one 4/2024 ITA

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il magazine dell’azienda sanitaria dell’alto adige

one

→ 14

“Stille Nacht” in ospedale: uno sguardo dietro le quinte

corsi offerti

→ 24

Ultimo Soccorso – Sapere come assistere chi è a fine vita

→ 19 → 07

workshop sul pnrr Riforma dell’assistenza sanitaria locale

l’azienda si presenta “Own Your Future” Personale sanitario cercasi

1 azienda sanitaria 1 magazine c o m p r inasirosne t a ir onazlob m e r a no bressano n e brunico

istantanea → Anche la quarta edizione della Summer School dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige, che si è svolta a metà settembre, è stata un successo. Trenta, tra studentesse e studenti di Medicina, nonché giovani medici, hanno approfittato di questa opportunità di formazione unica, in un ambiente interdisciplinare e molto simile alla realtà ospedaliera. I medici dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige hanno guidato le sessioni pratiche intensive, gli esami clinici e il training per la rianimazione. L’Assessore alla Salute Hubert Messner e il Direttore generale Christian Kofler hanno fatto

visita alle ragazze e ai ragazzi per vedere di persona come si stava svolgendo l’evento presso il Centro di formazione di Castel Coldrano, partecipando anche alla tavola rotonda conclusiva.

Care lettrici, cari lettori,

sul tema del Natale non esistono che due opinioni: alcuni amano il periodo delle festività e lo spirito natalizio, mentre altri odiano questo momento dell’anno e tutto ciò che lo caratterizza. Tuttavia, per il personale dell’Azienda sanitaria che assicura il normale funzionamento degli ospedali durante le feste, il Natale significa soprattutto una cosa: lavoro. Nella storia di copertina di questo numero, la redattrice Sabine Flarer dà uno sguardo dietro le quinte e ci racconta come viene organizzato il Natale negli ospedali dell’Alto Adige. Da pagina 14.

Il periodo natalizio non è sempre caratterizzato dall’allegria, ma può anche scatenare crisi psicologiche. Come affrontarle? Dove trovare aiuto? Roger Pycha, Primario della Psichiatria presso l’Ospedale di Bressanone, affronta questo tema nel suo articolo e fornisce consigli e informazioni utili. Da pagina 22.

Un nuovo capitolo inerente alla formazione linguistica si è aperto nell’Azienda sanitaria. Per la prima volta, nel mese di ottobre, sono stati offerti esami di certificazione linguistica appositamente studiati per le esigenze del personale medico e infermieristico. A partire da pagina 26, potrete leggere come si sono svolti gli esami e quali altre iniziative di promozione linguistica sono in corso in Azienda.

Buona lettura!

La Vostra redazione di one

“own your future”: personale sanitario cercasi

ultimo soccorso – sapere come assistere chi è a fine vita

natale, momento di crisi? pronta una rete di sostegno

riforma dell’assistenza sanitaria locale

stille nacht” in ospedale: uno sguardo dietro le quinte

dirigenti nell’azienda sanitaria: chi sono i nuovi e chi è andato in pensione?

inoltre, in questo numero:

organizzare

Cooperazione Azienda sanitaria e Charité Berlin “Investment for the future”: giovani medici al centro Forum Salute Alto Adige “Room of Horrors”: Sbagliando si impara “No Woman No Panel” Fiera d’autunno

informare La visita dell’Assessore Hubert Messner all’Edison Park FSE: impennata dei consensi alla consultazione

vivere

Ricetta e RecensiONE

collegamento in rete Sabes in rete

nuove modalità per la formazione linguistica orientata alla pratica

storia di copertina

cooperazione azienda sanitaria e charité berlin

Nel mese di ottobre a Bolzano è stato siglato un “Memorandum of Understanding”, per intensificare la collaborazione tra Azienda sanitaria e Charité Berlin.

vera schindler traduttrice: ilaria piccinotti

Questa partnership era già iniziata nell’ambito della formazione specialistica. Sei giovani medici altoatesini stanno completando una parte della loro formazione a Berlino. In futuro, anche i medici specialisti potranno apprendere nuove tecniche chirurgiche e metodi di cura alla Charité. È prevista anche una collaborazione nel campo dell’assistenza infermieristica, delle altre professioni sanitarie e nell’ambito amministrativo.

Il Direttore sanitario della Charité, Prof. Dott. Martin E. Kreis, e il suo vice, il Dott. Joachim Seybold, sono venuti a Bolzano per uno scambio su queste tematiche. Hanno sottolineato in questa sede come i medici altoatesini fossero già ben preparati quando si sono recati a Berlino e che è stato bello vedere come si stanno ulteriormente formando.

Oltre all’Assessore alla Sanità Hubert Messner, al Direttore generale Christian Kofler e al Direttore sanitario Josef Widmann, anche Sieglinde Kofler, Primaria di Medicina Interna di Merano, ha accolto i rappresentanti della Charité. In questo contesto, tutti hanno riferito di aver ricevuto un feedback sempre positivo dagli specializzandi e dalle specializzande dell’Alto Adige.

Se siete interessati a svolgere un periodo di formazione specialistica (da 12 mesi a un massimo di 18 mesi) all’estero, basta rivolgersi a uno dei seguenti contatti: Ewa Schoch –ewa.schoch@sabes.it (Ripartizione Sviluppo del Personale – Azienda sanitaria dell’Alto Adige), oppure

Josefine Spitaler –josefine.spitaler@provinz.bz.it (Ufficio Provinciale per il Personale, la formazione e i contributi in ambito Sanitario)

Il Prof. Dott. Martin E. Kreis e il Direttore generale Christian Kofler sottoscrivono il Memorandum. Sullo sfondo: il Direttore sanitario Josef Widmann, la Primaria Sieglinde Kofler, l’Assessore Hubert Messner e il Dott. Joachim Seybold.

investment for the future”: giovani medici al

centro

Anche quest’anno, presso il NOI Techpark di Bolzano, si è tenuto un incontro tra le/i rappresentanti dell’Azienda sanitaria e un folto gruppo di studentesse e studenti in Medicina, oltre che di medici neo-laureati.

sabine flarer
Accanto alle esperte e agli esperti del Dipartimento Salute e dell’Azienda sanitaria, anche l’Assessore provinciale Hubert Messner e il Direttore generale Christian Kofler hanno risposto alle domande dei giovani aspiranti medici
traduttrice: tatiana de bonis

Per presentarsi nella sua veste di datore di lavoro, la Direzione dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige ha invitato le studentesse e gli studenti delle professioni sanitarie al NOI Techpark. In un’atmosfera informale, sono state illustrate le opportunità di sviluppo professionale e di formazione continua, offrendo alle/ai partecipanti la possibilità di porre domande e approfondire le tematiche di loro interesse.

own your future”: personale sanitario cercasi

Molte studentesse e molti studenti delle professioni sanitarie hanno colto l’occasione per scoprire quali opportunità professionali offre loro l’Azienda sanitaria dell’Alto Adige
sabine flarer
Direttore generale Christian Kofler
Rappresentanza dell’Ordine
traduttrice: tatiana de bonis

internet e antibiotici due temi di grande attualità

Durante lo scorso autunno, la serie di conferenze “Forum Salute Alto Adige” si è concentrata su due temi molto attuali: all’inizio di ottobre si è tenuta a Merano la conferenza dedicata a “Bambini e internet. Qual è l’uso corretto”, seguita poi da quella sul “Corretto uso degli antibiotici- perché è così importante?” che si è svolta a Bolzano alla fine di novembre.

sabine flarer, traduttrice: tatiana de bonis

La gremita sala del “Pavillon des Fleurs” parlava chiaro: il tema suscita grande interesse da parte di genitori e educatori. Le due esperte, Donatella Arcangeli, Primaria del Servizio aziendale di Psichiatria dell’Età Evolutiva e Psicoterapia, e Benedetta Berlese, medico specialista, hanno spiegato in modo molto chiaro perché non è consigliabile un consumo troppo precoce e intensivo dei media elettronici.

Sapevate che il cervello umano arriva al completo sviluppo solo intorno ai 25 anni?

Bambini e giovani hanno ancora difficoltà a formulare giudizi emotivi che devono essere esaminati razionalmente. Le famose montagne russe emozionali o i comportamenti impulsivi di teenager scontrosi sono caratteristiche dello sviluppo e sono spiegabili dal punto di vista neurobiologico. Il fatto che un figlio o una figlia provi noia è dovuto anche alla fase di sviluppo che sta vivendo.

In questo delicato momento di sviluppo fisico e mentale, dal punto di vista delle/dei giovani i videogiochi o le ore di navigazione in Internet sono utili: la noia scompare, la dopamina viene rilasciata non appena compaiono nuovi contenuti

“gratificanti”, disponibili ovunque e in qualsiasi momento. Tra il resto non è nemmeno necessario uscire di casa per ottenerli. Come sottolineato da entrambe le specialiste, questo è il primo passo verso la dipendenza: “Stiamo parlando di 1-2 giovani su 10, che trascurano i loro contatti sociali e sviluppano una vera e propria dipendenza”.

Ma ai propri figli e alle proprie figlie andrebbe vietato l’uso dell’amato cellulare in modo assoluto?

Le esperte dicono di no, ma invitano a dare il buon esempio e ad esigere un comportamento ragionevole. “Consigliamo di prendere accordi concreti su quanto tempo e per quale scopo i vostri figli possano usare internet”, spiega Benedetta Berlese. Va da sé che le conseguenze del mancato rispetto di quanto concordato debbano essere discusse. Le bambine e i bambini al di sotto dei 14 anni dovrebbero essere online meno tempo possibile, in Italia si sta addirittura pensando a una petizione.

