Seguite un tempo di esecuzione molto lento per creare un’elevata tensione all’interno del muscolo.
Curl su panca inclinata con manubri Esercizio comunissimo ma spesso sbagliato. Peccato, perché è il più efficace per isolare il capo lungo del bicipite. L’inclinazione permette di retrarre i gomiti, lontani dal corpo, e questo fa appunto coinvolgere il capo lungo. L’esercizio fu reso popolare dai culturisti degli anni ’50. Steve Reeves (l’Ercole cinematografico) lo usò per forgiare braccia divine. Inclinate lo schienale di una panca. Più flessibili siete, più indietro potete abbassare lo schienale. Evitate che sia quasi orizzontale perché può stressare la cuffia dei rotatori. In generale, più lo schienale è basso,, più è interessato il capo lungo del bicipite, soprattutto da 30° in giù. Al contrario, più alto è lo schienale, meno estendete le spalle e i gomiti sono meno indietro rispetto alla linea mediana del corpo (e questo recluta meno il capo lungo). Con le braccia distese, flettete gli avambracci tenendo i gomiti direttamente in linea con il pavimento per almeno i primi 90°. (In altre parole, i gomiti iniziano a muoversi leggermente in avanti, soprattutto con carichi molto elevati). Non preoccupatevi, però, se li mantenete in linea per i primi 90° del movimento. Le palme delle mani rimangono supinate per allungare bene i flessori del gomito. Consiglio: se la testa va avanti (si stacca dallo schienale nonostante vogliate
evitarlo), arrotolate un asciugamano e sistematelo intorno al collo. Appoggiate la testa allo schienale. Noterete che la forza aumenta. Vi consiglio di considerare il curl su panca inclinata un esercizio cardine per l’allenamento delle braccia, soprattutto se desiderate allenare meglio il capo lungo del bicipite. Basta ricordarsi di variare l’angolazione dello schienale ogni sei allenamenti per evitare di assuefarsi.
Curl in concentrazione con manubri Questo è uno degli esercizi più spontanei che si possa pensare per allenare i bicipiti. Non c’è dubbio che un neofita, se lasciato senza alcuna guida, lo “inventerebbe” dopo un paio di sessioni. Probabilmente è stato chiamato “in concentrazione” per l’appassionata attenzione che il bodybuilder presta solitamente al braccio allenato. In fondo è un noto dato della Fisiologia che la facilitazione neuromuscolare aumenta se osserviamo il muscolo mentre lavora. L’esercizio può essere svolto in piedi o da seduto, ma io preferisco da seduto. Quando si è in piedi il sistema nervoso è “distratto” perché deve mantenere l’equilibrio del corpo. Sedendovi, potete concentrarvi appunto sull’esercizio e la spinta neurale diventa più intensa. Seduti sulla panca, il busto piegato in avanti. Impugnate il manubrio. Sedetevi e appoggiate il tricipite contro l’interno della coscia, dallo stesso lato. Tenete
la schiena leggermente inarcata. Flettete il manubrio in modo lento e fluido fino a completare l’arco di movimento. La traiettoria termina quando il manubrio è vicino al pettorale. È fondamentale abbassare il manubrio col braccio completamente disteso e sforzarsi di variare l’angolazione della flessione. (Potete variarla anche ad ogni ripetizione, se vi va). Così recluterete e stancherete varie unità motorie. Come ogni esercizio con i manubri, il curl di concentrazione permette di eseguire 1-2 ripetizioni in più da soli, dopo avere raggiunto l’esaurimento muscolare nella fase concentrica. Spesso adotto una variante di questo esercizio: appoggio i glutei ad una parete e, al posto dei manubri, adotto una presa stretta su un bilanciere angolato. Pos i zion o
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i gomiti dentro l’interno della coscia e fletto il bilanciere, stando attento a non arrotondare la schiena. Potreste preferire una versione in piedi, non appoggiati, ma tanti finiscono con il fare dondolare troppo il busto per completare il movimento. Se è così, consiglio di mettersi proni su una panca inclinata, con la parte alta del torace che fuoriesce dal bordo. Otterrete una isolazione migliore dei flessori del gomito.
Zottman Curl da seduto È uno dei migliori esercizi per il volume del braccio perché stressa tutti i flessori del gomito. Dapprima sembra scomodo, quindi possono volerci alcune sessioni per abituarsi. Impugnate i manubri e sedetevi sul bordo di una panca piana. Estendete completamente le braccia verso il basso (con i manubri, ovvio) e tenete le palme in avanti. Iniziate a flettere l’avambraccio, ma con le palme lontane dal corpo in modo da evitare il reclutamento dei flessori dell’avambraccio. (La tendenza naturale è ruotare i polsi, ma io vi chiedo di estendere la mano indietro). Raggiunto il punto più alto della traiettoria,
Foto ShutterStock
pronate gli avambracci. In altre parole, ruotate le mani in modo che le palme siano adesso volte verso il basso; raddrizzate i polsi. In pratica siete pronti per fare la fase eccentrica di un reverse curl con manubri. Tenendo i polsi in posizione neutra, abbassate lentamente i manubri. Tenete i gomiti incollati ai lati del corpo per tutto l’esercizio. Se i gomiti tendono ad aprirsi vuol dire che avete il brachiale debole rispetto al bicipite. In questo caso, riducete il peso affinché la fase eccentrica sia eseguita correttamente.
Omni Curl su Swiss Ball A molti l’idea della Swiss ball non piace, ma vorrei esortarli a superare l’avversione. La Swiss ball, usata correttamente, è utile nel bodybuilding. Accosciatevi davanti una Swiss ball, appoggiate schiena e tricipiti sulla sua superficie (una palla da 65 cm basta in generale, ma se siete alti come un giocatore di pallacanestro potreste dovere usare quella da 75 cm). Impugnate i manubri. Eseguite la fase concentrica del curl con manubri da seduto iniziando il movimento dai gomiti e proseguendolo con fluidità. Assicuratevi che i polsi siano piegati indietro in modo da isolare i flessori del gomito invece dei flessori dell’avambraccio. Completata la fase concentrica dell’esercizio, sollevate le anche portando le cosce ad essere parallele al pavimento. Spingete semplicemente coi piedi sul pavimento e fate rotolare il corpo (con la palla) all’indietro per sollevaContinua
rcizi per le braccia 97
Building Big Traps
Trazioni al mento con presa supinata e stretta
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re t o ra ce e anche. Adesso, rimanendo con le anche in posizione sollevata, abbassate i manubri allontanandoli da voi. A questo punto sono pienamente attivati il brachiale e il capo breve del bicipite. Tenete i polsi indietro mentre abbassate i manubri. Dopo avere esteso del tutto le braccia, abbassate le anche e ricominciate. Se siete molto masochisti, oppure se volete distruggere il brachiale, adottate lo stile Zottman per questo curl.
Nel corso della mia carriera ho incontrato molte persone con tanti centimetri aggiunti alla circonferenza dei flessori del gomito semplicemente grazie alle trazioni al mento. Il principale motivo per il quale facevano le trazioni al mento era la scarsità di attrezzatura. Come si dice: di necessità, virtù. Questi individui, comunque, erano determinati a raggiungere il successo a livello internazionale, indipendentemente dalle limitazioni imposte loro. Fanno parte di questo gruppo persone come Boyer Coe e Arnold Schwarzenegger. Impugnate la sbarra con una presa stretta, in supinazione. Le palme delle mani dovrebbero essere volte verso di voi e i mignoli distanziati 10-15 cm. Appendetevi alla sbarra e quindi sollevatevi fino a portare il mento vicino alla sbarra. Il movimento dovrebbe essere effettuato molto lentamente, tipo in 15 secondi circa. Poi vi riabbassate tornando nella posizione iniziale. Non va bene se evitate di tornare completamente in basso. Come per ogni altro esercizio, l’arco di movimento è importantissimo. Se non vi crescono le braccia, prendetelo in considerazione. Senz’altro le ingrosserà. Indipendentemente da quali di questi esercizi decidete di adottare, evitate che diventino un’abitudine. Provate a inserirne uno o due nella sessione per i bicipiti; dopo circa sei sessioni, cambiateli con un altro paio. La varietà non è solo il sale della vita, è anche l’ingrediente fondamentale del successo nel bodybuilding e nell’allenamento della forza.
I MIGLIORI 7 esercizi per le braccia
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Gli stacchi Un fulmine a ciel ser
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ccoci ancora ad analizzare un E altro degli esercizi che sembrano piano piano finire dimen-
ticati nella maggior parte delle moderne palestre: lo stacco da terra. Lo stacco da terra fu uno degli esercizi fondamentali nei test svolti sugli anziani di cui avevo parlato nell’articolo precedente, test che hanno dato risultati eccellenti in fatto di risposta fisica, riattivazione delle funzioni ormonali e di conseguenza riequilibrio di alcune funzioni vitali importanti. Ora tutti sappiamo che lo stacco è un esercizio base per il pesista, un esercizio da gara per il powerlifter, un esercizio di routine per il bodybuilder e per ultimo un esercizio molto usato da atleti delle più s va r i a t e specialità. Tempo addietro era praticato soprattutto da atleti di sport denominati “pesanti” ma in seguito anche da atleti per i quali la forza pura conta meno (atletica leggera), atleti che col tempo hanno capito l’importanza di alcune reazioni nervose e muscolari che traggono beneficio da un esercizio che solo apparentemente appartiene a una ristretta cerchia di specialità sportive. Quello che invece non tutti sanno è che l’esecuzione (e perciò i target) dello stacco da terra sono molto differenti da soggetto a soggetto e per soggetto intendo atleta di differente specialità sportive. Perciò, per semplificare, dirò che lo stacco del pesista non ha nulla a che vedere (se non in apparenza) con lo stacco del powerlifter o quello del bodybuilder e tantomeno con quello che si applica a un atleta di alti sport. In quest’articolo vorrei proprio soffermarmi a esaminare queste differenze. Cominciamo col powerlifter anche perché trattandosi di una disciplina in cui lo stacco costituisce una delle prove in gara mi sembra corretto dare la precedenza. Nel powerlifting il fine è
soprattutto il carico, perciò sempre considerando che la forma di esecuzione in qualsiasi attività sportiva rimane molto importante, vediamo come la dinamica del movimento, la posizione di piedi e mani, il controllo delle articolazioni devono seguire un insieme di fattori personali, regolamenti e scelte tecniche. Prendiamo ad esempio la presa sumo, che non ha applicazione in nessuna delle altre specialità; possiamo vedere che in alcuni casi il powerlifter per favorire la prestazione si può permettere di trascendere su alcuni particolari del tipo: la dinamicità del movimento, la traiettoria e soprattutto la parte finale nella quale il “giù” del giudice pone fine alla fatica. Quel preciso momento è invece solamente transitorio per il pesista che, al contrario, deve rispettare alcune regole molto importanti se vuole far in modo che il bilanciere sia posizionato in maniera ideale, posizione ideale appunto per creare quella spinta necessaria per continuare la sollevata, sollevata che proprio
reno TRAINING CON ALEX KOMADINA
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a quel punto (fine dello stacco) deve esplodere dando al bilanciere un’accelerazione tale che permetta all’atleta di andare a prendere il carico in posizione di accosciata. In questo caso lo stacco dovrà essere dinamico (anche se controllato). Non voglio scendere
troppo nei particolari ma anche la traiettoria sarà molto differente da quella dell’atleta che abbiamo analizzato in precedenza (che non ha termine a sé ma precede una fase successiva perciò usa lo stacco come fase transitoria e non come scopo ultimo). Perciò anche in fase di allenamento, dove l’esercizio viene isolato (eseguito senza continuarlo fino in fondo) ma con lo stesso concetto, la fase finale dovrebbe essere eseguita nel modo più dinamico ed esplosivo possibile. Al contrario la parte finale è molto importante per i bodybuilder. Lo stacco rimane di sicuro un esercizio multiarticolare ma in questo caso lo inseriamo nella scheda per la schiena e per questo daremo molta importanza alla fase finale. Per essere più precisi dovremmofare il punto anche della fase di partenza e proprio al momento dello stacco ma vorrei salvarlo per una riflessione sucessiva. Ritorniamo alla fase finale dove vediamo che, al contrario del powerlifter dove l’esercizio è a termine, al contrario del pesista dove inizia una fase
transitoria, il bodybuilder deve approfittarne per creare una contrazione tale da coinvolgere ogni fibra in ogni angolo del gran dorsale. Chiaramente glutei, femorali, lombari, porzione posteriore della spalla e addirittura i polpacci vengono messi in funzione ma soprattutto come aiuto a creare una posizione ideale per il controllo del gran dorsale. Al termine dello stacco il posizionare le spalle all’indietro e abbassarle leggermente con un inarcamento controllato e non esagerato della schiena crea quella contrazione che dà al bodybuilder un tocco finale alla forma della schiena stessa. Per chiarire, la parte finale dovrebbe riordinarsi in un mix tra rematore e pulley basso.Quel tocco è, a mio parere, vincente. Per concludere e analizzare i benefici per soggetti di differenti specialità atletiche, ritorniamo alla fase di partenza. Questa fase è un po’ comune ma per motivi differenti. Escluso il bodybuilder, negli altri soggetti questa fase (e parlo proprio del primo millimetro da terra) deve essere di preparazione e fa parte di una tecnica correttamente applicata. Nel bodybuilder invece, se fatta in maniera estremamente corretta, crea una condizione neuromuscolare unica che a sua volta determina una reazione altrettanto speciale. Infatti, obbligando il cervello a mandare un messaggio tanto intenso e repentino a tutti i punti coinvolti in questa particolare fase, si potrà creare uno stress tale da far sì che anche la reazione sarà altrettanto dirompente e stimolare la sinapsi. Questo torna di enorme vantaggio per qualsiasi atleta e perfino per il soggetto che frequenta la palestra per fini amatoriali. Quest’ultimo ottiene gli stessi benefici senza dover esagerare con i carichi, perciò senza correre il rischio d’infortunio. Se l’esercizio viene eseguito in maniera corretta, saranno sufficienti anche pochi chili sul bilanciere. Per tutti questi motivi considero lo stacco un fulmine a ciel sereno. Sarà proprio un fulmine (un’immaginaria ragnatela elettrica) che dovremmo immaginare di formare dalla nuca ai glutei, tanto potente da creare un “mini black-out” in palestra.
