Running Evolution Magazine 05

Page 1


Memorandum MARZO 17 Marzo 2013 MARATONA DI ROMA www.maratonadiroma.it • € 80,00- fino al 6 Marzo 2013 (chiusura iscrizioni) • Fino al 12 Marzo 2013 il costo di iscrizione fuori scadenza sarà di € 120,00. • € 50,00 - A titolo promozionale per gli atleti residenti in Italia che si iscrivono per la prima volta alla Maratona di Roma fino al 6 marzo 2013. • € 50,00 - Per gli atleti residenti in Italia arrivati regolarmente al traguardo di una tappa del circuito Maratona di Roma Tune-Up, fino al 6 marzo 2013. APRILE 07 Aprile 2013 MILANO CITY MARATHON www.milanocitymarathon.gazzetta.it • 49€ da 1001 a 3000 iscritti • 54€ da 3001 a 4000 iscritti • 59€ da 4001 a 5000 iscritti • 65€ da 5001 a 5500 iscritti • 80€ da 5501 iscritti

21 Aprile 2013 MARATONA DI S.ANTONIO www.maratonasantantonio.it • € 40,00 per le iscrizioni dal 01/02/2013 al 31/03/2013 • € 50,00 per le iscrizioni dal 01/04/2013 al 14/04/2013 MAGGIO 05 Maggio 2013 COLLEMAR-ATHON www.collemar-athon.com • 30€ fino al 31/03/2013 • 35€ fino al 30/04/2013 OTTOBRE 27 Ottobre 2013 VENICE MARATHON www.venicemarathon.it • € 50,00 dal 1 gennaio 2013 al 29 marzo 2013 •€ 58,00 dal 30 marzo 2013 al 28 giugno 2013 • € 66,00 dal 29 giugno 2013 al 30 settembre 2013

Si ringrazia per il contributo fotografico www.mariomoretti.it www.romacorre.it (Roberto Dalmazi) e Gianfranco Bartolini.

RUNNING EVOLUTION MAGAZINE Trimestrale sportivo a diffusione gratuita. Anno 2 numero 5 Registrazione n°1/2012 al Tribunale di Velletri Direttore Responsabile: Marco Caroni Proprietario ed Editore: Running Evolution a.s.d. Redazione: Via Piave, 1 - Frascati redazione@runningevolution.it Responsabile della Redazione: Giampiero Cacciato Hanno collaborato: M. Regina Bortolato, M. Teresa Cannuccia, Andrea Cardinali, Valeria Colonna, Andrea De Felici, Antonella De Nardo, Liliana Farronato, Fausto Giuliani, Ivana Oldani, Salvatore Paolini, Manuel Arrigoni. Non si riconoscono compensi o attestazioni per foto e articoli pubblicati anche se firmati. Progetto grafico: M.G.S. srl Via Piave, 1 00044 Frascati Stampa: Poligrafica Laziale Piazzale Sandro Pertini 4/6 Frascati Foto di copertina: Corsa di Miguel 2013 Chiuso in redazione il 14/02/2013


LINEA DI PARTENZA di Fausto Giuliani

È

iniziato il secondo anno per l’avventura del RE Magazine e pian piano la nostra rivista sta diventando un appuntamento al quale il podista sembra non poter rinunciare. Questa volta la distribuzione avrà inizio nella Casa Roma Ostia, dove tantissimi atleti si recheranno per ritirare il pettorale da indossare in occasione della “mezza più amata dagli italiani”. E proprio in questo numero troverete come team ospite il G.S. Bancari Romani, società che organizza tale illustre evento; il gruppo Orange della Running Evolution invece vi sosterrà come sempre al secondo ristoro di gara posto al km 11, dove troverete anche la Little Big Band di Colonna che vi saluterà a suon di musica! Un’altra grande campionessa, Emma Quaglia, è la protagonista di una nuova intervista che Andrea & Ivana hanno curato come sempre con grande passione. E poi quattro chiacchiere con Romano Dessì, il simpatico e tenace marciatore della Podistica Solidarietà; la “nostra” Claudia Nicula che ci racconta la sua fantastica avventura in veste di Olimpionica a Barcellona 92. L’intervista tripla, stavolta a 3 simpatiche coppie, le ricette di Regina, gli articoli di Antonella, di Valeria, di Liliana di Salvatore… insomma di carne al fuoco ce n’è… buona lettura!

Gocce di diritto

Avv. Liliana Farronato

Maratona di New York annullata per maltempo; RomaOstia rinviata per elezioni politiche; Giro del Lago di Bracciano, lo scorso anno annullata, per neve e quest’anno…chissà…insomma, ad ogni livello: internazionale, nazionale o anche solo regionale, può capitare che le competizioni sportive vengano annullate per cause sopravvenute impreviste e imprevedibili. Quali i diritti dei concorrenti in questi casi? I soggetti che organizzano un evento sportivo assumono, nei confronti degli iscritti, un’obbligazione di risultato, nel senso che sono tenuti specificamente allo svolgimento della competizione organizzata: il mancato svolgimento della gara per difetti organizzativi ovvero per eventi ragionevolmente prevedibili ed evitabili con l’ordinaria diligenza, configurerebbe un inadempimento colpevole che li esporrebbe all’obbligo di risarcire ogni danno dimostrato dagli iscritti come ad esempio, i biglietti di viaggio o le prenotazioni alberghiere. Qualora, invece, il mancato svolgimento o il differimento siano causati da una ragione sopravvenuta, imprevista, imprevedibile e non dipendente dalla volontà degli organizzatori, allora, in tal caso, il loro vincolo contrattuale nei confronti degli iscritti è risolto per impossibilità sopravvenuta ed essi sono tenuti soltanto alla restituzione della quota d’iscrizione ma non anche il risarcimento di eventuali ulteriori danni. Così, ad esempio, le pretese risarcitorie nei confronti degli organizzatori della Maratona di New York, sono collegate non all’annullamento della gara che, date le condizioni oggettive ha rappresentato una scelta dovuta e incontestabile, ma al ritardo con il quale l’annullamento è stato annunciato addirittura dopo avventate rassicurazioni in merito allo svolgimento della maratona ad ogni costo. Il risarcimento dunque presuppone un contributo colpevole dell’organizzatore nell’annullamento e/o nel rinvio della competizione. Infine, in questa sede, è doveroso ricordare che si sono appena svolte le elezioni dei Comitati Provinciali Fidal di Roma e Roma Sud e che sono risultati eletti per il CP Roma: Mario BIAGINI, Presidente e Consiglieri: Michele GIOVE, Rinaldo BRUNETTI, Caterina FUSCO, Nigel WHITE, Maurizio LONGEVA, Massimiliano QUIRICO, Giuseppe VASAPOLLO mentre per il CP Roma Sud, sono stati eletti Daniele TROIA, Presidente e Consiglieri: Massimiliano TERRAZZA, Sandro BELLOCCI, Vladimir KALMYKOV, Daniele FOCACCETTI e Sandro Di PAOLA. Ai neo-eletti, per il quadriennio 2013-2016, il compito di realizzare sul territorio le finalità della FIDAL di organizzare e diffondere la pratica dell’atletica leggera attorno a valori come la lealtà, il rispetto di sé, delle norme di gara e dell'avversario.

runningevolution.it



ASPETTANDO LA MEZZA Buona la Prima!

