COVER
MIRIAM ONORATO
CHEF STELLATI PASQUALE PALAMARO ANDREA MIGLIACCIO NINO DI COSTANZO
SPECIAL GLOBAL FILM & MUSIC FEST 2015
FASHION ANTONIO CRISANO GIANLUIGI GRIMALDI CRI LOSYUK MIRIANO MANCUSI CHIARA DI DONNA
LIFE
PAOLO CREPET anno 12 - N째41 inverno 2016 ischiacity.it
euro 4,50
ischiacitydivisionepubblicitĂ
PHOTO_Riccardo Sepe Visconti MODELS_Ciro Manna e Diego Barbato DRESS_ Italmoda, Casamicciola Terme
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D I R E C T O R
i
LETTERA APERTA AL GOVERNATORE VINCENZO DE LUCA
- che con la periferia raggiunge circa 3 milio-
d’altro canto, ha tutto l’interesse ad offrirsi per
ni di abitanti - comprende grosso modo 200
questo compito (ecco a cosa alludevo quando
strutture ricettive attraverso le quali realizza
le assegnavo la maglia n°10 nella squadra del
Immagino che il Governatore debba agire un
intorno ai 2 milioni di presenze nell’arco di 12
turismo). Infine, vale la pena di sottolineare che
po’ come un allenatore: sfruttare i punti di for-
mesi. E questa macroscopica differenza deter-
l’attuale sindaco di Ischia è anche il primo dei
za di ogni singolo componente della sua squa-
mina la pesantissima crisi del commercio che la
non eletti al Parlamento Europeo e come tale,
dra per quel che vale e per le sue potenzialità,
città patisce drammaticamente da molto tem-
per scorrimento, ha la probabilità d’essere tra-
possibilmente cavando il meglio che si può da
po. Ecco, allora, che occorre assumere Ischia
sferito a Strasburgo: in questo caso potrebbe
ciascuno di essi.
quale modello di riferimento allorché si parli di
rappresentare il perfetto anello di collegamen-
La vocazione dell’isola d’Ischia è quella di fare
progettare una risposta efficace in termini di
to fra la nostra territorialità e le direttive che
turismo e tra le tante località limitrofe è sicu-
riqualificazione e rilancio dell’offerta turistica.
dall’Europa devono essere adottate per rilan-
ramente il luogo a più alta concentrazione di
Il Governatore De Luca questa idea credo che
ciare il sud Italia. Vincenzo De Luca conosce
strutture ricettive e di migliore performance
l’abbia molto chiara, avendo già, da Sindaco,
molto bene quest’isola, e da Governatore l’ha
per numero di presenze annuali. Come dire,
lavorato con grande impegno per dotare Saler-
già visitata diverse volte, interessandosi fattiva-
in termini calcistici, che Ischia veste la maglia
no di validissime prospettive nel campo dell’o-
mente alla nostra realtà (risolvendo fra l’altro in
numero 10! Non bisogna (non avrebbe senso)
spitalità. Ecco perché, da Presidente di Regio-
tempi rapidi le annose problematiche legate al
mortificare negli schemi di gioco il ruolo di un
ne, ha voluto, fin dal suo recente insediamento,
trasporto su gomma).
fuoriclasse capace di determinare il risultato di
lanciare l’idea della Convocazione degli Stati
E’ con questo spirito che io, anche da uomo
una partita. Ecco perché, per l’organizzazio-
Generali del Turismo. Idea che, a parer mio, ri-
che in un recente passato ha svolto compiti di
sulta ancora più vincen-
rappresentanza nelle istituzioni locali, da gior-
te se si tiene conto di
nalista sensibile alla comunicazione, e soprat-
alcune peculiarità spe-
tutto da “amante perduto” di ciò che orbita
cifiche della Campania:
intorno a Napoli ed opera nel Meridione, ri-
la facile raggiungibilità
volgo il mio appello al Governatore affinché ci
(porti, stazioni, aero-
convochi e ci consulti per lavorare insieme alla
porti, autostrade); la si-
realizzazione degli Stati Generali del Turismo,
Italia retrocesso in termini economici (e di oc-
curezza; la seduttività dei luoghi; l’accoglienza
proponendoci quale luogo di accoglienza per
cupazione) rispetto al resto della nazione, per il
climatica; la multiforme, profondissima cultura
l’organizzazione dell’evento.
mancato aggancio alla locomotiva turistica che
e, non ultimo, il fatto che si mangi da Dio! Tutto
Caro Governatore, se avrà modo di leggere
traina il rilancio economico delle regioni del
ciò lo coniugherei con la proclamata intenzione
questo mio appello e se lo vorrà, potrà contat-
Centro e del Nord. Ma nel Sud proprio l’isola
del Governo Renzi di dare vita ad un ministero
tare me al 347. 6197874 o uno dei sei Sindaci
si distingue per il suo virtuosismo in controten-
per “Gli affari del Mezzogiorno” il quale, mol-
per valutare insieme questa proposta. A nome
denza con tutte le altre località: Ischia, infatti,
to presto, dovrebbe trovarsi a lavorare proprio
di tutta l’Isola la saluto molto cordialmente.
registra oltre 3 milioni e 200mila presenze l’an-
su questi temi. Ecco, allora, che appare impre-
no (pur lavorando poco più di 6 mesi all’anno),
scindibile e di grande attualità il progetto del
mantenendo aperte in attività 400 strutture
Governatore ed a maggior ragione risulterebbe
ricettive in un piccolo territorio come il nostro
valido candidare Ischia per dargli vita, poiché
che conta 60mila abitanti, con tutto l’evidente
non solo essa è una località di forte visibilità e
indotto occupazionale che viene a crearsi ed
prestigio internazionale, ma contempera anche
i benefici per il commercio ad esso connessi.
l’esistenza di una notevole quantità di strutture
Per fare un raffronto che consenta di capire la
in grado di accogliere con efficienza l’organiz-
portata di questi dati, basti pensare che Napoli
zazione di un evento di questa portata. Ischia,
ne degli Stati Generali del Turismo, candido (a ragion veduta) l’Isola
d’Ischia.
L’annuale
rapporto SVIMEZ, reso pubblico questa estate,
Ischia con i suoi 3 milioni e mezzo di presenze che la pongono al vertice del PIL turistico campano, è il luogo ideale per accogliere gli Stati Generali del Turismo.
ha fotografato un Sud
RICCARDO SEPE VISCONTI
S U M M A R Y
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CREDITS editorinchiefcreativedirector riccardosepevisconti executivedirector silviabuchner marketingdirector ceciliad’ambrosio artdirectorstyle umbertoarcamone
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COVER_Miriam Onorato AD & PHOTO_Riccardo Sepe Visconti HAIR_Cirino Bros MAKE UP_ Aglaia DRESS_ Nerone Donna JEWELRY_ Bottiglieri Gioielli
editors gianlucacastagna_special pasqualeraicaldo_life riccardostrada_nature manuelabottiglieri_business rominadicostanzo_story ceciliad’ambrosio_wine
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PHOTO riccardosepevisconti T. 347 61 97 874 simonedesanctis dayanachiocca raffaellabarbieri
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CONTRIBUTING
39 18 FASHION
SPECIAL
CHEF
18 Antonio Crisano 25 Cri Losyuk 39 Il giorno del sì 48 Gianluigi Grimaldi
32 Nathalie Emmanuel 34 Mario Martone 36 Andrea Bocelli
68 Pasquale Palamaro 72 Nino Di Costanzo 76 Andrea Migliaccio 80 Per me la pizza è libertà
NATURE
108 Liturgia di un cocktail 110 Speciale gusto
83 Il buon sapore della nostra terra 89 Nettuno, il suo Regno, i suoi sudditi
COVER 54 Miriam Onorato
LIFE 22 Crepet: l’Italia che non sa crescere
makeupartist nancytortora hairdresser peppecirino stefanocastaldi cristiansirabella enzocuomo
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FOOD
models chiaradidonna antoniocrisano crilosyuk gianluigigrimaldi mirianomancusi auroracervera mariadellaconfusione miriamonorato
STORY 86 Storie del mare d’Ischia
POLITICS 17 L’Europa ci vuole uniti
WINE 92 La Pietra di Tommasone
editore officinaischitana delleartigrafiche s.r.l. via A. De Luca, 42 80077 ischia - italy redazione@ischiacity.it ischiacity.it retefissa +39.081.5074161 retemobile 347.6197874 direttoreresponsabile riccardosepevisconti N°41, anno 2016 registrazione tribunale di napoli, n°5 del 5 febbraio 2005 stampa tipografia press up srl, nepi, viterbo
P O L I T I C S
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L’EUROPA CI VUOLE UNITI text_Pasquale Raicaldo
E’ L’APPELLO CHE DOMENICO BARRA, COMMISSARIO DELL’AZIENDA DI CURA, SOGGIORNO E TURISMO HA RIVOLTO AI COMUNI ISOLANI, PROPONENDO IL “PIANO STRATEGICO TERRITORIALE PER LO SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO DELL’ISOLA D’ISCHIA”: PERCHE’ REALIZZARE UN TAVOLO DI CONCERTAZIONE E’ L’UNICO MEZZO PER RIUSCIRE AD ACCEDERE A IMPORTANTI FINANZIAMENTI EUROPEI. Formula anticrisi o soluzione obbligata? Prove tecniche di Comune Unico
una pianificazione comune e in assenza di obiettivi e concertati».
o accorta tattica per prendere l’ultimo treno dei finanziamenti europei?
Non di rado, in effetti, gli slanci di un’amministrazione o di un sindaco
Si chiama “Piano strategico territoriale per lo sviluppo socio-economico
sono parsi tutt’altro che nati in accordo con il territorio, producendo l’ef-
dell’isola d’Ischia” la piattaforma sulla quale Domenico Barra, commis-
fetto deleterio di un’isola dalle mille anime (almeno sei, naturalmente).
sario dell’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo delle isole di Ischia e
Sforzi decuplicati per risultati minimi. Zero coordinamento. Anzi, come
Procida, ha invitato i sei sindaci.
ha sottolineato il Commissario
Per pensare, tutti insieme e au-
«molte iniziative si sovrappongo-
spicabilmente senza le divisioni di
no, a volte si contrastano, con il
sempre, all’isola che verrà. Non
negativo effetto di disperdere utili
solo filosofia, però: l’obiettivo più
risorse finanziarie e provocare una
immediato, e già dichiarato, resta
notevole riduzione del livello di ef-
quello di approntare linee d’azione
ficacia degli interventi programma-
condivise e unitarie, seguendo le
ti». Di qui, dunque, l’iniziativa - ai
indicazioni della Commissione Eu-
nastri di partenza - dell’Azienda di
ropea in tema di politica di coesio-
Cura e Soggiorno: proficui i primi
ne 2014-2020 e di sviluppo locale,
incontri, il tempo dirà se la strada
e mirare con efficacia ai fondi del
intrapresa è quella giusta. Tutti gli
nuovo POR 2014-2020. «Per una
attori hanno accettato «di ricono-
valida interlocuzione con Unione
scersi nell’obiettivo di dotare l’in-
Europea e Regione - ha spiegato
tero territorio dell’isola di un Piano
Barra - è necessario un approccio
strategico che sia strumento di mi-
strategico integrato sul territorio,
glioramento accettato da tutti: enti
infatti gli strumenti a disposizio-
pubblici, soggetti privati e della so-
ne sono capaci di dare risultati
cietà civile, parti sociali e associa-
tangibili solo se inquadrati in una
zioni di categoria».
politica integrata e multisettoriale
L’isola come soggetto unitario, in
di crescita. E non a caso l’orienta-
attesa di comprendere se e come
mento regionale consiste nell’evi-
possa riprendere l’iter per la crea-
tare una miriade di proposte che
zione del Comune Unico. Quanto
conducono
alla
al Piano, la programmazione toc-
distribuzione di finanziamenti pub-
cherebbe aspetti cruciali per la sua
inevitabilmente
stessa esistenza: dalla depurazione
blici a pioggia». I sei Comuni dell’isola d’Ischia, capeggiati da Forio, non si sono fatti
a un progetto di utilizzazione degli arenili, dal ripascimento delle spiag-
pregare: hanno firmato il protocollo d’intesa, concordando appieno sullo
ge alla mitigazione del rischio idrogeologico, dalla rigenerazione urbana
spirito dell’iniziativa, e hanno sottolineato come «l’allarmante perdurare
alla diffusione delle energie rinnovabili. Passando per l’implementazione
della crisi economica renda necessario ed urgente intraprendere inizia-
delle filiere termali e del turismo del benessere. Non ci sarebbe tempo
tive sul posto dirette alla tutela del benessere della nostra comunità, a
da perdere.
contrastare l’attuale recessione e a favorire un’ulteriore espansione sostenibile, la competitività e la crescita socio economica dell’intero territorio isolano». E tra gli scopi prioritari, compare quello di evitare la «frammentazione delle iniziative, avviate da molteplici soggetti senza
Per il modello, pantalone e camicia Berna, scarpe AT.P.CO, giaccone Allievi, per il barbiere, pantalone, camicia e pullover Berna, scarpe Geox.
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ANTONIO CRISANO
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Felpa e jeans Maison Nine Paris, scarpe Crime London.
AD_Oscar Pisani PHOTO_Simone De Sanctis MODEL_Antonio Crisano MAKE UP_Nancy Tortora per Aglaia, Ischia HAIR_Enzo Cuomo per Evolution Hair Style, Ischia DRESS&SHOES_ Pisani, Casamicciola Terme ASSISTANT_ Raffaela Mendella LOCATION_ Evolution Hair Style, S. Antuono, Ischia SPECIAL THANKS_ Enzo Cuomo
PISANI_Corso L. Manzi, 61 - Casamicciola Terme |
Pisani Casamicciola
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L I F E
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CREPET: L’ITALIA CHE NON SA CRESCERE text_ Pasquale Raicaldo
LECTIO MAGISTRALIS A ISCHIA PER LO PSICHIATRA E SOCIOLOGO PAOLO CREPET CHE, OSPITE DELL’OPERA PIA IACONO AVELLINO CONTE, RACCONTA I GIOVANI ITALIANI SENZA FARE SCONTI, IN PRIMO LUOGO AI GENITORI CHE LI EDUCANO PROTEGGENDOLI TROPPO, QUASI NON SI FIDASSERO DI LORO.
Un affresco sulle nuove generazioni, partendo da un duro “j’accuse” alle vecchie. Perché l’Italia dei bamboccioni, dei giovani che restano a casa fino alla soglia dei quarant’anni, della conoscenza delle lingue straniere che diventa un optional, è un paese destinato a perdere il confronto con gli altri paesi. E allora lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet, ospite della cerimonia di assegnazione delle borse di studio dell’ultimo concorso dell’Opera Pia Iacono Avellino Conte, non si è fatto pregare: una lection magistralis, la sua, che è stata anzitutto una disamina franca e schietta di un popolo che prova a spianare la strada ai propri figli, «finendo con il crescerli nella bambagia».
Educare non è foderare le mura della propria casa di gommapiuma: è insano educare le nuove generazioni togliendo la conoscenza del male e il dolore, quasi che la modernità imponga l’assenza totale di fatica, frustrazione e sconfitta.
televisivo, spesso chiamato in causa per consu-
cadendo nel mondo: è quel che ho risposto ai
lenze nei più celebri talk show - il padre di Bill
genitori che, spaesati, mi hanno chiesto lumi
Gates, al quale fu chiesto come avesse fatto
sui recenti, sanguinari attentati terroristici. Ma
ad allevare un simile genio, risposte laconico:
è insano quel che la nostra generazione ha fat-
Nel Grand Hotel Re Ferdinando di Ischia, in pre-
“Ho semplicemente tolto”. Perché l’intelligenza
to negli ultimi decenni, convinta che educare
senza del presidente dell’Opera Pia, Celestino
si sviluppa con la necessità di risolvere problemi
significasse celare ai figli il dolore. Un po’ come
Vuoso, del vescovo Pietro Lagnese e di alcu-
e trovare soluzioni. Se ci è dato tutto, ci si impi-
quella scuola alla cui inaugurazione mi hanno
ni dei sindaci dei comuni dell’isola, Crepet ha
grisce. Inevitabilmente».
mostrato un pavimento antitraumi. Mi sono
snocciolato storie e aneddoti. Con un unico filo
Sullo sfondo, le paure di un mondo incerto,
guardato intorno e ho chiesto al progettista:
conduttore: quei figli che non crescono più. O
minacciato dai terrorismi. «Così come è un atto
“Ma forse viviamo in case in cui non fa male
crescono tardi e male. Preservarli, spesso, vuol
empio preservare un bambino dall’esperienza
cadere per terra?”. Ecco, educare non può vo-
dire tarpare le ali. «Non per nulla - ha racconta-
di un funerale - ha spiegato lo psichiatra - è
ler dire foderare le mura della propria casa di
to Crepet, volto assai noto anche del panorama
giusto raccontare ai più piccoli quel che sta ac-
gommapiuma: è insano educare le nuove ge-
nerazioni togliendo la conoscenza del male e il dolore, quasi che la modernità imponga l’assenza totale di dolore e di fatica, frustrazione e sconfitta». Un folto pubblico, nel cuore di un sabato autunnale, ha seguito il percorso di Crepet, accompagnandolo con attenzione nei meandri di considerazioni e racconti, riflessioni e sentenze. «Non comprate libri sull’educazione. Non esistono decaloghi», ha sottolineato lo psichiatra. E ai genitori in sala ha suggerito di smettere, laddove sia presente, l’atteggiamento iperprotettivo nei confronti dei figli: «Li accompagnate fin dentro la scuola? Finitela. Fate in modo che i vostri bambini ci arrivino in autobus. Che socializzino coi compagni, che si innamorino, che si confrontino su quel rigo di una versioPiano. Non si accontentava di quel che vedeva,
videoclip realizzata da Graziano Petrucci, Ele-
comodamente, dalla sua finestra».
onora Sarracino, Emanuele Rontino e Marco
Creatività, autostima, talento, crescita perso-
Albanelli: ai giovani ischitani, è stato chiesto di
nale. «Ho visitato un’azienda di San Francisco
rispondere a una serie di domande sull’isola,
acquistata per una cifra imponente dalla mul-
sul lavoro, sulla famiglia e sulla politica. Poi,
tinazionale dell’informatica Cisco. Vi si produ-
l’assegnazione delle borse di studio del Con-
cono idee straordinarie e ognuno si veste come
corso per le scuole sul tema “Il lavoro: i giovani
gli pare. Ci sono cani e biciclette. Gli orari?
vivono una condizione caratterizzata da insicu-
ne di latino non compreso, salvando l’interro-
Sono un optional. Volete sapere quanti anni ha
rezza e precarietà, con la conseguente impossi-
gazione imminente. Siamo ossessionati dalla
l’amministratore delegato? Ventinove. E ha po-
bilità di progettare il proprio futuro”. Appunto.
necessità di preservarli da tutto, quasi non ci
sto una condizione: restiamo qui a lavorare, e
fidassimo di loro: diventiamo i loro camerieri,
con le nostre condizioni. Producendo in libertà.
eserciti di mamme come quelle che affollavano
Creando. Ecco, c’è un problema di fondo se nel
la scuola in occupazione di mia figlia, portando
mondo in cui viviamo, che resta un mondo pie-
vassoi di pasta al forno rovente. Ecco, ma un
no di opportunità, i giovani italiani si affaccia-
diciottenne non è un novantenne bisognoso di
no timorosi e spaesati, magari anche rassicurati
un bastone. Semmai, un ragazzo in rampa di
dalla casa di proprietà acquistata dai genitori,
lancio. Pronto a spiccare il volo, purché non gli
mentre in America a trent’anni sei già sulla cre-
si tarpino le ali».
sta dell’onda. E c’è un problema di fondo se
Un dato, su tutti. 2,6 milioni di giovani, in Ita-
anziché utilizzare il web cogliendone le poten-
lia, non studiano e non lavorano. Sono in una
zialità, ci fermiamo ai ‘pollicini’ su Facebook».
Un diciottenne non è un novantenne bisognoso di un bastone: semmai, un ragazzo in rampa di lancio, pronto a spiccare il volo, purché non gli si tarpino le ali.
sorta di limbo, non ancora introdotti nel mon-
Parole crude, l’aneddotica a supporto di una
do del lavoro. «Vi sembra un problemino da
teoria senza sconti. In una serata moderata da
poco? Non è così: con un fardello insostenibile
Ciro Cenatiempo e impreziosita da un lungo
come potremmo competere nel mondo? Perché io non credo nei miracoli: chi oggi a ventinove anni non ha sviluppato un talento, non lo farà a trent’anni. E quando a trent’anni non sai fare niente, è una brutta malattia. Perché abbiamo allungato la vita, certo, ma non l’ingresso nella vita. E allora rischiamo di tirar su generazioni che non vedano oltre i trenta centimetri dello schermo del proprio computer, quando bisognerebbe mirare all’infinito. Come quel mio amico che mi ha confessato che da piccolo oltrepassava con l’immaginazione il terrazzo di casa, guadagnando l’orizzonte lontano. Si chiamava Renzo
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CRI LOSYUK
Abito V.D.P., scarpe Michael Kors; orologio Magnesium, anelli e collane con ciondoli tutto Bulgari.
