schiacity
i
magazine
di
mode
&
stili
di
vita
COVER
ERICA MENNELLA FRANCESCA MIGLIACCIO
TOURISM SVENDO, DUNQUE ESISTO
FASHION
TITTI CHIANESE
EVENT_1
ISCHIA GLOBAL FILM & MUSIC FEST 2013
ART L’ARTE IN UNA FOTO
EVENT_2 PREMIO ISCHIA INTERNAZIONALE DI GIORNALISMO anno 9 - N°36 estate 2013 www.ischiacity.it
euro 4,50
Dal bisnonno fino a Giulia, da quattro generazioni la famiglia Mandl fa ristorazione nell’isola d’Ischia, coniugando tradizione e professionalità, attraverso la ricerca costante di nuove proposte e l’aggiornamento presso scuole prestigiose in Italia e all’estero. L’obiettivo è offrire l’eccellenza: nel panificio Le Ventarole che realizza il prodotto principe sulle nostre tavole, come nelle strutture al centro di Forio, il ristorante pizzeria e creperia La Tinaia, il bar Il Re del Caffè, e Fresco, punto vendita di pane e prodotti di gastronomia. A partire da materie prime solo di grande qualità, farine e lievito madre liquido, unite a ingredienti sempre freschissimi e grazie alla lenta lievitazione e all’accurata lavorazione, nascono proposte sempre diverse per arricchire di novità la nostra tavola. Pane casareccio, pane di tipo francese, panini, pani farciti con salumi, formaggi, olive, pan carré, pane al latte, tortani, pizze e focacce, brioches, cornetti e croissants: qualsiasi tipo di pane la vostra fantasia desidera alle Ventarole lo troverete. Panificio Le Ventarole | via Borbonica, 122 | tel. 081.900221
Ottime pizze nei sapori della tradizione e in gusti fantasiosi, e la cucina che
RISTORANTE PIZZERIA
propone piatti di mare e di terra tipici dell’isola d’Ischia fanno della Tinaia un punto di riferimento del mangiar bene tutto l’anno.
LA TINAIA
La Tinaia - Creperia | Forio Centro corso M. Verde, 39 tel. 081.998448
CREPERIA Irresistibili le crepes preparate al momento: dolci con Nutella, marmellate, profumate con liquori, e salate, farcite con formaggi, ragù e provola, pomodorini, rucola e mozzarella; gelati serviti in cialde croccanti di produzione propria, stuzzicanti panini prodotti dal panificio Le Ventarole, da farcire con il classico hamburger, con salsiccia e friarielli, hot-dog… Per godersi un pomeriggio di dolcezza come una serata appetitosa con gli amici.
IL RE DEL CAFFE’
Nel cuore di Forio, si gustano cornetti, brioches e croissants sfornati quotidianamente dal panificio Le Ventarole per accompagnare caffè e cappuccino; gelati, sorbetti, torte di produzione propria e snack rustici sono le golosità proposte per ogni momento della giornata. Re del Caffè | Forio Centro
Fresco | Forio Centro E’ l’unico punto vendita nell’isola d’Ischia del fragrante pane prodotto dal panificio Le Ventarole, e offre, inoltre, yogurt greco, spremute, frullati e centrifugati preparati al momento. Martedì e venerdì, anche latticini freschissimi, salsicce e salumi direttamente da Agerola, da abbinare al pane delle Ventarole.
FRESCO
ischiacitydivisionepubblicitĂ
ischiacitydivisionepubblicitĂ
D I R E C T O R
ed i turisti, coinvolgendoli in piacevoli sagre pae-
i
sane e divertenti spettacoli d’intrattenimento - in fondo, gli ospiti ci visitano anche per ‘curiosare’ tra le nostre tradizioni… Tutte queste persone hanno un comune denominatore: vivono e lavorano ad Ischia, molti perché
LA PARTE MIGLIORE DI NOI
precedente pessima gestione del “duo Vuoso-
sono isolani di nascita, altri perché quest’isola
Morgera”, che precipitò l’intera struttura in uno
l’hanno scelta come il luogo in cui lavorare. E per
stato di degrado dal quale, un passo alla volta,
quest’isola e la sua “bellezza identitaria” si bat-
l’attuale nuova dirigenza sta cercando di cavarla
tono contro la “tirannia del brutto” portando in
fuori. Abbiamo puntato i riflettori sul lavoro del
emersione la parte migliore di Noi: quella sana,
giovane e risoluto zoonomo Roberto Mattera,
giusta, reattiva.
che contro mille difficoltà e altrettante assurde
Iniziare raccontando le loro storie ci è sembrato
restrizioni, prova a dar vita ad una fattoria soste-
il modo migliore per chiudere un brutto 2013 ed
nibile che alleva bestiame incontaminato (ed in
affacciarci con ottimismo al nuovo anno, imma-
tempi di “Terra dei Fuochi” è un impegno da non
ginando che i nostri piccoli eroi possano, ciascu-
sottovalutare); il lavoro di Roberto va di pari pas-
no, vincere la loro personale battaglia, rendendo
so con quello di Andrea D’Ambra il quale, forte
“virale” la propria vittoria: e chissà che altri non
del prestigioso riconoscimento dei “tre bicchieri”
decidano di seguirne l’esempio.
E così, quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a
della rivista Gambero Rosso, può ben dimostrare
giocare. Ecco come, in campi molto diversi e per
all’Isola che è possibile lavorare in modo eccellen-
ragioni assai distinte, un gruppo di “piccoli eroi
te, trasformando in ricchezza i prodotti di questa
moderni” s’è, ognuno a suo modo, rimboccato le
terra: insomma, diversificare dal trend turistico
Piccolo Anniversario. Il numero 0 di Ischiacity
maniche e buttato, a testa bassa, nel duro gioco
l’attività economica non è solo possibile ma an-
andò in stampa nel dicembre 2004, ciò vuol dire
della rimonta e della rivalsa: una scalata contro le
che vantaggioso. Ma il turismo può anche essere
che, pochi giorni dopo l’uscita in edicola di que-
avversità dei tempi e, talvolta, contro la perfidia
interpretato con originalità, creatività e autentica
sta edizione, la nostra impresa editoriale entrerà
degli avversari. È con questo spirito - quello di re-
cultura, ed è esattamente questo che fanno i “ra-
nel decimo anno di attività. Lavorando in questa
sistere, resistere, resistere, e con intelligenza, pas-
gazzi di Platypus Itinerary”, un’azienda giovane
redazione abbiamo certamente goduto di un os-
sione e coraggio, provare a cambiare lo stato del-
che ha saputo vendere l’isola come un grandissi-
servatorio privilegiato che ci ha permesso, come
le cose, quando tutto, ma proprio tutto, dice loro
mo laboratorio dove gli studenti, provenienti da
pochi, di conoscere ed interpretare il carattere
che le “cose” gli sono contrarie! - che abbiamo
tutta Italia, possono svagarsi e al tempo stesso
autentico di Ischia. In dieci anni abbiamo assistito
deciso con il numero 36 di Ischiacity di dar voce
studiare e arricchirsi di una bella esperienza for-
a molti cambiamenti (parecchi dei quali ci hanno
alle storie di queste “belle persone” che con il loro
mativa, che va dagli scavi archeologici, alle escur-
addolorato) ed in tutto questo tempo abbiamo
impegno provano a cambiare la realtà di un’Iso-
sioni in montagna e nel nostro mare.
sempre difeso l’immagine dell’isola, provando a
la piegata dalla recessione e spesso maltrattata,
E quando si fa riferimento agli scavi archeologici
raccontarla per i suoi aspetti migliori. Abbiamo
per i più meschini interessi, da campagne-stampa
non si può tacere l’instancabile opera di studio,
vissuto la nostra come una sorta di “missione po-
denigratorie il cui obiettivo è quello di ridurla ul-
ricerca, ma anche pattugliamento del territorio
litica”: l’obiettivo è stato quello di sensibilizzare
teriormente a brandelli per il vantaggio di oscure
(per preservarlo dai saccheggi e dalla scellera-
verso la “bellezza” i nostri lettori (e fra essi molti
- ma poi non tanto! - regie. Ecco, allora, ritrovarsi
taggine degli incompetenti), dell’ispettrice della
amministratori locali, nazionali e operatori a vario
insieme - dalla parte dei buoni, dei propositivi, dei
Soprintendenza Costanza Gialanella che, avuta
titolo della cultura italiana). Avremmo semplice-
costruttori di bellezza, sapienza e benessere - un
in consegna dal suo maestro Giorgio Buchner la
mente piacere di poter continuare questo nostro
gruppo di personaggi assai dissimili tra loro, ma
responsabilità di proseguire nel “racconto arche-
impegno a lungo e, se possibile, trovare lungo la
accomunati dalla capacità di trasformare le pro-
ologico” della nascita della civiltà occidentale,
strada persone amiche disposte a collaborare pro-
prie avversità in opportunità. Così, la forte, gene-
deve, con caparbietà e fierezza, fare i conti quoti-
vando a tenere lontani tutti coloro che quest’isola
rosa ed umile suor Edda risponde con la lumino-
dianamente con la sciatteria delle pubbliche am-
non sanno amarla.
sità del suo temperamento ad una miserrima serie
ministrazioni e l’inconcludenza degli imprenditori
di attacchi che quest’estate l’hanno catapultata,
locali.
con argomenti pretestuosi, all’attenzione del-
C’è, infine, il sindaco di Barano d’Ischia, Paolino
la stampa; e, sempre in tema di cattiva stampa,
Buono, che in tempi di bilancio a secco s’è do-
Riccardo Strada, biologo marino e “primo archi-
vuto inventare un’estate effervescente all’insegna
tetto” dell’Area Marina Protetta, restituisce al
del volontariato, dando vita ad una miriade di pic-
mittente le gravi falsità pubblicate dal giornalista
cole manifestazioni che hanno avuto il pregio di
Zivelli de Il Mattino, nel tentativo (politico?) di
mantenere sempre vivo il rapporto tra il territorio
screditare il lavoro degli scienziati e della Guardia Costiera a protezione delle nostre coste. Anche Massimo Bottiglieri, che è l’anima e l’attivissimo direttore della villa-museo La Colombaia, replica con puntualità agli attacchi strumentali del “solito giornalista” de Il Mattino, raccontandoci i tanti progetti realizzati e da realizzare ma pure i mille soprusi subiti e causati per gran parte dalla
RICCARDO SEPE VISCONTI
S U M M A R Y
36
CREDITS editorinchief creativedirector riccardosepevisconti executivedirector silviabuchner artdirectorstyle umbertoarcamone photoretouch massimoalario
i
COVER_Marianna Oleksyuk AD & PHOTO_Riccardo Sepe Visconti HAIR_Peppe Cirino MAKE UP_ Nancy Tortora JEWELRY_ Gioielleria Bottiglieri
62
PHOTO riccardosepevisconti T. 347 61 97 874 tommasomonti dayanachiocca cirodiraffaele lucafiorentino tomfiorentino simonapavini
84
CONTRIBUTING
28
models mariadellaconfusione mariannaoleksyuk
68
makeupartist nancytortora hairdresser peppecirino cristiansirabella raffaellatortora
40
CULTURE
PEOPLE
ART
16 La verità, vi prego, sulla Colombaia 59 Il Museo invisibile 51 Ferragosto alla Falanga
26 Il rifugio di Suor Edda 80 Breve ritratto di un Vescovo 82 Il surreale mondo di Salvatore Pica
84 Giovanni Di Costanzo
NATURE 22 I panfili, i salmoni e il Regno
FASHION 28 Maria Della Confusione 95 Oggi 6 sposi
editors riccardostrada_nature lellomontuori_people vittoriaschianodizenise_event francescorispoli_art micheled’arco_art luciaelenavuoso_culture
WINE 46 Frassitelli sull’Olimpo
COVER
EVENT
62 Marianna Oleksyuk
68 Piano & Jazz 2013 71 2013: l’estate di Paolino 78 L’esotismo di Henze
BUSINESS 40 “Fattore” Ischia 48 Platypus Itinerary: come mi invento un lavoro
TOURISM 36 Ischia nel burrone?
editore officinaischitana delleartigrafiche s.r.l. via A. De Luca, 42 80077 ischia - italy redazione@ischiacity.it www.ischiacity.it retefissa +39.081.5074161 retemobile 347.6197874 direttoreresponsabile riccardosepevisconti N°36, anno 2014 registrazione tribunale di napoli, n°5 del 5 febbraio 2005 stampa tipografia microprint italia srl, via argine, 1150 napoli
C U L T U R E
i
LA VERITÀ, VI PREGO, SULLA COLOMBAIA inteview_Lucia Elena Vuoso | photo_Archivio Ischiacity e La Colombaia
Il racconto della Colombaia è il racconto, che suscita insieme tristezza e rabbia, dell’Italia peggiore, è l’ennesima dimostrazione - quella che ha come protagonista un luogo che ci è familiare e fa quindi, se possibile, ancora più male - dell’incapacità endemica di questo Paese di gestire in maniera corretta e valida i beni culturali che possiede. Una volta acquisita come bene pubblico (attraverso un acquisto) oltre 13 anni fa, è iniziato, infatti, il calvario di quella che fu la casa ischitana (e che prima era una villa padronale della fine dell’800) di Luchino Visconti, uno dei più famosi registi italiani, il quale l’amò così tanto che chiese - lui intellettuale raffinato che proveniva da una ricchissima e nobile famiglia lombarda - di riposarvi anche dopo la morte. Infatti, la Villa ha già ”subito” ben due ristrutturazioni: una per porre rimedio ai vandalismi perpetrati nel periodo di passaggio da proprietà privata a possesso comunale; l’altra, pochi anni dopo, necessaria in quanto la chiusura al pubblico per inagibilità dal 2006 al 2009 l’aveva resa nuovamente un rudere. Massimo Bottiglieri, scelto come nuovo presidente del direttivo della Fondazione che gestisce il complesso dopo la disastrosa esperienza della precedente gestione e persona determinata come poche, racconta in maniera vivida le condizioni in cui trovarono la struttura, oggetto di razzia (emblematica la distruzione dell’ascensore in stile decò) e, quindi, recuperata a spese dei cittadini entrambe le volte. Per non parlare della razzia di fondi pubblici che si è fatta nel nome e nel ricordo di Visconti, e che ha portato solo ad una dichiarazione di inagibilità. E come in ogni emblematica storia italiana che si rispetti, ci sono anche i folli, i sognatori, i generosi, che decidono che La Colombaia deve iniziare finalmente a vivere nel rispetto di Visconti e della cultura e naturalmente costoro arrivano sempre quando si è in periodo di “vacche magre”, quando non si può più scialare e, quindi, si muovono fra mille difficoltà: abbiamo intervistato il primo di loro, Massimo Bottiglieri, presidente del direttivo della Fondazione La Colombaia dal 2011.
18
La scorsa estate c’è stata un’attenzione quasi
Era il 2009 quando sono entrato nella Fondazione
morbosa sui fatti che hanno visto protagoni-
e Ugo Vuoso era ancora direttore generale. L’an-
sta La Colombaia. Secondo lei dietro c’erano
no successivo il professore decise di dimettersi e
delle intenzioni maliziose e della malafede?
concordammo che gli spettasse una somma di
Sicuramente pignorare i beni della Fondazione
60mila euro, da pagare in tre rate. Attualmente,
è stato un colpo molto basso, non solo per la
al saldo del debito mancavano solo 15mila euro,
Villa ma per il danno d’immagine che ha subito
che dovevano essere pagati entro la fine del 2012,
l’isola d’Ischia e tutta la Campania: da un lato si
all’arrivo delle somme versate dai nostri soci, Pro-
è sparsa la voce che La Colombaia fosse chiusa
vincia e Regione. E’ qui che entra in gioco la figura
causando un calo di visitatori, dall’altro tutta la
di Daniele Morgera, presidente della Fondazione
stampa nazionale ed internazionale ha dato am-
e direttore editoriale (anche se io non ho traccia
pio spazio alla vicenda dell’ex direttore generale,
delle sue pubblicazioni, che erano esclusivamen-
professore universitario chiamato a formare gio-
te interne e non uscivano con regolarità), che ha
vani menti, che ha colpito la Fondazione nel suo
vinto una causa contro la Fondazione per circa
cuore, pur essendo consapevole che non era per
100mila euro. Ciò è potuto accadere perché se-
nostra volontà che non aveva ancora ricevuto i
condo la legge il presidente di una fondazione
15mila euro che gli spettavano. Questo denaro
dimissionario perché in procinto di sposarsi ha
rientra, infatti, nei fondi concessi da Provincia e
diritto a ricevere fino a 13 mensilità in più. Per ot-
Regione alla Colombaia ma che non sono stati
tenere questo denaro, Morgera ha pensato bene
mai erogati, poiché oggetto di pignoramento da
di chiedere il pignoramento dei fondi che erava-
parte dell’ex presidente della Fondazione Danie-
mo in attesa di ricevere. Intanto, noi componenti
le Morgera. Il professor Ugo Vuoso era anche a
del nuovo direttivo avevamo stabilito di non per-
conoscenza del fatto che i quadri ed i pezzi d’ar-
cepire lo stipendio per destinare tutto il denaro
redamento presso villa Visconti non raggiungeva-
concessoci da Provincia e Regione per i lavori di
no la cifra necessaria a saldare il debito nei suoi
ristrutturazione della Villa, facendoci garanti in
confronti, ugualmente sapeva quali beni fossero
prima persona verso i fornitori del materiale e le
pignorabili e quali no (perché appartenenti alla
ditte edili che oggi, in parte, devono ancora es-
Provincia), eppure non ha esitato a mandare un
sere pagati, infatti in seguito alle azioni legali di
ufficiale giudiziario presso la villa. Un gesto inu-
Morgera prima e Vuoso, poi, siamo rimasti senza
tile, servito solo a fare cattiva pubblicità, poiché
fondi e con tantissimi debiti.
poi, con uno slancio di senso civico e morale, ha
Diciamolo chiaramente, il presidente Morge-
dichiarato che non avrebbe mandato all’asta gli
ra e il direttore generale Vuoso erano nella
oggetti pignorati.
più assoluta legalità, ma possiamo anche af-
Ci spiega meglio il meccanismo perverso
fermare che abbiano operato nel rispetto di
del pegno sulla Colombaia? Si è creata una
un senso etico? E se non è così, dov’è che
situazione grottesca per cui il mancato pa-
tradiscono l’etica?
gamento del professor Vuoso ha origine dal
Daniele Morgera e Ugo Vuoso avevano dei con-
fatto che sui fondi della Colombaia pesa un
tratti ed hanno vinto cause e ricorsi in base alla
pegno pregresso posto dal giornalista Da-
legalità di questi ultimi. C’è da dire, però, che es-
niele Morgera, che è stato a capo della Fon-
sendo uno presidente e l’altro direttore i contratti
dazione proprio insieme a Vuoso!
li avevano redatti loro ed avevano approvato le cifre dei propri stipendi, spropositati rispetto ai bilanci della Fondazione. Vuoso percepiva circa 20mila euro all’anno, più 20mila euro per l’organizzazione del Festival Visconti, mentre Morgera aveva uno stipendio fisso di 4mila euro al mese, tutte somme che hanno continuato a percepire anche mentre la Villa era chiusa per inagibilità, facendosi forti di una dichiarazione secondo cui essa rappresentava solamente un luogo fisico e, quindi, la Fondazione poteva e doveva continuare
Da sin.: Daniele Morgera e Ugo Vuoso.
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ad esistere indipendentemente dalla propria sede.
Daniele Morgera, i fondi della Provincia e della
Dai bilanci redatti durante la dirigenza di Morge-
Regione sono bloccati, in quanto appena arrivano
ra e Vuoso risulta che hanno ricevuto in media
vengono destinati a coprire il debito che La Co-
250mila euro all’anno dagli Enti pubblici, con un
lombaia ha ancora con queste persone. La Provin-
picco di 500mila euro nel 2005, utilizzati all’80%
cia, poi, in seguito ad un provvedimento appro-
per i loro stipendi, mentre il restante 20% serviva
vato dal senatore Domenico De Siano non è più
a pagare gli altri dipendenti, che guadagnavano
socio finanziatore della Fondazione La Colombaia
al massimo 700 euro al mese. L’etica viene tradita
(Ndr. De Siano prima di essere eletto in Parlamen-
nel momento in cui - ed è agli atti - il professor
to è stato consigliere provinciale e regionale). Lo
Vuoso ed il giornalista Morgera affermano di in-
scorso anno, per la prima volta da quando la Villa
cassare stipendi troppo alti senza, però, effet-
è un bene pubblico, il comune di Forio ha erogato
tuare il minimo taglio e senza destinare nulla alla
40mila euro che sono serviti, però, a sanare (an-
manutenzione strutturale della villa.
che se solo in minima parte) i debiti contratti con
Attualmente, che forme di finanziamento
l’INPS per i mancati pagamenti dei contributi pre-
avete?
videnziali sempre a favore di Vuoso e Morgera, e
Ora come ora, proprio a causa dell’intervento di
a causa dei quali abbiamo un conto aperto con
Equitalia che cresce sempre più. Per il momento ci autofinanziamo e, sporadicamente, riceviamo qualche piccola donazione da parte di privati. Gli attuali membri del consiglio direttivo, io che sono il presidente, la professoressa Lina D’Onofrio e l’architetto Giovannangelo De Angelis – che mi aiutano da tempo, ed ai quali ho voluto dare un riconoscimento formale, chiedendo al Comune di inserirli ufficialmente all’interno dell’organo di governo della Fondazione – non percepiamo alcun tipo di compenso, mentre i dipendenti, Camillo Calise che gestisce il Caffè Letterario e si occupa anche delle pulizie all’interno della villa, Roberto Manzi, laureato in conservazione dei beni culturali che fa da guida, Daniela Marsala che nel fine settimana sta alla biglietteria e Moez Gharbi che si occupa da solo di tutta la manutenzione del parco e degli esterni sono stipendiati solo per mezza giornata. Per questa ragione, lo scorso anno, trovandomi in grande difficoltà, proposi di tenere aperta la villa solo di pomeriggio, ma loro si offrirono di lavorare anche al mattino pur se per la metà della paga. Per riuscire a sostenerci
bene storico, per cui il progetto di trasformarla
una certificazione scritta) come anche i parapetti,
abbiamo istituito il 5x1000, e abbiamo il permes-
in hotel fallì. Prima di passare ufficialmente nel-
le fogne scaricavano nel terreno e gli intonaci ca-
so di celebrare presso la villa i matrimoni civili, di
le mani del comune di Forio negli anni ’90, ci fu
devano, e quando sono subentrato io, nel 2011,
organizzare ricevimenti ed eventi culturali privati.
una lunga battaglia tra i De Lorenzo ed il Comu-
la villa andava nuovamente a pezzi poiché, alle
Facciamo un passo indietro: può dirmi in che
ne stesso durante la quale La Colombaia rimase
situazioni per cui era stata dichiarata inagibile, si
condizioni era la Colombaia al suo arrivo?
abbandonata e si trasformò in ritrovo di tossici,
erano aggiunti cinque anni di totale abbandono.
Dopo la morte di Visconti la villa è rimasta per
dormitorio di senzatetto, fu depredata di tutto,
E che tipo di interventi avete fatto eseguire?
lungo tempo custodita da una persona di fiducia
persino delle maioliche del pavimento, distrutta
La prima cosa che ho cercato di fare appena sono
della famiglia, che la teneva in modo impeccabi-
dall’incuria e dal passare del tempo. Nel 1999 di-
diventato presidente del direttivo della Fonda-
le. Chi ha avuto la fortuna di entrarci ha potuto
venne proprietà comunale e l’amministrazione di
zione è stata mettere tutto a norma. Un forte
vedere com’era stata lasciata dal regista, c’erano
Forio decise di ristrutturarla: i lavori terminarono
incentivo, nonché un grande aiuto pratico, mi è
persino gli abiti negli armadi. Gli eredi però, pres-
nel 2001, dopo due anni e 2 miliardi di lire spesi,
venuto dall’architetto Giovannangelo De Angelis
sati dalla famiglia De Lorenzo che voleva acqui-
anche se molti interventi non erano stati realizzati
che mi chiese di organizzare presso la Colomba-
stare la struttura per farne un albergo, decisero
con cognizione di causa (il pavimento, ad esem-
ia il premio PIDA (Premio Ischia di Architettura).
di vendere. Nello stesso periodo, l’europarlamen-
pio, era stato ricostruito in cotto e non con le ma-
Mi consigliò di chiedere subito il permesso alla
tare Franco Iacono (Ndr. Uomo politico foriano,
ioliche come era originariamente, nonostante il
Soprintendenza, nonostante il comune di Fo-
socialista, che ha ricoperto incarichi di primo
costo fosse identico). Nel 2006, però, la villa ven-
rio mi avesse assicurato che per eseguire lavori
piano in Provincia e Regione e poi al Parlamento
ne nuovamente chiusa per inagibilità: l’impianto
di ordinaria manutenzione non fosse necessa-
Europeo, appunto), riuscì a vincolare la villa come
elettrico, infatti, non era a norma (mancava solo
rio. Durante alcuni sopralluoghi fatti in giardino,
Dall’alto: il sindaco Francesco Del Deo con Giorgio Albertazzi e Franco Iacono; Giovannangelo De Angelis, Lina D’Onofrio, Camillo Calise, Roberto Manzi.
avevo trovato i resti delle vecchie maioliche sot-
Colombaia più fruibile, visto che attualmente per
terrati nelle fioriere e pensai di farne la base del
raggiungerla si deve prendere un mezzo di tra-
bar, coperta di resina, in modo da imprimere un
sporto privato, un taxi, oppure camminare per
marchio indelebile alla villa, una testimonianza
ben due chilometri attraverso il bosco. La prima
del suo passato che nessuno avrebbe più potuto
ipotesi, per ora accantonata per assenza di fondi,
portare via. Per completare il bar pensammo che
è di istituire una navetta bus gratuita che parta
i cocci delle vetrate in stile art decò dell’ascenso-
ogni ora dal belvedere di Zaro, diretta alla Colom-
re - la più grande opera d’arte realizzata da Vi-
baia; la seconda opzione, già presentata presso
sconti presso la villa - fossero perfetti per rivestire
la Regione ed ai dirigenti dell’Eav bus, è quella di
il bancone. Queste idee piacquero così tanto al
creare una linea che colleghi Lacco Ameno e Forio
Soprintendente che ci diede immediatamente il
con un piccolo bus a servizio delle tre strutture
‘via libera’ per procedere coi lavori. Tuttavia, le
Villa Visconti, La Mortella, Museo di Villa Arbusto.
invidie di molti ischitani hanno fatto fermare più
In tal modo le presenze della Villa arriverebbero
e più volte le opere in seguito a denunce di abusi-
quasi a raddoppiarsi e, forse, riusciremmo a sa-
vismo. Una di queste denunce arrivò proprio una
nare i debiti.
settimana prima dell’inaugurazione: la Polizia ap-
Alcuni affermano che la Colombaia debba
pose i sigilli alla Colombaia a causa della vasca
rappresentare una fonte di guadagno per le
Imhoff (una vasca a tenuta stagna per smaltire
casse comunali. Pensa che sia possibile?
le acque nere, che periodicamente una ditta sa-
Credo lo sia, per il Comune, per l’isola e anche
rebbe venuta a svuotare), posta all’interno della
per l’Italia, ma non si deve intendere come una
fossa assorbente che in precedenza assolveva a
fonte diretta di guadagno, come può essere, ad
questa funzione, e che aveva causato il decreto
esempio, il porto, bensì come polo di attrazione
di inagibilità del 2006. Nacque uno scandalo su
turistica. Attualmente, ci visitano cinquemila turi-
tutte le più importanti testate giornalistiche ed io
sti all’anno che soggiornano in alberghi ischitani,
ricevetti un avviso di garanzia. Quello che più mi
si spostano con mezzi di trasporto del territorio,
dispiacque fu che Bulgari, la nota casa di gioielli,
mangiano e spendono in ristoranti e negozi iso-
che aveva preso a cuore le sorti di villa Visconti
lani. In questo senso, La Colombaia può essere
ed aveva organizzato un’asta internazionale i cui
considerata sicuramente una risorsa, fino ad ora
proventi sarebbero andati interamente a favore
però ignorata e sottovalutata, soprattutto dalle
della ricostruzione della vetrata dell’ascensore,
Amministrazioni.
proprio per la cattiva pubblicità fatta ad Ischia ed
Franco Iacono, che in qualche modo si può
alla Fondazione in quei giorni, decise di annullare
considerare il progenitore del progetto Co-
l’evento. Dopo che i sigilli furono tolti, le denunce
lombaia, quest’estate vi ha accompagna-
continuarono ad arrivare – e accade tutt’ora – e
to il famoso attore Giorgio Albertazzi, che
per due anni Polizia e Guardia di Finanza hanno
ha commentato: “E’ bello, ma non avverto
controllato giornalmente la nostra gestione. Altri
l’anima di Visconti”. Eppure, quando l’ave-
grandi interventi eseguiti sono stati la ristruttura-
va visitata lo scorso anno aveva dichiarato
zione dell’anfiteatro e il miglioramento del parco
“Visconti è di nuovo qui!”. Può mai essere
che circonda La Colombaia.
cambiata l’opinione di Albertazzi così tanto
E’ evidente che Visconti scelse di vivere in
in poco tempo, o ritiene che dietro quest’af-
questo luogo seminascosto ai più per la bel-
fermazione c’era la volontà di comunicare
lezza del sito e la pace che vi regna, ma so-
qualcos’altro?
prattutto per il sereno isolamento che lo ca-
L‘affermazione di Albertazzi è stata probabil-
ratterizza: eppure, quello che per il Maestro
mente pilotata poiché, in mia presenza, queste
rappresentava un pregio, per colui che oggi
dichiarazioni - riportate, poi, dalle più importan-
dirige la Fondazione costituisce un limite, in
ti testate giornalistiche italiane - non sono state
quanto è un forte deterrente alla venuta di
fatte. Anzi, la villa dall’ultima visita dell’attore è
visitatori. Come potrebbe essere trasforma-
migliorata moltissimo... Siamo stati accusati di
ta questa caratteristica peculiare del luogo
aver creato solo un museo freddo, affermazione
in un punto a favore per il rilancio della Co-
che non ha alcun fondamento poiché, secondo
lombaia?
me, l’arte non può in alcun modo risultare fredda.
