Boards Test 2010

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Boards Test 2010 Undici tavole provate!

ANGULO FANATIC NAISH RRD TABOU FREETEST

Chango 88 GT NewWave Twin 72 TE, Freewave 95 TE, Falcon SL 122 Global 90, Grand Prix 110 WaveThruster 76 LTD, FireRace W-Tech 120 Da Curve 79 TE, Twister 107, Manta 79 Thommen Bamboo Maui Wave X 92


WAVE BOARDS (70/90 l) Fanatic NewWave Twin 72 TE + -

leggero, veloce, polivalente, radicale, reattivo, potenziale enorme in surfata prezzo

lunghezza : larghezza : volume : peso dich. : tecnology : scassa pinna : pinne di serie : gamma vele :

230 cm 53,5 cm 72 l 5,8 kg Carbon Kevlar light TE

us box 2 x G 10 NewWave 15,5 cm 3,7/5,3

1799 €

40

rider and test max + local francese - la coudoù (france) ottobre 09 - photo © smink

La linea NEWWAVE TWIN, a parte l’arrivo del nuovo 93 (236x59,5 cm), ha subito solo un leggero intervento di restyling sui tre modelli più piccoli 72, 79 e 86 che ora sono un pelo più larghi sul davanti. Anche il Twin come la versione single fin è prodotto solo in versione TE (carbon Kevlar) che offre tavole molto leggere, ma, nonostante la dotazione di serie al top per pads, straps e pinnette, anche abbastanza caruccie... 1799 euro. Non vedevamo l’ora di provare questa tavoletta, ma abbiano dovuto aspettare delle condizioni adeguate per questo vero e proprio puro sangue senza compromessi: è infatti la tavola che tutti vorremmo avere sotto i piedi quando le condizioni diventano selettive e non si scherza più di tanto. Devo dire che le condizioni trovate a La Coudouliere sono state all’altezza del mezzo: vento da 4.2 bella piena, un paio di metrozzi d’onda (a volte qualcosina in più…) e tanta gente in acqua da schivare! Tavola perfetta, che permette un controllo totale in acqua ed in aria; le linee d’acqua dall’altezza della scassa dell’albero fino a poppa non ammettono dubbi sul tipo di utilizzo e lasciano facilmente immaginare quanto si possa spingere a livello di radicalità nella surfata. Non è una tavola difficile però, il confort è molto elevato e veramente si può spingere molto in curva senza avere paura di perdere il controllo, persino fuori nella bufera, nel ciop continuo, la tavola si comporta egregiamente rendendo la navigazione sempre divertente. In aria è il giocattolo ideale per poter osare anche in condizioni poco “tranquille”. Insomma è una tavola che consiglio vivamente a chi come me gradisce uscire con il ventone e le vele piccole per poter saltare alto e surfare senza problemi ogni tipo di onda. Il vantaggio di questo nuovo tipo di shape, è che, nonostante le sue caratteristiche radicali, non è la solita “tavola ignorante” adatta solo per Pozo e i 40 ruggenti, ma anzi la larghezza a prua ed il corretto posizionamento del volume permettono sicuramente l’utilizzo anche in condizioni più “umane” a patto che il vento non sia troppo rafficato ed il surfista non troppo pesante. Per i surfisti come me over 80 kg, consiglio utilizzo con vele dalla 3.5 alla 4.7 (anche la 5.0 va bene a seconda delle condizioni…), ma la 5.3 proprio no: sarebbe come mettere un portapacchi su una Ferrari!

peso rilevato con straps e pinna

twin 72 newwave


WAVE BOARDS (70/90 l) +

accessibile, rapido, polivalente, ampio range di utilizzo, preciso in surfata

-

prezzo

lunghezza : larghezza : volume : peso dich. : tecnology : scassa pinna : pinna di serie : gamma vele :