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Tuta Pinko; gioielli artigianali Massimo Bottiglieri.
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AD&PHOTO_Riccardo Sepe Visconti | MODEL_Cri Losyuk | MAKE UP_Nancy Tortora per Aglaia, Ischia HAIR_Stefano Castaldi per Fascino & Stile, Testaccio (Barano)| DRESS&SHOES_ La Caprese Pi첫, Ischia JEWELRY_ Massimo Bottiglieri Gioielli, Ischia - Forio | ASSISTANT_ Raffaela Mendella e Dayana Chiocca LOCATION_ Deposito Carburanti Ambrosino Petroli
Abito a fiori Pinko; gioielli Dodo Pomellato.
Abito e cappottino V.D.P., scarpe Michael Kors; bracciali Pandora.
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NATHALIE EMMANUEL text_Gianluca Castagna
IL SUCCESSO DEL SUO PERSONAGGIO NELLA SERIE TV “IL TRONO DI SPADE” E LA SUA BELLEZZA MELTING POT CHE INCANTA NE FANNO UNO DEI VOLTI DEL CINEMA DEL QUALE SENTIREMO PARLARE. Alcune lo sono già, altre lo stanno diventando, altre saranno famose tra poco: sono le hot celebrities, i personaggi caldi del momento. I volti da tenere d’occhio, dei quali sentiremo parlare nei prossimi mesi. Lontani dal divismo inteso nel senso più classico del termine, eppure delle celebrità che hanno fatto la storia del cinema possiedono qualcosa. Il talento, forse. E la bellezza. Ma anche l’abilità di lanciare mode e pronunciare ineluttabili fashion statement con un solo cambio di pettinatura. Sono bastati pochi giorni all’Ischia Global Fest per proiettare Nathalie Emmanuel tra le pagine dei magazine di moda, gossip e celebrità più venduti al mondo. Classica, sensuale, etnica. Ogni sera un look diverso per questa giovane attrice britannica dalle chiare ascendenze caraibiche che ha letteralmente incantato il golfo di Napoli. Gli occhi del pubblico sono rimasti rapiti dalle splendide immagini di questa 26enne che prima di incantare sul red carpet lo ha fatto in un sexy bikini sugli yacht ormeggiati nella rada di Lacco Ameno. La Emmanuel deve la sua popolarità a una delle serie tv più amate e seguite degli ultimi anni: “Il trono di spade”, ambientato nel mondo fantastico creato dallo scrittore statunitense George R. R. Martin nella sua saga letteraria “Cronache del ghiaccio e del fuoco”. Nel serial tv, giunto alla sua sesta stagione, la bella Nathalie ha il ruolo di Missandei, fedele servitrice di Daenerys Targaryen la quale l’ha liberata dalla schiavitù ancora ragazzina. Un personaggio nato in sordina, ma che nelle ultime stagioni è stato promosso anche in virtù del magnetismo, dell’intelligenza e della forza di volontà mostrata nel suo percorso narrativo di crescita. La popolarità della Emmanuel
35 non è limitata al piccolo schermo: nella passata stagione è entrata a far parte di due franchise cinematografiche dai grandi numeri e dai grandi incassi. E’ stata l’hacker Megan Ramsey nel settimo capitolo di “Fast and furious”, saga iperspettacolare su bolidi, avventure e femmine fatali che fa del controsterzo la sua legge fondante ed è nelle sale con “Maze runner - La fuga”, sequel di un primo capitolo che ha incassato 344 milioni di dollari e si appresta a diventare, complice la fine di “Hunger games”, il fenomeno cinematografico “young adult” dei prossimi anni. Premiata a Ischia come “migliore attrice europea dell’anno”, Nathalie Emmanuel continua a farsi strada nell’industria dell’entertainment a colpi di titoli di successo e bikini di fuoco. In attesa di un ruolo che possa conquistare la stima dei critici più severi. Del resto, il punto di riferimento è di quelli inarrivabili: Sua Maestà Meryl Streep. «La varietà dei ruoli e la sua versatilità - ha confessato - è ciò a cui aspira ogni giovane attrice».
S P E C I A L
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MARIO MARTONE
text_Gianluca Castagna
CON IL “GIOVANE FAVOLOSO” - CIOE’ GIACOMO LEOPARDI, UNA DELLE PIU’ ALTE VOCI DELLA POESIA MONDIALE - MARTONE HA AFFRONTATO UN PERSONAGGIO COMPLESSO, RILEGGENDOLO ALL’INSEGNA DELLA MODERNITÀ E DI UNO STREPITOSO VITALISMO. Esiste da sempre un cinema dove i duelli dialettici valgono quanto e più
diano. Tradurre da un linguaggio all’altro la straordinaria, bellissima e
di quelli fisici. Un cinema italiano che ha radici ancorate a melodrammi
terribile poesia di Giacomo Leopardi, uno dei protagonisti assoluti della
operistici o che, al contrario, sa essere didattico e fisico, che pone l’og-
letteratura di ogni tempo. Ma dopo aver affrontato il Risorgimento in
getto davanti a ogni smania narcisistica del regista e guarda a una messa
“Noi credevamo”, il regista napoletano è tornato a raccontare la storia e
in scena spoglia, a tratti essenziale, come un frutto acerbo, autentico e
la cultura dell’Ottocento italiano con un film dedicato a un personaggio
vivo. La fissazione mistica del presente-reale raramente si sposa con la
complesso, grandissimo e in buona sostanza inattuale rispetto allo spiri-
prospettiva filistea del botteghino, ma qualche volta avviene. La purezza
to del suo tempo. Quindi, profondamente cinematografico. “Il giovane
dello sguardo, lo spirito di servizio, la posizione morale (non moralistica,
favoloso”, premiato a Ischia come miglior film dell’anno, è una scom-
per carità di Dio) incontrano l’applauso del pubblico, l’encomio del pre-
messa vinta non solo per la quantità di premi prestigiosi conquistati nel
mio, la benevolenza delle corporazioni.
suo lungo cammino cominciato alla Mostra d’arte cinematografica di
Non era certo facile, per Mario Martone, filmare il verso poetico leopar-
Venezia e che dura tuttora nei mercati internazionali, ma perché è riusci-
to a rileggere l’esperienza umana e poetica di Leopardi all’insegna della modernità e di uno strepitoso vitalismo. Lontano, quanto più possibile, dall’agiografia, dall’immagine polverosa tramandata dalle scuole, dalle formulette della psicologia da rotocalco, pronte a schiacciare il poeta su una bipolarità irrisolvibile tra ragione e sentimento. “Così ho pensato di andare verso la grotta, in fondo alla quale, in un paese di luce, dorme, da cento anni, il giovane favoloso”. Le parole di Anna Maria Ortese hanno ispirato il titolo di un film nel quale sono presenti tutti gli elementi che hanno contribuito alla creazione del mito-Leopardi. La formazione a Recanati, con i richiami a un’arcadia infantile presto destinata a sciogliersi in una gioventù inquieta, claustrofobica e infelice; la smania insopprimibile di libertà; i desideri del corpo e il suo disfacimento; l’ostracismo della Chiesa per la sua visione “atea e materialista” e quello degli ambienti liberali e progressisti dell’epoca, che non potevano perdonargli la sua malinconia, il pessimismo radicale, la tragicità di un
fisico e la vitalità disordinata di Leopardi vestendoli di rabbia e tristezza,
pensiero che ovviamente entrava in rotta di collisione con la concezione
imprecazioni e silenzi, versi ammalianti e ghigni luciferini.
“ottimista” del mondo, dell’umanità e delle sue “sorti magnifiche e pro-
Martone già pensa al suo prossimo film e, nel frattempo, ha regalato a
gressive”. Infine, l’amicizia con Antonio Ranieri e il finale all’ombra del
Expo Milano un cortometraggio nato in Cilento, durante i sopralluoghi
Vesuvio sterminatore, metafora di un’esistenza opprimente e distruttrice
per i suoi progetti precedenti. E’ “Pastorale cilentana”, storia arcaica del
di ogni ansia vitale. Martone non schiva nemmeno la poesia, motore di
legame tra terra, uomo e animali, ambientata nel Medioevo. Quasi una
una ricerca interiore e intellettuale inesauribile. Una sfida forse impos-
chiusura del cerchio su cui scivola il rapporto tra Natura e Storia che fini-
sibile per un cinema a prevalente impianto teatrale, il che non significa
sce per proiettare il regista, nato con l’avanguardia, verso temi e forme
certo che sia teatro in scatola.
cinematografiche sempre più nuovi, sempre più ampi.
«Sono molto grato a Ischia Global Fest - ha dichiarato Martone nel corso della serata conclusiva della kermesse del luglio scorso - perché mi ha suggerito la direzione da dare a questo film. Il clima particolare, gli incontri, i continui scambi di idee, l’incoraggiamento dei colleghi a seguire fino in fondo le mie idee mi hanno aiutato a fare de “Il giovane favoloso” un film che parla una lingua più universale. Al successo italiano, davvero sorprendente, spero possa seguire presto un futuro internazionale altrettanto fortunato». Per quest’opera a metà strada tra romanzo popolare e lavoro radicale, incassi che abitualmente arridono solo alle commedie. Lo hanno visto studenti e intellettuali, giovani e adulti, neofiti della sala e cinefili accaniti. «La cosa più bella - ha aggiunto Martone - è come il film abbia continuato a vivere negli amori, nelle opinioni e nelle discussioni degli spettatori. Con i giovani che sono stati la forza decisiva di questo successo, ma anche tanti anziani tornati al cinema proprio grazie a Leopardi, il protagonista della pellicola». Un film che non sarebbe stato lo stesso senza il talento e la generosità del suo interprete principale, Elio Germano, straordinario nell’incarnare il decadimento
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S P E C I A L
ANDREA BOCELLI text_Gianluca Castagna
IL SUO NOME E’ SULLA ‘WALK OF FAME DI HOLLYWOOD’ E OGNI SUO DISCO SEDUCE IL MONDO INTERO, MA METTE ALTRETTANTA PASSIONE NEI PROGETTI FILANTROPICI DEDICATI A CHI SOFFRE. E’ l’artista di musica classica ad aver venduto
che sono anche suoi grandi amici: David Foster,
più dischi nel Regno Unito, anche con die-
Humberto Gatica e Tony Renis. L’amicizia con
ci album, tutti finiti nella top ten che hanno
quest’ultimo, decisiva per il lancio Usa, è forse
spaziato nel grande canzoniere pop melodico
la ragione del legame che Bocelli ha con l’isola
del Novecento. Come questo “Cinema”, usci-
d’Ischia, di cui è stato ospite in diverse occasio-
to il 23 ottobre in mezzo mondo, con cui ha
ni. Anche nella prima edizione di Ischia Global
voluto omaggiare le più belle colonne sonore
Film & Music Fest. Uno degli artisti italiani più
della storia del cinema. Andrea Bocelli è tor-
conosciuti e amati all’estero, forse ancora di
nato sul mercato discografico due anni dopo
più che nel nostro paese, è tornato la scorsa
“Passione”, avvalendosi dello stesso team cre-
estate sull’Isola Verde per ricevere il Telegatto
ativo di grandi artisti che dieci anni fa lo imposero, con l’album “Amore” nel mercato più difficile al mondo, quello americano. Tanto da conquistarsi una stella sulla celeberrima Walk of Fame di Hollywood. Tre maghi della musica
i
Speciale di Tv Sorrisi & Canzoni. «Per me - ha
ternazionali all’insegna di una consapevolezza
mo della sera”, con cui Andrea vinse Sanremo.
spiegato l’artista, durante la serata inaugurale
precisa: è l’amore che fa la giustizia».
Un caso unico, di cui sono molto orgogliosa».
della 13° edizione del festival ideato e prodotto
A ricordare gli inizi di Bocelli la sua scopritrice,
L’artista ha regalato alla platea di Ischia Global
da Pascal Vicedomini - i premi hanno sempre
Caterina Caselli: «Nel ’93 mi trovavo a Bassano
una sua versione, mai affrontata prima, né in
simboleggiato l’affetto e la stima della gente.
Del Grappa, c’era Zucchero che cantava “Mi-
pubblico né su disco, di un classico del reperto-
E’ al mio pubblico che li dedico. E’ una grande
serere”. Lontana dal palcoscenico, ho sentito
rio melodico italiano: “Rondine al nido”, di Vin-
responsabilità riceverli, li stringo al mio cuore e
una voce bellissima. Chi era? Subito dopo ha
cenzo De Crescenzo, con l’accompagnamento
penso sempre a come fare, da oggi in poi, per
intonato ‘Nessun dorma’ dalla “Turandot”.
speciale di Carlo Bernini e Andrea Griminelli,
meritarli davvero».
Ho conosciuto un ragazzo bellissimo, con una
flautista italiano tra i più sensibili della scena
Secondo molti, Andrea Bocelli rappresenta una
voce meravigliosa. Il giorno dopo, in ufficio, ho
internazionale. Una sola canzone per fendere
ventata d’aria nuova nell’ambito rigorosissimo
chiesto a un mio compositore una partitura che
la notte ischitana come una lama di ghiaccio,
dell’opera lirica, ambito che rischia spesso di
richiedesse grande estensione vocale. Dopo
tanto potente, vibrante e ricca di pathos è la
dimenticare la propria vocazione popolare, re-
15 giorni, gliela feci sentire. Era “Il mare cal-
sua interpretazione.
stando un fenomeno elitario. Secondo altri, la commistione lirica-pop può funzionare a livello discografico, come straordinario fenomeno mediatico. Mai nella fossa dei leoni di un teatro d’opera, dove alla voce prodigiosa dell’artista toscano i puristi non perdonano nulla (volume modesto, opacità nel colore, fraseggio generico). Ma le sabbie mobili in cui restano intrappolati ammiratori e detrattori scompaiono di fronti ai numeri e ai record di uno tra gli artisti italiani più applauditi sui palcoscenici internazionali. Neil Portnow, fra i nomi più potenti dell’industria discografica americana (è il patron dei Grammy, gli Oscar della musica) lo ha presentato così nelle notti delle stelle a Lacco Ameno: «La sua musica e la sua voce ispirano generazioni di cantanti in tutto il mondo. Non posso che dirmi entusiasta di poterlo ascoltare in un nuovo, incredibile lavoro. Voglio ricordare il suo impegno umanitario e filantropico nel quale mette energia, impegno, creatività, esattamente come nel proprio lavoro. Per i popoli in povertà, in condizioni difficili e di esclusione sociale, promuovendo progetti nazionali e in-
F A S H I O N
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IL GIORNO DEL SÌ
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Abiti e accessori degli sposi e delle damigelle, tutto Atelier Glamour Spose; gioielli, da sin. per Aurora parure Zoccai, per Maria gioielli APM Monaco, per Chiara parure in diamanti e acquamarina Zoccai, per Miriano gemelli Dupont, fedi Nardelli; portacandele sul caminetto SIA.
Abiti e accessori degli sposi e delle damigelle, tutto Atelier Glamour Spose; gioielli delle damigelle APM Monaco e parure in oro creazioni Bottiglieri; per Miriano orologio Armani, fedi in oro giallo e diamanti Nardelli, per Chiara solitario Recarlo, parure Zoccai.
AD&PHOTO_Riccardo Sepe Visconti MODEL_Chiara Di Donna, Miriano Mancusi, Aurora Cervera, Maria Della Confusione MAKE UP_Nancy Tortora per Aglaia, Ischia HAIR_Peppe Cirino per Cirino Bros, Ischia DRESS&SHOES_Atelier Glamour Spose JEWELRY_ Bottiglieri Gioielli, Ischia LOCATION_Albergo della Regina Isabella, Lacco Ameno SPECIAL THANKS_Allestimento floreale e oggettistica Gigino Trofa per Regina dei Fiori, Serrara Fontana ASSISTANT_Raffaela Mendella e Naomi Di Costanzo
B E A U T Y
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LA SPOSA DI AGLAIA text_ Redazione Ischiacity
Sono centinaia le spose che hanno scelto di affi-
ma al centro Aglaia si vuole garantire benessere
darsi alle mani delle truccatrici Aglaia per essere
ed armonia all’intera persona, in modo parti-
condotte fino al giorno delle nozze attraverso
colare in vista delle nozze: per questa ragione
un percorso che non lascia nulla al caso.
sono compresi scrub, massaggio antistress, pulizia viso, manicure e pedicure, epilazione e in
Più che mai il giorno del matrimonio una donna
quello dedicato alla coppia i trattamenti sono
vuole sentirsi splendida e valorizzata, far emer-
anche per lo sposo. Inoltre, al pacchetto base
gere la sua personalità, perché in fondo quella è
si può aggiungere ogni tipo di servizio fra i tanti
la ragione per cui il futuro marito si è innamora-
proposti: manicure e pedicure con ricostruzione
to di lei. Ma non è facile decidere per il meglio:
dell’unghia, copertura in gel o smalto semiper-
abito, make up, acconciatura devono far sentire
manente, trattamenti per il viso estetici ed antie-
la sposa a proprio agio, chiunque la vede deve
tà, epilazione definitiva, LPG e ossigenoterapia
dire “Che bella sposa” e non solo… “Che bell’a-
(per viso e corpo), un’ampia varietà di massaggi,
bito”! Per raggiungere questo obiettivo deve
fino a un’area parrucchiere dedicata al benesse-
essere convinta di ogni particolare, consapevole
re del capello, adoperando in ogni settore esclu-
del proprio fascino, sentirsi a suo agio, ‘indos-
sivamente prodotti di grande qualità.
sare’ non solo il vestito ma anche il trucco, elemento fondamentale nel giorno più importante, quando si sta sotto gli occhi di tutti e l’emozione è protagonista. Niente va improvvisato, occorre realizzare un trucco che la sposa sappia portare, che sia personalizzato, fatto per esaltare le caratteristiche somatiche, piacevole da vicino e d’effetto in foto. Per questo, tutti i pacchetti dedicati al giorno del sì offerti dal centro estetico Aglaia di Ischia comprendono sempre una prova durante la quale la futura sposa valuta insieme alle truccatrici, tutte professioniste, il maquillage in rapporto ai capelli e all’abito, alla sua fisicità, al tema del matrimonio. Si passa, quindi, alla parte più tecnica partendo dall’architettura del volto, poi si esamina la grana della pelle per scegliere i pigmenti più adatti; seguono i chiaroscuri sulla struttura, quindi gli occhi e le labbra. Tutto viene annotato per essere riprodotto nel giorno del matrimonio. Il giorno del matrimonio il trucco viene realizzato prima che lavori il parrucchiere; quindi dopo che l’acconciatura è terminata si completa, applicando il fard e il rossetto: in questo modo le polveri hanno avuto il tempo di stabilizzarsi e durerà molto a lungo. Tutti i pacchetti proposti per il matrimonio comprendono anche un altro trucco, oltre a quello principale;
via Fondobosso, 56 - Ischia tel. 081. 991250 www.aglaiaestetica.com francesco cuomo aglaia istituto di bellezza
F A S H I O N
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GIANLUIGI GRIMALDI
Trench, giacca, camicia, pantalone, scarpe AT.P.CO, calzino Fefè Glamour; orologio Locman.
Giaccone e pantalone Bugatti, camicia Ingram, scarpa GEOX, borsone AT.P.CO; orologio Fossil.
AD&PHOTO_Simone De Sanctis | MODEL_Gianluigi Grimaldi MAKE UP_Nancy Tortora per Aglaia, Ischia | HAIR_Cristian Sirabella per Picasso Parrucchieri, Ischia DRESS&SHOES_ Italmoda, Casamicciola Terme | WATCHS_ Bottiglieri Gioielli, Ischia | LOCATION_ Forio Corso L. Manzi, 33 - Casamicciola Terme | Tel. 081. 996880 |
Italmoda Casamicciola
C O V E R
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MIRIAM ONORATO
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Gilet con frange 29.95, body jeans 9.95, borsa 65.00, stivali 39.95 tutto Nerone Donna; bracciali e orecchini Michael Kors, collane con pendenti e anelli Bulli e Pupe.
AD_Riccardo Sepe Visconti | PHOTO_Simone De Sanctis e Riccardo Sepe Visconti | MODEL_Miriam Onorato MAKE UP_Nancy Tortora per Aglaia, Ischia | HAIR_Peppe Cirino per Cirino Bros, Ischia | DRESS & SHOES_Nerone Donna, Ischia JEWELRY_Bottiglieri Gioielli, Ischia | GLASS_Cinzia Pipolo, Ischia | ASSISTANT_Raffaela Mendella LOCATION_Maneggio Aragona Arabians, Fiaiano | SPECIAL THANKS_Pamela Messina
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Giacca 39.95, body 19.95 tutto Nerone Donna; gioielli Zoccai 925.
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A sin dall’alto in senso orario: abito 29.95, decolletÊ 28.50, borsina 19.00 tutto Nerone Donna; gioielli Vanto, orecchini M. Kors; pellicciotto 39.00, pants 14.95, anfibi 30.00; gioielli M. Kors, collana Mua; giacca bianca 39.95; T shirt 25.50, jeans 9.95, scarpe 24.95, giubbotto 19.50, tutto Nerone Donna; bracciali Sence, anelli Fabira. Sopra: giacca 39.95; orologio M. Kors.
