Ischiacity 38 luglio 2015

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COVER

MARIA DELLA CONFUSIONE

PEOPLE L’ISOLA DELLA MERKEL

ART

JEAN-MARIE MANZONI

POLITICS

ANTONIO POLITO

FASHION CIRO MANNA MONICA BOTTIGLIERI VALERIA BARRETTA

NATURE REGNO DI NETTUNO: DA DOVE SI RIPARTE? anno 11 - N°38 luglio 2015 ischiacity.it

euro 4,50








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polo italiano”. Si tratta di una considerazione

cose non sia stato in alcun modo voluto da-

elementare che è alla radice del nostro sistema

gli elettori. Capita così che la magistratura, sia

giudiziario: la legge viene amministrata a tute-

pure suo malgrado, per amministrare la legge

la dei diritti della comunità. Accade allora, in

nel nome del popolo a quello stesso popolo

casi assolutamente stra-ordinari (che eccedono

sottrae un suo diritto: quello di scegliersi chi lo

dall’ordinarietà dei casi comuni) che la legge

dirige. Se, infatti, il sindaco fosse rimosso dal-

non possa essere amministrata nell’interesse

la sua carica, si potrebbe procedere a nuove

collettivo in modo ordinario e debba essere

elezioni, o quantomeno si verrebbe governati

gestita con metodi eccezionali (che operano

pro-tempore da un commissario prefettizio che

un’eccezione rispetto alla norma). Basti pensa-

non sarebbe espressione di una volontà politi-

re che fino a pochissimi anni fa in Italia era pre-

ca ma che ricoprirebbe un mero incarico tec-

vista ancora la pena di morte, se inflitta da un

nico di supplenza. Nel caso di un vicesindaco

tribunale militare in caso di guerra: davanti ad

che subentra ad un sindaco ad interim ma an-

un evento eccezionale (la guerra) poteva trova-

che ad libitum (all’infinito), si crea la situazione

re applicazione una pena straordinaria - la mor-

aberrante - è il caso di affermarlo - di una figu-

te - che normalmente i nostri tribunali in tempi

ra non scelta dagli elettori e nonostante tutto

di pace non potevano applicare. Casi estremi,

posta a governarli con un mandato politico e

provvedimenti altrettanto estremi. Ciò accade,

- lo ripeto ancora una volta - non tecnico. Tut-

sempre, per la tutela dell’interesse collettivo:

to questo è gravemente contrario agli interessi

talvolta è impossibile applicare acriticamente il

della comunità. E non giova ragionare sul fatto

codice senza tener conto del contesto generale

che il vicesindaco in questione sia una persona

determinato dall’ambito sociale, dalle emozioni

perbene e simpatica poiché resta il fatto che

Desidero occupare questo mio spazio con una

dominanti, dalle situazioni contingenti irrituali

non è quella scelta dalla comunità per gover-

serie di riflessioni politiche che ruotano intorno

o imprevedibili, dagli interessi della massa che

narla.

all’arresto del sindaco di Ischia Giosi Ferran-

prevalgono, o possono prevalere, su quelli di

Ne consegue che 19mila cittadini restano sen-

dino. Lo faccio perché credo che l’arresto del

un’esigua minoranza, quantunque quest’ulti-

za il proprio legittimo sindaco. Se consideriamo

primo cittadino della nostra comunità rappre-

ma possa rischiare di veder lese delle preroga-

lo stato di emergenza in cui versa un’isola in-

senti il fatto di cronaca più importante - e quin-

tive in funzione di un interesse prevalente (si

teramente votata all’economia turistica e che si

di più impattante - che possa riguardare tutti

pensi alla questione del crocefisso nelle scuole,

trova a dover affrontare il pieno della stagio-

noi e che, proprio perché il recluso riveste una

dove viene affisso sebbene lo Stato si professi

ne lavorativa senza il suo massimo dirigente e

carica istituzionale, assume un valore politico

laico e molti allievi appartengano a confessio-

nel ventre di una congiuntura economica che

che produce inevitabili conseguenze sugli as-

ni diverse da quella cristiana). Direi, alla luce

- specie nel Sud Italia - risente di una dram-

setti amministrativi dell’intera comunità isola-

di queste riflessioni, che occorre coerenza e,

matica criticità, appare chiaro che il danno per

na. Personalmente penso che la magistratura

possibilmente, far uso il meno possibile dell’i-

l’intera comunità ischitana sia altissimo.

debba assumere - sempre! - un atteggiamento

pocrisia. Veniamo finalmente al nostro caso, in

Mi si potrà obiettare che in nome della gover-

a-morale nei compiti che svolge, nel senso che

cui un sindaco eletto, con un altissimo grado

nabilità io sia disposto a rinunciare al principio

un magistrato nell’applicare il codice non deve

di preferenze, da una comunità di circa 19mila

di legalità ed onestà. Nossignore, non è questo

- o non dovrebbe - seguire né regole morali, né

persone subisce una misura detentiva nell’am-

ciò che sostengo. Mi limito a chiedere che si

impulsi immorali: semplicemente deve - o do-

bito di un’indagine in cui gli viene imputata

consenta alla nostra comunità di essere ammi-

vrebbe - sospendere il giudizio di moralità ed

una disinvolta e scorretta predisposizione alla

nistrati: o rimuovendo in via definitiva un sin-

applicare esclusivamente quello di legalità. Per

corruzione, un delitto che, tuttavia, nel caso

daco per il quale sono conclamate le ragioni

esempio, il magistrato che si trovi a giudicare

della comunità isolana, al di là di presunti ma

della sua colpevolezza, o lasciandolo governare

un padre di famiglia che ha rubato una mela

innegabili benefici indebiti ai familiari del sin-

in attesa che i suoi presunti crimini vengano ac-

per sfamare il figlioletto affamato non deve - o

daco, non sembra abbia comportato danni di

certati. Ma non mi va giù che accada (come nel

non dovrebbe - assolvere il ladro: capire le mo-

alcun genere ai concittadini. Mentre, piutto-

nostro caso) il contrario.

tivazioni che l’hanno condotto ad infrangere

sto, i danni ai cittadini si concretizzano - ed in

una regola civile può servire a non inasprire la

maniera tanto evidente quanto materiale - nel

pena, ma sicuramente non a produrre un’asso-

momento in cui il Municipio prosegue sì nelle

luzione. Ecco quindi che il reato - quando c’è

sue funzioni tecnico-amministrative, ma viene

- va sempre perseguito e condannato. Ma per-

interrotto il progetto politico che è parte so-

ché si giudica e si condanna, ovvero in nome

stanziale del programma di governo del sinda-

di chi o cosa si amministra la Giustizia? Credo

co. La legge impone, infatti, che la Prefettura

che il Diritto si eserciti nell’ambito di una comu-

sospenda il sindaco dalle sue funzioni e che gli

nità civile che si è data delle regole certe per

subentri, in veste di supplente, il vicesindaco.

determinare gli spazi entro i quali ciascun in-

Ma, a differenza del primo cittadino, quest’ul-

dividuò può esercitare la propria libertà, senza

timo non è stato scelto con voto esplicito dall’e-

ledere quella altrui. E questo è il punto: il Dirit-

lettorato, e dunque si trova a governare - ed

to è amministrato nell’interesse collettivo, o se

assumere una funzione apicale per lungo o

preferite la legge si applica “nel nome del po-

lunghissimo tempo - sebbene questo stato di

D I R E C T O R

i

Il prigioniero Comune

RICCARDO SEPE VISCONTI


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S U M M A R Y

38

CREDITS editorinchiefcreativedirector riccardosepevisconti executivedirector silviabuchner marketingdirector ceciliad’ambrosio artdirectorstyle umbertoarcamone

i

COVER_Maria Della Confusione AD & PHOTO_Riccardo Sepe Visconti HAIR_Raffaella Tortora MAKE UP_ Nancy Tortora DRESS_ Peserico - Il Mughetto

editors pasqualeraicaldo_people isabellapuca_art albinoambrosio_nature riccardostrada_nature giancarlocarriero_nature lellomontuori_art annamariarossi_fashion manuelabottiglieri_event mariorispoli_tourism gennarosarnacchiaro_nature PHOTO riccardosepevisconti T. 347 61 97 874 simonedesanctis dayanachiocca claudiarech

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CONTRIBUTING models palmadimeglio auroracervera ciromanna monicabottiglieri valeriabarretta crilosyuk mariadellaconfusione

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97 75

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makeupartist nancytortora hairdresser peppecirino cristiansirabella raffaellatortora lucacuomo editore

PEOPLE

FASHION

POLITICS

19 L’Isola della Merkel 110 Marisa Laurito 112 Francesco Pinto

10 L’anima dell’estate 31 Aurora Cervera e Palma Di Meglio 65 Valeria Barretta 91 Ciro Manna 97 Monica Bottiglieri

82 Antonio Polito

NATURE 22 Da dove riparte il regno di Nettuno? 26 Lo stato di salute delle spiagge ischitane

COVER 42 Maria Della Confusione

ART 51 Jean-Marie Manzoni 75 La differenza, la fa il cervello 128 Se il principe si innamora di Cinerello

HISTORY 115 Egitto mon amour

WELLNESS 120 Giardini Poseidon

SPORT 122 Forio capitale della vela 124 Il mondo visto da una bicicletta

officinaischitana delleartigrafiche s.r.l. via A. De Luca, 42 80077 ischia - italy redazione@ischiacity.it ischiacity.it retefissa +39.081.5074161 retemobile 347.6197874 direttoreresponsabile riccardosepevisconti N°38, anno 2015 registrazione tribunale di napoli, n°5 del 5 febbraio 2005 stampa tipografia press up srl, nepi, viterbo


F A S H I O N

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L’ANIMA DELL’ESTATE

In tutte le foto, abiti, scarpe e accessori Amina Rubinacci.

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AD & PHOTO_Riccardo Sepe Visconti | STYLIST_Tommaso Barricelli | MODEL_Cri Losyuk | MAKE UP_Nancy Tortora per Aglaia, Ischia HAIR_Peppe Cirino per Cirino Bros, Ischia | DRESS&SHOES_ Amina Rubinacci, Ischia | ASSISTANT_ Claudia Rech LOCATION_ Ischia, centro storico


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P E O P L E

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L’ISOLA DELLA MERKEL

gela Merkel quasi si trasforma quando sbarca dal traghetto di linea della Medmar, la popolare soluzione adottata - come una turista qualsiasi, perché è una turista qualsiasi - negli ultimi anni. Niente elicottero, niente super yacht: arriva in punta di piedi, benché i paparazzi avidi di scatti

text_ Pasquale Raicaldo

l’attendano con ansia, assiepati lungo la banchina del porto di Casamicciola o nascosti nel dedalo di stradine di Sant’Angelo. Già, Sant’Angelo: è l’isola nell’isola, il borgo marinaro dai colori pastello, i carrellini elettrici

A certe abitudini non si rinuncia. Mai. E il sincero amore di Angela Merkel per l’isola d’Ischia attraversa gli anni e le stagioni. Nacque tutto come, da sempre, accade per i tedeschi. Erano gli anni d’oro, Angela approdò sull’isola con il padre, perdendosi nel milione e mezzo di tedeschi che, grazie anche alle sovvenzioni del sistema sanitario per le cure termali, eleggevano Ischia come impareggiabile «buen ritiro». Bouganville vivacissime e ripidi sentieri di montagna, piscine Kneipp e delicati piatti di pesce: c’era tutto, quel colpo di fulmine sarebbe stato destinato a diventare l’amore d’una vita. E certi amori per davvero non finiscono mai: neanche quando il protocollo, chissà, suggerirebbe soluzioni più semplici. No, lei, il cancelliere tedesco di ferro che mette in riga i potenti del mondo, ha un debole per questa terra. E a quella settimana di vacanza che attraversa la Pasqua e si protrae ancora per qualche giorno inizia a pensare già ai primi di gennaio. Ci sono luoghi dell’anima e affinità elettive, An-

che si inerpicano lungo le viuzze in salita, carichi di vacanzieri spensierati e dei loro voluminosi bagagli. E’ qui che Angela Merkel trascorre i giorni più belli. L’albergo è sempre lo stesso, hotel Miramare. La camera, anche. Numero 128, ma non c’entra la scaramanzia, illustre sconosciuta in terra teutonica. E’ una questione di feeling, e di bellezza. Pavimenti di Vietri, terrazzo che affaccia sul mare. Con il cielo terso, Capri da qui è molto più che un’intuizione. Leggenda narra che, per mera scrupolosità, la camera venga ritinteggiata alla vigilia del suo arrivo, che è di solito - per il Miramare - il via ufficiale alla stagione turistica. Una piccola appendice è una stanzetta attrezzata per fungere da ufficio. Perché la vita del capo di Stato è dura, anche se sei


in un’isola del basso Tirreno, in vacanza. Computer, documenti, linea

“Lido Bar da Marie”, ama mescolarsi ai turisti semplici. L’ultima volta era

diretta con Berlino: un piccolo ufficio nel quale Angela si fionda, in caso

lì con Alessandro e Lucio, amici santangiolesi di vecchia data. Carpaccio

di necessità, lasciando da solo il marito, il sobrio Joachim Sauer. E’ la

di polpo, palamita marinata, alici marinate e un primo, spaghetti con

strana coppia, secondo i più: cancelliere di fama mondiale lei, chimico

totano e broccoli, assaggio di spaghetti all’aragosta, aragoste e pesce al

lui. Presenza compìta e spesso silenziosa, dietro una grande donna c’è

forno. Con vino bianco in brocca, limoncello e rucolino. E pastiera cotta

un uomo dal “low profile”. Ma il chimico ha trovato la giusta alchimìa. E

a legna. Una parola per tutti, Melina Iacono ha spontaneamente scritto

a tavola, raccontano, sono affiatati e divertiti.

un’ode, via Facebook, ad Angela: «Ancora una volta – ha scritto nono-

Nella camera numero 128, Angela trova l’omaggio di Rosario Caruso,

stante sia una delle donne più potenti al mondo, mi ha colpito per la sua

sindaco di Serrara Fontana. Un cesto di prodotti tipici e dell’ottimo vino

Semplicità e Umiltà»,

bianco. Ai fiori, il cancelliere preferisce le prelibatezze del territorio, sin-

Ecco, quel che il cancelliere ama è soprattutto la dimensione umana di

tesi dell’anima terragna di quell’isola che l’ha conquistata per il mare,

questo scorcio d’isola sospeso tra antiche tradizioni e culto dell’ospitalità.

certo, e per le terme. Ma anche e soprattutto per i sentieri che l’attra-

Al “Lido Bar da Marie”, per esempio, Giuseppe Poerio – per tutti “Cian-

versano, conducendola – con i bastoni da trekking – sull’eremo di San Nicola, sulla vetta dell’Epomeo, o per i tornanti che si aprono su Sant’Angelo. Isola di mare e isola di terra: è questo quello che piace ad Angela. La sua agenda è fittissima, nella settimana di vacanza: a regolarla, il tempo meteorologico. Nuvole e brezza le suggeriscono una passeggiata in campagna, il sole la indirizza sull’arenile dei Maronti. Mano nella mano con Joachim, preceduta dalla scorta. Altro capitolo, quello: perché sarà pure una turista qualsiasi, la Merkel, ma il protocollo richiede la massima attenzione. Bonifica del territorio nei giorni che precedono il suo arrivo, artificieri e poliziotti a scandagliare (con molta discrezione) Sant’Angelo. Tra questi, c’è un agente del tutto speciale: si chiama Freya, è un bellissimo labrador in forze alla Polizia di Stato. Addestrata al fiuto di esplosivi, Freya è una piccola sentinella che s’aggira, con pettorina in bella vista, tra gli angoli del borgo, anticipando l’ospite illustre con l’abnegazione di un poliziotto navigato. Ed è anche merito suo, certo, se la Merkel a Sant’Angelo si sente davvero a casa. Coccolata dagli amici di sempre, santangiolesi doc che raccontano con semplicità un’amicizia vera, nata prima dell’ascesa verso il potere di Angela, “protetta” con attenzione ma senza spavalderia dal team italo-tedesco di forze dell’ordine. Qualche anno fa, l’episodio più spiacevole: lei era all’Aphrodite Apollon, dove le piscine termali, i fanghi e i massaggi la rigenerano. E si cambiava il costume, perché anche i capi di Stato lo fanno. L’obiettivo invadente dei paparazzi immortalò quel gesto così umano, con una malizia che non piacque al cancelliere: incidente diplomatico, i sei sindaci dell’isola le inviarono un cesto di rose rosse per chiederle scusa. Ma da allora qualcosa è cambiato: il suo portavoce sollecita puntualmente, anche con nota ufficiale, il richiamo all’esigenza di privacy. E Sant’Angelo, grazie anche all’attenzione di Confcommercio e Federalberghi, ha inteso erigere un muro a protezione della sua vacanza. Anche perché la Merkel ama i luoghi di sempre, e in questo è persino prevedibile: cappuccino in piazzetta al bar “Ridente”, passeggiata al chiaro di luna, pranzo da Pietro Paolo alias Stalino - nei canyon di Cavascura, puntatina a Cava Grado. Dove, al


fone” – si catapulta in mare con la sua barca, per pescare ciò che il mare intende “sacrificare” alla Merkel. Poi, glielo porge mentre i suoi baffoni si arricciano naturalmente e le sorride: “Cancellié, i problemi dell’Italia, quelli veri, inizieranno quando noi nonni finiremo i soldi per i nostri nipoti”. Lei, la Merkel, si diverte. “E’ molto più solare di quanto la immaginiate”, rivelano i santangiolesi dei quali si fida. “Presenza fugace, quasi un fantasma. Non riusciamo a starle dietro”, fanno spallucce i fotografi, che sono soliti prenotare camere con vista nei dintorni del Miramare. Spesso, invano. “Quest’anno ha scoperto il pilates”, racconta Espedito Morieri, direttore dell’albergo eletto. “E ha colloquiato amabilmente con gli altri ospiti, molti dei quali neanche sapevano di condividere la struttura con la Merkel”. Verdurine grigliate (dal radicchio alle melanzane, dalle zucchine ai funghi), pesce alla griglia. Sapori genuini, innaffiati da un vino bianco. Al mattino, abbondante colazione a buffet, prima delle terme, in previsione di un pranzo che quasi certamente non ci sarà. Tra le tappe obbligate, in ossequio al culto per la buona musica, il privilegio di un concerto privato: Angela bussa alla casa di Antonio Acunto, che siede al pianoforte, le offre un bicchiere di Vigna del Lume e le regala note delicate con vista mare. Le riempie il cuore, un pomeriggio così. Riconciliandola con il mondo, prima del ritorno a Berlino. Ischia le resterà dentro a lungo, almeno per un anno. Poi, sarà già tempo di tornare. Perché a certe abitudini non si rinuncia. Mai. In apertura Angela Merkel e uno scorcio del porticciolo di S. Angelo. Nella pag. accanto: in alto a sin., la spiaggia dei Maronti vista dall’hotel Miramare dove la cancelliera Merkel soggiorna ogni volta che viene in vacanza nell’isola. A ds., la piazzetta di S. Angelo. In basso, il salone interno del Miramare con il pavimento in maioliche di Vietri. Sotto, Angela Merkel a passeggio per le stradine del borgo insieme al marito Joachim Sauer. In questa pag. dall’alto: il concertista Antonio Acunto, il sindaco di Serrara Fontana Rosario Caruso e Angela Merkel in posa per uno scatto con gli amici del “Lido Bar Marie”.


N A T U R E

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REGNO DI NETTUNO: DA DOVE SI RIPARTE?

24

La vicenda dell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno, che comprende le isole di Ischia e Procida, con i loro oltre 70mila residenti, cui si aggiungono i milioni di presenze estive (oltre 3 mln e 500mila nel complesso), con al suo interno migliaia di aziende e strutture che si dedicano al turismo, è giunta ad uno snodo che potrebbe essere epocale, decisivo per il suo sviluppo futuro. Vogliamo cercare di capire perché, attraverso la voce di tre persone che hanno punti di osservazione molto differenti - definiti dai loro ruoli - rispetto a quanto è accaduto da quando il Regno esiste. In primo luogo, Albino Ambrosio, senza il quale l’amp non esisterebbe, a lui si deve, infatti, la promozione ed il coordinamento dell’azione “politica” che ne hanno determinato la creazione. Riccardo Strada, biologo marino, è stato responsabile per l’ambito socioeconomico dello studio di fattibilità che ha portato all’istituzione dell’amp e direttore del Regno di Nettuno per 5 anni. Infine Giancarlo Carriero, uno dei più importanti imprenditori attivi nell’isola essendo proprietario del suo più prestigioso hotel L’Albergo della Regina Isabella - il quale in questa veste, ma soprattutto come persona che ha a cuore il destino ambientale ed economico di Ischia (e i due fattori camminano sempre più di pari passo), è intervenuto pubblicamente, a più riprese, per far dialogare i protagonisti nell’ultimo periodo concitato di attività dell’amp, prima che si giungesse al commissariamento da parte del ministero dell’Ambiente. E da questo commissariamento, iniziato nel maggio 2015 e che vede il Regno di Nettuno passare sotto la responsabilità della Capitaneria di Porto e del contrammiraglio Antonio Basile, deve ripartire la riflessione sul rapporto fra le due isole e l’indispensabile tutela del loro mare.


