Gli anarchici e l'azione sindacale

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GLI ANARCHICI E L'AZIONE SINDACALE NEL SECONDO DOPOGUERRA Guido Barroero

Convegno Nazionale dell'Unione Sindacale Italiana Pisa - 8 e 9 Dicembre 1951

A cura dell'USI Liguria Genova - Settembre 2007

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Gli anarchici e l'azione sindacale nel secondo dopoguerra di Guido Barroero Premessa C'è mai stata tra gli anarchici una sostanziale unità strategica e organizzativa nell'azione sindacale per periodi significativi? La risposta è no, non c'è mai stata, nemmeno ai mitici "tempi d'oro" della prima Unione Sindacale1. Tanto meno c'è oggi, né, probabilmente si realizzerà in un futuro prossimo. Ci sono al fondo di questa incapacità, caratteristiche strutturali, politico/psicologiche, tipiche del nostro movimento e del nostro patrimonio di pensiero quali le difficoltà a riconoscere l'importanza dell'azione unitaria degli anarchici (quell'esaltazione della "libertà di sperimentazione" che già penalizza il progetto politico anarchico e le sue ricadute organizzative), il rifiuto di ogni forma di "irregimentazione", la ripulsa a deleghe vincolanti e via discorrendo. Mi rendo conto che la domanda iniziale è molto diretta e un poco brutale, mentre la risposta lo è decisamente, ma la considerazione è necessaria - direi che è una chiave di lettura - per analizzare e capire un percorso complesso che ci porta all'oggi e alle prospettive immediate per il futuro. Di questo percorso - quello dell'azione sindacale degli anarchici - mi limito nel seguito a prendere in esame i primi anni del secondo dopoguerra, dalla fine della guerra partigiana ai primi anni '70, perché dopo si apre un'altra fase, magari con gli stessi problemi, ma in un contesto profondamente mutato. L'immediato dopoguerra Il movimento anarchico esce dal lungo tunnel del fascismo, ridimensionato, ma ancora vivo. Ma, mentre la costituzione della FAI avviene, a grandi linee, in coerenza con l'UAI malatestiana e il suo programma, a livello sindacale la situazione si presenta fortemente mutata. La vecchia USI non c'è più e neppure la vecchia CGdL, almeno come sindacato prevalentemente operaio e di "sinistra". Per quanto riguarda la prima - sciolta d'autorità il 7 gennaio del 19252 - non ci sono stati neppure tentativi di ricostituzione, a differenza di quanto era avvenuto per l'UAI al tempo dell'esilio e della lotta antifascista, in alcune occasioni a tutti note. Per quanto posso ricostruire - in base alle mie ricerche - l'unico segno di vita sono la firma USI su un paio di volantini e documenti del Fronte Unico dei Lavoratori3 durante la fase resistenziale, in Liguria e l'appello “Ai Lavoratori d’Italia” per la ripresa del movimento sindacalista in Italia, uscito clandestinamente a Milano nell'autunno del 19434. Ma si tratta soltanto di episodi che non avranno alcun seguito. Il voltafaccia di Armando Borghi rispetto alle scelte sindacaliste del passato e alcuni suoi giudizi del tutto ingenerosi su Alibrando Giovannetti, l'unico ex dirigente dell'USI che avrebbe il carisma e le capacità di riorganizzare l'Unione, contribuiscono non poco a stroncare quest'ipotesi sul nascere. Ma è bene dirlo con chiarezza questa è solo una delle ragioni e non la principale. La realtà è che durante il fascismo, sia nella fase cospirativa dell'esilio e della clandestinità, sia in quella resistenziale, gli anarchici avevano sviluppato una stretta unità d'azione con i lavoratori aderenti 1

Maurizio Garino e Pietro Ferrero, già animatori dell'esperienza del SUM (l'organizzazione sindacalista rivoluzionaria degli operai torinesi), dopo il fallimento dello sciopero automobilistico torinese del 1912, aderiscono alla FIOM, più o meno in coincidenza con la costituzione dell'USI. 2 Ricordiamo gli ultimi due convegni USI: quello di Sestri Ponente (28 e 29 Giugno 1925) e quello in esilio, a Parigi il 5 e 6 settembre dello stesso anno. La mozione finale del primo recita: " i sindacalisti rivoluzionari d'Italia si sono riuniti nella capitale della Liguria ed hanno emanato un decreto di vita per la gloriosa ed eroica Unione Sindacale Italiana. Il Convegno tenutosi in secreto è riuscito imponente contrariamente ad ogni aspettativa. Erano rappresentate la Lombardia con 10 rappresentanti fra cui le città di Milano, Bergamo, ecc.; il Piemonte con 2 rappresentanti; la Liguria con 5 rappresentanti, fra cui principalmente la nostra Sestri Ponente, La Spezia, ecc..". 3 cfr. Guido Barroero, Anarchismo e Resistenza in Liguria, «Rivista Storica dell'Anarchismo», n.10 del 1998. 4 Stilato, con ogni probabilità, da Alibrando Giovannetti.

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agli altri partiti di sinistra, comunisti in testa. Neppure quelle poche notizie che filtravano con difficoltà dai reduci di Spagna (internati quasi tutti, bisogna ricordarlo, nelle località di confino) sui crimini degli stalinisti durante la guerra civile, riuscivano ad intaccare il clima di sostanziale fiducia nella "unità proletaria". Ne è la riprova il programma del Fronte Unico dei Lavoratori 5 che - nel genovesato - si rivolgeva agli operai, militanti di base degli altri partiti, invitandoli a dare uno sbocco rivoluzionario alla lotta resistenziale, interpretando in chiave consiliarista e libertaria gli organismi clandestini di rappresentanza e di lotta che si andavano costituendo nelle fabbriche6. Proprio nell'esperienza dei CAS (comitati d'agitazione sindacale clandestini) si era risaldata l'unità d'azione tra i lavoratori aderenti ai vari partiti e movimenti antifascisti. Ciò, ovviamente, non significava affatto una loro maggior caratterizzazione in senso rivoluzionario, come avrebbero voluto i militanti anarchici, ma piuttosto un loro adeguarsi - secondo le linee della svolta togliattiana di Salerno - alla logica dell'unità patriottica dei CLN. In questo clima si gettano le basi per la ricostituzione della Confederazione del Lavoro 7. La nuova CGIL (non è casuale la I di Italiana) si presenta come il sindacato di tutti i lavoratori e di tutte le forze politiche, anche se, in realtà, sono i comunisti a farla da padroni, dietro un'apparenza pluralista. Non è più il sindacato "operaio", diretto dai socialisti e, entro certi limiti, sovversivo dei primi venti anni del secolo. E' un grande sindacato, apertamente riformista e centralizzato 8, diretto da stalinisti come Di Vittorio (ex esponente di primo piano dell'USI, passato al PCdI nel 1924), ma che organizza la maggioranza assoluta dei lavoratori. Gli anarchici, militanti sindacali e lavoratori, vi aderiscono nella quasi totalità e i primi congressi della FAI ribadiscono la necessità, se non l'obbligatorietà di questa scelta. La componente anarchica della Confederazione sarà minoritaria, ma non disprezzabile in termini quantitativi9. In alcune zone - vecchie roccaforti dell'USI - l'influenza degli anarchici è rilevante: a Genova, Giovanni Mariani10, già dirigente della Camera del lavoro di Sestri Ponente negli anni '20, è stato, durante la lotta partigiana, uno dei tre dirigenti cittadini del coordinamento dei CAS. Tuttavia la politica riformista, filo-istituzionale (diremmo oggi "concertativa") della Confederazione, la sua spartizione interna per correnti partitiche, penalizza fin dall'inizio l'attività 5

L'opuscolo "Fronte Unico dei Lavoratori. Preliminari del nostro programma" fu editato clandestinamente nel 1944. A Genova gli anarchici sono presenti nei CAS della maggiori fabbriche del gruppo Ansaldo, all'Ilva, ai Cantieri e in altre aziende (Cantieri Navali Ansaldo, Ansaldo Fossati, Ansaldo S.Giorgio, Ligure Metallurgica, Bagnara, Scuola Apprendisti Ansaldo, ILVA Ferriere, ILVA Bolzaneto, Ferriere Bruzzo, Ansaldo Cerusa, ILVA Rossiglione, Ramo Industriale del Porto, Nuclei Artigiani, Nuclei Tranviari). A Torino, alla Fiat (Ilio Baroni fa parte del CAS delle Ferriere). A Milano, i membri della brigata anarchica "Bruzzi-Malatesta" hanno punti di forza alla Carlo Erba, la CGE e la Tecnomasio, altri militanti anarchici sono presenti alla Breda, alla Caproni, alla SIPIE e in diverse altre fabbriche. 7 La ripresa dell'attività del movimento sindacale fu sanzionata dal trattato di Roma, 15-16 settembre 1944, che vide riunirsi nella medesima organizzazione, Confederazione Generale del Lavoro (CGL), operai e dirigenti sindacali di tutte le tendenze, dai cattolici ai comunisti, agli anarchici. 8 Le ricostituite Camere del Lavoro hanno pochissima autonomia sostanziale, molta di meno di quanto non denunciasse Giovannetti nella sua polemica con Di Vittorio sull'unità proletaria nel 1924 (cfr. Una polemica d'altri tempi, in «Collegamenti/Wobbly» n.4 del 2003). 9 Le prime elezioni per le Commissioni interne svolte nell'immediato dopoguerra, danno, nei grandi centri industriali del nord risultati medi intorno al 2% per le liste della Federazione Comunista Libertaria. In particolare a Genova, tra i metalmeccanici (votano 41.329 operai di 121 ditte) i risultati sono: PCI 25.159; PSIUP 9.591; DC 2.760; FCL 1.491 (3,6%); PRI 1.149; PDA 713; Nulli 526 e vengono eletti Pietro Caviglia (S.P.D'Arena) e Antonio Moscardini (Sestri P.). In porto (i votanti sono 4.773) i risultati sono: PCI 2.927; PSIUP 1.434; DC 130; FCL 124 (2,5%); PRI 118; PDA 40 e viene eletto Cristoforo Piana. A Milano nelle elezioni Fiom del settembre 1945, la lista della FCL ottiene 17.213 voti (4%). 10 Giovanni Mariani, stimato militante sindacale, già influente esponente della storica CdL di Sestri P. prima dell'avvento del fascismo, si allontanerà, a fine anni '40, dal movimento in seguito ad una dura polemica sulla partecipazione anarchica ai Consigli di gestione, partecipazione della quale è un convinto sostenitore [cfr. Guido Barroero, Il mito del controllo operaio: Anarchici e Sindacalisti Rivoluzionari di fronte ai Consigli di Gestione, in «Sindacalismo di Base», n.3 del 1997]. 6

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degli anarchici che, pur organizzati nei Gruppi di Difesa Sindacale 11 e sostenuti da una Federazione ancora ricca di militanti capaci (un po' meno di mezzi) non possono che soggiacere, nel complesso, allo strapotere della leadership comunista e alle sue esigenze politiche. Non è forse superfluo ricordare che fino al 1948 il PCI partecipa al governo con i suoi ministri. La consapevolezza dell'inagibilità della CGIL, o meglio dell'impossibilità di perseguire fini rivoluzionari per gli anarchici al suo interno era stata, paradossalmente, più viva, in larghi strati del movimento ancora prima della fine della guerra che in seguito. Infatti un deliberato del Convegno dei Gruppi Libertari dell'Italia liberata (Napoli 10 e 11 settembre 1944) invitava a "...costituire rapidamente, dovunque è possibile, dei sindacati dissidenti per tutte le organizzazioni aderenti alla CGIL"12. Diversa è la posizione dei militanti del Nord che hanno partecipato alle lotte di fabbrica durante l'occupazione nazi-fascista. Infatti al Convegno Interregionale della Federazione Comunista Libertaria Alta Italia (Milano 23, 24 e 25 giugno 1945) viene riconosciuta "... la necessità contingente della unità sindacale"13. Posizione che, nella sostanza e con qualche concessione ai "meridionali", viene ribadita al primo Congresso Nazionale della FAI (Carrara 15-19 settembre 1945)14, e accentuata, in senso "entrista" al successivo Convegno Nazionale di Firenze (17 e 18 marzo 1946)15. L'attività del Comitato e dei Gruppi di Difesa Sindacale L'azione dei Gruppi di Difesa Sindacale si sviluppa, nei primi anni del dopoguerra, con discreto vigore, specialmente se rapportata alla relativa esiguità delle forze16. Diversi militanti anarchici 11

