Purity Contest - SPIRITO diVINO

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Espressioni di Vodka

Thomas Kuuttanen è master blender di Purity Vodka: ha studiato all’Institute of Brewing and Distilling di Londra, è da 25 anni nel mondo degli spirits e ha maturato un’esperienza ultraventennale nella produzione di acqueviti combinando sapientemente metodi ancestrali e moderni tecnicismi. Nella pagina a fianco, Grape tea di Eleonora Cochis del Cocktail bar Borderline di Chieri (Torino). Ingredienti: Purity, foglie di menta, pompelmo spremuto fresco, gocce essenza di the verde, fill tonica aromatizzata al pompelmo, guarnizione di foglie di banano.

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Il distillato e la mixologia. In mezzo, il master blender Thomas Kuuttanen, Purity e un contest. Risultato? Un cocktail di purissime emozioni di Emanuele Alessandro Gobbi foto di Ugo Zamborlini SPIRITO diVINO

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L’evento è stato creato per esaltare la finezza di questo spirit

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Quando un prodotto si propaga talmente da entrare nell’immaginario collettivo, è poi fatale che finisca per ritrovarsi protagonista dell’espressione culturale, sia essa musicale, artistica, cinematografica, o semplicemente di qualsiasi altra formula sociale. Così è accaduto per la Vodka. Anzi, così accade ancora oggi per tale distillato, la cui diffusione transita, inevitabilmente, dalla storia dei grandi marchi che la producono. Alcuni celebri personaggi si sono permessi di farla espatriare da un anonimato prettamente nordico, non soltanto assegnandole il proscenio all’interno di kolossal, ma anche spalancandole le porte di quell’universo tendenzioso che ne ha sancito il consenso e il favore del pubblico. In queste luci o talvolta chiaroscuri della ribalta, il master blender svedese Thomas Kuuttanen, da un po’ di anni, fa incetta di prestigiosi riconoscimenti. Lui si propone come un divulgatore sensibile alla distillazione artigianale, ponendo in chiara evidenza le combinazioni tra metodi ancestrali e moderni tecnicismi, grazie anche a una sua produzione agricola di assoluta eccellenza qualitativa. Già, perché dopo aver svolto i suoi studi presso l’Institute of Brewing and Distilling, a cavallo tra la capitale londinese e le verdi

terre scozzesi, decide di compiere un continuo ping pong tra Malmö, sua città natale, e le Highlands per carpire, nel migliore dei modi, tutti i segreti della vaporizzazione delle sostanze idroalcoliche. «Sono 25 anni che faccio parte del mondo degli spiriti e ho 20 anni di esperienza produttiva, ma chiamami pure Thomas...». Esordisce con simpatia e determinazione, senza limiti di passione e con quella giusta dose di coraggio, lucidità e pragmatismo che solo un talento come lui può mettere sul piatto, o meglio, nell’alambicco. «Inizialmente non avrei mai pensato di produrre Vodka o comunque di lavorare per essa. La consideravo uno spirito abbastanza noioso... In cima ai miei gusti personali c’erano solo i single malt Whisky di Scozia». È in questo modo che comincia a ragionare l’impeccabile Thomas, rendendosi ben presto conto che è proprio il Whisky a dargli quello stimolo necessario per realizzare le sue ambizioni, a partire dalla messa a punto del processo produttivo. «In origine, tutta la Vodka era prodotta esattamente come i Cognac e i single malt Whisky, ma è stata maltrattata dall’industria per troppo tempo», quasi a porre l’accento sul fatto, giustamente, di non essere riuscita a liberarsi per parecchi anni

In alto, a sinistra, Thomas Kuuttanen nel castello di Ellinge: svedese di Malmö, ha sviluppato un esclusivo alambicco per Purity Vodka (a destra), con distillazione attraverso un doppio passaggio in tre differenti alambicchi in rame e in oro, uno classico a forma di fungo e due distillatori a colonna. Nella pagina a fianco, seduto sul bancone dello speakeasy bar Mad Dog Social club di Torino dove si è tenuto il primo Purity contest, Massimo Sagna dell’omonima società di importazione Sagna spa che distribuisce in Italia Purity Vodka e ha organizzato l’evento (www.sagna.it).

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È una base d’eccellenza per l’alchemica filosofia «cockteliana» da quelle scorie della distillazione che, in alcuni casi, potevano anche rappresentare dei veri e propri pericoli per la salute umana. «È spesso descritta come il più popolare e il più versatile tra gli spirits nel mondo: il che è una bella maniera di dire che manca di sapore, insomma, una bevanda d’immagine e di marketing piuttosto che di sostanza». Thomas ci lavora con solerzia in un decennio di ottimizzazioni ultrasofisticate per elaborare un suo personale stile, o più precisamente, per ridefinire il concetto stesso di Vodka. «Prima di tutto, devo essere contento e soddisfatto di ciò che faccio e, soprattutto, amo investire tempo, fatica e imprevedibilità su me stesso». Per ottenere questo risultato, Kuuttanen sa bene che non deve concedere il minimo sconto alla materia prima, da sempre un caposaldo del suo pensiero produttivo e che, a sua volta, deve avere i connotati del miglior grano svedese. La scelta cade dunque sul grano invernale Gneiss (guarda caso in contrapposizione al metodo convenzionale che solitamente affida la crescita del cereale in piena estate), biologico ed esuberante nell’amido, combinato sapientemente con l’orzo maltato Tripple (utilizzato in particolare dai mastri birrai) e una miscela d’acqua, parte deionizzata al