UN’OCCASIONE PERSA text_Albino Ambrosio

Con tanto rammarico ho appreso la notizia che

associazioni imprenditoriali, dei pescatori, dei

Aree Marine) da noi non hanno avuto alcun

Il Ministero dell’Ambiente ha tolto al Consorzio

balneari, di associazioni ambientaliste proget-

seguito.

pubblico formato dai sette Comuni dell’isola

tammo tante iniziative miranti sia a comunicare

Non è facile rispondere, ma quello che è certo

d’Ischia e Procida la gestione dell’Area Marina

e rendere visibile la specifica qualità del nostro

è che il Regno di Nettuno - fin dalla sua istitu-

che gli era stata affidata alcuni anni orsono.

territorio marino che a dar corso a nuove attivi-

zione, avvenuta non come altrove per pressioni

Nei termini e per le ragioni addotte credo che

tà imprenditoriali ad essa collegate. Ricordiamo

politiche, ma solo per le superlative eccellen-

questo sia l’unico caso verificatosi in Italia da

la formazione di un centinaio di volontari (oggi

ze del nostro mare - fu accompagnato da una

quando, nei primi anni ’90, il Parlamento deci-

dispersi e certo anch’essi delusi) che uscivano

forte diffidenza culturale della maggior parte

se di istituire anche da noi questa specifica for-

quotidianamente in mare su nostre imbarcazio-

dell’opinione pubblica, insofferente e timorosa

ma di protezione e promozione territoriale, da

ni per informare e regolare la nautica presente,

di nuove regole e presunte limitazioni (queste

tempo esistente in tanti altri paesi con risultati

gli spazzamare che ottenemmo dal Ministero,

ultime del tutto minimali e peraltro ignote ai

generalmente molto positivi non tanto e non

l’impegno dell’Ammiraglio della Capitaneria

più) e, certo per ignoranza, non consapevole

solo per la tutela dell’ambiente, ma soprattutto

grazie al quale cessò la pesca industriale (stra-

delle grandi e positive occasioni che la scelta

per lo sviluppo di un’immagine di qualità, con

scico e cianciole) vietata nel sottocosta tanto

ministeriale comportava per un sito turistico

conseguenti ricadute spesso notevolissime per

che in un solo anno, come testimoniato dalla

come il nostro. Purtroppo a tale atteggiamento

le economie dei relativi territori. Va ricordato

piccola pesca locale, la fauna ittica risultò addi-

si adeguò fatalmente anche quello della mag-

che la gestione di un’Area marina per legge

rittura raddoppiata, la predisposizione di centri

gior parte dei pubblici amministratori. A fronte,

può essere affidata solo agli Enti Locali, alla

pubblici d’informazione, le visite marittime gui-

infatti, di tale generalizzato atteggiamento in-

Capitaneria o ad un’associazione ambientalista

date, i progetti di finanziamento per il pesca

differente se non diffidente della società civi-

nazionale, ma è ovvio che pressoché sempre e,

turismo altrove fiorentissimo con redditi signi-

le, essi rimasero in massima parte estranei alle

specie in un contesti complessi e difficili come

ficativi e per l’archeologia marina, la progetta-

iniziative citate, non ne promossero mai alcuna

il nostro, l’unica ipotesi realistica di concreta

zione di minidepuratori biologici (i MUDS) da

per l’ovvia fatale prudenza che la “politica” (cui

gestione rimane la prima e ciò perché in loca-

inserire nelle sette condotte esistenti, la stampa

era stata, invece, affidata la gestione del tutto)

lità turistiche ogni iniziativa relativa alla ricer-

di materiale informativo, i convegni scientifici e

sposò a fronte dell’evidente, mancato consen-

ca, allo sviluppo ordinato della nautica, della

divulgativi e tante altre attività di comprovato

so di gran parte della cittadinanza isolana.

pesca, della gestione del sottocosta s’identifica

successo in altre Aree già istituite alcune delle

Che fare allora? L’unica ipotesi è che i Comuni

indissolubilmente con il governo del territorio

quali visitammo pure a tale scopo.

già affidatari della gestione, facendo ammen-

amministrato. Ed infatti località turistiche già

Alla prima scadenza il Consiglio di Amministra-

da, promuovano nuovamente un serio e con-

di alto profilo quali Portofino, la Costa Sme-

zione fu però in parte cambiato dall’Assemblea

creto piano d’azione e di iniziative da presenta-

ralda, le Cinque Terre e tante altre, attraverso

dei Sindaci quando molte delle iniziative cui ho

re al Ministero, con la speranza di una revoca

una buona gestione del potere concesso loro,

fatto cenno erano ancora in fase di prima ese-

del provvedimento ed un nuovo affidamento

hanno tratto consistenti benefici proprio sotto

cuzione e l’entusiasmo iniziale, non certo per

di gestione. E’ con amarezza che però anche

il profilo del rilancio turistico, indotto economi-

colpa dei successori, si affievolì sempre di più,

questa ipotesi mi sembra improbabile per l’at-

co ed occupazionale. E pertanto, proprio per

così che molte di esse non furono completate

teggiamento delle Amministrazioni di cui si è

la sua evidente valenza socioeconomica, tale

o, quelle realizzate, cessarono del tutto.

detto, le quali, per non rischiare un calo di con-

compito non è certo possibile alla Capitaneria

Per venire alla domanda di fondo che l’infa-

senso, hanno privato l’isola di un’importante

o ad un’associazione ambientalista.

mante provvedimento del Ministero ci pone

occasione di crescita, così utile in un momento

Anche qui da noi, nei primissimi tempi della ge-

e cioè “che fare adesso”, bisogna allora com-

di grave crisi qualitativa - e non è poi detto che

stione della nostra Area che mi vide Presidente

prendere perché quelle buone iniziative iniziali

il Ministero rinnoverebbe una fiducia così incre-

del Consorzio, con la collaborazione di alcune

(simili poi a quelle poste in essere in tante altre

dibilmente tradita.


UN LUMINOSO FUTURO ALLE NOSTRE SPALLE text_Riccardo Strada

mati dal sole. L’AMP contiene le due isole con

vano contro il rischio di dover rispettare que-

tutto il loro patrimonio turistico, di tradizioni

sto ambiente e rinunciare a qualcosa oggi, per

gastronomiche e paesaggistiche, la storia ma-

guadagnare di più domani, con il pensiero con-

rinara e dei loro pescatori e tutta la cultura che

tinuo a come poter sfruttare oggi la gestione

dai tempi del neolitico e della civiltà micenea

di un ente con pochi soldi, destinati al domani,

hanno colonizzato, vissuto e plasmato queste

ma immediatamente spendibili.

isole e questo mare. E tutte queste “cose”,

È sotto gli occhi di tutti il risultato, e qualunque

come in ogni angolo di Mediterraneo, devo-

polemica personale sarebbe inutile e stupida,

no essere parte integrante di un unico grande

perché la revoca della gestione dell’AMP ai Co-

progetto, che non può puntare tutto su una

muni è una sconfitta di un sistema, non di tizio

o sull’altra componente sociale, ambientale od

o caio, non del sindaco X o dell’assessore Y, ma

economica.

anche di una classe imprenditoriale che questo

La gestione dell’AMP non è, e non può essere,

sistema ha accettato.

la creazione di un grande parco acquatico, o

Il tutto contro l’evidenza, gli ordini e le leggi

viceversa un acquario mediterraneo dove tutto

dello Stato, la ricchezza creata dalle altre Aree

è protetto e proibito.

Marine Protette, sbandierata, pubblicizzata e

“Un luminoso futuro alle nostre spalle”: questo

È un organismo complesso, che vive ogni gior-

nota a tutti, tranne che a chi non voleva vedere.

potrebbe essere il titolo più appropriato per un

no ed in cui vivono decine di migliaia di perso-

Ma la lampada di Nettuno è ancora qua, in

articolo sul Regno di Nettuno. Ma non dob-

ne, per le quali la gestione deve diventare l’or-

mano alla Capitaneria di Porto di Napoli, con

biamo farci ingannare dall’evidente ossimoro,

goglio di stare in uno degli angoli più incredibili

tutto il suo luminoso futuro bloccato dalla rug-

perché in quella frase la contraddizione è più

del Mediterraneo, con cui creare un rapporto

gine. E quando sarà finito il lavoro di rendicon-

apparente che reale. Se, infatti, la sensazione

di armonia e di crescita economica basata sul-

tazione e verifica dell’amministrazione fatta dai

predominante tra chi discute sul destino dell’A-

la bellezza e sulla salubrità del suo ambiente,

Comuni eliminati dal gioco, qualcuno si farà

rea Marina Protetta è che questa sia stata una

la limpidezza del suo mare, il gioco dei delfini

avanti per assumerne la gestione. Quel qual-

grande occasione mancata, la realtà è che l’in-

sotto le chiglie delle barche e le grandi cernie

cuno, non avendo scadenze elettorali e clien-

credibile potenzialità del “Regno” non è stata

che vengono a salutare i subacquei senza pau-

tele da soddisfare, potrà finalmente svolgere

ancora espressa e che, quindi, il luminoso futu-

ra. Non può essere il parco giochi per la pesca

il complesso compito di realizzare quello che

ro sia ancora lì, chiuso in una specie di lampada

sportiva, oppure il distributore di denaro per

possiamo definire il piano regolatore del mare

magica, in attesa solamente di Aladino, capace

progetti che nessuno sa come sostenere… ma

del Regno di Nettuno.

di intuire cosa sia racchiuso dentro questo ap-

che danno da lavorare a qualcuno.

E la lampada, forse non subito, ma splenderà.

parentemente “sgarrupato” barattolo, e trova-

Da questo punto di vista, certamente un falli-

Ed allora le amministrazioni locali, i sindaci, le

re il modo di stapparlo, liberando il genio che

mento vi è stato. È il fallimento della classe poli-

associazioni di imprenditori e le forze econo-

vi è dentro.

tica locale, che si è lasciata sfuggire l’occasione

miche e politiche avranno di nuovo la scelta:

L’AMP, infatti, non è Ischia, e non è Procida, ma

di avere, e dare a questo arcipelago, il suo vero

affiancare l’ente gestore, dialogare con lui e

le contiene; l’AMP è il mare, i fondali, i pesci,

destino internazionale, troppo presa da ragio-

contribuire alla creazione del futuro, oppure

i coralli, i delfini, le balene e le mille altre cre-

namenti di breve respiro, dalla valutazione del

rinnovare stupidità ed ottusità.

ature che frequentano questo ambiente in cui

vantaggio elettorale immediato, dalla necessità

il mare, il fuoco e la roccia si fondono amalga-

di dire sempre di sì a tutti coloro che protesta-


L’ARMONIA NECESSARIA

ciò che può realizzarsi solo in un’isola deserta.

mo contro il Ministero, e ovviamente alla dife-

Dunque occorre un compromesso tra rigore

sa del Regno di Nettuno dovrà pensarci solo il

naturalistico e necessità di sviluppo. Perché il

buon Dio!

rilancio delle bellezze naturali dell’isola divenga

L’errore della parte politica è stato di voler a

un fattore propulsivo per l’economia turistica

tutti i costi prevaricare la componente scientifi-

occorre da un lato “fare sul serio”, dall’altro li-

ca del Regno di Nettuno, di essere contempo-

mitare i sacrifici che ne deriveranno.

raneamente proprietario, gestore e controllore

Da queste considerazioni discende il mio mo-

dell’AMP. Credo sia stato un approccio sbaglia-

dello di sviluppo dell’AMP, che è dunque il

to. Buonsenso ed equilibrio devono guidare

seguente: una coesistenza tra un livello che

questa difficile convivenza tra l’anima scienti-

garantisca il valore scientifico delle iniziative, e

fica e quella amministrativa dell’Area Marina

uno che a nome della realtà produttiva isolana

Protetta. Solo il rispetto da parte di ciascuno

ne rappresenti le esigenze turistiche. Il livello

delle autonomie dell’altro può consentire al

scientifico deve avere un ruolo da protagoni-

Regno di Nettuno di essere tra i protagonisti

sta, da vero motore delle iniziative. Quello am-

del rilancio dell’isola di Ischia, e magari della

ministrativo dovrà controllare la coerenza tra

definitiva consacrazione di Procida.

Voglio premettere il motivo per cui io, impren-

le iniziative dell’AMP e le esigenze di fruizione

Ci si avvia ora ad una ripartenza, non sappia-

ditore turistico, sono interessato al destino

turistica dell’isola, avendo la facoltà di limitare

mo ancora bene come e neanche esattamente

dell’AMP, perché ho impiegato tanto inchio-

divieti e regolamentazioni di qualsiasi natura,

quando, cioè se subito o dopo il tempo neces-

stro per essa, o se preferite tanto tempo al mio

segnalando i casi in cui diventassero realmente

sario ai ricorsi. Ma, indipendentemente dal mo-

computer. In estrema sintesi ritengo che Ischia

improponibili.

mento in cui ciò potrà avvenire, facciamo teso-

abbia bisogno di essere rilanciata partendo da

Il Consorzio che ha gestito sinora l’Area Marina

ro degli errori sin qui commessi e cerchiamo di

quello che maggiormente chiede la clientela in-

Protetta poteva e doveva rappresentare questo

creare un organismo bilanciato ed equilibrato

ternazionale, che poi è anche un suo punto di

compromesso. Purtroppo così non è stato: nei

tra scienza ed esigenze turistiche, tra necessi-

forza: la bellezza dei suoi elementi naturali, cioè

fatti si è dimostrato sbilanciato contro la parte

tà di conservazione-protezione e fruizione dei

mare, acque termali, boschi. Non dimentico le

scientifica rappresentata dal dott. Strada, ac-

beni ambientali. Sinora abbiamo assistito ad

altre eccellenze isolane quali l’enogastronomia

cusato e poi licenziato a seguito di svariati epi-

uno spettacolo in cui le diverse anime hanno

o i suoi giacimenti culturali come il Castello o

sodi che, francamente, a me come a molti altri

suonato in modo scoordinato e disarmonico. E’

Villa Arbusto, ma quello che forse ha maggiore

sono sembrati poco significativi, così da indurre

imperativo trasformare le recenti stonature in

bisogno di rilancio è il comparto naturalistico

il forte sospetto che ci fosse una strategia per

un’unica grandiosa, armonica sinfonia. La bel-

dell’isola. E che questa sia una richiesta pres-

allontanarlo. Probabilmente non era vero, ma

lezza del territorio ci fornisce tutti gli strumenti

sante della nostra clientela è molto più che una

deve essere sembrato così anche al Ministe-

per farlo, spetta a noi suonarli in modo giusto,

mia opinione, è il risultato di quintali di ricerche

ro, che ha revocato la gestione al Consorzio.

così da attrarre sempre più persone sulla nostra

effettuate da fonti indipendenti ed autorevolis-

Andranno avanti le carte bollate, da parte del

isola. E su questa pietra fondante, costruire il

sime. Ma per venire incontro alle richieste di un

dott. Strada contro il Consorzio e di quest’ulti-

suo rilancio turistico.

text_Giancarlo Carriero

pubblico sempre più informato e consapevole non basta solo dire “Noi proteggiamo la Natura”, bisogna anche farlo. Altrimenti, se cioè promettiamo ma non facciamo, rischiamo di indurre delusione nei turisti che a quel punto, forse, ci abbandoneranno definitivamente. Ora però, penso che non si debba essere ipocriti. Rilanciare le bellezze naturali dell’isola significa necessariamente accettare qualche limitazione per chi ci abita e ci lavora, e anche per i turisti stessi. Non si può parlar male del traffico e poi pretendere di utilizzare l’auto anche per poche centinaia di metri, reclamare l’aria pulita e poi andare in giro con un SUV, chiedere mare incontaminato e distruggere la Posidonia con la propria àncora; e tanti esempi si potrebbero aggiungere. Ma d’altronde non possiamo neanche pensare di raggiungere il livello di protezione naturalistica di un’isola come, ad esempio, Montecristo: quella è un’isola disabitata, e penso che nessuno abbia in mente tale modello di sviluppo per Ischia! Non porterebbe a nulla cercare di ottenere da un’isola che in estate conta diverse centinaia di migliaia di abitanti,

27


N A T U R E

i

LO STATO DI SALUTE DELLE SPIAGGE ISCHITANE text_Silvia Buchner e Gennaro Sarnacchiaro

28 Le spiagge dell’isola d’Ischia stanno cambiando, scompare la sabbia,

complesso qual è quello della spiaggia che, nella sostanza, è costituito

franano i costoni e, se è pur vero che modificazioni morfologiche sono

da un equilibrio negli apporti di materiale solido - la sabbia - che altro

inevitabili, sembra evidente che negli ultimi anni si sia instaurata una

non è che il risultato della lavorazione ad opera del mare di terreno e

tendenza alla disgregazione di un patrimonio naturale che è di primaria

frammenti di roccia. In altre parole, la sabbia non è sempre stata dove

importanza per il turismo e l’identità dell’isola. Le rilevazioni sistematiche

si trova, ai Maronti, a Citara o alla spiaggia della Mandra ci è arrivata

eseguite dall’Istituto per l’Ambiente Marino e Costiero del CNR e dall’Au-

e vedremo da dove, e la presenza di fattori favorevoli (correnti, venti,

torità di Bacino della regione Campania mostrano chiaramente che una

ripari naturali costituiti da promontori, ecc.) ha consentito la formazione

serie di fattori concomitanti ha reso sempre più fragile un organismo

dell’arenile, che praticamente in tutti i casi delle spiagge isolane si trova

Ripascimento 2003

Estate 2015


In queste pagine: la spiaggia dei Maronti com’è oggi e, nella foto a sin. in basso nella pag. di apertura, è evidente l’ampiezza guadagnata dopo il ripascimento eseguito circa 12 anni fa. Da notare i tornanti che portano al lido e il sistema di reti di protezione delle pareti, necessario a rendere sicura la strada e le strutture che si affacciano su di essa.

lì quanto meno da secoli. Il principale alimentatore delle spiagge ischitane è il loro retroterra, costituito da colline, pareti rocciose, terreni, valloni, tutte aree che per la loro stessa costituzione hanno garantito per lungo tempo un regolare apporto di quei materiali che il mare si sarebbe poi incaricato di trasformare in sabbia. La presenza del mare, d’altra parte, rende le spiagge un ambiente soggetto a mutamenti stagionali: d’inverno sono battute dai marosi e perdono la loro sabbia che, però, viene di solito riportata dal mare stesso nella stagione successiva. Oggi, su molte spiagge dell’isola d’Ischia questo meccanismo si è inceppato e la conseguenza, che

significa una perdita secca di immagine e appeal per un’isola che di tu-

sta assumendo connotati drammatici in tempi assai veloci, è che scema

rismo balneare sostanzialmente vive. Ma c’è di più: perdere le spiagge

sempre più l’apporto di nuova sabbia e la poca che c’è quando viene

vuol dire privarsi di una fondamentale difesa dall’erosione delle coste

trascinata via dal mare in inverno, nella stagione successiva non viene

su cui sorgono, perché con la loro presenza attutiscono notevolmente

restituita: ne consegue che nel giro anche di soli 5-6 anni i litorali hanno

l’impatto demolitivo delle onde sul territorio circostante. Perdere questa

cambiato volto. Esaminiamo le ragioni di quanto accade. L’apporto di

sorta di cuscino naturale significa aggiungere un ulteriore, grave tassello

materiali che diventeranno sabbia si è drasticamente ridotto a causa di

che contribuisce a demolire le nostre coste, costituite spesso da materiali

una serie di interventi compiuti alle spalle delle spiagge per le ragioni

teneri dal punto di vista geologico e che, quindi, sentono duramente

più varie, alcune sicuramente legittime e necessarie, altre decisamente

l’impatto delle modificazioni che stanno avvenendo, favorendo feno-

meno. Primo responsabile è la continua cementificazione: la creazione

meni franosi della cui portata ancora non siamo in grado di valutare le

di edifici, ma soprattutto di parcheggi ed aree asfaltate subito a monte

conseguenze. Si è innescato dunque un circolo vizioso che adesso risulta

delle spiagge e l’eliminazione (o ostruzione o limitazione, a secondo dei

difficile spezzare, e i tentativi di riparare ai danni si stanno rivelando ro-

casi) dei tanti canaloni naturali o alvei presenti in tutta l’isola e che indi-

vinosi. La scelta pressoché unica che è stata fatta in questi anni nell’isola

rizzavano verso la costa le acque piovane e i detriti di terra e roccia da

d’Ischia, con l’eccezione parziale della spiaggia dei Maronti e di quella di

esse trasportati, impediscono il regolare e continuo ripascimento natu-

S. Montano come vedremo, è di realizzare imponenti opere a mare sotto

rale che avveniva in precedenza. Non è un caso che spiagge ampie come

forma di scogliere, e muraglioni a terra: diciamo subito che purtroppo il

i Maronti abbiamo alle spalle addirittura una serie di questi canaloni (le

bilancio di questi interventi è fallimentare e in alcuni casi disastroso, in

cosiddette cave) e che la spiaggia del Lido a Ischia (anch’essa in buona

particolare, per quanto riguarda le scogliere. Queste ultime sono, infatti,

parte oggi penosamente depauperata e in molti tratti del tutto scompar-

strutture che andrebbero posizionate solo dopo accurati studi delle cor-

sa) accolga “la foce” del Rio Corbore, un ex alveo spontaneo che dalla

renti che governano gli specchi d’acqua, compiuti da specialisti compe-

zona di Barano scorre fino ad Ischia e che oggi, però, è tombato sotto le

tenti, con le strumentazioni adatte ed eseguendo misurazioni ed analisi

strade e ridotto praticamente a canale fognario.

almeno nel corso di un anno, per comprendere tutte le stagioni climati-

Meritano un discorso a parte realizzazioni come muraglioni e terrapieni

che. Si assiste invece alla posa di scogliere dalla notte al giorno, una sorta

artificiali che sono presenti ovunque a monte delle spiagge (l’esempio

di abusivismo del mare, senza studi preliminari (o con studi sommari), ad

più evidente è lungo i tornanti che conducono alla spiaggia dei Maronti),

opera sempre più spesso di privati che intendono difendere singoli tratti

a protezione di alberghi, ville, terreni, strade: essi sono, infatti, indispen-

di costa lunghi anche poche decine di metri, perché al di sopra vi sorge

sabili per garantire la sicurezza di persone e cose, tuttavia, è chiaro che

una villa o un albergo, o davanti si trova uno stabilimento balneare senza

bloccano, oltre a massi e frane, anche un corretto apporto di detriti alle

tener in alcun conto delle conseguenze che ciò comporta. L’Autorità di

spiagge. Diverso il discorso per le aree asfaltate e cementificate fino a

Bacino, l’organismo regionale preposto al controllo del territorio finaliz-

ridosso dell’arenile (è molto evidente a Citara ma anche a S. Francesco, a

zato alla difesa del suolo, che regolarmente visita le nostre coste, ad ogni

Forio): in quei casi si rischia, in prospettiva, di trovarsi comodi parcheggi

perlustrazione individua nuove scogliere, che sono state collocate senza

destinati a spiagge che si riducono sempre di più, con la conseguenza

neppure segnalarlo e spesso sono prive dei certificati di agibilità.

