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Salutare dedica a mamme e papà un nuovo prodotto per poter meglio comprendere e affrontare il percorso della genitorialità, dalle cure mediche alla scelta dei migliori prodotti in commercio. Fornisce un servizio a 360 gradi che abbraccia tutti gli aspetti legati alla nascita e alla crescita di un figlio senza trascurare nessuna sfumatura. Valuta i prodotti per mamme e bambini favorendo una scelta consapevole. Si avvale della professionalità di medici, pediatri, ginecologi, puericultori specializzati in infanzia e maternità, per discutere e confrontarsi su ogni aspetto legato alla crescita del proprio figlio . Le esperienze, i consigli dei nostri esperti saranno un sostegno per quanti vivono questa meravigliosa esperienza. Scrivete, comunicate, informate su tutto ciò che riterrete opportuno divulgare, scambiamo idee e consigli, facciamo della rivista uno strumento informativo a disposizione di tutti. Il tuo contributo e la tua partecipazione consentiranno di diffondere più informazioni a più persone.
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Redazionale Tu che ne sai? Quando avrai dei figli mi dirai!! A chi non è capitato dover dire o aimè sentire una frase del genere? Effettivamente con un figlio, due o più ci si ritrova in un mondo completamente diverso da quello di pochi mesi prima. Ma se ci fermiamo un attimo a riflettere, è un mondo che chiunque ha già vissuto: l’infanzia. Quel mondo dove tutto può essere magico e terribile ad un tempo, dove i giorni sono anni e gli anni sono la differenza tra grande e piccolo. Dove la casa può diventare un castello e la coperta una barriera impenetrabile... e quando un giocattolo sembra essere la prima e unica ragione di vita. La mamma e il papà creati apposta per noi e i fratelli in pochi istanti si trasformano da compagni di gioco a nemici pronti a spodestare il trono. Quando la vita si può risolvere con una risposta ad un perchè, perchè, perchè... Certo chi non ha ancora un figlio non può capire, ma troppo spesso il ruolo del genitore offusca l’esperienza preziosa di noi quando eravamo loro. L’unico modo per creare armonia è immedesimarsi nell’interlocutore e, noi se prima di essere genitori ci ponessimo come ex-figli potremmo dare tanto, tanto di più e magari rendere i nostri figli dei genitori migliori.
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Sommario Workshop sul gradimento del pediatra di famiglia
L’ho fatta nel letto...
La sindrome da deficit attentivo con iperattività ADHD
Il nettare degli dei
Strabismo: l’esotropia essenziale infantile
e ancora... Gelosia tra fratellii Selezione Baby
Alla prossima
Leggi & Normative
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La Favola del mese
Il mondo immaginario del bambino Baby Link Calendario Baby Questo l’ho fatto io!
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lo azine offre Baby Mag cutere, is spazio per d orre domanp i, rs ta confron le risposte. el d e er de e av re per Ecco come fa re con noi. a comunic Come è possibile ricevere a casa la rivista Baby Magazine? Per ricevere la rivista Baby Magazine a casa basta compilare in tutte le sue parti il form a pag. 20. Sono un medico specialista, come posso inviare i miei contributi redazionali? Per poter inviare articoli redazionali basta inoltrare la richiesta, allegando il curriculum a: redazione@babymagazine.it Sono una mamma e vorrei segnalare un prodotto e/o servizio utile o dare qualche suggerimento, a chi posso scrivere? Per comunicare le vostre opinioni, esigenze, proposte, esperienze oppure un parere sulle strutture e i servizi di
cui avete usufruito potete scrivere una mail a comunica@babymaga zine.it oppure segnalarlo www.babymagazine.it www.babymagazine Le segnalazioni saranno preziose per orientare gli articoli e i dossier che pubblicheremo sulla rivista. Desidero contribuire alla vostra iniziativa e far crescere il progetto, posso sostenervi economicamente? È possibile fare un libero versamento sul c.c. 55117402 intestato all’Ass. Salutare. Sono titolare di un'Azienda/struttura del settore maternità e infanzia. Come posso informare i lettori circa prodotti, servizi e iniziative? Partecipare a Baby Magazine significa sostenere un’iniziativa culturale intrapresa per sensibilizzare alla salvaguardia del benessere comune e di fornire ai lettori oltre ai servizi, il supporto da consultare per essere sempre aggiornati. Per poter usufruire di Baby Magazine telefonare al
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Baby Magazine è un allegato della rivista Salutare Reg. Tribunale Av in data 15/01/2004 N° 419 Editore: Ass. Salutare allegato Salutare 58 Baby Magazine n° 9 Distribuzione gratuita Segreteria: Angela Romano Maria Paola Aprea Collaborazioni Avv. C. D’Emilio, Prof. Alfred Tenore, dr.ssa Angela Carrino, Prof. V. Cicalese, dr.ssa L. Gentile, dr. M. Borghese, dr.ssa L. De Varti, dott.ssa N. Santoro, dr. M. Meglio. sito: www.babymagazine.it e-mail: info@babymagazine.it contatto skype: babymagazine Tel.: 0825.74603 Contributi: c/c postale n° 55117402 intestato all’Ass. Salutare Progetto Grafico: Carmine Serino Stampa: Csd - Na Crediti immagine:
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Comitato Scientifico: Prof. Emerito Giuseppe Roberto Burgio - San Matteo (Pavia) Prof. Pasquale Di Pietro Ospedale Gaslini (Genova) Pres. Nazionale SIP Prof. Pietro Ferrara - Università Cattolica Sacro Cuore (Roma) Prof. Alfred Tenore - Direttore Dip. Pediatria Università di Udine Prof. Alberto G. Ugazio Ospedale Bambino Gesù (Roma) Prof. Alberto Villani - Ospedale Bambino Gesù (Roma) dr. Elio Caggiano - specialista in pediatria - presidente dell’Associazione pediatrica “Per il Bambino” dr.ssa Angela Carrino -specialista in pediatria
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I Piccoli protagonisti di questo mese sono...