Già il nome aveva creato una certa attesa, 15 chilometri da percorrere in vista dell’imminente Roma Ostia esattamente un mese dopo. Il 3 Febbraio nel Campus di Tor Vergata si è svolta la prima edizione di “Aspettando la Mezza”, magistralmente organizzata da Carlo Folino, già patron della “Corri nel Campus” di metà maggio. Subito ben 2.097 atleti al traguardo e per una prima edizione si tratta di una cifra di assoluto rilievo! Ma chi, come il sottoscritto organizza una gara (CorriColonna di fine settembre) e dirige una Società, e di solito gareggia “butta l’occhio” anche qua e là per captare qualche idea nuova, per cogliere varie sfumature che potrebbero servire poi a cercare di far crescere la propria “creatura”. Beh, arrivare sul posto la mattina della gara e trovare ben 3 gazebi già destinati alla propria squadra (eravamo più di 100 noi della Running Evolution), per giunta anche del colore giusto, con all’interno tavoli, sedie, acqua… credo sia stata una gran bella sorpresa, anche se eravamo a conoscenza delle “pazze” intenzioni di Carlo e dei suoi più stretti e validi collaboratori. Per non parlare poi dei ricchissimi premi destinati alle Società che sono sempre più alla ricerca di nuove energie finanziarie per tirare avanti. Insomma gran bella gara, grande organizzazione… l’attesa è valsa la pena!

di Fausto Giuliani


ROM ANO DES SÌ: C ON UN A M AR C I A IN P IÙ

O

rmai si può dire che la gara non si chiude se non arriva lui: Romano Dessì. Romano (romanista) e marciatore convinto, è ormai diventato uno dei volti noti delle gare domenicali. Tranquillo e sorridente sotto l'arco del traguardo dopo una maratona, così come davanti a un caffè per un'intervista.

di Salvatore Paolini Roma in un periodo dove il verde te lo sognavi e i costruttori, se avessero potuto, avrebbero cementificato pure il Colosseo. Le corse servirono anche a riscattare aree verdi per il pubblico e oggi sono orgoglioso, con quelle gare, di aver dato il mio contributo. Cosa stai facendo riguardo a quegli anni? Sto scrivendo un libro con i ricordi delle maratone. E' difficile, perché i ricordi sono tantissimi come pure le emozioni e mentre scrivo provo ancora le sensazioni di allora. Vorrei far capire alla gente quello che ho provato in quei momenti. E' importante per far capire il perché si corre o si marcia. Quante maratone hai corso? Ufficialmente 92. La migliore in 3 e 29 al passaggio. Era la

31 dicembre 2012: We Run Rome

Romano, quando hai iniziato a correre e perché? Ho iniziato a correre 43 anni fa, il 31 dicembre del 69. Casualmente, mentre andavo allo stadio, mi fu dato un volantino della Maratona di San Silvestro dove erano riportati i benefici della corsa. Ho iniziato così, quasi per caso. 3 ore e 32 ma forse la distanza non era corretta… Parlaci di quegli anni. Com'era il mondo del podismo ? Era... era molto più semplice di oggi, più umano. Si correva per divertirsi. Se già andavi a 5 min al Km eri uno forte. La maratona di San Silvestro, la 1a edizione, servì proprio per festeggiare il nuovo anno. Per divertimento. Le gare all'epoca erano poche. Prima della Maratona di San Silvestro feci anche la Corri per il Verde. Fu una sferzata di ecologia a

Marzo 2013

Romano Dessì con la fascia della pace


agli ultimi. Maratona delle Acque, a Terni, 45 Km. Maratona Maratona di Roma 2012:una scommessa persa... (e molte volte corriamo con le strade Al passaggio del 42mo Km il cronomeriaperte al traffico... aggiungo io) tro segnava 3 ore e 29. Poi chiusa in 3 Cosa diresti a un giovane che si affacore e 44. cia per la prima volta al mondo del Hai mai pensato di smettere, di dire podismo? basta e cambiare sport? A questo giovane direi di rimanere se E perché? Dal 1975 faccio la marcia, stesso, con i piedi per terra senza dare prima di allora non la conoscevo. La adito ad aspettative di gloria ma prima gara di marcia fu a Milano, la 30 soprattutto di non doparsi. Sono sicuro Km. Ero sicuro di fare una brutta figura, di essere preso a fischi e pernacchie per il mio modo sgra- che se la Federazione facesse esami a tappeto ad ogni gara, ci ziato di marciare. Invece fu bellissimo e anche se stra-ultimo sarebbero delle sorprese. fui incitato e applaudito. Da allora ho sposato prima la marE ai tuoi compagni e amici di società (Podistica Solidarietà) cia e poi mia moglie. cosa diresti? La cosa più bella è che tutti abbiamo imparato a fare solidaLa gara che non scorderai mai? Mah... sono tante, la Roma-Ostia, la Maratona di Roma, il rietà. Questo è importante. I compagni di squadra sono impaPassatore, la prima volta fu una vera avventura. Tra tutte però gabili come pure Pino Coccia, il nostro Presidente. Sono tutti direi proprio quella di Milano perché mi aprì un mondo che solidali e ognuno dà il proprio contributo perché questa Società sia sempre più grande. proprio non mi aspettavo. Tutti hanno il loro piccolo rito. A cosa non rinunci mai prima di una gara? (Ride) Sicuramente la bandana della Roma anche se quest'anno alla Maratona di Roma ho dovuto correre per forza con la bandana della Lazio perché ho perso la scommessa del derby. (Dopo l'intervista ha aggiunto: però la "quaglia" l'ho messa rivoltata) Nella scorsa 6 x 1 h di Rocca Priora hai marciato per 6 ore da solo sotto il sole, poi il Passatore, l'Albarace, la 3 Comuni e tante altre gare da 10 Km. Sempre con il tuo solito passo. Da dove viene tanta determinazione? Soprattutto dalla volontà di difendere gli ultimi che sono sempre bistrattati nelle gare. Non bisogna dimenticare gli ultimi perché sono molti, sono importanti per le casse delle gare, sono la vera linfa di molte società e molte volte non trovano nemmeno nulla al ristoro dell' arrivo. La determinazione e la voglia quindi di ridare pari dignità

Rocca Priora 16 giugno 2012 - Staffetta 6x1 ora

runningevolution.it


Quattro

U

na delle immagini più belle della fine del 2012 è quella dell'arrivo della Maratona di Torino che ritrae una raggiante Emma Quaglia euforica per la bellissima prestazione ottenuta (Vedi copertina). Con l'ottimo tempo di 2h28'15", migliorando di 3 minuti il suo PB, è diventata la seconda maratoneta italiana del 2012. Andiamo a conoscerla meglio. Emma, parlaci un po’ di te, aiutaci a conoscerti meglio. Quando avevo 22 anni ho iniziato a correre forte vincendo il titolo italiano sui tremila siepi. Il 2002 é stato un bell'anno, andavo forte. Nel 2004 però mi sono ammalata. Ho avuto la mononucleosi che non è stata subito riconosciuta e che ha scatenato un ipertiroidismo e successivamente un tumore alla tiroide. La gente si impressiona quando si parla di tumore ma la cosa che mi ha creato i problemi peggiori é stato l'ipertiroidismo. Sono stata ferma un paio d'anni dopo i quali avevo tanta voglia di ricominciare. I medici hanno tentato di scoraggiarmi. Piano piano ho ripreso, quasi per gioco; alla mia squadra serviva una persona, ho fatto una gara ed è così che ho ricominciato. Diciamo che alla fine ho riposato per due anni. Certo non stavo bene, ma le mie articolazioni, i tendini e la mia testa si sono riposate. Ho ripreso ad allenarmi in pista riuscendo anche a togliermi un sacco di soddisfazioni. Però la pista cominciava a starmi un po' stretta. Mi