che diminuiranno inevitabilmente anche i bagnanti che di quei parcheg-

L’uso delle scogliere, se rigorosamente regolamentato, è positivo: il loro

gi, hotel, luoghi di ritrovo dovrebbero fruire! Perdere le spiagge, infatti,

compito dovrebbe essere di difendere le coste (e le spiagge) attenuando


l’impatto delle onde che, “rotte” dall’ostacolo arrivano a terra avendo

Tuttavia, come per le scogliere, anche un ripascimento realizzato senza

perso una parte della loro potenza distruttrice. Ma se vengono calcolati

attente valutazioni tecnico-scientifiche può essere fonte di seri problemi,

male altezza, larghezza, distanza dalla costa, posizione della scogliera,

per più ragioni. Da una parte, il ripascimento è un’operazione economi-

essa non potrà svolgere il compito per cui è stata posata (è questo il caso

camente onerosa, quindi va preservato, altrimenti nel giro di pochi anni

delle barriere soffolte, cioè messe sotto il pelo dell’acqua, di fronte ai

si rischia di vederlo disperso; dall’altra, poiché si tratta di un intervento

Maronti e che risultano nella sostanza inutili perché così come sono non

esterno che impatta su un habitat articolato, che si compone di una par-

riescono a attenuare la potenza dell’onda). Ma la cosa più grave è che

te emersa ed una sommersa (l’arenile e i fondali contigui), deve essere

scogliere calcolate male da elemento positivo possono trasformarsi in

compatibile con il contesto esistente. Nell’isola d’Ischia sono stati ese-

fattori fortemente negativi, perché influiscono pesantemente sulle cor-

guiti due ripascimenti importanti, alla spiaggia di S. Montano, a Lacco

renti che si muovono sotto costa e che sono assolutamente indispensabi-

Ameno, e ai Maronti, a Barano. Quest’ultimo, in particolare, realizzato

li per garantire il ritorno stagionale della sabbia che le tempeste invernali

nel 2003 all’indomani di una terribile mareggiata che spazzò via tutto

hanno portato via. Quando questo flusso libero delle correnti viene de-

l’arenile, ha retto bene, anche se in località Fumarole (verso S. Angelo) la

viato e/o interrotto da scogliere e pennelli accade ineluttabilmente che la

spiaggia arretra a causa di una scogliera mal posizionata (!) e sicuramen-

sabbia scompaia: spesso i gestori degli impianti balneari e i sub raccon-

te le strutture che chiudono il porto del piccolo borgo condizionano ne-

tano che rimane depositata appena a qualche centinaia di metri al largo

gativamente la spiaggia più grande dell’isola d’Ischia, interferendo con

delle spiagge, bloccata oltre le scogliere che le spiagge avrebbero dovuto

il libero flusso della corrente sotto costa, essenziale - ricordiamolo - per

proteggere e che si sono trasformate in un ostacolo insormontabile al

riportare a terra la sabbia sommersa. Tuttavia, il caso dei Maronti costi-

ritorno della sabbia. E’ questo il caso della spiaggia degli Inglesi, a Ischia,

tuisce un esempio emblematico di come siano delicati i ripascimenti: la

dove ai lati della rada in cui sorge sono spuntate numerosissime strutture

sabbia infatti, fu prelevata senza una corretta analisi granulometrica, in-

a mare posizionate in modo arbitrario, a difesa di singoli tratti di costa dalla località Castiglione fino ai confini con il porto - e che hanno avuto la conseguenza di privare del tutto la spiaggia della sua sabbia, che in parte si trova al largo e in parte si è spostata verso spiagge limitrofe, fenomeno questo molto frequente quando si sconvolge l’equilibrio degli arenili. Anche la spiaggia del Lido, sempre a Ischia, vede il tratto chiamato di S. Pietro crescere, mentre quelli che vanno fino a Ischia Ponte sono sempre più depauperati. E’ evidente che la concomitanza di più fattori negativi (diminuito apporto di detriti, scogliere mal posizionate, conseguente erosione della costa provocata dai marosi) ha sconvolto l’equilibrio naturale su molti lidi al punto che esso non è in grado di ricostituirsi da sé: è necessario, quindi, un intervento esterno, cioè il ripascimento.


dispensabile per scegliere una sabbia che sia compatibile con quella che già costituisce naturalmente la spiaggia. Ciò ha comportato che per anni siano rimaste in sospensione nell’acqua minuscole particelle che l’hanno resa torbida oltre il normale: ciò condiziona negativamente la vita di fauna e vegetazione marina e influisce sull’aspetto del mare e quindi sul piacere che dà a chi fa il bagno. Selezionare una sabbia che sia il più possibile affine a quella della spiaggia è quindi un passaggio essenziale, mentre oggi sempre più nell’isola si parla di ripascimenti da eseguire con sabbie addirittura portate da cave della terraferma. Gli studiosi su questo punto sono concordi: bisogna adoperare una sabbia del posto, prelevata a largo delle spiagge con i necessari accorgimenti (altrimenti si devastano habitat unici come la prateria di posidonia che si trovava davanti ai Maronti, e fu distrutta nel 2003 dalle benne che prelevarono la sabbia per il ripascimento), e non ricorrere a minerali che vengono da fuori con tutte le incognite di turbamenti ambientali che comportano, non ultima anche la presenza di elementi inquinanti. Se, dunque, appare chiaro che per aver eseguito interventi senza criterio

Pag. accanto: in alto Citara, è molto evidente la quantità di edifici, stabilimenti, parcheggi che incombono sulla spiaggia, che si sta riducendo sempre di più. In basso, Cava dell’isola, dove interventi maldestri hanno pregiudicato la stabilità del costone alle spalle dell’arenile. Sopra: la spiaggia degli Inglesi a Ischia, è praticamente già scomparsa.

sia a terra che a mare lungo ampi tratti di litorale, oggi tutti i comuni dell’isola si ritrovano spiagge fantasma, è altrettanto chiaro che cercare di porre riparo senza studi preliminari e senza progetti concepiti da persone esperte può solo peggiorare le cose. Privati, imprenditori, concessionari degli stabilimenti balneari, amministratori, tecnici comunali - che sono i protagonisti di questo che rischia di diventare un vero “dramma” - devono smettere di muoversi guardando solo al piccolo tratto di spiaggia che per una ragione o per l’altra li interessa, per entrare nell’ordine di idee che investire in progetti seri, lungimiranti, che tengano nel necessario conto le complesse variabili che si innescano quando si agisce su un habitat naturale, è l’unico modo per salvare un patrimonio altrimenti destinato a perdersi. Forse per sempre.

Gennaro Sarnacchiaro ---------------------------------------------------------Gennaro Sarnacchiaro è geologo, specializzato in geologia marina e tecnologo presso l’Istituto per l’Ambiente Marino e Costiero (IAMC) del CNR di Napoli, che fa ricerca e ricerca applicata per sviluppare sistemi innovativi per la gestione delle zone costiere (geologia e cartografia tematica, geologia ambientale, valutazione dell’impatto antropico in aree sensibili e porti) e per la valutazione e previsione di rischi naturali lungo i litorali. Il dr. Sarnacchiaro cura, fra l’altro, lo sviluppo di programmi di ricerca nazionale ed internazionale e di iniziative inerenti alla valorizzazione del ruolo della geologia come strumento di supporto alle amministrazioni locali per la salvaguardia dell’ambiente.



F A S H I O N

i

AURORA CERVERA PALMA DI MEGLIO

33


AD & PHOTO_Riccardo Sepe Visconti MODEL_Aurora Cervera e Palma Di Meglio MAKE UP_Nancy Tortora per Aglaia, Ischia HAIR_Peppe Cirino per Cirino Bros, Ischia DRESS&SHOES_La Caprese Pi첫 Boutique, Ischia JEWELRY_Bottiglieri Gioielli, Ischia ASSISTANT_Claudia Rech LOCATION_Lungomare di Ischia e Forio


Abiti Twenty Easy, clutch Liu Jo; per entrambe le ragazze, gioielli tutto Malafimmina.


Per entrambe, miniabito, t-shirt e shorts Imperfect, sandali Espadrilles, borse Pandora Numero 22; orecchini e anelli APM Monaco, orologi Alchemist, occhiali Nanoblok.


37



39


A sin. completo Twenty Easy, gioielli Rebecca, orologio Colonna; a ds. slim Imperfect, giacca Twenty Easy, gioielli Rebecca, per entrambe sandali Espadrilles.

40





AD & PHOTO_Riccardo Sepe Visconti | MODEL_Maria Della Confusione | MAKE UP_Nancy Tortora per Aglaia, Ischia | HAIR_Raffaella Tortora per Aglaia, Ischia | DRESS_Peserico - Il Mughetto, Ischia | ASSISTANT_Dayana Chiocca e Claudia Rech LOCATION_Borgo di S. Angelo


C O V E R

i

45

MARIA DELLA CONFUSIONE



47



Tutti gli abiti fotografati sono di Peserico - Il Mughetto.

49



51



A R T

i

JEAN-MARIE MANZONI text_Silvia Buchner


54 L’

essenza. Del movimento, della poten-

cese, i funerali di De Gaulle, la guerra dei sei

- ciò richiede grandissima esperienza. Nel suo

za, della bellezza. L’equilibrio dello

giorni, i giochi olimpici. Una foto di reportage,

laboratorio, poi, seleziona e lavora le immagi-

spazio in cui le figure vengono colte:

al di là del fatto che deve costituire una do-

ni con Photoshop, virando le foto in bianco e

Jean-Marie Manzoni insegue questi obiettivi

cumentazione, contiene una sua dose di ambi-

nero e intervenendo sui parametri digitali dello

scattando migliaia e migliaia di foto e sceglien-

guità, perché ha sempre un taglio che esprime

scatto, per avere esattamente l’intensità e la

done solo cinque o sei in un anno di lavoro.

il pensiero, i sentimenti (spesso la tesi che si

profondità dei neri desiderate e, più in genera-

Gentile, affascinante il suo italiano parlato con

vuole dimostrare), con cui il fotografo giunge

le, il giusto contrasto che consenta di leggere

accento francese, ha scelto tanti anni fa Ischia

davanti al suo soggetto”. Ed è per questo, for-

solo i dettagli sui quali l’artista vuole focalizza-

come uno dei fulcri di una vita da cittadino

se, che ad un certo punto ha preferito dedi-

re l’attenzione di chi guarda. Ma puntualizza,

del mondo. Figlio di genitori italiani emigrati

carsi solo a splendidi oggetti come gli orologi.

“devo ottenere già dallo scatto ciò che consi-

in Svizzera, a dieci anni la madre lo mandò a

Ma quando può fare ciò che davvero gli piace

dero essenziale”: il movimento allo stato puro,

vivere da solo presso una famiglia di Forio, per

Manzoni riprende a essere un reporter, senza

la forma, che deve essere asimmetrica, oppure

curare con il sole e il mare la gracilità del suo

però la tensione di dover portare in redazione

un momento statico, che abbia un perno su

fisico. E’ a quell’antico periodo che risale il le-

un’immagine a tutti i costi, e sceglie di vivere

cui si fonda la sua espressività. Quindi un’ala

game con l’isola (per quanto sia stato un trau-

altre tensioni. I protagonisti della sua instanca-

aperta, un corvo in picchiata, un becco o degli

ma passare dalla Svizzera a un paesino del Sud

bile ricerca dell’essenza del movimento, della

artigli lanciati a catturare la preda, la maschera

Italia dei primi anni ’50), che lo ha spinto, tanti

forza, della bellezza sono infatti gli animali

di un barbagianni che scruta la notte riemer-

anni dopo, a costruire a Forio la sua bella casa.

selvaggi, leoni, bisonti, orche, meduse e tanti,

gono dalla sua elaborazione di artista talvolta

Lì conobbe Gino Coppa, pittore e fotografo fo-

tanti uccelli. Insieme alla moglie Maggie, che

come puri segni nello spazio, talaltra come

riano, dieci anni più di lui, che esercitava con

collabora con lui - bellissima l’intesa che hanno

quadri, ritratti dell’eleganza - nel piumaggio

il piccolo Jean-Marie il suo francese e, soprat-

e che si percepisce con chiarezza incontrando-

di un cormorano che sembra in posa anche se

tutto, insieme facevano fotografie. E fotogra-

li - va a cercarli nel loro mondo, in Africa, in

non lo è, o in un leone il cui mantello si fonde

fo professionista Manzoni lo è diventato, co-

California, in Alaska, dove d’estate da qualche

e confonde con l’erba della savana. Tutta que-

struendo la sua vita professionale in ambiti che

anno si dedica in particolare alle aquile dalla te-

sta energia intrappolata nelle foto Manzoni la

sono agli antipodi: prima fotoreporter per una

sta bianca e agli orsi grizzli. Ritrarre gli animali

sedimenta, la rielabora, la rivive per tirare fuori

testata giornalistica ginevrina, poi autore di im-

significa imparare le loro abitudini, attenderli

le sue opere nella casa di Forio, che ha ideato

magini in still life per grandi aziende svizzere

per ore presso un fiume o lungo una pista per

e costruito personalmente, tagliando da sé il

produttrici di orologi di lusso. Fare il reporter

poi avere pochi secondi a disposizione per scat-

tufo che riveste i viali del giardino, realizzando-

è un lavoro in cui sei sempre sul filo del rasoio.

tare, per cogliere l’essenza. Jean-Marie Manzo-

la come paradigma di un mondo, questa volta

“Devi tornare indietro con una foto degna di

ni fotografa a mano libera, con impostazione

non esotico ma vicino, familiare, quello del sud

essere pubblicata, sei in competizione con altri

totalmente manuale, calcolando la distanza a

- fatto di intonaci bianchi, tetti a volta, piante

grandi fotografi e questo è molto stressante:

cui si muoverà il soggetto prescelto, e nel caso

aromatiche e una veranda coperta da un glici-

ho ritratto John Lennon, scattato il ’68 fran-

del volo degli uccelli - particolarmente veloce

ne sontuoso - che lui uomo del Nord ama.



56





La forza natur ale dell’ala consiste nel condurre in alto ciò che è pesante, sollevandolo laddove abita la stirpe degli dei; perciò essa, fr a tutto ciò che ha a che vedere con il corpo, è in un certo senso la parte che più è stata partecipe del divino. (da Fedro di Platone)

60





64



F A S H I O N

i

STRADAFACENDO: IL GIOCO DELLA MODA text_Annamaria Rossi

E’ una moda giovane, veloce, attenta a quello che succede. Una moda riconoscibile, dall’effetto desiderio: quello che si sviluppa quando si nota un abito indossato da una persona per strada e ti fa sentire la necessità di averlo uguale o simile a tua volta. Una moda che si rinnova tutte le settimane, che rende le boutiques sempre diverse e cariche di attrattive, per dare la possibilità di realizzare un total look egreStradafacendo inizia... diciotto anni or sono,

altri punti vendita per l’abbigliamento e gli ac-

giamente accessoriato. Per le ragazze nuances

quando Vito Del Deo apre Novantesimo Minu-

cessori, uno declinato al maschile e l’altro al

vivaci, attuali e linee accattivanti, estrose scar-

to, uno dei più forniti, allora come oggi, sport

femminile. E sempre Stradafacendo, anche

pe e luccicanti pochettes. Per le signore toni,

store dell’isola. In piazza Marina a Casamiccio-

nel cuore dello shopping a Ischia Porto, scar-

forse, più sobri, ma sempre con un tocco tren-

la, rivenditore autorizzato dei migliori marchi

pe sportive e non, abbigliamento e accessori.

dy, bellissime borse, scarpe e cinture divertenti,

per lo sport ed il tempo libero - tra i principa-

Vito Del Deo ha fatto molta strada, riscuoten-

l’opportunità di sentirsi più attraenti, più disin-

li Adidas, Converse e Nike - vi si può trovare

do sempre molto successo con le sue proposte:

volte e libere. Per l’uomo, le giacche classiche

una moltitudine di proposte, che lo rendono un

le boutiques sono allegre, eleganti, suddivise

e quelle destrutturate, da associare a pantaloni

punto di riferimento importante per gli appas-

per colori e settori, spaziando dal trendy più

di lunghezze diverse, con fantasia. Spettacolari

sionati dello sport. Dalle scarpa e attrezzature

contemporaneo all’abito da cerimonia. Essen-

i mocassini colorati che rinnoverebbero anche

per uno sport specifico alla tuta modaiola da

do l’imperativo di quest’anno il colore in ogni

un completo molto agèe.

passeggio, passando per le innumerevoli sni-

sua declinazione, qui veramente c’è ogni sfu-

E’ difficile entrare da Stradafacendo con il pro-

kers è un tripudio di colori e di gomma, e viene

matura cromatica, nei tessuti e nei pellami dei

posito di acquistare un golfino ed uscirne sen-

voglia di correre solo per poter indossare quelle

tantissimi accessori. Insoliti abbinamenti cattu-

za essersi lasciati tentare da qualcosa d’altro,

bellissime scarpe sportive di pizzo bianco. Vera

rano l’attenzione ed invogliano ad indossare un

impossibile non innamorarsi di un accessorio

tentazione. Stradafacendo, poco più avanti sul

abito che, oltre a dare sicurezza, possa trasfe-

originale che può rendere alla moda un abito

corso Luigi Manzi, sempre a Casamicciola, due

rire voglia di vivere a trecentosessanta gradi.

che già si possiede, impossibile lasciare appesa quella giacca che potrebbe con un tocco di originalità rinnovare un pantalone classico. Questo succede Stradafacendo, in uno qualsiasi dei negozi che portano questo nome.


F A S H I O N

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67 VALERIA BARRETTA

Tuta Strada Facendo, gioielli tutto Rebecca.


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Giacca, top, shorts e sandali Strada Facendo, gioielli Rebecca.


AD & PHOTO_Simone De Sanctis | MODEL_Valeria Barretta | MAKE UP_Nancy Tortora per Aglaia, Ischia HAIR_Cristian Sirabella per Picasso Coiffeur, Ischia | DRESS&SHOES_ Strada Facendo, Casamicciola Terme JEWELRY_Bottiglieri Gioielli, Ischia | SPECIAL THANKS_Michele e Maddalena D’Ambra

E’ quando mi allontano, che devi venire a prendermi.


70 Bomber, gonna e tronchetti Strada Facendo; gioielli APM Monaco.


Non amo le tentazioni, sono le tentazioni ad amare me.


C’è chi cerca e chi invece aspetta di essere trovato.



Non perdo mai o vinco, o imparo. 74

Canotta, jeans e dĂŠcolletĂŠ Strada Facendo, bijoux Mercanzia, orologio Michael Kors.



ischiacitydivisionepubblicitĂ


A R T

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LA DIFFERENZA, LA FA IL CERVELLO

Moda,food. Gli scatti di Simone De Sanctis hanno conquistato l’isola e non solo,«sono un ambizioso e un grande competitivo, cerco di alzare sempre l’asticella e a rapportarmi con chi è meglio di me. Sono solo all’inizio voglio capire dieci mila cose ma ho imparato che se vuoi migliorare come fotografo devi interessarti anche a ciò che con la tua materia non c’entra nulla».

text_Isabella Puca

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Aveva 13 anni Simone De Sanctis quando iniziò a scattare in pellicola con la sua prima reflex, «Mio padre era un appassionato. Utilizzava una macchina analogica, ricordo che aveva ricreatola camera oscura in bagno e io stavo con lui, al buio, con la luce rossa accesa senza capire cosa stesse facendo». Abbandonata quella che sembrava essere solo una passione Simone per 10 anni è stato barman freestyle tra vari locali dell’isola guadagnandosi, nel 2006, il titolo di campione Aibes. Poi il matrimonio e, 9 anni fa, l’avvento del digitale che lo portò a trasformare una passione nel suo attuale lavoro. «È stata



una cosa graduale, - ci racconta - lavoravo ancora tra Alchemie e Dolce Vita (locali notturni tra Ischia e Forio n.d.r.) ma volevo imparare. Chiesi a Bruno Di Scala, che ha uno studio fotografico, se potevo accompagnarlo. Era agosto e lui volle una mano per i matrimoni». Due anni fa la scuola di fotografia pubblicitaria di Napoli e un’amicizia, che diventa poi una collaborazione, con Eugenio D’Orio e Carlo Rossi. L’ultima campagna pubblicitaria che hanno creato insieme porta il nome di Rocco Barocco. Con Michele Cozzolino e l’App studio a Napoli si occupa, invece, di food. «L’avvento del digitale – racconta Simone - è stato positivo secondo me. Una volta bastava sapere la tecnica, magari poi non eri creativo ma avevi l’attrezzatura e quella, un tempo, faceva il fotografo. Con l avvento del digitale la fruibilità della fotografia è diventata alla portata di tutti quindi anche chi non ha tecnica riesce a emergere. In realtà la differenza la fa il cervello, la creatività, la ricerca, l’estro». Il mondo della rete è fatto ormai di sole immagini; ci pervadono alle volte ne siamo sopraffatti e in molti si divertono a scattare, usare filtri e aggiungere un copyright. «Non posso mai dimenticare che comprai la Reflex digitale e incontrai Oscar Pantalone a Ischia Ponte. Gli feci vedere la macchina, lui mi guardò e mi disse “Aee, siamo tutti fotografi!” Quella frase mi spense ma fu un’ analisi vera perché in quel periodo, parlo di 3,4 anni fa, tutti compravano la Reflex». Da prodotto di settore, visibile solo su riviste specializzate,

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ora la fotografia d’autore ha conquistato il web divenendo oggetto di studio di chiunque affronti la materia con serietà, «credo che la fotografia completa – ci spiega Simone – sia quella di moda, quella commerciale, per la ricerca che c’è dietro. Si parte da un’idea,da una storia che si vuole raccontare e da lì colleghi una modella, dei vestiti, il trucco e il parrucco. Arrivare allo scatto finale, il click, è la cosa minore». Per Simone un’immagine è soprattutto interpretazione e da anni ormai si esprime esclusivamente con i suoi scatti. Con un gruppo di ragazzi ischitani ha creato un’agenzia di comunicazione con la quale stanno iniziando a muoversi in tantissime direzioni, sottolineando il discorso della qualità che inizia a premiare il loro lavoro. «Chi è il fotografo? Per me è una persona soprattutto umile. Qualcuno che porta avanti dei lavori con grande semplicitàe un risultato eccellente». Il primo lavoro importante pensato e realizzato interamente da lui è racchiuso in un’immagine affissa al muro del suo studio, il titolo è “Bogart” e l’ ambientazione è tutta anni ’50. Una donna in penombra, un trench e una veneziana che ricorda un ufficio di investigazione. «Appena uscito da scuola – racconta ancora Simone - feci le copertine per il catalogo vacanze di Imperatore Travel, fu quello il primo lavoro importante ma ancora mi imbarazzo ai matrimoni. Entri nelle case della gente e trovi delle realtà assurde così come i personaggi tipo che incontri in tutte le famiglie come lo zio che fa le battute sceme». Quella frase detta da Oscar Pantalone, un’ artista molto conosciuto e apprezzato in questo settore e in ambito musicale, il primo giorno che arrivò la Reflex, ha segnato Simone che da allora si impegna ogni giorno di più in ciò che fa. Uno degli ultimi lavori è legato al food. Sul set, fatto di pasta e farina, lo chef Nello Patalano con dei ritratti freschi, dinamici e divertenti che hanno dato vita al progetto “Gourmet in movimento”. «La moda del food è scoppiata con i Social Network; immortaliamo tutto e alcuni ristoranti hanno allestito un mini set per i piatti. Fotografare il cibo è bellissimo, ed è la cosa che più mi piace. Con lo chef Patalano abbiamo ricreato una storia a 360° con i suoi piatti e poi sto lavorando a una serie di foto da food d’arredamento dove vedrete uno spicchio d’ aglio assumere le forme di un veliero». Tra i suoi sogni c’è quello di viaggiare scattando in giro per il mondo, tra i progetti futuri il discorso legato all’agenzia e tanti set da organizzare. «Cosa rappresenta per me la fotografia? É storia. Sia nella vita che nel lavoro, guardandole trovi il racconto della società, di come era e di come è».


