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Memorandum FEBBRAIO 16 febbraio 2013 MARATONA DI SAN VALENTINO (42/21 km) - Terni www.maratonadisanvalentino.it Maratona: € 30,00 fino al 31 dicembre 2013 € 35,00 fino al 08 febbraio 2014 Mezza maratona: € 18,00 fino al 31 dicembre 2013 € 20,00 fino al 09 febbraio 2014 MARZO 2 marzo 2014 ROMAOSTIA - www.romaostia.it € 32 dal 18 Dicembre 2013 al 6 Febbraio 2014 2 marzo 2014 TREVISO MARATHON www.trevisomarathon.com €37,00 - fino al 31 dicembre 2013 € 44,00 - fino al 10 febbraio 2014 € 49,00 - fino al 25 febbraio 2014

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23 marzo 2014 MARATONA DI ROMA www.maratonadiroma.it € 70,00 – fino al 14 febbraio 2014 € 75,00 – fino al 10 marzo 2014 (chiusura iscrizioni) € 50,00 - A titolo promozionale per gli atleti residenti in Italia che si iscrivono per la prima volta alla Maratona di Roma fino al 10 marzo 2014. € 50,00 entro il 10 marzo 2014 per chi ha portato a termine regolarmente almeno una delle mezze maratone (fuori del Lazio) di Maratona di Roma Tune-up 2014. APRILE 6 aprile 2014 MILANO CITY MARATHON milanocitymarathon.gazzetta.it € 50,00 - da 801 a 1250 iscritti € 53,00 - da 1251 a 1750 iscritti € 56,00 - da 1751 a 2300 iscritti € 60,00 - da 2301 a 3050 iscritti € 65,00 - da 3051 a 3850 iscritti € 70,00 - oltre 3850 iscritti

RUNNING EVOLUTION MAGAZINE Trimestrale sportivo a diffusione gratuita. Anno 2 numero 8 Registrazione n°1/2012 al Tribunale di Velletri Direttore Responsabile: Marco Caroni Proprietario ed Editore: Running Evolution a.s.d. Redazione: Via Piave, 1 - Frascati redazione@runningevolution.it Responsabile della Redazione: Fausto Giuliani Hanno collaborato: M. Regina Bortolato, Silvia Boscolo, M. Teresa Cannuccia, Andrea Cardinali, Valeria Colonna, Fulvia Colagrossi, Andrea De Felici, Antonella De Nardo, Liliana Farronato, Angelo Giuliani, Ivana Oldani, Salvatore Paolini, Mr. Farronato. Non si riconoscono compensi o attestazioni per foto e articoli pubblicati anche se firmati. Progetto grafico: M.G.S. srl Via Piave, 1 00044 Frascati Stampa: Emmezeta srl Via San Sebastiano, 2 Rocca Priora Foto di copertina: New York Marathon 2013 Chiuso in redazione il 17/12/2013


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LINEA DI PARTENZA di Fausto Giuliani

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entrovati, amici runners! Si chiude un 2013 molto positivo per noi Orange della Running Evolution; un anno in cui i soci hanno superato quota 200, dove abbiamo raggiunto notevoli punte di presenza nelle più importanti gare del Lazio. Numeri che ci consacrano nelle prime posizioni tra le società podistiche della nostra regione. Una squadra solida, compatta, con tanti atleti di livello, qualcuno da poco con noi, ma soprattutto con una molteplicità di amici la cui unica missione è quella di far parte di un gruppo che la domenica si diverte e non si stressa dietro ad un cronometro… Con tale spirito vogliamo unirci al coro degli amici Bancari Romani nel gridare con ancora più fiato “Forza Andrea”, un augurio per il grande Andrea Moccia affinché il 2014 possa per lui essere l’anno del ritorno tra noi, in gruppo sulle strade che da sempre lo hanno visto protagonista!

Gocce di diritto

Avv. Liliana Farronato

Di recente, alcuni atleti della nostra squadra, la Running Evolution, hanno pensato bene di saltare una gara di campionato sociale per dedicarsi ad un impegnativo allenamento trail. L’allenamento, però, è stato, purtroppo, spaventosamente interrotto dall’aggressione improvvisa di un temibile rottweiler in libertà che li avrebbe sbranati se non avessero potuto, fortunosamente, trovare riparo all’interno di una jeep di passaggio. E’ nata, così, la leggenda del “cane orange da riporto (alle gare sociali)” appositamente e temibilmente addestrato dal Presidente della Running Evolution per scoraggiare ogni tentativo di defezione delle gare sociali. Per nostra fortuna, è tempestivamente intervenuto il Ministero della Salute che il 6 settembre 2013 ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale un’ordinanza contingibile ed urgente che avrà efficacia per 12 mesi a decorrere dal giorno della pubblicazione in Gazzetta e, quindi, sarà valida fino al 6 settembre 2014. Tale ordinanza è stata emanata per la necessità di adottare disposizioni provvisorie volte alla tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione dei cani, in attesa dell'emanazione di una disciplina normativa organica in materia, con l’intento di prevenire le aggressioni dei cani non solo imponendo divieti e obblighi per i proprietari e detentori ma puntando anche sulla loro formazione per migliorarne la capacità di gestione degli animali. Di conseguenza, l’ordinanza non si è limitata a ribadire l’obbligo di utilizzare sempre il guinzaglio a una misura non superiore a mt 1,50 nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico nonché l’obbligo di portare con se' una museruola, rigida o morbida, da applicare al cane in caso di rischio per l'incolumità ed ancora l’obbligo, in ambito urbano, di raccogliere le feci dei cani ma ha anche istituito dei percorsi formativi per i proprietari e detentori, organizzati dai Comuni congiuntamente ai servizi veterinari delle aziende sanitarie locali, con tanto di rilascio di un patentino. Tali percorsi formativi sono obbligatori dopo un episodio di aggressione e sono altresì obbligatori per determinati proprietari secondo criteri di rischio stabiliti dai servizi veterinari. Inoltre, è stabilito che i servizi veterinari detengano un registro aggiornato dei cani dichiarati a rischio elevato di aggressività che non potranno essere detenuti da particolari categorie di persone (come i condannati per reati violenti) e che potranno essere posseduti solo previa stipulazione di una polizza assicurativa obbligatoria Certo non sarebbe male se le istituzioni organizzassero percorsi formativi, obbligatori per tutti, per educare tutti i cittadini alla civile convivenza: si potrebbe così garantire l’incolumità pubblica anche dalle aggressioni umane spesso ben più pericolose e devastanti di quelle animali.