sono sempre sentita portata per le lunghe distanze. Certo, la maratona é una cosa diversa. La maratona ti cambia la vita. Devi allenarti 13 volte alla settimana, devi dormire tanto e fare attenzione a quelle che prima potevano sembrare sciocchezze. La mia famiglia mi ha sempre seguita nelle mie attività ma non è mai, per esempio, venuta a vedere i miei allenamenti. Con la maratona ho dovuto coinvolgerli un po’ di più. Mio papà, per farmi seguire in macchina nei lunghi; mia cugina in bicicletta. Insomma un lavoro di reclutamento che non mi era mai servito prima. Te l'aspettavi il risultato che hai ottenuto a Torino? Ho fatto una bella preparazione, 3 mesi intensi di cui uno a Sestriere e il resto qui a Genova. Tanti bei lavori senza avere male ai tendini. Quando ti alleni bene e senti giorno dopo giorno crescere la forma, cresce anche la consapevolezza di valere un buon risultato. Ho fatto in allenamento cose che non avevo mai fatto. Ho lavorato duramente. Sinceramente però non pensavo di andare così bene. Ho corso sempre sola, ho fatto una gara vera. Che rapporto hai con il tuo allenatore? Claudio (Berardelli, n.d.r.) vive in Kenia ed abbiamo un rapporto mediato da Skype. Devo riconoscergli che è stato molto importante per raggiungere il mio successo in maratona. È una persona eccezionale e tra noi c'è una complicità che non avevo mai trovato prima. Lui è lontano ma sa tutto di me. È bravissimo a motivarmi e a farmi coraggio anche nei momenti più difficili. Come sei riuscita a passare così "facilmente" dai tremila siepi alla maratona? Penso di essere portata per le lunghe distanze. Non ho assolutamente faticato né mentalmente né fisicamente nello svolgere grandi quantità di lavori anzi, penso proprio di essere una maratoneta perché a volte fatico di più i primi chilometri. Poi mi sblocco e vado meglio. Non ho mai avuto né in allenamento né in gara il muro, la crisi metabolica. Quanto pensi di poterti ancora migliorare? Quando ho corso 2h28’ mi sono detta "Emma, goditelo che più forte di qua non ci andiamo...". A parte gli scherzi, credo che di margini di miglioramento ce ne siano. Arrivare a correre sotto le 2 ore e 30 ogni volta che gareggio é già un gran risultato. Se la prossima maratona la corressi in 2h29’ per me sarebbe già un ottimo risultato. Certo, correndo in una gara femminile tirata, con un percorso piatto tipo Rotterdam o Berlino e con delle buone condizioni meteo, penso di poter raggiungere un tempo che inizi con 2h27’... Il carattere e la grinta non ti mancano; lo dimostra il fatto che dopo un lungo break per motivi di salute sei tornata più forte di prima. Com'è stato il rientro? Sono stata brava. Li per li non me ne sono resa conto. Adesso


chiacchiere con... EMMA QUAGLIA di Andrea De Felici & Ivana Oldani

però che sono passati degli anni, ripensandoci dico che è stato un periodo davvero duro che mi ha cambiata tanto, forse anche in positivo perché ora ho un approccio diverso verso le problematiche quotidiane. I piccoli infortuni, i problemi al tendine, alla fine sono tutte cose che passano. Comunque è stato anche divertente riprendere perché è quello che volevo e che mi piace fare. Perché alla fine correre mi piace tanto e la corsa mi mancava tanto. Sarebbe stato un peccato non riprovarci. Come pensi che sarebbero andate le cose se non avessi avuto questo problema? Non credo che avrei corso più forte ma sicuramente mi hanno fatto correre con un'altra motivazione. Non vorrei sembrare retorica ma alla fine tutti questi problemi mi hanno fatta crescere, mi hanno resa una persona migliore. Sappiamo che sei laureata in medicina dello sport. È successo più di una volta di leggere di podisti stroncati da infarti durante le maratone. Alla luce di questi episodi forse andrebbe rivalutato il tipo di idoneità per soggetti che superano i 35 anni e devono affrontare una gara con stress fisico notevole, magari rendendo obbligatori il test ergometrico massimale annuale e l'ecocardiografia ogni 2-3 anni. Cosa ne pensi? Questo é un dibattito aperto. Io sono medico dello sport e confrontandomi con i miei colleghi sono arrivata alla conclusione che le visite di idoneità che vengono fatte sono spesso inadeguate. Il test del gradino é sotto massimale e non evidenzia nulla, soltanto qualche patologia grave. Ci sono condizioni che possono essere evidenziate solo con un test da sforzo massimale. Io sono dell'idea che il cicloergometro dovrebbe entrare nella routine di tutti. Poi esiste sempre l'imponderabile, però così si ridurrebbero drasticamente le possibilità che capitino certi eventi. Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? Con questi tendini che non vanno, l'idea sarebbe di non fare la maratona di primavera ma di puntare direttamente ai mondiali di Mosca. Per me sarebbe la decima maglia azzurra, la prima in maratona e io ci tengo davvero tanto.

Qual è la tua gara che ricordi con più gioia? Forse le precedenti sono state scalzate da Torino. È stata una giornata fantastica! Alla fine io sono arrivata quinta ma quel giorno

sono stata l'unica a fare "l'impresa". E poi sarà che ho corso in Italia e ho quindi avuto più visibilità. Ho avuto veramente un grande ritorno. Però anche quando ho vinto il primo titolo italiano nei tremila siepi. Quella volta non ero la favorita. Non dimenticherò mai quegli ultimi 50 metri. Li ho rivisti un sacco di volte. Ti alleni da sola o in compagnia? Quando sono in Kenia ho il mio pacemaker. Quando sono qui a volte ho qualche amico che mi da una mano ma non ho un partner fisso di allenamento. Forse dovrei trovarmi un compagno di allenamento forte che si deve preparare una maratona e che si voglia allenare con me. In questo il mio fidanzato mi da una gran mano. È più forte di me ma alcune cose non le possiamo fare insieme. Lui la maratona non l'ha mai fatta ma lo sto convincendo. Ascolti musica durante l'allenamento? Si, perché sennò divento matta. Tante volte in allenamento mi annoio. Genova ha pochi posti in cui correre quindi sono costretta a fare sempre le stesse strade. La musica mi aiuta molto. Ascolto di tutto. Mi faccio delle playlist lunghissime ma spesso le devo cambiare perché dopo un po' non le sopporto più. Succede che qualche canzone mi scateni il meccanismo della fatica e allora non le devo sentire per un po’. Fortunatamente il mio fidanzato mi aiuta anche in questo. Frequenti i social network? Non sono molto assidua ma mi rendo conto che, se usati nel modo giusto, senza eccedere, é un modo carino per ritrovare e mantenere amicizie... Oltre che a condividere. Oltre alla corsa, hai qualche altra passione? La lettura, sono malata di lettura. Mi hanno regalato un e-book e ogni secondo libero che ho lo uso per leggere. Mi piace proprio tanto.


E poi mi piace guardare film e quando non corro faccio lunghe passeggiate col mio cane. Che consiglio daresti a chi vuole iniziare a correre? Gli direi di iniziare, che poi a tutti viene la passione. Non so perché ma è così. Alla fine la corsa é fatica eppure farsi prendere dalla passione é inevitabile. E poi gli direi di cercare di godersela senza accanirsi troppo per i risultati. Il consiglio per chi corre già ma non riesce a migliorarsi? Di levarsi il cronometro per un po' di tempo e fare un passo indietro, senza insistere. Di correre a sensazione solo per il piacere di farlo. Questo dovremmo farlo un po’ tutti. Hai dei tatuaggi?