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KINESIOLOGIA & A
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del Professor Maurício de Arruda Campos
Parliamo di chinesiologia e biomeccanica da una prospettiva differente. Piuttosto che analizzare l’esercizio per vedere quali muscoli sono coinvolti, inizierò a parlare dei muscoli e poi traferirò queste conoscenze all’analisi degli esercizi per quel preciso muscolo o gruppo muscolare. Questo articolo è dedicato al gran dorsale. Anatomia del gran dorsale Il gran dorsale è un muscolo triangolare di grandi dimensioni che copre quasi tutta la parete posteriore del tronco. I movimenti principali di questo muscolo sono l’estensione, l’adduzione e la rotazione mediale della spalla. Inoltre può aiutare, indirettamente, l’abbassamento della scapola, l’estensione della colonna vertebrale e l’inclinazione anteriore e laterale delle pelvi. Essendo un muscolo multipennato (cioè possiede svariate origini
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e inserzioni), l’unico modo per stimolarlo appieno è svolgere diversi esercizi e alcune varianti per il medesimo esercizio. Ad esempio, il lat machine avanti con varie prese allena fasci differenti di fibre del gran dorsale. Il gran dorsale è anche un forte adduttore della spalla, soprattutto quando questa è mantenuta nella rotazione laterale. Riprendendo l’esempio del lat machine avanti, mantenere l’avambraccio perpendicolare al pavimento durante l’intero arco di movimento stabilizza la spalla con alcuni gradi di rotazione laterale aumentando la capacità di adduzione del gran dorsale. È comunissimo vedere in palestra persone che eseguono questo esercizio portando i gomiti indietro al termine dell’adduzione della spalla, riducendo in tal modo l’intensità di contrazione del gran dorsale e reclutando altri muscoli per contribuire al completamento dell’esercizio. Un errore stupido come questo può ridurre significativamente l’intensità dell’esercizio. Il gran dorsale è anche un estensore molto forte della spalla dalla posizione di flessione, ma è importante ricordare che non estende l’articolazione della spalla oltre la posizione anatomica.
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Ciò significa che quando eseguite un qualche esercizio con estensione della spalla con l’intento di stimolare il gran dorsale, il movimento dovrebbe partire da un qualche grado di flessione della spalla fino al punto in cui le braccia si trovano lungo i fianchi (posizione anatomica). Qualsiasi movimento che vada indietro oltre questo punto non è eseguito dal gran dorsale ma da altri estensori della spalla (per esempio dal tricipite brachiale e dal deltoide posteriore). È piuttosto comune vedere persone che eseguono questi rematori e loro varianti portando le braccia 30-40° indietro, oltre la posizione anatomica. Questi ultimi gradi non hanno effetto sul gran dorsale e potrebbero anzi contribuire ad una riduzione dell’intensità complessiva dell’esercizio per questo muscolo.
Dall’anatomia agli esercizi Alcuni consigli generali per l’allenamento del gran dorsale::
Non eseguire mai un’estensione della colonna vertebrale durante il movimento delle spalle, usando la parte lombare
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IL GRAN DORSALE E I SUOI ESERCIZI DA UNA PROSPETTIVA DIVERSA
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(sarebbe un’iperestensione).
Evitare ogni movimento delle anche durante l’esercizio in modo che tutto il lavoro sia svolto dai dorsali.
Fare una pausa al termi-
ne di ogni fase concentrica (quando i gomiti sono più vicini al tronco).
Evitare un’iperestensione
delle spalle, perché oltre la posizione anatomica il gran dorsale non interviene più ad aiutarne l’estensione.
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Nei rematori senza sostegno per il petto, evitare il movimento dalla posizione di flessione totale della colonna vertebrale per ridurre il rischio di infortunio sui dischi intervertebrali della colonna vertebrale.
Eseguire un’adduzione della scapola al termine dell’e-
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stensione della spalla durante gli esercizi di rematore per ottenere il massimo accorciamento del gran dorsale.
Abbassare la scapola al termine dell’adduzione della spalla durante gli esercizi di trazione, sempre per il massimo accorciamento del gran dorsale.
Vista posteriore del corpo umano con il gran dorsale ben in evidenza.
Variare gli esercizi, l’ampiezza della presa e l’arco di movimento dell’articolazione della spalla per stimolare completamente tutti i fasci di fibre del dorsale.
Concentrarsi sull’addurre la spalla e non sul flettere il gomito. Ricordate che l’attenzione dovrebbe andare al gran dorsale. Dimenticate, per questo esercizio, di avere i flessori del gomito!
Eseguire sempre gli esercizi per il gran dorsale prima di quelli per i bicipiti.
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UN COACH CHE PARLA US
BODYBUILDING
L’ARTE DELL’ILLUSIONE
ALEX’S TIPs “
Questa tipologia di allenamento mi piace molto, un continuo variare di esercizi, di angolazioni di numero di reps, sfruttando le tecniche e la ricerca della massima congestione muscolare. Ogni volta, terminato l’allenamento, mi fa provare soddisfazione per aver stressato le fibre muscolari per modellare il corpo e sentire il tanto il ricercato “pump”.
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DI GABRIELE TRAPANI e ALESSANDRO GALLI
no dei fattori che hanno colpito la giuria in primis e poi la platea di U Columbus riguardo al fisico di Alessandro è stata la combinazione di qualità, (una definizione “marziana”) abbinata a una linea da atleta
della mitologia greca. Avendo a che fare con limiti di peso piuttosto restrittivi per il suo fisico, gareggiando come Classic Bodybuilding, si è dovuto lavorare cercando di ottimizzare le armi a disposizione, ovvero portando oltreoceano la definizione “galliana” e distribuire in maniera mirata il lavoro sui distretti muscolari, cercando di dare risalto maggiore ai gruppi che caratterizzano la “X-frame”. Ogni volta che ci si accingeva a pianificare un protocollo di allenamento, particolare enfasi era data a: Spalle, Dorso, Punto vita, Curva esterna della coscia. Con questo non voglio dire che tutti gli altri muscoli non fossero stati ben tartassati, anzi… ma credo che questi quattro target siano stati la base sulla quale lavorare. Tengo a precisare che pure sul pettorale ci sarebbe da fare una riflessione: non deve essere eccessivamente sviluppato, specie nella porzione bassa, per cui quasi tutto il lavoro si dovrebbe concentrare sulla zona più difficoltosa, quella alta, ma che quando è sviluppata rende questo muscolo fantastico e comunque potente. Ringraziando il patrimonio genetico di Alessandro, sottolineo che la sua struttura muscolo-scheletrica ha aiutato parecchio: dotato di clavicole ampie e fianchi stretti, la missione è stata proprio aggiungere carne nei punti suddetti, cercando di non svuotarli troppo nel periodo di deplezione finale. Credo vivamente che queste riflessioni strategiche non servano solo a parlare di una sfaccettatura del lavoro su Alessandro, ma essere di utilità per tutti coloro che vogliono gareggiare migliorando la propria linea nella rispettiva categoria. La split settimanale è stata basata su 5-6 gg di allenamento e per buona parte della preparazione abbiamo periodizzato il lavoro sulle spalle con due sessioni, una abbinata al giorno dei pettorali e una seconda a parte. Nella sessione “abbinata” (che costituiva il cosiddetto richiamo), il lavoro era solo una rifinitura, una “sensibilizzazione muscolare” come la chiamo io, dove ricercavamo l’enfasi sulla contrazione, la tensione continua e il pump, senza necessariamente arrivare a esaurimento muscolare. In questo giorno Alessandro si è trovato spesso high reps, contrazioni di picco esasperate, supersets, trisets e una predilezione verso esercizi di isolamento, che non gravassero troppo su articolazioni e recupero. Andando nello specifico, il target in questa sessione era la porzione laterale e posteriore del deltoide (che sono i punti critici per uno sviluppo armonico e rotondeggiante), in quanto quella anteriore era già stata fortemente stressata dagli esercizi per il petto. L’altra sessione è stata basata su variabili dell’FST-7, tecniche in abbondanza e parecchio volume di lavoro, per cercare quell’effetto estetico del muscolo “a boccia” che fosse il più impressivo possibile insieme alle graffianti striature galliane. Continua
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DORSALI La sessione della schiena è sempre stata particolarmente impegnativa, caratterizzata da un grosso carico di lavoro e dalla costante variabilità di esercizi ed angolazioni. In particolare su questo distretto volevamo colpire tre punti: Ampiezza, Incisività del centro schiena, Lower back che avesse un effetto “wow” ancora più marcato, con più muscoli. I sollevamenti alla sbarra e praticamente qualsiasi forma di pulldown sono stati sempre presenti, per entrambi i tipi di esercizi abbiamo voluto pensare ad enfatizzare il lavoro di stretching nella fase negativa del movimento, spesso sfruttando la tecnica “stretch under tension” alla lat machine, dove si ricerca una vera pausa in stretch tra una ripetizione e l’altra. Ma la cosa che si è notata osservando il back “rinnovato” di Alessandro è appunto la maggiore muscolarità del centro schiena. Esercizi base con manubri e bilancieri sono sempre stati presenti, ma senza mai arrivare a sacrificare la tecnica o il controllo muscolare a favore dei carichi elevati. I carichi li abbiamo sempre adeguati, aumentati ma MAI azzardati, avendo poi a che fare con alcune problematiche di vecchia origine. Il rep range utilizzato poteva variare dalle 8 minimo fino ad arrivare a 15/20. Più di una varietà di tecniche o di una diversificazione di esercizi, abbiamo mirato a raggiungere il massimo range of motion e a inserire frequenti contrazioni di picco. È capitato che in una fase della preparazione pure il back avesse ricevuto una doppia stimolazione nella split, separando due sessioni diverse. Come per le spalle, una sessione era dedicata all’allenamento base impostato e l’altra (chiamata “details”) alla ricerca delle contrazioni di picco (spesso estremizzate) e a tanto stretching.
L'allenamento della schiena, in particolar modo, richiede enorme concentraziobe per portare il lavoro sui muscoli target e non sulle braccia. 106
ALEX’S TIPs “
L’allenamento della schiena, in particolar modo, richiede enorme concentrazione per cercare di portare il lavoro direttamente sul complesso dei muscoli target e non sulle braccia, curando molto la postura e come dici tu, Gabriele, avvalersi delle tecniche che enfatizzino determinati porzioni del movimento. Raramente ho sentito il dolore muscolare in quest’area ma ogni volta che è successo ho notato accadeva quando abbiamo usato le pause in allungamento e i lavori parziali tipo lat alla fronte gomiti larghi. Queste tecniche hanno dato un forte stimolo e indotto danno muscolare. I recuperi e un numero variabile di ripetizioni ricoprono un ruolo determinante per questo settore così complesso.
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Le gambe di Alessandro, dotate di una struttura longinea e affusolata, sono muscoli che facilmente perdono pienezza per causa del limite di peso che deve rispettare, per cui il lavoro qui è stato veramente delicato, cercando di equilibrare quello muscolare con quello cardiovascolare ma soprattutto... con la dieta. Dotato di una resistenza alla fatica cardiovascolare e muscolare tipica del ciclista (Alessandro proviene da questa classe di atleti), con gluteo predominante, le gambe sono spesso state allenate con sessioni a dir poco brutali. Nel corso della settimana, una sessione globale singola per quadricipiti e femorali e una seconda per questi ultimi. Sottolineiamo che lo squat è stato considerato un esercizio “secondario”, dove spesso è stato svolto ad alte ripetizioni (15-20) o comunque mai ad inizio sessione, ma come secondo, terzo o addirittura ultimo esercizio. Questo perché con i problemi di schiena che Alessandro ha, azzardarsi a cercare un carico veramente elevato (a dispetto di quello che molti credono, Alessandro è veramente forte sulle gambe) è rischioso, senza dimenticare poi la predominanza di intervento del gluteo nella sua struttura. Questo è sempre stato un problema, nel tempo superato, rendendo il gluteo sempre meno “partecipe” ai movimenti basilari, anche solamente utilizzando esercizi quali hack squat, presse, o preaffaticamenti con il leg extension. La curvatura della parte esterna della coscia l’abbiamo bastonata variando la posizione delle punte o delle gambe stesse negli esercizi, favorendo una posizione delle gambe parallela e ravvicinata. Una sessione tipica poteva consistere di leg curl, pressa a gambe quasi unite, hack squat, stacchi a gambe tese in superserie con affondi camminati e FST-7 per lo squat alla Smith machine.
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L’allenamento della schiena, in parL’allenamento dei quadricipiti mi esalta. Io contro loro: cede prima la testa o i muscoli? Spesso la testa ha vinto, è stata dura ma siamo riusciti a metterle in crisi. Amo il dolore sui quadricipiti, se non lo sento vuol dire che non mi sto allenando bene. Il mio esercizio preferito è l’hack squat nelle sue più “bizzare” variabili, negative in 5-6”, ripetizioni 1+1/4, pause in accosciata completa ed elevato numero di ripetizioni. Il carico è SOLO UN MEZZO. Spesso allenandomi qua e là ho messo in grande crisi i “grossi” e forti che non reggevano il ritmo, il dolore muscolare e l’innalzamento del battito cardiaco. Gli affondi camminati sono un altro esercizio che prediligo, dove sono veramente forte e resistente. Non ho mai visto qualcuno utilizzare i miei pesi con tecnica ineccepibile.
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ALEX’S TIPs
GAMBE
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L'allenamento dei quadricipiti mi esalta. Io contro loro: cede prima la testa o i muscoli?
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ADDOME
La sessione della schiena è semParlando di addome, il primo fattore che deve essere sottolineato, anche se ormai ben risaputo, è la DIETA. È impossibile avere una “X” frame senza che vi sia nel mezzo della struttura una vita stretta, no? Molto di questa parte è frutto di genetiche favorevoli e Alessandro effettivamente fa parte di questi. Perciò il fattore fondamentale era enfatizzare quanto già posseduto, rendendo il punto vita incisivo muscolarmente e contenuto. Da sottolineare che tutto l’anno Alessandro “deve” (anzi adora) seguire un regime dietetico contenuto, dove i carboidrati vengono miratamente ciclizzati. Tutto ciò è in sinergia al lavoro di cui stiamo parlando, per cui si ritorna a richiamare l’importanza della dieta. Contesto differente per l’atleta bodybuilder “di categoria” il quale nelle fasi di “bulk” spesso presenta dilatazione addominale. Nessun esercizio in torsione che coinvolgesse in maniera diretta gli obliqui e nessun esercizio con sovraccarico per il retto addominale. Un possente “core” andrebbe ad appesantire la struttura con una parete addominale troppo prominente, che invece è stata allenata con una frequenza di due o tre sessioni settimanali per esercizi con contrazione di picco in espirazione enfatizzata o con movimenti fluidi ad alte ripetizioni.