Ci sono due progetti in cantiere per rendere la
Proprio Franco Iacono vorrebbe che si istituisse
23 alla Colombaia la scuola di cinema, così com’era
il pignoramento con la ribalta offerta alla
stata pensata inizialmente e così com’era anche
vicenda dai giornali nazionali, cui si aggiun-
nelle nostre prime intenzioni, accantonate, come
ge il fatto che di recente Forio ha eletto un
tutto il resto, per mancanza di fondi. Attualmen-
nuovo sindaco, Francesco Del Deo, che ap-
te, abbiamo bisogno di tenere in vita la villa e la
partiene ad un gruppo diverso da quello che
Fondazione, riuscendo a risanare i debiti e quindi
l’aveva scelta per guidare la struttura. Pensa
non c’è materialmente il modo per creare la scuo-
che, comunque, resterà al suo posto?
la di cinema che Franco Iacono vorrebbe. Pur tut-
Non nego che c’è stato un momento in cui volevo
tavia, ci siamo detti disposti ad affidarne a lui la
gettare la spugna e mollare tutto, dissipando così
completa gestione, anche da subito, come siamo
anche il patrimonio di sacrifici e lotte dell’ultimo
aperti a qualsiasi tipo di iniziativa del privato per
triennio. Poi, però, durante la serata di chiusura
accrescere il prestigio e la popolarità di questo
della manifestazione “Il Contastorie”, ho avu-
luogo. Con questo obiettivo, vogliamo stringere
to modo di parlare col presidente della regione
accordi con altri poli di interesse storico, come il
Campania Stefano Caldoro e di esporgli dubbi
Castello Aragonese, Villa Arbusto e La Mortella
e preoccupazioni riguardo alla condizione della
creando dei pacchetti vacanze che si sgancino dal
Colombaia, nonché il mio rammarico per la poca
solo turismo termale, proponendo a Ischia anche
attenzione dedicata finora a questo problema. Il
turismo culturale. Detto questo, ringrazio Franco
Governatore mi ha molto rassicurato, dicendomi
Iacono, che ha scelto come location per diverse
di essere informato e di seguire tutte le vicende
serate della manifestazione da lui organizzata, Il
della Colombaia e di voler fare qualcosa di con-
Contastorie, proprio La Colombaia, e l’affluenza
creto per la Fondazione, poiché ce la stiamo met-
di pubblico è stata davvero notevole.
tendo tutta ed è convinto che possa diventare
Vito Iacono, figlio di Franco, capogruppo
una grande risorsa per l’intera Campania. Intende
di opposizione alla giunta Del Deo a Forio,
assumersi l’onere di pagare come regione Cam-
sostiene che la villa di Visconti potrebbe di-
pania tutti i debiti che abbiamo con Equitalia e, in
ventare sede di rappresentanza dell’Ammi-
più, cercherà di far tornare la Provincia tra i soci
nistrazione, ovvero il luogo dove il Sindaco
finanziatori. Il solo fatto di poter ricominciare da
dovrebbe ricevere i personaggi illustri e orga-
zero mi rincuora, poiché la Colombaia è entrata in
nizzare gli incontri più importanti. Crede che
un circolo vizioso dal quale, senza un tale aiuto,
possa essere contemplata questa ipotesi?
difficilmente potremmo uscire. In tal modo, non
Certo! Sono convinto che La Colombaia sia il
avendo alcun carico pendente, possiamo presen-
posto più adatto a diventare sede di rappresen-
tare dei progetti (tra l’altro tutti pronti) per richie-
tanza dell’Amministrazione anzi spesso, anche in
dere finanziamenti europei che, fino ad ora, data
passato, avevo proposto di tenere qui i Consigli
la nostra situazione di insolvibilità presso i credi-
Comunali, perché molti assessori non hanno mai
tori, non sarebbero mai stati accettati. In questo
visitato la villa e sono convinto che non si possano
momento, voglio fidarmi della parola di Caldoro.
prendere decisioni sulle sorti di un luogo se non lo si conosce. Sicuramente, gli ultimi mesi per Massimo Bottiglieri come presidente del direttivo della Fondazione La Colombaia sono stati difficili: la grave situazione economica, poi
N A T U R E
i
I “PANFILI”, I “SALMONI” ED IL “REGNO” (o delle enormi traversie dell’Area Marina Protetta) text_ Riccardo Maria Strada*
Le Aree Marine Protette, è sempre utile ricordarlo
mente attaccato da personaggi legati a lobbies ed
Certo, se supera la cinta urbana è tenuto a pagare
per quei lettori che non conoscano l’argomento,
interessi economici contrastanti con la protezione
un biglietto, cosa che tutti fanno anche senza la
sono la componente marina del sistema nazio-
dell’ambiente e dell’Arcipelago Flegreo; infine po-
presenza di controlli. Ed il nostro turista non si ri-
nale delle Aree Naturali Protette dello Stato di
litici isolani fanno interpellanze parlamentari con-
tiene un “fesso” per questo. Viene da una nazio-
importanza nazionale ed internazionale. Questo
tro le norme che difendono i beni più preziosi per
ne dove, peraltro, se superi il limite di velocità non
sistema è composto in Italia dai Parchi Nazionali
la comunità e la gente dell’arcipelago: il turismo
prendi una multa… vieni arrestato e condotto da-
(22) e dalle AMP (29).
isolano, il mare ed il suo ambiente.
vanti ad un giudice, e dove, per permetterti di en-
L’Area Marina Protetta Regno di Nettuno, che na-
Tra le ultime novità dell’estate 2013 si è scoper-
trare come turista, ti chiedono di dichiarare se per
sce nel dicembre del 2007, ed è quindi molto gio-
to però, subito dopo ferragosto, che il problema
caso sei un terrorista o trasporti armi chimiche, e
vane, soffre di molti e complessi problemi, come
principale che affligge l’AMP è la fuga dei miliar-
poi si fidano della tua dichiarazione. Viene, infine,
e più di altre AMP italiane; per esempio è l’unica
dari e dei loro panfili.
da un paese dove la parola “forbidden” (proibito)
che le amministrazioni locali considerino un freno
Prima di esaminare seriamente questo aspetto,
è un limite invalicabile, e dove i poliziotti, se fai
all’economia… o meglio… alcune amministrazio-
che da Direttore dell’AMP non prendo e non ho
qualcosa di “forbidden”, ti arrestano.
ni ischitane sono le uniche in Italia a considerare
mai preso sottogamba, vorrei osservare quanto è
Il nostro amico, quindi, giunto nel bel Paese apre
una AMP un freno all’economia.
successo sulla stampa locale in quei giorni, con gli
una pagina de “Il Mattino” e scopre che un cer-
Il Regno di Nettuno nasce per proteggere un mare
occhi di un ipotetico turista americano. Il nostro
to Abramovich ha ricevuto una “multa di 40.000
assalito dal diporto selvaggio di migliaia di imbar-
turista viene - diciamo - da Seattle, città bellissima
euro” per essere entrato in un’area protetta dove
cazioni, grandi e piccole, che arrivano nelle sue
ma umida e freddina, a godere del nostro ma-
non poteva ancorare con il suo yacht lungo 163
acque a mezzogiorno dei giorni festivi e scappa-
gnifico mare, “garantito al limone” dal fatto che
metri, e di conseguenza se n’è andato. Scopre an-
no alle cinque di pomeriggio, dopo aver gettato
è anche una grande Area Marina Protetta. Viene
che che la cosa solleva non poco clamore, e che i
bucce di melone, lattine di alluminio e scarichi dei
da una metropoli dove i trasporti pubblici nel cen-
Sindaci di una serie di cittadine inserite nell’Area
gabinetti nelle nostre limpide acque. Viene por-
tro cittadino sono gratis, perché così pochi usano
Marina Protetta reclamano a gran voce il cambia-
tato avanti senza alcun apporto economico o di
l’auto e la splendida atmosfera del Puget Sound
mento dei regolamenti e che sono molto arrab-
personale da parte delle Amministrazioni comu-
(Ndr. Insenatura marina profonda 160 km. lungo
biati. Il nostro turista non può certo immaginare
nali che compongono l’ente gestore, è continua-
cui sorge la città di Seattle) non viene inquinata.
che si tratta di una notizia falsa, costruita ad arte
25 - visto che la sanzione massima è di 335,00 euro
tuazione per quanto riguarda le navi da dipor-
se ne va dove una AMP non c’è: apparentemente
- e non capisce più niente: ma come…? La notizia
to (quelle cose che i giornali chiamano yacht e
sembrerebbe non esserci soluzione. Il fatto è che
è grossa, ed è positiva… uno con uno yacht da
megayacht), cioè le imbarcazioni private di lun-
difficilmente lo Stato considera che l’ambiente
163 metri non avrebbe mai, e per nessun moti-
ghezza superiore a 24 metri. La cosa, in realtà, è
deve essere protetto per noi e per i nostri figli da
vo potuto ancorare in una AMP! Allora, perché
piuttosto semplice: il regolamento emanato dal
ogni minaccia, a meno che chi porta la minaccia
i Sindaci (che a casa sua stanno lì per gestire la
Ministero per disciplinare le attività consentite
non sia ricco. La nostra è già una società con pa-
cosa pubblica nel rispetto delle leggi e per farle
nell’Area Marina Protetta, dice testualmente che
recchie disparità sociali, ma una legislazione am-
rispettare) invece di promuovere gli agenti di po-
in zona C della stessa (la più grande) è permes-
bientale che moduli il danno permesso sulla base
lizia che hanno “beccato” un megatrasgressore
sa la navigazione delle navi da diporto “esclusi-
del reddito di chi lo provoca, credo che non sia
e dichiararsi fieri di questa azione, chiedono che
vamente per raggiungere i punti di ormeggio”.
ancora contemplata (almeno alla luce del sole).
sia cambiata la legge? E poi - si domanda sem-
Il concetto è elementare per chiunque vada in
Ma la soluzione, semplice, piana e perfino red-
pre il nostro ospite - come mai il governo fede-
mare, perché sa che ormeggio vuole dire legarsi
ditizia è a portata di mano, ed io stesso, attual-
rale americano ha creato da poco l’Agenzia delle
con una cima ad un oggetto già esistente, una
mente direttore dell’Area Marina Protetta, ne ho
Aree Marine Protette, ed ha preso come modello
bitta su di un molo, una boa, un gavitello.
discusso con Amministratori ed operatori econo-
gestionale il sistema italiano? E’ possibile che a
Ancoraggio, ovvero gettare l’ancora, invece, vuo-
mici ischitani e procidani ormai da qualche anno.
Washington non abbiano capito niente?
le dire arrivare in un posto e gettare in mare un
Il regolamento dice che i panfili possono raggiun-
Il nostro ospite, che invece che americano potreb-
oggetto pesante, quasi sempre di metallo, dotato
gere gli ormeggi. Quindi, facile come l’uovo di co-
be essere tedesco, o norvegese, certo non potreb-
di raffi od uncini per fare presa sul fondo. Pro-
lombo, basta preparare gli ormeggi. E gli ormeggi
be sapere che non sono gli uomini di Obama in
prio quell’oggetto, l’ancora, che distruggerà una
possono essere tranquillamente delle boe, anco-
torto, e che se avesse la possibilità di “bazzicare”
porzione di fondo marino grande quanto quella
rate sul fondo, in rada, con sistemi compatibili
nelle stanze del Ministero dell’Ambiente italiano
che riesce ad agganciare, che potrà impiegare da
con l’ambiente. Le nostre stime dicono che con
troverebbe molti amministratori locali che aspet-
alcuni mesi a molte decine di anni per cicatrizzare
un totale di dieci, massimo quindici boe, la “do-
tano di essere ricevuti per caldeggiare una causa
i danni.
manda” di ormeggi da parte dei panfili sarebbe
molto importante, l’istituzione di un’Area Marina
Quindi, le navi da diporto possono entrare
soddisfatta. Certo si tratta di boe costose, dai 12
Protetta a casa loro. Incontrerebbe il sindaco di
nell’AMP, dove i ‘poveri’ miliardari che le possie-
ai 20.000 euro l’una, ma è anche vero che chi vi
Capri, il sindaco di Numana, nelle Marche, per
dono possono tranquillamente ormeggiare nei
si ormeggia paga, senza battere ciglio, dai 250
esempio, od il sindaco di Noto in Sicilia. Non po-
porti e girare l’intera Area Marina Protetta con i
ai 500 euro al giorno, permettendo di ripagare
trebbe sapere, il nostro ospite che ad Ischia alcuni
tender dei panfili, che di solito sono motoscafi di
l’intero investimento, e passare oltre il crinale dei
nuotano come i salmoni che popolano il Puget
dimensioni considerevoli e dotati di ogni confort.
guadagni, in un paio di anni di esercizio.
Sound, controcorrente; e come i salmoni, risalen-
È chiaro che un aspetto che la legge ed i rego-
Si tratta di rendimenti incredibili, per qualunque
do contro il flusso della storia e delle leggi e degli
lamenti non hanno considerato, e che raramen-
attività, che dovrebbero fare gola a qualunque
accordi internazionali possono arrivare solo ad un
te considerano in maniera esplicita, è quello dei
imprenditore. Allora, perché in quattro anni nes-
punto in cui non c’è più un posto dove nuotare,
desideri dei miliardari. Non è contemplato che il
suno ha provato a realizzare questi ormeggi? For-
mentre tutti gli altri spaziano nell’oceano.
proprietario del panfilo voglia fermarsi in rada,
se perché servono degli imprenditori per fare im-
Adesso credo che dovrei fare il punto della si-
perché i rumori del porto lo disturbano, altrimenti
presa. Allora perché, nonostante da quattro anni
le Amministrazioni isolane sapessero del divieto
oltre alle operazioni di routine. Mentre scrivo
zionalizzare le azioni, le ricerche e la presenza sui
di ancoraggio, nessuna si è attivata per investire
questa nota, sta partendo il primo censimento
tavoli istituzionali.
in questo settore? Sembra strano, dato che molte
sistematico dei cetacei che vivono o frequentano
Il lavoro, insomma, continua…
sono coinvolte nella gestione dei servizi portuali
le acque del Regno, saranno due anni di ricerca
Nonostante questo, molti appelli vengono fatti
nelle proprie realtà.
durante le stagioni invernali 2013-14 e 2014-15.
da disinformati o disinformatori, per una riforma
Posso solo dire che per cercare di dare una svolta
Avremo così il monitoraggio delle presenze e
dell’AMP, a causa “dell’impossibilità di gestirla”:
a questo, che è evidentemente percepito come
degli spostamenti di delfini, balene e capodogli
io non sono in grado di capire le motivazioni
un problema, e come un limite imposto dall’Area
che accompagnano le nostre battute di pesca. A
personali che stanno alle spalle di queste affer-
Marina Protetta, mi sono attivato, riuscendo ad
breve partirà un progetto di ricerca applicativa, in
mazioni, ma non ci vuole molto a capire il gioco,
ottenere, dai “fondi del barile” del Ministero
collaborazione con la Stazione Zoologica Anton
purtroppo comune nel nostro Paese, di chi crea il
dell’Ambiente, un finanziamento di 68.000,00
Dohrn e con l’Università di Haifa, con il doppio
problema, per offrirsi come soluzione. Gioco che
euro, per mettere in funzione le prime quattro
ambizioso scopo di studiare la popolazione di
come il nuoto dei salmoni è destinato solo a rag-
boe di ormeggio per navi da diporto che do-
aragoste delle acque di Ischia e Procida e di far
giungere l’ultima pozza, prima della secca.
vrebbero essere posizionate tra Sant’Angelo ed
crescere la popolazione stessa, per aumentare il
La programmazione, guidata dalle direttive mini-
i Maronti, di fronte al porto della Chiaiolella a
reddito dei pescatori delle isole. Il prossimo in-
steriali, segue la sua strada, lasciando che i tem-
Procida, di fronte a Lacco Ameno o Casamicciola
verno si avvierà una ricerca in collaborazione con
porali estivi ed i geli invernali vi passino sopra,
e di fronte alla spiaggia degli Inglesi, ad Ischia.
una Università napoletana sullo stato delle popo-
consapevole che l’AMP è un organo dello Stato,
Dovrebbero… Perché a parte il sostegno con-
lazioni di pesci del Regno, per permettere all’AMP
affidato in gestione a coloro che più di chiunque
vinto del comune di Procida, le difficoltà create
di razionalizzare la pesca ed i rapporti tra pesca
altro, per compiti e doveri etici e costituzionali,
dalle Amministrazioni partecipanti l’Ente Gestore
dilettantistica e pesca professionale, sempre per
dovrebbero dimenticare piccoli interessi per dedi-
(i “salmoni”) stanno rischiando di far perdere il
migliorare il reddito dei pescatori e le taglie di cat-
carsi al bene presente e futuro dei propri concitta-
finanziamento, ed in un periodo di vacche magre
tura dei dilettanti.
dini e ad una direzione tecnica che, rispondendo
sarebbe difficile immaginare che il Ministero sia
Sono in corso trattative per ottenere un finan-
al Ministero ed all’Ente Gestore, ha il compito di
disposto a reinvestire su di un Ente gestore che
ziamento per sperimentare sistemi innovativi di
lavorare costantemente guardando avanti, sopra
perde i soldi stanziati.
depurazione in mare, per fornire uno scudo pro-
la cresta delle onde.
tettivo a chi viene a godere della limpidezza e saQuesto è tutto, per quanto riguarda una del-
lubrità del mare del Regno, sempre più abbando-
le molte polemiche che hanno accompagnato,
nato dagli affezionati a causa dello stato delle sue
accompagnano ed accompagneranno la vita
acque. Inoltre, l’AMP Regno di Nettuno si è fatta
dell’Area Marina Protetta.
promotrice di un coordinamento a livello regiona-
Voglio però cogliere l’occasione che mi è data
le tra le sei Aree Marine Protette della Campania
per ricordare quello che l’AMP sta facendo e farà,
in via di formalizzazione, per armonizzare e ra-
26
* _Direttore Area Marina Protetta Regno di Nettuno
N A T U R E
i
IO STO CON IL REGNO DI NETTUNO text_Giancarlo Carriero | photo_archivio Delphis
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, il testo che Giancarlo Carriero, proprietario dell’Albergo della Regina Isabella e presidente degli Industriali del Turismo della Provincia di Napoli, ha inviato la scorsa estate al direttore del Corriere del Mezzogiorno, Marco De Marco.
Gentilissimo Direttore,
difendo con tutte le mie forze il Regno di Nettuno perché è uno strumento di marketing turistico di straordinaria portata! Di più: il rilancio delle nostre
alcune polemiche di questi giorni ferragostani relativi all’isola d’Ischia mi la-
zone costiere DEVE partire dalla difesa e dal recupero delle nostre terre e
sciano a dir poco perplesso. La notizia è questa: a seguito di multe che, final-
delle nostre acque (nonché dell’aria, ovvio, che è messa meglio), perché è
mente, sarebbero state elevate ai danni di imbarcazioni ormeggiate all’inter-
questo che, principalmente, il pubblico oggi richiede. A costo di sembrare
no del Regno di Nettuno, alcuni VIP sarebbero scappati dall’isola con i loro
presuntuoso, arrivo ad affermare che chi non ha chiaro questo principio sta
mega-yacht, e si citano Leonardo Di
20 o 30 anni indietro rispetto alle necessità del marketing turistico. Se non si
Caprio e Roman Abramovich. Voci di
punta sulla qualità ambientale della nostra offerta, che alternativa resterà?
ira si sono levate a destra e a manca,
Solo quella, tristissima e senza futuro, di continuare ad abbassare i prezzi.
più o meno sostenendo “Sì, è bello
Mi permetto poi di notare che se veramente l’isola allontanasse i VIP, con
avere il Regno di Nettuno, ma le re-
tutto il rispetto per le altre strutture il Regina Isabella dovrebbe protestare
gole sono troppo restrittive!”; in altri
più di tutti, perché potenzialmente sarebbe il più danneggiato. Ma la mia
termini, è una ‘figata’ poter dire che
percezione è che non è affatto così, un discreto numero di (autentici!) Vip
proteggiamo i fondali marini, ma per
continua ad arrivare e non si sente “cacciato” dall’isola. O almeno non dalle
carità non ostacoliamo il turismo...!
(pochissime) regole che qui si impongono. Magari - talvolta - ci dicono al
Ragionando così potremmo sostene-
contrario che ciò che non va è il mancato rispetto di norme e regolamenti!
re che un bell’albergone di 2.000 ca-
Tornando alle notizie su Di Caprio e Abramovich, te la dico secca: per me
mere nel Parco Nazionale del Vesuvio
sono due bufale. Prontissimo a scusarmi ufficialmente se mi sbagliassi. Non
darebbe uno sviluppo portentoso alla
ho il piacere di conoscere nessuno dei due, ma per come conosco gli attori
Regione...!
di Hollywood, ed oramai ne conosco tanti, penso che siano così attenti a sal-
Prima di continuare, voglio brevemen-
vaguardare la loro immagine che non rischierebbero mai una multa per aver
te chiarire il mio punto di vista sull’Area Marina Protetta. Io non solo ne sono
offeso l’ambiente. Ma scherziamo? Per quanto poi concerne Abramovich,
uno strenuo e appassionato difensore per generico amore della natura. Sono
una volta ho parlato con una persona che, sostenendo di conoscerlo bene,
sempre un imprenditore dell’isola, e non posso dimenticarmene, dunque, io
diceva che ha una specie di mania di costruirsi un’immagine di rispettabilità, per cui non fa mai nulla che possa apparire inopportuno o inappropriato se non, forse, in strettissimo privato. E se ciò è vero, non lo vedo proprio arrischiarsi ad avvicinare uno qualsiasi dei suoi panfili ad una zona in cui vige un divieto di ormeggio. Vero è che in questo Agosto, tolti Egitto e Berlusconi, gran che da dire non ce n’è. Neanche lo spread fa più notizia... Ma allora, se proprio dobbiamo giocare su notizie semi-serie o addirittura semi-inventate, almeno lasciamo in pace il Regno di Nettuno, una delle poche speranze di ripresa turistica del Golfo!
P E O P L E
i
IL RIFUGIO DI SUOR EDDA text_Lucia Elena Vuoso
Chiediamo scusa a Suor Edda per aver deciso di pubblicare questo suo ritratto, che nasce da un incontro che ebbe lo scorso anno con la redattrice di Ischiacity: il desiderio di non apparire se non attraverso la sua opera instancabile (e la sua ritrosia a farsi fotografare) l’aveva indotta, infatti, a non dare l’autorizzazione finale alla stampa. Tuttavia, ci è parso necessario ricordare a tutti chi sia questa donna forte e generosa e cosa faccia da tutta la vita, dopo che il suo nome (e la sua opera) sono finiti in mezzo ad una “bufera mediatica” pretestuosa. Qualche mese fa, infatti, sulla porta dell’asilo di Casamicciola Terme da lei diretto, è stato affisso un comunicato in cui si annunciava la chiusura della scuola per un giorno, in quanto era prevista la visita di un gruppo di disabili gravi, la cui presenza, secondo quanto si leggeva sul cartello, poteva “impressionare” i bambini. Ora se, senza dubbio, i termini utilizzati per comunicare la chiusura della struttura erano sbagliati, è altrettanto vero che Suor Edda - come ogni buon capo - se ne è caricata addosso tutte le responsabilità e ha fronteggiato le polemiche senza tirarsi indietro. E, d’altra parte, la sua attività da sempre svolta in prima linea per aiutare e sostenere le esistenze più travagliate, alleviandone per quanto possibile le sofferenze, dice più di infinite parole. Amore incondizionato. Dare e darsi. Fare del bene, per tanti, per tutti, e non
vocazione arrivata ancora prima, quando, a quattro anni, aveva portato, du-
esserne mai appagati. Mettere al primo posto gli altri, i bisognosi, i poveri, gli
rante il corteo funebre, la coltre del Canonico Antonio Migliaccio, fondatore
abbandonati, gli orfani. Essere in prima linea per sostenere battaglie, contro
dell’ordine delle Discepole di Santa Teresa del Bambin Gesù a Qualiano, in
burocrazia e istituzioni, per proteggere i deboli, per dare loro un posto, una
provincia di Napoli, paese di cui è originaria. Una chiamata quella di Angela,
voce, una nuova vita.
frenata dalla mamma, che non la riteneva pronta a prendere una decisione che le avrebbe cambiato la vita in modo tanto radicale. Un’inclinazione, invece, appoggiata immediatamente dal papà, complice dell’ingegnoso trucchetto per far firmare alla moglie, che non sapeva leggere, il consenso a prendere i voti: dirle che si trattava dell’autorizzazione per cominciare a preparare il corredo. Una piccola “bugia bianca” che ha portato a grandi risultati. A 16 anni Angela entra ufficialmente nell’Ordine e le viene assegnato, suo malgrado – lei aveva scelto di farsi chiamare Emerenziana, come una delle prime martiri cristiane – il nome di Edda. Un appellativo - “colei che combatte per la felicità” - che le ha impresso una missione. E la sua lotta comincia proprio presso la Casa Madre di Qualiano, in cui sono accolti e ospitati bambini poveri
Angela, ha solo 8 anni nel 1949, ed ha già ben chiaro quale sarà il proprio
e con gravi disagi familiari, prelevati dagli assistenti sociali in tutta Italia, figli
destino: aiutare i bambini. E comincia fin da giovanissima a darsi da fare,
di carcerati, tossicodipendenti, di persone violente o semplicemente non in
distribuendo la propria merenda ai compagni di classe meno fortunati di
grado di fare i genitori, bambini abbandonati a se stessi, molte volte sporchi,
lei, chiedendo perfino ai genitori di prepararle una doppia porzione, per
mal nutriti, traumatizzati da abusi, testimoni di crudeltà. Tutti hanno sapu-
cercare, in tempo di miseria, di saziare più persone possibile, privandosene
to trovare in suor Edda la figura che loro è più mancata: una confidente,
addirittura. Modeste imprese portate avanti col cuore, per intuire i ringrazia-
un’amica, una sorella, una mamma.
menti in un semplice sguardo, per sentirsi soddisfatta con un piccolo gesto.