Per l'attività dei GDS e in generale degli anarchici nella CGIL resta fondamentale lo studio di R.Manfredini: La componente anarchica nella CGIL 1944/1960, Bologna 1987. 12 Più estesamente: "I gruppi libertari, esaminata la situazione sindacale: considerato che l'unità sindacale propugnata dai funzionari di Partito autonominasi al centro della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, non è altro che la prosecuzione dello pseudo-sindacalismo totalitario ed oppressivo del fascismo; considerato chi i metodi antilibertari posti in atto tra i lavoratori..., non lasciano alcun margine per una opposizione efficace all'interno delle organizzazioni aderenti alla CGIL; ...... deliberano di costituire rapidamente, dovunque è possibile, dei sindacati dissidenti per tutte le organizzazioni aderenti alla CGIL; deliberano inoltre di costituire «Gruppi di Difesa Sindacalista» in seno alla Federazione della Gente del Mare, del Sindacato Portuali, del Sindacato ferrovieri e in genere in tutte le organizzazioni sindacali che restano autonome sia rispetto alla CGIL che rispetto ai partiti..." [In Ugo Fedeli (a cura), Congressi e Convegni (1944-1962), Genova 1963; ora in Ugo Fedeli - Giorgio Sacchetti (a cura), Congressi e Convegni (1944-1995). Atti e documenti, Chieti 2002] 13 "Il Convegno delle Federazioni Comuniste Libertarie Alta Italia: riconosciuta la necessità contingente della unità sindacale; riconosciuta pure la necessità della nostra partecipazione al movimento sindacale; invita tutti i compagni d'Italia a interessarsi vivamente al movimento stesso, partecipando alle Commissioni interne, ai Consigli di fabbrica, ecc.; allo scopo di poter imprimere alle masse operaie le nostre direttive e divulgare fra le stesse i nostri principi libertari." [Ibidem]. 14 "I Delegati dei Gruppi, constatato che la CGIL persiste, aggravandola, nella tendenza alla centralizzazione... talché l'azione di difesa e di emancipazione del proletariato viene intralciata e spesso resa impossibile... deliberano di partecipare attivamente alle lotte operaie, pur sapendo che queste non esauriscono il nostro compito; e per rendere più efficace questo lavoro ritengono indispensabile la costituzione di un Comitato Sindacale di coordinazione che colleghi l'opera dei Gruppi di difesa sindacalista già esistenti e ne promuova l'ampliamento e la diffusione." [Ibidem]. 15 "L'assemblea ecc. ...riconferma i deliberati del Congresso di Carrara che stabiliscono l'opera dei gruppi di Difesa Sindacale nell'ambito della CGIL affinché evitando la scissione nell'organismo sindacale unitario venga ricondotto tale organismo, sulla via della lotta di classe e dell'azione diretta e nella pratica dell'esercizio dal basso della libera volontà dei lavoratori" [Ibidem].

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assumono incarichi di rilievo nelle strutture confederali e/o categoriali, sia a livello nazionale 17, che locale18. E' tuttavia da rilevare che non tutti gli anarchici impegnati sindacalmente nella CGIL si impegneranno attivamente nei GDS, preferendo alcuni una autonomia totale, non limitata da quella che potrebbe apparire come un'attività di corrente: tra gli esempi più importanti di questa posizione, incondizionatamente (e aggiungerei, troppo sentimentalmente) dedita all'unità dei lavoratori, citiamo Alberto Meschi19, Giovanni Mariani20 e Eugenio Delucchi21 a Genova, Pietro Bianconi22 a Piombino. Nasce comunque, abbastanza presto, l'esigenza di creare un organismo nazionale per coordinare gli sforzi. Infatti, fin dal Congresso FAI di Carrara (settembre 1945), viene approvata la costituzione di un Comitato Nazionale di Difesa Sindacale, con sede a Livorno e viene emanata una circolare che invita a "Costituire dei Comitati locali di Difesa Sindacale, i quali hanno il compito di tutelare gli interessi dei lavoratori in seno alla CGIL"23. Un primo convegno viene organizzato a Sestri Ponente il 5 e 6 maggio 1946. Partecipano oltre ai delegati genovesi compagni della Liguria e di altre località dove più forte è la presenza libertaria24. Nelle risoluzioni finali, dopo aver constatato che "...l'unità della classe lavoratrice permane l'elemento essenziale della lotta rivoluzionaria e di classe", si decide di "...continuare" mantenendo "...l'adesione alla CGIL e di accentuare l'attività dei GDS e l'opera di liberazione dell'organizzazione da ogni influenza partitaria in modo da ridare la naturale fisionomia alle funzioni storiche del Sindacato e di agitare più energicamente ancora il problema essnziale della lotta di classe e di azione diretta, che devono portare all'abolizione del salariato"25. La sede del CNDS viene spostata da Livorno a Sestri Ponente.

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Alle elezioni degli organismi dirigente della CGIL del 1946, i CDS ottengono circa l'1% dei voti [Manfredini, op. cit.]. 17 Umberto Marzocchi e Attilio Sassi (già eletto segretario nazionale della Federazione dei Minatori) entrano nel Consiglio direttivo della confederazione 18 Ad esempio, per quanto riguarda il genovesato ricordiamo: Marcello Bianconi fa parte della Commissione esecutiva della C.d.L. di Bolzaneto (insieme a Silvio Testa) e poi è dirigente del Sindacato Facchini del Porto di Genova, Pietro Caviglia (insieme a Folco Landi) fa parte della Commissione esecutiva della C.d.L. di Sestri P. e in seguito viene eletto (insieme a Moscardini) nel Comitato direttivo provinciale F.I.O.M., Carlo Parodi fa parte della Commissione esecutiva della C.d.L. di Voltri, Carlo Quintili è vice segretario della Federazione provinciale metalmeccanici, Giuseppe Mannarini è nel comitato direttivo provinciale di quest'ultima, Paolo Nozza fa parte del direttivo F.I.O.M. di S.P.D'Arena, Cristoforo Piana è tra i dirigenti del sindacato portuali, Bindo Pace e Antonio Balletto fanno parte del Consiglio direttivo della federazione provinciale edili, Wanda Lizzari è dirigente dell'INCA di Genova, Aldo Vinazza è dirigente del sindacato edili di Sestri P., Giuseppe Vignale del sindacato Tessili di Lavagna (Fonti: R. Manfredini, op. cit., e «l'Unità», edizione genovese, anno 1945). 19 A Carrara, Alberto Meschi diventa segretario della locale CdL 20 Membro, prima supplente, poi effettivo, della Commissione esecutiva della CdL di Genova, a partire dal 1948 tiene per qualche tempo la segreteria della CdL di Sestri Ponente [Verbali della Commissione esecutiva della Camera del Lavoro di Genova]. 21 Dirigente sindacale in porto, anima con altri libertari (tra cui Pino De Merciari e Antonio Cavallucci) l'esperienza di "Rinnovamento sindacale" fortemente critica nei confronti della politica rinunciataria della Confederazione. 22 Nel Direttivo Nazionale CGIL dal 1956. Sarà il riferimento politico del raggruppamento "Unità Popolare", assieme a Pino Tagliazucchi, nel Direttivo Nazionale della Confederazione [Franco Schirone, La strada come cattedra di vita, 2007]. 23 Fedeli-Sacchetti, op. cit. 24 Ugo Fedeli (Milano); Luigi Guerrini (Brescia); Settimo Guerrieri (Torino); Umberto Marzocchi (Savona); Marcellini (Imperia); Alberto Mondani (La Spezia); Stefano Vatteroni e Mario Perossino (Carrara); Virgilio Antonelli e Virgilio Recchi (Livorno); Adriano Vanni (Piombino); Capone (Roma); Falanga (Napoli). A far parte del CNDS vengono chiamati: Marcello Bianconi, Elio Caviglia, Antonio Dettori, Carlo Quintili (Genova), Marzocchi (Savona), Gaetano Gervasio (Milano), Virgilio Antonelli (Livorno), Alberto Meschi e Stefano Vatteroni (Carrara), Mondani (La Spezia) e Adriano Vanni (Piombino). 25 Fedeli-Sacchetti, op. cit.

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Qualche mese dopo, il 17-18 agosto, sempre a Sestri Ponente, si svolge un secondo convegno. Vi partecipano rappresentanti delle federazioni anarchiche ligure, piemontese, lombarda, toscana, elbano-maremmana, di Alessandria, di Savona, di Carrara e di Palermo. Viene precisata la posizione nei confronti delle cariche sindacali, si raccomanda agli aderenti ai CDS "di accettare sindacali a condizione che questi risultino affidati mediante elezioni dirette e libere" e si denuncia il vigente sistema adottato di attribuzione in base a liste partitiche. Il secondo comma della risoluzione finale definisce una struttura organizzativa nazionale, mentre il terzo da mandato per la pubblicazione di un Bollettino dei CDS. La sede del CNDS viene riconfermata a Sestri Ponente e ai compagni genovesi indicati dal convegno precedente26. Il terzo convegno del CNDS si svolge ancora a Sestri Ponente (5 e 6 gennaio 1947) "Con larga partecipazione di delegati dei Comitati di Difesa Sindacale delle varie regioni della penisola"27. Partecipa anche una delegazione dell'A.I.T. Nella risoluzione finale, dopo una dichiarazione di principio sulla "necessità di dare alla CGIL un indirizzo sindacale ispirato ai principi della lotta di classe"28, viene incaricato Gaetano Gervasio di "...elaborare una mozione da presentarsi al Congresso della CGIL che si terrà a Firenze il 15 marzo p.v. nella quale dovrà essere rispecchiato l'atteggiamento del Comitato Nazionale di Difesa Sindacale"29. Vengono anche designati quattro compagni30 come relatori al successivo Congresso della FAI e stabilito di "...delegare un rappresentante del CNDS alla Conferenza Internazionale dei Lavoratori (A.I.T)"31 in programma a Parigi per il 15 febbraio. L'ultima parte della risoluzione stabilisce "...di dare incarico ai compagni di Carrara di pubblicare una rivista sui problemi sindacali"32. Il 21 gennaio 1948 esce finalmente l'organo di stampa del CNDS. Il titolo è, ovviamente, «Difesa Sindacale»33. Non è né un bollettino, né una rivista e la redazione non è a Carrara, ma a Genova. Comunque è uno strumento importante di coordinamento e anche di dibattito. Ne usciranno - a mia conoscenza - solo cinque numeri34, tutti nel 1948. Il taglio è quello di un foglio di lotta con corrispondenze di attualità e con concessioni ad articoli di approfondimento35. E', oggi, uno strumento prezioso per ricostruire le zone dove l'influenza dei sindacalisti anarchici è ancora rilevante. Per la verità non ci sono sorprese, la presenza libertaria è radicata nelle aree geografiche che erano le roccaforti dell'USI storica: il triangolo industriale (prevalentemente Genova e Milano), lo spezzino, il carrarese, Livorno e Piombino, l'area elbano-maremmana, la Puglia. Ci sono però segni di presenza e di attività anche a Ferrara, Palermo, Roma, Bologna36.

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Ibidem. Ibidem. 28 Ibidem. 29 Ibidem. 30 Si tratta di Cini, Stefano Vatteroni, Umbero Marzocchi e Gervasio. 31 Fedeli-Sacchetti, op. cit. 32 Ibidem 33 Sottotitolato "Organo del Comitato Nazionale di Difesa Sindacale", esce come supplemento de «l'Amico del Popolo» di Genova. 34 N.1 del 21 gennaio; n.2 del 26 febbraio; n.3 dell'8 aprile; n.4 del 1° maggio, n.5 del 16 giugno. 35 Tra i collaboratori: Gaetano Gervasio, Wanda Lizzari (Genova), Gioacchino Breccia, G. Santi (Genova - SIAC), Ugo Stattoni [probabilmente Scattoni] (Roma), Umberto Marzocchi (Savona), Ugo Fedeli, William Pistra [Piastra] (Genova), Virgilio Mazzoni (Genova), [Giorgio] Sereni (Genova - Ansaldo Fossati), Alberto Moroni (Milano), Lorenzo Parodi (Genova - Ansaldo), Gino Cerrito (Firenze), Italo Garinei (Torino), Attilio Sassi, Carlo Italiano, G. Tinsa, Souvarine [Renato Siglich], David Martini (Ferroviere), E.G. [presumibilmente Emilio Grassini] (Genova]. 36 Dall'elenco delle diffusioni e dei sottoscrittori ricaviamo presenze a Torre del Greco, Iglesias, Piacenza, Monfalcone, Mestre, Vercelli, Voghera, Civitavecchia, Venezia, Fano, Ancona, Cremona, Orvieto, Taranto, Ferrara, Napoli, Novi Ligure, Casale, Ravenna, Novara e in altre località minori. 27