63
Gilet di ecopelliccia 45.00, giubbino jeans 14.95 tutto Nerone Donna; orecchini e anelli M. Kors.
65 Giacca 39.95, jeans e stivali tutto Nerone Donna; gioielli Zoccai 925.
B U S I N E S S
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RIEMPI IL CIELO DI ALLEGRIA! Text: Manuela Bottiglieri
NON C’E’ FESTA SENZA I FUOCHI D’ARTIFICIO: COLORATI, LUMINOSI, SUGGESTIVI, NON STANCANO MAI E LASCIANO TUTTI A BOCCA APERTA. LA PIROTECNICA BARANESE NELL’ISOLA D’ISCHIA CURA GLI SPETTACOLI PER LE PIU’ IMPORTANTI RICORRENZE RELIGIOSE, OLTRE CHE ORGANIZZARE FUOCHI PIROTECNICI E PIROMUSICALI PER FESTE ED EVENTI PRIVATI. Romantici, sfavillanti, allegri, rumorosi, fantasmagorici... I fuochi d’artifi-
tradizione orale, visiva e manuale inaccessibile agli altri.
cio da sempre incantano tutti, nelle grandi feste patronali, a Capodanno
Le tante ricorrenze religiose legate alle festività patronali che caratteriz-
come in quelle private. Naso all’insù e occhi spalancati, per assistere ad
zano il territorio dell’isola d’Ischia sono appuntamenti attesi, durante i
uno spettacolo capace di affascinare chi vi assiste anche se si ripete ogni
quali i “fuochi” costituiscono un momento immancabile, e la Pirotecnica
volta secondo un rito che, tuttavia, non è mai scontato. E il desiderio de-
Baranese, guidata da Raffaele Vuoso affiancato dal fratello Luciano con
gli spettatori è di rinnovare ad ogni nuovo spettacolo il proprio stupore
il figlio Matteo, si è affermata come azienda leader nel mercato ischitano
per una grandiosa manifestazione di luce e di allegria che dura pochi
per l’organizzazione di questi eventi. Sono firmati Pirotecnica Baranese
minuti ma rimane negli occhi a lungo.
gli scoppiettanti spettacoli luminosi, realizzati anche da mare, che costi-
L’invenzione di questo show “stellare” la dobbiamo ai cinesi, che già dal
tuiscono il culmine di alcune delle celebrazioni più amate come Sant’An-
I sec. d.C. usavano sparare in cielo dei razzi, come una sorta di esorcismo
na e S. Giovan Giuseppe della Croce a Ischia e Santa Restituta a Lacco
per scacciare i demoni, sia per la fine dell’anno che in altre occasioni
Ameno. Infatti, grazie ad anni di esperienza, questa attività nata per
cerimoniali, ma si trattava solamente di un forte boato e fumi. A por-
passione, ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie e oggi propone
tare la polvere esplosiva, motore di tutto, nell’area del Mediterraneo,
spettacoli di fuochi con un interessante rapporto qualità prezzo, garan-
furono gli Arabi nel XIII sec. Dall’arrivo in Europa della sostanza orientale
tendo un’offerta ampia per soddisfare richieste e budget. La famiglia
chiamata “neve cinese” o “sale cinese” nel 1241, passarono pochi anni
Vuoso mette a disposizione le proprie competenze, indispensabili per
finché il filosofo e alchimista inglese Ruggero Bacone codificò la formula
uno spettacolo che sia esteticamente bello e sicuro per tutti, anche per
della polvere da sparo: la composizione è sostanzialmente quella usata
impreziosire feste private, matrimoni, anniversari, compleanni, regalando
tutt’oggi (75% di nitrato di potassio comunemente noto come salnitro,
quel tocco in più di magia che rende indimenticabili i momenti impor-
13% di carbone di legna polverizzato, 12% di zolfo). “L’arte del fuoco”
tanti. Molto richiesti gli spettacoli piromusicali, che fondono l’armonia
è la più ammirata e insieme la meno conosciuta: mentre le altre sono
della musica alle cascate di colori e luce dei fuochi: è possibile portare la
costruite su delle teorie, delle regole e una storia, i fuochi d’artificio avan-
traccia preferita e i fratelli Vuoso costruiranno lo spettacolo su misura.
zano nel tempo in silenzio, senza storia, appannaggio solo di amatori e
Inoltre, la Pirotecnica Baranese è in grado di allestire spettacoli anche se
sparafuoco. Non esistono libri che spieghino come si fabbricano o come
si hanno a disposizione spazi contenuti, proponendo per esempio fon-
si sparano i fuochi d’artificio, tutto è racchiuso nelle mura delle fabbri-
tane di fuoco, girandole ed effetti speciali di piccole dimensioni e presso
che: le formule, i segreti sono trasmessi di padre in figlio, secondo una
la sede di Testaccio è possibile acquistare giochi pirotecnici al dettaglio.
T R A V E L
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Metti in valigia la voglia di nuove esperienze e parti con i viaggi di Italiaontour
IDEE VIAGGIO PER UN INVERNO DI DIVERTIMENTO E RELAX
di Giovanna Napolano. Qualunque sia la meta una cosa è certa… la tua vacanza dovrà darti piaceri da condividere in coppia o con gli amici e tanti bei ricordi. Questa volta Giovanna sceglie due mete per due vacanze di gruppo, in Italia unendo il divertimento delle montagne innevate alla festa più allegra e colorata dell’anno, il Carnevale e una crociera nel Mediterraneo, in Spagna, per un anticipo di primavera.
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C H E F
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PASQUALE PALAMARO Sognando la seconda stella UN GRANDE 2015 QUELLO DELLO CHEF STELLATO DELL’INDACO, CHE RACCONTA COME EVOLVE LA SUA CUCINA E DOVE VUOLE FARSI PORTARE DALLA PASSIONE PER IL CIBO. Interview_Pasquale Raicaldo photo_archivio Albergo della Regina Isabella
Andrea Bocelli si complimentò con me e fu una lezione, visto e considerato che oggi gli chef finiscono con il cercare sempre di più il dettaglio estetico. Lui apprezzò il gusto, naturalmente, e toccò alcune elaborazioni.
Sogna la seconda stella Michelin, senza essere scaramantico. E si fa ambasciatore della sua terra nel mondo: saperi e sapori, l’isola si nasconde tra le pieghe di ricette che si aprono al mondo. Perché la parola chiave è “contaminazione”. Pasquale Palamaro, classe 1978, è il volto dell’Indaco, il ristorante gourmet dell’Albergo della Regina Isabella, dove l’inderogabile missione della qualità si sposa all’esaltazione delle peculiarità del territorio. E con la lunga stagione turistica alle spalle, lo chef stellato va in missione in giro per il mondo. Da Palma de Maiorca a Rio de Janeiro, passando per Dubai e la Germania, per lasciarsi contaminare. E contaminare: «La nostra cucina e le nostre tradizioni continuano ad essere ricercatissime all’estero. Ovunque». Pasquale è certo il capofila di una nutrita generazione di cuochi fenomeni (con lui l’amico Nino Di Costanzo, Crescenzo Scotti, Andrea Migliaccio e i nuovi, emergenti, di cui sentiremo presto parlare). L’unico, però, di stanza a Ischia. «Merito di chi si è fidato e si fida ciecamente di me - spiega - e mi riferisco all’ingegnere Giancarlo Carriero. Avere alle spalle un imprenditore che sceglie la qualità e la persegue è fondamentale per chi ha deciso di intraprendere un percorso come il mio». Un percorso iniziato nel 2009, nel tempio del turismo dell’isola: qui soggiornarono, del resto, Elizabeth Taylor, Charlin Chaplin, Clark Gable e Maria Callas. Nel 2013, la prima stella Michelin. Il resto è storia di questi giorni.
Che 2015 è stato per Palamaro e per l’Indaco?
Io sono così. Viaggio molto e mi lascio sedurre da tecniche e ingredienti.
Una grande stagione. Con numeri positivi e traguardi raggiunti. Abbia-
Spesso li porto con me, come se fossero souvenir, materiali e immateriali.
mo portato a termine tutti i nostri obiettivi e siamo orgogliosi di un
Dal Brasile sono tornato con quintali di farofa, un contorno salato che
nuovo evento, l’Ischia Safari, che ha riscosso un bel successo.
usano come noi usiamo il pane. L’ho integrato in un nostro piatto. Da
Un anno di esperimenti, di sapori, di ricerca.
Dubai, ho portato il limone essiccato. Adoro le contaminazioni.
Nel menù degustazione ho voluto giocare con una formula nuova, la de-
E per il 2016 che hai in mente?
gustazione a riscatto. L’ho chiamata 3-6-9. Chi voleva, si fermava dopo
Un menù à la carte insolito. Che parte, pensate, dallo spaghetto al po-
le prime tre portate. Altrimenti raddoppiava. Per i gourmet indefessi, le portate diventavano nove. Ma non è stata, la nostra, una scelta dettata solo dalla volontà di andare incontro alle esigenze di portafoglio della clientela. Abbiamo voluto che gli ospiti giocassero con noi. Ed è andata bene. E’ sembrato un gioco anche il tuo: soluzioni originali, nel menù. Sono partito come al solito dal dessert, che per chi nasce come chef è senz’altro la cosa più difficile. E ho inventato un dessert al gusto di salsedine, porcini e nocciole, omaggio alla mia Lacco Ameno. L’insolita scelta della crema ai funghi porcini accompagnata dall’acqua di Lacco Ameno, pastorizzata con il procedimento di osmosi sottovuoto, e naturalmente aromatizzata. Poi, ho proposto “Terra mia”: ricotta, pomodoro e crumble di terriccio, un distillato di erbe e muschio addizionato a cioccolato fondente. Sopra, la riproduzione di un pomodoro San Marzano, all’esterno mousse di ricotta di bufala. C’è tutta la Campania, dunque Terra Mia. C’è anche molta fantasia.
modoro di conserva. Un grande classico, con i pomodorini raccolti in
l’importanza del tatto.
monoporzioni in barattolo e riposti in dispensa, senza passare per il
Al solito, la qualità prima di tutto.
frigo. Come fanno le nostre mamme, come facevano le nostre nonne.
E’ unicamente quella, a pagare. E conquista tutti. Gli ultimi sono i bra-
Ho compreso in questi anni che esistono due tipi di clienti: i gourmet, che non necessariamente sono i proprietari degli yacht che ormeggiano qui, e i turisti più facoltosi, che non vogliono sperimentare, ma mangiare bene. E chiedono piatti semplici classici. Così, faremo uno spaghetto al pomodoro col miglior olio e il miglior aglio, la migliore pasta e naturalmente il migliore pomodoro. Poi, però, c’è il tuo percorso. Si chiamerà “Innovando la tradizione”, è il mio credo quello. Un menù di nove portate, con la possibili-
I risultati che ho raggiunto li devo a chi si fida ciecamente di me: mi riferisco all’ingegnere Giancarlo Carriero. Avere alle spalle un imprenditore che sceglie la qualità e la persegue è fondamentale per chi ha deciso di intraprendere un percorso come il mio.
tà forse di fermarsi a sei. La vera novità è che sarà
siliani, ne vediamo sempre di più. Un mercato nuovo, molto attratto dall’enogastronomia. Poi, ci sono le nuove sfide: l’Oriente. Sono stato in Giappone, è un mercato difficile ma interessante. Con il filo conduttore dell’arte e dell’enogastronomia, gli orientali sono poco interessati al mare. Ma possiamo, dobbiamo provarci. Cinque chef stellati isolani (con te Nino Di Costanzo, Andrea Migliaccio, Crescenzo Scotti, Libera Iovine). Un messaggio forte al territorio. E’ un numero altissimo, forse chi non è del settore non se ne rende conto. E io mi accorgo di un gra-
diviso in tre cicli: nel primo, si mangia con le mani; nel secondo con il
duale innalzamento dell’attenzione media alla qualità nel cibo, non solo
cucchiaio. Nel terzo con la forchetta. Un percorso culturale, che ribadisce
nei ristoranti. Anche nei locali che servono aperitivi, quelli di impronta
73 giovanile, si punta al ricercato. Del resto, non possiamo più vivere solo
oggi gli chef finiscono con il cercare sempre di più il dettaglio estetico.
di bruschetta al pomodoro, che certo va conservata e salvaguardata, ma
Lui, essendo non vedente, apprezzò il gusto, naturalmente, e toccò con
che non conquista i nuovi target giovani.
mano alcune elaborazioni, la cucina che torna gusto, sapore, tatto.
Ed è qui che il messaggio dei Palamaro e dei Di Costanzo sembra
Cosa c’è nel futuro di Pasquale Palamaro?
essere un appello all’isola.
La ricerca costante di un piatto non ancora immaginato. Ho sempre qual-
Siamo molto amici, condividiamo idee ed esperienze. Senza gelosie. Con
cosa da comunicare, o da perfezionare. Cresco, osservando il mondo.
Ischia Safari Food & Wine abbiamo chiamato a raccolta amici chef in un’at-
Sogno l’altro Indaco, in terraferma: sei mesi sull’isola, sei a Napoli. Perché
mosfera festosa, realizzando insieme un percorso gastronomico fatto per
no? E poi crescere, con il mio staff. Iniziammo in due, io e un vecchietto,
esaltare le tipicità del territorio, dal coniglio al pane del forno a legna Boccia,
Mario Impagliazzo. Oggi lui è in pensione, ma in cucina siamo in otto.
passando per i fagioli. Un’esperienza che riproporremo, magari invitando i
Attenti, meticolosi, entusiasti. Un desiderio? La seconda stella.
migliori chef del mondo, chiamandoli a reinterpretare i nostri piatti tipici. All’Indaco c’è un via vai di vip, durante la stagione. A chi sei più legato? Aurelio De Laurentiis, con la sua schiettezza e la sua teoria della tradizione, è certamente un cliente simpatico, benché mi sottoponga a prove difficili. Viene da noi con piacere. Poi, mi ha colpito senz’altro Andrea Bocelli: si complimentò con me e fu una lezione, visto e considerato che
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NINO DI COSTANZO Interview_Silvia Buchner | photo_archivio Manzi
ATTRAVERSO LA LINGUA FRANCA DELLA GRANDE CUCINA, DI CUI È UNO DEI PROTAGONISTI, È DIVENTATO DA ISCHITANO UN CITTADINO DEL MONDO, PUR TENENDO LO SGUARDO FISSO SULLA SUA TERRA QUANDO CREA QUELLA CHE È A TUTTI GLI EFFETTI UNA CUCINA D’AUTORE. I PIATTI CHE REALIZZA SONO IL RIFLESSO FEDELE DEL SUO MODO DI INTENDERE L’ESSERE CUOCO: “CHI VIENE A MANGIARE DA ME SI ASPETTA TANTO E BISOGNA DARGLI TANTO, NON ‘FUMO’ MA CULTURA, EMOZIONE, UN’ESPERIENZA DIVERSA DAL QUOTIDIANO”. PER OTTENERE TUTTO CIÒ PER LUI ESISTE SOLO UNA STRADA: DEVOZIONE, PASSIONE MANIACALE E FURIBONDA, DEDIZIONE TOTALE ALLA CUCINA E AL PIACERE DI FAR MANGIARE GLI ALTRI. Una manciata di mesi da quando hai lasciato in accordo con la proprietà Il Mosaico del Terme Manzi di Casamicciola, ristorante che hai portato ad essere un bistellato Michelin nel giro di pochissimi anni. Cosa hai fatto in questo periodo? Ho un’esclusiva con Kiton l’azienda di sartoria industriale che ha negozi a Zurigo, Instambul, Montecarlo, Parigi, per la quale realizzo eventi gastronomici negli show room e durante le sfilate. Raccontami qualcosa sull’evento di cui si è tanto parlato, quando hai cucinato per
Marc Zuckemberg, l’ideatore di Facebook. Si è svolto a S. Francisco e non c’era solo lui, per esempio era ospite anche l’inventore di Instagram e i migliori cervelli della Silicon Valley: ho portato la mozzarella, gli spaghetti al pomodoro, le pizze fritte. E la notizia che è stata data come certa in settembre, secondo cui saresti andato al ristorante già stellato La Sponda del cinque stelle Sirenuse a Positano? C’è stata un’indiscrezione uscita sul Corriere
La cucina vive anche di mode, adesso è il momento degli insetti, c’è stato quello di muschi e licheni: è giusto che ciascuno segua le sue convinzioni, io voglio andare avanti con le mie e preferisco esplorare l’universo delle tradizioni culinarie e agroalimentari della mia terra.
zione. Fanno tanti numeri, ma il mio lavoro è diverso, io cucino per dare emozioni agli altri, sensazioni diverse dal quotidiano. Dove ti piacerebbe lavorare? Ho avuto offerte magnifiche, per esempio quella di imprenditori cinesi proprietari di una galleria d’arte che volevano realizzare uno spazio di ristorazione per venti persone dove anche lo chef era inteso come un artista. Li aveva affascinati il mio piatto “Le paste e patate” (Ndr. Riprende il tradizionale piatto della nostra
della Sera. E’ vero, mi hanno contattato, è un
cucina ma in un’elaborazione che ha una resa
grandissimo albergo, ma non è un lavoro per
scenografica che richiama i quadri di Mirò), ma
me, la clientela non italiana sceglie questi hotel
preferirei fermarmi nella mia terra, in Campa-
più per la bellezza del luogo che per la ristora-
nia. La verità è che non credevo di valere così
76
tanto dal punto di vista economico, ma un la-
che non ci appartiene, preferisco esplorare,
voro che economicamente mi dà tantissimo,
come ho sempre fatto, l’universo delle tradi-
ma personalmente non mi gratifica non fa per
zioni culinarie e agroalimentari della mia terra.
me, ho bisogno di fare cose che m facciano
A me interessa molto apprendere tecniche di
sentire bene. Qualche giorno fa lavoravo su
lavorazione diverse dalle nostre da applicare ai
una rivisitazione della salsa alla pizzaiola, ab-
nostri prodotti, perché servono a far esprimere
binata ad una patata prima cotta in forno con
la materia prima al massimo, ma mi piace appli-
spezie e poi fritta ed è uscito un risultato che
carle sulla tradizione culinaria del nostro paese,
mi ha sorpreso: è questa la strada su cui voglio
mi piace riscoprire il passato. I cuochi italiani
continuare.
devono mantenere vivo un patrimonio alimen-
Cosa pensi della moda che si sta afferman-
tare che è grandissimo, non mi piace quando
do di portare gli insetti anche nella nostra
vado a Tokyo, Barcellona, Parigi e trovo risto-
gastronomia?
ranti tutti uguali fra loro, da non distinguere
La cucina vive anche di mode, adesso è il mo-
neppure dove ti trovi. Quando lo scorso inver-
mento degli insetti, c’è stato quello di muschi
no ho trascorso un periodo di lavoro e ricerca
e licheni: è giusto che ciascuno segua le sue
in Giappone, più che negli stellati ho preferito
convinzioni, io voglio andare avanti con le mie
girare i ristoranti antichi, sono stato in uno che
e credo che non ha senso portare a tavola ciò
cucina solo anguilla, un altro solo pollo, dalla
cresta alle zampe passando per pelle e interio-
esempio pesci che addirittura si buttano.
che sono in vendita anche nell’aeroporto di Ca-
ra, si mangia tutto, crudo e cotto, lo stesso per
Mi racconti in cosa consiste la tua collabo-
podichino in cui i piatti si mantengono per oltre
il pesce che si usa dagli occhi alle scaglie.
razione con il ristorante Mimì alla ferrovia,
20 giorni grazie all’atmosfera protetta, senza
Quali sono le tue priorità in questo momento?
famoso a Napoli per i suoi piatti della più
alcuna aggiunta di conservanti. Ho rielaborato
Sicuramente la ricerca delle materie prime: ho
ortodossa tradizione partenopea?
le ricette rendendole più leggere, e andando in-
trovato un caciocavallo ed un culatello spetta-
Infatti, siamo molto amici, voglio un gran bene
contro alle esigenze di vegetariani e celiaci. Per
colari in Irpinia, poi ci sono i tartufi, i formaggi
a quella famiglia e abbiamo realizzato insieme
esempio, abbiamo tolto il fiordilatte dalla par-
soprattutto quelli con latte di bufala, quest’an-
tre piatti che sono simboli della cucina napo-
migiana preparandola come faceva mia nonna:
no le bollicine italiane hanno superato quelle
letana, i peperoni imbottiti, il sartù di riso e la
solo melanzane, pomodoro, parmigiano e basi-
francesi, insomma l’Italia è ricca di prodotti
parmigiana di melanzane. I clienti chiedevano
lico; il sartù lo abbiamo reso vegetariano con-
eccellenti. Sono convinto che gli chef famosi
sempre di poter portar via i loro peperoni e allo-
dendolo con una genovese senza carne.
hanno il preciso dovere di sostenere i piccoli
ra si è pensato di ideare delle confezioni speciali
produttori che peraltro sono fondamentali per realizzare piatti di grande qualità e poi sto lavorando per valorizzare cibi molto poveri, per
Con i miei piatti voglio far comprendere l’eccezionale qualità delle materie prime italiane; anche quando cucino in paesi come la Francia che hanno un’altissima cultura gastronomica, porto con me i nostri prodotti, dal pomodoro del piennulo alla pasta.