Direttrice dell’istituto di Qualiano dal 1978, nel 1996 viene inviata ad Ischia,
E a soli 8 anni quella bambina così piccola, con la maturità e la lucidità che
ad amministrare la sezione isolana delle Discepole di Santa Teresa. La sede
molti adulti non posseggono, capisce che per fare ciò che la rende felice
ufficiale - costruita e gestita dal Pio Monte della Misericordia di Napoli e
deve lasciare i genitori e i suoi quattro fratelli ed entrare in convento. Una
utilizzata dopo il terremoto del 1883 per ospitare bambini in difficoltà – è
29 ormai in disuso e i piccoli bisognosi
scrivania e grandi cortili comuni: la cucina, dove un’assistente sociale pre-
sono costretti a stabilirsi presso l’al-
para il pranzo, il salotto dove intrattenersi al PC o guardando la TV, il chio-
bergo Italia a Casamicciola, cui l’ente
stro esterno, per giocare a pallone d’estate. Ognuno la mattina va a scuola,
benefico partenopeo pagava un fitto
sempre a testa alta, senza sentirsi mai inferiore agli altri. Spesso i ragazzi
mensile. Una costruzione, a sua vol-
più grandi invitano amici a pranzo o a fare i compiti, proprio come in tutte
ta, fatiscente e umida, con poca luce
le normali famiglie, e tre volte alla settimana c’è chi fa danza, chi frequenta
e poco spazio per giocare, un luogo
la palestra o la piscina e chi lezioni di canto. Spesso, d’estate, suor Edda dà
non adatto a dei bambini.
loro una mano a trovare un lavoretto, per responsabilizzarli e aiutarli a co-
E suor Edda, fattasi forza da sé, chie-
struirsi un futuro: “per ognuno apro un conto corrente in banca – dice – e
sto coraggio alla Madonna, acquisita
permetto loro solo di depositare. Quando ai miei bimbi serve qualcosa gliela
speranza attraverso gli occhi fiduciosi dei suoi tanti figli, desiderosi di sentire
regaliamo noi sorelle nelle occasioni particolari: la felpa firmata a Natale, il
il calore di una vera famiglia e di tornare a sorridere, ha cominciato una lunga
cellulare al compleanno, o il computer portatile per la promozione a scuola.
trafila burocratica, fatta di pratiche, richieste, solleciti “e qualche volta sono
Cerchiamo davvero di non far mancare loro niente.” Spesso, dopo l’esame
stata anche maleducata” – dice sorridendo – per restaurare e ripristinare
di maturità, molti sono ritornati nel proprio paese d’origine, hanno trovato
l’edificio originario dedicato alla cura dei bimbi sfortunati. Una disputa dura-
lavoro, si sono sposati e costruiti una famiglia propria, riuscendo, davvero, a
ta quattro anni, lunghissimi e pieni di sacrifici, per riuscire a vivere al meglio
realizzarsi nella vita, nonostante i traumi subiti da piccoli. Tutti successi per
nella costruzione alberghiera e per non arrendersi ai no, per trovare la forza
suor Edda, che ogni tanto vede tornare a trovarla ragazze diventate adulte,
di chiedere ancora nonostante le por-
che lei ha aiutato in passato, con le
te in faccia, per non perdere la fede
loro figlie e nipoti, che non di rado si
quando i lavori si interrompevano per
chiamano Edda, in segno di ricono-
mancanza di fondi o procedevano a
scimento ed affetto, come si farebbe
rilento. Ma “colei che combatte per
con una nonna.
la felicità” ce l’ha fatta e, nel 2000,
Mai un attimo di sconforto, mai la te-
è stato inaugurato, con una grande
sta bassa seppur tanto umile, mai un
festa che ha coinvolto tutta la comu-
giorno perso. Gestire la casa famiglia,
nità, l’Istituto Santa Maria della Prov-
organizzare raccolte di beneficenza,
videnza.
chiedere fondi, studiare, aggiornarsi,
Il convitto, attualmente, è una vera e
sempre per loro, sempre per gli altri.
propria oasi di paradiso: pulito, ordi-
E, anche se, soprattutto in tempo di
nato e gestito alla perfezione dalle sei
crisi, non è facile far quadrare il bilan-
sorelle, ha spazi grandissimi dedicati
cio, poiché il Comune di Casamicciola
al gioco e funziona non solo come
dà solo un piccolo contributo per i
Comunità Educativa a dimensione
ragazzi ospitati ufficialmente e il Pio
familiare, accogliendo e dando ospitalità fissa a dodici ragazzi, ma offre ai
Monte della Misericordia elargisce un modesto sussidio mensile, che serve a
genitori, che non hanno possibilità economiche elevate, la scuola di prima
coprire appena le spese indispensabili per mandare avanti la struttura, suor
infanzia e la scuola elementare a costi minimi per i propri figli, nonché l’asilo
Edda cerca di aiutare sempre e comunque, accogliendo tutti coloro che le
nido, effettuando anche servizio mensa e doposcuola. “Prima di accogliere
chiedono asilo.
un nuovo alunno – dice suor Edda – verifichiamo che la famiglia non possa
Da qualche mese suor Edda, poco dopo aver compiuto il settantesimo anno
pagare la retta, anche se, il solo fatto che vengano a chiederci di accogliere
d’età, ha conseguito la laurea triennale in Scienze Dell’Educazione (requisito
i propri figli gratuitamente, o versando una quota minima, è indice di una
divenuto fondamentale per gestire una struttura del genere dopo l’entrata
reale crisi finanziaria domestica. Molto spesso genitori che avevano biso-
in vigore di nuove leggi, nonostante i numerosi attestati di educatrice in suo
gno di lavorare mi hanno affidato anche neonati, addirittura ho avuto tra
possesso), nel tempo record di un anno. Eppure Suor Edda non è mai soddi-
le braccia una bimba di pochi giorni e l’ho curata e amata, cercando di non
sfatta e prega e si attiva costantemente per riuscire a dare sempre il meglio
farle mancare niente. Noi siamo nella Casa della Provvidenza e dobbiamo
di sé, senza guardare mai ai risultati raggiunti e ai tanti bambini resi felici ma
provvedere per tutti”.
al lavoro che ancora c’è da fare e a tutti gli sfortunati che hanno bisogno di
Ma è per gli ospiti della Casa Famiglia che Suor Edda cerca di darsi al massi-
trovare una mano tesa pronta ad infondergli speranza, ma soprattutto una
mo, per permettere loro di trovare la propria dimensione e la serenità inte-
concreta vita migliore. Ed ancora ora ha lo stesso sorriso della ragazzina di
riore. Dal più piccolo di tre anni, al più grande di ventitré, tutti sono aiutati
otto anni che distribuiva colazioni agli amici, un sorriso che si confonde in
e consigliati al meglio. Ognuno ha il proprio spazio, la propria stanzetta, la
mezzo ai sorrisi dei suoi tanti bimbi.
F A S H I O N
i
MARIA DELLA CONFUSIONE
Abito e scarpe, Dolce & Gabbana; orecchini Rogama Atelier, bracciali Cangiano Bijoux. Per i ragazzi, da sinistra Roberto: canotta, pantaloni, scarpe e berretto, tutto Dolce & Gabbana. Tom: Panciotto Dolce & Gabbana, camicia Ralph Lauren, pantaloni DSquared 2, scarpe e berretto Dolce & Gabbana. Luca: pantaloni Fendi, scarpe e berretto Dolce & Gabbana.
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AD & PHOTO_Riccardo Sepe Visconti MODELS_Maria Della Confusione, Roberto Mattera, Luca Fiorentino, Tom Fiorentino MAKE UP_Nancy Tortora per Aglaia, Ischia HAIR_Cristian Sirabella per Le Donne di Picasso, Ischia DRESS_ La Caprese Donna, Ischia JEWELRY_ Bottiglieri Gioielli, Ischia ASSISTANT_ Tommaso Monti LOCATION_ Fontana SPECIAL THANKS_ Rosario Caruso Sindaco di Serrara Fontana, Ristorante La Fonte, Remo Mattera, Melos - strumenti musicali, Raffaele Selliti, Tommaso Mattera e Antonio Mattera.
Abito Dolce & Gabbana, scarpe Gucci; orecchini Rogama Atelier, bracciali GiorĂ .
Abito in pizzo Gucci, scarpe Dolce & Gabbana; orecchini Le Monde Des Bijoux, anelli Caramanna, bracciale e ciondolo in corallo Zoccai.
Abito DSquared2, scarpe Gucci; anello ed orecchini in argento Caramanna.
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T O U R I S M
i
ISCHIA NEL BURRONE? text_ Silvia Buchner
A saperli leggere, i numeri che sintetizzano il movimento turistico nell’isola d’Ischia dicono tutto, ma proprio tutto… E vale la pena di esaminarli con attenzione, perché da essi dipende la vita di migliaia di persone che, in modo più o meno diretto, possono mantenere la propria famiglia perché lavorano nell’industria della vacanza. Per la parte più cospicua della stagione 2013 (gennaio-settembre), essi raccontano in maniera inequivocabile in che direzione l’impresa isolana ha messo la barra del timone e che risposta ha ricevuto dal mercato, e possiamo sintetizzarla così: gli italiani, che si sentono più poveri e sicuramente sono privi di ogni certezza, sono venuti meno, i russi ci amano (nonostante tutto), è boom del revenue management. Partiamo dalle dolenti note nostrane: nel periodo gennaio-settembre 2013 i turisti italiani calano del 7% e poiché da diversi anni - a seguito dell’emorragia tedesca - Ischia si è rivolta quasi esclusivamente al mercato interno (che copre circa il 73% dell’offerta turistica dell’isola), questa perdita in termini numerici significa passare da 2.206.902 presenze nel 2012 a 2.053.600 del 2013. Segno lievemente positivo, invece, dal mercato estero, dove la crescita si ferma all’1,92% e ‘contiene’ il saldo complessivo, comunque negativo, a -4,65%. I segnali più confortanti, infatti, arrivano dagli stranieri, almeno se guardiamo alle presenze russe: Ischia consolida la sua leadership in Campania per quanto riguarda il più importante paese dell’Europa dell’Est, con un + 24% rispetto allo scorso anno (quasi 176mila presenze). Eppure, anche in questo quadro roseo va registrato un dato allarmante: “Quando i russi venivano individualmente o con i grandi tour operator, su 3 pernottamenti, 1 era in 5 stelle (33%) e naturalmente l’indotto della ristorazione e del commercio lavorava bene con questa fascia di clienti che chiedevano ciò che era più costoso ed esclusivo. Adesso, invece, i pernottamenti in 5 stelle sono scesi al 20% (1 su 5). Certo, essendo cresciuto il numero degli ospiti russi, è naturale che una quota di essi scelga alberghi di altra categoria, ma va considerata la possibilità che l’isola non abbia saputo dare a questi clienti più facoltosi la giusta risposta alle esigenze di servizi collegati alla vacanza, e che quindi costoro tendano a scegliere altre destinazioni”, commenta l’ingegner Mario Rispoli, responsabile del settore statistiche dei flussi turistici per l’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo di Ischia e Procida, che lavora all’elaborazione dei dati di arrivi e presenze che l’Azienda riceve direttamente dagli alberghi. Cattive notizie, invece, sul “fronte tedeschi”: pur essendo ancora i primi fra gli stranieri in termini assoluti (346.409 presenze nel periodo gennaio-settembre), la loro disaffezione nei confronti di Ischia si aggrava, con una perdita ulteriore rispetto al 2012 di circa il 5%. “Si deve assolutamente smetterla di limitarsi al mercato interno, che risente in maniera evidente della crisi economica. E’ arrivato il momento di cercare in maniera seria, cioè mirata e sistematica, validi sbocchi all’estero, a livello mondiale, per i nostri 25mila posti letto, individuando i paesi che stanno crescendo economicamente di più, poiché la vacanza è una forma di consumo, e quindi la domanda di vacanze cresce dove aumentano i consumi”, sottolinea ancora Rispoli. Che questa sia la strada da percorrere, lo confermano i numeri del nostro concorrente, non vogliamo dire più diretto, ma sicuramente più vicino, cioè Capri, realtà - non dimentichiamolo - assimilabile a Ischia sotto il profilo della logistica e dei trasporti, nel senso che i collegamenti con la terraferma soffrono delle medesime inadeguatezze. Eppure, nei primi nove mesi del 2013, a confronto con la stagione
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precedente, registra un aumento del 19% di presenze straniere e del 2%
’60, anche Ischia presentava una situazione simile ed esercitava una buona
di italiani, per una performance positiva complessiva del 12,50%. Il com-
capacità di attrazione anche sul turismo di fascia alta e su quello costituito
prensorio Sorrento-S. Agnello, invece, se perde il 9% di italiani, guadagna
da star dello spettacolo e vip. Purtroppo, assai presto si scelse di standardiz-
il 4,51% di stranieri, e si attesta a +2,13%. Il dato complessivo vede queste
zare l’offerta sul solo mercato tedesco, e per decenni non si è più compiuto
due località ribadire la loro vocazione internazionale: infatti, a Capri le pre-
alcuno sforzo per differenziare il tipo di proposta e, quindi, anche gli ospiti,
senze straniere sono 300.881 mentre quelle italiane si fermano a 165.156;
perdendo così in valore e appeal internazionale. Oggi, questo grave errore
a Sorrento addirittura, a fronte di 1milione e 900mila presenze straniere,
lo stiamo pagando caro: nel momento in cui, infatti, i tedeschi che, di fatto,
quelle italiane sono solo 340mila.
erano i soli stranieri a venire a Ischia, hanno smesso di farlo, il sistema turisti-
Inoltre, entrambi hanno lavorato per differenziare il loro portafoglio, come
co isolano, che si era tarato sul doppio binario tedeschi in bassa stagione e
è evidente scorrendo i paesi di provenienza: Capri ha un 25% di ospiti ame-
italiani a luglio e agosto, è rimasto totalmente spiazzato dalla perdita secca
ricani, il 10% sono tedeschi, l’8,40% inglesi, il 7% viene dalla Francia, il
di presenze soprattutto nei mesi non estivi, ed è corso ai ripari scegliendo
5,40% dal Brasile, il 4,10 dall’Australia e così via fino ai Russi che si attestano
- ancora una volta - di dedicarsi ad un solo mercato, stavolta quello degli
al 2,92%; a Sorrento il 39,70% sono inglesi, circa il 15% americani, il 6,75%
italiani. Ma si tratta, per una larga fetta di un turismo di anziani che vengo-
arriva dalla Germania, il 4,20% dalla Francia, intorno al 3% si attestano
no nei periodi in cui le tariffe scendono moltissimo o, comunque, di gente
Canada, Belgio ed Irlanda, mentre i Russi sono il 2,25%.
che sceglie l’isola perché sempre di più offre, grazie alle tariffe dinamiche,
In un’epoca così lontana da appartenere ormai al mito, diciamo fino agli anni
la possibilità di realizzare il “sogno” di alloggiare in un quattro stelle, e oggi
Presenze periodo Gennaio - Settembre 2013
CAPRI_ presenze 466.037
Francia
16.257
Rep. Ceca
2,1%
Usa
3,34% 26.199
4,3% 33.742
4,32% 33.868
175.715
4,41%
Russia
9.169
8.783
Giappone
Canada
2,92%
10.962
3,64% 3,05%
12.781
Francia
4,1%
Australia
R.Unito
5,4% 16.115
7,15%
Brasile
8,4%
21.511
9,9%
25.319
25%
29.724
35%
Germania
Italiani
100% Stranieri 300.881
72.000 66.000 60.000 54.000 48.000 42.000 36.000 30.000 24.000 18.000 12.000 6000 0
Usa 75.391
Stranieri
780.000
Belgio
Irlanda
42.324
Canada
2,25%
Russia
Australia
57.695
3,39% 3,06% 63.913
3,54% 67.195
3,57% 67.393
77.664
6,75% 4,2%
Francia
14,9%
127.280
39,7%
Germania
Stranieri
281.000
85%
Usa
S. Agnello
100% Stranieri 1.900.000
720.000 660.000 600.000 540.000 480.000 420.000 360.000 300.000 240.000 180.000 120.000 60.000 0
R.Unito 748.000
SORRENTO_ presenze 2.240.000
15%
5%
78.000
65%
Italiani
Russia
Germania 346.406
44,16% 22,40%
R. Unito
73%
34.598
Italiani
Austria
Stranieri
39.201
27%
100% Stranieri 784.427
360.000 330.000 300.000 270.000 240.000 210.000 180.000 150.000 120.000 90.000 60.000 30.000 0
Svizzera
ISCHIA_ presenze 2.838.026
addirittura in un cinque stelle se si prenota al momento giusto, a prezzi
prezzi per garantirsi l’occupazione, queste strutture potranno permettersi di
davvero convenienti, mentre altrove (nelle località campane che abbiamo
dare servizi che hanno determinati costi e mantenere intatte la qualità e le
menzionato prima per esempio, ma non solo), alberghi di queste categorie
peculiarità che identificano gli hotel della massima categoria. Inoltre, osserva
costano molto di più.
Rispoli, “finora avevo sempre utilizzato il dato di presenze nei 5 stelle come
Ed il restante 27% dei nostri ospiti da chi è costituito? I tedeschi sono ancora
un indicatore attendibile per individuare la portata dei turisti che chiamo
i primi, ma risultano quasi residuali, se si considera che in un decennio sono
‘big spender’ (ad alta capacità di spesa), che possono, cioè, concedersi una
diminuiti del 75% (!), seguono i russi per i quali continua a non esserci,
serie di spese extra rispetto al pernottamento anche molto consistenti, e che
però, da parte dell’isola una risposta organica a questa interessante fascia di
costituiscono il guadagno dell’indotto (intrattenimento, shopping, ristora-
clientela e di conseguenza un’offerta di sistema loro dedicata; le altre na-
zione, parchi termali, trasporti privati, ecc.): adesso, se continua così, questo
zionalità sono rappresentate da percentuali molto limitate, all’interno di una
indicatore verrà a mancare, perché chi acquista a prezzo promozionale una
fetta di mercato già molto ristretta. Al momento, quindi, presentiamo un
stanza nei 5 stelle, molto spesso non potrà permettersi quasi null’altro, e
quadro esattamente agli antipodi di quello delle località che hanno lavorato
questo è un ulteriore elemento di riflessione che non va trascurato”.
meglio, nonostante la crisi. Cosa fare, allora? “Non si deve solo insistere sul
Appare evidente che la strada imboccata dall’impresa ischitana rischia di
bacino di lingua tedesca, piuttosto individuiamone di nuovi e rafforziamo la
portare l’isola tutta in un vicolo cieco, che la scelta di concentrarsi pratica-
nostra presenza in Russia. Lo dico da diversi anni, ma non so quanto vengo
mente su un unico mercato (italiano) come quella di ricorrere massicciamen-
ascoltato: il mercato russo è una locomotiva in corsa e va curato con grande
te a offerte promozionali per vendere le stanze non ripagano più, neppure in
attenzione. Se adesso ci sono agenzie che lavorano in quell’area, ho però la
termini di aumento di presenze, figuriamoci di crescita dei fatturati. Mentre
netta impressione che, una volta che questi turisti giungono a Ischia, i servizi
località turistiche che hanno fatto opzioni diverse sono state premiate: allo-
in lingua loro dedicati sono ancora decisamente insufficienti, a partire dalle
ra, di fronte all’evidenza dei numeri, vale davvero la pena di rivedere in modo
informazioni, sia nei siti internet che nelle indicazioni dei servizi e negli alber-
profondo Ischia come prodotto turistico. Una località di vacanze si compone
ghi, dove il personale in grado di interagire con questi ospiti in maniera sod-
di un complesso di fattori: territorio, risorse che ne fanno la specificità, im-
disfacente è decisamente scarso. Il settore del commercio si è forse saputo
prese che operano su di esso, formazione degli addetti, marketing specifico.
attrezzare meglio, ma occorre imprimere maggiore velocità per raggiungere
Da troppi anni, o forse da sempre, Ischia non ha pensato in maniera organica
l’eccellenza che viene richiesta”, ribadisce Rispoli.
a cosa fare del proprio patrimonio di natura, storia, termalismo, strutture:
Sembra, invece, che negli ultimi 6-7 anni l’impegno costante della nostra
riqualificare il territorio e i servizi, valorizzandone le peculiarità, ripulire il
imprenditoria - piuttosto che cercare seriamente nuovi mercati e dotare il
mare, riorganizzare i trasporti, fare ricerca seria e innovazione nel settore
territorio e le strutture private dei servizi necessari a soddisfare le esigenze di
termale, far partire un’indagine sistematica sulla domanda per capire cosa gli
nuova clientela - sia stato quello di abbassare i costi della vacanza per inse-
ospiti gradiscono e cosa, viceversa, non hanno apprezzato e, quindi, riuscire
guire la domanda, che si è indebolita sempre più per la perdita di attrazione
ad offrire ciò che gli altri non hanno, stanno diventando necessità indero-
dell’isola e per la crisi che ha mutato le abitudini di spesa degli italiani. Ci
gabili. Sta partendo la programmazione dell’Unione Europea 2014-2020 per
si è concentrati esclusivamente sul problema di “come vendere”, sceglien-
i fondi strutturali dedicati alla politica di coesione per le regioni in ritardo
do il low-cost e, in tempi più recenti, applicando massicciamente il revenue
nello sviluppo, fra cui c’è anche la Campania: insomma, per l’ennesima volta
management. Ma la rincorsa al ribasso non reggerà a lungo, perché ci sarà
l’Europa tenta di investire su di noi, possiamo fare uno sforzo per arrivare
sempre un’altra località, più facilmente raggiungibile di Ischia, che riesce a
a questo appuntamento progettando finalmente con lungimiranza il futuro
praticare prezzi più convenienti, perché ha costi dei trasporti, del lavoro e
del nostro turismo?
tassazione inferiori. Inoltre, riempire un albergo all’80% grazie alle vendite low cost, comporta un’usura delle strutture (mobilio, servizi, impianti, ecc.) e quindi impegni di spesa continui: ma se gli introiti ricavati dalla vendita a prezzi promozionali delle stanze sono bassi, alla lunga per le strutture ricetti-
Performance percentuale Anni 2012-2013
ve che praticano questa politica i conti non torneranno più. E non torneranno più, ovviamente, neppure per i dipendenti, in quanto inseguire il prezzo più basso, fatalmente, ha come conseguenza un impoverimento di chi lavora nel turismo, perché significa tagliare innanzitutto sul personale, sostituendo,
+12,50%
per fare solo un esempio, gli addetti al bar con le macchinette self-service. Attualmente, comunque, la tendenza a vendere Ischia a prezzi “di offerta” continua a essere quella assolutamente dominante, anzi non ha risparmiato neppure gli alberghi a 5 stelle, che per il 2013 offrono spunti di riflessione
+2,13%
interessanti. Hanno avuto, infatti, una performance molto buona sul piano dell’occupazione, passando nel periodo gennaio-settembre dalle 159.387 presenze del 2012 a 180.312 del 2013 (con una crescita di oltre il 13%) (sul dato influisce marginalmente l’incremento della capacità ricettiva dovuto alla riclassificazione dell’Hotel Mare Blu, da poco passato a questa categoria). “I 5 stelle hanno sofferto in modo pazzesco negli ultimi anni, e di conseguenza hanno scelto di puntare sulla quantità - spiega Rispoli - applicando massicciamente il sistema della cosiddetta tariffazione dinamica (o revenue
-4,65%
scelta imprenditoriale rende in termini di utili (e non solo di crescita delle
condo della tariffa applicata”. Il fatto che i cinque abbiano venduto a prezzi da quattro stelle, comporta sicuramente che il margine di guadagno sia più basso, e bisogna chiedersi per quanto tempo, a fronte di una riduzione dei
Capri
dell’albergo, in funzione di introiti che risultano anche molto differenti, a se-
Ischia
presenze) se si è capaci di pianificare le spese, cioè i costi fissi e variabili
Sorrento S. Agnello
management) per vendere le loro camere. Va sottolineato, però, che questa
B U S I N E S S
i
“FATTORE” ISCHIA Mi butto sull’agroalimentare text_Riccardo Sepe Visconti photo_Ciro Di Raffaele, Simona Pavini, Luca Fiorentino, Tom Fiorentino, Dayana Chiocca, Archivio Ischiacity
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Per informazioni: Roberto Mattera 320 67 74 370 Via Militare_loc. Monte Epomeo | Serrara Fontana
Roberto ha fatto una scelta. Valorosa. Saggia. Irrituale. Ha scelto, coraggiosamente, di essere se stesso. Ha scelto di “essere” la sua passione e al tempo stesso essere produttivo. Non è semplice, no, non lo è affatto, coniugare i desideri con le opportunità. La maggior parte di noi desidera in modo indisciplinato, totalmente scollegato dalla possibilità effettiva di dar corpo ai propri progetti. Questa si chiama velleità, o, forse, più semplicemente cialtroneria. Esistono, poi, persone capaci di progettare “architetture di economie realizzabili”, imprese, individuali o collettive, in grado di produrre ricchezze. Ma questa – in un territorio difficile, perversamente burocraticizzato, oppresso da mille soprusi causati dal marciume politico e sprofondato in una fase di acceleratissima recessione - è una dote assai rara. Richiede chiarezza d’idee (innanzitutto), disciplina, inclinazione al sacrificio, attesa, visione di sé e del futuro, senso pratico, consapevolezza (perfetta) del sistema sociale sul quale si vuole incidere, conoscenza delle proprie forze e dei propri limiti e… naturalmente, passione! Ecco, tutto questo può trasformare un uomo come ce ne sono tanti, in un uomo che si afferma. Anche con fatica. Forse molta… Roberto Mattera, classe 1984, è una di quelle persone che hanno deciso, appunto, di costruirsi e costruire intorno a sé, studiando per raggiungere la laurea di “zoonomo”, che lo rende esperto in “scienza e zootecnica della produzione di animali”. Un segmento della facoltà di Veterinaria che trasforma l’esperto di animali in specialista di economia legata a questo mondo, e per il quale talune bestie possono essere considerate “animali da reddito”. Naturalmente, la visione di una fattoria, attraverso le lenti della redditività, rende ogni ragionamento sul ‘modus vivendi’ del moderno fattore strettamente dipendente dalla capacità di trasformare la vita (quindi la buona crescita) del bestiame in guadagno. E a guardare al fenomeno da questo punto di vista, va giudicata una scelta intelligente, in un periodo di crisi del turismo qual è quello attuale per Ischia, che l’impresa locale inizi a variare i propri investimenti, dedicandone una quota a settori non direttamente dipendenti dal sistema della villeggiatura. La nascita di aziende agricole, fattorie e allevamenti di bestiame, come quello che Roberto ha impiantato a Serrara Fontana, ma anche le attività dedicate alla raccolta, confezione e commercializzazione di alimenti di produzione rigorosamente locale che si stanno aprendo nell’isola, costituiscono la risposta vincente per garantirsi protezione sul versante “crisi del turismo”, valorizzando e diffondendo, al tempo stesso, tipicità agroalimentari dell’isola nel rispetto dei principi di una crescita e una lavorazione sana dei prodotti che mangeremo. E in tempi – tristissimi! – di “Terra dei fuochi”, sapere che le carni provengono da allevamenti non contaminati aggiunge ulteriore valore a ciò che ci apprestiamo a mettere in pentola. Ma, a questo punto, ci si deve chiedere se è possibile realizzare un allevamento in un’isola come Ischia. Ovviamente, come ci spiega il dottor Mario Mariani (nella foto sotto), veterinario ASL, non sono tutte “rose e fiori” poiché il lavoro dell’allevatore non è solo duro, ma è reso intrinsecamente difficile da una serie di lacci e lacciuoli di natura burocratico-legislativa: di essi il più grave è costituito dall’impossibilità (unica eccezione quella che consente agli agriturismi di macellare sul posto gli “animali di bassa corte” che allevano, cioè galline, anatre, oche, conigli) di possedere un macello proprio, per “trattare” gli animali che per peso ed età sono giudicati idonei ad essere condotti al mattatoio. Una direttiva - la CE n°853/2004, divenuta operativa dal 1°gennaio 2010 - impone, infatti, agli allevatori l’obbligatorietà di macellare gli animali esclusivamente all’interno di strutture in regola
44 con le normative europee (in tal modo, si garantisce che, nei paesi aderenti all’Unione Europea, ovunque vengano uccise e squartate le bestie, siano assicurati i medesimi criteri d’igiene e profilassi, in modo che le carni potranno, poi, essere vendute nei diversi distretti europei con l’assoluta certezza d’essere sane). A Ischia, infatti, per la conformazione stessa del suo territorio non è possibile trovare, se non a costi altissimi, siti dove poter realizzare un impianto che rispetti davvero le norme previste dalla direttiva. Una per tutte, l’isola non possiede un appezzamento facilmente raggiungibile (e che possa essere edificato o sanato sotto il profilo edilizio) che disti dalle abitazioni almeno 300 mt, come richiesto dalla legge; a ciò si aggiunge l’ulteriore difficoltà costituita dallo smaltimento dei rifiuti della macellazione, considerati “speciali” e che devono essere perciò eliminati attraverso specifiche procedure che comportano il trasporto in terraferma, operazione oltremodo costosa. Già, perché la caratteristica che fino a qualche tempo fa rappresentava per questo luogo un “plus” e che oggi, in tempi di globalizzazione del commercio, è divenuta un “minus”, è, appunto, l’essere isola, lontana, e quindi “altra”, dalla terraferma: ciò rende tutto - dal turismo (dal quale la comunità ischitana quasi totalmente dipende) al commercio, dalla produzione autoctona, all’importazione, dai servizi fondamentali come quelli dei trasporti marittimi e terrestri, all’organizzazione delle strutture pubbliche (tribunale, scuola, ospedale) - di assai difficile gestione e, quindi, “non conveniente” sotto il profilo economico e “non competitivo”. Sarebbero necessarie, perciò, delle deroghe, senza le quali Ischia, ritenuta un paradiso appena 30 anni fa, rischia di essere gravata da così tanti costi e impedimenti da ritrovarsi perennemente prostrata e in condizioni di subalternità e mancanza di competitività, fino al punto di essere del tutto marginalizzata rispetto a qualsiasi realtà espressa dal continente: in altre parole, l’isola corre il pericolo di divenire un inferno. È questo il prezzo dell’ingresso nella UE e, più in generale, di appartenere ad una realtà nella quale i confini si superano con estrema facilità: un’opportunità che, se da un lato offre indubbi benefici, dall’altro, massificando le comunità sociali ed omogeneizzando i
territori, specie i più piccoli, compromette a tal punto la loro identità da arrivare a stravolgerla, fino ad annichilirla. Il tutto è reso ancora più preoccupante, se si analizza il fenomeno all’interno di una visione di scambio d’informazioni ormai libero da limitazioni di sorta (grazie alla diffusione della rete internet, dei collegamenti satellitari e dei dati telematici) che trasforma, di fatto, l’intero pianeta in un unico grande mercato virtuale, dove le “regole massificanti” impongono di acquistare e distribuire ovunque beni e servizi a prezzi sostanzialmente identici (o, se si preferisce, marginalmente diversi). Questo sistema che abbiamo raccontato comporta che il nostro zoonomo Roberto Mattera, nella sua fattoria, allevi animali certificandone l’effettiva nascita e crescita sul territorio ischitano, ma poi sia obbligato (se non riesce a venderli vivi) a macellarli in terraferma e, conseguentemente, a venderli alle macellerie del continente. Invece, i salumifici locali, e gli stessi ristoranti, sono costretti a comprare la carne macellata nel napoletano, non potendo – per ragioni economiche – acquistare a un prezzo conveniente quella di provenienza ischitana. Insomma, due attività potenzialmente sinergiche che condividono il medesimo territorio, ma non riescono a divenire parte della stessa filiera: un assurdo di cui con il buon senso non si può che auspicarne il superamento ma che, nei fatti, incontra ostacoli legislativi fortissimi. Con la sola eccezione nota a noi di Ischiacity, del ristorante “Il Comignolo” a Serrara Fontana, che ha nel suo menù carni davvero “a chilometro zero” perché il proprietario Domenico Calise gestisce in modo familiare l’intero percorso della carne. S’è attrezzato, infatti, con un proprio allevamento specializzato in cinghiali e un proprio camion per il trasporto del bestiame al macello in terraferma, provvisto di gabbia, per l’andata con gli animali vivi, e cella frigorifera per il ritorno delle mezzene (cioè le due parti in cui viene diviso il corpo del suino o bovino). Per tutto ciò che abbiamo detto è, allora, evidente che “Prodotto a Ischia”, per un salumificio, non significa “fatto con carni certificate ischitane”, bensì solamente “lavorato sull’isola” (con carni di generica provenienza UE), e niente di più.