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P O L I T I C S

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ANTONIO POLITO interview_Riccardo Sepe Visconti

POCO PRIMA DI DIVENTARE VICEDIRETTORE DEL CORRIERE DELLA SERA, ANTONIO POLITO, CAMPANO E DIRETTORE PER OLTRE UN ANNO DEL CORRIERE DEL MEZZOGIORNO, DORSO REGIONALE DEL PRIMO GIORNALE D’ITALIA, CI HA RILASCIATO QUESTA INTERVISTA, IN CUI CON LUCIDITÀ E SENZA MEZZI TERMINI PARLA DEL SUD ITALIA, DELLA CITTÀ DI NAPOLI E DEL RUOLO CHE GIOCANO IN QUESTO MOMENTO NELLA POLITICA ITALIANA E NEI PROGETTI DEL PREMIER RENZI.


Foto a ds.: il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca, in visita politica a Ischia con alla sua sinistra il sindaco Giosi Ferrandino e alla sua destra i consiglieri Gianluca Trani (in primo piano) ed Enzo Ferrandino.

Napoli è una città dannata?

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Come sindaco di Salerno ha realizzato il Crescent, le fontane, è andato

No, anzi è una città beata, l’Onnipotente le ha regalato una tale sporta

a prendere per le orecchie i vu’ cumprà, come governatore questo non

di ricchezze e di qualità che francamente non tutte le città possono dire

gli compete, non potrà realizzare eventi come Le luci d’artista, perché

di avere. Quindi, se “dannata” o beata” si riferisce alle qualità ricevute

rientra nelle competenze dei Comuni, non potrà andare in giro a fare lo

dall’Altissimo, è una città beata.

sceriffo perché per quello c’è la polizia e i carabinieri… La Regione non

Ma, direi che fra camorra, pessima amministrazione, cattiva politica, Na-

è un ente di gestione, è un ente di programmazione, legislazione e coor-

poli - e il Sud più in generale - sono molto indietro…

dinamento, e non ha budget perché l’80% di esso è

Questa più che una dannazione la definirei una fe-

assorbito dalla sanità ed è commissariato (e tale reste-

queste condizioni, sono piuttosto opera nostra, di noi napoletani ma anche di quanti fuori dalla città si sono rapportati con essa, perché va detto che decisioni che hanno condizionato la sua storia sono state prese a Torino, quando ci fu l’unità d’Italia, e poi a Roma, oggi a Bruxelles e sui mercati di Londra. Ma

La verità è che il Sud è alla periferia dei pensieri di Matteo Renzi. Il cuore dei suoi pensieri è il consenso e la battaglia per il consenso si combatte su altri terreni.

si tratta pur sempre di decisioni prese dagli uomini, quindi non mi sento di usare l’espressione “dannata”, dire che sicuramente Napoli si è fatta molto male nel

rita auto inflitta, non è il destino che ci ha messo in

rà per i prossimi anni). L’Ente Regione può orientare lo sviluppo della Campania, per esempio decidendo di concentrare i fondi europei su un solo progetto da qui a venti anni, come la metropolitana regionale. Altra incognita di De Luca, è che lui si muove bene quando sta nel suo ambiente, circondato dai suoi fedelissimi, con intorno una stampa che essendo provinciale ha meno peso; non a caso appena è finito sotto i riflettori della stampa nazionale la sua immagine ne è uscita disastrata.

corso della sua storia.

Il Corriere del Mezzogiorno è un osservatorio privilegiato sia del-

Come potrebbero essere d’aiuto alla città giornali prestigiosi

la situazione politica che dell’andamento economico di Napoli e

come il Corriere del Mezzogiorno?

della regione Campania: quali errori pensi che siano stati fatti e

Sono convinto che ci sia un solo modo in cui i media possono aiutare la

come si può invertire la rotta?

città, e cioè dicendo la verità. Penso che a Napoli, come a Bogotà o a

“Vaste programme” avrebbe detto De Gaulle! Esiste una serie di pro-

Londra, non esista un modo diverso di aiutare la propria città per un me-

blemi che trovano la loro soluzione su una scala più vasta, per esempio

dia, non si deve avere paura di dire la verità, quindi non si deve essere le-

quello dei finanziamenti pubblici, fondamentale perché una delle prime

gati a nessun potere che impedisca di dire la verità, non si deve prendere

azioni per far ripartite l’economia, e quindi creare lavoro, è investire. Nel

denaro da nessuno. Naturalmente, ognuno riesce a vedere una verità più

Mezzogiorno, i privati lo fanno poco e sarebbe necessario che i poteri

di altre, ha una sua visuale, ma per questo esiste il pluralismo dell’infor-

pubblici si caricassero di questo compito: lo Stato italiano non è più in

mazione. E la verità va detta portando alla luce anche le colpe che sono

grado di farlo, non resta che l’Europa. Infatti, in questi anni la grande

interne al Mezzogiorno mentre si tende abitualmente a denunciare le

partita nel Sud si è giocata intorno ai fondi europei che però spesso sono

responsabilità esterne sui media del Sud, tuttavia senza grandi effetti sul

stati regalati o gettati dalla finestra. Anche se ci sono progetti vitali per

dibattito nazionale, dove il tema del Mezzogiorno è praticamente scom-

una città come Napoli finanziati dall’Europa, per esempio la metropolita-

parso. Con “responsabilità interne” mi riferisco alle colpe di una classe

na, che è un servizio di qualità europea, un esempio di spesa corretta e

dirigente locale, non solo politica ma anche amministrativa, delle profes-

intelligente dei fondi dell’UE (per quanto almeno una quota delle azien-

sioni, degli imprenditori che ha estratto molte ricchezze, comportando-

de che vi hanno lavorato non sono meridionali). Invece, il quinquennio di

si troppo spesso in modo predatorio. E se non iniziamo a definire con

Caldoro troppo spesso si è caratterizzato per una distribuzione a pioggia

chiarezza le loro responsabilità nelle nostre denunce, facciamo un favore

di questi finanziamenti per progetti che spesso non sono sembrati di

a questi signori che continueranno indisturbati a sfruttare il territorio.

spessore, apparendo piuttosto come mance. In alternativa, altrettanto

Cosa pensi del neogovernatore De Luca?

spesso i fondi sono tornati indietro perché i progetti non rispondevano

L’ho definito il “notabile solo chiacchiere e distintivo”, è un classico per-

ai requisiti richiesti dall’UE oppure perché il nostro Governo ha tolto la

sonaggio della politica meridionale e, d’altra parte, lui è in politica da

sua quota di cofinanziamento, dovendo coprire con quel denaro altre

moltissimo tempo e si vede, sa solo parlare e vendere la sua immagine.

spese o perché, a sua volta, si è reso conto che le Regioni non sono in

Ma se pensa di poter essere governatore della Campania nello stesso

grado di gestirli bene. La conseguenza è che stiamo prosciugando, mal-

modo in cui ha guidato Salerno, si sbaglia di grosso, perché il presiden-

trattando, sprecando la sola fonte di investimenti pubblici che abbiamo,

te di Regione non ha nessuno dei poteri che spettano a un sindaco.

le uniche soluzioni che ci vengono in mente sono di usare questo denaro


per bonus vari da distribuire a destra e a manca. Altra priorità è rimettere

andare in giro a parlare. Sarebbe diverso se, invece, fosse un esponente

queste terre in condizione di parità con il resto d’Italia, così che possano

politico importante: quando la DC si occupava del Mezzogiorno non

essere attrattive per investimenti privati seri, non solo per chi prende gli

accadeva perché c’era il ministero preposto, ma perché molti politici di

incentivi pubblici per realizzare capannoni che poi danno alle fiamme e

peso venivano dal Sud e da lì prendevano i voti. Un tempo il politico

vanno via.

pugliese più importante era Aldo Moro, adesso è Fitto, in Campania era

Come si fa a riportare il Sud in Italia?

De Mita, ora è Caldoro! E - cosa ancora più grave - l’elettorato tende

Sradicando ogni forma di illegalità e di criminalità, impegnando le forze

sempre più a premiare personaggi folcloristici che si pongono all’oppo-

repressive dello Stato, facendo una battaglia culturale che deve essere in

sizione di Roma e questo ci isola ulteriormente: esempio emblematico il

primo luogo dei napoletani, che devono isolare il potere mafioso, come è

sindaco di Napoli Luigi De Magistris che nessuno conosce, e quando si

successo a Palermo, dove dopo l’uccisione di Falcone A Napoli questo non sempre accade, qui il potere camorristico è sentito come scontato, accettabile, quasi una forma di folclore, quasi un attributo positivo. E invece ci costa in una maniera spaventosa. Ancora: si deve pretendere dal governo centrale che smetta di sottrarre fondi, anche del welfare, al Mezzogiorno a vantaggio del centro nord. Da quando nel 1994 sono andati al potere Berlusconi e la Lega Nord - ma ades-

arrivi alle conferenze stampa prima dell’incontro. La

Da quando nel 1994 sono andati al potere Berlusconi e la Lega Nord - ma adesso con Renzi è lo stesso - la politica nazionale si è convinta che il Sud è una partita chiusa, un caso perso.

so con Renzi accade lo stesso - la politica nazionale si è convinta che il Sud è una partita chiusa, un caso

e Borsellino c’è stata una formidabile reazione civile.

presenta alle riunioni nella Capitale appare strano che verità è che viene solo a fare un po’ di platea, ma non ha un partito, non ha un parlamentare che sostenga le sue ragioni, e non è così che funziona: si devono avere dei capi politici appartenenti ai partiti che sono al Governo che siano impegnati sul Mezzogiorno e oggi purtroppo queste condizioni non ci sono. Esiste qualcuno peggiore di De Magistris? Certamente! Per esempio tutti quelli che favoleggiano di separarsi dall’Italia, che pensano che staremmo meglio se abbandonassimo l’euro: se si presenta una

perso, gli inglesi lo chiamano “basket case”, cioè una cosa che puoi solo

persona con queste idee, ma capace di fare una campagna elettorale, si

gettare nel cestino. Da allora, appunto, e sono 20 anni, tutte le politiche

rischia di ritrovarsela sindaco. Per me De Magistris è stato il nulla, io l’ho

per lo sviluppo sono state orientate al centro nord. Faccio un esempio:

scritto un attimo prima (e un attimo dopo) che fosse eletto; anzi, tutto

oggi stiamo festeggiando il fatto che il Governo ha introdotto gli incen-

sommato gli riconosco di aver promosso qualche iniziativa positiva, per

tivi per assumere con contratto a tempo indeterminato, e naturalmente

esempio la pedonalizzazione del lungomare, molto osteggiata dalle clas-

gli imprenditori, che stanno soprattutto al Nord, sono corsi a prendersi

si colte napoletane che abitano nel paradiso di Posillipo, alle quali non

questi 8mila euro di vantaggi fiscali per ogni assunto. Ebbene, gli sgra-

ha fatto piacere di essere obbligate a lunghi giri con la macchina. Questa

vi sono finanziati in grandissima parte con fondi tolti al Mezzogiorno.

iniziativa del Sindaco si può equiparare a quella di Bassolino che recupe-

Quindi, è una cosa ottima che i giovani del Nord vengano assunti, ma

rò piazza del Plebiscito alla città. Il problema vero di De Magistris è che

si deve sapere che ciò può accadere anche grazie al sacrificio del Sud.

è fuori da tutti i centri decisionali della città: tutta la programmazione

Lo stesso è accaduto quando durante la crisi economico-finanziaria del

urbanistica di Bagnoli (che copre un terzo della città) è in mano ad un

2008-09 (governo Berlusconi), i fondi di coesione per il Mezzogiorno fu-

commissario, è fuori dai teatri S. Carlo e Mercadante, è commissariato

rono impiegati per pagare la cassa integrazione straordinaria delle azien-

anche il porto, la riqualificazione dell’area di Bagnoli non è partita, anzi

de in difficoltà che si trovavano per lo più al Nord, naturalmente. Altro

Renzi non ha nemmeno nominato il commissario. Ebbene, un sindaco

caso di disparità nord-sud è nell’ambito della sanità, dove lo Stato eroga

che non ha nessun peso in questi ambiti cruciali per la città e nelle sue

i fondi alle Regioni secondo parametri in cui conta molto l’anzianità della

grandi istituzioni culturali non è niente e deve limitarsi a fare un po’ di

popolazione e al Sud i giovani sono di più che in regioni come la Liguria,

fescennini: le uniche attività in cui appare capace De Magistris, o meglio

per esempio, che quindi in proporzione riceve più fondi.

il fratello, che è il vero sindaco di Napoli, sono gli eventi in piazza.

Quindi, secondo te la scelta di creare un ministero per gli affari

Ho sperato che Renzi si muovesse per approssimazioni succes-

del Mezzogiorno è solo una presa in giro, un contentino?

sive e, per esempio, che dopo la relazione di Fabrizio Barca e il

Siccome è un ministero senza poteri reali, senza portafoglio, o il Ministro

commissariamento del PD romano, avrebbe commissariato il PD

stesso ha la personalità politica per essere “l’avvocato del Mezzogiorno”

napoletano, ormai diviso in tribù.

o non serve a niente. Figure come Carmela Lanzetta che fu messa agli

Certo, una delle accuse che gli ho mosso più volte è di non aver messo

affari Regionali o Gaetano Quagliariello, che appartiene ad un partito

le mani in quella sentina che è il PD campano: il fatto è che Renzi, come

minoritario, cosa possono fare?! I fondi europei li gestiscono le Regioni,

del resto faceva Berlusconi, non si vuole sporcare, non vuole schierarsi.

fondi nazionali non ce ne sono, il ministro per il Mezzogiorno può solo

Io li chiamo i “teflon leader”, sono fatti come il materiale antiaderente


che riveste le pentole, non vogliono che nulla gli si attacchi addosso, si

Sera si pone come riferimento del mondo dei professionisti, mentre il

tengono lontani dalle rogne. Tuttavia, nell’intento di tenersi lontano dal-

Corriere di Napoli, per esempio, ha certamente una tipizzazione merce-

le rogne, a Renzi è caduta addosso quella costituita dalla candidatura di

ologica differente. Ognuno si specializza nella sua categoria, noi siamo

Vincenzo De Luca. Se lo avesse chiamato personalmente chiedendogli di

in serie A e dobbiamo restarci, se vendessimo le informazioni in ragione

non candidarsi, magari offrendogli qualcosa in cambio, avrebbe evitato

della pubblicità, smetteremmo di essere in serie A. Se fossimo capaci

la situazione difficilissima in cui si trova la Regione oggi che De Luca ha

di combattere bene in serie B, nessun problema, ma siccome testate

vinto. Renzi è decisionista quando questo atteggiamento gli dà ricadute

come la nostra o stanno in serie A o non sono nulla, dobbiamo accura-

positive, come è stato per il bonus degli 80 euro per esempio, ma non

tamente proteggere la nostra professionalità dagli interessi commerciali.

si serve della sua forza decisionale in casi come quello della nomina del

Il che non vuol dire dimenticare che questi ultimi possono consentirci di

commissario a Bagnoli: perché? Qual è la ragione (se non un conflitto

fare del giornalismo, per esempio se ci sono sponsor che permettono

sui nomi)? Ugualmente, nel caso del partito, il decisionismo qui in Cam-

di dedicare d’estate mezza pagina a Ischia tutti i giorni, ben venga, ma

pania e al Sud non lo applica: la verità è che noi siamo alla periferia dei

se abbiamo lavorato in ragione anche dell’interesse pubblicitario, non

suoi pensieri. Il cuore dei suoi pensieri è il consenso e la battaglia per il

siamo stati dipendenti da esso. Certo, è un equilibrio delicato, perché è

consenso si combatte su altri terreni.

vero che gli editori spingono sempre più affinché la pubblicità influisca

Parliamo di stampa. 1,50 euro al giorno: la gente può permettersi

sulle scelte del giornale, ma penso che noi dobbiamo difendere l’ultima

di acquistare il quotidiano?

cosa che ci è rimasta, la faccia e la credibilità della nostra professione.

Non lo so se possono permetterselo, certo lo acquistano sempre meno,

Ti sei fatto un’idea delle vicende giudiziarie che coinvolgono il

ma la ragione non so se sta nei costi, o piuttosto nel fatto che il cuore di

sindaco Giosi Ferrandino e una grande cooperativa emiliana, la

quel servizio, cioè le notizie, oggi è raggiungibile gratuitamente grazie a

CPL Concordia, per la metanizzazione del comune e dell’isola d’I-

una proliferazione di media come la TV, la rete.

schia?

Allora, l’errore dei giornali è di pensare di dover continuare a

Mi pare chiaro che un’azienda abbia corteggiato alcuni politici a Ischia

informare, mentre ormai il ruolo dell’informa-

per farsi trattare bene e gli ha fatto dei favori, quello

zione non è più nelle loro mani?

che non ho capito è cosa abbia avuto in cambio. Que-

dovrebbero diventare aziende multimediali, all’interno delle quali specializzare per ogni media una determinata forma di messaggio. E credo che i contenuti più interessanti pubblicati sul quotidiano cartaceo siano quelli per i quali è necessario avere dei giornalisti formati, cioè inchieste, interviste, commenti, reporta-

sto è un punto molto delicato, e per spiegarlo faccio

Gli sgravi fiscali alle aziende che assumono con contratto a tempo indeterminato sono finanziati in grandissima parte con fondi tolti al Mezzogiorno.

ges e su questo dovremmo puntare di più. Che differenze ci sono fra La Repubblica, La Stampa e Il Corriere della Sera?

Senza dubbio, infatti penso che le testate cartacee

un esempio. Quando a Napoli ci fu l’inchiesta sul global service, per un anno sono filtrate notizie sui politici indagati, uno di essi si è ucciso per la vergogna e altri si sono dimessi. Poi c’è stato il processo e sono stati tutti assolti: in quel caso la dazione, che era costituta da una delibera del consiglio comunale, non si è mai concretizzata, perché il consiglio comunale avendo annusato che c’era l’inchiesta evitò di approvare la delibera. Quindi, c’è stata un’inchiesta su un fatto che non è

La Repubblica è una quarantenne in carriera, Il Corriere è una signora

avvenuto: molti pm argomentano che se c’è uno scambio di favori anche

di alto lignaggio e La Stampa è un’anziana signora di provincia… lo in-

solo al fine di creare un clima favorevole all’imprenditore, se pure manca

tendo in senso positivo, perché ha la sua forza anche nel radicamento

il singolo episodio in cui il politico ha fatto qualcosa per avvantaggiare

territoriale.

l’impresa, si ha già la corruzione. Io ho i miei dubbi su questo, se processi

Nel 2015, con la crisi economica che c’è, una redazione può lavora-

uno per corruzione mi devi dire con chiarezza cosa si sono scambiate le

re totalmente scollegata dall’ufficio pubblicità, nel senso che può

parti, quindi nel caso di Ischia bisogna aspettare, al momento mi sembra

non tener conto delle necessità economiche del giornale?

che manchi il singolo, preciso, momento in cui il Sindaco con una sua

Si deve essere indipendenti per una ragione semplice: quel poco di pub-

azione avrebbe favorito l’imprenditore. Aggiungo che vanno distinti il

blicità che c’è ancora sui grandi quotidiani viene da inserzionisti che cer-

punto di vista penale che è questo, da quello politico. Voglio dire che un

cano grande diffusione e autorevolezza.

sindaco che attraverso un prestanome entra in una società finalizzata

Autorevolezza o targettizzazione?

alla realizzazione di un’opera pubblica sul territorio del Comune che am-

E’ la stessa cosa, la targettizzazione deriva dall’autorevolezza, l’inserzio-

ministra, è sicuramente fuori dalla deontologia.

nista cerca un certo tipo di lettore perché sa che un determinato giornale si rivolge a una precisa categoria di fruitori, per esempio il Corriere della

In queste pagine, da sin.: il premier Matteo Renzi, Silvio Berlusconi, l’ex presidente della regione Campania Stefano Caldoro, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris.


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S A F E T Y

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SICUREZZA STRADALE: COSA SUCCEDE A ISCHIA text_Silvia Buchner

E’ un fenomeno che accomuna città grandi e piccoli centri di provincia

adoperati per calcolare i morti dovuti a incidenti stradali che vengono

come il nostro dove, almeno apparentemente, dovrebbe essere più si-

impiegati come metro un confronto anche con altri Paesi. Il primo è il

curo muoversi: parliamo degli incidenti stradali, che ci annichiliscono se

rapporto fra residenti e incidenti mortali: in Italia nel 2012 sono decedute

lasciano morti sull’asfalto, come è accaduto ad Ischia poche settimane

per incidenti stradali 60 persone ogni milione di abitanti. Proiettando

fa, quando la 14enne Marianna Di Meglio è stata falciata nel tardo po-

questo dato nazionale a livello ischitano, l’indicatore risulta 3,6, quindi

meriggio di un sabato, in un momento di massima presenza di persone

un po’ inferiore al dato reale di 4 morti su poco più di 60mila abitan-

e veicoli. Il giovane che l’ha uccisa andava al lavoro a poche centinaia di

ti, appunto, registrato nel 2014. Altro criterio interessante è quello del

metri dal luogo dell’incidente, era in ritardo, sicuramente correva come

numero di incidenti mortali in rapporto ai veicoli circolanti, perché esso

non avrebbe dovuto in una zona trafficatissima, ha sorpassato quando

consente di sapere ogni quanti veicoli che vediamo per strada si verifica

non avrebbe dovuto, e l’ha travolta: lei attraversava sulle strisce pedo-

un incidente. Maggiore sarà il numero di auto per incidente, più sicuro

nali, per quanto quasi completamente cancellate dall’usura. Sugli scarsi

sarà il traffico nella zona considerata; viceversa, minore è il numero di

due chilometri di strada che collegano il centro di Ischia con il borgo di

autovetture per incidente, maggiore è stata l’incidenza di sinistri mortali.

Ponte - uno dei tratti a maggior densità di traffico dell’isola - a mezzo

Ebbene, per l’anno 2014 essendosi verificati a Ischia 4 morti, l’incidenza è

chilometro da dove è morta Marianna, negli ultimi anni sono state uccise

di un evento mortale ogni 15mila mezzi circolanti. Per fare un confronto,

almeno altre due persone, sempre sulle strisce pedonali o in prossimità di

nella provincia di Roma (dati del 2012) c’è stato un incidente mortale

esse e nel 2014, che è l’anno per il quale abbiamo i dati forniti dalla com-

ogni 26.663 veicoli, a Napoli 1 ogni 37.900, quindi con un rapporto ben

pagnia dei Carabinieri di Ischia, nell’intera isola sono morte 4 persone.

migliore di quello che registriamo a Ischia.

