RELIGIONI E CINEMA n. 1 / anno IV / 10 ottobre 2014 COPIA OMAGGIO Religion Today FilmFestival www.religionfilm.com
Intervista a Don Renato Butera
Cinema e religioni Condizioni di un dialogo di Linda Pampagnin
Editoriale di Andrea Cagol
Salesiano, pubblicista, docente di Giornalismo e di Cinema presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma. Quest’anno anche giurato di Religion Today. Don Renato Butera può aiutarci a raccontare le sfide del Festival.
l’interiorità della persona umana alla ricerca del senso della propria esistenza, e può quindi contribuire alla costruzione dell’equilibrio fra gli uomini (pace) e tra gli esseri viventi e la natura (ecologia). Un certo cinema, minore ma non certamente per qualità o ispirazione, segue dunque un’utopia possibile: formare alla pace e all’equilibrio del rispetto ecologico. Il gap viene piuttosto dalle produzioni e dalla distribuzione che ha obiettivi ben diversi e più commerciali.
Ritiene che il linguaggio del cinema sia un mezzo idoneo a divulgare valori importanti presenti nelle religioni? E per trovare un punto d'incontro tra le varie fedi? In genere il cinema d’autore non può fare a meno di esprimere la spiritualità, o, in termini più laici,
è la prima volta che partecipa a questo festival? Quale ruolo può giocare nel dialogo tra popoli e religioni diverse un evento come quello del Religion Today Filmfestival? È la prima volta che partecipo ai lavori della Giuria, ma è da cinque anni che presso il mio ateneo a Roma, nell’ambito del Festival, viene organizzato un Seminario con la visione di alcune parti dei film in concorso o l’ascolto delle esperienze raccontate da alcuni protagonisti dell’edizione. Religion Today è tra quei Festival di nicchia che contengono però l’enorme potenza di un enzima, un catalizzatore che contribuisce alla creazione di un tessuto che si chiama confronto, conoscenza, dialogo, costruzione, produzione di relazioni di pace e fratellanza delle religioni e tra le religioni. Il cinema raccoglie testimonianze dove i contrasti teorici o teologici restano in secondo piano: per questo è un territorio di dialogo dove è la vita che si confronta e non le teologie o le spiritualità che si mettono in competizione. Nel suo “piccolo”, il RTFf risponde a una vocazione tra le “vocazioni” più civili, che è quella
Primo piano Il Festival 2014 pp. 2-3
In evidenza Religioni, società, cambiamento pp. 5-6
In classe Un Festival a misura di scuole p. 9
Panorama Il programma giorno per giorno pp. 4, 10-11
Non solo cinema Scienza, fede, danza pp. 7-8
Sguardi e spigolature Visioni, dialoghi, eventi pp. 12-15
Compito primario di un giornalista - e quindi di una testata - è raccontare i fatti con capacità di analisi e, possibilmente, anche con uno sguardo di prospettiva. Ed è questa la sfida raccolta dalla giovane redazione di REC che, prendendo spunto dal ricco programma di Religion Today 2014, intende trasmettere ai lettori la vivacità, le riflessioni, la pluralità culturale e più in generale il cammino di un Festival che anno dopo anno indaga criticamente l’inesauribile dialogo tra cinema e religioni. E così come la “settima arte” ha la capacità di raffigurare le peculiarità e l’attualità delle diverse espressioni di fede, allo stesso modo, con la freschezza di visione che caratterizza le nuove generazioni, i giovani cronisti di REC intendono indagare e approfondire, con la rivista ufficiale del Filmfestival, il tema che accompagna e caratterizza questa 17° edizione: “CHANGE! Religioni, società, cambiamento”.
Il mondo religioso e il mondo del cinema sembrano distanti tra loro. In che modo è possibile avvicinarli? È una distanza accentuata da interessi che mirano più al prodotto che diverta e non che faccia riflettere, probabilmente perché anche lo stesso pubblico lo richiede. A mio parere, però, il cinema può essere certamente uno strumento adeguato per narrare, rappresentare o almeno affiancare la religione in una riflessione estesa alla varietà delle sue sfumature. Altrimenti come spiegare le grandi produzioni hollywoodiane sui temi biblici, o autori come Bergman, Tarkovskij, Kiarostami, Gitai, Olmi, e l’accoglienza dei loro film da parte del pubblico?
di prendere parte all’equilibrio della conoscenza delle religioni che si incontrano e non si sfidano. Nel mondo cinematografico un obiettivo molto importante è il raggiungimento di una buona audience; risulta altrettanto rilevante anche per il cinema di argomento religioso? Si, è così, e i risultati possono essere ottimi. Lo testimoniano esperienze come il Noah di Darren Aronofsky, con Russell Crowe ed Anthony Hopkins, o il pluripremiato Vita di Pi, di Ang Lee, anche se spesso le produzioni e la distribuzione credono che i film a tema “religioso”, in senso lato, non possano avere successo di mercato. Perciò è importante anche dare spazio a sceneggiatori capaci di raccontare non solo storie di violenza, degrado, fantastiche o romantiche e zuccherose commedie. Il genere non va in disaccordo con i temi, e la storia del cinema con i suoi oltre cento anni di vita lo dimostra. Qualche consiglio per far avvicinare e appassionare i giovani al mondo del cinema. Si pensava che con l’avvento di Internet il cinema finisse. Internet lo ha rivitalizzato e ha dato impulso a modalità che vanno dalle più semplici e povere produzioni a quelle più colossali e fantastiche. I giovani amano il cinema. Coloro che producono i film (registi, sceneggiatori, musicisti, attori e finanziatori) devono amare di più i giovani pensando anche alla loro formazione e non alle loro tasche.
Exploring the differences
SOMMARIO Sul podio Giurie e premi p. 16
#ReligionToday
2 / REC / Religioni e cinema
n. 1 / anno IV / 10 ottobre 2014
PRIMO PIANO
DOVE, COSA, chi, QUANDO TUTTO IL FESTIVAL MINUTO PER MINUTO
BACKSTAGE
UN FESTIVAL DI PERSONE La Redazione
change! La Redazione È il cambiamento il filo rosso della XVII edizione del Religion Today Filmfestival, in programma dal 10 al 21 ottobre a Trento e in altre località italiane. Un tema che esprime la volontà di scavare, più che mai, nelle pieghe del rapporto tra cinema, religioni, società. Se da un lato la ‘trasformazione’ resta ingranaggio essenziale della macchina del cinema, dall’altro il cinema, arte del tempo, conserva infatti una capacità specifica di rappresentare e interpretare la mobile pluralità dei fenomeni religiosi e la dialettica tra religioni e società civile. Un compito tanto più urgente in un frangente di mutamenti epocali: traumi che ci costringono a ricomporre lo spettro dei futuri possibili, mentre nel mondo torna il fantasma (deprecabile) dello “scontro di civiltà”; ma anche rinascite personali e collettive che si alimentano del doppio incontro, con l’altro e con Dio. Lo conferma l’esuberante varietà delle storie, dei contenuti, delle soluzioni formali e dei generi rappresentati nei film in concorso: 49 titoli, provenienti da oltre 20 paesi, selezionati tra oltre 300 iscrizioni da tutto il mondo (dall’Europa all’America, dal
foto dal film RANGAN 99
Sudafrica al Bangladesh). Venti i documentari, che esprimono un’ampia varietà di generi e ricerche, attraversando l’intera gamma espressiva compresa tra le nuove sperimentazioni narrative e il classico approccio tematico, spesso in rapporto stretto con l’attualità più scottante; ventinove in tutto le animazioni, i lungometraggi e i cortometraggi a soggetto, con i quali il Festival prosegue l’esplorazione delle diverse modalità dell’incontro tra cinema e religioni, dalla commedia al “thriller spirituale”. Particolarmente numerosi anche gli approfondimenti, gli spettacoli, le partnership e le personalità che arricchiranno la proposta itinerante del Festival, a cominciare dal ricco programma delle nove giornate in Trentino. Accanto alla proiezione di tutti i film in concorso, la sede di Trento, dove il Festival è nato e si è sviluppato negli anni in relazione con la storica vocazione della città a farsi ponte tra fedi e culture, ospiterà conferenze ed eventi speciali tra divulgazione, musica, danza, scrittura e teatro. Insieme alla tradizionale offerta di matinée per le scuole, Religion Today consolida la propria presenza sul territorio provinciale: attraverso giurie speciali e proiezioni per il pubblico e per le classi, l’edizione coinvolgerà anche le località di
Arco, Rovereto, Borgo Valsugana e Lisignago. Si rafforza anche la dimensione regionale del Festival, da Merano, che rinnova l’esperienza di un doppio appuntamento esteso anche agli studenti, a Bolzano, dove prende il via una nuova prestigiosa collaborazione con il Centro per la Pace. Tra gli appuntamenti fuori regione, prosegue a Roma l’esperienza consolidata del seminario internazionale organizzato con la Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale dell’Università Pontificia Salesiana, cui si aggiunge la novità di una proiezione presso il Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani. A questa importante vetrina nazionale seguirà la tradizionale tappa presso la comunità di Nomadelfia, con tre giorni di proiezioni ed eventi aperti anche alle scuole grossetane (20-22 novembre). Nei mesi successivi alla conclusione del Festival continueranno gli scambi con i partner internazionali, a cominciare dal Jewish Film Festival di Gerusalemme (dicembre 2014). Per tutti i dettagli e gli aggiornamenti, seguiteci, minuto per minuto, sul sito ufficiale del Festival e sulla nostra pagina Facebook REC – Religion Today Film Festival.
Chi c’è dietro alle quinte? Chi esce per ultimo da teatro, salutando il proiezionista e dandogli appuntamento per il giorno dopo? Chi trascorre i mesi estivi passando dal computer al telefono per organizzare oltre dieci giorni di fitti e intensi appuntamenti? A rendere possibile la sopravvivenza stessa del primo festival di cinema delle religioni è un appassionato gruppo di volontari che di anno in anno cresce e si rinnova. Alcuni sono universitari, impegnati al Festival tra un esame e una lezione; giovani che spesso hanno conosciuto il Festival in classe, grazie alle attività nelle scuole che vengono organizzate annualmente durante la manifestazione. Qualcuno sogna di diventare giornalista, e si cimenta con i primi pezzi proprio qui, nell’ufficio stampa di RT. Altri vorrebbero lavorare nel mondo del cinema e al Festival hanno la possibilità di incontrare “veri” registi, chiedere loro consiglio, intervistarli. Proprio grazie a questo continuo scambio intergenerazionale, il Festival riesce ad intercettare (anche) le tendenze più nuove, le sensibilità dei più giovani, in dialogo con le competenze e le professionalità dei più adulti. E infine c’è REC. Un lavoro di squadra. Una palestra di esperienze tra cinema, scrittura giornalistica, dialogo interreligioso. Anche qui ogni edizione del Festival, con l’ingresso di tante nuove “facce da redazione”, porta una impetuosa ventata di energie, punti di vista, occhiali con i quali guardare i nostri appuntamenti e penne pronte a anticiparli e raccontarli. I NUMERI DEL FESTIVAL
>21 10 ottobre a 17 EDizione 49 film 5 province
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Religion Today FilmFestival / www.religionfilm.com
CAMBIAMENTI
Rt 2014 IL Festival in alfabeto
HANNO DETTO CHE...
La Redazione
A
La Redazione
come alterità Ciò che si presenta come altro, diverso, non identico. È la differenza tra due identità. Per il Festival, una ricchezza e una sfida. (Angelica Broglia)
sistema che permette la trasmissione di informazioni nella rete, ovvero il web. La nuova frontiera della comunicazione e dell’audiovisivo. Non perdetevi la nostra webserie “Occhi al cielo” (Tommaso Dematté)
B
come india Come diceva Thoreau: “Il paradiso è sotto i nostri piedi, come sulle nostre teste”. Il grande paese a cui il Festival dedica una serata speciale tra cinema e danza. (Alessio Ravelli)
I
C
L
come Brancaccio Brancaccio è un quartiere di Palermo noto per l’alta densità di boss mafiosi e per la malasanità. Soprattutto è il quartiere di Don Pino Puglisi. Protagonista della nostra serata inaugurale. (Valentino Sicher) come creazione L’atto con cui una o più divinità o esseri celesti danno origine al creato dal nulla. Il tema della nostra matinée al MUSE – Museo delle Scienze. (Giorgia Acampora)
D
come diritti umani I diritti fondamentali riconosciuti a ogni persona in quanto essere umano. Un tema approfondito dal Festival in collaborazione con il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani (Alessandra Zimelli)
E
come evoluzione Trasformazione e adattamento all’ambiente di un organismo. La celebre teoria dibattuta nel documentario in concorso “Questioning Darwin”. (Mara Fontanari)
F
come futuro La dimora delle nostre paure più profonde e delle nostre speranze più folli. Per l’autore di “All the Winters I Haven’t Seen”, il domani negato alle vittime delle guerre. (Elisa Malachin)
G
come giustizia L’equa applicazione di doveri morali e giuridici che da sempre hanno caratterizzato la corretta e pacifica convivenza di ogni popolo. Sfondo delle battaglie di tante persone e associazioni rappresentate nel Festival. (Simone Gasperi)
H
come http HyperText Transfer Protocol:
Q
come quinto potere È quello dei media, al centro di un grande film di Orson Welles. Spesso chiamato in causa, anche nell’ambito del Festival, quando alimenta paure, stereotipi e pregiudizi.