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BIBLIOTECA SPORTIVA Comitato Regionale FIDAL LAZIO LO SPORT ATTRAVERSO I LIBRI Dal 6 Maggio 2013, presso lo Stadio N. Martellini (Terme di Caracalla), è aperta al pubblico la Biblioteca Sportiva curata dal Comitato Regionale Fidal Lazio e dall’ Asd Romatletica, nella persona del Presidente Claudio Rapaccioni, allenatore Fidal ed atleta Master. Nella nuova biblioteca potete consultare libri di sport, in particolare di Atletica Leggera, le pubblicazioni di Atleticastudi, riviste, video e cd. E’ possibile prendere in prestito il materiale presente senza alcuna spesa. Orari di apertura: Lunedì e Mercoledì ore 15/18 - Martedì e Giovedì ore 12/15. La Biblioteca riceve anche su appuntamento, inviando richiesta a bibliotecasportivacrlazio@gmail.com – 339.3084722. Il materiale presente è consultabile sul sito: www.bibliotecasportivacrlazio.onweb.it


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di Angelo Giuliani ome era ampiamente prevedibile, la chiacchierata con Antonio Trabucco si è trasformata in una amarcord degli ultimi tre decenni della storia dell’atletica laziale (e non solo). Per presentare Antonio Trabucco, non credo servano parole: lo conoscono tutti e tutti lo prendono a riferimento, come modello di longevità (pensate alla bella età di 65 anni, ancora riesce a chiudere un 10000 intorno ai 35’!), di tenacia (la grinta che Trabucco riesce a mettere in gara è unica e inimitabile), per generosità (sa dare consigli a chiunque, anche all’ultimo dei tapascioni che gli capita a tiro). Tornando all’inizio della nostra conversazione/intervista, dico soltanto che le prime tre ore le abbiamo passate a scorrere e leggere classifiche e resoconti di gare a partire dal lontano 1988, l’anno in cui Antonio comincia (dopo un paio di anni di rodaggio) a “fare sul serio”: classifiche, conservate gelosamente e rigorosamente in copia cartacea (Antonio è di quelli che non conosce nemmeno il significato di email, di computer, …) di vecchie Roma-Ostia, Tre Ville (gara che ormai da anni non viene disputata), Best Woman, Cooperazione, Tiburtino, anche qualche edizione del Trofeo Uva Italia di Colonna. Così come rigorosamente cartacea è la documentazione fedele e puntuale di ciascuna giornata di allenamento, di gare e di ogni occasione di corsa (Antonio addirittura tiene il conto delle giornate di stop forzato). Per avere un’idea della portata di questa preziosissima documentazione, nella quale è scritta la storia atletica di Antonio, mi sono permesso di scattare qualche foto che trovate riprodotta qui a lato. Il primo dato che salta agli occhi, soprattutto di chi, come il sottoscritto, sa valutare tempi e prestazioni sulle diverse distanze è che con tempi ottenuti oggi Antonio sarebbe, senza dubbio, ai vertici delle classifiche delle gare che corriamo ogni domenica.

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Davanti a questo quadro, così ricco e suggestivo, la prima domanda che ho ritenuto di rivolgere ad Antonio è stata tentare una sintesi delle sue performances atletiche nel corso di questi anni. La domanda che mi poni merita una risposta articolata: anche perché è difficile stabilire da dove partire. Se mi passi una battuta, la mia storia di atleta, che nasce nel 1988, può essere sintetizzata con questo slogan: “dalle siepi alle siepi”. Spiegaci perché: Beh, è semplice: il primo titolo italiano, tra gli M40 (pensate Antonio inizia a correre a 40 anni e va subito forte: nda), lo ottengo proprio sui 3000 siepi, nel 1988, con il tempo di 10’ 04”, a Cesenatico, naturalmente nell’ambito dei Campionati italiani Master: l’ultimo titolo, ottenuto quest’anno ai Master italiani di Orvieto, è ancora sulle siepi, stavolta sui 2000 (distanza ufficiale per gli over 60) e il tempo, di un vecchietto di 65, è di 7’ 59” (!). Certo se questo è il titolo, in mezzo a questi due importanti eventi c’è un arco temporale di circa 25 anni, durante i quali qualcosa è successo, qualche fatto o impresa che meritano di certo di essere raccontati. Da dove posso iniziare? Direi dal numero di 10000 corsi sull’anello magico di 400 metri (non di quelli, sempre approssimativi, che corriamo sulle strade quasi ogni domenica): di 10000 in pista ne ho corsi ben 35, e la mia migliore prestazione è 31’17”, realizzata il 25 maggio 1991 (provate oggi a trovare un 43enne che riesce a correre la distanza con questo tempo!). A questo dato vorrei aggiungere che, ancora oggi, detengo la migliore prestazione M55, realizzata nel 2003, con il tempo di 33’45”, e quella degli M65, corsa ancora a Orvieto quest’anno, con il tempo di 36’42”. Un accenno alla regina delle distanze, quella che tutti i runner hanno nel cuore, ossia la maratona. La maratona, come è accaduto a molti di noi, è stata la gara che ha fatto nascere in me la curiosità per la corsa. La prima,


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in assoluto, l’ho corsa, senza neppure sapere cosa fosse un programma di allenamento, nel 1984, si trattava di una edizione della vecchia S. Silvestro (era il 31 dicembre 1984), che chiusi, distrutto, intorno alle 3 ore e 20’. Di maratone non ne ho corse tantissime: “soltanto” 19 che, direi, possono sembrare niente per coloro che sono normalmente abituati a correrne anche diverse nello stesso anno. La verità è che – e chi mi conosce lo sa bene – io sono un perfezionista, uno che pretende il massimo da se stesso e questo mi porta a pianificare ogni mio impegno e a selezionare le gare nelle quali decido di dare il massimo. Anche sulla maratona alcuni dati: il mio tempo migliore risale alla maratona di Carpi, del 1990, con il tempo di 2 ore e 21’ 15", un tempo che, solo a pensarlo, oggi mi mette i brividi. Tuttavia, altre sono le maratone alle quali mi sento particolarmente legato: una di queste è la maratona di Boston, anno 1996, maratona che ho corso in 2 ore e 41’. Le ragioni per le quali la considero tra le esperienze più belle della mia carriera podistica vanno ricercate sia nel fatto che si tratta della maratona più antica e prestigiosa al mondo (direi superiore alla stessa New York), sia perché a quella maratona fui invitato in forza del tempo che l’anno precedente avevo realizzato alla maratona di Roma (2 ore e 24’). Insomma, con la maratona di Boston è stato, per così dire, consacrato il mio ruolo e la mia statura di atleta di rango internazionale. E quel ruolo sono riuscito a confermarlo alcuni anni dopo, ai Mondiali master di Riccione, del 2008, in occasione dei quali vinsi la gara di corsa campestre e mi piazzai al terzo posto proprio sulla distanza di maratona. E la mezza? Beh, anche sulla mezza ho realizzato tempi e prestazioni interessanti. Di mezze ne ho corse 65, e ancora oggi detengo alcune delle migliori prestazioni sulla Roma Ostia (se non ricordo male i record, per anno, sono 9) con un personale di poco inferiore ad 1 ora e 9’. In questo modo, caro Antonio, abbiamo, sia pur brevemente, ripercorso i momenti di una carriera straordinaria, ricca di eventi importanti e di soddisfazioni che pochi atleti possono vantare. Lasciamo a questo punto il dato tecnico/agonistico, e passiamo ad esaminare quello meno conosciuto, ossia l’allenamento e le abitudini che caratterizzano e scandiscono le tue giornate. Quanto all’allenamento, come tu sai, anche per far parte dello stesso gruppo di atleti, il campo di battaglia è costituito dallo stadio delle Terme: punto nel quale ci ritroviamo, ormai da anni, per le nostre corse giornaliere. Assieme ad alcune presenze importanti (come Pino Ozimo, detto il Maestro e l’inseparabile amico di tante battaglie, Adriano De Angelis, tra l’altro dirigente del Gruppo sportivo al quale appartengo, ossia la RCF), posso dire di essere tra coloro che vantano un curriculum davvero importante, anzi posso sicuramente annoverarmi tra i fondatori di quel gruppo di atleti che, proprio per l’abitudine di allenarsi all’ora di pranzo, venne battezzato dal mai dimenticato “presidentissimo” Nicola De Caro “quelli delle tredici”.