Sebbene l’articolo voglia utilizzare un esempio genetico “fortunato” da questo punto di vista, credo che ognuno di noi possa avere una forma ad “X” migliore, imparando a sapersi analizzare (o a farcelo fare da giudizi esterni obiettivi-critici) per poi lavorare in maniera mirata sui settori muscolari caratterizzanti a suon di bilancieri, macchine e manubri. Ricordiamoci che il bodybuilding, alla fine, resta una bellissima arte dell’illusione. 108
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Sì, poco tempo dedicato a questo gruppo, gli addominali, se non sul precontest. Enfasi sempre su recuperi molto contenuti e respirazione con contrazione di picco. Non amo molto allenare l’addome. A essere sincero, solitamente lo facevo circa una volta la settimana!
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Ricordiamoci che il bodybuilding, alla fine, resta una bellissima arte dell’illusione.
Sì, un’arte dell’illusione dove ricordiamoci SEMPRE che il PESO è un MEZZO non il FINE. Per “spostare ferro” apparentemente non serve concentrazione, isolamento e... forse è così. Ma per far lavorare i muscoli bisogna essere particolarmente concentrati sul bersaglio e per questo amo allenarmi quando c’è poca gente in palestra e quando la musica è a basso volume, dove posso stare in compagnia solo dei miei strumenti (pesi) e dei miei muscoli da intagliare.
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WOMEN’S PROBLEM SOLVING
con FUNCTIONALTRAINING
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È una Bodyfitness/Bikini Fitness/Fitness/Athletic Fitness/Fitness Model… Desidera un look più tonico e asciutto con una eccellente muscolatura addominale, ma non è interessata ai tasselli. Teme inoltre di fare diventare largo il punto vita. Può anche essere un’appassionata di fitness (e non un’agonista) con una postura scorretta, scarsa flessibilità, sovrappeso e tutto ciò è associato al dolore di schiena. Molto spesso ha partorito da poco e ha bisogno di allenare nuovamente i muscoli del core (addome e bassa schiena).
LA SOLUZIONE
IL PROBLEMA
di Rossella Pruneti & Gabriele Trapani Le nuove discipline agonistiche femminili richiedono un fisico totalmente differente (o, ad essere più precisi, una varietà di fisici differenti) rispetto alle bodybuilder hardcore di un tempo. Oltre a ciò, legioni di donne hanno compreso che l’allenamento coi pesi aiuta ad essere più belle, più in forma e più efficienti nella vita quotidiana. Ecco perché, quale soluzione agli eterni problemi del corpo femminile e per soddisfare le esigenze di queste donne, hanno fatto l’ingresso nelle nostre palestre alcuni esercizi propri dell’allenamento funzionale. Qual è la soluzione dell’allenatore? L’ASSE. L’asse è un esercizio isometrico (“isometrico” significa che è mantenuta la posizione senza muoversi) in cui state fermi nella posizione del piegamento a terra e cercate di schiacciare l’ombelico verso la colonna vertebrale. Nessun movimento? Solitamente il retto addominale è allenato flettendo ed estendendo la colonna vertebrale. In questo esercizio non muovete alcuna parte del corpo (tranne bilanciarvi su arti differenti nel caso applichiate una versione avanzata) eppure allenate tre altre parti dell’addome: gli obliqui esterni, gli obliqui interni, il trasverso dell’addome.
PRINCIPIANTI
Le principianti potrebbero iniziare con “mezza asse”: in equilibrio su gomiti e ginocchia, il corpo è mantenuto in linea retta. Usate qualcosa di imbottito (per esempio, un asciugamano da palestra o un materassino) sotto ginocchia e gomiti. La prima volta che provate l’esercizio potete tremare come una foglia dopo alcuni secondi e riuscire a malapena a resistere per 30 secondi interi. Con il tempo migliorerete la flessibilità e la forza/stabilizzazione del core: anche solo in 2-3 settimane.
INTERMEDIE
Le atlete di livello intermedio sapranno stare in equilibrio su gomiti e punte dei piedi, tenendo il corpo in linea retta.
AVANZATE
Le atlete di livello avanzato possono tenere i piedi su una Swiss ball o un gradino. Sollevate caviglie/gambe o (a un livello ancora più avanzato) le punte dei piedi. La palla mette alla prova l’equilibrio, così gli addominali lavorano più intensamente rispetto a quando l’asse è eseguita con i piedi a terra. Provate ad alzare ancora di più l’intensità inserendo l’asse in superserie con il crunch: al termine della serie di crunch, giratevi a pancia sotto e assumete immediatamente la posizione dell’asse. Aumentate il tempo durante il quale mantenete la posizione. Adoperate un cronometro e sfidate voi stessi o una compagna di palestra. Continua
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ESERCIZI ISOMETRICI
Obliquo esterno Trasverso dell’addome
Retto addominale Obliquo interno
Tenete l’addome indentro per evitare di inarcare la schiena.
AB-NATOMIA Il trasverso è un muscolo situato in profondità nell’addome. Contraendosi permette di avere stabilità ed equilibrio. Agisce anche da cintura spingendo indentro il retto addominale e conferendogli un aspetto più muscoloso. Il retto è il muscolo conosciuto per il caratteristico aspetto a tasselli amato da tutti! Questo muscolo può tendere a curvare verso l’esterno creando l’effetto di avere la “pancia”. È importante che il trasverso sia forte per contenere il retto. Non dimenticatelo.
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Non trascurate gli esercizi isometrici se volete un ventre piatto. Quasi tutti si dedicano a crunch e sollevamento gambe eppure ci sono tanti modi per allenare gli addominali. Oltre a questo, gli esercizi isometrici hanno un effetto contenitivo sui muscoli del core aiutando a ridurre il mal di schiena. Se i muscoli di addome e bassa schiena sono forti, allora esercitate maggiore potenza senza timore di un infortunio. Quando eseguite delle contrazioni isometriche interessate sia il retto addominale sia il trasverso.
Se sentite che la schiena si inarca, sollevate leggermente le anche.
CONSIGLI PER INTENSIFICARE L’ESERCIZIO
Variate: prone, sul fianco, supine, con torsione. Sollevate la testa (invece che i piedi) su una panca o una Swiss ball. Muovete braccia o gambe e muovete le braccia INSIEME alle gambe. Limitate il peso corporeo sorretto da un arto per volta.
DA C ON S IDE RA R E Se l’addome è ricoperto dal grasso, non bastano gli esercizi. Dovete controllare quante calorie introducete e fare cardio con regolarità. Aggiungete altri esercizi per gli addominali (crunch e crunch inverso) perché è necessario tonificare bene l’intero punto vita. Gli esercizi isometrici migliorano la muscolatura solo nella loro particolare posizione.
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CRISTIANA
2 allenatrici per l'a Entrambe nascono come bodybuilder ed entrambe imparano da maestri uomini. Oggi sono la realtà più professionale e frizzante per l’allenamento agonistico femminile. Sibil si fa conoscere pochi anni fa quando il suo pupillo Roelly Winklaar vince l’assoluto dell’Arnold Classic Amateur e diventa IFBB Pro. Ufficialmente, per quello che è noto di “chi prepara chi”, è la prima donna nella storia del nostro sport che allena un professionista. Va bene, le donne sono sempre presenti dietro ad ogni grande uomo, le donne cucinano, esortano, consolano i campioni-partner, ma quante volte avevamo visto una nonnina, una “Grandma”, salire sulla pressa delle gambe ed urlare di spremere i muscoli fino all’ultimo? In questo tanto di cappello a Nonna Sibil. La quale, affermatasi in un settore tanto difficile come il professionismo maschile, non dovrebbe avere alcun problema adesso a fare capire che le sue tecniche vanno più che bene anche per le donne. Cristiana nasce spontaneamente come allenatrice per il fatto stesso del fenomeno dell’imitazione di ciò che piace e perché una grande campionessa ha sempre
Foto di Luca Alfieri L. A. Design 114
SIBIL PE
A CASONI
altra meta' del cielo anche un gran cervello e un gran cuore, quindi è portata naturalmente a trasmettere. Le donne la ammirano, la conoscono, lo capiscono e… vogliono essere allenate da lei. Bellezza e classe italiana, Cristiana è in grado di offrire una consulenza a 360° e qualcosa di più se fosse possibile (permettetemi di aggiungere a quello che è già il 100%, perché la ciliegina sulla torta è il suo carisma e fascino): presentazione sul palco (con lezioni individuali o durante i Bikini & Bodyfitness Camp), consulenza su trucco, colorazione della pelle, per le categorie che ne necessitano anche routine di pose libere (non dimenticate che i primi anni di professionismo di Cristiana sono stati svolti da IFBB Fitness Pro!) e una tecnica di allenamento ineccepibile, alimentata e aggiornata per prima cosa dalla prova (e dimostrazione!) su se stessa, in secondo luogo dalla discussione tecnica con il marito, uno dei migliori coach della penisola: Mauro Sassi. Con questa manciata di domande le ho volute mettere a paragone, a contrasto oppure accoppiare perché uguali. Non sapevo cosa ne sarebbe uscito. Leggete e giudicate voi. Continua
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Intervista di Rossella Pruneti 115
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: Essere una donna ti ha aiutata ad allenare meglio le atlete? R. (Cristiana): Sicuramente si mi ha aiutato perché riesco a capire meglio le esigenze e le problematiche proprio essendo una donna e in più provo sulla mia pelle se gli allenamenti sono validi o no. R. (Sibil): Ritengo che l’atleta donna possa essere allenata indifferentemente da un coach uomo o donna. D.: Hai imparato ciò che sai dell'allenamento coi pesi da
un'altra donna o da un uomo o da persone di entrambi i sessi? R. (Cristiana): Ho imparato dal mio allenatore e marito Mauro Sassi. Uso e copio un po' i suoi metodi adattandoli però alla mia tecnica. R. (Sibil): Ho imparato molto dal mio allenatore Arnold Buurman, il quale era anche un Pro. In seguito ho appreso tutto il resto da sola. D.: Sei d'accordo che le nuove discipline Bodyfitness e Bikini Fitness richiedono un nuovo genere di allenamento femminile? R. (Cristiana): Sono d'accordo infatti io adatto l'allenamento dell'atleta proprio in base alla categoria di appartenenza. Avendo figure diverse e fisici completamente diversi, non possono andare bene gli stessi allenamenti per tutte. R. (Sibil): Oggigiorno per le donne è difficile sapere con precisione come devono allenarsi. Le regole sono sempre differenti. Per alcune è un problema anche sapere quale dieta seguire. D.: Cosa pensi dell'allenamento funzionale per le donne?
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R. (Cristiana): Sì, mi piace. Lo uso spesso anche su me stessa per variare. Lo trovo molto stimolante ed efficace associato all'allenamento in sala pesi. R. (Sibil): Lo impiego molto, tanto negli atleti quanto nelle atlete. La risposta che ho da entrambi i sessi è: “Pfff, anche questo è pesante!”. D.: Ti piace che ci siano molte discipline agonistiche femminili nella IFBB oppure ritieni che dovrebbero essere meno? R. (Cristiana): Mi piace perché penso che così si riesce a dare la
possibilità a tutte le atlete di prepararsi come si piacciono. Sono favorevole al cento per cento. R. (Sibil): Penso che per le donne sia una buona cosa. Ci sono morfotipi diversi tra le donne. La varietà permette di avere una partecipazione più ampia di agoniste. D.: Sei d'accordo che una donna debba allenarsi intensamente quanto un uomo? R. (Cristiana): L'intensità è la base per un buon allenamento, una massima resa per la crescita e per la tonificazione muscolare. Io uso sempre allenamenti ad alta intensità con recuperi brevi. Preferisco un allenamento breve ma intenso. Mi soddisfa molto di più e non credo che i risultati dipendano dal sesso, così come gli allenamenti. R. (Sibil): Sì. D.: Cosa rispondi a chi dice che l'allenamento coi pesi rende una donna brutta e mascolina? R. (Cristiana): Dico loro di guardare me e le mie atlete.: la risposta verrà spontanea. Possiamo non piacere ma non assomigliamo certo agli uomini. La femminilità non dipende dal tipo di sport che si pratica: è innata. O ce l'hai, o non ce l’hai.
CRISTIANA CASONI SIBIL PEETERS 2 allenatrici per l'altra meta' del cielo
R. (Sibil): Dico loro che sono pazzi, però qualche volta posso dare loro ragione (nel caso del bodybuilding femminile). D.: Come procedi per stendere il programma d'allenamento di una donna? R. (Cristiana): Prima di tutto la guardo in costume per capirne pregi e difetti, poi di solito facciamo un allenamento insieme per vedere il grado di preparazione atletica e come si allena. Dopo di che procedo con un allenamento specifico. R. (Sibil): Valuto il biotipo, perché ce ne sono di differenti. D.: Se dovessi scegliere solo alcuni esercizi per allenare i glutei di una donna, quali sarebbero e perché proprio quelli? R. (Cristiana): Innanzitutto il gluteo è un muscolo e come tale va trattato. Lo colloco nella scheda di allenamento come faccio con gli altri muscoli, quindi dedico un allenamento specifico alla settimana solo per il gluteo. Il mio esercizio preferito per i glutei sono gli affondi e le contrazioni glutei a ponte, poi eseguo tutti gli slanci con cavi e cavigliere. Vario comunque molto da un allenamento all’altro per cercare di stimolare tutte le angolazioni perché è un muscolo molto grande.