RRD WaveThruster 76 ltd

231 cm 56 cm 76 l 6,2 kg Full sandwich Biax Glass

us box MFC TF 17 US + 2 SF 8 MT 3,7/5,3

thruster 7

6 ltd

peso rilevato con straps e pinna

1849 €

test smink - rider max - cannes (france) ottobre 09 - photo © panda

A livello di shape questo Thruster 76 (novità RRD 2010) esibisce un’outline equilibrata, più curva nella zona di poppa (una swallow tail finissima) che va combinarsi con un rocker dritto e una semplice configurazione a V della carena. La larghezza massima risulta arretrata, ma il volume è anche su queste tavole principalmente concentrato nella zona del track. L’assetto a tre pinne è stato scelto per esaltare le prestazioni in surfata sia in condizioni on shore che sideshore. I Thruster sono costruiti con la tecnologia Custom made full sandwich Biaxial Glass, la stessa utilizzata sulla gamma Freestyle Wave LTD 2009, che ha dato maggiori risultati in termini di rapporto peso/resistenza. Un cenno per la dotazione di serie di prim’ordine: i pads relativamente sottili mi avevano fatto storcere il naso “a secco”, ma celano i bumper ad un paio di cm di profonditá, che rendono confortevolissima la navigazione, le straps Da Kine Primo continuano ad essere le migliori ed il set tri fins, pinna centrale da 17 cm, abbinata alle due piccoli laterali da 8 cm, svolge adeguatamente il suo lavoro. Bene ero proprio interessato a questo test... visto che sono possessore di un WaveTwin 74, che mi ha fatto innamorare per le sue doti di surfata, ma mi lasciato un po’ dubbioso per la sua prontezza di planata e per la sua velocità di punta, soprattutto in condizioni di vento non troppo forte. Niente di preoccupante per intenderci (per la cronaca il 74 è stato l’unico dei WaveTwin leggermente modificato quest’anno, mantenendo lo stesso shape, ma con l’avvanzamento della posizione delle scasse twinzer e l’arretramento della scassa d’albero), ma in quest’anno di uso, per farlo rendere al top, sono sempre dovuto uscire leggermente soprainvelato. Il Thruster 76 si è rivelato all’altezza delle aspettative: accessibile e rapido, plana prima del fratello twinzer, va più veloce e mantiene senza sbavature la traiettoria sul bordo cosa che permette di concentrarsi anche sui salti in condizioni rognosette. Vi dirò di più: oltre a planare veloce, non esibisce spinout quando si schiaccia per risalire il vento ed ha il volume giusto per il mio peso (75 kg) per passare senza problema i buchi di vento. Il bello è che il Thruster 76 offre, esaltandoli, tutti i pregi in surfata che mi hanno convinto ad acquistare il Wave Twin 74: facile, ma allo stesso tempo reattivo e preciso in surfata con l’attitudine a sparare delle slashate controllate anche sulle onde più piccole ed incasinate. Nei bottoms basta spingere con il piede anteriore e la tavola, carva pronta senza perdere velocitá e le pinne laterali aiutano a mantenere la traiettoria desiderata nel successivo cut back. Surfata precisa, rapida e, sapendoci fare, anche bella radicale... non c’è che dire veramente una bel wave completo! Una tavola, veloce e planante, che abbina le doti di una single fin alla capacità di surfare radicali, come un twinzer... o meglio come una tavola da surf! Costa però parecchio!

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WAVE BOARDS (70/90 l) +

Tabou Da Curve 79 TE

-

leggero. duttile, reattivo nel surf con onde medio/piccole, buona partenza in planata, buona attitudine salti più tecnico con onda grossa

lunghezza : larghezza : volume : peso dich. : tecnology : scassa pinna : pinne di serie : gamma vele :

229 cm 56 cm 79 l 6,1 kg TE full carbon/sandwich

us box 2 x twin fins Zinger 16 cm 3,7/5,6

9 te da curve 7

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rider and test smink - cannes (francia) ottobre 09 - photo © panda

Quattro shape 67,74,79 e 85, completamente nuovi per la linea Da Curve 2010. Se l’anno scorso le tavole sviluppate per il single fin (versione Heavy Duty) erano state sdoppiate nella versione TE con l’assetto twinzer, quest’anno è stato fatto il contrario: gli shape dei Da Curve 2010 sono sviluppati specificamente per esaltare le doti dell’assetto twinzer. In effetti avendo tra le mani un TE 79 ‘09, ci siamo subito resi conto di essere al cospetto, di due tavole completamente diverse: più corto, largo ed anche leggero (visto che la costruzione TE carbon/sandwich attesta la bilancia ad un peso di soli 6,8 kg per la tavola “vestita”) il nuovo Da Curve 79 si è subito ritagliato la sua bella fetta di estimatori anche nell’ambito della nostra redazione. Lo shape assai compatto (229x56 cm) presenta una carena che passa da singolo concavo ad doppio concavo chiudendo con un V piatto nella parte anteriore. Dotazione di serie bella per quanto riguarda le due pinne “Zinger” da 16 cm e i pads belli spessi, mentre le straps si sono rivelate di buona fattura, ma un po’ durette rispetto alla concorrenza marchiata Da Kine. In acqua la tavola si rivela immediatamente più abbordabile ed anche “galleggiabile” rispetto al suo predecessore: anche se non è la più veloce in assoluto, parte in planata rapidamente rivelandosi adatta a saltare, anche senza troppa ricorsa, più delle altre tavole multi fin provate in questa sessione di test. Il nuovo Da Curve 79 ha indubbiamente guadagnato in polivalenza, visto che si trova a suo agio in tutte le condizioni di onda piccola e media, ma offre la sensazione di essere piú tecnica e rigida con le onde molto grosse. In surfata perdona un po’ meno gli errori del “pilota”, però ripaga con le sue doti di vivacità e reattività. Meno incline alle slashate di altre tavole twinzer (nonostante abbia visto dal vivo il buon Traversa con questa tavola spararsi “taka” su ogni onda surfata...) necessita di buon piede “wave” per spremere al meglio la sua reattività: basta saper “schiacciare” nei bottom per accumulare la velocità per spararsi cut back radicalissimi. Se siete dotati di un buon livello tra le onde, avete trovato la vostra degna compare sia in condizioni side che nelle più nostrane on shore.