Marzo 2013

No perché il mio tatuaggio saranno i 5 cerchi olimpici se ci andrò. Sgarri mai con l’alimentazione? Sono abbastanza disciplinata. In genere non bado alla quantità ma mangio bene. La mia famiglia mi ha dato una buona educazione alimentare. Devo dire che sono molto famelica ma non mangio per gola e questa é una fortuna. Hai mai fatto una pazzia pur di andare a correre? Ne ho fatte infinite. Una volta, quando ero ragazzina, ho fatto un campionato italiano di cross con un braccio rotto. Mi avevano detto che assolutamente non si poteva correre con il gesso. Così ho corso la finale con le maniche lunghe. Qualche anno fa, poi, ho corso 4 km nella neve al Campaccio con una sola scarpa. Ho corso di notte, ho corso ovunque. L'ultima é stata la sera prima della maratona di Milano. Avevo fatto mezz'ora la mattina però avevo paura di avere le gambe dure. A Milano quei giorni pioveva. Così ho fatto un quarto d'ora di corsa nel corridoio dell'albergo, avanti e indietro. Avevo bisogno di sapere che le gambe stavano bene. Durante i diversi stage in Kenia sei riuscita a carpire qualche loro segreto? Hanno una vita diversa dalla nostra. Non è una leggenda; loro coprono distanze molto grosse a piedi e correndo. Tutti corrono ed è l'unico modo per togliersi dalla miseria. La corsa é la grande chance che hanno tutti e quindi tutti ci provano. Quando mangiano lo fanno senza cultura del cibo, senza gusto. Mangiano per sostentarsi. Mangiano pochi alimenti: riso, ugali (farina di mais bollita, n.d.r.), poca carne e molto latte. Caratterialmente sono istintivi e coraggiosi nella corsa. Hanno l'idea del "nulla é impossibile" e pensano che "se una cosa la può fare un altro, la posso fare anch'io". Sono convinti che con l'impegno e l'allenamento duro puoi ottenere tutto. E poi hanno questo modo istintivo di interpretare la corsa, cosa che a noi manca. Non utilizzano orologi né cronometri. Corrono senza sapere a quanto vanno. Loro corrono e basta. Ho imparato tanto da loro. Ed é proprio da questi insegnamenti e dalla grande passione che Emma ha dimostrato per la corsa, che l'atleta genovese riparte per preparare una stagione che potrebbe darle nuove altre soddisfazioni.


MAL DI SCHIENA? PARLANE CON IL CENTRO ESPERIA A disposizione dei lettori di RE Magazine uno staff di medici specialisti e fisioterapisti, con tecnologie e metodiche all’avanguardia. In questo numero vogliamo parlarvi di un problema che affligge oltre il 70% della popolazione, ed in particolar modo molti appassionati sportivi: il mal di schiena. Le cause scatenanti sono da ricercare in uno stile di vita sempre più sedentario, all’aumento del peso corporeo, a tecniche e sistemi di allenamento, spesso, sbagliati e alle problematiche di carattere posturale. Secondo la nostra esperienza esiste una multifattorialità che concorre nello scatenamento della sintomatologia dolorosa e che gioca un ruolo determinante allo stato di salute della nostra schiena. Nel nostro centro si rivolgono, sempre più spesso, persone di tutte le fasce di età, sportivi agonisti ed amatoriali, uomini, donne e ragazzi che riferiscono stati di sofferenza alla colonna vertebrale. Le problematiche più ricorrenti, per gli appassionati alla corsa, si manifestano nelle zone maggiormente sollecitate, la fascia lombare e quella cervicale. Abbiamo notato che molti di loro, per affrontare i sintomi dolorosi e i fastidi alla schiena, si rivolgono al medico di famiglia, allo specialista, al fisioterapista e, in alcuni casi, a pseudo guaritori dai magici poteri. Sempre secondo la nostra esperienza, che ci vede impegnati da oltre 20 anni nel settore medico-riabilitativo, abbiamo notato che spesso, tra le figure professionali appena citate, non esistono collegamenti diretti; ognuno lavora per conto proprio, senza dar vita ad una squadra di professionisti che collaborano insieme per il bene del paziente e che offrirebbe le maggiori potenzialità per affrontare e risolvere i problemi. Il centro medico-fisioterapico ESPERIA fa del lavoro di squadra il proprio cavallo di battaglia; nei nostri programmi l’elemento caratteristico e spesso vincente, è la reale collaborazione tra il medico specialista (ortopedico, fisiatra, neurochirurgo, medico dello sport, dietologo, angiologo, cardiologo e neurofisiologo) e i fisioterapisti; insieme si decide cosa fare e quali “armi” utilizzare, insieme si mettono a punto le strategie vincenti. Mettiamo a tua disposizione la nostra esperienza e le nostre capacità nel mondo della medicina riabilitativa e nella fisioterapia sportiva, potrai sfruttare una prima VALUTAZIONE GRATUITA con i nostri coordinatori tecnici, che sapranno consigliarti e guidarti sul come affrontare il tuo problema; quale specialista consultare, che tipo di fisioterapia utilizzare, quali accertamenti diagnostici fare, quali regole e abitudini di vita adottare, mettendo sempre e costantemente la tua salute al primo posto. Non ci resta che salutarti invitandoti, anche solo per un consiglio, a venirci a trovare nel nostro centro, o consultando il nostro sito internet WWW.FISIOESPERIA.IT.

CENTRO MEDICO-FISIOTERAPICO ESPERIA VIA SCIADONNA 24-26 - 00044 FRASCATI TEL. 06.9417775


INTERVIST ALESSANDRO FASOLI & ASSIA DELLA VELLA Sandro è un Orange di vecchio stampo, alla Running Evolution dal 2008; segue tabelle, programmi ed i risultati si vedono, soprattutto negli ultimi tempi. Assia come può segue il maritino e da un po’ ha preso anche lei ad indossare la canotta.

GIAN

Alla Running Evolution da Sempre sorridenti, simpati divertimento… tutto il resto

Chi è arrivato prima, l’amore o la corsa?

AL. Prima è arrivata la corsa poi con qualche kg in meno l’ho rimorchiata! AS. E’ arrivato prima lui con la sua corsa , tutto sudato e bagnato di pioggia e mi ha detto:” Vieni a correre?”.

G. Prima l’amore: molti anni f matto!”. La corsa è arrivata do A. L’amore di gran lunga prima

Chi ha convinto chi a correre?

AL. L’ho convinta io, ma ogni volta che la portavo a correre pioveva, quindi, non sono riuscito a convincerla pienamente anche se ora ha ricominciato più convinta e va da sola e in giornate più asciutte. AS. Lui mi ci ha trascinata anche perché volevo vedere dove andasse.

G. Ho iniziato io per condur Antonietta che correre è una g A. Ha iniziato Gianni, io gli so

Vi allenate insieme, usate le stesse tabelle o seguite programmi diversi?

AL. Non ci alleniamo insieme per problemi organizzativi. Io mi alleno nella pausa pranzo con il gruppo del grande Pino Ozimo, la sera va lei e segue i consigli che le ho detto io AS. Non ci alleniamo insieme perché lui va più veloce e vuole raggiungere certi risultati; a me basta correre e riuscire a percorrere senza fermarmi distanze come 5-10 Km.

Decidete insieme il calendario gare?

AL. Alcune gare sono diventate appuntamenti imperdibili e quindi decidiamo insieme se riandare l’anno dopo, anche per fare un tipo di vacanza breve. La gara alla quale non manchiamo mai è “CorriColonna”dove la festa inizia già dal sabato con la partecipazione dei nostri piccoli e finisce la domenica pomeriggio dopo il pranzo nella piazza. AS. Lui decide e io lo seguo oppure andiamo io con i bimbi a fare solo il tifo per papà Sandro.

G. È complicato seguire tabel perché aiuta a dare continuità A. Quando io riesco a correre Io non seguo delle tabelle, mi gara. Riuscire a combinare tut G. Quasi sempre corriamo le s re, gareggiare e arrivare a casa e non viene, soprattutto in que A. Improvvisiamo molto, se siam

L’amore fa bene alla corsa o la corsa fa bene all’amore?

AL. Se non ci fosse “amore” non si avrebbe tanta comprensione e spirito di adattamento da parte di tutti e due. Sul piano materiale direi che la corsa fa bene all’amore (spero di non essere contraddetto). AS. L’amore fa bene alla corsa perché senza non lo avrei seguito e senza non lo seguirei e la corsa fa bene all’amore perché rende più complici in ciò che si fa e si condivide.

G. Secondo me si, tutte e due co dell’amore. L’amore costrin A.Entrambe le cose…pero’ dic avrei mai iniziato perché la co

Riuscite a conciliare la corsa e gli impegni di famiglia?

AL. Quelli che a volte non riesco a conciliare sono gli impegni di lavoro. AS. Io corro quando i miei bimbi fanno attività extra-scolastiche e riesco così a recuperare un po’ di tempo per me.

Abbigliamento sportivo: tutto mescolato nello stesso armadio oppure tutto separato?