A questo riguardo vorrei rivolgerti una domanda che attiene proprio al tuo ruolo all’interno del gruppo e al nome che ti è stato dato, ossia “vecchio”. In effetti il soprannome “vecchio” direi che ben si attaglia al ruolo che rivesto all’interno del gruppo, anche in ragione Torpignattara 1983 della mia età anagrafica. La cosa strana è che l’appellativo di vecchio mi è stato affibbiato sin dal primo momento, ossia dalle prime apparizioni al campo di gara, quando avevo appena 40 anni. Oggi, considerando l’età media dei podisti, sarebbe assurdo e privo di senso denominare “vecchio” una atleta che ha questa età. La verità è un’altra: quando ho iniziato a correre era difficile trovare atleti ultraquarantenni che fossero anche competitivi come lo ero io; di qui quest’aura di “anzianità” che ha in qualche modo suggerito a qualcuno di ribattezzarmi in quel modo. Devo dire, al di là di come e perché nasce questo appellativo, ciò che conta è che oggi dietro il nome “vecchio” si delinea una figura alla quale tutti guardano con ammirazione, anche con soggezione, e che fa crescere in te un senso di responsabilità, quando sei chiamato a dare risposte e consigli a tutti coloro (e sono tantissimi) che te li chiedono ad ogni occasione di incontro. Questo è vero e spero di poter continuare ad essere un simbolo ed un riferimento costante per un movimento sportivo che, specialmente nel Lazio, tende sempre più a crescere.

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Quattr avevo fatto in allenamento e quindi perche temere qualcosa o qualcuno? Cosa ti passava per la testa la sera prima della gara? La sera prima della gara pensavo a cosa poteva aspettarmi dopo il trentesimo chilometro, dato che è da lì in poi che inizia la difficoltà per un'esordiente, ma ero pronto anche psicologicamente a soffrire. Sei soddisfatto di come è andata? Sono in parte soddisfatto. Il terzo posto penso sia stato positivo, ma il tempo finale non mi ha soddisfatto del tutto. Facendo un'analisi sul programma di allenamento svolto, ci siamo resi conto sia io che il mio allenatore, che avevamo lavorato poco sullo specifico; per questo motivo dopo il trentesimo ho avuto la crisi. Dovrò lavorare meglio per la prossima, ma è tutta esperienza che ci manca sia a me che a lui.

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i lui dicono sia il fondista azzurro del momento. É l'unico atleta ad aver vinto 3 titoli continentali nel cross: campione europeo Juniores nel 2006, Under 23 nel 2009 e Assoluti nel 2012. Stiamo parlando di Andrea Lalli, 26 enne di Campochiaro (CB) in forza nel Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle, recentemente impegnato nella 28° Maratona di Venezia e conclusa con un ottimo terzo posto in 2h14'26". Conosciamolo insieme... Andrea, consultando la tua pagina su Wikipedia e sul sito Fidal, sei descritto come specialista del mezzofondo e del fondo; ora possiamo dire anche Maratoneta? Dalla maratona di Venezia, ho intrapreso un nuovo cammino ancora tutto da esplorare. Non posso definirmi ancora un maratoneta perchè la strada da percorrere è ancora lunga, ma nello stesso tempo ho intenzione di concentrarmi solo su questa distanza per i prossimi anni della mia carriera. Raccontaci questa tua prima esperienza nella Maratona. Sensazioni, impressioni e stati d'animo prima durante e dopo la gara. Ho scelto una maratona italiana perchè volevo essere il protagonista della gara. Se avessi sentito la pressione avrei scelto altre maratone anche all'estero dove sarei rimasto nell'anonimato. Sono rimasto sempre sereno in tutto il periodo di avvicinamento al mio esordio anche perché ero fiducioso su cosa

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Sei passato dal cross alla maratona; cosa ti ha portato a questa scelta? Penso che la maratona sia la regina delle distanze, quindi già sapere di dover correre una gara di 42 km ti da una forte motivazione e poi finirla ti da un'emozione che nessun'altra gara può regalarti. In una nostra precedente intervista Emma Quaglia raccontandoci del passaggio dalle siepi alla maratona sosteneva che passare alla maratona ti cambia la vita... Sei d'accordo? Sono d'accordo che ti cambia la vita. Devi maturare in fretta, devi imparare a conoscerti, sapere il tuo limite e soprattutto quando lo stai oltrepassando. E' una gara dove non puoi permetterti di sbagliare e dove tutti i dettagli diventano fondamentali. Possono coesistere cross e maratona? Assolutamente si, penso che il cross sia un'ottima palestra formativa sia per la pista che per la maratona. Ci sono grandi aspettative su di te... Come reagisci di fronte a queste evidenti pressioni? So che ci si aspetta tanto da me, ma io sono il primo a volere sempre di più da me stesso. Il tutto però non mi mette pressione, dobbiamo solo capire che per diventare maratoneti bisogna che passi un po’ di tempo, quindi diamo il tempo giusto affinché il mio organismo si adatti alla distanza dopodiché tireremo le somme. Hai subito vari infortuni nella tua carriera. Questi stop forzati e ripartenze come hanno influito a livello psicologico?


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t t r o c h i a c c h i e r e c o n . . . ANDREA LALLI di Andrea De Felici e Ivana Oldani Non è facile ripartire ogni volta dopo vari infortuni soprattutto quando ci si prefissa degli obbiettivi importanti, ma solo la forte motivazione ha fatto sì che tornassi sempre a correre. Sappiamo che sei stato in Kenya più volte. Cosa ci racconti di queste tue esperienze? Il Kenia mi ha aiutato sia sotto il punto di vista atletico, ma anche umano. Mi ha fatto capire che anche se si è talenti, bisogna lavorare molto curando tutti gli aspetti. Dal punto di vista umano mi ha fatto rendere conto di quanto noi siamo fortunati ad avere ciò che desideriamo. Qual'é la tua alimentazione tipo? Cerco di mangiare il più salutare possibile evitando tanti dolci, alimenti troppo grassi e bibite gassate. Per il resto tanta verdura e frutta, pasta una volta al giorno e carne allo stesso modo. Che rapporto hai con il tuo allenatore? Un ottimo rapporto anche se ogni tanto c'è qualche battibecco sulle scelte da prendere, ma questo è normale in tutti i rapporti umani. L'importante è parlare e cercare di prendere la giusta soluzione ascoltando anche il parere della mia società le Fiamme Gialle.

Quali sono i tuoi obiettivi professionali per il futuro? Europei di Zurigo 2014? L'obbiettivo principale del 2014 è sicuramente correre la maratona agli Europei e cercare di stare più avanti possibile. Per far sì che questo accada, devo arrivarci con almeno un'altra maratona alle spalle che mi servirà anche questa come esperienza per quell'appuntamento. C'é qualcosa o qualcuno (uno sportivo) che ti da ispirazione?


