Runners & Bikers Magazine Numero 4. Agosto 2016
Editoriale Marco Lombardi Tecnologia e Vita Intervista ad Uwe Diegel Un Membro del gruppo si racconta La mia Prima Maratona Tecnologia e Sport SuperOp Il Personal Trainer per Biker consiglia.. Formicolio delle mani Sport e Medicina Le aree di frequenza cardiache Il dietista informa L'indice glicemico Aziende per lo sport FiberPasta Iniziative del gruppo Percorso di avvicinamento al Triathlon
Intervista a Sara Bottarelli
Editoriale di Marco Lombardi
Cari lettori, è arrivata la vera estate e con essa la voglia di trascorrere più tempo all’aria aperta e fare sport. Corsa e circuiti in bicicletta sono tra le attività fisiche più gettonate in estate ma bisogna stare attenti e prendere in considerazione diversi aspetti e seguire alcuni semplici consigli pratici che vi aiuteranno ad allenarvi meglio. Il primo consiglio per praticare sport in estate è quello di evitare di fare attività fisica durante le ore più calde della giornata, ossia quelle centrali. Anche se avete mezz’ora di tempo libero attorno a mezzogiorno, evitate di andare a correre: il sole troppo forte potrebbe farvi incorrere in un pericoloso colpo di calore. I sintomi più comuni del colpo di calore sono: malessere generale, nausea, tachicardia e sudorazione intensa. Allo stesso modo, è importante evitare di scegliere le ore tardo serali per praticare sport, perchè potreste avere ripercussioni per quanto riguarda il vostro sonno. Un altro aspetto importante è la protezione della cute dai raggi del sole soprattutto nel caso di attività o allenamenti prolungati. In questi casi è opportuno scegliere la protezione solare adatta al vostro fototipo ed indossare capi d’abbigliamento freschi e comodi che facilitino la traspirazione della pelle. A tutto ciò è fondamentale affiancare la giusta alimentazione ed idratazione nel corso della giornata ed attività sportiva attraverso cibi freschi, costituiti principalmente da frutta e
verdura di stagione. Il nostro gruppo Runners & Bikers promuove e stimola costantemente la corretta pratica sportiva ed a questo scopo organizza tornei, gare e sfide da remoto per incentivare atleti ma anche semplici amatori. In questo periodo estivo, sono attualmente in corso due tornei : il torneo Next Challenge riservato ai ciclisti con bici da corsa o mountain bike e il torneo Dua-Thlon, il quale si caratterizza per la peculiarità di abbinare corsa e flessioni all’interno di una stessa sessione di gara. Queste competizioni hanno davvero tra gli scopi principali quello di incentivare chiunque ad approcciarsi o proseguire a fare movimento in salute, benessere e serenità. Ḕ un’opportunità importante da sfruttare per sentirsi degli sportivi, ognuno nel proprio piccolo. Il nostro desiderio è quello di riuscire a coinvolgere in futuro sempre più persone all’interno del nostro gruppo perché ricordatevi che non è mai troppo tardi per iniziare con una sana corsa o giro in bicicletta. Vi ringraziamo perché in tutti questi mesi ci avete dimostrato passione, interesse e voglia di condivisione, oltre che spirito di crescita perché lo sport vuol dire anche questo. Continuate così e una buona estate a tutti.
Marco Lombardi
Il Personal Trainer per Biker consiglia.. Formicolio delle mani 3
L’indolenzimento e formicolio delle mani nel ciclismo Le principali cause di neuropatia meccanica (formicolioe indolenzimento) provengono da una presa errata allo sterzo piuttosto che problemi di natura musco-scheletrica. Per quanto attiene alla presa errata dello sterzo è bene ricercare nella fase attiva della pedalata (salita,pianura) e passiva (discesa) un allineamento quanto più fisiologico possibile. Prendiamo ora in esame 2 tipi di bici (strada e mtb) e le varie prese del manubrio in base alla tipologia Bici da strada · più prese diverse (mani base in piega, mani sulle leve dei freni, mani in posizioni di riposo sulla parte orizzontale del manubrio) · vibrazioni del manubrio: tutte le vibrazioni prodotte dal rotolamento delle ruote sull’asfalto (ruote che mediamente sono gonfiate con una pressione tra le 7 e 10 atmosfere) vanno direttamente al palmo della mano e al polso generando stress. Mountain bike · presa limitata alla sola manopola · urti violenti: la pratica dell’off road prevede la guida sullo sconnesso, gli urti dal suolo che, benché smorzati in parte dagli ammortizzatori e dalla tecnica del biker, stressano notevolmente la zona palmare della mano sollecitando tutta la struttura muscolare. Di conseguenza viene coinvolta anche la componente nervosa infatti, non è raro al termine di una discesa sconnessa
avere fastidio alle mani e percepire una poca forza in “stretta” dello sterzo. Ulteriore parametro che incide sull’indolenzimento e formicolio delle mani è la distribuzione del peso tra parte anteriore e posteriore (avantreno e retrotreno): una corretta distribuzione del peso è di 60% posteriore e 40% anteriore. Il fastidio alle mani può non dipendere dall’appoggio diretto al manubrio ma essere caratterizzato da problematiche del rachide cervicale accentuata dalla posizione richiesta. I nervi interessati sono il nervo ulnare e il nervo mediano. Questi nervi vengono interessati dal movimento che il ciclista effettua nel gesto di guardare la strada davanti a sé: è quindi fondamentale avere una buona mobilità del rachide. Posizioni troppo estreme, in presenza di scarsa mobilità della colonna, possono accentuare problematiche compressive pre esistenti. Il corretto posizionamento in bici e l’utilizzo di componenti tecnologicamente avanzati risolvono nella maggioranza dei casi i problemi. Qualora non ci siano problematiche patologiche, si suggeriscono semplici esercizi di stretching da fare quotidianamente prima di iniziare l’allenamento.
