COVER
CHIARA DI DONNA
FOOD SPECIALE GUSTO
FASHION CIRO MANNA BORIS MOLINARO CRI LOSYUK
PEOPLE
STEFANO ZECCHI
SPECIAL GLOBAL FILM & MUSIC FEST 2015
MUSIC PAOLO CONTE anno 11 - N째40 autunno 2015 ischiacity.it
euro 4,50
ischiacitydivisionepubblicitĂ
PHOTO_Riccardo Sepe Visconti MODELS_Ciro Manna e Diego Barbato DRESS_ Italmoda, Casamicciola Terme
ischiacitydivisionepubblicitĂ
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S U M M A R Y
40
CREDITS editorinchiefcreativedirector riccardosepevisconti executivedirector silviabuchner marketingdirector ceciliad’ambrosio artdirectorstyle umbertoarcamone
i
COVER_Chiara Di Donna AD_Riccardo Sepe Visconti PHOTO_Simone De Sanctis HAIR_Stefano Castaldi MAKE UP_ Nancy Tortora DRESS_ La Caprese Più
74
42
editors gianlucacastagna_special pasqualeraicaldo_event manuelabottiglieri_art marcobottiglieri_tourism domenicobarra_tourism isabellapuca_people PHOTO riccardosepevisconti T. 347 61 97 874
102
simonedesanctis dayanachiocca raffaellabarbieri enzorando marcoalbanelli
CONTRIBUTING
47
59
makeupartist nancytortora hairdresser stefanocastaldi cristiansirabella peppecirino michelearcamone
120 FASHION
EVENT
NATURE
47 Ciro Manna 74 Cri Losyuk 89 Boris Molinaro
25 La pesca di Re Ferdinando 38 Serata d’onore per Lina Wertmuller 42 L’Isola della filosofia
102 L’Epomeo e l’eremo di San Nicola
TOURISM 18 Abbiamo l’obbligo di agire 20 Le opportunità che non possiamo perdere
COVER 28 Chiara Di Donna
SPECIAL 59 Global Film & Music Fest 2015
PEOPLE 40 Stefano Zecchi: “Accendiamo il cervello”
models crilosyuk borismolinaro ciromanna chiaradidonna
MUSIC 44 Paolo Conte
FOOD 120 Speciale gusto
ART 54 Rivelazioni notturne
HOME 98 Per piccina che tu sia...
editore officinaischitana delleartigrafiche s.r.l. via A. De Luca, 42 80077 ischia - italy redazione@ischiacity.it ischiacity.it retefissa +39.081.5074161 retemobile 347.6197874 direttoreresponsabile riccardosepevisconti N°40, anno 2015 registrazione tribunale di napoli, n°5 del 5 febbraio 2005 stampa tipografia press up srl, nepi, viterbo
zione - e quindi di contrappunto - che separa,
siasi manifestazione che provenga dal territorio
per il solo fatto di essere circondato dal mare,
insulare ma, semmai, un assai più sottile senso
un piccolo fazzoletto di terra dal resto del mon-
(tacitamente diffuso e condiviso) di scetticismo
do. Ecco perché (la Storia ci insegna) quando
ed alterità, per cui l’isola viene sentita come
un personaggio, per volontà o per pena, deve
un’entità da non dover promuovere e, in certe
allontanarsi dalla comunità con la quale ha rap-
circostanze, addirittura da non dover difende-
porti (siano essi buoni o negativi) si ritrova a vi-
re. Solo così mi spiego, ad esempio, come sia
vere in un’isola. Fu così per l’imperatore Tiberio
possibile che per quanto la regione Campania
che volle allontanarsi da Roma, per Napoleone
incassi dall’isola una importante quota di tas-
costretto all’esilio, per Garibaldi quando si ritirò
sazione sul capitolo delle entrate (poiché Ischia
a Caprera, per i grandi artisti che avvertono l’e-
produce circa il 25% di tutto il fatturato turisti-
sigenza di creare distacco tra sé e il mondo, Ne-
co della provincia di Napoli), non investa che
ruda, Ibsen, Auden, Visconti o il più moderno
pochi spiccioli sul nostro territorio in interventi
Faletti. Ma l’isola si trasforma spesso anche in
strutturali ed infrastrutturali. Per tutte queste
luogo di detenzione: l’Asinara, Ventotene, Pro-
ragioni sono convinto che se il sindaco Giosi
cida, Nisida, la celeberrima Montecristo (solo
Ferrandino riuscisse ad occupare un seggio nel
per citarne qualcuna…), insomma la separa-
parlamento di Strasburgo, per Ischia questo
zione dalla terraferma dona, sì, l’indipendenza
evento costituirebbe una buona opportunità.
ma relega anche nell’isolamento (appunto!).
Egli, infatti, avrebbe fra i suoi compiti quello
È, a mio parere, proprio questo l’aspetto che il
di intervenire per modificare queste dinamiche
“sistema sociale - politico, economico, cultura-
che ci mortificano, riportando l’isola al centro
le - della terraferma” non accetta e, in ultima
del dibattito sul rilancio delle risorse del Sud
In primavera, e poi in autunno, dalla terraferma
istanza, condanna: ciò che non mi appartiene
Italia, e con ciò restituendo a questo territo-
sono partite due indagini che, accompagnate
(e che non riesco a dominare) deve essere ri-
rio la dignità d’essere parte di un insieme, che
da grande clamore mediatico (la prima è stata
condotto all’appartenenza, o tutt’al più, posto
attualmente tende ad allontanarlo da sé. Pur-
uno tsunami d’immense e distruttive propor-
in condizioni di non produrre interferenze.
troppo, Ferrandino è risultato il primo dei non
zioni!), hanno colpito alcuni nostri rappresen-
Proviamo a capire come tale aspetto condizioni
eletti, e nell’attesa di un possibile slittamento
tanti politici (il sindaco Giosi Ferrandino* e il
la vita di Ischia nei livelli strategici, quindi sui
per guadagnarsi il seggio europeo, è precipi-
consigliere regionale Maria Grazia Di Scala) con
piani economico e politico. Tanto l’impresa
tato al centro di un’inchiesta giudiziaria dai
provvedimenti restrittivi della liberà personale
quanto la politica isolana sono assolutamente
contorni assai opachi (al momento in cui scrivo,
(nel caso del consigliere Di Scala mentre scrivo
indipendenti dall’influenza della terraferma;
il PM dichiarandosi - sorprendentemente - in-
questo editoriale il Tribunale del riesame ha ap-
non è da Napoli, né dalla Campania che giun-
competente, ha chiesto al Tribunale di Napoli
pena riconfermato le misure cautelari) che agli
gono i grandi capitali di investimento (general-
di spedire gli atti alla Procura di Modena, dove
occhi di molti - certo ai miei - sono apparsi as-
mente autoprodotti sul posto), e neppure dal
già si svolge un altro troncone del processo
sai sproporzionati in relazione alla portata delle
continente arrivano voti o appoggi significativi
che riguarda questa inchiesta, per continuare
imputazioni. In entrambi i casi, i rispettivi Partiti
per supportare gli esponenti della politica lo-
in quella sede il procedimento giudiziario!...)
d’appartenenza hanno fatto spallucce, mentre
cale (Giosi Ferrandino, Domenico De Siano, lo
ed il suo nome, complice uno schieramento
si è assistito ad una detestabilissima, avida
stesso Francesco Del Deo devono il loro suc-
pressoché uniforme di giornalisti artatamente
morbosità dimostrata dai media nell’affannarsi
cesso esclusivamente al potere elettorale che
(e spesso opportunisticamente) indignati, si è
a divorare delle vicende, evidentemente ritenu-
hanno saputo costruire sul posto; solo succes-
guadagnato la ribalta a caratteri cubitali sulle
te “succulente”. Tutto ciò mi spinge a pensare
sivamente, alcuni di loro, hanno utilizzato que-
copertine di tutta la stampa italiana. È in occa-
che sul continente si sia formato un granitico
sta forza per espandersi in terraferma). Questo
sioni come questa che si è assistito (non senza
pregiudizio negativo, difficile da scardinare,
mancato processo di osmosi (sia in positivo
sconcerto da parte mia) a come si consenta agli
ogni qual volta si parla di Ischia.
che in negativo, ovvero non arrivano aiuti ma
organi di informazione di dare sfogo a questo
Cercherò di spiegare, almeno attraverso le mie
neppure stroncature impattanti) determina che
“deleterio senso comune di diffidenza” enfa-
lenti di lettura, il perché. Forse, inconsapevol-
Ischia non sia controllabile. E sottrarre l’azione
tizzando - spesso con estrema insolenza e dan-
mente, Truman Capote aveva riassunto in po-
di controllo ai centri di poteri costituiti (politica,
nosissima superficialità - gli aspetti più dolorosi
che righe il nocciolo della questione: “Ho sem-
economia, mafia, cultura) equivale a proporsi
della nostra quotidianità. È il vecchio leitmotiv
pre pensato che le isole sono come delle grosse
quale “possibile rischio”. È pericoloso, infatti,
“sbatti il mostro in prima pagina”
navi tenute permanentemente all’ancora. Met-
tutto quanto non è gestibile (un cane rabbio-
terci il piede sopra è come salire sulla passerella
so, un ordigno non disinnescato, una malattia
che unisce la nave alla terraferma: si è subito
inguaribile, un folle in libertà, un’impresa eco-
presi da un senso di meraviglioso isolamento
nomica sfuggita al controllo, un politico disan-
e sembra che lì niente ci possa raggiungere e
corato dal Partito, etc.). Questo sentimento di
nulla di brutto o volgare ci possa accadere”.
prevenuta diffidenza nei confronti dei fenomeni
Dove per “volgare” si intende la contaminazio-
(siano essi sociali, economici o culturali) ritenuti
ne con la terraferma. L’indipendenza di un’isola
“indipendenti” genera, il più delle volte, riget-
rispetto al continente, o se preferiamo l’alterità
to. Dove, ovviamente, per rigetto non intendo
(l’essere altro), è l’elemento di maggior distin-
un grossolano respingimento in blocco di qual-
D I R E C T O R
i
IL PREGIUDIZIO CHE CI AVVELENA
Continua a pagina 19
RICCARDO SEPE VISCONTI
T O U R I S M
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ABBIAMO L’OBBLIGO DI AGIRE Text: Marco Bottiglieri*
L’ISOLA D’ISCHIA DEVE FARSI CONOSCERE, AVERE UN’IMMAGINE E UN MARKETING FORTI, SOLO IN QUESTO MODO NUOVI VISITATORI POTRANNO SCEGLIERLA PER LE LORO VACANZE. ED E’ ARRIVATO IL MOMENTO IN CUI L’IMPRESA DEVE FARE COSTRUTTIVAMENTE LA SUA PARTE.
Il bilancio turistico per la stagione 2015 (fino al mese di luglio) è positivo - se si guarda alle presenze: + 2%. Ma se si va ad analizzare la consistenza di questo dato, le cose cambiano. Il + 2%, infatti, deriva da un forte aumento dei già molti italiani (+ 5%), a fronte di una significativa perdita (- 8% circa) di stranieri. E’ opportuno ricordare, infatti, che su 100 presenze nell’isola ben il 75% sono di italiani e solo il restante 25% circa di stranieri e da questo punto di vista siamo un’anomalia rispetto alle altre aree turistiche della Campania. Ma una percentuale così alta di italiani si traduce in clienti che scelgono l’isola per lo più in virtù dei prezzi low cost degli hotel e, quindi, sono ospiti che in linea generale spendono poco o nulla nell’indotto, di conseguenza il settore del commercio soffre sempre di più. Infatti, analizzando i dati dell’indotto commerciale (esclusa la ristorazione), nonostante l’apparente positività costituita dall’aumento di presenze, c’è molto per cui preoccuparsi. I numeri forniti dalla Global Blue, la società che gestisce il servizio di tax free (che consente ai turisti non cittadini comunitari di vedersi rimborsata l’IVA), registrano per l’isola d’Ischia cifre con il segno meno davvero consistenti. E ciò è tanto più grave se si considera che il mercato estero extracomunitario è quello più interessante dal punto di vista del commercio, infatti gli stranieri, i cosiddetti big spender, hanno in genere una maggiore propensione allo shopping, mentre gli italiani (anche quelli che vanno in vacanza) per una serie di ragioni non spendono al di là dell’acquisto del pacchetto del soggiorno. Ebbene, questi dati per l’estate 2015 vedono Ischia in controtendenza negativa rispetto a Forte dei Marmi, Sorrento, Capri. Le ultime due registrano, in particolare, una crescita del tax free rispettivamente del + 15% e + 70%, mentre l’isola ha un - 40%! Questo calo così evidente lo hanno riscontrato in particolare i negozi che lavorano nella fascia alta, quindi che vendono beni di lusso o comunque marchi costosi. Un crollo così vertiginoso trova la sua spiegazione nel venir meno dei turisti di un’unica nazione: i russi. Diversamente Nonostante l’aumento di presenze
dalle altre località prese a campione, infatti, dove
alberghiere, le transazioni tax
il portafoglio dei clienti dall’estero è articolato e
free, riservate ai turisti stranieri, a
comprende molte nazionalità, per cui se una viene
Ischia hanno registrato un segno
meno la perdita in percentuale è minore, a Ischia il
meno, in controtendenza con
mercato straniero per la fascia alta di spesa è costi-
località come Forte dei Marmi,
tuito in sostanza dai soli russi, essendo totalmente
Sorrento e Capri tutte con segno positivo.
assenti quelli americano, arabo, indiano, brasiliano, giapponese (nonostante che a Napoli i giapponesi abbiano una buona posizione per presenze). I russi,
per una serie di congiunture economico-politiche internazionali, in realtà, sono calati anche altrove, ma solo Ischia ha avvertito un forte contraccolpo negativo perché non abbiamo altri paesi che compensino la perdita, che soprattutto nel terziario si è sentita moltissimo, in quanto l’80% del giro d’affari con turisti extracomunitari big spender è costituito dai russi. Guardando al recente passato, se in principio la presenza dei russi a Ischia è stata anche frutto di
casualità, da un certo momento in poi, alcuni tour operator ci hanno creduto e hanno investito, portando l’isola ad essere la meta più scelta da questa Nazione in tutta la regione Campania. E’
Segue da pagina 17_Editoriale Riccardo Sepe Visconti
assolutamente necessario, allora, non commettere ancora l’errore di puntare su un solo mercato e aprirci ad altri, altrettanto importanti e promettenti, che andrebbero curati e che invece abbiamo ignorato, mi riferisco agli USA e alla Cina. Attualmente, a livello nazionale, al primo posto come
che domina queste scelte. Dove il “mostro”
clienti che effettuano transazioni con tax free ci sono proprio i cinesi: la loro spesa in Italia è au-
è invariabilmente Ischia. E la cosa assume un
mentata del 30%, ma scelgono il nostro Paese per le loro vacanze solo da Roma in su, mentre al
carattere tanto più preoccupante in quanto, a
Sud sono praticamente assenti. Quanto agli Stati Uniti, già dallo scorso anno sono turisticamente
differenza dei tempi di Tangentopoli, quando
in forte crescita, e sono interessanti per noi perché, diversamente dai cinesi, già conoscono e
la magistratura si serviva della stampa per dare
apprezzano altre località campane (Capri, Sorrento e la Costiera). Quindi, dobbiamo darci con
maggior enfasi alle proprie inchieste, oggi, nell’
urgenza e lucidità l’obiettivo, in tempi brevi, di far crescere la percentuale degli ospiti straneri:
“Era Renzi”, è la stampa a servirsi della magi-
l’ideale sarebbe invertire la proporzione (e avere il 70% di stranieri e il 30% di italiani, come già
stratura. Le modalità con cui sono nate alcune
accade altrove nella Regione, o almeno raggiungere rispettivamente 50%). E sono convinto che il
grandi inchieste, una per tutte Mafia Capitale
nostro sia essenzialmente un problema di comunicazione:
(che trae origine da un’importantissima indagi-
Diversamente da altre località,
l’isola deve farsi conoscere, avere un’immagine e un mar-
ne giornalistica de L’Espresso, “I 4 re di Roma”,
Ischia ha un solo mercato estero di
keting forti, perché nel momento in cui i visitatori riescono
che con due anni di anticipo aveva indicato
riferimento per i big spender,
a conoscerla la scelgono. Al momento, tuttavia, con l’ec-
al procuratore Pignatone la strada da segui-
la Russia: se per ragioni
cezione di qualche albergo che si muove da solo per pro-
re) supportano questa mia visione, e le stesse
indipendenti da noi questi turisti
muoversi, Ischia è totalmente assente da qualsiasi politica
recenti, umiliantissime, dimissioni del sindaco
di promozione sistematica come stazione di villeggiatura,
Marino sono state originate da articoli di gior-
soprattutto verso nuove località. In pratica, nell’ambito di
nali e non certo da attività della magistratura
un’attività articolata su più fronti, dovremmo sicuramente
(che, almeno fino ad ora, non sono state av-
lavorare sul mercato americano, dove abbiamo dei canali aperti, per esempio Los Angeles, con
viate). Tale capovolgimento di ruoli, che solo
cui il comune di Ischia è gemellato e ciò ci consentirebbe di andare in fiera lì (dove al momento
in rarissimi casi assume contorni virtuosi, assai
la Campania è del tutto assente) con costi relativamente bassi, e l’assessore alla cultura della città
più spesso appare inquietante: è evidente, in-
è disposto a dar vita ad un accordo. Penso, inoltre, ad azioni mirate cioè incontri con la stampa,
fatti, come in Italia la Giustizia sia in affanno
organizzazione di convention e kermesse in cui si pubblicizzi l’isola. Parallelamente, dovremmo
e soprattutto risenta eccessivamente delle pul-
metterci in rete proprio con località come Sorrento (che sono più avanti di noi nella costruzione di
sioni dettate dall’opinione pubblica, che a sua
un portafoglio clienti differenziato) e condividere campagne di marketing su mercati che possono
volta rischia di essere manipolata con freddo
interessare entrambi (perché al momento non battuti né da noi né da loro), come quelli cinese,
cinismo da un uso molto scorretto degli organi
arabo, e anche giapponese in parte. Tra l’altro, andando a costituire una forza di pressione più
di informazione. E così torniamo al pregiudizio
ampia, che metta insieme Ischia con la Costiera - iniziando a creare il distretto turistico allargato,
che danneggia Ischia: non credo che esista un
cui il presidente della Regione De Luca guarda già favorevolmente - avremmo maggiore possibilità
progetto lucido e definito per affossare l’isola,
di ottenere che Capodichino abbia una quota maggiore di voli utili a intercettare questi turisti. Per
ma sono convinto che ci sia - questo sì - un
operare in modo efficiente, però, è necessaria una cabina
tacito e condiviso senso comune che spinge chi
vengono meno, va in crisi un intero settore dell’economia.
di regia, che dovrebbe esistere già da tempo, al cui ver-
Dobbiamo cercare nuovi mercati
non ci conosce a diffidare di noi a causa della
tice vedo sicuramente l’impresa, non necessariamente la
per vendere il nostro prodotto
nostra eccessiva indipendenza, e così basta un
politica, perché gli imprenditori sono quelli che conosco-
turistico, americani, cinesi,
piccolo spunto per titillare la perfida morbosità
no profondamente il territorio, le sue potenzialità e i suoi
giapponesi, arabi non conoscono
di chi ci vorrebbe “normalizzati” all’interno di
problemi mentre i politici cambiano. Tuttavia, negli ultimi anni l’impresa ischitana sembra non rendersi conto del ruolo che ha e della necessità di investire sulla ricerca di nuovi sbocchi per il nostro sistema turistico: il settore del
Ischia e spesso neanche la Campania: è assolutamente necessario fare campagne di comunicazione in nuovi paesi.
un sistema controllato dalla terraferma. *Ndr. Nell’inchiesta sugli appalti della CPL Concordia ad Ischia è stato coinvolto anche Silva-
commercio non si è mai tirato indietro, ma adesso tocca
no Arcamone, dirigente dell’UTC di Ischia che,
agli albergatori fare la loro parte con un impegno certo di investimento economico sul marketing
come il sindaco Ferrandino, ha patito misure
e la comunicazione. Quanto al coordinamento operativo, indispensabile per far sì che dalle parole
restrittive della libertà ed il cui iter giudiziario
si passi ai fatti, esiste un organismo di Federalberghi che è abilitato a questo tipo di attività e può
ha seguito lo stesso identico destino di quello
raccogliere finanziamenti: mi riferisco al COTI (Consorzio Operatori Turistici Ischia). Peraltro, anche
del primo cittadino. Quindi, ancorché Arca-
la politica, attraverso i sindaci dell’isola, è d’accordo sulla necessità di affiancare alle operazioni
mone non sia un personaggio politico, è stato
di comunicazione mirate anche un Ufficio Stampa che coordini l’immagine dell’intero territorio.
coinvolto nelle medesime aberranti dinamiche.