In alto, Raffaello Buono; a ds. Bruno Savastano.
In questa pag., da sin.: cantina di Crateca, vigneto D’Ambra, Ettore Guarracino e il suo orto. Pag. a ds, dall’alto: vigneto di Crateca, cantina Tommasone, Carmelina e Giuseppe Coppa.
Ecco che, così, si spiega la presenza dei circa 230 allevamenti domestici isolani che, peraltro, non possono crescere più di 2 suini per volta e qualche animale da cortile. Infatti, allevando in proprio e macellando in casa per autoconsumo, non solo non si è sottoposti alle forti restrizioni della direttiva CE n°853/2004, ma è soprattutto certo che in tavola sarà servita carne prodotta ad Ischia. A voler tirare le somme di quanto convenga allevare industrialmente del bestiame ad Ischia, possiamo, in via preliminare, stabilire un primo, ineludibile, principio: certamente nella “filiera di produzione, macellazione e vendita” chi guadagna di più (con pochi rischi d’impresa) è il rivenditore finale. Appare chiaro, perciò, che, essendo i costi della macellazione molto elevati (pratiche sanitarie e burocratiche, trasporto in terraferma, certezza di trovare macellerie alle quali rivendere il prodotto), per avere, in una piccola isola come questa, un buon margine di profitto, le possibilità sono solo due: o si devono rivendere gli animali vivi (in tal caso, infatti, oltre alle spese per la gestione della fattoria, il solo parametro da tenere sotto controllo è il cosiddetto “indice di conversione”, vale a dire il rapporto tra la quantità - e quindi il ricavo alla vendita - di carne prodotta per ciascun capo di bestiame, e la quantità di cibo - cioè il costo sostenuto per alimentarlo fino a che non sia pronto ad essere trasformato in carne); oppure bisogna operare una scelta come quella di Domenico Calise, che ha dovuto investire in un camion adatto al trasporto sia degli animali che delle mezzene e che, in tal modo, compensa i costi altissimi della trasferta necessaria alla macellazione vendendo le carni nel proprio ristorante, e chiudendo così la filiera. Ovviamente, gli imprenditori che operano nel settore agroalimentare sanno bene che Ischia è una terra dove la sua stessa natura - nel senso di conformazione del territorio - rende più com-
47 plesso e costoso coltivare ed allevare. Ma è pur vero che è proprio per quest’aspetto che taluni prodotti isolani assumono un valore di assoluta specificità che li rende ricercati. Si spiega così la passione di diversi vignaiuoli, che li ha spinti, negli anni, a selezionare ottimi uvaggi e produrre vini squisiti come accade per le eccellenti cantine D’Ambra (che quest’anno ha ricevuto dalla Guida del Gambero Rosso il massimo riconoscimento dei “tre bicchieri” per il cru Frassitelli), Pietratorcia, Muratori, Aniello Mazzella, Cenatiempo, Tommasone, e delle cantine di Crateca, che rappresentano uno dei fiori all’occhiello della moderna imprenditoria agricola coniugata all’arte di ospitare in cantina, tra i profumi della tradizione. Ma si sono posti nella medesima prospettiva anche altre realtà che, sia pure a differenti livelli, hanno puntato sulla terra: da aziende come Ischia Sapori dei fratelli Savastano, che dal padre Bruno hanno ereditato il “genio” della produzione di un validissimo limoncello e di un particolare – e unico! – rucolino, fatti con materie prime isolane; all’amore per la coltivazione dei campi di coloni quali Giuseppe e Carmelina Coppa a Forio, per non parlare dell’orto biologico di Ettore Guarracino a Ischia, del miele di Raffaello Buono a Barano, o delle imperdibili confetture di frutta preparate con cura certosina dai coniugi Brandi presso la tenuta di Pian de’ Cedri, sempre a Forio, o, ancora, le saporitissime “torte stile Nonna Papera” sfornate a Sant’Angelo dalla signora Lucia Iacono del ristorante Il Pescatore. Queste persone hanno voluto distinguere dal trend turistico la propria attività d’impresa, e tale scelta, per quanto spesso assai sacrificata, appare rassicurante in tempi difficili, in cui l’isola sta perdendo un po’ alla volta la propria posizione di leadership nel settore del turismo. Su tutto ciò, ancora una volta, prevale un solo ragionamento possibile: lavorare impegnandosi nella difesa del territorio, della propria specificità e puntare allo sviluppo di un autentico circuito di qualità DOC, sia esso nell’allevamento del bestiame proprio come ha fatto Roberto Mattera, nella coltivazione dei vigneti, nell’ospitalità dei viaggiatori o nell’erogazione di servizi. In tempi di recessione, più che la svendita di tutto a qualsiasi costo, ci salva la promozione dei nostri presidi d’eccellenza e la valorizzazione dei nostri prodotti identitari.
W I N E
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FRASSITELLI SULL’OLIMPO text_Lucia Elena Vuoso | photo_Enzo Rando, archivio Ischiacity
L’identità di una terra e la dedizione di una famiglia racchiuse in una bottiglia, percepite ad ogni sorso leggero, delicato, serbevole e l’esclusività di un Biancolella, il “Tenuta Frassitelli” di Casa D’Ambra, confermate quest’anno dal massimo riconoscimento della guida del Gambero Rosso, i Tre Bicchieri. Un premio ricevuto sia per l’ottima annata, sia per la costanza di pregevolezza mantenuta nel tempo, già nel 1990, infatti, il “Frassitelli” aveva ricevuto “Tre Bicchieri” entrando nel guinness dei primati per essere il primo bianco campano a fregiarsi del titolo, a soli sei anni dalla prima vinificazione. Nel 1984, infatti, i D’Ambra cominciarono ad imbottigliare separatamente il Biancolella prodotto dalle uve del vigneto ai piedi del Monte Epomeo, nel quadrante sud occidentale dell’isola, l’unico ad Ischia tra i 450 ed i 550 metri. Costi di produzione altissimi, terrazzamenti con pendenze superiori al 60%, 1.500 ore di lavoro ad ettaro, la costruzione di circa 600 metri di monorotaia e la distinzione in due sotto-cru – aree ben delimitate in cui le condizioni naturali, fisiche e chimiche, la zona geografica ed il clima permettono la realizzazione di un vino specifico – Tifeo, la parte più bassa orientata ad ovest, con ceppi di oltre 40 anni e Pietra Martone che guarda a sud ovest, reimpiantata nel 1998, sono le caratteristiche che fanno di questo vino fruttato, floreale e fine, una delle eccellenze dell’isola d’Ischia. Dopo aver superato la selezione campana tra più di 400 concorrenti, ottenendo i “Due Bicchieri”, la commissione nazionale riunita a Roma ha conferito al “Tenuta Frassitelli” ben 90 punti su 100, inserendolo nella guida tra i circa 15 vini campani – per lo più rossi – blasonati col massimo riconoscimento. Una grande opportunità questa, che va a consolidare la tradizione della casa vinicola ischitana, giunta ormai alla quarta generazione ed attualmente guidata da Andrea D’Ambra, enologo, e dalle figlie Sara, enologa e Marina, laureanda in economia aziendale. Un impegno che premia non solo sul mercato locale e nazionale ma anche all’estero, dove i principali importatori sono Giappone, Australia e Stati Uniti, seguiti da Canada, Belgio, Olanda, Francia e Germania, tutti paesi in cui viene richiesto anche il Frassitelli di annate precedenti. Questo vino, infatti, pur non essendo da invecchiamento – generalmente si consuma nel giro di un anno, fino ad un massimo di cinque – ha dimostrato di saper invecchiare molto bene, mantenendo l’ottima bevibilità. Da una “verticale storica” richiesta proprio dal Gambero Rosso – un
49 assaggio di vini di diverse annate, a ritroso – è emerso che il “Frassitelli” è capace di attraversare il tempo con una vitalità ed un carattere insospettabili: contraddistinto dall’armonia delle componenti, è un vino che nasce equilibrato e su questa proporzione prosegue il suo cammino, tant’è che tra le annate migliori ritroviamo quella del 1995 con un punteggio di 92/100, del 2006 e del 2012 con 90/100 e del 2011 con 91/100. Ma il vino è anche moda, soprattutto un bianco come il Biancolella Tenuta Frassitelli, che possiede un corredo aromatico ampio ed accattivante, arricchito da note agrumate e da sentori minerali che ben si sposa con antipasti e primi di pesce, crostacei, carni bianche, conigli da fossa all’ischitana ed anche coi formaggi. E per far tendenza e vendere di più, numerose case vinicole hanno cominciato a produrre Biancolella senza che le uve possedessero le giuste caratteristiche: è per questo che a garanzia di ogni bottiglia di Casa D’Ambra c’è il tagliando col numero di serie rilasciato dalla Zecca dello Stato, ottenuto dopo specifici controlli ed in seguito alla dichiarazione annuale del quantitativo di vino che si imbottiglierà. Una garanzia di autenticità e qualità uniche in tutta la Campania. E anche se Casa D’Ambra è attentissima a preservare il ‘genius loci’ e le caratteristiche autoctone che solo il “Frassitelli” possiede, Andrea è molto interessato anche alle sorti degli altri viticoltori: cerca di “fare sistema” il più possibile, formando associazioni, come “Vulcania”, che riunisce tutti i produttori di vino bianco su terreno nero - di origine vulcanica - e le aziende vinicole delle piccole isole italiane, in modo da ovviare alla mancanza di attenzione da parte delle amministrazioni locali che non elargiscono alcun tipo di contributo, né come incentivo economico per il mantenimento dei suoi 140 operai della vigna, né a livello di comunicazione e pubblicità. Eppure, nonostante le difficoltà, sta per nascere, sempre a cura di Casa D’Ambra, un altro presidio di eccellenza enologico sull’isola: Eschia, un vigneto giovane, recuperato da qualche anno, col quale si punta ad ottenere, nel 2014, un ottimo vino rosso da invecchiamento, dimostrando che anche ad Ischia, con la lavorazione giusta di uve con la struttura adatta, con impegno e con passione, possono essere ottenuti non solo bianchi pluripremiati, ma anche rossi di spessore.
B U S I N E S S
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PLATYPUS ITINERARY: COME MI INVENTO UN LAVORO text_Silvia Buchner | photo_Archivio Platypus
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Visite di istruzione formativa: nel linguaggio in
compreso le potenzialità anche turistiche delle
codice di cui la scuola ama servirsi, vuol dire gite
risorse culturali, storiche, naturalistiche dell’iso-
scolastiche che sono parte integrante della for-
la, hanno creato una struttura che costruisce in
mazione dei ragazzi sin dalle elementari, attraver-
proprio viaggi e laboratori didattici e campi scuo-
so un’organizzazione sicuramente più accurata
la, dall’ideazione alla realizzazione. Hanno scelto
di un tempo. Si tratta di momenti importanti, in
come nome e mascotte l’ornitorinco (in inglese
cui tutti insieme, liberi dallo schema consueto di
platypus), un animale unico in natura - essendo
rapporti e di apprendimento che si sviluppano
un mammifero che depone le uova ma allatta i
in classe, conoscono luoghi, fanno nuove attivi-
piccoli, che ha il becco e le zampe palmate ma è
tà, ma anche vivono il quotidiano, condividendo
coperto dalla pelliccia e vive a metà fra acqua e
tutto per qualche giorno. Una sintesi, insomma,
terra - per sottolineare la varietà di elementi che
di divertimento, gioco e ampliamento dei propri
costituisce l’offerta dei viaggi didattici proposti
orizzonti che può lasciare una traccia molto positi-
e, di conseguenza, la possibilità di confezionare
va negli studenti, tanto più che non sempre a tutti
ogni soggiorno su misura rispetto alle esigenze
è dato di viaggiare con la propria famiglia e, quin-
didattiche, logistiche, umane di ciascun gruppo
di, queste occasioni possono costituire momenti
di allievi. Incontrare lo staff di Platypus apre una
essenziali per sperimentare che esistono luoghi,
finestra assai interessante su un fenomeno che
modi di vivere, situazioni diversi da quelli abituali
raccoglie in sé valenze differenti: in primo luogo,
e che conoscerli può regalare nuove visioni sulla
si tratta, a tutti gli effetti, di una forma di turismo,
realtà. A Ischia, nove professionisti versatili, do-
che quindi attiva un indotto economico (alberghi,
tati di inventiva e determinazione che hanno ben
trasporti, musei e località che vengono visitati,
PLATYPUS ITINERARY tel_081 99 01 18 | www.platypustour.it
collaborazioni con altre realtà di servizi sul terri-
vazione delle stelle mentre ai più piccoli si regala
Mattera. Ma l’attenzione è grande anche per la
torio), il cui interesse cresce in quanto le gite sco-
un viaggio incantato - nel bosco o in pineta - per
qualità del viaggio e del soggiorno, quindi della
lastiche si concentrano soprattutto in primavera,
conoscerne i segreti grazie alle “visite teatralizza-
sistemazione alberghiera e dei pasti, che vengo-
e comunque sempre lontano dall’alta stagione, e
te”, realizzate con la collaborazione degli attori
no concordati con gli chef delle strutture ospitan-
perciò possono costituire una possibilità alterna-
dell’associazione Culturale Artù. L’ambito natu-
ti. E mentre i ragazzi di Platypus si preparano a
tiva di un certo interesse per il settore ricettivo. E
ralistico è curato dalla guida escursionistica Ma-
sbarcare all’estero, dove vogliono presentare dal
se consideriamo che in due mesi di lavoro (attual-
riangela Mattera e dal biologo Francesco Mattera
prossimo anno le loro attività, sono già usciti dai
mente, infatti, i viaggi di istruzione sono concen-
e ancora da Giusy Mennella per l’amp Regno di
confini dell’isola organizzando, grazie a sinergie
trati in aprile e maggio) Platypus Itinerary porta
Nettuno, mentre Anna Mattera, esperta di storia,
con partner locali, viaggi didattici nel Lazio, in
ad Ischia 4000 ragazzi (effettuando, per esempio,
guida alla scoperta del Castello Aragonese. Plat-
Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo: con inven-
2000 entrate al museo di Pithecusae), per lo più
ypus interagisce costantemente con associazioni,
tiva, notevole professionalità e doti imprendito-
dalle regioni Campania, Lazio e Puglia, è evidente
cooperative, musei, sia pubblici che privati pre-
riali sono riusciti a costruirsi il proprio mestiere,
che si tratta, ancorché di un settore di nicchia, di
senti a Ischia, e in tal modo garantisce una visita
rimanendo a Ischia ma, al tempo stesso avendo
un bacino turistico da coltivare.
ricca e stimolante e, insieme, valorizza l’offerta
dell’isola una visione più vasta. Da ammirare e -
Alessandro Mattera insieme al fratello Emanue-
turistica e culturale dell’isola. E queste sono solo
possibilmente - imitare.
le, che oggi ne è il direttore tecnico, ha fondato
una parte delle proposte fra cui le scuole che de-
Platypus nel 2002 e nel tempo ha riunito attorno
cidono di venire a Ischia possono scegliere: infat-
al progetto persone giovani e competenti, alcune
ti, le visite vengono adeguate al profilo degli studi
bilingui, le quali, grazie a questa attività, hanno
dei ragazzi, lavoro che richiede mesi di prepara-
un lavoro in cui mettono a frutto ciò che han-
zione e di questo si occupa in particolare Ade-
no studiato e la cosa è tanto più interessante in
le Aurioso, insieme ad Alessandro ed Emanuele
quanto si tratta di lauree per le quali oggi è difficile trovare occupazione. Ciascuno di loro, infatti, è responsabile di un preciso ambito, dall’archeologa Luisa Di Spigno Santi che cura le visite ai musei archeologici di Pithecusae e di S. Restituta (entrambi a Lacco Ameno) e agli scavi sottomarini nella baia di Cartaromana, a Giusy Mennella, che segue le simulazioni di scavo archeologico e quindi di restauro degli oggetti rinvenuti. Infatti, tutte le attività ideate da Platypus offrono ai ragazzi la possibilità di essere protagonisti: oltre allo scavo, utilizzano microscopi per osservare le piante nei laboratori curati dallo stesso Alessandro Mattera all’interno dei giardini La Mortella e i minerali con l’esperto Enrico Migliaccio, possono provare l’emozione della barca a vela ma anche dell’osser-
Lo staff di Platypus, da sin.: Mariangela Mattera, Alessandro Mattera, Adele Aurioso, Emanuele Mattera, Luisa Di Spigno Santi, Enrico Migliaccio, Giusy Mennella.
N A T U R E
FERRAGOSTO ALLA FALANGA text_redazione Ischiacity photo_Ciro Di Raffaele, Simona Pavini, Luca Fiorentino, Tom Fiorentino, Dayana Chiocca
Esistono riti immutabili, che si ripetono negli anni e rappresentano, per chi vi partecipa, una sorta di rassicurante punto di riferimento, utile a misurare ampi archi temporali dell’esistenza. Le tradizioni, oltre a fissare la nostra identità culturale, ci sono necessarie, infatti, per capire i cambiamenti di ciò che ci circonda, quanto, rispetto al rito tradizionale, anno per anno muta il paesaggio, i sapori, gli odori, le istituzioni o le consuetudini, e così via. La tradizione, per essere tale, deve poter garantire una perfetta sovrapposizione della forma alla sostanza: entrambe devono ripetersi, possibilmente, uguali nel tempo. Nasce da questo bisogno di ritrovarsi insieme - nel cuore più profondo ed autentico di Ischia, che è il bosco della Falanga - l’appuntamento che da anni, Franco Iacono, insieme al suo intramontabile amico Cesare Mattera, rinnova nel mattino del 15 agosto, con una folla di amici e ospiti dell’isola che amano prender parte a questa scampagnata nel ventre dell’isola, per stare insieme e insieme preparare e mangiare i cibi della tradizione. Questa passeggiata, che apparentemente potrebbe essere rubricata unicamente sotto l’aspetto ludico della vicenda, è in realtà assai più di un gioco tra amici. Nelle dinamiche di Franco Iacono - ne sono certo! - questo evento assume un valore politico: da autentico socialista egli prova a perpetrare, in modo semplice ed alla portata di tutti, un momento di comunione e consolidamento proteso verso i valori identitari di una popolazione che rischia di indebolire le proprie radici, a causa dei continui innesti di acculturazione massiccia (da parte di persone portatrici di culture diverse), ma anche per via del corrompersi delle tradizioni, minacciate dal “diffuso e massificato consumismo” dei tempi della globalizzazione. Ritrovare colori, profumi, luoghi e perfino sorrisi, magari arricchiti da qualche ruga in più e, tuttavia, sempre riconoscibili, è un modo per sentirsi parte di una comunità viva. In questa direzione, l’attività di Iacono è instancabile e polivalente, egli infatti si muove a più livelli ed in diversi ambiti: dalla passeggiata in canottiera e ‘braconi’
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di tela nel giorno più caldo dell’anno, all’organizzazione di colti convegni (i cui relatori sono in genere personalità di primissimo piano del mondo della cultura e della politica), per finire all’allestimento di imponenti spettacoli capaci di celebrare il forte legame che Franco ha sempre voluto che l’Isola mantenesse con il mondo dell’Arte. Ecco, allora, che la sua poliedrica attività (politico impegnato, contadino, amante dell’arte e della cultura, organizzatore di eventi o più semplicemente cortese anfitrione capace di conservare intatte nel corso degli anni le vecchie amicizie e a queste aggiungerne, ininterrottamente, di nuove) diventa il collante per dar vita ad una gran quantità di occasioni utili a conoscere non soltanto l’isola, ma la nostra storia di Italiani: provando a capire da dove veniamo e verso dove vorremmo/potremmo dirigerci. Si inizia, allora, scarpinando per un viale acciottolato ed arso dal sole in cima ad un monte il giorno di Ferragosto, per ritrovarsi poi, in altre occasioni, seduti accanto a Romano Prodi, all’ombra di un vicoletto di Forio, o nella bella Villa La Colombaia ad assistere alle esibizioni di Giorgio Alber-
tazzi, o nella sala di un hotel per l’interessante confronto tra Martelli, Scotti e Casavola (rispettivamente ministro di Giustizia e degli Interni e Presidente della Corte di Cassazione ai tempi del governo Craxi) o, ancora, in piazza Santa Restituta ad ascoltare concerti di musica popolare, e così via (per decine e decine di altre formidabili iniziative), percorrendo in lungo e in largo le latitudini dell’isola. Franco Iacono è fatto così: non smette mai di insegnarci ad essere curiosi, ed attraverso la curiosità, ci fa sentire profondamente vivi.
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J E W E L R Y
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LO SCRIGNO DELLE NINFE text_redazione Ischiacity | photo_Tommaso Monti
Dall’incontro fra l’arte millenaria del cammeo e sculture uniche, che raccontano uno dei tesori dell’isola d’Ischia, le sue acque termali, nasce una linea di gioielli dall’eleganza senza tempo. Un racconto che ha il sapore della leggenda è racchiuso, infatti, nei preziosi ideati da Marco Bottiglieri e realizzati da una delle più importanti aziende di artigianato del cammeo di Torre del Greco, Di Luca Camei. La storia inizia molti secoli fa, quando le selve boscose dell’isola d’Ischia rivelarono agli antichi abitanti una sorgente di acqua termale, che divenne la meta di tantissimi che giungevano nell’isola da tutto l’Impero romano, poiché bagnando il corpo con quelle acque tiepide che sgorgavano abbondanti dalla profondità della roccia, la pelle riacquistava integrità e salute. Gli antichi attribuirono naturalmente il potere di quelle acque - che oggi sappiamo essere dovuto alla combinazione delle sostanze minerali in esse disciolte - all’influsso delle divinità e consacrarono la fonte ad Apollo e alle ninfe, che furono battezzate Nitron, come la sorgente. Ancora oggi Nitrodi, che si trova nel comune di Barano (nella località di Buonopane), attira migliaia di persone che ogni anno si recano al Parco delle Ninfe di Nitrodi per bagnarsi nelle sue acque ipotermali che hanno fortissime capacità antinfiammatorie, cicatrizzanti, eutrofiche e giovano molto a chi ha problemi di psoriasi. Già gli antichi, benché non ne conoscessero le ragioni scientifiche, avevano ben chiaro tutto ciò: venivano, infatti, numerosi a Nitrodi, per alleviare i loro problemi e ritrovare la salute, lasciando in dono come ringraziamento alle divinità protettrici della benefica fonte una serie di lastre scolpite a bassorilievo, che probabilmente venivano appese presso una grotta. Si tratta di una sorta di “quadri di pietra”, dedicati dai pazienti, come una donna che si chiamava Capellina e un’altra che era addirittura una ex schiava di Poppea, moglie dell’imperatore Nerone, e forse da alcuni medici, i quali inviavano i propri ammalati a curarsi lì. L’oblio del tempo ha fatto dimenticare quelle lastre, rimaste nascoste là dove erano state collocate fino a quando, nel ‘700, furono ritrovate da un contadino che, per puro caso, ha riportato in luce il complesso di lastre votive, considerato unico in tutta l’Italia Meridionale. La bellezza e l’armonia di quelle sculture in miniatura, oggi, non si ammirano solo nelle sale del museo che le custodisce, ma si possono indossare con i gioielli firmati da Marco Bottiglieri e Di Luca Camei. I maestri intagliatori hanno trasformato in oggetti del desiderio i dettagli più belli selezionati nelle lastre di Nitrodi, riprodotti in incisione sulle conchiglie e incastonati poi in anelli, pendenti, orecchini, bracciali, spille. Perfetto l’abbinamento di immagini che hanno il gusto del mito con il cammeo, un gioiello che ha attraversato le epoche: la delicatezza della lavorazione esalta i motivi delle sculture antiche e valorizza i particolari, facendo di ogni singolo monile un pezzo speciale, da abbinare con i jeans come con un abito da sera, sicure di indossare un oggetto elegante e che non si potrà fare a meno di notare.
ischiacitydivisionepubblicitĂ
C U L T U R E
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IL MUSEO INVISIBILE
Archeologia, croce (e delizia) per Ischia.
text_Silvia Buchner | photo_archivio Ischiacity
ronata” la prima colonia greca del Mediterraneo
Da una parte, l’isola va fiera di essere stata “incoOccidentale, di custodire un reperto unico come la coppa di Nestore (che reca incisa un’iscrizione risalente a 8 secoli prima di Cristo in perfetti versi epici), di essere entrata nei libri di storia, di arte, di letteratura, dopo che l’archeologo Giorgio Buchner con i suoi scavi e i suoi studi ha portato alla luce l’insediamento di Pithecusa, a Lacco Ameno, e ha dimostrato che è, appunto, la più antica fondazione greca in Italia Meridionale, compiendo una scoperta-caposaldo per l’archeologia della seconda metà del ‘900. Dall’altra, però, Ischia sembra sentire il peso di questo ruolo, come se non sapesse cosa farsene, come se non avesse ancora capito appieno di avere un passato davvero illustre. Forse perché proiettata totalmente nel futuro? Non direi; piuttosto, si trova in mezzo ad un guado, non più terra di contadini poveri com’era 50 anni fa, ma non ancora pronta a comprendere la portata del patrimonio archeologico, culturale e, quindi, identitario che possiede. Portata che travalica i confini di per sé limitati dell’isola e la proietta in
Nella pag. precedente, Costanza Gialanella. In questa pag.: Giorgio Buchner durante gli scavi subacquei nella baia di Cartaromana, negli anni ’70 e un’escursione scolastica organizzata dallo staff di Platypus Itinerary agli attuali scavi. Pag. a ds. in basso: l’inaugurazione del Museo di Pithecusa, nel 1999. A ds. di Buchner, l’allora sindaco di Lacco Ameno, Domenico De Siano, il soprintendente Stefano De Caro, la direttrice scientifica del Museo, Costanza Gialanella.