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Stefano Baldini è sicuramente un esempio di professionalità da seguire per tutto ciò che ha fatto nella sua carriera. Hai un oggetto portafortuna che porti con te o un rito scaramantico che compi prima di una competizione? Non ho né riti, né oggetti scaramantici. L'unica cosa a cui credo è che c'è qualcuno sopra di noi che ci da la forza nei momenti di difficoltà. Quindi l'unico pensiero va a lui e lo faccio con una preghiera e segno della croce sia prima che dopo la gara. Riesci a trovare del tempo per coltivare degli hobby? Purtroppo o per fortuna ho tanti hobby, ma nei periodi di carico riesco a coltivarne un paio, la pesca, che mi aiuta a rilassarmi stando in mezzo alla natura e il suonare la batteria, che mi aiuta a sfogarmi quando ne ho bisogno. Si parla di un’atletica italiana in crisi… tu che ne pensi? Sicuramente non ha attraversato un bel periodo, questo dovuto anche alla scarsa pratica di questo sport da parte dei giovani.Qualcosa sta cambiando con la nuova federazione. Alcuni risultati infatti si sono visti lo scorso inverno con gli europei di cross e indoor quindi bisogna continuare su questa strada che penso sia molto positiva per tutto l'ambiente. Che consiglio daresti a chi vuole iniziare a correre? La corsa è l'unico sport che si può fare ovunque e in qualsiasi momento. Hai bisogno solo di un paio di scarpette e di una tuta per poterlo fare al meglio, niente di più. Hai la possibilità di sentirti solo, ma nello stesso tempo di sentirti libero.Puoi ottenere sempre di più se guardi oltre. Sentire cose che altri non sentono. Puoi sentirti in pace con te stesso anche correndo sotto la pioggia, la neve, tra montagne innevate e a cielo aperto. Questa è la corsa. Spero di averla descritta in modo giusto così da motivare chi vuole avvicinarsi a questo spettacolare sport. “Puoi ottenere sempre di più se guardi oltre”. É con questa predisposizione mentale che Andrea si preparerà per ottenere qualcosa di importante ai prossimi Campionati Europei di maratona ad agosto 2014 e ovviamente noi saremo con lui.

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FANGO – Molti sostengono che correre nel fango sia uno dei sistemi per rimanere giovani. Non migliorano certo le prestazioni, però si torna bambini e, quindi, più giovani di così! Per questo scopo è ben nota una gara: il Cross della Fangarella (ops: Caffarella) che, il più delle volte, è una palude in cui potete trovare anche le sabbie mobili. Il Cross della Fangarella è l’occasione buona per tirare fuori dal garage la peggiore serie di indumenti che non avreste avuto il coraggio di regalare neppure ad un povero veramente povero. Ci si sporca che è un piacere e si torna bambini, almeno per un attimo. FATICA – Correre per lunghe distanze non è nella natura umana. Si sa, infatti, che l’uomo si è evoluto non appena si è seduto in poltrona, con la canotta macchiata di sugo, a vedere le partite di calcio. Anticamente, però, pare che l’uomo qualche corsa fossa costretto a farla, per es., per non perdere il calesse per andare in ufficio. Prima ancora, la corsa era sinonimo di “fuga”, ossia di quel tratto di strada – in preda alla paura più folle – inseguito da umani o animali non proprio guidati da amichevoli intenzioni. Nulla stimola di più i garretti di essere inseguiti da un Tirannosauro Rex con l’acquolina in bocca. Correre ora rientra nelle attività “ludiche” che nessuno ci costringe a fare il che, va da sé, reca una immediata attrattiva. Correre è fatica che, detto meglio, significa che si fatica a correre. Se non faticate, vuol dire che non vi siete impegnati abbastanza e quindi era meglio che foste restati davanti al televisore a farvi rincretinire da Simona Ventura (tette rifatte a parte). Per misurare la fatica si usa un apposito strumento detto “Faticometro”, attraverso il quale si possono scandagliare tutti i sintomi della fatica da corsa che sono: a) irritabilità; b) nausea (soprattutto per le donne in dolce attesa); c) inappetenza (questa poi!); d) fiato corto (cosiddetto “fiatone”. Nulla a che vedere con la pulizia dei denti); e) dolore pronunciato alla milza e/o al fegato (sintomi: se vi toccate l’organo, “pronunciate” quale parolaccia); f) dolore diffuso o localizzato ai muscoli delle cosce/gambe; g) dolore ad una o più ginocchia; h) dolore ai tendini; i) dolore ai piedi, in specie sotto la pianta dei medesimi. Se riscontrate la ricorrenza di quanto indicato, in una o più delle ipotesi, menzionate nelle lettere da d) a i), vuol dire che avete faticato. Per le lettere da a) a c) siete, semplicemente, dei (o delle) rompipalle, ossia tutta un’altra storia FRATINO – Il “Fratino” per i podisti non è un piccolo frate, né un tavolaccio di legno da osteria. Trattasi di un indumento, costituito da una sorta di gilet o giubbino (solitamente privo delle maniche) che serve a riparare il podista dal freddo, dal vento e dalla pioggia: mantiene caldo il torace ma lascia libere le braccia. E’ anch’esso realizzato in materiale

“tecnico” per garantire la massima traspirabilità possibile, senza compromettere la sua funzione che non è di certo quella di cuocervi a vapore come dentro una pentola a pressione. Per una stranezza non spiegabile – se non con un ‘tocco’ di sadismo cui il podista si sottopone con rassegnazione – il “Fratino” non è dotato di cappuccio per riparare il capo. Quindi, quando piove, vi bagnate sia le braccia che la testa. E così sia. Amen. FRAZIONE – La “frazione” è una parte della gara. In genere le frazioni sono composte da “blocchi” di 5 km ciascuna, in corrispondenza dei ristori (quando ci sono, beninteso). La “frazione” che segna la “metà” del percorso è detta in gergo “Giro di boa”, anche se non c’è alcun serpente. O, meglio, voi sperate che non ci sia. FUMO – Il podista non fuma. Anzitutto perché è difficile correre con la sigaretta in bocca ma anche (direbbe il buon Veltroni) perchè sottrae ossigeno alle capacità polmonari. Fatta questa debita premessa non vi sono particolari ostacoli al fumo, se è di buona qualità e non tagliato con l’origano. (continua sui prossimi numeri)


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Zucca di Maria Regina Bortolato Ho già presentato, in passato una ricetta sulla zucca. Siamo in autunno e io ci ritorno. La zucca è probabilmente l'ortaggio più grande presente in natura, appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee ed è originaria con molta probabilità dell'America Centrale La zucca e’ caratterizzata da una polpa pastosa e solida con un gusto particolarmente dolciastro, è un ortaggio dalle molteplici proprietà tale da essere annoverato tra le piante officinali; anche se nella terminologia comune il termine "zucca" viene impiegato come sinonimo di testa vuota Della zucca non si butta via niente: le zucche, svuotate della loro polpa, vengono utilizzate come contenitori per acqua o vino oppure come oggetti ornamentali; dai semi di zucca si ricava un olio impiegato in ambito cosmetico e anche in cucina; anche i suoi fiori rappresentano un appetitoso piatto una volta impanati e fritti. Pare che nella sua buccia vi sia una sostanza in grado di combattere e debellare alcuni virus responsabili di alcune infezioni da funghi, in particolare quella dovuta alla Candida. La zucca poi è un alimento a basso contenuto calorico, ( a 17 calorie ogni 100 grammi di polpa) ecome tuii gli ortaggi di colore giallo e arancione la zucca è particolarmente ricco di vitamina A,B, E di betacarotene, oltre a calcio, sodio, potassio, fosforo, rame, magnesio, ferro, selenio, manganese e zinco.