R
come RIVOLUZIONE Libertà che guida il popolo. Ne è piena la storia del Novecento. Rileggiamola da un punto di vista imprevisto col film “The Jewish Cardinal”. (Linda Pampagnin)
S
come legalità Compiere azioni e atti nel rispetto di tutti e della collettività. Un polo del percorso di riflessione organizzato in collaborazione con l’Associazione Nazionale Magistrati. (Alessandro Engl)
come sociologia Scienza che studia la società umana in tutti i suoi aspetti. Presso il dipartimento di sociologia dell’Università di Trento si terrà l’anteprima del Festival. (Milena Guariso)
M
T
come migrazioni Spostamenti permanenti che avvengono nella società, fondati sulla libertà di movimento. Il terreno incerto del film “Inshallah” nella sezione Cinema e migranti. (Giada Tamburini)
N
come novità Qualcosa di bello e creativo che affascina e porta le persone verso il cambiamento e il futuro. Per le religioni, una prova. Come racconta “Regina”, storia della prima donna rabbino del mondo. (Chiara Pancheri)
O
come osare Il coraggio di agire accettando il rischio di non ottenere ciò che si vuole. Anche con la silenziosa tenacia di “Salma”, protagonista di una straordinaria storia di cambiamento. (Davide Zamboni)
P
come perdono Crescita interiore, capacità di guardare avanti senza rancore. L’immenso “mistero” esplorato dal documentario “Il cuore dell’assassino”. (Elena Paoli)
come terrore E’ uno stato di paura, un’emozione dominata dall’istinto che proviamo davanti a un pericolo. Alla lotta contro il terrorismo il Festival dedica la tavola rotonda con il magistrato Armando Spataro e l’imam Izzedin Elzir. (Yadir Saldarriaga Valdivia)
U
come uguaglianza Che cos'ho di diverso? Il colore dello smalto, quello della pelle, la taglia? Il mio velo? Ho braccia, gambe, testa e cuore come loro. Come loro chiedo a Dio pace, felicità, amore. (Fatima Biddir)
V
come violenza Comportamento aggressivo, una delle azioni peggiori che l'essere umano possa commettere. Spesso conseguenza dell’ignoranza che genera la paura dell’altro. (Silvia Corradini)
Z
come zero Precede la positività e l’inizio; indica l’assenza, l’annullamento e ha un’immeritata considerazione. Il Festival rifiuta l’azzeramento delle differenze e ne promuove la valorizzazione. (Christian Pisetta)
Se un solo uomo conquista in battaglia mille volte mille uomini, mentre un altro conquista se stesso, quest’ultimo ha fatto la più grande delle conquiste. La conquista di se stessi è di gran lunga più importante della conquista degli altri. Buddha In verità Dio non modifica la realtà di un popolo finché esso non muta nel suo intimo. Corano, 13:11 In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: “Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?”. Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: “In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli". Vangelo di Matteo, 18, 1-4 C’è una sola cosa che si può trovare in un unico luogo al mondo. E’ un grande tesoro e lo si può chiamare compimento dell’esistenza. E il luogo dove si trova questo tesoro è quello in cui ci si trova. Rabbi Bunam Ci sono solo due giorni all’anno i cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere. Dalai Lama Sveglia! Esci dalla chiusura in te stesso e unisciti a tutti! Con il tuo io egoista, non sei altro che un chicco di grano; ma insieme a tutti, sei una miniera di gioielli. Maulana Jalaludin Rumi Ciò che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla. Lao Tse
4 / REC / Religioni e cinema
n. 1 / anno IV / 10 ottobre 2014
Panorama il programma di trento venerdì 10 ottobre Aula Kessler. Dipartimento di Sociologia. Via Verdi 26 – 17.30 Anteprima sul tema dell’anno CHANGE! Religioni, società, cambiamento. Con il patrocinio dell’Università degli Studi di Trento
corto / 18’ MUPEPY MUNATIM P. Peralta / Portogallo 2012 Un uomo torna in Portogallo dalla Francia alla ricerca della tomba della madre. Vuole renderle omaggio. Vuole redimersi dal passato. Proprio quando sta per rinunciare, ha una rivelazione. La promessa deve essere mantenuta. doc / 31’ INSHALLAH / R. Tappo / Italia 2012 Un gruppo di migranti africani ed asiatici fuggiti dalle rivolte tunisina e libica del 2011 trova ospitalità nel piccolo paese umbro di Ferentillo, dove inizia la lunga attesa dei documenti necessari per cercare lavoro, essere indipendenti e tornare a vivere.
doc / 58’ URBAN PRAYERS S. Dittus / Germania 2012 In tutto il mondo fioriscono nuovi movimenti religiosi. La religiosità non è più un fenomeno rurale. Al contrario: la religione conquista le grandi città ed è nelle metropoli – da Berlino, a Lagos e Istanbul – che oggi viene reinventata. Con l’intervento di Salvatore Abbruzzese, professore ordinario di Sociologia delle Religioni e Sociologia dei Processi Culturali presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università di Trento
Religioni e legalità Contro la mafia In collaborazione con Associazione Nazionale Magistrati del Trentino Alto-Adige U Parrinu: la mia storia con Don Pino Puglisi ucciso dalla mafia Monologo teatrale di e con Christian Di Domenico In collaborazione con Teatro Portland, Trento Il Vangelo vuole giustizia Tavola rotonda con il magistrato Piergiorgio Morosini, giudice del Tribunale di Palermo, e don Maurizio Francoforte, parroco del quartiere Brancaccio, dove operò e fu ucciso don Puglisi. Modera Luca Ferrua, caporedattore de La Stampa.
sabato 11 ottobre
doc / 35’ VIAGGIO A SUD – INDAGINE IN SICILIA A. Seidita e J. Wahlen / Italia 2014 Due giovani registi siciliani intraprendono un lungo viaggio nelle zone più remote del proprio paese, dove, tra antiche visioni e radicate amarezze, la flebile speranza in un riscatto si scontra con la condivisa convinzione che nulla cambierà mai per propria mano.
doc / 58’ NON TACERÓ – LA STORIA DI DON PEPPE DIANA / A. Chiappetta / Italia 2014 La vicenda del sacerdote ucciso dalla camorra casalese il 19 marzo 1994 viene ricostruita tra gli altri da Roberto Saviano: dal percorso anticamorra di don Peppe Diana alla “macchina del fango” e alle falsità fatte circolare nel tentativo di screditare la sua figura. – 18.00 / RELIGIONI E LEGALITÀ CONTRO IL TERRORISMO In collaborazione con Associazione Nazionale Magistrati del Trentino Alto-Adige e Comunità Islamica del Trentino. Tavola rotonda con il magistrato Armando Spataro, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino, ed Izzedin Elzir, Imam di Firenze e presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia. Modera Federico Zappini – 20.30 / Cerchi
Biblioteca Comunale Trento. Via Roma 55 – 11.00 / Hidden Islam Presentazione del libro fotografico “Hidden Islam” del fotografo Nicolò Degiorgis (Bolzano): un incontro con i musulmani d’Italia, costretti, in mancanza di veri luoghi di culto, a pregare in strada o in capannoni, supermercati, palestre o garage. In collaborazione con la Comunità Islamica del Trentino Teatro San Marco. Via S. Bernardino 8 – 15.15 / Cinema e migranti In collaborazione con Centro Astalli e Cinformi – Centro informativo per l’immigrazione della Provincia autonoma di Trento
domenica 12 ottobre
– 16.15 / Storia e storie dal Sud Italia
Teatro San Marco. Via S. Bernardino 8 – 20.30
Inaugurazione 17° Religion Today Film Festival
film / 70’ FINGERTIPS OF AN ANGEL M. Aghalar / Iran 2014 Una coppia percorre in auto una strada di campagna. L’uomo vorrebbe fermarsi a riposare: la bellezza del paesaggio lo spinge a pensare a Dio. Dopo un onirico viaggio notturno, un misterioso disegno lo riporterà al punto di partenza.
– 17.45 / Nel dubbio corto / 24’ CORNERSTONE D. Tauber / Israele 2013 Un divertente viaggio nel mondo delle “yeshiva” (le scuole religiose maschili per lo studio delle scritture ebraiche). Cosa succede a chi si trova sospeso tra successo e fallimento, tra fede e dubbio? Cosa accade realmente tra gli ultimi banchi della sala di studio?
Muse – Museo delle Scienze. Corso del Lavoro e della Scienza 3 – 10.30 / Scienza e fede In collaborazione con il MUSE - Museo delle Scienze doc / 58’ QUESTIONING DARWIN A. Thomas / USA-UK 2013 Creazionismo contro evoluzionismo. Mettendo a confronto le tesi dei creazionisti con quelle di scienziati, storici e biografi di Darwin, a partire da citazioni dirette delle lettere e degli scritti darwiniani, il film getta uno sguardo equilibrato su un dibattito che divampa da 150 anni. Intervengono Paolo Costa, filosofo (FBK-Isr), e Telmo Pievani, filosofo della biologia ed esperto di teoria dell’evoluzione (Università di Padova) Teatro San Marco. Via S. Bernardino 8 – 15.15 / Il passato che (ri)vive
doc / 72’ THE INVISIBLE FRIEND Ore Busstra / Olanda 2014 Per Hans Busstra, filmaker e figlio di un pastore, quello che doveva essere un documentario sulla certezza della fede di chi vive con Gesù al suo fianco si trasforma invece in un film sui propri dubbi radicati – e il proprio incessante cercare. – 20.30 / Into India corto 8’ BEMATA N. Sabnani / India 2012 Una divertente animazione basata sul Kaavad, un’antica tradizione di narrazione orale, presenta anche ai più piccoli la figura di Bemata, la dea che scrive il destino dei bambini, venerata nel Rajasthan dagli aspiranti genitori e dalle donne incinte. Performance di danza classica indiana Kuchipudi a cura di Chitrangee Uppamah, direttrice della Śruti Kuchipudi Indian Dance School di Torino.
doc / 26’ RINTOCCHI F. Gregorio, L. Manzi Italia 2013 Un viaggio alla scoperta di una storia millenaria ora in via d’estinzione: le campane, i campanari, le fonderie del nord Italia. Tradizione popolare e sentire religioso come testimonianza di un antico presente. Con la collaborazione della Fondazione Opera Campana dei Caduti e l’intervento di Chiara Moser, storica dell’arte – 16.00 / AAA AMORE CERCASI
film / 112’ CIRCLES (KRUGOVI) S. Golubović / Serbia-GermaniaFrancia-Croazia-Slovenia 2013 Guerra di Bosnia, 1993. Un soldato serbo viene picchiato a morte mentre difende un civile musulmano dall’aggressione di tre compagni d’arme. 2008. Il conflitto è finito ma la ferita è ancora aperta. Un film sulla guerra e le sue conseguenze nelle vite dei sopravvissuti. Con la collaborazione di Osservatorio Balcani Caucaso e l’intervento di Luisa Chiodi, direttrice scientifica dell’Osservatorio
Tre ebrei osservanti alla ricerca di un partner sognano di amare, essere amati, e fondare una famiglia senza rinunciare ai loro valori e a ciò che sono. Ricorrono così alla pratica tradizionale del “matchmaking” (i matrimoni combinati). Riusciranno a trovare il loro “match”? Con la partecipazione della regista
doc / 52’ THE LAST DANCE D. D’Innocenzo, M. Leopardi / Italia 2013 Un giovane danzatore sacro lascia l’ambiente protetto di un tempio indiano e intraprende un cammino fisico e spirituale verso i luoghi più sacri dell’India per trovare la sua strada in un mondo a lui sconosciuto. Con la partecipazione di Francesca Rosso, giornalista e studiosa di cinema e danza – 22.45 / Lo spettacolo della fede
corto / 18’ GETTING SERIOUS M. Golomb / Israele 2013 Per conquistare una ragazza molto più religiosa di lui, un giovane ebreo ortodosso moderno si finge molto più osservante di quanto non sia veramente. Un cortometraggio scoppiettante sui diversi modi di intendere il rapporto di coppia – e quello con Dio. Con la partecipazione del regista doc / 58’ MAKE ME A MATCH W. Nölle / Germania 2013
doc / 21’ LABAYK V. Amirkhani / Iran 2013 Un’elegante elaborazione visiva su una grande manifestazione religiosa e sociale che si svolge annualmente in Iraq: il pellegrinaggio di Arbaeen, una tradizione antica di 1000 anni che commemora la strage dell’Imam Hussein, nipote del profeta Muhammad, e della sua famiglia.