peso rilevato con straps e pinna

1699 €


WAVE BOARDS (70/90 l) + -

accessibile e confortevole, duttile in ogni condizione, manovrabile, eco bag di serie pinna in fibra migliorabile

lunghezza : larghezza : volume : peso dich. : tecnology : scassa pinna : pinna di serie : gamma vele :

peso rilevato con straps e pinna

Naish Global 90

236 cm 61 cm 90 l 7,0 kg

eco global 90+

ba g

1478 €

biaxial glass technora sandwich

us box GL 25 + 28 cm 4,0/6,0

rider and test smink - albenga (sv) ottobre 09 - photo © max

Nessuna apertura alle mode multi fins del momento per lo Zio Robby, che anzi a fianco dei quattro Wave 64,72, 80 e 85, ridisegna la sua linea “wave accessibile” o freewave, chiamandola quest’anno semplicemente Global. A farne le spese è la linea All Terrain che esce di scena, inglobata in massima parte dalla Global Freeride che quest’anno vanta ben sei tavole al suo attivo. I cinque Global 70, 80, 90, 100 e 110 vantano così nuovi shape che fondono, sulla carta, tutto il meglio delle doti di wave, bump and jump e spunto velocistico in un’unica tavola. Obiettivo certamente ambizioso, ma nel caso di questo 90, tutto sommato centrato. Un cenno alla dotazione di serie quasi “lussuosa”: infatti il pacchetto tavola Naish comprende nel caso del Global 90 straps e pads all’altezza della situazione, una comoda ed abbastanza imbottita Eco Bag, una pinna power da 28 cm (che non è il top in fatto di costruzione, ma che lavora bene... ). Anche se a secco la tavola sembra poter essere penalizzata da un peso leggermente superiore ad altre tavole della stessa categoria, in acqua non lascia trasparire pecche evidenti, ma anzi si destreggia niente male. Tanto per cominciare parte molto facilmente in planata, esibendo la propensione a passare indenne anche i buchi di vento più lunghi. Il Global si rivela subito anche molto duttile in andatura, eseguendo con precisione il volere del pilota: sia che si risalga il vento o ci si lanci in traversi a piena velocità, è una di quelle tavole, che se avete un minino di capacità... ci salite sopra e vi sembra subito la vostra tavola ideale! Questo perchè ad una relativa accessibilità e al confort in andatura il Global abbina vivacità e reattività anche nelle condizioni di acqua piatta o al massimo ciop, che non hanno nulla che fare con il wave. Tra le onde la tavola stacca bene anche dal più piccolo frangente e surfa con una discreta “grazia” anche se il volume non è proprio tiratello (è sempre un 90 litri!). Una tavola, non leggerissima, ma robusta, in grado di dare filo da torcere ai tanti “osannati” freewave della concorrenza. Alla fine, dopo tante uscite, nelle più svariate occasioni con vele dalla 4,5 alla 5.8, il Global 90 si è rivelato una bella sorpresa, una tavola tutto fare molto duttile e a suo agio anche nelle condizioni difficili.

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WAVE BOARDS (70/90 l) Angulo Chango 88 GT

+ -

controllo con il ventone, reattivo in surfata anche in condizioni marginali, duttile anche come bump&jump pinna di serie grossa con il ventone

lunghezza : larghezza : volume : peso dich. : tecnology : scassa pinna : pinne di serie : gamma vele :

241 cm 59 cm 88 l 7,1 kg fibra/carbon sandwich

us box wave 24 cm 4,7/6,7

chango 88

rider and test max - andora maggio 010 - photo © smink

Finalmente ho potuto testare la Chango 88 litri by Angulo. Dopo l’ottima impressione per la Creola 94, ero curioso di testare la linea wave nella versione con più litri e vedere come si comporta nelle nostre condizioni che sono leggermente diverse da quelle capoverdiane (purtroppo!). A prima vista la tavola non lascia indifferenti, il look è aggressivo, con delle linee d’acqua particolari e questa serigrafia appariscente con lo sguardo di Chango che ti fissa intensamente! Ero curioso di sapere le origini del nome della tavola e sono andato a vedere su “wikipedia” l’etimologia del nome trovando alcune interessanti informazioni. Comunque questo è quello che ho trovato e mi piace un sacco! Changò o Shangò: Dio della virilità, della mascolinità, del fuoco, di fulmini e tuoni, della guerra, della danza e della musica in particolare dei tamburi. Forse ispirato ad un mitico re Yoruba del regno Oyo. Innumerevoli le sue avventure amorose e i litigi con i rivali. Ed io mi sono proprio sentito mascolino, fulmineo e tonante su questa tavola! Ho danzato a ritmo dei tamburi sulle onde di Andora (ben 40/50 cm !) e vento da 5.2 in un mercoledì da leoni di Maggio! A fine giornata però, nessuna avventura amorosa... troppo stanco (devo portarmi la tavola dietro anche la sera?! O basta tenere la foto del Chango nel portafoglio ?) A parte le battute, devo dire che anche questa tavola mi ha fatto un’ottima impressione. Ho avuto modo di testarla in condizioni man mano sempre più impegnative: ho iniziato con la 5.2 giusta per poi passare alla 4.7 overpowered e l’unico piccolo neo riscontrato è stata la pinna un po’ toppo grossa con il ventone. Secondo noi il top visto anche il range di utilizzo molto ampio di questa tavola sarebbe dotarla di due pinne una 21/22 cm per le bufere ed una 26/27 cm per le condizioni meno ventose. A parte questo devo dire che mi sono trovato molto bene. Tavola facile, controllo assoluto e molto confortevole. Ho provato a spingerla al massimo contro le minuscole onde ed ho apprezzato molto la facilità di curva e velocità di cambio di direzione davvero efficaci. Il confort è assoluto grazie anche alla cura nei dettagli per strap (Da Kine!) e pads, morbidi. A questo punto mi piacerebbe proprio provare una versione più piccola (magari il 73 litri) per capire come si comportano queste tavole nelle onde serie. Concludendo questo Angulo Chango 88 merita la giusta attenzione da parte del pubblico perché penso possa regalare ottime soddisfazioni a tutti gli appassionati di onde... in più viene proposto ad un prezzo decisamente invitante!