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ANDREA MIGLIACCIO Interview_Riccardo Sepe Visconti | photo_archivio Capri Palace
L’IMPERO DELLA RISTORAZIONE CREATO DA ANTONIO CACACE, PROPRIETARIO DEL CAPRI PALACE DI ANACAPRI, HA AL SUO VERTICE ANDREA MIGLIACCIO, 34 ANNI, DUE STELLE MICHELIN E DOTI MANAGERIALI. LA CUCINA DI ECCELLENZA SECONDO UN ISCHITANO DI SUCCESSO. Oggi uno chef può permettersi di non essere anche un imprendi-
individua colui che guida lo staff, per il settore ristorazione copro il ruolo
tore, cioè di non gestire la cucina tenendo conto di costi e ricavi?
di chef executive e sotto di me ci sono decine di persone. Avere collabo-
Imprenditore devi esserlo sempre, anche se non investi in prima persona,
ratori fidati è indispensabile, diversamente non riuscirei a seguire tutte le
com’è il mio caso: al Capri Palace l’investimento della proprietà è sulla
strutture che compongono la galassia Capri Palace. Fra i miei compiti ha
costruzione di un gruppo, perno fondamentale per far funzionare con
uno spazio importante individuare la direzione in cui portare il ristorante
successo un sistema articolato qual è il nostro, all’interno del quale si
e la filosofia secondo cui impostarlo, per far sì che, al di là dei riscontri
che vengono dai clienti, le cose funzionino anche economicamente, sia
Una strada segnata, insomma…
per quanto riguarda il personale, che per la qualità delle materie pri-
Non so, certo mi piaceva aiutare mia nonna, ma fin da bambino sono
me. Dobbiamo lavorare con tempi molto stretti, i mesi utili sono sei in
sempre stato una persona molto dinamica, che ama imparare, uscire dal
un anno, talora quattro, e va realizzato un fatturato che altrove si fa in tempi molto più distesi, con ritmi diversi da quelli della città e anche nella scelta del team si deve tener conto di questo. Qual è la sua filosofia in cucina? Rispecchia l’isola, la Campania, il meridione. L’isola è
I ristoranti del Capri Palace hanno tre stelle Michelin, cui si aggiunge quella del ristorante Capri a Zermatt in Svizzera.
Ischia, il luogo dove sono nato e a cui tengo in modo
suo ambiente, ero interessato a tutto ciò che dava spazio alla creatività e, insieme, alla manualità. Tuttavia, già a 13-14 anni, quando organizzavo le prime cene per i miei compagni di scuola ho capito che ai fornelli riuscivo bene. Così ho scelto la scuola alberghiera di Ischia e, contemporaneamente, in estate facevo pratica negli alberghi.
particolare, ma per me Capri è importantissima, mi ha ospitato e mi ha
Dove ha fatto la sua formazione?
dato modo di esprimermi al meglio, sono convinto, infatti, che quello
Quella vera direi al Miramare e Castello di Ischia con lo chef Nino Di Co-
che hai dentro lo esprimi a prescindere dal posto in cui ti trovi. Punto a
stanzo, lui è poco più grande di me e mi ha trasmesso il senso della vera
conservare e valorizzare la tradizione e gli ingredienti tipici, nei miei piatti
cucina, ogni dubbio, domanda, problema lo discutevo con lui e avevo
mi piace essere lineare, pulito, chi mangia deve poter ritrovare tutto quel-
una risposta.
lo che è scritto nel menù e ricordare con facilità i tre, quattro elementi
Oggi il vostro modo di intendere la cucina ha punti in comune?
che compongono il piatto. Per esempio, il risotto con limone e gamberi
Ci accomuna l’amore per questo lavoro che non possiamo considerare
rossi, tre elementi molto riconoscibili quando si assaporano: il limone è ben presente, il gambero rosso di Mazara del Vallo ha carni consistenti, che lavoro in modi diversi (riduzione, tartare e carpaccio). Cosa preferisce cucinare? All’inizio la mia passione erano i primi, perché mi sono accostato alla cucina da piccolo stando accanto a mia nonna che mi ha cresciuto: i pranzi domenicali
Leggibilità del piatto, riconoscibilità dello chef, alta qualità delle materie prime, contesto di fascino e servizio impeccabile: il successo di un ristorante oggi è fatto di questi elementi.
e festivi che preparava erano momenti importanti per
neanche tale, è una vera passione, la cura che mettiamo nella scelta della materia prima, la voglia di lavorare prodotti italiani e del territorio; ci distinguono i tipi di preparazioni che scegliamo e la presentazione, nel senso della scelta del supporto, del piatto. Da quanti anni lavora a Capri? Sono al Capri Palace dal 2005, iniziando come capopartita; fino al 2008 (Ndr. Anno in cui L’Olivo ha preso la seconda stella Michelin) ho lavorato accanto
la famiglia, la casa si riempiva dei profumi che venivano dalla cucina, mi
a Oliver Glowig, uno dei miei grandi maestri, nel 2009-2010 ho curato
incuriosivo ai procedimenti per preparare le tipiche conserve sott’olio,
l’apertura del ristorante del beach club Il Riccio, poi sono tornato all’Olivo
melanzane, carciofi…
(Ndr. Dal 2012, sotto la guida dello chef Migliaccio il ristorante ha ricon-
quistato la seconda stella Michelin). Adesso dopo cinque stagioni posso
qualità della materia e dallo stile che accomuna tutta la nostra ristora-
dire che tanti ritornano all’hotel per la cucina dell’Olivo: il piacere non
zione.
deve venire solo dal cibo, ma dall’atmosfera, dall’ambiente che si crea grazie a un insieme di elementi. Siamo un gruppo giovane, che crede nel progetto e nella direzione scelta, io stesso ho iniziato come capo partita e adesso sono chef executive di tutto il Capri Palace, e un iter simile lo hanno seguito tanti altri, crescendo insieme. In cosa consiste il suo lavoro di chef executive? Non ho responsabilità solo su una singola linea di
La scelta imprenditoriale della proprietà è stata di diversificare la ristorazione in differenti segmenti: l’Olivo ristorante gourmet, il Riccio, contraddistinto da qualità, informalità, velocità, Larte che è un ristorante da città.
piatti, devo dare un’impostazione coerente a ogni
Antonio Cacace, proprietario del Capri Palace, ha portato il modello caprese anche fuori, e con successo… E’ così. Nel 2013 in collaborazione con un gruppo di soci della fondazione Altagamma, che riunisce imprese italiane che operano in molteplici settori promuovendo l’eccellenza della produzione italiana, è stato aperto a Milano Larte. Si sono unite, infatti, aziende come Illy Caffè, Ca’ del Bosco, Moretti, Ferrari, Caffarel, Baratti, Artemide, Alessi ed è nato Larte appunto,
piatto che viene preparato, e devo occuparmi anche della gestione, degli
che è ristorante, caffè, cioccolateria e galleria. Noi del Capri Palace abbia-
acquisti, del funzionamento del servizio, e così via, per tutta la ristorazio-
mo la gestione del ristorante, quindi menù, personale, prodotti sono gli
ne del Capri Palace, che ha 72 camere: quindi, oltre al ristorante gourmet
ambiti che seguo in prima persona. Inoltre, d’inverno, dal 2009, seguo
L’Olivo (40-50 coperti), bistellato Michelin, seguo i servizi dell’hotel (pri-
anche la ristorazione in due alberghi a Zermatt, in Svizzera, uno dei quali,
ma colazione, bar, room service), il secondo ristorante informale (il Ragù)
il Capri dell’hotel Petit Servin ha una stella Michelin. Questo ci consente
per un totale di 60 persone addette solo alla cucina. Poi c’è il Riccio,
di far lavorare d’inverno in Svizzera il personale che per la stagione estiva
il beach club vicino alla grotta Azzurra, fa una cucina più informale e
è impegnato a Capri, mantenendo l’occupazione quasi per l’intero anno.
veloce, sempre di grande qualità, e ha preso una stella Michelin (Ndr.
E adesso, partendo dal fatto che la ristorazione italiana affascina e at-
Nel 2013, guidato dallo chef Salvatore Elefante). E’ uno stellato anomalo
trae, stiamo lavorando per esportare il format del Riccio all’estero. Grazie
per l’Italia, nel senso che diver-
alla società fra Antonio Cacace e l’imprenditore turco Ferit Sahenk nel
samente dagli altri di questa
2015 sono stati aperti due ristoranti chiamati Riccio, che riprendono lo
categoria, fa un certo numero
stile inconfondibile della struttura caprese a Bodrum e Marmaris, località
di coperti (circa 120 a pranzo e
turistiche esclusive della Turchia e ho organizzato il menù e la cucina.
90 a cena). Questa formula fat-
Qual è la soddisfazione più grande che le dà il suo lavoro?
ta di alta qualità e un numero
Quando le persone che lavorano con me sono contente del tempo che
adeguato di persone che lavo-
abbiamo trascorso insieme per quello che hanno imparato e ciò, natural-
rano consente di avere un bu-
mente, mi rende più facile raggiungere i miei obiettivi.
La nostra formula fatta di alta qualità e un numero adeguato di persone che lavorano consente di avere un business anche con un ristorante stellato, di far quadrare i conti, insomma.
siness anche con un ristorante stellato, di far quadrare i conti, insomma. E’ importante che chi sceglie i ristoranti che guido possa riconoscere un filo conduttore, costituito dalla
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PER ME LA PIZZA E’ LIBERTA’ text_Silvia Buchner | photo_archivio Ischiacity
“TEMPI DI LIEVITAZIONE, FARINE, IMPASTI, IL FORNO, IL FIORDILATTE… TUTTO VA RIGOROSAMENTE CONTROLLATO, PER POI FAR ANDARE LA CREATIVITA’”: QUESTA E’ LA FILOSOFIA DI MARIO BUONO, CHE HA FATTO DELLA PIZZERIA DELLA ROSA DEI VENTI A FIAIANO UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER CHI E’ ALLA RICERCA DELL’OTTIMA, VERA PIZZA. Il segreto del successo della Rosa dei venti, che gli ha consentito di affermarsi all’interno di un panorama della ristorazione ampio e variegato, qual è quello della realtà ischitana, sta nell’abilità della famiglia Buono - Mafalda con i figli Ciro, Mario ed Angela - di gestire a un ottimo livello di qualità ambiti differenti quali il ristorante classico, la braceria e la pizzeria. Ciascuno di loro si è specializzato e lavora sempre per raggiungere il massimo, e tutti insieme hanno creato un locale che propone un’offerta davvero interessante e che si fa apprezzare - sempre. Ne è ben consapevole Mario che ha lasciato nelle mani della madre e del fratello Ciro rispettivamente il settore del ristorante e quello della sala e delle carni, per ritagliarsi uno spazio suo personalissimo e personalizzato nella pizzeria. Ha 27 anni, da dieci è pizzaiolo e l’amore (e il talento) che ha per questo mestiere - si direbbe quasi un fuoco sacro - sprizza da ogni sua parola. “Ho studiato le farine (faccio la miscela con i tipi 0, meno raffinata, e 00), la lievitazione (l’ideale sono 24 ore, ma almeno 12 è d’obbligo), gli impasti, per creare una pizza che abbia il nostro marchio, che sia identificabile come ‘la pizza di
Mario e della Rosa dei venti’. Le sue caratteristiche? Oltre all’ovvia - ma non scontata - bontà, deve essere digeribile, lasciare un effetto piacevole anche dopo che è stata mangiata. Ci tengo a fare la vera napoletana che per me è morbida (la pizza croccante non è della nostra tradizione), deve ricordare una brioche, e mi piace esprimermi al massimo anche quando realizzo le classicissime Napoletana o Margherita. Sono molto attento alla scelta del fiordilatte, per esempio, che preferisco ricco di latte. Poi lo faccio riposare un po’ più a lungo una volta tagliato, ma non deve diventare una pasta filante, deve sciogliersi leggermente ma rimanere definito fra gli altri elementi che condiscono il disco di impasto. Per la salsa, adopero i pelati San Marzano interi e la preparo da me, con lo spessore che preferisco, il suo sapore non deve prevalere sugli altri”. La marcia in più la dà il forno, che vuole perfetto: se è tecnicamente ben fatto e il pizzaiolo è bravo (non a caso Mario lo segue personalmente), la temperatura rimane costante e in 50-60 secondi il ‘miracolo culinario’ si compie. Poi, c’è tutta la creatività che Mario Buono esprime stando dietro al suo banco di marmo, una vera tolda di comando che si è fatto fare su misura in modo da avere a portata di mano tutti gli ingredienti per condire: “Così riesco ad essere velocissimo e a mantenere un livello alto ad ogni pizza che sforno - anche il sabato quando ci capita di farne uscire perfino 400!”. Fra le più richieste la Libeccio: il cornicione è farcito con ricotta e prosciutto cotto e ripiegato prende una forma ‘a stella’, mentre la parte centrale viene condita normalmente”. La pizza è libertà: “Mi piace cambiare seguendo le stagioni, usando le noci, le castagne o le fave, ma avendo sempre come obiettivo finale l’equilibrio dei sapori; adesso sto proponendo quella con pesto di pistacchi, scamorza e mortadella emiliana, che viene aggiunta all’uscita dal forno, in modo da conservare intatti i suoi profumi”. E ancora, ci sono le pizze gourmet, che per la particolarità degli accostamenti vanno assaggiate a spicchi, magari tanti diversi da dividere con un gruppo di amici: perfetta in questo periodo, quella con crema di ceci, baccalà e broccoletti cotti al vapore, datterino giallo e olive. E ancora, l’integrale, quella con carbone vegetale nell’impasto, entrambi molto digeribili; sfiziosa la pizza a metro con parmigiana, salsicce e friarielli, rughetta e scaglie, crema di melanzane, anche stabilendo i sapori insieme a chi la mangerà, e viene servita su appositi taglieri. Il sogno di Mario? Far conoscere la sua filosofia della pizza, certo a chi sceglie di venire alla Rosa dei Venti, ma anche fuori, e magari collaborare con uno chef stellato, selezionando ingredienti di altissima qualità e creando qualcosa di unico, insieme. E c’è da scommetterci che ne sentiremo parlare…
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85 IL BUON SAPORE DELLA NOSTRA TERRA
File ordinate di ortaggi, piante di melanzane
text_Silvia Buchner
trova anche quello nero o viola, amato dagli
photo_Riccardo Sepe Visconti
chef per il tocco speciale di colore che conferi-
ROBERTO IACONO HA TRASFORMATO LA PASSIONE PER L’AGRICOLTURA E GLI ANIMALI NEL SUO LAVORO: IL RISULTATO E’ UN MAGNIFICO ORTO AFFACCIATO SUI MARONTI.
(viola e tonda, nera e lunga, bianca) alte più di una persona, tante varietà di basilico (rosso, napoletano, cannella, greco e genovese, qui si
sce), varietà di peperoncini piccanti (fra cui l’habanero dal sentore di cacao e quello orange), aromatiche di ogni tipo (mente, salvie, erba cipollina, coriandolo, origano, piperna, di cui si
possono acquistare anche le piantine), 15-20 diverse varietà di pomodori che si raccolgono da giugno fino ad autunno pieno, in parte cresciute in semenzaio; i carciofi che si producono in primavera si calcolano nell’ordine dei quintali, per non parlare
Roberto ha preso il testimone da suo nonno Nicola che già coltivava questa terra, che lui conduce secondo criteri di produttività e di rispetto, usando insetticidi e antiparassitari biologici, di origine naturale e a basso impatto ambientale.
delle fave, e poi zucchine, insalate, bietole, fagiolini, peperoni dolci e rucola, bellissime zucche, scarole, cipolle, patate, tante varietà di broccoli e cavoli per l’inverno… Dietro un orto così ci si aspetterebbe un anziano contadino, esperto, che da tutta la vita si dedica alla terra. E invece no, il creatore di uno degli orti più produt-
tivi dell’isola d’Ischia ha 24 anni e ne dimostra anche meno, ma dal suo racconto è evidente che ha scelto questa strada con determinazione e pari consapevolezza di ciò che vuole diventare, un agricoltore e allevatore. Roberto Iacono proviene da una famiglia che racchiude in sé le due anime dell’isola d’Ischia, quella contadina che si esprime ancora adesso (o meglio di nuovo) in un rinnovato interesse e amore per la ‘campagna’ come si chiama familiarmente, da parte delle generazioni più giovani, e quella dell’impresa che ha fatto di Ischia una delle mete turistiche più importanti del Paese. Il nonno di Roberto, infatti, coltivava i suoi terreni alle spalle della spiaggia dei Maronti, considerati fra i più fertili dell’isola per quella particolare combinazione climatica fatta di sole (siamo sul versante sud) e costante ventilazione, per cui i pomodori, per esempio, sono proverbiali per essere i primi a maturare e fra i più saporiti. Il padre è, invece, un albergatore, che però non ha interrotto il rapporto con la terra, e che ritrova
adesso nel figlio Roberto la stessa passione di suo padre. Con precisione e competenza, senza nascondere i problemi che incontra, Roberto Iacono racconta come conduce la tenuta Don Nicola (nel nome l’omaggio al nonno), affidata a lui da due anni circa. Siamo sulle balze che guardano verso la baia della spiaggia più ampia dell’isola, in lontananza si vede S. Angelo attraverso la folta vegetazione della piantagione, condotta concimando solo con letame proveniente dagli animali allevati qui, e per contrastare i parassiti si è adottata la lotta integrata e si utilizzano esclusivamente insetticidi e antiparassitari biologici, di origine naturale e a basso impatto ambientale, che non contengano sostanze chimiche. E accanto ai vegetali, infatti, c’è una fattoria in miniatura: alla tenuta Don Nicola si allevano tacchini, galline, maiali, capre, anatre, addirittura bovini, cui Roberto si è appassionato grazie alla sua fidanzata, la cui famiglia ha un allevamento in Abruzzo; inoltre, vi sono anche le arnie e si raccoglie miele. Il prossimo progetto è lavorare una parte della produzione per ricavarne conserve e marmellate, ma l’obiettivo principale è far sì che la gente venga ad acquistare qui
Accanto all’orto c’è una fattoria in miniatura: si allevano tacchini, galline, maiali, capre, anatre, addirittura bovini, inoltre, vi sono le arnie e si raccoglie miele.
la verdura di cui ha bisogno. Ma è più facile a dirsi che a farsi, perché si tratta di cambiare consolidate abitudini come quella di comprare al supermercato frutta e ortaggi, di cui però esaminiamo con diffidenza le etichette di provenienza, preoccupati di scoprire che arrivano da territori che hanno la triste fama di essere inquinati. Basterebbe raggiungere Roberto alla tenuta Don Nicola - poche centinaia di metri dal piazzale dei Maronti, percorribili comodamente in macchina - per acquistarli freschissimi, davvero di stagione e coltivati con scrupolo, a prezzi che non si discostano da quelli del super. “Questa è la sfida più importante, far capire che qui si può riscoprire il gusto di cambiare gli ortaggi che mettiamo nei nostri piatti con il mutare delle stagioni e sentire sapori che nessun vegetale prodotto in larga scala ha, mangiando verdure cresciute esclusivamente grazie a sole, terra fertile e cure assidue, a prezzi assolutamente accessibili”. E non è un caso, infatti, che il lavoro di Roberto Iacono ha subito attirato l’attenzione di chef e ristoratori, da Ivano Veccia del Limoneto ai ristoranti Saturnino a Forio e Da Mario ai Maronti, che da lui si riforniscono, e naturalmente le sue verdure vengono servite agli ospiti degli alberghi della famiglia Iacono. Per visitare la tenuta Don Nicola e acquistare direttamente ortaggi di stagione ed erbe aromatiche fresche Contattare Roberto Iacono al 331 3351739.
S T O R Y
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STORIE DEL MARE D’ISCHIA text_ Romina Di Costanzo | photo_famiglie di pescatori Mandra e San Pietro
DAL RACCONTO DI GIULIA CURCI, LA STORIA DEL PADRE LEONARDO, PESCATORE ISCHITANO NELL’IMMEDIATO DOPOGUERRA, QUANDO DA QUESTO DURO LAVORO DIPENDEVA LA VITA DI TUTTA LA SUA FAMIGLIA. Intorno alla fine degli anni ‘40, Leonardo Curci
imbarcazione di legno. Dovevano resistere: sa-
in quest’ultimo caso, preferivano non uscire, per
(conosciuto come “Lunard”) usciva con la bar-
pevano che quei giorni nell’Adriatico avrebbero
non ritrovarsi in situazioni di pericolo anche gra-
fruttato più di tanti nel loro
ve. Se qualche imbarcazione si accorgeva prima
mare, quindi stringevano
delle altre del fortunale in arrivo, con una piccola
i denti e andavano avanti.
campanella di ferro avvisava chi era in zona per
Le pescate locali, invece,
farli rientrare. Circa 30 anni fa per un repentino
duravano circa un giorno,
cambiamento del mare, morirono un signore
dalle due del mattino fino
con i suoi due nipoti, anche loro della Mandra.
all’imbrunire.