una dimensione internazionale, anzi mondiale, perché la sua terra è stata una delle “culle della civiltà europea” per usare un’espressione un po’ aulica, ma che descrive la verità, e la civiltà europea appartiene a centinaia di milioni di persone, per non parlare di quante ne influenza. In attesa che Ischia varchi il suo guado, per chi quotidianamente è chiamato a lavorare per preservare e, possibilmente, incrementare e valorizzare questo inestimabile patrimonio, la vita non è facile, come ci ha raccontato la dottoressa Costanza Gialanella, funzionaria della Soprintendenza Archeologica responsabile per l’isola d’Ischia, e a lungo braccio destro di Buchner. Se, infatti, a Lacco Ameno c’è un museo che per l’eccezionalità dei reperti che offre dovrebbe essere fra i più visitati della Campania, ed invece rimane quasi deserto, allora qualcosa decisamente non funziona - posto che Ischia è, attualmente, una meta turistica da oltre 3 milioni di presenze all’anno. Se, pure, la dottoressa Gialanella ha tratteggiato un quadro di collaborazione con le Amministrazioni, è altresì evidente che a Lacco Ameno, come a Forio e a Ischia, chi governa il territorio non riesce a concepire questo patrimonio come risorsa per la popolazione e per il turismo e, di conseguenza, non intende investire su di esso. “Accade, così, che quello di Pithecusa sia da 14 anni di fatto un ‘museo invisibile’, poco conosciuto nell’isola stessa, per nulla pubblicizzato e quindi ‘venduto’ ai turisti, privo delle attività necessarie a renderlo parte integrante della comunità. Accade che il parco archeologico progettato e addirittura finanziato dalla regione Campania già molti anni fa (era presidente Antonio Bassolino), per rendere visitabile la fattoria arcaica scavata a Punta Chiarito, a Forio, non sia mai stato realizzato, benché i fondi siano stati regolarmente erogati al Comune; e accade ancora che la Soprintendenza sia stata indicata come l’unica responsabile dei ritardi nel completamento del depuratore per gli scarichi fognari sulla collina di S. Pietro a Ischia – finendo per questo sulle pagine dei giornali. Adesso, però,
ti, la società Marina di S. Anna, che ha in gestione
dattici e campi scuola (si veda il servizio dedicato)
che dissensi fra Regione e ditta appaltante hanno
alcuni spazi di ormeggio, finanzia in maniera con-
e che hanno inserito la visita agli scavi subacquei
fermato tutto da circa due anni, una cortina di
sistente lo scavo, che essendo sott’acqua presen-
nel loro fitto cartellone di proposte per le scola-
silenzio è caduta sulla questione depuratore, che
ta difficoltà e costi maggiori. La possibilità di im-
resche. Utilizzando una barca con il fondo traspa-
sembra essere scomparso dalle priorità”, spiega la
piantare nuove aree di ormeggio regolamentate,
rente che consente di osservare il fondale, si può
responsabile della Soprintendenza.
infatti, era subordinata all’indagine archeologica,
già vedere, infatti, una massicciata lunga oltre 12
Una piccola, incoraggiante inversione di tenden-
di cui Marina di S. Anna ha accettato di sostene-
mt. in blocchi di pietra e pali di legno perfetta-
za si vede, invece, nella collaborazione pubblico-
re le spese con la prospettiva futura di creare un
mente conservati che apparteneva allo scalo, in
privato che ha permesso la campagna di scavo
parco archeologico subacqueo dove organizzare
funzione dall’età repubblicana al III d.C. Il fondo
alla ricerca del porto dell’antica città romana di
visite guidate alle strutture recuperate. Questa
del mare è coperto di frammenti ceramici e gli
Aenaria, giunta alla seconda stagione, e condotta
opportunità l’hanno già colta i giovani imprendi-
scavi condotti in passato hanno fatto riemergere
nelle acque della baia di Cartaromana. Qui, infat-
tori di Platypus Itinerary, che propone viaggi di-
grandi quantità di lingotti metallici. “Questi ritro-
il luogo in cui si trovavano le officine e l’abitato, e non si sa quale cataclisma abbia fatto sprofondare le strutture del porto a 6 metri di profondità così repentinamente da obbligare la gente ad abbandonare un patrimonio in metalli di pregio”. Tra circa un anno, secondo l’intesa fra la Soprintendenza e l’attuale Amministrazione, dovrebbe nascere quindi il museo di Aenaria: questo tempo dovrà servire anche a risolvere il rebus della gestione. Perché se è chiaro che, come a Lacco Ameno, il museo sarà comunale e gli archeologi avranno la direzione scientifica, ancora non si sa con quali fondi si potrà garantire l’apertura della struttura. Il problema, in realtà, rientra in una questione più generale: nell’isola d’Ischia si è sempre pronti a chiedere un museo per ciascun campanile, ma se è giusto, in linea di principio, rivendicare la necessità di esporre i reperti là dove sono stati ritrovati (in anni recenti, a lungo Forio ha invocato un museo ad hoc in cui ospitare gli arredi rinvenuti nella fattoria del VII sec. a.C. scavamenti andranno a costituire l’ossatura del mu-
re un mistero. Se, infatti, è certo che quello di
vata a punta Chiarito), è altrettanto vero che se
seo che verrà ospitato in due sale della vicinissima
Aenaria era un porto molto attivo, circondato da
non si è capaci di gestirli, essi resteranno muti.
torre Guevara. Reperti e ricostruzioni virtuali con-
officine artigiane che lavoravano stagno e piom-
Eppure, esperienze come Platypus insegnano che
sentiranno di restituire il volto di un sito di grande
bo come testimoniano i lingotti e gli abbondanti
sull’identità di un luogo, la sua storia archeolo-
interesse e che al momento continua a custodi-
manufatti rinvenuti, tuttavia rimane sconosciuto
gica, naturalistica e umana si possono costruire attività turistiche interessanti, anche economicamente, ma per farlo occorrono creatività, intelligenza e cultura, doti che spesso non contraddistinguono le pubbliche Amministrazioni. Sarebbe forse meglio, allora, lasciar fare ai privati (a Ischia abbiamo l’ottimo esempio che viene dal Castello Aragonese) e, comunque, a chi ha le competenze indispensabili per rendere fruibili e spendibili turisticamente i siti culturali, mentre alle Amministrazioni si deve chiedere in primo luogo la capacità di mettere da parte i campanilismi per collaborare insieme alla creazione di itinerari coordinati. Altrimenti, luoghi unici e reperti eccezionali sono
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destinati a un secondo, tristissimo, oblio.
PITHECUSA
COPPA DI NESTORE
AENARIA
Pithecusa, individuata grazie agli scavi di Giorgio Buchner nel comune di Lacco Ameno, nell’isola d’Ischia, è la più antica colonia che i Greci fondarono in Occidente quando, fra i secoli VIII e V a.C., intrapresero una colossale migrazione dalla loro patria verso gli attuali territori di Italia, Spagna e nord Africa. La colonia era molto attiva: vi è documentata la produzione di ceramica e la lavorazione di metalli e sono attestati (sempre grazie allo studio dei reperti) scambi commerciali con tutto il bacino del Mediterraneo (Magna Grecia e Grecia, Etruria, Spagna, Cartagine, Egitto, Siria). Ai coloni pithecusani si deve la fondazione dell’importantissima città di Cuma, sulla costa che fronteggia Ischia.
Su questa piccola coppa usata per bere il vino durante il simposio, appuntamento conviviale e sociale fondamentale nel mondo greco, il proprietario incise, nell’alfabeto tipico di Pithecusa, un breve componimento in versi: “La coppa di Nestore era certo ottima per berci, ma chiunque beva da questa coppa subito sarà preso dal desiderio della ben coronata Afrodite”. E’ evidentemente una poesia scherzosa che stabilisce un ironico confronto fra la modesta tazza in argilla che reca i versi, e che però ha il potere di far innamorare della dea dell’Amore, e la celebre coppa in oro appartenuta all’eroe omerico Nestore. Questo reperto è di enorme rilevanza perché testimonia la profonda familiarità che nella lontana colonia di Ischia si aveva non solo con la scrittura ma con la poesia epica, uno dei capisaldi culturali della Grecità.
L’isola d’Ischia prese questo nome in epoca romana, quando uno dei centri più attivi, che anch’esso si chiamò Aenaria, era situato in un punto fino ad oggi non individuato precisamente nella baia di Cartaromana. Di Aenaria è conosciuto il porto, sicuramente circondato da fonderie che lavoravano stagno e piombo, come è documentato dai reperti ritrovati a 5-7-mt. sotto il mare. Un evento catastrofico infatti, forse precursore di un’eruzione, fece sprofondare all’improvviso le officine e le strutture del porto.
Il servizio fotografico di queste pagine è il risultato di un lavoro fatto con un gruppo ampio di studenti iscritti al 5° anno di Grafica presso l’Istituto Professionale “V. Telese” di Ischia. Il nostro “racconto fotografico”, al di là dei ritratti della statuaria Marianna Oleksyuk, è costruito attraverso due immagini molto diverse fra loro. La prima è un’allegoria – amara e disincantata – della realtà sacrificata che, troppo spesso, gli studenti sono costretti a vivere nella scuola: il titolo della foto è, infatti, “L’insostenibile leggerezza delle gabbie culturali”. La seconda è, invece, un muto grido di dolore contro il cinismo che spinge l’uomo a sacrificare altre vite, senza fermarsi neppure di fronte a quelle dei piccoli. Traendo (tristissimo) spunto dalla strage dei bambini in Siria e coniugando questa rappresentazione con un’icona del bianco e nero, un famoso scatto fotografico di Helmut Newton, utilizzato per la pubblicità dei magazzini Bauwelt di Vienna, in cui la modella impugna una pala (lo stesso utensile necessario per scavare una fossa comune!), abbiamo provato a raccontare la nostra percezione di quel dolore e di quel cinismo, attraverso una composizione realizzata grazie allo storyboard disegnato da Vittorio Curci. Il responsabile di questo progetto è Riccardo Sepe Visconti che si è avvalso della collaborazione del fotografo Tommaso Monti, dell’assistenza di Silvia Buchner, Umberto Arcamone e Lucia Vuoso; il trucco è di Nancy Tortora, le acconciature sono di Peppe Cirino, i gioielli di Bottiglieri. Gli assistenti fotografi sono Simona Pavini, Dayana Chiocca, Ciro Di Raffaele, Tom e Luca Fiorentino, la fotografia è stata ritoccata in post-produzione da Massimo Alario.
C O V E R
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MARIANNA Oleksyuk
Orecchini e bracciali, Maria Cristina Sterling, anello Pianegonda.
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L’insostenibile leggerezza delle “gabbie culturali”...
AD & PHOTO_Riccardo Sepe Visconti MODEL_Marianna Oleksyuk MAKE UP_Nancy Tortora per Aglaia, Ischia HAIR_Peppe Cirino per Parrucchiere Ciro, Ischia JEWELRY_ Bottiglieri Gioielli, Ischia SPECIAL THANKS_ Rosa Di Meglio, Livia Rondella
Orecchini e girocollo, Maria Cristina Sterling, bracciale_Blu Gioielli.
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PIANO & JAZZ 2013 text_redazione Ischiacity photo_Tommaso Monti, Ciro Di Raffaele, Simona Pavini, Luca Fiorentino, Tom Fiorentino, Dayana Chiocca
L’aspetto più interessante di Piano & Jazz, che ha reso questa manifestazione intelligentemente diversa da tutte quelle simili che l’hanno preceduta, è la perfetta programmazione che, unita alla promozione, ha reso di fatto l’appuntamento estivo di Lacco Ameno dedicato al jazz un attrattore turistico efficace. L’incontro di tre realtà dell’imprenditoria molto attente, quali l’Albergo della Regina Isabella con la famiglia Carriero, Umbria Jazz che con il suo direttore Carlo Pagnotta ha dato l’insostituibile supporto tecnico, e il coordinamento locale della Delta Studio dei fratelli Conte in collaborazione con l’Ischia International Jazz Academy presieduta dallo stesso Giancarlo Carriero, ha consentito di pianificare con largo anticipo l’edizione 2013 di Piano & Jazz, addirittura fin dal 2012. In tal modo, si è potuto attivare una serie di sinergie che hanno decretato il successo della manifestazione, al di là della
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qualità intrinseca - quest’anno davvero seduttiva - degli artisti in cartellone. Sinergie costituite da una significativa pubblicità attraverso giganteschi cartelloni (6 x 3 mt) disseminati negli snodi principali della città di Napoli, e dal linkaggio delle pagine web www.piano&jazz.it (contenenti per l’appunto il calendario della manifestazione) presso i siti di offerte di soggiorno dell’isola d’Ischia. Tutto ciò ha conferito un vantaggio sia in termini commerciali che turistici, tanto alla manifestazione che all’isola: infatti, la programmazione puntuale e l’investimento in pubblicità fuori da Ischia hanno consentito di inserire l’evento nei pacchetti vacanze, e dato al tempo stesso visibilità mediatica all’isola. Lo scopo dichiarato - e raggiunto - era di intercettare i tanti che, amando questo genere musicale, hanno scelto di trascorrere qualche giorno a Ischia (piuttosto che in un’altra meta di villeggiatura) proprio in quanto si offriva loro la possibilità di ascoltare i propri beniamini: così, Piano & Jazz ha centrato l’obiettivo che dovrebbero avere tutti i cartelloni di spettacoli proposti nelle località turistiche, e che troppo spesso, invece, vengono concepiti solo come intrattenimento fine a se stesso. Le risorse impiegate, anche grazie al patrocinio di Regione Campania, Provincia di Napoli e Comune di Lacco Ameno, e alla disponibilità di diversi imprenditori locali, hanno permesso di portare sui palcoscenici ischitani - al Castello Aragonese, al Negombo, al Regina Isabella e nella piazza di Lacco Ameno - autentici “mostri sacri” della musica d’autore, che hanno offerto una lettura jazz delle loro composizioni. Questa sesta edizione, infatti, che ha avuto come padrini Renzo Arbore e Carlo Pagnotta, è stata dedicata ai cantautori: dopo una lunghissima assenza, è tornato ad Ischia il “re dei re” dei musicisti napoletani, Pino Daniele, che ha inserito Ischia nelle tappe del suo tour internazionale in cui reinterpreta in chiave jazz le sue mitiche canzoni, insieme a Phil Palmer, Marco Zurzolo e Tullio De Piscopo. Le “Essenze Jazz” del raffinato Eduardo De Crescenzo hanno dato corpo ad atmosfere di grande eleganza, mentre Gino Paoli, che si è esibito con Danilo Rea, ha ricreato le avvolgenti suggestioni tipiche dei suoi evergreen. “Solo piano”,
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invece per l’istrionico Bollani, che non manca mai l’appuntamento con il pubblico di Ischia che lo ama moltissimo per le indubbie capacità di coinvolgerlo nel concerto. Il batterista Roberto Gatto nella formazione del Perfect Trio è stato ospitato dalla scenografia suggestiva delle rovine del Castello Aragonese: improvvisazione fino all’estremo grazie anche all’uso dell’elettronica, per condurre gli spettatori in un viaggio attraverso motivi classici riletti con inediti accenti. Ha portato, invece, il jazz in piazza, a Lacco Ameno, la Tribunal Mist Jazz Band, formazione ormai storica composta da 21 fra avvocati e giudici insieme ad alcuni musicisti professionisti. Un tuffo nelle più pure atmosfere swing degli anni ’50-’60, infine, per la performance dei Four Vegas, che hanno fatto scatenare nel ballo gli ospiti della serata che si è svolta allo Sporting del Regina Isabella. Aspettiamo con impazienza il cartellone per la stagione 2014!
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2013: L’ESTATE DI PAOLINO text_Silvia Buchner | photo_Ciro Di Raffaele, Simona Pavini, Tom Fiorentino
Meta di migliaia di turisti e ischitani alla ricerca di
ti” che compongono il mix vincente ce li ha rac-
intrattenimento nelle sere della lunga estate calda
contati con efficacia il sindaco Paolino Buono, che
2013: si può sintetizzare così la svolta di Barano,
parte da una premessa importante: “Se l’evento
Comune a metà fra il mare e la montagna, che
‘di nicchia’ qualifica l’offerta di intrattenimento (e
possiede sul suo territorio la più grande spiaggia
Barano è stato apripista anche in questo, quando
dell’isola, i Maronti, il parco termale con l’eccezio-
oltre vent’anni fa promosse importanti rassegne di
nale acqua di Nitrodi, la pineta di Fiaiano e boschi
musica classica e di jazz), si tratta però di un tipo di
lussureggianti, ma sicuramente ha una capacità ri-
spettacolo costoso nell’organizzazione e riservato
cettiva limitata, se confrontata a quella del resto
ad un’utenza ristretta, mentre per il nostro turismo
dell’isola. Tuttavia, la combinazione felice fra l’in-
che si conta in milioni di presenze c’è bisogno di
tensa attività dei privati che spontaneamente si
realizzare manifestazioni che coinvolgano ciascuna
sono organizzati e l’Amministrazione che ha messo
migliaia di persone”. Di qui l’idea delle sagre: il pri-
a disposizione spazi, palchi, servizio di pulizia ed
vato ingaggia un artista di richiamo - per esempio
ordine pubblico, illuminazione, ha dato vita ad una
i cantanti Cristina Balestriere, Enzo Gragnaniello,
formula che, se non è inedita, in quel di Barano ha
Toni Tammaro, i cabarettisti Paolo Caiazzo, Simone
dimostrato di funzionare davvero bene. Se, infat-
Schettino, Luca Sepe, Lino D’Angiò - e organizza la
ti, anche Forio e Serrara Fontana hanno proposto
vendita, a costi assai abbordabili, di piatti caratteri-
i loro appuntamenti fra musica e gastronomia, tra
stici (dalla pizza a quelli a base di prodotti tipici lo-
luglio e agosto la lista delle sagre accolte nelle diverse frazioni in cui si ar-
cali come il coniglio, il pesce, le verdure, ecc.). Il ricavato è destinato a coprire
ticola Barano è stata davvero nutrita: si va dal Pizza Fest ai Maronti (con
le spese, in primo luogo il cachet dell’artista, ma quasi sempre c’è anche un
ribattuta di successo a Buonopane), alla sagra delle Melanzana a Fiaiano,
guadagno che viene reinvestito. Queste attività vengono tutte dirette, infat-
alla festa del Pescatore a Testaccio, a Buonopane in Festa. Gli “ingredien-
ti, da gruppi di volontari del posto (Amici di Buonopane, Amici di Fiaiano, Te-
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staccio Grandi Eventi, il gruppo folk della ‘Ndrezzata), alcuni dei quali si sono
dovuto finanziare gli eventi dell’estate 2013, sembra proprio che “anticorpi
già costituiti in associazione no profit o lo stanno facendo. “Quest’anno la
positivi” generati dall’organizzarsi del privato in armonia - finalmente - con il
festa della Melanzana a Fiaiano è stata coperta del tutto autonomamente
pubblico abbiano dato vita, soprattutto in quel di Barano, a momenti di sva-
dal gruppo locale, perché dallo spettacolo dello scorso anno hanno ricavato
go e intrattenimento che sono assolutamente necessari a realizzare un’offer-
un avanzo di 3500 euro che sono stati reinvestiti appunto nella manifesta-
ta turistica che incontri le esigenze degli ospiti.
zione del 2013. Ma c’è anche chi destina i proventi alla risistemazione del monumento ai caduti o alla chiesa, come è accaduto a Testaccio”. Tutta l’Amministrazione ha appoggiato l’attività dei privati, sottolinea il consigliere Toni Buono che è stato il primo a supportare questa idea e ha seguito in prima persona le necessità collegate ad una macchina organizzativa che comporta notevole dispendio di energie perché tutto funzioni nel migliore dei modi. A queste iniziative si è affiancata l’ospitalità data all’Expò che, lasciato il comune di Ischia, si è trasferito nella piazza principale di Barano, con l’ormai consolidata esposizione di generi merceologici assortiti (purtroppo in forma ridotta perché gli spazi sono limitati) che è stato preceduto dal Villaggio del Gusto (consacrato tutto al cibo): “Il vantaggio dell’Expò per noi è dato dagli otto eventi-spettacoli collegati alla manifestazione che Barano ha ottenuto a costo zero”. Insomma, se la Regione Campania con il suo nuovo assessore al Turismo Pasquale Sommese - come sottolinea con chiarezza il sindaco Buono - non è stata per niente vicina in questa fase alle amministrazioni locali scegliendo la via dell’annullamento dei bandi che avrebbero
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TEMPO DI FESTA, TEMPO DI SAGRA text_Lucia Elena Vuoso photo_Ciro Di Raffaele, Simona Pavini, Tom Fiorentino
In un periodo in cui la spending review si incrocia con effetti drammatici alla crisi recessiva e le Amministrazioni Comunali serrano i cordoni della borsa per tutto ciò che riguarda spettacolo, promozione ed intrattenimento, non resta che inventarsi proposte alternative che, forse proprio perché non partorite da menti politiche ma nate dal ventre della popolazione locale, si dimostrano assai più vicine all’identità del territorio e delle sue tradizioni e per questo di fortissimo impatto sugli ospiti. Ecco, allora, fiorire un po’ ovunque l’organizzazione delle contrade, dei quartieri, dei borghi e delle piccole comunità riunite in associazioni indigene o costituitesi in laboriose pro loco. Ed ecco - soprattutto - tornare alla ribalta nelle piccole piazze, come nei vicoli, sulle terrazze dei belvedere o sui sagrati delle chiese, le illuminazioni della festa, le fanfare delle bande, le coloratissime processioni religiose; tornano a spandere i loro profumi le grigliate all’aria aperta, le mescite di vino, i mastelli rotanti dello zucchero filato e dei torroni caramellati, le pizze fumanti cotte nei forni a legna itineranti… Ed in questo sensuale trionfo di profumi untuosi e carnali - così provocanti da lambire l’oscenità - irrompe spregiudicato e prepotente lo spettacolo di piazza: attori, comici, ballerini, musicisti e cantanti si esibiscono in un caleidoscopico, e spesso più che stravagante, improvvisato teatro dell’arte: alcuni affrontano i palchi caracollanti, con la spavalda e consumata sicurezza dell’artista navigato, altri su quel palco ci salgono con la disperata voglia di squarciare la fitta nebbia dell’anonimato e muovere i primi passi di una carriera - si spera! - di successi. L’estate 2013 ha visto, infatti, il turismo enogastronomico e degli spettacoli organizzati da gruppi di cittadini amanti della buona tavola, della convivialità e del folklore locale, diventare il fiore all’occhiello di una programmazione di eventi altrimenti assai scarna: ecco perché, soprattutto nelle frazioni con meno attrazioni turistiche, i volontari si sono organizzati e investendo energie e denaro sono riusciti a mettere su concerti, spettacoli di cabaret e degustazioni di prodotti tipici,
76 gratuitamente o al costo assai contenuto di un panino. Cibi di veloce cottura – è la salsiccia alla brace a farla da padrona, ma anche pesce fritto, pizze, bruschette, zeppole – realizzati al momento e serviti da più mani, attraverso una preparazione corale, una sorta di filiera gastronomica dove ciascuno assolve ad un compito preciso (c’è chi taglia il pane, chi cucina, chi si occupa della farcitura, chi lo avvolge nel tovagliolo e chi lo porge insieme con un buon bicchiere di vino paesano) e per cui si spendono al massimo cinque euro, sono l’attrazione principale di queste feste che arrivano ad ospitare anche più di 2500 persone, tanto da dover allestire bus-navetta gratuiti, per evitare paurosi ingorghi di auto. Un’organizzazione davvero impeccabile! Se si considera, poi, che il solo mese di agosto ha visto protagoniste almeno 15 feste popolari che hanno riempito circa 20 serate, conservando tutte la stessa affluenza di pubblico e la medesima ed omogenea partecipazione di grandi, piccoli, turisti, residenti e, stranamente, anche di giovanissimi, forse desiderosi di alternative alle serate di “struscio sul corso e mojito”, si può affermare che le sagre sono state gli eventi imperdibili della stagione turistica. Sull’isola i primi ad adottare la formula della sagra (non necessariamente connessa alla festa religiosa in onore del Santo Patrono) sono stati Serrara e Fontana. Per invitare a conoscere un territorio ricco di storia e tradizione e di bellezze naturali, ma poco frequentato dai turisti che scelgono Comuni più vicini al mare, i Fontanesi, riuniti nella Pro Serrara Fontana, da ben 38 anni organizzano la “Sagra del vino e saucicciata”, durante la quale ad un prezzo minimo vengono serviti panini con salsiccia e verdure locali e offerto ottimo vino prodotto dai contadini del luogo. A Serrara, invece, ad attirare il pubblico è “il Festival delle Cose Buone”, alla 33esima edizione, che accanto all’assaggio di cibo genuino propone una sfilata in costumi d’epoca e c’è la possibilità di partecipare al sorteggio di prodotti tipici, conigli da fossa e addirittura di un maialino. “Di certo non manca la partecipazione da parte
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delle Amministrazioni - dice Raffaele Di Meglio,
e i tre giorni di spettacoli a Testaccio, la “Sagra
la cui unica via d’accesso ora è impraticabile. Col
Assessore al Comune di Barano (e membro atti-
della Melanzana” a Fiaiano e “Buonopane in Fe-
ricavato della sagra “Crateri in Festa” organizzata
vo del Gruppo Folk la ‘Ndrezzata) - che, pur non
sta”. Enzo Gragnaniello, Cristina Balestriere, Mino
dagli “Amici di Fiaiano” si è potuta dare nuova
avendo disponibilità economica per finanziare fe-
Abacuccio, Tony Tammaro, Luca Sepe, Paolo Ca-
vita al crocifisso ligneo dell’antica chiesetta del
ste e concerti, favoriscono ed agevolano la buona
iazzo sono solo alcuni dei tanti artisti che hanno
Cretaio, mentre i proventi dei quattro giorni del
riuscita delle sagre e la costituzione in associazio-
animato le piazze dove davvero se ne sono viste
“Gusta Forio” sono interamente destinati a finan-
ni dei cittadini, concedendo il patrocinio alle ma-
delle belle: persone tutte d’un pezzo che per in-
ziare l’Actus Tragicus, la drammatizzazione della
nifestazioni, fornendo servizio d’ordine con vigili
gannare l’attesa ballavano in fila, distinte signore
Passione di Cristo messa in scena il venerdì Santo
ed ausiliari del traffico e di pulizia con operatori
con la sediolina pieghevole sotto il braccio, so-
per le strade del paese.
ecologici prima e dopo l’evento, non chiedendo
bri professionisti che intonavano a squarciagola
E proprio per una di queste serate dedicata alla
il contributo per l’affissione dei manifesti pubbli-
“motivetti tamarri” e, di tanto in tanto, un botto-
pizza, due dei forni acquistati dagli “Amici di
citari e praticando un forte sconto per l’occupa-
ne dei calzoni aperto per lasciar spazio all’ultima
Buonopane” sono stati dati in prestito all’asso-
zione del suolo pubblico”. La vera rivelazione del
porzione di coniglio alla cacciatora.