peso rilevato con straps e pinna

1050 €


FREEWAVE BOARDS (80/110 l) Fanatic FreeWave 95 TE

+ -

un vero freewave, spunto in partenza, accelerazione, range di utilizzo, manovrabilità, controllo prezzo

lunghezza : larghezza : volume : peso dich. : tecnology : scassa pinna : pinne di serie : gamma vele :

SMINK APPROVED

5 TE freewave 9

1799 €

rider max - test smink - andora dicembre 09 - photo © smink

Da felice possessore di un Fanatic FW 95 TE ‘09 mi sono “approcciato” al test dello stesso modello ‘010 con un po’ di riservo. Avevo già visto in giro il nuovo “nato” e mi era sembrato ad una prima occhiata più “panciotto”, più lento, più “chiattone” rispetto alla super tavola che avevo avuto la fortuna di usare per più di un anno. Super perchè utilizzandola spessissimo durante questi mesi, mi sono reso conto che questo scafo mi faceva da tavola grande con la 5,7 nelle giornate più loffie, da tavola tutto fare con la 5,3/4,7 sia che la usassi a Noli con la tramontana che tra le onde in condizioni marginali e persino da vera e proprio tavola wave in Galizia, quando lo scarso vento sotto riva, la corrente e lo shore break imponente, non mi permettevano di prendere il largo con il wave da 75 litri. Proprio in quell’occasione, con onde molto grosse e vento perfetto per surfare (una volta riusciti a superare i “muri” sotto riva” cosa impossibile con una tavola più piccola...), mi ero stupito dell’estrema duttilità di una tavola, che con il solo accorgimento del cambio della pinna con una più piccola, si comportava come un 85 litri e mi aveva permesso di divertirmi giù da onde ad altezza albero. Il dilemma al momento del test era se il nuovo Freewave 95, più corto di un solo cm, ma con una poppa completamente diversa, sarebbe stato in grado di dire la sua paragonata al "vecchio" fratello con tutte queste doti. Beh è bastata la prima uscita con la tramontana e la 5,3 piena ed il nuovo FW 95 mi è sembrato identico al modello 2009, forse un pelino più adatto alle vele tipo 5,8, cosa che a me andrebbe benissimo, visto che lo utilizzerei come tavola grande. Le uscite successive non hanno fatto che confermare la prima impressione... il FW 95 TE entra subito in planata anche con il vento al limite e in andatura rimane confortevole e divertente, esibendo una velocità fuori dal comune per una tavola freewave. Anche se sembra un pelino più “pagnottoso” è così confortevole da portare che si può spremere con facilità tutte le doti che riesce ad offrire. La pinna da 27 cm power box, uguale a quello dello scorsa anno, è l’ideale per questa tavola con vele da 5,3/5,7 e strambare diventa il solito, diverte, gioco da ragazzi, qualunque raggio si imposti. Anche con un po’ d’onda formata... viste le doti di planata ed il buon volume, raggiungere la velocità per saltare è cosa di un attimo e spesso e volentieri si va in... orbita! Un minimo di attenzioni agli atterraggi piatti con una tavola così leggera ci vuole, ma il FW 95 si conferma suo agio anche in surfata rivelandosi istintivo, sia nei bottom dove la tavola non saltella e mantiene la curva, sia nel successivo cut back in cui si riesce ad aggredire bene il lip. Un nuovo best seller tra i freewave anche per il 2010... il difetto vero è che costa caro!

240 cm 61 cm 95 l 6,2 kg TE Custom wood sandwich finitura light power box FreeWave 27 cm G 10 4,2/6,5


FREESTYLE BOARDS (90/115 l) + -

107 twister

1699 €

controllo, confort anche sul ciop, facilità di stacco, agilità, peso e rifiniture velocità

lunghezza : larghezza : volume : peso dich. : tecnology : scassa pinna : pinne di serie : gamma vele :