L’isola d’Ischia ha un parco veicoli davvero imponente: secondo i dati

Abbiamo incontrato il capitano Andrea Centrella, comandante dei Cara-

del Pra (Pubblico Registro Automobilistico) nel 2011 erano immatricolati

binieri nell’isola da poco meno di un anno - il quale da subito è stato de-

circa 60mila fra auto (oltre 36mila), motocicli (oltre 19mila), veicoli com-

terminato a intervenire in maniera incisiva sul territorio in ciascuno degli

merciali, ecc., con una media quindi di almeno un mezzo di trasporto per

ambiti che gli competono - per affrontare con lui questo che costituisce

abitante (in realtà di più, tenuto conto che nei 63mila residenti nell’isola

un problema serio, fra i tanti che l’isola d’Ischia ha. L’impressione che ab-

ci sono minorenni e persone che non guidano). Siamo sicuramente fra

biamo, infatti, da cittadini che percorrono le sue strade, è che a fronte di

le prime località d’Italia per affollamento delle strade: facendo un con-

una presenza costante di Carabinieri e Polizia, anche con interventi mirati

fronto con altre città italiane con analogo numero di abitanti, infatti,

proprio a ridurre i rischi legati alla guida, sia, invece, scarsa l’attenzione

emerge una media di auto per abitanti decisamente inferiore, per esem-

delle amministrazioni locali al problema. Eppure, queste ultime hanno

pio ad Afragola (65mila abitanti) ci sono 521 auto ogni 1000 abitanti, a

competenze importanti nella sicurezza stradale: oltre ad avere un corpo

Carrara (64mila abitanti) 584, a Caltanissetta (63mila abitanti) 652. Va

di vigili, è nella loro responsabilità per esempio la cura del manto strada-

anche detto che negli ultimi 12-13 anni il numero di incidenti stradali in

le e, soprattutto, della segnaletica, che, però, è realizzata a macchia di

Italia (e ugualmente nel resto dell’UE) è decisamente calato: tra il 2001

leopardo fra un Comune e l’altro (e non si può non domandarsi perché

e il 2012, gli incidenti stradali con lesioni a persone sono passati, infatti,

neppure all’indomani dell’ultimo incidente la segnaletica sull’asfalto qua-

da 263.100 a 186.726, con un calo complessivo del 29%, i morti sono

si del tutto cancellata non sia stata ripristinata).

passati da 7.096 a 3.653 (-48,5%). Esistono due parametri riconosciuti


Comandante Centrella, quali sono i dati relativi al 2014 e alla prima metà del 2015 sul fronte degli incidenti stradali? Per quanto concerne l’attività di soccorso attuata dall’Arma dei Carabinieri, nel 2014 sono stati rilevati 74 incidenti, con 4 morti. Fra gennaio e maggio 2015 abbiamo registrato 22 incidenti di cui uno purtroppo mortale (rilevato dalla Polizia di Stato). Quindi, se facciamo una proiezione sull’intero anno, è probabile che alla fine del 2015 rispetto ai precedenti 12 mesi potremo registrare un calo di incidenti stradali? Sì, è possibile, anche se l’estate è un momento delicato su questo fronte a causa del forte affollamento che si raggiunge nell’isola; comunque i dati dei primi 5 mesi del 2015 mi fanno sperare che arriveremo per dicembre a circa 60 incidenti, con un calo del 15%, e sarebbe un buon risultato. E’ possibile raggiungere la condizione di “incidenti zero”? Far sì che si tenda allo zero è l’obiettivo di tutti nostro, della Polizia, dei Vigili Urbani, delle Amministrazioni Comunali in generale - ma penso che “zero incidenti” possa essere solo un proclama ideale, difficilmente attuabile. Il mancato rispetto delle norme basilari del codice della strada è un fenomeno non facilmente rilevabile e controlli e sanzioni sono un deterrente sulle condotte di media gravità, non su quelle più gravi. Mi spiego meglio: controlli preventivi con le relative sanzioni, educazione, segnaletica stradale, autovelox sono fondamentali, ma esiste un fattore casualità che va considerato, e più controlli non eliminano la possibilità che qualcosa possa andare storto. Sicuramente, però, ne diminuiscono la probabilità e, quindi, riducono il numero di eventi negativi e, del resto, questo è lo scopo dei controlli stessi. Dove vede la soluzione o quanto meno il ridimensionamento del problema? Oltre che nei controlli, principalmente nell’educazione, da iniziare prestissimo, nelle famiglie e a scuola: consideriamo che uno scolaro di 6 anni da qui a 12 anni (e anche meno) avrà una patente e un’auto o un motorino a disposizione. Riuscite a collaborare con i Comuni dell’isola per garantire un buon sistema di sicurezza pubblica? Il sistema di pubblica sicurezza ha la caratteristica di essere un sistema integrato fra le forze di Polizia nazionali (che hanno la competenza esclusiva su certi ambiti, per esempio sulle grandi manifestazioni), e quelle locali. Infatti, se l’attività di controllo sulla sicurezza pubblica è principalmente esercitata, per attribuzione di legge, dai Carabinieri e dalla Polizia di Stato, i Comuni dal canto loro hanno possibilità di intervenire, regolamentando con le ordinanze molti aspetti della vita pubblica che hanno incidenza sulla sicurezza: eventi, manifestazioni, fiere, ambulantato ne sono un esempio. Per questo motivo, la sinergia fra le diverse forze in campo è essenziale e puntiamo ad intensificare le attuali forme di collaborazione, come sta avvenendo già in diversi ambiti. Durante la passata stagione invernale lei ha promosso sistematici controlli su centinaia di automobilisti con alcool test, eseguiti in particolare in occasione dei fine settimana (e di eventi come il Capodanno) che richiamano nei locali molte persone che poi si mettono alla guida. Il decremento degli incidenti registrato nel 2015 è già una conseguenza positiva di questi controlli? Il consumo di alcool e droghe sono condotte palesemente illecite per chi guida, e controlli pressanti in questo ambito consentono di ottenere dei risultati. Nello specifico sono certo che l’impiego sistematico del pretest per l’alcool ha influito sul calo di incidenti e aggiungo che anche le sanzioni sono diminuite (da 7-8 a 2-3 per weekend), perché la gente da subito è diventata più attenta ed evita di mettersi alla guida se ha bevuto. So che è sceso anche il consumo di alcolici nei locali


notturni, ma tengo a precisare che questo non era l’obiettivo dei controlli, che era e rimane solo quello di garantire sicurezza di notte sulle strade isolane. Un fatto che mi ha particolarmente rallegrato è stato che i ragazzi, nel corso dei controlli, si sono avvicinati alla nostra pattuglia per chiedere di fare il pretest e verificare il loro tasso alcolemico prima di mettersi alla guida. Questo è un buon esempio di sinergia istituzioni-cittadini, e proprio a ciò è finalizzata la nostra azione. Quest’estate farete regolarmente controlli con l’alcool test? Sicuramente. Anche i turisti devono percepire che l’isola è sicura: i controlli hanno due facce, una effettiva, di monitoraggio del territorio ed una diciamo così psicologica, le persone quando ci vedono si sentono più tranquille. Quali priorità avete per la prossima estate, che è la stagione che vede la popolazione dell’isola crescere in modo esponenziale? Il fatto che Ischia possa essere raggiunta solo via mare è un fattore positivo strategico: il controllo in entrata agli sbarchi e nei porti, infatti, consente di avere un quadro attendibile di chi è presente nell’isola. Questo significa che, quando poi vengono commessi reati come furti, rapine, spaccio di droga ecc., è facile individuare eventuali responsabili esterni alla nostra realtà. Altra chiave di volta, accanto ai porti, sono i locali pubblici, dove periodicamente verifichiamo che abbiano i requisiti di sicurezza e le autorizzazioni, e naturalmente controlliamo chi li frequenta: in questo impiego ovviamente si cerca di diluire e differenziare le attività ispettive. Che idea si è fatto dei locali? Collaborano con voi? Si attengono ai requisiti richiesti per tenere aperto un pubblico esercizio? Nella sostanza sì, sono collaborativi; quanto all’essere in regola, da un punto di vista generale, alcuni lo sono altri no. Paradossalmente l’ineccepibilità si riscontra di più negli esercizi di grandi dimensioni, mentre nei locali meno conosciuti accade di registrare un numero maggiore di infrazioni. Noi come forze di polizia siamo a loro disposizione per qualsiasi chiarimento interpretativo delle normative, ma poi devono fare la loro parte. Tengo a precisare che i controlli non vogliono essere oppressivi e particolarmente fiscali, ma sono fatti nell’interesse collettivo per garantire sicurezza e rispetto delle regole, le nostre attività infatti sono sempre temperate dal buon senso.

In apertura e qui sotto, immagini dei controlli con l’alcool test effettuati ad Ischia di notte, all’uscita dai locali notturni. Nella pag. precedente, dall’alto il comandante dei CC di Ischia capitano Andrea Centrella, una delle tante pericolose buche che affliggono le strade ischitane e, in basso, un’auto caricata all’inverosimile, palese esempio di incivile imprudenza. In questa pagina dall’alto: un’immagine del traffico che raggiunge picchi altissimi nell’isola, e il tratto di strada in cui è avvenuto l’ultimo incidente mortale a Ischia, in primo piano le strisce pedonali quasi invisibili.

90


T O U R I S M

Lunghezza e tempo Nel nostro Mezzogiorno accadono cose strane.

i

Se hai bisogno di un’informazione e chiedi la distanza per raggiungere una località, spesso la risposta non è in lunghezza ma in tempo. Non ti viene risposto quanti chilometri o metri sono necessari a raggiungere la meta, ma il tempo che occorre per arrivarci: “due ore, un’ora, 5 minuti”. Quando poi si tratta di una località difficile da raggiungere, non tanto per la distanza ma per la difficoltà dei trasporti, la risposta è: “una vita”. Sarà la gentilezza e il calore delle nostre popolazioni, nonostante navigatori satellitari, tom tom e GPS ormai di serie su smartphone e auto, si è preferito sostituire l’unità di misura del tempo a quella della lunghezza.

QUANTO DISTA L’OBIETTIVO CONVERGENZA? text_ Mario Rispoli

Turismo e investimenti Parliamo di investimenti in sviluppo delle aree

circa 4 miliardi di euro dei 32 spesi in Italia

depresse del nostro Paese, delle Regioni dell’O-

dai turisti stranieri. Il Lazio, la Lombardia e il

biettivo 1, ora Regioni Convergenza. Le regio-

Veneto, singolarmente, fatturano più dell’in-

ni, per intenderci, cui è destinata la quota mag-

tero Mezzogiorno, infatti ciascuna supera i 5

giore di finanziamento europeo necessario ad

miliardi di euro. Tutto questo a fronte di un’e-

allinearle alle aree più ricche dell’Ue, portando-

stensione delle coste che copre i tre quarti del-

le allo stesso livello di sviluppo, le stesse, pen-

le coste del Paese, di una grandissima quantità

sando a quelle italiane, dove è difficile intrave-

di bellezze storico architettoniche, di un clima

dere altra forma di sviluppo che non sia quello

decisamente migliore. La Campania nel Mez-

turistico. Turismo cui tutti governi, non escluso

zogiorno gioca comunque un ruolo rilevante,

quello a guida Renzi, vorrebbero puntare.

fatturando circa 1.5 miliardi seguita dalla Sicilia

Da anni, vengono ripetute le medesime frasi:

che ne fattura poco più di un miliardo.

se non si sviluppa il Sud non si sviluppa l’Ita-

Analizzando gli ambiti provinciali il discorso

lia. Dalla politica di sostegno della Cassa per il

non cambia: Napoli con 9 milioni di presenze

Mezzogiorno, organo del Ministero per il Mez-

è surclassata da Venezia (33,5 milioni), Roma

zogiorno, soppresso da Referendum popolare,

(circa 26 milioni) e Milano (11 milioni).

si è passati alla politica di Coesione Economica

A questo punto sorge spontaneo chiedersi

e Sociale dell’Ue, in cui le risorse per lo sviluppo

come mai avviene questo nonostante le fortis-

del nostro Sud, e in generale del “Sud dell’Eu-

sime iniezioni di risorse economiche da parte

ropa” sono erogate attraverso i Fondi Strut-

dell’Ue. Forse è il caso di ritornare alle distanze

turali dell’Unione europea in cofinanziamento

espresse in tempo. Potrebbe far sorridere ma è

con risorse nazionali. Il Sud, dunque, volano di

così. L’alta velocità, vera rivoluzione dei traspor-

sviluppo del Paese e giù con programmazione

ti italiani negli ultimi 15 anni termina a Napoli.

e misure operative finalizzate ad agevolare gli

Per raggiungere Basilicata, Calabria, Puglia, Si-

investimenti, che utilizzano acronimi diversi ma

cilia è inutile parlare di distanze: meglio parlare

sempre con lo stesso significato: POP, PON,

di tempo. E i tempi sono veramente lunghi. Di

POR, PIF, PIT, POIN e tanti altri.

conseguenza, le località turistiche che si tro-

Mezzogiorno e sviluppo turistico

vano a sud di Napoli diventano improponibili

Per ragionare di turismo nel Mezzogiorno d’I-

vacanza dove si viaggia comodi e si raggiungo-

talia sono necessarie alcune considerazioni riguardanti la performance turistica nell’intero Paese e nel nostro Sud. Sul totale di 380 milioni di presenze turistiche in Italia solo il 20% (76 milioni) vengono registrate nelle località meridionali. Le cose peggiorano se si considerano le presenze straniere che, su 76 milioni raggiungono circa 20 milioni e rappresentano solo il 13% dei 160 milioni dell’intera nazione. In termini economici il Mezzogiorno incassa

ad un pubblico abituato ad un mercato della no le destinazioni in tempi brevi. Bastano poche ore per arrivare dalle metropoli europee a Ibiza, Formetera, Creta, Santorini e tante altre mete. Forse sui trasporti bisognerebbe far convergere maggiori risorse europee per evitare di impiegare “una vita” per raggiungere il nostro SUD, sempre più povero, e forse “più di una vita” per raggiungere l’Obiettivo Convergenza indicato dagli accordi di Maastricht.


F A S H I O N

i

ITALMODA & PISANI: FRA SARTORIALITA’ E ULTIME TENDENZE text_Annamaria Rossi

Spesso, anche nella moda, si ha la necessità di certezze. Qualora questa necessità capitasse ad un uomo di classe, la soluzione giusta è nel cuore di Casamicciola Terme, in corso Luigi Manzi. La boutique Italmoda, nasce nel 1938 come sartoria e continua da tre generazioni ad occuparsi dell’eleganza maschile. Il nome è antico, come usava dare una volta ai negozi di abbigliamento, ma è stato mantenuto volutamente per continuare la lunga tradizione. Che prosegue non solo nel nome, ma soprattutto nell’accurata selezione dei capi proposti, nella competenza della famiglia che se ne occupa, nella capacità di rinnovarsi e di stare al passo con i tempi, sempre. Attualmente, Italmoda è un moderno ed arioso store che ha intelligentemente raccolto l’eredità del piacere dell’abito sartoriale: in un ambiente minimal total white, che evidenzia ancor più la sostanza dei capi presentati, si possono trovare tutte le soluzioni adatte ad accontentare gli uomini esigenti. Curatissimi completi di taglio classico fanno compagnia a capi più informali e sportivi, cui si affianca un’ampia sezione dedicata al tempo libero ed agli accessori. Prestigiosi brand come Aeronautica Militare e North Sails, le gloriose aziende storiche Ingram e San Remo, Bugatti, Slam, Webb & Scott, sono assortiti in maniera tale da comprendere tutte le esigenze del vestire bene in ogni momento della giornata. E per chi desidera una camicia su misura, è possibile scegliere il tessuto da un variegato e vasto catalogo per avere il proprio capo personalizzato. Poco più avanti, sempre sullo stesso corso, la boutique Pisani fa l’occhiolino ai più giovani. Sempre con lo stesso rigore e lo stesso riguardo per la qualità, questo negozio dimostra in pieno come sia possibile essere eleganti seguendo i dettami della moda, un paradiso per i ragazzi amanti dello shopping, attenti alle ultime tendenze, e che però vogliano conciliare l’estrosità allo stile, che non è necessario avere solo da “grandi”. Casual-sportivo di pregio, sempre, e molta fantasia floreale, in questo periodo: Michael Coal, Black Circus, Rifle, Mash, Nike, Crime London, alcuni dei marchi presenti in boutique, oltre ad una divertente, allegra e molto nuova collezione di accessori. I capi esposti sono il frutto di un’oculata selezione, di un’attenta osservazione cosmopolita, di consolidata esperienza. Anche Raffaele ed Oscar Pisani indossano camicia flower power, jeans con catena per orologio arricchita da perle di giada, braccialetti carinissimi e soprattutto - questo non si indossa ma si possiede competenza, educazione e savoir faire tipici della famiglia d’origine, giacché la mela non cade mai lontana dall’albero. Se si è alla ricerca di una moda dinamica, attenta e riconoscibile, con la quale sentirsi a proprio agio da tutti i punti di vista, sicuramente nei negozi della famiglia Pisani è possibile soddisfare questo desiderio, ad ogni età.



F A S H I O N

i

CIRO MANNA


Pull blue Rifle, camicia floreale Ingram, bermuda Blue Bugatti, scarpe Geox, orologio Skagen.

AD & PHOTO_Riccardo Sepe Visconti | MODEL_Ciro Manna MAKE UP_Nancy Tortora per Aglaia, Ischia HAIR_Firmato Luca Fashion Hair & Style, Lacco Ameno DRESS&SHOES_ Pisani & Italmoda, Casamicciola Terme ASSISTANT_ Claudia Rech | LOCATION_ Porto d’Ischia SPECIAL THANKS_Yacht Fado


K-way e polo Aeronautica Militare, pantaloni Benzene, mocassini Geox, orologio Locman. Giacca Mash, camicia e pantaloni Michael Coal, pochette Fefè Glamour, catena da pantalone Tom Beker, bracciali Stone e Ciùciù Sbagliato di Fèfè Glamour.


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98 Giubbotto da motociclista Geox, T-shirt Crime London, jeans Michael Coal, sneakers Crime London, orologio Bomberg.


F A S H I O N

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MONICA BOTTIGLIERI


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Top, jeans e scarpe Nerone Donna; orologio e bracciali Ops.

AD & PHOTO_Riccardo Sepe Visconti | CREATIVE IDEA_Umberto Arcamone MODEL_Monica Bottiglieri| MAKE UP_Nancy Tortora per Aglaia, Ischia HAIR_Cristian Sirabella per Picasso Coiffeur, Ischia DRESS&SHOES_Nerone Donna, Ischia | JEWELRY_Bottiglieri Gioielli, Ischia SPECIAL THANKS_Nicola Iacono; Cinzia Pipolo per gli occhiali, Coconut per i cappelli. Eterna gratitudine da tutto lo staff a Filiberto Goglia, che con la sua perizia ha salvato il nostro fotografo da un mal di denti invalidante, permettendogli di realizzare il servizio!!!




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Pants palazzo, bustino, infradito e clutch, Nerone Donna; gioielli APM Monaco.


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Tubino, borsa e sandali Nerone Donna; orologio Colonna, gioielli Mercanzia.

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Bustino, shorts e sandali Nerone Donna; gioielli tutto Cangiano, orologio M. Kors.


Pants, t-shirt, scarpe e borsa Nerone Donna; orologio D. Wellington, anello Malafimmina, bracciale Nakamol.


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P E O P L E

i

MARISA LAURITO: LA MIA ARTE E’ IL JAZZ DELLA PAROLA text_Riccardo Sepe Visconti

Maurisa Laurito mi riceve nel fresco bar interno del Regina Isabella: mentre le vado incontro ci incrocia Salvatore Pica, il mitico presidente dell’Accademia della Catastrofe che negli anni ’90, insieme a Lucio Rufolo e Fabrizio Mangoni, “fece tanti danni”, prendendosi gioco di personaggi e situazioni… Ecco, quindi, che mi viene l’idea di chiedere al prof. Pica di chiamare al telefono l’architetto Mangoni - autore dell’imperdibile “Dolci Persone”, trattato sulla fisiognomica dei dolci (quelli che dalle nostre parti chiamiamo affettuosamente “pastarelle”) - e farci raccontare da lui che specie di pastarella sia la signora Laurito. Naturalmente, Mangoni non ha dubbi: Marisa è una zeppola di San Giuseppe, rigorosamente fritta. E così argomenta: “sono sempre stato convinto che la mia amica Marisa Laurito fosse una zeppola di S. Giuseppe, quella fritta non quella al forno, perché la zeppola sostanzialmente assomiglia alla pasta dello choux, che si gonfia in tutte le direzioni: mi riferisco all’anima di Marisa, non al corpo. Stiamo parlando di una persona che si muove dove la porta l’interesse, insegue le curiosità. Deve essere quella fritta innanzitutto perché è buona, e poi quel minimo di untuosità dato dalla frittura le consente di essere allegra e l’allegria determina la sua simpatia, la capacità di essere empatica verso il pubblico. Dopodiché ci sono le passioni, che non sono nascoste, sono viceversa esplicitate, non è un pasticcino crema e amarena, con un carattere forte e duro esterno e dentro tutti gli umori passionali - no! - in lei la passione è la cremosità molto familiare, semplice di una crema pasticcera classica, in cui la sensualità è affidata al contrasto tra il dolce e l’aspro dell’amarena. Questo umore che attraversa tutta la sua anima rende calzante il raffronto”. Va da sé che intervistare una donna/attrice/zeppola di San Giuseppe è per me una situazione... del tutto nuova! E’ stata ospite a Ischia insieme a Luciano

suggeritore), ero la protagonista in uno spetta-

notte” era il fatto che fosse uno spettacolo co-

De Crescenzo: entrambi facevate parte

colo con Tato Russo, ero primadonna del teatro

rale in cui ci divertivamo molto a stare insieme,

del gruppo che, guidato da Renzo Arbore,

Bagaglino a Roma. Ebbene, Arbore mi chiese

a giocare con la creatività, con il “cazzeggio”,

dette vita al grande fenomeno televisivo

di buttare tutto a mare per ricoprire un piccolo

ma non avrei mai pensato che mi avrebbe por-

di “Quelli della notte”, nel 1985.

ruolo in “Quelli della notte”. Tra l’altro, allora

tato a una svolta radicale nella mia carriera.