In Spagna, secondo la Primaria Donatella Arcangeli, si raccomanda addirittura che i minori di 12 anni non abbiano accesso allo smartphone e che “Whatsapp” sia consigliato solo a partire dai 16 anni:

“Se lasciamo che i bambini guidino l’auto e causino un incidente, non possiamo dire che la colpa è dell’auto – no, dobbiamo chiederci chi ha dato loro le chiavi”.

Sono seguite le domande del pubblico, alle quali hanno risposto le due esperte, e una tavola rotonda. Alla serata era presente anche Michael Reiner, Dirigente del reparto Consulenza e Informazione di Young & Direct.

La conferenza è disponibile su YouTube al seguente link: https://www.youtube.com/ watch?v=9pZc9gnj0U8

La quarta e ultima serata della serie “Forum Salute Alto Adige” di quest’anno si è svolta a Bolzano ed è stata incentrata sul corretto uso degli antibiotici

I batteri hanno la capacità di diventare resistenti agli antibiotici. Questa resistenza è riconosciuta da anni come un pericolo e un’emergenza globale, sia nel regno umano e animale che a livello ambientale. Un approccio più consapevole può contribuire a porre fine a questo fenomeno.

Sul tema sono intervenuti Leonardo Pagani, specialista del Reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Bolzano, e Richard Aschbacher, Biologo del Laboratorio aziendale di Microbiologia e Virologia. Anche una paziente ha detto la sua, raccontando la propria esperienza con gli antibiotici.

L’argomento è molto conosciuto negli ambienti specialistici, tanto che anche il noto “Istituto Robert Koch” con sede in Germania avverte:

“Quando un nuovo antibiotico viene immesso sul mercato, spesso non ci vuole molto perché compaiano le prime resistenze. Ogni volta che si utilizza un antibiotico, si favorisce lo sviluppo di resistenze: i batteri sensibili vengono uccisi, ma quelli resistenti sopravvivono e continuano a proliferare. Gli agenti patogeni resistenti agli antibiotici si manifestano spesso lì dove vengono utilizzati molti antibiotici, ad esempio negli ospedali, ma anche nell’agricoltura. Se un antibiotico perde la sua efficacia, in linea di principio, tutti sono a rischio”.

Le infezioni da agenti patogeni resistenti sono di solito più difficili da trattare e possono avere un decorso più complicato. Le persone con un sistema immunitario indebolito, coloro che sono affetti da malattie autoimmuni, le bambine ed i bambini il cui sistema immunitario non è ancora maturo o le anziane e gli anziani con un sistema immunitario in via di indebolimento sono particolarmente a rischio rispetto a tali infezioni. Altri gruppi a rischio sono le pazienti e i pazienti che hanno

avuto un trapianto di organi, quelli oncologici sottoposti a chemioterapia, le persone diabetiche e quelle che hanno subito interventi chirurgici invasivi.

L’Istituto Robert Koch conclude con una previsione: “Lo sviluppo della resistenza agli antibiotici non può essere impedito, ma al massimo rallentato. La resistenza agli antibiotici è in aumento in tutto il mondo. Si tratta di una delle maggiori sfide che la sanità globale deve affrontare oggi”.

Questa conferenza è disponibile su YouTube al seguente link: https://www.youtube.com/live/ VMv7LoBr3Ok?si=MUClJW9VjavudgJg

“Forum Salute Alto Adige” è la serie di conferenze dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige. Tutte le informazioni sono disponibili anche su: www.salute-altoadige.it

Sabina Frei, Benedetta Berlese, Donatella Arcangeli, Michael Reiner
Leonardo Pagani
Richard Aschbacher

“ sbagliando si impara: room of horrors”

Si tratta di un concetto interattivo per la sicurezza delle pazienti e dei pazienti proveniente dalla Svizzera. Una squadra interprofessionale di infermieri e medici, guidata dall’infermiere Nicole Ritsch, lo ha testato presso l’ospedale di Silandro nella settimana dedicata all’iniziativa “Sicurezza del paziente”.

sabine flarer

traduttrice: martina dellasega

Sembra il titolo di un giallo, dove però dietro non c’è nessuna trama avvincente, ma un concetto serio, che in caso di emergenza può salvare la vita.

“Questo progetto di formazione dalla Svizzera è riconosciuto e validato a livello internazionale. Viene chiamato così, perché in una sala d’esercitazione protetta è possibile ripetere senza pericolo qualsiasi scenario”, come spiegato da Nicole Ritsch.

Nel settembre 2024 presso l’ospedale di Silandro, per tre giorni sono stati messi in scena casi fittizi con pazienti in una stanza appositamente predisposta, dove venivano occultati pericoli ed “errori”. Complessivamente 82 collaboratori e collaboratrici di tutte le categorie professionali hanno partecipato all’esercitazione, individuale o in gruppo, alla ricerca di errori. A seguire discussione e soluzione: quali errori e pericoli sono stati riscontrati e quali no? Quali conseguenze avrebbero questi pericoli per la sicurezza dei pazienti? Come si possono prevenire? “A differenza delle formazioni teoriche, le situazioni così rischiose possono essere vissute concretamente e nel proprio ambiente di lavoro. Questo esercizio formativo può essere inoltre combinato con un socievole evento di gruppo”, spiega Ritsch. Un manuale garantisce che gli esercizi si svolgano in modo pratico ma siano anche standardizzati.

L’esercizio presso l’ospedale di Silandro è stato condotto in piccoli gruppi, prevedendo dai 30 ai 60 minuti per l’istruzione, ricerca dell’errore e una breve discussione. “Anche se abbiamo annunciato l’esercitazione abbiamo consapevolmente lasciato le partecipanti ed i partecipanti all’oscuro di ciò che li attendeva”. Era altrettanto importante che gli scenari fossero i più realistici possibile. Sono stati utilizzati solo materiali di uso comune all’interno della struttura, poiché – “è inutile se poi non si trovano le cose nel modo in cui si è abituati”, afferma l’anestesista.

Per quanto riguarda gli errori che sono stati proposti, i vari gruppi hanno utilizzato, tra l’altro, il sistema CIRS dell’Azienda sanitaria. In media i partecipanti hanno riscontrato 6,6 su 10 problemi relativi alla sicurezza dei pazienti: I gruppi interprofessionali hanno avuto nettamente più successo dei gruppi composti dalla stessa categoria professionale. I risultati peggiori le hanno avute le individualità. “La sicurezza dei pazienti è un compito di squadra”, riassume Ritsch. “Per molti è stata una rivelazione: io sono importante per la sicurezza delle pazienti e dei pazienti. Se dovessi notare qualcosa avrebbe senso farlo notare”.

Gli “Horror-Trainings” possono essere ripetuti con poco sforzo e denaro – con un grande beneficio per il gruppo e infine per le pazienti ed i pazienti.

no women no panel: alto adige per una maggiore visibilità delle donne

Numerose organizzazioni si impegnano a garantire un’equa rappresentanza di genere. Provincia, Comune di Bolzano, Libera Università di Bolzano e l’Azienda sanitaria dell’Alto Adige hanno firmato un “Memorandum of Understanding”.

“La visibilità è un diritto fondamentale, ma finora non valeva per le donne”, ha spiegato la vicepresidente Mazzardis, aggiungendo che la situazione cambierà anche grazie a iniziative come ‘No Women No Panel’ e alle misure che ne derivano. “Iniziative come questa sono estremamente importanti, e non solo dal punto di vista simbolico”, ne è convinto anche il presidente della Provincia Arno Kompatscher. I temi della visibilità e dell’uguaglianza sono inclusi nei campi d’azione del Piano d’azione per la parità di genere e ora è giunto il momento di attuarli in modo coerente e conseguente.

rosa (in)visibile nel mondo della comunicazione e dei media”. Ha poi osservato che le rappresentazioni date attraverso i media hanno anche un impatto sull’immagine di sé, soprattutto sui più giovani: “Abbiamo bisogno di sensibilizzazione, educazione e competenze mediatiche per riconoscere gli stereotipi e il nostro obiettivo deve essere un atteggiamento sensibile al genere”. Il fatto che le reti di donne esistano già è stato reso ben evidente da un flash mob organizzato dai membri della Commissione provinciale per le pari opportunità per le donne.

traduttore: mdg

Ben 69 organizzazioni e associazioni locali si sono impegnate il 19 settembre 2024 a garantire un’equa rappresentanza di genere negli eventi e nel loro racconto. Tutto ciò nella cornice dell’iniziativa europea “No Women No Panel”, lanciata nel 2018 e promossa dalla RAI a livello regionale dal 2022. La Provincia autonoma di Bolzano, il Comune di Bolzano, la Libera Università di Bolzano e l’Azienda sanitaria dell’Alto Adige, rappresentati dal presidente Arno Kompatscher, dall’assessora comunale Chiara Rabini, dalla presidente Ulrike Tappeiner e dal Direttore generale Christian Kofler, hanno firmato un memorandum sul tema.

La presidente e la vicepresidente della Commissione provinciale per le pari opportunità per le donne, Ulrike Oberhammer e Nadia Mazzardis, hanno dichiarato nella loro introduzione che si tratta di un momento storico: “Vogliamo che il Piano d’azione per la parità di genere si radichi e faccia una differenza duratura nella vita delle donne in Alto Adige. Attraverso le nostre azioni, vogliamo rendere visibili dei modelli, affinché le ragazze possano credere nei loro sogni”, ha dichiarato la presidente Oberhammer.