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Religion Today FilmFestival / www.religionfilm.com
IN EVIDENZA
HIDDEN ISLAM
CAMBIAMENTI RELIGIONI IN TEMPO DI CRISI
intervista e foto N. Degiorgis di Fatima Biddir
intervista a Salvatore Abbruzzese di Milena Guariso
Quali spunti offre al sociologo delle religioni il tema dell’anno del Festival? Lo abbiamo chiesto a Salvatore Abbruzzese, docente presso l’Università di Trento, che nel pomeriggio di venerdì 10 ottobre, presso il Dipartimento di Sociologia, approfondirà il rapporto tra religioni, società, cambiamento a commento del documentario “Urban Prayers”, in concorso proprio per la sezione “Change”. Professore, quale ruolo possono avere la fede e le religioni nei grandi cambiamenti politici e sociali del nostro tempo? Per capirsi è necessario ricondurre questi processi alle loro matrici essenziali. Da un lato i grandi cambiamenti in corso vanno verso la globalizzazione, una crescente interdipendenza dei mercati, una multiculturalità diffusa; dall’altro rendono evidente che il futuro è tutto da giocare e non è affatto portatore scontato di benessere per tutti, ma presenta nuovi problemi e nuove sfide. Siamo quindi di fronte a vuoti, interrogativi, criticità: una situazione in cui la dimensione spirituale diventa una delle opzioni
possibili, più che nei momenti di forte sviluppo economico e di pace sociale, quando è più facile affrontare la vita anche in termini strettamente materialistici. Condivide l'idea di una rinascita "urbana" del fenomeno religioso proposta dal film? Sicuramente sì: le nuove forme di religione sono potentemente legate al fenomeno urbano. La città, rispetto al piccolo centro, fa emergere il problema della perdita di significato dell’esistenza individuale. Nelle grandi città c’è l’anonimato: scompare una persona ed è come se nulla fosse accaduto. Proprio per questo certe forme della spiritualità, della religione, si fanno in qualche modo più impellenti e significative. A suo giudizio com’è cambiato il rapporto con la religione in Italia negli ultimi anni? Il nuovo pontefice può influenzare il modo di vivere la fede del nostro paese? Quello che noto in Italia è proprio la fine, per certi versi drammatica, di una forma tutto sommato superficiale e autosufficiente di vita, pacificamente secolarizzata, sostanzialmente indifferente al fenomeno religioso, che ha caratterizzato gli anni del boom economico, ma che ha dato la sua impronta anche ai decenni successivi. Da almeno 15 anni siamo invece nel pieno di una crisi profonda. In questo contesto l’uomo torna a rivolgersi alle religioni. Che si sono tutte dovute aggiornare: mentre fino a qualche tempo fa la dimensione religiosa era pensata in relazione all’edificazione della propria salvezza
foto dal film urban prayers
spirituale nell’aldilà, oggi è invece potentemente orientata alla qualità della vita nell’aldiquà. Venendo a papa Bergoglio: è una figura paterna, è una figura prossima - una prossimità che lui eleva a vera e propria prospettiva pontificia. Ed è un papa che comunica in un modo che a mia memoria non si era mai visto: per interviste, in aeroplano, in viaggio, all’interno dell’omelia della sua Messa, appunto dentro la vita quotidiana, con un’immediatezza e una colloquialità dal forte impatto emotivo, di grande qualità, a cui i media non sono ancora preparati. Crede che il cinema possa non solo raccontare, ma anche in qualche modo "influenzare" la religione e i processi sociali? Assolutamente sì. Devo passare da un luogo comune della sociologia: conosciamo il 90% della realtà proprio attraverso le opere cinematografiche. Nessuno di noi ha esperienza diretta di realtà che accadono in lontani paesi o in ambiti di vita che sono distanti dal nostro. Chi tra noi laici conosce davvero la vita di un prete? Un film sulla quotidianità dei religiosi in un convento ci dice molto di più sulla vita monastica di quanto ci può dire la nostra stessa, limitata esperienza. Di fatto il ruolo del cinema è importante perché produce delle “ripresentazioni” di aspetti della vita sociale che non conosciamo, o conosciamo solo dall’esterno. Il cinema, quindi, finisce per costruire un mondo, che sarà pure un mondo di celluloide ma che ci offre una “realtà” perfettamente esperibile.
Hidden Islam per me è realtà, concretezza. Il book del fotografo Nicolò Degiorgis, che sarà ospite del Festival nella mattina di sabato 11 ottobre, alle ore 11.00, presso la Biblioteca Comunale di Trento, racconta l’esperienza di noi musulmani d’Italia residenti in luoghi privi di vere moschee. Ma è anche il frutto di una visione originale e artistica. Basta guardare la foto che ritrae una preghiera in un garage: il contrasto tra la luce e il buio della notte con la luce sottolinea la postura e i gesti degli oranti. Osservandola, è facile immaginare la voce del muezzin che recita i versetti del Corano e la concentrazione dei credenti. E apprezzare il momento di totale spiritualità che lo scatto trasmette. Degiorgis, com’è nato il libro Hidden Islam? Avevo iniziato ad occuparmi di Islam in Cina; tornato in Italia, ho iniziato a fotografare presso il Centro Islamico di Venezia, per poi passare a macchia d’olio ad altri centri. Dopo cinque anni, l’importanza della documentazione raccolta si è concretizzata in una pubblicazione. Quali difficoltà ha incontrato in questo progetto? La questione più delicata è il tempo che si può trascorrere con e nelle comunità: per farsi accettare bisogna instaurare prima di tutto un rapporto di fiducia, attraverso incontri e momenti trascorsi insieme. Il fotografo che documenta una comunità resta e resterà sempre un intruso. Nel momento della preghiera, avere una persona di diversa fede religiosa che sta alle tue spalle per fotografarti non ti mette a tuo agio. Nonostante questo, nella maggior parte dei casi, ho trovato accoglienza e disponibilità. Prevede un seguito per questa esperienza? Sto già lavorando ad un prossimo libro, con l’obiettivo di creare un dibattito attorno alla libertà di culto in Italia, dando particolare risalto al “vuoto normativo” di cui soffre la popolazione di religione islamica, che non ha moschee ufficiali riconosciute per legge.
6 / REC / Religioni e cinema
n. 1 / anno IV / 10 ottobre 2014
IN EVIDENZA
DALL’ANTIMAFIA ALLA LOTTA CONTRO IL TERRORE
In collaborazione con:
INTERVISTA AL MAGISTRATO PASQUALE PROFITI di Alessandra Zimelli
Religioni, società, cambiamento. Al tema dell’anno del Festival aggiungiamo una quarta parola: giustizia. Ne parliamo con Pasquale Profiti, presidente della sezione regionale dell’Associazione Nazionale Magistrati. Per quali motivi l'ANM ha deciso di affiancare il Festival nella proposta di un percorso su "religioni e legalità"? I magistrati hanno una assoluta necessità di conoscere e confrontarsi, due presupposti ineludibile per assumere decisioni consapevoli. E decidere è il mestiere dei magistrati. L’evento di Religion Today è per noi una formidabile occasione di conoscenza, confronto e, quale conseguenza, di crescita umana e professionale. Al tempo stesso speriamo di offrire il nostro contributo di esperienza sulla legalità in terre di mafia ed in materia di terrorismo di matrice fondamentalista ed estremista. Molti magistrati italiani, come noto, sono stati impegnati su
entrambi i fronti con processi di portata, senza esagerazione alcuna, mondiale. Ci sarà mai una vera giustizia per tutti quei sacerdoti, come don Puglisi, che hanno combattuto e si sono sacrificati per salvare i giovani dalla mafia? Per Don Pino Puglisi e Don Peppe Diana, come per Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e le altre vittime innocenti della mafia, la giustizia riposa sulle nostre spalle, sulla nostra capacità di portare a termine le loro opere e di mantenere sempre acceso il loro spirito. Un percorso quotidiano, faticoso, nelle piccole e grandi cose della nostra vita, di coerenza con il loro sacrificio e, soprattutto, con le loro azioni prima della morte. Cosa pensa di episodi come l'inchino della statua della Madonna davanti alla casa del boss di Oppido Mamertina, avvenuto durante una processione? Per rispondere con cognizione di causa dovrei avere conoscenze più dirette di quei territori. In generale, quell’ostentazione ci dice quanto la cultura mafiosa in alcune aree del paese sia molto di più che una cultura criminale, giacché pretende di appropriarsi di riti a valenza spirituale per ottenere un’affermazione sociale del proprio esistere, sia essa stata una sfida allo Stato o un omaggio per manifestare solidarietà o entrambe le cose.
foto dallo spettacolo u parrinu
Tra i personaggi che hanno combattuto la criminalità a prezzo della propria vita c’è una figura che più di altre può rappresentare un modello per i giovani? Giuseppe Impastato, secondo la mia opinione. Era cresciuto in un contesto imbevuto di cultura e tradizioni mafiose, cui non era estranea la sua famiglia, come ha ricordato il fratello. Ha dell’incredibile, oserei dire miracoloso, che, poco più che adolescente, egli decida di dire no a quella cultura e di sfidarla con la forza dell’ironia, predicando la bellezza dell’onestà, della natura, dell’equità sociale, contro i privilegi e le convenienze mafiose. Con i metodi dei giovani: creando una sua radio, un suo giornale, una comunicazione teatrale e coalizzando nella sua impresa altri ragazzi della sua età. Il percorso prevede anche una tavola rotonda sul tema molto attuale della lotta contro il terrorismo. Cosa auspica da questo appuntamento? E’ importante ribadire in ogni sede ciò che gli esponenti delle comunità islamiche hanno già detto. Chi uccide innocenti in nome della religione in realtà lo fa a suo nome, contravvenendo ai precetti religiosi, obbedendo solo ad una sete di sangue e barbarie che non sta nella religione, ma in una propria malvagità da emendare e curare.
religioni e legalità APPUNTAMENTI IN PROGRAMMA La Redazione Tra le principali novità del 17° RTFf si colloca un percorso sul ruolo delle religioni nella promozione della legalità e della sicurezza sociale, organizzato in stretta collaborazione con la sezione Trentino-Alto Adige dell’Associazione Nazionale Magistrati. Alla battaglia “Contro la mafia” sarà dedicata la stessa serata inaugurale del Festival, venerdì 10 ottobre, a partire dalle note intense e personali del monologo “U Parrinu – La mia storia con Padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia”, scritto e interpretato da Christian Di Domenico. Seguirà un incontro con Piergiorgio Morosini, giudice del Tribunale di Palermo già impegnato in numerosi processi di mafia (tra i quali, da ultimo, quello sulla cosiddetta “trattativa Stato-mafia”) e autore di “Il gotha di Cosa Nostra” e “Attentato alla giustizia. Magistrati, mafie e impunità”; sarà presente anche don Maurizio Francoforte, parroco del quartiere Brancaccio a Palermo, già teatro dell’azione e della morte di don Puglisi. La tavola rotonda sarà moderata da Luca Ferrua, caporedattore de La Stampa. Il percorso avrà un’altra tappa di altissimo profilo nel pomeriggio di sabato 11 ottobre, quando il magistrato Armando Spataro, protagonista di importanti processi contro il terrorismo internazionale di presunta matrice identitaria, culturale e religiosa, dialogherà con l’Imam di Firenze Izzedin Elzir, presidente dell’Unione Comunità Islamiche d’Italia (UCOII); la discussione, moderata da Federico Zappini, si propone di affrontare un argomento delicato, che suscita oggi crescente allarme in Italia e nel mondo, superando i pregiudizi e la superficialità ed evidenziando la necessità di combattere il terrorismo attraverso la cultura della legalità e la lotta contro l’esclusione. Ho conosciuto don Puglisi quando ero piccolo, in famiglia. I suoi occhi brillavano di una luce speciale, che non so spiegare. Il 15 settembre 1993, un colpo di pistola alla nuca ha spento quella luce e ha segnato un pezzo di storia della Chiesa e della società civile in Italia. Non lo dimentichiamo. Christian Di Domenico
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non solo cinema
EVOLUZIONISMO VS. CREAZIONISMO IL PUNTO DI TELMO PIEVANI INTERVISTA
di Giorgia Acampora Scienza e fede. Quest’anno Religion Today interviene anche su questa antica, presunta?, opposizione. E lo fa nella casa delle scienze, il nuovo MUSE di Trento, con un dialogo tra il filosofo Paolo Costa e l’epistemologo Telmo Pievani a seguire la proiezione del film “Questioning Darwin” (domenica 12 ottobre alle ore 10.30). A Pievani abbiamo chiesto qualche prima anticipazione. All’interno del suo percorso di scienziato, cosa l’ha spinta ad occuparsi del dibattito creazionismo ed evoluzionismo? È stata una casualità, erano gli anni ’90, mi trovavo a fare un percorso di dottorato negli Stati Uniti e ho avuto la fortuna di lavorare con grandi e
importanti studiosi evoluzionisti. Parallelamente, in quegli anni la polemica su questa tematica, negli Usa era molto accesa: c’erano contestazioni, dibattiti e controversie, che in Europa arrivarono in maniera molto più pacata e affievolita nei primi anni 2000, quando sono tornato in Italia.
letterale del Testo Sacro, alimenta questo sentimento anti-darwiniamo. Infine, gli Stati Uniti si caratterizzano per una schizofrenia educativa: il livello dell’educazione universitaria è elevatissimo, ma la formazione di base, media, è molto debole. Questo fa sì che ci siano grossi problemi di ignoranza...