“Quelli della notte” fu la mia prima trasmis-

gli attori di teatro guardavano con sufficienza

Quindi, ne è valsa la pena?

sione televisiva importante, e la feci anche di

alla TV, ricordo che una volta una persona mi

Sì, per una sola, importante ragione, ossia che

malavoglia, perché ero molto impegnata con

chiese se mi sarebbe piaciuto diventare come

da quel momento da attrice sono diventata

il teatro. Dopo 20 anni di “scavalcamontagne”

Raffaella Carrà e io pensai che fosse proprio

anche autrice. Quando si improvvisa e lo si sa

(Ndr. nel gergo del teatro è la figura dell’atto-

uno stupido a dirmi una cosa del genere! Co-

fare, si diventa immediatamente autore e io di

re che oltre a salire in palcoscenico si dedica

munque, sciolsi il contratto con il Bagaglino

avere questa dote l’ho scoperto appunto con

anche a lavori più umili, come il trovarobe, il

con un po’ di timore. La forza di “Quelli della

“Quelli della notte” e Arbore mi ha insegnato


E’ una domanda dolorosissima. Ogni volta che vengo a Napoli, mi domando la ragione per cui sono andata a vivere lontano, perché la città ha ancora molte qualità. Purtroppo, sento che la gente è cambiata e in questo la televisione ha fatto danni colossali, per esempio è sparita l’eleganza, il decoro che sono qualità che in passato ho trovato in persone di grande semplicità, come gli operai e le loro famiglie cui andavamo a fare lezione dopo la scuola. E Napoli era una delle città più eleganti, non solo nelle forme o nell’abbigliamento ma nel modo di accogliere, nella generosità, nella simpatia. Per questo mutamento in negativo attribuisce molte responsabilità alla TV, ma proprio con lei abbiamo parlato di buona televisione. Sì, la nostra era ottima, il crollo di qualità c’è molto in questo senso. Noi definiamo il nostro

rimane inevitabilmente addosso.

stato dagli anni ’90 con l’avvento delle reti pri-

lavoro il “jazz della parola”, cioè la capacità

Oggi, cosa succede invece?

vate e la guerra agli ascolti che ne è scaturita:

mentre parli di improvvisare, di stupire l’altro,

Appena un giovane ha delle capacità lo butta-

invece di far lavorare gli autori italiani si è pre-

di provocare le battute e io non avrei mai pen-

no in televisione e lì sono come delle comete,

ferito acquistare format terribili, non c’è limite

sato di avere questa dote. Fino a quel momen-

che in sei mesi si spengono, perché non hanno

al brutto!

to ero stata un’attrice professionista molto pre-

la forza ed il tempo di poter sviluppare il seme

cisa, che amava i registi e osservava la disciplina

del loro talento, che per diventare solido ha bi-

del teatro, con Eduardo De Filippo, poi, il teatro

sogno di lavoro, sofferenza, studio quotidiano;

San Ferdinando era come una chiesa in cui si

la gavetta ti insegna anche a reggere il peso

veniva multati in continuazione e questa era

costituito dal talento stesso, che ti obbliga a

la regola cui ero abituata. Ad Arbore devo la

cercare di superare te stesso ogni giorno. Non

libertà di espressione, il che non è poco. Grazie

a caso il regista Vincenzo Salemme, che è uno

all’esperienza con lui, ho capito che se un at-

degli ultimi importanti autori e attori che si

tore non si rivolta contro i registi non fa bene,

sono affermati, è cresciuto alla scuola di Eduar-

perché il regista ha una visione unitaria dello

do De Filippo, facendo una gavetta di 20 anni.

spettacolo, ma è la sua e l’attore è una pedina

Lei i suoi spettacoli se li scrive da sola?

nelle sue mani. Da quel momento non ho quasi

Nella sostanza sì, per disperazione. Prima avevo

più lavorato con un testo scritto unicamente da

un autore che mi ha accompagnato per anni;

altri, ho iniziato a cucirmi tutto addosso.

dopo la sua morte prematura non riesco più a

Ho l’impressione che da tempo la musica

trovare una persona che mi dia l’originalità che

e la comicità napoletane non riescano più

cerco, che si dedichi anche 24 ore al giorno al

ad avere un ruolo di primo piano e che,

lavoro. Ecco, con Vincenzo Salemme mi trove-

per esempio, i comici toscani abbiano su-

rei benissimo, ma lui ha i suoi impegni e non

perato in popolarità quelli partenopei.

riusciamo mai concretizzare.

Questa sua osservazione sulla crisi della crea-

Quanto si sente sexy e seduttiva?

tività artistica io però la allargherei a tutta l’I-

Ah, moltissimo, da sempre.

talia: i giovani non sanno dove “andare a fare

La seduzione è cambiata nel tempo?

palestra”, a recitare per affinare e consolidare i

No! La persona seducente lo è per tutta la vita,

propri talenti, mentre noi avevamo questa pos-

la seduzione nasce con la persona e l’accompa-

sibilità, nei piccoli teatri, nelle molteplici possi-

gna. E, d’altra parte, la seduzione per un attore

bilità di incontro che c’erano. Il mondo dell’arte

è essenziale, la mettiamo in atto ogni volta che

si alimenta di incontri con persone straordina-

andiamo in scena, è un gioco che sto facendo

rie e io sono stata molto fortunata in questo

anche adesso, durante l’intervista.

senso. Per esempio, al ristorante Augusteo di

Questo significa che un artista è costretto

Roma avevamo un ‘tavolo sociale’ dove chi era

a recitare sempre?

libero veniva e le persone che si alternavano

No, sono due cose diverse: la recita si fa quan-

erano Monica Vitti, Marcello Mastroianni, Fel-

do si è sul palcoscenico, l’importante è che la

lini, Ettore Scola, Nanni Loy, Arbore, De Cre-

finzione non superi la verità, ma non ha nulla a

scenzo, Paolo Villaggio! Lì ho potuto parlare

che fare con la seduzione. La seduzione è parte

spesso con loro e un po’ del meraviglioso pul-

del carattere, non è mai finzione.

viscolo stellare di queste persone eccezionali ti

La città di Napoli è ancora seduttiva?


P E O P L E

i

Romanzo, in cui si mescolano personaggi d’invenzione e protagonisti reali, dedicato a quella che l’autore considera un’epopea italiana, la costruzione dell’autostrada del Sole. 755 chilometri di asfalto, 113 ponti e viadotti, 572 cavalcavia e 38 gallerie attraverso gli Appennini realizzati in soli otto anni - cosa oggi impensabile - questa è la storia di un’opera che ha contribuito senza dubbio a unire e modernizzare l’Italia, compiuta da uomini motivati, che allo stesso tempo sapevano come arrivare ai nodi del potere che allora contava.

FRANCESCO PINTO: RACCONTO L’ITALIA CHE SAPEVA IMMAGINARE QUELLO CHE NON C’E’ Interview_Riccardo Sepe Visconti


Partendo dai suoi libri, “La strada dritta” e “Il lancio perfetto”, che raccontano un’Italia che sembra irrimediabilmente perduta, Francesco Pinto, direttore del centro di produzione Rai di Napoli, ospite a Ischia al Regina Isabella, confronta il Paese di allora con quello di oggi.

Protagonista, in entrambi i suoi libri è l’Italia del dopoguerra,

Meno male che Renzi è arrivato! Meno male che è arrivata una per-

quando il Paese fu ricostruito da uomini che lei tratteggia come

sona che ripete ogni giorno che bisogna lavorare sulla speranza e non

fattivi, determinati e al tempo stesso umili, per esempio gli scien-

sulla rabbia. Sono impregnato della cultura di sinistra, ma francamente

ziati protagonisti de “Il lancio perfetto” viaggiano solo in secon-

anch’essa si è cristallizzata e non mi piace per niente. Non capisco perché

da classe per risparmiare. Questo voler dare a tutti i costi un valo-

devo stare nei salotti a parlare male di quello che succede senza muovere

re etico alla lezione della storia ha ancora un suo senso, o suona

un dito. Il problema è tutto lì, nella necessità di fare innovazione e Renzi

solo come moralismo tipico di una certa sinistra?

ci sta provando, anche se non so dove riuscirà ad arrivare: tuttavia, pre-

Negli anni ‘50 e ‘60 si attuò una grande presa collettiva di coscienza del

ferisco gli eretici alle liturgie, anche perché gli eretici hanno cambiato il

Paese, e nei miei libri ricostruisco alcune delle storie di quelli che hanno

mondo non le liturgie.

fatto grande l’Italia. Furono anni di cambiamenti radicali, che portarono

Parliamo del Sud, perché è qui che lei opera: dopo aver lavorato

anche degli squilibri, perché sono gli anni della speculazione edilizia, dei

a RAI 3, infatti, ha deciso di tornare nella sua città, Napoli. Perché

soldi facili, ma furono anni vivi, in cui si è sperimentato un modello di

ha fatto questa scelta?

sviluppo assolutamente occidentale, che nulla aveva a che vedere né con

E’ stata un’esigenza personale, etica. A me non piace piangersi addos-

i modelli proposti dalla chiesa cattolica né con quelli della sinistra: lan-

so, Napoli è una città difficilissima, soprattutto faticosissima, ma ha al

ciare un satellite, costruire un’autostrada erano frutto di una mentalità

suo interno delle energie. Durante un’assemblea di tutte le televisioni

che oggi si è persa, per cui si decideva che una cosa andava fatta e si

pubbliche del mondo che si è tenuta a Napoli, è emerso che l’immagine

agiva per realizzarla. Abbiamo perso la voglia di rimboccarsi le maniche,

della città a livello europeo è molto migliore di quella che abbiamo noi.

di immaginare quello che non c’è, dobbiamo tornare ad avere dei sogni,

Dovremmo lavorare su questa città per cambiarla certo nella sostanza,

poi si possono raggiungere o meno, ma preferisco correre dietro ai sogni

ma anche per produrre un immaginario diverso, tutte le città si reggono

che alle pratiche burocratiche delle corporazioni.

su un immaginario, e noi tendiamo a costruirlo negativo.

I suoi personaggi agivano in un’Italia completamente diversa da

In che modo le fiction e il lavoro in generale che si fa nel centro

quella attuale, in cui era consentito muoversi in un certo modo,

di produzione RAI di Napoli possono essere di supporto alla rina-

adesso non sarebbe più possibile. E’ un modello non esportabile

scita della città?

nella nostra epoca...

Gomorra è un bellissimo racconto, tutto all’interno del male, che ha una

Le condizioni erano peggiori di quelle attuali, il paese era distrutto dalla

sua forza e un suo elemento tragico che andava narrato: è un pezzo

guerra, era considerato di serie B a livello europeo, la Confindustria era

della città. Negli U.S.A. hanno fatto decine di film sulla mafia, centinaia

in mano ad un gruppo di conservatori che non riusciva a guardare più in

di serie sulla malavita, ma lì accanto a queste ci sono quelle sul baseball

là del proprio naso (infatti erano contrari ai primi progetti di unificazio-

come metafora della vita americana, le serie patriottiche e altro, hanno

ne europea), la politica era addirittura più debole di adesso, fino al ’63

un sistema di comunicazione ricco. Quello che noi dobbiamo fare è ren-

quando arriva il primo governo di sinistra, si susseguono governi ogni sei

dere variegato il nostro sistema: sono 15 anni che “Un Posto al Sole”

mesi. Allora, però, l’Italia aveva fame, ora non ha più fame.

racconta la città, ogni giorno, anche agli stranieri, in America ha quasi 20

Ci sono ancora le condizioni per continuare a mandare satelliti in

milioni di spettatori, il problema, quindi, non è la fiction “Gomorra”, ma

orbita da parte degli italiani, come si racconta nel suo libro docu-

la necessità di aggiungere altre storie che raccontino la città.

fiction “Il lancio perfetto”? O per il momento è meglio essere un

Conosce bene l’isola che la ospita?

po’ più terrestri e pensare meno a sognare?

Sì, Ischia la conosco. L’Italia dovrebbe imparare molto su come si fa tu-

Gli italiani continuano a mandare satelliti, la cosa triste è che lo fanno per

rismo da Ischia e da Sorrento, perché queste realtà hanno saputo con-

conto degli altri, i nostri laureati operano in tutti i gruppi di sviluppo del

servare le loro caratteristiche locali, ma al tempo stesso si sono aperte

mondo, ma prima quando un professore indirizzava lo studente gli dice-

molto presto all’Europa, Ischia in particolare attraverso il rapporto forte

va: “vai in America a studiare e torna perché servi a questo paese”, oggi

con il popolo tedesco.

ad un bravo studente di ingegneria o medicina si consiglia di scappare dall’Italia. Questo è un paese dove purtroppo non governa neppure più la politica, governano le grandi macchine burocratiche delle corporazioni. È un paese fermo, bloccato. Sotto questo punto di vista Berlusconi ha rovinato la sinistra perché per 20 anni quest’ultima non ha fatto altro che parlare di lui e delle sue donne. Matteo Renzi sta cambiando questo modo di far politica che ha impegnato così a lungo le energie della sinistra?



H I S T O R Y

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EGITTO MON AMOUR Tour nel tempo alla ricerca degli antichi Egizi a Ischia text_Silvia Buchner

Hanno qualcosa in comune Ischia e l’Antico Egitto? Molto più di quanto può sembrare a prima vista. Nonostante la differenza di dimensioni, la piccola isola e uno dei più antichi Stati fra quelli che sono sorti sulle rive del Mediterraneo si sono trovati in contatto più e più volte, con modalità e per ragioni differenti, frutto della storia, della casualità, ma sicuramente anche del fatto che entrambi appartengono a culture e civiltà nate sulle sponde del Mare Nostrum e che per millenni si sono incontrate, scontrate, mescolate… Cominciamo dall’incontro più recente, quello che vede il monumento per eccellenza dell’isola d’Ischia, il Castello Aragonese scelto per ospitare per un anno quattro sarcofagi provenienti dall’antico Egitto. E’ grazie ad un accordo fra l’Istituto Europeo per il Restauro creato e diretto dal professor Teodoro Auricchio, insieme al suo braccio destro Anna Pilato, e che ha sede

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egizio. Dopo uno scavo a dir poco frettoloso (le oltre cento sepolture vennero trasferite in soli tre giorni), il museo del Cairo regalò i sarcofagi e gli altri reperti alle collezioni egizie di diversi musei europei, compreso quello di Bruxelles. Ma veniamo a oggi: in una sorta di enorme teca trasparente che consente di sterilizzare l’aria che entra a contatto con i reperti e di mantenere temperatura e umidità uguali a quelle in cui i sarcofagi erano conservati nel museo, l’equipe, costituita nel complesso da circa 16 persone, selezionate con un bando internazionale, servendosi di sistemi laser per la pulitura, video microscopi, microscopi per la scannerizzazione in 3D, sofisticate analisi di la-

conosca a fondo quella civiltà è indispensabile

boratorio, si è dedicata a un intero anno di ana-

a ogni passaggio del lavoro”. Inoltre, avendo

lisi preliminari. “E’ tanto tempo” - conferma il

il modulo del laboratorio le pareti trasparenti,

professor Auricchio - “ma l’eccezionalità degli

i restauratori lavorano in pubblico, sia sul Ca-

oggetti e la complessità delle stratificazioni da

stello che nel museo di Bruxelles, creando un

a Ischia, e i Musees Royaux d’Art et d’Histoire

indagare, lo rende necessario. La diagnostica si

contatto diretto con la gente che è sicuramente

di Bruxelles che nel laboratorio appositamen-

pone domande precise: sui sarcofagi si vuole

un obiettivo che oggi persegue chi si occupa

te allestito in uno degli spazi del castello si sta

sapere il più possibile circa la realizzazione, il

della tutela dei beni culturali che, oltre a essere

lavorando da quasi 12 mesi, servendosi delle

tipo di legno, lo strato di preparazione su cui si

studiati e salvaguardati, vanno con ogni mezzo

migliori tecnologie per carpire a quattro sar-

è apposto il colore, le tecniche di esecuzione, la

portati alla conoscenza del pubblico.

cofagi risalenti a circa 3000 anni fa il maggior

scannerizzazione in 3D per esempio, consenti-

Per quelle coincidenze intriganti di cui diceva-

numero di informazioni possibile, indispensabili

rà di capire se i geroglifici erano fatti a mano

mo prima, lo stesso Castello Aragonese che

per procedere poi, nei laboratori di Bruxelles,

o con uno stampo. Conoscere le sostanze e i

oggi ospita le antiche sepolture egizie è sta-

al restauro, con la supervisione dell’egittologo

pigmenti utilizzati per realizzare le pitture sui

to scelto come sfondo di alcune scene cruciali

Luc Delvaux, curatore della Collezione Dinasti-

sarcofagi, le tecniche costruttive adottate, in-

del film “Cleopatra”, celeberrimo kolossal hol-

ca Egitto Greco-Romano del Museo. I sarcofagi

dividuare quali sezioni dei sarcofagi sono even-

lywoodiano degli anni ’50 con protagonisti

provengono dalla necropoli di Deir El-Bahari,

tualmente pezzi di riuso (infatti, gli antichi Egizi,

Liz Taylor e Richard Burton (che sul set si inna-

sul Nilo, e furono rinvenuti alla fine del XIX sec.

che abitavano un territorio per lo più desertico

morarono per davvero) nei panni della regina

all’interno di una sepoltura collettiva (in tutto

dove gli alberi erano pochi, riadoperavano par-

d’Egitto e del suo amato, Marcantonio. Nella

153 sarcofagi) di membri del corpo sacerdotale

ti di altri sarcofagi più antichi dismessi), capire

finzione, il Castello era la sua dimora nella città

del dio Amon, il più importante del pantheon

con certezza l’entità dell’intervento di restauro

di Azio, in Grecia, dove si svolse una crucia-

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compiuto alla fine del ‘900 nell’immediatezza

le battaglia da cui il condottiero romano, che

della scoperta, sono i nostri scopi. E si tratta di

innamorandosi della straniera aveva tradito la

domande alle quali si deve dare una risposta,

sua gente, uscì sconfitto da Ottaviano, il futuro

anche se non è sempre facile, per poter poi re-

imperatore Augusto.

staurare gli oggetti in modo ottimale. Tocca al

Ma la ricerca di tracce che uniscono l’isola d’I-

direttore dell’equipe, l’egittologo Luc Delvaux,

schia all’Egitto faraonico non si ferma qui: con

armonizzare il lavoro di tante persone, tanto

un altro salto nel tempo che ci porta all’VIII sec.

più che quando si tratta di reperti così comples-

a.C. ci spostiamo a Pithecusa, che altro non è

si come quelli dell’antico Egitto l’esperto che

che l’odierno centro di Lacco Ameno. Lì, fra la


che sulle mummie, fra le cui bende infilavano

nel mondo occidentale viene indossato anche

gli scarabei, che portavano incise preghiere ed

come ornamento. La serie di scarabei trovata

erano considerati da loro simbolo di rinascita.

ad Ischia è la più ricca fra quelle provenienti da

Attenzione: questo non significa che a Pithecu-

una necropoli greca e una selezione dei reperti

sa vivessero degli egiziani (o almeno finora non

è esposta nel museo Archeologico di Pithecu-

si è trovata documentazione di ciò, iscrizioni,

sae, a Lacco Ameno: essi ci dimostrano una

tecniche di sepoltura tipiche dell’Egitto, per

volta di più la grande e articolata osmosi cultu-

esempio). Dobbiamo immaginare che i genito-

rale che animava il mondo antico, in cui pure,

ri appendessero al collo dei più piccoli questi

almeno apparentemente, scambi, comunica-

oggettini seguendo una moda assai diffusa,

zione, trasmissione di conoscenze avvenivano

baia di S. Montano e la collina di Monte Vico,

e se teniamo conto del fatto che la mortalità

con oggettiva maggiore difficoltà.

nel 775 a.C. circa intraprendenti coloni prove-

infantile era altissima i talismani erano sicura-

nienti via mare dall’isola di Eubea (che si tro-

mente bene accetti. I Greci consideravano, in-

va di fronte ad Atene) fondarono il più antico

fatti, la grande e più antica civiltà egizia depo-

centro greco dell’Italia Meridionale e del Me-

sitaria di sapienza, per cui attribuivano alle loro

diterraneo Occidentale. Gli scavi archeologici

usanze - come quella degli amuleti a forma di

hanno restituito il quadro di una popolazione

scarabeo - un potere medico-magico contro il

attiva nell’artigianato della ceramica (realizza-

malocchio e, quindi, li adoperavano anche se

rono vasi con l’argilla ischitana che sono stati

non appartenevano alla cultura religiosa che li

ritrovati in tutto il bacino del Mediterraneo) e

aveva prodotti. Un po’ come accade oggi con il

del metallo, colta (sono state scoperte diverse

segno a forma di Tau e croce allo stesso tempo,

iscrizioni, fra cui la famosa coppa di Nestore)

che vediamo spesso indossato come penden-

e molto aperta agli scambi. Al punto che nel-

te di legno: è un’eredità simbolica risalente al

le tombe dei bambini si sono ritrovati spesso

mondo ebraico e poi a quello cristiano e fran-

scarabei egiziani, cioè piccoli pendenti che ri-

cescano e ha avuto un grande successo per i

prendevano la forma dell’insetto venerato dagli

molteplici riferimenti religiosi che gli sono stati

Egizi perché credevano che esso avesse il pote-

attribuiti nel tempo, ma oggi molti lo portano

re di rigenerarsi. Essi erano realizzati in pasta

anche semplicemente per un valore beneaugu-

di vetro con decorazioni in smalto o metallo e

rante; altro esempio è la “mala” buddhista, il

provenivano dalla regione del Delta del Nilo.

braccialetto fatto con grani di legno di sanda-

Gli Egizi li adoperavano sia come monili da vivi

lo che i buddhisti usano per pregare ma che



F O O D

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GUSTO E OSPITALITA’ ALLA ROSA DEI VENTI text_Manuela Bottiglieri

Una combinazione di elementi rende speciale La rosa dei venti, braceria e pizzeria sulle colline di Fiaiano, a Barano d’Ischia. L’invidiabile vista panoramica, che consente di abbracciare tutto il golfo di Napoli, fa da cornice a un locale cui la famiglia Buono ha scelto di conferire grande personalità, dedicandolo al mondo della carne, pur mantenendo la sua tradizione di ristorante e rinnovando con creatività la carta delle pizze. La braceria propone una selezione di carni italiane ed estere individuate con competenza, dalla bistecca all’entrecôte, all’angus argentino, alla prussiana, fino al raro manzo di Kobe. Il Kobe beef è un tipo di carne originaria del Giappone che segue un particolare metodo di allevamento basato sull’alimentazione dei bovini con cereali (frumento, orzo, riso), fieno e talvolta viene somministrata agli animali anche della birra, e ven-

ghi che vengono inseriti nel menù quando sono nel momento migliore

gono effettuate cure continue, con massaggi, per una crescita senza

della loro produzione.