Francesco Gallo
Tecnologia e Vita Intervista ad Uwe Diegel In un contesto globale di crisi economica, come ha reagito il marchio iHealth? iHealth migliora la vita di migliaia di pazienti che soffrono di malattie croniche come il diabete e l'ipertensione ed è un marchio molto amato dai suoi utenti, nel corso degli ultimi due anni si è affermato come marchio di riferimento per i dispositivi medici connessi in Europa. C'è molto rumore intorno ai dispositivi medici connessi, ma il segmento di mercato dei dispositivi medici connessi è in fase di evoluzione nel lungo termine ed in tale senso ci riserverà grandi sorprese e grande crescita. Quali sono gli aspetti positivi, secondo lei, di monitorare facilmente i propri parametri vitali? Per iHealth non è tanto una questione di controllo, ma piuttosto una questione di comprensione. Non appena un paziente capisce i suoi segni vitali e la loro importanza, può gestire la sua vita nel migliore dei modi. Dopo tutto, se non si può misurare, non si può gestire. iHealth fornisce una piattaforma che non solo consente agli utenti di visualizzare i risultati in un formato comprensibile, ma anche di analizzare e mostrare le relazioni tra diverse patologie quali ipertensione, sovrappeso e diabete. Questo rende le informazioni visualizzate ancora più prezioso. D'altra parte, quali sono, a suo parere, le implicazioni negative di poter monitorare con facilità i propri parametri vitali? I dispositivi medici collegati non forniscono una soluzione valida per tutti piuttosto uno strumento che permette un approccio personale alla salute. Non credo che stiamo creando una generazione di ipocondriaci, ma piuttosto che stiamo fornendo alle persone la possibilità di capire i segnali dei loro corpi. Come vede, nei prossimi anni, l’evoluzione dei dispositivi wearable e la loro interazione con le app per smartphone? Nel corso dei prossimi anni, il mercato si evolverà da un mercato da indossare ad un mercato "da dimenticare". Intendo dire che la
prossima generazione di dispositivi si integrerà con le altre tecnologie in modo tale che gli utenti utilizzeranno tali dispositivi senza avere l’onere di monitorare, interpretare e correlare i parametri vitali. Nei prossimi cinque anni, tutti i dispositivi collegabili saranno connessi ed integrati. La integrazione e la connessioni con altre tecnologie e / o strumenti è un must richiesto dagli utenti. Potrebbe preannunciare il lancio nel mercato di nuovi prodotti iHealth? iHealth sta spingendo molto prodotti che segnano la differenza tra gadget collegati e dispositivi medici connessi: è diventato molto facile, grazie al crowfunding, lanciare sul mercato nuovi prodotti. Vengono immessi sul mercato, una grande quantità di gadget collegati che non sempre sono dispositivi clinicamente validati, come ad esempio quelli prodotti da iHealth. Su questa scia IHealth ha svolto un enorme lavoro nel campo della diagnostica cardiovascolare e presto rilascerà un Elettrocardiogramma ECG da 72 Ore così come uno sfigmomanometro da 24 ore. Cosa proponete agli sportivi? Abbiamo rilasciato, la scorsa settimana, una nuova
Marco Lombardi
5 generazione di activity tracker: iHealth Wave. A mio parere Wave è il miglior tracker presente sul mercato capace di monitorare attività quotidiane e del nuoto capace di riconoscere gli stili di nuoto differenti e calcolarne correttamente il consumo di calorie. Il Wave è inoltre impermeabile sino a 50 metri. Il mercato del settore è in continua evoluzione e tengo a precisare che stiamo già lavorando sulla prossima classe di dispositivi. Tuttavia, il mercato degli activity tracker è in costante rinnovamento, quindi stiamo già lavorando su una nuova generazione di dispositivi. Quali sono gli aspetti positivi, secondo lei, di gruppi organizzati come il nostro? Niente è tanto motivante quanto partecipare ad un gruppo in cui tutti si sforzano di migliorare e tenersi in forma poiché induce alla giusta motivazione e fare meglio. C’è qualcosa di magico nello spirito di squadra che spinge la gente a dare il massimo. Potrebbe mandare un messaggio ai membri del gruppo Runners & Bikers Italian Live Sports? Continuate ad amare la vita e ad amare voi stessi.
Fabio Barnaba Massimiliano Borrini
Un Membro del gruppo si racconta La mia Prima Maratona
17 Aprile 2016 Padova: Maratona di S. Antonio In effetti era da un pò che mancavo dalla sezione "Cronache", anche perchè, diciamocelo: "mi sono svegliato alle", "sono partito alle", "ci ho messo tot"... interessante come il libretto delle istruzioni del tostapane... E invece oggi voglio parlarvi di una giornata strana, anomala, ma nel senso più buono che ci possa essere. Dopo la delusione di Venezia (eh ma facciamo i conti a Ottobre...) ho deciso di cambiare totalmente approccio e abbandonare l'ossessiva preparazione "tabellare" e il perseguimento di un obiettivo cronometrico, infatti mi sono iscritto un mese fa a Padova con l'animo sereno e con l'unico obiettivo di provare questo nuovo, promettente, percorso e di non sforare le 4 ore (ché, va ben tutto, ma neanche stracciarla e andare in passeggiata...). Quindi niente lunghi, niente ripetute, e non entro neanche nel discorso alimentazione (sabato gran sushi, birre e gelato, per dire). Logisticamente partiamo molto bene: 15 minuti e sono parcheggiato comodo all'Euganeo, in attesa che aprano i cancelli cominciano ad arrivare conoscenti e compagni: Leonardo (che arriverà 14° assoluto), Luciano (alla sua 55° maratona) con le sue immancabili foto, atleti di altre squadre e amici che vedo spesso come Barbara, o che non vedevo da anni come Gianluca.. finanche ex compaesani come Lucia e Claudio: chiacchiere, aria di festa e la
sensazione che mi divertirò.. Consegnate le sacche si entra nello stadio e lo sparo quasi coglie di sorpresa me e Andrea mentre scherziamo e parliamo quasi fossimo al bar, ci guardiamo e ...a quanto pare sono partiti, 'ndemo! Il cielo fortunatamente è un pò coperto e i primi km passano tranquilli, c'e' quasi sempre gente ai bordi delle strade, salutano e incitano e io non perdo occasione per rispondere con una battuta e dare il cinque ai numerosi bambini. Parecchie le band e le bande che suonano e ci danno la carica: fantastica "Shoot me all night long" degli AC/DC a Taggì, un pò meno il walzer a Selvazzano, e incredibile il medley dixie/jazz a Rubano, ma grazie a tutti indistintamente! Il percorso è veramente bello e suggestivo e in men che non si dica arriviamo ad Abano. Ci ricongiungiamo con quelli della Mezza e incito e scherzo con tutti quelli che trovo, faccio lo splendido promettendo the pagati ai ristori successivi (non è colpa mia se la maggior parte erano ragazze!) e saluto tutti gli astanti. La festa è per un momento sospesa
perchè a lato della strada c'e' un podista a terra, rallento per vedere se serve una mano ma tra la piccola folla radunatasi noto i paramedici che lo stanno già assistendo e decido che non è il caso di andare a creare ulteriore confusione, gli auguro mentalmente di riprendersi e riprendo la mia corsa. Mi sento bene ricomincio a scherzare con la gente quando mi si avvicina un podista bresciano dicendomi: "Ti vedo benissimo, la vuoi finire sotto le 3:30? mi tiri?" A quel punto il panico, forse stò facendo un po troppo il mona e la sto prendendo un pò troppo alla leggera, ma chi se ne frega, decido di stare con lui e chiacchierando, sempre più a monosillabi per la verità, arriviamo al trentesimo. Onestamente sono un pò incredulo e aspetto il momento in cui arriveranno i crampi e nel dubbio rallento un pochino, ma non troppo, perchè alla fine siamo tutti uguali: alla prospettiva di fare anche un bel tempo, magari di migliorare... sai com'e'... Mandria, Bassanello, 38° km, si sente già lo Speaker in lontananza, ho perso il bresciano ma è da un paio di km che corro assieme ad una donna polacca scambindoci sguardi di sostegno alternati a disperazione; "last three" le dico, "no, four" mi risponde lei, che cagacazzi 'sti polacchi, chiudo la