Secondo un recente sondaggio, il 46% della popolazione statunitense si dichiara creazionista. Come interpreta questo fenomeno? Ormai il fenomeno ha una storia e una storiografia precisa. Il movimento creazionista nasce proprio negli Stati Uniti, negli anni Venti, per ragioni politiche più che religiose. Si stava sviluppando una pericolosa interpretazione sociologica del darwinismo, e per polemizzare contro questa teoria entrambi i partiti principali, repubblicani e democratici, presero forti posizioni anti-evoluzioniste. È interessante sapere che proprio in questo contesto, all’interno del dibattito creazionismo-evoluzionismo, nasce il concetto di fondamentalismo religioso cristiano. Il tipo di religiosità statunitense, con la forte presenza di sette legate all’interpretazione
Teorie come l'evoluzionismo e il creazionismo possono influenzare il nostro modo di pensarci in quanto "esseri umani"? Si, eccome, purché si tengano distinti i piani. La teoria evoluzionista è una spiegazione scientifica di come sono andate le cose sul pianeta terra. Diverse sono le filosofie, le credenze religiose, che non sono incompatibili con l’evoluzionismo, sono semplicemente diverse. Nelle ore di scienze bisognerebbe insegnare l’evoluzione come fatto e meccanismo scientifico, nelle ore di filosofia devono invece essere presentate le visioni del mondo, i punti di vista, le filosofie della storia, tra cui il creazionismo. “Uomo” e “animale”. Come declinerebbe questo binomio? Lo declinerei con due parole chiave:
CIRCLES SAB 11 OTT ORE 20.30
Guerra di Bosnia, 1993. Marko, soldato serbo, torna a casa per il fine settimana. Camminando con un amico per la cittadina di Trebinje, si imbatte in un gruppo di commilitoni che insultano e aggrediscono Haris, un negoziante musulmano. Decide di intervenire per placare pacificamente la rissa. In un’esplosione rabbiosa e cieca di violenza, Marko rimane ucciso. “Cerchi”, come quelli di un sasso lanciato sullo specchio d’acqua di un lago: il primo cerchio, l’eroismo “per caso” di Marko, e a seguire gli anelli che si allargano con le conseguenze di quel gesto sulle
vite degli altri personaggi. In modo magistrale, il regista orchestra l’intreccio di relazioni umane e di scelte drammatiche che derivano dalla morte di Marko, protagonista che paradossalmente resta in scena meno di tutti. Il suo è un esempio di umanità e di altruismo senza condizioni, in controtendenza rispetto alle discriminazioni etnicoreligiose che quella guerra ha enfatizzato. In questo modo il film d’autore di Golubović si presenta anche come testimonianzastrumento efficace per ricostruire il conflitto che ha lacerato l’area balcanica e i cui effetti – come cerchi nell’acqua – sono ancora leggibili nelle conformazioni geopolitiche dell’area.
In conclusione, il dibattito tra creazionismo o evoluzionismo è ancora attuale? Perché? Negli Stati Uniti sì, come ho detto. Per profondi motivi culturali l’Italia non ha questo dibattito e non può averlo perché abbiamo una tradizione culturale e filosofica molto diversa. Il nostro dibattito è spostato su piani filosofici molto più raffinati di quelli statunitensi. Ci interroghiamo sulla presenza di una finalità o meno nell’evoluzione, sulla direzione dell’evoluzione, ammesso e non concesso che ci sia; ma sono questioni filosofiche che si dibattono da sempre, non legate prettamente al dibattito evoluzionismo – creazionismo.
MAKE ME A MATCH DOM 12 OTT ORE 16.30
Film di Srdan Golubović – Serbia 2013 112 min
di Federica Farnè e Marco Turrini
continuità e novità. Siamo legati a tutti gli esseri viventi da una storia, una genealogia. Noi homo sapiens, però, siamo novità unica, qualcosa di particolare rispetto a tutte le forme di vita ed è importante capire cosa abbiamo di particolare. Rispetto agli altri animali siamo in grado di fare cose meravigliose, basti pensare all’arte, alla Cappella Sistina, ma siamo anche capaci di una violenza intenzionale che non è propria di nessun altro essere vivente.
Documentario di WENDLA NöLLE – Germania 2013 58 min di Simone Gasperi Un documentario scoppiettante su contenuti serissimi. La regista, cattolica tedesca, si confronta con il tema del matrimonio nella tradizione religiosa ebraica seguendo le vicende di tre singolari personaggi. La prima, Verden, età... non pervenuta, cerca l’uomo giusto dopo un divorzio. Ortal, trentaquattro anni, una passione per il teatro, vive ancora con un gruppo di amiche. L’ultimo, David, dopo aver studiato in una scuola religiosa, si mantiene lavorando come cabarettista: un’attività “irregolare” che di certo non lo aiuta nella ricerca di una com-
pagna. In loro soccorso viene la tradizione dei “matchmaker”, i combinatori di matrimoni. Riusciranno a trovare il loro “match”? Il film ci avvicina con efficacia ad una realtà lontana, facendo luce sulla visione ebraica del rapporto di coppia e della famiglia; emerge tra l’altro l’importanza di avere figli anche in conseguenza dello sterminio di tanti fratelli e sorelle nel corso dell’Olocausto. I tre protagonisti sono tutti inquadrati come “eccezioni”: come irregolari che non vogliono o non riescono a seguire la via maestra. Eppure, in modo inconsapevole e involontario, sono la prova che anche nei contesti più tradizionali il cambiamento è in agguato.
8 / REC / Religioni e cinema
n. 1 / anno IV / 10 ottobre 2014
NON SOLO CINEMA
INTO INDIA a tutta danza
INTERVISTA A DIEGO D’INNOCENZO
THE LAST DANCE DOM 12 OTT ORE 21.30 – Teatro San Marco Via S. Bernardino 8
Documentario di DIEGO D’INNOCENTZO e MARCO LEOPARDI – Italia 2013 58 min
La Redazione
Tra le novità dell’edizione 2014 del Festival, la serata Into India, domenica 12 ottobre dalle ore 20.30 presso il Teatro San Marco di Trento, proporrà una nuova tappa alla scoperta delle culture e delle religioni mondiali, con particolare riguardo al subcontinente indiano e all’induismo, in un dialogo tra cinema e altre espressioni culturali. Il programma, infatti, comprende una performance di danza classica Kuchipudi a cura di Chitrangee Uppamah, direttrice della Śruti Kuchipudi Indian Dance School di Torino; mauriziana di famiglia indiana, è l’unica rappresentante in Italia di una vera e propria forma di arte sacra. “Lo stile di danza che insegno non è soltanto espressione fisica: è prima di tutto una preghiera. Richiede partecipazione psicologica che deriva dalle tradizioni tramandate nei secoli. – spiega la danzatrice. – La parola Śruti, il “suono divino della verità”, definisce la mia scuola perché racchiude in sé i fondamenti della cultura indiana ed è elemento basilare della danza”. A seguire, la proiezione del documentario “The Last Dance” sarà commentata da Francesca Rosso, giornalista e studiosa di cinema e danza, curatrice del blog Bollywood Party per lastampa.it.
di Alessio Ravelli
Biswajit, 15 anni, è uno degli ultimi Gotipua, un danzatore sacro di un villaggio dell’Orissa, in India. Alla nascita, è stato donato al tempio perché imparasse a danzare per il dio Shiva. Vestito e truccato come una giovane donna, Biswajit rappresenta l’amante del Dio. Ma a causa dei limiti d’età, è costretto ad abbandonare il tempio per un mondo a lui sconosciuto. Troverà la sua strada nel misticismo ascetico: è pronto a esibirsi nella sua ultima danza prima di rinascere a una nuova vita. Da un lato una storia comune: la sfida del crescere, di trovare la propria strada, di immaginare il proprio futuro. Dall’altro la “distanza” di un mondo lontanissimo dal nostro quotidiano. È tra questi poli che si gioca il fascino di “The Last Dance”. L’adolescenza, dunque; ma anche le tradizioni, le pratiche, le cerimonie, sono temi che il regista ha affrontato in modo suggestivo, rappresentando con grande efficacia l’ambiente di Biswajit. L’importanza della religione traspare dagli ambienti, dalle parole dei personaggi, dalla ritualità della danza con i suoi antichi costumi. I paesaggi mozzafiato e lo stile di vita così lontano da quello occidentale riescono a creare un ambiente misterioso e pieno di sacralità.
foto dal film The last Dance
IN DIFESA DELLA BIODIVERSITÀ (CULTURALE) di Christian Pisetta
Il documentario come scelta di campo, ma anche come presidio di tradizioni irripetibili “in via di estinzione”. Ce ne ha parlato Diego D’Innocenzo, regista - con Marco Leopardi - del film “The Last Dance”, in programma nell’ambito del percorso “Into India” proposto dal 17° RTFf. Perché ha scelto di lavorare nel mondo del documentario? Inizialmente lavoravo più vicino al mondo della fiction, però, secondo la mia esperienza personale, i rapporti umani all’interno di quell’ambiente di lavoro sono troppo legati al denaro. Il documentario è enormemente più povero, le risorse economiche, almeno in Italia, sono ridotte, ma questo offre due possibilità: lavorare con poche persone amiche, scegliendosi a vicenda, e su situazioni vere, reali, che arricchiscono la vita. Come è nato il progetto di "The Last Dance"? Conoscevamo la realtà dei Gotipua, bambini e adolescenti che danzano vestiti e truccati come giovani donne nei templi dell’Orissa, nell’est dell’India: una tradizione antica di cinquecento anni che oggi sta per scomparire completamente. Siamo poi venuti a sapere del momento drammatico in cui questi ragazzi, dopo aver vissuto sempre all’interno del tempio, con la danza come unica ragione di vita, all’inizio della pubertà devono lasciare il gruppo di danza e sono costretti a ripartire da zero. La mia idea era quella di capire e raccontare cosa accade a questi ragazzi: siamo quindi restati in contatto fino al momento in cui si è rivelata la possibilità di seguire la vicenda di uno di loro, Biswajit. Che cosa vi ha affascinato in particolare di questo incontro?
Più che la vita del protagonista, mi ha colpito venire a contatto con la realtà di un Paese, l’India, che è un agglomerato di etnie, religioni e popolazioni con lingue diverse, con una quantità immensa di tradizioni differenti; una biodiversità culturale immensa ma in pericolo, dato che ogni giorno alcuni di questi fenomeni scompaiono senza che nessuno se ne accorga. Ed è proprio questo che mi ha affascinato: l’idea di qualcosa di straordinario ed importante, che rischia di scomparire senza lasciare traccia. Quali soluzioni e strategie avete adottato per raccontare questa storia? Quando si vuole raccontare la vita di una persona, bisogna cercare di andare in profondità, entrare in sintonia, capire cosa ha dentro, cosa pensa, cosa desidera e tentare di cogliere gli sviluppi di queste spinte emotive. Ma non è facile. Innanzitutto bisogna avere la possibilità di andare sul posto, avere il tempo di conoscere bene il proprio “personaggio”, prepararsi agli avvenimenti che potrebbero accadere – anche se non tutti si verificheranno – e poi trovare una maniera onesta per far evolvere la storia senza falsificare le cose. Nella nostra società l’interesse per le religioni e le filosofie orientali è molto diffuso. Come reagisce il pubblico italiano di fronte a questa forma di ritualità sacra? Ci sono persone che rimangono affascinate: c’è in effetti una fascinazione diffusa per le religioni orientali, per l’induismo in particolare, perché sono religioni talmente lontane dalla nostra realtà che a passare, attraverso le fotografie e le letture, sono sensazioni più che nozioni. Noi però abbiamo cercato non di descrivere in astratto una religione, ma di far comprendere come il protagonista viva la sua condizione e il suo credo, e come questo si rifletta nella sua vita, nei suoi desideri, nelle sue aspirazioni.