Salutavano
Quindi, Leonardo andava a mare solo se era si-
i propri cari con un bacio
curo che per sé e per chi lo accompagnava non
sulla fronte mentre anco-
ci sarebbero stati rischi, in caso contrario into-
spesso che facessero lunghe trasferte, arrivando
ra dormivano, facevano il segno della croce, e
nava un “Guagliò iammuncenn’ nun’ è cos’ ”
fin su a Trieste, dove la pesca era più abbondan-
via per un nuovo giorno di lavoro! Arrivati sulla
(Ragazzi, andiamo via, non è il caso)!
te, restandovi anche per intere settimane e per
spiaggia, osservavano bene il cielo per capire se
Intanto, sua moglie preparava la colazione ai
evitare ulteriori spese, dormivano nella piccola
si annunciava una giornata serena o maltempo;
figli - ben otto bocche da sfamare! - soffrig-
ca insieme ai suoi uomini e restava per ore in mezzo al mare, fino a quando non aveva fatto una buona pesca. Provenivano tutti da un gruppo di case proprio sulla spiaggia alle porte di Ischia Ponte, detta “ dei pescato-
Tutto il pescato si vendeva, i pescatori tenevano per sé solo le esche rimaste e i pesciolini trovati nello stomaco dei pesci più grandi, e che si mangiavano infarinati e fritti.
ri” o della Mandra. Capitava
giornata. Aspettavano anche che avesse porta-
dentro una grande padella. D’estate si essicca-
to con sé qualche aneddoto da raccontare, non
vano le “pezze vecchie” o “cacciutiell’ ”, vale a
importava se frutto dell’immaginazione: era un
dire un pesce che ricorda lo squalo, all’incirca di
modo per ritrovarsi tutti insieme e ciascuno si
un metro di lunghezza, che si prestava bene alla
perdeva nelle proprie fantasie.
conservazione sotto sale; d’inverno, poi, veniva
Il pesce catturato veniva venduto appena giunti
messo a bagno per tre o quattro giorni, taglia-
sulla spiaggia, già pulito, alle massaie che dalle
to a pezzi e spellato: rendeva le zuppe squisite,
finestrelle delle abitazioni che affacciavano sul mare vedevano i pescatori arrivare. Dal ricavato si otteneva il denaro necessario per il pagamento del gruppo, che avveniva una volta alla settimana. Tranne che per le occasioni più importanti, non
A colazione la moglie di Lunard preparava “u pesc’ fiut”: poco olio e aglio, pomodori e acqua, ingredienti tipici della zuppa di pesce, solo che il pesce non c’era, e con questo brodo si bagnava il pane raffermo.
si portava nulla a casa se
gendo l’aglio con un po’ di olio, aggiungendo alcuni pomodorini e allungando con dell’acqua: lo chiamavano “u pesc’ fiut”, perché si aveva la sensazione olfattiva che nella minestra ci fosse anche del pesce. Questo brodo veniva versato su pezzetti di pane duro messi in una grande zuppiera: il profumo svegliava chi era ancora immerso nel tepore del proprio letto, dai più piccoli ai più grandi si riunivano intorno al tavolo e ciascuno prendeva una porzione con la propria forchetta. Quando si approssimava l’ora del rientro del padre, interrompevano i giochi sulla spiaggia e puntavano lo sguardo verso l’orizzonte per avvistare la piccola barca: con lui arrivava pure la cena, che era il pasto principale della
specialmente se accompagnato con le patate. La lenza di acciaio, invece, era adoperata per la pesca dei tonni, spesso avvistati mentre seguivano incuriositi l’imbarcazione in movimento. Rapidamente si gettava l’esca, attendendo che abboccassero, quando ciò
non ciò che restava, ossia l’esca ancora intrap-
accadeva si avvertiva immediatamente, la forza
polata tra gli ami, “e morze ‘e sarde” si chiama-
del pesce era capace di arrestare il moto della
vano, cioè parti di alici che, insieme agli eventua-
barca e se non si era abili chi manteneva il filo
li pesciolini e gamberetti trovati nello stomaco
rischiava di cadere in acqua. Ad un certo pun-
del pesce venduto, venivano infarinati e fritti
to, quindi, si legava la lenza all’imbarcazione, e
ca 20 metri dalla riva e lasciate lì fino al giorno dell’antivigilia - quando si tiravano su. Durante tutto quel periodo si dovevano organizzare turni di guardia per evitare che qualcuno potesse rubare i ‘forzieri’ che si riempivano sempre più. All’interno delle nasse restavano intrappolati, infatti, polpi, capitoni, murene, gamberi, tutte specie che durante l’anno non si pescavano facilmente e, se si era fortunati, si catturavano anche le aragoste! Il pescato ancora vivo veniva, quindi, trasferito all’interno di una botte tagliata a metà piena d’acqua e trasportato al mercato che si teneva al centro di Ischia Ponte. Era il trionfo del pesce, piatto forte della cena della vigilia di Natale: si sceglieva quello preferito che sguazzava dalla sera prima nella vasca di legno e il pescatore lo uccideva, lo puliva e spesso consigliava come cucinarlo. Gennaio e febbraio erano i mesi più duri, sopratil tonno veniva trascinato fino a terra: quando
Il Natale era il periodo più bello e “generoso”
tutto per il freddo che tagliava come una lama
dalla spiaggia vedevano arrivare una barca che
dell’anno per la famiglia Curci, così come per
affilata i visi dei pescatori, ma n quel periodo
tante che vivevano di que-
si catturavano tanti merluzzi. Quando, invece,
sto lavoro. Durante gli ultimi
nella rete venivano su le ‘aluzze’ significava che
giorni di novembre si prepa-
l’inverno era alle spalle: questi piccoli pesci, lun-
ravano le nasse con corde
ghi poco più di 5 centimetri, si univano ad un
sottilissime che legavano tra
composto di farina, prezzemolo e aglio, si frig-
loro i giunchi raccolti nelle
gevano nell’olio bollente e il loro profumo per-
pinete, il tutto formava una
correva i vicoli della Mandra.
procedeva lentamente, tutti capivano che tra il pescato trasportavano anche il ‘pezzo forte’. Il tonno veniva venduto, mentre le mogli dei pescatori barattavano l’olio ricavato dal suo fegato per ottenere prodotti utili per l’economia casalinga o frutta e verdura. L’olio di
Le nasse rimanevano alcune settimane in mare e si riempivano di polpi, capitoni, murene, gamberi, erano come forzieri e il tesoro che contenevano andava difeso con turni di guardia, per evitare che fosse rubato.
fegato, per lo più, serviva
rete elastica a forma di goccia che permetteva di fare entrare qualsiasi pesce vi si imbattesse, non consenten-
ai contadini che lo cospargevano sui maiali per
dogli, poi, di uscire. Le gabbie di vimini venivano
proteggerli dalle mosche.
posizionate sotto il mare ad una distanza di cir-
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N A T U R E
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NETTUNO, IL SUO REGNO, I SUOI SUDDITI text_ Riccardo M. Strada* | photo_archivio Ischiacity
CHE RUOLO GIOCANO I PESCATORI NELLA SALVAGUARDIA DEL NOSTRO MARE? PREDONI O SENTINELLE SULLA PRIMA LINEA DELLA TUTELA? UNA COSA E’ CERTA: SE IL MARE SI SVUOTA I PRIMI DANNEGGIATI SONO LORO. L’alieutica, ovvero la pesca, vista in tutte le sue
cannelloni e quadrucci, stelline e tagliatelle,
pensino sia una attività distruttiva e di rapina:
componenti è, di tutte le arti e mestieri, quello
conditi dal ragù napoletano al brodo di pollo.
perché? Perché il decreto istitutivo ed il regola-
che più strettamente ha un legame complesso
E può essere industriale, a strascico, a circuizio-
mento dell’AMP danno alla pesca professiona-
con la gestione di un’area marina protetta ed ha
ne, oppure piccola pesca, con nasse, tramagli,
le un posto decisamente privilegiato, mettendo
un fortissimo rapporto con la nascita del Regno
impostate, tonnarelle… una decina di “mestie-
come scopo dell’AMP “lo sviluppo di attività
di Nettuno. E, in effetti, il “mondo” della pesca,
ri” diversi con barche di tutti i tipi e stazze.Par-
economiche tradizionali legate al mare”?
quando prese corpo il progetto dell’AMP, subito
larne non è facile; i pescatori sono oggetto di
si spaccò sull’ipotesi di istituzione, con i pescatori
giudizi che spesso partono dalla non conoscen-
Il Regno e la Pesca
ischitani decisamente a favore e quelli procidani
za di questo mondo importantissimo, oppure
L’Area Marina Protetta non è un acquario, un
decisamente contro: parliamone, giusto per capi-
- peggio - da un’ideologia protezionistica che
parco giochi o un’agenzia turistica.
re quale rapporto vi sia tra il Regno ed i suoi più
vive di sentito dire. E sono in molti, opinionisti
Lo scopo di una AMP è proteggere la biodi-
veri sudditi, i pescatori professionali. La cui sorte è
o semplici appassionati di mare, che si sentono
versità del mare, studiarlo e diffonderne la co-
quella più intimamente legata alla vita dell’AMP.
“abilitati” a rilasciare pareri, giudizi e spesso
noscenza, armonizzando questa priorità con la
sentenze rispetto alla pesca ed ai pescatori.
vita, gli usi, l’economia di chi ci vive. Chiara-
La Pesca
D’altra parte, la pesca professionale, nelle AMP,
La pesca è… come la pasta, che con un’unica
è considerata un pilastro della gestione. È coc-
parola riunisce spaghetti, tortiglioni e lasagne,
colata, protetta e valorizzata, nonostante molti
mente se ci sono delle attività che contrastano
del rispetto del mare: lavoro duro senza sconti,
si chiama selettività degli attrezzi.
con questa missione il compito dell’AMP è di
freddo, bagnato e sporco, da fare tutti i gior-
Lo strascico, il cianciolo invece sono strumenti
limitarle, o vietarle, ma sempre creando le op-
ni, se si vuole campare, insegnato dal padre al
attivi, che vanno a caccia del pesce e raccolgo-
portunità per nuova economia che migliori la condizione generale del territorio. L’AMP non deve e non può essere un danno per le persone che vivono la propria vita al suo interno, per il semplice motivo che se così
Il pescatore è l’unico operatore che ha un assoluto e vitale bisogno di un mare in buona salute, perché non “vive il mare”, ma “vive del mare”, ne fa il proprio sostentamento diretto.
fosse nessuna forza di poli-
figlio.
no tutto quello che incontrano. I grandi ripro-
Ed infine, ma prima di tut-
duttori non possono sfuggire, e quando uno di
to, è l’unico operatore che
questi attrezzi trova un banco di grandi pesci
ha un assoluto e vitale bi-
lo cattura tutto, senza eccezioni. Questi tipi di
sogno di un mare in buona
pesca nell’Area Marina protetta sono proibiti,
salute: è l’unico che non
oppure hanno forti limitazioni… da qui la con-
“vive il mare”, ma “vive del
trarietà dei procidani e la forte partecipazione
mare”, non frequenta le
al processo di istituzione dell’AMP da parte dei
bellezze del mare, ma ne
pescatori ischitani. Perché tutti credono an-
zia e di sorveglianza potrebbe mai assicurarne la
fa il proprio sostentamen-
sopravvivenza. Deve quindi essere condivisa, le
to diretto, oltre a riempire i
forze economiche e gli operatori devono esse-
nostri piatti di linguine e di
re convinti della sua utilità, e del guadagno che
zuppe di pesce.
arriva loro, in termini appunto strettamente eco-
Ma…
nomici e di vivibilità.
dell’AMP vi fu una spacca-
Ora, delle attività che si svolgono in mare, sopra
tura tra ischitani e procida-
o sotto la sua superficie, quasi tutte godono di
ni? Non per una differenza
esso come ambiente estetico o lo usano. La na-
culturale, ma pratica. La
vigazione, commerciale e di linea, lo vede come
flotta ischitana, forte di ol-
mezzo per i loro traffici; gli usi turistici come il
tre ottanta famiglie/barche,
diporto nautico, la balneazione, la subacquea
vive di piccola pesca arti-
sportiva, vivono del godimento della sua bel-
gianale con gli attrezzi da
lezza paesaggistica e naturalistica. E possono
posta. Quella procidana, invece, è soprattutto
questa gente è abituata ad un lavoro duro,
essere avvantaggiate da un ambiente in buona
pesca industriale, strascico o grande circuizio-
bagnato e sporco, ed a fare un patto con una
salute, ma possono essere anche del tutto indif-
ne (cianciolo). E c’è una differenza sostanziale
stretta di mano, la legge del mare. Ma non si
ferenti alla salvaguardia della biodiversità.
tra le due: gli attrezzi da posta, come dice la
danno per vinti, il mare è sempre lì, e loro sul
Ma la pesca no.
parola, non si muovono, sono sostanzialmente
mare. Gli unici che sanno chi sia Nettuno e che,
I pescatori, i “predoni del mare” per alcuni, o
delle trappole di rete, tra le cui maglie resta-
rinnovando il loro patto possono aiutarci a co-
pittoresche e romantiche figure, per altri, sono
no impigliati i pesci che le incontrano. Quelli
noscere, amare e rispettare il suo Regno.
gli unici operatori che condividono pienamente
troppo piccoli, ancora immaturi passano tra le
gli scopi ed il destino del Regno di Nettuno. Il
maglie e quelli di notevoli dimensioni, i grandi
*Già direttore dell’Area Marina Protetta Regno
pescatore professionista infatti assomma in sé
riproduttori, vedono la rete e fuggono. Questa
di Nettuno ed esperto di pesca
alcuni degli elementi essenziali della “mission” dell’AMP. È portatore di conoscenza, nessuno come il pescatore conosce l’ambiente marino. Il suo destino di tutti i giorni è intimamente legato alla sapienza materiale delle migrazioni, delle zone di pascolo o caccia, delle stagioni, dei cambiamenti che luce, luna o tempo inducono nel comportamento di pesci, crostacei e molluschi: è capace di interpretare i segni della natura e del cielo. È portatore della cultura e
perché
all’inizio
Lo strascico, il cianciolo sono strumenti attivi, vanno a caccia del pesce e raccolgono tutto ciò che incontrano. I grandi riproduttori non possono sfuggire, e quando uno di questi attrezzi trova un banco di grandi pesci lo cattura tutto, senza eccezioni.
cora nel loro mestiere nonostante le delusioni della politica, come il fallimento del GAC (Gruppo di Azione Costiera), programma dell’Unione Europea per lo sviluppo delle attività della piccola pesca, fallito per l’incapacità degli amministratori locali. Così, ancora una volta i “rapinatori del mare” sono stati rapinati delle loro speranze. Perché
DIFENDO IL MARE, RISPETTO LE SUE LEGGI text_ Silvia Buchner
Abbiamo aperto con la sua immagine il focus dedicato alla pesca artigianale nell’isola d’Ischia, perché la storia di Massimo Bilardi, poco più che trentenne, professionista della piccola pesca, è emblematica, sia per ciò che ci ha raccontato, sia per la sua scelta di vita. E’ il primo
QR - Video
nella sua famiglia a fare il mestiere del pesca-
Pesca al cianciolo all’isola d’Elba
tore, per amore del mare ma anche perché lo considera un lavoro che possa consentirgli di guadagnare a sufficienza restando nel suo paese. Se ci si comporta seguendo le regole. Cosa che non è. Accade, infatti, che le notti al freddo, gli imprevisti anche gravi che sono sempre in agguato in un’attività che non è esattamente sedentaria, vengano vanificati perché quelle regole sono disattese, o comunque ci si muove con un atteggiamento predatorio che, alla fine, danneggia tutti - ma in primo luogo naturalmente i piccoli, come Bilardi. Sono circa 80 nell’isola le barche dedite a questo tipo di pesca, di solito con una, due persone a bordo (com’è il caso di Massimo): “Adopero strumenti selettivi come il tramaglio che è una rete da posta e il palangaro o coffa, una serie di ami appesi ad un cavo, con i quali non facciamo una pesca indiscriminata, catturando animali troppo giovani: il problema è che una cianciola
nonostante siano segnalate: “Quando le per-
con rigore, ma le violazioni sono sistematiche
(Ndr. La barca è dotata di una vasta rete a circu-
do non me le risarcisce nessuno e si coprono
da parte di tanti che con una piccola imbarca-
izione che viene trascinata sul fondo, intercet-
parecchio a vicenda, quindi non si individua-
zione, senza licenza, portano a casa un secon-
tando pesci di ogni dimensione, anche molto
no mai i responsabili. E’ la mia forza contro la
do stipendio, al nero”. E all’obiezione di tanti,
piccoli) con una sola calata raccoglie quanto io
loro, e prevalgono loro. Stesso discorso per le
che il Regno di Nettuno non è mai stato del
pesco in diversi mesi. Prede come orate, spigo-
paranze, che praticano pesca a strascico, che
tutto attivato, Massimo risponde che nel primo
le, ricciole sono tipiche di questo mare e ci fan-
dovrebbero passare oltre le tre miglia da terra,
periodo della sua esistenza c’era un’attività che
no guadagnare bene: quando ho iniziato, sei
ma non sempre lo fanno”. Insomma, il mare
incuteva timore, il solo fatto che ci fossero le
anni fa, si riproducevano sotto il Castello Ara-
di Ischia è terra di nessuno, nonostante l’Area
boe costituiva un deterrente valido. A confer-
gonese, adesso che sono oggetto di saccheg-
Marina Protetta e le leggi promulgate dall’UE
ma che le regole in mare sono quanto mai utili,
gio sistematico di notte, quando non ci sono
per regolamentare la pesca. Ma le cianciole
dopo gli obbligatori periodi di fermo biologico,
controlli, sono sparite. Dolenti note la compe-
non rispettano le delimitazioni, anche quelle
i fondali si rigenerano in fretta, diventando su-
tizione impari con i pescherecci procidani, le
della zona A, di protezione integrale e vengo-
bito più pescosi: “Potrebbe essere interessante,
cianciole appunto, alcune dotate di sonar oriz-
no spesso sul banco di Ischia, una secca, area
per esempio, ridurre il tempo concesso in mare
zontale che consente di individuare con grande
anch’essa tutelata: siamo al paradosso che le
ai grandi pescherecci, visto che attualmente ci
precisione posizione ed entità del branco, e di
boe gialle che dovrebbero servire a segnalar-
sono paranze dalla terraferma che stanno fuori
catturarlo tutto: “Noi della piccola pesca più di
le fanno bella mostra di sé, ancorate proprio
l’intera settimana, scaricando e tornando subi-
4 esemplari al giorno non riusciamo a prender-
davanti a Ischia Ponte. Radunate dopo che le
to a pescare”.
ne e non sono neppure i più grandi, importanti
tempeste le avevano divelte, non sono più sta-
Ci è piaciuto molto questo giovane pescatore
per portare avanti la riproduzione, mentre loro
te riposizionate! “Tuttavia, considero il Regno
ischitano, serio, appassionato del suo lavoro,
ne fanno strage”. Inoltre, spesso ci rimettono
di Nettuno una grande risorsa - precisa Bilardi -
equilibrato nelle valutazioni: varrebbe davvero
le reti (che costituiscono un investimento an-
Le limitazioni? Sono indispensabili, perché oltre
la pena di ascoltarle di più persone come lui,
nuo di 3-4mila euro, oltre al tempo dedicato a
al problema delle cianciole, il dilettantismo ci
e dargli voce, per sperare di costruire un’isola
cucirle), le catene della cianciola le distruggono
sta divorando. La pesca sportiva è disciplinata
migliore.