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Annunciato da «Difesa Sindacale»37 si tiene a Livorno, il quarto Convegno del CNDS, il 27 e 28 giugno 1948. Vi partecipano "...numerosi rappresentanti dei Gruppi delle diverse località d'Italia...[e] Pedro Herrera, delegato del sottosegretariato per l'Europa Occidentale dell'AIT"38. Il contesto politico generale è profondamente cambiato: la politica di unità nazionale è finita39. Ciò avrà pesanti ripercussioni sia sul movimento sindacale nel suo complesso, sia sull'attività dei CDS nella CGIL. La scissione sindacale è alle porte, nel luglio di quell'anno la componente cattolica uscirà dalla CGIL, imitata, nel maggio dell'anno successivo dalla componente repubblicanosocialdemocratica. Il convegno, presagendo l'imminente rottura dell'unità sindacale approva un risoluzione che recita: "Il Convegno, esaminando la probabilità di una scissione della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, deplora il contegno di tutti i partiti politici, che provocano lo sgretolamento dell'unità operaia, dimostrando così di non essere capaci di difendere gli interessi della classe lavoratrice; si riserva di esaminare a tempo opportuno la propria posizione..."40. E', forse, proprio la consapevolezza che la rottura dell'unità sindacale renderà sempre più difficile il percorso dei CDS all'interno della CGIL (in quanto piccola minoranza in un apparato dominato dai comunisti), a ispirare un'altra risoluzione che prefigura un possibile ritorno all'opzione sindacalista-rivoluzionaria tout-court: "i CDS, considerandosi spiritualmente solidali con i principi del sindacalismo rivoluzionario propugnati dall'Associazione Internazionale dei Lavoratori (A IT), si sentono per tradizione e metodo di lotta attratti dall'attività che questa Associazione svolge in campo mondiale e, pur continuando a far parte della CGIL che ufficialmente aderisce alla Federazione Mondiale dei Sindacati (F.M.S.), si promette di tenersi in costante rapporto di fratellanza con l'AIT"41. Ma anche altri problemi si presentano e questa volta interni al movimento. La rottura dell'unità d'azione sindacale anarchica: la ricostituzione dell'USI Gli avvenimenti nazionali non restano senza influenza sugli sviluppi dell'attività sindacale degli anarchici. Un settore non trascurabile del movimento aveva accettato, dopo la fine della guerra partigiana, non senza remore la scelta unitaria che sacrificava la possibilità di ricostruire l'Unione Sindacale. Gli avvenimenti del 1948, secondo molti militanti, rimettono all'ordine del giorno la questione. Si tratta di settori del movimento localizzati in massima parte nel meridione, ma anche di anziani militanti della vecchia USI, prevalentemente genovesi. Inizia dunque un percorso di discussione e di preparazione volta alla ricostituzione dell'Unione Sindacale. Detto per inciso e per dovere di cronaca, c'erano stati nell'immediato dopoguerra almeno due altri tentativi di ricostituire l'USI, da parte di militanti sindacalisti-rivoluzionari "puri". Il primo42, nel 1946, ad opera di Bernardino De Dominicis43, Nicola Modugno44 ed altri45; il secondo46, nel 1947, 37

Campeggia sulla prima pagina del n.5: "Livorno segni la rinascita del Sindacalismo Rivoluzionario, quale elemento di propulsione del movimento operaio". 38 Fedeli-Sacchetti, op. cit. 39 L'antefatto è la scissione socialista dell'inizio del 1947: Saragat e i suoi seguaci - in dissenso con la politica unitaria dei socialisti con i comunisti - esce dal partito e fonda il PSLI (poi PSDI). De Gasperi approfitta delle difficoltà della sinistra e, nel maggio dello stesso anno estromette comunisti e socialisti dal governo. Le elezioni del 18 aprile 1948 segnano il trionfo della DC (che sfiora il 50% dei voti e ottiene la maggioranza assoluta in Parlamento) e la disfatta social-comunista. 40 Fedeli-Sacchetti, op. cit. 41 Ibidem. 42 A Trani, il 10 febbraio 1946, si tiene il Convegno dei Gruppi di Difesa Sindacalista, organizzato da De Dominicis e Giacinto Francia. In quell'occasione viene costituita un'Unione Sindacale Italiana e a dirigerla sono chiamati De Dominicis e Modugno. [Manfredini, op. cit.]. 43 Bernardino De Dominicis, avvocato pugliese, organizzatore sindacale, è tra i fondatori dell'USI nel 1912. 44 Nicola Modugno è un'organizzatore sindacale pugliese (nato ad Andria il 2/9/1902) sempre in forte polemica con Di Vittorio. Dirigente della federazione giovanile socialista pugliese, diventa segretario della Camera del Lavoro di Andria. In seguito si sposta su posizioni sindacaliste rivoluzionarie e filoanarchiche. Perseguitato dal fascismo subisce carcere e confino. Nel dopoguerra tenta di riprendere l'attività sindacale. Muore il 24/10/1958.

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da parte di Pulvio Zocchi47, Amilcare De Ambris48, Livio Ciardi49 e Rossi. I tentativi sono poco più che velleitari e non danno risultati, anche per il discredito che circonda alcuni dei promotori50. Tutt'altro che velleitaria, anche se minoritaria, è invece l'iniziativa a cui viene data vita a partire dal 1948. I promotori sono anziani militanti anarchici stimati e conosciuti51 e non v'è dubbio che facciano le cose sul serio. Una fitta rete di dibattito e di tentativi di coordinamento52 si instaura tra i promotori. Un primo risultato sono tre numeri unici, titolati «Guerra di Classe», usciti nel 194953 come "Portavoce del Comitato di coordinazione della costituenda Unione sindacale italiana A.I.T." e alcuni convegni preparatori. "Una prima riunione generale avviene il 6 e 7 gennaio a Piombino dove è creato il 'Comitato di Coordinazione dell'Unione Sindacale Italiana'... per sviluppare il programma di lavoro tracciato a Piombino due importanti convegni interregionali sono indetti contemporaneamente per i primi di giugno del 1950: uno a Genova Sestri e uno a Foggia"54. Per la verità, già nel 1947, nel movimento anarchico, e nella FAI in particolare, si avvertono gli echi di una ripresa d'iniziativa dei fautori dell'USI. Una lettura dei resoconti e delle risoluzioni dei congressi e dei convegni FAI di quel periodo mostra fatti significativi: nel II° Congresso nazionale (Bologna, 16-20 marzo 1947), per la prima volta, in merito alla questione sindacale, non si fa cenno ad un ruolo privilegiato dell'attività dei CDS, anzi, sulla questione "Gli anarchici e il movimento operaio", vengono votate due mozioni distinte55 a manifestare un crescente disagio sulla permanenza nella CGIL. Anche nel successivo Convegno (Canosa di Puglia, 22-24 febbraio 1948) 45

Il tentativo viene sconfessato al Convegno Nazionale FAI di Firenze del 17 e 18 marzo 1946: "L'assemblea ecc. rilevata la costituzione di una pseudo Unione Sindacale Italiana avvenuta ad opera dell'avvocato Bernardino De Dominicis, di Di Modugno [sic] ed altri con un programma che non ha nulla in comune con la vecchia organizzazione...; disapprova nel modo più completo tale iniziativa, in apparenza scissionista" [Ibidem]. 46 Denunciato da «Umanità Nova» (n.34 del 1947). 47 Pulvio Zocchi (nato a S. Giovanni Valdarno il 18 novembre 1878), ferroviere, amico dei fratelli De Ambris, tra i fondatori dell'USI nel 1912, è figura molto discussa nel dopoguerra. Secondo Garino "Lo ritroviamo poi un pochettino aderente alla Repubblica di Salò, perché preconizzava un sindacalismo nazionalista..." [Intervista a Garino, inedita]. Anche Borghi, in uno dei suoi svariati libri di memorie (Conferma anarchica, Forlì 1949), avalla questa tesi. 48 Amilcare De Ambris (nato a a Licciana di Pontremoli (MS) il 15/9/1884), fratello di Alceste, è anche lui tra i fondatori dell'USI. Nel 1923 è arrestato e obbligato a emigrare (insieme al fratello) in Francia. Rientrato in Italia nel 1924, inizia a collaborare con i sindacati di regime. Nel 1938 diventa presidente della Confederazione dei lavoratori dell'industria. Nel 1943 si distacca dal fascismo. [Dizionario Biografico del Movimento Operaio Italiano] 49 Livio Ciardi, ferroviere. Sindacalista rivoluzionario. Vicino al movimento anarchico, nel 1904 è collaboratore de «l'Allarme» di Genova diretto da Zavattero. Nel 1908 pubblica il pamphlet I ferrovieri e il momento attuale per «Il pensiero» di Roma. Verso il 1910 dirige il giornale dei ferrovieri «La conquista». Nel 1912, partecipa al congresso costitutivo dell'USI di Modena come rappresentante della la CdL di Milano e viene nominato nel Comitato centrale. Nel 1914 fa parte della corrente interventista dell'USI. Nel 1947, insieme a De Ambris e altri, tenta senza successo di ricostituire l'USI. 50 Particolarmente Pulvio Zocchi e Amilcare De Ambris. 51 Tra questi i genovesi Antonio Dettori, Cristoforo Piana (vecchi militanti della storica Camera del Lavoro di Sestri Ponente), Libero Dall'Olio e Francesco Rangone; il torinese Ilario Margarita (organizzatore dell'USI a Torino nel biennio rosso); Giulio Bacconi e Celso Persici da Marsiglia; Alfonso Failla e Ugo Mazzucchelli da Carrara; e altri da Livorno, Piombino e Bologna. 52 Un primo Convegno si terrà a Piombino già nel 1949. Un secondo, sempre a Piombino (6-7 Gennaio 1950) vede la costituzione di un Comitato di Coordinazione assegnato a Bologna (Gelindo Zanasi e Generoso Procaccini). 53 Rispettivamente nel giugno, novembre e dicembre di quell'anno. Il numero di giugno viene stampato a Marsiglia, i seguenti stampati a Torino. Il redattore è Ilario Margarita. Il numero francese è sottotitolato "numéro unique/ du Comité de coordination de l'Union syndicale italienne A.I.T". 54 Gianfranco Careri, Il sindacalismo autogestionario. L'USI dalle origini a oggi, Roma 1991. 55 La prima, presentata dalla Federazione Anarchica Romagnola, garantisce ancora una specie di fiducia condizionata ai CDS: "... per evitare che iniziative sindacali dubbie di coerenza anarchica possano sorgere sotto l'etichetta della FAI o del movimento anarchico, lascia ai Comitati di Difesa Sindacale la responsabilità della loro opera e pur fiancheggiandoli, ritiene che l'opera anarchica nei sindacati non debba ripetere il doppio gioco dei partiti al governo". La seconda, presentata da Doglio e Azzimonti, dichiara che: "... si debba lasciare assoluta libertà in campo sindacale" [Fedeli-Sacchetti, op. cit.].

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la situazione si ripete56. Nel III° Congresso (23-25 aprile 1949) la risoluzione "sindacale" è ridotta ad una formuletta generica buona per tutti e di CDS non si parla più. Come non se ne parla più al successivo Congresso di Ancona (il quarto, 8-10 dicembre 1950), dove quasi tutto il dibattito viene monopolizzato dalla questione dei GAAP. In ogni caso il confronto tra sostenitori dei CDS e fautori dell'USI è in quel periodo molto teso ed aspro57 anche se ne troviamo chiare tracce più nei resoconti locali che nella stampa anarchica nazionale58. Ma tornando alla ricostituzione dell'Unione Sindacale, quell'intensa attività sfocia nel convegno di Carrara del novembre 195059, dove si ricostituisce l'Unione Sindacale Italiana. Viene approvato uno Statuto che, nel suo art.1 dichiara: «L'Unione Sindacale Italiana soppressa nel 1922 si dichiara ricostruita: ha per scopo di riunire in una Organizzazione nazionale tutti i lavoratori salariati, di ambo i sessi e di ogni nazionalità residenti in Italia, che si propongono di raggiungere con le proprie forze l'emancipazione integrale dal privilegio del capitale fino al superamento dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo»60. Nello statuto sono ovviamente individuati i principi base del sindacalismo libertario contro ogni «accentramento burocratico e corporativistico»61 per il federalismo e la lotta di classe. Vengono istituite una Commissione esecutiva e una segreteria nazionale62, entrambe affidate all'USI genovese63. Qual'è la consistenza della ricostituita USI? E' una domanda alla quale non è facile rispondere. Probabilmente è vero, come sostiene Giorgio Sacchetti, che la maggioranza dei militanti anarchici impegnati nell'attività sindacale, rimane nella CGIL, ma comunque si tratta di una minoranza abbastanza consistente. Un bollettino interno dell'USI del 195164, riporta notizie della presenza o 56