R. (Sibil): Squat, slanci al cavo una gamba per volta, estensione delle anche con elastico, affondi. D.: Quanto è importante il legame mente-muscolo in una donna? R. (Cristiana): Il legame mente muscoli è importantissimo perché è dalla mente che parte l'impulso che arriva al muscolo. Concentrazione è uguale a risultato. R. (Sibil): Mente e corpo hanno una connessione importantissima se vogliamo migliorare i muscoli con il bodybuilding o sollevare un carico. Se la mente non è collegata con ciò che stiamo facendo, non otteniamo i miglioramenti che invece arrivano quando “ci state con la testa”.
D.: Se un'atleta fosse interessata a essere allenata da te, come potrebbe contattarti? R. (Cristiana): Se sono interessate, possono contattarmi tramite Facebook oppure la mia email info@cristianacasoni.it ricordando che questo è il mio lavoro, rilascio ricevute e pago le tasse, quindi non do informazioni e consigli gratis. R. (Sibil): Attraverso il mio profilo su Facebook o per email a personaltrainersibil@live.nl.
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MASSIMO MONACO The GOLDEN Coach
I MOVIMENTI PARZIALI A MASSIMA TENSIONE PER AUMENTARE LA MASSA MUSCOLARE ANCHE IN UNA FASE DI STALLO…
Esistono numerosi sistemi per ottenere misure muscolari di un certo rilievo. Alcuni di questi sono piuttosto conosciuti, altri, al contrario, non vengono troppo “celebrati” sebbene si dimostrino ugualmente efficaci per il raggiungimento di buoni risultati. Con questo primo articolo ve ne presento uno di cui forse non avrete mai sentito parlare, ma che vale la pena di sperimentare…
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MASSIMO MONACO
voglio parlare della massima tensione. Difatti, la tecnica funziona con tutti gli esercizi, e la peculiarità che la rende innovativa sta nel fatto che è utilizzabile a differenti stadi del movimento: all’apice di un leg curl nel mezzo di un esercizio per i bicipiti o all’estremità di uno squat, tanto per intenderci. Insomma: in qualsiasi punto del movimento dove accusiate il massimo della tensione. Questo aspetto della tecnica la rende estremamente funzionale per aiutare ad eliminare i momenti di stasi. Torniamo per un attimo ad occuparci dei movimenti parziali, e del fatto che, come ho detto prima, essi vengano utilizzati alla fine delle serie. Ricordo che questo metodo è uno dei miei preferiti perché mi permette di rendere una serie praticamente senza fine. Quando il muscolo che state lavorando è troppo affaticato per completare l’intero corso dell’esercizio, i movimenti parziali intervengono per continuare ad esaurire il muscolo. Per la sua estrema intensità, comunque, è una tecnica che si collega all’individuale tolleranza nei confronti del dolore, dal momento che può rivelarsi un vero e proprio supplizio. Quando poi questi parziali vengono combinati con il momento in cui la fascia muscolare si trova in estrema tensione, nasce la tecnica innovativa che vi voglio presentare con questo articolo: quella dei movimenti parziali a massima ten-
The GOLDEN Coach
“ILTERMINE
DOLORE ASSUMERÀ UNNUOVO, INCREDIBILE SIGNIFICATO!” uesta tecnica fonda le proQ prie radici in principi d’allenamento molto ben consolidati.
In essa, infatti, sono presenti sia metodi decisamente famosi, come la contrazione totale ed i movimenti parziali, sia concetti completamente nuovi come la massima tensione. La contrazione totale è un sistema familiare per quasi tutti i frequentatori delle palestre, dal momento che sono anni che se ne sente parlare! Per quei pochi che ancora non ne avessero sentore, ricordo che si tratta di soffermarsi qualche istante all’apice del movimento, situazione nella quale il muscolo si trova in contrazione totale, per intensificare ulteriormente l’efficacia dell’esercizio. È una tecnica che funziona molto bene ma può essere utilizzata solo con un numero limitato di esercizi: i leg extension o i curl per i bicipiti, per esempio, ma niente di più. Intendo dire che è impossibile adoperarsi con la contrazione totale eseguendo lo squat, poiché le gambe sono in posizione dritta, le ginocchia sono bloccate e non esiste tensione nei muscoli. Questo è il motivo per il quale vi
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sione. Essi non vengono utilizzati alla fine di una serie, ma durante la stessa e, più specificatamente, durante ogni ripetizione! Il movimento deve essere molto lento, estremamente breve e sviluppato nella fase culminante del pompaggio. Successivamente si deve completare la ripetizione. Ma nel momento in cui vi sentite affaticati da non essere in grado di realizzare uno di questi parziali e, a maggior ragione, di portare a termine la ripetizione, interrompete la nuova tecnica e proseguite con le ripetizioni tradizionali fino alla fine della serie. Il termine dolore assumerà così un nuovo, incredibile significato! I movimenti parziali a massima tensione vengono usati prima che il muscolo sia completamente affaticato e vanno affrontati nel momento di estrema spinta. Se state cercando la massima intensità, non c’è ragione per la quale le due tecniche non possano venir combinate nella stessa serie. Questo diventerebbe così, a seconda delle necessità, un sistema a tripla combinazione. Potrebbe svilupparsi in questo modo: eseguite per primi i parziali a massima tensione, con i muscoli ancora freschi; per poi continuare l’esercizio in modo tradizionale. Quando, infine, non è più possibile il pieno excursus del movimento, completate la serie con i parziali convenzionali. Il tutto sarà così massacrante che diventerà problematico persino formulare un pensiero. Bene, spero avrete capito che se desiderate accrescere d’intensità il vostro allenamento, con conseguente miglioramento delle vostre prestazioni, ora avete in più: l’arma dei movimenti parziali a massima tensione.
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HACK SQUAT
20-45 122
E
ssendo sempre alla ricerca della massima ottimizzazione nel workout, evitando il più possibile il carico articolare, vi presento l'anteprima di un progetto da me realizzato. Il progetto è ispirato ad un attrezzo molto in voga negli USA per gli arti inferiori. Il suo nome è "Hack-Squat 20-45". La particolarità è che si possono avere tre tipi di regolazione: 1) variare l'inclinazione di lavoro, da 20 a 45°del carrello. 2) regolazione dell'inclinazione della pedana.
3) regolazione degli appoggi per le spalle, in base all'altezza della persona. Tre sono i principali esercizi nel suo utilizzo: squat in tutte le sue varianti, good morning , calf raise. Nelle pagine che seguono, in seguito alle nostre collaborazioni decennali, ho il piacere di fare esporre l’opinione Gianni Niro, tecnico specializzato in biomeccanica del movimento ed amico, maestro dello sport, Athletic Training Consultant. Continua 123
HACK SQUAT 20-45
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di Gianni Niro pesso nella nostra vita di sportivi, ci domandiamo se quello che S stiamo facendo è sufficiente, valutiamo volumi di allenamento, alimentazione e integrazione ma raramente ci domandiamo se la
scelta dell’attrezzatura con cui ci alleniamo sia quella giusta. La convinzione comune vuole che esistano attrezzature differenti per il Fitness, il Bodybuilding o il preatletismo (forse solo in quest’ultimo caso sussistono delle reali differenze) ma la realtà è che dovrebbero esistere semplicemente attrezzi utili all’allenamento che diano la possibilità di perseguire i propri obiettivi in massima sicurezza, questo tanto che si parli di soggetti che pratichino il Fitness come stile di vita quanto muscolazione estrema. Questa semplice premessa ci aiuta a capire e chiarire che esistono differenti finalità, ma il mezzo è sempre lo stesso. Focalizzare l’attenzione sui mezzi che utilizziamo credo che riporti all’origine dei fondamenti legati all’allenamento. In base a questo principio oggi viene sottoposto alla nostra attenzione l’attrezzo .progettato e realizzato su propria idea da un atleta del calibro di Costantino Galeazzo, conosciuto come “Costa”. La proposta agli appassionati del ferro è un attrezzo sapientemente studiato, sfruttando i principi appresi della biomeccanica e della funzionalità durante la pratica degli estenuanti allenamenti al quale gli atleti si sottopongono. La macchina offre la possibilità di eseguire esercizi in catena cinetica muscolare, preservando le articolazioni e consentendo, in questo modo, di compensare eventuali problematiche congenite, adattando inclinazioni e aperture angolari dati proprio dalla caratteristica dell’attrezzo. Si aggiunge oltre a questa singolarità la possibilità di adattare l’escursione del carrello a soggetti di altezze più svariate senza sacrificare il movimento. La fluidità dello scorrimento del carrello è data dalla scelta di cuscinetti e barre altamente performanti, la regolazione stessa del piano di lavoro consente di adattare alle proprie esigenze la particolarità di focalizzare il lavoro nel punto desiderato durante l’esecuzione dell’esercizio. Che tu sia agonista o semplice praticante, ti invitiamo a provare questo attrezzo. Ti renderai conto che l’unica differenza è… che non c’è differenza fra un amatore e un campione che mirano entrambi ad ottenere il massimo lavorando in sicurezza.
Per informazioni sull’Hack Squat 20-45, provarlo e/o acquistarlo, potete contattare direttamente Costantino Galeazzo:
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ZERO GRAVITY i presento brevemente: mi M chiamo Damiano Trinca e sono attivo nel settore del fitness
da oltre 20 anni, ho conseguito vari titoli come Personal Trainer, Fitness Trainer, psicologia dello sport, EDUK, mental coach. In questi ultimi anni ho messo a frutto la mia esperienza nello sport progettando e successivamente brevettando un attrezzo da palestra molto particolare ed efficace. Il principio sul quale si basa il suo funzionamento mi è stato ispirato dall'attivita di parapendio, che pratico con grande passione da diverso tempo. La caratteristica che rende questo attrezzo particolare è che ci si allena sospesi da terra attraverso un sistema di cavi e carrucole, coinvolgendo così tutta la struttura muscolare. Per questo motivo l'ho chiamato “ZERO GRAVITY - "Allenamento in 3D". Con questo sistema di allenamento anche il più semplice degli esercizi va ad attivare i muscoli profondi, che solitamente non si utilizzano, ma che sono molto importanti per l'integrità delle articolazioni e per l'utilizzo delle stesse producendo un’azione preventiva a dolori articolari (vedi sindrome da conflitto, epicondilite, dolori cervicali o tendiniti). Con ZERO GRAVITY ci si può allenare in gruppo, come se fosse
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una seduta di spinning, fit box o aerobica oppure individualmente in sala attrezzi. Questa attività permette di uscire dai classici schemi a volte noiosi, divertendoci ed ottenendo risultati veri e concreti. In questo momento al fitness si è aggiunto l'allenamento funzionale e quindi lo ZERO GRAVITY diventa l'attrezzo essenziale in quanto più funzionale di così non esiste niente. Questo attrezzo è adatto a tutti gli sport, compresi quelli che richiedono concentrazione o propriocettività come montare a cavallo, sci, arrampicata, tiro con l'arco, arti marziali, atletica oppure sport omolaterali come tennis o baseball. Può essere addirittura indicato per praticanti di sport estremi come il parapendio, triathlon o l'Iron Men. ZERO GRAVITY è importante anche per chi si allena con i pesi ma che ha bisogno di fare un salto di qualità per far maturare i muscoli e renderli più densi (vedi il richiamo nervoso per l'aumento della forza tramite il riflesso miotatico, che con i pesi diventa pericoloso) flessibili e vascolarizzati. Ecco sintetizzati i vantaggi dell'allenamento con ZERO GRAVITY: Farete lavori di forza utilizzando il vostro peso corporeo; L'attività interesserà molto i muscoli stabilizzatori (in parti-
colar modo la spalla, il polso, il rachide, l'addome, le caviglie e le ginocchia) e creerete lavori molto propriocettivi; potrete allenarvi in casa, in palestra o nel parco; avrete una gran facilità di trasposto del vostro attrezzo, in quanto leggerissimo; il lavoro sarà molto divertente e motivante. Non sottovalutate ZERO GRAVITY, vi posso assicurare che un'ora di allenamento con questo attrezzo è veramente massacrante. La condizione ottimale è abbinare l'allenamento in 3D con esercitazioni come pesi, kettlebell, sandbag, corpo libero, palle medicali, ecc. C'è comunque una vastissima gamma di esercizi da eseguire con ZERO GRAVITY, dai base a quelli un po’ più di élite come vedrete prossimamente. Spero di non avervi annoiato con questa breve presentazione, vi prometto che alle prossime uscite parleremo dell'allenamento fine a se stesso, recuperi post operatori e riabilitazioni ma soprattutto parleremo di come con lo ZERO GRAVITY gli atleti di élite prima e tutti gli altri dopo si possano allenare riducendo gli infortuni se all'interno della sessione di allenamento inseriscono anche questo magnifico attrezzo che migliora la consapevolezza del proprio corpo.
di Damiano Trinca
CARATTERISTICA ci si allena
sospesi da terra
con un sistema di cavi e carrucole coinvolgendo
tutti i muscoli.
Per questo motivo si chiama:
Z E R O G R AV I T Y
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SPAZIO LIBERO P E R
L A
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nella PREG
di Lee Labrada Copyright Š 2012, Lee Labrada. Tutti i diritti riservati. 130
ESTI ERRORI?
RORI
MUNI
dieta GARA
Mancano 8 settimane ad un’importante gara IFBB. Siete migliorati con la dieta pregara, ma all’improvviso… siete in stallo. Il peso non si schioda, gli addominali non sono più definiti e tutta la felicità delle settimane iniziali pare evaporare… Cosa dovreste fare? Esploriamo gli errori più comuni della dieta pregara commessi dai bodybuilder e vediamo cosa fare per correggerli! 131
1
Troppi carboidrati
Io sostengo che i carboidrati complessi devono essere assunti con giudizio. Non mi piacciono le diete severamente ipoglucidiche, ma ogni aggiunta di carboidrati oltre il necessario per saturare i muscoli di glicogeno ha probabilità di diventare grasso. Sebbene il bodybuilding richieda molti carboidrati, tanti principianti e intermedi non raggiungono un’intensità tale da giustificare porzioni abbondanti. In base al vostro volume e all’intensità d’allenamento, per definire la muscolatura, frazionate i carboidrati in 5 porzioni al giorno con 30-60 g a pasto. Cominciate con una quantità più alta, tipo 60 g a pasto. Se non funziona, scendete a 50 g e così via, fino a trovare la quantità corretta. Consumateli ai pasti insieme con le proteine. Le proteine ne rallentano l’assorbimento.