W I N E
i
LA PIETRA DI TOMMASONE text_ Cecilia D’Ambrosio | photo_Enzo Rando
GRANDE QUALITA’, RICERCA, IMPRENDITORIALITA’: QUESTO E’ IL FIL ROUGE DI UNA CASA VINICOLA IN COSTANTE CRESCITA CHE SI PONE FRA LE ECCELLENZE ISCHITANE DEL SETTORE. Una bella storia di famiglia, di passioni condivise e tramandate, di ritorno alle radici con intelligenza e capacità imprenditoriale quella della casa vinicola La Pietra di Tommasone. Oltre dieci ettari coltivati a vigneto, una media di 100mila bottiglie prodotte per undici etichette, pensate per incontrare il gusto di chi ama il vino e insieme valorizzare i vitigni autoctoni e le peculiarità del suolo ischitano, interessanti progetti di espansione e un posto fra i più importanti produttori dell’isola per quest’azienda nata dal sogno - insieme visionario e solidamente legato alla sua terra - di Antonio Monti. Il suo è stato un percorso di successo professionale e personale - ha un ristorante a Colonia, è sposato con Birgit e hanno due figlie Lucia e Barbara - che non gli ha fatto dimenticare le origini. Così negli anni ’90, quando eredita i vigneti in località Fango a Lacco Ameno, con la casa dove è nato e la cantina in cui il nonno e il padre Tommasone facevano il vino - decide di investire per creare una cantina attrezzata secondo le migliori tecniche enologiche (vasche in acciaio inox e impianto di raffreddamento, importante per i bianchi che devono fermentare a freddo per ottenere maggiori profumi, e per mantenere la giusta tempe-
ratura dei vini in estate) e di reimpiantare i terreni. La prima vendemmia nel 2004 e intanto trasmette la sua passione alla figlia Lucia, cresciuta in Germania, che diventa enologa attraverso un percorso di studi e di pratica presso aziende tedesche e friulane. Fino alla decisione più importante: trasferirsi nel 2009 definitivamente a Ischia e seguire da esperta, insieme al padre Antonio, La Pietra di Tommasone. Cordiale, idee chiare, innamorata di quest’isola, dove non è nata ma che ha scelto, Lucia Monti racconta le linee guida di un’azienda che miete successi, sia dal punto di vista commerciale che di riconoscimenti. Ultimo in ordine di tempo l’Oscar di Bere Bene 2016 con il DOC Ischia Biancolella 2014: si tratta di una guida del Gambero rosso che raccoglie tutti i finalisti per i famosi “Tre Bicchieri” che abbiano
domanda del mercato campano: invecchia esclusivamente in acciaio, esce
un costo in enoteca entro i 10 euro, e che automaticamente concorrono
già a marzo nonostante sia un rosso ed è un vino fruttato che servito un
per l’Oscar Bere Bene, un riconoscimento che premia la capacità di garan-
grado più fresco si associa bene a pietanze di mare strutturate come la
tire un buon rapporto qualità prezzo. I vigneti attualmente condotti dalla
zuppa di pesce. Si differenzia, quindi, dagli altri rossi Tommasone che
famiglia Monti si trovano, oltre che al Fango, a Forio in località Spadara
sono più invecchiati e corposi. Infatti, i due IGT Pigna Nera (aglianico,
e Chiena e al Calitto, che con quasi 6 ettari è il più grande dell’isola, e
montepulciano) e Pithecusa rosso (che aggiunge una percentuale di per
ancora a S. Angelo e a breve pianteranno un nuovo appezzamento a Fia-
‘e palummo a questi due vitigni) invecchiano in botti di rovere - che si
iano. Il biancolella il più prestigioso DOC isolano domina fra i vitigni, ma
possono vedere nell’antica cantina del nonno Tommasone, piacevolmen-
è presente anche il forastera. I due insieme si ritrovano nel Terra Dei che
te ristrutturata - rispettivamente 3 e 2 anni e si sposano con arrosti di
richiama molto gli agrumi, limone e arancia, ed è leggero di struttura ri-
carne, selvaggina, formaggi stagionati, ma il secondo accompagna anche
spetto al biancolella classico, com’è appunto quello dell’Ischia Biancolella,
il coniglio alla cacciatora.
che fermenta a 12° e ha una lunga fase di batonnage, cioè affinamento sui lieviti, per essere chiarificato in gennaio, febbraio e imbottigliato a marzo: è un vino pulito, dai piacevolissimi profumi, che si abbina a pesce al forno, grigliate, molluschi, scampi, e pure a carni come coniglio e vitello. Ma si è scelto di dare spazio anche ai vitigni campani, in questo modo, spiega l’enologa “creiamo vini IGT che ci consentono di fare degli ‘esperimenti’ che vanno incontro alle esigenze del pubblico”. Così sono nati Pithecusa Bianco e Crazy Angels, quest’ultimo realizzato con falanghina, fiano e biancolella, con tappo a vite, un vino da aperitivo, è il più leggero dei bianchi, particolarmente adatto ai giovani, e in prospettiva destinato soprattutto all’estero. Tommasone, infatti, punta molto sul mercato internazionale, Germania, ma pure Stati Uniti, Giappone, Svizzera, Austria, Olanda, Belgio. Non a caso, unici a Ischia, producono un rosato, vino molto amato fuori dall’Italia. E’ il Rosa Monti: monovitigno di Aglianico, raccolto presto per conservare una maggiore acidità e minore grado alcolico e vinificato “in bianco”: l’uva viene trattata come si fa per i bianchi pressandola subito, senza macerazione del mosto nelle bucce, per cui si sentono gli aromi tipici del rosso come la fragola, ma è fresco, perfetto d’estate con crudità di mare, sushi, mozzarella di bufala, pizza e può ben figurare come aperitivo. Fra i rossi, l’Ischia Per ‘e palummo è l’unico DOC, creato per seguire la
E’ possibile visitare la casa vinicola e fare degustazioni. La Pietra di Tommasone Via Provinciale Lacco, 59 Loc. Fango - Lacco Ameno Tel. 081. 3330330 | www.tommasonevini.it |
N A T U R E
i
ANDAR PER FUNGHI text_ Cecilia D’Ambrosio
DAI BOSCHI DEL CRETAIO A QUELLI DI ZARO E DEL FANGO, TUTTI CUSTODISCONO UN TESORO VEGETALE, BEN NASCOSTO, CHE SCATENA LA FANTASIA (GASTRONOMICA) DI TANTI. Non è vero che i funghi diventano velenosi se cresciuti vicino a ferri arrugginiti, scarpe vecchie e tane di vipere, che i cani sanno individuare quelli pericolosi, che cuocere o essiccare i funghi velenosi li renda commestibili. Bosco è sinonimo di funghi, in quanto gli uni non possono vivere senza
e l’apparato radicale della vegetazione sono categoricamente vietati. Inol-
l’altro e stabiliscono un rapporto di mutuo vantaggio, che si chiama sim-
tre, i micologi esperti raccomandano di non tagliarli alla base del gambo,
biosi: il fungo prende dalle radici le sostanze organiche di cui ha bisogno
ma di estrarli interamente dal terreno. Oltre ai porcini, ottimi da mangiare
e la pianta riceve a sua volta acqua e sali minerali. E i tanti castagneti che
il gallinaccio, crudo in insalata, la monetola, l’estatino (i primi che spuntano
ricoprono le colline dell’isola d’Ischia sono un paradiso per gli appassionati
dopo le piogge di fine estate), la cocciola d’ova (forma e colore ricordano
di questi prodotti che rientrano fra le tante tipicità prodotte da questa
l’uovo alla coque), il ferrigno dal color ruggine, che va bollito più volte
terra, al punto che la raccolta diventa una vera “corsa all’oro”, secondo
prima di poterlo consumare, la mazza di tamburo che può raggiungere
regole e sapienze che sono tramandate di padre in figlio, anche se oggi la
dimensioni ragguardevoli, la lattarola, chiamato così perché emette un lat-
legge prevede l’obbligo di un patentino per i cercatori. La combinazione
ticello quando si spezza la testa. Tante le credenze e superstizioni legate al
fra le piogge autunnali e temperature ancora alte (generalmente com-
mondo dei funghi: per avere raccolte abbondanti, per esempio, gli ischi-
prese fra 15 e 25°) creano la condizione ideale perché il terreno metta al
tani si affidano alla luna calante “Quann’ chiov’ cu ‘a mancanza”, infatti,
mondo i miceti tanto attesi e il porcino diventa un vero e proprio “oggetto
sono certi che il raccolto sarà ricco. Altre sono legate ai funghi velenosi:
del desiderio”. Tanti i suoi nomi in dialetto, per esempio “casatiello” o
alcuni di essi sono davvero pericolosi se vengono ingeriti e, talvolta, sono
“cap nir”, dal colore del cappello, appunto, il più pregiato, che trova nel
molto simili nell’aspetto a quelli innocui, anche se è un errore distruggere
sottobosco di castagni l’habitat ideale da cui trae tutta l’aromaticità che lo
gli esemplari tossici la cui presenza è fondamentale per mantenere vivo
caratterizza, ma sono buoni anche quelli che crescono ai piedi dei lecci. Il
l’humus e l’ecosistema in cui sono inseriti. Allora, sfatiamo alcune di queste
Cretaio e i tanti valloni che solcano le pendici dell’Epomeo a Casamicciola,
convinzioni senza fondamento: non è vero che i funghi diventano velenosi
il castagneto della Falanga a Forio ma anche il bosco di Zaro, Buceto e i
se cresciuti vicino a ferri arrugginiti, scarpe vecchie e tane di vipere, che i
piani di S. Paolo a Barano, a Lacco Ameno il sottobosco del Fango, monte
cani sanno individuare quelli pericolosi, che l’aglio, la cipolla o un oggetto
Vezzi a Ischia sono le località battute dai cercatori, armati solo della loro
d’argento (immersi nel tegame di cottura) anneriscono a contatto con gli
esperienza, di buoni occhi e di un cesto in vimini, in modo che le spore dei
esemplari velenosi, né tanto meno che sono tossici se mutano colore al
funghi raccolti ricadano nel terreno compiendo l’indispensabile “semina”
taglio; inoltre, non è assolutamente falso che cuocere o essiccare i funghi
che garantisce che nuovi esemplari possano crescere. Rastrelli, uncini o al-
velenosi li renda commestibili.
tri mezzi che danneggiano lo strato umifero del terreno, il micelio fungino
CANTINANDO D’INVERNO photo_archivio Andar per Cantine
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Nuove cantine sono entrate nel circuito, il programma si è arricchito di escursioni per far conoscere l’articolato territorio dell’isola che fa da sfondo ai vigneti inerpicati sulle tipiche ‘parracine’, è stato dedicato un focus al piatto ischitano per eccellenza, il coniglio alla cacciatora, le cantine sono state aperte anche di sera, organizzando cene e degustazioni a tema, è stato possibile per gli appassionati partecipare alla vendemmia, ma anche assistere alla lavorazione del limoncello e dei pomodori: insomma, Andar per cantine - giunta alla sua ottava edizione - è una kermesse in continua crescita, che valorizza con successo le realtà legate all’agricoltura e all’artigianato ischitani con una valida sinergia fra aziende. E per quest’inverno, la Pro Loco Panza, che ha ideato e organizza la manifestazione settembrina, propone Cantinando d’inverno. Si svolgerà nei primissimi giorni del nuovo anno, seguendo un programma simile a quello di Andar per cantine: quindi visita delle strutture dedicate alla produzione del vino (per raggiungerle sono a disposizione bus navette con guida), sia antiche cantine che aziende vitivinicole, e svolgimento di un percorso enogastronomico, che si concentrerà su piatti e prodotti del periodo come pizza di scarole, castagne, baccalà fritto, magnifici dolci da accompagnare come sempre ai vini tipici. Per info e prenotazioni: 081. 908436 www.prolocopanzaischia.it
foto a cura di Dayana Chiocca & Raffaella Barbieri
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PAOLO CREPET A ISCHIA CON LA FONDAZIONE IACONO AVELLINO CONTE La Cerimonia conclusiva per l’assegnazione delle borse di studio del Concorso per le scuole su lavoro e disoccupazione promosso dalla Fondazione Opera Pia Iacono Avellino Conte, presieduta da Celestino Vuoso, e che si è tenuta sabato 21 novembre in presenza del vescovo Monsignor Pietro Lagnese ha visto la sala convegni dell’hotel Re Ferdinando completamente piena. L’occasione era, infatti, unica, ascoltare la lectio magistralis del professor Paolo Crepet, famoso psichiatra e sociologo, dedicata a un tema quanto mai attuale e che divide: l’educazione impartita, in particolare dalle famiglie italiane, ai più giovani e considerata troppo morbida, protettiva e perciò alla fin fine dannosa rispetto agli obiettivi di farne delle persone in grado di cogliere le tante opportunità che questa epoca comunque riserva.
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HAPPY HOUR ALLA DOLCE SOSTA Durante i fine settimana il corso Vittoria Colonna prende vita alla terrazza del bar La Dolce Sosta della famiglia Ferrandino, con i piacevoli happy hours che lo storico bar offre accompagnati dalla musica dal vivo. La terrazza, completamente rinnovata, è allestita in modo da assicurare una climatizzazione ottimale che rende assai gradevole trascorrervi del tempo in compagnia degli amici a sorseggiare un buon cocktail.
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ISCHIA VINTAGE 2015
L’Albergo della Regina Isabella ha chiuso come di consueto la stagione con l’evento enogastronomico Ischia Vintage, giunto alla 13esima edizione. Dal 29 ottobre al 1 novembre 2015, appassionati del buon cibo e del buon vino e, più ancora, amanti del bello, si sono ritrovati nella splendida location dell’hotel per trascorrere un weekend all’insegna della convivialità e dei piaceri. Ideato nel 2002 e fortemente voluto da Giancarlo Carriero e dall’amico di famiglia Gaddo della Gherardesca, si conferma sempre più un appuntamento esclusivo e irrinunciabile in cui incontrare grandi produttori di vino italiani e internazionali. Anche quest’anno i Vignerons sono stati selezionati da Ian D’Agata, wine writer ed enocritico: provenienti da Abruzzo, Sardegna, Marche, Veneto appartengono all’associazione dei viticoltori indipendenti e le loro creazioni hanno accompagnato i menù dei due chef, Pasquale Palamaro, Stella Michelin del ristorante gourmet Indaco e Luigi Castagna, Chef Executive del Ristorante Regina Isabella.
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EDDY NAPOLI CANTA PER LA FESTA DEL BUON PESCATO A chiudere gli eventi legati alla Festa del Buon Pescato, promossi dal GAC (Gruppo di Azione Costiera) delle isole del Golfo di Napoli per valorizzare la pesca e le attività ad essa connesse, sabato 17 ottobre Ischia ha ospitato una serata di musica e spettacolo. Ha aperto la manifestazione il concerto dell’artista Eddy Napoli con la sua band; poi lo spettacolo si è spostato sulla Riva Destra con le suggestive video proiezioni sullo specchio d’acqua del porto e l’esibizione degli artisti di strada.
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05
ALCHEMIE WINTER
Alchemie Friends Club, recentemente rinnovato attraverso un impattante restyling diretto dall’architetto Enzo Gamboni, ha varato la stagione invernale mettendo in campo il collaudatissimo team che, con a capo i fratelli De Georgio, si avvale della collaborazione di Francesco Fondicelli, Nico De Pinto, Matteo Sasso, Aldo Sansone, la vocalist Cristina Trecani, delle ragazze immagine Cri Losyuk, Annamaria Vuolo e Giusy Mennella, ancora ci sono i dj Alex Cannava, Jo Satta, Miro Schneider, le foto sono di Noemi. Animeranno un ricco, dinamico e ambizioso cartellone di eventi che spazia dalle serate gourmet con chef stellati e di tendenza, ad after dinner, degustazioni, performances dj, incontri per affinare tecniche e conoscenze del mondo del luxury.
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SENTINELLE DEGLI EQUILIBRI MONDIALI Dopo aver consultato Francesco, all’apice dell’entusiasmo per il soddisfacente risultato raggiunto per la foto di copertina inneggiante a un 2016 foriero di pace - con la strepitosa Miriam Onorato, i fotografi Simone De Sanctis e Riccardo Sepe Visconti, smarrito il più pulviscolare senso di dignità e compostezza si sono lanciati in una improbabile esibizione di un tradizionale ballo russo, in omaggio alla ritrovata unità fra il presidente Putin e il presidente degli USA Obama. Non disdegnando una strizzatina d’occhio alle tradizioni dei Dervisci, con il profondo convincimento di non voler tener fuori Erdogan da un tale consesso di animi ispirati.
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B U S I N E S S
i
SCELTA E QUALITA’ SULLE TAVOLE ISCHITANE Text: Manuela Bottiglieri
SEA AND MEAT, AGENTE CON DEPOSITO DEL COLOSSO DELLA RISTORAZIONE MARR, E’ LEADER ISOLANO NELLA COMMERCIALIZZAZIONE DI PRODOTTI ALIMENTARI, IN PRIMO LUOGO CARNI E PESCE DI QUALITA’. Approvvigionare con tempestività e precisione, garantire l’eccellenza dei
una conservazione ottimale durante il trasporto, mantenendo la catena
prodotti, rispettare con rigore le norme, cosa tanto più importante trat-
del freddo”. Carni fresche all’osso (cioè quarti dell’animale che vengono
tandosi di alimentari, rifornendo circa trecento aziende, oltre alla vendita
venduti interi), che passano attraverso un impianto modernissimo certi-
al dettaglio ai privati. Tutto questo è una delle realtà imprenditoriali più
ficato C.E.E. immediatamente dal camion frigorifero alle celle refrigerate
interessanti dell’isola, Sea & Meat La Ristorazione, fondata oltre trent’an-
della Sea and Meat, carni fresche sottovuoto in diversi tagli (filetto, cu-
ni fa da Vito Iacono, continuando il lavoro del padre, che era macellaio
beroll, roastbeef, ecc.), prodotti ittici congelati, e poi formaggi e salumi,
e conosceva quindi il mondo delle carni e serviva gli alberghi più presti-
alcolici, derrate alimentari da dispensa e tutto quanto serve a condurre la
giosi d’Ischia. L’attuale sede è ospitata nell’ex Cantina Sociale ai Pilastri:
cucina di un hotel o di un ristorante. Grazie all’accordo stretto dalla Sea
“Quando mio padre decise di stabilirci qui apparve una scelta audace:
and Meat con Marr, si può scegliere, infatti, qualsiasi specialità presente
non c’era nulla, solo le pareti”, racconta l’intraprendente figlia Claudia,
sul ricco e dettagliato catalogo dell’azienda e viene garantita la conse-
che lo affianca nella conduzione dell’azienda. E da qui partono quoti-
gna nel giro di una settimana. Un’attenzione particolare va alle carni,
dianamente rifornimenti per centinaia di alberghi e ristoranti ischitani:
bovino, suino, pollame, scelte con cura e tutte di origine controllata e
Sea & Meat, infatti, dal 2002 è agente con deposito della Marr, uno
certificata: in particolare Marr, attraverso Sea & Meat, fornisce a marchio
dei colossi nazionali delle forniture per la ristorazione, appartenente al
proprio per l’isola pregiate carni argentine, nordamericane, australiane,
gruppo Cremonini, con più di 38.000 clienti su tutto il territorio italiano
irlandesi e francesi, ideali per realizzare una ristorazione di alta qualità.
e un assortimento di circa 30.000 prodotti fra alimentari e attrezzatu-
Ugualmente per il settore ittico, è possibile trovare ogni tipo di pesce e
re da sala e cucina, ed è evidente quanto sia strategica una ubicazione
molluschi sia freschi che congelati, anche in forma di tranci già pronti
come quella di Ischia, un’isola che vede sul suo territorio oltre tre milioni
per essere cucinati. Inoltre, le carni fresche sottovuoto, il pesce fresco e
di presenze turistiche annue. “Durante la stagione ‘calda’ che per noi
congelato, il pollame fresco e il coniglio nostrano sono in vendita pure al
va da Pasqua a ottobre, le consegne ci pervengono direttamente dalla
dettaglio, accanto a un’interessante selezione di prodotti per la dispensa
Marr due volte la settimana per la carne fresca ed il pesce, e dalle ditte
con un’offerta ampia e molto pratica ideale in primo luogo per la spesa
fornitrici collegate, accuratamente selezionate da Marr, che consegna-
quotidiana delle famiglie. E, naturalmente, per il prossimo Natale Sea
no tutti i giorni pesce fresco, frutti di mare, carni bianche e tanti altri
and Meat propone una vastissima offerta gastronomica per imbandire
prodotti. La distribuzione avviene con mezzi frigorifero, che consentono
la tavola delle feste.
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CARMINE DI IORIO: LITURGIA DI UN COCKTAIL Text: Riccardo Sepe Visconti | Photo: Ischiacity
LA PROFESSIONE DI BARMAN E’ IL CENTRO DELLA SUA VITA: PERCHE’ NEI COCKTAIL SONO RACCHIUSI CULTURA, INCLINAZIONI, EMOZIONI, DI CHI LI CREA E DI CHI LI BEVE.