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questione con un "dai che 'ndemo!" e accelero un pò, lei mi segue con lo sguardo della mucca che vede passare il treno e arriviamo sulle riviere. E qui bestemmie, bestemmie da tutte le parti e in tutte le lingue, una per ogni ciottolo spaccacaviglie generatore di crampi; ci distribuiamo sui lati del ciottolato per stare il più possibile su un fondo stabile e a poco serve il tappetino messo giù in piazza del Duomo (ma apprezziamo l'impegno). Al ristoro dei 40km mi fermo e camminando mi prendo tutto il tempo per bere, quando riparto sento i polpacci che si preparano ad abbandonarmi ma oh, due km passano in fretta vero? no. Ma intanto metto un piede avanti l'altro, conosco la strada, in fondo vedo il Santo, e anche la Madonna, e forse anche Scarlett Johanson ma probabilmente è solo il caldo. Ultimo rettilineo prima del Prato e a 2 cm dal mio orecchio sento un "Vai Michele!": quasi cado dalla sorpresa e mi accorgo essere Marzia (autrice della foto qui sopra) e trovo anche il tempo di salutare. Ma mi sono
distratto un secondo ed ecco i crampi, però ormai so come funziona: mollo un pochino, entro in Prato e ho davanti solo i tre archi prima dell'arrivo, leggo in lontananza 1:31 sul tabellone, ma sarà il sudore che appanna occhi, non ci penso, mi controllo e passo sotto l'arco a 1:32 e rotti. Sono stupido, anzi non so se sono più stupito o più perplesso. Mi mettono al collo una medaglia e mentre comincio a perdere lucidità e a vedere bianco un ragazzo mi si avvicina e comincia ad armeggiarmi sui piedi, ci metto un pò ma capisco che vuole il chip, "faccio io" gli dico e mi chino. Pessima idea. Comunque consegno il chip, recupero una bottiglietta d'acqua e un bicchiere di the anche per Salvatore, che ho passato al 41° e in effetti è appena arrivato. Lo saluto e deambulo fino al furgone a prendere la sacca,
ancora incredulo mi siedo per terra (ci metto circa 5 minuti) e mi tolgo le scarpe (altri 5 minuti), mi guardo attorno per vedere quanti stanno ridendono di questa performance a metà tra una danza indiana e un rito woodoo, ma vedo che siamo tutti nelle stesse condizioni...manica di pazzi che non siamo altro... Ritorno nel mondo dei vivi giusto per riconoscere Marzia e Silvia che mi sono venute a salutare, mi cambio e incontro anche Leonardo (a premio) ed Erika, con il suo sorriso grande come l'Isola Memmia. Baci, complimenti e ciao a tutti che mi parte la navetta. Tornando all'Euganeo per la prima volta guardo la medaglia che ho al collo e mi rendo conto di essere contento, come non mi succedeva da tanto: mi sono divertito e ho fatto divertire, non mi sono preoccupato di niente, mi sono goduto tutto, e (del tutto in secondo piano) ho anche fatto il mio personale. Padova è speciale: ci ho lasciato un pezzo di cuore anni fa, l'anno passato ci ho corso la mia prima maratona, quest'anno la mia maratona più bella. Torno a casa con il cuore gonfio. Quasi quanto il ginocchio.
Michele Nodari
Tecnologia e Sport SuperOp
SuperOp è il prodotto, lanciato dalla start-up di Reggio Emilia, Wellness & Wireless, che sta destando enorme interesse nel mondo dello sport italiano, con un numero sempre maggiore di atleti professionistici ed amatoriali che lo stanno adottando per migliorare la propria preparazione. In pochi mesi, già diversi atleti del CS Carabinieri e del CS Aeronautica che rappresenteranno l’Italia a Rio hanno inserito SuperOp nei proprio allenamenti cosi come alcuni ciclisti che hanno partecipato al Giro d’Italia 2016. Abbiamo quindi deciso di chiedere a Maurizio Binello, co-fondatore e Amministratore Delegato di Wellness & Wireless, di raccontarci la storia di SuperOp. Maurizio, ci spieghi cos'è esattamente SuperOp e come funziona? SuperOp è una soluzione molto innovativa ed affidabile per valutare quotidianamente la condizione di recupero di un atleta o di un semplice sportivo. Conoscere la propria condizione in modo preciso offre due grandi vantaggi: quello di allenarsi con carichi allenanti che rispettano il proprio organismo e quello di ottimizzare i cicli di allenamento-recupero-allenamento e quindi di migliorare la propria performance. Poter conoscere ogni con precisione la condizione dell'atleta per potergli somministrare il carico di allenamento piu appropriato è stato per decenni il sogno di allenatori ed atleti.
SuperOp ha finalmente trasformato questo sogno in realtà Come funziona Si compone di un misuratore di pressione da polso integrato via Bluetooth con l'app SuperOp. Al mattino prima di alzarsi dal letto si indossa il dispositivo SuperOp e in 30 secondi si completa la misura di pressione e e battito a riposo e i dati passano all'app in automatico. Dopo i primi 15 giorni di "studio" l'app SuperOp ogni giorno fornisce un valore di stress metabolico (cioè un indicazione di quanto il nostro organismo sta lavorando per recuperare da un allenamento precedente) che ci dice in che condizione siamo. Su questa base SuperOp fornisce quindi anche un indicazione sul carico di allenamento ideale per quel giorno.
Chi può utilizzarla e come? SuperOp è ideale per chi faccia sport almeno tre volte alla settimana e desideri o migliorare le proprie performance o semplicemente allenarsi in modo intelligente rispettando il SuperOp è ideale per chi fa organismo. E' adatto a tutti gli sport ed in particolare per il ciclismo, running, triathlon, nuoto, sci di fondo, sport di combattimento etc. Quanto costa? Il SuperOp Box contiene il misuratore ed il codice di attivazione del servizio ed è in promozione a 179 €. Dal 1° Settembre il prezzo passerà a 199 €. SuperOp sostituisce l’allenatore? Non esattamente. SuperOp infatti non fornisce un piano di allenamento (che lasciamo fare ai preparatori atletici delle varie discipline). Fornisce invece una misura affidabile della condizione dello sportivo che così può modulare il suo allenamento (fornito magari da un allenatore) sulla base della reale condizione di recupero del proprio organismo.
Da dove è nata l'idea? SuperOp è il risultato di oltre di 20 anni di studi che il Prof. Marco De Angelis, nostro responsabile medico scientifico, ha svolto su atleti olimpici come parte della sua collaborazione con il CONI. Dal 2010, Marco ha proposto SuperOp, come sua consulenza privata, ad allenatori ed atleti di altissimo livello. La più lunga tra queste collaborazioni è quella con Sandro Damilano che allena, a Saluzzo, alcuni dei più forti marciatori al mondo. Poi nel 2015, Wellness & Wireless, la start-up che ho creato insieme a Paolo Gambini e che già aveva lanciato nel 2014 Yukendu, ha trasformato la consulenza di alto livello del Prof. De Angelis in un prodotto semplice, efficace ed accessibile a tutti. Possiamo fare un primo bilancio dell'impatto che ha avuto sul pubblico? Siamo rimasti molto stupiti dalla rapidità con cui SuperOp sta venendo adottato tanto tra gli sportivi amatoriali come dagli atleti di elite. Abbiamo già attivato collaborazioni con diversi atleti del Centro Sportivo Carabinieri,con atleti dell'Aeronautica e delle Fiamme Gialle. Tra questi, diversi atleti che gareggeranno alle Olimpiadi come ad esempio i marciatori Matteo Giupponi ed Eleonora Giorgi, il maratoneta Stefano La Rosa, le ostacoliste Marzia Caravelli e Anche nel ciclismo SuperOp è stato adottato da Jarno Calcagni, campione Europeo 2014 di Marathon Mountain Bike e dalla campionessa italiana di MTB-Orienteering, Laura Scaravonati e da alcuni ciclisti della BMC tra cui il campione italiano a cronometro 2016, Manuel Quinziato.