Le relatrici Sara Rosa Losilla e Julia Ganterer hanno in questa occasione affrontato la necessità che le donne diventino più visibili. L’attrice Rosa Losilla ha parlato di Amleta, un’associazione di attrici di tutta Italia, nata dalla sensazione di disparità di trattamento delle donne in teatro. “Se le donne non hanno pari diritti sul palcoscenico, le storie vengono raccontate prevalentemente dal punto di vista maschile. Bisogna tenere presente che la rappresentazione ha un impatto sulla percezione personale”, ha osservato Rosa Losilla. Julia Ganterer del Centro per gli studi interdisciplinari di genere dell’Università di Innsbruck ha fatto luce su “Rappresentazioni di genere nei media. Un dibattito sulla linea

Lucio Pisacane del Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR e curatore del monitoraggio di “No Women No Panel”, Arianna Voto, responsabile RAI dell’iniziativa, e Michaela Mahlknecht, caporedattrice di RAI Südtirol hanno infine parlato dell’importanza dell’iniziativa No Women No Panel per la comunicazione pubblica. Arianna Voto si è detta soddisfatta della grande disponibilità a sostenere l’iniziativa, Lucio Pisacane ha sottolineato l’importanza dei dati per individuare il potenziale di miglioramento e Michaela Mahlknecht ha chiesto che un maggior numero di esperte e di donne abbiano la fiducia di impegnarsi in discussioni pubbliche sui media.

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Otto servizi si sono presentati allo stand dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige

un mare pieno di salute

L’Azienda sanitaria dell’Alto Adige traccia un bilancio positivo dopo la partecipazione alla fiera autunnale di Bolzano. Gli otto punti informativi dello stand hanno

attirato numerosi visitatori e visitatrici: le informazioni fornite dalle/i professioniste/i in materia di prevenzione e promozione della salute hanno riscosso grande interesse.

ingeburg gurndin, traduttore: rocco leo

Chi visitava tutti e otto i servizi, riceveva in dono una tazza come ricordo.

Dal 7 al 10 novembre, l’Azienda sanitaria dell’Alto Adige é stata presente alla Fiera d’Autunno di Bolzano con uno stand di 250 metri quadrati. Quest’ultimo si componeva di otto punti informativi, dove sono state fornite informazioni su salute e prevenzione. Il Direttore generale, Christian Kofler, si è detto molto soddisfatto della presenza dell’ente all’evento: “Le professioniste ed i professionisti di otto diversi servizi hanno offerto alle persone interessate consigli e suggerimenti sulla prevenzione e hanno fornito informazioni su vari temi correlati alla salute. Anche lo stand del Fascicolo sanitario elettronico è stato ben accolto”, afferma il Direttore generale Kofler.

Le visitatrici e i visitatori della Fiera hanno potuto informarsi sul FSE ed esprimere il proprio consenso alla consultazione con l’aiuto delle collaboratrici e dei collaboratori. “Per noi, come Azienda sanitaria, un evento pubblico come questa Fiera è un’ottima occasione per raggiungere cittadine e cittadini che altrimenti sarebbero difficili da coinvolgere attraverso le strutture sanitarie canoniche”, ha concluso il Direttore generale.

Quest’anno, lo stand era completamente blu poiché il suo design era ispirato al mare. Questo tema ha fatto da leitmotiv anche per i contenuti e le informazioni che gli otto servizi hanno trasmesso agli astanti.

Le visitatrici e i visitatori della Fiera sono stati felici di fruire dell’ampia gamma di servizi offerti dall’Azienda sanitaria dell’Alto Adige e hanno ricevuto consigli, consultato e ritirato materiale informativo di loro interesse.

Sono state fornite informazioni su come preparare un viaggio verso mete esotiche ed è stato presentato il progetto “Aiuto familiare precoce”

Presso l’infopoint del Servizio di Riabilitazione è stato possibile testare l’equilibrio

Istruzioni per igienizzare correttamente le mani

Il Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione (S.I.A.N.) ha sensibilizzato sulla diminuzione del consumo di sale e sull’importanza degli alimenti ricchi di iodio

Lo stand dedicato alla Rete per la Salute Mentale si è concentrato sulla gestione delle crisi psicologiche

Allo stand é stata offerta una panoramica su tutti gli screening promossi dall’Azienda sanitaria dell’Alto Adige

Informazioni sul Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE)

Malattie, incidenti o nascite non possono essere pianificati e naturalmente, anche durante la Vigilia di Natale, le collaboratrici e i collaboratori dell’Azienda sanitaria sono a disposizione delle persone. Questa notte speciale, però, non è sempre silenziosa: uno sguardo dietro le quinte.

stille nacht” in ospedale “

sabine flarer, traduttrice: tatiana de bonis

Una persona che conosce molto bene il Natale in ospedale è sicuramente l’Assessore provinciale Hubert Messner, che fino a qualche anno fa era Primario del reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale di Bolzano: “Alla Vigilia di Natale in servizio c’era sempre un’atmosfera particolare Molte persone portavano cibo fatto in casa e poi, come da tradizione, ci scambiavamo dei piccoli doni per il nostro ‘Engele-Bengele’. Ogni anno, un albero di Natale decorava il reparto di Neonatologia e l’atmosfera di festa diffondeva una sensazione di calore e accoglienza. Festeggiavamo insieme ai genitori dei neonati prematuri ricoverati in reparto, era sempre un bellissimo momento di aggregazione. Il servizio durante la Vigilia era qualcosa di molto speciale”.

Anche Martin Steinkasserer, Primario di Ginecologia e Ostetricia presso l’ Ospedale di Bolzano, ha un bel ricordo di quei momenti:

“Trascorrere il 24 dicembre in reparto è sempre stata un’esperienza molto speciale. La mattina e il primo pomeriggio c’era ancora molto lavoro da fare: cercavamo di eseguire tutti gli esami urgenti il più rapidamente possibile e di dimettere la maggior parte delle pazienti, soprattutto le neomamme, in modo che potessero trascorrere il Natale a casa. Tuttavia, c’erano anche pazienti anziane e sole che erano felici di poter rimanere in reparto.

Le infermiere si prendevano particolarmente cura di queste pazienti: tutto era incluso, dai cosmetici a una nuova acconciatura. Verso sera, l’atmosfera diventava sempre più calma: tè, biscotti e conversazioni tranquille erano parte integrante della Vigilia di Natale. Spesso ci sedevamo insieme nella cucina del reparto per la cena”.

Tamara Strobl, Coordinatrice della Medica dell’Ospedale di San Candido, può confermare questa atmosfera speciale:

“Alcuni pazienti sono tristi per il fatto di trovarsi in ospedale, mentre per altri è meglio così perché a casa sarebbe troppo stressante per loro. È difficile quando ci occupiamo di pazienti palliativi: di solito sono consapevoli che potrebbero non vivere fino al Natale successivo. Spesso cerchiamo di fare in modo che, in quel giorno, possano uscire per qualche ora”.

Naturalmente gli ospedali, e soprattutto i reparti, vengono addobbati a festa con parecchi giorni di anticipo e, a seconda della creatività del team del reparto, l’albero di Natale scintilla e luccica più o meno intensamente. Nella maggior parte degli ospedali, durante le settimane che precedono il Natale, anche l’équipe dell’Assistenza spirituale si dà molto da fare per accompagnare le persone verso la giusta atmosfera. Per esempio, nell’atrio del piano rialzato dell’Ospedale di Merano, viene sempre allestito un grande presepe. Alla festa di Natale per il personale non possono mancare “Stille Nacht” e “Tu scendi dalle stelle”. La Vigilia di Natale, l’équipe dell’Assistenza spirituale insieme alla Direzione del Comprensorio e a una banda musicale, porta gli auguri di Natale nei reparti con un presente natalizio per il personale.

Coloro che lo desiderano ricevono un guscio di noce che può essere trasformato in un mini-presepe, nel quale la sera viene collocato il Bambino Gesù. Per l’équipe dell’Assistenza spirituale, una cosa è certa:

“Il Natale è una festa di famiglia che evoca sentimenti ed emozioni forti in modi diversi, sia nei giovani che negli anziani.

I ricordi si risvegliano e vengono condivisi.

Anche questi sono spesso argomento di discussione con l’Assistenza spirituale”.

In team di Medicina di San Candido, la seconda da sinistra la coordinatrice Tamara Strobl
Padre Peter, in Ospedale a Merano

La Vigilia stessa di Natale, viene servito un menu speciale da Silandro a San Candido, in modo che anche le/i pazienti ricoverati in ospedale possano vivere la festa anche dal punto di vista culinario: “È importante che questo speciale momento venga percepito, contemplato, respirato”, affermano Marlen Hofer e Hans Klammer della cucina dell’Ospedale di Brunico.

“Ogni anno, durante la Vigilia di Natale, quando un gruppo di violinisti visita il nostro ospedale e i vari reparti, tutte e tutti coloro che devono soggiornare qui durante le feste natalizie ne sono entusiasti, ma anche il personale si gode qualche momento di spensieratezza. Per non parlare dei biscotti natalizi, che vengono accolti con molta gratitudine”.

Chiunque lavori nel settore sanitario sa che non si tratta di un lavoro dal lunedì al venerdì. Tuttavia, gli uomini e le donne dell’Azienda sanitaria sono naturalmente anche persone che hanno una vita privata, famiglia, amici e tradizioni natalizie.

Tamara Strobl ricorda: “Il piano dei turni di dicembre è sempre molto interessante. Tutti lo attendono con ansia e così era anche per me. Come la nostra precedente coordinatrice, anch’io cerco sempre di organizzare il turno in modo che ogni anno ci sia una rotazione e che chi ha bambini più piccoli possa avere quel giorno libero. Mi assicuro anche di organizzare i turni in modo che chi lavora a Natale abbia il giorno di Capodanno libero e viceversa.

Tuttavia, c’è la possibilità di offrirsi come volontari per uno dei turni festivi. E questo accade: ci sono sempre volontari e volontarie che vogliono lavorare in quei giorni”.