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Religion Today FilmFestival / www.religionfilm.com
IN CLASSE
IL FESTIVAL TRA I BANCHI DI SCUOLA INTERVISTA ALLA PROF. FABIANA COSATTO di Alessandro Engl Guardare, ascoltare, conoscere; ma anche valutare, confrontarsi ed esprimersi, a voce e con la penna. La proposta di Religion Today per le scuole da sempre prevede tutto questo e molto di più. Alla base, il potenziale immenso dei film in concorso: il cinema, infatti, ha la capacità di farci riflettere ed emozionare, e ci aiuta a scoprire la “persona” – con le sue luci, le sue ombre, la sua umanità – dietro le generalizzazioni e i pregiudizi che spesso complicano i nostri rapporti con altre culture e religioni. Da qui può partire il cammino del dialogo, nel rispetto
delle diversità. Anche quest’anno il programma “giovani” di Religion Today prevede una fitta serie di matinée riservate alle scuole, a Trento come ad Arco, Rovereto e Borgo Valsugana. Con il commento di esperti e ospiti internazionali, i film selezionati per le diverse fasce di età, dai più piccoli ai maturandi, offrono lo spunto per uno straordinario viaggio tra storie, stili, culture e religioni. Ma per qualcuno l’esperienza comincia ancora prima, in collaborazione diretta con i volontari e lo staff del Festival, nelle settimane frenetiche che precedono l’inaugurazione, con i tempi, ancora più stretti, del lavoro giornalistico…
La nostra classe, V Grafica e Comunicazione dell’Istituto “Sacro Cuore” di Trento, ha partecipato alla redazione di questa rivista. La parola dunque alla professoressa Fabiana Cosatto, che ci ha seguiti nelle attività. Che cosa pensa di questo progetto? Ritengo che sia un progetto importante e con un forte impatto formativo per gli alunni. Poter far parte della redazione di REC, un periodico che avrà una reale diffusione tra il pubblico del Festival e non solo, è un’occasione davvero unica per gli studenti di una scuola superiore. Che cosa l’ha spinta a partecipare con i suoi studenti? Lo scorso giugno lo staff del Festival mi ha chiesto di partecipare a quest’iniziativa ed io ho accolto la proposta con entusiasmo. Sapevo che per me e per i miei alunni sarebbe stata una sfida, perché REC esce in contemporanea con il Festival, a metà ottobre, e il tempo da dedicare alla visione dei film, alla stesura degli articoli e al lavoro di redazione sarebbe stato poco. Il progetto però era molto stimolante,
GETTING SERIOUS DOM 12 OTT ORE 16.00
La storia racconta di un ragazzo di nome Shimi che decide di conquistare una ragazza di nome Michal, conosciuta grazie a una coppia di amici. Piccolo particolare: la ragazza è molto religiosa e in cerca di un fidanzato altrettanto ortodosso. Per fare colpo Shimi decide di fingersi più osservante di quanto non sia realmente. In un primo momento tutto sembra andare per il meglio, ma poi… Tra i sottotemi, l’educazione religiosa è trattata con ironia e divertimento: Shimi, infatti, trova su internet e YouTube alcuni bizzarri
Qual è, a suo giudizio, la valenza di quest’iniziativa? Il coinvolgimento degli studenti nella redazione di REC ha un grande valore didattico, ma ha soprattutto un valore culturale: scrivendo le recensioni di alcuni film presentati al festival o intervistando i protagonisti di Religion Today, gli studenti sono entrati in contatto con temi per loro nuovi, sui quali sono stati chiamati a riflettere e che sicuramente hanno toccato in loro corde profonde.
– Teatro San Marco Via S. Bernardino 8
Documentario di RICCARDO TAPPO – Italia 2012 31 min
Cortometraggio di MATAN GOLOMB – Israele 2013 18 min
consigli di corteggiamento “a prova di rabbino”. Con freschezza e dinamicità del racconto, il giovane regista israeliano Matan Golomb riesce a coinvolgere lo spettatore trasmettendo anche un messaggio importante: è possibile intendersi – e amarsi – anche praticando la religione in modo più o meno rigoroso. Un monito particolarmente significativo nel contesto della società israeliana, lacerata da tensioni tra laici e ortodossi. Ma la storia, oltre ad aprire una finestra su una realtà lontana, ci ricorda anche, su un piano più generale, che dobbiamo imparare ad essere noi stessi senza indossare maschere per piacere agli altri.
A suo parere, come hanno accolto gli studenti questa iniziativa? Sono rimasta colpita dall’interesse con cui i ragazzi hanno accolto la proposta e hanno partecipato, dando ciascuno il proprio contributo.
INSHALLAH SAB 11 OTT ORE 15.40
– Teatro San Marco Via S. Bernardino 8
di Silvia Corradini
soprattutto per una classe quinta: gli alunni avrebbero avuto la possibilità di entrare in contatto con tematiche di grande interesse e spessore, ma anche di cimentarsi con il lavoro del giornalista. Quale esercizio migliore per prepararsi alla prima prova dell’esame di Stato, che prevede tra le sue tipologie proprio il saggio breve e l’articolo di giornale?
di Andrea Tonolli “Inshallah” racconta come, dopo la rivoluzione avvenuta in Libia nella primavera del 2011, tanti giovani provenienti dall’Africa e dall’Asia, in fuga dalla terra dove sono nati, siano approdati in Italia per chiedere asilo politico nel nostro Paese o in altri Stati europei. La storia si incentra su un gruppo di ventuno migranti che trovano ospitalità a Ferentillo, piccolo paese della campagna umbra, in attesa dei documenti necessari per iniziare una nuova vita. Il forte realismo delle riprese, che ricordano il reportage giornalistico, enfatizza la durezza dei racconti dei
protagonisti, in forte contrasto con la dolcezza del paesaggio umbro, con il suo abbraccio di protezione e di pace. Il film ci porta quindi a riflettere su un fenomeno ancora di grande attualità. Malgrado la diffusione di stereotipi, luoghi comuni, discriminazioni, la nostra società esprime anche segnali importanti di apertura e accoglienza, come dimostrano i volontari ripresi nel film. Trapela inoltre la complessità di una questione che affonda nelle condizioni politiche di Paesi e popoli travolti da guerre e insurrezioni, come anche nel grande divario tra “ricchi” e “poveri” che sollecita un ripensamento delle relazioni internazionali e la costruzione di una società più giusta.
10 / REC / Religioni e cinema
n. 1 / anno IV / 10 ottobre 2014
Panorama il programma di trento lunedì 13 ottobre Teatro San Marco. Via S. Bernardino 8 – 15.15 / Viaggio nelle differenze Con la collaborazione della Cooperativa Kaleidoscopio
scopre che il suo bambino rischia di scontare gli effetti delle armi chimiche alle quali lei è stata esposta da piccola: un’animazione visionaria sulle conseguenze della guerra nel dilemma terribile di una madre.
martedì 14 ottobre Teatro San Marco. Via S. Bernardino 8 – 15.15 / Viaggio nelle differenze film / 53’ OCCHI AL CIELO / 2a parte S. Altizio / Italia 2014 Continua, con nuovi episodi, il viaggio in salsa comedy nel mondo parrocchiale.
film / 53’ OCCHI AL CIELO / 1a parte S. Altizio / Italia 2014 A Torino, nella parrocchia di San Giuseppe Lavoratore, si incrociano un prete quarantenne, una perpetua brasiliana, un sagrestano ultras, una catechista inacidita, un economo cattocomunista. Viaggio in salsa comedy nel mondo parrocchiale. film / 93’ THE FOURTH CHILD V. Mousaian / Iran 2013 Due sulla strada: un’attrice che sta lasciando il cinema per esplorare il nuovo mondo della fotografia e un uomo che ha perso la sua fabbrica. La loro destinazione è la Somalia, dove la dignità umana trionfa anche nei tempi duri della guerra e della fame. – 17.30 / RT FORUM In collaborazione con il Cineforum di Trento
film / 96’ PLEASURE BOY KOMOLA H. Ahmed / India 2012 La tragica storia di un piccolo danzatore Ghetu chiamato a intrattenere un signore nella stagione delle piogge: il film del celebre autore bengalese Humayun Ahmed denuncia una palese forma di pedofilia che si diffuse in età coloniale in nome della musica popolare. – 17.30 / RT forum In collaborazione con il Cineforum di Trento
film / 100’ MAGIC MEN E. Tadmor e G. Nattiv / Israele 2013 Alla ricerca di un mago che gli aveva salvato la vita durante la Seconda guerra mondiale, un anziano ebreo greco, insofferente della religione, dopo un lungo distacco si trova a condividere il viaggio da Israele alla Grecia col figlio, affermato rapper ortodosso. – 20.30 / rt forum In collaborazione con il Cineforum di Trento
– 20.30 / rt forum In collaborazione con il Cineforum di Trento
corto / 14’ GOD’S GOT HIS HEAD IN THE CLOUDS G. Sodaro / Italia-Lituania 2012 In una piccola chiesa di campagna, un prete sta pregando di fronte all’altare. Di colpo, alle sue spalle, appare una ragazzina di 11 anni mai vista prima. Chi è? Perché si trova lì? Con la partecipazione del regista
corto / 16’ THE NAKED LEADING THE BLIND W. Vanacker / Belgio 2012 Una dissezione della condizione umana in una calda giornata estiva offuscata dall’alcol, tra i programmi TV della notte e un’ardente spiritualità. Premiatissimo cortometraggio con la storia di un’epifania: l’amore attraverso gli occhi di un cieco.
corto / 17’ ALL THE WINTERS I HAVEN’T SEEN O. Khoshnazar / Iran 2014 Una giovane donna al terzo mese di gravidanza
mercoledì 15 ottobre Teatro San Marco. Via S. Bernardino 8 – 15.15 / Viaggio nelle differenze Con la collaborazione della Cooperativa Kaleidoscopio film / 53’ OCCHI AL CIELO / 3a parte S. Altizio / Italia 2014 Continua, con nuovi episodi, il viaggio in salsa comedy nel mondo parrocchiale.
film / 105’ IL SEMINARISTA G. Cecconi / Italia 2013 Italia, 1959. Guido, dieci anni, entra in Seminario, col sogno di diventare sacerdote. Ben presto però si scontra con un inflessibile sistema gerarchico che trascura quella solidarietà verso i più deboli in cui Guido invece riconosce il più importante dei comandamenti. Con la partecipazione del regista
film / 98’ AMELUK / M. Mancini / Italia 2014 A Mariotto, un paesino della Puglia, un musulmano si trova suo malgrado ad impersonare Cristo nella Via Crucis. La notizia fa il giro del mondo e il mondo, insieme a Mariotto, si spacca in due. Una esilarante commedia all’italiana tra religioni, costumi e politica. Con la partecipazione del regista
La nostalgia di casa è uno dei più forti impulsi umani. Il regista parte per un viaggio della memoria dal Canada a Kalusz, in Polonia, sulle tracce del padre emigrato dopo la seconda guerra mondiale, e incontra un “cast” di personaggi comici e tragici che gli forniscono indizi sul passato. Con la partecipazione del regista
film / 90’ THE JEWISH CARDINAL I. Duran Cohen / Francia 2012 La storia vera di Jean-Marie Lustiger (1926-2007), figlio di ebrei polacchi, che da sacerdote e alto prelato non rinunciò a esibire la sua doppia identità di “ebreo cattolico”, messa duramente alla prova dalla controversa vicenda del convento carmelitano di Auschwitz.
doc / 28’ THE KALUSZ I THOUGHT I KNEW B. Dichek e Y. Lerner / Israele 2013
corto / 13’ DEAR GOD E. Tadmor e G. Nattiv / Israele 2014 Aaron è un uomo semplice che lavora come custode del Muro del Pianto. Un giorno, una donna bella e misteriosa inserisce un bigliettino tra i blocchi di pietra, e Aaron decide di realizzare il suo desiderio più profondo... doc / 63’ REGINA / Diana Groó / UK 2013 La vicenda straordinaria di Regina Jonas, che scrisse la storia diventando la prima donna rabbino del mondo nella Berlino del 1935, e sostenne poi il suo popolo perseguitato, fino a trovare lei stessa la morte ad Auschwitz nel 1944. Con la partecipazione dei producer – 17.30 / Religioni, sessualità e genere doc / 88’ MY BROTHER’S VOWS S. Weimar / Canada 2013 Gregor, il fratello della regista, vuole diventare prete missionario, ma lei è molto critica rispetto a questa scelta, anche per via della posizione della chiesa cattolica sui temi della sessualità e del genere. Un dialogo tra il mondo fuori e dentro le spesse mura del monastero. – 20.30 / Alla prova corto / 12’ GOTT UND DIE WELT R. Jenne / Germania 2013 Nella tradizionale parrocchia rurale di St. Thomas, la venerata statua mutila della Madonna col Bambino finisce ostaggio di un uomo esasperato che minaccia di distruggerla. Una piccola commedia sorridente sul dubbio, e sulla fede.