Commenta Ugo Fedeli: "... [sulla questione sindacale] non era mai stato possibile enunciare un piano di lavoro unico per tutti gli anarchici ed anche a Canosa, come era avvenuto al Congresso di Bologna, all'approvazione di un unica mozione conclusiva" [Ibidem]. 57 Dalla "Circolare del Comitato di Coordinazione dell'Unione Sindacale Italiana " del 1950: "Riteniamo necessario comunicare il rinvio del Convegno Nazionale del 9-10 Ottobre indetto a Livorno... La ragione che induce il rinvio del nostro 1° Convegno dopo la liberazione, risale al fatto che la C.G.I.L. ha convocato il proprio Congresso Nazionale a Genova nello stesso periodo. Avendo fra noi consistenza che gli anarchici sono ancora vincolati in detto organismo e ne sono maggiormente vincolati dopo la frattura Sindacale del connubio fra riformisti e conformisti, fascisti monarchici e papalini (dirigenti). Però si continua a parlare di Unità Sindacale nella C.G.I.L. in seguito all'assenza dei Socialisti democratici, dei Sindacalisti autonomisti e Repubblicani, nonché dei Democristiani. Gli Anarchici continueranno da soli a fare di ruolo dell'Unità Sindacale nella C.G.I.L. che per essi sventola nelle alture del Cremlino la bandiera rossa della libertà" [ASCD Pegli - Fondo USI]. 58 Riporto, ad esclusivo titolo di esempio, un brano del verbale di una riunione tra il gruppo Milano 1 e gli anarchici genovesi avvenuta a Sestri il 12 e 13 novembre 1949: "Bianconi - Lieto di quello che ha detto Masini, ma è un po' pacchiano essere d'accordo con tutti, anche con l'USI. Niente USI, perché non desiderata dai lavoratori, così è l'esperienza quotidiana... Dettori - Sostiene l'USI dicendo che il movimento anarchico specifico non ha compiti sociali, si limita in discussioni, è necessario un organismo sindacale come nel 1920. Il sindacato è pantofolaio, ma noi no, facciamo l'USI per rafforzare la FAI. Accusa il comp. Bianconi di esserci sottomesso a Di Vittorio. (Nasce quindi fra Bianconi e Dettori una discussione un po' violenta" [Verbali FAL - ASCD Pegli]. 59 U.N. del 19/11/1950, pag. 4, nell'articolo "Convegno USI a Carrara" si legge: "...i compagni convenuti hanno deciso la ricostruzione della USI...". Il successivo Convegno di Piombino, del 18 dicembre 1950, sarà dunque il primo convegno ufficiale della rinata Unione. 60 Citato in Giorgio Sacchetti, L'Unione Sindacale Italiana (U.S.I.) nel movimento operaio italiano, in «Autogestione» n.10 del 1984. Più recentemente in «AltraStoria» n.8 - marzo 2003. 61 Ibidem. 62 Libero Dall'Olio è nominato segretario nazionale responsabile; Francesco Rangone, segretario amministrativo; Antonio Dettori, segretario per la stampa e la propaganda. 63 Curiosamente a Genova si concentrano in quegli anni diversi organismi anarchici di coordinamento: ricordiamo che Sestri Ponente è già sede del CDNS. Addirittura di lì a poco diventerà anche sede del coordinamento organizzativo (il Comitato Nazionale) dei Gruppi Anarchici di Azione Proletaria (l'incaricato sarà Aldo Vinazza) [cfr. Guido Barroero, Per la storia del movimento anarchico nel dopoguerra. Un'esperienza dell'anarchismo di classe: I Gruppi Anarchici di Azione Proletaria, Livorno 2004]. 64 Bollettino d'Informazione dell'USI n.2 del gennaio-febbraio 1951. Casella Postale 31 - Genova-Sestri P.

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costituzione di sezioni a: Sestri Ponente, Carrara65, Avenza, Gragnana, Livorno, Piombino, Canosa, Bologna, Castelnuovo Magra, Castel S.Lorenzo e Salerno. E' una mappa a pelle di leopardo, così come lo erano (con ben altre dimensioni) l'USI storica o la presenza dei CDS nell'immediato dopoguerra. I primi anni '50 vedono una fase di relativo rafforzamento - soprattutto organizzativo - dell'Unione: la redazione di «Guerra di Classe», a partire dal novembre 1951 passa da Torino a Genova e il giornale viene editato (pur continuando ad uscire per numeri unici) con una certa continuità66; si tengono numerosi convegni67 e si inizia a pubblicare un bollettino interno68. La costituzione dei GAAP e una effimera ripresa dell'attività sindacale nella CGIL Tra la fine degli anni '40 e l'inizio degli anni '50, si consuma nel movimento anarchico un'altra rottura, questa volta sul terreno dell'organizzazione specifica. In nome di un'esplicita linea di classe e dell'efficientismo organizzativo diversi militanti anarchici (in prevalenza giovani) portano avanti un deciso attacco all'"immobilismo" che regna nella FAI, provocando sconcerto nella maggioranza della Federazione e una durissima replica da parte di alcuni settori di questa. La rottura (estromissione dalla Federazione o abbandono della stessa, secondo i punti di vista) si compie definitivamente69 tra il IV° Congresso nazionale della FAI (Ancona, 8-10 Dicembre 1950) e la Conferenza Nazionale Anarchica "per un movimento orientato e federato" di Genova-Pontedecimo del 24 e 25 febbraio 1952, nella quale viene formalmente costituita la nuova organizzazione. Non mi addentro molto nella questione GAAP, in parte perché ne ho già trattato abbastanza ampiamente in altri scritti70 e in parte perché i problemi organizzativi specifici del movimento anarchico non sono oggetto di questa ricerca. Quello che interessa sono i risvolti pratici della scissione sull'attività anarchica nel movimento operaio. I militanti dei GAAP sono in prevalenza giovani e operai 71. L'organizzazione è radicata in aree metropolitane o comunque zone a forte caratterizzazione industriale, è quindi abbastanza naturale la propensione all'intervento nel mondo del lavoro. Nello specifico l’attività sindacale dei G.A.A.P., fin dalla loro costituzione, si sviluppa secondo le indicazioni del Congresso F.A.I. di Carrara del 1945, ovvero la strada dell'intervento nella CGIL tramite i Comitati di Difesa Sindacale. Costituire una corrente anarchica nella Confederazione è l’obbiettivo di tutti gli sforzi dei militanti operai gaappisti. In diverse fabbriche agiscono insieme ai militanti F.A.I., raggruppati nei C.D.S., come Gruppi Anarchici Aziendali72. 65

La sezione di Carrara dichiara 750 iscritti, con spiccata tendenza alla crescita. Ecco un elenco abbastanza completo dei numeri usciti: 1949 - Giugno, Novembre e Dicembre; 1950 - Febbraio, Aprile e Ottobre; 1951 - Novembre; 1952 - Gennaio, Febbraio, Marzo, Maggio (numero speciale per il 1° Maggio), Luglio e Dicembre; 1953 - Gennaio, Marzo, Giugno, Settembre, Novembre e Dicembre; 1954 - Gennaio, Marzo, Aprile, Giugno, Agosto e Novembre; 1955 - Gennaio, Marzo più un numero senza data. Fino al 1950 è sottotitolato "organo del Comitato di coordinazione della costituenda Unione sindacale italiana A.I.T."; dal 1951 "organo dell'Unione Sindacale Italiana - A.I.T.". 67 Dal 1950 al 1960 si svolgono circa 20 convegni fra nazionali e regionali, che si tengono a Sestri Ponente, Carrara, La Spezia, Torino, Modena, Pisa, Foggia, Roma, Bologna e Genova-Pegli 68 Ne escono almeno due numeri. 69 Ci saranno comunque pesanti strascichi della questione almeno fino al successivo Congresso della Federazione (Civitavecchia, 19-22 marzo 1953). 70 Diffusamente in Guido Barroero, Per la storia del movimento anarchico nel dopoguerra... cit e parzialmente in Guido Barroero, Tre libri e una questione ancora aperta, in «A Rivista Anarchica» n.311 del 2005. 71 Da «L'Impulso» n.3-4 del marzo 1951: "Chi erano i convenuti a Genova? .... In primo luogo la provenienza da quasi tutte le regioni d'Italia... In secondo luogo l'età, oscillante sulla media di vent'otto anni: quasi tutti giovani dunque, quasi tutti venuti al movimento anarchico in questo secondo dopoguerra. In terzo luogo la composizione sociale: un buon terzo di operai metallurgici, un altro terzo di operai salariati, un altro terzo di lavoratori non salariati, di studenti, di inetllettuali". 72 Cfr. «L’Impulso» n.3-4 del marzo-aprile 1950, articolo “Incontro C.D.S. - G.A.A.”. 66

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La ricostituzione dell’Unione Sindacale Italiana vede i gaappisti rimanere nella C.G.I.L., arroccati sulle loro posizioni di intervento “nelle lotte di carattere sindacale in forma responsabile ed organizzata in modo da imporsi un orientamento nel senso del comunismo libertario”73. La strategia sindacale dei G.A.A.P. non cambierà negli anni, il riferimento sarà sempre la C.G.I.L., il sindacato di massa dei lavoratori che deve essere liberato dalla degenerazione burocratica e filopadronale. “Portiamo la nostra parola di rinnovamento e di riscossa sindacale, in tutte le sedi, in tutte le istanze della C.G.I.L.” titolerà «L’Impulso»74 la lunga dichiarazione della Corrente Anarchica di Difesa Sindacale al IV° Congresso della C.G.I.L.. Nel complesso l’azione dei gaappisti nella C.G.I.L. è limitata alle realtà di fabbrica e di lotta dove il numero esiguo di militanti sindacali permette una qualche influenza (l’Ansaldo Meccanico di Genova Sampierdarena in particolare); a ciò fa da contraltare la puntuale e lucida analisi delle battaglie sindacali in una fase di profonda ristrutturazione dell’industria italiana che, principalmente, Lorenzo Parodi conduce dalla colonne della stampa anarchica, dapprima «Umanità Nova», in seguito «Il Libertario» e «L’Impulso»75. L'impegno dei gaappisti e la loro capacità militante sono una boccata d'ossigeno per i CDS, esauriti dalla diaspora degli anarcosindacalisti. Impegno sindacale che deriva, tuttavia, più da una loro visione politico-strategica che da una reale convinzione nelle possibilità di spostare la CGIL su posizioni antagoniste radicali. Da questo punto di vista, al di là delle posizioni ufficiali espresse sul giornale, vige nel loro ambito una sorta di "laicismo" nei confronti dell'opzione sindacale. Ne è testimonianza, piccola ma significativa, la posizione di Masini (vera mente pensante dei GAAP) nell'incontro di Genova precedentemente citato, che esprime con chiarezza la valenza puramente tattica della scelta sindacale76. Da qualunque punto di vista la si consideri, la situazione del movimento anarchico, in quegli anni, è complicata e probabilmente (per chi non sia avezzo alle vicende dell'anarchismo italiano) può apparire bizzarra. Militanti di una stessa organizzazione (la FAI) aspramente divisi sulla scelta organizzativa sindacale (USI vs CDS). Militanti di diverse organizzazioni (FAI e GAAP) altrettanto aspramente divise sull'opzione della forma dell'organizzazione specifica, che lavorano di comune accordo sul terreno sindacale (CDS). In ogni caso l'apporto militante dei gaappisti ai CDS, sortisce un doppio effetto: da un lato ne rinvigorisce e ne eleva il livello qualitativo dall'azione; dall'altra lega a doppio filo le sorti dei Comitati a quelle dei GAAP con la conseguenza che la futura crisi politica di quest'ultima organizzazione pregiudicherà definitivamente l'esistenza dei primi. Ma qual'è, nello specifico, l'attività degli anarchici nel dibattito interno alla Confederazione e nelle lotte del periodo? Sul piano confederale gli esponenti più in vista dei CDS non fanno mai mancare la loro voce alle assise della CGIL. Attilio Sassi interviene in tutti i congressi (ma registriamo anche

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«L’Impulso» n.7 del 16 luglio 1954, articolo Principi dell’Internazionale Comunista Libertaria. «L’Impulso» n.11 del 30 novembre 1955. 75 I numerosi articoli di Lorenzo Parodi apparsi su «Il Libertario» sono raccolti nel libro Cronache operaie, Ed.Lotta Comunista, Milano 1978. 76 Dal verbale della riunione di cui alla nota 43: "Masini - Attaccavo il sindacato in quanto insufficiente a difendere gli interessi dei lavoratori. I CDS hanno mantenuto il contatto con la classe operaia. A mio giudizio il sindacato è superato, gli apparati sindacali si sono integrati con l'apparato governativo... ai compagni dell'USI dirò: fate bene, mantenete i contatti con la classe, e così dico a tutti i compagni. I lavoratori debbono occuparsi dei problemi generali e non particolari, ritornare al vittorioso movimento di classe. E basta lavorare, ossia 1) nei sindacati, 2) USI, 3) sganciati dagli uni e dall'altro. Importa il contenuto delle soluzioni che siano pratiche... L'anarchismo è l'ideologia della classe operaia e abbiamo il dovere di portare le nostre soluzioni pratiche sul piano organizzativo, sia dell'USI che dei CDS". 74