Lo specialista Luca Sebastianelli, Responsabile della Neuroriabilitazione dell’Ospedale di Vipiteno, si occupa di pazienti particolarmente fragili: “Questo giorno è sempre molto toccante nel nostro reparto. Le nostre pazienti e i nostri pazienti restano con noi per diversi mesi, per questo con loro si sviluppa un rapporto intenso che può essere quasi paragonato a quello di una famiglia allargata”. La Vigilia di Natale, sia le/i pazienti che il personale festeggiano insieme durante la mattina e, coloro che sono in grado di farlo, preparano dei dolci come parte della terapia. Cantano insieme, accompagnati da membri dell’équipe che suonano vari strumenti. Nel pomeriggio, la banda musicale di Vipiteno si ferma all’Ospedale ed esegue brani natalizi, seguono la Santa Messa e gli auguri da parte della Direzione del Comprensorio. Anche le pazienti e i pazienti si trasformano in questo giorno, afferma Luca Sebastianelli: “C’è un’atmosfera di speranza e di pace. Le nostre e i nostri pazienti arrivano da un periodo molto difficile e non è sempre facile tornare a vivere in questi casi. Ma a Natale ci si rende conto che la speranza si sta riaccendendo”.

Sebastianelli ricorda in particolare un giovane paziente in stato vegetativo, con le lacrime che gli scendevano lungo il viso durante la festa di Natale. Da quel momento in poi, il paziente è lentamente migliorato e ha fatto dei progressi.

Se lo chiede alle collaboratrici e ai collaboratori in servizio negli ospedali, tutti confermano che a Capodanno è molto più dura: feste, alcol e petardi sono una combinazione pericolosa.

Luca Sebastianelli, Responsabile della Neuroriabilitazione all’Ospedale di Vipiteno

La Vigilia di Natale è, invece, relativamente tranquilla, secondo Sylvia Weiss, Coordinatrice del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Silandro: “A volte si tratta di incidenti domestici o di pazienti affetti da influenza”. La situazione è completamente diversa negli altri giorni festivi, quando è necessario prendersi cura di un numero maggiore di pazienti ortopedici e traumatologici che praticano sport invernali.

Purtroppo, non si può pianificare come “festeggiare” in servizio. La Coordinatrice Tamara Strobl ricorda: “Una volta ho fatto il turno di notte ed ero in servizio con una collega, abbiamo portato con noi la mousse al cioccolato ma non siamo riusciti a mangiarla perché avevamo molto da fare per tutta la notte. A Natale, di solito, ci sono solo pazienti gravemente malati che non possono essere dimessi e per questo c’è spesso molto lavoro.” Si cerca di rendere questo giorno un po’ più “speciale”, anche se cambia poco in termini di orari: cure, terapie e visite mediche si svolgono comunque.

Il Primario della Psichiatria di Bressanone Roger Pycha sa come si sentono le persone che devono lavorare in questo giorno e consiglia loro di essere entusiasti e attenti. Come medico, riconosce che durante le feste le pazienti e i pazienti hanno più bisogno di aiuto e sono particolarmente felici e riconoscenti quando lo ricevono.

Marlen Hofer, Ospedale di Brunico

Se l’atmosfera di lavoro è buona, le colleghe e i colleghi si sostengono e si supportano a vicenda: la Coordinatrice Strobl afferma che alcuni sono molto gentili e portano qualcosa di dolce o un piccolo regalo per il team.

Se i bambini sono ricoverati in ospedale, l’intera vicenda sembra ancora più complicata, ma i piccoli sono più forti di quanto si possa pensare: sono in grado di affrontare bene le situazioni, anche quando le cose vanno diversamente da come vorrebbero, l’importante è che tutto venga spiegato in modo adeguato. Quanto più i genitori considerano positivamente il ricovero, tanto più questo diventa normale per i bambini. Di solito è più difficile per i genitori, i fratelli o i nonni: a Natale le persone sono generalmente più premurose e sensibili, anche quelle che dicono che non gliene importa nulla.

Nelle cinque sale parto dell’Alto Adige si respira un’atmosfera molto speciale: i bambini (di solito) decidono da soli quando vogliono nascere e alcuni scelgono una data molto speciale.

La Coordinatrice ostetrica

Sabine Anrater della sala parto dell’Ospedale di Merano sa che, statisticamente parlando, in quella notte vedranno la luce due o tre bambini: “Le nascite non si possono programmare e quindi, fino alla fine, non si sa esattamente quanti ‘bambini di Natale’ potranno venire al mondo. Tuttavia, ricordo in particolare la Vigilia di Natale del 2020, nel bel mezzo della pandemia, quando nacquero ben cinque bambini contemporaneamente, il che fu davvero frenetico...”. Rammenta che i dolcetti portati quel giorno dalle colleghe rimasero intatti fino alla fine: “Li mangiò chi fece il turno di notte”, afferma ridendo.

il natale nella storia: come questa festa è divenuta ciò che è oggi

Nel corso dei secoli, il Natale si è sempre più affermato come una festa di famiglia durante la quale le persone trascorrono del tempo assieme. Ma come ci si è arrivati?

Da tempo immemorabile, in tutto il mondo, si celebrano feste invernali le cui usanze sono diventate, un po’ per volta, parte integrante delle tradizioni natalizie. Già gli antichi Romani celebravano i Saturnalia, vale a dire una settimana durante la quale si distribuivano regali, si accendevano candele e si cenava. Questi diedero inizio alle festività natalizie.

Nell’Inghilterra medievale si festeggiava per dodici giorni: con spettacoli, feste sfrenate e processioni. Musica, regali e decorazioni festive divennero un’usanza consolidata e le persone cominciarono a farsi regali a vicenda in onore dei Re Magi. L’albero di Natale si sviluppò dalla tradizione pagana di decorare i rami di abete. Seguirono le corone d’Avvento, gli schiaccianoci e i mercatini di Natale. Nacquero anche i primi presepi e venne coniato il termine “holy days”, da cui deriva l’odierna parola inglese per indicare le festività.

Gli immigrati portarono queste usanze anche negli Stati Uniti e proprio lì ebbero origine le tradizioni natalizie che conosciamo oggi e che hanno trionfato in tutto il mondo. Anche la nota figura di “Babbo Natale”, associata a San Nicola, prese forma in quel contesto. Quando il commerciante americano Rollie B. Hall terminò la carta da pacco, utilizzò il rivestimento stampato della parte interna delle buste per fare dei pacchetti e così nacque la carta da regalo. Dopo che i fratelli Grimm pubblicarono la storia di Hansel e Gretel, all’inizio del XIX secolo, il pan di zenzero divenne un dolce natalizio molto popolare.

Il Natale è conosciuto anche in altre culture. Nell’Islam, ad esempio, la festa è più strettamente associata all’inizio del nuovo anno. La comunità ebraica festeggia la Hanukkah, la tradizionale festa delle luci, che si celebra ogni anno in inverno. Con il suo mix di tradizioni pagane, religiose e moderne, il Natale è diventato una festa per tutti.

fonte: national geographic, world history encyclopedia

alcol durante il periodo natalizio e festività

4 consigli per evitare che le feste di Natale ti sfuggano di mano

Inizia il periodo natalizio, un periodo ricco di incontri. Che si tratti di un vin brulé al mercatino di Natale, di feste aziendali o di incontri con amici e amiche, dappertutto si festeggia in compagnia, spesso anche dell’alcol. Con la gioia arrivano anche le sfide: ricevere regali, coordinare gli appuntamenti e soddisfare le aspettative di parenti, amici, amiche o le proprie. In momenti come questi, l’alcol diventa spesso un rapido rimedio per rilassarsi.

Ma il periodo natalizio offre anche la possibilità di fermarsi un attimo. Ecco 4 consigli che possono renderti questo tempo un po’ più facile da gestire.

1. Limita il consumo di alcol

Poniti degli obiettivi specifici, come ad esempio: “Questa settimana non berrò più di due bicchieri di vino”. Un piccolo trucco: tieni il bicchiere in mano senza finirlo subito. In questo modo, se qualcuno ti offre da bere, puoi rispondere in modo gentile: “Grazie, ma ne ho ancora”.

2. Mantieni una visione d’insieme

Un diario, che sia su carta o digitale, ti aiuta a tenere traccia di ogni bevanda. L’app TryDry può essere uno strumento utile a questo scopo.

3. Pianifica i giorni senza alcol

Fai uno sforzo consapevole per stabilire dei giorni in cui non bevi alcolici: questo ti darà più energia. Ti darà anche l’opportunità di scoprire nuove bevande analcoliche. Ormai ci sono molte alternative gustose, come il ginger beer e i mocktail, che puoi trovare con facilità nella lista delle bevande.

4. Accetta i tuoi sentimenti

A volte durante le feste può accadere di sentirsi malinconici, è perfettamente normale. Concediti dei momenti di relax, come un bagno caldo o semplicemente qualche minuto di respirazione consapevole mentre lavori.

A gennaio inizia la CO,OL challenge: unisciti a un movimento globale per regalarti un mese senza alcol.

riforma dell’assistenza sanitaria locale

La riforma dell’assistenza sanitaria locale in Alto Adige fa parte di un piano globale di rafforzamento dell’assistenza sanitaria e sociale nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questo è stato il tema centrale di un seminario di esperti di prim’ordine tenutosi il 22 ottobre 2024.

peter a. seebacher, traduttrice: martina dellasega

Il seminario intitolato “Pianificazione delle attività territoriali”, tenutosi presso il NOI Techpark, rivolto ai Dirigenti dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige e del Dipartimento Prevenzione sanitaria e Salute della Provincia di Bolzano, ha annoverato tra i partecipanti, l’Assessore provinciale alla Salute Hubert Messner e il Direttore generale Christian Kofler. Nel corso dei vari interventi sono stati presentati gli obiettivi, nonché lo svolgimento della riforma.