AL. Preferisco tutto separato, nel mio disordine trovo tutto! AS. Ognuno ha le sue cose nel suo spazio: io trovo sempre tutto, lui non trova mai nulla e devo arrivare di corsa per aiutarlo nella ricerca!

Per andare alle gare: ognuno si fa la sua sacca o uno/a pensa ad entrambi?

AL. Io penso alla mia e la ricontrollo almeno 10 volte poi al gazebo mi accorgo che ho dimenticato le spillette (e il Presidente si arrabbia...) AS. Ognuno si prepara la sua borsa anche se poi mi dimentico un po’ di materiale (asciugamano, maglietta) e lui mi presta le sue cose.

G. E’ tutta una corsa il lavoro, la fa uno spazio molte volte piccolo a q A. Con gli impegni famigliari l autonomi anzi quando torniam G.Assolutamente separato... a disperatamente si cerca qualco A. Abbiamo un unico armadio vi 4 sono di Gianni….nonosta G. Di solito ognuno prepara Antonietta rischierei di arrivare A. Normalmente se andiamo e da solo la sera prima cosi’ non

Nel post gara, la coppia affaticata per la corsa come divide gli impegni domestici?

AL. Perché bisogna dividere i compiti? AS. Faccio tutto io: lui è distrutto dalla gara e si butta sul letto come se fosse in coma!

Se il vostro partner vi chiedesse di praticare insieme un altro sport?

AL. Sarebbe interessante ma trovare il tempo per affrontare il secondo allenamento del giorno sarebbe un’impresa ardua. AS. Ancora?

Consigliereste ad una coppia di vostri amici di cominciare a correre insieme?

AL. L’ attività promozionale è il mio campo. AS. Si! E’ divertente!

Chi ha il ruolo dell’entusiasta trascinatore?

AL. Beh, si tocca a me! AS. Lui mi “tira” letteralmente quando corre insieme a me, quando cioè non deve raggiungere nessun tempo.

C’è rivalità agonistica fra voi?

AL. No, spero che venga e per suo merito. AS. No, io sono una schiappa, lui qualcosa di più di una schiappa!

Non trovi che il tuo partner sia più bello da quando corre?

AL. Lei sì, io da quando corro me vedo certe rughe, sarà che passano gli anni… AS. Da quando corre tutti i giorni e seguendo certi allenamenti è dimagrito molto, forse troppo e necessita di taglie piccole.

Famiglia effettiva, famiglia Orange: che differenza c’è?

AL. Beh, il Presidente conduce il gruppo come un buon padre di famiglia e quando sono al gazebo mi sento in famiglia. AS. Quando la nostra famiglia viene alle corse si sente accolta come la famiglia dei “Fasolini Orange”.

Marzo 2013

G. Gli impegni domestici si affr no tutte queste trasmissioni sull A. Per il pranzo ci pensano Ch a posto scarpe e tute.

G. Dipende. A me tutti gli spor di una richiesta di fare ballo (a A. La vedo improbabile come mi proporrebbe solo calcetto c G. Ci abbiamo provato con qu un po’ strani , sembra una cosa coinvolgerà l’altro. A. Perché no? G. Io. Mi emoziono, parlo e ra ficili fatico a dormire. Questo è A. Ad inizio settimana io, perc positi che verso il mercoledì v G. No. Però con noi stessi si. V no se ci sono stati miglioramen A. Nessuna G. Penso di si. Soprattutto prim sforzo... A. Lui è sempre bello! In effet che lo rende piu’ affascinante. G&A. La famiglia effettiva rapp sto tutte le nostre risorse e le a è un buon sostegno nel fine se in un attività all’aria aperta; n amico e in generale un clima


TA TRIPLA

NNI PIZZUTI & ANTONIETTA MELONI

al 2008, da quando cioè hanno… mosso i primi passi. ici, spiritosi, Antonietta e Gianni: la corsa per puro o è noia!

MASSIMO PROIETTI & ELVIRA SEFERIAN La coppia più tecnica, più tenace, più agguerrita. Da appena un anno in Orange, provengono entrambi dal G.S. Millepiedi Ladispoli; quasi sempre presenti e vincitori della classifica di qualità interna 2012.

fa quando si vedeva uno correre ci veniva da dire “ma questo è opo a rappresentare l’immagine della quotidianità dell’amore. a, avevo appena 16 anni… La corsa solo dopo i 40 anni.

M. La corsa! Ho praticato tante discipline fin da bambino, poi a 24 anni ho scoperto la corsa ed è stato amore a prima vista, tanto da trascurare molte altre belle cose. E. Amore!

rre uno stile di vita più sano e poi piano piano ho convinto gioia e non un dolore anche se non sempre….. ono andata dietro per fare qualcosa insieme nel tempo libero

M. Mi sono convinto da solo! una distanza, un cronometro, questo è bastato per capire che questo sport mi appartiene, che caratterialmente mi rispecchia. E. Lui, quando ci si mette...

lle, le stesse è impossibile! Qualche volta ci alleniamo insieme à agli allenamenti e ci permette anche di chiacchierare. Gianni mi accompagna quasi sempre e si assicura che sia viva. i alleno quando posso, alcune settimane anche solo durante la tto casa, famiglia, lavoro è molto complicato. stesse gare perché così la domenica mattina ci vede organizzaa con una stanchezza comune. Qualche volta Antonietta molla elle gare più lunghe e dure. mo liberi cerchiamo di andare sempre almeno a quelle dei 10 km

M. Ultimamente ci alleniamo insieme visto che lei cresce e io mi invecchio (alteticamente), ma usiamo gli stessi metodi di allenamento. E. Ora ci alleniamo insieme e cerco di rubargli qualche segreto per essere più forte del mio amore!!!

e le cose. La corsa unisce e permette di vivere l’entusiasmo tipinge l’altro a correre anche quando non ne ha voglia. ciamo che se non nutrissi un fortissimo amore per Gianni non orsa per me è veramente faticosa!

M. Dovrebbe far bene alla corsa ma dal giorno che ci siamo conosciuti le mie prestazioni altetiche sono in calo... E. La corsa per me è la passione che aiuta a rinforzare l’amore.

amiglia, le pulizie di casa. Ma anche questo ci piace: riuscire a ritagliare qualcosa che ci piace. la corsa si concilia bene, i nostri figli sono grandi e quindi sono mo dalle gare la domenica troviamo sempre il pranzo pronto. almeno ad inizio settimana; poi tutto purtroppo si mescola e osa senza sapere dove si trova! o per le cose sportive: i primi due ripiani sono i miei i successiante questa divisione lui non trova mai quello che cerca! a la sua sacca. Però a me manca sempre qualcosa e senza e ad una gara anche senza la canotta della Running Evolution! entrambi ci penso io da brava mogliettina, se non vado ci pensa n fa rumore la mattina mentre io dormo.