ciazione foriana, permettendo la buona riuscita
2013 in fatto di sagre è stato proprio il comune di
Nonostante le spese di organizzazione siano
dell’evento senza ulteriori spese. Un esempio di
Barano che ha consolidato gli appuntamenti degli
ridotte all’osso - poiché fanno parte di tutte le
collaborazione, a dimostrazione del buon sangue
scorsi anni e ne ha creati di nuovi, grazie anche
associazioni elettricisti, cuochi, falegnami e volon-
che corre tra le diverse associazioni e le numerose
alle associazioni giovani - Gli amici di Buonopane
tari che ricoprono ogni ruolo necessario - questi
manifestazioni che organizzano, dove la rivali-
e Testaccio Grandi Eventi - che hanno affianca-
eventi, naturalmente, hanno dei costi: si arrivano
tà si esprime solo attraverso le novità proposte,
to quelle storiche, Il Gruppo Folk la ‘Ndrezzata
a spendere, tra noleggio di panche e gazebo, im-
l’importanza degli artisti invitati ad esibirsi, la
e Gli amici di Fiaiano, riuscendo ad organizzare
pianto audio, palco ed artisti circa 13 mila euro
freschezza e bontà dei prodotti e l’inventiva nel
ben sei diverse sagre: il “Pizza Festival” ai Maron-
a manifestazione, che si punta a recuperare con
proporli, nei miglioramenti che si cercano di ap-
ti e a Buonopane, la “Festa dei Pescatori & Co.”
la vendita del cibo. Quando avanza qualcosa vie-
portare di anno in anno.
ne reinvestito per la sagra dell’anno successivo (a Buonopane sono stati acquistati tre forni a legna al costo di circa 6mila euro, mentre i foriani hanno comprato panche e tavoli che possono ospitare fino a 400 persone), oppure per restaurare un’opera simbolo del paese: coi proventi della Festa dei Pescatori dello scorso anno è stato rimesso a nuovo il Monumento dei Caduti a Testaccio, a Buonopane è stato ricostruito il cornicione in basaltino della porta posta all’ingresso del paese e quest’anno si intende riparare i gradini che portano alla statua della Madonna a Piedimonte,
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SANT’ANNA 2013: GLORIA IN EXTREMIS DEO text_Vittoria Schiano Di Zenise | photo_Tommaso Monti
Se è vero che “tutti gli eroi valgono meno di un solo martire”, allora anche tutte le sagre e le manifestazioni promosse nell’isola d’Ischia non potranno mai reggere il confronto con la sempre più vilipesa Festa di Sant’Anna. Evento degli eventi, il Palio del 26 luglio rappresenta un appuntamento fisso, nonché un primo indice dell’andamento della stagione turistica. Eppure, benché l’importanza di una manifestazione del genere sia collettivamente riconosciuta, nessuno si adopera per organizzarne la realizzazione. Anzi. 24 luglio 2013, ore 15.45: il giornalista Gaetano
tesi 80.000 euro regionali - un evento che, ge-
Ferrandino viene a sapere che dovrà trasmettere,
neralmente, richiede più del triplo della somma
in diretta regionale, l’ottantunesima edizione del-
disponibile. E così, con grande passione e forza
la “Festa a mare agli scogli di Sant’Anna”. Poco
di volontà, è stato allestito “un piccolo miracolo
meno di due giorni potrebbero sembrare un tem-
nell’anfiteatro naturale della baia di Cartaroma-
po davvero esiguo per progettare una diretta te-
na”. Il tutto realizzato senza alcuna aspettativa di
levisiva, ma nulla di straordinario, se si pensa che
guadagno, ma “come atto d’amore nei confronti
l’intero evento è stato messo in piedi in soli dieci
della Festa e dell’isola tutta, che avrebbe subito
dì. Sì, perché venuto a mancare il sostegno della
un grosso danno d’immagine” se la sera del 26
Regione Campania, l’amministrazione comunale
luglio fosse trascorsa senza festeggiamenti, sot-
ischitana s’è trovata in condizioni di ristrettezza,
tolinea Don Carlo. Ben consapevole delle conse-
costretta a dare forfait a sole tre settimane dalla
guenze economiche derivanti da “una Sant’Anna
data fatidica. Tutto sembrava essere perduto, fin-
mancata”, lo è la stessa Amministrazione che,
ché don Carlo Candido, parroco di Ischia Ponte,
rappresentata dal Presidente del Consiglio Comu-
non decide di sobbarcarsi più l’onere che l’onore
nale, Gianluca Trani, afferma di aver apprezzato
di realizzare -“con pochi spiccioli”, gli ancora at-
sia l’ottimo risultato conseguito, anche a livello di
79 presenze turistiche sul territorio, “considerato il
Sostenitori di tale tesi sono Mauro Iovino, addetto
e propri edifici sull’acqua” afferma con ramma-
momento di crisi che stiamo vivendo”, sia “il lavo-
stampa e parte attiva del comitato organizzativo
rico Giovanni Conte, presidente dell’associazione
ro sinergico con la Chiesa, che funge da collante
dell’edizione 2013, e il già citato Gaetano Ferran-
“Largo dei Naviganti” e decennale autore di carri
tra tessuto imprenditoriale e pubblico”.
dino, per i quali “un esautoramento dell’ammini-
spettacolari per il comune di Ischia. “Noi anzia-
Ma, per quanto si tenti di ‘mettere pezze a colo-
strazione comunale” sarebbe una soluzione plau-
ni non abbiamo più la forza fisica, né l’appoggio
ri’, appare chiaro che, alla base, vi siano mancan-
sibile per la realizzazione di un Palio di successo.
economico per creare barche grandi fino a 250
ze che meritano d’essere affrontate in tutt’altro
Il Parroco, dal canto suo, non intende presiedere
metri quadrati, come facevamo anni fa. I contri-
modo. La Festa di Sant’Anna sarebbe un valido
altre edizioni della Festa, dicendo di voler passare
buti concessi sono irrisori, se paragonati alle spe-
biglietto da visita atto a pubblicizzare Ischia non
il testimone “a chiunque altro sia disposto a la-
se da affrontare per la realizzazione di una barca.
solo a livello nazionale, unica com’è nella capacità
vorare senza interessi all’evento Sant’Anna, con
Per fare due calcoli, la zattera più misera prevede
di compendiare in sé sfilata di barche - talora vere
il solo obiettivo del bene del territorio”. Ma an-
un costo base di 10.000 euro. La somma conces-
e proprie opere d’arte galleggianti -, “incendio”
che - forse soprattutto - l’affidamento dell’orga-
sa, poi, è la stessa per tutte le costruzioni, indi-
del Castello Aragonese e spettacolo pirotecnico,
nizzazione del Palio ai privati dovrebbe prevedere
pendentemente dalla loro qualità e questo non
il tutto in una cornice naturale davvero sui gene-
una stesura molto anticipata dei programmi, in
spinge sicuramente alla competizione e all’impe-
ris. “Quello che manca ad un evento di questo
modo che il tutto possa occupare anche più gior-
gno”.
tipo è la programmazione anticipata”, spiega Lui-
ni e comprendere eventi - come concerti, sfilate,
Per quest’anno, comunque, il problema è stato
gi Iannucci, membro del direttorio dell’associazio-
lotteria, già proposti in passato - di non sottova-
archiviato: la manifestazione si è svolta con un po’
ne “Festa a mare agli scogli di Sant’Anna”, che ha
lutabile spessore.
di ritardo, ma regolarmente. E, come di consueto,
curato alcune edizioni dell’evento durante il suo
Altro grande ostacolo da superare, infine, è il
c’è stato qualcuno delegato dall’Amministrazione
periodo aureo. “La festa è del comune d’Ischia e
progressivo calo di interesse, da parte della po-
ad occuparsi dell’evento che ha promesso: “Dal
non è giusto che quest’ultimo si comporta come
polazione, a essere parte attiva nella costruzione
27 cominceremo con la programmazione della
se non gli appartenesse. L’intervento di Don Car-
delle barche. Non c’è ricambio generazionale, i
prossima edizione, cureremo i contatti e ci incon-
lo, in extremis, non è stata una mossa giusta, per
giovani non vengono educati allo spirito paliesco
treremo frequentemente”. Pare che ancora non si
un unico motivo: aiutare qualcuno che non vuol
e questo è ancor più demoralizzante, se affianca-
sia mosso nulla. È pur vero che è stato decretato
essere soccorso non ne permette il miglioramen-
to al disimpegno della classe politica. “Sant’Anna
un ipotetico “27” come data d’inizio lavori ma,
to”. Ovviamente, c’è chi vede l’intercessione di
è morta con noi vecchi costruttori, che da qua-
furbamente, non ne è stato specificato il mese...
Don Carlo come possibilità di un “nuovo inizio”.
rant’anni a questa parte abbiamo realizzato veri
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L’ESOTISMO DI HENZE text_redazione Ischiacity | photo_Dayana Chiocca,Ciro Di Raffaele, Luca Fiorentino
Giorgio Albertazzi, Toni Servillo, Lina Sastri; poi Pietro Greco e Paolo Franchi,
C’era il rischio dell’autoreferenzialità del ricordo, l’amarcord, la trappola ole-
Andrea Cerroni, Carlo Borgomeo, Sergio Ferrari; e, ancora, Loretta Napole-
ografica a meno di un anno dalla morte del musicista. Il dinamismo intuitivo
oni, Gianni Mura e Francesca Rigotti, Costanza Gialanella, Alessandra Benini
di Iacono, i rigorosi apporti testuali di Laura Novati, responsabile culturale
e molti altri, per un elenco di protagonisti e partecipanti lungo e avvincente.
del progetto, il contributo di Gastón Fournier-Facio e di Roberto Bertinetti,
Tutti «dentro» Il Contastorie, il festival organizzato dall’associazione Ter-
di studiosi, attori e musicisti, hanno – nella celebrazione dell’attesa giornata
ra presieduta da Franco Iacono, con il contributo della Regione Campania
clou per Henze – aggirato molti ostacoli e freni, legati alla formula «evene-
e il sostegno della Camera di Commercio: appuntamento settembrino su
menziale» della manifestazione. Sono stati fissati mattoni importanti. Il festi-
«l’opera e l’autore, la memoria e il racconto, il passato e il presente», che
val, va detto, non solo è riuscito a ospitare momenti di spicco, ma ha percor-
aveva un baricentro e una definizione preliminare sul piano comunicazio-
so una serie di strade alla ricerca del proprio senso che verrà, passando dagli
nale, provare a storicizzarsi. Dopo il doppio start-up del 2011 e dello scorso
spettacoli alla formula colloquiale, dalla poesia al teatro, dalla canzone alla
anno, la terza edizione della kermesse, al di là del tourbillon di eventi, aveva
lirica, dalla presentazione di libri ai convegni specialistici, disponendo tasselli,
pure una sfida dalla quale prendere lo slancio decisivo: la dedica globale
tessere e tappe orientati verso quel «senso del sapere» da costruire insieme.
dell’iniziativa a Hans Werner Henze, compositore tedesco, il fiore più esotico
Da ricostruire. Come in un cantiere aperto. Ed è stata una sensazione grade-
tra i grandi che scelsero l’isola come ‘buen retiro’, nel secondo dopoguerra.
vole, mentre si dipanava il successo delle mattinate a Villa Arbusto o al Liceo;
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dei pomeriggi “a ora insolita”, alla Colombaia; e degli incontri alla Biblioteca
regalato una verità che non si può smentire: a Forio la sonorità della luce,
Antoniana, che hanno fatto da corollario alla fiumana popolare delle serate
paradigma sinestesico della contemporaneità artistica, è ancora intatta. E
di Sant’Angelo (Servillo), Palazzo Bellavista a Casamicciola (con Albertazzi),
questa dimensione privilegiata ha favorito il gesto di riappropriazione – con
Ischia Ponte (la «chitarrata» prima, poi, lo show di Mimmo Maglionico, Alfio
gusto sciovinistico – di alcune delle atmosfere generatrici della musica di
Antico e Pietrarsa), del Soccorso a Forio (Lina Sastri).
Henze, 60 anni dopo il suo soggiorno ischitano. Una musica che continua
Ma è su Henze che bisogna aprire il discorso. Il giorno di Hans Werner, il
a fluire nel bacino idrografico della modernità, ma esondando da quella
figlio ante-litteram per alcuni anni, di Lucia Cucuruzzo maritata Capuano,
cosiddetta società liquida che poco o nulla, a volte, riesce a stringere tra
ha ricucito uno strappo mnemonico. La parziale saldatura del debito d’ono-
le mani. Complessa, concettuale, impegnativa, la sua produzione ha attra-
re contratto dall’isola, e da Forio, nei confronti del compositore tedesco è
versato la seconda metà del Novecento. Un arco temporale lungo che, al
un dato sostanziale che lo scenario della kermesse ha – clamorosamente –
di là dei tanti e dichiarati tributi – dal Serialismo al Barocco napoletano e
messo in rilievo grazie a un accorgimento non progettato. Le ore trascorse
a Gustav Mahler; per evidenziarne solo alcuni, tra quelli citati nell’ambito
a ridosso del litorale di San Francesco, durante il primo cerimoniale comme-
della giornata d’ascolti e confronti a lui dedicata –, non impedisce di sot-
morativo; e poi gli intensi rendez-vous pomeridiani, serali e notturni vissuti
tolinearne l’originalità proteiforme e l’importanza. L’esperienza festivaliera
alla Colombaia viscontiana, non hanno evocato soltanto i miti ma hanno
ha sistemato dei massi per attraversare il guado di quel suo fiume a tratti melanconico, umbratile; e solare ma senza abbagli, tacitianamente tedesco e un po’ titanico, ma gioiosamente contaminato dalla relazionalità all’italiana. Calore, umanità e visionarietà. A Ischia il giovane Hans ne aveva fatto i primi assaggi, prima di eleggere l’Italia a patria definitiva, scegliendo infine l’oasi postrinascimentale della villa La Leprara a Marino. La tappa cruciale, allora, fu a via Cesotta, a Forio che, all’inizio degli anni ’50, era un percorso rurale punteggiato di casolari, colorato di fiori, limoni e spezie, avvolto da salsedine e aromi forti, non lontano dal mare sovrastato dalla falesia di Punta Zaro. Proprio a Forio anche Eduard Bargheer, il pittore di Finkenwerder che, fin dal ’39, era diventato un’icona del Bar Internazionale di Maria, decise che il giovane compatriota Hans Werner Henze dovesse trovare una dimensione domestica per un bel po’. E, dal 1953, per tre anni, il musicista elesse quello spicchio di eden vulcanico, giardino sensuale di avventure artistiche e umane, a laboratorio ideale di una creatività straordinaria. Una storia che Il Contastorie ha raccontato. Per tutti.
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P E O P L E
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BREVE RITRATTO DI UN VESCOVO CHE NON FU MAI “ISCHITANO” Monsignor Strofaldi, dall’Isola Verde alla Patria Celeste. text_Lello Montuori | photo_archivi Nicola Iacono e Marianna Sasso
Con il Vescovo emerito Mons. Filippo Strofaldi, scompare un uomo, un sa-
solare, vivace, ma poco incline a governare. Soprattutto poco propenso ad
cerdote e un vescovo che era venuto “a vivere con noi” come disse nella
assecondare le divisioni e le liti di un’isola di provincia. Ha amministrato un
sua omelia il 14 febbraio del 1998 in occasione del suo acclamato ingresso
clero secolare - salvo rare eccezioni - fra i più indisciplinati delle piccole Dio-
nella Diocesi di Ischia.
cesi del Sud Italia. Ma non ha mai usato il bacolo del comando.
Era venuto per gioire con noi, soffrire con noi, esserci vicino nelle avversità,
Credeva ai segni. E sarà ricordato per essere stato testimone ed artefice della
consolarci nei pericoli, testimoniare la speranza.
prima storica visita di un Vicario di Cristo nell’Isola Verde. Quel 5 Maggio
E con noi è rimasto fino alla fine, a sottolineare un legame che non si è
2002 che resterà impresso nella memoria di tanti ischitani, impresso senz’al-
spezzato, un filo al contempo esile e forte, che lo ha legato per circa 15 anni
tro più dell’accorato appello del Papa ad “ascoltare, accogliere, amare”. Un
all’isola. Nonostante le amarezze, le delusioni, le disubbidienze, le provoca-
appello che si è perso - forse - nell’eco flebile di una voce che non c’è più.
zioni, sopportate con pazienza, a volte con ironia, con disillusione, persino
Credeva nel legame antico e forte dell’isola natia al più bel fiore d’Ischia, e
con rassegnazione, ma mai senza amarezza.
con una paziente tessitura di rapporti fecondi con l’Ordine francescano ha
Era venuto a “vivere con noi” ma non è mai stato un “ischitano”.
ottenuto il trasferimento definitivo delle spoglie mortali di San Giovangiu-
Veniva dalla città nel senso proprio del “contesto cittadino”. Era un uomo
seppe della Croce a Ischia tra ali di folla festante, la stessa che in diversi anni
la possibilità di ascoltarlo in confidenza, gli piaceva ripetere “ascolto sempre tutti, poi alla fine faccio come dico io”. Lo diceva con ironia. Non era la riaffermazione di un potere, né tanto meno scarsa considerazione della opinione degli altri. Piuttosto un modo per dire: “Non mi farò condizionare dalle vostre divisioni, da chi vorrebbe trascinarmi in un regolamento di conti con questo o con quello. Resterò me stesso, Filippo, Vescovo per voi”. Purtroppo non è bastato ad evitargli le amarezze di una Diocesi piccola eppure ingovernabile, che ha grandi esempi di devozione popolare e di attaccamento sincero dei fedeli alle tradizioni, ma anche tanti segni di contraddizione: divisioni, invidie, sprechi, povertà, emarginazione, sfruttamento del lavoro, ipocrisie. No. Non era mai stato un ischitano fino in fondo Padre Filippo, come - forse sbagliando per modestia - amava farsi chiamare, a sottolineare l’affetto paterno che lo legava alle persone anziché il senso di autorità che gli derivava dall’essere “Episcopos”. Non era “ischitano” il suo entusiasmo verso le “cose nuove”, il guardare oltre gli squarci azzurri del Cielo per le cose in cui credeva davvero, non era “ischitano” il non schierarsi, non era “ischitano” il senso dell’attesa. L’attesa di permanenza del Santo nella Chiesa di Sant’Antonio alla Mandra, non ne
di tempi migliori, l’attesa come speranza, l’attesa del trapianto nella prima
ha mai varcato il portone per una preghiera al Patrono.
malattia, l’attesa dell’intervento, l’attesa della guarigione, e poi gli anni di
Credeva nell’accoglienza. Si deve a lui il Centro di prima accoglienza Giovan-
una febbrile attività.
ni Paolo II di Forio, inaugurato nel 2007.
Infine l’attesa del ritorno alla casa del Padre. Come evento sereno di chi
Pochi sanno che ha destinato a quella e ad altre strutture sull’isola lasciti
aveva scelto per motto episcopale “Confitebor tibi Domine”. “Confido e
personali a lui intestati secondo le sue intenzioni.
confiderò sempre in te Signore”!
È stato un uomo e un sacerdote legato all’essenziale.
Allora buon viaggio, Eccellenza!
Modesto nella vita privata. Uno stile francescano mai dichiarato. Vissuto. Per
Confidiamo con Lei nell’infinita misericordia di Dio, perché sia lieve il passag-
questo più sincero.
gio dall’Isola Verde alla Patria Celeste.
Non era uno che dipendeva dalle opinioni altrui. Quelle volte in cui ho avuto
Noi pregheremo per Lei, perché Ella è stata soprattutto un uomo buono.
P E O P L E
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IL SURREALE MONDO DI SALVATORE PICA text_Vittoria Schiano Di Zenise photo_Archivio Ischiacity
Bastone e cappello alla Wilde, pantaloni color crema e sigaretta tra le dita come un perfetto “beau Brummel” dei giorni nostri. E, per accendere, utilizza i fiammiferi. Salvatore Pica si presenta come un personaggio singolarissimo, a metà tra dandismo (tutto napoletano) e realismo bukowskiano, condito con eleganza e finezza quasi anglosassoni. L’eclettica eccentricità dell’aspetto è, però, solo un vago riflesso della sua “molteplicità interiore”: lettura, scrittura, teatro sono alcuni tra i suoi interessi dopo che, essendosi formato da autodidatta nei vicoli napoletani, è diventato prima manager di un’azienda di design di successo, poi “imprenditore della notte” e, infine, gallerista con un unico desiderio: vivere d’Arte.
“Volevo diventare qualcuno, alla fine sono diventato qualcun altro”, sintetizzi in uno dei tuoi più celebri aforismi. Chi avresti voluto diventare e chi, invece, sei diventato? Prima di tutto, sono felice d’essere quel che sono: attraverso settant’anni di ricerca sono arrivato a capire quale fosse la mia vera natura. Nella mia vita ho percorso tutte le strade che la società di oggi apre: ho avuto un’impresa, il Centro Ellisse che a Napoli ha fatto epoca nel mondo del design, e poi altre attività riguardanti il tempo libero e la notte, come il locale Pick & Paik. Generalmente, la mia caratteristica è quella d’esser sempre stato un egoista che prova piacere e si realizza nel dare, dare inteso come concetto. Alla fine, guardando il mondo con una grossa componente di autocoscienza e non attraverso i sistemi del potere e dell’apparire (secondo questi sarei, infatti, un completo “perdente di successo”), sono felice di essere diventato “quell’altro”, che non è sistemabile, se non nella categoria dello spirito. Ero partito come manager, poi finì l’azienda e finì la lettura della vita in chiave di carrierismo e ricerca di grande benessere. Ed è a questo punto che inizia la vera ricerca spirituale... Sì, sostanzialmente sono diventato un ricercatore, sono stato spinto dalla vita a esplorare continuamente me stesso e non ho ancora finito. È una continua, naturale predisposizione a mettersi in discussione. Il che, se fatto fino in fondo, costa. La mia ricerca seria iniziò negli anni ‘80, quando si affacciò un nuovo movimento internazionale di design, il Memphis, e capii che era iniziata l’omologazione e che il design italiano (il quale puntava ad elevare l’estetica sociale) e la mia azienda erano ormai superati. Non a caso nell’82 fondai l’Accademia della Catastrofe Erasmo da Rotterdam, provenivo da una cultura popolare che tentava di
soprattutto, perché è stata capace di creare il più grande business di Ischia attraverso la “categoria dello spirito”. Contro la fisicità imprenditoriale degli ischitani - l’idea della pietra e del possesso, io mi identifico in Lady Walton. L’opera d’arte per eccellenza, poi, resta il Fungo di Lacco Ameno. Infine, l’esperienza della scrittura. Leggerezza, disimpegno e soprattutto umorismo, questo traspare dai tuoi scritti che criticano con levità una realtà che, diciamolo, tanto lieve non è. Si può quindi dire che tu sia un intellettuale colto, ma non un “colto problematico”, per citare “I notturni napoletani divisi per metafore”. Hai intenzione di pubblicare qualcos’altro a breve? A settembre ho iniziato l’autobiografia “I miei primi vent’anni”, che dedicherò ai miei figli più esternare dolore e piacere.
L’Arte è l’insieme di sensazioni che l’artista prova
grandi. Sto decidendo se pubblicarla a mie spese
Quindi, l’Accademia della Catastrofe può es-
prima della realizzazione della sua opera. A me
e distribuirla alle persone con le quali ho un lega-
sere vista come una metafora: una valvola di
non interessa il prodotto finale e il suo impatto sul
me, come ho già fatto per “La rabbia esaudita per
sfogo per il dolore incanalato, ai fini di una
mercato, ma direi quasi l’artista al debutto. Ogni
una vita sfumata”. Provo un piacere quasi sessua-
trasformazione socio-culturale.
essere umano è portatore di Arte e di valori e si-
le, nel farlo. Per il resto, non mi piace scrivere sag-
Esattamente. Ero addolorato per la scomparsa di
gnificati alti. E la notte, tra le altre cose, è l’unico
gi veri e propri, la scrittura canonizzata fa perdere
mia moglie Lella, con la quale fino ai 40 anni sono
momento in cui si producono le sensazioni: dopo
l’istintività del racconto.
cresciuto, per la morte del design come idea di ci-
le 22 si rivela l’altra metà di sé.
Il linguaggio della sintesi, invece, è quello che ho
viltà e di progresso e la fine del ‘68 e della sua in-
Quindi la vita notturna è, secondo te, stret-
imparato da giovane nei vicoli. È un linguaggio
telligencija che, negli anni ‘70, decise di rivolgersi
tamente collegata all’Arte?
che parte dalla catastrofe, dalla serietà ma poi si
al potere. Ebbi una crisi di coscienza talmente
Certo che sì. Nella notte, l’essere umano lasciato
realizza nella leggerezza. Quella della velocità è
dura che, dopo 10 anni, chiusi appunto la prece-
libero produce più sensazioni. Personalmente ho
sempre stata una mia caratteristica e m’è rimasta
dente azienda e mi tuffai, finalmente, nella notte.
sempre amato fare l’osservatore esterno, l’ “invia-
anche nella scrittura. Devi sapere che io sono sì
Perché l’Accademia è intitolata ad Erasmo da
to speciale”: mi piaceva tantissimo analizzare le
nato il 7 gennaio del ‘39, ma il giorno dopo, l’8
Rotterdam?
sensazioni che si generavano nei miei amici. Os-
gennaio, fui veloce e precoce: chiusi con il mon-
Perché egli andava verso l’elogio della follia, della
servare gli altri è capire se stessi. E’ difficile evitare
do. Avevo già capito tutto.
diversità, della lettura della vita attraverso le sen-
le censure, ma lo svuotamento e la rimozione di
sazioni. Lo lessi, lo amai e intitolai l’Accademia a
pregiudizi è l’unico modo per cogliere l’altro ed
lui. Avrei potuto dedicarla a Nietzsche, ma il suo
entrare in lui.
pensiero era troppo fondamentalista.
Un sillogismo elementare con aforismi tuoi:
Cosa hai invece apprezzato di Nietzsche, che
se è vero che “Dove finisce la logica, inizia
definisci un punto di riferimento?
Napoli”, e che “Dove finisce la logica, inizia
La sua critica a Wagner. La musica di Wagner è
la donna”, allora Napoli è città femmina?
musica d’attesa, retorica del potere. Ho avuto
Proprio così. Quando tornai da Milano negli anni
modo di conoscerla quando, per 7-8 anni, ho
del boom economico, mi accorsi che una realtà
fatto la comparsa al San Carlo. Una certa cultura
simile era inconcepibile in una città come quella
istituzionale si attacca ancor oggi all’opera di Wa-
partenopea. Capii, allora, che non avrei potuto
gner, ma la musica è altro, è passione, fisicità. Di
utilizzare i parametri milanesi di efficienza e com-
Nietzsche mi interessa l’autodeterminazione con-
portamento, perché le cose, a Napoli, andavano al
tro ogni retorica, la volontà di smontare il culto
contrario. E poi, come non considerare l’immensa
della personalità di Wagner, attraverso la quale
teatralità della città, un grande Teatro della Mor-
smontava un’idea della vita, della società.
te, della quale si ha paura e si cerca d’esorcizzarla.
Hai mai avuto l’intento di smontare anche
E Ischia?
tu la società o semplicemente di porti al di
È uno di quei luoghi che ho letto attraverso co-
fuori di essa?
loro che lo abitano. Ho incontrato parecchie
È diverso, io la società l’ho completamente supe-
persone che vorrei ricordare, da Tommaso, ex ca-
rata. L’ho vissuta pienamente negli anni milanesi
meriere che ha lasciato tutto per tornare a fare
e durante l’attività della mia azienda, sempre con
il pescatore, a Salvatore, massaggiatore predilet-
un’impronta direi olivettiana, quella dell’altruismo
to dell’avvocato Agnelli, a Rosalia, telefonista di
sociale: misi a disposizione i miei spazi e i miei
Rizzoli (Ndr. Salvatore Pica ha sposato Antonella
strumenti finanziari dell’epoca per permettere
Carriero, che con i fratelli Giancarlo e Silvana è
l’esposizione e la produzione di Arte.
proprietaria dell’Albergo della Regina Isabella a
La tua vita è stata, quindi, tutta dedita
Lacco Ameno), fino ad arrivare alle famiglie lac-
all’Arte. E se dell’Arte dovessi dare una de-
chesi che mi hanno accolto, il pittore Mariolino
finizione?
Capuano e Lady Walton. Ho amato la Walton,
In alto: Salvatore Pica con la moglie Antonella Carriero ed un’amica, in basso mentre balla con l’attrice Hilary Swank, durante l’Ischia Global Film & Music Fest.
A R T
GIOVANNI DI COSTANZO. PICCOLO CATALOGO DELLE OPERE interview_Riccardo Sepe Visconti
Lui mi manca, era una cosa bella parlargli, ed era l’unica persona con cui riuscivo a confrontarmi sull’arte. Celeste Manieri
Abbiamo scelto di incontrare Celeste Manieri perché sapevamo che nel “mondo di Giovanni Di Costanzo”, oltre ad essergli stato amico sincero ha rappresentato, probabilmente, la persona a lui più vicina per affinità e condivisione dell’idea di arte. Le frasi che riportiamo sono estrapolate da un lungo colloquio avuto con Celeste e sono trascritte volutamente nel modo più semplice e schietto, così come egli ce le ha consegnate: una scelta di metodo voluta per rispettare con estrema fedeltà il pensiero, il sentimento, l’idealità del rapporto che ha legato questi due artisti.