Ugualmente su questo progetto il COTI potrebbe ricevere fondi, a iniziare da quelli delle Amministrazioni per poi cercarne altri presso Regione e Camera di Commercio: insomma, chiedo all’impresa, in particolare a quella alberghiera, di avviare immediatamente la sinergia, da tanto tempo auspicata, che ci permetta di far partire in breve tempo un progetto condiviso di comunicazione e valorizzazione del territorio. * Presidente ASCOM Ischia
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T O U R I S M
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LE OPPORTUNITA’ CHE NON POSSIAMO PERDERE
Azienda Autonoma di Cura Soggiorno e Turismo delle isole di Ischia e Procida
Nell’attesa che i Sistemi Turistici Locali, previsti dalla Legge Regionale, prendano vita e generino progetti operativi, spetta alle Aziende di Cura Soggiorno e Turismo il compito di monitorare e promuovere il territorio. Ecco, quindi, che il commissario Domenico Barra ha individuato nei fondi UE messi a disposizione della Regione Campania le risorse nodali per dar vita ad un progetto sistemico di rilancio dell’offerta turistica: un progetto che si declina sui temi della Storia, dell’Arte e, quindi, sulle peculiarità culturali di un territorio e della sua gente. E’ fondamentale, però, non fare più interventi spot, isolati l’uno dall’altro e dedicati esclusivamente alla promozione di piccole realtà, spesso marginali e riunire, invece, in un unico intervento tutte le idee (e le energie) volte a valorizzare l’isola d’Ischia. Il commissario Barra si è impegnato in una progettazione che individui in Ischia (e nelle zone all’isola immediatamente collegate) un’unica area di intervento museale, mettendo in rete tutti i siti di maggior rilevanza sotto il profilo storico ed artistico: una perfetto sistema di luoghi da visitare, attraverso percorsi culturali uniti secondo logiche coerenti sia con le evoluzioni storiche che per contiguità identitarie (RSV).
text_Domenico Barra*
La crisi che attanaglia il nostro Paese non ha risparmiato neanche località eminentemente turistiche come l’isola d’Ischia, che in tema di presenze ha goduto in passato di risultati generalmente migliori rispetto al resto della regione Campania. Nonostante i numeri comunque incoraggianti, si sta verificando, infatti, una sofferenza delle imprese di settore, per cui il sistema complessivo del turismo isolano comincia a dare segni di scarsa tenuta. Forse per molti anni ci si è fermati, senza considerare la necessità di fornire risposte innovative a richieste strategiche, credendo che gli incassi sarebbero stati tali da soddisfare proposte non più al passo con i tempi. Esperienze di altri paesi hanno dimostrato come, in realtà, l’offerta classica, costituita da ciò che ha reso famosa l’isola a livello internazionale - mare e terme non riesce più a incontrare appieno le attese del turista. Questi attrattori hanno necessità di affiancarsi ad altri, e sta assumendo un ruolo sempre più strategico la cultura (intesa come monumenti, storia, tradizioni, specificità del territorio), che nel caso di Ischia appare, però,
22
non valorizzata in maniera opportuna. Il Cofi-
La proposta dell’Unione europea esplicitata
tratta, d’altra parte, di un’occasione unica che
nanziamento europeo ci dà l’occasione di ot-
nei vari documenti riguardanti la programma-
va colta assolutamente, anche perché i finan-
tenere fondi da destinare proprio a rimodulare
zione dei fondi strutturali 2014-2020 si articola
ziamenti messi in campo per la programmazio-
l’intrattenimento tenendo nella giusta conside-
in una serie di assi che sembrerebbero confe-
ne 2014-2020 sembrerebbero davvero essere
razione il binomio Turismo e Cultura, secondo
zionati per dare risposte alle criticità dell’isola.
gli ultimi; poi l’Europa deve pensare ad altro
le più recenti esigenze dei nostri ospiti, metten-
Potrebbe essere predisposto, quindi, un unico
e in particolare ai Paesi più poveri che hanno
do, per esempio, nel giusto rilievo testimonian-
progetto che dall’Ambiente spazia al Sistema
aderito recentemente. Questa ulteriore possi-
ze storico-archeologiche che ci invidiano tanti
Produttivo, dall’Accessibilità e Trasporti allo
bilità di finanziamento non va sprecata e più
musei in Italia e nel Mondo: una per tutte, la
Sviluppo Urbano Sostenibile compreso il Turi-
che mai bisogna realizzare un organismo unico
Coppa di Nestore custodita nel museo di Villa
smo e i Beni Culturali. Tanto più che la stessa
che costituisca la cabina di regia delle munici-
Arbusto a Lacco Ameno.
linea di incentivi di “Più Europa” che nella pas-
palità, del mondo delle imprese, dei trasporti,
Tuttavia, se si vuole davvero riuscire a realizza-
sata programmazione era a vantaggio dei soli
del commercio, dell’intrattenimento che deve
re un piano che rientri nei criteri richiesti dalla
Comuni con popolazione superiore a 50.000
elaborare una strategia di sviluppo per consen-
UE, non è più possibile pensare di andare in
abitanti è stata rimodulata anche a vantaggio
tire all’isola di intraprendere un nuovo percorso
ordine sparso, soprattutto nei territori insulari
delle aggregazioni di Comuni con una popola-
che la valorizzi e la porti più velocemente fuori
come il nostro, dove l’omogeneità territoriale
zione inferiore. Una cosa è certa, infatti, ed è
dalla crisi.
supera sicuramente i confini amministrativi e
indicata a chiare lettere dall’UE: da soli non si
comunali. In questo modo, per esempio, si ar-
va da nessuna parte. Sono necessarie aggrega-
riverebbe a mettere in rete siti storici, museali,
zioni di Comuni e, voglio ribadirlo, sicuramente
culturali nonché infrastrutture di trasporti da
un’isola più di ogni altro ambito presenta omo-
proporre in un quadro più organico ai nostri vi-
geneità territoriale e problematiche uniformi.
sitatori - tracciando un itinerario che, seguendo
Oggi non possiamo più pensare che se un’auto
tappe ben precise, parta dall’origine dell’isola
sbarca a Ischia crei problemi di traffico solo in
*Commissario dell’Azienda
e conduca ai giorni nostri, attraverso reperti,
quel Comune, oppure che la raccolta e lo smal-
Autonoma di Cura Soggiorno
monumenti (edifici storici, sacri e civili), musei,
timento dei rifiuti di Forio rappresenti un pro-
e Turismo delle isole
centri urbani.
blema solo per l’Amministrazione di Forio. Si
di Ischia e Procida
E V E N T
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LA PESCA DI RE FERDINANDO text_Manuela Bottiglieri photo_Raffaella Barbieri, Dayana Chiocca, Emanuele Taliercio
ISCHIA CELEBRA LA SUA STORIA PASSATA RICORDANDO IL SUO LEGAME CON IL MARE Tutto ebbe inizio nel ‘lontano’ settembre del
Ischia, lo spettacolo ha avuto come palcosceni-
la splendida frittura di pesce preparata al mo-
1854, quando fu ufficialmente inaugurata l’a-
co d’eccezione lo specchio d’acqua del porto e
mento in piazza Antica Reggia, sulle note della
pertura del porto di Ischia, fortemente voluta
le sue rive, svuotato per qualche ora dalle tan-
intramontabile canzone napoletana interpreta-
dal Re Ferdinando II, che in pochi mesi fece re-
tissime imbarcazioni che lo popolano, per la-
ta dal vivo. L’attenzione si è spostata, poi, sui
alizzare i lavori necessari a trasformare il lago
sciare spazio alla quiete e ai ritmi lenti del tem-
palazzi della riva Destra, affacciati direttamente
vulcanico che per secoli era stato luogo di cac-
po che fu e alla pesca del Re. Una processione
sul mare, che hanno costituito lo sfondo di un
cia e pesca appunto in porto, con festeggia-
di barchette a remi è apparsa all’orizzonte, e
suggestivo spettacolo di luci e musica in 3D. E
menti che durarono per diversi giorni. Fu per
pescatori in abiti d’epoca hanno gettato le reti
per il finale, lo splendido spettacolo dei fuochi
l’isola un momento di svolta, che le consentì di
in acqua, mentre le banchine sono state affol-
d’artificio che si è sviluppato proprio dal centro
entrare nella modernità: nel 2014 hanno avuto
late da figuranti impegnati nella rievocazione
dello specchio d’acqua, tenendo tutti col naso
luogo i festeggiamenti per i 160 anni da quella
di antichi mestieri legati alla pesca. Numerosi
all’insù.
fatidica data, rappresentando il primo ingres-
i turisti che hanno seguito l’evento, godendosi
so del sovrano con la sua nave, il Delfino, nel porto nuovo di zecca. Quest’anno si è voluto replicare, visto il grande successo ottenuto, e si è scelto di legare la rievocazione storica ad un momento particolare che univa l’isola d’Ischia ai re Borbone, il ‘rito’ della battuta di pesca nel “lago d’Ischia”. L’evento ha costituito l’apertura della Festa del Buon Pescato, organizzata dal CAG delle isole del golfo di Napoli, che ha visto nell’arco di un mese una serie di manifestazioni dedicate al mondo della pesca svolgersi nei comuni dell’isola. In particolare, a
Camicia e gonna DKNY, borsa Michael Kors; gioielli Paola Grande.
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CHIARA DI DONNA
AD_Riccardo Sepe Visconti | PHOTO_Riccardo Sepe Visconti e Simone De Sanctis | MODEL_Chiara Di Donna MAKE UP_Nancy Tortora per Aglaia, Ischia | HAIR_Stefano Castaldi per Fascino & Stile, Testaccio (Barano) DRESS&SHOES_ La Caprese Pi첫, Ischia | JEWELRY_ Massimo Bottiglieri Gioielleria, Ischia ASSISTANT_ Raffaela Mendella | LOCATION_ Porto di Ischia
Abito Piccione Piccione; gioielli Dodo Pomellato.
35
Abito e scarpe Michael Kors, borsa Le Pandorine; gioielli Giuliana Grande.
Abito Diesel, borsa e scarpe Michael Kors; gioielli Paola Grande.
Legging, canotta e scarpe Michael Kors, cardigan oversize DSquared; gioielli MimĂŹ.
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E V E N T
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SERATA D’ONORE PER LINA WERTMULLER text_redazione Ischiacity | photo_Eugenio Blasio Il palcoscenico di uno dei teatri più prestigiosi d’Italia, il San Carlo di Napoli, il 5 ottobre ha ospitato una serata dedicata a una delle più grandi interpreti del cinema italiano, Lina Wertmuller e ai 20 anni della kermesse invernale del cinema Capri-Hollywood, di cui è presidente onorario. Padrone di casa l’ideatore del festival caprese, Pascal Vicedomini, animatore anche dell’Ischia Global Film & Music Fest. All’esibizione di Andrea Griminelli che con il suo flauto ha eseguito musiche di Nino Rota, è seguita la proiezione del film-documentario “Dietro gli occhiali bianchi” di Valerio Ruiz, che racconta il lungo percorso professionale e di vita della regista, che a Napoli ha girato ben sei dei suoi film. Poi, tanti ospiti di rilievo e amici della regista l’hanno festeggiata: fra i più importanti Domenico De Masi, Luigi De Magistris, Pasquale Sommese, Roberto Fico, Sebastiano Maffettone, Antonio Bassolino, Anna Maria Carloni, Maridì Vicedomini, Graziella Pagano, Giovanni De Martino, Giacomo Rizzo, Mariano Rigillo, Patrizio Rispo, Annie Papa, Leopoldo Mastellone, Tony Esposito, Maurizio Maddaloni, Valerio Caprara, Rocco Barocco, Giancarlo Carriero, Isa Danieli, Valeria Marini, M’barka Ben Taleb.
P E O P L E
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STEFANO ZECCHI: “ACCENDIAMO IL CERVELLO” text_Isabella Puca | photo_archivio Ischiacity
“Ho fatto molte cose e me ne faccio un punto d’orgoglio, ho anche una rubrica su “Novella 2000”, mi piace essere nazionalpopolare ma resto, prima di tutto, un professore”.
Professor Zecchi, quanto è importante
Scrittore, giornalista e accademico italiano, il professor Stefano Zecchi è stato ospite
mento e, in secondo luogo, di comunicazione
della rassegna culturale estiva “Libri d’a…mare”, organizzata da Enzo D’Elia a Lacco
di opere che possano incuriosire. Messe insie-
Ameno, dove in piazza S. Restituta ha presentato il suo ultimo romanzo “Rose bianche a
me queste due cose, dipende molto dall’am-
Fiume”. Con lui abbiamo affrontato temi di forte attualità: partendo dall’idea di lettura
biente, se risponde o meno; dipende da come
oggi, considerata dai più un’attività d’elité, siamo arrivati alla scrittura, nata come esi-
la lettura viene percepita dalla gente. In una
genza e divenuta un’azione essenziale per la vita di Zecchi e dei suoi lettori.
manifestazione di questo tipo, a Trieste, ho
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una manifestazione come “Libri d’a… mare” che si tiene d’estate, in un momento in cui si sente dire che leggere “non è più di moda”? Queste manifestazioni, se sono fatte bene, hanno una funzione. Innanzitutto di intratteni-
la coda di persone che vengono a chiedermi l’autografo: lì c’è una percezione della lettura davvero molto forte. Ma questa convinzione che ormai non si
dell’Italia venne ceduta alla Jugoslavia.
Uno solo no. Ai miei studenti dico di leggere
Questo ha portato ad autentici drammi
almeno cinque libri che per me sono fonda-
mai raccontati veramente, per convenien-
mentali, non ti cambiano la vita ma la impo-
za politica. Io non sono uno storico, non sono
stano. L’“Iliade”, dove c’è il rapporto dell’uomo
in grado di scrivere scientificamente di storia
nei confronti dell’altro, lo scontro sul potere, il
ma, narrativamente, so di riuscire ad arrivare al
rispetto del divino, lotte che non hanno confini
cuore della persona e dei lettori. È il secondo
umani; il “Fedro” di Platone dedicato all’im-
libro che ho ambientato in quella realtà e ha
mortalità dell’anima; qualche canto della “Divi-
avuto un bel riscontro tra vendita e affettuo-
na Commedia” per capire le radici della nostra
se testimonianze. Questo ti dà la sensazione
tradizione culturale. “Il Faust” di Goethe in cui
di fare qualcosa che serve non solo per te ma
troviamo l’uomo che si confronta con la scien-
anche per gli altri.
za e il sentimento della bellezza e ancora “I
C’è un messaggio in particolare nascosto
fratelli Karamazov”. Per la letteratura del ‘900,
tra le righe del suo libro?
invece, dipende dalla sensibilità di ognuno di
Una delle cose più intense del romanzo, che
noi. La lettura è figlia del nostro sogno, quan-
nasce con questo senso del ritorno, è il fatto
do si sceglie un libro, lo si fa attraverso la pro-
che il vero tradimento che si può perpetrare
pria sensibilità, quindi per me Proust per il tema
nella nostra vita è quello di dimenticare. È que-
della memoria, poi si può essere il sognatore
sto quello che vorrei sottolineare: quando uno
appassionato che legge Lawrence e “L’amante
dimentica tradisce se stesso.
di lady Chatterley”, il sognatore con la ricerca
Lei ha scritto un saggio che si intitola
del senso in modo profondo che legge Thomas
legge più, è un luogo comune o una verità?
“L’uomo è ciò che guarda. Televisione e
Mann e chi, invece, ha una visione drammatica
È, piuttosto, una mezza verità, ma non si può
popolo”: se è vero che l’uomo è ciò che
della vita e legge “Il processo” di Kafka.
generalizzare. Molti hanno scelto altre strade,
guarda, possiamo dire che ‘l’uomo è an-
Qualcuno, negli ultimi tempi, ha ipotizza-
come i supporti elettronici, ma sono comunque
che ciò che legge’?
to un’“apocalisse del libro”, secondo lei,
lettori. I giovani leggono meno perché distratti
Lì ero partito da Feuerbach e dal suo “l’uomo
avverrà mai?
dal gioco elettronico, dal telefonino, ma varia
è ciò che mangia”, che è un po’ la tesi centrale
No, non credo. Ci potrà essere un avanzare dei
da ambiente ad ambiente. Non bisogna dimen-
del materialismo storico. Oggi che i frigoriferi
supporti elettronici per quanto riguarda i gior-
ticare che chi insegna a leggere è prima di tutto
sono fin troppo pieni, l’uomo diventa ciò che
nali ma sul libro non credo, penso che il libro
la famiglia, se un ragazzo non vede il genitore
guarda in televisione, quello che uno sceglie
resti: sono convinto che il passaggio dal libro
prendere un libro, perché dovrebbe farlo lui? A
di guardare. La televisione è sempre sul banco
alla riflessione ha bisogno di un supporto con-
scuola la lettura è imposta, sono davvero pochi
degli imputati, se non si legge la colpa è sua,
creto. Poi il libro ha la sua bellezza, una qualità
i professori che insegnano ad amare la lettura.
se ci sono rapine, anche…! La responsabilità,
estetica che andrebbe rivalutata.
Tra saggi e libri ha scritto una marea di
in realtà, è di chi sceglie ciò che vede in TV:
Progetti futuri?
parole, ma cosa rappresenta, per lei, la
con quell’affermazione volevo invertire il sen-
A ottobre esce il mio nuovo libro dedicato al
scrittura?
so di responsabilità. Un uomo è ciò che legge?
lusso, un piccolo breviario per donne e uomini
È un passatempo. Mi piace scrivere ma poi bi-
Forse. È chiaro che chi decide di impegnarsi
di lusso dove do indicazioni di lettura. La cul-
sogna fare una precisazione. La mia vita è im-
nella lettura di qualche classico ha un desiderio
tura è fondamentale per capire cosa significa
postata nell’università, ho fatto molte cose, ma
di farsi la sua cultura personale. Il cervello si
lusso e non essere dei cafoni: oggi si rischia di
resto prima di tutto un professore. C’era biso-
accende di più con un buon libro che con la
immaginare la persona di lusso se attorniata da
gno di mostrare una capacità di ricerca e quindi
settimana enigmistica!
cose costose ma quella, di sicuro, è la strada
ho scritto saggi. Mi piace raccontare, mio figlio
Professore, c’è un libro che le ha cambiato
verso la cafonaggine…
da bambino si vantava perché gli raccontavo
la vita?
storie che non erano scritte da nessuna parte. Ecco, il romanzo mi ha cambiato la vita dal punto di vista economico e gli altri libri hanno avuto una certa fortuna. Da un lato, quindi, la scrittura è esigenza di testimoniare attività di ricerca e professionalità, dall’altro scrivere è un piacere. L’ultimo suo libro s’intitola “Rose bianche a Fiume”, ci racconta la genesi di questo romanzo? Ho voluto testimoniare, attraverso un racconto di fantasia, una vicenda tragica della nostra democrazia, il passaggio dal fascismo alla democrazia e dalla guerra persa alle conseguenze di questa guerra persa, quando parte della costa Adriatica
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L’ISOLA DELLA FILOSOFIA text_Pasquale Raicaldo | photo_Dayana Chiocca
Contro cliché e luoghi comuni. Per sfatare i tabù, avvicinando la filosofia alla gente. E viceversa. Ischia capitale del pensiero, per quattro giorni: dal 24 al 27 settembre, l’isola ha ospitato “La Filosofia, il Castello e la Torre”, il primo Festival internazionale di filosofia. Oltre cinquanta relatori, una piccola cittadella del libero pensiero affacciata sulla baia di Cartaromana. Talk, dibattiti e laboratori in contemporanea: ingresso libero per esperti, appassionati e semplici curiosi. Nel settembre votato alla cultura (Ischia ha ospitato anche “Pe’ terre assaje luntane” e “Incontri nel verde”), ha preso forma l’edizione numero uno di un evento che ha trasformato l’isola in un pensatoio aperto. Che ha abbracciato la Torre di Guevara, il Castello aragonese e la città sommersa di Aenaria. Finestre su una bellezza da contemplare e su cui riflettere. Punti privilegiati di osservazione sul mondo. Con la direzione scientifica di Raffaele Mirelli, giovane filosofo ischitano laureato alla Federico II prima del conseguimento del dottorato di ricerca all’Università di Friburgo, in Germania, il Festival si è
Video: Cos’è la filosofia?