stress. La loro carne è considerata da alcuni la migliore al mondo, per

Gli ampi spazi sono ideali per accogliere feste e cerimonie: la struttura è

la particolarità di avere una gran quantità di grasso infiltrato nelle mas-

articolata, infatti, in più sale anche con il camino, perfetto d’inverno, ma

se muscolari che hanno un aspetto “marmorizzato” e un conseguente

la più grande è davvero spettacolare per il panorama su cui si affaccia: ai

sapore vellutato, quasi burroso. Ma c’è di più: alla Rosa dei venti si può

vostri piedi ci saranno le rovine dell’antico acquedotto del ‘700, i Pilastri,

scegliere il proprio pezzo da una bella vetrina posta all’ingresso, e, volen-

e oltre si inseguono i profili del Castello Aragonese e poi il Vesuvio e le

do, si può seguire la cottura che avviene su una vera brace a legna - cosa

isole di Procida e Vivara, capo Miseno… Uno splendido scenario per tra-

ormai piuttosto rara - situata in un’area dedicata. Vasta la selezione di

scorrere piacevoli momenti con gli amici o per romantici appuntamenti al

etichette di vini, campani e non solo, e di birre artigianali e di abbazia,

chiaro di luna. Molto utile il servizio navetta a domicilio e gratuito (max

con le quali si possono fare interessanti degustazioni abbinandole ai di-

7/8 persone), dedicato sia ai turisti che a quegli isolani che vogliano con-

versi tipi di carne. Mille le elaborazioni e ne inventano sempre di nuove

cedersi un bicchierino in più, senza preoccupazioni.

sul tema della pizza (da provare quella a stella e la sfoglia di pizza), con ingredienti freschi e sempre un tocco di rielaborazione che mostra la cura con cui viene arricchito e rinnovato un piatto di tradizione. Per i grandi appetiti, il ristorante offre pure una bella varietà nel menù, a cominciare dagli antipasti, con assortimento di salumi e formaggi, verdure, fritture miste e da non perdere gli gnocchi conditi con il ragù di cinghiale, una vera prelibatezza! E per chiudere, i dolci di produzione propria, serviti in composizioni originali, curate nel gusto e nell’aspetto, come il tiramisù nel boccale di vetro. Aperto tutto l’anno, La rosa dei venti organizza anche sagre con degustazioni di vini insieme a prodotti stagionali tipici della generosa terra ischitana, come le castagne e i fun-


W E L L N E S S

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GIARDINI POSEIDON: ARMONIA DALL’ACQUA text_redazione Ischiacity | photo_archivio Giardini Poseidon

La ricerca dell’armonia. Un’esigenza che tutti hanno, prima o poi, nella vita: ritrovare l’equilibrio psico-fisico perduto a causa degli stress e negatività della vita di tutti i giorni, che il corpo riesce sì a compensare, ma solo fino ad un certo punto. Poi arriva il momento in cui dobbiamo fermarci e prendercene cura. Per ripartire più forti e leggeri. Esiste un posto, nell’isola d’Ischia, dove tutto questo avviene, dove gli elementi di cui il nostro corpo ha bisogno per vivere bene - acqua, natura, sole - esprimono il massimo della loro bellezza e potenzialità e si combinano per darci una mano. Trascorrere una giornata - o più - ai Giardini Poseidon, infatti, significa entrare in un luogo dove - con attenzione ai dettagli e coerenza - ogni momento, sia esso di cura o di svago, dedicato a chi è alla ricerca del suo perduto equilibrio, o semplicemente ha bisogno di distendersi, fare vacanza, divertirsi, è costruito seguendo questa filosofia. I Giardini Poseidon sono il regno dell’acqua, anzi delle acque: è presente nelle oltre 20 piscine, sia termale che di mare, nella piscina Olympia lunga 33 mt. (e in quelle dedicate ai bambini), sotto forma di vapore nel bagno turco, e poi disegna un’infinità di angoli suggestivi in cui il prezioso liquido e la natura (l’uno indispensabile per l’altra) convivono felicemente. Le piscine termali si alimentano con le sorgenti della baia di Citara, a Forio, da cui sgorgano acque salso-bromo-iodiche e salso-alcalino-solfato ipertermali (di temperatura superiore ai 40°): vengono riempite ogni giorno con acqua che va dai 28 ai 40 gradi, in modo che passando da una piscina all’altra si può andare gradualmente dalla temperatura più bassa a quella più elevata. Le acque sono un antistress per eccellenza, fondamentale per rilassarsi, il loro calore, infatti, associato ai minerali in esse contenuti, agiscono sull’organismo in senso miorilassante e hanno un effetto vagotonico bilanciando l’adrenalina, prodotta dall’organismo quando è sotto stress. Ancora: hanno proprietà drenanti e detossinanti attivando l’osmosi all’interno dei tessuti, e stimolano la circolazione. In particolare, le vasche Kneipp e il bagno giapponese sono basati sul principio dell’alternanza caldo/freddo che riattiva la circolazione degli arti inferiori, mentre il vapore della sauna naturale, scavata in una grotta, favorisce l’espulsione delle tossine dall’organismo. Inoltre, ogni giorno è a disposizione di tutti gli ospiti del parco una lezione di acquagym, che consente di associare i benefici dell’acqua termale ad un’equilibrata attività fisica. Le acque dei Giardini Poseidon hanno una spiccata capacità antinfiammatoria che le rende un valido supporto per chi soffre di infiammazioni croniche a ogni livello, delle vie respiratorie, nell’ambito ortopedico e ginecologico. Presso il centro benessere e termale sono disponibili trattamenti, tutti concepiti per esaltare queste proprietà delle acque: si praticano, infatti, terapie riabilitative mediche per le affezioni di muscoli, tendini, ossa, articolazioni


(ernie del disco, riabilitazione postparalisi e post frattura, per esempio), con fisioterapia, kinesiologia, osteopatia in acqua, massaggi che si affiancano ai bagni. Le cure inalatorie sfruttano l’effetto osmotico per detergere le mucose e richiamano le immunoglobuline A, essenziali per la protezione delle mucose stesse; inoltre queste acque sono di supporto a chi soffre di neurodermite, psoriasi e artrite psoriasica. Nell’ottica di intervenire su tutta la persona e non limitarsi al singolo sintomo o alla specifica parte dolente, si possono fare pratiche olistiche come riflessologia plantare, shiatzu, massaggio ayurvedico e hot-stone e soprattutto provare Matrix - terapia ritmica. Si tratta di un apparecchio di fisioterapia che emette oscillazioni meccaniche che consentono di ripristinare il ritmo fisiologico delle cellule. A causa di un trauma o di una contrattura, infatti, si può produrre un ristagno che impedisce alle fibre e alle cellule che le compongono di muoversi e così ripulirsi dalle scorie, quindi vanno in acidità e compare il dolore: questo trattamento consente di ripristinare il ritmo delle cellule e contribuire, affiancandosi alla fisioterapia e ai bagni termali, a far scomparire la sofferenza. Tutti i percorsi proposti, insomma, quelli dedicati a chi vuole trascorrere una giornata rilassante come quelli curativi e personalizzati, hanno sempre come obiettivo, attraverso le acque termali, di riattivare i meccanismi fisiologici dell’organismo, agendo, contemporaneamente, sul complesso della persona, attraverso la predisposizione a distendersi che viene da un luogo ricco di armonia e bellezza. Per conservare e accrescere questo equilibrio, l’attività balneo-termale e i servizi offerti dai Giardini Poseidon sono sviluppati con grande attenzione all’ambiente: le acque termali delle piscine non sono trattate con sostanze chimiche, sono rinnovate di continuo durante il giorno e sostituite quotidianamente dopo un’attenta pulizia delle vasche, i lussureggianti giardini sono curati adoperando solo concimi e antiparassitari naturali, gli imballaggi di cibi e bevande che si consumano nei punti di ristoro sono tutti riutilizzabili (abolita completamente la plastica, dunque) e comunque “a rendere”, sia quelli a disposizione degli ospiti che quelli impiegati dai fornitori.

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S P O R T

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FORIO CAPITALE DELLA VELA text_redazione Ischiacity

Punta a diventare una classica delle regate che aprono la stagione primaverile, ed è già fissato per il 15-17 aprile 2016 il prossimo appuntamento della Scheria Cup 24, di cui si è tenuta la prima edizione nelle acque intorno all’isola d’Ischia. La formula con cui è stata costruita è decisamente

SCHE RIA CUP24

24 ore intorno ad Ischia

nuova: ideata, infatti, da Filippo D’Arrigo, velista napoletano istruttore federale, ischitano di adozione, in collaborazione con la Lega Navale ed il comune di Forio che ha ospitato le barche alla partenza e all’arrivo, ScheriaCup24 diversamente dalle usuali regate che consistono nel percorrere una distanza data nel tempo più breve, è imperniata su un tempo prestabilito, le 24 ore appunto, durante le quali gli equipaggi sono impegnati a percorrere il maggior numero possibile di miglia marine, eseguendo più volte il periplo dell’isola d’Ischia. Si tratta di una gara ibrida, abbastanza lunga e al contempo tecnica, perché la presenza di un’isola, soprattutto alta com’è Ischia, influenza i venti e crea turbolenze che rendono la circumnavigazione complessa e quindi è richiesta molta tattica. Ciò la rende una competizione interessante per i professionisti ma perfetta per i neofiti, che possono gareggiare in tutta sicurezza, vicino alla costa e con 5 porti sul percorso. In primavera, l’isola offre un volto molto bello: colori stupendi, niente barche a motore, vento e clima ideali, porti a disposizione. Difatti, nelle intenzioni degli organizzatori e del comune di Forio che con il sindaco Francesco Del Deo ed Enzo Rando, appassionato velista, ha fortemente sostenuto l’idea


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e la sua realizzazione, c’è anche il progetto di riuscire, consolidando l’appuntamento con Scheria Cup 24 e sviluppando il necessario know-how organizzativo, a dare un contributo reale alle strategie di destagionalizzazione del turismo, facendo di Ischia, ben attrezzata dal punto di vista della capacità ricettiva e dei porti, un punto di riferimento per un turismo attento a eventi di spessore e di ottima sostenibilità ambientale, come sono quelli legati al mare. La prima edizione se l’è aggiudicata il First 40 dell’armatore Pippo Osci della LNI di Pozzuoli con 89 miglia nautiche percorse: ha conquistato, infatti, il trofeo challenger come primo classificato in over all, il premio per aver percorso più miglia nautiche e per il giro più veloce. In classe ORC B ha vinto “Duffy”, il Doufur 34 di Enrico Calvi della LNI di Pozzuoli e in Libera A “ Zitti Tutti”, l’Oceanis 46 di Luca Carafa.

Nelle foto, i vincitori della prima edizione di Scheria Cup 24 e, in basso,un momento della premiazione con il sindaco di Forio Francesco Del Deo e fra gli altri, Vincenzo Rando, componente del team dell’organizzazione e Giovannangelo De Angelis.


S P O R T

CICLI SCOTTO: IL MONDO VISTO DA UNA BICICLETTA text_Annamaria Rossi photo_Pietro Messina

Nata in sordina negli anni novanta come semplice rivendita di biciclette per grandi e piccini, da un anno nella nuova sede ad Ischia in Via Michele Mazzella, Cicli Scotto è l’unica azienda che sull’isola rappresenta l’universo per i ciclisti. Alla base, la grande passione di Vincenzo Scotto D’Abusco per questo sport, che ha trasferito ai figli Emmanuel e Michele. Insieme ai loro validi collaboratori, sono riusciti a creare un punto vendita grande ed assortitissimo, che comprende tutto il trovabile e l’introvabile: biciclette per bambini e per adulti, cicli da passeggio, da strada, da corsa e mountain bike, biciclette a pedalata assistita ed una quantità industriale di accessori quali caschi, tute, abbigliamento tecnico, indispensabili per chi pratica il ciclismo come attività sportiva. La varietà è tale da poter accontentare ogni esigenza, di chi ha un budget non elevato come di chi intende investire nello sport che ama anche cifre consistenti per avere una bicicletta di ultima generazione e che garantisca alte performances. Attorno a questo che è il paese dei balocchi per gli amanti del genere, ruota un mondo di circa cento tesserati al Team Scotto, veri sportivi anche se a livello non agonistico, che muniti di pullman d’ordinanza si spostano per l’Italia, dove ormai sono ampiamente conosciuti, per partecipare alle diverse gare amatoriali con ottimi risultati di classifica. Più in generale, l’attività di Cicli Scotto ha sicuramente contribuito a far crescere l’interesse di Ischia per questo bellissimo sport ed il loro impegno è stato fondamentale per dar vita (quest’anno si è tenuta la seconda edizione) alla prima manifestazione ciclistica organizzata che si svolge con cadenza annuale sull’isola. Lo scorso maggio, il team ha organizzato, infatti, la Gran Fondo 100 km dell’Isola Verde: il percorso, costituito da tre giri dell’isola, è stato affrontato da oltre cinquecento partecipanti provenienti da tutta Italia e da diversi paesi europei e la vittoria è andata proprio a Michele Scotto, egregio fondista ed esperto conoscitore delle insidie delle strade isolane. Altro successo importante è quello di Giovanni Sasso (che da ragazzo ha perso una gamba in un incidente stradale), tesserato del team Scotto, vice campione europeo para-

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127 limpico e, quindi, probabile candidato a partecipare alle prossime Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016. Si respira proprio passione quando si entra nell’ampio spazio ricolmo di ogni tecnicismo possibile, tutto in ordine, colorato e attraente. Emmanuel, che è laureato in scienze motorie, provvede alla preparazione atletica dei corridori, suggerisce consigli nutrizionali, insegna le posture in modo da renderle compatibili con la biomeccanica della bicicletta. Il fratello Michele personalizza la bici per il cliente, studiando il modo migliore di adattarlo al soggetto pedalante. Questo può succedere tanto per le biciclette più semplici ed economiche quanto per i veri mostri, quelle due ruote sofisticatissime e leggerissime, splendido sogno di ogni ciclista: per esempio quelle prodotte dalla BMC, marchio blasonato riservato ad una clientela di élite di cui lo store è rivenditore autorizzato. Nell’officina annessa si eseguono trasformazioni, si studia con concentrazione, ci si sporca le mani. In fondo la fatica del ciclismo, anche se lo si pratica solo per andare a fare una passeggiata, è rimasta la stessa degli esordi e delle strade polverose. “Oggi sembra più facile perché abbiamo tanti supporti tecnici che ci agevolano, ma solo fino a un certo punto, la fatica rimane - spiega Michele Scotto - pedalare richiede sempre impegno, a qualsiasi livello lo si voglia fare”. E tuttavia sono in continuo aumento coloro i quali scelgono di muoversi usando la due ruote ecologica e per i turisti che desiderano vivere l’isola in bicicletta, Cicli Scotto ha un servizio di noleggio e organizza escursioni guidate sui sentieri nascosti, alla scoperta di una natura segreta e affatto ordinaria. ----------------------------------------------------------CICLI SCOTTO via Michele Mazzella, 209 - Ischia tel. 081. 992839 www.cicliscotto.it




A R T

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SE IL PRINCIPE SI INNAMORA DI CINERELLO text_Isabella Puca

Prima ancora che la rappresentazione dell’ultimo, e atteso, lavoro di Salvatore Ronga “Il gran ballo di Cinerello” prodotto dall’Associazione Luca Brandi insieme con Artù, andasse in scena, si era già accesa la discussione: uno dei due quotidiani locali, infatti, aveva gridato allo scandalo dalla prima di copertina, ma in scena c’era ben altro. Eccezionale il cast d’attori, ischitani sì, ma in buona parte diplomati in accademie teatrali, che sono riusciti a valorizzare ancor di più un testo classico ma rivisitato alla maniera di Ronga. Scenografia essenziale ma pensata, costumi e trucco pensati nei minimi dettagli. In scena, nelle vesti di Cinerello, Giovangiuseppe D’Ambra, un ruolo difficile, il suo, interpretato ottimamente. È lui che rassetta e mette in ordine quello che rimane di un’umile casa condivisa con le due sorellastre, ben impersonate da Laura Sogliuzzo e Milena Cassano, due nomi importanti delle scene teatrali non solo isolane. Intanto, a corte, fervono i preparativi per il Gran Ballo. Cambio di scena ed ecco il principe, il bello e bravo Mario Fusco, intento nei preparativi per la serata in cui dovrà scegliere l’anima gemella. Tuttavia, la corte è nello scompiglio; nonostante le cronache dei giornali parlino del principe come di un inguaribile viveur egli, fino ad ora, non ha dato prova di alcun interesse per il sesso femminile e la cosa inizia a destare preoccupazione in quanti lo circondano. Le storie di Cinerello e del principe proseguono ognuna per la sua strada. Mentre Cinerello avrà una fata, o meglio, il fato - una fantastica Marina Ascione - a indicargli il percorso verso la sua vera identità, la scoperta di quella del principe viene, invece, affidata a una giovane donna, un’esemplare Rosanna Nocera, nelle vesti di colei che dovrà fargli conoscere quelle gioie che può procurare solo il gentil sesso. E il fato evocherà in ogni suo ingresso, con cambi di costume curati dalla testa ai piedi, personaggi della letteratura con un’esperienza affine a quella del giovane e confuso Cinerello - dalle muse ispiratrici di Virginia Woolf, alla passione violenta tra Verlaine e Rimabud fino ad arrivare all’amore di Proust per il suo chauffeur - mentre il principe non riuscirà ad abbandonarsi alle gioie promesse dalla donna, fino a decidere di scappare. D’un tratto, le loro vite si incrociano


131 Nelle foto, momenti dello spettacolo e qui sotto l’autore e regista, Salvatore Ronga.

e la scoperta di quella che è la loro intima sessualità inizia ad affiorare. E’ così che arriva la sera del gran ballo ma, invece che con carrozza di zucca e scarpetta di cristallo, Cinerello vi si presenta in frac e guanti bianchi. Quella che è stata definita dal regista stesso come una “favola amorale” si avvia alla sua conclusione. Ad averla vinta, prima della chiusura del sipario, non è infatti la vera natura del principe e di Cinerello, testimoniata dal bacio finale tra i due, ma è l’Amore, quello autentico, che arriva, indifferentemente, anche tra persone dello stesso sesso. Incredibile e quanto mai attuale la battuta finale: in ogni reame che si rispetti, al vissero felici e contenti segue l’arrivo di un erede; e all’interrogativo “come faranno il principe e Cinerello ad avere figli?” è tutta la corte a rispondere in coro: “Facile! Lo adotteranno”. Chiuso il sipario, accompagnato dalla standing ovation del pubblico che ha affollato la sala teatrale del Polifunzionale per tutte e tre le sere, c’è già chi chiede delle repliche per uno spettacolo diverso dal solito ma che aiuta a riflettere e a sorridere su di un tema che, anche a Ischia - con molto ritardo - si appresta a non essere più un tabù.


A R T

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CINERELLO. LE RECENSIONI E LE VARIANTI text_ Lello Montuori NEI GIORNI PRECEDENTI E SUCCESSIVI AL DEBUTTO DELLO SPETTACOLO TEATRALE “IL GRAN BALLO DI CINERELLO”, SCRITTO E DIRETTO DA SALVATORE RONGA, DISCUSSIONI, POLEMICHE, TANTE VOCI SI SONO ALZATE SUI GIORNALI LOCALI E, SOPRATTUTTO, IN FACEBOOK PER COMMENTARE LA SCELTA DI REALIZZARE UNA COMMEDIA TEATRALE CHE RIVEDE UNA DELLE FAVOLE PIÙ CELEBRI DELLA CULTURA OCCIDENTALE, CENERENTOLA, IN VERSIONE OMOSESSUALE. CINERELLO È, INFATTI, UN RAGAZZO CHE SI INNAMORERÀ - CORRISPOSTO - DEL PRINCIPE. IL REGISTA RONGA HA AFFRONTATO IL SOGGETTO CON LA SENSIBILITÀ, L’INTELLIGENZA, LA CAPACITÀ MAIUETICA DI TIRAR FUORI DAI SUOI ATTORI IL MEGLIO, CHE GLI APPARTENGONO. QUANTO AI NUMEROSI COMMENTI CHE SI SONO SVILUPPATI ATTORNO ALL’IDEA DI UNO SPETTACOLO CHE PARLASSE APERTAMENTE DI OMOSESSUALITÀ IN UN CENTRO PICCOLO COME ISCHIA, ABBIAMO SCELTO LA RIFLESSIONE DI LELLO MONTUORI, AVVOCATO, DIRIGENTE DEL COMUNE DI ISCHIA E FRA I PROTAGONISTI DELLO SPETTACOLO. Ho riflettuto a lungo prima di scrivere questo

lissimi e ad un tempo dibattuto. Vale a dire,

ed altre aridissime, vanesi, sprovveduti, eroto-

post. Per quanti sforzi uno faccia di essere se-

inutile girarci intorno, “il mondo omosessuale”

mani, persone generose ed altre avide. Perso-

reno, ci sono sempre mille e una ragione che

come alcuni hanno scritto non rendendosi con-

ne per bene ed altre che non lo sono. Sem-

indurrebbero a tacere. Per quieto vivere. Per

to - ne sono certo - della portata se non omo-

plicemente perché quello omosessuale non è

evitare critiche. O anche solo apprezzamenti.

foba almeno ghettizzante ed offensiva della

un mondo. Ma solo una variante fra le infinite

Perché - secondo alcuni - su certi temi è me-

presunta o reale “appartenenza” di questo e

varianti del modo di essere di ogni creatura

glio stare saggiamente sulla riva del fiume e

di quello a tal presunto mondo di cui - forse - i

- uguale solo a se stessa - in questo mondo.

aspettare che passi la piena per guadarlo in si-

primi ad averne capito molto poco, sono pro-

Non c’è quindi sensibilità omo o etero che sia

curezza, piuttosto che farsi trascinare via dalla

prio molti di quelli che ne innalzano il vessillo

da trasferire in un’opera d’arte -e il teatro è

corrente.

nei tanti pride di città in città, nelle nazioni pro-

un’arte - che appartiene al suo Autore non più

Ma di Cinerello vorrei scrivere.

gredite dell’Occidente tollerante.

di quanto appartenga da sempre ad ogni spet-

È un tema coinvolgente, che merita di esse-

Sì. Perché ammesso che una lezione si possa

tatore che da quell’opera trae emozioni, sug-

re affrontato. Non per solidarietà amicale nei

trarre da un’opera d’arte - e una rappresenta-

gestioni, aspirazioni, desideri o semplicemente

confronti dell’Autore. Non ne ha bisogno.

zione teatrale, riuscita o meno, è per conven-

delusioni.