È stato dato risalto alla riorganizzazione dell’assistenza ai malati cronici, alle persone che hanno necessità di assistenza sanitaria ed alle persone fragili, per le quali è richiesta una maggiore integrazione tra servizi sanitari e quelli sociali. La riforma, basata sul decreto ministeriale 77/2022, prevede un network che comprende tre componenti principali: Case della comunità, ospedali di comunità e centrali operative territoriali (COT). Queste entità hanno lo scopo di facilitare l’accesso alle cure e di garantire la continuità del trattamento tra l’ambiente familiare e gli ospedali.

I quattro percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA) appena citati sono adattati alle malattie croniche più comuni nel nostro territorio e sono progettati al fine di favorire l’assistenza individuale. Tra gli obiettivi prefissati si può contemplare inoltre l’espansione della rete per i pazienti che necessitano di cure palliative, sia pediatrici che adulti.

L’analisi dei fabbisogni in ogni Comprensorio, basata su dati epidemiologici, garantirà infine un’assegnazione adeguata alle necessità di risorse, sia finanziare che umane.

“L’obiettivo è quello di creare una distribuzione equilibrata dei servizi in tutto il distretto sanitario consentendo allo stesso tempo una collaborazione continua con gli ospedali”.

La riforma richiede una stretta collaborazione tra i servizi sanitari e sociali locali, in particolare attraverso il coinvolgimento dei medici di medicina generale, delle/i pediatre/i di libera scelta, delle/gli infermiere/i e di altre/i professioniste/i che sono direttamente a conoscenza dei bisogni delle/ dei pazienti. Le direttive per la pianificazione e l’attuazione delle Case della Comunità e degli Ospedali di Comunità sono previste gradualmente entro il 2026.

Il panel al workshop

Un’ulteriore parte fondamentale della riforma risulta essere l’introduzione di servizi di telemedicina al fine di facilitare l’assistenza ai malati cronici. Per aumentare l’indipendenza dei pazienti più anziani ed evitare loro inutili permanenze in ospedale, verrà promosso in maniera efficace e personalizzata l’accesso ai predetti servizi. L’introduzione della telemedicina sarà supportata da una nuova infrastruttura digitale e da corsi di formazione del personale sanitario. Per i casi non urgenti, sarà istituito il servizio “116117” come utenza non prioritaria, con il quale verrà offerto un accesso rapido alla consulenza medica rimanendo comunque collegati alle Centrale operativa territoriale.

Nello specifico l’assistenza programmata risulta essere rivolta principalmente agli anziani, malati cronici di età superiore ai 65 anni, con programmi specifici realizzati per il diabete di tipo 2, l’insufficienza cardiaca cronica, BPCO e l’artrite reumatoide.

L’obiettivo è quello di creare una distribuzione equilibrata dei servizi in tutto il Comprensorio sanitario consentendo allo stesso tempo una collaborazione ottimale con gli ospedali.

La riforma dell’assistenza sanitaria locale in Alto Adige rappresenta un passo importante per migliorare l’accesso ai servizi sanitari e sociali, garantendo un’assistenza completa ai malati cronici. ll PNRR come quadro strategico rafforza l’integrazione tra assistenza domiciliare, ambulatoriale e ospedaliera creando le basi per un’assistenza persistente e incentrata sul paziente. La combinazione di case di comunità, strutture ospedaliere di comunità e centrali operative consente un’assistenza capillare contribuendo una futura sostenibilità dell’assistenza sanitaria in Alto Adige.

le toccanti foto dei prematuri

La mostra “Prematuri crescono” con ritratti di ex bambini neonati prematuri della neonatologia di Bolzano, che tengono in mano una foto di se stessi nei loro primi giorni di vita, è stata inaugurata a novembre presso l’Ospedale provinciale di Bolzano. Nonostante numerosi ostacoli sul loro cammino, i prematuri sono diventati bambini e adolescenti forti – come la nostra foto dimostra. Questa è stata scattata all’inaugurazione della mostra, alla quale hanno partecipato in prima persona anche gli ex bambini prematuri e le loro famiglie, invitati per l’occasione. E proprio in questo contesto è stata regalata loro, come ricordo, la loro foto.

La mostra – con le toccanti foto che la compongono – sarà esposta anche in altri ospedali, il prossimo anno.

vera schindler

traduttrice: ilaria piccinotti

natale, momento di crisi? pronta una rete di sostegno

Roger Pycha, Primario della Psichiatria

all’Ospedale di Bressanone, spiega perché le crisi psicologiche sono un problema importante nel periodo natalizio e dove si può trovare aiuto.

roger pycha

traduttore: rocco leo

Non è tutto oro ciò che luccica. Anche i cristalli di ghiaccio possono riflettere la luce. A Natale, al freddo esterno fa da contraltare il calore interiore: ci riuniamo in famiglia, desideriamo la gioia e quasi cerchiamo di imporla nel giorno e all’ora esatta. Alla Vigilia di Natale, poi, tutto ciò sembra obbligatorio e va arricchito con regali più sorprendenti possibili. Alcuni si infastidiscono per gli errori. Altri sono di fatto esclusi, lasciati a cadere nelle crepe dei dissidi familiari, nella loro impenetrabile solitudine, nel loro freddo interiore.

L’inizio del nuovo anno, poi, equivale a una nuova partenza dopo esuberanti festeggiamenti. Si esternano speranze e desideri, a volte alimentati da un po’ di alcol. Non tutti tracciano un bilancio positivo. Alcuni cercano di mantenere il sorriso per non attirare l’attenzione. Altri, fin dall’inizio, non prendono proprio parte alla festa.

È un vecchio assunto dei terapisti: Natale e Capodanno sono tempi di crisi. L’intenzionalità positiva disegna anche reazioni opposte: difficoltà e paure deflagrano. Come terapeuta e come persona, si può essere preparati alle crisi quando ci sono feste da celebrare. Infatti, durante il periodo natalizio, le chiamate ai centri di consulenza telefonica aumentano fino al 30% e l’abbandono diventa il tema principale. Anche i gruppi e le associazioni di auto-aiuto sono più impegnati e, a Natale, organizzano feste per le persone sole. È il caso dell’associazione per il sostegno della salute psichica “Lichtung/ Girasole” durante la Vigilia di Natale, alle 16:30 davanti alla chiesa delle Orsoline a Brunico. Al congresso nazionale del Telefono Amico, tenutosi a Bolzano nel 2010, è stato sottolineato che le due preoccupazioni più importanti di coloro che chiamano sono la solitudine e l’esaurimento.

Le persone bisognose di aiuto vengono a sapere delle vacanze dei terapisti o di chi presta loro sostegno e diventano più ansiose. I Pronto soccorso e i reparti psichiatrici si riempiono di persone in crisi esistenziale, talvolta imbottite di droghe o con sintomi fisici difficili da spiegare.

Le crisi sono caratterizzate dal fatto che il cambiamento di una situazione supera la capacità di adattamento dell’individuo. Perdite o separazioni improvvise, conflitti che esplodono imprevedibilmente in tempi di pace comandata sono di frequente i fattori scatenanti. Nel corso di una crisi, la capacità di trovare possibili soluzioni è paralizzata, le vie d’uscita diventano più difficili da scorgere o sono troppo faticose in termini di impiego di energie e non vengono nemmeno tentate. Soprattutto, la comunicazione soffre durante una crisi. Le persone colpite si sentono sole e non vedono più l’utilità di confidarsi con gli altri.

Per loro, è utile stare vicino agli altri e discutere della sofferenza che provano. All’inizio di crisi molto gravi, c’è una fase di shock in cui le persone colpite non reagiscono affatto. A volte, rimangono nella zona di pericolo, ad esempio sul luogo di un incidente. A quel punto è importante portarli al sicuro, tenerli al caldo, offrire loro cibo e bevande poiché a malapena si accorgono dei propri bisogni.

Nella cosiddetta fase di coping, le persone colpite si rendono conto intellettualmente della situazione in cui si trovano. Questo è il momento della consulenza e del sostegno. Le domande sulle origini e sul contesto della crisi sono importanti affinché chi è in difficoltà possa trovare una spiegazione coerente. Anche se le storie di sofferenze vengono raccontate più volte, queste non sono mai esattamente le stesse ma aiutano a elaborare l’evento. Spesso gli ascoltatori devono avere molta pazienza. Gradualmente, possono orientare la conversazione verso il futuro. Di conseguenza, vengono discusse più possibili vie d’uscita, che diventano man mano più concrete. Prende corpo un nuovo orientamento.

È importante che gli astanti accettino gli scoppi emotivi, come il pianto e le urla, senza farsi prendere dal panico o scappare

Parenti, amici e colleghi possono sostenere queste persone. Tuttavia, potrebbe non esserci nessuno disponibile a prestare aiuto, oppure la crisi è troppo grave e pericolosa per la vita. In questi casi, arriva il momento di contattare il numero verde 800 101 800 del Supporto psicologico telefonico, attivo 24 ore su 24, di rivolgersi al medico di Medicina generale o al Servizio di reperibilità per emergenze psichiatriche degli ospedali di Bolzano, Merano, Bressanone e Brunico. In caso di emergenza estrema, anche il numero unico di emergenza 112 sarà comunque di supporto.

Nella successiva fase di reazione si scatenano sentimenti intensi, che possono anche essere contraddittori, in grado di mettere sotto pressione le persone colpite. È importante che gli astanti accettino gli scoppi emotivi, come il pianto e le urla, senza farsi prendere dal panico o scappare. Va sopportata la vicinanza della persona scossa.