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interventi di Gervasio, Bianconi, Livio Azzimonti e Adriano Vanni77) portando la sua voce critica, non solo nei confronti delle ingerenze partitiche nella Confederazione, ma anche nei confronti di una linea sempre più rinunciataria e accentratrice dei vertici CGIL. Già nel 1948, Alberto Meschi nel suo opuscolo "Dove va la Confederazione Generale del Lavoro?", analizza con estrema lucidità le storture e gli impasse della politica confederale78. Si tratta evidentemente, per i CDS, di un ruolo di "coscienza critica" destinato a tenere viva l'attenzione dei lavoratori allo stacco, sempre crescente, tra le loro aspettative e le realizzazione concrete, ma quasi ininfluente sulle scelte e l'assetto confederale79. Per quanto riguarda le lotte, l'attività dei militanti dei CDS è abbastanza intensa, ma è quasi totalmente espressa in sostegno e partecipazione a comitati più allargati. Registriamo nel 1949, a Genova, il sostegno alla lotta dell'ILVA80; a Milano, la partecipazione al comitato di sostegno delle fabbriche in crisi (Caproni, Isotta-Fraschini, Breda, ecc.)81; sostegno alle lotte dei ferrovieri82; dell'Arsenale di Venezia; di braccianti e mezzadri nella zona di Canosa83; delle miniere del Valdarno e nelle solfatare siciliane84. L'anno successivo, a livello nazionale, i CDS appoggiano la campagna contro gli straordinari. Manca è evidente, ma è anche nell'ordine delle cose, la capacità di progettare strategie e campagne di lotta proprie e su obbiettivi qualificanti, di una qualsivoglia consistenza. Negli anni successivi, l'attività dei CDS andrà ancora a scemare. Registriamo, l'anno successivo, un Convegno nazionale a Sestri P. (2/3 giugno 1951) 85 a cui partecipano anziani militanti sindacali e giovani gaappisti. Il Convegno esprime la volontà di dar seguito ad un lavoro comune nei CDS. Ciò viene visto dagli ambienti anti-piattaformisti della FAI come un pericoloso connubio e dà vita ad uno strisciante boicottaggio nei confronti del CDNS, causa, non ultima, di un ristagno dell'attività anarchica in campo sindacale. Negli anni successivi infatti, non troviamo traccia di attività rilevanti dei CDS tranne che nelle scadenze nazionali confederali. Al III° Congresso nazionale della CGIL (Napoli 26/11-3/12 1952) gli interventi degli anarchici sono di Sassi e Gervasio, entrambi riconfermati nel Comitato Direttivo della Confederazione. L'unico segno di vita di una certa rilevanza sarà, qualche anno dopo, la dichiarazione unitaria presentata al IV° Congresso nazionale CGIL di Roma (27/2-4/3 1956)86. Dichiarazione nella quale si indica come obbiettivo della lotta sindacale la riduzione dell'orario a 36 ore settimanali e la valorizzazione degli aspetti solidaristici dell'organizzazione dei lavoratori. E' veramente, però, il classico canto del cigno. Al successivo Congresso CGIL (Milano, 2/7 aprile 1960) sarà presente solo Umberto Marzocchi, a titolo individuale. L'esperienza dei CDS si è chiusa definitivamente. I vecchi militanti si stanno ritirando dall'attività sindacale, quelli della nuova generazione, con la fuoriuscita definitiva dei GAAP dal movimento anarchico e il loro scioglimento, nel maggio del 1957, continueranno la loro attività nel sindacato confederale o come esponenti delle organizzazioni

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Manfredini, op. cit. Alberto Meschi, Dove va la Confederazione Generale del Lavoro?, Torino 1976. 79 La consistenza dei CDS va, lentamente ma costantemente, a decrescere: al II° Congresso nazionale della CGIL (4-9 settembre 1949) la lista anarchica raccogli 4.188 voti e scende sotto l'1% [Manfredini, op. cit.]. 80 Marcello Bianconi. 81 Livio Azzimonti. 82 Ancora Bianconi. 83 Giacinto di Nunno, Michele Damiano e Agostino Raimo. 84 Attilio Sassi. 85 Tra i partecipanti vecchi militanti sindacali come Gervasio, Marzocchi, Bianconi, Caviglia, Lizzari, Sorgoli e Brunetti e nuove leve gaappiste: Antonio Bogliani, Arrigo Cervetto, Vinazza e Claudio Micco. Il Comitato Nazionale rimane a Genova e ne fanno parte Sorgoli, Bianconi, Marzocchi, Adriano Ferrari e Caviglia e Lizzari. 86 Sono presenti Sassi, Gervasio, Parodi, Marzocchi, Marcello e Pietro Bianconi. 78

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via via figliate dal ceppo originario gaappista87 o a titolo individuale. Mai più come esponenti di una componente anarchica. Gli ultimi fuochi: l'USI e il suo lento declino Come abbiamo già detto, la ricostituita Unione Sindacale vede, nei primi anni '50, un relativo consolidamento e, soprattutto, una definizione delle strutture organizzative. La segreteria nazionale è affidata a Sestri P. Il periodico «Guerra di Classe» esce, nel triennio '52-'54 con discreta regolarità (circa sei numeri all'anno) e, soprattutto, dopo alcuni rinvii si riesce ad indire il primo congresso nazionale dell'organizzazione che si tiene a Livorno il 3 e 4 ottobre 1953. In quell'occasione viene riconfermata la segreteria nazionale ai compagni di Genova-Sestri, che reggeranno per lungo tempo questo incarico.88 Da una lettura del periodico, siamo in grado di trarre notizie sull'attività dell'USI nei primi anni '50. La presenza di sezioni o di militanti attivi dell'Unione viene testimoniata da corrispondenze che provengono da molte parti d'Italia: dalla Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia, Toscana, Sardegna, Campania e Puglia89. Sebbene diversi articoli di «Guerra di Classe» non siano firmati o lo siano con sigle e pseudonimi, il quadro delle collaborazioni90 esplicite fornisce altri elementi per valutare la consistenza dell'organizzazione e qualche, relativa, sorpresa. Tra queste ultime, a smentire la caratterizzazione dell'Unione nel dopoguerra come sindacato prevalentemente industriale, la notevole attività, specialmente in Puglia, tra i lavoratori dell'agricoltura, braccianti e mezzadri. A Bari, addirittura, nel 1953-54 è attivo un "Centro Agitazione Agricoltura" che edita un «Bollettino d'informazione» redatto da Domenico Mirenghi91. In questo filone si situa l'attività dei due anziani sindacalisti rivoluzionari Nicola Modugno e Bernardino De Dominicis, che, oltre a collaborare assiduamente a «Guerra di Classe», insieme ad altri militanti della zona92, costituiscono nel 1953 una sezione USI ad Andria93 e vi organizzano un Convegno interregionale94. La linea che ispira l'Unione Sindacale, in questi primi anni, è ben sintetizzata proprio da un articolo di «Guerra di Classe»: "... uniti solo tra autentici lavoratori, nei cantieri, nelle officine, nei campi, nelle miniere e nei trasporti, ovunque ferve la produzione, impostate la lotta su queste rivendicazioni immediate: 1) diminuizione del costo della vita in rapporto alla potenza d'acquisto dei salari vigenti; 2) riduzione del costo delle materie prime indispensabili all'industria e all'agricoltura; 3) applicazione delle 6 ore di lavoro nel quadro nazionale al fine di assorbire tutta la mano d'opera disoccupata... La funzione della centrale dell'anarcosindacalismo è quella di impedire lo sfaldamento del sindacalismo classista e dare uno strumento al proletariato per combattere i soprusi, le prepotenze, i licenziamenti ai danni del popolo lavoratore"95. 87

Movimento della Sinistra Comunista, poi Azione Comunista e infine a partire dal 1967, Lotta comunista. E' il caso di Lorenzo Parodi e di Antonio Bogliani. 88 La segreteria nazionale rimarrà a Genova-Sestri P. fino al 1970, anno del virtuale scioglimento dell'USI. 89 Cito, ad esempio e senza pretesa di completezza: Genova, Sestri P., La Spezia, Castelnuovo Magra, Alessandria, Torino, Biella, Brescia, Piacenza, Bologna, Modena, Carrara, Ferrara, Roma, Avenza, Bagni di Gavorrano, Campiglia, Piombino, Ribolla, Cagliari, Nuoro, Ozieri, Pozzuoli, Foggia, Bari, Andria, Canosa, Minervino Murge, Sannicandro Garganico 90 Tra i collaboratori più assidui: Ilario Margarita, Antonio Dettori, Libero Dall'Olio, Luigi Assandri, Domenico Mirenghi, Gelindo Zanasi, Celso Persici, Giulio Bacconi, Gino Procaccini, Bernerdino De Dominicis, Nicola Modugno; tra quelli saltuari: Pietro Di Bello, L. Bregliano, Pasquale Formichella, Franco Leggio, Ilio Bonucci, Renzo Cepelli, Galantucci, Carlo Venturotti, Michele Berardi, Giovanni Mastropasqua. 91 Il primo numero è del 1° Marzo 1954. Sicuramente esce almeno fino al numero 10 (maggio dello stesso anno) con una periodicità che è indizio di un notevole attivismo. 92 Tra questi Giuseppe Sarcinelli e Giovanni Dell'Endice [«Guerra di Classe», Giugno 1953]. 93 Ibidem. 94 Il Convegno Sindacalista Apulo-Lucano, Andria 20 dicembre 1953 [«Guerra di Classe», Gennaio 1954]. 95 «Guerra di Classe», Novembre 1951. Riportato in Careri, op. cit.

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Preceduto dalla VII° riunione del Comitato Nazionale (Roma 20 Giugno 1954) si tiene a Modena dal 23 al 25 Aprile 1955 il II° Congresso Nazionale dell'Unione. Tra le decisioni assunte c'è l'incarico dato all'USI di Carrara di editare «Emancipazione»96 come organo dell'USI in sostituzione dell'appena cessato «Guerra di Classe» e la riconferma della Segreteria nazionale a Genova-Sestri . In questa occasione inoltre "viene affrontato e risolto anche un tentativo 'deviazionista' favorito da 'determinate forze politiche' che intendono ostacolare la rinascita dell'Unione"97. Mancano riferimenti precisi, tuttavia proprio a metà degli anni '50, Dettori e Margarita, diventati critici nei confronti dell’esperienza della nuova USI, se ne allontanano e iniziano a collaborare al periodico genovese «Sovranità Popolare» redigendone la pagina sindacale, titolata “Azione di classe”98. Nella seconda metà degli anni '50 l'USI attraversa una fase delicata. Da un lato le sezioni più attive (Genova e Carrara) intervengono abbastanza attivamente nel mondo del lavoro, portando a buon fine piccole vertenze locali. Dall'altro però l'organizzazione, a livello nazionale, non cresce e, anzi motra segni d'indebolimento. Significativo è il caso dell'organo di stampa: dopo la cessazione di «Guerra di Classe», «Emancipazione» che avrebbe dovuto sostituirlo cessa dopo solo due numeri. Non basta la generosa attività di sostegno alla CNT spagnola in esilio a dare sostanza all'organizzazione sindacale e alla sua attività specifica, né bastano i pochi Convegni nazionali che si riescono ad organizzare99 a dotarla di un piano d'azione non contingente. Anche l'uscita100 del Bollettino interno101, curato dai compagni di Sestri P., in parziale sostituzione di un organo di stampa vero e proprio, non andrà al di là di un ambito molto ristretto di diffusione (se ne stampano circa un centinaio di copie ciclostilate). A testimoniare dello stato di salute, non certo brillante, dell'Unione Sindacale, al volgere degli anni '50, c'è la testimonianza di Umberto Marzocchi: "L'USI conta attualmente [1959] alcune centinaia di affiliati e sul terreno pratico non può operare; non appare in alcuna lotta operaia al di fuori di Carrara. Anche sul terreno della stessa solidarietà è sempre assente: non organizza nessuna manifestazione e non partecipa nemmeno alle manifestazioni, ai comizi, alle conferenze organizzate da altri gruppi anarchici, contro Franco per esempio,e ai movimenti operai, come lo sciopero dei lavoratori del porto di Genova"102. Il giudizio può apparire severo, però nella sostanza è fondato su dati di fatto inconfutabili, l'USI nonostante una situazione generale di tensioni sociali e politiche crescenti103, nonostante le difficoltà del PCI e della CGIL a controllarle 104, non è in grado di incidere minimamente. Si arriva così il 30 Aprile e 1° Maggio 1961 al III° Congresso Nazionale, che si svolge a a Piombino. E' forse il punto più difficile nella storia dell'Unione. Solo tre sezioni105 sono 96