Ischia. “Quest’isola - ha raccontato - rappresenta tutti i centimetri che possiedo. Accadeva una cosa strana, durante la mia infanzia e poi durante la mia adolescenza, almeno fino ai sedici anni. Qui, durante i tre mesi estivi, crescevo. Accumulavo centimetri e ve ne era traccia sul muro, segnando le tacche all’altezza del mio cranio. Al sole e al sole di Ischia devo quella crescita: a Napoli, misteriosamente, nei nove mesi restanti non crescevo. Quanto al Castello, a quest’isola nell’isola, si veniva a fine settembre in gita, con le prime piogge e l’aria fresca. Ricordo distintamente la cripta delle monache: quelle ossa ti restano impresse, mezzo secolo fa si trovavano ancora i resti delle religiose. Amo tornare a Ischia, e qui in particolare. Compiacendomi dei luoghi che restano inalterati. Adoro tornare laddove il tempo si ferma. Ma so che i posti immutabili sono interrogato sul ruolo del filosofo, sull’applicazione pratica della disciplina
un’eccezione e mi consolo, in fondo, con il fatto che sono un visionario:
nella vita quotidiana e, non ultimo, sulla definizione stessa della filosofia.
in fondo mi basta un dettaglio del tempo passato, per ricostruire tutto”.
Partendo da quelle raccolte in strada: casalinghe e impiegati, commesse
Il Festival, del resto, si è intrecciato con l’isola e i suoi luoghi, persino con
e avvocati hanno provato a sintetizzare il significato della madre di tutte
i suoi talenti. Ha abbracciato una Campagna per la sensibilizzazione ad
le discipline. Regalando sketch irresistibili, certo (le clip sono sulla pagina
una guida responsabile, che si è tradotta nell’installazione di una serie di
Facebook di “La Filosofia il Castello la Torre”), ma anche spunti di rifles-
pannelli in prossimità di incroci e strisce pedonali: aforismi e frasi tratti
sione, puntualmente raccolti nell’intensa quattro giorni di Ischia. Nella
da Dialoghi e trattati. Platone & company hanno lanciato un messaggio
quale, per dirla con Mirelli, “il filosofo è stato chiamato a ri-presentarsi al
al territorio. Un messaggio senza tempo, naturalmente.
pubblico, prendendo coscienza delle difficoltà applicative legate alla sua
E due mostre personali hanno arricchito gli spazi della Torre di Gueva-
- ahimè - poco chiara identità”. Su questi ed altri interrogativi si sono sof-
ra: “La Nave Madre” di Manuel Di Chiara, omaggio alle geometrie e
fermati il filosofo e numismatico svizzero Andreas Urs Sommer, autore
ai dettagli delle unità adibite al trasporto merci; “Verticali” di Gabriele
di testi destinati al consumo pratico della filosofia come atteggiamento
Renzullo, materiali plasmati alla ricerca di forme e significati. Una ricerca
di vita, e Andrea Le Moli, professore associato di Storia della Filosofia
continua, filosofica, costante. E a chiudere il Festival, il teatro. Con la
presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi
rappresentazione de “Il viandante e la sua ombra”, un dialogo tratto
di Palermo, Giuseppe Ferraro, che insegna Filosofia Morale all’università
dall’opera di Nietzsche “Umano, troppo umano”. Adattamento e regia
Federico II di Napoli, portando la filosofia tra i bambini ed in carcere.
di Salvatore Ronga: la performance dell’attore isolano Roberto Scotto
Con il patrocinio dell’Istituto Italiano degli Studi Filosofici e dell’Univer-
Pagliara ha coinvolto gli spettatori, conducendoli nei meandri della filo-
sità degli Studi di Palermo, organizzato dal Centro Internazionale per
sofia. E disarmandoli. “E’ stata una prima edizione carica di contenuti
la Ricerca Filosofica di Palermo e il Circolo “Georges Sadoul” di Ischia
e con un’ottima cornice di pubblico – ha sottolineato Raffaele Mirelli a
grazie all’illuminato contributo di alcuni sponsor - tra i quali la Fonte delle
conclusione dei lavori – il miglior viatico possibile per fare di questo Fe-
Ninfe di Nitrodi -, il Festival ha alternato momenti divulgativi a parentesi
stival un appuntamento fisso, con evidente richiamo internazionale, nel
d’impronta accademica, sostenuti da presenze importanti. E i bambi-
cartellone culturale dell’isola d’Ischia”.
ni, proprio loro, sono stati i protagonisti di alcuni pomeriggi all’aperto, dialogando con i filosofi. E provando a spiegare attraverso la filosofia le emozioni, riconoscendole. Di spessore, a impreziosire l’intera manifestazione, la relazione di chi si è per la verità definito un “intruso”, lo scrittore Erri De Luca, protagonista dell’ultima serata nella gremitissima Chiesa dell’Immacolata, al Castello aragonese. “Per la verità - ha attaccato l’autore di “Tu, mio”, omaggio all’isola della sua infanzia - il mio rapporto con la filosofia è del tutto particolare. Sono stato molto attratto dalle teorie dei presocratici, che si ispiravano alla meraviglia del mondo, cercando di trovarvi spiegazioni. Poi, con Socrate, ho iniziato a girare alla larga. Perché a me di conoscere me stesso non importa e soprattutto non mi riduco ad unità. Sono, piuttosto, numeroso ed affollato, fatto anche di assenze. Ingiustificate”. “Tra voi filosofi mi sento un intruso - ha poi aggiunto, rivolgendosi alla folta platea - perché nella mia testa non si sono fermate idee astratte, ma solo quelle legate a un’esperienza fisica. Se dovessi includermi nella categoria dei filosofi, mi definirei un filosofo del corpo, ecco”. E davanti agli occhi di Nicola Mattera, il sensibile padrone di casa, Erri De Luca - prima di discutere della parola come utensile - ha omaggiato
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M U S I C
mai espresse dalla cultura di questo paese. Un classico moderno, interprete di un “genere non genere”, pericoloso e romantico quanto il Nove-
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cento. Il secolo celebrato dall’artista, con sacri vinili e canzoni strepitose,
PAOLO CONTE text_Gianluca Castagna | photo_ Enzo Rando
nel suo commovente tramonto. Il grande astigiano è oggi musicista iperinterpretato, approfondito con mirabili sottigliezze da chi lo considera un autore denso di significati e suggestioni, gioiosamente vezzeggiato quale incisore di brumose atmosfere, accaparrato da intellettuali e petulanti wanna be, ritenuto perfettamente congeniale da semiologi dell’altrove e appassionati di jazz né
Il concerto di Paolo Conte, gigante della musica italiana e internazionale,
troppo duri, né troppo puri. In realtà, a un anno dall’uscita del suo ultimo
nell’offerta culturale dell’isola d’Ischia, è avvenimento degno di massima
lavoro “Snob”, chiedersi se si possa ancora dire (o scoprire) qualcosa di
attenzione. Non solo da parte di chi è votato all’ossequio codino del Ma-
nuovo su Conte nasconde un altro dubbio, ben più radicale e imbaraz-
estro, o è corso a Piano & Jazz 2015 per fingersi entusiasta e appuntarsi
zante, comune - del resto - a tutti i sommi protagonisti del canzoniere
sul petto la coccarda dell’intellighènzia delle sette note, ma perché la
italiano ascesi alle sfere dell’intoccabilità: Paolo Conte è certamente un
figura di Paolo Conte rappresenta davvero una delle esperienze cardinali
classico, uno degli artisti emblematici del panorama musicale italiano e
internazionale. Ma è un classico vivo o un classico morto? Appartiene
gli bastano tre frasi. Alle persone normali ne occorrono almeno trenta.
ormai solo alla storia o alimenta ancora la cronaca quotidiana delle no-
Paolo Conte è l’esempio migliore di come si possa mettere in scena una
stre emozioni?
piccola drammaturgia in sola una canzone. Il resto è musica che avvolge,
Più che confezionare una risposta per forza di cose pretenziosa, è prefe-
riveste e descrive tutto ciò che non viene scritto. Raffinata, certo, nel suo
ribile partire dalle considerazioni più semplici per raccontare le sue can-
vestito, ma di pancia, imbastita spesso su pochi accordi, graffiata da riff
zoni, i suoi testi, la sua parabola artistica.
semplici e sublimi, impreziosita dalla sua voce popolana da oste o tran-
Malgrado l’etichetta di irresistibile chansonnier, l’avvocato col vizio del
viere. Emozioni trasversali per ogni tipo di ascoltatore che resta trafitto
jazz si è sempre discostato dai cliché della canzone d’autore, non soltan-
da cartoline intrise di languore, esotismo e disperazione.
to italiana. Mettendo insieme una voce sempre scanzonata e beffarda,
Dopo aver scritto (per altri) alcune tra le pagine più belle della musica
cupa ma non troppo catarrosa, testi suggestivi e nonsense, una serie di
italiana (“Azzurro” di Celentano, “Messico e nuvole” di Jannacci, “Insie-
influenze musicali che spaziano dal jazz d’annata al tango, dallo swing
me a te non ci sto più” per la Caselli, “Onda su onda” di Bruno Lauzi,
all’honky tonk. Canzoni al tempo stesso orecchiabili, fantasiose e mai
“Tripoli 69” per la Pravo), Conte non ha rinunciato alla sua intelligenza e
troppo cerebrali.
alla sua sensibilità nemmeno dopo la consacrazione avvenuta negli anni
“Ladri di stelle e di jazz, così eravamo noi... le donne odiavano il jazz, non
Ottanta, quando abbandona la professione forense per inseguire l’Uto-
si capisce il motivo”.
pia, irrispettosa e caduca, che non scende mai a patti col reale. Come
Il fondo oscuro di ognuno, gli enigmi che ci portiamo dentro, le moti-
ogni sogno, ogni desiderio superato, qualcosa tra le maglie della vita e i
vazioni primarie da cui nasce il nostro modo di pretendere affetto, lo
filtri del cuore, sempre superiore al tempo che scorre.
smascheramento dell’ipocrisia corrente nei rapporti tra i sessi. E ancora,
A 78 anni sembra ormai impegnato a rifinire con la solita classe una sorta
brume immaginarie tropicali, malinconie di memorie passate, fughe eti-
di biografia del crepuscolo, allegra nei toni ma amara nel retrogusto, in
liche, fumi e velluti da night club decaduto. E’ il Mocambo, mille volte
parte sincera e in parte trasfigurata, tesa verso un limite di bruciante
abbandonato e altrettante ritrovato. La Francia uggiosa e il luminoso Su-
rottura, poi subito in ritirata dentro i territori familiari dell’autocitazione,
damerica, ragazzi-scimmia e diavoli rossi pronti ad affrontare ogni sfida
delle antiche passioni e paure, di ricordi di una terra amatissima che
e dimenticare la (vecchia) strada.
sfidava l’orizzonte alla ricerca del mare bramato e temuto. Paolo Conte
Qualcuno potrebbe domandarsi come fa Paolo Conte a inventarsi ogni
dispone di una magia antica che fa scorrere meglio il sangue nelle vene.
volta accostamenti del genere, specialmente ora che ha raggiunto un’età
Nello spettacolo d’arte varia nessuno lo ha mai raggiunto, perché la sua
in cui, dopo tanto tempo, dovrebbe avere anche smesso di cercare l’A-
è una vetta creativa che si scala in solitaria e noi possiamo solo ammirarla
frica in giardino. La fantasia, una profonda umanità e il talento nell’ar-
con il naso all’insù come i cani che fiutano il vento. Un italiano grande
ginare in extremis i peggiori svolazzi lirici potrebbero diventare risposte
come il mondo stesso della musica, del jazz, delle donne e del vino. Il
tutto sommato accettabili. I suoi testi, col tempo sempre più stilizzati,
maestro è (ormai) nell’anima e dentro all’anima per sempre resterà.
confermano in effetti un’unica grande verità: per raccontare una storia,
F A S H I O N
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CIRO MANNA
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AD&PHOTO_Simone De Sanctis | MODEL_Ciro Manna | MAKE UP_Nancy Tortora per Aglaia, Ischia HAIR_Peppe Cirino per Cirino Bros, Ischia | DRESS&SHOES_ Italmoda, Casamicciola Terme WATCHS_ Bottiglieri Gioielli, Ischia | LOCATION_ Giardini Ravino, Forio
Giubbotto pilot in pelle marrone Geox, pantalone, lupetto bottoni, pashmina tutto Bugatti, polacchina Geox; orologio Colonna.
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Abito cerimonia Sanremo, camicia Ingram, cravatta Fefè Glamour, scarpe Geox; orologio Skagen.
Giaccone quadroni, pantalone, camicia, scarpe, borsa tutto AT.P.CO, pullover Bugatti, calze Fefè Glamour; orologio Tudor.
A R T
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RIVELAZIONI NOTTURNE text_Manuela Bottiglieri
ATTRAVERSO IL SUO OCCHIO FOTOGRAFICO L’ARCHITETTO FLORIAN CASTIGLIONE VA ALLA SCOPERTA DEL CASTELLO ARAGONESE DI NOTTE, RIVELATO FRA LUCE E BUIO, SILENZIOSO E INEDITO. “Il sole mostra, il buio rivela” ha scritto qualcuno su un social network, ed è proprio questo il tema di “Rivelazioni notturne”, la mostra fotografica di Florian Castiglione, che è stata ospitata dal Carcere Borbonico al Castello Aragonese di Ischia. Contrapposizioni di luci ed ombre, pezzi di storia uniti all’immensità della volta celeste, che suscitano in chi osserva un senso di pace e tranquillità oppure d’immensa solitudine. L’autore, Florian Castiglione, che ha dedicato a questo progetto due anni di lavoro, pensa che “stelle e materia trasmettano una sensazione di immobilità
e silenzio”, e non ha tutti i torti. Se ci si sofferma ad osservare le sue immagini, di fronte all’infinito della volta celeste e alla maestosità delle opere architettoniche ritratte, ci si sente davvero piccoli e non si può che contemplarle nel silenzio che emanano. “Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare: tre concetti che riassumono l’arte della fotografia”: sosteneva Helmut Newton, fotografo di moda tedesco, famoso in particolare per i suoi studi sul nudo femminile. Un artista in fondo è colui che tenta di emozionare il proprio pubblico, che vuole scoprire nuovi scenari e guardarli da differenti angolazioni, per rendere immortali sensazioni, luoghi e talvolta anche persone. E ci è riuscito l’architetto-fotografo Castiglione, che ha interpretato la roccaforte, uno fra i più famosi simboli dell’isola d’Ischia, in modo inusuale, cercando prospettive e scorci non comuni fra pezzi di storia che vantano anche 500 anni di vita, dalla cattedrale diroccata dell’Assunta, alle mura
di guardia, alle torri del Maschio, focalizzando talvolta la sua attenzione su dettagli decorativi e strutturali. Le foto sono realizzate con un particolare bianco e nero, scattate in low key, con un tempo d’esposizione lungo. Sono stati numerosi i sopralluoghi ed i giorni di lavoro sul posto, per ottenere la giusta luce, il momento perfetto. L’illuminazione artificiale, combinata con quella della luna e delle stelle - perché la luce riesce sempre a farsi strada nel buio - insieme ad un’attenta ricerca dell’inquadratura, hanno messo in risalto dettagli delle murature e dei paesaggi che in orari diversi, quando l’isolotto roccioso è popolato dai turisti, sono impercettibili. Classe 1986, Florian Castiglione si è laureato in architettura nel 2012 presso la Federico II di Napoli ed è impegnato in un dottorato in Storia dell’architettura, incentrando le sue ricerche sulla Fotografia di Architettura. Già durante gli studi universitari, si dilettava a scattare foto in giro per la città partenopea, e ha approfondito le sue competenze tecniche partecipando ad un corso del fotografo Mimmo Jodice, uno dei grandi maestri della fotografia internazionale. Nel 2014 ha partecipato alla seconda edizione del concorso fotografico tematico “Italian Liberty”, nato per censire il patrimonio architettonico della penisola legato al Liberty e all’Art Déco, giungendo quarto su ben 18.374 foto partecipanti con uno scatto di palazzo Velardi a Napoli, ed attualmente lavora come reporter per varie associazioni tra cui la startup Linkpass e il C.S.I. Gaiola, attivo nell’omonimo parco marino.
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GLOBAL FILM & MUSIC 2015 Text: Gianluca Castagna | Photo: Andrea Franco Alajmo, Raffaella Barbieri, Dayana Chiocca
ISCHIA GLOBAL FEST È VETRINA E RACCONTO DELL’ESISTENTE SU PELLICOLA, HAPPENING DELLE SETTE NOTE E LABORATORIO DI IDEE, FORTINO CINEFILO E RITO PROMOZIONALE: DA TREDICI ANNI NEL MESE DI LUGLIO ISCHIA DIVENTA IL CUORE PULSANTE DEL CINEMA INTERNAZIONALE. RACCONTO PER INTERPRETI. Ischia Global Film & Music Fest è da tredici anni l’evento dell’estate cinematografica internazionale. Otto giorni di cinema, musica, mostre, convegni e mondanità durante i quali l’isola d’Ischia finisce sotto i riflettori della stampa mondiale e diventa una tra le mete preferite del jet set più esclusivo. Ideato da Pascal Vicedomini, supportato dalla generosità della famiglia Carriero, proprietaria dell’Albergo della Regina Isabella, lo storico cinque stelle nato negli anni ’50 per l’intuizione di Angelo Rizzoli, il grande produttore cinematografico ed editore milanese, e fulcro della kermesse festivaliera, sostenuto da amici di ogni parte del mondo, Ischia Global Fest è vetrina e racconto dell’esistente, happening delle sette note e laboratorio di idee, fortino cinefilo e rito promozionale. Del resto, il cinema, non solo italiano, è in crisi. Il turismo ischitano pure. Gettare via il termometro, come pure molti incauti suggeriscono, non servirebbe certo a far passare la febbre, finora resistente alle poche cure che si sono tentate. La forte connotazione anche commerciale del festival ischitano impone di rimboccarsi le maniche. Ridare smalto e visionarietà a un patrimonio di immagini sempre più lontane dai sogni della gente, stabilire un legame più forte con il territorio e le risorse locali, giocare il brand “Ischia” come carta vincente e convincente. E’ una strada impervia, ma obbligata, in cui crediamo fortemente. Intanto, in questo speciale dedichiamo un ampio spazio ad alcuni dei più prestigiosi ospiti che hanno animato le serate del Global Fest che si sono tenute oltre che al Regina Isabella, al Grand Hotel Punta Molino, al Mezzatorre, allo Strand Hotel Delfini, al parco termale Castiglione, che hanno fatto da prestigiosa location a notti davvero stellate…
S P E C I A L
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ANTONIO BANDERAS
DALLA SPAGNA A HOLLYWOOD, DA ALMODOVAR A UN INDIMENTICABILE ZORRO, FINO A UN CELEBRE SPOT ITALIANO: RITRATTO DI UNA VERA STAR.