Quali sviluppi potrà avere? A SuperOp ha il potenziale di rivoluzionare il modo di modulare i carichi di allenamento in tantissimi sport Abbiamo creato un comitato tecnico consultivo che raccoglie 10 tecnici italiani di altissimo profilo in 10 discipline diverse, con l'obiettivo di svolgere studi che portino allo sviluppo di nuovi protocolli di allenamento basati su SuperOp. Tra i membri del comitato abbiamo l'elite dei preparatori italiani tra cui Elio Locatelli (responsabile della preparazione olimpica del CONI), Sandro Damilano il piu decorato allenatore italiano Luciano Gigliotti, storico allenatore dei maratoneti italiani, Dario Broccardo, ex tecnico della nazionale di ciclismo e poi Fabio Vedana per il triathlon, Roberto Campaci per lo sci di fondo, Guglielmo Guerrini per la canoa e diversi altri. Dopo aver consolidato la nostra base in Italia punteremo certamente alla diffusione internazionale tanto in Europa come negli USA.
Maurizio Binello Paolo Gambini
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Intervista a Sara Bottarelli
“Ciaaooo” così risponde Sara Bottarelli, Classe 1990, semplicità da vendere e simpatia in abbondanza… Curiosamente l’intervista si svolge in Viaggio, non il viaggio che la Campionessa Italiana di corsa in Montagna sulle lunghe distanze è solita fare, ovvero tra i monti e i boschi, ma, ahimé, in auto. Sara, ragazza super impegnata e incapace di dire di no, accetta di fare l’intervista mentre si sta spostando in auto per raggiungere il fidanzato (ci spiace per voi giovani pretendenti) ed io, ovviamente, mi sto spostando su un’altra auto in direzioni totalmente opposta. Subito sottolinea come questa sua capacità di accettare le numerose richieste le permette di confrontarsi con persone diverse da cui può sempre apprendere modi diversi di pensare e agire. Ma ora veniamo alle semplici domande fatte ad una ragazza altrettanto semplice… Come ti descriveresti? Solare, Sincera, ehm penso a tre aggettivi: testarda, determinata, ma nello stesso tempo spesso indecisa. In realtà credo che per prendere una decisione impiego un po’ di tempo, ma una volta scelto divento determinata. Mi piace molto tenermi attiva facendo tante cose e incontrando tanta gente, ma allo stesso tempo mi piace ritagliarmi del tempo ed isolarmi e non mi spaventa stare da sola come è successo ieri arrivando a casa alle 19:20. Son partita di corsa e sono arrivata alle 20.00 a Sant’Emiliano (Santuario che sovrasta Sarezzo) e non aver trovato nessuno è stato bellissimo! Trovare ancora il cielo azzurro con il sole che illuminava ancora per poco le cime delle montagne circostanti. Mi son sdraiata nel prato e mi son goduta il momento. Forse con un pizzico di egoismo.
Cosa fai per mantenerti? Quest’anno è stato un anno fortunato: ho fatto l’insegnate di educazione fisica, anche se non sono in graduatoria ho avuto un contratto da gennaio a giugno e fortunatamente ero in due scuole della media-alta Val Trompia, quindi non appena finivo di fare l’insegnante mettevo le scarpette ed andavo a correre. Ora, terminate le scuole, mi dedico ad alcuni progetti come fare l’insegnante di ginnastica artistica ed un Grest Sportivo dove insegno ai bambini diversi sport. Mi piace trasmettere ai bambini come lo sport sia stato per me una fonte di crescita. Quanto ha influito la tua famiglia nella passione per la corsa? Nonostante abbia papà, mamma e fratello che corrono, devo sottolineare come la mia famiglia mi abbia educato allo sport. Da piccola ho fatto nuoto, artistica e altri sport. La scelta della Corsa è stata un passaggio successivo. Come hai deciso di correre? Ho scelto di correre quando ho notato che fare le gare di Ginnastica Artistica mi prendeva una forte di agitazione, mentre quando facevo le gare di corsa ero più serena e mi divertivo.
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Cosa provi quando corri? È una valvola di sfogo. Sensazioni positive. Quando vado forte riesco a convogliare tutte le energie negative e le butto fuori. Quando faccio una gara, se sta anche andando bene è come se riuscissi a sfogarmi, e come se mi auto caricassi, sento di andar bene, sento di star bene e sento il tifo, mi carico e sto bene. Correndo posso raggiungere molte località in poco tempo e spesso ciò mi consente di arrivare in posti dove sto bene. In bici probabilmente ne vedrei di più, ma dubito che la bici possa essere il mio futuro. Hai appena affrontato gli europei ad Arco di Trento, com’è ci descriveresti il contesto? Prima dicevo che difficilmente mi agito alle gare. Gli europei li ho sentiti tantissimo. Probabilmente perché ho dovuto concentrarmi una settimana intera sull’obiettivo. Io sono abituata fare tante cose e spesso mi alleno alla sera o al mattino presto e trovarmi a trascorre tutto quel tempo pensando solo esclusivamente all’europeo è stato per me difficile. Probabilmente devo fare ancora quel salto di qualità che mi permetterà di affrontare meglio questo tipo di gare. Una gara in salita proprio perché ad un chilometro dal traguardo ero sesta. Poi ho iniziato a recuperare e trovandomi quarta ed il traguardo vicino mi son detta che non arrivare a podio sarebbe stato un motivo per rimuginare tutta la vita. Ho raggiunto la terza e sono riuscito a tenere la posizione fino alla fine.