rider and test giuseppe “cassik” - noli (sv) - settembre 09 - photo © carolina

Il nuovo Twister di Fabien Wollenweider è uno dei primi ad adottare la soluzione “twin fin” su una tavola freestyle, per ottimizzare lo spunto in planata e le doti di bolina, salvaguardando la maggiore agilità offerta dalle pinne corte. La tavola che abbiamo testato era però il 107 e cioè l'unica delle 4 misure che mantiene la pinna singola (24 us-box). Le altre 3 misure, 80, 90 e 100, sono dotate di pinne twin da 12, 14, e 16 cm. Il Twister 107 presenta una nuova la poppa (gradino ridotto), nuovo rocker (minore) e nuovo shape (più compatto). La coperta resta simile a quella che ha caratterizzato il suo predecessore, bombata coi bordi che creano una sorta di gradino lungo il bordo. Purtroppo dare da provare a dei freerider come noi una tavola da freestyle è quasi un delitto! Il nostro livello freestyle è nullo, ma l’importatore ci aveva fatto notare che il 107 aveva raccolto, in una prima tornata di prove, molto consensi anche in un utilizzo freeride! In effetti, anche usato in un campo che non è strettamente il suo, questo Twister ha mostrato un comportamento positivo e può rappresentare un'alternativa al puro freeride, sempre che si sia disposti almeno cambiargli pinna. Quella di serie è infatti poco adatta a chi non fa freestyle! Il Twister però plana immediatamente incanalandosi su un binario immaginario, che non abbandona nemmeno in presenza di chop. In questo senso infatti è molto facile da controllare e piacerà anche ai freerider che non cercano troppe complicazioni. Sul chop sembra avere meno litri e la tavola sta molto alta sull'acqua, non rischiando mai di ingavonarsi... veramente difficile perderne il controllo, anche in condizioni di soprainvelatura e ciop. Essendo un freestyle, la posizione delle strap è molto interna e centrata e quindi si naviga assumendo una posizione molto eretta. Staccare per provare quel paio di manovre di freestyle elementare che conosciamo è veramente facile anche in condizioni di chop formato: rapido, agile e sciolto danno bene l’idea di come si comporta il Twister 107! La larghezza e il rocker la rendono molto adatta a superare i buchi di vento, anche i più lunghi. Basta spostare il peso sulla strap anteriore e sul piede d'albero e anche con pochissimo vento si ha la sensazione di navigare sopra un cuscinetto d'aria, fino all'arrivo della raffica successiva. Affrontare le condizioni on-off di Noli con questa tavola è stato uno spasso: non perdevo mai la planata. Il discorso del binario immaginario vale anche per le strambate, che possono diventare un gioco da ragazzi se si accetta di non cercare di stringere troppo il raggio di curvatura. Per chiudere il discorso "ferroviario" occorre anche dire che viaggia come treno regionale e come un Intercity: la velocità è una qualità che non fa parte del sua DNA. Insomma... una ottima tavola, anche utilizzata in un ambito freeride, bump & jump...

238 cm 64 cm 107 l 6,4 kg TE us box FS 44 cm 4,5/7,8

peso rilevato con straps e pinna

Tabou Twister 107


SLALOM BOARDS (90/130 l) +

Performance generali, ottima velocità, controllo, strambata

-

pese, prezzo

peso rilevato con straps e pinna

lunghezza : larghezza : volume : peso dich. : tecnology : scassa pinna : pinna di serie : gamma vele :

241 cm 65 cm 110 l 8,5 kg wood carbon sandwich

tuttle box GP 38 cm 5,8/7,6

Naish Grand Prix 110

x 110 grand pri

1520 €

rider franz orsi - test smink - noli (sv) - ottobre 09 - photo © smink

Naish propone per la nuova stagione una nuova gamma di vele e tavole per i surfisti che si vogliono avvicinare allo slalom. In pratica a fianco delle tavole SP ltd e delle vele Stealth destinate ai regatanti, troviamo questa linea di tavole e vele Grand Prix più facili da essere sfruttate dal surfista di medio livello, che vuole “abbandonare” il vecchio Freeride per qualcosa di più performante, veloce e magari (purtroppo in questo caso solo lievemente) meno costoso di una attrezzatura espressamente dedicata allo slalom. Le vele di questa linea hanno meno camber e sono meno tecniche da condurre e le tavole, che hanno lo stesso shape degli SP Ltd (a parte l’80 che nella linea GP non c’è) sono costruite con la tecnologia Wood Carbon Sandwich più robusta, ma anche più pesante. Ed in effetti l’unica pecca evidente di questa tavola è il peso che la penalizza un po’ in partenza in planata rispetto a scafi più leggeri. La parte accessoristica risulta invece di ottimo livello soprattutto la bella pinna Tuttle GP 38 cm in G10 con cui è equipaggiata la tavola. Detto della planata non proprio fulminea, parliamo invece di una velocità finale di tutto rispetto! Eh si perchè è molto facile dire che si va veloci se si esce da soli: questa volta però abbiamo avuto l’occasione fare un po’ di prove “serie” contro Maurizietto “armato” di un Manta 110 spinto anch’esso da un “motore” da 7,0 metri, come nel nostro caso. Giusto per chi non mastica slalom ricordiamo che il Tabou Manta 110 è una delle tavole slalom più leggere e veloci che ci siano passate sotto i piedi nel 2009. Solo il volume è uguale perchè due chili di peso e due shape di concezione completamente diversa dividono le due tavole, ma pagato, come detto, il dovuto dazio in partenza di planata, una volta lanciata al traverso pieno, il GP 110 non sfigura affatto, soprattutto se alla guida c’è un surfista con un po’ più di esperienza. La dote fondamentale del 110 è infatti un gran controllo in condizioni di vento forte e un buon confort in andatura che consente di raggiungere con facilità velocità elevate vicine a quello di uno slalom puro. A questo aggiungete che GP 110 stramba come una tavola freeride medio/grossa (basta schiacciare con il piede per mantenere un curva relativamente stretta), cosa che permette ai surfisti di medio livello di trovare agevolmente il bandolo della matassa. Uno shape “corsaiolo”, che risulta accessibile per surfisti medio/leggeri alla ricerca di qualcosa di più veloce di un freeride: il GP 110 paga dazio in partenza in planata, ma risale il vento con un buon angolo e si comporta egregiamente a livello di spunto velocistico. Purtroppo costicchia anche se viene consegnato di serie completo della nuove sacca “eco packaging system”, molto più imbottita e rifinita (quasi come un sacca vera) della versione 2009.


