David Peace
Terremoti Traduzione di Matteo Battarra
Sito & eStore – www.ilsaggiatore.com Twitter – twitter.com/ilSaggiatoreED Facebook – www.facebook.com/ilSaggiatore © il Saggiatore S.p.A., Milano 2013 The Year of the Pig – © David Peace, 2001 M – © David Peace, 2003 After the disaster, Before the disaster – © David Peace, 2011
terremoti
l’opera – «Se chiudi gli occhi davanti a qualcosa di spaventoso, finirai per avere sempre paura.» L’ammonizione riecheggia nell’ultimo racconto di questa trilogia, mentre gli occhi del protagonista registrano le immagini di una città annientata dal terremoto. David Peace non distoglie lo sguardo davanti all’orrore, lo affronta nell’unico modo a lui possibile: senza nascondere niente. E porta alla luce tre storie concepite dal cuore nero del Giappone, sua patria adottiva. La parola scritta di Peace disseziona la cronaca, fatta di sangue detriti pioggia corpi, e la trasforma in scrittura. Precisa, incalzante, ipnotica. Il male che si agita sotto una superficie in apparenza serena è il filo conduttore dei tre racconti che narrano di crimini realmente commessi («L’anno del maiale» e «M») e del grande terremoto del Kanto del 1923, che sembra annunciare lo tsunami del marzo 2011 («Dopo il disastro, prima del disastro»). Gli assassini a caccia di giovani donne e le scosse sismiche che trasformano Tokyo in una distesa di morte sono fatti della stessa materia incomprensibile e inaccettabile che solo la narrazione può esorcizzare. E la letteratura stessa sembra essere il rifugio di vittime e carnefici, il solo luogo di redenzione o di pace, nel quale Peace ci precipita con il suo verso sincopato e gelido, ma al tempo stesso partecipe e pietoso nei confronti degli esseri umani e di un paese in perenne ostaggio dei suoi demoni e della natura.
l’autore – David Peace (1967), inglese del West Yorkshire, vive a Tokyo dal 1994, dove insegna letteratura e scrittura creativa alla Waseda University. Nello Yorkshire degli anni settanta e ottanta ambienta i romanzi del Red Riding Quartet: polizia corrotta, criminalità organizzata, violenze efferate narrate con la visionarietà di Francis Bacon, con uno stile febbrile, raggelante e angoscioso che porta il lettore sull’orlo del precipizio e diventa un tratto distintivo dello scrittore. Tratto cui aggiunge, nella trilogia dedicata alla Tokyo del dopoguerra (Tokyo anno zero, Tokyo città occupata e Tokyo Regained, di prossima pubblicazione), un’attenzione per i dettagli minimi, pari a quella dei grandi narratori giapponesi. La passione per la politica e per il calcio ha dettato i due grandi affreschi della società inglese: GB84, l’epica cronaca dello sciopero dei minatori inglesi e Il maledetto United, basato sulla figura del geniale allenatore Brian Clough (da cui è stato tratto l’omonimo film nel 2009). Recentemente è stato annunciato il suo nuovo romanzo Red or Dead su un altro allenatore leggendario, Bill Shankly del Liverpool.
Sommario
L’anno del maiale
11
M 25 Dopo il disastro, prima del disastro
49
M
Macabro. Macchina. Maciullare. MADRE (mami, mamma, mammina, mater). Maestà. Magari. Magia. Magistrato. Maglia. Magro. Mal- (maladattato, malattia, malcontento, maleodorante, malessere, malevolo, malfattore, MALFORMAZIONE, malinconico, malinteso, malizioso, maltrattare, malumore, malvagità). Malleabile. Mammifero (mammario). Mammona. MANCANTE. Mancare. Mandibola. Manetta. Manga. MANIA (maniacale, maniaco). Manicheo. Maniera. Manifattura. Manifesto. Manipolare. Mansueto. Manuale. Marchio. Marginale. Marionetta. Marmaglia. Martedì. Martire. Maschera. MASCHIO. Massa (massacro). Massaggio. Masticare. Masturbazione. Materasso. Materia. Matrice. Matricidio. Matrimonio. MATTO. Maturo. Mausoleo. ME. Meccanico. MEDIA. Mediocre. Mefistofele. Megalomania. Melanconia. Melenso. Melma. Membro. Memento. MEMORIA. Memoriale. Mendace. Meno. Mensa. MENTALE. MENTE. Mentore. Meschino. Mescolanza. Messaggio. Mestizia. Metafora. METALLO. Metamorfosi. Metempsicosi. Meticcio. Metodo. Milieu. Mimetismo. Minaccia. Miniatura. MINIMA MORALIA. Minore. Miraggio. MIS- (misconoscere, misleale, misoneismo). Misantropo. Miscela. Miscredente. Miserabile. Miserere. MISERIA. MISERICORDIA. Misoginia. Missione. MISTERO. Misura. Mitigare. MITO. Moderno. Modello. Modo. Molesto. Moloch. MOMENTO. Monarchia. Mono- (monocromia, monodia, monodramma, monologo, monomania). Monopolizzare. Monotono. Montaggio. Montagna. Monte. Morale. Morboso. Mordace. Moribondo. Mormorio. Moroso. Morso. Mortale. Morte. Mortuario. MOSTRO. Motivo. Movimento. Muco. Mugolio. MULTIPLO. Muschio. Muscolo. Mutazione. Mutilare. Muto.......................................... M.
