N.5
(365)
Settembre-Ottobre 2012
editoriale
2
il mondo dell’arte
L’Anno della fede
45
Il’ja Semenenko-Basin
52
Tino Cobianchi
54
Georgij Orechanov
64
Ol’ga Gurevicˇ
ricostruire il mosaico
5 12
Johannes Oeldemann Testimonianza alla verità o anelito all’unità?
Alois Löser La vita di comunità, testimonianza della Chiesa indivisa
19
Giovanna Parravicini Comunque uno «storico incontro»
RUSSIA CRISTIANA NOTIZIE
26
A cura della Redazione Un libro, un pellegrinaggio e una mail
Giovanna Parravicini La scomparsa di Evgenij Pasternak
67
Giovanna Parravicini
Un cristianesimo irenistico La mia Italia, il mio Guareschi
Aleksandr Šmeman Il senso della festa
ARCHIVIO STORICO
77
Anastasija Zavarzina «Allora una donna si scosse dal torpore»
OPINIONI A CONFRONTO
93
Marta Dell’Asta Scandali e polemiche, e poi?
libro-calendario
34
Un affondo nell’anima russa
pietre miliari
in memoria
30
La Gerusalemme celeste nei Racconti di un pellegrino russo
101
Cipro: lo splendore e le ferite L A N U O V A E U R O P A 5
Marta Dell’Asta Nuove leggi per fare una nuova Russia •
2 0 1 2
1
LIBRO-CALENDARIO 2013 A cura di Ch. ChotzAkoglou, I. ElIAdEs, g. PArrAvICInI cm 31x44 • pp. 50 25 tavole a colori di grande formato Ed. italiana € 15,00 disponibile anche in francese e russo
34
R.C. Edizioni “La Casa di Matriona” • Tel.: 035-294021 rcediz@tin.it L A N U O •V www.russiacristiana.org A E U R O P A 4 • 2 0 1 2
Cipro: lo splendore e le ferite Giovanna Parravicini
Nel secondo semestre 2012 la piccola Repubblica di Cipro ha assunto la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea. L’evento ha riportato alla ribalta una drammatica situazione, che troppo spesso resta ignorata o sottaciuta, la ferita dell’occupazione turca nella parte settentrionale dell’isola che prosegue dal 1974. Il Libro-calendario 2013 curato da Russia Cristiana rappresenta una preziosa occasione per conoscere l’isola e i suoi tesori, promuoverne la salvaguardia e riproporre il tema del rispetto dei diritti umani. Gli autori della pubblicazione sono Ioannis Eliades e Charalampos G. Chotzakoglou, due accreditati studiosi che dirigono importanti istituzioni culturali di Cipro e da anni si battono per salvaguardarne il patrimonio artistico e l’identità nazionale.
L A N U O V A E U R O P A 5
•
2 0 1 2
35
La civiltà cipriota costituisce un unicum in cui si intrecciano due mondi e due tradizioni, quella bizantina e quella latina, in una drammatica ma feconda sintesi culturale. Per secoli appartenente all’Impero d’Oriente, conquistata da Riccardo Cuor di Leone nel 1191 e in seguito governata dai Lusignano – ex sovrani di Gerusalemme – e dai Veneziani, l’«isola felice di Afrodite» (com’era chiamata nell’antichità) presenta nei suoi monasteri, nelle sue chiese e nei suoi musei opere di straordinario valore artistico e storico. Ben dieci complessi sono stati ascritti dall’UNESCO al patrimonio mondiale dell’umanità. Il libro-calendario che la Fondazione Russia Cristiana dedica da anni alle fonti comuni dell’iconografia cristiana propone per il 20131 una serie di capolavori di questa terra: splendidi mosaici, affreschi e icone dal III al XVI secolo, che ci accompagnano alla scoperta di un mondo apparentemente esotico e lontano, ma che in realtà per molti aspetti si intreccia con la tradizione culturale italiana. Infatti, le singolari e sofferte traversie politiche e religiose di questa terra, al crocevia di molteplici itinerari e interessi nel corso dei secoli, contribuirono al travagliato maturarsi di una splendida e originalissima espressione artistica, che documenta i profondi legami e interscambi esistenti tra l’Oriente e l’Occidente cristiano, la circolazione di idee, linguaggi, stili che, sia pur attraverso vicende dolorose e non di rado tragiche, testimoniano una sostanziale unità, radicata nella comune fede nel Salvatore. Le città costiere di Cipro presentano tracce della civiltà ellenistica, romana e protobizantina, attraverso resti di edifici e insediamenti urbani, e in particolare attraverso splendidi mosaici pavimentali e parietali che mostrano la continuità esistente fra le due civiltà e nel contempo la profonda rivoluzione operata dal cristianesimo. Non va dimenticato che il cristianesimo fu introdotto molto presto sull’isola, dagli apostoli Barnaba e Paolo: lo testimoniano la presenza di circa 90 basiliche paleocristiane e i riferimenti nelle fonti scritte, già alla fine del IV secolo, a 15 vescovi che presero parte a sinodi ecclesiastici di carattere sia locale che ecumenico. La conversione dei ciprioti alla nuova fede fu accelerata dalla prossimità dell’isola alla Terra Santa, a Siria, Palestina ed Egitto. All’interno dell’isola, fra i monti Troodos, un massiccio che raggiunge i 2000 metri d’altezza, chiese e monasteri ci riportano alla Bisanzio dei Comneni e all’epoca delle crociate, dei Franchi e dei Veneziani: queste valli conobbero infatti nel Medioevo una grande fioritura monastica, legata in particolare al culto mariano (le antiche fonti parlano di ripetute apparizioni della Vergine). Di tali monasteri, in genere, oggi si sono conservate solo alcune modeste chiesette in pietra – coperte dai caratteristici tetti spioventi a due falde, in legno – che all’interno sono veri e propri gioielli pittorici.