Ne usciranno solo due numeri nell'autunno di quello stesso anno. Careri, op. cit. 98 Vi collabora anche Domenico Pastorello. 99 Tre sono i Convegni nazionali tra il secondo e il terzo Congresso nazionale: Il 15-16 Agosto 1956 a Bologna, l'1-2 Giugno 1958 a Genova-Pegli e il 27-28 Dicembre 1958 a Carrara. 100 Deliberata al Convegno di Pegli sopracitato. 101 Ne usciranno, dal 1958 al 1970, circa 42 numeri con varie titolazioni: Bollettino interno, Bollettino d'informazione, Rassegna del mondo del lavoro [vedi allegati]. 102 L'articolo da cui abbiamo ripreso questo passo fu pubblicato sul n.7 di «Informaciones Internacionales» del 1959. Ripubblicato da «Autogestione» n.1 del 1979 103 Ricordiamo i moti dell'estate del 1960 culminati con il 30 giugno genovese. 104 Ricordiamo l'emersione della natura dello stalinismo al congresso del PCUS e la rivolta ungherese del 1956 a proposito della quale Marzocchi, nell'articolo citato in precedenza scrive: "Se fossimo stati forti nel 1956, al momento dei fatti d'Ungheria, avremmo potuto tentare una scissione a favore dell'autonomia o dell'USI. In seguito all'indignazione provocata da questi fatti, numerosi lavoratori si allontanarono [dalla CGIL]" 105 Tra i partecipanti: Celco Persici (Marsiglia); Francesco Rangone e Libero Dall'Olio (segr. naz.); Francesco Marzeddu e Cristoforo Piana (Sestri P.); Luigi Assandri e Gerardo Lattarulo (Torino); Dario Franci (Piombino). 97

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rappresentate, anche se, formalmente, a livello nazionale l'organizzazione ne conta otto. La segreteria nazionale è rimasta senza sede106, il bollettino esce con difficoltà e di organo di stampa nazionale vero e proprio non si parla più. I primi anni '60, come si ricava dalla lettura del Bollettino interno, sono privi di avvenimenti di rilievo nella vita dell'Unione. Qualche segno di attività continuativa viene da Sestri P.107 e da Piombino, più sporadicamente da Torino. Null'altro di rilevante. A metà del 1963, però, qualcosa sembra cambiare. Si tiene a Sestri P. un Convegno interregionale108 che raccoglie militanti genovesi, torinesi e carrarini. A questo, nell'agosto dello stesso anno, fa seguito un incontro a Carrara. E' un segnale importante perché demarca un'inversione di tendenza. Ricordiamo che dalla fine degli anni '50 la sezione di Carrara si era virtualmente sciolta. La morte di Alberto Meschi avvenuta nel 1958 aveva privato i militanti anarchici carrarini di un prezioso sostegno. Meschi, infatti, pur non condividendo la scelta di ricostituire l'U.S.I. non aveva mai lesinato il suo sostegno alla sezione locale dell'Unione, mettendo, tra l'altro, a disposizione alcune pagine de «Il Cavatore». La crisi che ne era seguita aveva privato l'USI di uno dei suoi punti di forza, in quanto ad iscritti e a mezzi. La ripresa carrarina 109 sfocia nella ricostituzione della sezione dell'Unione, poco più di un anno dopo, nel maggio del 1965110. Più o meno nello stesso periodo, registriamo anche la costituzione di una sezione USI a Forlì 111. Una breve ripresa e la chiusura definitiva dell'esperienza Il 1965 è un anno complesso. Mentre sul piano politico-sociale generale si rendono sempre più manifeste le tensioni destinate ad esplodere nel '68-'69, per quanto riguarda il movimento anarchico si consuma una nuova crisi con l'uscita dalla FAI di diversi gruppi che andranno a costituire i G.I.A. (Gruppi di Iniziativa Anarchica)112. Appare, invece, come un anno di ripresa per l'Unione Sindacale. Le "vecchie" sezioni di Sestri P., Torino e Piombino proseguono e intensificano le loro attività (solo per Genova registriamo interventi nelle vertenze Ansaldo Meccanico, Ferriere Bruzzo, Conceria Bocciardo, Trasporti pubblici, dipendenti comunali113). A Carrara l'attività si sviluppa tra i lavoratori del marmo, dei chimici, dei metalmeccanici, edili, enti locale e ospedalieri. A Palermo e a Foligno si lavora per costituire nuove sezioni. Notizie di attività vengono anche dalla sezione di Forlì e da individualità di Roma e di Ventimiglia114. Si arriva così al IV° Congresso nazionale dell'Unione Sindacale che si tiene dal 23 al 25 Aprile 1967 a Carrara. Questo Congresso è importante per vari motivi: perché è l'ultimo congresso

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Lo sfratto dai locali di Via D'Andrade a Sestri Ponente, acquisiti nell'immediato dopoguerra e condivisi dall'USI con i gruppi anarchici sestresi, obbliga la Segreteria nazionale e la sezione USI di Sestri ad una affannosa e difficile ricerca che si concluderà con l'acquisizione di un angusto locale di pochi mq in via Vigna. Qui l'USI genovese resterà fino all'inizio degli anni '70 e cioè al suo scioglimento. 107 Da segnalare un rilevante sostegno all'attività antifranchista (un Convegno antifranchista si tiene a Sestri P. il 18/19 maggio 1962, in coincidenza con l'arrivo di Federica Montseny a Genova) e un puntuale intervento sulle vicende dell'Ansaldo e sulle lotte che vi si sviluppano. 108 B.I. dell'agosto 1963. 109 A cui non è estranea l'opera di Ugo Mazzucchelli, da sempre grande sostenitore (anche dal punto di vista finanziario) dell'USI. 110 Con la confluenza del "Comitato d'Azione Diretta" dei lavoratori del marmo [B.I. del maggio 1965]. 111 Preannunciata nel B.I. del dicembre 1964. 112 Se vogliamo è ultimo atto (al momento) della crisi innescata dall'esperienza gaappista di quindici anni prima e che aveva visto emergere tre anime nella Federazione: la minoranza piattaformista, la maggioranza "moderata", arroccata sul recupero del Patto associativo della vecchia UAI, e l'altra minoranza, quella anti-organizzatrice che va, appunto, a costituire i GIA. 113 B.I. dell'agosto 1965 114 Ibidem

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dell'organizzazione, per la buona partecipazione di delegati e di sezioni di varie parti dell'Italia 115, perché al nucleo storico di anziani militanti sindacali che ha traghettato l'USI attraverso quasi un ventennio di alterne vissicitudini si sono aggiunti conosciuti militanti anarchici che si erano tenuti un po' in disparte116 e soprattutto, per la prima volta, dei giovani117, infine perché dal dibattito, ricco e articolato, emergono segni concreti di volontà di rilancio dell'organizzazione, come, ad esempio, la concreta prospettiva di dotare nuovamente l'USI di un organo di stampa. Il '68, come tutti sanno, è il primo degli "anni caldi". Agitazioni e mobilitazioni studentesche preannunciano le lotte operaie dell'anno successivo, l'"autunno caldo". L'USI risente "beneficamente" della stagione che si preannuncia. Si riaprono contatti con località "dormienti". Ci sono interventi delle sezioni e dei militanti in vertenze e lotte di grandi e medie fabbriche: a Genova l'Asgen e l'Ansaldo Meccanico, a Carrara la Rumianca, a Pisa la Saint-Gobain, a Maranello la SEFAC-Ferrari. Si interviene puntualmente sulle grandi questioni: dall'invasione della Cecoslovacchia, ai morti di Avola. Sul piano del rafforzamento politico e organizzativo, si approfondisce la collaborazione con la FAGI. In questo clima di rinascita si tiene a Carrara (il 29 e 30 Giugno 1968) un nuovo Convegno nazionale. Sette sono le località rappresentate 118. All'ordine del giorno una ricognizione sulle attività dell'Unione e la prossima uscita del periodico «Lotta di Classe» come suo organo di stampa. Ed è proprio su «Lotta di Classe» che si giocano, l'anno successivo le sorti del rilancio dell'Unione Sindacale. L'organizzazione è cresciuta, sia per l'afflusso di giovani119, sia per la costituzione di nuove e significative sezioni. Citiamo solamente la sezione USI Milano-Bovisa120, animata tra gli altri da Giuseppe Pinelli, e quella costituita nel reparto tubisti dell'Italcantieri di Sestri P. - vero feudo del PCI e della CGIL - da Carlo Boccardo. C'è bisogno di un organo di stampa vero e proprio, che sostituisca il vecchio e inadeguato notiziario, che abbia larga tiratura e diffusione, che sia in grado di intervenire puntualmente sulle lotte e che serva da collegamento tra le varie situazioni locali. Il periodico prende definitivamente l'avvio dopo una riunione allargata del Comitato di redazione a Carrara il 16 febbraio 1969121. Il primo numero di «Lotta di Classe» esce in occasione del 1° Maggio. In prima pagina l'articolo di fondo ("La nostra carta d'Identità") firmato dalla redazione e la ripresa di un manifesto sul primo maggio del 1924. All'interno, corrispondenze d'attualità e su situazioni di lotta: Chicago Bridge di Sestri P., Val Bormida, ESMAR ed altre aziende di Carrara e Piombino122. Il secondo numero esce in agosto, l'articolo di fondo ("Ora più che mai") siglato 115

partecipano tra gli altri: Libero Dall'Olio e Francesco Marzeddu (segr. naz.); Cristoforo Piana (Sestri P.); Alfonso Failla (Carrara); Enrico Moroni (Carrara); Dario Franci (Piombino); Augusto Pizzigatti (Forlì); A. Ferré e Celso Persici (AIT); Franco Antonioli e E. Ricci (Massa Centro); Ugo Mazzucchelli e Stefano Vatteroni (Carrara); Italino Rossi (Lucca); Ferrari (Savona); Virgilio Antonelli (Livorno). 116 Failla e Mazzucchelli. 117 come Enrico Moroni e Italino Rossi. E' importante ricordare che proprio nel 1965 i giovani anarchici si danno per la prima volta una precisa struttura organizzativa, costituendo la F.A.G.I. (Federazione Anarchica Giovanile Italiana) nel Convegno di Livorno del 28 novembre di quell'anno [cfr. Franco Schirone, La gioventù anarchica, Milano 2006]. I giovani della FAGI daranno un prezioso supporto all'USI negli ultimi anni. 118 partecipano tra gli altri: Libero Dall'Olio (segr. naz.); Cristoforo Piana (Sestri P.); Augusto Pizzigatti (Forlì); Dario Franci (Piombino); Enrico Moroni (Carrara); E. Ricci e Franco Antonioli (Massa Centro); Umberto Marzocchi e un giovane [Riccardo Dalla Corte?] (Savona); R. [Raniero?] Rossi (Roma). 119 Mi permetto di citare, tra i possibili esempi, la collaborazione, a Sestri P., tra la locale sezione USI e il Circolo Anarchico A. Borghi, di cui all'epoca facevo parte e che era costituito in massima parte da studenti. 120 Qualche tempo dopo ci sarà anche il tentativo di costituire la sezione Milano-Centro, ad opera, tra gli altri, di Enrico Moroni, trasferitosi a Milano. 121 Sono presenti i membri del Comitato redazionale provvisorio Pizzigatti, Rossi, Marzocchi, Failla, Moroni, Dall'Olio e Piana [Rassegna del Mondo del Lavoro, Aprile 1969]. 122 Collaborano a questo numero con corrispondenze e articoli: Alfonso Failla, Riccardo Dalla Corte, Dario Franci, sez. USI Sestri P. e sez. USI Carrara. Il responsabile è Cristoforo Piana.