apertura «Ma io non voglio andare fra i matti», osservò Alice. «Be’, non hai altra scelta», disse il Gatto. «Qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta.» «Come lo sai che sono matta?», disse Alice. «Per forza», disse il Gatto: «altrimenti non saresti venuta qui». Lewis Carroll, Alice nel Paese delle meraviglie
prologo Il detective di polizia è in ginocchio nel cubicolo del gabinetto. Il detective chiude gli occhi. Il detective si stringe la radice del naso tra pollice e indice. È iniziato con la morte e dovrà finire con la morte… Qui c’è morte e solo morte. Il detective ha una figlia della stessa età e della stessa altezza. Una figlia con lo stesso nome. Il detective apre gli occhi – Nessuna risata. Né vita. Né amore… Qui, morte e solo morte. Il detective si alza. Il detective sputa nella tazza del gabinetto. Il detective si pulisce bocca e mento con la mano destra – Il mondo è nero, il mondo è bianco… E solo la morte è reale. Il detective tira lo sciacquone. Il detective apre la porta del gabinetto. Il detective si lava le mani. Il detective torna al lavoro – Qui. Ora. Allora. Laggiù… M = Mistero. 27
Tic-tac. Il vecchio sta morendo. Tic-tac. Il sole tramonta. Tic. Questo tempo sta per finire. Lo stenderanno sui tatami. Lo circonderanno di fiori e incenso. Si metteranno in fila per piangerlo. Per appoggiare petali e sigarette al suo fianco. Poi seguiranno il lussuoso carro funebre che lo porterà al crematorio. Lo porteranno al forno su una barella d’acciaio. Aspetteranno in silenzio per rovistare tra le sue ceneri. Per passarsi a vicenda le ossa con bacchette da cerimonia – E io ruberò quelle ossa. E mangerò quelle ossa – Sulle ossa di mio nonno, succhierò e vedrò – Perché ci sono diavoli, qui. Un demone… Le sue ossa si muovono ancora. La sua carne calda. La sua pelle – La sua pelle ha il sapore della salsa di soia Kikkoman – Diavoli e demoni, qui… Perché io farò rivivere i morti – Perché M = Mostro. Noboro Takeshita e Tomoko Hoshino. Un bambino di due anni morto nella cisterna di un bagno pubblico a Oyama, prefettura di Tochigi. I Nankai Hawks e i Taiyo Whales. Un altro Barriera di carne. Kazuyoshi Miura e Toru Sakai. Un ragazzino di otto anni pugnalato nel quartiere di Kita. Yu Kikumura e Yasuhiro Shibata. Tokyo Pop. Shintaro Abe e Keisuke Okuno. Il teenager arrestato per l’omicidio di un bambino a Atsugi. Chiyonofuji e Hokutoumi. Doraemon, sempre Doraemon – È il maggio 1988, 63° anno dell’era Showa – M = Memoria.