M. Si ma organizziamo la giornata visto che tra lavoro e corsa ci rimane poco tempo libero. E. Non ho tempi morti nella giornata, vado sempre di... corsa!

rontano rigorosamente il sabato. Al pranzo ci pensano i figli, almela cucina servono a qualcosa. Noi facciamo partire la lavatrice hiara e Francesco, io sono l’addetta alla lavatrice e Gianni mette

M. Lei cucina, io apparecchio e riordino il tutto E. Non faccio problemi; io cucino lui disfa le borse; un tesoro!

rt dove c’è una palla piacciono e alcuni li ho praticati. Ho paura anche se non è proprio uno sport o no?) e opzione, Gianni è troppo preso dalla corsa e come alternativa che mi sembra abbastanza fuori dalla mia portata. ualche coppia di nostri amici senza però riuscirci. Ci guardano a troppo difficile. Forse bisogna convincere uno dei due che poi

M. Voleva fare insieme Pilates, ho fatto 2 lezioni, non fa per me. E. Non chiederò mai, mi ha già portata in vacanza quest’estate con la bici siamo partiti da Vienna passando per Bratislava ed arrivando a Budapest! Tante cadute, è meno traumatico correre a piedi. M. Lo faccio da sempre, spesso però decidono per la semplice corsa sotto casa. Portarli alle gare è un’impresa. E. Si, la corsa dà la possibilità di conoscere persone e posti nuovi, questo cerco di tramettere agli amici. M. Direi entrambi. E. Entrambi penso anche io.

acconto i particolari della corsa; la sera prima delle gare più difè entusiasmo che si trasmette e con Antonietta è necessario farlo ché sono ancora fresca di gara domenicale e piena di buoni provengono meno e allora Gianni mi riporta sulla retta via. Vediamo i tempi fatti nella stesse gare negli anni passati e si vedonti: molte volte si trattano di pochissimi secondi. Ma va bene…

ma e dopo la gara, durante un po’ meno si vedono i segni dello

tti da quando corre ha quella abbronzatura tipica dei corridori . presenta per noi il cuore della nostra vita, in essa abbiamo ripoaspettative e soprattutto tutto il nostro amore, la famiglia Orange ettimana quando cerchi di passare un po’ del tuo tempo libero nella famiglia Orange abbiamo trovato anche qualche nuovo caloroso e cordiale.

M. Decido io! A casa comando io! ... eh amore?! Si, vado subito a buttare la spazzatura! E. Decide lui, basta che siamo insieme.

M. Mi frega tutto, dagli accessori all’abbigliamento; quando ci abbracciamo mi sembra di stringere me stesso. E. Uso l’abbigliamento del mio amore così risparmio. M. Ognuno prepara la sua, ma al ritorno da una gara la sua è più pesante e per giunta la devo prendere io! E. Lui la prepara la sera. Io la mattina stessa.

M.Prima e dopo gara due piccioncini, durante la competizione non scendo a compromessi; ultimamente ha provato a battermi senza successo, ma credo che a breve le cose cambieranno E. Tantissima: controllo se si allena di nascosto, copio tutto quello che fa. M. Glielo dico sempre E. Troppo bello! se supera i limiti di bellezza lo faccio smettere

M. Cose diverse: con la squadra ci vediamo soltanto in occasione delle gare e mi piacerebbe organizzare in gruppo una vacanza sportiva, magari qualche corsa a tappe. E. Orange semplicità, unione, rivalità sportiva, amicizia. Famiglia: tanto amore... sono Russa!

runningevolution.it runningevolution.it


Marzo 2013


A L R L E UNN D I R A N ING E T N E VOLUTION I CE

rtolato egina Bo Maria R -9-2012 6 1 r e n un Blood R

atori Imper 012 Laura 30-9-2 n n lo a o iC r r Co

Giuliano di Carlo La Speata 5-8-2012

Federico Iacono Best Wo man 9-1 2-2012

Pierin o Zara tti Collati no 172-2013

100 GARE IN ORANGE


CLAUDIA NICULA: UN’O RANGE OLIMPICA di Fausto Giuliani

A

lla fatica ci sono abituata, non mi crea grossi problemi, però direi che ho già dato; la corsa oggi è un motivo di scarico, non cerco gloria, mi diverto a stare nel gruppo e quello mi basta”. Claudia Maria Nicula corre con noi da circa tre anni, partecipa con costanza alle gare sociali e vive la Running Evolution con molta tranquillità e tanta voglia di stare in gruppo. La sua però è una storia diversa, da vera atleta, da Olimpionica…! Nel 1991 la giovanissima Claudia Maria, dopo aver conquistato l’argento ai Mondiali Juniores di Vienna nel K1 individuale (500 metri) viene promossa in prima squadra ed inserita nel quartetto di canoa che l’anno seguente avrebbe rap-

presentato la nazionale della Romania alle Olimpiadi di Barcellona! “E’ stata un’esperienza bellissima, irripetibile, tanti, tantissimi allenamenti… ricordo quelli svolti ad inizio anno in Turchia, nel mese di Febbraio, con un clima più mite rispetto a quello che avevamo dalle nostre parti: alle 7 di mattino eravamo già a vogare per circa 10 km, poi, dopo colazione, alle 10 eravamo di nuovo in acqua per le ripetute o per gli allunghi ai quali seguivano, verso le 12, palestra o 5 km di corsa... dopo pranzo riposavamo fino alle 16 e poi di nuovo in acqua fino alle 19, quando ancora una volta si correva o si faceva palestra, invertendo quanto fatto a fine mattinata! Poi si cenava e… si crollava in un sonno profondo!” “A casa in un anno riuscivo a tornare si e no 5 o 6 volte: infatti il via libera settimanale veniva dato nella tarda mattinata del sabato (dopo averci cronometrato le relative performances) e quindi non valeva proprio la pena fare ritorno a Bucarest che era bella distante dai nostri luoghi più famosi di


allenamento. A Barcellona ‘92 riuscimmo a qualificarci per la finale con il sesto o settimo tempo di ammissione, quindi sapevamo che non avremmo avuto grandi possibilità di medaglia… ci sopravanzarono per un niente Ungheria, Germania e Svezia… ci rimase la medaglia di legno al collo… grande delusione, è vero, ma la consapevolezza di aver dato il massimo, di aver pagaiato senza pause, allo stremo delle forze, riuscendo comunque a superare le fortissime atlete cinesi e canadesi! Ricordo con piacere i bei momenti al villaggio olimpico, la

fila in mensa accanto ai tantissimi campioni di ogni nazionalità e colore e poi una stupenda cerimonia di chiusura che porterò sempre nel cuore.” Sono passati venti anni e ora vivo in Italia dove sono arrivata nel 1994… mi diverto ancora a pagaiare con la squadra di Sabaudia, anche se, lo ammetto, la corsa mi sta coinvolgendo sempre più.

L'ANGOLO DEL FISIOTERAPISTA Il linguaggio del corpo: il riequilibrio posturale globale e l'osteopatia L'atteggiamento posturale è proprio di ogni persona. E’ determinato dall'evoluzione dell'uomo e si differenzia da un individuo all'altro per razza,sesso,ambiente socio-culturale e abitudini quotidiane. Fattori genetici, meccanici, bio-chimici e psico-emozionali possono determinare un’alterazione della postura, portando il nostro corpo in squilibrio con conseguente sviluppo di patologie a carico del sistema mio-osteo-articolare e degli organi del corpo stesso. Un trattamento di riequilibrio posturale globale è indicato nei seguenti casi: squilibri ortopedici - rieducazione post traumatica scoliosi e trattamento ernie discali - rieducazione post-partum squilibri dell'apparato mio-osteo-articolare trattamento dell'atleta e dello sportivo L'osteopatia L'osteopatia è una delle "medicine alternative", nata nel secolo scorso, si basa sul principio dell'autoguarigione. Il corpo umano è capace di fabbricare dei rimedi propri contro le malattie e disturbi fisici, quando le sue relazioni strutturali sono normali, la sua alimentazione è corretta ed è inserito in un buon ambiente. L'approccio della diagnosi osteopatica è molto differente da quello della medicina classica e per questo motivo è difficile definire con i termini abituali questa metodica, poichè non si sforza di curare una malattia, ma di ripristinare il corpo al meglio delle sue possibilità. Lo scopo dell'osteopatia è quindi di indagare il corpo umano e successivamente cercare di risistemarlo nella sua globalità,lavorando sulle ossa, sui visceri e sui muscoli e sfruttando il fatto che tutte le strutture sono collegate tra loro da legami nervosi, ormonali, immunitari e strutturali. Le indicazioni dell'osteopatia sono tutti i disturbi funzionali, cioè causati da un cattivo funzionamento e non da alterazioni strutturali, quindi è indicata per tutte le affezioni meccaniche (ossee e muscolo-tendinee), ma anche nevralgie, "mal di testa", sinusiti, allergie, disturbi viscerali addominali e pelvici. Il limite dell'osteopatia è quando la malattia ha raggiunto uno stato tale per cui provoca lesioni anatomiche. Le controindicazioni sono di conseguenza tutte le lesioni gravi,ma anche tutte le urgenze mediche, poiché la malattia o il disturbo ha ormai preso il sopravvento sul corpo. L'osteopatia permette di ritrovare lo stato di salute, senza provocare effetti indesiderati. A cura del dott.fkt Fabio Barigelli e del dott. Roberto Scaramella D.O

Lo studio professionale fisioterapico KINESIS in collaborazione con la RUNNING EVOLUTION propone agli iscritti della società un supporto professionale e competente per ogni esigenza e necessità!


