L’ICONOGRAFO PAVEL IN MEMORIA Gverston’ - Seriate
VIKTOR BEZČASNYJ (MONACO PAVEL) Nasce nel 1967 a Dnepropetrovsk. Presta servizio per sei anni nella marina militare a Tallinn. Oltre alla scuola d’arte, si diploma all’Istitutocomprensorio artistico «Trasfigurazione» a Mosca. Riceve i primi rudimenti della pittura di icone al monastero delle Grotte di Pskov, dove studia e inizia un cammino di fede sotto la guida del celebre iconografo archimandrita Zinon (Teodor). Nelle sue mani, nella festa dei Santi Pietro e Paolo, nel 1995 Viktor pronuncia i voti monastici assumendo il nome di Pavel. Lavora principalmente per monasteri e chiese. Dipinge le icone delle martiri Anastasia e Parasceve, del Salvatore Acheropita, della Madre di Dio di Teodoro per la chiesa di Anastasia Romana a Pskov, l’affresco del Salvatore Acheropita sulla facciata della cappella nel villaggio di Kudina Gora in provincia di Pskov, e altre opere ancora. Sue icone si trovano nelle chiese di Italia, Svizzera, Brasile, e in collezioni private. Dal 2008 il monaco Pavel insegna pittura di icone ai corsi iconografici della «Scuola di Seriate», in Italia.
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«PER ME IL VIVERE È CRISTO E IL MORIRE UN GUADAGNO» (Fil. 1,21)
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Pavel aveva programmato di passare l’inverno nella cella che si era costruito accanto alla falegnameria, una izbuška di 3x3 m., dove non c’era posto per nient’altro che il letto e la stufa.
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VITA E SERVIZIO | In memoria di Pavel
ORMAI ERA UN MAESTRO MATURO L’archimandrita Zinon veniva invitato a tenere corsi iconografici in Italia e in Svizzera, e i giovani monaci lo accompagnavano. E quando lasciò Gverston’, Pavel proseguì il suo lavoro in Occidente, dove ormai lo consideravano un maestro maturo. Durante i suoi soggiorni in Europa Pavel lavorava moltissimo. A volte le sue giornate trascorrevano senza un attimo di respiro: di giorno insegnava agli allievi, di notte dipingeva a sua volta. Tutte le icone dipinte da Pavel in Italia e in Svizzera durante i suoi soggiorni in Europa sono rimaste in chiese e monasteri locali. A Seriate, durante gli ultimi corsi iconografici, nottetempo ha dipinto un Salvatore Acheropita in dono a una chiesa ortodossa del Messico.
Dal 2008 il monaco Pavel ha insegnato pittura di icone alla Scuola iconografica di Seriate, in Italia.
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IN LUI C’ERA UN’INFATICABILE TENSIONE ALL’IDEALE Don Pietro Pozzi, iconografo: • Quando conobbi Pavel a Seriate ero al primo anno di iconografia e ricordo che per me era stata inizialmente una presenza misteriosa e distante. Passava silenzioso, sempre indaffarato, tra gli allievi del Master. Fu nelle brevi pause che si concedeva che lo incontrai. Mi accostai con un senso di timore reverenziale, essendo lui una vetta lontana e irraggiungibile. Fui molto sorpreso quando una volta si rivolse a me direttamente domandandomi chi fosse il patrono della mia parrocchia. Mi confidò che aveva deciso di dipingere una icona da destinare a Magliaso. Accolsi questa proposta come un grande onore e le mie prime impressioni mutarono rapidamente. Pavel voleva riportare l’attività iconografica alla sua autenticità, spogliata da ogni orpello di falsa sacralità.
«Il suo farsi anonimo “canale di trasmissione della tradizione” mi sembra il dono più grande che ci ha lasciato come iconografo e come amico. “Servizio”, è forse la parola che riassume la sua persona e la sua posizione nella vita e nell’arte».
Siamo diventati amici: uno svizzero contemporaneo e un russo dedito a un mestiere d’altri tempi. Per usare un’imma-gine di Chesterton, accostare Pavel produceva l’effetto che può avere un archeologo che penetri dentro la piramide di Cheope e si trovasse d’improvviso nel salotto di casa propria. Mi sono reso conto che con il medesimo spirito con cui dipingeva la Trasfigurazione si prendeva cura del giardino o cucinava un salmì di cervo. Credo che sia un carattere distintivo del suo approccio alla vita. Potrei chiamarlo un senso di responsabilità nei confronti del reale, che gli fa-ceva considerare anche le cose trascurabili degne di attenzione. Ricordo che una volta mi rimproverò perché, scrivendo frettolosamente la lista della spesa, avevo scarabocchiato a zampa di gallina. Mi disse: “Don Pietro! Ma sei un iconografo!”. Scoprii che la trascuratezza in qualsiasi cosa è un peccato! In lui c’era un’infaticabile tensione all’ideale. E tutti noi, suoi allievi, speriamo che continui discretamente a «tenerci d’occhio», e se necessario ci richiami al servizio che siamo chiamati a rendere al Regno di Dio fin dentro ai dettagli della giornata.
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VITA E SERVIZIO | In memoria di Pavel
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VITA E SERVIZIO | In memoria di Pavel
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