Come ti alleni per poter partecipare a gare così impegnative? E qual è la tipologia di gara preferita? Ultimamente mi alleno tutti i giorni, inserendo almeno un giorno alla settimana nuoto. Questo per scongiurare gli infortuni, purtroppo sono molto soggetta, come molti altri atleti, quindi in base al calendario gare vengono impostate delle giornate di particolare carico, ad esempio salite di 40-45 minuti spingendo, a giorni di scarico, correndo sulla pista ciclabile al piano. Rispetto alle gare io prediligo le lunghe dove per lunghe intendo 21 km, come ad esempio ai Campionati Italiani di Corsa in Montagna sulle lunghe distanze svoltesi a Nasego, dove stavo particolarmente bene, il percorso era adatto a me, mi ero allenata molto bene e non so cosa sia successo, ma ho vinto. Ora sto svolgendo anche i Campionati di Corsa in Montagna a Distanza Classica. Sono due prove, la prima prova prevede sia salita che discesa, mentre la seconda prova… (all’uscita di questo magazine si sarà già svolta) Ci racconti un aneddoto? E cosa aggiungeresti agli aggettivi con cui ti sei descritta prima? Spesso mi perdo. Ovviamente quando vado a fare le mie corse in montagna non mi piace fare gli stessi sentieri e vorrei cambiare, ed anche se spesso sono percorsi che ho provato con mio padre, non me li ricordo e sbaglio sempre qualcosa. Per questo mi ritrovo in mezzo a prati piuttosto che a greggi al pascolo e giusto pochi giorni fa, mi è capitato di essere ospitata a bere un goccio di acqua perché mi riconoscono e mi salutano in grande. Dopo questa telefonata definirei Sara CHIACCHIERONA, empatica e socievole.
Maurizio Seneci
Sport e Medicina Le aree di frequenza cardiache
Vorrei raccontarvi la mia esperienza, io sono Massimo e mi sono avvicinato al running molto di recente dopo aver avuto qualche problema cardiaco e lo stesso cardiologo da cui ero in cura mi ha suggerito di avvicinarmi alla corsa elencandomi tutti i benefici che ne avrei potuto trarre. Inizialmente sono stato un pò reticente (personalmente non ho mai amato la corsa) poi l’entusiasmo di un amico mi ha trascinato e ho scoperto uno sport splendido. Dopo un mese di uscite brevi una delle mie prime preoccupazioni è stata l’osservazione dei miei battiti cardiaci. Ero spesso preoccupato di capire se fossero troppo alti e quindi pericolosi oppure se fosse tutto nella norma, motivo per cui mi sono consultato con amici medici e ho letto avidamente tutte le notizie che trovavo in rete, decidendo in seguito di acquistare una fascia cardio da collegare all’applicazione che utilizzavo per monitorare le mie corsette. Il cardiofrequenzimetro è un semplice dispositivo in grado di rilevare istantaneamente la frequenza cardiaca, parametro che indica il numero di battiti che il cuore compie in 1 minuto il quale è in stretta relazione con l'intensità dello sforzo compiuto durante l'esercizio fisico. L’utilizzo di uno strumento è sicuramente un metodo oggettivo di valutazione, sicuramente migliore delle preoccupazioni che avevo ogni volta che sentivo i miei battiti accelerati. Collego la fascia all’applicazione seguendo le indicazioni per la configurazione, ma dopo le prime uscite rimango un pò perplesso dall’osservazione di queste informazioni. Incrociando il significato delle varie fasce cardiache con i miei tracciati, in realtà mi sono accorto che correvo quasi sempre in zona rossa al massimo dei miei battiti, cosa che mi sembrava alquanto improbabile anche a giudicare dalle mie sensazioni.
Quasi tutti i software iniziano con l’individuazione della Fcmax teorica con la formula (220 – età), ma l'affidabilità di questa formula è limitata ed i suoi risultati sono validi solo per studi statistici; è stata infatti dimostrata l'esistenza di uno scostamento tra Fc max reale ed Fc max teorica che può arrivare sino al 10-15%. Quindi decido di approfondire l’individuazione delle mie zone cardiache in modo tale da avere informazioni precise e utili da questo strumento; sono partito dalla misurazione della Fc minima e della Fc massima in maniera strumentale e poi ho cercato di individuare quale potesse essere il sistema migliore per determinare i valori da inserire nel mio Garmin, trovandolo alla fine nel metodo Karvonen. A questo punto chiedo aiuto a Marco Lombardi del gruppo per approfondire e capire meglio.. Il metodo di Karvonen è un procedimento empirico utilizzato per misurare il parametro d’intensità nell'esercizio cardiovascolare e per pianificare l'allenamento sportivo sulla base della frequenza cardiaca (ritmo cardiaco), cerchiamo di spiegare come funziona. Quella che segue è una piccola guida per chi volesse personalizzare la configurazione attraverso la valutazione delle varie zone cardiache. Fase 1 – Si inizia determinando la propria Frequenza Cardiaca di riserva la quale è rappresentata dalla differenza tra la Frequenza Cardiaca massima e la Frequenza Cardiaca a
riposo FCris = FCmax – FCmin, di fatto è la frequenza cardiaca media durante la normale attività quotidiana. La frequenza Cardiaca a riposo va misurata la mattina appena svegli in condizioni di assoluto rilassamento ed è il picco più basso mentre per rilevare la FCmax è sufficiente con il nostro strumento uscire a correre e dopo un adeguato riscaldamento provare ad esempio una distanza di 400 mt al massimo di quanto riusciamo a correre. Fase 2 - A questo punto, per poter individuare il range da controllare/mantenere durante gli allenamenti viene utilizzata la seguente formula: THR (target heart rate o frequenza ideale di allenamento)= (FCris x % intensità) + FCmin Inserendo in tale formula di volta in volta la percentuale della frequenza di riserva si determinerà l’inzio e la fine della zona cardiaca corrispondente, ad esempio per determinare la zona anaerobica una prima volta si effettuerà il calcolo utilizzando 80% e il risultato sarà il limite minimo della zona e una seconda volta utilizzando 90% e si avrà il limite massimo massimo, quindi si procederà con lo stesso sistema per determinare tutte le zone. Utilizzando la tabella che segue si possono individuare tutte le zone cardiache: Z1 (grigia) facile : 50-60 % Z2 (azzurra) brucia grassi : 60-70 % Z3 (verde) aerobica : 70-80% Z4 (arancio) anaerobica : 80-90% Z5 (rosso) massima : 90-100% Descriviamo brevemente i termini aerobico ed anaerobico. Questi termini indicano i diversi modi relativi alla generazione di energia nei muscoli durante l'allenamento.