5
Colazione sbagliata.
Volete dimagrire mangiando tanto? Fate una bella colazione. Tra tutti i pasti della giornata è quello meno probabile a depositarsi su pancia, cosce e bassa schiena proprio perché è il primo. Al mattino le riserve di glicogeno muscolare sono meno consistenti rispetto ad altri momenti della giornata. In questo caso, è quasi impedita la capacità del corpo di immagazzinare i carboidrati come grassi. Una buona scorta di carboidrati a colazione, con 3040 g di proteine di qualità per iniziare bene la giornata.
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2
Troppe proteine
ERRORI COMUNI NELLA DIETA PREGARA
Sorpresa! Il dilemma è spesso collegato al problema opposto: un’eccessiva restrizione dei carboidrati. Per definirsi i carboidrati dovrebbero essere abbassati molto gradualmente. Invece tanti bodybuilder adottano un approccio assai aggressivo nella speranza di vedersi compiere un miracolo in una notte e li abbassano troppo. Limitandoli, aumenta la percentuale delle calorie apportata dalle proteine. Eppure (e questo è un grosso errore) sovracompensare consumando proteine in eccesso impedisce il dimagrimento perché apporta comunque un surplus calorico. Di regola, mirata a 2,2 g di proteine per ogni chilogrammo di peso corporeo al giorno nel caso vogliate aumentare la massa magra. Preparandovi a una gara, iniziate riducendo i carboidrati e portando le proteine a 2,5 g per chilogrammo di peso corporeo.
Troppo Cardio.
6
Cosa accade a chi fa 1-2 ore di cardio al giorno? Il corpo entra in uno stato in cui il corpo secerne “gli ormoni dell’inedia”. Questo è il meccanismo di sopravvivenza del corpo, una risposta all’eccesso di attività fisica. Il metabolismo rallenta. Le cellule adipose cercano di trattenere energia. La soluzione è un cardio moderato. Quattro o cinque sessioni da 30-40 minuti la settimana sono sufficienti. Più di così e correte il rischio di perdere prezioso tessuto muscolare, influenzando negativamente il metabolismo e la capacità di allenarsi.
Mangiare i carboidrati di sera.
3
Con il trascorrere della giornata, il metabolismo rallenta. I carboidrati consumati di notte hanno maggiore probabilità di essere immagazzinati come grasso invece che bruciati. Traduzione: piano con patate, pasta o riso nell’ultimo pasto serale. La cena dovrebbe contenere proteine magre come pollame o pesce, insieme ad un contorno di verdure. Le verdure rallentano la digestione e la conversione degli amidi in zuccheri.
Usare male i bruciagrassi.
Molti si affidano troppo ai bruciagrassi quando dovrebbero solo mangiare di meno. Dovete bruciare più calorie di quelle introdotte. La maggioranza dei bruciagrassi non “brucia” i grassi. Aiutano a stare a dieta riducendo l’appetito. Usateli con accortezza. Piuttosto aggiungete un paio di cucchiai di olio di pesce. Questi aiutano il dimagrimento stimolando un importante ormone lipolitico: l’adiponectina.
Non sgrarrare mai. .
Una volta la settimana dovreste interrompere la dieta, smettere di guardare la bilancia e concedervi un “cheat meal”. Infatti lo sgarro è utile per perdere peso. Stare sempre a dieta porta ad uno stallo dei risultati e il corpo reagisce rallentando il metabolismo. Una dieta rigida è impegnativa anche per la testa e può lasciare con la sensazione di eccessiva privazione. Una brutta combinazione! Un pasto con più calorie ogni settimana permette di staccare dalla dieta, aiuta a prevenire lo stallo evitando che il corpo entri in uno stato di inedia con rallentamento del metabolismo. È quello che io chiamo “cheat meal”. Attenti a non protrarlo in un “cheat day” altrimenti buttate via i progressi di un’intera settimana.
ERRORI COMUNI NELLA DIETA PREGARA
8 7
Evitate questi 8 errori comuni del pregara può fare una grossa differenza per il vostro fisico e garantirvi il top della forma in gara. Sulla mia pagina Facebook ogni settimana inserisco informazioni su nutrizione, allenamento e motivazione. Visitatela. Inoltre su www.labrada.com ci sono programmi d’allenamento e schemi alimentari gratuiti. Nota del redattore: Lee Labrada è segretario del comitato IFBB per la Ricerca, l’Esercizio e l’Educazione. Ex Mr. Universo IFBB e vincitore del Pro World, Labrada rimane uno dei pochi nella storia ad essere arrivato tra i primi quattro al Mr. Olympia per sette volte consecutive. È membro della IFBB Pro Bodybuilding Hall of Fame. Lee è presidente dell’azienda Labrada Nutrition, con sede a Houston negli USA.
4
Guardare solo la bilancia.
La bilancia non è la “pietra di paragone” di ogni risultato. Potete monitorare un paio di altre cose, soprattutto le energie e la forza. Se perdete peso e conservate molta energia e forza, vuol dire che perdete grasso, garantito. Al contrario, se perdete peso, vi sentite molto stanchi o notate che i carichi d’allenamento scendono costantemente durante le sessioni, allora è probabile che state catabolizzando anche i muscoli. Se perdete più di 1-2 kg la settimana o se le energie si riducono, può essere che il prezioso tessuto muscolare sia sacrificato. Un modo per controllare la composizione della perdita di peso (se è grasso o muscolo) consiste nell’impiego di un plicometro. Il plicometro, abbinato alla bilancia, vi dirà se perdete grasso o muscolo o entrambe le cose. Se usate il plicometro, accertatevi che le misure siano prese dalla medesima persona ogni settimana, sempre in modo uguale, per garantire accuratezza. Se fate da soli, potete trovare tutte le istruzioni nel kit Get Lean, in vendita sul mio sito web. Vi consiglio caldamente questo programma se volete dimagrire in modo preciso, metodico e sicuro.
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Mangiare i carboidrati di sera.
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Con il trascorrere della giornata, il metabolismo rallenta. I carboidrati consumati di notte hanno maggiore probabilità di essere immagazzinati come grasso invece che bruciati. Traduzione: piano con patate, pasta o riso nell’ultimo pasto serale. La cena dovrebbe contenere proteine magre come pollame o pesce, insieme ad un contorno di verdure. Le verdure rallentano la digestione e la conversione degli amidi in zuccheri.
Usare male i bruciagrassi.
Molti si affidano troppo ai bruciagrassi quando dovrebbero solo mangiare di meno. Dovete bruciare più calorie di quelle introdotte. La maggioranza dei bruciagrassi non “brucia” i grassi. Aiutano a stare a dieta riducendo l’appetito. Usateli con accortezza. Piuttosto aggiungete un paio di cucchiai di olio di pesce. Questi aiutano il dimagrimento stimolando un importante ormone lipolitico: l’adiponectina.
Non sgrarrare mai. .
Una volta la settimana dovreste interrompere la dieta, smettere di guardare la bilancia e concedervi un “cheat meal”. Infatti lo sgarro è utile per perdere peso. Stare sempre a dieta porta ad uno stallo dei risultati e il corpo reagisce rallentando il metabolismo. Una dieta rigida è impegnativa anche per la testa e può lasciare con la sensazione di eccessiva privazione. Una brutta combinazione! Un pasto con più calorie ogni settimana permette di staccare dalla dieta, aiuta a prevenire lo stallo evitando che il corpo entri in uno stato di inedia con rallentamento del metabolismo. È quello che io chiamo “cheat meal”. Attenti a non protrarlo in un “cheat day” altrimenti buttate via i progressi di un’intera settimana.
ERRORI COMUNI NELLA DIETA PREGARA
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Evitate questi 8 errori comuni del pregara può fare una grossa differenza per il vostro fisico e garantirvi il top della forma in gara. Sulla mia pagina Facebook ogni settimana inserisco informazioni su nutrizione, allenamento e motivazione. Visitatela. Inoltre su www.labrada.com ci sono programmi d’allenamento e schemi alimentari gratuiti. Nota del redattore: Lee Labrada è segretario del comitato IFBB per la Ricerca, l’Esercizio e l’Educazione. Ex Mr. Universo IFBB e vincitore del Pro World, Labrada rimane uno dei pochi nella storia ad essere arrivato tra i primi quattro al Mr. Olympia per sette volte consecutive. È membro della IFBB Pro Bodybuilding Hall of Fame. Lee è presidente dell’azienda Labrada Nutrition, con sede a Houston negli USA.
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Guardare solo la bilancia.
La bilancia non è la “pietra di paragone” di ogni risultato. Potete monitorare un paio di altre cose, soprattutto le energie e la forza. Se perdete peso e conservate molta energia e forza, vuol dire che perdete grasso, garantito. Al contrario, se perdete peso, vi sentite molto stanchi o notate che i carichi d’allenamento scendono costantemente durante le sessioni, allora è probabile che state catabolizzando anche i muscoli. Se perdete più di 1-2 kg la settimana o se le energie si riducono, può essere che il prezioso tessuto muscolare sia sacrificato. Un modo per controllare la composizione della perdita di peso (se è grasso o muscolo) consiste nell’impiego di un plicometro. Il plicometro, abbinato alla bilancia, vi dirà se perdete grasso o muscolo o entrambe le cose. Se usate il plicometro, accertatevi che le misure siano prese dalla medesima persona ogni settimana, sempre in modo uguale, per garantire accuratezza. Se fate da soli, potete trovare tutte le istruzioni nel kit Get Lean, in vendita sul mio sito web. Vi consiglio caldamente questo programma se volete dimagrire in modo preciso, metodico e sicuro.
La dispensa del bodybuilder
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I bodybuilder devono riempire la dispensa con alimenti di qualità, ricchi di nutrienti, che promuovono e sostengono la crescita muscolare. Sebbene sia stato sempre criticato per i grassi contenuti, esiste un alimento salutare e nutriente. Non importa se seguite la dieta Paleo, Metabolica, vegana o chissà quale altra. I bodybuilder e gli appassionati di Fitness dovrebbero nutrirsi di questo incredibile frutto verde:
l’AVOCADO!
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di Rossella Pruneti. Illustrazioni di Alex Komadina. Foto di ShutterStock.
’avocado (nome scientidiL co “Persea Americana”) è, tecnicamente, un frutto. Magari eravate abituati a considerarlo una verdura. Niente di più sbagliato: è un frutto super salutare e cremoso adatto per ricette salate e dolci. Oltre a questo, è usato come eccellente ingrediente per nutrire ed alleviare le irritazioni della pelle. Ne esistono dozzine di varietà: Haas (la più diffusa), Fuerto, Zutano e Bacon. CHE SAPORE HA? L’avocado è stato descritto come il “burro dei poveri” e ha davvero un sapore morbido, cremoso, dal lieve sapore di noce. NON DA GOURMET MA FA BENE
COME ACQUISTARLO E CONSERVARLO L’avocado è venduto ancora “duro” perché si ammacca facilmente. Quanto è maturo influenza molto i benefici che apporta alla salute. Scegliete avocado con un estremo più stretto e lungo invece che molto stondato: vuol dire che è maturato sull’albero e ha un sapore migliore. L’avocado matura a temperatura ambiente entro pochi giorni; potete accelerare la maturazione inserendolo in un sacchetto di carta insieme ad una mela o una banana. L’avocado non dovrebbe presentare macchie nere o ammaccature. Può essere refrigerato per una settimana circa dopo che è giunto a maturazione. Tenetelo intero per evitare che diventi scuro oppure conservatene i pezzi avvolti nella pellicola di plastica e insieme al nocciolo oppure cospargeteli di succo di limone o aceto.
Per essere un frutto l’avocado è ricco di grassi buoni, vitamine e sali minerali, antiossidanti (vitamina C, vitamina E e beta-carotene), fibre (10COME CUCINARLO 15 g cioè più di una tazza di cereal integrali) e sorprendentemente ricco di proteine Non si tiene in dovuto conto la (purtroppo gli aminoacidi non versatilità in cucina dell’avocado: sono nelle proporzioni ideali). dolce o salato, a pure e a pezzettini, ecc. Comunque è importante ridurre al minimo il danno ai suoi CARTA D’IDENTITÀ grassi unici e delicati assicuranDELL’AVOCADO: dosi che mantenga la sua conCARBOIDRATI, GRASSI centrazione di nutrienti. Dovrete E PROTEINE preferire le ricette dove l’avocado è crudo, non cotto o cotto alla temperatura minima oppure aggiunto dopo la cottura degli altri ingredienti di una ricetta. CONSIGLI PER PREPARARLO
Cercate di danneggiare al minimo gli antiossidanti (carotenoidi). La maggior parte si trova nella polpa verde scuro subito sotto la buccia. Usate il metodo “sbucciatura”: tagliatelo per lungo, separate le due metà e tagliatelo in quarti, togliete la buccia a ciascun quarto proprio come farete per una banana. SVANTAGGI L’avocado è ricco di grassi ma con una composizione insolita che dà benefici alla salute. Quello che pare uno svantaggio è infatti
un punto di forza di questo super alimento. Eppure, sebbene grassi buoni, occorre evitare un eccesso di grassi insaturi. Alcune recenti ricerche sostengono addirittura che gli alimenti ricchi di grassi creino dipendenza. VANTAGGI L’avocado contiene una gamma spettacolare di carotenoidi più o meno noti. Ha molti fitosteroli e PFA (alcoli grassi polidrossilati) che tengono sotto controllo infiammazioni, osteoartriti e artrite reumatoide. Per quanto riguarda l’acido oleico, l’avocado è simile alle olive: aiuta l’assimilazione di nutrienti liposolubili e abbassa il rischio di cardiopatie. L’avocado è un alimento con relativamente pochi carboidrati e zuccheri semplici. I suoi carboidrati sono insoliti. Prima di essere raccolto dall’albero, il 60% è nella forma di zuccheri tipo mannoeptulosio, sedoeptulosio, alcoli dello zucchero connessi tipo il perseitol. Questi carboidrati si trovano raramente negli alimenti ma sono interessanti per gli scienziati perché sembra che aiutino a regolare il metabolismo degli zuccheri nel sangue.. L’avocado ha un indice glicemico molto basso.