Possiede proprietà che contrastano il diabete e l'ipertensione. Il betacarotene presente nella zucca ha proprietà preventive nei confronti dell'insorgere di diverse patologie; oltre ai benefici che derivano dalla sua capacità di contrastare i radicali liberi, sostanze altamente pericolose per il nostro organismo, protegge il sistema circolatorio, è antinfiammatorio e, grazie alle sue proprietà antiossidanti, rappresenta un ottimo alleato nel rallentare l'invecchiamento delle cellule del corpo umano. Proprietà particolarmente importanti per i runner che si sottopongono a pesanti allenamenti. Fin dai tempi più antichi alla zucca si sono attribuite proprietà calmanti, è indicata per chi soffre di ansia, nervosismo ed insonnia; la stessa polpa costituisce un ottima sostanza lenitiva in caso di scottature ed infiammazioni della pelle e I semi di zucca, impiegati anche a scopo alimentare svolgono un attività preventiva nei confronti dell'apparato urinario sia maschile che femminile. Ma per me la zucca è anche molto altro, l’odore del mosto, il sapore delle castagne, il calore del camino. Per me sono storie e canzoni antiche vissute insieme intorno al fuoco. E’ il buio e il freddo fuori, pieno di fantasmi e di mostri e la luce dentro il calore della famiglia e delle tradizioni. A molti non piace per il suo sapore dolciastro a me invece piace utilizzarla con altri alimenti di contrasto: il peperoncino, lo zenzero, il rafano. Quest’anno in Erba Regina sono riuscita a produrne tantissime, di forme e grandezze diverse e vederle mi riscalda il cuore mi ricorda casa mia. Quest’estate amavo andare nel campo e vederle crescere, prima prendere forma e poi colorarsi. Ancora adesso, non avendole ancora raccolte tutte mi piace andarle a muovere, veder maturare il loro legame con la pianta,

mi piace accarezzarle. Sono un “frutto” autunnale” maturato con il sole e con una polpa arancio simbolo di armonia interiore, di creatività artistica e sessuale, di fiducia in se stessi e negli altri. Se non ne trovate e ne avete voglia chiamatemi…. Gnocchi di zucca Ingredienti: 350 gr. di polpa di Zucca 160 gr. di Farina 350 gr. di Patate 50 gr. di Burro 1 Uovo 2 cucchiai di Parmigiano grattugiato Salvia fresca Sale Pepe Preparazione: Tagliate la polpa di zucca prima a fette, poi a pezzi grossolani. Infornate in una teglia con carta da forno per 20 minuti circa. Lessate le patate in acqua salata e schiacciatele col passapatate. Passate anche la zucca col passaverdura. Sbattete l’uovo e amalgamatelo alla zucca e alle patate, aggiungete a poco a poco la farina, il parmigiano, il sale e il pepe. Lavorate l’impasto ottenuto fino a formare dei bastoncini, tagliateli con un coltello a rondelle di 2-3 cm di spessore e lavorate con le mani per dare forma tonda agli gnocchi. Lessate gli gnocchi un po’ alla volta in abbondante acqua salata, scolandoli con una schiumarola appena tornano in superficie. Poneteli in un tegame che infornerete per pochi minuti in forno già caldo col burro e la salvia spezzata con le mani. Cospargete gli gnocchi di parmigiano e serviteli ben caldi. Potete insaporire gli gnocchi di zucca aggiungendo all’impasto una spolverata di cannella e un po’ di noce moscata grattata.

ROBERTO GIORDANO

CORRENDO PER IL MONDO IN LIBRERIA DAL 24 APRILE 2013

Io sono un corridore, e non è una vittoria a certificarlo. Sono un atleta che corre nei deserti, nelle grandi città, nella natura, sotto la pioggia o con quaranta gradi. Non un campione, ma un corridore. Roberto Giordano

Presentazione del libro presso la nostra sede lo scorso 30 novembre


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INTERVISTA TRIPLA RAMIRO BETTINI

ALESSANDRA CASCIA

SALVATORE PAOLINI

Il veterano del Trio, più di 150 gare in Orange; il più caciarone! Ma se al gazebo manca lui, si sente, eccome! E’ il CooPresidente, quello osannato dal popolo Orange… gli mancano solo… i voti congressuali…

Scortata dai due Corazzieri Orange, Alessandra si appresta a tagliare il traguardo delle 100 gare in RE; del resto i suoi tendini hanno sempre fatto le bizze, ma lei è tenace, resistente, impermeabile… allegra e spensierata vive la corsa sempre con il sorriso sulle labbra.

Sopporta Ramiro come Cristo sul Golgota. sua missione è duplice: fido scudiero Alessandra e paziente collega di gara Ramiro! Ma un giorno o l’altro si ribellerà, siamo certi…

Dipendente dell'amministrazione penitenziaria, con qualifica di assistente capo di Polizia Penitenziaria. Presto servizio c/o l'istituto di Regina Coeli in Roma.

Io dico che "faccio il lavoro più bello del mondo", insegno in una scuola elementare!

Lavoro in un Ente di ricerca.

Risiedo a Roma ma le origini natie sono umbre, per la precisione ternane. Il destino poi ha voluto che mio padre venisse a lavorare nella capitale. E questa è stata la fortuna della mia (tuttora) consorte. Come avrebbe fatto altrimenti senza di me?

Abito a Colonna, sono Colonnese doc! Nata, cresciuta e pasciuta…

Roma. Le origini? A San Pietro ... più romano di così!

Ancora oggi mi definisco un neofita del podismo, anche se è dal Gennaio del 2007 oramai che corro (qualcuno mi ha mai visto correre?) con questa sgangherata combriccola.

Corro da sempre! Su e giù pe’ i filari “de sse vigne”, poi tanta corsa sui campi di pallavolo e poi è arrivata la corsa seria, quella dove indossi un pettorale e inizi l'avventura…

La prima maratona fu il 12 dicembre 1980 poi mi sono steso un attimo sul divano e mi sono rialzato nel 2009…

Preside’, e me lo chiedi? Correre le domeniche quando LUi corre, perchè di solito passeggia fianco a fianco; sono il suo M.P.3 personale. LUI chi? Ma il " Tartaruga man " ovvero il Paolini qui di fianco. Oramai siamo come Stanlio e Ollio, Gianni e Pinotto.

La più bella soddisfazione è stata la mia prima maratona, Roma 2011, decisa durante il pranzo sociale da li… 42,195 non vi temo più!

La più bella soddisfazione è il traguardo delle maratone! Sofferte, faticose e se poi divido l'arrivo con uno di questi due tipi vicino a me diventa una grande soddisfazione.

Purtroppo no; poichè appartengo alla schiera dei "Flop Runner " non ho particolari estimatori, ma quantomeno ogni volta che chiedo dei consigli ricevo sempre esaurienti risposte da chiunque e di questo ringrazio tutti coloro che sono sempre disponibili.

A Preside' ma che me voi fa svela'? Diciamo che insieme a qualcun altro (Salvatore, ma non lo dire) ho un allenatore "coi baffi"…

Ma chi ? A me ?!

Quale allenamento preferisci?

Allenamento? Ma se non ho un personal trainer di che allenamento parliamo. Posso dirti che anche da solo quando il fisico lo consente posso correre anche 25/30 km circa con il mio inseparabile Mp3 .

Già è tanto se m’alleno…

Leggero.