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E’ stato accettato dalla società solo nella misura in cui era un professore di scuola, ma per tutto il resto non lo comprendevano, tant’è che anche dalla scuola è andato via, mi disse che non riusciva più ad avere un rapporto coi ragazzi, a controllarli. La gente che gli stava intorno si chiedeva: “Ma, che sta facenn? (*)”, perché casa sua era un caos totale, soffriva di accumulo compulsivo e conservava tutto. Beveva un succo di frutta? Conservava il cartone. Finiva il latte? La bottiglia non la buttava, e questo non viene accettato. Ne abbiamo discusso tante volte: “Sta munnezz s’adda ittà tutta quanta! (**)” – gli dicevo e mi rispondeva che non capivo niente, che ogni cosa che lui conservava aveva il suo senso. Abbiamo riempito otto porter di spazzatura e cose inutili dopo la sua morte. Dovevi prenderlo per com’era, ed io talvolta non ero preparato ad affrontare questo suo modo originale di vivere. (*) “Ma cosa fa?”. (**) “Questa spazzatura va tutta buttata via!”.
Giovanni Di Costanzo ha fatto arte fino alla morte, io ero presente e lo posso testimoniare. Le persone così non sono benvolute dalla
sparsi per la casa ed i libri dentro gli armadi, rive-
società: Giovanni, ad esempio, non comprava un
stiti di cartoni perché era umida; anche a Napoli,
chilo di pane per non spendere, ma poi era ca-
all’ospedale, aveva cominciato ad accumulare li-
pace di acquistare un libro da 200 euro solo per-
bri. Non li leggeva, o leggeva solo quello che gli
ché c’erano delle figure interessanti che potevano
interessava, di solito li comprava per le immagini.
servirgli a creare delle opere. A volte, mi dicevo:
Quando era ricoverato al Cardarelli gli dissi che
“No, ma io a Giuvann l’aggia proprij abbandunà,
eravamo vicini al posto di cui gli avevo parlato –
è proprij pazz! (*)”, poi un’altra voce dentro di me
Portalba – dove vendono libri e oggetti a poco
mi diceva che è una caratteristica di tutti gli artisti
prezzo, e lui, tutto entusiasta “Ma che dici?!
essere un po’ strambi. (*) “No! Io Giovanni devo assolutamente abbandonarlo, è proprio pazzo!”.
Aveva migliaia di libri: un giorno mi disse che dovevamo tappezzare ed inchiodare tutte le
Famm’ vede’ si riesc a cammina’ nu poco (*)”. (*) “Cosa dici?! Vediamo se riesco a camminare almeno un po’ ”.
porte e le finestre di casa con la vetroresina in rotoli, perché lui all’interno del telaio e nei vani delle porte aveva realizzato scaffali ed aveva paura che le infiltrazioni rovinassero i libri. I vestiti li teneva
Giovanni Di Costanzo è morto per l’arte:
va 50 euro e non poteva permettersela, però non
aveva accumulato cose e malattie. Non si cu-
ci dormì la notte. Il mattino seguente partimmo
rava perché gli interessava solo l’arte, abbia-
alle 8 da Buonopane e dato che il negozio non
mo fatto cose talmente assurde insieme... Anda-
era ancora aperto, andammo addirittura a sve-
vamo ai mercatini, si innamorava letteralmente di
gliare il proprietario a casa: per lui era importante
qualunque cosa, un giocattolo, un soprammobile,
averla, perché voleva studiarne le fattezze.
e doveva per forza avere quell’oggetto. Un giorno vide in un negozio a Forio una statuina, ma costa-
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A volte lo prendevo in giro dicendogli: “Ma oggi che hai fatto? Manc nu disegn? (*)”. E lui mi diceva che io ero sposato, che mia moglie mi faceva trovare tutto pronto. “Cele’, io me sent sul, me vuless truvà na femmn (**)”. Si sentiva un ragazzino, però, e si abbassava sempre l’età. Una volta andammo in un negozio a Forio e lui rimase folgorato dalla commessa e subito mi disse di trovargli carta e penna che doveva farle il ritratto. “Eh, e io mo andò u vag a piglià? (***)”. Poi ebbi l’intuizione, corsi da Mariolino Capuano (Ndr. Artista che ha un negozio al corso di Forio) e gli chiesi tutti i colori che aveva, ché Giovanni doveva fare un servizio, il ritratto ad una ragazza. La mise a modo suo, le girava intorno, colse tutti i particolari della sua figura, fece un disegno bellissimo e poi glielo regalò. Si innamorava sempre delle ragazze giovani. (*) “Oggi che hai fatto? Non hai realizzato neppure un disegno?”. (**) “Celeste, mi sento solo, vorrei avere una donna”. (***) “E adesso dove li trovo?”.
La sua era una follia buona, ingenua, genuina. Una volta andammo alla Galleria Ielasi a vedere una mostra fotografica particolare, perché le foto si dovevano osservare nell’oscurità. Appena arrivammo Giovanni urlò: “Ueè!! Iela’! Ma puot appiccià nu poc e luc ca dint? Che nun se ver nient! (*)”. Lui era un grande artista ma a volte non capiva l’arte degli altri: Gabriele Renzullo organizzò una mostra presso una piccola galleria ed espose un frigorifero nuovo, appena acquistato, con dei colori all’interno e quella era l’opera d’arte, chiamata “Affresco”. Arrivò Giovanni e disse: “Ma io nun aggio capito: mo’ e culur se stipan dint o frigorifero?!... (**)”. (*) “Ehi, Ielasi! Puoi accendere un po’ di luce? Non si vede nulla!”. (**) “Non ho capito…! Adesso, i colori si conservano dentro il frigorifero?”.
C’è una storia che riguarda questa scultura che è molto vecchia, del 1980 o ‘81. La forma della bocca non è realistica se confrontata a quella del gatto, il fatto è che lui era in grossa difficoltà e non sapeva come realizzarla. Passò Raffaele Di Meglio (Ndr. Artista ischitano, il cui soprannome era Monnalisa) che scendeva giù a Nitrodi, e sentendolo scolpire chiamò: “Giuva’, c’amma fa’ nu bicchier e vin? (*)”. Dopo aver bevuto – più Raffaele che Giovanni, che era molto indaffarato – Giovanni gli confidò di non riuscire ad andare avanti a causa delle proporzioni della bocca, e Raffaele subito gli consigliò di farla “tipo messicano” coi denti da “cristiano”. Giovanni seguì il consiglio e rimase molto soddisfatto, anche perché se non l’avesse ultimata sarebbe andata buttata o persa come tutte le opere che non finiva. (*) “Giovanni, ci beviamo un bicchiere di vino?”.
Si paragonava a Picasso, diceva che tutta la casa doveva essere uno studio, dentro e fuori, e che non doveva avere un posto esclusivo per creare, anche la polvere non andava tolta, perché faceva parte della composizione.
L’arte è anche una moda ma Giovanni Di Costanzo era l’unica persona che non se n’è mai ‘fot-
Durante il ricovero in ospe-
tuto’ di questo, voleva disegnare ‘a crapettella, ‘u mi-
dale, un giorno gli misero una
scill (*), le mode non gli interessavano. Ha incominciato
flebo e la bottiglina della medicina
vari percorsi, prima la pietra, poi legno, ceramica – aveva
aveva una forma particolare, quan-
anche il forno per cuocerla, ma ad un certo punto ha
do finì Giovanni disse: “Ue’ scusa!
smesso di realizzare sculture in creta perché era molto
Ma quella butteglia mo a ittat, no?
‘tirato’ e non voleva consumare la corrente necessaria a
E pecché nun a lat a me, ca me
far funzionare il forno. Preferiva il foglio e la matita, ma
serv?”. La nipote: “’U zi’! Ma che
anche così era attento a non sprecare niente: al bordo
dici quà sta la medicina!” “Ma qua-
dell’album ci sono i trattini per strapparlo, ma lui dise-
la melicin?! Chell è nu poc ‘e acqua!
gnava anche oltre i trattini e poi tagliava il bordo con
Nui a sciacquamm… Guarda che
le forbici. Disegnava anche dietro la copertina. Dietro
bella form ca ten! (*)”.
le scatole di detersivo, dietro le cassette della legna, io andavo a prenderle dal fruttivendolo per bruciarle nel caminetto e lui me le faceva smontare per prendere il fondo. (*) La capretta, il gattino.
(*) “Scusa, ma quella bottiglia vuoi gettarla via? Perché non me la date, ché mi serve?” E la nipote: “Zio! Ma cosa dici? Contiene la medicina!”. “Ma quale medicina?! E’ solo un po’ d’acqua! Possiamo sciacquarla… Guarda che bella forma che ha!”.
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Nell’ultima fase, preferiva disegnare cose e persone strane, con difetti fisici, ma per le belle ragazze non ha mai perso la passione.
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LO STUPORE DELLE COSE SEMPLICI text_Francesco Rispoli
Quella di Di Costanzo è un’opera mol-
artistica dei luoghi in cui ha vissuto. Piuttosto, i sintomi di una ricerca ine-
teplice, verrebbe da dire eclettica, per i
sausta, incurante di pedanti coerenze e riconoscibili enzimi - non sempre
riferimenti che vi appaiono talvolta più
innocenti - del ‘mercato’.
espliciti, talvolta in filigrana. In alcune
Nei termini materiale, matrice, materia, maternità risuona la radice sanscrita
terrecotte arriva l’eco dell’opera di Aniel-
“mat” che significa misurare con la mano, costruire. Nel caso della scultura,
lantonio Mascolo, che a sua volta aveva
materiale e costruzione non sono uno mezzo per l’altra ma unità inscindibi-
contratto contaminazione dagli scultori
le. Ovviamente, nel caso della scultura - a differenza che in architettura ad
fiorentini prerinascimentali. Nelle tante
esempio - la costruzione è da intendere come rivelazione dell’opera attraver-
‘teste’ appare talvolta una figurazione naif. Altre volte una ricerca maggior-
so un processo di sottrazione di una parte della materia di cui si compone
mente ‘realista’. Ma anche una volontà di ‘deformazione’ (un debito po-
l’opera stessa.
trebbe essere con la pittura di Fancis Bacon). Altre volte, ancora, affiora una
Credo che nei suoi lavori Di Costanzo affermi questa volontà di rapporto tra
volontà dell’autore di mettere in forma la tensione cui sottopone la figura o
sé e la sua opera. E così affiora, man mano, una silenziosa, umile aspirazione
la tensione tra due figure in relazione antagonista tra loro. In ogni caso, Di
a cercare, dentro le pieghe di ogni scultura, piuttosto che una loro comune
Costanzo non imita i maestri che pure chiunque opera nel campo dell’arte
identità, la messa a fuoco di un sempre rinnovato stupore per la vita sempli-
ha. Se, infatti, il paradosso dell’artista - come afferma il premio Nobel per la
ce, di una personale, silenziosa visione del mondo a contatto con le materie
letteratura Josif Brodskij - è di essere tanto più ricco quanto più indebitato,
prime della terra e della pietra.
è altrettanto vero che ogni debito deve restare sommerso nell’opera, a pena del plagio, del manierismo e perfino del falso. Nulla di tutto ciò nell’opera di questo attore oscuro e silenzioso sulla scena
“UN VULCANO AGITAVA IL SUO ANIMO” text_Michele D’Arco
Giovanni Di Costan-
fa molto frequenti a Ischia - diventavano elementi di sor-
zo è corso dietro al
presa, curiosità ed interesse da parte di quanti si accalca-
vulcano che agitava
vano intorno a lui che dispiegava ai ‘profani’ il suo sape-
il suo animo durante
re, le sue intuizioni, sempre appropriate ed inedite. Con
tutta la sua esisten-
garbo, ma con profonda convinzione, esprimeva giudizi
za, spesa per l’arte e
poco lusinghieri su quegli artisti che avevano imboccato
con l’arte, senza mai
percorsi volti a capitalizzare il loro talento a soli fini com-
aspirare al successo
merciali. Furono tanti gli estimatori, appassionati d’arte
effimero o a realizzazioni finanziarie. Era scultore, pit-
o collezionisti che dovettero battere in ritirata, perché
tore, poeta, filosofo a modo suo, ma sempre in totale
Giovanni era gelosissimo della sua produzione artistica
onestà di spirito e di azione, conosceva alla perfezione i
che ha conservato per sé e per pochissimi fortunati che
maestri della pittura e della scultura di tutte le epoche,
riuscirono ad entrare nel suo fantasmagorico atelier.
per quanto il suo stile di vita sobrio, umile, e la tendenza
Fu questo forse un suo limite e certo gli precluse le stra-
a richiudersi in se stesso non hanno consentito ai più
de di un successo che probabilmente mai aveva insegui-
di conoscerlo, valutarlo ed apprezzarlo nella giusta di-
to. Rifiutò, infatti, con ostinazione i tantissimi tentativi
mensione.
di amici e critici d’arte che lo invitavano ad allestire una
Un artista e una personalità, inquietante sotto certi
mostra personale, mentre partecipò spesso a collettive,
aspetti, che mai ha perseguito facili effetti, rimanendo
in cui però esibiva i pezzi meno significativi. Scultore
se stesso con il suo stile di grande originalità derivante
prima di tutto e pittore, però amava anche comporre
dalla sua enorme cultura ed amore per la musa d’ele-
poesie dove rivelava il suo animo, dotato di enorme sen-
zione, l’arte, che per lui era scintilla del divino che egli
sibilità, tuttavia mentre cercava il giudizio ed il consenso
rispettava nella sua sacralità.
degli amici su semplici ma toccanti componimenti (così
Artista completo, era dotato di certosina pazienza nel
come per le fotografie alle quali si era dedicato per brevi
ricercare sempre nuove soluzioni per le sue originali
periodi), quando si trattava delle sculture e dei suoi qua-
scoperte; ogni tipo di materiale, dalla pietra locale alla
dri, invece, per una sorta di altera, distaccata ritrosia,
terracotta, al marmo, al ferro, lo attirava e gli serviva a
amava il silenzio, quasi a protezione e difesa della loro
ideare costruzioni e figure con cui perseguiva il costante
esclusività. Ma ciò non toglie nulla al grande artista che
desiderio di cogliere l’attimo, la folgorazione della sua
era: da scoprire, valutare, approfondire, un patrimonio
particolarissima vena artistica.
da curare e rispettare.
Non tentò mai di mettersi in mostra, se non in occasionali discussioni o serrati confronti con amici intorno a quella che era un’altra sua dote, perfezionata nel corso degli anni: la critica d’arte. Le sue argomentazioni mentre visitavamo le tante mostre d’arte - solo qualche anno
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F A S H I O N
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OGGI 6 SPOSI
text_Riccardo Sepe Visconti Per alcuni mesi (sia durante lo scorso anno che in questo), ho insegnato presso l’Istituto Professionale “V. Telese” ad un gruppo di ragazzi dell’indirizzo Grafico Commerciale. Per coinvolgerli tutti nel lavoro creativo, fotografico e grafico, ho proposto loro di simulare un matrimonio civile con più coppie: quale migliore occasione per dare un ruolo (sposi, invitati, fotografi, etc.) a ognuno! Così, scelta come location la villa La Colombaia, luogo di gran fascino e frequentato per ragioni didattiche dai miei studenti, abbiamo chiesto al sindaco di Forio, Francesco Del Deo, d’impersonare se stesso in questo articolato allestimento. Quindi, incassato il suo divertito consenso, abbiamo ottenuto che l’Atelier Glamour Spose ci prestasse gli abiti per mettere in scena la cerimonia. Da quel momento s’è mossa a pieno regime la macchina organizzativa di Ischiacity: Raffaella e Nancy Tortora hanno rispettivamente acconciato i capelli e truccato le modelle, mentre Pasquale Giuliano ha pettinato i modelli. Tommaso Monti ha assunto il ruolo di responsabile della fotografia, coadiuvato da Ciro Di Raffaele e Umberto Arcamone. Raffaele Imbò s’è incaricato delle riprese video mentre a coppie, Tom Fiorentino e Simona Pavini, Antonio Giuliano e Francesca Impagliazzo, Luca Fiorentino e Dayana Chiocca, hanno impersonato i giovani nubendi. Emmanuel Bercini, Manuela Elia, Angela Impagliazzo, Vittorio Curci, Alessio Pilato, Lucia Di Spigna, Giancarlo Caredda, Emmanuel Trani e Gianmarco Monti hanno posato in veste di invitati e testimoni degli sposi. L’interpretazione è stata “particolarmente efficace” grazie alla disponibilità del sindaco Del Deo, che ha accettato di recitare davvero, per ciascuno scatto delle tre cerimonie nuziali, una “formula di unione in coppia”, tanto informale quanto coinvolgente: i ragazzi, quindi, nel pronunciare la loro “promessa di amicizia” si sono calati nella parte fino a… (in alcuni casi) commuoversi. Al termine, siamo andati sul sagrato della bellissima chiesa del Soccorso per festeggiare con un “brindisi liberatorio” il successo di una giornata speciale.
SIMONA PAVINI
TOM FIORENTINO
EMMANUEL BERCINI
ANGELA IMPAGLIAZZO
CIRO DI RAFFAELE
LUCIA DI SPIGNA
Dolce, protettiva, idealista, riflessiva, entusiasta. Queste sono le sue ottime qualità, che le serviranno per riuscire a diventare ciò che desidera: una giornalista.
È il gemello di Luca, ed è per questo che insieme al fratello deve sorbirsi ogni volta “Ma sei Tom o Luca?”. Disegna, naviga nel web, fotografa, progetta: sempre perfettamente a suo agio nel mondo digitale.
Parla poco, sorride spesso. Non è mai solo, l’Iphone gli fa sempre compagnia. Ha intenzione di proseguire l’attività commerciale oggi gestita dal padre.
“Nasce, cresce, corre”. No, con lei lo slogan dei Pampers non si è rivelato esatto!... Al posto degli occhi, due bellissimi fanali degni di una volkswagen, in una testolina piena di idee, sogni e speranze.
Preciso e puntuale, terribilmente affidabile. È il compagno che in trincea vorresti al tuo fianco. Gestisce la macchina fotografica sapendo bene che è lo strumento che gli porterà guadagni.
Silenziosa e schiva quasi ai limiti della timidezza, non ama apparire, ma in realtà è una persona determinata, che sa svolgere bene i suoi compiti; come Linus con la mitica coperta, Lucia non si separa mai dalla sua bottiglietta d’acqua.
MANUELA ELIA
RAFFAELE IMBO’
DAYANA CHIOCCA
VITTORIO CURCI
GIANCARLO CAREDDA
GIANMARCO MONTI
Non le piace tanto la scuola (e non si può darle torto). Sul suo banco sono presenti più pacchi di patatine e popcorn che oggetti scolastici. Ottima supporter quando è necessario ricaricare l’entusiasmo.
I talebani, quanto ad ortodossia da “rompitasche”, si ispirano a lui. Eccellente filmaker, è il primo della classe ad aver raggiunto la fama sul web. Da un po’ è anche rappresentante d’Istituto.
Riderebbe anche solo fissando le vibrazioni di un budino su una lavatrice. Nella vita vuol fare la fotografa. Poiché è brava e creativa, è assai probabile che ci riesca.
Manifesta la sua potenza tramite il lungo naso e le enormi orecchie, sperando che la lista non finisca qui. Davvero abile con matite e chine, ha in testa di perdersi in qualche paese africano.
Decisamente dotato per la grafica. Capitato in mezzo ai 18enni, i suoi 198 anni lo hanno portato all’esasperazione.
Il cazzeggio con lui diventa un’Arte. Ha la testa pitturata di bianco-azzurro, e l’esperienza di 2 mesi a Los Angeles non è bastata a raddrizzargliela. Sarebbe capace di rifilarti lo stanzino delle ramazze come se fosse una suite imperiale: che voglia lavorare nel settore turistico?
ALESSIO PILATO
ANTONIO GIULIANO
FRANCESCA IMPAGLIAZZO
LUCA FIORENTINO
EMMANUEL TRANI
“Votalessio” “Votalessio”. Gli si prospetta un interessante futuro da politico: non a caso sa essere un perfetto “cerchiobottista”. Capace di riflessioni originali, a lui si deve la “Teoria Delle Merendine”, metafora illuminante sul funzionamento della scuola.
Alias “Bacchettone”. È “altamente” creativo: alle sue longitudini il mondo appare come gli altri non possono vederlo. Bravo a coniare claims (che per un grafico commerciale sono come il pane).
Alias “Giulietta”. Occhi azzurri, capelli biondi, niente sogni, ma solide curve. Ha il cervello perfettamente “bipartizzato”, infatti è in grado di seguire allo stesso tempo le lezioni e la chat su FB.
Vive di aranciata e fagottini. E’ generoso e disposto a sobbarcarsi immani fatiche per le persone a cui vuole bene. Dalla grafica alla fotografia, dal web alla progettazione è in grado di adattarsi alle situazioni più estreme e… dimostrarsi vincente.
Veste sempre con eleganza, è fissato con la moda ed i motori, tanto che cambierebbe la batteria del suo cellulare con quella di una macchina dell’officina meccanica del padre. Del resto, è il luogo dove pensa di lavorare…
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AD _Riccardo Sepe Visconti PHOTO_Tommaso Monti, Ciro Di Raffaele MODELS_Dayana Chiocca, Francesca Impagliazzo, Simona Pavini, Luca Fiorentino, Tom Fiorentino, Antonio Giuliano, Alice Trani, Nicolas Trani. MAKE UP_Nancy Tortora per Aglaia, Ischia HAIR_Raffaella Tortora per Aglaia, Ischia DRESS_ Atelier Glamour Spose, Ischia JEWELRY_ Bottiglieri Pi첫 Gioielli, Ischia - Forio LOCATION_ La Colombaia, piazzale del Soccorso, Forio SPECIAL THANKS_ Francesco Del Deo - Sindaco di Forio
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Caro Amico vuoi unirti a Lei per tutto il tempo in cui il tuo amore sarà sincero? Sì… Cara Amica, vuoi unirti a Lui per lo stesso tempo e con lo stesso sentimento? Sì… Vi dichiaro uniti come persona e persona.
“
110 L’isola di Ischia è rinomatissima per la sua buona cucina: dai piatti di antica tradizione come il famoso coniglio all’ischitana e la pizza di scarola, alla sterminata gastronomia partenopea, sono tutte pietanze che si possono assaggiare nei migliori ristoranti disseminati nell’isola. In particolare, vale la pena di suggerire la degustazione del pesce, delle pizze e della carne che, in tempi recenti, attraverso le steak house fa molta tendenza. Abbiamo selezionato per voi alcune delle migliori offerte isolane…
Pasticceria Gelateria Trani …Dove è facile intendere che la pasticceria napoletana è sicuramente fra le migliori al mondo. Da 20 anni un riferimento sicuro per chi cerca pasticceria e gelateria di grande qualità, nel nuovissimo punto vendita di Ischia Ponte, Giovanni Trani presenta ogni tipo di torte, semifreddi e gelati: questi ultimi oltre che nei gusti tradizionali, nelle specialità “delizia al limone” e “biscottino”; e poi babà al limoncello ripieno di panna e fragoline, torta biscottino con pan di Spagna, cioccolato, noccioline e semifreddo al cioccolato, o la torta Ginevra, con semifreddo di zabaione variegato al pistacchio; da provare la torta-gelato al limoncello. Ottimo anche il caffè, caldo e freddo, i rustici e le focacce salate, farcite con salumi, formaggi e verdure.
Pasticceria Bar Gelateria Trani via G. da Procida, 9 – Ischia Ponte Tel: 081 1917 2166
Steakhouse Osteria Del Porco La prima steakhouse nata ad Ischia, un locale dal gusto deciso e dalla forte personalità. Propone esclusivamente piatti di carne, tutti “Choice” o “Prime”, quindi i migliori tagli e la migliore qualità, scelti direttamente in allevamento. Tra i piatti più apprezzati lo stinco di maiale brasato al Chianti; la cantina è impostata con intelligenza e buon gusto per chi ama accompagnare il cibo con vini di qualità. E’ aperto tutti i giorni dalle 18.00 fino a tardi e, d’inverno, anche la domenica a pranzo.
OSTERIA DEL PORCO Riva Destra, 91 - Ischia Tel. 081 901841
Ristorante La Bussola Una tradizione che si rinnova da tre generazioni per una gastronomia davvero a 360° Sul lungomare di Forio, offre specialità di terra, mare e ottime pizze, cotte nel forno a legna: da assaggiare la braceria di pesce freschissimo e carni, scialatielli e gnocchi fatti in casa da condire con il pescato del giorno, crostate e dolci al cucchiaio preparati artigianalmente, insomma un perfetto ristorante che da sempre porta alto il nome di Forio nella ristorazione.
LA BUSSOLA via Marina, 40 - Forio Tel: 081 997645 labussolaristopizza@live.it
Steakhouse Il Signore degli Agnelli Completamente rinnovato nello stile e nel gusto, e consacrato a variazioni sul tema della carne. Una steakhouse in piena regola che propone 7 tipi di tagliata tra cui la giapponese Wagyu, tenera e saporita, preparata con lardo di Colonnata e tartufo o rucola scaglie di Parmigiano e pomodorini. Da assaggiare gli arrosticini di pecora, l’hamburger di Chianina da 300 grammi e l’antipasto con specialità regionali italiane.
IL SIGNORE DEGLI AGNELLI via Salvatore Girardi, 35 Casamicciola Terme Tel: 081 900534
RISTORANTE PIZZERIA LA TINAIA Per mangiare bene, tutto l’anno e a qualsiasi ora. Ottime pizze, un menù che propone gustosi piatti di stagione di carne e di pesce, gelati e torte artigianali, golose crepes sia dolci che salate, pane sempre fresco del panificio Le Ventarole sono il segreto del successo di questo ristorante-pizzeria nel centro di Forio, che coniuga ottima qualità con un servizio rapido e che copre l’intera giornata. Questa la formula vincente ideata dalla famiglia Mandl, proprietaria della struttura, e che ha fatto de La Tinaia uno dei punti fermi della ristorazione isolana.
RISTOEANTE PIZZERI LA TINAIA corso M. Verde, 39 - Forio Tel: 081 998448
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Braceria Maria ‘e Giuliett Una piacevolissima terrazza nel cuore di Casamicciola, specializzata in raffinate braci di carne e pesce. Cambiare e sorprendere: questa la filosofia della braceria, il cui piatto forte sono grigliate di carne, pesce e verdure. In base alle disponibilità degli allevatori irpini e piemontesi, dei pescatori casamicciolesi e dei contadini ischitani ogni giorno si possono assaggiare specialità diverse: hamburger di chianina reale, scottona, fiorentina, tartufo fresco, olio extravergine di oliva Ravece, cipolle di Montoro, vini paesani. Tra le specialità più gustose, il merluzzo alla brace, servito con pilaf di riso basmati, patatine al vapore e verdure grigliate.
BRACERIA MARIA ‘E GIULIETT Corso Luigi Manzi, 39 – Casamicciola Terme Tel: 338 7936773 mariaegiuliett@libero.it
RISTO-PUB TIRATARDI Sul lungomare di Forio è certamente tra i locali preferiti dai giovani che amano mangiare all’aperto. Nel centro della movida foriana, questo locale, che è anche una pregiata vineria, propone panini e sfizioserie, ma grazie alla presenza come chef resident di Giovangiuseppe Pilato detto Giannettone, brillante giovane promessa della ristorazione ischitana, mostra di voler puntare su una qualità superiore che non tutti sanno perseguire. Ecco, allora, che la cucina si arricchisce di piatti raffinati e la cantina accoglie etichette di gran pregio. Ottimi cocktail e gustosissimi dolci fatti in casa possono essere provati dal tramonto fino a notte inoltrata, godendosi la musica dal vivo, rock o lounge. RISTOPUB TIRATARDI Via Marina, 20 – Forio Tel: 081 50741
PIZZERIA CATARI’ Un tuffo negli incontaminati anni ’50, gustando quella che è certamente fra le migliori pizze dell’isola. Più di 50 pizze in menù, che ogni anno si rinnovano ed aumentano, conservando, però, la tradizione nel preparare l’impasto, leggero e saporito, e la genuinità degli ingredienti. Tra le più apprezzate degli ultimi tempi: il calzone ripieno di ricotta, funghi e salame, la “gricia”, con crema di pecorino, fettine di pancetta croccante e pepe o la bianca con lardo toscano di Colonnata e mozzarella di bufala. L’ampio giardino con pergolato di bouganville, i semplici antipasti di frittura e bruschette e i dolci della nonna, contribuiscono ancor di più a creare la giusta atmosfera per gustare in relax la pizza più buona che si possa mangiare ad Ischia.