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RICETTE SALUTARI Può sembrare strano fare un dolce con l’avocado. Eppure è buono nella versione dolce e conferisce a torte e snack una texture cremosa senza un forte retrogusto di avocado. Inoltre riduce la calorie senza dimezzare il volume. L’avocado trasforma il non-salutare in salutare: potete sostituire i grassi cattivi del burro con i grassi buoni dell’avocado.
Ingredienti 1 avocado 2 banane 800 g spinaci freschi 120 ml latte di soia o di mandorle Dolcificante ipocalorico preferito, quanto basta 1 cucchiaio di cocco grattugiato, per decorazione (facoltativo)
Preparazione Frullare tutti gli ingredienti fino ad ottenere una crema. Refrigerare per almeno due ore. Mescolare. Spolverare col cocco e servire.
Qualche idea veloce Aggiungete l’avocado o l’olio di avocado ad un’insalata. Aumenta l’assorbimento dei carotenoidi dell’insalata dal 200 al 400%. Spalmate l’avocado maturo sul pane o sulle gallette di riso come sostituto salutare alla maionese. È ottimo anche sugli hamburger al posto di salse e condimenti ipercalorici. Usate l’avocado come sostituto del burro in dolci e biscotti. Spennellate due metà senza buccia con olio extravergine d’oliva e grigliatele per 3-4 minuti. Sentirete che cremosità all’interno!
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Budino avocado e spinaci
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i sono ricette di C marzapane o di pasta reale o pasta di
mandorle che riducono lo zucchero, altre che usano dolcificanti in polvere e albume, questa è la ricetta più minimale per il marzapane che possiate immaginare. È completamente di mia invenzione: via tutti i superflui ingredienti del classico marzapane, solo farina di mandorle e acqua, con l’aiuto dell’eccezionale TIC esaltiamo il sapore dolce che tanto si sposa bene con la mandorla. Possono essere aggiunti i coloranti alimentari per mangiarlo anche con gli occhi! 140
INGREDIENTI
DECORAZIONE
30-40 ml di acqua (state sul minimo, meglio aggiungerla a cucchiaini che dovere farla evaporare se è troppa!) 50 g farina di mandorle ½ cucchiaino di dolcificante liquido TIC (oppure di più, in base al gusto)
Se volete colorarlo, aggiungete i colori a varie parti del composto prima di metterlo in tanti stampini in forno, oppure quando lo fate riposare sulla spianatoia prima di lavorarlo con le mani. Se volete dare un colore unico a tutta la quantità preparata, il colorante può essere aggiunto già nell’acqua di cottura. Io ho usato un colorante liquido, ma probabilmente è meglio in polvere o in gel (altrimenti dovete davvero passare in forno a solidificare).
PREPARAZIONE Portare a bollore l’acqua con il TIC, versare la farina di mandorle e girare finché non riprende il bollore. Lasciare addensare il più possibile. Togliere dal fuoco e mettere in uno stampino. Infornare a 180° C finché si è ulteriormente solidificato. Potete anche provare ad omettere la fase della cottura in forno: il sapore è già quello del marzapane dopo la bollitura, solo il composto è molto più morbido, quasi da “cucchiaio”. Potete anche provare a lasciarla raffreddare e poi lavorarla con le mani.
CONSERVAZIONE Si conserva ben chiuso in un contenitore ermetico per diversi giorni. Può indurire troppo se lasciato all’aria.
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GIACCHE BLU C
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sistono molti sistemi di spaE reggio. Praticamente ogni sport possiede i propri: atleti
Wanda Tierney è la IFBB statistician che ha collaborato nella spiegazione della regola in questo articolo.
Il metod o di
o squadre che sono in parità al termine di una partita giocano “i tempi supplementari” oppure giocano la partita di “spareggio” o qualunque altro modo per risolvere la situazione di parità, perfino una procedura casuale come una monetina lanciata in aria o tirando i dadi. Nel bodybuilding il metodo di spareggio consiste in un confronto punto per punto al fine di capire quale dei due atleti la maggioranza dei giudici ha considerato migliore tra i due in parità. Ecco perché il sistema di giudizio nel bodybuilding richiede molta matematica. In ogni competizione IFBB gli statistici (due o più giudici IFBB preposti al calcolo del punteggio) raccolgono le striscette dai giudici
Giudicare il bodybuilding non è una scienza esatta, almeno non come quando un giocatore segna un punto o un corridore taglia il traguardo. Sebbene sia un po’ soggettivo e personale, sono stati creati vari sistemi di punteggi per fornire una valutazione quanto più onesta e accurata possibile. Gli atleti possono vedere che è un sistema molto buono e assai equo. 142
azzamenti relativi ei pi io d gg
pu nte
I
C
I
e le trascrivono sul modulo “Score Sheet (Statisticians)”. Facciamo un passo indietro. Ogni giudice ha assegnato a ciascun atleta una posizione precisa dal primo al quindicesimo posto, badando che non ci siano due concorrenti con la medesima posizione. Cosa accade da questo momento a quello in cui il presentatore annuncia i risultati? Per ogni concorrente in ogni striscetta gli statistici eliminano i due punteggi più alti e i due più bassi (se la giuria è composta da nove giudici) oppure il più alto e il più basso (se la giuria è composta da meno di nove giudici). Quindi gli statistici sommano i punteggi rimanenti e registrano i risultati in una colonna indicata come “Subtotale del Round X” (dove X sta per Round 1, 2 o 3 secondo la categoria e il suo numero di round). Il concorrente con il punteggio più basso è premiato col primo posto, mentre quello col punteggio più alto col quindicesimo. SPIEGAZIONE DEL METODO DI PUNTEGGIO DEI PIAZZAMENTI RELATIVI Cosa accade in caso di pareggio? Perché può accadere. In tal caso occorre osservare i punteggi perché esistono modi diversi di ottenere la stessa media aritmetica. La media aritmetica può n on essere una buona descrizione di una “tendenza centrale” (cioè come i punteggi si concentrano intorno ad un valore) ed è molto influenzata dai valori anomali, cioè da quelli che deviano notevolmente rispetto agli altri. I valori anomali indicano un “giudizio sbagliato” e per questo è importante applicare un metodo che salvaguardi gli atleti. Il metodo è assai meglio di una semplice media aritmetica perché attribuisce a ciascun giudice il medesimo potere. La regola di eliminare i due punteggi alti e i due bassi è già buona. Abbinata al metodo dei piazzamenti relativi garantisce che non ci siano singoli giudici che, intenzionalmente o meno, pilotino i risultati. Com’è il metodo Il metodo dei piazzamenti relativi è complesso solo in apparenza. In realtà consiste di semplici re-
di Rossella Pruneti
PRE JUDGING (SEMI FINAL)
PLACE SEMIFINAL
SCORE ROUND 1
NUMBER
NAME
JUDGES' NAMES
Country 1
2
3
4
5
6
7
8
9
60 Jiminez Rafael Eduardo 61 Marcelo Honorio
Mexico
15
15
15
13
14
13
11
12
9
67
15
Brazil
1
2
3
3
3
2
2
4
2
12
2
62 Jose Carlos de Sousa Santos 64 Zaid Adamo
Brazil
2
1
1
1
1
1
1
1
1
5
1
Canada
11
12
14
15
12
12
14
15
12
64
14
65 Bufano Giuliano 67 Godo Koji
Italy
14
7
11
7
8
8
8
8
10
42
8
Japan
6
4*
6
5
5
4*
6
3*
3*
24
5
68 Neil Gardner 69 Jose Vega Magana
Australia
13
9
13
12
9
10
10
11
6
52
10
Mexico
9
8
8
8
7
7
5
7
7
37
7
70 Antonio Lopez Meneses 71 Enrique Carcamo Rosas
Mexico
8
11*
7*
14
13*
14
12*
13*
13*
62 12
Mexico
10
13
12
11
11
15
13
9
11
58
73 Chris Weiss 75 Eric Hernandez
USA
7*
14
9
9*
15
11*
15
14
14
62 13
Puerto Rico
5*
5
5*
4*
2*
5
3*
5
5
24
4
76 Jose Bustamante 78 Aydin Bicen
Spain
4
3
2
2
4
3
4
2
4
16
3
Turkey
3
6
4
6
6
6
7
6
8
30
6
79 Alcocer Lopez Asuncion
Mexico
12
10
10
10
10
9
9
10
15
50
9
11
ARNOLD CLASSIC, COLUMBUS OHIO, 2011. STATISTICIAN SCORE SHEET MEN’S BODYBUILDING -70 kg CATEGORY Nr. 67: Placings from 3rd place to 6th place from nine judges
Nr. 75 : Placings from 2nd place to 5th place from nine th th Take away highest placings (3rdapplicaand 3rd) andper 2 lowest placings Take away 2 highest placings (5th and35thper ) and 2 lowe l’atleta 75. (6 and 6 ). gole che 2possono essere to al subtotale del Round th th th th th Sommare i cinque punteggi ri- Add Addmanualmente up the 5 remaining , 5 , 5 , 24 –and 6 ). This gives 24 points. up the 5 ilremaining placings (5th, 5thNel , 5th, 4th and 5 te o placings con un(4 comottenere punteggio finale. manenti dell’atleta 67 (4°, 5°, 5°, 4° Bodyfitness e Fitness ci sono puter. e 6°). Totalethe24 punti. Placement Sommare Scoring i round Bothstriscetta athletes have points. To givegiuthem the right place, Relative System is used whichmerito looks at sono the placings of La di 24 ogni singolo diversi e i, pari th cinque punteggi rimanenti dell’atleta Five of the nine judges gave a higher placing to athlete Nr. 75, which gives this athlete the majority and therefore the 4 place in this example dice per i due atleti pari merito è 75 (5°, 5°, 5°, 4° e 5°). Totale 24 risolti in momenti diversi. Quelli th confrontata colonna del Fitness sono risolti nel pregaa higher placingcolonna by four of per the nine judges and therefore was given 5 place. punti. eThis viene puntino 3 – Entrambi gli atleti hanno 24 pun- ra, Round 2, e alla finale, Round is like posto winning un the 100 meters sopra sprint in 0.001 of a second. la posizione più alta tra i due. ti. Per assegnare le posizioni in modo 4 (entrambi round con i quarti di Nel calcolo sono incluse le stri- equo si applica il Metodo dei piazza- giro). Il Bodyfitness ha solo due The same used with athletesIlnr. 70 and 73. menti relativi guardando le posizioni round. scette disystem tutti was e nove i giudici. totale dei puntini è calcolato per date da ciascuno dei nove giudici. entrambi gli atleti pari merito e Cinque dei nove giudici hanno dato Cosa accade ai pari merito vince lo spareggio l’atleta che ha una posizione più alta all’atleta 75, del Round 1? assegna la maggioranza a questo più puntini. Questi riceve la posi- ciò atleta e pertanto, per l’esempio, si Il Round 1 è il pregara, quinzione finale più alta tra i due. piazza quarto. L’atleta 67 ha ottenu- di i pari merito devono avere lo to un piazzamento più alto da quat- spareggio per decidere i finaliFacciamo un esempio. tro dei nove giudici e quindi arriva sti. Dopo lo spareggio, i punti Guardiamo lo Statistician Scoresheet quinto. È come vincere i 100 metri del pregara (Round 1) non sono dell’Arnold Classic di marzo 2011 a per un millesimo di secondo. Lo stes- più tenuti in considerazione per Columbus, Ohio. Osservate le righe so sistema è stato applicato per gli la finale. Ogni concorrente inizia per gli atleti numero 67 e 75. atleti 70 e 73. la finale con “zero punti” (Regola Numero 67: i nove giudici gli handegli zero punti). no dato posizioni dal terzo al sesto ALTRE REGOLE posto. Cosa accade ai pari merito Numero 75: i nove giudici gli hanno dato posizioni dal secondo al quinto I pari merito sono sempre nel punteggio finale? spareggiati? posto. Ogni pari merito nel punteggio 1 – Togliere i due punteggi più alti Nel bodybuilding lo si fa per il finale è risolto con il Metodo dei (3° e 3°) e i due più bassi (6° e 6°) Round 1 e 3. Nel Round 2 non piazzamenti relativi sui subtotali per l’atleta 67. Togliere i due più alti occorre lo spareggio perché il degli atleti nel Round 2. (2° e 3°) e i due più bassi (5° e 5°) subtotale del Round 2 è aggiun-
143
Una nuova disciplina sportiva che unisce vari elementi: forza, resistenza e proporzioni. Un vero sport per uomini e donne in forma!
New sports discipline that combines various elements of strength, endurance as well as balanced physique. 144
I Round ELIMINAZIONI Se sono presenti più di 15 concorrenti, si procede all’eliminazione giudicando il fisico con le quattro semirilassate, come nel Fitness. La procedura e i criteri di giudizio sono gli stessi del Fitness. L’abbigliamento degli uomini è quello del Fitness maschile, l’abbigliamento delle donne è quello del Bodyfitness (due pezzi nero). È proibito ogni tipo di calzatura.
PREGARA Round 1 (R1) (round del fisico, semirilassate). Presentazione, punteggio e valutazione del round 1 avvengono come nel Fitness. Nel round 1 ogni atleta riceve un piazzamento. I parimerito sono risolti con il metodo dei piazzamenti relativi. Round 2 (R2) (round della forza: pull-up e dip). Per primi sono eseguiti i pull-up. Devono essere disponibili almeno 3 stazioni (una ogni cinque atleti). Gli atleti sono raggruppati in ordine numerico (stazione 1: numeri 1-5; stazione 2: numeri 6-10; stazione 3: numeri 11-15). Tre giudici contano le ripetizioni ad ogni stazione: • un giudice sta a livello della barra e controlla che il mento salga al di sopra della barra stessa; • un giudice deve stare dietro l’atleta per controllare che le braccia siano completamente distese (bloccate) nella posizione iniziale del movimento;
• un giudice deve stare di lato e controllare che il corpo non oscilli. Ogni giudice conta il numero corretto di ripetizioni con un contascatti. I giudici possono dare istruzioni all’atleta durante la prova ma non è permesso discutere sul palco al termine. Il numero più alto e più basso di ripetizioni è eliminato, il punteggio è dato dalla media delle ripetizioni. Quando tutti gli atleti hanno completato il pull-up, si passa ai dip. I dip sono eseguiti con gli stessi gruppi e ordine per garantire un ugual tempo di recupero. Un giudice sta dietro l’atleta e gli altri ai lati per vedere che i gomiti siano bloccati nella posizione finale in alto, che la discesa sia di profondità adeguata (le spalle devono andare al di sotto della linea del gomito) e che il corpo non oscilla. Il tempo utilizzato per i pull-up e i dip deve essere moderato affinché i giudici possano distinguere e contare correttamente le ripetizioni.