Carla Giacinta
Pierluigi
Carla Giacinta De Blasi nata il 09/01/2009 Papà: Francesco De Blasi Mamma: Maria Antonietta Luongo
Arianna Del Mauro nata il 24/09/09 Papà: Emilio Del Mauro Mamma: Serena Acerra
Luca & Carmen nati il 21/12/2007 27/02/2004 Papà Luigi Mamma Monica
Pierluigi Molino nato il 10/10/2009 Papà: Luigi Molino Mamma: Anna Conte
Alessandro Marciano nato il 14/04/1983 Papà: Mauro Marciano Mamma: Anna Ferrante
Sabrina nata il 13/04/2007 Antonio nato il 16/03/2005 Papà: Alberto Mamma: Evelina
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oppure al nostro indirizzo: Ass. Salutare via due Principati, 278 (ex 210) - 83100 Av Le piĂš simpatiche entreranno a far parte dei nostri Vib!
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Workshop sul “Gradimento” del pediatra di famiglia a cura del Prof. Alfred Tenore (Università di Udine) e Dott.ssa Angela Carrino (pediatra di famiglia - Campobasso)
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Workshop sul gradimento dell’attività della pediatria di famiglia organizzato dai pediatri di famiglia del Molise e dalla regione Molise, coordinato e diretto dal Prof. Alfred Tenore.
La Presidenza della Regione Molise, nella figura specifica della dott.ssa Alberta De Lisio, (dirigente per i Rapporti Istituzionali con l’Esterno), ha recepito con sensibilità e perspicacia il difficile momento della Pediatria Italiana ed Europea, ed ha supportato l’idea di uno studio sul territorio nazionale e nell’area balcanica volto a definire la peculiarità e la insostituibilità del pediatra nell’assistenza e prevenzione sanitaria in età pediatrica. Lo studio si è avvalso della collaborazione delle seguenti Società Scientifiche: SIP (Società Italiana di Pediatria)- SIPPS (Società Italian di Pediatria Preventiva e Sociale)- FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) Università di Udine -Università del Molise.