Abituati all’energia che sprigiona tradizional-
tali hanno scalfito l’allegria impertinente e
monio e sentivo il bisogno di proteggere me e
mente dai suoi celebri occhi scuri, o alla grinta
quell’antica disponibilità non solo ad affronta-
la mia ex moglie da ciò che stava accadendo.
che innerva i suoi personaggi più rocambole-
re ruoli rischiosi (la chiave del suo successo, in
La satira di Maurizio Crozza sullo spot con la
schi, si fa poco caso alla vulnerabilità di An-
fondo), ma anche a governare i rapporti, non
gallina? Certo, l’ho vista, mi ha divertito molto.
tonio Banderas. Fino a qualche tempo fa lo si
sempre facili, con la stampa e le ferree regole
Se qualcuno fa della satira su di te vuol dire
sarebbe definito “un impunito”. Il fascino del
dello show business. «Non mi sono mai nasco-
che sei molto popolare, per strada mi chiedo-
divo spagnolo è fatto di strafottenza, provoca-
sto», confessa con onestà. «Ho imparato pre-
no: “Antonio, come sta la gallina? Come va al
zione e ironia, la sua bellezza di tratti forti e al
sto a gestire gli effetti della popolarità, anche
mulino?” Sarebbe assai sciocco prendersela».
tempo stesso morbidi, rudezze virili e flessuo-
quelli meno piacevoli. Non presto molta atten-
Anche il buon carattere ha avuto la sua im-
sità rilassate. Una combinazione di elementi
zione a quello che si scrive su di me. Non sono
portanza nel proiettare una stella andalusa nel
solo apparentemente contrapposti che hanno
quel tipo di attore che la mattina si sveglia e
firmamento globale delle celebrità. Da Malaga
giocato un ruolo decisivo ai fini di una carrie-
guarda cosa dicono di lui sui social. Diventerei
a Hollywood partendo da una vocazione pre-
ra praticamente divisa in due: quella in patria,
pazzo se fosse così. Nella mia vita ci
coce: il Bell’Antonio sapeva fin da piccolo cosa
sono stati certamente eventi che
voleva fare nella vita. Nato e cresciuto nella
mi hanno segnato, che hanno
Spagna di Francisco Franco, sempre desideroso
la Spagna, fino alla fine degli anni ‘80, e quella internazionale, che dura da ormai 25 anni, affrontata con caparbia
fatto da spartiacque. Il di-
di riuscire gradito agli altri quanto determinato
ambizione e dinamico opportu-
vorzio da Melanie Griffith,
a diventare qualcuno, Banderas prova inizial-
nismo anche grazie alla rovente
ad esempio, mi ha fatto
mente a fare il calciatore. Un’ambizione che
love story con Melanie Griffith,
capire che un capitolo
svanisce presto a causa di una serissima frat-
un amore (vero) che sfocerà in
della mia vita si stava
tura al piede, anche se la passione per il cal-
un lungo matrimonio e nel re-
chiudendo. Ma non
cio non l’ha più abbandonato. Il cinema e la
cente divorzio.
ho mai evitato i gior-
recitazione sono raggi di luce che illuminano
Antonio Banderas ha oggi 54
nalisti o combattuto
l’oppressiva e bigotta atmosfera della Spagna
anni, ma nemmeno la matu-
con rabbia la pressione
franchista. Girovagare sui palcoscenici degli
rità e le vicissitudini sentimen-
dei
nemme-
assolati e polverosi paeselli andalusi significa
no quando c’erano dei
ridere, cantare, ballare e sentirsi finalmente li-
problemi nel mio matri-
beri. Morto il dittatore, esplode la movida ma-
media,
drilena, con il suo carico ribollente di euforia, creatività, divertimento e trasgressione. Il salto nella capitale diventa una tappa obbligata. E’ l’incontro con Pedro Almodovar, all’epoca giovane regista dallo stile radicale e anticonvenzionale, a rappresentare il vero colpo di fortuna per Banderas e la sua carriera d’attore. E’ tempo di forgiare un nuovo cinema iberico, esplorare nuove forme di espressione cinematografica, ridare smalto alla cultura di Spagna. E anche se in quegli anni scatenati l’attore lavora pure con altri registi (Josè Luis Sanchez, Lluis Josep Cameros), è Pedro Almodovar il suo vero pigmalione. Ed è solo con il successo internazionale di “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” che Banderas diventa una star, riuscendo
stolero El Mariachi, nel “Desperado” di Robert
di rame di San José in Cile, in cui 33 minatori
finalmente ad attirare l’attenzione del pubblico
Rodriguez, che l’ex attore preferito di Almodo-
rimasero intrappolati a settecento metri di pro-
di tutto il mondo. «Non ho mai dimenticato le
var conquista il suo primo ruolo d protagonista
fondità per 69 terribili giorni.
mie radici europee e latine» ha dichiarato la
nella giungla yankee di Hollywood e diventa la
star nell’incontro con la stampa all’Ischia Glo-
nuova stella nascente, tutta latina, del cinema
bal Fest. «Ho passato 25 anni a Hollywood, e
americano mainstream.
anche se oggi vivo tra Londra e New York, con-
Da allora, Antonio Banderas ha camminato con
servo la mia anima latina». Ma prima di volare
abilità e leggerezza sui confini dei codici lingui-
oltreoceano, la rottura con il sulfureo maestro
stici correnti senza mai sprofondare, tenendosi
spagnolo. Un sodalizio che si chiude nel 1990
in equilibrio tra stile personale e standard hol-
con “Legami!”, in cui ancora una volta, nel
lywoodiani. Cimentandosi pure con la regia di
ruolo di un galeotto psicopatico innamorato
“Pazzi in Alabama”, ritratto dell’America sudi-
di una stella del porno, Banderas conferma la
sta, con la sua mentalità ottusa e provinciale,
sua scaltra predilezione per ruoli controversi e
interpretato da una Melanie Griffith in stato di
difficili. Con Almodovar tornerà a lavorare, ma
grazia. Oggi, una nuova compagna e il ritorno
dovranno passare vent’anni.
in Europa, il seduttore latino che ha sempre de-
«Quando sono arrivato negli Stati Uniti mi di-
testato l’immagine da latin-lover, non ha perso
cevano: vedrai, farai solo ruoli da cattivo. Qual-
di vista il set e la magia del cinema. In cantiere,
che anno dopo avevo il mantello nero e la spa-
diversi progetti: un film su Pablo Picasso e i 33
da, ero un buono che combatteva contro un
giorni per dipingere “Guernica”, uno dei dipin-
cattivo biondo e dagli occhi azzurri. Zorro ha
ti più celebri del XX secolo; un action movie
cambiato la percezione della comunità latina
con Bill Murray e un biopic su Gianni Versace
negli Usa. Anche doppiare il Gatto con gli stiva-
diretto dal premio Oscar Bille August. A breve,
li è stato importante, i bambini hanno distrutto
lo vedremo nelle sale con “The 33” di Patricia
tutti gli stereotipi sui latini accettando che un
Riggen, basato sul libro “La montagna del tuo-
eroe positivo delle fiabe avesse un marcato ac-
no e del dolore “ del premio Pulitzer Hector
cento spagnolo. Ci sono molti attori e cineasti
Tobar, nel quale si ricostruisce ciò che realmen-
che, in questa direzione, hanno lavorato più e
te accadde durante l’incidente nella miniera
meglio di me: Javier Bardem, Penelope Cruz, i registi messicani Alfonso Cuaron e Alejandro Gonzales Inarritu. E’ la società, profondamente mutata dall’immigrazione, ad aver spinto il cinema a riflettere su una nuova realtà». Prima di arrivare alla consacrazione in un mercato ostico e brutale come quello statunitense, piccoli ruoli in film che lasciano il segno: musicista guascone in “The Mambo Kings”; omosessuale innamorato di Tom Hanks in “Philadelphia”; Nosferatu bisex e seduttore in “Intervista col vampiro”, killer prezzolato nell’action thriller “Assassins”. Riesce perfino a non farsi divorare dal cannibalismo mediatico di Madonna nel biopic “Evita”, in cui è un giovane fascinoso Che Guevara. Ma è grazie al pi-
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GABRIEL GARKO L’ULTIMO - VERO - DIVO, DI QUELLI CHE MANDANO IN VISIBILIO LE FOLLE, SOPRATTUTTO FEMMINILI, MA CHE PAGA, FORSE, L’ESSERE COSI’ BELLO…
Ogni tempo crea gli idoli che si merita, e raramente sono quelli che gli somigliano. Anzi, proprio come è successo in passato, sono celebrità che sembrano fare a pugni col clima socio-culturale dominante. D’accordo, viviamo pur sempre nella civiltà dell’immagine, che non è una civiltà più sensuale o immediata, è solo più guardona, più complicata e più scema. Visto che la ricerca della bellezza interiore si è dimostrata molto pericolosa, non resta che affidarsi a quella esteriore che, in fondo, ha sempre mosso le cose e gli scenari demografici. Gabriel Garko è l’Ultimo Divo. Ideale fisico, erotico e seduttivo ma sempre nella forma più superficiale. Basta che compaia sul piccolo schermo, in fiction vecchio stile che risulterebbe arduo distinguere l’una dall’altra, e gli ascolti s’impennano ad altezze vertiginose. Ogni apparizione della sua sagoma statuaria sul fatale red carpet scatena gridolini di entusiasmo da orde di ammiratrici d’ogni età pronte a ogni azzardo acrobatico pur di scavalcare la transenna, dribblare il servizio d’ordine e toccare con mano la reliquia. Una divinità ostentatamente proletaria, dotata di erotismo banale e sospetto allo stesso tempo. I colleghi maschi lo guardano con diffidenza. L’ex “Più Bello d’Italia” diventato il “tronista delle fiction” è colpevole di troppa autoconsapevolezza estetica per meritarsi il martirio del sacro fuoco dell’arte. Troppo legnoso, lo liquidano i critici. E anche se nelle interviste, o alle conferenze, si lancia in osservazioni ragionevoli che in bocca a un Elio Germano diventerebbero slogan per un nuovo sciopero generale, dette da lui diventano facilmente “banalità”. Eppure è uno stakanovista come pochi, raramente sparla dei colleghi, frequenta la monda-
nità il minimo indispensabile ed è celebre per la sua discrezione. Nemmeno sgomita per avere i ruoli che toccano, per volere divino, agli astri del firmamento più cervellotici, impegnati, rigorosi, scassacazzi e - chiaramente - più dotati di talento. Quando ha provato a infilarsi nel circuito che conta, gli è andata quasi sempre male. In “Senso 45” Tinto Brass gli ossigena i capelli e gli piazza addosso una divisa nazista; in “Callas Forever” Zeffirelli prova a farne un giovane tenore alla prese col Don Josè della “Carmen”; Ferzan Ozpetek lo chiama a far parte della sua allegra brigata ma - perfido contrappasso - lo inchioda a letto mezzo sfigurato e moribondo per Aids. Perfino il titanico Luca Ronconi lo usa come merce di scambio: «Chi viene a vedere te, si becca me, la Melato, la Lojodice e la Ranzi». Garko non demorde, torna nell’alveo tranquillo dei romanzoni televisivi dai titoli improbabili (“Il morso del serpente”, “Occhi verde veleno”, “Il sangue e la rosa”, “Caldo criminale”) per dare vita, con Manuela Arcuri, alla coppia reale dei feuilleton tv senza capo né coda che mandano in tilt l’Auditel. E infatti Sorrisi & Canzoni, il magazine più nazionalpopolare del Belpaese, lo premia a Ischia con il Telegatto “per i suoi straordinari successi televisivi”. Sottoposto di recente a impietosi raggi X che lo volevano botulinato e gonfio peggio di una
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zampogna (è “solo” la tiroide, signora mia, in fondo anche i divi si ammalano!), Gabriel Garko (nome d’arte di Dario Oliviero, torinese, data di nascita avvolta nel mistero) è apparso al festival dell’estate cinematografica isolana meno disponibile e sorridente del solito. Poche foto, niente interviste, nessun bagno di folla come due anni fa. Intanto, continua a sperare di trasformare in film almeno uno dei suoi libri preferiti: “Le memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar. Se lo chiede alle tv, di sicuro glielo fanno fare. Scommettiamo?
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MATTEO GARRONE
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SOFISTICATO E INSIEME POPOLARE, IL SUO CINEMA E’ UNO DEI PIU’ POTENTI DEGLI ULTIMI ANNI, SOSPESO FRA REALISMO, ALLUCINAZIONE E FANTASTICO.
Su quel potere che acceca l’uomo trascinandolo verso la turpitudine. Ci voleva un regista italiano tra i più talentuosi e visivamente persuasivi per restituire un senso al significato di “meraviglioso”, anche grazie a straordinarie e immaginifiche location italiane che costruiscono un mondo fatato e maledetto, nel quale i labirinti si scavalcano, i principi non salvano nessuno e nella foresta incontri la magia (anche nera), e non certo il senso. Raffinato e popolare, sospeso tra iperrealismo fantastico e poetica del quotidiano, tutto il cinema di Matteo Garrone è uno dei più interessanti e potenti degli ultimi anni. Film che nascono spesso da fatti di cronaca, ma da cui si allontanano alla ricerca di un realismo inteso come spazio magico dove tutto può accadere. Già alla fine degli anni ’90 Garrone possiede un preciso sguardo sul presente: è uno sguardo pulito e diretto che indugia sulle vicende di emarginati, esclusi e illusi. In “Terra di mezzo” racconta tre storie, dalla prostituzione allo sfruttamento, ambientate nei sobborghi della capitale. Anche “Estate romana”, uno dei suoi film più belli e poetici, non smette di interrogare il territorio, sulle tracce di personaggi vivi e forse scomodi che si agitano dentro lo scheletro di una città, Roma, sventrata per l’imminente Giubileo. Con l’arrivo della casa di produzione Fandango, e disponibilità finanziarie più ampie, Garrone sposta le coordinate del suo cinema verso una direzione più narrativa e controllata, raccontando un triangolo amoroso all’insegna della possessività (“L’imbalsamatore”), un delirio manipo-
Per lungo tempo Matteo Garrone ha accarezzato l’i-
latorio di castigata crudeltà (“Primo amore”) e un in-
dea di portare sullo schermo l’Italia cafonal di questi
cubo quotidiano tra le Vele di Scampia: è “Gomorra”,
anni. Subito dopo il successo strepitoso di “Gomor-
tour de force giornalistico/romanzesco che ne rivela il
ra”, cominciò a girare per feste, occasioni mondane,
talento al mondo intero. Con “Reality” il corto circui-
vernissage ad alto tasso di goliardia kitsch. Luoghi
to tra l’oggetto della rappresentazione (un uomo che
che giustificano spesso l’esistenza di individui altri-
vuole partecipare a un reality show) e il modo della
menti disoccupati, quindi degni di attenzioni più po-
rappresentazione (lo spettatore che sente quasi di
litiche che spettrali. Carne cruda, abbronzata, deses-
“sbirciare” nella quotidianità di quest’uomo e nella
suata scaraventata nello spotlight di un regista che sa
sua mente distorta) diventa definitivo. Dreams are my
trasformare in visione anche una scodella per cani.
reality. Quando l’immaginario grottesco cede il passo
Quando il progetto naufragò, Garrone ne imputò in
a un surreale ancora più allucinato e trasgressivo.
via ufficiale il fallimento all’impossibilità di trasporre cinematograficamente una realtà la cui autorappresentazione era ed è talmente potente e pervasiva da non poter essere guardata (e dunque modificata) da un occhio che non fosse già il proprio. E poi c’era stato Sorrentino, con tanto di mostri alle prese con i loro cancri ne “La Grande Bellezza” da Oscar. Inopportuno seguire le scie altrui. Al 46enne regista romano, però, è rimasto il divertimento di aggirarsi, con supremo sprezzo del pericolo, nei gironi infuocati del circo mondano. Senza nemmeno l’alibi di un film da presentare. E col teleobiettivo dei paparazzi sempre in agguato per coglierlo in flagrante a poche settimane dal suo ritrovato status di single. A Ischia Global, però, Garrone un film da presentare ce l’aveva. “Il racconto dei racconti”, parabola fiabesca sull’Italia medievale e sul magico come pretesto per indagare con onestà la natura umana.
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ALICIA VIKANDER
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LA GIOVANISSIMA ATTRICE SVEDESE, MIX DI INTELLIGENZA E BELLEZZA, E’ UNA STAR CONTESA DAI MIGLIORI REGISTI EUROPEI ED AMERICANI. I colori potrebbero ingannare. E far pensare alle calde terre del Medi-
Kant ed “Ex-Machina” di Alex Garland, già autore di un romanzo gene-
terraneo. E invece Alicia Vikander arriva dalla Svezia. Ha 26 anni ed è il
razionale come “The beach” da cui Danny Boyle ha tratto un film con
nome su cui punta tutta Hollywood, dove è già considerata una delle
Leonardo Di Caprio. Nel film di Kant è Vera Brittain, scrittrice inglese
giovani attrici più dotate in circolazione. Una di quelle che si distinguono
diventata celebre per l’autobiografia in cui racconta la sua esperienza
non solo per il talento, ma anche per le idee chiare e la forza di volontà. Il
di infermiera di campo durante la prima guerra Mondiale. Donna criti-
successo in patria (Guldbagge Award, l’Oscar svedese, per “Pure”) sem-
ca, coraggiosa e intraprendente, Vera dovrà passare per l’inferno della
bra non averle dato alla testa. Si trasferisce a Londra, continua a studiare
mattanza bellica e maturare le idee per le quali combatterà tutta la vita,
e non si fa scrupoli a rifiutare parti che considera inadatte. Noiosa? Sano
armata solo della sua penna: il pacifismo e i diritti delle donne. «Mi sento
pragmatismo nordico. La ragazza ha conquistato il ‘manzo’ più bramato
molto fortunata ad essere stata scelta per questo film - ha dichiarato alla
del panorama cinematografico internazionale: Michael Fassbender, co-
platea prima della proiezione - leggo molte sceneggiature, ma difficil-
nosciuto sul set di “Light between oceans”. Una liason tutta low profile
mente si trovano ruoli femminili così interessanti. La lavorazione è stata
che non è sfuggita all’occhio implacabile dei paparazzi, sempre alla cac-
molto lunga e faticosa, ma Kant si è dimostrato un regista cha ha af-
cia di un bacio, una stretta, un gesto infuocato tra i due.
frontato le difficoltà con sicurezza e tenacia». In “Ex-Machina”, pellicola
Presto vedremo Alicia Vikander praticamente dappertutto. A Ischia Glo-
ancora più bella e importante, la Vikander è una splendida ragazza robot
bal è arrivata addirittura con due film: “Testament of youth” di James
su cui due cervelloni effettuano un test di intelligenza artificiale. Un thril-
ler sul fascino perverso della creazione, nel quale - come da copione - i
Justin Chadwick, con un cast da urlo che comprende Cara Delevigne,
robot si rivelano alla fine più umani degli umani, mentre gli scenari più
Jack O’Donnel, Christoph Waltz, Dane de Haan e Judy Dench; “Burnt”,
sinistri riguardano la corruzione di un’umanità sempre più inaffidabile e
dramma della redenzione con Bradley Cooper e Sienna Miller; “Opera-
senza futuro.
zione U.N.C.L.E”, spionaggio vintage dove l’attrice svedese rappresenta
Un’attrice che ama le sfide, i personaggi forti, volitivi e controversi. «Non
la quintessenza della Swinging London.
capita a tutte di recitare la parte di un androide - ha spiegato la Vikander
A proposito di stile: Alicia Vikander è la nuova testimonial del marchio
- per questo mi sono documentata e ho letto tanto per cercare di capire
francese Louis Vuitton, che l’ha scelta per la campagna pubblicitaria della
come funziona il nostro cervello. E ho finito per considerare il mio corpo
moda femminile del prossimo autunno-inverno. Pare che il brand sia sta-
una macchina organica. Dentro di noi, in fin dei conti, tutto si riduce a
to ammaliato dalla sua semplicità, dalla sua grazia e dai suoi profondi oc-
una serie di elementi microscopici che lavorano insieme, proprio come
chi scuri. Un’icona della semplicità e della classe che saprà certo regalare
nei computer».
alla maison una marcia in più. L’inarrestabile Vikander è in trattative per
Ma sono altri i titoli che porteranno il nome di Alicia Vikander sulla
due attesissimi progetti nel cinema mainstream: “Bourne 5”, che vede
bocca di tutti: “The Danish Girl”, che ha incantato il pubblico a Vene-
il ritorno di Matt Damon nei panni di Jason Bourne con Paul Greengrass
zia, accanto al premio Oscar Eddie Redmayne e diretta da Tom Hoo-
alla regia, e “Assassin’s Creed”, adattamento live action dell’omonimo
per (Oscar anch’egli per “Il discorso del Re”). E ancora “Tulip fever”, di
videogioco della Ubisoft. Troppa carne al fuoco? E siamo solo all’inizio.