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U.M.123, è una argomentata e lucida disamina dei mali che affliggono la società del tempo (e certamente ancora quella di oggi)) e la classe operaia, dallo sfruttamento, alla repressione violenta delle istanze sociali (siamo all'epoca di Avola e Battipaglia...), alla connivenza delle "centrali sindacali partitiche" con le politiche padronali, per concludere nella riaffermazione dell'unica soluzione possibile: "Il motore che spinge il mondo del lavoro verso l'emancipazione è la lotta di classe. Essa non è una nostra invenzione, ma una conseguenza del sistema economico basato sulla proprietà privata e sul salariato, che fanno dell'uomo un ausiliario della macchina, uno strumento del capitale", quindi: "...avere una coscienza di classe significa possedere una capacità rivoluzionaria; fare assegnamento sulle proprie forze, la propria volontà, la propria intelligenza, vuol dire essere pronti per la lotta di classe ora più che mai necessaria"124. «Lotta di Classe» "funziona". Nonostante la pletora di pubblicazioni che cominciano ad affollare l'ambito della sinistra rivoluzionaria e le difficoltà inerenti la distribuzione, la diffusione delle 2.000 copie tirate è buona, come è buono il consenso dei lettori. Sembra insomma che l'Unione sia avviata decisamente sulla via del rilancio: le attività locali procedono, due nuove sedi vengono aperte a Forlì e a Milano, dove vengono stabiliti collegamenti con i Comitati Unitari di Base (CUB) tra i quali quello attivissimo dei tranvieri ATM; a livello nazionale si lavora per il terzo numero del periodico e per un nuovo convegno nazionale dell'organizzazione. Il 1969 dunque si chiude su questo clima di fiducia per il futuro, ma, purtroppo, anche e soprattutto sui tragici avvenimenti di Milano, l'assassinio di Giuseppe Pinelli e la caccia alla streghe scatenata nei confronti del movimento anarchico e la sinistra rivoluzionaria. Nel 1970 il movimento anarchico si trova di fronte ad una necessità vitale, quella di rispondere all'aggressione mass-mediatica e poliziesca scatenata nei suoi confronti. La difesa di Pietro Valpreda e degli altri anarchici accusati della strage di Piazza Fontana, la ricerca dei responsabili dell'assassinio di Giuseppe Pinelli assorbono gran parte delle energie del movimento anarchico e delle sue espressioni organizzative, sottraendo mezzi ed impegno all'attività politico-sindacale. Anche l'USI non può non risentire del clima mutato. In questo senso non si può che concordare con quanto scrive Careri: "Chiaramente questi fatti repressivi si ripercuotono negativamente su un'USI ancora troppo piccola e fragile organizzativamente per riuscire a superare una fase così difficile. Va anche considerata la scelta prioritaria di tutto il movimento libertario di incentrare tutti gli sforzi sulla controinformazione e la difesa dei compagni arrestati, tralasciando così temporaneamente altri temi d'intervento, compreso quello anarcosindacalista"125. C'è ancora spazio per l'ultimo Convegno nazionale che si tiene a Carrara, il 28 e 29 luglio 1970, con una buona rappresentanza - considerate le circostanze - di militanti126. C'è ancora spazio per iniziative locali, a Carrara127 come a Genova128. C'è ancora spazio per possibilità di crescita dell'organizzazione129. Ma nella sostanza, i giochi sono fatti. L'U.S.I. non ha le risorse, né la dimensione progettuale per sopravvivere in quel contesto. I vecchi militanti hanno dato tutto quello che potevano, i giovani sono impegnati su altri versanti di lotta e, soprattutto, non c'è stato materialmente il tempo di arrivare ad una vera sintesi politico-organizzativa tra l'esperienza dei 123

Quasi sicuramente Umberto Marzocchi «Lotta di Classe», Agosto 1969. 125 Careri, op. cit. 126 Partacipano, tra gli altri: Libero Dall'Olio e Cristoforo Piana (Sestri P.); Enrico Moroni, Ivan e Fabrizio (Milano); A. Anelli (Follonica); Tiziano Antonelli (Livorno); Alfonso Fantazzini, A. Galli e altri (Bologna); Alfonso Failla e altri (Carrara), G. [Gianpiero?] Landi e altri (Firenze). 127 Viene editato un documento redatto dai lavoratori del marmo dell'U.S.I. "La giornata lavorativa di 5 ore come conquista inalienabile e come elemento di ripresa dell'economia carrarese". 128 Interventi alla Pettinatura Biella, all'Italcantieri, sull'alluvione dell'autunno '70, ecc. [Rassegna del Mondo del Lavoro n.2, Novembre 1970] 129 Sembra concretamente aprirsi la possibilità di un intervento nella scuola ad opera dei compagni di Firenze [Ibidem]. 124

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primi e l'attivismo dei secondi. Si chiude così all'inizio del 1971130 il percorso dell'USI del dopoguerra: i membri superstiti della segreteria nazionale di Sestri P. danno le dimissioni e nessuno può, o vuole, subentrare nell'incarico. Alcune sezioni continuano ad agire ancora per qualche tempo, ma non c'è più nessun coordinamento. Si chiude così, a tutti gli effetti, l'esperienza della "seconda USI". Considerazioni finali L'USI si ricostituirà di fatto, diversi anni dopo, con il I° Attivo di Base dei lavoratori per l'USI (Roma, 22 e 23 aprile 1978). La domanda è: la soluzione di continuità tra le due esperienze (quella del dopoguerra e quella che è viva ancora oggi) è reale o apparente? La domanda, riportata, sul piano generale dell'attività sindacale degli anarchici è scomponibile in altre due. C'è una continuità nell'intervento sindacale degli anarchici tra il '71 e il '78? e, se sì, questa continuità assume forme organizzate e/o coordinate? Alla prima domanda usualmente si risponde sì, senza esitazioni: gli anarchici continuano, in quegli anni ad operare sindacalmente e ad intervenire nel mondo del lavoro, magari in ordine sparso, magari in diversi sindacati 131, ma ci sono. Alla seconda, spesso, si risponde, anche qui senza esitazioni, no, non ci sono momenti significativi di coordinamento. Invece c'è, stranamente dimenticato da quasi tutti, un momento importante di confronto, di elaborazione collettiva e di tentativo di costruire una strategia comune, che si sviluppa nella prima metà degli anni '70 culminando nel Convegno Nazionale Lavoratori Anarchici che si tiene a Bologna dall'11 al 15 agosto 1973. Al Convegno - che è preceduto e sarà seguito da altri incontri nazionali dei promotori132 a dimostrane la non episodicità - partecipano più di duecento lavoratori133, superando le aspettative degli stessi organizzatori. Purtroppo questa promettente esperienza, nata nell'ambito del progetto comunista-libertario dei primi anni '70 (comunemente definito neo-piattaformista) si esaurisce nel giro di un paio di anni. Non è questa la sede per indagarne le cause, perché attengono più alla sfera del dibattito politico organizzativo che travaglia il movimento anarchico in quegli anni 134 che ad una sua insufficienza interna. In ogni caso, una parte di quei militanti provenivano dall'esperienza USI e una parte ancora maggiore, di lì a non molto, inizierà a lavorare per la ricostituzione dell'Unione Sindacale, quella che conosciamo oggi.

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L'ultimo numero del notiziario Rassegna del Mondo del Lavoro è del Dicembre 1970. Poche pagine ciclostilate che danno il senso della chiusura dell'esperienza. 131 Oltre che nella CGIL, c'è una significativa presenza libertaria nella CISL, segnatamente tra i metalmeccanici della FIM. 132 Roma, 9 febbraio 1973; Bergamo 1-4 novembre 1974; Ancona 3-5 ottobre 1975. 133 "Al Convegno presenzieranno circa 250 militanti italiani, oltre ai delegati dell'A.I.T. e dell'O.R.A.-F.L. francese" [Fedeli-Sacchetti, op. cit.]. 134 Sulle vicende del "piattaformismo" nostrano, poco è stato scritto. Direi quasi nulla sull'esperienza comunistalibertaria dei primi anni '70, che tuttora è trattata alla stregua di "leggenda metropolitana". Mi permetto, perciò, di rimandare ad una mia messa a punto sulla questione (cf. Guido Barroero, Tre libri e una questione ancora aperta, «A Rivista», n.311 del 2005), stimolata all'epoca da una ricostruzione del tutto approssimativa e maldestra contenuta in un libro allora da poco pubblicato.

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Cronologia CDS: Riunioni e Convegni 5 Giugno 1946 a Genova-Sestri I° riunione CNDS 17/18 Agosto 1946 a Genova-Sestri II° riunione CNDS 5/6 Gennaio 1947 a Genova-Sestri III° riunone CNDS 27/28 Giugno 1948 a Livorno IV° riunione CNDS Settembre 1948 a Livorno V° riunione CNDS 6/7 Agosto 1949 a Milano I° Convegno studi su "Anarchismo e lavoratori" 25/26 Marzo 1950 a Bologna II° Convegno studi su "Anarchismo e lavoratori" Maggio 1950 a Bologna Consiglio nazionale dei CDS Giugno 1951 a Genova-Sestri Convegno nazionale CNDS

Cronologia USI: Convegni e Congressi 9 Ottobre 1949 a Piombino Convegno 6-7 Gennaio 1950 a Piombino Convegno - si costituisce il Comitato di Coordinazione assegnato a Bologna (Zanasi e Procaccini) - partecipanti: Libero Dall'Olio (Sestri P.); De Vito (Torino); Dario Franci (Piombino); Minichetti (Bagni di Gavorano); Bolzacchi (Avenza Carrara); Gino? Giorgi (Carrara); Giulio Bacconi e Celso Persici (Marsiglia); Francesco Rangone (Sestri P.) 3-4 Giugno 1950 Convegni Interregionali a Sestri P. e a Foggia 4-5 Novembre 1950 a Carrara Convegno Nazionale (costituzione USI) (II° Convegno del Comitato di Coordinamento) 18 Dicembre 1950 a Piombino I° Convegno Nazionale 18-19 Marzo 1951 a Sestri Ponente I° riunione del Comitato Nazionale 2 Giugno 1951 a La Spezia II° riunione del Comitato Nazionale 8-9 Settembre 1951 a Pisa III° riunione del Comitato Nazionale 8-9 Dicembre 1951 a Pisa Convegno Nazionale Giugno 1952 a Carrara IV° riunione del Comitato Nazionale 15 Settembre 1952 a Sarzana V° riunione del Comitato Nazionale Marzo 1953 a Carrara VI° riunione del Comitato Nazionale 3-4 Ottobre 1953 a Livorno I° Congresso Nazionale 20 Giugno 1954 a Roma VII° riunione del Comitato Nazionale 23/25 Aprile 1955 a Modena II° Congresso Nazionale 15-16 Agosto 1956 a Bologna Convegno Nazionale 1-2 Giugno 1958 a Genova-Pegli Convegno Nazionale - partecipano: Celso Persici (Marsiglia); Luigi Assandri e Di Salvo (Torino); Ilario Margarita? (Torino); Gelindo Zanasi (Bologna); Francesco Marzeddu, Carboni e Ferrari (Genova); Carlo Venturotti (Carrara); Libero Dall'Olio e Francesco Rangone (segr. naz.) 27-28 Dicembre 1958 a Carrara Convegno Nazionale 30 Aprile - 1° Maggio 1961 a Piombino III° Congresso Nazionale - partecipano: Celso Persici (Marsiglia); Francesco Rangone e Libero Dall'Olio (segr. naz.); Francesco Marzeddu e Cristoforo Piana (Sestri P.); Luigi Assandri e Gerardo Lattarulo (Torino); Dario Franci (Piombino) - Otto località rappresentate - Alfonso Failla delegato per Congresso AIT Agosto 1963 - Riunione straordinaria della Segreteria nazionale a Carrara - USI presente in 5 settori

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1965 - Incontro USI - CAD a Carrara 14-15 Agosto 1966 - Riunione precongressuale a Carrara - USI presente in sei settori - presenti: Celso Persici (AIT), Libero Dall'Olio (segr. naz.), Cristoforo Piana e Francesco Marzeddu (Sestri P.), Augusto Pizzigatti (Forlì), Enrico Moroni, Alfonso Failla e Ugo Mazzucchelli (Carrara); Antonio Pereira (Ventimiglia); Italino Rossi (Lucca) 23-25 Aprile 1967 a Carrara IV° Congresso Nazionale - partecipano: Libero Dall'Olio e Francesco Marzeddu (segr. naz.); Cristoforo Piana (Sestri P.); Alfonso Failla (Carrara); Enrico Moroni (Carrara); Dario Franci (Piombino); Augusto Pizzigatti (Forlì); A. Ferré e Celso Persici (AIT); Franco Antonioli e E. Ricci (Massa Centro); Ugo Mazzucchelli e Stefano Vatteroni (Carrara); Italino Rossi (Lucca); Ferrari (Savona); Virgilio Antonelli (Livorno). 29-30 Giugno 1968 a Carrara Convegno Nazionale - partecipano: Libero Dall'Olio (segr. naz.); Cristoforo Piana (Sestri P.); Augusto Pizzigatti (Forlì); Dario Franci (Piombino); Enrico Moroni (Carrara); E. Ricci e Franco Antonioli (Massa Centro); Umberto Marzocchi e un giovane (Savona); R. [Raniero?] Rossi (Roma) - Sette località rappresentate Febbraio 1969 a Carrara Riunione Giugno 1969 a Carrara Convegno Nazionale 28-29 Luglio 1970 a Carrara Convegno Nazionale - partecipano: Libero Dall'Olio e Cristoforo Piana (Sestri P.); Enrico Moroni, Ivan e Fabrizio (Milano); A. Anelli (Follonica); Tiziano Antonelli (Livorno); A. Fantazzini, A. Galli e altri (Bologna); Alfonso Failla e altri (Carrara) - Sette località rappresentate

Pubblicazioni nazionali USI Guerra di Classe 1949 1950 1951 1952 1953 1954 1955

Giugno, Novembre e Dicembre Febbraio, Aprile e Ottobre Novembre Febbraio, Marzo, Maggio, Luglio e Dicembre Giugno, Settembre, Novembre e Dicembre Gennaio, Marzo, Aprile, Giugno, Agosto e Novembre Gennaio, Marzo e s.d.

Stampato a Marsiglia (giugno 1949), a Torino (dal novembre 1949 all'ottobre 1950) e in seguito a Sestri P. La sottotitolazione cambia da "numéro unique/ du Comité de coordination de l'Union syndicale italienne A.I.T." del primo numero a "Portavoce del Comitato di coordinazione della costituenda Unione sindacale italiana A.I.T." e, infine a "Organo dell'Unione Sindacale Italiana - A.I.T" a partire dal numero del novembre 1951. Nelle cariche di responsabile e/o redattore si succedono e alternano Ilario Margarita, Antonio Dettori, Libero Dall'Olio e Francesco Rangone.