Tutto il lavoro svolto e quello che seguirà è coordinato dal Prof. Alfred Tenore, Direttore della Clinica Pediatrica e della Scuola di Specializzazione in Pediatria dell’Università di Udine, Vicepresidente della European Academy of Paediatrcs- La Sezione Pediatrica dell’UEMS (Unione Europea delle Specialità Mediche), che si è interessato da tempo a questa problematica con numerose pubblicazioni scientifiche, cercando di sensibilizzare le Istituzioni e la stessa categoria di Professionisti ai rischi di un depauperamento del numero di pediatri nei prossimi anni. Questo Workshop è iniziato in Ottobre 2009 a Bruxelles presso la Casa del Molise, sede istituzionale della Regione Molise, che ha ospitato pediatri molisani e pediatri dell’area balcanica. Da questo primo Workshop è nata l’idea di preparare un Questionario Di Gradimento da somministrare ai genitori dei bambini dei vari Paesi partecipanti. Hanno successivamente aderito al lavoro i PDF (pediatri di famiglia)di Avellino e provincia, e, la speranza è che un numero sempre maggiore di Regioni partecipino a questo studio. In Italia, ma anche nel resto d’Europa, stiamo andando verso una riduzione drastica del numero di pediatri. Si prevede che tra il 2025-2030, se le cose rimangono così come sono ora, avremo circa la metà della forza pediatrica rispetto ad oggi. Questo perché il numero di pediatri che si erano formati in passato, quando non c’era nessun tipo di restrizione alla formazione, è molto diverso da quello
attuale, che è molto ridotto. I Pediatri formatisi nel passato, che andranno progressivamente in pensione, non saranno sostituti. Già oggi in Italia il numero dei bambini seguiti dai pediatri rappresenta il 55% della popolazione pediatrica da 0 a 14 anni. Attualmente per coprire la popolazione tra i 6 e i 14 anni mancano in realtà circa 4mila pediatri, e per come stanno andando le cose, si prevede che tra circa 10 anni il numero disponibile di medici specializzati in pediatria sarà insufficiente anche per la fascia di età più” delicata “ tra 0 e 6 anni. Ci sono molti dati in letteratura (Mar. gnet et al. CH JOURNAL of the Royal College of General Practitioners-1989. Kats et al. Paediatrics 2002), i quali indicano che la migliore assistenza per i bambini è svolta dal Pediatra e non dal Medico di medicina generale, non solo nei primi sei anni di vita, ma anche nel periodo successivo. L’elemento interessante è che alcuni di questi lavori sono stati pubblicati in Inghilterra dove non esiste il Pediatra di famiglia. È stato riconosciuto che nei Paesi dove esiste la Pediatria di famiglia la mortalità è minore rispetto a quelli in cui sul territorio non opera uno specialista in pediatria. La speranza è che per il futuro venga aumentata la forza pediatrica in Italia, perché se questo non dovesse avvenire, l’assistenza ai bambini verrà spostata dai Pediatri ai Medici di medicina generale, che non hanno competenze pediatriche specifiche. (Prof. Alfred Tenore “ IL PEDIATRA” Settembre 2008)
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L’ho fatta nel letto…
a cura del Prof. Virgilio Cicalese
Con le attuali terapie a disposizione, anche nei casi più difficili si ottiene una completa risoluzione dell’enuresi entro la fine dell’età adolescenziale.
Oltre questa età (5-6 anni), la perdita involontaria di urine durante il sonno per almeno 3 volte a settimana viene considerata una condizione patologica definita enuresi notturna. È una patologia più frequente nei maschi, e la sua prevalenza è di circa il 15% a 5 anni e del 7-9 % fra 7 e 9 anni. In una piccola percentuale di casi il problema può procrastinarsi fino all’età adolescenziale, con inevitabili importanti conseguenze psicologiche. Con le attuali terapie a disposizione, anche nei casi più difficili si ottiene una completa risoluzione del problema entro la fine dell’età adolescenziale, mentre è dimostrato che pazienti non trattati possono presentare enuresi notturna anche per tutta la vita. In molti casi il fenomeno presenta una familiarità, secondaria ad alcune alterazioni cromosomiche. L’enuresi si definisce primaria, se le perdite involontarie di urine durante il sonno notturno non hanno avuto mai periodi di remissione pari a sei mesi, secondaria se si manifesta dopo un periodo di almeno 6 mesi di notti asciutte. In genere i bambini affetti dalla forma primaria non sviluppano alterazioni comportamentali, diversamente da quelli con la forma secondaria. La diagnosi di enuresi notturna si basa essenzialmente sull’anamnesi, mirata a confermare
che le fughe di urina siano solo notturne, a verificare la concomitanza di altri sintomi, ad escludere infezioni urinarie o altre patologie e ad indagare su difficoltà del risveglio notturno. Di fondamentale importanza è la compilazione di un diario vescicale, un foglio sul quale si registrano il numero di minzioni, il volume mitto, la quantità di liquidi bevuti, gli episodi di incontinenza urinaria, il numero di defecazioni. Per conoscere il volume urinario notturno, in caso di episodi di enuresi, sarà necessario pesare il panno e sommare al risultato la quantità di urine emesse al risveglio. Un attento esame obiettivo, inoltre, è necessario per confermare la normale anatomia ed il fisiologico sviluppo psicofisico, escludendo anomalie dei genitali esterni e neurologiche. Indagini invasive sono indicate solo nel caso si sospettino altre patologie: i bambini con incontinenza urinaria diurna e notturna, non classificabili come enuretici, ma come incontinenti, dovrebbero essere, quindi, sottoposti ad ulteriori accertamenti. Prima di intraprendere un programma terapeutico è necessario spiegare ai bambini e ai genitori che l’enuresi quasi sicuramente cesserà, anche se non possiamo prevedere esattamente quando, e che il 19% dei bambini diventa continente senza trattamento entro le successive 8 settimane. Bisognerà consigliare di mangiare, bere ed urinare regolarmente durante il giorno a orari predeterminati, di non posporre la minzione, di non bere molto la sera e di rilassarsi prima
di andare a letto. L’allarme notturno dovrebbe rappresentare la prima opzione terapeutica, ed il suo uso dovrebbe essere protratto per 8 settimane, prima di decretare il fallimento. Purtroppo non è molto accettato e molti interrompono prima di questo termine. Per il successo non è importante l’intensità del segnale acustico, ma che il bambino sia preparato a rispondere al suono e svegliarsi. Il tasso di successo dell’allarme raggiunge il 75%. Esistono anche terapie comportamentali e diversi farmaci che possono dare buoni risultati, ma, ovviamente, la scelta della giusta strategia terapeutica è specifica per il singolo paziente.