SLALOM BOARDS (90/130 l) + Falcon SL

122

1649 € na) (senza pin

partenza in planata, velocità di punta elevata, prestazioni notevoli con il vento medio/leggero tecnico con il vento sostenuto

lunghezza : larghezza : volume : peso dich. : tecnology : scassa pinna : pinne di serie : gamma vele :

rider soulrider - test cassik - cremia aprile 010 - photo © cassik

Il Falcon SL 120 fa parte di un set di sei tavole (145, 133, 122, 112, 102, 86). La coperta è in biax carbon, mentre la carena è in Hi-Tech Glass, una combinazione che Fanatic reputa il top per performance e robustezza, ma anche come peso piuma, visto che con strap montate la bilancia si attesta ad appena 7.4 kg. Le misure delle tavole grandi sono molto più compatte di quelle 2009, mentre quelle da vento forte sono più strette e lunghe. Il 120 è un 230x75, ben 10 cm in meno rispetto al 2009. La poppa è stata di molto ristretta per facilitare la strambata ed è da notare come il Falcon sia una delle poche (forse l'unica) tavola slalom che non presenti i cut-out sotto la poppa. La pinna non viene fornita di serie, ma Fanatic segnala di aver sviluppato la tavola usando principalmente pinne Select, proponendo anche un FIN SELECTOR ad-hoc (sul sito Select) per trovare la giusta lunghezza di pinna da abbinare. Confrontandomi anche con Craig Gertenbach del team Fanatic ho deciso di usare per il test una Select RS7 41 2009 e una Select S07 Elite 37 2010. La prima volta che ho provato il Falcon 122 le condizioni erano a limite della planata (10-11 nodi), ma con una NS Xtype 7.8 e la pinna 41 è bastato buttarsi un minimo al lasco per entrare in planata. Planata che viene facilmente mantenuta anche attraverso i buchi di vento più lunghi. Nonostante la mia scarsa dimestichezza con le tavole slalom, non ho trovato particolari problemi né con le strap molto esterne né con le virate sulla cortissima prua. I 25 nodi trovati a Stintino durante la gara di slalom dell'evento pasquale mi hanno offerto un bel banco di prova per testarlo anche in condizioni più hard. Certo, se un certo Giorgio Giorgi (più grande, più grosso e notevolmente più bravo) vince la regata con uno slalom 106 litri e una 7.7 stracamberata, forse uno leggero e meno esperto come me non sarebbe dovuto entrare in acqua con un 122, una 7,8 e 41 di pinna. Però l'ho fatto e sebbene il risultato sportivo sia stato da dimenticare, sono riuscito a portarmi a casa qualche altro bel feedback: il Falcon resta, infatti, abbastanza controllabile anche in queste situazioni toste e non proprio adeguate al suo volume. Non svolazza troppo di prua grazie alla sua compattezza e specialmente va liscio sul chop senza ingavonamenti. Il giorno successivo, con un po' di vento in meno (circa 20 nodi) l'ho riprovata con una 7 metri e la pinna 37 e la tavola ha mostrato un ottimo confort in andatura, tanto da non far rimpiangere un freeride. Proprio per il suo confort credo che sia un'ottima tavola anche per i freeride avanzati che cercano qualcosa di più divertente. L'abbinamento giusto in ottica freeride è una vela 7.5/8,0 con pinna 41/43 in base al vostro peso, ma se optate per una vela slalom-camberata salite leggermente su una 8.5/9. Vele più piccole (minimo 6.5) possono andar bene, ma solo su acqua piatta e con pinne 35/37. Insomma, un'ottima tavola che ha colmato il gap che la divideva dalle altre marche in termini di accessibilità. Sulle performance non aveva già prima nulla da invidiare.