70%, parte naturale e ricca di sali minerali. «L’acqua è molto importante così come l’apporto dei minerali! Nel mantenere una buona parte d’acqua il più naturale possibile, riesco a ottenere ciò che desidero, e cioè che emerga indistintamente il flavour dell’acqua stessa». La ricetta e i suoi relativi segreti prendono vita nello storico castello di Ellinge, che si trova nel sud della Svezia, risalente al XIII secolo, in un esclusivo alambicco ideato per la Casa. La distillazione avviene attraverso un doppio passaggio in tre differenti alambicchi in rame e in oro: uno classico a forma di fungo e due distillatori a colonna. Ma è qui che Thomas si spinge oltre, all’estremo, quasi all’esagerazione: addirittura 34 lavorazioni molto lente per raggiungere la massima qualità e il grado alcolico voluto, dove soltanto il 10% dell’acquavite è conservato e tutto il rimanente viene scartato. Ripetiamo per non sbagliarci: scartato e non ridistillato! L’estrazione aromatica e gustativa condensata dona alla futura Vodka una rilevanza di concentrazione degna del proprio nome, pura e soprattutto che non richiede ulteriori filtraggi. «Quello che faccio, lo faccio per inseguire una perfezione: non mi interessa piacere a tutti». Purity Vodka si presenta quindi come un

In alto, il vincitore Mattia Pavan del Cloakroom Cocktail Lab di Treviso prepara Beauty (Purity Vodka, Lillet Blanc, oleo saccharum al limone ed eucalipto, twist di pompelmo sullo stelo della coperta). A destra, Beast, sempre di Pavan (Purity Vodka, pino mugo; succo limone; honey mix; sambuca Molinari; oleo saccharum al limone ed eucalipto). A fianco, in alto, da sinistra: Hanami di Valentina Rizzi con Vermouth e saké; Luigi Barberis e la coppetta con resina Mastiha, incenso e bergamotto da annusare con il drink Le mie radici. Sotto, Kummin di Eleonora Cochis e Sparklingtini di Michel Granpasso.

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I segreti di Purity Vodka vanno ricercati in un castello svedese distillato di sapore morbido, corposo, con un indicativo tono oleoso e con un profilo di fragranze in grado di farne percepire nitidamente la personalità. La dolcezza che la contraddistingue nel palato non diviene di conseguenza mai zuccherosa con piacevoli tonalità di anice, di cardamomo e di liquirizia accompagnati da sentori di boccioli di rosa e di cioccolato bianco. Nel complesso, la sensazione finale di croccantezza minerale e cremosità è davvero sorprendente. In virtù di questa finezza, la società Sagna ha deciso di distribuirla sul mercato italiano da qualche anno e di organizzare a d’uopo (come già ricordato e riportato nel numero 73 di Spirito diVino), un contest presso lo speakeasy bar the Mad Dog di Torino. Nell’occasione barladies e barmen nostrani hanno manifestato, ebbri di entusiasmo e di giustificata agitazione, la loro alchemica filosofia «cockteliana», a tratti poetica, a tratti musicale, a tratti efficacemente teatrale. Con le originali realizzazioni soprannominate Beauty e Beast, Matteo Pavan del Cloakroom cocktail lab di Treviso, ha vinto quest’edizione, centrando, secondo la giuria, la miglior espressione della Purity Vodka e, al tempo stesso, la miglior abilità comunicativa. La prima richiesta aveva come obiettivo

la realizzazione di un rigoroso Vodka Purity Martini twist on’, mentre la seconda, un Purity Fancy Drink, lasciava molto più spazio a quello che era l’estro e la fantasia del barlady o barman. Il countdown per ciascun cocktail era di soli cinque minuti: 600 secondi, quindi, di vera adrenalina, ma comunque, ve lo assicuro, di eccitazione per tutti i presenti, concorrenti e pubblico, nessun escluso! I giurati, nella fattispecie Thomas Kuuttanen, Massimo Sagna (presidente di Sagna spa), Luca Picchi (barman del Caffè Rivoire a Firenze), Samuele Ambrosi (bartender trevigiano) e il sottoscritto, hanno poi piazzato sugli altri due gradini del podio Tommaso Sarti (medaglia d’argento) e Michel Granpasso Orlando (bronzo). I due miscelatori, rispettivamente dell’Asmana Wellness World e del Fusion Bar di Firenze, hanno dato prova anch’essi di notevole maestria nell’essersi avvicinati all’esemplificazione della ricerca di un perfetto equilibrio tra svariati ingredienti. «Creare una Vodka è semplice; creare una buona Vodka è difficile; nel creare una Purity Vodka ho impiegato dieci anni: la stessa regola vale anche per creare i cocktail. Il mio sogno è che la gente scopra le autentiche qualità di questo affascinante distillato». Ben detto, caro Thomas!

In alto, il gruppo del contest Purity Vodka, tra barman e barlady, il masterblender, l’importatore e la giuria composta da Massimo Sagna, amministratore delegato di Sagna spa; Thomas Kuuttanen, master blender di Purity Vodka (anche nell’altra pagina); Luca Picchi, barman e brand ambassador di Sagna spa; Samuele Ambrosi, barman ed Emanuele Gobbi, giornalista autore del servizio: l’evento allo speakeasy bar Mad Dog Social club di Torino ha portato alla selezione di sette finalisti partendo da 78 professionisti che hanno proposto un Cocktail Martini e un Fancy Cocktail.

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