Punteggio del Round 2.
Ogni atleta riceve un piazzamento nei pull-up e nei dip secondo il numero di ripetizioni. Se due o più atleti hanno totalizzato lo stesso numero di ripetizioni, avranno il medesimo piazzamento. Il piazzamento del Round 2 è ottenuto sommando il piazzamento nel pull-up e quello nei dip. In questo round i parimerito non devono essere spareggiati. Round 3 (R3) (round della resistenza, rematore con l’ergometro). Ci devono essere almeno 5 ergometri. Gli atleti sono divisi in gruppi secondo i piazzamenti nei round 1 e round 2. (In caso di un uguale punteggio, il piazzamento del round 1 è decisivo). Gli atleti che hanno ottenuto il piazzamento peggiore si allenano nel primo gruppo mentre
quelli con il piazzamento migliore nell’ultimo. Dietro ogni ergometro ci deve essere un giudice per impedire che l’ergometro stesso si sposti durante l’utilizzo. La distanza da coprire con l’ergometro è 1000 metri. Dopo l’ultimo gruppo tutti gli atleti avranno un piazzamento per il round 3. È possibile ma rarissimo nella pratica che due o più atleti totalizzino il medesimo tempo. Ad ogni modo, in quel caso, avranno lo stesso piazzamento per il round 3.
Punteggio del pregara.
Il punteggio del pregara è dato dal piazzamento del round 1 più il piazzamento del round 2 più quello del round 3. Tutti e tre i round rappresentano un terzo del punteggio totale. In caso di parimerito, il piazzamento del round 1 è decisivo.
FINALI I sei migliori atleti passano in finale. Iniziano da zero punti ed eseguono tutto il programma: round del fisico, round della forza e round della resistenza. Round 4 della finale (round del fisico, quarti di giro). Il round 1 è presentato, valutato e giudicato come nelle finali del Fitness. L’abbigliamento è lo stesso del pregara. Round 5 della finale (round della forza). Ad uno ad uno (in ordine numerico), i sei finalisti eseguono il pullup e poi i dip. Round 6 della finale (round della resistenza). Occorrono sei ergometri affinché tutti i finalisti possano svolgere la prova assieme. In alternativa la prova può consistere nei salti pliometrici di velocità.
Punteggio della finale.
Il sistema di punteggio è lo stesso del pregara.
UNA NUOVA DISCIPLINA L’ A t h le t ic F i tn e s s è s ta to g i à int r od o tto a l i v e l l o in te r n a z i on a l e .
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Categorie femminili -163 cm +163 cm
Uno sport per tutti
maschili -175 cm +175 cm
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Una versione per gruppi più ampi: Athletic fitness senza il round del fisico • 3 round: 1. Trazioni al mento 2. Dip 3. Rematore o salti pliometrici di velocità • Un ampio gruppo di partecipanti • Le gare sono svolte nelle palestre • I punteggi mondiali sono pubblicati online, la gara non ha mai termine.
Descrizione delle tecniche Trazioni al mento Deve essere utilizzata una presa in pronazione. L’ampiezza massima della presa è un metro: da mignolo a mignolo. Il corpo è appeso, nel senso che i gomiti sono distesi e la schiena dritta. Quindi il corpo è sollevato finché il mento sale oltre la barra, poi riabbassato nella posizione di partenza. Durante l’esercizio il corpo può soltanto muoversi in verticale, la posizione dei piedi non deve essere cambiata. Il tempo usato per eseguire il pull-up deve essere moderato, affinché i giudici possano distinguere e contare il numero corretto di ripetizioni.
Dip
Prima di iniziare l’esercizio, il corpo deve essere in posizione bloccata, nel senso che i gomiti devono essere distesi e il corpo in posizione verticale. Quindi il corpo è abbassato finché le spalle sono al di sotto della linea dei gomiti. Durante questo esercizio il corpo non deve oscillare e deve muoversi solo in verticale e, ancora una volta, la posizione dei piedi non deve essere cambiata. Il tempo usato per eseguire i dip deve essere moderato, affinché i giudici possano distinguere e contare le ripetizioni corrette.
Rematore all’ergometro
Questo esercizio consiste di due fasi: la fase preparatoria e la fase di spinta. Al termine della fase preparatoria, le braccia sono estese in avanti fino ad essere raddrizzate; spalle e collo in posizione neutra; torace leggermente piegato in avanti. Gli stinchi sono verticali e le gambe piegate. Lo spazio tra il sedile e la rotaia e le ginocchia dovrebbe essere circa 15-20 cm. La fase di spinta inizia raddrizzando le gambe e premendo la pedana coi piedi. Il torace è leggermente inclinato indietro contraendo i muscoli del core e le mani sono portate verso le coste del torace, le braccia devono rimanere diritte, allineate coi polsi. La fase di spinta termina e la fase preparatoria inizia piegando subito il busto in avanti, poi piegando le ginocchia e facendo slittare il sedile in avanti. Le ginocchia possono essere piegate solo dopo che le braccia sono all’altezza delle ginocchia. Se lo paragoniamo alle lancette dell’orologio, è consigliabile che il corpo si sposti dalle undici all’una. Non è consigliabile piegarsi troppo. Per il ritmo e la fluidità del movimento, è necessario garantire che la fase di spinta successiva generi forza a sufficienza e che la fase preparatoria duri quel tanto per fare rilassare i muscoli e prepararli alla fase di spinta successiva. È consigliabile iniziare con tre spinte parziali e possenti per raggiungere la velocità necessaria a coprire la distanza stabilita. INFO: www.ifbb.com/pdf/athFitness_introduction.pdf
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148
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Cell. 328 4823777 www.sportserviceitalia.com. 150
ZANOTTI FEDERICO
S A N R E M O , 3 D I C E M B R E 2 0 11 Stefano Scarlata, vicecampione mondiale Juniores, premia questa categoria.
JUNIORES IV Trofeo Weider
CUNEO ENRICO
1. ZANOTTI FEDERICO 2. CUNEO ENRICO 3. MULAS RONNI 4. GRAGLIA MATTIA 151
Claudio Fassi, produttore del Winner Tan premia la categoria.
CLASSIC BODYBUILDING -175 CM Selezione Arnold Classic Amateur
GIANSANTE GABRIELE 152
1. DI CARLO DONATO 2. GIANSANTE GABRIELE 3. CUNEO ENRICO 4. BRACCHITTA CARMELO 5. ZUCCARELLO CARMELO 6. MOGLIA LUCA
S A N R E M O , 3 D I C E M B R E 2 0 11 DI CARLO DONATO
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GALLI ALESSANDRO 154
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CLASSIC BODYBUILDING -175 CM Selezione Arnold Classic Amateur
BRANCACCIO PINO
1. GALLI ALESSANDRO 2. BRANCACCIO GIUSEPPE 3. FACCIN LUCA 4. TADDIO ANDREA 5. STANCHI LORIS 6. ANDRIULLI GABRIELE
Il presidente Benedetto Mondello con il presentatore Roberto Colangeli e l’organizzatore Dennis Giusto premia l’a 156
S A N R E M O , 3 D I C E M B R E 2 0 11
ASSOLUTO CLASSIC BODYBUILDING GALLI ALESSANDRO
assoluto. 157
PEZZA ANNA
BIKINI
Selezione Arnold Classic Amateur 1. SIGNORI ROBERTA 2. PEZZA ANNA 3. PIZZI MARINA 4. PARENTI DEBORAH 5. CARDINALI NADEEKA 158
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SIGNORI ROBERTA 159
MAZZOLA VALENTINA
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FRÈ MICHELA
BOZZAO ROBERTA
BODYFITNESS Selezione Arnold Classic Amateur 1. MAZZOLA VALENTINA 2. FRE’ MICHELA 3. BOZZAO ROBERTA 4. ROMANO CRISTINA 5. ANGOTTI ISABELLA 6. FREGO SILVIA 161
Thomas Benagli, IFBB Pro, premia la categoria.
LEGGERI - 70 KG Selezione Arnold Classic Amateur
BERTUZZI CHRISTIAN 162
1. CAPUCCI CARLO 2. BERTUZZI CHRISTIAN 3. CORSI CRISTIANO 4. MASCARO ENZO 5. OBERTI FABIO 6. NOVELLI ADRIANO
S A N R E M O , 3 D I C E M B R E 2 0 11 CAPUCCI CARLO
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ZUCCARO ALEX
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COPPOLA FRANCESCO
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MEDI - 80 KG Selezione Arnold Classic Amateur 1. ZUCCARO ALEX 2. COPPOLA FRANCESCO 3. VALSECCHI STEFANO 4. GIBERTI DANIELE 165
MEIATTINI SIMONE ROMANO SALVATORE
MEDIO MASSIMI - 90 KG Selezione Arnold Classic Amateur
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1. CATALDI GIAMPIERO 2. MEIATTINI SIMONE 3. ROMANO SALVATORE 4. ROSANELLA ANTONIO 5. GRANDONI MANUEL 6. GALLEANI DAVIDE
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CATALDI GIAMPIERO 167
FONTANA PAOLO
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VAGHI WALTER
MASSIMI +90 KG Selezione Arnold Classic Amateur 1. FONTANA PAOLO 2. VAGHI WALTER 3. DELL’ ORTO GIOVANNI 4. CARACCIOLO ALFREDO 169
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I presentatori Roberto Colangeli e Rossella Pruneti (anche co-organizz
S A N R E M O , 3 D I C E M B R E 2 0 11
ASSOLUTO BODYBUILDING GIAMPIERO CATALDI
zatrice dell’edizione) con il presidente Benedetto Mondello e il Patron IFBB Franco Fassi premiano l’assoluto. 171
Presentazione del Team Azzurro selezionato per l’Arnold Classic Amateur 2012. 172
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TEAM AZZURRO Selezionato per Arnold Classic Amateur 2012
173
IL RE ed io di Rossella Pruneti
“Ronnie Coleman sta con noi” è stato il claim scelto per la settimana piena durante la quale Coleman ha visitato nuovamente l’Italia (lui non sa quante volte, penso almeno 5 presenze ufficiali a livello nazionale e altre private o locali). L’idea era di “vivere con Coleman”: al di là delle due esibizioni da calendario del Grand Prix Due Torri (25-26 novembre 2011) e La Notte dei Campioni (3 dicembre 2011), ascoltare i suoi seminari, allenarsi con lui e perché no, festeggiare il Re del Bodybuilding. Nell’organizzare l’ingaggio, io in veste di Presidente dell’Associazione Culturale Ray Stern e Vinicio Varricchio, CEO di Vitamincenter.it, abbiamo cercato di andare incontro a ogni desiderio e richiesta di The King. In fondo, ripetevamo nei mesi dell’attesa, è il nostro Re e se non lo riveriamo noi dell’ambiente, chi lo deve riverire? Ma l’ambiente lo adora tuttora. Per questo è stato scelto LUI. Non si vince otto volte l’Olympia “pettinando le bambole”. Ronnie stesso ha più volte avuto modo di raccontare e scrivere (quanto adora twittare!) che è forse forse più richiesto adesso che all’apice della carriera agonistica. Inoltre Ronnie aveva annunciato il ritorno alle gare per il Master Pro World del 10 dicembre 2011 in Florida. Chiedevo: “Sei sicuro di volere fare un tour in Italia appena la settimana prima?”. E lui: “Mi sono preparato alle gare per talmente tanti anni, che ormai non ho più difficoltà. Mi basta
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cibo sano e una palestra. Non ho alcun problema”. E interessante era vederlo a ridosso di un comeback così gustoso (ritorno che poi non c’è stato, colpa dei suoi problemi di schiena, veramente gravi, che lo hanno costretto ad operarsi di lì a poco). Emozione tanta all’aeroporto di Nizza quando Ronnie arriva e subito via, on the road, per farlo comparire ospite al Due Torri il giorno dopo. Ecco qui il burrascoso inizio. Coleman piace e la fila allo stand Vitamincenter è chilometrica, ma non concede foto gratis a disprezzo del contratto che ci ha firmato. “Disprezzo” è come lo definivo io e il tam tam mediatico dei social networks, “dignità” è come la metteva LUI. “Ho regalato tanto nella mia carriera, ho vinto 8 volte il Mr. Olympia, non sono agli inizi e al mio primo titolo, non posso e non voglio regalare”. Mi arrabbio, insisto, argomento. Niente. Da lì il fascino è rotto. Non ho più davanti a me il Re. Ho davanti l’uomo. Immenso rispetto per l’uomo, ma uomo è. Quando teniamo il seminario al Due Torri, quando lo accompagno in tour a Como (palestra dell’esponente IFBB Ivano Bianchi) e a La Spezia (Palestra New Charme), quando siamo in pochi al seminario mattutino del 3 dicembre, quando sul mio palco de La Notte dei Campioni 2011 si esibisce, io vedo e ascolto l’uomo. Mi racconta una storia anche l’uomo, certo. Forse una storia meno altisonante di quella del Re che ammiravo sul palco del Mandalay di Las Vegas. Forse triste, ma non il “triste” di un pianto di gioia inginocchiato prima della premiazione con l’ennesima statuetta di Sandow. Mi racconta una storia comunque altrettanto bella. E ancora una volta, per come sia andata, esco arricchita dal contatto col Re. Scoprire che non c’è nulla al mondo che valga la pena di conoscere se non noi stessi e le nostre esperienze con altri individui. Grazie Ronnie per essere stato con noi.