230 cm 75 cm 122 l 6,5 kg Biax Carbon Sandwich Light

tuttle box non fornita 6,5/9,5

peso rilevato con straps e pinna

FANATIC Falcon SL 122


SLALOM BOARDS (90/130 l) + -

partenza in planata, prestazioni elevate con il vento leggero, polivalente, stramba su un binario impegnativo con vento forte e ciop

lunghezza : larghezza : volume : peso dich. : tecnology : scassa pinna : pinna di serie : gamma vele :

peso rilevato con straps e pinna

Tabou Manta 79

233 cm 7,9 cm 125 l 7,3 kg LTD Biax Carbon/ PVC Sandwich

Manta 79

1599 € na (senza pin

)

tuttle long non fornita 7,6/9,3

rider and test smink - fornaci aprile 010 - photo © flemma

Confermata pressochè invariato dalla stagione ‘09 il Manta 79 conserva lo shape con l'outline corto e largo che la rende inconfondibile. Prua larga, linee tondeggianti, rail spessi e smussati, coperta che presenta una leggera concavità in corrispondenza del track, abbinate a una carena che presenta, nella parte anteriore, un profondo doppio concavo che corre fino a centro tavola per poi lasciare gradualmente spazio ad una sezione a V abbastanza pronunciata e a poppa a due cut-out di media profondità. A guardarlo bene questo 79 così largo non sembra neanche “parente” del piccolo e filante 69, solo 10 cm di larghezza e 15 litri di volume in meno, che abbiamo provato lo scorso anno. La differenza tra le due tavole è infatti enorme, anche soltanto a guardarli a secco, tanto da giustificare l’introduzione nella linea ‘010 del nuovo Manta 75 che vanta 115 litri di volume, ma anche un range ideale verso vele da 7,0/9,0. Il Manta 79 in effetti sarebbe già fuori dal suo range (7,6/9,3), abbinato alle vele da 7,5 con cui l’abbiamo provato, ma si è rivelato un vero slalom adatto anche ai "comuni mortali"... probabilmente il più performante e polivalente in condizioni di vento leggero dei tre slalom sui 120 litri provati questo mese. Entra in planata prestissimo anche con un sbuffo d’aria e la mantiene anche nei buchi di vento più lunghi, non richiedendo particolare impegno per raggiungere buone velocità. È in queste condizioni che il Manta 79, munito di una pinna Select RS7 43 cm (non viene data di serie) esibisce una conduzione confortevole e prestazioni tali, da renderla appettibile anche a tutti i freerider in cerca di... velocità pura. La tavola, rimane bassa sull'acqua e accelera gradualmente, ma se la provate su un piano d’acqua “piatto” vi sembrerà che la velocità di punta diventi elevatissima, perchè pare accelerare senza fine grazie anche al mega controllo che si riesce a mantenere. In questo caso la strambata si rivela spettacolare perchè nonostante un raggio relativamente ampio, vista anche la larghezza della tavola, il Manta 79 gira facilmente e rimane veloce, filando come su un binario, durante tutta la traiettoria. Le cose si complicano un po’ in condizioni di chop pronunciato e vento abbastanza sostenuto: nonostante continui a rimanere piuttosto bassa sull'acqua, la tavola comincia a diventare più fisica da gestire e se alla guida c’è un surfista leggero, i 125 litri si fanno sentire: con un po’ di malizia si riesce a mantenere una buona velocità di punta, ma è indubbio che in questo condizioni si rimpiange di non aver sotto i piedi il piccolo 69! Quasi imbattibile nel vento leggero è un'ottima scelta sia per chi fa slalom seriamente sia per i freerider più pesanti alla ricerca di una tavola relativamente accessibile, ma con prestazioni notevoli. Wind News MAGGIO 2010

pag. 39


SLALOM BOARDS (90/120 l) + 20 FireRace 1

1499 €

buone prestazioni complessive, velocità di crociera, confort, controllo con il vento sostenuto meno reattivo con il vento leggero

lunghezza : larghezza : volume : peso dich. : tecnology : scassa pinna : pinne di serie : gamma vele :

rider max - test smink - noli aprile 010 - photo © smink

Con questo RRD FireRace 120 ci troviamo davanti ad una vera e propria tavola slalom... i FireRace sono infatti realizzate con lo stesso shape delle tavole X-Fire 2009. Questa linea viene però realizzata con una tecnologia di costruzione che permette di mantenere le prestazioni e le sensazioni di tavole da regata, ma molto più resistenti nel tempo ed anche relativamente più abbordabili per il portafoglio visto che rispetto alle X-Fire boards si risparmia circa 400 euro e si ha in più la pinna che sulla gamma X-Fire LTD 2010 non viene fornita di serie. Nell’ottica dei test di questo mese, un’offerta più che mai interessante... in effetti, il FireRace120, nonostante la costruzione meno “nobile” non paga poi molto sulla bilancia, rispetto alle altre tavole slalom con cui è stata messa a confronto. Le quattro tavole (105, 112, 120 e 132) che compongono la linea FireRace W-Tech mostrano misure e outline differenti: outline corta e larga per il 135, più stretta ed allungata per 120, 112 e per il piccolo 105. Parlare però di outline stretta ed allungata sembra un controsenso per una tavola larga ben 75 cm e lunga 230 cm, ma pensate, tanto per darvi un’idea, che il 135 è più corto di 5 cm e più largo di ben 10 cm. La dotazione di serie di questo FireRace è quanto di meglio si vede in giro... pads e straps confortevoli, forse solo la pinna una moderna tuttle Maui Fin da 46 cm (sono le stesse pinne che “armavano” la linea XFire dello scorso anno...) potrebbe essere in carbonio, ma il “solido” G 10 svolge egregiamente il suo lavoro e alla fine dura più a lungo. In acqua il FireRace120 abbinata ad una 7,5 si rivela a suo agio con il vento leggero, parte in planata rapidamente e schizza via rapido, appena lo si volge al lasco. Come le altre tavole di questo test anche il FireRace si guida molto sulla pinna, ma l’assetto delle straps è il più confortevole di tutti e permette di avere facilità di controllo che può essere sfruttata fino in fondo anche dal surfista non proprio regatante. In quest’ottica risulta la tavola più duttile di quelle provate, tanto che la 7.5 risulta molto più “centrata” che sulle altre tavole: il FireRace 120 paga qualcosina in fatto di reattività rispetto al Manta e al Falcon in condizioni di vento leggerissimo, ma ripaga non appena le condizioni si fanno un po’ più serie... con il vento più sostenuto ed il ciop rimane il più facile da gestire comportandosi quasi come un freeride, grazie alla facilità di controllo. Allora tirarsi bordi slalom in piena velocità con il vento un po’ più forte diventa senz’altro semplice aiutati anche da una strambata che “scorre” veloce come se fosse impostata sui dei binari. Pochi limiti per questo FireRace120... a questo punto, inutile comprarsi un freeride: con questa tavola si ha la stessa facilità di controllo, più o meno lo stesso confort, ma con un potenziale di velocità enorme.