L'energia è prodotta aerobicamente fino a quando è sufficiente l'ossigeno fornito ai muscoli durante l'esercizio, attraverso il sistema cardiovascolare. Più si è allenati aerobicamente, maggiori sono le capacità di trasportare ossigeno. I nostri muscoli scheletrici continuano a produrre energia anche quando il sistema cardiovascolare non è in grado di fornire abbastanza ossigeno ai muscoli, di conseguenza questi generano energia anaerobicamente, cioè senza ossigeno. Il sistema anaerobico fornisce la maggior parte dell'energia indispensabile per gli allenamenti di forza (es. sollevamento pesi). Durante il riposo, ma anche durante sforzi moderati, i muscoli lavorano in modo aerobico, perché consumano in prevalenza ossigeno. Intorno all'80% della capacità massima, il lavoro si trasforma in anaerobico, dal momento che i muscoli non riescono ad utilizzare abbastanza ossigeno. Il sistema anaerobico consuma glucosio, uno zucchero semplice derivato dai carboidrati più complessi e produce acido lattico, una sostanza ZONA
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che causa sensazione di bruciore nei muscoli e che porta ad un veloce affaticamento. Anche il sistema aerobico usa glucosio, ma durante il processo di ossidazione brucia anche grasso. Il grasso immagazzinato nel corpo viene espulso nel flusso sanguigno e trasferito ai muscoli, dove in presenza di ossigeno viene bruciato aerobicamente assieme al glucosio per produrre energia. Il grasso può essere bruciato solo aerobicamente ma la cosa più importante è che i prodotti di scarto del sistema (anidride carbonica e acqua) non conducono all'affaticamento muscolare. Quindi se ridurre il grasso corporeo è lo scopo dell'allenamento, è opportuno svolgere attività aerobica (corsa, nuoto, ciclismo). Se si va invece in fase anaerobica, la formazione di acido lattico condurrà ad un graduale affaticamento, quindi ad interrompere, in caso, l'allenamento. Diventa a questo punto importante riconoscere la soglia anaerobica, cioè quando il sistema si sposta da aerobico a marcatamente anaerobico. Uno dei segnali di inadeguata ossigenazione dei muscoli può essere l'iperventilazione oppure la sensazione di bruciore muscolare causata dall'acido lattico. Ritornando alla formula di Karvonen, quest'ultima si può ovviamente
Intensità% VANTAGGI FCmax
13 applicare sia per un 20enne che corre a 3 minuti al km che per un 50enne come me che è lontano anni luce da quei ritmi. Una volta individuate le varie zone cardiache vediamo come è possibile utilizzare il cardiofrequenzimetro durante le nostre sessioni di allenamento. Le informazioni che derivano da una corretta osservazione del ritmo cardiaco saranno molto utili per determinare i propri allenamenti ponendosi progressivamente nuovi obiettivi di velocità e/o resistenza. Ciò è dimostrato dal fatto che molti programmi di allenamento per la preparazione alle gare sono attualmente realizzati basandosi sulle frequenze cardiache e solo secondariamente sui ritmi da tenere. Buone corse a tutti
Marco Lombardi Massimo Gallitto
SENSAZIONI
OBIETTIVO
NOTE
90-100%
Sforzo massimo o quasi massimo del sistema respiratorio e muscolare
Respiro molto sostenuto, attività molto faticosa per il sistema respiratorio e muscolare
Consigliato solo a soggetti allenati e per brevi periodi di tempo (es. per ripetute veloci), spesso utile durante la preparazione finale per gare
A questo livello di intensità l'acido lattico tende ad accumularsi molto velocemente poiché i muscoli vanno in "debito di ossigeno"
80-90%
Aumento dell'efficacia nel sostenere la resistenza alle velocità
Respiro sostenuto, provoca affaticamento del sistema muscolare
Per allenamenti tutto l'anno su varie distanze, molto importante nel periodo che precede una gara
A questo livello, aumenta la produzione di acido lattico rispetto alla quantità smaltita in base alla propria SOGLIA ANAEROBICA (indice che identifica il livello massimo di sforzo fisico che l'organismo può sostenere senza accumulare acido lattico)
70-80%
Migliora l'andatura di allenamento generale e l'efficienza fisica
Respiro a velocità controllata e costante
Indicata per l'allenamento per la maratona e la mezza maratona, lavorando con costanza si riuscirà a percorrere le stesse distanze in minor tempo, oltre e migliorare la forza muscolare generale
A questo livello si ottimizza l'utilizzo delle riserve energetiche, il corpo brucerà una quantità maggiore di grasso a fini energetici (incrementando la resa in allenamento)
60-70%
Migliora la forma di fisica generale, migliora il recupero e accelera il metabolismo
Confortevole e semplice, basso carico muscolare e cardiovascolare
Per tutti gli atleti, durante sessioni di allenamento prolungate e per i recuperi, In questa fascia si migliorano le funzionalità del cuore la capacità delle cellule muscolari di sfruttare l'ossigeno.
Questa zona è detta "dimagrante" per il suo effetto lipolitico cioè di degradazione dei grassi ed aumenta la sintesi di ATP(sigla che sta per adenosina trifosfato, molecola che fornisce l'energia necessaria per le reazioni e attività cellulari)
50-60%
Agevola il riscaldamento e il defaticamento e assiste il recupero
Molto semplice, poco sforzo
Per principianti e persone che provengono da un prolungato periodo di inattività, o per atleti in "overtraining" cioè in sovrallenamento o che semplicemente necessita di un periodo di "scarico" durante la stagione di allenamento
La bassa intensità permette di utilizzare i grassi come principale fonte energetica solo per attività prolungate.
Il dietista informa L'indice glicemico
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0-55 L’indice glicemico (IG) degli alimenti rappresenta la velocità di digestione e assorbimento dei carboidrati contenuti nei cibi e il loro conseguente effetto sulla glicemia, cioè sui livelli di glucosio nel sangue. Un cibo con un IG alto produce un elevato picco di glucosio dopo il suo consumo, mentre un alimento con un basso IG avrà un impatto più lento, graduale e duraturo. L’innalzamento della glicemia attiverà a sua volta il rilascio nel sangue di insulina (insulinemia), ormone anabolico che influenza sia la sintesi proteica che la sintesi di trigliceridi (e, quindi, di tessuto adiposo). Conoscere l’IG (o, come vedremo meglio successivamente, il Carico Glicemico) di un pasto risulta quindi fondamentale non solo per ridurre il rischio di sovrappeso, obesità, diabete e altre patologie croniche ma anche per ottimizzare gli effetti di un allenamento ipertrofico, per affrontare al meglio una competizione di endurance o per recuperare nel miglior modo possibile tra due tappe/sessioni consecutive. In condizioni di riposo infatti, l’aumento eccessivo e costante di insulina porterà ad una maggior sintesi di
grassi mentre l’anabolismo sarà maggiormente indirizzato alla sintesi proteica se l’insulina viene correttamente stimolata dopo un intenso sforzo fisico-muscolare. Come si calcola l’IG? Per quantificare l’indice glicemico di un alimento è necessario assumerne 50 grammi e monitorare i livelli glicemici nelle due ore seguenti. Tali valori andranno poi confrontati con quelli dello standard di riferimento che può essere, a seconda delle tabelle, il glucosio o il pane bianco. Se un alimento ha un indice glicemico pari a 60 significa che ingerendo 50 gr di quel dato alimento la glicemia aumenterà del 60% rispetto a quanto avviene con 50 gr di glucosio (o di pane bianco). Tanto più un carboidrato è digeribile e tanto maggiore sarà il suo indice glicemico.