PIZZERIA CATARì d’inverno aperto venerdì, sabato e domenica. Piazza Maio, 19 Casamicciola Terme Tel: 081 996885
F O O D
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IL PIACERE DELLA CARNE text_Lucia Elena Vuoso
Ci sono persone – non molte a dir la verità – che accettano di buon grado le sfide che la vita presenta loro, riuscendo a trasformarle in meravigliose opportunità senza troppa fatica. Ci sono, poi, altre persone – che s’incontrano ancor più raramente – che le sfide se le vanno a cercare, mettendosi quotidianamente alla prova, per oltrepassare facilmente i propri limiti.
1979 è il primo disco dinner in tutta la Campania
Appartiene alla seconda categoria sicuramente
che fa cenare pochi clienti selezionati affacciati ad
Roberto Vano, che nel tempo ha fatto nascere dal
una terrazza al di sotto della quale si esibiscono
nulla e portato all’apice del successo numerosi lo-
musicisti emergenti campani, affermati talenti
cali sia a Napoli che ad Ischia. Una fortunata car-
italiani e periodicamente artisti jazz internaziona-
riera, la sua, che nasce però da uno sfortunato in-
li. Nel 1993 però, all’apice del successo, Roberto
cidente: appena sedicenne, campione nazionale
vende l’Up Stroke, buttandosi a capofitto in una
di ginnastica artistica, dopo aver avuto la convo-
nuova sfida, del tutto nuova: il Lido Pola. Una di-
cazione per le Olimpiadi di Mosca, cade riportan-
scoteca, a poche centinaia di metri dall’isolotto di
do una grave lesione al tendine che gli impedirà
Nisida, con locali da ballo indoor e outdoor, che
di gareggiare a livelli agonistici internazionali. Ac-
offre serate a tema, musica dal vivo e il ristorante
cantonato il sogno olimpico, Roberto comincia a
che serve primi e secondi di carne sul roof.
De Conciliis, il Brunello di Montalcino DOCG e
muovere i primi passi verso quello che sarà il suo
Ma, nel 2005, l’ex atleta napoletano si pone
lo Schioppettino del Friuli Venezia Giulia da ab-
destino: si avvicina alla musica, diventando culto-
come obiettivo una sfida più grande: investire a
binare alla selvaggina. Ma è la carne a conferire
re del jazz e del blues, imparando l’arte del Djing,
Ischia e dà dimostrazione del suo coraggio e del
piacere alla vista, all’olfatto ed al palato. Chou-
organizzando feste, facendo i
suo spirito imprenditoriale aprendo la prima steak
croute alsaziana di tagli pregiati di carne di ma-
primi esperimenti culinari, e
house dell’isola. La novità di questa sua intuizione
iale brasati nel vino Veltliner e serviti su un letto
apre un esclusivo ristoran-
è stata, ancora una volta, diversificarsi da tutti gli
di crauti con patate lesse, misto sottolii e crostini
te a Bagnoli. Pur avendo
altri, sfatando il mito che vuole i ristorantini tipici
alla mostarda; maialino da latte al forno farcito al
una delle vedute sulle
di via Porto esclusivamente a base di pesce: nasce
lardo di Colonnata e servito con patate novelle,
isole del Golfo più
L’Osteria del Porco. Tutto è studiato per sorpren-
verdure all’osteria e crostini alla senape; filetto
particolari e sug-
dere: le tinte bordeaux ed arancio delle
di chateaubriand con porcini trifolati, insalata di
gestive, si trattava
pareti e delle sedie, le riproduzioni dei
arance e crostini al tartufo sono alcuni dei parti-
comunque di una
coloratissimi quadri di Botero che raf-
colari piatti che possono essere gustati all’Osteria
zona industriale e
figurano allegre persone in sovrappe-
del Porco ma non solo, primi, bruschette, insala-
so e rappresentano i piaceri della car-
tone e taglieri di salumi e formaggi completano
ne, eleganti tavoli in tek apparecchiati
il menù composto da più di cento proposte. Ep-
con tovagliette americane, posateria
pure, Roberto, che attualmente ha 50 anni e vive
elegante e taglieri in legno. Fornitis-
stabilmente ad Ischia con la moglie Alessandra ed
localino con soli sei coperti,
sima la cantina, che vanta circa 40
il figlio, non si accontenta e sta già pensando ad
che poteva vantare nello
pregiati vini, frutto di un’accurata
intraprendere un nuovo cammino: aprire altri lo-
staff lo chef Renato Rug-
selezione nelle migliori aziende
cali in Italia col marchio e col format di quello iso-
giani, il maitre di sala De
vinicole italiane tra cui ci sono
lano. Un’altra sfida da vincere, un altro progetto
Simone e i gemelli Sardelli
sia rossi che bianchi, che ben
da varare, un nuovo successo da vivere.
come barman. L’Up Stro-
si sposano con le pietanze
poco
turistica,
a
detta dei più idonea ad una commerciale friggitoria piuttosto che ad un
ke però si afferma subito,
dell’Osteria del Porco: il Veltli-
proprio per il nuovo e
ner, un bianco fresco e frut-
particolarissimo con-
tato dell’Abbazia di Novacella
cetto di locale propo-
in Alto Adige, il Naima, aglia-
sto da Roberto: nel
nico prodotto dall’azienda del Cilento
rubrica a cura di Lucia Elena Vuoso
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CINEMA E LETTERATURA: UNA “SINTESI SPONTANEA” D’A...MARE text_Vittoria Schiano Di Zenise | photo_Dayana Chiocca e Luca Fiorentino “Tutto a posto e niente in ordine”, titolo da copertina, oltre che da locandina. Dopo l’omonimo film, realizzato nel 1974, Lina Wertmüller utilizza ancora questa massima proverbiale per sintetizzare la “vita di una regista di buonumore”, ossia la sua. L’autobiografia non scarseggia in fatto di vitalità e, in perfetta sintonia con lo stile wertmülleriano, non manca di spiegazioni e commenti ironicamente piccati. La serata del 21 agosto, data della presentazione del libro nell’ambito della rassegna letteraria “Libri d’a...mare”, è stata, quindi, un pronosticabile successo, ospiti illustri si sono seduti nella piazza di Santa Restituta, a Lacco Ameno: oltre alla regista romana, Gianni Ambrosino, direttore di Canale 21 e l’attrice Nicoletta Della Corte, nella veste di lettrice di alcuni brani tratti dal libro, poi ancora Luciano De Crescenzo, autore di “Garibaldi era comunista” e Pascal Vicedomini, ideatore e promotore dell’Ischia Global Film & Music Fest, “l’evento più importante per l’isola d’Ischia che ha, ormai, valori mondiali e del quale Lina Wertmüller è stata tra le prime sostenitrici”. Non sono mancati momenti dedicati alla memoria di Enrico Job, marito della regista, e a Mariangela Melato, che “era un pezzo di cuore e mi manca, come attrice, ma soprattutto come amica”.
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BOSSA NOVA AL BAR MARIA photo_Simona Pavini Da sempre luogo di incontro per gli artisti, il Bar Maria di Forio, nello spirito della sua storica tradizione, durante tutta l’estate ha organizzato una serie di appuntamenti culturali. Tra i più riusciti – tanto da essere replicato l’8 settembre – c’è stato il 4 luglio il concerto bossa nova di Antonio Pilato, Nik e Oscar Pantalone. Un evento unico poiché Oscar, che la musica ce l’ha nel sangue, si è esibito per la prima volta ufficialmente nell’isola d’Ischia, dopo essersi trasferito in Spagna ed iscritto all’Università di Siviglia per seguire corsi di jazz. Insieme con l’amico chitarrista e concertista, il professor Antonio Pilato, e col padre Nik Pantalone ha dato vita ad un trio apprezzatissimo che ha eseguito divertenti motivi brasiliani, in un’atmosfera di contagiosa allegria.
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Andar per Cantine... con Amedeo Minghi
photo_Simona Pavini e Tom Fiorentino
L’ormai consolidata manifestazione organizzata da Leonardo Polito e dalla Pro-Loco Panza che da cinque anni rende possibile agli amanti del vino e delle tradizioni ischitane l’accesso alle più belle e importanti cantine dell’isola, con visite guidate, gite e degustazioni di prodotti tipici, ha superato anche durante questa edizione le aspettative di tutti con un grande concerto. Sul piazzale del Soccorso a Forio, infatti, lunedì 16 settembre, Amedeo Minghi si è esibito gratuitamente insieme con il Trio di Salerno: Aldo Vigorito al contrabasso, Guglielmo Guglielmi al pianoforte e Sandro Diedda al sax, dando vita ad una serata jazz speciale.
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I mille volti di Lino D’Angiò
photo_Ciro Di Raffaele Durante le tre serate di festeggiamenti organizzate dall’Associazione “Testaccio Grandi Eventi”, che hanno visto protagonisti comici e cantanti della tradizione napoletana tra cui Tony Tammaro e i Sud58, direttamente dal programma di Rai Due “Made in Sud” si è esibito un esilarante Lino D’Angiò. Rievocando alcuni dei suoi personaggi storici più riusciti come il parcheggiatore abusivo Geppino Palla da Ercolano ed imitando alla perfezione volti noti del panorama politico e dello spettacolo come l’ex sindaco di Napoli Antonio Bassolino, Mario Merola, Nino D’Angelo, Silvio Berlusconi e Giorgio Napolitano, l’ex conduttore di Tele Garibaldi ha divertito ed intrattenuto un numeroso ed attento pubblico di turisti e ischitani.
ischiacitydivisionepubblicità
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photo_Luca Fiorentino
Tony Tammaro in concerto Di sicuro tra le serate più coinvolgenti e divertenti di tutta la programmazione di eventi dell’estate 2013, quella del 31 agosto in piazza Mar Del Plata a Testaccio che ha visto protagonista non solo un Tony Tammaro in gran forma, ma anche un folto pubblico di fan, giovani e non, che ha cantato, ballato, urlato e preso parte attivamente con ironici “stacchetti” al concerto. Il cantautore partenopeo, alle spalle una carriera artistico-comica che dura da più di 20 anni, con le sue canzoni che scimmiottano l’uomo medio napoletano, il “tamarro”, e la sua interpretazione teatrale e sarcastica della vita di tutti i giorni, ha saputo creare uno spettacolo assai godibile e molto partecipato. Sono queste le belle serate che hanno contraddistinto l’estate baranese, divertendo con efficacia e al tempo stesso semplicità un gran numero di turisti: formule vincenti e non eccessivamente costose, che rappresentano un perfetto strumento di intrattenimento turistico. Il concerto è stato organizzato dall’associazione “Testaccio Grandi Eventi” che ha allestito anche stand gastronomici dolci e salati e di birre provenienti da tutto il mondo.
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IL MONDO SECONDO CORRADO VISONE
Nella vita Corrado è assicuratore per professione; per passione, invece, è scrittore, di battute, racconti, sceneggiature ed è attore e fondatore – insieme con Valerio Buono – della compagnia teatrale “Uomini di Mondo”. La sua è una recitazione diversa da quella cui si è abituati ad Ischia: in italiano e con sceneggiature totalmente originali o riadattate, che spaziano dal comico, al teatro dell’assurdo, al giallo. Ha sempre la battuta pronta e riesce facilmente a destare ilarità sulle vicissitudini che deve affrontare quotidianamente l’ischitano, dal blocco del traffico al trasporto pubblico, portando l’attenzione su temi di grande attualità con leggerezza ed ironia. Freddure brevi ma di forte impatto sono la sua arma, eppure riesce anche ad essere serio e profondo toccando con sensibilità anche gli argomenti più delicati sul periodico online “La Rivista Intelligente”. A dicembre si è esibito presso la sala del Teatro Polifunzionale di Ischia con lo spettacolo “Le bugie hanno le gambe scoperte”, che ha riscosso lo stesso successo della commedia “Così parlò Bellavista” andata in scena al Politeama di Napoli.
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Festival Visconti 2013 text_Vittoria Schiano Di Zenise | photo_Dayana Chiocca
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Dolce beneficenza photo_Tommaso Monti Due categorie, tre vincitori, venti squisite torte, centinaia di golosi giurati popolari sono stati i protagonisti della gara di beneficenza più dolce dell’anno. Domenica 15 settembre, infatti, nel vicolo dei Pescatori alla Mandra, si è svolto un concorso culinario in cui si sono sfidati dolci di frutta e sculture in pasta di zucchero preparati da casalinghe e appassionati del genere. La giuria tecnica ha decretato il podio, ma il pubblico ha deciso che tutti meritavano di vincere: le gigantesche torte, infatti, vendute ad un euro a fetta, sono finite nel giro di pochi minuti. Il successo più grande, però, è stato quello dalla solidarietà: tutto il ricavato, infatti, è stato donato all’associazione ONLUS isolana “Il Pozzo delle idee” di Nello Di Leva.
Una perfetta sinfonia di voci, che con leggiadra maestria s’amalgamavano tra loro nei “Duetti d’amore”, ha aperto il “Festival Visconti 2013”, iniziato con successo, sebbene ideato e realizzato in condizioni di “spending review”. Messi in scena dai soprani Patrizia Orciani e Roberta Maione, dal mezzo soprano Eufemia Tufano e dai tenori Roberto Iuliano e Carlo Barricelli, i “dialoghi cantati” sono stati un vero e proprio inno alla cultura e al ricordo di Luchino Visconti che, prima ancora d’essere regista, fu intellettuale colto e raffinato. Solo in nome della comune venerazione per questa figura di portata internazionale e, indubitabilmente, per la bellezza del luogo ospitante, professionisti di grande fama continuano a rispondere in modo positivo agli inviti di Massimo Bottiglieri, presidente del Comitato Direttivo della Fondazione “La Colombaia”. “È grazie alla preziosa attività di Giovannangelo De Angelis e Lina D’Onofrio, allo spirito appassionato dei collaboratori e ai piccoli finanziamenti dei privati, sommati agli (ancora purtroppo) insufficienti proventi ricavati dagli ingressi alla villa, se si riesce a catalizzare l’attenzione sulla residenza ischitana di Visconti, realizzando eventi di valido spessore culturale”, spiega il Presidente. E Lina D’Onofrio, in qualità di ideatrice e organizzatrice di eventi, aggiunge che la sfida sta “nell’utilizzo delle forze locali”, messe insieme facendo leva sulla volontà di ciascuno di realizzare quel turismo culturale che potrebbe soddisfare i visitatori interessati – che tutt’ora raggiungono, a costo di qualche piccolo disagio, la non ancora ben collegata Colombaia – e che, se ben attuato, potrebbe migliorare l’offerta dell’isola. Oltre al “Festival Visconti”, sono state allestite presso la Villa una mostra in onore del celebre agente dei divi Enrico Lucherini – prima esposta all’Ara Pacis a Roma – e un’altra dedicata a opere di artisti isolani. Al termine, un’esposizione di foto inedite della famiglia Visconti sancirà il primo passo verso la collaborazione con la Fondazione Gramsci di Roma e il riconoscimento della Colombaia come unico museo consacrato alla figura del grande regista.
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Le novità di TataNizzola La creatività va coltivata fin da bambini, incanalata nei giusti percorsi e valorizzata: questa l’idea da cui nasce il centro ricreativo Tatanizzola, l’unico tra Casamicciola Terme e Lacco Ameno che, oltre alle numerose attività come recitazione, musica d’insieme, canto, giardinaggio, giocoleria circense, dedica un’attenzione particolare anche ai genitori ed al rapporto coi loro bimbi con corsi di formazione, consulenza psico-pedagogica, mediazione familiare ed incontri a tema con esperti. Logopedisti, sociologi, psicologi e psiconeofisicisti sono solo alcuni dei professionisti che si affiancano alle educatrici che quotidianamente si prendono cura dei bambini, nel rispetto delle loro volontà ed esigenze, rendendo le ore trascorse in ludoteca dei veri e propri piacevoli momenti di crescita. Tra le novità di quest’anno, la possibilità di organizzare la festa di compleanno animata da giocolieri, sputafuoco, trampolieri, maghi comici ed illusionisti e il servizio di potenziamento didattico per bambini che hanno disturbi dell’apprendimento.
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text_Vittoria Schiano Di Zenise | photo_ Ciro Di Raffaele
“LEZIONI” DI GRAFICA CONTEMPORANEA Enrico Baj, Wilfred Lam, Leonardo Cremonini e Arnaldo Pomodoro sono stati i protagonisti dell’esposizione che la Galleria Ielasi di Ischia Ponte ha proposto per il mese di agosto: “Abbiamo deciso di dedicarci all’arte contemporanea” commenta Massimo Ielasi, “Personalmente non credo che spetti ai posteri l’ardua sentenza: se c’è qualche artista che vale, è giusto che il merito gli sia riconosciuto già nel suo tempo”. Da qui l’idea di allestire una mostra dal sapore contemporaneo, che vanta, oltre a pregevoli pezzi di collezione privata, anche incisioni “esordienti”, appositamente inviate da Arnaldo Pomodoro, artista italiano le cui opere adornano alcune tra le più importanti capitali europee e conosciuto, tra le altre cose, per le sue “sfere di bronzo”. E poi Leonardo Cremonini, amico della famiglia Ielasi, che fu frequentatore abituale di Ischia per oltre un decennio e che contribuì, con le sue numerose visite, ad animare il panorama culturale foriano intorno al Bar Internazionale di Maria; Enrico Baj, alla cui opera principale, in ricordo della morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli, se ne affiancano altre di chiara ispirazione picassiana (questo perché, se non si considera il lavoro di uno dei geni del XX secolo, si rischia di fare pittura ottocentesca, spiega il gallerista); e infine Wilfred Lam, cubano, del quale sono state proposte alcune serigrafie. Insomma, una vera e propria “lezione” di grafica per conoscere e scoprire, ad Ischia, alcuni tra gli artisti della nostra epoca internazionalmente riconosciuti.
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VERI SAPORI ISCHITANI Al centro di Fontana, da più di 100 anni offre cucina casereccia in un ambiente rustico e tradizionale, “condito” dalla simpatia dei proprietari Annamaria Lombardi e Filippo Mattera che producono in proprio vino, conigli e verdure, cucinati poi secondo tradizione. Tra i menù di terra del ristorante, bar e pizzeria La Fonte, scelti da molti personaggi del mondo dello spettacolo e del calcio, come Sal Da Vinci e il portiere della Roma De Sanctis, ma pure da sindaci, assessori e forze dell’ordine dei sei comuni ischitani, ci sono pasta e fagioli, pasta patate e provola, bucatini al sugo di coniglio, gnocchi alla sorrentina – ogni giorno la signora Annamaria ne prepara a mano circa 15 chili – spaghetti olive e capperi. Il re dei secondi è senza dubbio il coniglio all’ischitana, ma anche la carne alla brace con contorni di melanzane a funghetti, alla parmigiana o in involtino sono molto richiesti. E alla fine del pasto, come dolce, c’è sempre un’ottima fetta di pastiera. Un luogo tranquillo ed ospitale, dove è possibile organizzare anche piccole cerimonie per circa 100 invitati, per sentirsi in famiglia e mangiare bene.
12 SCOPRIAMO IL NORDIC WALKING
Si chiama Nordic Walking, e il suo inventore è finlandese, ma questa pratica sportiva che coinvolge tutta la muscolatura del corpo con grandi benefici che subito vedremo, oggi si può praticare facilmente anche a Ischia, grazie all’iniziativa della guida escursionistica Assunta Calise. Profonda conoscitrice del territorio dell’isola e istruttrice presso la Scuola Italiana di Nordic Walking, Assunta ha organizzato un corso base di Nordic Walking che si articola in 3 uscite, ciascuna di 3 ore. Serviranno ad apprendere i segreti di questa tecnica di camminata che, a differenza di una normale passeggiata, richiede appunto di esercitare ad ogni passo uno sforzo sui bastoncini (simili, ma solo in apparenza a quelli che si usano nello sci di fondo). Questo movimento coinvolge e rafforza i gruppi muscolari di torace, dorsali, tricipiti e bicipiti, spalle, muscoli cervicali, addominali, come non avviene semplicemente camminando e si ottiene un incremento del consumo di energia maggiore del 40%. Viceversa, si riduce l’affaticamento sulle articolazioni, in particolare anc a , ginocchia e caviglie, e sulla struttura ossea. Assolutamente da provare, insomma! Per info: Assunta Calise - 081. 908018 e 329. 5355723
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ISCHIA FRIENDS 2013
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photo_ Ciro Di Raffaele, Dayana Chiocca
Una serata sotto le stelle per rendere omaggio alle personalità del mondo dello spettacolo, del giornalismo e dell’impresa che amano e frequentano abitualmente l’isola d’Ischia quella che si è svolta il 29 luglio in Piazzetta San Girolamo ad Ischia. Organizzata da cinque anni dal Capo dell’Ufficio stampa del Centro Europeo per il Turismo, Cultura e Spettacolo Franco Cavallaro, coordinata da Marco Bottiglieri e presentata da Maria Giovanna Elmi, la manifestazione ha visto avvicendarsi sul palco per ricevere il simbolo di Ischia Friends, le tegole d’arte, Francesco Marchioni de Il Messaggero, Paolo Russo de Il Mattino, Michele Renzulli, caporedattore del TG1 Economia, Ludovico Di Meo, vicedirettore di Rai Uno, e ancora Sarina Biraghi, Laura Cancellieri, Claude Costella, Giorgio Barbieri, Angelo Teodoli, Adele Ammendola, Anna Di Benedetto ed Eleonora Marini. Due premi speciali sono andati al presidente nazionale di Fare Ambiente, Vincenzo Pepe, per la letteratura, e alla cantante Cristina Balestriere per la Musica.
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LUCI DI SPAZIO E DI TEMPO
photo_ Luca Fiorentino, Dayana Chiocca
Una personale di Pippo Casellati, pittore veneziano, che segna il ritorno di un maestro apprezzatissimo da critici e collezionisti, che 20 anni fa decise di ritirarsi dal mercato poiché non ne condivideva più logiche e dinamiche, è stata in mostra ad Ischia fino al 31 ottobre. La location scelta per ospitare il vernissage – tenutosi il 14 settembre – e l’esposizione è il Museo Luchino Visconti presso la Villa La Colombaia, è rappresentativa delle sue creazioni volutamente vicine alla realtà, all’uomo. L’artista ai suoi esordi, infatti, venne catalogato fra gli spazialisti, pittori che seguendo Lucio Fontana intendevano inserire le dimensioni dello spazio e del tempo, e quindi della tridimensionalità, anche in campo pittorico, influenzati nella loro ricerca dalle coeve scoperte in fisica di particelle “nascoste” come atomi ed elettroni, forze incontrollabili che premevano sulla tradizionale superficie della tela. Casellati realizza visioni astratte che sono vere e proprie esplosioni di colori, in cui emerge forte la densità e la tangibilità, ed egli stesso definisce la propria pittura astratta sì, ma naturalista, carnale.
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photo_ Simona Pavini
DONNE IN CARNE E OSSA
Uno stuzzicante assaggio de “Il Contastorie” è stato offerto nell’incerta – solo meteorologicamente – serata del 27 agosto, presso l’Antica Libreria Mattera, a Forio d’Ischia. Mirella Armiero, redattrice per il Corriere del Mezzogiorno, Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera dei Deputati e l’attrice Lina Sastri sono intervenuti alla presentazione del libro di Luisa Bossa - dal titolo “Donne in carne e ossa” -, tutto volto all’analisi e al racconto del turbolento universo femminile, rappresentato senza fronzoli o citazioni dotte. “Ho insegnato latino e greco per più di vent’anni”, spiega “e orpelli e ornamenti letterari erano nelle mie corde. Eppure, quando decisi di realizzare questo libro, pensai bene di mettere da parte ogni retorica e di trascrivere cinque storie in maniera nuda e cruda. Lo stile dei racconti avrebbe dovuto adeguarsi completamente alle vicende delle protagoniste, alla loro preparazione culturale e status sociale, nella maniera più realistica possibile”. Inevitabile, poi, il dibattito sull’attualissima problematica del “femminicidio”: mentre Lina Sastri sottolinea che “la violenza non ha genere”, l’onorevole Di Maio si augura che “un libro come quello della Bossa possa costituire un patrimonio per lo Stato tutto, che non ha ancora fatto abbastanza per cambiare alla base la mentalità di un Paese che considera, per retaggio culturale, un crimine commesso su una donna meno grave rispetto agli altri”. Intanto, le “protagoniste bossiane” appaiono tutt’altro che vittime: sono piuttosto donne che “si perdono, ma non perdono”, non disposte a farsi prevaricare dagli uomini. Ed è proprio per questo motivo, ha concluso Franco Iacono, organizzatore dell’evento, che “il maschio, per poter prevalere, deve distruggere”. Poco spazio è però lasciato al pessimismo: si intessono piuttosto le lodi di “novelle Medee sofferenti” tutte meridionali, “che fanno del male agli altri, causandone prima di tutto a loro stesse”.
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photo_ Simona Pavini
PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA “OTTO MILIONI” Sono stati cinque i riconoscimenti assegnati durante il Premio Internazionale di Poesia “Otto Milioni” ideato da Bruno Mancini, il 28 agosto scorso. Presso la Casa della Cultura LENOIS, negli spazi della Corte degli Aragonesi, in piazzetta S. Girolamo, ha avuto luogo una piacevole serata, allietata dagli artisti isolani Nunzia Zambardi, Vincenzo Savarese, Marina De Caro, Rita Cuccaro e Pasquale Dragon Di Costanzo. Complimenti agli autori ed alle poesie vincitrici!
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photo_ Tommaso Lubrano Lavadera
UMBERTO E ROSSELLA SPOSI
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Metti l’una accanto all’altra due persone innamorate e solide, come sono Rossella Conte e Umberto Arcamone: il risultato sarà un matrimonio frutto di una passione forte come una quercia. Si dice che le anime gemelle si riconoscono tra la folla: immaginiamo che per loro sia bastato un semplice sguardo! D’altra parte, il vero segreto della Felicità è nelle cose semplici…
photo_ Ciro Di Raffaele
ILEANA E DAVIDE SPOSI Si sono sposati lo scorso primo ottobre, presso la Sala del Regno dei Testimoni di Geova in via Morgioni ad Ischia, Ileana Di Raffaele e Davide Angeloni. Congratulazioni allo sposo ed alla sposina, da sempre punto di riferimento e dispensatrice di preziosi consigli del Centro Estetico Aglaia. Da tutto lo staff di Ischiacity i migliori auguri per un roseo futuro insieme.
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Arte, musica e spettacolo fanno parte della vita di Francesco Esposito fin da bambino: oggi, che ha 24 anni, spesso lo si può incontrare a passeggio sul pontile del Castello Aragonese in compagnia di grandi attori del teatro e del cinema, da Peppe Barra a Viola Valeri a Silvana Pampanini. Spirito di intraprendenza, vasta cultura teatrale e amore smisurato per Napoli lo hanno spinto a voler entrare nel mondo dell’organizzazione di spettacoli. Per consolidare i legami tra l’isola in cui vive e le sue passioni ha “firmato” con grande successo due eventi memorabili: nel 2012 con l’associazione InInsula ha curato una serie di incontri sul Castello Aragonese, aperti al pubblico, con Liliana de Curtis, la figlia di Totò, e celebri attori e cantanti come Angela Luce e Peppe Barra. Quest’anno, invece Peppe Barra, colpito dalla partecipazione degli ischitani, ha voluto replicare, affidando a Francesco Esposito la preparazione del suo spettacolo che si è tenuto a Palazzo Reale, lo scorso 21 agosto, con il ‘tutto esaurito’ e circa 400 spettatori.
Si è brillantemente laureata in Scienze Biologiche presso l’Università Federico II di Napoli Daniela Cristina Vuoso, discutendo una tesi sperimentale in Citologia dal titolo “Liposomi funzionalizzati con peptidi fusogenici ed incapsulanti doxorubicina per il superamento della farmacoresistenza di tumori umani”. Auguri Daniela per una carriera lavorativa ricca di successi e soddisfazioni!
TEATRO...CHE PASSIONE!
AUGURI DOTTORESSA DANIELA