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MADALINA GHENEA
BELLEZZA CLAMOROSA, OGGETTO DI DESIDERI E FANTASIE, E’ LEI NUDA SUL POSTER DEL FILM “YOUTH” DI SORRENTINO, DOVE INTERPRETA MISS UNIVERSO. Il successo è, in genere, associato al clamore che esso scatena. Ma secondo Madalina Ghenea può essere misurato anche da un lungo silenzio. Bellissima, giovane, tremendamente sensuale e con le idee chiare in testa. Soprattutto quando si tratta di seguire i propri ritmi, prendendosi delle pause se il lavoro non le piace più, e tornando sulla scena con altre emozioni e consapevolezze. Forse questo è uno dei motivi del suo fascino. Sembra che non ci sia e invece c’è. Una presenza silenziosa, discreta, misteriosa. Mentre il pubblico maschile, sedotto dalla sua bellezza statuaria, continua a immaginarla docile, paziente e arrendevole. Oggetto di desideri e fantasie. Forse anche i suoi fidanzati più celebri, Gerard Butler prima e Michael Fassbender poi, sono rimasti incantati da questa splendida fanciulla senza riuscire a comprenderne l’animo. Rumena d’origine, ma milanese d’adozione per la sua carriera di modella iniziata giovanissima, Madalina Ghenea ha finalmente conquistato la grande visibilità sul grande schermo grazie al ruolo di Miss Universo in “Youth - La giovinezza”, film di HYPERLINK “http://movieplayer.it/ personaggi/paolo-sorrentino_14396/”
Paolo
Sorrentino presentato in Concorso all’ultimo Festival del cinema di Cannes. Un’occasione arrivata dopo un lungo periodo di crisi personale e che adesso rischia davvero di cambiarle la vita. Nuda, ripresa di spalle, sul poster del film, quale simbolo immortale di bellezza, gioventù e sensualità. «Avevo fatto il provino per una scena con due battute in tutto. Dette da un personaggio, Miss Universo, quasi ridotto a mero involucro». Ma il ruolo cresce sul set, si arricchisce di tutte le emozioni e le frustrazioni di questa seducente giovane musa del cinema europeo in precario equilibrio tra racconti d’autore e progetti commerciali. «In quel personaggio - confessa - ci sono 13 anni della mia
vita. Sorrentino mi ha fatto un regalo che potrò conservare per tutta la vita: la mia giovinezza impressa per sempre sullo schermo». Una carriera, quella di Madalina, cominciata come modella. Troppe regole, poca convinzione. «E’ stata la moda a portarmi qua, quindi niente rimorsi. Non è un mondo che ho amato, forse perché non sono mai stata scelta per grandi campagne o da grandi stilisti. O forse non ci ho creduto. Del resto, dopo qualche chiletto in più, preso perché mi ero fermata per studiare psicologia all’Università, sono magicamente diventata una modella commerciale e non più da passerella». Dopo l’esordio con il film “I soliti idioti”, Ghenea ha scelto sempre con attenzione i suoi ruoli, come Dorina in “Razzabastarda” di Alessandro Gassman e Paolina in “Dom Hemingway” con Jude Law. Presto di nuovo sul set, stavolta da protagonista. «E’ un personaggio assai poco glamour. Non ci sono nudi, così niente più scuse che mi hanno scelta per le doti fisiche». Il film si chiamerà “Condemned to love”, con Darren Criss, tra i protagonisti di “Glee”, e diretto da Barry Morrow, premio Oscar per lo script di “Rainman”. Set in Trentino per una commedia con un lato un po’ magico, di quelli che piacciono all’attrice, la quale non a caso cita - tra i suoi film preferiti - “Midnight in Paris”, “Chocolat” e “Il mondo di Amelie”. «Questi giorni a Ischia li ho passati soprattutto a studiare. Sono molto contenta, non vedo l’ora di essere sul set». E la vita privata? Le copertine dei giornali? Gli amori turbolenti? Capitolo (quasi) chiuso. «Per ora, meglio restare sola».
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HELEN MIRREN
AL GLOBAL FEST UNA DELLE PIU’ GRANDI ATTRICI DEL MONDO, CHE VORREBBE ANCORA UN RUOLO DA REGINA DOPO “THE QUEEN” E INTANTO SI GODE LA SUA MASSERIA IN PUGLIA. Se a Hollywood e dintorni circolasse sangue blu, lady Helen Mirren sarebbe una sovrana moderna e senza troppe smanie regali. Quando la incontriamo sulla darsena dell’Albergo della Regina Isabella per il suo arrivo alla 13° edizione dell’Ischia Global Film & Music Fest, è accompagnata dal marito, il regista americano Taylor Hackford. Alle attenzioni di tutti nei confronti di “Sua Maestà”, reagisce con adeguato e divertito disinteresse. Allo stesso tempo carismatica e dimessa, squisitamente anglosassone nella sua mise relativamente informe (ma comoda!), con quell’aria di serafica confidenza di chi sa di essere una delle attrici più brave in circolazione e malgrado tutto, alla soglia dei 70 anni, provare ancora l’irresistibile attrazione mista a terrore verso personaggi difficili, audaci e sulla carta impossibili. Autentica fuoriclasse dell’arte e dello spettacolo, signora del cinema, del teatro e della televisione, Helen Mirren ancora oggi smentisce ogni nervosismo la sera della sua vittoria ai Premi Oscar nel 2007 grazie alla formidabile interpretazione in “The Queen”, di Stephen Frears. Film in cui interpretava, con consueta classe e impressionante mimetismo, l’attuale regina d’Inghilterra Elisabetta II. Peccato che suo marito continui a smentirla, ricordando ancora la sua mano stritolata fino alla fatale apertura della busta. La Mirren, in realtà, aveva già ricevuto due candidature: nel 1995 per “La pazzia di Re Giorgio” di Nicholas Hynter e per “Gosford park”, splendido dramma di Robert Altman ambientato nell’Inghilterra aristocratica e classista di inizio Novecento. Ma è nel film di Frears che l’attrice britannica riesce a incantare le platee di tutto il mondo, diventando una delle interpreti femminili più richieste e premiate dall’industria cinematografica globale. «Gli artisti non sono atleti» ha dichiarato la Mirren nel suo incontro con la stampa. «L’idea di vincere qualcosa è una contraddizione in termini per chi fa il nostro lavoro. Sono strumenti di marketing e in questo senso vanno rispettati. I film costano, la promozione è fondamentale, nessun attore vuole che il suo film venga visto da tre persone. L’Oscar è il premio più importante di tutti, vincerlo è stata per me un’esperienza straordinaria, qualcosa di davvero travolgente. Nella notte delle stelle ti senti come in una grande bolla piena di colori. Il mattino dopo, la bolla si rompe e torni nella tua realtà alla ricerca di un nuovo lavoro». Figlia di un nobile russo trasferitosi in Inghilterra dopo la Rivoluzione d’Ottobre, Helen Mirren è stata per molti anni un’apprezzata interprete teatrale della Royal Shakespeare Company, per poi dedicarsi al cinema lavorando, tra gli altri, con Ken Russell (“Messia selvaggio”), John Boorman (“Excalibur”), Peter Greenaway (“Il cuoco, il ladro, sua moglie, l’amante”), Paul Schrader (“Cortesie per gli ospiti”), David Mamet (“Phil Spector”). Sul set di quest’ultimo film l’incontro con Al Pacino, «un attore che conosce la tecnica del cinema come nessuno», rivela. «Sa quali obiettivi ci vogliono, cosa funziona e cosa no, ciò che verrà tagliato o che rimarrà al montaggio. Al Pacino ha combattuto tutta la vita per appropriarsi della tecnica, per poi liberarsene». Femminista convinta, anticonvenzionale, per nulla vanitosa (ma ai party del Global non è mancata mai, con mises che hanno mescolato eleganza e stravaganza british), la Mirren ha avuto il coraggio di mostrarsi più volte senza veli nella sua carriera quarantennale. Oggi è il nuovo volto de L’Oreal, rivelando senza troppi patemi i segni naturali del tempo che nulla possono contro la luminosità del sorriso e la sua fresca intelligenza. Ignora compleanni e ricorrenze, considera il Salento la sua seconda casa e di teste coronate non si è ancora stancata. «Vorrei interpretarne almeno un’altra», dice. «Caterina la Grande, il suo percorso non è stato mai esplorato, eppure ha dato molto alla Russia». Il primo amore per il palcoscenico l’ha riportata di recente in teatro con la commedia “The Audience”, per la quale è stata premiata come migliore attrice il 7 giugno scorso al Radio City Hall di New York con un Tony Awards, i riconoscimenti teatrali considerati gli Oscar di Broadway. Helen Mirren ha dedicato il premio a suo marito Taylor Hackford, conosciuto nel 1986 sul set de “Il sole a mezzonotte”; sono sposati dal 1997 e vivono gran parte dell’anno in Puglia, dove hanno trovato il loro luogo dell’anima.
sfornate dalla musica contemporanea. E’ nel
S P E C I A L
ghetto, la prigione degli innocenti, che affon-
i
dano le radici del rap. Cosa c’entra, dunque, un trentenne di Avellino che sua madre aveva destinato a un futuro da ragioniere con la giungla metropolitana che genera rime infuocate? Chiacchierone, iperattivo, fuoriclasse del fre-
CLEMENTINO
estyle (improvvisare rime, assonanze e figure retoriche), Clementino è oggi considerato una delle voci più originali del rap italiano. Narratore di storie crude e reali con un approccio credibile e non retorico. In bilico tra rap ortodosso e la musicalità orecchiabile del pop, con cui non
COLONNA SONORA DEL CONTEMPORANEO IL RAP, DI CUI QUESTO TRENTENNE DI AVELLINO E’ UNO DEI PIU’ CONVINCENTI INTERPRETI, GUARDANDO PERO’ ANCHE A SANREMO…
ha paura di contaminarsi. Bravo a rappare in italiano, insuperabile quando lo fa in napoletano. «Abbiamo una lingua che sembra fatta apposta per l’hip hop - sostiene - una cultura che conosce il senso del ritmo e dell’ironia».
Prima regola: imparare a fare bene il rap. Per-
am, dove il bacino d’utenza è molto più ampio,
Napoli formidabile rampa di lancio o trappola
ché non basta mettersi braghe larghe, capelli-
dove non c’è solo il ragazzino ultracompetente
letale? Né l’una né l’altra. Né Gomorra, né Un
no o agitare minacciosi enormi catene d’oro da
appassionato di assalti frontali e che gioca a
posto al sole.
24 carati e pensare convinti di essere rapper.
fare il duro. Bisogna conquistare padri, madri,
Uno degli idoli di Clementino è Pino Daniele:
Al massimo sei un turista del rap, tra qualche
fratelli, sorelle. Perché oggi il rap è ovunque. In
con lui ha registrato il duetto “Da che parte
anno starai facendo tutt’altro. Imparare a fare il
radio, per strada, nei talent. La colonna sonora
stai”. Un inno contro la guerra e la violenza. Per
rap è un percorso lungo e difficile, i più bravi si
dei nostri giorni.
il rapper campano, un sogno realizzato. «Pino
fanno conoscere solo a colpi di rime assassine
Clementino non si è scelto un nome d’arte che
mi ha fatto capire che i veri artisti sono quel-
e battute pungenti.
scimmiotta gli americani. E’ solo il diminutivo
li che restano umili. Me lo avevano descritto
Secondo passo: una volta imparato, farsi no-
del suo nome di battesimo. Ma, in quanto a
come un tipo scontroso, invece era divertente,
tare. Terzo: fare bene i live. Un gioco rituale
passione, consapevolezza e senso del ritmo,
non scorderò mai il momento in cui, entrato
che richiede sagacia (molta!), intuito e piace-
non ha nulla da invidiare ai colleghi più rive-
nel suo camerino al Palapartenope di Napoli,
re per la comunicazione. Quarto: come a po-
riti d’Oltreoceano. Perché c’è poco da fare: è
l’ho trovato con la chitarra che cantava “O’
ker, passare dal tavolo dei piccoli a quello dei
nelle fucine delle comunità afroamericane che
Vient”, la mia canzone».
grandi, passare cioè dall’underground, dove ti
prende vita la giusta alternativa alle annacqua-
Ed è proprio il disco d’oro ottenuto con “Mea
ascoltano solo gli addetti ai lavori, al mainstre-
te melodie, così prive di energia e invenzione,
culpa”, pubblicato due anni fa, a fare del suo nuovo lavoro, “Miracolo!”, un potenziale grosso successo. Un progetto che conferma la sua maturità nella scrittura dei testi, ma anche una notevole capacità nel circondarsi di ospiti di
prestigio, che non servono solo a dar lustro
presa quella in cui Clementino e Siani l’hanno
sue vie sono infinite, ciò che prima poteva es-
alle note di copertina, ma si integrano perfet-
riproposta insieme dallo stesso palco.
sere considerata un’eccezione, o un salto oltre
tamente nell’atmosfera dei brani: Fabri Fibra,
Difficile pronosticarne il futuro artistico. Tra
i confini di ciò che è artisticamente lecito, oggi
Gué Pequeno, Marracash, Noyz Narcos ed Ensi.
storie di droghe leggere e scazzi col giornalista
sembra essere diventato, nel bene o nel male,
O anche - a sorpresa - Alessandro Siani: «Sono
di turno, piccole depressioni d’amore e il rifu-
una regola. E Clementino lo sa bene.
un suo fan - confessa - per me è un autentico
gio nel freestyle come opportunità di tenere
freestyler, che inventa le battute al volo, se lo
sempre la mente sciolta, Clementino è forse il
prendi fuori da un bar ti può fare uno spetta-
simbolo di un mondo (anche musicale) che si
colo in un attimo. Mi piaceva il suo tormentone
dibatte e si torce, si allunga e si scorcia, si osser-
“Cos, cos, cos” dal film “Il principe abusivo”,
va e non si accontenta, corre in avanti e sogna il
allora abbiamo concepito questo pezzo che
passato spacciandolo per il futuro. Pare guardi
può parlare di Napoli ma anche di Milano Expo,
con interesse a Sanremo, il Mausoleo tricolore
roba tipo “Ma questa metropolitana che siete
del cantar leggero. I pasdaran del genere stra-
lì da vent’anni, la state costruendo o la state
mazzeranno al suolo per lo shock. Il rap ha per-
cercando?”». E “Cos, cos, cos”, col suo ritmo
so da tempo la sua connotazione marginale, le
martellante, ha rischiato di diventare davvero il tormentone musicale di Ischia Global 2015. Rappato, cantato, rimaneggiato, riadattato per ogni party, platea, cerimoniale e serata. Com-
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F A S H I O N
i
CRI LOSYUK
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Abito 39.50 € e scarpe 29.95 € Nerone Donna; gioielli Rebecca.
Abito 34.99 € e scarpe 29.95 € Nerone Donna; gioielli in argento Zoccai 925.
78
81
Abito 33.95 € e scarpe 29.95 € Nerone Donna; gioielli Mercanzia.
85
Abito 19.95 € e scarpe 29.50 € Nerone Donna; gioielli Michael Kors.
AD_Riccardo Sepe Visconti | PHOTO_Simone De Sanctis | MODEL_Cri Losyuk MAKE UP_Nancy Tortora per Aglaia, Ischia | HAIR_Cristian Sirabella per Picasso Parrucchieri, Ischia DRESS&SHOES_ Nerone Donna, Ischia | JEWELRY_ Bottiglieri Gioielli, Ischia ASSISTANT_ Raffaela Mendella | LOCATION_ Centro storico di Forio SPECIAL THANKS_ Gino Paganelli
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Giubbotto 64.99 €, leggings 17.50 € e scarpe 29.50 € Nerone Donna; gioielli APM Monaco.
F A S H I O N
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IL FENOMENO NERONE DONNA
Via Acquedotto,159 _Ischia Tel._081 9031288
text_Redazione Ischiacity | photo_ Archivio Ischiacity
Il divertimento di cambiare giocando con la propria immagine, il piacere
Di Iorio e quindi decide di trasferirsi, l’imprenditrice raccoglie la sfida
di vestirsi indossando capi sempre differenti per seguire le tendenze ap-
offerta da una realtà per lei nuova come quella dell’isola, dove ha inau-
pena lanciate dai siti delle fashion blogger, il sabato sera o tutti i giorni,
gurato qualche mese fa il punto vendita di pronto moda Nerone Donna.
quando se ne ha voglia, senza dover pensare a quanto costa, senza do-
“Noi vogliamo portare nei nostri negozi un made in Italy di tendenza al
versi dire “Mi piace ma non posso permettermelo…”. Chi non vorrebbe
prezzo più basso possibile e lavoriamo costantemente per raggiungere e
trovare un negozio che gli consenta tutto questo? A Ischia da qualche
mantenere questo obiettivo. Per me è molto importante che, nonostante
mese è una realtà, si chiama Nerone Donna ed è lo store dedicato alla
abbiamo costi maggiori rispetto a quelli sostenuti in città, i prezzi propo-
moda pronta che sta rivoluzionando il modo di intendere il vestire tren-
sti siano identici a Ischia e a Palermo”. E i prezzi esposti da Nerone sono
dy. Grande assortimento, continui arrivi di nuovi modelli, una copertura
davvero bassi (come si può vedere anche nelle pagine del servizio moda
che va dal casual sportivo all’abito elegante, tanti, tanti accessori, scarpe,
di questo numero di Ischiacity), “anticrisi” li definisce Giusi Guarraia che
borse, bijoux fashion, cappelli, si può essere certi che se un capo è espo-
ha fra i suoi traguardi dichiarati quello di fare in modo che ogni don-
sto da Nerone Donna “si porta”. Dietro tutto questo c’è una giovane
na non debba rinunciare ad essere alla moda e possa tranquillamente
donna dinamica, figlia d’arte, che lavora nel settore della moda da quan-
conciliare il desiderio di essere attraente e ben vestita con le possibilità
do aveva tredici anni, prima insieme al padre, poi da sola. A diciassette,
economiche che negli ultimi anni si sono sicuramente ridimensionate per
infatti, Giusi Guarraia prende la gestione del suo primo negozio a Paler-
tantissimi. Mentre per Giusi, che grazie alla sua pluridecennale esperien-
mo. Oggi è diventato un grande store dedicato alla donna, cui sono stati
za riesce a proporre dalle vetrine e stands outfit sempre diversi, il piacere
affiancati quelli per l’uomo e i bambini, anche in altre città della Sicilia,
maggiore è vestire le altre ancora più che se stessa, ricevere migliaia di
guidati dal fratello Emanuele.
“mi piace” ai post dei suoi completi in FB e i selfies entusiasti delle sue
Quando una vacanza la porta a Ischia, dove conosce il marito Giovanni
clienti firmate Nerone Donna.
F A S H I O N
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Jeans, pull, cappotto, sneakers e zainetto tutto Strada Facendo; orologio Locman.
BORIS MOLINARO
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AD&PHOTO_Riccardo Sepe Visconti | MODEL_Boris Molinaro MAKE UP_Nancy Tortora per Aglaia, Ischia HAIR_Michele Arcamone per Michele Hair & Style, Casamicciola Terme DRESS&SHOES_ Strada Facendo, Casamicciola Terme | WATCHS_ Bottiglieri Gioielli, Ischia LOCATION_ Ischia Pilastri, Casamicciola Lungomare SPECIAL THANKS_ Cicli Scotto per la bicicletta
Giacca, pantaloni, t shirt, calze, borsone e scarpe tutto Strada Facendo; orologio Fossil
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Jeans, giacca, maglione e sneakers tutto Strada Facendo; orologio Tag Heuer.