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Attualmente esistono diverse tabelle standard riportanti l’indice glicemico dei diversi alimenti (potete consultare un’ottima banca dati qui: http://www.glycemicindex.com/foodSe arch.php) ma è importante considerare la grande variabilità di questo valore dovuta a: · Varietà (diverse varietà di uno stesso frutto hanno diversi IG) · Tempo di raccolta (un frutto acerbo ha un IG diverso da un frutto molto maturo) · Zona di produzione · Modalità di produzione e trasformazioni industriali · Contenuto di grassi, proteine e fibre, “tamponi” dell’IG (FiberPasta) · Metodo di cottura (bollitura o cottura al forno dello stesso alimento variano l’IG) · Tempo di cottura (la pasta al dente ha un IG inferiore rispetto alla stessa pasta molto cotta) · Altri ingredienti del piatto
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Per conoscere la risposta glicemica ed insulinemica di un pasto misto occorre però tenere in considerazione non solo l’IG degli alimenti ma anche un altro importante parametro: il Carico Glicemico che considera anche la quantità di carboidrati presenti nell’alimento. Infatti, dosi abbondanti di alimenti, seppur a basso IG, potrebbero causare una risposta glicemica del tutto simile a piccole dosi di alimenti ad alto IG. E’ quindi importante considerare non solo l’IG dei diversi carboidrati ma anche la loro quantità! Seguire una dieta a basso indice (e carico) glicemico facilita il mantenimento di un peso ottimale e riduce il rischio non solo di sovrappeso e obesità ma anche di sviluppare malattie croniche quali il diabete mellito e patologie cardiovascolari. Diversi studi epidemiologici, condotti sia in pazienti diabetici che non
diabetici, hanno infatti dimostrato che aumenti rapidi e consistenti della glicemia postprandiale sono dei campanelli d’allarme che predicono un aumentato rischio di malattie cardiocircolatorie. Questo perché l’iperglicemia provoca la produzione dei radicali liberi dell’ossigeno, molecole reattive molto dannose, in grado di danneggiare le cellule endoteliali dei vasi sanguigni. Consumare alimenti a basso IG è importante anche per controllare gli “attacchi di fame” spesso confusi con episodi di “fame nervosa”: quando si introduce un eccesso di cibi ad elevato IG, la massiccia risposta insulinica causa una rapida riduzione
di glucosio nel sangue. Questa ipoglicemia temporanea viene captata dal centro ipotalamico della fame che spinge l’individuo alla ricerca di altri zuccheri per ristabilire normali livelli glicemici. Si entra così in un pericolosissimo circolo vizioso che favorisce il sovrappeso e l’instaurarsi della patologie già menzionate e delle loro complicanze. In questo contesto alimentare i prodotti FiberPasta di cui parliamo in questo numero, rispondono in pieno all’esigenza di seguire un’alimentazione bilanciata a basso indice glicemico ideale sia per rimanere in salute e mantenere un peso ottimale, sia per raggiungere performance sportive di livello.
Dietista Dott. Giuseppe Cucinotta
Aziende per lo sport FiberPasta
Buongiorno Fabiana, che ruolo ricopre e di cosa si occupa all’interno di FiberPasta? In FiberPasta seguo principalmente l’area commerciale e marketing, con tutto quello che riguarda la comunicazione dei nostri prodotti a professionisti (nutrizionisti, dietisti, medici dello sport) e consumatori. Come e quando è stata fondata la Vostra azienda? La nostra è un’azienda di carattere familiare, dove il titolare nonché inventore del prodotto sig. Giuseppe Polverini proviene da una famiglia di mugnai da ben 4 generazioni. Nell’anno 1996 il sig. Polverini ha fondato la società I.P.D. Industria Prodotti Dietetici divenuta in seguito FiberPasta Srl, e brevetta, dopo anni di ricerche e sperimentazioni, un procedimento per ottenere prodotti dietetici che, oltre ad essere utili alla salute, hanno anche il buon sapore dei prodotti tradizionali. FiberPasta è dunque l’evoluzione finale di un intenso lavoro, riconosciuto nel 2001 dal Ministero della Salute che ha sancito le qualità salutistiche di questo prodotto con un apposito Decreto Ministeriale.
Qual è la vostra filosofia operativa e quale la vostra mission aziendale? La nostra mission è quella di offrire alimenti salutistici senza rinunciare ai buoni sapori della tradizione italiana. I valori che ispirano ogni giorno il nostro lavoro sono: · la salute del consumatore · i buoni sapori della cucina tradizionale italiana · l’attenzione alle esigenze del consumatore e ai nuovi mezzi di comunicazione · la collaborazione continua con il mondo della ricerca scientifica e con gli specialisti del settore medico nutrizionista · la trasparenza nell’informare · il corretto rapporto con le autorità di controllo · l’attenzione all’ambiente e allo sviluppo sostenibile
A chi si rivolge il vostro prodotto? La nostra linea di prodotti (che oggi, oltre alla pasta, include anche farina, piadina, panini, base pizza, focaccia, biscotti con le stesse proprietà funzionali) si rivolge innanzitutto al consumatore attento alla propria salute, che comprenda l’importanza di una sana alimentazione in funzione della prevenzione di problematiche come sovrappeso, diabete, colesterolo. Il nostro prodotto, grazie all’elevato contenuto di fibra ed al suo basso indice glicemico è inizialmente nato “per l’alimentazione dei diabetici”, poi negli anni si è massivamente diffuso nell’utilizzo per il controllo del peso e del colesterolo, oltre che per il controllo glicemico. E’ inoltre utile per problematiche di stitichezza ed intestino pigro. E’ molto utilizzato da chi pratica attività sportiva, grazie al suo lento rilascio dei carboidrati che mantiene l’energia per un tempo prolungato. Tutta la linea di prodotti FiberPasta è idonea anche a vegani e vegetariani.
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Ci può spiegare, brevemente, l’iter industriale che permette la realizzazione del vostro prodotto? La base comune di tutti i nostri prodotti è il preparato FiberPasta, un composto di farina di grano, fibra di grano ed inulina (fibra solubile vegetale proveniente dalla cicoria, benefica per l’intestino) e viene realizzato tramite un nostro particolare procedimento brevettato completamente naturale (non c’è nulla di chimico) e con l’utilizzo di sofisticati macchinari, che consente poi di ottenere alimenti con un indice glicemico molto basso, pur mantenendo il buon sapore degli equivalenti prodotti della tradizione italiana. Le materie prime vengono selezionate tra quelle di più alta qualità, prediligendo grani locali (la nostra pasta FiberPasta è composta da semola di grano duro proveniente dalla nostra regione Marche).
Quale è il punto di forza dei vostri prodotti? Il punto di forza dei nostri prodotti è sicuramente il buon sapore, che non è facile preservare quando il prodotto presenta forti connotati salutistici. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di offrire, dalla colazione alla cena, alimenti sani che rappresentino un valido aiuto per la salute dei consumatori, e allo stesso tempo buoni, per far si che il mangiar sano non diventi un sacrificio, ma piuttosto uno stile di vita dove non si rinuncia al gusto della buona tavola. Organizzate eventi sul territorio? Non organizziamo nostri eventi, ma partecipiamo frequentemente a congressi di nutrizionisti, diabetologi e medici dello sport (dove la pasta FiberPasta è spesso presente nel menu dei pranzi congressuali), oltre a fiere sul benessere e sana alimentazione, come Rimini Wellness e Sana. Collaboriamo inoltre con eventi e manifestazioni sportive.