1. Cipro. Al crocevia di due mondi. Pittura VI-XVI secolo, Milano 2012, euro 15. La pubblicazione presenta 25 tavole a colori di grande formato, due saggi monografici e note illustrative alle opere riprodotte.
36
L A N U O V A E U R O P A 5
•
2 0 1 2
libro-calendario 2013
Oltre all’iconostasi, le chiese sono in genere interamente affrescate, con ampi programmi iconografici che riprendono i moduli bizantini fondamentali, rielaborandoli tuttavia secondo accenti propri e originalissimi. In particolare, è tipica dell’arte di Cipro la coesistenza, talvolta addirittura sulla stessa parete, di dipinti che presentano datazioni e intendimenti diversi, riecheggiando sia il coesistere di più anime in seno alla cultura bizantina (un’anima classicista, armoniosa e solare, e un’anima ascetica, tormentata e sofferente), sia il drammatico, talvolta sanguinoso scontro fra la popolazione autoctona e il susseguirsi di dominazioni straniere che causarono lotte religiose e di civiltà.
La chiesa di San Nicola tis Stegis a Kakopetria. Splendidi esempi di pittura bizantina tra l’inizio dell’XI e la fine del XII secolo sono gli affreschi delle chiese di San Nicola tis Stegis, della Panagia Phorviotissa (Asinou), dell’eremo di San Neofito e della Panagia Arakas di Lagoudera, dirette emanazioni della raffinatissima cultura
L A N U O V A E U R O P A 5
•
2 0 1 2
37
di Costantinopoli. Questo animus bizantino permane anche nelle successive pitture, in cui si osserva la resistenza dell’ortodossia locale agli influssi dei dominatori latini, presenti in elementi iconografici di second’ordine. Al contrario, è l’arte della popolazione dominata a influenzare la produzione dei pittori latini, creando un fenomeno artistico particolarissimo che prende il nome di «arte dei crociati». I Latini divennero infatti dei committenti per gli artisti greci, anzi si misero alla loro scuola per apprendere l’arte della pittura di icone, l’iconografia bizantina e la concezione delle immagini propria del mondo ortodosso, e talvolta lavorarono al loro fianco nelle medesime botteghe di pittura. Ne nacque un’originale fusione di elementi e tecniche bizantini ed occidentali che prende il nome «maniera cypria» e caratterizza la produzione artistica del XIII secolo. Oltre che a Cipro, si conosce l’esistenza di laboratori dell’arte crociata anche nel monastero di Santa Caterina sul Sinai e a Gerusalemme. Cipro svolse inoltre un ruolo importantissimo per la pittura sacra dell’Italia meridionale, e in particolare della Puglia, grazie agli apporti d’oltremare che giungevano, attraverso Cipro o Corfù, dalla Terra Santa o dalla Siria. Se questi modelli orientali godevano di grande venerazione per la loro provenienza, i pittori del Duecento impararono loro stessi a riprodurli in loco, con grande sensibilità, assorbendo e diffondendo, nel contempo, la concezione culturale e religiosa che vi era sottesa. MADRE DI DIO ODIGITRIA CON ANGELI E DONATORI 1529, Museo Bizantino Fondazione Arcivescovo Macarios III, Nicosia n questa icona della Madre di Dio Odigitria (che sostiene e indica il Bambino Gesù come «via, verità e vita»), si osserva un elemento insolito, costituito nella parte inferiore della tavola dalla presenza di una basilica romanica a tre navate, con la navata centrale rialzata e un alto campanile di stile veneziano, che si allarga nella zona superiore fino all’altezza del collo della Vergine. Ai lati della chiesa due angeli in vesti arancio la sorreggono. In una nicchia della parete nord della basilica è raffigurata la Madre di Dio con Bambino secondo la tipologia dell’Eleousa. A destra e a sinistra sono inginocchiati i committenti, marito e moglie, con le mani giunte in preghiera. Questa particolare iconografia ha in realtà un’origine italiana: si tratta di un’elaborazione postbizantina della «Madre di Dio Lauretana», con gli angeli che traslano miracolosamente la casa della Madonna da Nazaret a Loreto. A convalida di quest’ipotesi, Ioannis Eliades cita opere con raffigurazioni analoghe di chiese che si incontrano nello stesso periodo in Sicilia: ad esempio, una tavola del 1487 nel convento dei Cappuccini a Savoca, e un quadro dell’inizio del XVI secolo di Alessandro Padovano e Giovanni Maria Trevisano nella Galleria di Palazzo Bellomo a Siracusa.