Azione Diretta (Sestri P.) 1953: Febbraio, Maggio Bollettino informazioni Centro Agitazione Agricoltura (Bari) 1954: diversi numeri

Emancipazione (Carrara) 1955: Settembre n.u., Ottobre n.u.

La Voce. Bollettino dell'anarcosindacalismo (Carrara - Torino) 1963: qualche numero

Bollettino interno (Carrara) 1969: qualche numero

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Lotta di classe (Sestri Ponente) 1969: Maggio n.1, Agosto n.2

Bollettini interni USI 1951: 2 (1,2) 1958: 4 (1,2,3,4-5) 1959: 2 (luglio, novembre-dicembre) 1960: 3 (1,2,3,4) 1961: 2 (1,2) 1962: 3 (1-2,3-4,5) 1963: 4 (1-2,3-4,5,suppl. al n.5) 1964: 3 (1-2,3-4,5) 1965: 4 (1-2,3-4,suppl. al n.1-2, n.s.) 1966: 5 (5-6,7-8,9,10, n.s.) 1967: 3 (11-12,aprile,1) 1968: 5 (2-3,4-5,6,n. str.,7-8) 1969: 3 (1,2,3) 1970: 3 (1,2,3)

Bollettino d'informazione dell'Unione Sindacale Italiana Bollettino interno Bollettino d'informazione Bollettino d'informazione Bollettino d'informazione Bollettino d'informazione Bollettino d'informazione Bollettino d'informazione Bollettino d'informazione Bollettino d'informazione Bollettino d'informazione - da giugno Bollettino interno Bollettino interno - da 2-3 Rassegna del mondo del lavoro Rassegna del mondo del lavoro Rassegna del mondo del lavoro

ALLEGATO 1 Risoluzione del Convegno Nazionale dei Comitati di Difesa Sindacale* Primo comma. Il Convegno Nazionale dei Comitati di Difesa Sindacale, tenutosi a Livorno nei giorni 27 e 28 giugno 1948: Considerato che la partecipazione dei C.D.S. alle lotte del proletariato richiede un maggior sviluppo di attività ed un migliore coordinamento ai fini di promuovere un più largo consenso da parte dei lavoratori alle soluzioni prospettate nelle agitazioni da noi e dagli altri promosse; Considerato che l'organizzazione dei C.D.S. non ha dato quei risultati che gli stessi si erano proposti: 1) che in tutti i luoghi di lavoro vengano costituiti e rafforzati i Gruppi di Difesa Sindacale con il preciso scopo di: a) riunire tutti quei lavoratori che accettano il metodo dell'azione diretta e dei principi del sindacalismo rivoluzionario in un nucleo compatto; b) di collegare questi nuclei fra di loro nell'ambito della Federazione di categoria, onde potenziare l'efficacia sindacale degli stessi; c) di mantenersi in continuo contatto con i C.D.S. per precisare gli orientamenti di principio e di metodo da adottarsi al comma 2). 2) I C.D.S. hanno il compito di raggruppare nel comune, nella provincia, nelle regioni, i Gruppi di Difesa Sindacale di cui al comma 1) e di promuovere quindicinali riunioni degli stessi nelle quali siano presi in esame i problemi inerenti alla situazione particolare all'industria di cui fanno parte o riflettenti situazioni di carattere generale interessanti il proletaríato tutto. Oltre a questo compito specifico essi debbono: a) mantenere vivo nel proletariato il convincimento che nessun conseguimento di migliorie contingenti o di riforme ottenute sul piano di collaborazione con lo Stato in una società capitalistico-borghese non lo condurrà ad una, anche parziale, emancipazione; b) afferma e la necessità di svuotare ogni illusione riformista del suo contenuto demagogico, illusione che le correnti sindacali dei partiti politici si compiacciono caldeggiare, negando allo Stato ed al governo il diritto di interferire nelle competizioni fra capitale e lavoro; c) collegare, sul piano tecnico e professionale, i Gruppi di Azione Diretta, con lo scopo di determinare in ogni categoria di lavoratori così associati la conoscenza esatta dei problemi trattati e la competenza necessaria per risolverli, avendo cura di improntare sempre ogni soluzione al carattere specifico dei C.D.S. e ciò con il proposito di estendere alla massa il convincimento che i metodi da noi proposti e i principi da noi propugnati sono i soli che possano condurlo alla sua totale emancipazione. d) l'organizzazione interna che meglio corrisponde agli scopi che si prefiggono i C.D.S. è quella federativa alla base e consiste nei seguenti capisaldi: Gruppi di Difesa Sindacale e di C.D.S. solidamente legati nelle località sono le basi essenziali che informano tutta l'attività del movimento e da cui parte l'indirizzo sul quale dovranno informare la loro attività gli organi corrispondenti nella provincia, nella regione fino al Comitato Nazionale dei Gruppi di Difesa Sindacale.

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3) Il Comitato Nazionale nominato dai Congressi Nazionali, oltre ad un suo specífico compito per lo studio dei problemi nazionali allacciati a tutta l'attività sindacale del complesso internazionale, alla pubblicazione del giornale del movimento dei C.D.S., a particolari studi, iniziative e proposte per l'attuazìone delle quali non sia necessario l'intervento della massa, deve per ogni agitazione, manifestazione, impostazioni di carattere locale, provinciale, regionale, nazionale che impegnino l'insieme degli aderenti ai C.D.S. ed il proletariato tutto, conformarsi alle direttive suggerite dalla base. 4) Per il funzionamento dei C.D.S., onde assicurarne l'attività, dei contributi dovranno essere richiesti ad ogni aderente con modalità che verranno fissate e decise localmente. 5) Ogni C.D.S. è tenuto ad un versamento di una congrua somma rateale o complessiva al Comitato Nazionale per dar modo al medesimo di poter proficuamente funzionare. * in Fedeli - Sacchetti, op. cit ALLEGATO 2 PRINCIPII DELL'UNIONE SINDACALE ITALIANA* I° L'Unione Sindacale Italiana, aderente all'A.I.T. (Associazione Internazionale dei Lavoratori) è costituita; 2° L'Unione Sindacale Italiana è l'organizzazione nazionale di tutti i lavoratori del braccio e del pensiero, di ogni sesso e nazionalità residente in Italia che si propongano di raggiungere con le proprie forze l'emancipazione dell'uomo da qualsiasi dominio economico, politico, morale; 3° Essa ha per iscopo di sostituire alla presente società autoritaria e capitalista, l'organizzazione federalista e razionale della produzione e della ripartizione; alla lotta fra gli uomini - la solidarietà umana; 4° Mentre tende alla socializzazione dei mezzi di produzione e di scambio, l'abolizione dello Stato e dei dogma, l'U.S.I. si adopera a realizzare per i lavoratori tutti quei miglioramenti materiali e morali immediati: diminuizione della giornata lavorativa, aumento del potere di acquisto, rispetto ed igiene sul posto di lavoro, ecc. che il proprio rapporto di forza consente per tempo e per luogo; 5° L'U.S.I. è autonoma. Non è tributaria di nessun partito politico, movimento specifico, filosofico, religioso, ecc. e si rifiuta quindi di seguire chicchessia in azioni non concordate. Rifiuta ogni alleanza permanente. Si impegna solo per fatti ed azioni limitati e ben definiti, pertanto - qualunque aderente si lasciasse portare candidato politico o di pubblici poteri, cessa automaticamente di far parte dell'U.S.I.; 6° L'U.S.I. combatte le gerarchie dei salari e stipendi, fattore di divisione fra i lavoratori, né riconosce la scala dei valori, perché, oltre essere una creazione artificiale, essa non può esistere che in una società fondata sull'antagonismo degli interessi; 7° La struttura organica e il funzionamento dell'U.S.I. sono di tipo federalista; contrari quindi ad ogni accentramento burocratico e corporativista; 8° Nel caso in cui l'afflusso di elementi eterogenei desse luogo ad una votazione maggioritaria a scopo deviazionista dal carattere originale dell'U.S.I., questa è automaticamente sciolta e la si intende ricostituita seduta stante secondo le norme e lo spirito del presente STATUTO con diritto esclusivo a tutto il capitale sociale; 9° Qualora una Sezione di località o di categoria dovesse sciogliersi il suo capitale sociale sarà devoluto all'U.S.I. e se l'U.S.I. dovesse sciogliersi il suo capitale sociale sarà devoluto all'A.I.T. (Associazione Internazionale dei Lavoratori);

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10° Il presente STATUTO può essere modificato solo dal CONGRESSO NAZIONALE sempre che questo non significhi una deroga allo spirito informatore dei principi dell'U.S.I. Seconda parte: Organicità 11° Gli incaricati alle mansioni organizzative per il funzionamento dell'U.S.I., liberamente eletti dagli organizzati, svolgono i loro mandati eseguendo volta a volta i mandati delle assemblee; 12° Gli organi dell'U.S.I. (commissioni di categoria, sezionali, provinciali, regionali, nazionali) sono esecutivi; mentre sono deliberativi le assemblee di categoria e sezionali, i Convegni provinciali, regionali e nazionali; 13° Ogni Commissione e delegato è organo esecutivo dell'assemblea che lo ha nominato ed esplica solo quelle mansioni di cui è mandatario; 14° I membri della Commissione Nazionale vengono eletti direttamente dagli organizzati, i quali possono sostituirli ogni qualvolta lo ritengono opportuno; 15° La Commissione Nazionale funge anche da Commissione di controllo dell'organo ufficiale dell'U.S.I. (il giornale); 16° Il Congresso dell'U.S.I., il quale avrà luogo ogni anno, viene organizzato dalla Commissione Nazionale in funzione esecutiva dei deliberati delle assemblee sezionali e di categoria; 17° Il Congresso nazionale può inoltre essere convocato straordinariamente ogni qualvolta ciò sia richiesto dalla maggioranza degli aderenti, fermo restando le disposizioni dell'art. 16°; 18° L'U.S.I. trae i mezzi finanziari dal TESSERAMENTO; 19° Il capitale dell'U.S.I. serve esclusivamente per l'attività sindacale.

* Tracciati al Convegno di Piombino del 6 e 7 maggio 1950 ed emendati al Convegno di Bologna del 15 e 16 agosto 1956. [dal Bollettino interno n.1 del 1958] ALLEGATO 3 Mozione finale del Convegno nazionale dei lavoratori anarchici* Il I° Convegno Nazionale dei Lavoratori Anarchici, tenutosi a Bologna i giorni 11-15 agosto '73, dopo un'esauriente ed approfondita discussione sulla situazione generale politica ed economica, ritiene di fissare le seguenti ìndicazioni dì massima: nell'ambito dell'unaníme accettazione della lotta di classe, e quindi del ruolo rivoluzíonarío della classe degli sfruttati, classe che non detiene alcun strumento di potere, il proletariato, si rende necessaria l'azione contemporanea di un'organizzazione specifica comunista anarchica e di un'organizzazíone proletaria di massa al fine di realizzare l'unità, l'autonomia, la coscienza di classe e l'internazionalismo per la costruzione del comunismo anarchico. Il rapporto fra queste due organizzazioni si caratterizza tramite un costante processo di interscambio dialettico di contenuti rivoluzionari dalla seconda alla prima e dalla prima alla seconda, L'organizzazione di specifico si caratterizza in quanto teoricamente e strategícamente unitaria, tatticamente omogenea e non contradditoria, composta da militanti pienamente responsabili verso di essa, non sulla base di concezioni individuali, delle proprie azioni politiche. L'organizzazione di massa, autonoma e proletaria, è l'obiettivo strategico che il proletariato si pone al fine di favorire e di realizzare, tramite essa e congiuntamente all'organizzazíone specifica, la rivoluzione sociale. Per raggiungere l'obiettivo strategico della costruzione dell'organizzazione autonoma e proletaria, i gruppi

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rappresentati al Congresso, pur rifiutanti l'attacco aprioristico e non costruttivo verso i partiti della sinistra, ufficiale e non, e verso le confederazioni sindacali, attacco che suscita posizioni qualunquiste e reazionarie, ribadiscono la decisa opposizione di fondo con le posizioni riformiste e verticistiche di queste forze, e si impegnano a promuovere e a costruire nuclei di lavoratori anarchici militanti al fine di aggregare attorno a questi, nuclei più ampi di lavoratori e, tramite il collegamento dell'intervento, porre la base per la costruzione di organismi autonomi e di massa in tutte le situazioni di lotta di classe, accettando però, in alcune situazioni locali, di promuovere lotte autonome muovendosi, per motivi tattici, a seconda delle necessità, all'interno delle strutture sindacali per far esplodere le contraddizioni tra base e vertice.... * dal «Bollettino del CLNA», Genova 1973. Riportato in A. Dadà, L'anarchismo in Italia: fra movimento e partito, Milano 1984.

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