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Alla ricerca di una Roma, 11 dic
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Di Marco Teatini on il decennale, tutto il monC do del ferro si è mobilitato per presenziare l’evento, sia come spettatore che atleta. Le orde di appassionati e non accorsi nella capitale hanno premiato il grande lavoro svolto in questo arco di tempo sia dal Patron Scimeca che dalla Federazione stessa nella veste del Presidente Betto Mondello. Il numero effettivo dei partecipanti ha superato le duecento presenze, record dei record per quello che concerne un Grand Prix federativo. Solo nel lontano 2004, al Campionato Italiano, si era potuto contare un tale successo… che poi nel corso degli anni, fino ad oggi, non si era più ripresentato! Roma conferma di essere la capitale del bodybuilding italiano. Continua
one - dei record!
a gloria imperitura cembre 2011
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EASY -175 1 BRANDANU FRANCESCO 2 ISOLINI GUIDO 3 FRASCA ALBERTO 4 VISCONTI GIOVANNI 5 NOVELLI EMILIANO 6 CARRARA RAFFAELE
180
1
2
3
181
EASY +175 1 BARONE FRANCO 2 CONTER LORENZO 3 ZAGATO MIRKO 4 MESSINA ANTONIO 5 NOVELLI EMILIANO 6 DI SEGNI ROBERTO
182
1
2
3
183
UNDER 23 1 ZANOTTI FEDERICO 2 CUNCO ENRICO 3 ROMAGNOLO ADRIANO 4 BATTISTI ALESSIO 5 GOLDONI GIACOMO
184
1
2
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FISIQUE 1 CERRONI CONSUELO 2 SANSONI FRANCESCA 3 GUADAGNI LARA 4 GRAZIADEI LUIGIA
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HP -170 1 DI CARLO DONATO 2 PRIMICERI ANTONIO 3 GIANSANTE GABRIELE 4 SEMERARO FRANCESCO 5 MOGLIA LUCA 6 MICUCCI GIOVANNI
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HP -178 1 IACOBUCCI LUCA 2 CECERE RAFFAELLO 3 GIORDANO VINCENZO 4 GANGEMI FABIO 5 FELICI ANDREA 6 PALIOTTI CARLO
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HP +178 1 CAPPELLETTI JONATHAN 2 COVEZZI FRANCO 3 TADDIO ANDREA 4 LUCARELLI SAVERIO 5 STANCHI LORIS 6 BORRELLI GIUSEPPE
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ASSOLUTO HP IACOBUCCI LUCA
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BODYBUILDING FEMMINILE 1 MATTA SILVIA 2 GASTALDI FEDERICA 3 BOSCHERO PAOLA 4 BAGGI NUNZIA 5 GARGIULO TINA 6 MAROTTO ANGELA
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OVER 40 -80KG 1 FIORI LUCA 2 VALSECCHI STEFANO 3 ECCHELLI GIORGIO 4 PLATANIA GUIDO 5 CAMERLI DANILO 6 D'ANGELO FRANCO
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OVER 40 +80KG 1 DELL ORTO GIOVANNI 2 VERGIANI ANTONIO 3 VAGHI WALTER 4 AMMASSARI AURELIANO 5 RECCHIONI GIOVANNI 6 VOLPI MARCELLO
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OVER 50 1 MANGANELLI LIVIO 2 MARI PAOLO 3 ANDREOSE LUCIANO 4 DI PIERO GIOVANNI
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BIKINI 1 IANNONE GIORGIA 2 PEZZA ANNA 3 RAONE MARIA ROSARIA 4 SIGNORI ROBERTA 5 PIZZI MARINA 6 ROCA GROU PATRICIA
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LEGGERI 70 KG 1 PEDDICI ANTONIO 2 BROCCA SANDRO 3 ESPOSITO PASQUALE 4 MASCARO ENZO 5 OBERTI FABIO 6 CAPUOZZO GIANCARLO
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BODY FITNESS -163 CM 1 MAZZOLA VALENTINA 2 ROMANO CRISTINA 3 AULETTA GINEVRA 4 MOSSO MONICA 5 ALOSA LAURA 6 CAPASSO ORIANA
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MEDI 80 KG 1 ZUCCARO ALEX 2 D ALESSANDRO DAVIDE 3 GRANDONI MANUEL 4 GENTILE SAVERIO 5 MANTOVANI ALESSIO 6 TORRE SALVATORE
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BODY FITNESS +163 CM 1 BOZZAO ROBERTA 2 MAGAZZINO GIUDITTA 3 FREGO SILVIA 4 LA PIANA FRANCESCA 5 PRUNETI ROSSELLA 6 BRENZANO BARBARA
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MEDIOMASSIMI 90 KG 1 CATALDI GIAMPIERO 2 MEIATTINI SIMONE 3 ROMANO SALVATORE 4 MARCHELLO ROSSANO 5 CIRIELLO GILBERTO 6 MARZOLLA PAOLO
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FITNESS ROUTINE 1 SEGGI CRISTINA 2 BARNABA ILARIA 3 SPESSOTTO CLAUDIA
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MASSIMI 1 FABBRI WILLIAM 2 PENNAZZATO LUCA 3 FONTANA PAOLO 4 RICCIO FRANCO 5 CARACCIOLO ALFIO 6 MASTINO ROBERTO
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ASSOLUTO BODYBUILDING CATALDI GIAMPIERO
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CARD
n questa edizione, la IFBB Italia ICard… ha messo a disposizione 4 Pro che poi sono diventate 5
visto che il livello presentato era decisamente superiore alle più rosee aspettative, anche se ormai il binomio Mondello-Scimeca è diventato un must per ogni evento si organizzi. Ecco a voi i cinque atleti che si sono aggiudicati il passaggio alla Pro League. Mi limiterò a fare il commento tecnico solo su loro proprio per essere coerente con me stesso, visto che ormai da anni preferisco evitare. Lo scenario italiano 222
ancora non è maturo per ascoltare una critica costruttiva dello stesso (a differenza di tanti altri Paesi)! Prima d’iniziare vorrei aggiungere una nota tecnica che, forse per comodità, a molti è sfuggita o velatamente si è preferito ignorare per perseverare in tutto quello che fino ad oggi di sbagliato era stato detto. Si critica sempre la IFBB come Federazione, in primis nella persona del Presidente poi Organizzatori e Giudici, come organico che tende a privilegiare solo gli atleti consolidati nella
Di Marco Teatini
stessa, il tutto premiandoli per la loro “fedeltà” a discapito anche di atleti più meritevoli fisicamente. Ebbene, allora mi chiedo, come è potuto succedere che delle 5 Pro Card (cioè la massima riconoscenza per un atleta), due siano state assegnate ad atlete alla loro prima apparizione in questa federazione? Passando davanti a molte atlete IFBB presenti a questo The Best? La risposta è semplice, anche se scomoda da accettare, visto che molte volte viene utilizzata solo per giustificare i propri insucces-
si. Chi dirige la Federazione e chi siede sul tavolo di giuria possiede una “coscienza sportiva” che invece manca a chi è sempre di facili critiche! Nonostante la Card per le Bikini fosse l’unica opzionale, perché è una categoria agli inizi, ancora non si aveva una visione globale della stessa. Alla fine, il Presidente ne ha assegnate ben due… proprio per la consapevolezza di aver trovato due degne rappresentanti. Continua
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PRO
BIKINI Agnese Russo Atleta che nella IFBB ha fatto la storia, campionessa italiana, plurifinalista all’estero, finalmente giunge meritatamente a coronare un sogno di vita, potersi confrontare con l’élite del professionismo! Sempre attenta ai minimi particolari, con un total package impeccabile, le auguriamo ancora tanti successi a venire in questa nuova avventura/ categoria. Grazie alla collaborazione di un team americano e all’onnipresente compagno di vita, Alessandro Vinello, i margini d’errore saranno veramente pochi!
Giorgia Iannone Che dire… la Bikini fatta persona, Madre Natura le ha dato tutto quello che una donna potrebbe desiderare. Anche chi non ha mai presidiato una gara, alla sua prima uscita, comprenderebbe il valore universale della stessa. L’esempio da portare nel mondo e proporre ai media. Le auguro di approdare al più presto nel professionismo! Ad oggi con le nuove regole internazionali, visto che in passato non ha mai partecipato ad impegni esteri, le basterà solamente prendere parte ad una gara internazionale amateur, dove sono sicuro che non passerà inosservata, per poi poter inoltrare la richiesta di una Pro Card che sembra essere parte integrante del suo DNA!
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PRO
FIGURE
VALENTINA MAZZOLA Shape ai massimi livelli, una struttura da fuoriclasse. La classica atleta per la quale, dagli occhi dell’esperto a quelli del neofita, è elementare comprenderne le infinite potenzialità. Sotto l’ineccepibile supervisione della super campionessa Cristiana Casoni, IFBB Pro Figure, per quello che concerne look, tonicità e definizione, non potrà che trovare la giusta strada per la consacrazione. Anche per lei, occorreva un podio in una gara internazionale per fare formale richiesta. Visto le potenzialità, non è tardato ad arrivare con gli Europei femminili di qualche settimana fa.
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OPEN
Saied Feras Un vero mostro di genetica: muscoli in una quantità disarmante, sempre in ottima condizione. Nel giro di due anni, ha vinto praticamente tutto quello che c’era da vincere: Italiani Assoluto, due edizioni del Trofeo Due Torri, plurifinalista mondiale, Assoluto Arnold Classic Europe sezione Amateur e Selezione Ludus Maximus. Sicuro futuro protagonista nel circuito Pro, possiede beef, tenacia e capacità di sacrificio (e una moglie che lo sorveglia a vista). Potrà dare molto anche nella Pro League.
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Giampiero Cataldi L’evergreen del bodyBuilding, vera e propria icona indelebile nel tempo. A 45 anni riesce a fare suo il titolo assoluto della 10° edizione del Ludus Maximus, con un trofeo che come altezza superava l’atleta stesso! Lui è l’uomo che tutto ha vinto nel corso di una delle più longeve carriere in assoluto. Soprattutto se pensiamo alla condizione sempre palesata, sembra che per lui il tempo si sia fermato a 15 anni fa. È stato, è e sarà l’atleta da battere ancora per molto. Ora si prepara ad affrontare la nuova categoria professionistica, dove sicuramente potrà dire la sua senza il minimo dubbio.
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QUALIFICANTE
AGLI ITALIANI
ROMA - 10 GIUGNO 2012
PALACAVICCHI
VIA RANUCCIO BIANCHI BANDINELLI, 130 (CIAMPINO ZONA INDUSTRIALE) CATEGORIA UOMINI BODY BUILDING Under 23 / Over 40 (-80 Kg + 80 Kg)/Over 50 (unica) Kg <70 / <80 / <90 e oltre 90 H/P EASY -175 -4 Kg / +175 -4 Kg H/P Fino a cm 170 + 0Kg • Fino a cm 178 +2 Kg • Oltre cm 178 +3 Kg
REGISTRAZIONE
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PESO
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CATEGORIA DONNE FITNESS Unica con routine - BIKINI Unica BODY FITNESS Senza routine (fino a 163 cm • Oltre 163 cm) BODY BUILDING Unica con routine PHISIQUE Unica con routine pose libere
11:00 - 13:00 - GARA UNICA
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PER INFO GARA HOTEL CONVENZIONATI E BIGLIETTI:: GIANCARLO GIANCARLO SCIMECA SCIMECA -- T TEL EL.. 06 06 53273258 53273258 -- OORE RE (10:00-13:00) (10:00-13:00) (16:00-19:30) (16:00-19:30)
www.onewayfitness.it INFO GARE - FORUM UFFICIALE IFBB BODY BUILDING E FITNESS
SPONSOR UFFICIALE IFBB
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PROSSIME GARE I
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Il sito ufficiale:
ROMA
www.onewayfitness.it
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NOME DELLA GARA: Campionati Italiani Assoluti QUALIFICHE: Titoli nazionali e parziale selezione TEAM ACE ORGANIZZATORE: Giancarlo Scimeca INFO: 06 53273258. Forum: www.onewayfitness.it DATA: domenica 24 giugno 2012 SEDE: Palacavicchi (Roma)
EASY
CATEGORIE - 175 cm + 175 cm
ALTEZZA PESO vedi tabella scarti
- 170 cm - 178 cm + 178 cm
UNDER 23
QUALIFICHE Italiani.
Italiani, Mondiali, Europei e Giochi del Mediterraneo dell'anno 2012.
Italiani, Mondiali, Europei e Giochi del Mediterraneo dell'anno 2012 se <21 anni.
Segui l'evento in tempo reale www.onewayfitness.it
BODY FITNESS
- 163 cm +163 cm
Italiani, Mondiali, Europei e Giochi del Mediterraneo dell'anno 2012.
BIKINI
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Italiani, Mondiali, Europei e Giochi del Mediterraneo dell'anno 2012.
FITNESS con routine
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Italiani, Mondiali, Europei e Giochi del Mediterraneo dell'anno 2012.
FISIQUE
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BODYBUILDING femminile
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Italiani, Mondiali, Europei e Giochi del Mediterraneo dell'anno 2012.
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- 70 Kg - 80 Kg - 90 Kg + 90 Kg
Italiani, Mondiali, Europei e Giochi del Mediterraneo dell'anno 2012.
sul FORUM
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BODYBUILDING
Over 40 - 80 Kg Over 40 + 80 Kg Over 50 Over 65
Europei e Mondiali Master.
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PALACAVICCHI
VIA RANUCCIO BIANCHI BANDINELLI, 130 (CIAMPINO ZONA INDUSTRIALE) CATEGORIA UOMINI BODY BUILDING Under 23 / Over 40 (-80 Kg + 80 Kg)/Over 50 (unica) Kg <70 / <80 / <90 e oltre 90 H/P EASY -175 -4 Kg / +175 -4 Kg H/P Fino a cm 170 + 0Kg • Fino a cm 178 +2 Kg • Oltre cm 178 +3 Kg
CATEGORIA DONNE FITNESS Unica con routine - BIKINI Unica BODY FITNESS Senza routine (fino a 163 cm • Oltre 163 cm) BODY BUILDING Unica con routine PHISIQUE Unica con routine pose libere
REGISTRAZIONE E PESO ORE ORE 11:00 - 13:00 - GARA UNICA ORE ORE 17:00
PER PER INFO INFO GARA GARA HOTEL HOTEL CONVENZIONATI CONVENZIONATI E E BIGLIETTI:: GIANCARLO GIANCARLO SCIMECA SCIMECA -- T TEL EL.. 06 06 53273258 53273258 -- O ORE RE (10:00-13:00) (10:00-13:00) (16:00-19:30) (16:00-19:30)
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