doc / 98’ STOP THE POUNDING HEART R. Minervini / Italia-USA-Belgio 2013 La vita devota di Sara, figlia di allevatori del Texas, è sconvolta dall’incontro con Colby, cowboy da rodeo, che la precipita in una crisi profonda. Un’esplorazione dell’adolescenza, della famiglia, dei ruoli di genere, dei valori sociali e religiosi nell’America rurale. Con la partecipazione del regista in collegamento Skype
corto / 31’ AUJOURD’HUI A.-S. Rouvillois / Francia 2014 Mathilde non è ancora diventata suora, ma vive già con le sorelle della comunità in cui ha deciso di entrare. Prima di rispondere a questa chiamata radicale, riceve una visita della madre. Con la partecipazione della regista
giovedì 16 ottobre Teatro San Marco. Via S. Bernardino 8 – 15.15 / Viaggio nelle differenze corto / 5’ PAROLES DE VITRAIL J.-Y. Fischbach / Francia 2013 In queste piccole animazioni da un minuto e mezzo, le antiche vetrate della chiesa di Strasburgo prendono vita, e i loro personaggi parlano e discutono tra loro... “Discorsi da bar” del tutto particolari, tra la parola del Vangelo, il Medio Evo e la nostra vita quotidiana.
film / 93’ THE PERFECT WAVE B. Macdonald / Sudafrica 2013 Basato sulla storia vera di Ian McCormack, il surfista neozelandese che ha divulgato la sua esperienza post-mortem, il film racconta di un ragazzo alla ricerca dell’“onda perfetta”: una particolare love story culminante nell’incontro con l’amore e la misericordia di Dio. Palazzo Roccabruna. Via Santissima Trinitá 24 – 17.00 / Aperitivo RT Un brindisi di convivialità con gli ospiti internazionali del Festival, fra musica e drink per tutte le religioni Museo Diocesano Tridentino. Piazza Duomo 18 – 18.00 / Tra cinema e arte sacra In collaborazione con il Museo Diocesano Tridentino doc / 13’ L’ICONOGRAPHE L. Sócrates / Canada 2013 Alexandre Sobalev, immigrato russo che ora risiede a Montreal, pratica e insegna l’arte della produzione di icone, usando una tecnica che risale al XV secolo. Il misticismo che caratterizza quest’arte lo porta a interrogarsi sulle proprie convinzioni più profonde. Con l’intervento dello ieromonaco Giovanni Guaita, giurato del Festival e rappresentante del Patriarcato di Mosca doc / 11’ A IMMAGINE E SOMIGLIANZA G. Calliari / Italia 2014 Nel confronto con una sua opera, ‘Il cammino dell’uomo’ nella chiesa della Sacra Famiglia a Rovereto, lo scultore roveretano Osvaldo Bruschetti si interroga sull’arte sacra non legata a una confessione e alla figurazione. L’esperienza dell’artista come metafora della fede. Con la partecipazione di Giuseppe Calliari e Osvaldo Bruschetti Teatro San Marco. Via S. Bernardino 8 – 20.30 / Nessuna guerra è santa Con la collaborazione del gruppo di Trento di Amnesty International - Italia
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Religion Today FilmFestival / www.religionfilm.com
www.religionfilm.com > programma completo corto / 15’ RANGAN 99 T. Yabandeh Jahroumi / Iran 2014 Conflitto Iran-Iraq (1980-1988). Due soldati nemici si trovano a condividere per qualche ora l’orrore del conflitto, e a piantare un seme di fraternità. Uno straordinario monito che nessuna guerra è santa mentre nuova violenza divampa nella terra di Abramo. Con la partecipazione del regista Tiyam Yabandeh e l’esibizione della cantante iraniana Fahimeh Aghahasani nel brano scritto per il Festival: CHANGE! “Presente e futuro dei diritti umani in Iraq”: approfondimento a cura di Cecilia Nubola, Amnesty International - Italia
doc / 70’ ERNTEHELFER – HARVEST HAND M. Siebert / Germania 2013 Un paesino della Baviera appare molto strano agli occhi di Cyriac, uno dei quasi 500 preti indiani chiamati a sopperire alla mancanza di sacerdoti cattolici in Germania. Un inedito “scontro di civiltà”, ora divertente ora malinconico, tra fede, dubbio, carnevale e rigidi inverni. – 17.30 / Io, noi: persone e comunità In collaborazione con Fondazione Fontana
doc / 60’ ME, WE. ONLY THROUGH COMMUNITY M. Zuin / Italia 2013 11 personaggi e le loro toccanti storie di cambiamento attraverso l’incontro nel contesto africano del St. Martin, un’organizzazione attiva in Kenya che promuove la solidarietà coinvolgendo direttamente la comunità locale. Con la partecipazione del regista e di don Gabriele Pipinato, già animatore del St. Martin
Altri eventi a Trento
FBK. Via Santa Croce 77 Seminario di studi della Fondazione Bruno Kessler-ISR – mercoledì, giovedì, venerdì ore 14.30-18.00 – Animare la fede. Tracce del religioso nel cinema di animazione a cura di Marco Bellano (Università di Padova) con il coordinamento di Davide Zordan (FBK-Isr)
10 > 18 ottobre Biblioteca Comunale di Trento. Via Roma 55 Mostra bibliografica sul tema dell’anno del Festival a cura della Biblioteca Comunale
film / 85’ WITH OTHERS / N. Zamiri / Iran 2014 Arezoo e Amir-Hossein sono in crisi perché non possono avere figli. Rimane solo una soluzione: ricorrere ad una madre surrogata. Le problematiche della bioetica in una società tradizionale.
Teatro San Marco. Via S. Bernardino 8 – 15.15 / Viaggio nelle differenze Con la collaborazione della Cooperativa Kaleidoscopio doc / 56’ IL CUORE DELL’ASSASSINO C. McGilvray / Italia-Usa 2013 Samundar Singh, giovane fanatico indù, nel 1995 uccide la missionaria francescana suor Rani Maria; verrà però perdonato dalla famiglia di Rani, che lo accoglie come un figlio e come un fratello. Cosa accade nel cuore di un uomo che riceve perdono incondizionato? Con l’intervento della regista Catherine McGilvray e di Luigi de Salvia, segretario generale coordinamento nazionale Religions for Peace Italia. La serata prevede inoltre la partecipazione straordinaria di suor Selmy Paul, sorella della missionaria uccisa, e di padre Swami Sadanand, il sacerdote pacificatore che ha accompagnato il giovane assassino in un profondo percorso di cambiamento
corto / 15’ BEYOND / J. Kalavanal sdb / India 2012 C’è qualcosa “al di là” della nostra esperienza. Un giovane soldato fa visita a un vecchio morente in una stanza d’ospedale: è lo spunto per una storia che esalta il valore della compassione e dell’amore incondizionato in un mondo lacerato dall’odio e dall’indifferenza. corto / 14’ MURMURS OF GERANIUM FLOWER R. M. Khatiri / Iran 2013 La vita che continua e una società che cambia attraverso gli occhi di un soldato rimasto quadriplegico a seguito delle ferite di guerra. All’insaputa di tutti, è cosciente e sensibile a ciò che avviene attorno a lui...
corto / 5’ AND NOW THE MAN I. Mohammadi Razini / Iran 2013 In questa elegante animazione, gli occhi di una donna che sogna si trasformano in un uccello, e l’uccello comincia un viaggio, che lo porta in contatto con altri corpi, volti, figure; in questo viaggio, tutto è cambiamento.
– 20.30 / La forza di cambiare In collaborazione con Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani
venerdì 17 ottobre
corto / 4’ BALLOONS DANCE S. Sajad Moosavi / Iran 2014 Un venditore di palloncini percorre in moto una strada solitaria. Improvvisamente rimane in panne in piena campagna. Non c’è modo di fare ripartire il motore; tutto ora dipende dalla buona volontà di un giovane religioso che passa di lì con il suo bambino.
– 15.15 / Viaggio nelle differenze
08 > 10 ottobre
– 21.30 / RT Thriller
film / 107’ THE SARATOV APPROACH G. Batty / USA 2013 Un inedito “spiritual thriller”. Due giovani missionari americani vengono rapiti a scopo di riscatto a Saratov, in Russia. Ma quando sia la chiesa, sia il governo statunitense rifiutano di pagare, la sorte dei due ostaggi sembra segnata.
Teatro San Marco. Via S. Bernardino 8
film / 133’ UN DIOS PROHIBIDO P.M. Hernàndez / Spagna 2013 La storia vera dei 51 membri della Comunità Clarettiana di Barbastro condannati a morte nell’agosto 1936, agli inizi della Guerra Civile spagnola. Il film racconta le loro ultime settimane di vita, dalla cattura al sacrificio nel nome della fede. – 21.00
Cerimonia di premiazione
doc / 90’ SALMA / K. Longinotto / UK 2013 Dopo essere stata rinchiusa fin dall’età di 13 anni e poi costretta al matrimonio, Salma, una ragazza musulmana di un villaggio del Sud dell’India, contro ogni probabilità diventa una famosa poetessa e politica. Una straordinaria storia di coraggio e resistenza.
sabato 18 ottobre Biblioteca Comunale di Trento. Via Roma 55 – 11.00 / VARIAZIONI SUL CREDERE Incontro con Gabriella Caramore, scrittrice e conduttrice della trasmissione “Uomini e Profeti” per Radio Tre
Nel centenario del primo conflitto mondiale, anteprima del reading musicale Rabbini, Preti, Pastori, Imam. I Cappellani Militari nella Grande Guerra – 22.30
Proiezione di una selezione dei film premiati
Religion Today festival itinerante si svolge anche ad Arco, Bassano, Bolzano, Merano e Roma. / Il programma completo è disponibile su www. religionfilm. com / INGRESSO LIBERO Il programma potrà subire variazioni. Visita il nostro sito o contatta la nostra segreteria per gli aggiornamenti.
/ InFo
Tel. 0461.981853 segreteria@religionfilm.com
12 / REC / Religioni e cinema
n. 1 / anno IV / 10 ottobre 2014
SGUARDI E SPIGOLATURE
RELIGIONE A CARTONI ANIMATI IL SEMINARIO FBK INTERVISTA a Marco bellano di Chiara Pancheri Ancora una volta Religion Today ha offerto l’occasione per un seminario sul rapporto tra cinema e religioni a cura della Fondazione Bruno Kessler di Trento. Quest’anno l’attenzione è caduta sulle capacità del cinema di animazione di utilizzare temi, figure, miti e simboli delle religioni. Ne abbiamo parlato con Marco Bellano (Università di Padova), che alla vigilia del Festival, nei pomeriggi dall’8 al 10 ottobre, ha proposto il percorso “Animare la fede. Tracce del religioso nel cinema di animazione”. Quando e come è “nato” il cinema d’animazione?
Prima del cinema stesso. Già in pieno diciannovesimo secolo, si era capito che accostando due immagini con forma simile ma che presentavano pose leggermente diverse, il nostro apparato percettivo tende ad interpretarle come fasi successive di uno stesso movimento. Si tratta quindi di creare una serie di immagini e di riprenderle nell’ordine stabilito dall’autore. Quali professionalità vengono coinvolte nella realizzazione di un film d’animazione? Senza entrare nel dettaglio, si parte con la pre-produzione, che tra le professionalità più importanti conta il character designer, che stabilisce com’è fatto il personaggio che deve apparire nelle diverse pose durante l’animazione. Segue la fase della
produzione, con professionalità come l’animatore chiave, che disegna le pose fondamentali dell’azione del personaggio, e l’intercalatore, che riempie lo spazio tra le varie azioni definite dall’animatore chiave. Infine, nella post-produzione troviamo un contatto tra il cinema d’animazione e il cinema dal vivo, con i reparti per gli effetti sonori, le musiche e gli effetti speciali. Attraverso l’animazione si possono affrontare anche tematiche “impegnate”? Spesso l’“animazione” viene confusa con un vero e proprio genere autonomo. Non è corretto. L’animazione è un modo di rappresentare, come la fotografia o il cinema dal vivo. All’interno dell’animazione si possono trovare tutti i tipi di generi: basterà confrontare film diversissimi come “Valzer con Bashir” o “La Città Incantata”. Quindi l’animazione offre ampie possibilità: anzi, l’universalità del tratto stilizzato dell’animazione coinvolge maggiormente lo spettatore, che mette in campo la propria immaginazione, legata al proprio vissuto. Quale può essere il contributo specifico dell’animazione sui temi della fede, della convivenza e dell’incontro di realtà diverse?