parte i Un piccolo parco sotto tre complessi di appartamenti. Ci sono alberi. Due altalene e uno scivolo. Terriccio. Sopra, futon e biancheria lavata penzolano dai balconi. Sotto ci sono delle biciclette. Due furgoni e un’auto. Polvere. 28
Un gruppo di topolini si è messo in cerchio nel parco. Canta – «Quando vado in cantina Per prendere il vino Il piccolo gobbo Che lì si nasconde Acchiappa il mio tino Dal colore corvino.» Un topo femmina incinta porta fuori sul balcone un cesto di bucato. Si sporge dal balcone e grida ai topolini: «Piantatela con quella canzone schifosa. Sempre quella canzone schifosa». I topolini guardano su verso il balcone e ridono: «Quando vado in cucina E la zuppa preparo Il piccolo gobbo Che lì si nasconde La ciotola spacca E la zuppa si pappa». La femmina incinta lascia cadere il cesto e sbatte la porta del balcone dietro di sé. Guarda fuori dalla finestra del suo appartamento, piangendo. Il tengu scende dalle montagne di Chichibu per cacciare lungo la pianura di Musashino, lungo le rive del fiume Iruma. Sotto il sole. Metà uomo, metà uccello. Sventolo la bandiera. Le sue braccia sono ali, le mani sono artigli. Difendo quello in cui credo. Il suo volto è rosso, il naso è lungo. Sotto il sole. Porta una spada, porta un sacco. Sotto il rosso sol levante… Queste sono le storie che le madri raccontano ai figli – Miti. Il ragazzo siede nel primo banco per farsi notare dalla maestra, il primo della classe. Sotto la sua ala. Metà bambino, metà uomo. Deforme. La sua mano inaridita, il suo pene minuscolo. Uno stuzzicadenti. Il suo volto è pallido, il suo corpo scosso da tremiti. Sotto il loro sguardo. Bagna il letto, si piscia nei pantaloni. Questo figlio maledetto, questo figlio cattivo… Questi sono i nomi con cui i genitori chiamano i figli – 29
Mostri, demoni, diavoli e gobbi… Con cui i bambini chiamano altri bambini – M = Minima Moralia. La campanella della scuola suona. Le porte si aprono. I topolini rotolano fuori con i loro cappellini gialli sulle piccole teste da topolini e i loro zainetti colorati sulle schiene da topolini. Una topolina saluta i suoi amici e si incammina in una direzione diversa dalla loro. Indossa il suo cappellino giallo sulla testa da topolina e il suo zainetto colorato sulla schiena da topolina – Si porta dietro anche una palla di corda. La topolina arriva a un incrocio. Scende dal marciapiede senza guardare. Un’auto suona il clacson. Lei ritorna sul marciapiede. Un topo poliziotto ferma il traffico e la fa attraversare. La topolina ringrazia il topo poliziotto e corre lungo la strada, facendo rimbalzare la palla. Si ferma davanti a una bacheca di avvisi e inizia a far rimbalzare la palla contro l’avviso più grosso: Premio di 10 000 punti-topo! chi è l’assassino? Da lunedì 22 agosto dello scorso anno due topolini sono scomparsi. Numerose prove hanno convinto la polizia che i topolini scomparsi sono stati vittime di un crimine simile al brutale omicidio di una topolina avvenuto nel mese di dicembre. La palla rimbalza contro l’avviso. L’ombra di un topo con un cappello oscura l’avviso – «Che bella palla» dice l’Ombra. «E che bella faccina.» La topolina smette di lanciare la palla e si volta – L’Ombra si china. L’Ombra chiede: «Come ti chiami, bella faccina?». Guarda guarda, konnichiwa. Il presidente Zia è morto. La polizia setaccia in cerca di pezzi di cadavere. Ohayo, bella giornata. 30
900 morti per un terremoto in Nepal. Hanno trovato le ossa di un braccio e di una gamba. Zoom in. Kyoko Imakire attraversa il Pacifico in solitaria e gli Hiroshima Commercial battono i Fukuoka Daiichi allo stadio del Koshien. I resti del corpo sono sparpagliati in varie zone di Kyoto e Osaka. Una mattina radiosa. E pioggia, pioggia, pioggia infinita – È lunedì 22 agosto 1988. È Obon – M = Memorie (giorno dopo giorno). La femmina di topo incinta guarda l’orologio a cucù appeso al muro. Finisce di piegare il bucato. La femmina incinta guarda l’orologio a cucù appeso al muro. Sciacqua il riso. La femmina incinta guarda l’orologio a cucù appeso al muro. Prepara la tavola per la cena. La femmina incinta guarda l’orologio a cucù appeso al muro. Sente le voci fuori dell’appartamento. La femmina incinta guarda l’orologio a cucù appeso al muro. Apre la porta. La femmina incinta guarda l’orologio che porta al polso. Conta i piccoli topolini che salgono le scale, uno dopo l’altro, i cappellini gialli in testa e gli zainetti colorati sulla schiena. La femmina incinta guarda l’orologio. Dopo che è passato l’ultimo topolino, la femmina incinta scende le scale ed esce nella via deserta. «Etsuko! Etsuko!» chiama nel parco deserto – Due altalene deserte e uno scivolo deserto – «Etsuko!» chiama. «Dove sei?» A ha lasciato la sua casa di Saitama alle 3 di pomeriggio. A andava a giocare a casa di una sua amica. A non è arrivata alla casa della sua amica. A non è tornata a casa sua. La madre di A ha telefonato a casa dell’amica di A. La madre di A ha telefonato al padre di A, in ufficio. Il padre di A ha telefonato alla polizia. La madre e il padre di A hanno picchiato contro le porte dei loro vicini. Hanno picchiato contro il petto dei loro vicini. Hanno picchiato contro i loro pavimenti – Hanno picchiato contro il terreno sotto i pavimenti. Il terriccio e il suolo – Finché le loro mani sono diventate moncherini insanguinati… Le loro lacrime oceani di sangue. 31