I
38
L A N U O V A E U R O P A 5
•
2 0 1 2
L A N U O V A E U R O P A 5
•
2 0 1 2
39
LA MADRE DI DIO DI KYKKOS, DA CIPRO ALL’ITALIA MERIDIONALE l monastero di Kykkos trae il suo nome dal monte omonimo, nel sistema montuoso dei Troodos. La sua fondazione è legata al nome dell’imperatore bizantino Alessio I Comneno (1081-1118), e del monaco Isaia che ne fu anche il primo igumeno. Il luogo deve la sua fama all’icona della «Panagia Kykkotissa», che secondo la tradizione sarebbe una delle tre tavole dipinte da san Luca, venerata dapprima in Egitto e poi, in seguito alla conquista araba del Paese, portata in salvo a Costantinopoli. L’icona viene festeggiata l’8 settembre (Natività della Madonna), e il 15 Agosto (Dormizione). Interessante osservare che anche gli abitanti turchi dell’isola, benché musulmani, partecipano a questo culto. Esistono numerose repliche di questa tipologia iconografica, almeno dal XII secolo (un’icona del monastero del Sinai); essa ebbe vasta diffusione sull’Athos, nell’Europa centrale, e in particolare in Italia meridionale, dove sovente vengono venerate come miracolose effigi della Madre di Dio Kykkotissa: a Piazza Armerina, Gela, Monreale, ecc. A caratterizzare questa tipologia iconografica è il brusco movimento del Bambino, in cui la tradizione popolare ravvisa un’allusione alla passione e morte in croce.
I
La ferita della «linea Attila» Cipro è ancor oggi solcata dalla dolorosa ferita dell’occupazione turca del 1974 nella parte settentrionale dell’isola: la cosiddetta «linea Attila», che attraversa la capitale Nicosia passando, tra l’altro, proprio a ridosso della cattedrale cattolica e della sede della nunziatura, ha isolato un terzo circa del territorio dell’isola, costringendo la popolazione (sia di ceppo greco e di fede ortodossa che musulmana, turco-cipriota) ad andarsene; in particolare, i cristiani rimasti in zona occupata subiscono continue violenze e restrizioni, e perfino gli antichi edifici sacri e le loro pitture stanno andando incontro a una completa distruzione a causa di furti, saccheggi e sistematici atti di vandalismo. La gigantesca bandiera turca disegnata sulla collina prospiciente Nicosia, illuminata vividamente anche di notte, è lo sfondo onnipresente su cui si svolge la vita della capitale, una sorta di silenzioso ma eloquente avvertimento che si impone anche ai visitatori, fin dal momento in cui scendono all’aeroporto di Larnaca. Questi dati sono stati esposti da Chrysostomos II, arcivescovo di Nuova Giustiniana e di tutta Cipro, il 20 agosto scorso, durante un incontro sulla libertà religiosa svoltosi al Meeting di Rimini: «La Turchia ha occupato il 38% del territorio cipriota e cerca di eliminare sistematicamente ogni traccia delle nostre tradizioni civili e religiose». In questi anni Ankara ha cacciato migliaia di famiglie dalle loro abitazioni e inviato coloni dell’Anatolia ad 40
L A N U O V A E U R O P A 5
•
2 0 1 2
opinioni a confronto
L A N U O V A E U R O P A 5
•
2 0 1 2
41
AFFRESCHI DEL XIII SECOLO RECENTEMENTE RECUPERATI ella pubblicazione viene presentato per la prima volta un complesso di affreschi del XIII secolo, appartenente alla chiesetta di Sant’Eufemiano a Lyssi, nei pressi di Famagosta, che dopo il 1974 era stato completamente staccato dalle volte della cappella e venduto all’estero da trafficanti d’arte turchi. Recentemente gli affreschi sono stati recuperati e, nel marzo scorso, riportati a Nicosia, dove sono attualmente esposti in ambienti museali appositamente allestiti. Si tratta di due splendide pitture: la cupola con il Pantocratore sorretto dagli angeli, il trono dell’Etimasia e la Madre di Dio e Giovanni Battista (in copertina del calendario); la Madre di Dio del Segno affiancata dagli angeli, che era originariamente situata nella calotta absidale.