Il tuo gruppo in due parole

Un gruppo scanzonato di giovani e meno giovani che si ritrovano piacevolmente la domenica a competere per un proprio obbiettivo. Ciò che ci contraddistingue dagli altri però è lo spirito e la goliardia che ci accomuna tutti quanti nel pregara. Su tutti vorrei ricordare Alberto Zuppello. E' passato qualche anno, ma per chi lo ha conosciuto è sempre tra noi.

Il mio gruppo e come un cono gelato...la parte migliore sta sempre alla fine!

Tutti (dalla A alla Z) bravi e simpatici; ma il "gruppo ultimi"ha sempre una marcia in più. Se vado troppo veloce rallento.

Il tuo Presidente in due parole

Instancabile, encomiabile ma anche rompi......i. Quando je gira mozzica. Anche perchè è sempre spronato dal coo-presidente ossia il sottoscritto. E se non ci fosse...... bisognerebbe inventarlo. Ma è il Presidente e non so cosa sarebbe la Running senza di lui.

Il mio presidente... the best! Solo un piccolo difetto… laziale doc, purtroppo!

Bravo e tosto. Fausti’ sei tanto bravo, ma certe vorte sei proprio tosto !

Cosa vorresti chiedergli?

Me ne vengono in mente due ora: 1 ) Di continuare con lo stesso entusiasmo che tuttora infonde ad ognuno di noi. 2 ) Oh onnipotente Presidente, fa si che prima o poi possa partecipare alla maratona di New York !

Prima di tutto bisogna vedere se gli gira bene… poi te lo compri con le gare sociali…

Ha già le sue rotture di scatole ... nulla

La gara che ricordi con più affetto

Maratona di Roma del 2011. Dal 41 km e fino all'arrivo, quando ormai ero convinto di essere arrivato al traguardo iniziai a piangere e poi a ridere: la prima cosa che mi venne in mente fu: "Amore quest'anno sono arrivato non potevo ritirarmi" e sarei arrivato comunque in fondo anche zoppo se fosse stato necessario.

La gara che ricordo con più affetto é la stessa che ricordo con grande dolore: San Benedetto del Tronto 2010. La mia prima mezza corsa "leggera leggera senza fatica" forse perché a mia insaputa c'era qualcuno che mi portava piano piano con se…

Con Teresa Cannuccia, Franco Scaramella e Giampiero Cacciato. Campo Imperatore, 2011 mi sembra, 10 Km nella neve e poi il pasta party. Bella gara, bella compagnia, bella gita!

La gara che vorresti cancellare dai tuoi ricordi

Maratona di Roma del 2010. Poche settimane prima della gara mia moglie venne operata e la preoccupazione era tanta. Ero di pessimo umore, poi qualche incoraggiamento e via! Ma poi tornano i pensieri e al 17 km stacco la spina definitivamente. Ero svuotato psicologicamente. E’ vero: la maratona è una gara a se.

Vorrei cancellare una gara a Lariano. All’8° km ho camminato per un dolore ai tendini achillei che mi ha tenuto lontano dalla corsa per un anno!

Ho solo ricordi belli.

Il mio futuro podistico lo vedrò sempre "dalle retrovie"...in fondo qualcuno che vi copre le spalle voi forti lo dovete pure ave' no!

Se in gara Ramiro continua a chiacchierare sicuramente con l'apparecchio acustico.

Cosa fai nella vita?

Dove Abiti?

Da quanto tempo corri?

La più bella soddisfazione in orange?

Ti allena qualcuno?

Marzo 2013

Come vedi il tuo futuro podistico?

Un sogno nel cassetto? Maratona di Roma del 2014: 41° km, mia moglie mi aspetta con le mie figlie e io giungo al traguardo insieme a loro. Sono già 2 anni che lo chiedo, finora non mi hanno accontentato. Se non a Roma da qualche altra parte ancora lo spero…

La di di ne

Mp3 e quando sono stanco mi fermo.

runningevolution.it


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BUON ANNO A TUTTI QUELLI CHE… Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli Quelli

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di Fausto Giuliani

a che ora ora par te ‘a g ara? ara? se present ano sempre co’ 50 euro sani! che c ’hai du’ spillette? arrivano arrivano sempre all’ult imo e ancora ancora t rov rov ano er pettorale! pettorale! oggi faccio un medio, ma poi fanno il personale… ieri sera sera ho ma gnato t roppo… ieri sera sera c ’ho dato sotto… nun so’ allenato pe’ niente… a Preside’ Preside’ domenic a nun posso venì, venì, senno’ me tocc a ammazza’ mi moje… ma t anto prima o poi l’ammazzo o l’ammazz sur serio! a Preside’ reside’ ma che foto m’hai messo sur sito! P ‘ mbe cer to, Geor ge Clooney a mejo! Clooney veniv veniva ma ‘ npo’ de gnocc a a st a Running nun ce st arebbe male! allora allora por t a t u moje! io me ver ver gogno de fa’ er rito Maori! nun te fa sent i’ da Bonanno! ma oggi le foto nun le sc att a nessuno? è ora ora pure che ‘ na vor vor t a a macchinett a ‘a por t i te! quando st av o co quellar t ri… guarda che te ce rimanno! ma st i bijett i a chi li dev dev o venne? venne? ma nun spenneremo t roppi sordi! perché nun compramo compramo guant i e berretto orange? orange? perché nun compramo compramo ‘ na bandana? cer to che ‘ sto g azebo azebo comincia a nun bast a’ più… nun corrono co’ la c anott a uf f iciale e fanno inc azza’ il Presidente… Presidente… nun corrono proprio e lo fanno inc azza’ de più! si nun so’ allenat i nun g areggiano… so’ allenat i ma nun se vede… vede… nun me ribbatteno i cont i in classif ic a… si nun se sc apicollano ‘ nmezzo nmezzo alle macchie nun so’ content i… fanno Il Passatore! Passatore! fanno i 100 km del Sahara! Sahara! se fanno e bast a! a Preside’ Preside’ ma ce l’av l’av emo l’allenatore? a Preside’ Preside’ ma ce l’av l’av emo l’or topedico? ma ce l’av oc ato? l’av emo ‘ navv navvoc che ar t ro c ’av ’av emo che me po’ ser vi’? ancora ancora corrono le maratone maratone e nun hanno c apito che nun è pe’ loro! ancora ancora nun hanno c apito che corre fa male! più corro e più me cresce ‘a panza! par tono all’alba cor g azebo! azebo! so sempre li stessi! Dedicato a tutti però, la Running Evolut Evolut ion è ‘ na gran gran bella cosa! nonost ante t utto… ve ve soppor t ano… gli amici Presidenti


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NEW YORK CITY MARATHON: UN A MARATON A DIVERSA lo so, gli aggetti vi si sprecano… irripetibile, inde scri vibile, fantastica, unica e via di seguito… quella del 2013 però per me e per mia moglie Fulvia (nel 2010 er avamo comunque tr a i 40.000 finisher…) stav olta è stata UN A MARATON A DIVERSA; non da runner ma da semplici spettatori! Per c hé comunque anc he v edendola e vi v endola dal di fuori la NYC Mar athon mantiene intatto il suo fascino. E con qualc he foto v orremmo cer care di spie garv elo…