Il tratto distintivo di Carmine Di Iorio - barman
na personalità coltiva in sé, spesso in profondi-
all’hotel Terme Manzi di Casamicciola Terme - è
tà. Ma Carmine ha anche avuto la fortuna, direi
la gentilezza unita alla perfetta padronanza del
il privilegio, di formarsi nel suo percorso - uma-
proprio ruolo: è infatti nato e cresciuto come barman in alberghi 5 stelle e quindi, fin da giovanissimo, ha imparato a viaggiare, non con gli spostamenti fisici ma attraverso quelli dell’accoglienza. Carmine ha così girato il mondo grazie ai tantissimi,
multietnici,
e
talvolta cosmopoliti, ospiti che con i loro desideri, la propria cultura, le prefe-
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renze, i tic, le inclinazioni
no e professionale - sotto
Stando dietro al suo bancone di barman Carmine Di Iorio ha girato il mondo attraverso i tantissimi, multietnici, e talvolta cosmopoliti, ospiti che con i loro desideri, la propria cultura, le preferenze, i tic, le inclinazioni più stravaganti gli hanno consentito di abbeverarsi alla loro storia e quindi identità culturale.
più stravaganti gli hanno
la guida di alcuni validissimi maestri - Stefano Buono e Ambrogio De Siano barman del San Montano, Franco Scollo suo attuale capobarman, Bruno De Georgio sono solo alcuni di loro - tutte persone che hanno lasciato in lui un pezzetto della loro storia, delle loro intuizioni, del proprio vissuto e, immagino, soprattutto della passione dedicata al mondo al
consentito di abbeverarsi (è il caso di dirlo!) alla
quale tutti hanno preso parte: rendere i propri
loro storia, alla loro identità culturale e a quelle
ospiti felici attraverso un’emozione. Già perché
delicatissime declinazioni del gusto che ciascu-
il drink, il buon bere è una grandissima emo-
zione. Un trionfo di sensazioni che spaziano
Ecco che Carmine ricorda di quando, da pic-
per intenerire le dure giornate di lavoro degli
dall’olfatto alla vista, dal compiacimento delle
colo, entrava nella stanza da letto dei genito-
operai delle fredde valli - declina il più moder-
architetture impiegate nella presentazione allo
ri e sulla consolle della madre vedeva (e vede
no (e diffuso) epigono di questa usanza, l’Ape-
tutt’oggi) appoggiato un
rol Spritz, nella formula inventata da Carmine:
stupore per le intuizioni profondissime o geniali per
simbolo rassicurante, pro-
del rosolio (liquore profumatissimo ottenuto
tettivo, eterno: una piccola
per macerazione di petali di rosa nell’alcool)
teca di vetro contenente
con della spremuta di lime, qualche decilitro di
l’effige
Madonna,
effervescente prosecco ed una spruzzata (ge-
madre e conforto spiritua-
nerosa) di Campari che, a differenza dell’Ape-
le, scrigno di passione e
rol, è giudicato (secondo me a ragione) un bit-
fonte di amore: quale im-
ter dalla personalità assai più matura, definita
magine più nobile, ed allo
ed equilibrata. La miscela va shakerata fredda
stesso tempo completa,
con dolcezza e servita in una coppa rinfrescata
a cui ispirare la creazione
e asciutta che sarà adagiata su un tappeto di
di un cocktail? Nasce così
profumati e lievi petali (rossissimi) di rosa ap-
l’idea di custodire, come
pena colta dei quali, uno solo, il più bello, ver-
stituisce la figura dell’analista, è pur vero che
santificata, sotto una teca di vetro (che ne pre-
rà, con molta attenzione, lasciato galleggiare
altrettanto spesso, con un percorso di analisi
servi gli aromi e ne difenda lo spirito, anche in
sul bordo del bicchiere. Il cocktail verrà servito
fragile e delicatissimo, elabora le sue ricette.
senso alcolico) la coppa del liquido creata in
protetto dalla campana di vetro, nell’attesa che
Qui ne presentiamo una che Carmine ha intito-
omaggio ai propri sentimenti. A questo punto
il rito religioso della degustazione si compia…
lato “Ladies”, e che a me, che ho ascoltato con
Carmine declina l’idea della Madonna serven-
e con esso il miracolo!
molta attenzione il suo racconto, piacerebbe
dosi di uno stratagemma olfattivo ed attingen-
assi più chiamare “O’ profumo da’ Maronna”.
do quindi allo sterminato mondo floreale delle
Si parte da due note, una dolorosa, l’altra te-
rose: il mese della Signora è maggio, e maggio
nerissima: la prima è la morte del padre di
è il mese delle rose. Ecco il filo conduttore at-
Carmine, avvenuta recentemente, l’altra l’at-
traverso il quale costruire la personalità della
taccamento filiale alla madre e la necessità
sua miscela: una preparazione che par-
(indissolubile) di fissare un legame forte con
tendo da una realtà umile - qual è il
le proprie radici familiari (e spirituali, perché la
vino mischiato alla soda, assai in uso,
morte in questa storia ha la sua importanza!).
un tempo, nei bar del nord Italia
il dettaglio, dalla poesia di certe “traduzioni” di sentimenti nel bicchiere alla anche violenta - nostalgia evocativa di sentori smarriti… Tutto in un cocktail rimanda a ciò che siamo e, ancora più spesso, a ciò che aspiriamo ad essere. Ecco perché se il barman non di
Cogliendo la suggestione di ricordi dell’infanzia ed elaborando il tema dell’Aperol Spritz, nasce il cocktail Ladies: profumato rosolio, prosecco effervescente, Campari e una spruzzata di lime, da servire su un tappeto di petali di rosa.
rado dal suo proscenio so-
della
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L’INVERNO DELL’ALCHEMIE FRIENDS CLUB Text: Manuela Bottiglieri Cinquanta sfumature di rosso quest’inverno al Friends Club, e non stia-
cucinando dal vivo davanti al pubblico, che naturalmente proverà i piatti
mo parlando del sequel “bollente” con l’affascinante Christian Grey, an-
realizzati. Lo show cooking sarà accompagnato da una degustazione di
che se i “piaceri” non mancheranno!
vini - rossi e non solo - tutte etichette straniere proposte per esaltare
Vino e buon cibo saranno i protagonisti fino a marzo 2016, ogni pri-
ogni portata e stupire i commensali con sapori nuovi e avvolgenti. Ad
mo venerdì del mese, per scaldare gli animi sino al ritorno della bella
allietare gli ospiti prima e durante la cena ci saranno anche inediti e coin-
stagione. Il format è quello che ha riscosso notevole successo la scorsa
volgenti intrattenimenti. Insomma, i piaceri proposti non saranno solo
primavera, con una performance live di chef stellati che si alterneranno,
pensati per appagare il gusto, ma coinvolgeranno un po’ tutti i sensi.
Grazie al recentissimo restyling dello spazio dell’Alchemie che gli ha conferito un look più caldo, la “platea rotonda” apparecchiata per le serate potrà accogliere circa 70 persone (qualcuna in più del passato), ma per non perdersi questa esaltazione dei sensi è richiesta la prenotazione, il costo di ogni serata si aggira intorno ai 60-80 € a persona. Ai venerdì “in circle” si alterneranno serate “on stage”, durante le quali ci sarà musica dal vivo e spettacolo, per esempio teatro e burlesque, e si potrà scegliere fra tanti drink ma anche cenare à la carte. L’Alchemie non è solo show-food e spettacoli speciali: ogni sera si può gustarsi un ottimo cocktail con amici, un aperitivo o fermarsi per un panino tutto americano come il Bbq, ma non solo, ci sono infatti caesar salad,
taglieri
di salumi e formaggi, per chi non ama la carne un ottimo panino vegetariano e poi cocktail bar, disco e molto altro. Questo è l’Alchemie, dove i fratelli De Georgio assieme ad un eccezionale staff, puntano sempre all’innovazione, per coinvolgere continuamente i propri ospiti.
corso V. Colonna, 123 - Ischia tel. 081 0190565
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LA ROSA DEI VENTI 114 RISTORANTE, BRACERIA, PIZZERIA: NEL LOCALE APERTO A FIAIANO LA FAMIGLIA BUONO PORTA GRANDE QUALITA’ E CONTINUE INNOVAZIONI. PER TROVARE OGNI VOLTA SAPORI DIVERSI.
Secondo da sin., Franco Buono con Silvio Berlusconi, ospite al Regina Isabella, e alcuni colleghi di lavoro.
Franco Buono, per il quale questo bel ristorante affacciato su un magnifico panorama (nessuna descrizione vale la constatazione di persona), era un pezzo della sua vita, la sua seconda casa, in cui sono cresciuti (professionalmente ed umanamente) i suoi figli, sarebbe davvero fiero dei successi raggiunti dalla Rosa dei Venti. Quello che oggi è uno dei locali più frequentati dell’isola, di cui tutti parlano, nasce, infatti, da una sua intuizione, lui che il mondo dell’accoglienza lo conosceva bene essendo stato capo barman all’Albergo della Regina Isabella. E lo ha voluto ampio, comodo ma soprattutto ospitale nello stile, nel modo in cui si è sempre proposto. E se troppo presto, quando la sua creatura aveva iniziato a crescere, il destino ha voluto che lui non ci fosse più, la moglie Mafalda e i figli Ciro, Mario ed Angela hanno raccolto il testimone con orgoglio e dimostrandosi capaci di conferire al ristorante una precisa personalità. Lo hanno dedicato alla carne, rielaborando con creatività la carta delle pizze e proponendo spesso tante novità, ultima in ordine di tempo lo spazio bar, dove intrattenersi con gli amici e organizzare serate speciali. La braceria offre una selezione di carni italiane ed estere, dalla bistecca all’entrecôte, all’angus argentino, alla prussiana, fino al raro manzo di
con ingredienti scelti con cura estrema da Mario Buono che interpreta
Kobe. Consigliati da Ciro si può scegliere il proprio pezzo e, volendo,
con rigore e passione un piatto della nostra grande tradizione. I dolci
si può seguire la cottura che avviene su una vera brace a legna. I primi
sono sempre opera di Mafalda, si va da quelli al cucchiaio come il tira-
privilegiano la stagionalità: per l’inverno, pappardelle al cinghiale, ravioli
misù e ricotta e pera, serviti in originali barattoli in vetro, al tortino alle
alle noci e speck, paccheri conditi con baccalà, cime di scarola, uvetta e
mele con crema alla cannella, al cheesecake con frutti di bosco. Vasta la
pinoli; da perdersi nei taglieri degli antipasti su cui spicca la varietà dei
selezione di etichette di vini, campani e non solo, e di birre artigianali e di
formaggi aromatizzati, per esempio al tartufo, alla salvia o al vino rosso,
abbazia, per interessanti degustazioni abbinandoli ai diversi tipi di carne.
da accompagnare con salse e le fritturine, preparate al momento.
Inoltre, è possibile avventurarsi nel mondo delle grappe, da assaggiare
Mille le elaborazioni, e ne inventa sempre di nuove, sul tema della pizza,
abbinandole a diversi cioccolati. Da segnalare il servizio navetta a domicilio e gratuito (max 7/8 persone), dedicato sia ai turisti che a quegli isolani che vogliano concedersi un bicchierino in più, senza preoccupazioni.
via Testa, 42 (loc. Fiaiano) - Barano d’Ischia tel. 081. 902297 | cell. 339. 4242034 Ristorante La Rosa dei Venti Ischia
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L’INNOMINATO RISTORANTE PIZZERIA DA SCOPRIRE I RICCHI ACCOSTAMENTI DI SAPORI E LA VASTA CANTINA PROPOSTI DA QUESTO LOCALE CONDOTTO DAL DINAMICO BERNARDO CIGLIANO. text_redazione Ischiacity photo_Raffaella Barbieri
Per un inverno ricco di sapori, all’Innominato di Bernardo Cigliano, sommelier e ristoratore, spazio ai piatti di carne, dal capriolo - che condisce anche le tagliatelle - al cinghiale, e ancora scottona scozzese, cavallo, oltre alle classiche carni bianche e rosse, da gustare alla brace. La sua gestione conferisce a questo storico locale dal magnifico panorama sul castello Aragonese, un particolare senso di ospitalità e gli chef Maria Capuano e Giovanni Mattera hanno creato un menù ricco di gusto e di accostamenti, ma attento alla leggerezza delle pietanze. Fra nord e sud i tocchetti di baccalà norvegese marinati in extravergine con capperi e pomodorini locali, su un’emulsione di mozzarella di bufala e croccantezza di riso soffiato. Delicata la vellutata di ceci con tocchetti di baccalà cotti al vapore di tè profumato all’arancia e guanciale croccante. Ancora, paccheri ripieni di calamaro e guazzetto di sedano su vellutata di zucca e l’inedito spezzatino di pesce fresco di paranza su crema di piselli. Altrettanta cura e ricerca creativa per la pizzeria: accanto a quello tradizionale ci sono impasti speciali, ai 5 cereali, kamut e farro, alla barbabietola ricca di fibre, al cacao, allo zafferano (questi soprattutto nel finesettimana) senza glutine (si fa anche cucina vegana), che si sposano con condimenti classici, ma vale la pena di provarli in combinazioni come i 5 cereali con gorgonzola dolce, funghi porcini e noci o con provola e prosciutto crudo essiccato e reso croccante in padella, o ancora, al pesto e pomodori secchi, o con mortadella e pistacchi. La grande esperienza come sommelier fa di Bernardo Cigliano la persona ideale per consigliare il vino da accostare ai piatti, spaziando in una cantina ricca di oltre 500 etichette e per tutte le esigenze: si possono gustare, fra gli altri, vini di pregio come Gattinara, Barbaresco di Rocca, Brunello di Montalcino, Pauillac 2008, Grand vin de Bordeaux, il vino bevuto dalla regina d’Inghilterra, e poi, passiti, muffati e porto per accompagnare l’ampia selezione di dolci. Si sceglie, infatti, fra quelli della linea del pasticciere Sal De Riso e quelli di preparazione propria, come il babà con crema alla panna e bacche di vaniglia, aromatizzato con cacao e scorza di limone.
via Fasolara, 29 - Ischia tel. 081. 992690 cell. 347. 6613126 Ristorante e Pizzeria l’Innominato
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BAR HOLIDAYS
text_redazione Ischiacity photo_Raffaella Barbieri
FARSI CIRCONDARE DALLA FRAGRANZA DEL CAFFÈ APPENA PREPARATO, SCEGLIERE UN PROFUMATO CORNETTO PER ACCOMPAGNARLO, E POI COCKTAIL, SPUNTINI VELOCI, TORTE ARTIGIANALI: TANTI MOMENTI DA TRASCORRERE NEL BAR PREFERITO. La calda atmosfera del bar classico ti avvolge entrando da Holidays, in strategica posizione nel cuore di Ischia Ponte, arredato con legno e specchi che restituiscono il piacevole senso della tradizione. E in effetti si tratta di uno dei locali storici di Ponte, cui la nuova gestione della famiglia Iacono conferisce un’impronta dinamica e fresca. Se infatti Francesco Iacono è forte della lunga esperienza nella conduzione di un bar frequentatissimo come l’Holidays di Fondobosso, a Ponte le redini del locale sono nelle mani del figlio Giovan Giuseppe, praticamente cresciuto fra la macchina del caffè e lo shaker. A breve conseguirà il diploma all’istituto alberghiero Telese e sta definendo la sua formazione grazie ai corsi Aibes dedicati alla sua passione, i cocktails. Nel suo futuro una carriera da barman e tanta voglia di portare una moderna professionalità nel bar Holidays di Ponte, facendone un luogo di ritrovo perfetto per chi cerca qualità - si adopera esclusivamente caffè Vergnano - dove servire solo il meglio. Qui, Giovan Giuseppe, con la madre Anna Mancusi che si occupa della cucina e i loro collaboratori, trasferiscono la passione per il proprio lavoro nel garbo e cordialità con cui si dedicano agli ospiti. Accanto alla calda fragranza della classica tazzina, da provare il goloso caffè Holidays: caffè, grappa aromatizzata secondo un’esclusiva ricetta, panna e cacao. Da accompagnare con pasticceria artigianale, ma anche con una fresca fetta di torta
opera di Anna, che prepara al momento anche i piatti salati per l’ora del cocktail, per uno spuntino o un pasto leggero. In particolare d’estate, quando sedersi ai sempre piacevoli tavolini all’aperto che si trovano proprio di fronte al bar, a un passo dalla galleria d’arte Mazzella, consente di godersi l’atmosfera unica che solo il borgo di Ponte possiede. E allora, niente di meglio che un cocktail nel bicchiere, dall’immortale Margarita, a quelli creati dallo stesso Giovan Giuseppe Iacono come il fresco Holidays analcolico e quello alcolico ai frutti di bosco e da mangiare il piatto Holidays: involtini di bresaola farciti con ricotta lavorata, rucola, scaglie e crostini, e poi insalata ischitana, caprese, zingare, panini, saltimbocca oppure tagliate di frutta, bruschette, da accompagnare con un buon bicchiere di vino, frappè, frullati, centrifughe, granite… Insomma, l’Holidays ha tutte le caratteristiche per essere scelto come il bar preferito, quello da frequentare ogni giorno per una parentesi di distensione.
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Via Luigi Mazzella, 75 Ischia Ponte Tel. 081 993339 Bar Holiday Ischia Ponte
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text_redazione Ischiacity photo_Raffaella Barbieri
CANDY CREAM AL CENTRO DI CASAMICCIOLA LA POSSIBILITA’ DI CREARVI IL VOSTRO GELATO CON LE DECORAZIONI PREFERITE; E INOLTRE CHURRITOS, WAFFEL, YOGURT, CARAMELLE… Candy Cream è un mondo di golosità: dimenticate coni e mini coppette, in questa nuova gelateria al centro di Casamicciola Terme accanto a piazza Marina, sarete voi stessi a creare il vostro gelato personalizzato. Nel coloratissimo locale il cui nome si ispira al gioco di strategia per smartphone ‘candy crush saga’, ambientato nel mondo delle caramelle, è possibile, infatti, fare il pieno di dolcezza, con la formula del self service. E’ sufficiente, infatti, scegliere la coppa del formato desiderato e riempirla da soli attraverso gli erogatori da cui scende il soffice gelato: si va dai gusti più tradizionali come nocciola, crema, cioccola-
to, pistacchio a quelli alla frutta come fragola e cocco,
con salse dolci, gelato o nutella; via libera alla fantasia
tutti estremamente cremosi, sempre senza glutine e
anche per il caffè del nonno, crema fredda al caffè
che ruotano spesso per garantire la novità. E poi via
da guarnire con panna e granella di cioccolato, per
libera alla fantasia, con le tante decorazioni e top pro-
esempio. Tanto spazio, infine, alle più amate dai bam-
posti, da abbinare fra loro ogni volta in modo diverso:
bini, che danno il nome a Candy Cream, le caramelle,
cereali, caramelle, biscottini, frutta fresca, granelle,
gommose, marshmallow, girandole declinate in tante
scaglie di cioccolato, confettini, M&M... una varietà
varietà e forme per deliziarli in un gioco senza fine.
praticamente infinita e anche qui se ne aggiungono sempre di diverse. Per i più golosi, da provare le salse alla nutella e al cioccolato bianco. Una volta completata la coppa si pagherà il dessert a peso e nella bella stagione lo si può gustare anche sedendo ai colorati tavolini all’aperto. Ma Candy Cream non si ferma al gelato, la scelta è, infatti, davvero ampia: dallo yogurt, sempre senza glutine, alle cialde fragranti da riempire di macedonia fresca, e per un piacere speciale crepes, churritos e waffel a peso. Si prepara al momento sulla piastra la pastella per churro, waffel o crepes e ognuno può guarnirla come più gli piace,
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Piazza Marina, 36 Tel. 081. 980626 Candy Cream Gelateria
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AL VECCHIO MONFALCONE BY IL SIGNORE DEGLI AGNELLI PER STUZZICARE IL GUSTO CON PIATTI CHE SI ISPIRANO ALLE GOLOSE STEAKHOUSE AMERICANE CON LA QUALITA’ DEI PRODOTTI TIPICAMENTE ITALIANA. text_redazione Ischiacity photo_Emanuele Minerva
Costine di maiale, macerate con spezie, che cuociono per circa 8 ore a fuoco basso, per poi essere sommerse con salsa barbecue su una griglia fumante: sono le Texas Ribes, uno dei piatti più succulenti proposti dal ristorante, steak house, pizzeria “Al vecchio Monfalcone by il signore degli agnelli” che sorge vicinissimo a piazza Marina, lungo il corso di Casamicciola Terme. Alla passione per il buon cibo del proprietario, Massimiliano Scibilia, 25 anni di esperienza nel settore alberghiero e della ristorazione, si deve la nascita di questo locale
che riunisce in sé le caratteristiche di un versatile ristorante e pizzeria a quelle di una vera steakhouse. Complici gli ampi spazi accoglienti (cui si aggiungono il giardino interno, molto curato, e i tavoli esterni direttamente sull’isola pedonale), ma con l’inverno le due sale sono perfette per regalarsi pranzi e serate con gli amici esplorando un menù ricco e stuzzicante, che propone piatti a base di carne - ma non solo realizzati sempre a partire da ottime materie prime, e con la cura costante per aggiungere quel particolare che li renda indimenticabili. Scordate il piatto: molte delle articolate proposte del rinnovato Vecchio Monfalcone vengono, infatti, servite su capaci taglieri, che accolgono per esempio gli antipasti: fra l’altro salumi, polpettine in agrodolce, ottima parmigiana. Il biglietto da visita de “Al vecchio Monfalcone by il signore degli agnelli” è indubbiamente la qualità della carne, proveniente da Bologna, precisamente dalla “Lem”, l’unica azienda autorizzata in Europa ad allevare e macellare il Kobe (bovino la cui carne è considerata una prelibatezza gastronomica giapponese e che si caratterizza per le striature di grasso che le conferiscono l’aspetto marmorizzato e, una volta cotta, ne rendono eccellente il sapore). “Sono certo della qualità di tutta la carne, a partire da quella per il classico hamburger che viene tritata e assemblata da noi, fino alla tagliata, che serviamo con porcini, polenta e scaglie di pecorino”. Largo inoltre a cinghiale, oca, agnello e maiale, ma c’è anche l’hamburger per i vegetariani, tutti presentati con tanti contorni, formaggio fuso, cipolle caramellate. Fra le pizze, oltre alle classiche, da assaggiare la “steak house”, ricoperta da ingredienti genuinamente “americani” quali hamburger, bacon, salsa barbecue e maionese. Poiché non dimentica la sua identità di ristorante, Massimiliano Scibilia propone anche un menù fresco, che aggiorna quotidianamente con pesce e verdure di stagione: da provare la pasta e patate, che arriva in tavola in calde pagnotte di pane con funghi porcini e tartufo grattugiato, i ravioli ripieni di baccalà con salsa di olive e capperi, gli involtini di pesce bandiera in salsa marinara. Il tutto accompagnato da una giusta selezione di birre classiche e artigianali tra cui spiccano la Morgana, non filtrata e non pastorizzata e quelle a bassa fermentazione firmate ‘Na Birretta.