Una rete di esperte ed esperti è a disposizione della cittadinanza per fornire informazioni utili affinché ognuno possa essere, se necessario, il proprio “manager” della crisi ma anche per trovare il coraggio di chiedere aiuto agli altri a Natale e Capodanno senza sentirsi in colpa. In quest’ottica, può essere consultato anche il sito web www.nonseidasolo.it. Il titolo dice già tutto.

Il Dottor Roger Pycha ha conseguito il dottorato a Innsbruck nel 1985 e ha lavorato come assistente medico a Coira e come consulente senior all’Innsbruck Uniklinik. Durante la sua formazione, ha lavorato come psichiatra in tutti gli ospedali dell’Alto Adige. Tra il 1999 e il 2018 è stato direttore del Servizio psichiatrico di Brunico e, dal 2018, dirige il Servizio psichiatrico di Bressanone. È stato direttore scientifico del Gruppo di lavoro altoatesino per la prevenzione del suicidio. È coordinatore dell’European Alliance Against Depression (Alleanza europea contro la depressione, ndr) in Alto Adige e in Italia, docente presso l’Istituto Altoatesino per la ricerca e la terapia sistemica nonché esponente della rete altoatesina per la prevenzione al suicidio e dell’associazione di auto-aiuto per malati psichici “Lichtung/Girasole”.

Il suo libro “Depression – viel mehr als Traurigkeit: Depression erkennen, verstehen und die richtige Behandlung für mich finden” è stato pubblicato nel 2022

Il libro è adatto per le persone colpite, quelle a rischio, coloro che li assistono e a chi è semplicemente interessato alla psicologia sulla depressione, una delle malattie più importanti e al contempo sottovalutate del XXI secolo.

ultimo soccorso sapere come assistere chi è a fine vita

Nei comprensori di Bressanone e Brunico, l’Azienda sanitaria organizza corsi di “Ultimo

Soccorso” dedicati a familiari così come a tutte/i coloro che prestano cure a persone nella difficile e delicata fase del fine vita.

rocco leo

Se il concetto di Primo Soccorso è piuttosto diffuso, pochi sanno che esiste anche l’Ultimo Soccorso. Se con il Primo Soccorso si agisce per salvare vite, l’Ultimo Soccorso accompagna le persone nel loro ultimo viaggio. Ad accomunare gli approcci, la volontà di aiutare un’altra persona in situazioni di vita estreme.

Un tempo, la morte era una parte naturale della vita, ma oggi è diventata un tabù. Molte persone hanno paura di morire. Il concetto di mortalità, infatti, non ha più alcuno spazio nella nostra quotidianità e, spesso, è un argomento accantonato. Questo comportamento è comprensibile poiché esso richiama il nostro essere destinati “a finire”. Tuttavia, la perdita colpisce tutti noi: muoiono coloro ai quali siamo legati, gli animali domestici, e, alla fine, anche a noi tocca la stessa sorte.

Molte persone vorrebbero morire a casa propria ma, al giorno d’oggi, ciò non è sempre possibile. I loro cari spesso non si sentono all’altezza di fornire l’assistenza nel fine vita e alcune circostanze familiari possono rendere complicato soddisfare i desideri della persona che sta per morire. Per tutti questi motivi, negli ultimi anni è diventato sempre più comune morire negli ospedali o nelle case di cura.

Il concetto di Ultimo Soccorso è stato sviluppato nel 2008 dal Dott. Georg Bollig, medico danese di Terapia intensiva e Cure palliative. In seguito, precisamente dal 2014, è stato inizialmente proposto nei Paesi del Nordeuropa, per poi diffondersi in tutto il mondo.

L’Azienda sanitaria dell’Alto Adige offre corsi di Ultimo Soccorso alla popolazione per aumentare la consapevolezza e migliorare la capacità di sostenere le persone in fin di vita. I corsi trasmettono conoscenze

pratiche sull’accompagnamento e la cura delle/dei pazienti terminali; conoscenze che, in larga parte, sono andate perdute. Attraverso spiegazioni, profonde discussioni, consigli pratici e spazi di scambio, i corsi hanno lo scopo di aiutare le/i partecipanti a ridurre paure e inibizioni quando si tratta questo delicato argomento.

La prima formazione per istruttrici e istruttori dei corsi in Alto Adige rivolta alle comunità delle valli Isarco e Pusteria si è tenuta nel 2022 e ha avuto luogo a Bressanone. I corsi sono offerti in varie comunità in collaborazione con organizzazioni locali o associazioni interessate. In futuro, il concetto verrà gradualmente esteso a tutto il territorio.

Le sessioni sono tenute da istruttori o istruttrici qualificati del personale medico e/o infermieristico dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige.

FOTO: LETZTE HILFE
DEUTSCHLAND GEMEINNÜTZIGE GMBH

Gli argomenti principali del corso sono:

→ Morire fa parte della vita → Provvedimenti e scelte → Alleviare le sofferenze → Prendere commiato

Durante il corso, coloro che partecipano imparano come rispettare i desideri della persona morente riguardo alle cure mediche e quali documenti legali sono importanti. Si discute delle possibili difficoltà che possono far parte del percorso di fine vita e di come si può aiutare ad alleviare i sintomi.

I corsi sottolineano anche l’importanza della cura di se stessi per coloro che si occupano della persona in fin di vita. Questo può aiutare a ridurre lo stress e il sovraccarico emotivo.

Insieme, si parla dei modi per dirsi addio, riflettendo sulle possibilità e i limiti nell’affrontare il dolore.

Le/I partecipanti ricevono anche molti consigli pratici, tra cui l’igiene orale, l’aromaterapia e i massaggi alle mani e ai piedi, che possono avere un effetto di supporto per la/il morente. In questo modo, il familiare può contribuire attivamente al sostegno della persona sentendosi meno impotente. Il corso spiega anche com’è strutturata e funziona la rete palliativa e di sostegno.

Questo al fine di mostrare alle/ai partecipanti che non sono soli e che possono contare su un team multiprofessionale.

Doris Prosch, infermiera e Coordinatrice del reparto Medicina Est e del Servizio di Cure palliative dell’Ospedale di Bressanone nonché una delle formatrici del corso di Ultimo Soccorso nel comprensorio brissinese: “Lavoro nell’ambito sanitario da quasi 20 anni e nel Servizio di Cure palliative dal 2018. Nel mio lavoro ho accompagnato molti pazienti nell’ultima fase della loro vita e sostenuto i loro familiari – racconta –. Ho spesso sperimentato quanto possa essere difficile per le famiglie accompagnare una persona cara nei suoi ultimi giorni. Per questo motivo, tengo corsi di Ultimo Soccorso, che forniscono alle persone le conoscenze e le competenze necessarie per assistere una persona nell’ultima fase della vita e per alleviare la loro paura di questo momento difficile”.

La formatrice dei corsi di ultimo soccorso nel Comprensorio di Brunico è Sonja Tschurtschenthaler, infermiera del Distretto Alta Pusteria: “Avendo lavorato in sala operatoria per molti anni, in precedenza non ho avuto alcun contatto diretto con persone morenti e in lutto. Poiché questa era una sfida nel mio nuovo ruolo di infermiera di distretto, ho deciso di seguire un corso di formazione sull’Ultimo Soccorso – spiega Tschurtschenthaler –. Con il tempo, ho potuto acquisire molta esperienza e accompagnare numerosi pazienti nel loro ultimo viaggio. Nei corsi di Ultimo Soccorso condivido molti esempi della mia pratica professionale e consigli pratici per rendere di nuovo ‘socialmente accettati’ i temi della morte, del dover morire e del lutto”.

nuove strade per la formazione linguistica orientata alla pratica

Nell’ottobre 2024 si è aperto un nuovo capitolo per la formazione linguistica nell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige: per la prima volta sono stati offerti esami di certificazione linguistica appositamente studiati per le esigenze delle collaboratrici e dei collaboratori del settore medico e di quello infermieristico.

peter a. seebacher, traduttrice: tatiana de bonis

Gli esami si sono svolti presso la sede amministrativa dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige a Bolzano e sono stati organizzati dalla Ripartizione Sviluppo del Personale dell’Azienda sanitaria, più precisamente dal “Languages Team”, vale a dire il team per l’apprendimento linguistico. I test sono stati elaborati in collaborazione con l’ “Österreichisches Sprachdiplom Deutsch (ÖSD)”, che ha anche messo a disposizione la commissione esterna.

Esami specialistici con rilevanza pratica diretta Lo scorso 12 ottobre, ben dieci candidati hanno sostenuto l’esame B2. Una delle innovazioni principali è stata l’introduzione di un test di lingua incentrato sulla medicina e sull’assistenza infermieristica – un decisivo vantaggio, come sottolinea Katrin Tartarotti, promotrice del progetto: “Il grande vantaggio di questo tipo di test è che le collaboratrici e i collaboratori possono prepararsi in modo specifico per il vocabolario più rilevante nel contesto del rispettivo settore lavorativo. Ciò consente una preparazione linguistica pratica che può essere integrata direttamente nelle quotidiane attività di lavoro.

Tuttavia, è importante che questi test linguistici non riguardino solo la terminologia specialistica, ma che promuovano anche le competenze linguistiche in generale affinché venga garantita la comunicazione colloquiale nella vita lavorativa di tutti i giorni.”

La preparazione al test linguistico è stata accompagnata da corsi di lingua incentrati sullo specifico vocabolario del settore sanitario.