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di Fausto

Giuliani e Fulvia Colagrossi


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PERCHE’ CHI CORRE AL CONTRARIO SI DIVERTE di Valeria Colonna Perché fa bene alle articolazioni e sviluppa altri muscoli. Però non è di questo che si tratterà nelle prossime righe, quanto dell’insospettabile capacità di vivere con profitto la gara partendo e rimanendo nelle retrovie. Il puro divertimento di chi non corre per arrivare primo ma per rimanere ultimo e senza provare vergogna alcuna bensì spassandosela allegramente. Al bando le facce tese e quasi sfigurate dallo sforzo. Al bando i visi paonazzi matidi di sudore. Al bando gli infortuni di chi chiede troppo al suo corpo. Qua abbiamo soggetti che sorridono fino a dopo il traguardo, che chiacchierano durante la gara, che corrono senza orologio e se ce l’hanno è per evitare di arrivare tardi a pranzo. Sebbene più di qualcuno, durante una maratona, abbia subito l’onta di essere superato da una cabina telefonica o da un cane dalmata a due zampe dalle sembianze umane, la maggior parte di questi istrionici e stoici personaggi si incontra in coda. Uomini nudi, supereroi mascherati, podisti etnici, King Kong con tanto di bambolina terrorizzata attaccata ad una spalla e molto, molto altro, fino ai confini della fantasia e delle possibilità umane, tutti, tagliano il traguardo davanti agli occhi interrogativi dei campioni, davanti agli sguardi divertiti della folla e tra gli abbracci sorridenti di parenti ed amici che hanno seguito le loro gesta.

Cosa spinge questi personaggi a partecipare alle stesse fatiche dei primi, rimanendone così distanti, per tempi, certamente, ma anche per atteggiamento ed attitudine? Le risposte possono essere molteplici: Io corro solo finché mi diverto. Io corro solo perché mi diverto. Io corro per dimagrire ma non ci riesco, quindi continuo a correre. Io corro solo per mascherarmi alle gare dunque mi devo allenare altrimenti non ce la faccio a finirle mascherato. Plotoni di psicologi potrebbero studiare il fenomeno e rimanere ognuno della propria opinione. Trattasi di categoria fluttuante ed eterogenea unita nella pervicace e comune convinzione che correre in una gara ed allenarsi per farlo, non è solo una questione per agonisti ma anche per goliardi attori, meritevoli di una platea e di un reportage. In effetti i fotografi, professionisti e non, trovano nella coda, dopo i top runners e passata la noiosa “pancia” della corsa, finalmente un degno oggetto dei loro scatti, da immortalare ad imperitura memoria ed una giusta compensazione per la pazienza usata nell’attesa. Chi l’avrebbe mai detto che Minnie, la moglie di Topolino, è una maratoneta? Oppure che si può correre per 42 km con un’armatura in ferro stile crociato? La gara “Corricolonna”, con l’offerta di vino, di quello buono, a partire dai tapascioni in giù, ha trovato il giusto modo per valorizzare questa allegra brigata. Qualcuno si scandalizza:”ma come!! Il vino durante una gara?” Ma signori, nessuno noterà la differenza; saranno solo leggermente più allegri!

L’Angolo di Paolini Quando la vittoria non è tutto. Maratona femminile di Los Angeles (1984). Joan Benoit (USA) taglia il traguardo e ferma il cronometro a 2:24:52. Eppure, quindici minuti dopo, tutto lo stadio la dimentica. Gabriela Andersen Schiess (Svizzera) entra nello stadio per l'ultimo giro camminando, in evidente difficoltà. L'umidità e il caldo le hanno giocato un brutto scherzo. Gli ultimi cento metri sono i più penosi: barcolla, arranca piegata sul fianco sinistro con le gambe ormai irrigidite. Il pubblico, in piedi, la segue col fiato sospeso e la sostiene fino al traguardo. Trentasettesimo posto. Le immagini del traguardo, del suo traguardo, fanno il giro del mondo ed entrano nella storia delle olimpiadi.


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MMT 100MILES 160KM DI… NON SOLO CORSA

L

di Maria Teresa Cannuccia

a MMT 100 Miles ti toglie anche l’ ultima goccia di forza, ti spreme come un limone rendendoti irriconoscibile; nonostante mi ripeta sempre che tutto è possibile basta volerlo, mi sento come al solito inadeguata alla distanza che andrò ad affrontare. E’ stato come fare un salto nel vuoto senza paracadute; è proprio ora, che escono fuori tutte le fragilità e le paure che sempre mi spaventano e che sempre cerco di combattere, mettendole di volta in volta sul piatto della bilancia. Mentre le mie scarpe solcano il terreno pieno di sassi, inizia il nuovo viaggio interiore, un viaggio che ripercorre alcuni momenti significativi della mia vita. Momenti belli e brutti riaffiorano alla mente, cose che non avrei mai pensato di ricordare ed invece… chissà quale meccanismo scatta nella testa! In cuor mio spero di regalarmi anche questo traguardo, agli occhi di molti mi sento dire che sono una pazza, mi chiedono come farò a finire 160 km, se dormirò lungo il percorso, quante ore ci impiegherò a finirla, io li guardo e dico boh, forse ve lo racconterò se arriverò alla fine. Ed eccomi qui a narrare anche questa ennesima fatica. Capisco, che non possono capire, e non lo capiranno mai cosa mi spinge a fare certe cose, ma non fa niente come si dice: “ non ti curar di loro ma guarda e passa” , si è troppo schiavi dell’ orologio e delle cose facili, ottenute nel più breve tempo possibile, non si è abituati alla fatica ed al mettersi alla prova, la paura di fallire è troppo grande ed il tempo impiegato è il metro di misura. Quando arrivi alle “ basi vita” e trovi i volontari che sono li per te, e solo per te, per renderti “ il soggiorno” il più confortevole possibile, aiutandoti a smontare lo zaino dalle spalle, infilandoti una maglia più pesante mentre tu vorresti solo sfilarla e riposare, mettendoti davanti un piatto caldo e regalandoti un sorriso e le parole che in quel momento sembrano una musica per le tue orecchie, solo allora capisci che non vorresti essere da nessuna altra parte, e si rinforza ancora di più la tesi di aver fatto bene ad iscrivermi a questa gara. E quando invece arrivi al 93 km e devi fare 1000m di dislivello in poco più di 3 km, ti rendi conto, solo in quel momento, che questo sport non è per tutti e quindi inutile cercare di spiegare. La stanchezza fa parte del gioco, prima o poi si fa sentire, e sono due notti che passi insonni e in solitaria, nelle quali arrivi ad immaginare anche ciò che non esiste, inizi a vedere i “folletti” dei boschi, le piante prendono vita e diventano umane, ti osservano mentre tu sei li a combattere per tenere gli occhi aperti, soffri il freddo della notte, ma poi arriva l’ alba e scompaiono tutti i “mostri” che ti hanno fatto compagnia, sei baciata dai primi raggi di un sole pallido che a volte fa capolino, altre volte invece non ne vuole sapere di uscire, percorri luoghi che non avresti mai calpestato , dove le tue uniche amiche sono la “balisse”che ti indicano la strada da seguire, solo allora capisci che vale veramente la pena fare quello che fai., Sentire il rumore dei tuoi passi e dei tuoi respiri, provare a correre dopo 100 km e accorgersi che è possibile, trovarsi da soli in luoghi sconosciuti ed essere in grado di gestire la paura, saltare sui sassi come fossi uno stambecco e sentirsi libera di fare tutto ciò che si vuole, conoscere volti e persone che hanno la tua stessa passione e condividere con loro parte di questo splendido viaggio, questo alla fine è il bagaglio che mi porto dietro dopo aver var-