W E L L N E S S
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PALESTRA EVOLUTION text_Silvia Buchner | photo_ Archivio Ischiacity La palestra Evolution porta l’impronta inconfondibile della passione e della competenza di un ventottenne che ha scoperto il fitness quattro anni fa, ma che parla con l’esperienza di chi conosce bene il mondo articolato e complesso della forma fisica. Dinamico, attento alle novità, con le idee chiare, Michele Scarfato si è accostato alla palestra prendendo i diplomi di personal trainer e istruttore di body building, frequentando tanti corsi di formazione, seguendo master con famosi body builder come Gianluca Daniele, oggi manager del fitness, comparando i metodi adottati da diversi personal trainer. Oggi, che festeggia il primo anno di apertura - nella comoda e accogliente sede di Casamicciola Terme a due passi da piazza Bagni - e di grande consenso per Evolution e per l’approccio al fitness che propone, Michele a maggior ragione ama confrontarsi con i colleghi e aggiornarsi su un settore che è in continua crescita. Il suo fisico, davvero scolpito in modo perfetto, e i risultati ottenuti dai suoi clienti parlano da sé. “Per chi sceglie di mettersi in gioco, anche per un solo mese, svuotando la dispensa dai cibi spazzatura, ricchi di grassi, zuccheri semplici e… calorie per sostituirli con gli alimenti giusti, e si allena, i risultati sono quasi immediati” esordisce Michele con la sicurezza che gli viene dai tanti che ha visto cambiare in maniera prodigiosa, e si tratta di persone di ogni età, fino ai 65-70 anni. La visione globale della forma fisica che ha introdotto Michele Scarfato nella sua palestra fa sì che accostarsi al fitness divenga un cambiamento in positivo del proprio stile di vita: “Nella costruzione di una forma sana ed armoniosa conta per il 60-70% l’alimentazione e per il 40-30% l’allenamento. C’è gente che si allena da anni senza risultati, gli chiedi come mangia e ti rendi conto di tutti gli errori che commette. Mangiare nel modo giusto è fondamentale per trarre dall’allenamento in palestra i migliori risultati; viceversa, un lavoro non supportato da una giusta attenzione a ciò che si mangia è destinato a rendere assai meno”. Grande collaborazione, quindi, con i nutrizionisti che seguono chi fa attività fisica da Evolution e attenzio-
ne alla persona nel suo complesso, per guidarla a comprendere come migliorare la qualità di ciò che mangia e per personalizzare le sedute di allenamento, con programmi mirati a ciò che si vuole ottenere e con i trainer che seguono passo dopo passo i progressi. Per quanto riguarda l’alimentazione, un errore frequente che commettono le persone sovrappeso è di mangiare troppo poco e solo una volta al giorno, nell’idea così di perdere peso: il metabolismo reagirà, però, bloccandosi per poter conservare le poche calorie che gli vengono fornite. Alimentandosi, invece, nel modo giusto e con le proporzioni corrette, distribuendo il cibo in 5-6 pasti per non arrivare affamati e facendo la giusta attività fisica, il metabolismo sarà costretto ad attivarsi e brucerà meglio le calorie introdotte e quelle già accumulate. Spazio quindi nelle dosi opportune a carboidrati di qualità (kamut, farro, segale, farine integrali) caratterizzati da un indice glicemico basso, che aiuta a contenere i picchi di fame; necessarie, naturalmente, le proteine che costituiscono il mattone dei muscoli: anch’esse di qualità, positivo l’uso degli integratori che consentono di assumere SOLO proteine (in 100 gr di carne rossa ci sono sì 20 gr di proteine ma anche grassi), benissimo il pesce e i legumi: “Non mi piacciono le posizioni estreme, meglio essere equilibrati, nella convinzione che ogni alimento ha la sua importanza, per esempio soprattutto alle donne da consigliare l’assunzione di tanta verdura. E la gente lo capisce quando vede che dopo aver fatto innumerevoli diete con scarsi risultati, riesce a perdere anche 40 chili e a trasformare il proprio aspetto”. Per avere un corpo armonioso non bisogna guardare solo alla bilancia ma al complesso della struttura fisica, che è determinata dall’equilibrio di
FRANCESCA CROCE Zumba gag step coreografico
WILLIAM DE LIMA Personal trainer Corsi di lambaerobica life Pump total body
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massa grassa e massa magra, a parità di peso assoluto. Per esempio, 80
se viene stimolata con sollecitazioni differenti, altrimenti dopo un po’
kg di peso con il 10% di massa grassa e il resto di massa magra significa
il muscolo non risponde più e gli stimoli vengono dalle ripetizioni e dal
un corpo perfetto, con il medesimo peso e il rapporto invertito, l’effetto
recupero, per cui ogni 4/6 settimane (frequentando la palestra 3 volte
estetico è molto differente e questo rapporto si definisce grazie all’alle-
alla settimana) si cambia il programma. Da Evolution le sale attrezzi sono
namento. Michele Scarfato si rivolge in primo luogo alle donne: “Devo-
due, e ospitano macchinari di grande qualità, con un reparto dedicato
no capire che questo equilibrio fra massa grassa e massa magra, che poi
solo alle gambe, una parte del corpo assai sensibile nella donna ma alla
costituisce la muscolatura è fondamentale. Aumentando la massa magra
quale è importante che lavorino anche gli uomini, che tendono a con-
attraverso l’allenamento con gli attrezzi, si potenzia la parte del corpo
centrarsi sulla parte alta (torace, braccia), sproporzionando così la figura.
che brucia più calorie e quindi si riattiva il metabolismo, stabilizzando i
Un altro spazio è a disposizione dei corsi (zumba, gag, pilates, fitboxe,
risultati ottenuti in termini di perdita di peso; se invece si fa solo tapis
e tanti altri), con la guida di Giulia Razzano, Lina D’Ambra e Francesca
roulant, per esempio, a un certo punto il metabolismo si fermerà e que-
Croce: l’abbonamento mensile consente di frequentare la sala attrezzi e
sto meccanismo virtuoso che consente di conservare il dimagrimento
di seguire un corso, nell’idea che la palestra è un luogo dinamico, dove
ottenuto si bloccherà”. Le donne non devono aver paura di lavorare in
più elementi vanno combinati fra di loro per ottenere il miglior risultato.
sala attrezzi: per tonificare e modellare il corpo si deve sottoporlo ad
Infine, Michele Scarfato ha appena studiato e fatto realizzare, in stretta
uno sforzo fisico, inserendo almeno due volte alla settimana esercizio
collaborazione con un esperto del settore, una linea di integratori (pro-
mirato con gli attrezzi e i pesi accanto all’attività aerobica che viene dal
teine, vitamine, omega 3, aminoacidi) di cui è esclusivista in Campania.
corso di zumba, step o dalla cyclette. E in 2-3 mesi ti ritrovi l’interno
Si chiama Luman Nutrition ed è prodotta in Italia. Sempre più spesso
coscia o la parte alta delle braccia rimodellata, mentre diversamente non
accade che gli integratori acquistati in rete e che vengono dall’estero
si raggiungono assolutamente questi risultati. E l’uomo? Deve lavorare
indicano in etichetta parametri che non corrispondono al reale contenu-
3-4 volte alla settimana per un’ora abbondante. Per tutti vale la regola di
to, ed è evidente come questo possa essere dannoso per chi li assume:
personalizzare l’attività, concordando insieme ai personal trainer di Evo-
perciò è nata Luman Nutrition, una linea pensata per garantire la qualità
lution, che sono con Michele Scarfato, Sirio Avvenente, William De Lima,
delle sostanze presenti e assoluta sicurezza a chi sceglie di completare
Stephane Amegbedji, l’allenamento più giusto. L’apporto di competenze
il proprio percorso di fitness aggiungendo elementi essenziali alla dieta.
dei personal trainer è fondamentale, perché il segreto di un allenamento
Allora, BUONA PALESTRA A TUTTI!
che dia risultati è variarlo nel tempo. Infatti, una muscolatura è reattiva
-------------------------Palestra Evolution Via Nizzola (Piazza Bagni) | Info_3339679954
SIRIO AVVENENTE Personal Trainer
STEPHANE AMEGBEDJI GIULIA RAZZANO Pilates yoga
Personal trainer Crossfit-training
H O M E
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PER PICCINA CHE TU SIA… text_Silvia Buchner photo_Enzo Rando
“Mi piacciono i tuoi lavori, interpreta tu lo spazio a disposizione, vorrei solo che la casa ricordasse una galleria d’arte”. Con queste parole Romolo Bianco, il giovane artista - è un cantante - proprietario della casa da rinnovare si è rivolto all’architetto Marco Cortese. Solo che lo spazio a disposizione consiste di 11 metri quadrati, distribuiti in un ambiente rettangolare (lungo 6 metri e largo 1,90). In una stradina a un passo dal corso principale di Ischia. “Quando sono entrato era tutto da rifare”, spiega l’architetto Cortese, “mi piaceva la volta a botte, tipica dell’architettura isolana, e sono sempre attento al preesistente perché cancellarlo o banalizzarlo significa perdere la nostra cultura, diventando un qualcosa che non è più l’isola, ma non è neppure la città e ciò va assolutamente evitato”. E se nei suoi lavori Cortese ricerca “programmaticamente” la leggerezza, tanto più l’ha fatto progettando questa ristrutturazione, dove tutti gli elementi presenti, dalla cucina al bagno agli infissi, al letto, alla pensilina esterna, all’armadio sono disegnati dall’architetto. Lo spazio a disposizione ruota, infatti, attorno allo scenografico armadio realizzato con rete in ferro microforata, che crea un volume multifunzione - è spalliera del letto (che è anche divano), elemento scenografico, divisorio dallo spazio-cucina - ma insieme dà trasparenza, lascia filtrare la luce. La luce, infatti, è l’altro fil rouge prescelto, “fa la differenza nel progetto architettonico, che sia naturale o artificiale”. L’ingresso, dunque, è una porta a vetri che porta luminosità e, non casualmente, inquadra all’interno sulla parete nuda una lampada dal design particolare (uno dei pochissimi pezzi non su disegno). Per creare una delimitazione dalla strada e garantire privacy, è stato ideato un divisorio in legno forato e invecchiato artificialmente, che contiene al suo interno elementi luminosi e
richiama le istallazioni di arte contemporanea. Legno di castagno anche dentro, sbiancato, per il letto-divano costituito da una pedana accessoriata con cassetti; contenitori anche i gradini che conducono allo spazio-cucina, dove si apre l’unica finestra (l’infisso è in ferro, materiale che l’architetto ama molto trattare mettendolo in acqua per dargli una patina di ruggine, e che consente di realizzare profili di pochi centimetri, indispensabili per non sottrarre spazio). Omaggio alla tradizione, il rivestimento, con mattonelle in cotto spessorato dipinte a mano che riprendono un’antica decorazione; come il pavimento in gres, con un disegno esagonale che richiama vecchi modelli sono di Edilcasamicciola. Il risultato è un ambiente ricercato nel suo minimalismo, di cui si ammira la funzionalità e insieme l’eleganza: certo, non ci puoi mettere dentro tutta la tua vita, è piuttosto come una camera d’albergo che ti accoglie (facendoti
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stare bene) per brevi periodi. Marco Cortese ha raccontato che quando inizia un nuovo lavoro, oltre a conoscere il proprietario, cerca di capire lo spazio, “lo spazio ti parla e va ascoltato”: creando la piccolissima casa di Romolo Bianco lo ha fatto sicuramente.
PRIMERA EMOCIÓN CUARTA EDICIÓN photo_Marco Albanelli Un dolce weekend di settembre (dal 18 al 20) è stato dedicato al piacere del Fumo Lento con la quarta edizione di Primera Emoción, appuntamento che sta diventando un classico, organizzato con la consueta cura dei dettagli che contraddistingue la tabaccheria T Chic, fra le prime in Italia per la qualità del proprio assortimento di sigari, e il suo proprietario ed animatore, Valentino Federico. Gli ospiti hanno iniziato con la degustazione che ha abbinato Ron e sigaro vintage ’97, al Don Felipe di Ischia Ponte. Il giorno seguente, degustazione tecnica presso l’albergo della Regina Isabella a Lacco Ameno, a cura del consorzio Vino Chianti e galà Dinner all’Indaco, il ristorante gourmet guidato dallo chef stellato Pasquale Palamaro. Infine, giornata dedicata alle peculiarità del territorio isolano, con la visita guidata e degustazione alle cantine di Casa D’Ambra, la più antica azienda vinicola di Ischia.
N A T U R E
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Salire su una cima, qualunque sia la sua altezza, rappresenta un momento sempre speciale, come se l’ascesa - e le fatiche che comporta - preparasse a vivere il momento in cui “si contempla il mondo dall’alto”. E a renderlo unico. Da qui il fascino che sprigiona il monte Epomeo, la “cima” dell’isola d’Ischia, 787 mt s.l.m. raggiungibili da più punti, attraversando boschi e radure per “conquistare” il cocuzzolo. Completamente spoglio, solo il tenero tufo scavato dallo scorrere dell’acqua e dal vento che vi batte incessante, da lassù lo sguardo abbraccia tutta l’isola: non a caso i Greci, precoci abitatori dell’isola d’Ischia, dove fondarono nell’VIII sec. a.C. Pithecusa, la più antica colonia greca nel Mediterraneo Occidentale, lo battezzarono Epopon, parola che deriva dal verbo greco epopao, e che significa “luogo da cui si può vedere ampiamente intorno” ed Epopon è ricordato come nome dell’altura più elevata di Ischia per esempio dal naturalista romano Plinio il Vecchio. Tuttavia, il nome del monte così come viene battezzato oggi - Epomeo - è frutto di un errore e di una particolare concomitanza di eventi. Infatti, il termine Epomeo (invece di Epopeo) si ritrova nello storico Strabone, a
L’EPOMEO E L’EREMO DI SAN NICOLA text_Silvia Buchner | photo_archivio Ischiacty
causa di un banale errore di copiatura del testo dell’autore greco da parte di uno degli anonimi copisti cui si deve la salvezza di tante opere del mondo classico durante il Medioevo. E questa forma errata è stata adoperata ampiamente in uno dei testi fondamentali per la storia dell’isola d’Ischia, il libro dedicato alle acque termali dal medico Giulio Iasolino, che lo scrisse nella seconda metà del Cinquecento e ignorava la forma corretta Epopeo. Il nome Epomeo troneggiava anche al centro della carta geografica dell’isola allegata all’opera di Iasolino, dove si legge MAXIMUS MONS EPOMEUS: a partire da quel momento è stato adoperato nelle tante mappe dell’isola che da questa prima
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derivano e si è consolidato, per divenire infine, oggi, il toponimo con cui è conosciuta la vetta di Ischia. I panorami sono a volo d’uccello: sotto la distesa vellutata del bosco della Falanga, di fronte i promontori che articolano le coste dell’isola
OGGI SI ARRAMPICANO FINO ALL’EPOMEO SOPRATTUTTO I TURISTI, GLI APPASSIONATI DI TREKKING, I CACCIATORI, E QUANTI COLTIVANO ANCORA UN ORTO LASSU’. MA PER SECOLI LA CIMA DI S. NICOLA E’ STATO EREMO PER RELIGIOSI, RIFUGIO DAI PIRATI, SIMBOLO PER TUTTA L’ISOLA. E NON SOLO…
- da S. Angelo a punta Imperatore al Soccorso con la candida chiesa protesa sul mare. E, poi l’altro versante: dai Maronti, attraverso monte Cotto, i piani di Testaccio, monte Vezzi, fino alle colline di Campagnano, sullo sfondo Capri e la penisola Sorrentina. Più vicini, in serrata successione Procida, capo Miseno, il golfo di Pozzuoli e l’isoletta di Nisida, capo Posillipo… E ancora, la costa laziale, i Campi Flegrei, Lago Patria e il Fusaro, Monte Nuovo, Napoli, il Vesuvio. Per questa ragione, quassù per secoli è stato attivo uno strategico punto di avvistamento e rifugio: in asse con quello di monte Vico, sull’omonimo promontorio di Lacco Ameno, infatti e con quello che si trovava sulla collina dei Camaldoli, a Napoli, consentiva di inviare (usando segnalazioni di fuoco o di fumo) precoci allarmi per avvisare la popolazione dell’avvicinarsi delle temibili navi saracene, e consentirle, così, di mettersi in salvo, anche sulla cima stessa, dove erano stati realizzati dei ricoveri. Che erano conosciuti come Bastia ed hanno costituito il primo nucleo di architettura spontanea del monte Epomeo; poi si è aggiunta la chiesetta consacrata a S. Nicola (che è anche il nome con cui il monte è stato chiamato popolarmente per secoli), esistente sicuramente già alla metà del ‘500, mentre le cellette del convento furono costruite, invece, alla fine dello stesso secolo, quando la nobildonna Beatrice Quadra, vedova consacratasi alla vita monastica come clarissa, vi si stabilì insieme alle sue compagne. In breve, però, le difficoltà pratiche e la rigidità del clima d’inverno le fecero trasferire sul Castello; ma è quando vi giunge fra’ Joseph D’Argout che gli
La sommità del monte Epomeo, con il panorama, l’architettura dei luoghi e la presenza dell’eremo è protagonista anche di molte opere di vedutisti romantici: in questa pagina Léopold Robert ritrae un eremita che riceve in dono frutta da una ragazza in costume ischitano (1827). Nella pag. seguente, è di un Anonimo, la gouache con il suggestivo notturno a volo d’uccello che riprende Vivara, Procida e la terraferma; nella pag. successiva, la stessa visuale è stata preferita da Giacinto Gigante per il suo olio (1835) dalla magnifica luminosità.
ambienti destinati ai religiosi vennero ampliati, la chiesa abbellita e fu stabilita la Regola che scandiva la vita dei suoi abitanti. Fra’ Joseph D’Argout, fiammingo, portò, infatti, nella sua ‘seconda vita’ da religioso, la determinazione, il senso dell’ordine, le capacità di comando che avevano caratterizzato la prima parte della sua esistenza, quando fu il comandante del Castello. Nel 1734 era giunto a Ischia come comandante della flotta che seguì il re spagnolo Carlo III di Borbone quando questi riconquistò il regno di Napoli, togliendolo agli Austriaci. In quell’occasione fu nominato comandante e governatore del Castello e quando due suoi sottoposti disertarono fuggendo sull’Epomeo, egli li seguì per riportarli indietro. Nel momento in cui li stanò sulla montagna e cercarono di ucciderlo, fece un voto a S. Nicola: se si fosse salvato, avrebbe consacrato la propria esistenza a Dio. Così fu e indossò fino alla morte, nel 1778,
il saio degli anacoreti insieme ad altri ex milita-
ziamenti regionali ottenuti nel 2014, infatti, si
vo i paesaggi che si contemplano dalle finestre
ri, suoi compagni. L’istituzione che aveva orga-
sono potuti completare il restauro della chie-
(sbarrate per ragioni di sicurezza, poiché affac-
nizzato con molta efficienza - provvedendo ad
setta e i lavori di riqualificazione degli ambien-
ciano su uno strapiombo): sono di quelli che
acquistare anche dei terreni in modo che i frati
ti interni, che sono stati inaugurati lo scorso
ti restano dentro, centinaia di metri di vuoto e
potessero provvedere al loro sostentamento -
luglio, mentre successivi interventi forniranno
poi le soffici chiome dei boschi sottostanti; in
gli sopravvisse: fino agli inizi del ‘900, infatti,
la struttura di servizi e miglioreranno l’acces-
fondo il tramonto nel mare di Forio.
il luogo fu abitato e, molto spesso, i religiosi
sibilità della strada. Chi arriva fin lassù, e sono
erano di origine tedesca.
sempre più numerosi, potrà ammirare di nuo-
Oggi, l’eremo e la chiesa dell’Epomeo sono proprietà del comune di Serrara Fontana, che ha dovuto affrontare una questione di difficile soluzione, vale a dire la gestione di un bene prezioso, importante per l’identità della comunità e per il quale - però - si deve reinventare una nuova funzione, diversa da quella per la quale la struttura era stata creata e che era quindi perfettamente coerente con essa, pena il perderla in modo definitivo. E Serrara Fontana, come ribadisce il sindaco Rosario Caruso, ci sta lavorando da tempo per ristrutturare i luoghi e ottenere un cambio di destinazione. Per un certo periodo, infatti, negli anni ’90, l’eremo ha ospitato anche un ristorante; adesso si pensa di crearvi un museo. Grazie ai finan-
T R A V E L
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L’INCANTO DELLA THAILANDIA PER UN VIAGGIO DI NOZZE EMOZIONANTE text_redazione Ischiacity
Il viaggio di nozze deve essere unico, indimenticabile, trasportare la coppia in un’atmosfera incantata. Sicuramente l’Oriente - magico, esotico, tutto da scoprire - costituisce una meta ideale per chi vuole coronare il matrimonio trascorrendo giornate da sogno. E la Thailandia costituisce una meta parti-
cosmopolite, ma anche piccoli villaggi per chi
colarmente interessante. Ha, infatti, una serie
vuole conoscere le tradizioni del posto, ottima
di caratteristiche che ne fanno un emblema
cucina sia thailandese che internazionale - in-
dell’Oriente - natura lussureggiante, candide
sieme a servizi al turismo da paese occidentale
spiagge coralline, montagne incantevoli, arte
e a poche esigenze pratiche, per esempio non
e monumenti sontuosi che esprimono una raf-
è necessario effettuare una profilassi di vacci-
finata cultura plurimillenaria, città moderne e
nazione.