L’utilizzo pratico immediato è molto motivante per le/i partecipanti che, in questo modo, possono applicare le conoscenze apprese direttamente nelle loro attività professionali. Oltre a promuovere le competenze linguistiche, questa modalità ha anche migliorato la qualità dell’assistenza alle/ai pazienti, come spiega Martin Matscher, Direttore della Ripartizione Sviluppo del Personale: “Per noi è importante fornire un supporto completo alle collaboratrici e ai collaboratori che non sono ancora in possesso dell’attestato di conoscenza della seconda lingua. Grazie ai sondaggi sappiamo che molte e molti di loro vorrebbero un esame che possa comprendere le aree dell’infermieristica e della medicina. Questi test creati ad hoc hanno il vantaggio di permettere una comunicazione più efficace e, di conseguenza, anche una migliore assistenza alle/ai pazienti, nonché una maggiore integrazione professionale e sociale”.

Una settimana dopo, il 19 ottobre 2024, altri 15 candidati hanno sostenuto l’esame C1. Il test consisteva in una prova basata su vocaboli generici, ma l’idea è quella di introdurre un test linguistico incentrato sull’infermieristica e sulla medicina anche per il livello C1.

Un’altra novità: il test linguistico è stato condotto in modo puramente digitale. Vantaggio: nessun consumo di carta e meno stress per i candidati.

Digitalizzazione e nuovi

metodi d’esame

Un’altra innovazione è stata il formato digitale dell’esame, organizzato all’insegna del motto

“Bring your own device”, ovvero tutte le partecipanti e tutti i partecipanti potevano portare il proprio computer portatile. Questo esame, puramente digitale, ha presentato diversi vantaggi: si é potuto evitare completamente il consumo di carta, l’organizzazione dell’esame era più chiara e i risultati sono stati trasmessi direttamente all’ufficio centrale. I vantaggi erano anche per le candidate e i candidati stessi. Non essendo più necessarie le bozze scritte a mano, si sono potute e potuti concentrare meglio sul processo di scrittura, guadagnando così tempo prezioso.

Il successo di questo tipo di esami segna l’inizio di una nuova era nella formazione linguistica all’interno dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige. Anche in futuro tali esami continueranno a essere riservati al personale del settore sanitario e medico non in possesso dell’attestato di bilinguismo, con priorità per coloro che prendono parte ai corsi di lingua interni. Non sono previsti esami di questo tipo per il personale amministrativo.

Anche le/i partecipanti ai corsi interni di italiano per i livelli B2 e C1 sosterranno un esame di lingua nel novembre 2024: si tratterà dell’esame PLIDA presso l’istituto “Società Dante Alighieri” di Bolzano. Purtroppo, non esiste ancora un esame di lingua italiana specifico per i settori della medicina e dell’infermieristica.

In ogni caso, il feedback delle/dei partecipanti è stato sempre positivo. Per concludere, è possibile affermare che questo nuovo formato d’esame rappresenta un passo importante verso una qualificazione linguistica pratica che promuova sia i requisiti professionali che la motivazione delle/dei dipendenti dell’Azienda.

FOTO: PETER A. SEEBACHER

Il Direttore generale Christian Kofler ed il Direttore amministrativo Luca Armanaschi

L’Assessore Messner con il Direttore sanitario Josef Widmann

con i Dirigenti e il personale delle

e Sviluppo del Personale

salutano l’Assessore
L’ Assessore Hubert Messner visita il Park Edison
Il Direttore generale con l’Assessore
A colloquio con il personale della Ripartizione Prestazioni sanitarie ed Assistenza Territoriale
Il personale della Direzione aziendale
Scambio
Ripartizioni Comunicazione
Il team della Ripartizione Amministrazione del Personale

visita di alto profilo al park edison

schindler, traduttore: rocco leo

Dopo le visite degli scorsi mesi e settimane a vari distretti e ospedali dell’Alto Adige insieme al suo team, il 20 novembre scorso, l’Assessore provinciale alla Salute, il Dott. Hubert Messner, ha fatto visita anche alla sede amministrativa dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige presso il Park Edison. Oltre ai vertici aziendali con le direzioni generale, infermieristica, sanitaria e amministrativa, l’edificio ospita otto ripartizioni con i relativi uffici.

Di fatto, nella struttura situata a Bolzano Sud lavorano complessivamente circa 220 collaboratrici e collaboratori amministrativi.

L’Assessore Messner ha tenuto particolarmente a dialogare con loro sottolineando l’impegno e l’importante lavoro svolto dell’amministrazione dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige:

“Dietro un sistema sanitario efficiente non ci sono solo le professionalità del settore medico, ma anche un’amministrazione forte, che sostiene quotidianamente il lavoro negli ospedali e nelle strutture sanitarie di tutta la provincia. Per me è importante avere un dialogo diretto con le collaboratrici e i collaboratori per comprendere meglio le sfide e le esigenze esistenti, così come per creare i binari verso il futuro”.

Incontro con la Ripartizione Amministrazione del Personale

Il Direttore generale Christian Kofler è compiaciuto della visita: “Questo dimostra che l’Assessore Messner è consapevole di quanto l’amministrazione sia importante per il buon funzionamento dei nostri servizi sanitari. Vorrei anche cogliere l’occasione per ringraziare tutto il personale amministrativo per il suo prezioso servizio”.

I collaboratori e le collaboratrici della Ripartizione Acquisti e dell’Ufficio Affari Generali e Assicurazioni

vera

fse: balzo dei consensi alla consultazione dei dati: +15%

La campagna informativa presso la popolazione altoatesina, che ha visto la stretta collaborazione tra Provincia Autonoma di Bolzano e l’Azienda sanitaria dell’Alto Adige, ha conseguito ottimi risultati.

rocco leo fonte dati: siag

I dati raccolti sono incontrovertibili. Se al 5 agosto 2024 la percentuale dei consensi alla consultazione delle informazioni presenti nel Fascicolo sanitario elettronico si attestava all’11,10% della popolazione assistita, esattamente 30 giorni dopo, si è saliti al 13,21%. Tale dato, però, è stato solo la positiva premessa iniziale di una grande cavalcata.

Questo perché settembre è stato anche la finestra temporale in cui sono entrate nel vivo due campagne di sensibilizzazione per il rilascio del consenso alla consultazione. Queste azioni hanno visto coinvolta in prima linea anche l’Azienda sanitaria, in supporto alla Provincia, con l’apertura straordinaria durante i sabati del mese di appositi sportelli presso gli ospedali di Brunico, San Candido, Vipiteno e Bressanone, al quale si è aggiunto un altro punto a disposizione della cittadinanza presso il distretto sanitario brissinese.

Qui, chiunque ne abbia avuto la necessità ha potuto contare sull’aiuto delle operatrici e degli operatori dell’Azienda sanitaria per rilasciare il proprio consenso alla consultazione del FSE. Tale iniziativa, insieme a un’apposita campagna informativa che ha coinvolto soprattutto i profili social aziendali, ha contribuito affinché si arrivasse a fine novembre scorso con un vero e proprio “boom” nel rilascio dei consensi. Infatti, se già al 26 settembre 2024 i dati confermavano una salita al 19,48% (ca. +8,5 punti percentuali), a fine novembre si è raggiunta la quota di quasi il 27% di consensi alla consultazione.

Complessivamente, dunque, su 535.714 assistite/i, 149.784 hanno “flaggato” sì nella

FSE: tra agosto e settembre la quota di consenso espresso è aumentata di quasi 8,5 punti percentuali

Tuttavia, va specificato che il 2024 è stato finora caratterizzato da oscillazioni anche piuttosto consistenti nell’utilizzo del Fascicolo sanitario elettronico. Il dato peggiore è stato registrato nell’aprile 2024 con soli 3.845 utenti unici.

A marzo invece, ad esempio, se ne contavano ben 42.600, quarto miglior mese dell’anno preceduto da gennaio con 44.598 utenti unici.

Sicuramente la strada da percorrere affinché il FSE diventi uno strumento di “uso comune” nella gestione individuale dei dati sanitari è ancora lunga e strettamente legata al percorso di implementazione delle sue funzionalità ma i dati raccolti finora lasciano ben sperare per il

il nostro consiglio culinario

chips di alga nori e sesamo

ingredienti:

· 4 fogli di alga nori

· 2 cucchiai colmi di semi di sesamo

· 1 pizzico di sale

· 1 cucchiaio di salsa di soia

· 1 cucchiaino di acqua

preparazione:

Preriscaldare il forno a 150°C (non ventilato). Tagliare le foglie di alga in 24 rettangoli.

Mescolare la salsa di soia con un po’ d’acqua. Spennellare i singoli rettangoli con la salsa di soia e cospargere con poco sale e semi di sesamo a piacere.

Disporre i fogli di nori su una teglia rivestita di carta da forno e cuocere per circa 15 minuti nella parte centrale del forno. Possono essere mangiate da sole o immerse in una salsa.

Ricetta del Primario del Servizio di Dietetica e Nutrizione clinica Bolzano, dott. Michael Kob

la recensiONE

the perfect couple

ONEmetro: 7/10

rocco leo

“Non è tutto oro ciò che luccica”. Una massima forse abusata ma che condensa perfettamente lo spirito di questa miniserie in 6 episodi trasmessa su Netflix e ispirata all’omonimo libro di Elin Hilderbrand. La trama ruota intorno all’imminente matrimonio del secondogenito della famosa e ricchissima famiglia Winbury, incarnazione disfunzionale del sogno americano, con una ragazza proveniente dalla middle-class, Amelia Sacks (Eve Hewson). Nella notte del party prenuziale di Amelia e Benji Winbury (Billy Howle), però, avviene la tragedia. Una persona tra gli invitati viene trovata morta sulle spiagge di Nantucket, isola al largo del Massachussets, meta vacanziera dell’America bene dove i Winbury risiedono nonché location ideale delle nozze da sogno.