OCCHI AL CIELO 13, 14, 15 OTT ORE 15.15
– Teatro San Marco Via S. Bernardino 8
Film di MIMMO MANCINI – Italia 2014 98 min
Film di SANTE ALTIZIO – Italia 2014 53 min
Viaggio in salsa comedy nel mondo parrocchiale. A Torino, nella parrocchia di San Giuseppe Lavoratore, si incrociano un prete quarantenne dalla vocazione misteriosa, una perpetua brasiliana che fa a pugni con la logica e la sintassi, un sagrestano ultras del Toro, una catechista inflessibile e inacidita, un economo aggrappato al cattocomunismo che fu. Come serie televisiva, “Occhi al cielo (citofonare parrocchia)” sarebbe senz’altro destinata a un grande successo. Come web series, appartiene ad una nuova generazione di prodotti che esplora canali di distribuzione
alternativi. Come in "Camera café", che consacrò al grande pubblico la coppia formata da Paolo Kessisoglu e Luca Bizzarri, in questa serie i personaggi si alternano su un set statico (situato nell’ufficio o nella sacrestia di una chiesa), inscenando simpatiche gag. Queste però non si svolgono davanti alla profana macchina da caffè ma di fronte nientemeno che a San Giuseppe lavoratore. Visto non come lontano destinatario di preghiere ma più come un classico confidente e ciò può avere risvolti davvero esilaranti. Ma dietro l’ironia, i temi toccati – crisi economica, coppie di fatto, rapporto con i giovani – sono quelli dei grandi cambiamenti che la chiesa vive in dialogo con la società.
Quanto spazio e visibilità ha oggi questo filone di “religione a cartoni animati”? In Occidente, questo filone esiste ma non è preponderante. Diverso è il discorso per l’Oriente, dove invece la questione del religioso è onnipresente. Il Giappone, massimo produttore di cinema d’animazione in Oriente, ne è l’esempio: la religiosità è fusa al senso comune della popolazione, e il cinema riflette gli spunti religiosi della vita comune. A volte solo a fini estetici, per colpire l’attenzione dello spettatore, ma in modo particolarmente insistente.
AMELUK LUN 13 OTT ORE 21.00
– Teatro San Marco Via S. Bernardino 8
di Davide Zamboni
L’animazione può aiutare i più giovani ad affrontare tematiche difficili da digerire passando per un cinema “normale”. Sollecita il pubblico, che deve essere più attento alle sfumature e ai messaggi resi attraverso uno stile più minimale e meno realistico del cinema a cui è più abituato. Paradossalmente, grazie a questa caratteristica, il cinema d’animazione offre più possibilità di immedesimazione e rende più sentite determinate tematiche, come possono essere quelle del religioso, della convivenza e dell’incontro di realtà diverse.
di Mara Fontanari Ameluk è il soprannome dato a Jusef, un giovane musulmano che vive nel piccolo paese di Mariotto in Puglia. In una serie di esilaranti vicissitudini, si ritrova ad aiutare l’amico prete ad organizzare la via Crucis, e finisce addirittura per interpretare, suo malgrado, il ruolo di Cristo. Lo choc dei compaesani viene enfatizzato dai media locali e nazionali. Da quel momento la sua vita si complica enormemente fino alla sua candidatura forzata all’elezione a sindaco di Mariotto. Il rapporto con una parte
della cittadinanza degenera: il suo matrimonio collassa e Ameluk viene discriminato e maltrattato anche dalla piccola comunità islamica locale! L’immigrazione, l’intolleranza, il razzismo, i rapporti talora difficili tra uomini e donne di diverse religioni sono il fulcro centrale di questo lungometraggio che tratta di problemi attuali con una visione completamente nuova e divertente. Rivitalizzando la migliore tradizione della commedia all’italiana, il film ci fa riflettere sulla vita degli altri e sull’emarginazione delle persone considerate diverse dalla società.
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Religion Today FilmFestival / www.religionfilm.com
NESSUNA GUERRA È SANTA Una canzone per cambiare di Arianna Milanese Una serata di cinema, musica, riflessioni per lanciare uno struggente appello di pace. “Change” è la canzone che una giovane coppia di artisti iraniani, Tiyam Yabandeh e Fahimeh Aghahasari, ha composto appositamente per Religion Today. Verrà eseguita dal vivo da Fahimeh giovedì 16 ottobre, in stretta continuità con la proiezione del cortometraggio diretto dal compagno, “Rangan 99”. Il pezzo, tra cantato e parlato, descrive le emozioni forti suscitate dalla guerra. Fahimeh canta che
in sogno le torna in mente una vivida musica e nella sinfonia di bombe e proiettili sente una ninna nanna. Sussurra di un tempo una volta conosciuto, in cui tutti potevano respirare. Musica e parole trasmettono inquietudine; gli effetti sonori che simulano la guerra conducono l’ascoltatore in un’atmosfera di violenza e paura. Quando canta, Fahimeh ci trasmette lo strazio della guerra, mentre quando parla il tono è freddo e sommesso, come una voce dall’oltretomba, per ricordarci che la guerra ci mette di fronte ai nostri demoni e ci rivela aspetti di noi stessi prima sconosciuti. Ma il tema forte, dirompente, è la possibilità del cambiamento: perché “dobbiamo sapere che cambiare non è solo una parola, cambiare è una rivoluzione, un’evoluzione in cui troverà posto il vero credere”.
CINEMA, ARTE E CONVIVIALITÀ DELLE DIFFERENZE La Redazione
Proiezioni, seminari, tavole rotonde, legalità, scienza, fede. Ma anche, non in ultimo, un “aperitivo RT”. Giovedì 16 ottobre, alle 17, l’appuntamento è con gli ospiti internazionali del Festival nella splendida cornice di palazzo Roccabruna, casa dei prodotti trentini, per una degustazione e un brindisi – con drink per tutte le religioni - a questa diciassettesima edizione del concorso. Dopo questo momento di “convivialità delle differenze”, il percorso dalla sala di proiezione agli storici palazzi di Trento proseguirà alle 18 al Museo Diocesano Tridentino. Il collegamento è offerto dalla mostra
“Infinito presente. Elogio della relazione”, che interroga l’arte sacra contemporanea sul senso dell’immagine sacra nella società odierna. Su questo tema il Festival metterà a confronto due documentari, L’iconographe, produzione canadese sulla rinascita dell’antica arte delle icone, e il trentino A immagine e somiglianza, firmato da Giuseppe Calliari e incentrato sull’opera dello scultore roveretano Osvaldo Bruschetti. La discussione intorno al significato dell’icona nel terzo millennio si arricchirà del contributo di Giovanni Guaita, ieromonaco della Chiesa ortodossa Russa e giurato del Festival; saranno presenti inoltre Calliari e Bruschetti, a proseguire il dialogo sull’esperienza dell’artista come metafora della fede.
RANGAN 99 GIO 16 OTT ORE 20.30 Cortometraggio di Tiyam Yabandeh – Iran 2014 15 min di Elena Paoli I pochi ma intensi minuti di questo visionario cortometraggio raccontano la terribile guerra tra Iran e Iraq (1980-1988), che ha lasciato un segno profondo nel cinema come nel sentire comune iraniano. Qui, però, due nemici si ritrovano inaspettatamente a combattere insieme, per un comune unico obiettivo, la vita. La straordinaria
ME, WE. ONLY THROUGH COMMUNITY VEN 17 OTT ORE 17.30 Documentario di Marco Zuin – Italia 2013 60 min di Elisa Malachin St. Martin è un’organizzazione che lavora a Nyahururu, nel Nord del Kenya. Offre un sostegno concreto a persone bisognose, vulnerabili, spesso sole e abbandonate a se stesse. Ogni anno i beneficiari degli aiuti sono oltre 3000, tra cui
capacità comunicativa del regista è evidenziata dall’assenza quasi totale di dialoghi, scelta voluta proprio per sottolineare l’universalità del messaggio che vuole essere comprensibile a tutti. Nessuna parola aggiungerebbe significato alle potenti immagini con le quali Yabandeh dipinge l’atrocità del conflitto senza però caricare le tinte, bensì mettendo il pubblico di fronte all’umanità di entrambi i soldati. Questo disperato tentativo di salvarsi la vita a vicenda, andando contro il senso stesso della guerra, dove vince chi elimina l’altro, tocca tasti sensibili della nostra coscienza; sullo sfondo degli attuali e tragici conflitti di cui ogni giorno sentiamo parlare, ci porta a riflettere su ciò che abbiamo o rischiamo di perdere e su come l’essere umano sarà davvero tale solo quando smetterà di odiare.
molti bambini e bambine vittime di abusi e maltrattamenti, ai quali vengono negati tutti i diritti. Il film raccoglie undici storie di persone legate alla comunità St. Martin: famiglie e ragazzi di strada affetti da HIV, dipendenti da alcool e droghe, che qui hanno trovato la strada per un futuro. Senza dimenticare i volontari, che nel servizio agli altri trovano uno scopo alle proprie vite, e si domandano se sono loro a dare o a ricevere. Promuovendo la solidarietà all’interno delle comunità locale, coinvolgendo e formando persone pronte a prendersi cura gratuitamente di coloro che ne hanno più bisogno, l’associazione insegna a guardare alle persone con disabilità e alle malattie come a risorse preziose per l’intera comunità. Testimoniando che tutti sono importanti e che la comunità deve amare ciascuno per ciò che è, il St. Martin promuove un incontro tra ricchezza e povertà che genera una trasformazione: il povero può avere l’assistenza di persone che si prendano cura di lui, ma lui può prendersi cura del cuore di ognuno di noi.
14 / REC / Religioni e cinema
n. 1 / anno IV / 10 ottobre 2014
SGUARDI E SPIGOLATURE
IL CUORE DELL'ASSASSINO VEN 17 OTT ORE 20.30 – Teatro San Marco Via S. Bernardino 8
Documentario di CATHERINE McGILVRAY – Italia-USA 2013 56 min
LA FORZA DI CAMBIARE AL FESTIVAL I PROTAGONISTI DI UNA GRANDE STORIA DI PERDONO E RINASCITA La Redazione
di Giada Tamburini La storia di Samundar Singh, giovane indù che nel 1995 accoltellò una missionaria francescana, suor Rani Maria, abbandonandola in strada ad una morte in solitudine. Per questo delitto feroce Samundar fu condannato all’ergastolo; ma quella che sembrava la conclusione inevitabile di un crimine d’odio, ispirato dal più cieco fondamentalismo, diventa un nuovo inizio, grazie all’aiuto di padre Swami Sadanand e della famiglia di Rani, che decide di perdonare e chiedere la grazia per l’assassino, accolto come un figlio e fratello. Il film di Catherine McGilvray ci ricorda che i gesti che compiamo hanno
Cosa succede nel cuore di un uomo che abbia ricevuto un perdono incondizionato?
conseguenze profonde su noi stessi e sulle vite degli altri. Il perdono da parte della famiglia di suor Rani è stato un gesto straordinario, capace di spezzare la spirale della violenza. Ma non meno significative sono le azioni e il percorso interiore del protagonista . Sono la prova, sia pure nell’eccezionalità del caso, che dagli sbagli si può imparare; che da un’esperienza, anche terribile, si può trarre la consapevolezza necessaria per cambiare il proprio modo di essere; che esiste il peccato, ma anche la salvezza, e che quando cadiamo, possiamo rialzarci e ricominciare. Ci sono gesti che umiliano, feriscono, straziano. Ma se riesce a cambiare strada, chi li ha commessi sarà sempre il vincitore... di se stesso.
Suor Selmy Paul e Padre Swami Sadanand, con la regista e il produttore del documentario “Il cuore dell’assassino”, saranno in visita a Trento e Bolzano nell’ambito della XVII edizione del Religion Today Filmfestival, per tre giorni densi di incontri, racconti ed eventi. Vediamo alcuni dei più importanti, a partire dalla serata in programma al Teatro San Marco di Trento, venerdì 17 ottobre, in collaborazione con il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani e con la partecipazione di Luigi de Salvia, segretario del coordinamento nazionale di Religions for Peace Italia. Ma fin dal mattino gli ospiti incontreranno la città, in un evento pubblico aperto
PROTAGONISTA: IL CATTIVO SULLE TRACCE DI UNA STORIA TROPPO GRANDE tipico della cultura di lui. Per me era una storia troppo grande e sono partita per l’India.
Che effetto le hanno fatto questi incontri e questa esperienza? Per me è stata un’esperienza unica. Un film diverso da tutti gli altri, girato senza sapere se avrebbe avuto o meno una riuscita finale. Mi sono messa al servizio della storia che dovevo raccontare, in un vero e proprio pellegrinaggio. Luogo, lingua: tutto per me era completamente nuovo. Devo ringraziare per la collaborazione dei protagonisti che lungo tutti e tre gli anni di riprese è stata decisiva e fondamentale. Nulla è stato loro preordinato, come nulle erano le certezze a cui andavo incontro io stessa. Ancora oggi, credo che sia stata un’esperienza importante per me e che mi porto dietro giorno dopo giorno.