Fra i tanti itinerari possibili in Thailandia, un
radici nella sua tradizione e lo sguardo volto al
paese che offre in un territorio abbastanza ri-
contemporaneo, con strutture dotate di ogni
stretto una grande varietà di paesaggi, Giovan-
comfort e intrattenimenti.
na Napolano (nella foto a destra), proprietaria dell’agenzia Italiaontour a Forio, con l’esperien-
La regione meridionale del paese ospita alcu-
za che le viene da una lunga attività nel set-
ne delle più belle spiagge del mondo: il tour
tore del turismo sia in Italia che all’estero, ha
prevede, per esempio, l’isola di Phuket, la più
disegnato un itinerario individuale a Bangkok
celebre meta balneare della Thailandia, Phi
e nel sud della Thailandia.
Phi Island, un paradiso anche per immersioni
Con partenza da Napoli o Roma, dura circa due
e snorkeling con i suoi fondali corallini e una
settimane e consente di soggiornare nella ca-
fauna variegatissima, e infine, Krabi, a poca
pitale, da non perdere per i suoi monumenti
distanza sulla costa, spiagge di emozionante
(fra cui i templi e il Buddha d’oro, una statua di
bellezza e un parco naturale incontaminato.
5 tonnellate di oro massiccio), e per il fascino che le viene dall’essere una metropoli con forti
CORTEO STORICO DI S. ALESSANDRO 2015
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photo_Raffaella Barbieri | Emanuele Taliercio
Gli sbandieratori di Cava de’ Tirreni, i cortei storici di Marino, con cui il comune di Ischia è gemellato, Castelvetro di Modena, i falconieri provenienti da Cologno Monzese, e i pistonieri di Casale Montecastello hanno sfilato con i rispettivi costumi d’epoca insieme ai figuranti ischitani, per l’atteso appuntamento con il Corteo Storico del Costume Ischitano, organizzato con tenacia e passione dal dottor Franco Napoleone insieme alla figlia Stefania. Il 26 agosto in 400 hanno percorso il tracciato attraverso il centro del Comune dal Castello Aragonese al Borgo di S. Alessandro, indossando i “panni” di molte delle figure - regnanti, religiosi, condottieri - che hanno fatto la storia di quest’isola. C’erano, fra gli altri, Alfonso d’Aragona, Baldassarre Cossa, Vittoria Colonna con il consorte Ferrante D’Avalos, Gioacchino Murat, Ferdinando II di Borbone, il medico Giulio Jasolino… Senza dimenticare popolani e popolane con abiti ispirati a quelli della tradizione locale.
foto a cura di Dayana Chiocca & Raffaella Barbieri
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LA STORIA DEL ‘900 A LIBRI D’A…MARE
Ha toccato aspetti delicati e controversi della storia del ‘900 l’ultima tappa di Libri d’a…mare 2015, svoltasi come di consueto in piazza S. Restituta a Lacco Ameno, a fine agosto. Sul palco, infatti, il giornalista e storico Gianni Oliva che ha dedicato un libro al tesoro sequestrato a Mussolini dai partigiani e poi ‘misteriosamente’ scomparso, il cosiddetto Tesoro di Dongo, e Januaria Piromallo che ha scritto un romanzo assai documentato in cui ricostruisce la vera storia di Eva Izsák, ebrea ungherese, marxista, indotta al suicidio dai suoi stessi compagni di militanza durante la Seconda guerra mondiale.
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“PER CHI SOGNA LA CAMPANIA”: CONVEGNO UDC A CASAMICCIOLA Grazie all’amicizia dell’ex sindaco del comune di Casamicciola Terme, Vincenzo D’Ambrosio, politicamente vicino all’area di Biagio Iacolare e di Giuseppe De Mita, la cittadina è stata scelta per ospitare una serie di incontri pubblici promossi dall’UDC. Al centro dei confronti, la discussa scelta dell’UDC di sostenere, almeno in Campania, l’attuale Presidente De Luca. Presenti alcuni fra gli esponenti politici di maggior rilievo della regione Campania (attuali e del passato) e rappresentanti nazionali dell’UDC e del PD: primo fra tutti il presidente Vincenzo De Luca; inoltre Giuseppe De Mita, l’ex presidente del Consiglio Ciriaco De Mita, Lorenzo Cesa, Biagio Iacolare, Mario Casillo.
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TANTISSIMI AUGURI ALLA PALESTRA EVOLUTION!
Ha festeggiato a settembre il suo primo anno di successi la palestra Evolution, aperta a Casamicciola Terme dal personal trainer Michele Scarfato (un ampio articolo è dedicato all’interno della rivista). Per l’occasione, il risto-pub Il Cappuccino, sulla Riva Destra, ha proposto un menù speciale, per dimostrare che è possibile trascorrere il sabato sera al pub con gli amici mangiando in modo equilibrato e con tanto gusto. Quindi: insalata di farro, panino integrale con salmone o tacchino, succo analcolico a base di frutta e anche la torta è stata preparata con prodotti light!
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GRANDI VOCI NAPOLETANE IN CONCERTO A ISCHIA
GIGI FINIZIO
SAL DA VINCI
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Il feeling fra l’isola d’Ischia e le più belle voci partenopee è antico - si pensi che Peppino di Capri (che ancora non aveva preso il suo nome d’arte) mosse i primi passi negli anni ’50 proprio qui, nel dancing Rangio Fellone, creato dal musicista e cantante Ugo Calise e dall’architetto Sandro Petti. Oggi, complice il successo delle tantissime sagre che costellano (e riempiono di spettatori entusiasti e affamati!) le piazze di tutti i Comuni dell’isola, cantanti napoletani di primissimo piano sono un appuntamento certo dell’estate ischitana. Per il 2015, abbiamo ascoltato ed applaudito il simpaticissimo cantautore Gigi Finizio a Fiaiano; Sal Da Vinci - il re del pop napoletano, attore di teatro, mattatore nei suoi concerti-spettacolo dove coinvolge il pubblico come pochi - ha fatto il tutto esaurito a Casamicciola Terme. A Forio, alla festa della Birra, è toccato a Enzo Avitabile, raffinato musicista e cantautore che con i Bottari propone una fusione fra la musica contemporanea del suo sassofono e strumenti a percussione “arcaici” provenienti dalla tradizione contadina come le botti, appunto. Infine, ma solo perché la sua è l’esibizione che ha chiuso l’estate, ha
ENZO AVITABILE
incantato S. Angelo, in occasione della festa di S. Michele, James Senese, cantante e musicista “nero a metà” (per citare un celebre album dello stesso Pino Daniele, in quanto Senese è figlio di un soldato americano di colore e di una napoletana), che ha suonato il suo sax nel supergruppo del grandissimo cantautore partenopeo, insieme a Tony Esposito, Tullio De Piscopo, Joe Amoruso e Rino Zurzolo.
JAMES SENESE
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“THE VOICE” KEENIATTA AI MARONTI
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È DEFINITIVO: IL DIAVOLO VESTE PRADA!...
Sullo sfondo della spiaggia dei Maronti, questo inizio di autunno ha ospitato il concerto di Keeniatta Baird, sudafricana che vive stabilmente ad Ischia, e che ha raggiunto la popolarità partecipando con successo, nella squadra della coach Noemi, al talent The Voice of Italy 2015, con la sua possente vocalità degna della tradizione soul. Alle spalle, la musica e il canto da quando aveva tre anni ed esperienze professionali negli Stati Uniti e in Italia, ma rimanendo legata alla sua terra d’origine, dove ha da poco realizzato un disco di gospel.
ANDAR PER FARFALLE...
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ZARRILLO AL PIZZAFESTIVAL DI BUONOPANE
Il Pizza Festival organizzato nel borgo di Buonopane ha avuto il suo momento di spettacolo di grande qualitĂ con il concerto del cantautore romano Michele Zarrillo, considerato una delle voci piĂš eleganti del panorama musicale italiano.
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E’ stata Anna Falchi la testimonial e madrina dell’evento “Moda sotto le stelle”, serata dedicata alle tendenze e alla bellezza che si è svolta in Piazza Marina nell’ambito del cartellone di eventi del comune di Casamicciola Terme “Le Quattro Stagioni”. La bellissima attrice, le modelle e i modelli hanno indossato abiti e accessori della boutique Strada Facendo e completi per la notte di Ischia Tessile Ricami De Vivo.
MODA SOTTO LE STELLE A CASAMICCIOLA
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L’ESTATE SI FESTEGGIA AL COQUILLE Un appuntamento atteso, quello con “Summer is a state of mind”, la lunga notte dedicata a tutto quanto di bello si fa d’estate a Ischia, organizzata da Viki Parkers con Angela Bottiglieri nei piacevolissimi spazi dell’international restaurant Coquille in piazzetta S. Girolamo; il bar era a cura di Alchemie Friends Club. Cena-spettacolo con il dj Nika Del Barone che ha fatto scatenare gli ospiti; a seguire sfilata delle pellicce Mele, degli abiti di di Luca Hettner e dei costumi da bagno di Ilaria Vitagliano. Uno spazio è stato dedicato anche agli orologi Bomberg e al gusto del fumo con i sigari di T Chic.
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FLORIAN CASTIGLIONE ESPONE AL CASTELLO E’ stato uno dei vernissage più piacevoli di fine estate quello che ha presentato al pubblico il progetto dedicato da Florian Castiglione, architetto con la passione per la fotocamera (un articolo è dedicato alla mostra all’interno del magazine) al Castello aragonese. Gli essenziali ed eleganti spazi del Carcere borbonico hanno accolto i suoi bianchi e neri realizzati proprio all’interno del Castello, esclusivamente di notte, e i tanti amici accorsi ad ammirare le fotografie.
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AUGURI A RITA PER I SUOI SEI ANNI!
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LA TROMBA DI PAOLO FRESU A PIANO & JAZZ
Gli affascinanti spazi della cattedrale dell’Assunta al Castello Aragonese, il 27 agosto, hanno fatto da sfondo ad uno dei più suggestivi appuntamenti della rassegna musicale Piano & Jazz, il concerto del trombettista Paolo Fresu che si è esibito con Danilo Di Bonaventura che ha suonato il bandoneon, strumento simbolo del tango argentino.
Chica Vampiro conquista tutti! La dolce Rita Di Maio per i suoi sei anni ha scelto un personaggio insolito, la teenager Daisy della telenovela Chica Vampiro, organizzando una festa a tema presso la ludoteca Magica Bula di Forio. Mood dell’evento indossare abiti da vampiro, come hanno fatto tutti gli amici e anche mamma Cecilia che ha curato ogni dettaglio, compresa la torta in cake design realizzata dalla pasticceria Dolci Fantasie di Casamicciola. Davvero tanto l’entusiasmo e il divertimento fra i piccoli vampiri!
ISCHIA FOOD & WINE SAFARI photo_Raffaella Barbieri | Dayana Chiocca Pasquale Palamaro, chef stellato del ristorante Indaco dell’Albergo della Regina Isabella, a Lacco Ameno, che ha ideato la manifestazione, al suo esordio, in cui ha riunito tanti chef sulla terrazza a mare dello Sporting, ha richiamato anche nel nome l’idea del percorso di degustazione alla scoperta dei sapori buoni. Quelli della Campania, da cui oltre a lui provengono i colleghi-amici cuochi: Nino Di Costanzo, Salvatore Bianco, Paolo Barrale, Alfonso Pepe, Antonino Maresca, Enzo Coccia, Ivano Veccia, Enzo e Cristiano Piccirillo. Durante la bella serata del 15 settembre, quindi, creazioni che hanno reso celebre la nostra Regione in tutto il mondo come la mozzarella, la pizza, il babà, gli spaghetti al pomodoro e alcuni fra i migliori vini hanno deliziato i tanti ospiti presenti.
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RISTORANTE LA BELLA NAPOLI
text_redazione Ischiacity photo_Raffaella Barbieri
Difficile trovare un tavolo alla “Bella Napoli”, ristorante dall’atmosfera caratteristica sul porto di Forio, dove Ciro Caserta, chef e proprietario insieme a Leopoldo Iacono, che è anche sommelier, esalta il pescato con
CHE SI TRATTI DI PIATTI DI PESCE O DI PIZZA, QUESTO LOCALE SUL PORTO DI FORIO E’ SINONIMO DI SAPORI AUTENTICI E CREATIVITA’.
preparazioni sempre diverse, sulla base dell’offerta delle barche locali che tutte le mattine si recano nella baia antistante il locale, proponendo pesci spada, marlin, totani, alici, fravagli, spigole, frutti di mare e tantissime varianti di pesce azzurro. Ciro non ha seguito corsi per diventare cuoco, ma ha carpito metodi di cottura e preparazioni dal padre Serafino, dal nonno e da almeno tre generazioni di ristoratori che lo hanno preceduto in famiglia. Particolari gli antipasti, come il “mosaico mare” in cui, in un unico piatto vengono presentate diverse pietanze a base di pesce: fritturina mista, cocktail di gamberi, pesce del giorno marinato e tonno affumicato, oppure le ostriche di tipo “noblesse” o “belon”, piccole e rotonde, o il tonno sott’olio di produzione propria. I primi spaziano da quelli classici a base di prodotti del mare come gli spaghetti ai ricci, a quelli frutto della creatività dello chef, per esempio la pasta asparagi, pecorino e cannolicchi o ancora gli gnocchi friarielli e vongole. Tra i secondi più apprezzati la lampuga in crosta di mandorle, le polpette di alici, in cui nel tradizionale impasto alla napoletana per le polpette di carne, con mollica di pane, pinoli, uvetta e prezzemolo vengono mescolate le alici,
via Marina, 18 - Forio tel. 081. 986392 www.bellanapoliischia.it
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e il tonno alla griglia in crosta di pistacchio. Assolutamente da provare la
a legna sprigionano tutti gli aromi che li contraddistinguono, rendendo
delizia dei dolci, cheesecake, tiramisù o tortino al cioccolato, presentati
la schiacciata, morbida e friabile al tempo stesso, un piatto davvero go-
come piccole torte in miniatura, decorate con frutta fresca e cioccolato
loso. La più amata è senza dubbio quella con crema ai quattro formaggi,
di prima qualità. Un mondo a sé quello delle pizze: 25 tipi diversi nel
su cui vengono adagiati funghi porcini, pomodorini, rucola e guanciale,
vero impasto napoletano, e solo qui si possono trovare gli “spilungoni”,
che si abbrustolisce diventando croccante, dando il giusto equilibro di
maxifocacce - da mangiare in due - farcite con ingredienti che nel forno
sapidità e consistenza.
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CHEF GIOVANGIUSEPPE CONTE “IL MIO OBIETTIVO E’ VALORIZZARE ATTRAVERSO I PIATTI CHE REALIZZO LA GRANDE RICCHEZZA DI PIANTE, ORTAGGI, PESCATO CHE L’ISOLA D’ISCHIA CUSTODISCE DA SEMPRE”. text_Silvia Buchner photo_archivio Ischiacity
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125 La sua cucina rispecchia le sue passioni, le sue radici, la sua isola. Emerge con immediatezza dalle parole con cui lo chef Giovangiuseppe Conte racconta i ventisei anni dedicati alla cucina - lui ne ha 42! - che il rispetto che porta ai prodotti di questa terra è quasi una venerazione, un omag-
più alte mano a mano che avanza l’autunno, si trovano ancora i funghi
gio alla sua infanzia quando il nonno gli ha insegnato a trarre il meglio
che altrove sono già finiti - spiega), le patate che si raccolgono a Natale.
dalle piante e dall’orto e il piacere che prova a trasformarli in piatti si
E poi il pescato, gli piace apprendere le tecniche di pesca tradizionali
rinnova ogni volta che accende i fornelli. La ricchezza di Ischia per lo
e ama i pesci umili come le sarde e il pesce sciabola; predilige il coni-
chef Conte ha il profumo del finocchietto e dell’origano selvatico che si
glio alla cacciatora per il quale ha elaborato una sua personale ricetta,
raccoglie nella tarda estate, l’aroma inebriante del limone (succo, scorza,
che comprende anche cipolle, lardo di Colonnata, origano, pochissimo
tutto va adoperato), e poi i funghi porcini (spostandosi verso le colline
rosmarino… Ingredienti - apparentemente - comuni, e gli brillano gli occhi mentre racconta come attingere a questo patrimonio che l’isola racchiude e come trasformarlo nella sua cucina che vuole sempre fresca, pulita. E insieme piena di fantasia, idee, accostamenti inediti che ricerca di continuo, che si tratti del pane che prepara con un particolare trattamento di bollitura o dei dolci, in cui adopera le sue aromatiche preferite. Ma Giovangiuseppe Conte guarda anche fuori dall’isola, dove opera nel settore della ristorazione alberghiera: per aggiornarsi, per lavorare - sia in Italia che all’estero, per esempio insieme allo chef due stelle Michelin Nino Di Costanzo -, per scoprire nuove materie prime. Pacato nei modi, ma esigente con se stesso e con i suoi collaboratori perché ha un obiettivo ben chiaro: “Me li cresco” dice, “voglio che divengano sempre più bravi perché questo significa che la qualità della ristorazione che l’isola d’Ischia esprime crescerà ancora, per me è fondamentale che si parli sempre di più di Ischia per le sue eccellenze in campo enogastronomico”. Rispetto per gli ingredienti e qualità anche negli accostamenti proposti nei piatti realizzati per le pagine del gusto di Ischiacity: lo spaghettone cozze, vongole e scampi piastrati, la scaloppa di corvina, pesce simile all’orata, con carpaccio di funghi porcini e zucchine con odori freschi locali e, infine, l’insalatina fruttata in coppa di pasta fillo con sedano ghiacciato, perfetta da far seguire ai piatti di pesce.
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ALCHEMIE COCKTAIL BAR DISCO 126 SHOW COOKING CON TANTE NOVITA’ PER L’ALCHEMIE, CHE SI PROPONE COME IL FOOD & BEVERAGE FUSION CLUB DI TENDENZA PER L’INVERNO 2015-2016.