N
occupare le terre: «Occorre considerare che dall’occupazione dei turchi sono stati cacciati 180.000 ciprioti – ha infatti sottolineato il presule. – In teoria i turco-ciprioti dovrebbero essere 160.000, ma in realtà più della metà ha abbandonato l’isola, mentre sono stati importati 300.000 coloni turchi dall’Anatolia. L’esercito turco attualmente ha 35.000 soldati alle frontiere e vuole creare uno Stato turco». Con la proclamazione della Repubblica di Cipro del Nord del 1983, lo Stato turco ha tentato di cancellare le tracce della religione cristiana: tra l’altro, ha trasformato più di cinquecento edifici religiosi in musei e moschee, e svenduto gran parte del patrimonio artistico
La gigantesca bandiera turca disegnata sulla collina prospiciente Nicosia. Sul lato sinistro campeggia la frase di Kemal Atatürk «È bello essere turchi».
42
L A N U O V A E U R O P A 5
•
2 0 1 2
Nel riquadro: le delicate operazioni di trasporto dell’affresco del Pantocratore dalla Menil Collection di Houston verso Cipro. Prima del restauro, l’affresco trafugato era stato suddiviso in 38 parti con una motosega.
L A N U O V A E U R O P A 5
•
2 0 1 2
43
L’arcivescovo Chrysostomos II interviene al Meeting di Rimini.
della Chiesa cipriota. Oggi, la battaglia dei cristiani ciprioti non è semplicemente la rivendicazione di un proprio diritto, ma nasce dalla coscienza che «la vera libertà religiosa è frutto dell’amore di Dio e della battaglia interna nel cuore dell’uomo, chi la conquista è libero su tutti gli altri aspetti della vita». «La situazione attuale ci causa dolore e sofferenza – ha detto ancora il primate della Chiesa ortodossa cipriota – perché quando si spegne un faro della cristianità si spegne una luce per tutto l’universo. Il cristianesimo ha il dono di illuminare tutta l’umanità». Chrysostomos II ha fatto notare, inoltre, che la libertà religiosa è frutto di un approfondimento dei valori morali ed etici insiti nel cuore dell’uomo. «Dove non vi è questa apertura – ha sottolineato – subentra una stagnazione generale». «Gli occupanti turchi non ci permettono di pregare e di celebrare i nostri riti», ha denunciato il presule, chiedendo che all’ingresso della Turchia in Europa venga posta come condizione l’avvio di una reale democratizzazione interna ed esterna. «La questione cipriota non ha origini religiose ma è semplicemente il tentativo di egemonizzare un paese da parte di uno straniero», ha detto infine Chrysostomos II, sottolineando che i greco-ciprioti hanno sempre avuto strette relazioni con i turco-ciprioti, e alle feste religiose cristiane e musulmane hanno sempre partecipato entrambi. Il presule ha lanciato un dolente appello agli uomini di buona volontà: «Nella Cipro occupata non esiste alcuna libertà religiosa. I cristiani si trovano sotto lo stivale dei coloni e dell’esercito turco. Nella Carpasia sono rimasti, quasi intrappolati, 300 anziani greco-cristiani, i quali semplicemente restano lì a soffrire. Allo stesso vescovo di Carpasia è impedito di celebrare messa, di visitare i suoi fedeli, di avvicinarsi alle sue chiese»2. 2. J’accuse/ Il vescovo di Cipro: i turchi perseguitano i cristiani in Europa, Intervista a Chrysostomos II, «Ilsussidiario.net», 21 agosto 2012.
44
L A N U O V A E U R O P A 5
•
2 0 1 2