Quali progetti avete in agenda per il futuro? I nostri progetti partono principalmente dalle esigenze dei consumatori, che hanno in qualche modo “aiutato”, con le loro richieste e necessità, la nascita della gamma di alimenti FiberPasta, inizialmente partita con la sola pasta. Abbiamo in cantiere nuovi prodotti (al momento in fase di test e sperimentazioni), e nuovi progetti anche in ambito ristorazione. Cosa ne pensa della collaborazione con gruppo Runners & Bikers: Italian Live Sport? Considerando la nostra vicinanza dei nostri prodotti al mondo degli sportivi, con il gruppo Runners & Bikers: Italian Live Sport abbiamo deciso di collaborare in quanto ci è piaciuta l’ idea innovativa di coniugare la tecnologia digitale (dalla quale oggi non si può più prescindere) con l’attività sportiva, unendo tanti appassionati runners e bikers che possono confrontarsi, scambiarsi consigli e gareggiare sfruttando le nuove tecnologie, coordinati dalla preziosa collaborazione del dietista dott. Giuseppe Cucinotta per l’aspetto di supporto e consigli nutrizionali in ambito sportivo.
Dietista Dott. Giuseppe Cucinotta
Iniziative del gruppo Percorso di avvicinamento al Triathlon
Il progetto è ideato e organizzato da RunningZen e vuole essere un “inno al benessere“ raggiunto tramite la triplice disciplina gestita a livello amatoriale (Nuoto, Bici , Corsa) una sfida a portata di tutti per partecipare al primo IronMan 70.3 ITALY Pescara 11 Giugno 2017, seguiti passo dopo passo per tutta la vostra preparazione da uno staff tecnico specializzato. Il nostro scopo è di promuovere il benessere mediante il Triathlon e coinvolgervi numerosi in questo progetto, per tutti coloro che non hanno ancora avuto il coraggio di iniziare a praticarlo in maniera costante e regolare, ma hanno voglia di provarci e partecipare al IronMan 70.3. Il primo obiettivo sarà quello di organizzare a Ottobre un Triathlon Camp a Pescara per presentarvi la Mission del Progetto Neofiti IronMan 70.3 Italy, conoscere lo Staff Tecnico. Nello stesso incontro vi proporremo un’attenta valutazione funzionale nelle diverse discipline (Nuoto, Ciclismo, Corsa ) che vi permetterà di conoscere la vostra condizione di base, successivamente il secondo passo sarà quello di pianificare la preparazione atletica in base alle vostre esigenze in una sorta di “start up” iniziale per avvicinarvi con gradualità alla Triplice disciplina.
A seguire a ognuno sarà stilato un programma di allenamento personalizzato e adeguato in base alle proprie esigenze e caratteristiche fisiche. L’obiettivo finale sarà quello di partecipare come menzionato al primo IronMan 70.3 Italy Pescara - 11 Giugno 2017, il tutto programmato con tappe (obiettivi) intermedie, ove parteciperemo come Test a delle gare di Triathlon e organizzeremo degli incontri collegiali (n°3 Triathlon Camp) con tutto il gruppo Neofiti! Il progetto sarà monitorato costantemente e saranno informati gli utenti Runners & Bikers direttamente sul www.runningzen.net e sul gruppo Runners & Bikers delle procedure di realizzazione e degli obiettivi raggiunti di volta in volta. Come menzionato in precedenza, la preparazione atletica inizierà nel momento in cui si saranno scelti i partecipanti e costituito il gruppo neofiti non oltre il 30 Settembre, ci sarà prima una presentazione e incontro ufficiale previsto a Ottobre con tutto il gruppo Neofiti e lo staff, saranno svolti nella stessa occasione test di valutazione funzionale, e si procederà alla stesura della preparazione personalizzata con obiettivo IronMan 70.3 Italy Pescara ! Si accettano iscrizioni e partecipazioni per ogni categoria di atleta, di ogni grado di preparazione , di ogni disciplina, e soprattutto neofiti con grande voglia di Sognare a occhi aperti : Finish Line IronMan 70.3
Requisiti progetto · Soggetto (Uomo e Donna) di 20 - 65 anni · Idoneità alla pratica sportiva agonistica accertata mediante Test Medici (certificato medico) · Neofita o Principiante che non ha mai corso una gara competitiva di Triathlon sulla stessa distanza IronMan 70.3, ma che può già eventualmente aver iniziato a praticare le attività (nuoto, bici, corsa) con qualche garetta promozionale, sprint! · Disponibilità per eventuali spostamenti per Stage Triathlon e gare collettive previste in preparazione (calendario da valutare in base alle esigenze del gruppo)
Note · Il progetto è aperto a tutti coloro che hanno le seguenti caratteristiche elencate · Prevede una quota associativa speciale per gli Utenti Runners & Bikers che riguarda (Consulenze Personalizzate, Programma Allenamento, Triathlon Camp ) · L’abbigliamento, le attrezzature e materiale tecnico utile al singolo partecipante del Progetto, saranno proposte a condizioni speciali da alcuni partner del progetto ( se ci saranno sponsor che investiranno sul Progetto Neofiti, si cercherà di mettere a disposizione gratuitamente materiale tecnico)
Risultati Neofiti Finisher IronMan 70.3 Italy Baffioni Davide
6:24:53
Belotti Mauro Andrea
5:50:18
Berra Valerio
6:17:29
Bonicalzi Bruno
5:55:36
Bugini Ivano
6:10:01
Castelfranato Paolo
7:30:06
Coscia Fabrizio
6:09:40
Di Benedetto Luigi
6:16:00
Fabbrini Lorenzo
5:21:34
Filippi Manuela
6:59:07
Fumarola Saverio
5:58:20
Gastaldi Erminio
5:36:26
Guarneri Carlo
7:10:13
Guignard Daniel
6:27:59
Locatelli Michela
6:32:27
Mainardi Attilia
7:28:12
Montaldo Danilo
6:29:08
Pescara Abele
5:59:41
Pintus Gianni
5:56:37
Poggi Wolfango
6:24:49
Rendina Alessandro
5:51:23
Rossini Vito
5:44:17
Sarli Giovanni
6:15:37
Scovero Davide
6:06:51
Stamegna Danilo
6:50:19
Velli Aldo
6:37:20
Viganò Paolo
6:45:20
Zuluaga Quintero Vladimir
6:34:52
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· Sarà proposto un abbonamento a prezzo speciale per la Rivista Triathlete per un anno 2016 · Il numero massimo di partecipanti è fissato per un totale di 35 partecipanti · Il termine ultimo per iscriversi è il 30 Settembre 2016 , tranne se non si raggiunge il numero massimo già prima · L'inizio del progetto Neofiti IronMan 70.3 sarà previsto a Ottobre (data da verificare). Per rendervi partecipi dell’esperienza appena trascorsa con il gruppo Neofiti IronMan 70.3 Italy – 12 Giugno, e ribadire ancora il concetto “Nothing is impossible “, di seguito i risultati dei ragazzi.
Per prenotazioni, informazioni dettagliate contattare Responsabile progetto Prof Ignazio Antonacci www.runningzen.net ignazioantonacci@runningzen.it info 338 – 9803260
Ignazio Antonacci
REDAZIONE Fabio Barnaba Giuseppe Cucinotta Tommaso Palo Ciro Pica Maurizio Seneci Imma Rianna visual design GRUPPO RUNNERS & BIKERS ITALIAN LIVE SPORT Il gruppo Runners & Bikers Italian Live Sports è reperibile all’indirizzo email runnersbikers@gmail.com Seguici anche su