230 cm 75 cm 120 l 7,3 kg EPS/HD Glass/Wood sandwich

tuttle box

MFC 46 cm RC2 CNC G-10

6,0/8,5

peso rilevato con straps e pinna

RRD FireRace W-Tech 120


rider and test ROBY DA COSTA - PUNTA S. AGOSTINO

+

FR EETEST

Thommen Bamboo Maui Wave x 92

i Wave T1 Bambo Mau

1599 €

lunghezza: largezza: volume: costruzione:

239 cm 58 cm 92 litri Bamboo Carbon X 50

Era da tempo che aspettavo questa tavola, soprattutto perché ad ogni uscita, in condizioni di scaduta, dovevo utilizzare il Freestyle da 110 litri... con tutte le difficoltà del caso. Alla fine mi è stata consegnata proprio il modello in Bamboo che, una volta sballata, si è rivelata in tutto il suo splendore. Lo shape del T1 è a V per tutta la lunghezza, prua larga ed un bel pin tail classico non lascia alcun dubbio... questa è una tavola wave! E non un Freewave camuffato da wave grosso! Mettendo la tavola di taglio si può notare molto bene la linea di rocker che nella zona di poppa sale ulteriormente con un leggero tail kick (aumento del rocker nella parte finale della tavola... zona poppa!) Twinzer? Thruster?! Quad?!! No grazie! Peter Thommen non si è fatto prendere dalla

il tuo” “freeer test

moda e su questo Maui Wave X 92, come per il resto delle tavole che produce, trova posto una sola pinna da 24 cm (quindi una tavola single fin), una Mean Line Fins che svolge secondo il mio modesto parere, egregiamente il suo compito, specialmente con onde piccole e poco portanti. La coperta è larga e poco bombata, questo favorisce il controllo e la stabilità generale specialmente con poco vento (condizioni per ideali per questa Maui Wave X 92). Grazie al ponte largo e all’eccellente grip dei Pads, è facile trovare da subito il feeling con la tavola. La prua, essendo larga, aiuta notevolmente il passaggio delle schiume sotto riva, favorendo anche l’approccio all’onda stessa, inoltre, oltre ad essere esteticamente piacevole, è d’aiuto specialmente in fase di take off. Bamboo X! L’effetto che dona la finitura in Bamboo è notevole, questi scafi si distaccano dalla concorrenza per qualità, finiture e naturalmente peso! Leggera e rigida regala in surfata un controllo al top. L’unico neo, volendo trovare il pelo nell’uovo, per chi ha già una buona pratica nel wave, è la pinna che potrebbe essere sostituita con una più flessibile e magari più piccola, questo per far carvare con più fluidità la tavola. La pinna di serie è eccellente per tutte

le condizioni nostrane, il consiglio di sostituire la pinna è dettato dal fatto che il mio peso supera di poco i 75 kg e che solitamente sotto le mie tavole utilizzo pinne più morbide di quelle di serie ed anche leggermente più piccole. Ho provato il 92 in condizioni perfette, vela da prima 5.9 B lite poi 5.5 Konda, e per finire anche con la 4.5 sempre K.onda, onde che andavano dal metro al metro e mezzo massimo, il vento da side a on pieno... (vedi il video http:// www.youtube.com/watch?v=8W-Ikdsdv9I) ). Da segnalare inoltre la precoce planata, non tipica delle tavole “wave pure” dotate di una buon rocker line: evidentemente le mie due tavole da wave di pari volume che si sono succedute nel tempo non erano molto plananti! Tutto migliora amici miei e fortunatamente sempre in meglio... Bene, credo sia tutto per ora, sul sito di WN trovate il mio personale test video del 92 T1 in questione e nell’attesa di ricevere, per testare ed utilizzare, il nuovo Freestyle T1 super leggero... vi dò appuntamento alla prossima uscita! Magari ci si incontra in qualche spot per farsi una sana surfata insieme! Aloha Roberto Brazil Da Costa Wind News Marzo 2010

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