cato il traguardo e per me questo è l’importante. Queste gare mi regalano emozioni ogni volta diverse, fatica a non finire, sudore, lacrime , e alla fine sono comunque sempre felice di esserci stata. Non bastano solo le gambe è vero, ci vuole la testa ed il cuore per coprire distanze che sembrano impossibili, naturalmente finché non le percorri. Anche questa avventura l’ho affrontata, e anche questa volta ho vinto io, perché la voglia di arrivare fino alla fine era tanta e poi una volta passato il traguardo pensavo già alla prossima nuova e diversa avventura per lunghezza, emozioni, fatiche, luoghi,persone. L’attesa quasi sempre è più dura della gara stessa, ma i messaggi e le telefonate di persone amiche, le parole sussurrate come fossero verità, hanno fatto si che potessi affrontarla con la consapevolezza che comunque fosse andata, sarebbe stata comunque una vittoria, perché già essere sulla start line valeva tutti i risultati. Tornata a casa le mie gambe sono vuote, i miei piedi sono intatti, il mio corpo dove si poggia si addormenta e ho continuamente fame, anche se vi assicuro in gara non mi sono risparmiata neanche un po’, la mia mente è rilassata e mi sento soddisfatta, l’adrenalina è a mille, ma i miei occhi sono ancora rapiti da quello che ho vissuto, uno spettacolo unico e meravigliosamente magico. Sento persone che ancora mi chiedono perché corro tutti questi km, cosa voglio dimostrare e a chi, queste sono le persone che non capiscono, perché spesso sono solo pronte a dire che loro non lo farebbero mai, solo perché non condividono e non sanno quello che sto facendo. A queste persone dico che non devo dimostrare nulla e non mi manca soprattutto niente, la vita va vissuta ed io la vivo a modo mio, che possa piacere o no, questa è la mia e solo la mia vita e finché non faccio male a nessuno ed il mio fisico mi supporterà continuerò a farlo. Quindi dedico questa 100 miglia alla mia “persona sbagliata”, perché quando corro queste gare, esce fuori la Teresa che mi piace.


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Running... und drang

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oglio iniziare con una frase poco celebre, letta su un poster blu a caratteri bianchi a Santiago de Cuba: “No existe una arma màs potente que la convincciòn profunda y la idea clara de que lo debe hacerse” (Fidel Castro). Vorrei sottrarla al luogo in cui l’ho letta e applicarla alla nostra realtà quotidiana: ci dà la sensazione che ci siamo forse persi qualcosa? Siamo circondati da persone con le idee chiare su cosa si debba fare? Chissà perché la mia mente disegna il

Dicembre 2013

di Antonella De Nardo

profilo di una nave inclinata …. Bando alle spirali dei pensieri e passiamo alla corsa “evoluta”: quella che ci insegna ad avere una convinzione profonda nelle nostre forze (fisiche e mentali) per affrontare un percorso di gara, ad avere le idee chiare di come dosare le nostre forze in salita e in discesa per migliorare il nostro “best”; per non parlare della preparazione ad una maratona - magari in terra straniera - che riesce a darci emozioni forti e contrastanti. Il tutto imbevuto di costanza e sacrificio, concetti anche questi che - talvolta - si perdono a fronte del banale “usa e getta”. La corsa ci dota di un’arma potente, che ci dà la sensazione di vivere una realtà più consapevole e costruttiva e non un’attesa priva di orizzonte.


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di Silvia Boscolo incantevole scenario dell’omonima pineta e il lungomare di Ostia fungono da luoghi di allenamento per gli atleti dell’A.S.D. Amatori Castelfusano, società fondata nel 1988 per iniziativa di alcuni pionieri che in questo modo hanno voluto condividere la comune passione per la corsa amatoriale. È nato così un sodalizio che nel corso degli anni è notevolmente cresciuto in termini numerici e qualitativi, diventando una delle realtà sportive più importanti non solo del litorale romano ma dell’intero panorama podistico regionale. Proprio l’associazionismo, con la condivisione sia degli aspetti agonistici e tecnici che di quelli più propriamente ludici, è alla base dell’attività del gruppo, che da sempre, attraverso le sue iniziative, coniuga le istanze di chi intende la partecipazione alle gare come una sfida con i propri limiti e con il cronometro e di quanti in una squadra affiatata e unita dal piacere dello stare insieme trovano invece una divertente opportunità di aggregazione, godendo nel medesimo tempo dell’indubbio benessere che l’attività fisica comporta. Per questo motivo, ad esempio, oltre a pianificare molto spesso eventi sociali o culturali, assai graditi e frequentati anche dalle famiglie, l’Amatori Castelfusano promuove annualmente la partecipazione a una delle principali maratone europee, occupandosi attraverso i membri del suo Direttivo della gestione dei viaggi e delle iscrizioni: ciò ha consentito ai soci che, per vari motivi, non avevano mai avuto l’occasione di recarsi all’estero, di poter visitare alcune delle più belle città del Vecchio Continente. L’Amatori Castelfusano si distingue inoltre per la sua spiccata vocazione organizzativa. Ricordiamo, in à particolare, le sue due manifestazioni principali: il Trofeo Lidense, che nel 2014 approderà alla 17° edizione e che con i suoi quasi 1500 iscritti è l’evento podistico con il maggior numero di partecipanti del X Municipio di Roma; l’Ecotrail di Castelfusano, erede dell’Ecostia e come questa fin dal 2001 finalizzato a ricordare il devastante incen-

L’

dio doloso che l’anno precedente aveva distrutto buona parte del Parco, in modo da sensibilizzare le autorità preposte alla sua tutela e salvaguardia affinché tali episodi luttuosi non si ripetano più. L’attenzione nei confronti del rispetto dell’ambiente fa in effetti parte del DNA del sodalizio, che ha più volte collaborato a titolo volontario e gratuito con la Protezione Civile svolgendo attività di vigilanza e prevenzione incendi, necessaria soprattutto nel periodo estivo. La forte spinta verso l’impegno sociale che contraddistingue l’Amatori Castelfusano fa inoltre sì che essa gestisca numerose altre manifestazioni di beneficenza, spesso cooperando con gli amici di altre squadre locali: spiccano per la folta partecipazione la St. Patrick’s Run, il cui incasso viene interamente devoluto alla Casa di Andrea, ONLUS impegnata nell’accoglienza gratuita dei bambini affetti da patologie che richiedono lunghe degenze e dei loro familiari, la Corsa degli Avanzi, la cui tassa di iscrizione è composta dalla fornitura volontaria di generi alimentari da destinare alla Caritas, e la Corri e Cammina per Michela, volta a sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti del fenomeno dilagante del femminicidio e a raccogliere fondi per le figlie di una delle vittime. La società collabora inoltre fin dalle prime edizioni con i responsabili della Maratona di Roma e della RomaOstia, ed è inoltre parte attiva (e dirigente, attraverso la figura dell’attuale vicepresidente Carlo Panzeri) nell’organizzazione della “30 km del Mare di Roma”. Molti dei tesserati dell’Amatori Castelfusano fanno altresì parte del Gruppo Giudici FIDAL di Roma, e sono quindi spesso presenti nelle principali manifestazioni su pista (ad esempio, il Golden Gala). Da qualche anno è stato in più creato un nucleo di giovanissimi atleti che, sotto lo guida di tecnici federali tesserati per la società, viene iniziato alla pratica dell’atletica leggera presso lo stadio “Pasquale Giannattasio” di Ostia.

runningevolution.it


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