Il lieto evento in casa Winbury si trasforma così in una caccia all’uomo (o alla donna) in cui vengono a galla vizi, debolezze e soprattutto miserie del “matriacato” dominato dall’ingombrante figura di Greer Garrison Winbury (Nicole Kidman), mamma di Benji e scrittrice di successo, ossessionata dal voler mantenere intatte le apparenze della “famiglia perfetta” agli occhi del mondo, vista anche l’imminenza della presentazione del suo ultimo libro. Questo nonostante i molteplici tradimenti e l’evidente dipendenza da droghe leggere del marito Tag (Liev Schreiber), uomo dedito unicamente ai suoi vizi e alla passione per le canoe.

Tra irrisolte beghe familiari, contratti di riservatezza fatti firmare persino a consanguinei e segreti inconfessabili, The Perfect Couple scivola liscia come un sorso d’acqua fresca mentre gli “altarini” dei Winbury vengono svelati uno ad uno fino alla catarsi finale. In questo murder mistery leggero ma godibile, dove più che la trama sono i personaggi a rimanere impressi, appare palese la critica allo Zeitgeist della società odierna, dove l’apparenza, il sesso e i soldi vengono prima di tutto. Sullo sfondo, i media, i social in particolare, che divengono lo specchio distorcente in cui depurare ogni imperfezione e debolezza personale. Il senso di The Perfect Couple è tutto lì: bisogna sempre mostrarsi felici e perfetti perché le bugie, più della verità, promettono successo e popolarità.

dirigenti nell’azienda sanitaria:

chi sono i nuovi

e chi è andato in pensione?

Qui, presentiamo le collaboratrici e i collaboratori che recentemente hanno assunto un ruolo dirigenziale nell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige. Auguriamo a loro ogni successo e gioia nella loro nuova area di responsabilità.

vera schindler

traduttore: rocco leo

Tanja Lageder

è la nuova Direttrice dell’Ufficio Gestione contratti, che costituisce un punto di riferimento della Ripartizione Tecnica e Patrimonio per il disbrigo amministrativo di lavori, servizi e consegne fin dalla conclusione del contratto. “Sono felice di questa nuova sfida e della fiducia riposta in me”, ha affermato la giurista che, in qualità di Presidente del Comitato Unico di Garanzia per le Pari opportunità, è impegnata anche sul fronte del miglioramento del benessere di collaboratrici e collaboratori nel contrastare ogni forma di discriminazione.

Karl Heinz Straudi da settembre dirige l’unità “distribuzione biancheria, lavaggio mop, autisti, parco auto, commesso/a e servizio di pulizia” del Comprensorio sanitario di Brunico, dove Straudi lavora dal 1993, inizialmente nell’ambito delle risorse umane e dal 2020 alla Direzione amministrativa degli ospedali di Brunico e San Candido. Il suo team comprende diversi profili professionali. I suoi compiti sono molto vari, compreso la sorveglianza, la guida e l’assegnazione di compiti alle squadre.

“Una sfida particolare per me, insieme al team, è fornire ogni giorno abiti da lavoro puliti a tutto il personale dei reparti, degli ambulatori e dei servizi”.

Georg Bergmeister, il nuovo Dirigente tecnico-assistenziale dell’Ospedale di San Candido, è stato infermiere presso l’Azienda sanitaria dal 2006. Contemporaneamente al lavoro, ha conseguito la Laurea Magistrale alla Claudiana per poi passare allo staff per lo Sviluppo organizzativo e di processo della Direzione tecnico-assistenziale di Brunico.

“Voglio trattare collaboratrici e collaboratori con empatia e umanità e creare una base su cui crescano motivazione, professionalità e coesione. Anche il paziente deve sentire questi valori in ospedale”. Bergmeister si occupa anche di alcuni reparti dell’Ospedale di Brunico. Per questo motivo, per lui è importante la collaborazione tra le due strutture ospedaliere. “Non vedo l’ora di affrontare le sfide che mi attendono e farò del mio meglio, sapendo di avere una buona squadra intorno a me”.

Judith Gostner

è Direttrice Tecnico-Assistenziale del territorio di Bressanone dall’estate 2024. Ha iniziato a lavorare come ostetrica presso l’Ospedale di Brunico nel 2003, successivamente è stata coordinatrice dell’Ostetricia presso l’Ospedale di Bolzano e, dal 2017, è stata inoltre coordinatrice a Bressanone. Oltre ai servizi territoriali, nella sua area di competenza rientrano anche i servizi e i reparti degli ospedali di Bressanone e Vipiteno. “In qualità di Direttrice tecnico-assistenziale, per me sono importanti una cultura della comunicazione aperta, un lavoro di squadra interdisciplinare e interprofessionale e un’assistenza incentrata sul paziente e sulla famiglia”. Tra i suoi obiettivi figura l’espansione dell’assistenza di prossimità attraverso il PNRR Salute. Inoltre, per lei è fondamentale che i collaboratori e le collaboratrici possano lavorare in un ambiente favorevole e sano. “Questo è l’unico modo in cui possiamo avanzare insieme e con successo verso il futuro”.

Astrid Santoni è da giugno 2024 Dirigente tecnico-assistenziale al Comprensorio sanitario di Bolzano, dove opera da oltre 30 anni come infermiera e coordinatrice. Dall’ottobre 2022 è Direttrice tecnico-assistenziale nel distretto sanitario di Bressanone e si impegna attivamente per l’ampliamento dell’assistenza nel suo luogo di residenza. “Per me, la fiducia nella collaborazione in un team multiprofessionale è la base per un’assistenza sanitaria sostenibile per le persone. Non vedo l’ora di affrontare la nuova sfida e mi impegno a costruire un buon rapporto con il mio team”. L’obiettivo è quello di creare un ambiente di lavoro favorevole e motivante, in cui i dipendenti possano esprimere il proprio potenziale.

Mario Tagnin, dal 1993 operativo all’Ospedale di Bolzano, è ora il nuovo Primario del Servizio di Odontostomatologia del Comprensorio sanitario di Bolzano. “I trattamenti odontoiatrici di pertinenza ospedaliera riguardano soprattutto i pazienti complessi: oncoematologici, trapiantati e in multitrattamento farmacologico – spiega il neo primario – Naturalmente, fanno parte dei nostri compiti la chirurgia orale e parodontale, le problematiche dell’articolazione temporo-mandibolare e la gestione in anestesia generale delle patologie del cavo orale nei pazienti non collaboranti”. Il suo obiettivo, insieme a quello dell’equipe odontoiatrica, è di rendere più efficienti ed efficaci i percorsi interdisciplinari. Questo collaborando strettamente con colleghe e colleghi delle altre branche mediche e chirurgiche.”

Ringraziamo la coordinatrice, recentemente andata in pensione, per il suo impegno e le auguriamo il meglio per il suo futuro!

Obkircher è stata Responsabile del guardaroba dell’Ospedale di Bolzano per 30 anni, durante i quali si è dedicata con gioia e dedizione alle sue mansioni fino al pensionamento avvenuto nel luglio 2024. Nel corso degli anni, ha vissuto molti cambiamenti e superato sfide, quali il passaggio dal vestiario di proprietà dell’ospedale a una lavanderia esterna che offriva il servizio a noleggio. Anche il passaggio da un punto di distribuzione manuale del vestiario a uno automatizzato è stato un compito importante. “Grazie all’impegno di tutti i collaboratori e le collaboratrici, abbiamo sempre gestito bene queste nuove situazioni. Ciò che per me è stato particolarmente importante è stata la buona collaborazione con tutti i reparti perché il benessere dei pazienti è sempre stata la mia massima priorità. Colgo l’occasione per ringraziare tutti per questa ottima sinergia”.

Josefa

L’Azienda sanitaria dell’Alto Adige ha una forte presenza Internet. Questo consente alle altoatesine e agli altoatesini di informarsi in rete, rispetto ai più diversi ambiti di interesse.

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La violenza ha tante

forme più o meno visibili. Impariamo a riconoscerle.

Qui trovi supporto

BOLZANO

Centro antiviolenza

Casa Rifugio GEA

800 276433 | www.casadelledonnebz.it

Casa degli alloggi protetti del KFS 800 892828 | www.hdgw.it

BRESSANONE

Centro antiviolenza

Casa Rifugio Valle Isarco 800 601330 | www.bzgeisacktal.it

BRUNICO

Centro antiviolenza

Alloggi protetti Val Pusteria 800 310303 www.bezirksgemeinschaftpustertal.it

MERANO

Centro antiviolenza

Casa Rifugio “Donne contro la violenza” 800 014008 | www.donnecontrolaviolenza.org

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EDITORE: Azienda sanitaria dell’Alto Adige, Via Thomas Alva Edison, 10/D, 39100 Bolzano

DIRETTORE RESPONSABILE: Lukas Raffl / COORDINAMENTO Gaby Hell, Lukas Raffl, Peter A. Seebacher

REDAZIONE: Sabine Flarer, Lukas Raffl, Peter A. Seebacher, Rocco Leo, Vera Schindler, Tatiana De Bonis

TRADUZIONI: Tatiana De Bonis, Rocco Leo, Peter A. Seebacher, Ilaria Piccinotti, Ingeburg Gurndin, Martina Dellasega

GRAFICA: Agenzia creativa Bielov, Via Brunico, 21/A, 39030 San Lorenzo / STAMPA: Fotolito Varesco Alfred Srl, Via Nazionale, 57, 39040 Ora INDIRIZZO DELLA REDAZIONE: Ripartizione Comunicazione, Via Thomas Alva Edison, 10/D, 39100 Bolzano, T: +39 0471 437 138, one@sabes.it, www.sabes.it

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