La stagione invernale 2015/16 dell’Alchemie è partita all’insegna di un grande entusiasmo e tanta voglia di sedurre gli ospiti che scelgono questo - davvero trendy! - “food and beverage fusion club” per vivere esperienze di altissima qualità, che stupiscono ad ogni nuovo assaggio. La famiglia De Georgio, con in testa i fratelli Bruno e Sergio, dopo l’innegabile successo delle serate proposte la scorsa primavera, quando si sono alternati i nomi più blasonati della cucina griffata isolana, Pasquale Palamaro dell’Indaco (stella Michelin), Crescenzo Scotti del Cappero (stella Michelin) al Therasia di Vulcano e Libera Iovine, anima del glorioso Melograno (già stella Michelin), ha deciso di riproporre la formula vincente dello “show cooking” (ovvero la cucina “a vista”), sfruttando il grande banco circolare di fronte al quale possono
corso V. Colonna, 123 - Ischia tel. 081. 981589 FB Alchemie Friends Club
sedere una trentina di ospiti e al centro del quale cucinano i grandi chef. Quest’anno, l’Alchemie ha anche rinnovato e potenziato la propria struttura rimodulando la sala (declinandola con una nuance tra il pervinca ed il rosso prugna) ed ampliando i posti a sedere in modo da consentire a 70 persone di trovarvi posto. Lo stile di cucina prescelto sarà sempre fusion ed ancora una volta ai fornelli ci saranno alcuni degli chef più quotati della cucina ischitana (e non solo). La sfida sarà quella di apparecchiare una carta dei vini interamente composta da etichette straniere, in modo da offrire al palato sentori ed armonie di gusto totalmente inediti. Le cene (per le quali è necessaria la prenotazione), si svolgeranno il primo venerdì di ogni mese e comprenderanno sempre anche la presenza in sala di artigiani che racconteranno agli ospiti i segreti delle manifatture dei prodotti da loro realizzati. Il costo varierà tra i 60 e gli 80 euro a testa.
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AL VECCHIO CAPANNACCIO
TRATTORIA PIZZERIA
via Baiola, 128 - Forio tel. 081. 987571 cell. 333 7988687 FB Al Vecchio Capannaccio
IL CALORE DEL RISTORANTE TIPICO E PIATTI REALIZZATI CON ACCOSTAMENTI CHE ESALTANO I SAPORI PER UN COMFORT FOOD CHE APPAGA TUTTI. calore del ristorante tipico. Sontuosi i taglieri di antipasti, con salumi e formaggi accostati a ortaggi lavorati in tutti i modi possibili, parmigiana, piccole fritture realizzate sempre a partire da ingredienti freschi, ma anche alici in varie forme, cozze (da provare quelle alla griglia con un gustoso intingolo), polpo anch’esso alla griglia, calamaro ripieno con provola. Fra i primi c’è davvero l’imbarazzo della scelta: in questo periodo da provare gli gnocchetti mantecati con un intingolo di porcini e polpa di coniglio all’ischitana, in alternativa l’accostamento porcini, taleggio e coniglio, e poi i paccheri con scamorza, melanzane e salsicce oppure speck, zucchine e funghi. Trionfano sulla brace a vista i differenti tagli di carne, che vengono arrostiti dopo essere stati lavorati da uno specialista che stabilisce la giusta temperatura e tempo di cottura perché sprigionino tutto il loro sapore. Le pizze sono preparate secondo la tradizione nell’impasto, ma anche qui si ama innovare, da provare, quindi, quella con coniglio, provola e funghi. Grande varietà per i dolci: delizioso il che“Al Vecchio Capannaccio”, sulla tranquilla via Borbonica, a Forio, si de-
esecake, e poi crostate di mele o di frutti di bosco, semifreddi, pastiera,
finisce trattoria e Giancarmine Verde e Carlo Mattera interpretano nel
babà, tiramisù. E anche in inverno si propongono serate-evento con la
modo migliore lo spirito di una cucina saporita, fatta di profumo di carne
coinvolgente musica della posteggia dal vivo.
alla brace e funghi porcini. Che vi si trascorrano le serate d’inverno con gli amici o in due nella articolata sala allestita con personalità (pavimento in cotto bellissimo, grande stufa, soffitto in legno, arredi contadini distribuiti con equilibrio), o la primavera e l’estate sulla terrazza in tufo verde sotto il magnifico pergolato di vite, il Vecchio Capannaccio comunica con gli ambienti (un tempo era un casale di campagna) e attraverso il cibo il
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DELFINI STRAND HOTEL TERME
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text_redazione Ischiacity photo_Raffaella Barbieri
L’INCANTO DI UN LUOGO SPECIALE DOVE GUSTARE UNA CUCINA IN EQUILIBRIO FRA TERRA E MARE.
Quello che è probabilmente il panorama più affascinante che regala l’isola d’Ischia - la baia con gli scogli di S. Anna e il Castello Aragonese - fa da sfondo ad un hotel che è nato per dare emozioni indimenticabili. Al quattro stelle lusso Delfini Strand Hotel Terme, infatti, la famiglia Buono ha consolidato un’esperienza che le consente di spaziare dall’ospitalità alberghiera all’organizzazione di matrimoni ed eventi mettendoci sempre la medesima professionalità, attenzione alle esigenze di chi sceglie la struttura, passione per il proprio lavoro. E non è un caso che Pascal
Vicedomini, patron e anima del Global Film & Music Fest, la kermesse
moltissimi yacht che si fermano nella baia, e che è aperto anche per cene
dedicata al cinema che porta a Ischia grandissime star da tutto il mondo,
a lume di candela: con un servizio taxi dell’hotel gli ospiti si trasferiscono
puntualmente torna ogni anno con i suoi ospiti sulle terrazze dei Delfini
direttamente dalla loro barca alla terrazza, dove si propone un menù à la
affacciate sulla rada di Cartaromana per una delle feste che caratteriz-
carte, in cui domina il pescato più raffinato: astici, aragoste, ostriche in
zano la manifestazione. E la stessa scelta la fanno tante coppie di sposi:
preparazioni che ne esaltano i sapori e i profumi.
l’ariosa sala interna, di recente ristrutturata per accogliere con agio 200 ospiti, come gli spazi esterni intorno alla piscina, sono il palcoscenico per feste di nozze sontuose, e, naturalmente, è di primaria importanza il banchetto, che i Delfini allestisce nella sua cucina grazie a una affiatata brigata, guidata da uno chef con numerose esperienze in ristoranti stellati. Abili esperti di intaglio trasformano frutta, verdura, burro e ghiaccio in sculture per coreografici allestimenti decorativi; il menù, che viene proposto in differenti formulazioni, comprende un ricco aperitivo a buffet con fritture, finger food, trionfi di mozzarelle e salumi, ostriche, e a seguire antipasti, primi e secondi sia di terra che di mare, e piccola pasticceria che precede l’apertura della torta. L’esclusività, con pochi tavoli sotto un freschissimo gazebo a un passo dai magnifici scogli di S. Anna, caratterizza, infine, i Delfini d’Aragona, il ristorante prescelto in estate da Via Nuova Cartaromana Isola d’Ischia (NA) Tel. +39 081 981341 +39 081 981842 Fax +39 081 993508 info@hoteldelfini.it
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text_redazione Ischiacity photo_Raffaella Barbieri
L’INNOMINATO RISTORANTE PIZZERIA PER ESPLORARE LA RICCA CARTA DELLE PIZZE E SCOPRIRE INEDITI ACCOSTAMENTI DI SAPORI. Bernardo Cigliano, tantissimi anni come barman e sommelier e poi come ristoratore, pur avendo preso da meno di un anno le redini dello storico ristorante L’Innominato a Ischia, ha dato subito la sua personale impronta a questo locale ampio, con un bellissimo panorama sul castello Aragonese e accoglienti sale che anima con musica dal vivo ed eventi che coinvolgono il pubblico seduto ai tavoli. Ha scelto una cucina che spazia fra i piatti della tradizione italiana rielaborati per esaltare consistenze e profumi, ma anche con attenzione alla richiesta di leggerezza. Si va dai fiori di zucca farciti con ricotta e formaggio morbido al soufflé di spinaci con fonduta; fra i primi con i primi freddi, accanto alla pasta fresca ripiena di pescespada e aneto o a quella condita con il ragù di mare, coccio, scorfano e rana pescatrice, cotto lentamente a fuoco dolce per diverse ore, arrivano le tagliatelle al capriolo e il raviolo al tartufo con salsa alle noci, e fra i secondi trionfa la carne alla brace, o il filetto - al pepe, al gorgonzola, alle mandorle. Per chi preferisce il pesce, da provarlo cucinato in carta fata, un involucro che consente di cuocere senza grassi, mentre le cozze e gli aromi - olive, capperi - enfatizzano il gusto dell’orata o della spigola. Altrettanta cura e ricerca creativa per la pizzeria: accanto a quello tradizionale ha introdotto impasti speciali: ai 5 cereali, kamut e farro, alla barbabietola ricca di fibre, al cacao, allo zafferano (questi soprattutto nel finesettimana) senza glutine (si fa anche cucina vegana), che si sposano sì con i gusti classici,
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via Fasolara, 29 - Ischia tel. 081. 992690 cell. 347. 6613126 FB Ristorante e Pizzeria l’Innominato
133 ma vale la pena di provarli con inediti accostamenti come i 5 cereali con gorgonzola dolce, funghi porcini e noci o con provola e prosciutto crudo essiccato e reso croccante in padella, o ancora, al pesto e pomodori secchi, o con mortadella e pistacchi. Molto sfiziose quelle legate alla stagionalità dei prodotti, per esempio in primavera, spopola la pizza alle fave e pancetta: insomma, i fedelissimi dell’Innominato ogni settimana sono curiosi di scoprire un nuovo matrimonio di sapori. La grande esperienza come sommelier fa di Bernardo Cigliano la persona ideale per consigliare il vino da accostare ai piatti scelti, scegliendo in una cantina davvero ricca e per chi ama la pizza, tante le birre artigianali anche bio. Per Ischiacity sono stati realizzati: tartare di tonno alla mela verde e anice stellato, ‘cappello’ di pane pizza con scottona danese, parmigiano e riduzione di balsamico e monobignè con crema alla vaniglia e bourbon e cioccolato fuso.
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RISTORANTE L’OSTRICARO DA PROVARE ASSOLUTAMENTE I CRUDI DI PESCE, IN QUESTO RISTORANTE DOVE IL MARE LA FA DA PADRONE.
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Le cruditè, i crostacei più ricercati, le infinite
scarpone, erba cipollina ed essenza di arancia,
varianti di paste, il pesce, ma anche la carne
oppure, carpaccio di tonno, dentice o polpo,
argentina, la mozzarella di bufala campana, gli
esaltando sempre il sapore delle materie pri-
ortaggi di stagione locali, i dolci della tradizio-
me - pescate nel Golfo o coltivate ad Ischia.
ne napoletana sono solo alcune delle perle rac-
E ancora, frutti di mare alla griglia, insalata di
chiuse all’interno del menù dell’Ostricaro, tutte
gamberi con scaglie di pecorino sardo e frutta
da assaggiare. Nel loro ristorante a un passo
(fragole, avocado o melone natalino, a secon-
dal mare sulla Riva Destra, nel cuore “gastro-
do della stagione), tre tipi di pesce marinato,
nomico” del comune di Ischia, ogni sapore,
alici, pesce spatola e tonno per esempio, e an-
profumo, accostamento è studiato dai proprie-
cora polpo lesso con patate e calamaretti fritti.
tari Francesco De Angelis e Michele Viscione,
Anche primi e secondi sono variegati, sempre
per creare un percorso del gusto. Di solito, si
dedicate al mare: per esempio, gnocchetti con
parte con gli antipasti crudi, ostriche, tartufi,
gamberoni di Mazzara e scialatielli con fiori di
mix di tartare, di gamberoni con mozzarella di
zucca e astice. Da non perdere i frutti di mare
bufala accompagnati da crema di ricotta e ma-
alla griglia, per i quali si segue un procedimen-
to di cottura particolare: si prepara un intingolo di olio, sale, pepe, limone, erba cipollina, in cui si immergono prima della cottura su pietra lavica e dopo che si sono schiusi, in modo che la cottura avvenga tramite il contrasto tra il caldo del vapore e il freddo del sughetto. Ad ogni carrellata di portate si abbinano vini diversi, da scegliere tra le oltre cento etichette della ricca cantina. E non c’è modo migliore di finire un pasto tanto particolare che con un pezzetto di tradizione ischitana e campana: il limoncello fatto in casa dalla signora De Angelis e i freschissimi dolci al cucchiaio.
via Porto (Riva Destra), 44 - Ischia tel. 081. 981845 cell. 340. 0740082 | 331. 4048700 www.ristoranteostricaro.it
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IL WELLNESS FOOD DELLA FONTE DELLE NINFE NITRODI Stare bene attraverso il cibo, o meglio ANCHE grazie a quello che mangiamo, questa la nuo-
text_redazione Ischiacity photo_Raffaella Barbieri
va frontiera del benessere proposta dalla Fonte delle Ninfe Nitrodi, il parco termale idroaromaterapico che presenta una concezione del termalismo che abbraccia lo star bene globale, di tutta la persona, dentro e fuori. Le formidabili proprietà delle acque minerali ipotermali della sorgente di Nitrodi, a Barano d’Ischia, note da millenni per la loro capacità di favorire la trofia dei tessuti, sia a contatto della pelle che bevendo l’acqua, si uniscono a quelle delle erbe aromatiche nei percorsi aromaterapici del parco e sono alla base dei prodotti cosmetici in cui si combinano a principi attivi tratti dalle piante. Ed ora, nasce la linea Wellness Food, in cui l’acqua di Nitrodi entra nella realizzazione di piatti che sommano le qualità positive delle acque a quelle delle materie prime utilizzate: in particolare, presentiamo lo sformatino di riso Venere con verdure, che si può assaggiare presso il punto di ristorazione della Fonte delle Ninfe Nitrodi. Il Venere è un riso speciale pigmentato, nato dall’incrocio tra una varietà asiatica ed una italiana. In passato, il riso nero in Cina era a disposizione solo degli imperatori proprio per le eccezionali proprietà di sapore e profumo (che richiama quello del pane appena sfornato) e nutritive. Oggi, grazie al lavoro della
CIBO BENESSERE: INGREDIENTI DI GRANDE QUALITÀ E ACQUA DELLA SORGENTE DI NITRODI PER UN PIATTO ANTIAGE.
via Pendio Nitrodi (loc. Buonopane) Barano d’Ischia tel. 081. 990528 www.fonteninfenitrodi.com
Sapise (il consorzio che riunisce i coltivatori di riso italiani del Piemonte e della Sardegna) è a disposizione della creatività di chef e cuochi anche solo per passione: molto versatile, infatti, si presta a tanti piatti, una volta lessato, è perfetto da saltare in padella con verdure, pesce o carne, ma pure per realizzare risotti e gustose insalate. Nel piatto proposto il riso Venere viene cotto nell’acqua di Nitrodi e poi unito alle verdure con un condimento leggero che esalta gusto e caratteristiche dei diversi elementi del piatto. Infatti, le sue proprietà sono davvero interessanti: il tipico colore viene dalla presenza di antociani, potenti antiossidanti e antiradicali liberi e quindi antiage naturali presenti anche in frutta come i mirtilli. Essendo un riso integrale è ricco di fibra e fosforo, contiene minerali come calcio, ferro, zinco e selenio, ed è senza glutine.
VOLETE VIVERE UNA VACANZA INDIMENTICABILE A ISCHIA? Volete trascorrere una giornata in una piscina termale, fare un massaggio rigenerante, gustare i piatti tipici dell’isola, salire in cima al monte Epomeo, fare il bagno in una baia spettacolare, acquistare nei negozi più forniti? Insomma, volete conoscere i lati più piacevoli di una vacanza a Ischia! Utilissima Ischia è la guida giusta per accompagnarvi alla scoperta di tutto questo e molto di più: vi dà una ricca selezione di negozi, ristoranti, noleggi e aziende di qualità, l’App Utilissima Ischia per IPhone e Android disponibile gratuitamente in App Store e Google Play, un sito aggiornato, www.ischiautilissima.it, in cui potrete trovare le aziende e conoscere gli eventi che si tengono nell’isola (feste, sagre, mostre, spettacoli pubblici, ma anche happy hours, serate a tema, promozioni indetti dalle aziende del circuito) e le indicazioni necessarie per raggiungerli attraverso il servizio di geolocalizzazione. BUONA VACANZA E GRAZIE PER AVER SCELTO ISCHIA.
RISTORAZIONE ED ENOGASTRONOMIA COCO’ RISTORANTE
TRANI BAR PASTICCERIA GELATERIA
via Aragonese, 1 (piazzale delle Alghe) - Ischia Ponte tel. 081. 981823 www.ristorantecocoischia.com
via G. da Procida, 9 - Ischia Ponte tel. 081. 19172166
DA CICCIO RISTORANTE
L’OSTRICARO RESTAURANT
via Luigi Mazzella, 32 - Ischia Ponte tel. 081. 991686 / 340. 7115430 FB: amici del ristorante da Ciccio
via Porto (Riva Destra), 44 - Ischia tel. 081. 981845 cell. 340. 0740082 | 331. 4048700 www.ristoranteostricaro.it
L’INNOMINATO RISTORANTE PIZZERIA
L’ALTRA MEZZANOTTE RESTAURANT
via Fasolara, 29 - Ischia tel. 081. 992690 cell. 347. 6613126 FB Ristorante e Pizzeria l’Innominato
via Porto, 71 (Riva Destra) - Ischia tel. 081. 981711 FB L’altra Mezzanotte Pizzeria
ZI’ NANNINA A MARE
OSTERIA DEL PORCO
via V. Telese, 18 - Ischia tel. 081. 991350 www.zinannina.com
via Porto 91/93 (Riva Destra) - Ischia tel. 081. 901841 cell. 3358418877
ATELIER DELLE DOLCEZZE
ISCHIA SALUMI
via E. Cortese (piazza degli Eroi), 37 - Ischia tel. 081. 3334587 www.atelierdolcezze.it FB Atelier delle Dolcezze
via Luigi Mazzella, 100 - Ischia Ponte tel. 081. 992411 via A. Migliaccio, 46 - Barano d’Ischia (loc. Buonopane) tel. 081. 906011 www.ischiasalumi.com
‘O VASCIO MOZZARELLA COCKTAIL BAR
CATARI’ PIZZERIA RISTORANTE
via Porto, 75 Riva Destra - Ischia tel. 335. 8150783 FB ‘O Vascio Cocktail Bar
piazza Maio, 27 - Casamicciola Terme tel. 081. 996885
AL VECCHIO MONFALCONE by IL SIGNORE DEGLI AGNELLI RISTORANTE piazza Marina, 1- Casamicciola Terme tel. 081. 980960 | cell. 334. 3838885
LA PASSIONE RISTORANTE corso L. Manzi, 19 Casamicciola Terme tel. 081. 994759 FB Ristorante La Passione
CANDY CREAM GELATERIA
BAR TRIANGOLO PASTICCERIA GELATERIA
via Marina, 36 - Casamicciola Terme tel. 081. 980626 FB Candy Cream Gelateria
via Roma, 144 - Lacco Ameno tel. 081. 994364 www.bartriangolo.it
LA CANTINA DEL MARE WINE BAR E RISTORANTE
DELFINO RISTORANTE
corso A. Rizzoli, 20 - Lacco Ameno tel. 081. 3330322 / cell. 333. 5852178 FB La Cantina Del Mare
corso A. Rizzoli, 106 - Lacco Ameno tel. 081. 900252
INDACO RISTORANTE GOURMET
LA BELLA NAPOLI RISTORANTE
Albergo della Regina Isabella piazza S. Restituta, 1 - Lacco Ameno tel. 081. 994322
via Marina, 18 - Forio tel. 081. 986392 www.bellanapoliischia.it
AL VECCHIO CAPANNACCIO TRATTORIA PIZZERIA
SNACK BAR SACCHETTI
via Baiola, 168 - Forio tel. 081. 987571 | cell. 333 7988687 FB Il Capannaccio Ristora
piazzale Citara - Forio tel. 328. 7551357 FB Bar da Antonio a Citara
LA RONDINELLA DA ANNA RISTORANTE
NONNO FRANCHINO PANETTERIA TAKE AWAY
via T. Cigliano, 106 (spiaggia di S. Francesco) - Forio tel. 081. 987788
via Marina, 21 - Forio tel. 081. 5071435 cell. 339. 4151674
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