Per restare vicino al tema del nostro festival, che “cambiamento” racconta il suo film? Il cambiamento dell’assassino. Il documentario è girato non dal punto di vista del “buono”, ma da quello opposto. Al centro abbiamo voluto mettere il cuore dell’assassino che riceve il perdono e, col passare del tempo, si trasforma. Un continuo work in progress: da persona piena di odio e pregiudizio, Samundar rinasce a persona che riconosce e che testimonia il perdono e l’importanza del passaggio che ha vissuto.
A che tipo di pubblico si rivolge il suo documentario? Idealmente a tutti, credenti e non credenti, oltre a qualsiasi differenza di fede. Mi piacerebbe che si riconoscesse il valore umano della storia e del suo messaggio: la trasformazione dell’odio in amore, l’andare verso l’altro dando la possibilità a chi ha sbagliato di ripartire. Tutto ciò è certamente un altissimo punto di sviluppo spirituale, ma è anche, totalmente, una possibilità umana, che abbiamo tutti, che tutti possiamo accogliere se crediamo nella grandezza dell'umanità.
INTERVISTA A Catherine McGilvray La Redazione
Forse, anche per chi li fa, non tutti i film sono uguali. È quanto suggerisce l’emozione della regista Catherine McGilvray nel raccontare il “dietro le quinte” del progetto che l’ha portata in India, e che ora
consegna al pubblico con “Il cuore dell’assassino”. Come è venuta a conoscenza della potentissima storia ricostruita nel documentario? Nel 2009, Tania George, una missionaria indiana nel Kerala, mi ha raccontato la storia di Suor Rani Maria. Ho visualizzato l’immagine della sorella della vittima, Suor Selmy, che visita in carcere Samundar, l’assassino, per compiere con lui il rito tradizionale del Rakhi (dove le sorelle legano braccialetti attorno ai polsi dei propri fratelli) per offrirgli il perdono, con uno spirito di accoglienza e di amore incondizionato, tramite un gesto
alla stampa che li vedrà rispondere, tra l’altro, alle domande della nostra redazione. Il loro soggiorno trentino proseguirà intensamente: nel pomeriggio saranno accolti dall’Arcivescovo Luigi Bressan per un incontro privato, mentre sabato 18 saranno i protagonisti dell’ultima intensa matinée che il Festival dedica alle scuole. Ma anche Bolzano, nella giornata di giovedì 16, darà spazio a questa immensa testimonianza di perdono e riconciliazione, grazie all’impegno del Centro per la Pace del capoluogo atesino e alla partecipazione delle autorità cittadine e religiose. Un programma che si annuncia già memorabile per la possibilità di vedere e sentire raccontata, tra cinema e testimonianza, una storia che ha commosso il mondo.
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Religion Today FilmFestival / www.religionfilm.com
IN PRIMA LINEA I CAPPELLANI MILITARI DELLA GRANDE GUERRA
DIALOGO/ CONFRONTO/ CONVIVENZA dei brevi testi su un argomento preciso, connesso col tema dell’anno del Festival. Dopo ogni presentazione, gli altri partecipanti intervengono con domande, commenti e osservazioni. In modo naturale gli argomenti spaziano dalla professione cinematografica all’esperienza religiosa, dal dialogo allo scambio culturale, in un ambiente di forte e proficua accoglienza reciproca.
Intervista A Paolo Frizzi La Redazione Una lotta santa, una lotta giusta, per un sacro diritto, per un sacro ordine. Ne va della difesa della patria, della difesa dei nostri beni. Ne va della sicurezza dei nostri confini. Il Signore degli eserciti sia il nostro scudo. Signore degli eserciti, guida delle battaglie, sta dalla nostra parte! In te riponiamo le nostre speranze! Ascolta le nostre preghiere, benedici le nostre armi e dacci la vittoria! Avanti nel nome di Dio! Alla battaglia e alla vittoria! Non fuggiremo! O vinceremo o il campo di battaglia sarà la nostra tomba. Noi moriamo con Dio per il trono e la patria. Lo sciovinismo e le chiese nazionali. L’esperienza condivisa dell’orrore della guerra. Gli eserciti come imprevisti terreni di incontro di uomini di diverse religioni, tra diffidenze, intolleranze e struggenti episodi di fraternità. A cent’anni dallo scoppio del conflitto, la cerimonia di premiazione del XVII Religion Today Filmfestival, nella serata di sabato 18 ottobre, si arricchisce di uno spettacolo sulla fede e la pluralità religiosa negli schieramenti che si scontrarono sui vari fronti della prima guerra mondiale. Si chiama “Preti, pastori, rabbini, imam. I cappellani militari nella Grande Guerra” il reading musicale su testi di Katia Malatesta e Umberto Mazzone, con l’intepretazione di Andrea Brunello e le musiche di Re-
nato Morelli, che debutta nel contesto del Festival, con la collaborazione di Fondazione Aida. Protagonisti quattro cappellani militari – un sacerdote cattolico sul fronte alpino, un anglicano canadese, un metodista italiano, un rabbino tedesco – raccontati attraverso le loro stesse parole, tratte da diari e lettere originali. Pur nella diversità delle singole esperienze, ci appaiono oggi “così lontani, così vicini” nell’evocare, per rapidi tratti, la paura, la violenza, il sacrificio, l’odio e il pregiudizio, ma anche l’intensità lancinante degli episodi di com-passione sbocciati inopinatamente anche nel contesto più oscuro e disumano della “inutile strage”. La guerra si rivela allora non solo come la grande livellatrice che annulla appartenenze e differenze sociali, ma anche, paradossalmente, come melting pot, ora rinfocolando sospetti e chiusure, ora scaturendo gesti di comune umanità e semi di un nuovo, consapevole, attualissimo pacifismo. Abbiamo tutti un solo pensiero: quanto valore avrebbe, in senso spirituale, saper assumere il punto di vista dell’altro, vedere il nostro mondo con gli occhi dell’altro... Ogni soldato che ritorna può dirvelo: come abbia ricevuto gesti di bontà e soccorso da persone di altre fedi e nazionalità. L’umanità è riuscita a penetrare attraverso tutto ciò che ci separava. La volontà di vivere dovrà diventare la volontà di vivere insieme.
di Tommaso Dematté
Religion Today ospita ogni anno l’esperienza del “laboratorio di convivenza” tra esperti cinematografici di diverse fedi e nazionalità. Un’occasione per condividere le giornate del Festival, confrontarsi sul tema dell’anno e sul potenziale del cinema per il dialogo e l’educazione alla pace. Ce ne parla il direttore organizzativo Paolo Frizzi. “Laboratorio di convivenza”: perché questo nome? Perché si propone proprio come esperienza concreta della convivenza. Un’occasione di incontro per registi di varie nazioni, professionisti del cinema, esperti della religione durante i giorni del Festival. Con un solo obiettivo: approfondire la conoscenza reciproca e vivere una vera e propria esperienza di dialogo. In che cosa consiste l’attività del laboratorio? Di fatto partiamo chiedendo agli ospiti e agli esperti di presentare
Come pensa che popoli diversi, con culture, religioni e usanze diverse, possano convivere? È importante prendere coscienza dell’urgenza storica che caratterizza il nostro tempo. Non è più il momento di chiederci se possiamo convivere, ma è necessario mettere in campo risorse, modelli e strumenti efficaci, capaci di garantire ampie prospettive ed influenza sociale. L’obiettivo deve essere la costruzione di una società effettivamente in grado di rispondere alle sfide che il mondo globale oggi impone. Purtroppo alcune persone accettano con fatica altre religioni o culture; come insegnare loro la convivenza? È difficile capire la convivenza, o il dialogo, senza prima farne esperienza concreta. Il modello a mio parere maggiormente efficace, che poi è quello proposto dal nostro laboratorio, è proprio di esprimere e verificare “sul campo” la convivenza, facendo del dialogo un’esperienza da condividere. Si tratta in fondo di conoscere le differenze “esplorandole”, che poi è la vocazione di Religion Today da sempre. Quali sono i progetti per il futuro di questo laboratorio? Abbiamo alcuni sogni, che ci siamo detti per ora solo sottovoce. Ci piacerebbe aprire il laboratorio ai più giovani, a partire dagli studenti universitari fino a quelli delle scuole superiori. E poi, sicuramente, dare al laboratorio sempre maggiore spazio focalizzandone lo scopo e la missione, senza per questo perdere la dimensione intima e raccolta che ne ha decretato fino a oggi il successo.
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n. 1 / anno IV / 10 ottobre 2014
SUL PODIO La Redazione
Religion Today Filmfestival propone anche eventi speciali e occasioni di riflessione e approfondimento, ma resta soprattutto un concorso cinematografico internazionale. Sabato 18 ottobre, alle ore 21, si concluderà la tappa trentina del Festival con la cerimonia di premiazione presso il Teatro San Marco di Trento. Per decretare i vincitori della 17° edizione di Religion Today, si riunisce una giuria internazionale composta da esperti di cinema e dialogo interreligioso, quest’anno composta da Renato Butera, salesiano, giornalista pubblicista, docente di Giornalismo e di Cinema presso la FSC dell’Università Pontificia Salesiana di Roma; John Forrest, direttore dell’Insight Film Festival di Manchester; Mohammad Gozarabadi, traduttore,
AND THE WINNER IS… GIURIE E PREMI story-analist e consulente di sceneggiatura a Tehran; Giovanni Guaita, ieromonaco e storico della Chiesa Ortodossa russa; e Daniella Tourgeman, direttrice artistica del Jerusalem Jewish
Film Festival. Tra le 49 opere in concorso, la giuria individuerà il miglior film (Best Film), il miglior cortometraggio (Best Short Film), il Miglior Documentario (Best Documentary) e assegnerà anche
FACCE DA REDAZIONE
il “Gran Premio Nello Spirito della Fede” (“In the Spirit of the Faith”). A Trento si riunirà anche la Giuria Signis (World Catholic Association for Communication), composta da Lukáš Jirsa (Praga), Arianna Prevedello (Padova) e Irena Sever (Zagabria) che attribuirà il proprio premio tra le nominations del concorso ufficiale. Verranno attribuiti anche diversi premi speciali, espressione delle partnership e della dimensione itinerante del Festival: “Exploring the Differences”, “In Short”, “Peace and Human Rights”, “Changes” e “Visions”, assegnati dalle giurie di FSC Università Pontificia Salesiana – Roma, Coordinamento cinema trentino CinemAMoRe, Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, Comune di Arco e Comunità di Lisignago.
Classe 5A Grafica e Comunicazione dell’Istituto Sacro Cuore di Trento
Andrea Tonolli
Davide Zamboni
Valentino Sicher Alessandra Zimelli Kevin Noriller
Yadir Saldarriaga Valdivia
Milena Guariso
Alessandro Engl Silvia Corradini Mara Fontanari
Simone Gasperi Tommaso Demattè
Chiara Pancheri
Linda Pampagnin
Fatima Biddir Arianna Milanese
Elena Paoli Giorgia Acampora
Giada Tamburini Elisa Malachin
Angelica Broglia
direttore Andrea Cagol edito da Associazione BiancoNero – Religion Today Filmfestival stampato da Esperia, Lavis L’iniziativa rientra nelle attività per le scuole CriticaMente realizzate dall’associazione lungo tutto l’anno
Religion Today è organizzato da Associazione Bianconero grazie a: Enti promotori Provincia Autonoma di Trento / Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol / Comune di Trento / APT Trento / Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto / Mediocredito Trentino Alto Adige Südtirol / Arcidiocesi di Trento / Comune di Arco / Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani / Consiglio della Provincia Autonoma di Trento / Fondazione Fontana / Associazione Nazionale Magistrati Sezione Trentino Alto Adige TAA In Trentino Amnesty International - Italia / Associazione “Amici di Religion Today” / Biblioteca Comunale di Trento / Centro Astalli / Cineforum - Trento / Cinformi Centro Informativo per l’Immigrazione P.A.T. / Comunità Islamica del Trentino Alto Adige – Trento / Cooperativa Kaleidoscopio / Fondazione Bruno Kessler / Fondazione Opera Campana dei Caduti / Fondazione S. Ignazio / Istituto Trentodoc / MUSE - Museo delle Scienze / Museo Diocesano Tridentino / Osservatorio Balcani Caucaso / Palazzo Roccabruna - Camera di Commercio I.A.A. Trento / Prada Biscotti / Tavolo Locale delle Appartenenze Religiose / Teatro Portland / Teatro San Marco / Università degli studi di Trento Fuori Provincia Amici di Villa San Giuseppe – Bassano / Centro per la Pace – Bolzano / Chiesa Evangelica Luterana, Fondazione UPAD, Mairania 857, Università Popolare Urania Meran – Merano / Ambasciata di Israele presso la Santa Sede / Università Pontificia Salesiana – Roma / Nomadelfia / Religions for Peace - Italia / SIGNIS (World Catholic Association for Communication)
design Gianluca Manzana
Ringraziamenti