123 piazza Marina, 1 - Casamicciola Terme tel. 081. 980960 | cell. 334. 3838885
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LA BOTTEGA DEL PANE TRA FAGOTTINI FARCITI, BRIOCHE E BAGUETTE L’ODORE FRAGRANTE DEI PRODOTTI CHE ESCONO DALLE ABILI MANI DEL PANETTIERE NUNZIO CORSI CONQUISTA: E OGNI VOLTA SI VORRÀ ASSAGGIARE UNA NUOVA CREAZIONE. text_redazione Ischiacity photo_Dayana Chiocca
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Da quattro anni, l’odore fragrante del pane si diffonde lungo il corso principale di Casamicciola: brioche, panini al latte, pani di vario tipo e tante altre gustose specialità, dolci e salate, vengono sfornate in diversi momenti della giornata alla Bottega del pane, aperta da Lucio D’Orta insieme al socio e panettiere Nunzio Corsi. Per Nunzio, preparare il pane è una vera e propria cultura, ha appreso la sua arte in Francia nel prestigioso istituto Nazionale della Boulangerie, adopera materie prime di elevata qualità e il suo ingrediente segreto sono la dedizione e la cura che mette in ciò che fa. “Tutti gli impasti, sia quelli per il pane che quelli per le paste dolci lievitate, sono realizzati con lievito madre, che racchiude caratteristiche che rendono i nostri prodotti diversi da tutti gli altri” specifica Nunzio. Il lievito madre è un composto a base di acqua e farina di segale che, a diverse temperature, fermenta, dando vita a microrganismi in grado di far crescere ogni prodotto da
pranzo leggero o uno spuntino. Vi è solo l’im-
più amati non manca: per le festività, quindi,
forno. Questo enzima, se nutrito regolarmente
barazzo della scelta, anche perché come sotto-
un trionfo di roccocò e cantuccini con le man-
con le fibre e gli zuccheri presenti nella farina,
linea Nunzio “mi piace proporre cose pensate
dorle profumati agli agrumi, struffoli preparati
può essere conservato per sempre, in forma
da me e mai viste da nessuna parte, come il
seguendo la vera ricetta napoletana, pizza di
solida, e conferisce ai prodotti elevata digeribi-
fagottino ripieno di pomodoro e mozzarella, o
scarole all’ischitana saporita e ricca nella farci-
lità e fragranza. “Questo mestiere ce l’ho den-
la brioche dalle quattro punte. Quella lì non la
tura. Insomma, dovunque ci sia farina, l’arte di
tro, nella pancia, nel sangue. Vedere un impa-
vedi nemmeno in Francia, l’abbiamo inventa-
Nunzo Corsi si esprime al meglio in una ricer-
sto che decolla nella macchina è un’emozione
ta noi, assemblando vari elementi come i ta-
ca costante per i suoi clienti e per se stesso: la
così come infornare il pane, vederlo crescere
gli del panino al latte francese, lo zucchero a
prossima primavera sarà di nuovo in Francia e
ed essere soddisfatto quando esce gonfio, con
velo della brioche de lait e la vaniglia fresca”.
sul bancone della Bottega spunteranno tante
gli alveoli giusti all’interno. Ti rendi conto che è
Durante la settimana, è possibile gustare ogni
altre, dolci e salate, novità.
perfetto dal rumore che fa il coltello sulla cro-
giorno panini composti con un cereale diverso;
sta quando lo tagli e dal fatto che la lama esce
sono imperdibili, poi, quelli piccoli farciti con
completamente asciutta quando la tiri via. La
salumi e formaggio, ricchi e dall’impasto molto
cottura, infatti, è fondamentale”. Il loro cavallo
leggero, la focaccia porchetta-provola-friariel-
di battaglia? Le baguette, naturalmente! Alla
li, i panzarotti ricotta e salame o prosciutto e
Bottega del pane è possibile gustare quella
mozzarella, una varietà incredibile di cornetti,
tradizionale francese, rigorosamente con fari-
con crema e amarena, brioches, taralli, pizze al
na 0, rispetto alla baguette comune la crosta
taglio. Ma l’attenzione ai prodotti tradizionali
è più sottile ed è più adatta a essere farcita. Oltre a poter acquistare pane appena sfornato tutto il giorno vi è, infatti, un’ampia offerta di panini farciti che possono costituire un ottimo
Corso L. Manzi, 33 | Casamicciola Terme Tel. 081. 996777 La Bottega del Pane
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ANGELO LA PASTICCERIA FRA WEDDING CAKE DA SOGNO, SEMIFREDDI, TORTE DI CREAZIONE PROPRIA E PICCOLE DELIZIE PER LA COLAZIONE, UN MONDO DOLCE DA SCOPRIRE AL CENTRO DI ISCHIA.
Talento e passione, questi sono gli “ingredienti” segreti che Angelo Trani, pasticciere per vocazione, mette al servizio di uno dei momenti più piacevoli fra i tanti che dedichiamo al gusto, vale a dire quello del dolce. Ed entrando nella luminosa pasticceria aperta a pochissima distanza da piazza degli Eroi ti avvolge immediatamente il profumo della vaniglia e delle bontà appena sfornate. Infatti, punto di forza della Pasticceria Angelo è il laboratorio che si trova all’interno del negozio con spazio caffetteria, e nel quale il maestro pasticciere crea le sue delizie. Particolarmente esperto nella torta per eccellenza, la wedding cake, Angelo propone alle coppie di sposi realizzazioni personalizzate con basi in pan di Spagna o millefoglie farcite con raffinata crema chantilly e arricchite con elaborazioni in pasta di zucchero di grande eleganza e delicatezza. Angelo è, infatti, alla
127 costante ricerca di nuove decorazioni e arricchisce la torta nuziale di dettagli che la rendono perfetta, realizzando a mano tutti i fiori - si va da singoli esemplari a interi bouchet e ghirlande - che l’addobbano. Ma se il giorno del matrimonio è indimenticabile, è quotidianamente che si può trascorrere una pausa di golosità da Angelo: infatti, tutti i giorni si fa comodamente colazione assaggiando ogni volta un dolce diverso fra i tanti proposti - muffin, brioches, cor-
puro e pandispagna al cioccolato bagnato con
pezzo, si può soddisfare anche a Natale, sce-
netti, pasticceria secca minicake - da abbinare
cointreau; questo speciale dessert è disponibile
gliendo fra l’altro il panettone artigianale arric-
a un ottimo espresso o cappuccino preparati
anche d’inverno sottoforma di una vera e pro-
chito con gocce di cioccolato e le cassatine si-
nell’angolo bar, e d’estate si può anche fermar-
pria torta. Senza dimenticare grandi creazioni
ciliane, morbido pan di Spagna farcito con una
si ai comodi tavolini nello spazio esterno. Da
della pasticceria come i profiteroles e il Napo-
ricotta speciale di grande qualità e ricoperto da
scegliere sicuramente, invece, per chiudere in
leon, dolce che richiede una particolare abilità
un sottilissimo strato di zucchero, che si scioglie
bellezza una cena uno dei tanti semifreddi ar-
per dare vita a strati di millefoglie di estrema
in bocca al primo morso.
tigianali che uniscono la freschezza del gelato
leggerezza, che Angelo ama proporre sempre
alla golosità della torta: da provare una loro
perché li considera classici senza tempo. Il pia-
esclusiva, “Anastasia”, semifreddo con cacao
cere del dessert realizzato a mano, pezzo per via Michele Mazzella, 31 (200 mt da piazza degli Eroi) Tel. 081. 18941268
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RISTORANTE L’OSTRICARO UN PERCORSO DEL GUSTO IN QUESTO LOCALE DOVE IL MARE LA FA DA PADRONE.
Le cruditè, i crostacei più ricercati, le tante varianti di paste, il pesce, ma
text_redazione Ischiacity photo_Raffaella Barbieri
loro ristorante a un passo dal mare sulla Riva Destra, nel cuore “gastro-
anche la carne argentina, la mozzarella di bufala campana, gli ortaggi di stagione, i dolci della tradizione napoletana sono solo alcune delle perle racchiuse all’interno del menù dell’Ostricaro, tutte da assaggiare. Nel nomico” del comune di Ischia, ogni sapore, profumo, accostamento è studiato dai proprietari Francesco De Angelis e Michele Viscione, insieme allo chef Pedro Fernandez, per creare un percorso del gusto. Impeccabili
129 gli antipasti crudi, ostriche, tartufi, mix di tartare, di gamberoni con mozzarella di bufala accompagnati da crema di ricotta e mascarpone, erba cipollina ed essenza di arancia, oppure, carpaccio di tonno, dentice o polpo, esaltando sempre il sapore delle materie prime pescate nel Golfo. E ancora, la fresca insalata di calamari con julienne di finocchi e l’insalata di gamberi con fonduta di gorgonzola, tre tipi di pesce marinato, alici, pesce spatola e tonno per esempio, e ancora polpo lesso con patate e calamaretti fritti. Da non perdere i frutti di mare alla griglia, per i quali si segue un procedimento di cottura particolare: si prepara un intingolo di olio, sale, pepe, limone, erba cipollina, in cui s’immergono prima della cottura su pietra lavica e dopo che si sono schiusi, in modo che la cottura avvenga tramite il contrasto tra il caldo del vapore e il freddo del sughetto. Dedicati al mare anche i primi, gli scialatielli con fiori di zucca e scampi, gli gnocchetti con gamberoni di Mazzara e i paccheri all’astice e i secondi, con i gamberoni in crosta di sesamo su letto di insalatina e il filetto di pesce in crosta di patate su crema di zucca. Ad ogni carrellata di portate si abbinano vini diversi, da scegliere tra le oltre cento etichette della fornita cantina. E non c’è modo migliore di concludere che con un pezzetto di tradizione ischitana e campana: il limoncello fatto in casa dalla signora De Angelis e i freschissimi dolci al cucchiaio.
via Porto (Riva Destra), 44 - Ischia tel. 081. 981845 cell. 340. 0740082 | 327. 3305940 www.ristoranteostricaro.it
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AL VECCHIO CAPANNACCIO TRATTORIA PIZZERIA L’ATMOSFERA DEL RISTORANTE TIPICO E PIATTI REALIZZATI CON ACCOSTAMENTI CHE ESALTANO I SAPORI PER UN COMFORT FOOD CHE RISCALDA L’INVERNO.
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“Al Vecchio Capannaccio”, sulla tranquilla
da provare, quindi, quelle che cambiano farci-
via Borbonica, a Forio, si definisce trattoria, e
tura con la stagione. Per l’inverno per esempio
Giancarmine Verde e Carlo Mattera interpre-
baccalà, scarole e pomodorini secchi, oppure
tano nel modo migliore lo spirito di una cucina
melanzane grigliate e crema di melanzane con
saporita, fatta di profumo di carne alla brace e
parmigiana, o ancora spinaci, crema di formag-
funghi porcini. Che vi si trascorrano le serate
gio e pancetta. Grande varietà per i dolci: cro-
d’inverno nell’ampia sala allestita con persona-
state di frutta fresca, delizia al limone, babà,
lità (pavimento in cotto bellissimo, grande stu-
tiramisù al bicchiere, cheesecake.
fa, soffitto in legno, arredi contadini distribuiti con equilibrio), o la primavera e l’estate sulla terrazza in tufo verde sotto il magnifico pergolato di vite, il Vecchio Capannaccio comunica con gli ambienti e attraverso il cibo il calore del ristorante tipico. Sontuosi i taglieri di antipasti, con salumi e formaggi accostati a ortaggi lavorati in tutti i modi possibili, l’involtino di pizza farcito con parmigiana, fritture all’italiana realizzate sempre a partire da ingredienti freschi. Fra i primi c’è davvero l’imbarazzo della scelta: in questo periodo da provare le classiche pappardelle con il coniglio all’ischitana o con il ragù di cinghiale o ancora con porcini e taleggio, gli gnocchetti mantecati con un intingolo di porcini e polpa di coniglio o, in alternativa, i paccheri con provola, melanzane e salsicce oppure speck, zucchine e funghi. Trionfano sulla brace a vista i differenti tagli di carne: fiorentine, servite su un piano di ghisa ardente, e tagliate i più richiesti, da accompagnare con i porcini, ma gustose anche le grigliate miste di salsicce, pollo e maiale con chips di patate. Uno spazio è dato anche al pesce, rigorosamente di stagione, per esempio alici e tocchetti di baccalà fritti in tempura. Per chi vuole un secondo leggero, una carta è dedicata alle scamorze, da accostare di volta in volta a friarielli, salsicce e patate, verdure, affettati. Le pizze sono preparate secondo la tradizione nell’impasto, ma anche qui si ama innovare,
via Baiola, 128 - Forio tel. 081. 987571 cell. 333 7988687 Al Vecchio Capannaccio
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I RICCI DI LUCIANNA E GENNARO
text_redazione Ischiacity photo_Raffaella Barbieri
I SAPORI CHE HANNO FATTO GRANDE LA CUCINA PARTENOPEA, LI RITROVIAMO TUTTI IN QUESTO RISTORANTE DELLA RIVA DESTRA, RACCONTATI CON RISPETTO PER LA TRADIZIONE E UN PIZZICO DI NOVITA’. Lucianna Fedele e Gennaro Sarracino il mondo della ristorazione ce
aggiungere nulla o al massimo una spruzzata di limone: per proporre
l’hanno nel sangue, e lo raccontano con il loro ristorante “I ricci di Lu-
con successo piatti del genere è indispensabile una selezione quotidiana,
cianna e Gennaro” alla Riva Destra a Ischia: esperienza, conoscenza delle
certosina di pesce e molluschi di qualità, e I Ricci garantisce proprio que-
materie prime, passione per il cibo, che hanno passato anche alla figlia
sto a chi ama sentire il gusto del mare in bocca. Rinomati gli spaghetti
Valentina che collabora strettamente con loro, danno vita a un menù
ai ricci, che non per caso danno il nome al locale: si tratta di un piatto
costruito sui classici con punte di creatività. I sapori del mare trionfa-
complesso nella sua semplicità, dove le uova del riccio vanno trattate con
no: accanto a saute, insalata di mare, tartare, spiccano i crudi, proposti
delicatezza perché restituiscano il loro inconfondibile gusto. I tagliolini
sia come fantasia di carpaccio - baccalà, tonno rosso, salmone, sfilettati
al nero di seppia sono realizzati a mano da Gennaro e conditi con un
freschi e polipo tagliati in fette sottilissime e conditi a tavola con olio
sugo di gamberetti, pomodorini e asparagi e gli spaghetti alle vongole si
e limone - che nel piatto di crudi. Ostriche, cannolicchi rigorosamen-
arricchiscono di profumo grazie all’aggiunta di un posto di solo basilico.
te locali, taratufi, gamberi rossi, scampi, ricci freschissimi serviti senza
Tante le proposte sfiziose, con accostamenti essenziali ma gustosi, così i
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via Porto, 89 (Riva Destra) Tel. 081. 3330353 Cell. 335. 5236383
gamberetti al coccio, cotti in un contenitore di terracotta con aglio olio e peperoncino: si immergono brevissimamente e la cottura si completa grazie al calore emanato dal coccio stesso. Tradizione napoletana nei baccalà con friarielli e nelle cozze piccantine: delizioso l’intingolo con pomodoro e peperoncino che accompagna le cozze, in cui mettere crostini di pane. Ancora, per uno studiato contrasto di sapori, su una base di insalatina, gamberetti freschi cotti al vapore e frutta tagliata sottilissima (pere, melone, fragoline). Stessa filosofia di qualità per i piatti dedicati a chi ama la carne: solo tagli nobili, filetti e tagliate, queste ultime servite con salsa al gorgonzola, una vera e propria fonduta di formaggio, e nella stagione giusta, l’autunno, al mosto di vino rosso. Delicati i dessert tutti realizzati da loro, e pensati all’insegna del dolce ma leggero, spazio quindi alle mousse, per esempio di ricotta, con cannella e fonduta al cioccolato o di vaniglia, e da non perdere il San Gennaro, sontuoso bignè con crema e salsa di fragole.
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CAPPUCCINO D’AUTORE
SCOPRIAMO INSIEME AL BARMAN NICOLA RAIOLA, CHE LI REALIZZA OGNI GIORNO PER I SUOI CLIENTI, I SEGRETI DELL’ULTIMA MODA DEL GUSTO, I CAPPUCCINI DECORATI CON IL LATTEART.
Costituisce il rituale del mattino per milioni di persone, quei minuti che si rubano alla fretta, ai pensieri per la giornata che comincia, da trascorrere nel tepore profumato di un bar, nell’aria il tintinnio delle tazze e dei cucchiaini, dall’altro lato del bancone la ‘danza’ dei baristi che si muovono apparentemente leggeri fra le ordinazioni e lei, la macchina fumante piena di leve che manovrano senza sbavature e, in breve, sul bancone si materializza il cappuccino. Uno sguardo alla tazza ed è stupore, un sorriso, divertimento. “Accade sempre così la prima volta che servo un cappuccino decorato con il latteart”: a parlare è Nicola Raiola 33 anni all’anagrafe e già venti di esperienza in sala e come barman, fra Ischia e le località sciistiche della Valtellina. Il latteart è una tecnica nata di recente, la paternità non è chiara ma sembra che tutto sia iniziato proprio nel nord Italia, dove il cappuccino è richiesto anche più del caffè, ma viene servito senza la spolverata di cacao
text_Silvia Buchner photo_Raffaella Barbieri
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amaro che al Sud è d’obbligo. Da qui l’idea di impreziosirlo e di usare quella piccola superficie circolare come una tavolozza, creando dei disegni con i soli ingredienti che compongono il canonico cappuccino - vale a dire un ottimo caffè, nella quantità di un espresso, e latte - la lattiera e la grande abilità del barman. Il latte deve essere sempre intero perché è il grasso che contiene che si trasforma nella golosa crema che rende unico il cappuccino. “Se non si monta a regola d’arte non si potrà eseguire il latteart: una buona “trafila” del latte dipende da una macchina che sia efficiente e dalla esperienza dell’operatore che deve immergere la lancia del vapore nel modo giusto. Così la crema diventa densa, corposa, ma non schiumosa (devono essere assenti le bollicine d’aria). Poi, in pochi secondi, mentre versa il latte montato nel caffè, il barman crea il disegno facendo oscillare il latte in uscita dal beccuccio della lattiera, grazie a un’abile manovra con il polso. In questo modo, realizzo le immagini di una mela, di un cuore, di una foglia”. Una sorta di effimera magia, che si consuma nel tempo di ammirare e poi gustare la corroborante be-
con uno squeeze (un dosatore che ricorda un
latteart e ciocoart la soddisfazione che gli dà
vanda. E la sorpresa del destinatario del cap-
biberon con la punta sottile) le linee generali
stare ogni giorno dietro al banco del bar: “Mi
puccino “artistico” è una grande soddisfazione
del disegno, con un pennino lo rifinisce: anche
piace questo lavoro, e quindi mi viene naturale
per Nicola: “Quando vedono i disegni la prima
in questo caso è necessaria un’ottima trafila di
far piacere alla gente. Destinatarie dei cappuc-
volta sono estasiati e divertiti, i telefonini vo-
latte, altrimenti il cioccolato non si ferma sulla
cini artistici sono soprattutto le donne, ma per
lano per immortalare il disegno, domandano
superficie del cappuccino. Il ciocoart consente
me è importante, al di là del latteart, conosce-
spiegazioni… Gli habitué richiedono i disegni
di realizzare una varietà di soggetti più ampia:
re i gusti dei clienti abituali, far sentire l’atten-
preferiti”. Per ampliare il numero dei soggetti
paesaggi, nomi, fiori, per i compleanni una
zione alle loro esigenze”. Per rendere i pochi
Nicola ricorre anche al ciocoart, figlio del lat-
torta, una data, la chiave di violino, il sole, la
minuti trascorsi al bar un momento sempre di
teart, che si esegue con un topping, cioè una
farfalla. Nicola Raiola (per informazioni: 347.
relax e, talvolta, anche di divertimento!
crema densa al cioccolato. Dopo aver tracciato
1675732) racconta insieme alle tecniche del
VOLETE VIVERE UNA VACANZA INDIMENTICABILE A ISCHIA? Volete trascorrere una giornata in una piscina termale, fare un massaggio rigenerante, gustare i piatti tipici dell’isola, salire in cima al monte Epomeo, fare il bagno in una baia spettacolare, acquistare nei negozi più forniti? Insomma, volete conoscere i lati più piacevoli di una vacanza a Ischia! Utilissima Ischia è la guida giusta per accompagnarvi alla scoperta di tutto questo e molto di più: vi dà una ricca selezione di negozi, ristoranti, noleggi e aziende di qualità, l’App Utilissima Ischia per IPhone e Android disponibile gratuitamente in App Store e Google Play, un sito aggiornato, www.ischiautilissima.it, in cui potrete trovare le aziende e conoscere gli eventi che si tengono nell’isola (feste, sagre, mostre, spettacoli pubblici, ma anche happy hours, serate a tema, promozioni indetti dalle aziende del circuito) e le indicazioni necessarie per raggiungerli attraverso il servizio di geolocalizzazione. BUONA VACANZA E GRAZIE PER AVER SCELTO ISCHIA.
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