VALGO, DUNQUE CORRO Corro perché mi sento libero, per mantenermi in salute, per tornare in pace con me stessa… continuo ad amare profondamente queste motivazioni. Da quando ho cominciato a correre sono schiava della gravità anche quando non cado, con gli occhi fissi sui ritmi del gps da polso, concentrata sugli obiettivi della tabella. Non ho mai frequentato un fisioterapista così spesso e mi insulto ripetutamente ogni volta che mi “rompo” per l’impazienza di non poter correre come voglio. Sarebbe molto meglio per la mia libertà, salute e pace se guardassi lo sport in televisione. C’è, invece, un aspetto della corsa estremamente affascinante. La corsa è una grande opportunità. Una sfida, si, ma non contro altre persone, in fondo neanche con noi stessi, bensì contro un sistema di cose ed una visione del mondo. La regina della corsa è la maratona. Uno dei padri della moderna maratona è De Coubertin. De Coubertin era uno storico e pedagogista, che ha creduto fortemente nello sport come sistema educativo. Ebbene De Coubertin ha voluto veicolare dei valori attraverso lo sport, soprattutto attraverso l’atletica ed in particolare la corsa. Correre ci da una grande opportunità, ci permette di interpretare ed incarnare dei valori, quelli che De Coubertin non voleva perdere e che ha ritenuto importanti per l’educazione e la formazione delle persone. Il rispetto, per noi stessi prima di tutto; il doping fa male, anche quando fa vincere un bel prosciutto. Il rispetto per gli altri, che non sono avversari ma compagni. Chi vince dimentica sempre di ringraziare tutti quelli che, per tanti motivi, gli sono rimasti dietro. Trattasi di personaggi preziosi, non vanno trattati con sgambetti o furbizie. La lealtà; le regole non sono state create da uno scemo per essere rispettate dagli scemi. Lo so, abbiamo sempre pensato altro. Lo sport ci può aiutare anche in questo; tutte quelle storie sul chip, le partenze ad onde, il percorso di gara, solo per esempio, sono difficili da capire ma con un pizzico di umiltà e di fede possiamo seguirle e magari prima o poi ne capiremo il significato e l’importanza. Lo spirito di sacrificio è l’accettazione di quella lieve sofferenza chiamata anche “sforzo fisico”. Volemo fa’ gli americani? “no pain, no gain”! Ci piace tanto pronunciare queste parole, molto meno

Marzo 2013

di Valeria Colonna

sudare e sudare vuol dire imparare a lavorare al limite: un pochino dopo i nostri più comodi desideri, abbastanza prima dell’autodistruzione. Chi si impegna forse non vince ma sicuramente migliora, senza scorciatoie e con un po’ di generosità. La fedeltà all’impegno: formativa e responsabilizzante. Foriera di ottimi risultati. Beato chi ce l’ha. L’umiltà: saper vincere e saper perdere, con la consapevolezza che in entrambi i casi, non è mai completamente merito nostro. Che equilibrio! Monumentale. Correre, imparando a scegliere, passo dopo passo, se è meglio esercitare l’italica “arte” dell’individualismo e della furbizia oppure lo spirito di sacrificio, la preparazione e l’entusiasmo di Filippide e magari, con un po’ di arte, a differenza di Filippide, riuscire a rimanere in vita. Correre e diventare, da persone che fanno sport, persone sportive.


L’Angolo di Paolini ASCOLTA SEMPRE IL TUO AVVERSARIO 1952, Olimpiadi di Helsinki. Durante la maratona il cecoslovacco Zatopek e lo svedese Jansson si ritrovano entrambi in testa alla corsa. Al rifornimento del 23° km danno ad entrambi mezzo limone; Zatopek lo rifiuta e consiglia Jansson di non mangiarlo perché gli avrebbe fatto male. Lo svedese non segue il consiglio e poco dopo inizia ad accusare dei malori che ne ritardano l’andatura. Emil Zatopek medaglia d’oro e record del mondo in 2 h e 23’ e 03”. Gustaf Jansson medaglia di bronzo dietro l’argentino Reinaldo Gorno.

I corsi di cucina di Maria Regina Bortolato Molti mi chiedono se sono una cuoca, è una parola difficile che ha molti significati. Non so rispondere bene, perché se dico si ho paura di deludere le aspettative se dico no rinnego i miei due diplomi ottenuti con molta fatica di “Aiuto Cuoco”e poi di “Cuoco” e che intendo esporre con molto orgoglio. In questo periodo si fa un gran parlare di cucina, nelle librerie poi c’è una sezione che si amplia sempre di più dedicata alle ricette. Per televisione ormai oltre ai canali dedicati si moltiplicano le trasmissioni, i giochi, i format, anche di importazione e coinvolgono tutti. Sono trasmissioni che crescono ogni giorno moltiplicando l’audience. E poi i blog, sono moltissimi e diventano sempre più autorevoli. Prima di scegliere quale scuola frequentare ho svolto un’approfondita indagine sull’offerta presente nel mercato romano. La prima grande distinzione che ho trovato è tra corsi amatoriali e corsi professionali. I primi sono brevi, si svolgono di sera o nei fine settimane e normalmente

sono dedicati ad un piatto specifico: il riso, i dolci ecc. Ci sono poi le scuole alberghiere; avevo ottenuto anche la partecipazione come uditore, il problema era la dispersione del tempo, avrei dovuto frequentare per almeno tre anni e il tempo passato in cucina sarebbe stato relativamente poco. Per “aiuto cuoco” ho scelto un corso intensivo, 15 ore a settimana per 6 mesi e ho preferito il modulo organizzato di mattina; l’obiettivo del corso era insegnare le tecniche fondamentali ma soprattutto preparare gli allievi a quello che sarebbe poi stato il lavoro nelle cucine dei ristoranti riproducendone anche le dinamiche. Si parla di “Brigata” ed è un mondo, tanto per cambiare, piuttosto maschilista. Mi sono trovata con dei ragazzi più giovani di mio figlio e non c’è modo migliore per sentirsi “grandi” come si dice qui a Roma, che vedersi con gli occhi dei giovanissimi. E’ stata una bellissima e faticosa esperienza; ho dovuto dimenticare quello che sapevo perché il più delle volte era sbagliato, ho dovuto seguire gli ordini che mi venivano impartiti senza discuterli. Ad un certo punto ho aperto un blog da condividere con i colleghi di corso, riportando tutti gli errori che ogni giorno facevamo, per evitare di ripeterli ed essere il giorno dopo pesantemente rimproverati. Ma la lezione più importante che ancora una volta ho

ricevuto è stata quella di essere umile. Per imparare bisogna spogliarsi delle presunzioni, dalla convinzione che già si conoscono le cose, che si è superiori agli altri. Per imparare bisogna metterci la curiosità e l’entusiasmo e quello che si porta a casa poi vale molto di più, perché diventa anche una nuova esperienza umana. Crema di zabaione e lingue di gatto Crema di zabaione: 200 g di marsala o vino secco; 250 g. di tuorli; 250 g. di zucchero; 50 g di amido di mais; 250 g. di panna Scaldate il marsala o vino, a parte sbattete i tuorli con lo zucchero e incorporate l’amido. Stemperate con il marsala o vino caldo e passate al fuoco fino al raggiungimento del bollore (80° essendo alcolico.) A parte montate la panna e inseritela delicatamente nello zabaione. Lingue di gatto: 50 gr di albumi; 50 g di burro; 50 g di zucchero; 50 g. di farina Amalgamate gli ingredienti, stendete l’impasto con l’aiuto di una sac a poche, con bocchetta liscia, su una teglia foderata con carta da forno. Infornate a 180° per circa 12 minuti. Servite la crema in coppette accompagnate con lingue di gatto.



