TOLSTOJ il GRIDO e le RISPOSTE INTRODUZIONE ..........................................................................................................................................................2 CHI È L’ANTICRISTO? ...............................................................................................................................................4 IL CRISTIANESIMO: UNA DOTTRINA O UNA PERSONA? ...........................................................................................6 DIALOGO SULLA RESURREZIONE ..............................................................................................................................8 PERCHÉ LO GUARDAVA TUTTO IL MONDO?...........................................................................................................10 IL «GIGANTE» TOLSTOJ Percorso biografico ....................................................................................................15 TOLSTOJ E DOSTOEVSKIJ Figli del «dubbio e della miscredenza» ...............................................................21 Che cosa gli avrebbe chiesto?..................................................................................................................23 TOLSTOJ E SOLOV’ËV Perché «non uccidere»?................................................................................................29 Un muro di ostilità e di menzogna.........................................................................................................31 Il terreno dell’incontro con Gandhi ........................................................................................................35 TOLSTOJ E NOVOSËLOV Il sogno delle comuni contadine ...........................................................................39 La «provocazione positiva» di Tolstoj .....................................................................................................42 TOLSTOJ E LA SORELLA MARIJA Suor Marija… l’altro finale di Anna Karenina ........................................49 Un amore che non si corrompe ...............................................................................................................50 TOLSTOJ E IOANN DI KRONŠTADT Un cristianesimo senza Chiesa, una Chiesa senza Cristo...............59 Una Chiesa trincerata nella giusta dottrina….....................................................................................61 Compagni al desiderio dell’uomo............................................................................................................66 TOLSTOJ E CˇERTKOV La schiavitù delle idee...................................................................................................69 Tolstoj contro Tolstoj...................................................................................................................................70 I GIORNI DI ASTAPOVO..........................................................................................................................................75 Il tunnel oscuro che conduce dalla vita – attraverso la morte – alla vita.................................76 LA VERTIGINE DELL’«ILLUMINAZIONE»...................................................................................................................77 UN MESSAGGIO CHE CI RAGGIUNGE ORA .............................................................................................................79 CENNI BIBLIOGRAFICI .............................................................................................................................................80 IN MORTE DI TOLSTOJ (Sergej Bulgakov).........................................................................................................81 DUE GIUBILEI: 1908-1928 (Irina Petrovickaja)..........................................................................................88 Questo volume è stato realizzato in occasione della mostra «Tolstoj: il grido e le risposte» organizzata per la XXXV edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli
A cura di Giovanna Parravicini, Adriano e Marta Dell’Asta, Francesco Braschi (Fondazione Russia Cristiana), Ol’ga Sedakova, Fekla Tolstaja e di studenti di università italiane e della Scuola di Alta Economia di Mosca In collaborazione con Museo Statale Tolstoj, Mosca; Istituto di Letteratura Russa (Puškinskij Dom) dell’Accademia delle Scienze, San Pietroburgo Catalogo RC Edizioni, a cura di Giovanna Parravicini Noleggio della mostra Meeting Mostre • info@meetingmostre.com • www.meetingmostre.com
INTRODUZIONE uesto catalogo e la mostra che esso accompagna sono il tentativo di riprendere la sfida lanciata da Tolstoj in una pagina della Confessione: «Perché un uomo possa vivere, egli deve, o non vedere l’infinito, oppure avere una spiegazione del senso della vita tale per cui il finito venga eguagliato all’infinito». Eguagliare il finito all’infinito, trovare una ragione per vivere, una ragione che sia così potente da aver ragione della morte; non in astratto o in un futuro lontano ma corporalmente, per me che vivo e muoio oggi. È possibile questo oggi? È possibile che il fascino per l’infinito, la sete che costituisce il cuore dell’uomo, non sia più una fantasia o una irrimediabile condanna? Per dirla con Dostoevskij, «può un uomo colto, un europeo dei nostri giorni, credere veramente alla divinità del Figlio di Dio, Gesù Cristo?». Possiamo credere in una vita più forte della morte, nella Risurrezione? Su questa precisa riformulazione della domanda, sul significato della Persona di Cristo, le vie dei due grandi scrittori si divisero, e Tolstoj finì per prendere una posizione che fu condannata dalla Chiesa ortodossa. E fu una tragedia, le due parti credettero di non avere più nulla da dirsi e la società si spezzò tra chi era in cerca delle ragioni per vivere e chi credeva che bastasse dare le leggi per vivere. La Rivoluzione trovò una società già dissanguata da questa divisione.
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La sfida di questa mostra, la sua pretesa, non è certo quella di ricostruire la vita e le opere di Tolstoj o il contesto in cui visse il grande scrittore e da cui nacque una divisione tanto tragica; il desiderio è stato piuttosto quello di poter riprendere il dialogo con Tolstoj per poter dialogare con i nostri contemporanei, che così spesso, oggi come allora, non sono più capaci di tener desto il desiderio e la domanda di Tolstoj o che così spesso credono di poter chiudere la questione che essa pone, e non riescono poi a contentarsi del finito o ad offrire un infinito autentico. Anche Tolstoj aveva creduto di poter fare a meno di Cristo, ma ogni volta che aveva pensato di aver chiuso il discorso, la genialità dello scrittore, la profondità del cuore lo avevano costretto a riaprirlo. Nel suo razionalismo credeva di poter fare a meno dei miracoli e della Risurrezione di Cristo, ma nonostante tutto sapeva che quel Dio cui si rivolgeva con sospetto «era qualcosa di più reale di tutto quel che egli sapeva». Eppure questa ragione così aperta, questo sapere così spalancato a un’esperienza non riducibile in formule e schemi non aveva potuto restare fedele a questa intuizione; di fronte a una Chiesa che troppo spesso, lei per prima, riduceva Dio a un’idea, sia pur altissima, era difficile sfuggire alla tentazione di fare lo stesso. Non a caso Dostoevskij ammoniva tutti i credenti che «il giudice umano deve sapere che non è un giudice definitivo ma un peccatore, che bilance e misure che ha in mano saranno un assurdo se lui stesso, tenendo in mano misure e bilancia, non si inchinerà alla legge di un mistero che continua a essere irrisolto e non ricorrerà all’unica via d’uscita esistente, la Misericordia e la Carità». La sensibilità a questo mistero, la misericordia e la carità che sono prodotte da questa sensibilità sono la condizione del dialogo e la premessa per poter rispondere alla domanda rimasta aperta. In fondo lo stesso Solov’ëv, che pure aveva mostrato come la tentazione di Tolstoj potesse diventare quella dell’Anticristo, sapeva che questa tentazione poteva diventare, era, la sua stessa tentazione, e la nostra, quando crediamo di avere una soluzione già data una volta per tutte, quando cerchiamo o pretendiamo di dare una risposta che ci liberi dal bisogno di ricominciare in ogni istante a giocare la nostra personale responsabilità. Di fronte a una verità che esiste, non nelle nostre fantasie, nei nostri sogni o nelle nostre leggi, ma incarnata.
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