Nemmeno per difendere un talento artistico

zione culturale un’opera d’arte e dell’ingegno

Pretendere di trasferire all’opera - che sia riusci-

del tutto inesistente (il mio, s’intende). Ché sul

- quella lezione, o forse il suo nucleo di senso

ta o meno - una parte vera o falsa della storia

talento degli altri Attori e del Regista preferirei

della quale sono davvero grato all’Autore, sta

di chi l’ha creata significa - in fondo - privarla

sorvolare, accogliendo l’invito di Wittgenstein:

tutta in quella felice o molto triste metafora del

del suo nucleo di senso, o forse non riuscire a

“Occorre tacere tutto ciò di cui non si può par-

Fato: Cinerello crede che le sponde siano due e

coglierlo.

lare con certezza”. Cedo tuttavia alla tentazio-

non si accorge che si tratta piuttosto dell’unica

Perché si correrebbe il rischio di ridurre ogni

ne, scusandomene subito. Io personalmente li

sponda di un laghetto con tante paperelle.

rappresentazione ad un’autobiografia rischian-

ho trovati straordinari. Ma non ho alcuna com-

È la famiglia umana in cui si intrecciano lega-

do di perdere ciò che almeno da Platone in

petenza per valutarne la resa in palcoscenico.

mi dalla notte dei tempi. Legami spesso senza

poi fa dell’artista un “essere leggero e alato”,

E viviamo in tempi in cui è bene che “ciascuno

nome, ma con tanti volti. Emozionati o tristi,

che sa dire ciò che altri provano senza saperlo

parli con certezza di ciò che sa” piuttosto che

appagati, delusi o per un attimo felici. I lega-

esprimere o addirittura ciò che molti non sanno

esercitare il diritto - o dovrei dire l’abusata fa-

mi d’affetto d’amore e d’amicizia dell’uomo in

nemmeno di provare.

coltà - di partecipare agli altri, a tutti gli altri,

quanto uomo. Non esiste infatti alcun “mondo

Libertà dunque. Di amare un’opera d’arte. Per-

ciò che gli passa per la testa. Poi, per carità,

omosessuale” nel quale rispecchiarsi per cer-

sino di detestarla. Di restare delusi. O ad essa

ciascuno è libero di regolarsi come crede.

care identità.

indifferenti. Ma non di leggervi al di là di ciò

Sotto quale profilo vorrei allora scrivere di Ci-

Perché l’identità non è la maschera di chi ci si

che essa esprime.

nerello e del Gran Ballo?

porta a letto. Non esiste un modo d’essere che

Sotto l’unico profilo che in fondo stava a cuo-

contraddistingue un “mondo”, piccolo o gran-

re non all’autore, non agli attori e nemmeno a

de che sia. In questo presunto “mondo” che

buona parte del pubblico di sala, ma a chi in

non esiste, ci sono persone intelligenti e per-

quella sala non c’è stato o magari ci è venuto

sone che non lo sono affatto, uomini e donne

perché il tema sullo fondo era di quelli attua-

colte e altri che non lo sono, persone sensibili


L U X U R Y

i

SPOSARSI NELLA BELLEZZA text_Manuela Bottiglieri pa. All’alta professionalità del maitre Michele Mennella è affidata la personalizzazione dei banchetti, che vengono organizzati in modo che ogni coppia di sposi possa festeggiare in un’atmosfera unica, creata apposta per loro, tra mobili preziosi, stoffe pregiate e ceramiche artistiche. Grande è, infatti, l’attenzione dedicata ai particolari dell’arredo in ogni angolo dei Delfini, come se ci si trovasse in un’elegante villa: in particolare, la sontuosa Royal suite viene data in omaggio ai novelli sposi che desiderano trascorrere una prima notte ‘regale’. E’ a disposizione degli ospiti anche un centro health and beauty, antico e moderno allo stesso tempo. Antico, perché si pone nella scia dei Romani, scopritori per primi delle potenzialità curative delle sorgenti d’acqua termale L’Italia è sempre più vista dagli stranieri come

sperienza conseguita nel settore del wedding

che sgorgano in diversi punti dell’isola, fra cui

una meta da sogno, da visitare per le bellez-

dalla proprietà e dai loro collaboratori, rende

proprio nella baia di Cartaromana. E di quel

ze artistiche, storiche, ma anche per il buon

l’Hotel Delfini il posto ideale per celebrare un

mondo lontano si è voluto mantenere inalte-

cibo, la moda e ... per sposarsi. Posti romantici

giorno così importante assieme ai propri amici

rato il fascino degli ambienti, un vero tempio

e suggestivi del Bel Paese, infatti, sono mete

e familiari. E chi più ne ha più ne metta! Nel

dedicato al corpo ed alla mente. Ma il centro

predilette per il giorno del sì: da velieri a ville

ristorante interno possono essere ospitate 300

benessere è anche una struttura all’avanguar-

e castelli, battelli sui laghi, palazzi o ristoranti

persone e quest’anno ne è stato inaugurato un

dia, dove si utilizzano tecnologie sofisticate per

rinomati cui si aggiunge la possibilità di fare

secondo “en plein air” con vista sul mare, che

enfatizzare i vantaggi che vengono da tratta-

shopping e tour in città d’arte come Roma,

può accoglierne fino a 500. La spiaggia privata

menti e cure termali.

Venezia, Firenze, e naturalmente non manca-

con open bar si trasforma in un’incantevole pi-

Già molti stranieri hanno scelto lo Strand Hotel

no le fantastiche location sul mare. Una ma-

sta da ballo, a due passi dalle piacevoli piscine

Delfini come set del loro momento speciale:

gica atmosfera italiana è proprio quello che

e dall’ampio solarium direttamente sul mare.

americani, russi, e persino giapponesi, convinti

offre lo Strand Hotel Delfini di Ischia, ubicato

Gli invitati potranno attendere gli sposi assapo-

dall’incantevole scenario che si gode dalle am-

in un angolo di struggente bellezza naturale.

rando aperitivi e freschi cocktail sull’immensa

pie terrazze e dall’ospitalità di Maria e Giovan

Un vero ‘paradiso all’improvviso’, per citare il

terrazza che guarda il Castello Aragonese e

Giuseppe Buono, grandi cerimonieri di questo

film di Pieraccioni girato proprio qui. Situato

gli scogli di Sant’Anna. Questi ultimi durante

resort del lusso e del relax.

nella baia di Cartaromana, poco distante dal

matrimoni e grandi eventi diventano ancor più

piccolo borgo di Ischia Ponte e raggiungibile sia

suggestivi, grazie a decorazioni di fiaccole ed

con servizio navetta che via mare, l’albergo è

effetti luminosi, con la possibilità di organizza-

circondato dalla storia, nella rada su cui affac-

re anche spettacoli di fuochi pirotecnici. Vasta

cia, infatti, sono sommerse le rovine di quella

la scelta dei menù, grazie allo chef Andrea Di

che un tempo fu Aenaria, cittadella romana

Scala, maestro dell’arte gastronomica che ha

del IV secolo a.C. Tutto questo, aggiunto all’e-

lavorato in famosi ristoranti stellati d’Euro-



ischiacitydivisionepubblicitĂ


A cura di Cecilia D’Ambrosio per informazioni e segnalazioni di eventi: cell_334. 2931628 FB Ischiacity Rivista cecilia@ischiacity.it

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L’ISOLA DEI MILLE ORTI photo_Claudia Rech

Da qualche anno si sta assistendo a un rinnovato interesse degli ischitani per la terra, intesa come orti, vigneti, campagna coltivata: i terrazzamenti tornano ad essere piantati con le viti, un certo numero di giovani scelgono di affiancare alle loro occupazioni anche quella di tenere in vita “ ‘a terra” come si dice in dialetto, coltivata un tempo dal nonno o dal padre. E la terra di Ischia è generosa con chi vi si dedica: a questo confortante fenomeno, che contribuisce a mantenere curato il territorio con tutta una serie di ricadute positive in tanti ambiti, è dedicata “Mille orti in mezzo al mare”, l’ultima fatica di Ciro Cenatiempo, giornalista e scrittore isolano, dalla lingua

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SI BALLA ALL’EYES Rivoluzionaria novità nel mondo della notte a Ischia con l’apertura di un nuovo night, ideato da Peppe Trani. L’Eyes Dinner Club, che si articola in piacevoli spazi interni e in una terrazza esterna, si è imposto immediatamente come luogo di incontro e divertimento, per happy hours, concerti di musica jazz e fusion, serate disco e di musica caraibica, mentre il sabato ospita un pubblico molto giovane.

immaginifica e di grande sensibilità rispetto a tutto ciò che riguarda la sua terra, cui ha già dedicato altri lavori. Uno fra tutti ricordiamo “Cunicoli e lapilli”, sul mondo del coniglio, il piatto “nazionale” dell’isola d’Ischia.

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FOTO COME ELEGIE

photo_Claudia Rech

Appassionato di fotografia da sempre, l’avvocato Gino Di Meglio non ha mai ceduto alle lusinghe del digitale, sviluppa le sue opere in camera oscura e nella sua ultima mostra “Elegie in bianco e nero” - ospitata negli armoniosi ambienti della torre Guevara - a esposto anche immagini elaborate con la tecnica della gomma bicromatata (molto complessa e impegnativa, in quanto si adoperano sostanze tossiche) che conferisce alla fotografia l’aspetto di un dipinto. Protagonista delle immagini il mondo vegetale, rivissuto con immagini costruite fino allo spasimo, in cui l’autore evidenzia la carnalità delle forme in fiori eleganti come la calla, ma lo attrae anche la commistione di vita e morte in una cipolla germogliata e in un etereo soffione.


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L’ULTIMO TANGO photo_Claudia Rech Un’isola d’Ischia diversa da quella delle cartoline è lo sfondo di “Ultimo tango”, detective story del regista Giuseppe Iacono (che interpreta anche il protagonista), girato con centinaia di comparse del posto, alcuni nomi noti dello spettacolo italiano come Cloris Brosca, Massi Furlan, Renato Scarpa e poi attori ischitani che si stanno affermando come Aron Insenga, Milena Cassano, Rosanna Nocera, Cenzino Di Meglio e tanti altri. Colonne portanti del progetto Claudio Cappello e Tommaso Monti che hanno affiancato il regista fin dal finanziamento del film, realizzato con il crowfounding (si cercano fondi in rete, presentando il progetto con un video promo). Un film in cui “si ride e si piange all’improvviso”, con Ischia che mostra la sua versatilità come location.

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text_Manuela Bottiglieri | photo_Dayana Chiocca

“AMERICANA”: QUANDO GLI STRANIERI SI INNAMORANO DI NOI Atmosfera speciale al castello Aragonese in una bella sera di giugno: il dolce suono dello hang, strumento musicale idiofono in metallo suonato da Ubjk, accompagnava il lento calar del sole e preparava gli ospiti ad un salto nel passato. Nel suggestivo chiosco della caffetteria del Monastero si è tenuta la presentazione di “AmericaNa. Storie e itinerari di dodici scrittori americani a Napoli e in Campania” (Intra Moenia). L’autore, lo scrittore e giornalista Pierluigi Razzano, ha risposto alle domande del giornalista Pasquale Raicaldo, intervallate da letture di alcuni stralci dei reportage di letterati dell’Ottocento e del Novecento, in visita a Napoli e in altre celebri località della Campania: Sorrento, Ischia, Capri, fino a Ravello, alla ricerca di nuove suggestioni. Da Cooper a Melville da Twain a James, e poi Dos Passos, Scott Fitzgerald, Faulkner, Capote, Steinbeck, Fante, Cheever e Vidal. “AmericaNa” è una raccolta di pensieri, ricordi, appunti, lettere, che ci conducono alla riscoperta di luoghi conosciuti, visti con occhi stranieri. Viene definita ‘indagine sartoriale’, il lavoro di “taglio e cucito” dell’autore, che in un anno ha raccolto esperienze di giovani artisti stranieri, spinto dalla curiosità di scoprire i diversi punti di vista di chi ha visitato Napoli, per poi farsi accompagnare dalla loro diversa visione del nostro splendido territorio. Ci si è soffermati in particolare sulle parole dedicate all’isola da un grande autore: “...Ischia non era posto per un rincorrersi affannoso di ore...” ha scritto Truman Capote, raccontando agli americani nel 1950 del suo viaggio ad Ischia, attraverso le pagine della rivista “Mademoiselle”: un lungo articolo al confine tra letteratura e cronaca, letto da Roberto Scotto Pagliara, con un sottofondo di gabbiani ed un bicchiere di vino ad accompagnare l’interpretazione.


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W LE MAMME 2.0! text_Manuela Bottiglieri Nessuno stato è così simile alla pazzia da un lato, e al divino dall’altro, quanto l’essere incinta. La madre è raddoppiata, poi divisa a metà e mai più sarà intera (Erica Jong). Per la festa della mamma la gioielleria Bottiglieri di Ischia ha lanciato un social contest dedicato alle mamme ed ai loro figli. Una “gara di like” sul social network Facebook ha visto partecipare circa 50 mamme isolane, ognuna con una foto mamma-figlio postata sulla pagina creata per l’evento. La sfida consisteva nel ricevere più ‘mi piace’ possibile durante la prima settimana di Maggio. Il giorno della festa, si è tenuta la premiazione della vincitrice con un ciondolo personalizzato: prima classificata la giovane Francesca Costa, la spiritosa foto con il suo bambino ha ottenuto 300 like. E per chiudere, W LE MAMME!


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NERONE DONNA: MODA CHE PASSIONE! photo_Dayana Chiocca Dedicato a tutte le ragazze e giovani donne che vogliono indossare abiti, scarpe, borse, accessori non all’ultima ma all’ultimissima tendenza, senza spendere cifre proibitive, è nato Nerone Donna, un piacevolissimo store di pronto moda in cui trovare tutti i capi più trendy della stagione. Lo ha appena aperto a Ischia in una zona molto comoda e facilmente raggiungibile come i Pilastri, Giusi Guarraia con il marito Giovanni Di Iorio. La formula di Nerone Donna si caratterizza per continui arrivi di capi e accessori per poter scegliere sempre tra nuove proposte, selezionate da Giusi, forte della grande esperienza nel settore dell’abbigliamento, costruita nei negozi che segue anche a Palermo.

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L’ALTRA MEZZANOTTE INAUGURA Nunzio Calise, Valentina e Mariano Amitrano animano L’Altra Mezzanotte, storico locale della Riva Destra rinnovato un po’ nel nome e molto nelle proposte. Giovani e appassionati del loro lavoro i tre soci hanno costruito un menù dedicato al mare, dove si combinano in maniera creativi i sapori, le consistenze, i colori. Per piatti da mangiare anche con gli occhi, seduti a uno dei tavoli esterni da cui si gode il panorama del porto…

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L’ELEGANZA IN UN FUMETTO

Storie dell’epica nazionale francese, realizzate da un elegante illustratore di origini lucane, ma trapiantato in una delle nazioni più accoglienti per chi ama il mondo del fumetto, qual è la Francia, hanno trovato una perfetta collocazione sulle pareti monacali della piccola galleria di Massimo Ielasi a Ischia Ponte, che con questa mostra ha aperto la stagione estiva 2015. Luigi Critone, dopo aver studiato alla scuola internazionale di Comics di Firenze, dal 2005 si è trasferito in Francia dove ha riscosso notevole successo con le sue opere in cui dimostra tutta l’abilità che ha nella tecnica dell’acquerello. La sua opera più recente è il secondo volume della serie “Je François Villon”, graphic novel storica ispirata al famoso poeta francese vissuto nel ‘400, e sta lavorando al terzo, ma le opere che sono state esposte coprono tutta l’attività artistica di Critone.


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text_Manuela Bottiglieri | photo_Dayana Chiocca

MEDITERRANEO CHIAMA MONDO È alla sua decima edizione il Summer Dinners, la rassegna estiva di cucina d’autore organizzata al Ristorante Indaco, allestita “en plein air” nei panoramici spazi dell’Albergo della Regina Isabella. Resident chef lo stellato Pasquale Palamaro che quest’anno in occasione di Expo 2015, titola l’attesissima rassegna gourmet “Mediterraneo chiama Mondo”: a dare il tocco di internazionalità ai piatti proposti ci penseranno gli Chef che ha scelto di accogliere nella sua cucina. Ospite della prima delle quattro cene è stata Alice Delcourt del ristorante Erba Brusca di Milano, “un orto con cucina”, lo definisce lei. Il suo è uno stile semplice ma allo stesso tempo creativo, lei non vuole stupire ma far assaporare prodotti conosciuti in accostamenti inusuali, per esempio le ciliegie con i ravanelli. Padre francese e madre inglese, ha vissuto gran parte della sua vita negli Stati Uniti fino a quando, a seguito di un viaggio in Italia, si è innamorata del ‘bel paese’ ed ha deciso di stabilirsi a Milano. La sua creatività in cucina si mescola a gusti e profumi provenienti dalla tradizione francese, inglese e americana, in cui vige la regola del rispetto per le materie prime e per la stagionalità dei prodotti a “metro zero”. È proprio questo che accomuna i due chef: l’approccio nei confronti dei prodotti, che ha spinto entrambi ad affiancare al ristorante un piccolo orto con verdure, erbe aromatiche e fiori eduli di stagione. Nel menù presentato per l’evento interessanti commistioni fra terra e mare, come la vellutata di ceci neri, cozze, pomodoro giallo e maggiorana o l’antipasto composto dal Tataky di ricciola, ciliegie acetosella e ravanelli preparati dalla Delcourt. Allo chef Palamaro è toccato il primo piatto, molto mediterraneo: fusilli, bottarga di muggine, pinoli alla brace, limone e cenere di Parmigiano, delizia per gli occhi e per il palato. Piatto preferito di Alice, il Cous cous di frutta e verdura, agnello speziato, yogurt di bufala ed erbe fresche è stato il secondo della serata, al quale è seguito il Roccococco dessert del nostro chef stellato: una riproduzione del cocco in falsi vesti, duro all’apparenza ma morbido al suo interno, con pezzi di cocco sbriciolato e “pisto”, un mix di spezie a base di cannella, chiodi di garofano, coriandolo, anice stellato e noce moscata, che si usa per preparare il roccocò tipico dolce natalizio napoletano.

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I 18 ANNI DI VANIA CALISE

La bella Vania Calise ha festeggiato il suo compleanno pi첫 atteso, quello dei 18 anni, con una grande festa insieme a tanti amici, ai genitori Tonia e Tommaso e al fratello Pino. Tantissimi auguri!


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L’IMPORTANZA DELLA FOLLIA

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AIR SHOW ISCHIA 2015

Remo Bodei, docente presso l’Università della California, è uno tra i maggiori filosofi italiani contemporanei, e si può considerare una presenza abituale per Ischia. Sabato 20 giugno, presso la Biblioteca Antoniana, all’interno del ciclo coordinato dal prof. Francesco Rispoli, “La traccia e la memoria: l’altro”, ha parlato de “Le ragioni della follia”. Bodei è partito dalle riflessioni sulla follia di un altro grande pensatore contemporaneo, Michel Foucault, che ha sostenuto come le pratiche della razionalità tecnico-scientifica impostesi con la modernità hanno teso ad espellere dal corpo sociale la follia, come l’intollerabile altro da sé, per sottolineare il limite di Foucault e sviluppare la sua tesi. Vale a dire la necessità di cogliere la logica operante nella follia, che costituisce la condizione per collocarne le manifestazioni nell’ambito della dimensione di un “umano” che non può risolversi nei termini della sola razionalità. Il 16 maggio, sono tornate a Ischia dopo dieci anni le Frecce Tricolori, fiore all’occhiello dell’Aeronautica Militare Italiana che ha portato nei cieli dell’isola dieci MB339 e un elicottero che hanno compiuto le loro esibizioni acrobatiche sull’esteso lungomare che va da Casamicciola Terme a Lacco Ameno.

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IL GELATO DELL’ESTATE 2015 E’ CANDY CREAM Il gelato è sofficissimo, i gusti supergolosi con base senza glutine (crema, cioccolato, yogurt, nocciola, pistacchio, fragola…) e c’è anche per intolleranti al lattosio e i bambini (ma anche i grandi) possono prepararsi da soli la loro coppa preferita da Candy Cream, la nuova formula della gelateria aperta a piazza Marina a Casamicciola Terme. Si riempie la coppa di gelato in più gusti, si arricchisce con una miriade di decorazioni golose, M&M’s, Smarties, cereali, biscotti frutta, gelatine, granella, marshmallow top in vari sapori… E si pagherà la coppa in base al peso. E poi spremute, granite, yogurt, caffè del nonno, caramelle: insomma Vincenzo Conte e Annamaria Patalano hanno creato un piccolo paradiso dei golosi!

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text_Manuela Bottiglieri | photo_Dayana Chiocca

LE TORRI: DA DIFESA DEL TERRITORIO A DIFESA DELLA CULTURA Ne è passato di tempo da quando, all’epoca degli Angioini e degli Aragonesi, le torri disseminate sull’isola d’Ischia, fungevano da “osservatori fortificati” per la difesa di abitanti, case, terreni dalle incursioni dei temibili saraceni. Da più di 300 anni, infatti, queste fortezze giacciono silenziose in una terra ormai sicura da attacchi esterni e oggi sono loro, le torri, a dover essere difese oggi dall’indifferenza e dall’abbandono. Questo, insieme alla loro valorizzazione, è fra gli obiettivi della manifestazione “Torri in festa. Torri in luce”. Ideatore l’architetto Aldo Imer, in stretta collaborazione con il comune di Forio. Questa edizione, che si è sviluppata fra il 18 e il 27 giugno, è stata incentrata sul forte rapporto che ha Ischia con le acque termali-curative, l’archeologia e l’architettura, elementi di un unicum culturale ed ambientale che costituisce la risorsa principale per il suo sviluppo e la sua valorizzazione turistica. Durante la kermesse le torri si sono illuminate con interventi temporanei di light architecture, cioè effetti speciali luminosi proiettati sulle facciate e hanno accolto performance teatrali, mostre, concerti musicali, convegni tematici, visite guidate alla scoperta del tessuto storico-architettonico di Forio e dell’isola.

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Lo sport, in particolare il judo, come momento essenziale nella formazione dei ragazzi. Questo il tema del 1° Judo Summer Camp dell’isola d’Ischia, sviluppato attraverso una tre giorni - dal 19 al 21 giugno - di corsi con maestri della specialità e con un convegno dedicato all’importanza dello sport nel recupero di minori a rischio. Organizzata a Forio dall’Asd Olympic Judo, nata appena un anno e mezzo fa su iniziativa delle cinture nere 1° Dan Maurizio Bianculli e Dario Pisano, la manifestazione ha visto la partecipazione di 130 atleti da tutto il Paese, che si sono allenati con la guida del maestro Gianni Maddaloni (padre dell’olimpionico Pino Maddaloni) e del suo staff e con gli atleti della Star Judo Club di Scampia.

E’ Bernardo Cigliano che ha preso in mano le redini de L’Innominato, locale di tradizione nel panorama della ristorazione isolana, e lo sta conducendo con energia e creatività. Cucina mediterranea con materie prime di qualità, un’ampia scelta di pizze fra classiche e novità modulate con gli ingredienti di stagione, cui si aggiunge l’intrattenimento con piano bar, gli eventi speciali e poi… la vista sul castello Aragonese dalle sale e dalla terrazza è splendida.

1° JUDO SUMMER CAMP A ISCHIA

L’INNOMINATO INAUGURA





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