CON LA NEVE E CON LA PIOGGIA IL TRAILER NON SI SCORAGGIA di Maria Teresa Cannuccia ensare di correre un’intera gara, sotto la pioggia battente, potrebbe creare qualche problema agli amanti di questo sport; se poi la corsa è per giunta in montagna, con l’acqua che ti batte sulla testa ed un fiume che ti scorre sui piedi , fino ad arrivarti ai polpacci è cosa assai impervia. Eppure situazioni come quella appena descritta, quasi tutte le domeniche d’ inverno, si presenta ai tanti trailer che intraprendono le corse, immersi completamente nella natura. Correre sotto la pioggia che ti picchietta sulla testa, attraversare dei veri e propri fiumi in piena, entrandoci dentro con tutto il corpo, perché è l’ unico modo per poter continuare la corsa, non sono certo le condizioni per esprimere al meglio il gesto atletico della corsa, poi se si pensa che, per lunghe salite e discese , il percorso può essere anche ricoperto da un manto di neve soffice, che però al tuo passaggio è diventato una poltiglia di acqua e fango, ci si pensa due volte prima di decidere se partire o meno. Il problema però non è un problema per tutti quei corridori che, nella loro vita di podista, hanno preferito lo sterrato all’asfalto; loro infatti sanno che con la stagione fredda, è più facile correre in queste condizioni che in altre, anzi, più le condizioni sono proibitive, più i trailer non si tirano indietro. Correre con il freddo, con temperature che scendono anche sotto lo zero, sotto la pioggia che cade ininterrottamente su di te e sul percorso che dovrai calpestare, attraversare tratti innevati calpestati solo da animali notturni, scorgere un pallido sole che si nasconde tra nuvolosi carichi di pioggia, che non ne vuol sapere di uscire fuori, altrimenti rovinerebbe il tutto, sono parte degli ingredienti, e sono fondamentali per chi pratica la disciplina del trail running. Il mondo della corsa sta pian piano cambiando, infatti sempre più corridori, che prima correvano solo sull’ asfalto, ini-

P

ziano ad avvicinarsi a questo mondo, e ciascuno di loro ha dentro sicuramente il gene della fatica, oltre a tanta costanza, altrimenti sceglierebbero “strade” più tranquille, dove le gratificazioni cronometriche sarebbero certo migliori. Ma il trailer ormai sceglie la bellezza della location, al tempo impiegato, l’ orologio è ormai diventato un oggetto superfluo e le condizioni metereologiche non li fermano certo, anzi li invogliano ad amare di più questo tipo di disciplina.

runningevolution.it


Running... und drang

Q

u a n t e v o l t e n e l l a nostra vita ci s i a m o sentiti soli, abbandonati da tutti e da tutto, sprofondare psicologicamente nel baratro del non farcela: quando siamo stati lasciati dopo una storia d'amore, quando è morta una persona cara, quando abbiamo temuto di perdere il lavoro, quando ci è stata diagnosticata una malattia... e quando a 2 km dal traguardo di una gara sentiamo che il fiato e le gambe non ci assistono. In realtà non possiamo mai dire che siamo finiti, perché tutti noi abbiamo enormi capacità che non

Marzo 2013

di Antonella De Nardo

utilizziamo. E la vita ci offre nuove opportunità per sfruttarle. Quando si viene sconfitti o si tocca la parte più infima del fondo, beh, è come se ci fosse data inspiegabilmente una seconda possibilità, quella di vivere un'altra vita, una rinascita accompagnata da una notevole forza fisica e mentale. Non bisognerebbe perdere tempo a lamentarsi di ciò che si è perso, a rimuginare sui nostri errori, sull'ingiustizia subita e sul male che ci hanno inflitto gli altri: tutti sbagliamo e riceviamo cattiverie quotidianamente. Seneca ci insegna: "Non hai motivo di credere che per le rughe e i capelli bianchi egli abbia vissuto a lungo: non ha vissuto a lungo, ma è solo stato molto tempo al mondo". Ecco, noi non dobbiamo essere come colui che ha descritto Seneca, ma se abbiamo qualcosa in cui crediamo veramente, dobbiamo lottare per realizzarlo!! Lottiamo senza paura e con il gusto di farlo: esattamente alla stregua di un maratoneta.


BANCAR I ROM AN I

C

orreva l’anno 1976 (come è uso aprire per fornire una esatta connotazione storica) quando nei locali dell’allora Circolo della Cassa di Risparmio di Roma, dall’impulso creativo del Patron della Roma Ostia Luciano Duchi e di altri dirigenti di dopolavoro bancari, prendeva forma il Gruppo Sportivo Bancari Romani. Alimentato come bacino originario dal personale dei maggiori istituti creditizi romani, nel corso del tempo il Gruppo ha progressivamente accolto atleti di provenienza “professionale” anche differente, tanto che ad oggi si caratterizza per l’assoluta prevalenza di “non bancari”. Restano inalterati, da quel lontano 13 settembre 1976, lo spirito e l’idea di sport come fenomeno aggregativo che continuano ad animare questo grande insieme umano ed i riscontri prodotti annualmente con la partecipazione alle numerose competizioni presenti nel nostro calendario ne forniscono una inconfutabile testimonianza. In momenti della vita nei quali le esperienze di gruppo si assottigliano, il sentirsi parte di un qualcosa che accomuna centinaia di persone rappresenta per molti un riferimento, un modo differente di impiegare il proprio tempo libero, un canale preferenziale per riscontrare una condivisione di interessi e per alcuni addirittura una seconda famiglia, per cui in Italia come all’estero le trasferte organizzate dal Gruppo per le Maratone e le competizioni più amate registrano un puntuale “sold-out”. La forza del nostro sodalizio affonda le sue radici e nella capacità di mantenere inalterato il proprio standard qualitativo pur in presenza di numeri importanti da gestire che rappresentano una sfida affascinante e da interpretare in senso dinamico (come capacità di adeguarsi rapidamente e per molti versi anticipare le tendenze) ma senza perdere di vista i punti di forza che tradizionalmente ci caratterizzano.

di Manuel Arrigoni

La nostra passione e le nostre competenze corrono infatti parallele alla Roma Ostia, la regina delle mezze maratone italiane e la gara verso la quale l’affetto dei podisti si riversa sempre generosamente, a testimonianza di una tradizione che parla di serietà, capacità organizzativa, vicinanza e comunanza di sentire con le migliaia di appassionati che popolano il nostro affascinante mondo. Gli impegni organizzativi che vedono direttamente coinvolto il GSBR, sposano sempre più direttamente progetti legati al contributo sociale e solidale: la HUNGER RUN patrocinata dalla FAO, la RACE FOR THE CURE sostenuta dalla KOMEN ITALIA Onlus e la WALK OF LIFE degli amici di TELETHON, rappresentano il fiore all’occhiello in ambito nazionale ed internazionale dell’impegno dello sport a favore di iniziative di ricerca ed utilità sociale. Dal maggio 2009 il GSBR è accreditato presso la Croce Rossa Italiana con un suo gruppo donatori sangue che periodicamente si attiva organizzando giornate di raccolta, incassando anche in questo frangente la pronta e disinteressata adesione dei suoi tanti tesserati che come sempre mettono a disposizione il loro piccolo gesto per il raggiungimento di un grande obiettivo comune. Tanta carne al fuoco insomma ma un unico denominatore comune: vivere questo fantastico sport con grande entusiasmo ma anche con estrema leggerezza, affinché non sia l’ennesimo impegno della giornata ma piuttosto l’occasione per coltivare un momento di benessere personale e serenità.

runningevolution.it


Marzo 2013


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.