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Fare la pipì a letto è praticamente fisiologico entro i 4 anni di età, ed una minima parte di bambini acquisisce il pieno controllo della continenza notturna anche fino a sei anni.
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Gelosia tra fratelli a cura della dott.ssa Nanda Santoro
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“Voglio anch’io un fratellino come lo hanno tutti miei amici” E spesso questa richiesta si fa pressante ed insistente. Ma in quel momento il bambino non ha una reale percezione di ciò che desidera, egli parla del fratellino come di un giocattolo nuovo, un bambolotto animato, in carne ed ossa, tutto per lui.
A volte è proprio la mamma, durante la gravidanza a caricare di aspettative il primogenito “Che bello, tra poco arriverà un fratellino tutto tuo, con il quale potrai giocare ed essere felice!” Ma non appena il fratellino nasce il bambino si trova di fronte ad una duplice, amara delusione: il nuovo arrivato è troppo piccolo per poterci giocare (se vogliamo con i suoi pianti e le sue esigenze crea fastidi all’interno della casa) e inoltre non appartiene a lui, ma ai genitori, e soprattutto alla mamma che non se ne stacca mai. Nasce così la gelosia, accompagnata dalla più antica delle paure: l’angoscia di essere abbandonati. Il bambino più grande si sente messo da parte, fino a quel momento era l’unico per mamma e per papà e si chiede come mai, se i suoi genitori lo amavano così tanto, hanno voluto un altro bambino. Solitamente è già al momento del parto, con la lontananza forzata della mamma in clinica, che il primo-
genito realizza pienamente che è arrivato qualcuno che può sottrargli la cosa più cara. Un’infinità di studi hanno dimostrato che l’incidenza del sentimento di gelosia è maggiore in bambini di età compresa tra i 2 e i 4 anni, quando cioè il senso di autonomia e di sicurezza è troppo modesto per affrontare cambiamenti così radicali. Un bambino geloso prova un sentimento di paura, teme di non essere amato e considerato al pari di qualcun altro. Ci sono bambini che di fronte al nuovo arrivato chiedono esplicitamente alla loro mamma di liberarsene: ”È brutto, mandalo via, regalalo a zia”, altri invece che non dicono niente, tendono ad isolarsi, si mettono in un angolo, osservano la mamma che allatta il fratellino ed intanto alimentano il desiderio di vederlo scomparire; altri ancora regrediscono, parlano come un bambino più piccolo della loro età, succhiano il pollice, bagnano il letto, vogliono stare sempre in braccio. Esprimono così il desiderio di tornare piccoli per riappropriarsi dell’amore della mamma. Ma al di là di una specifica reazione di gelosia, ciò che accomuna i primogeniti alla nascita di un fratellino è l’aumentata dipendenza dalla madre, il desiderio di voler stare sempre e solo con lei. Una madre può fare di tutto per rassicurare il figlio più grande, ma la gelosia si presenterà comunque poiché è un sentimento naturale. Parimenti a nulla servirà rimproverare un bambino perché è geloso, la gelosia, se repressa, potrebbe ripresentarsi più avanti ed assumere forme più gravi. I bambini molto gelosi sono spesso convinti
di non piacere a nessuno, mamma e papà devono aiutarli ad aumentare la fiducia nelle proprie capacità mostrando loro affetto, lode e considerazione. Valorizzare le sue qualità positive piuttosto che sottolinearne le inadeguatezze e i comportamenti negativi potrà aiutarlo ad aumentare l’autostima ed ad avere più fiducia nella possibilità di essere ancora amato. Le espressioni “non ti avvicinare!”, “non lo toccare”, “attenzione gli fai male!” andrebbero bandite perché alimentano sentimenti di esclusione e di ostilità. È al contrario opportuno, tenendo conto dell’età, condividere con lui alcuni momenti dell’accudimento (per es. il bagnetto, il cambio del pannolino etc.) consentendogli anche di prendere piccole iniziative. Il papà gioca un ruolo fondamentale nell’aiutare il primogenito a superare il senso di frustrazione che egli sperimenta quando vede la mamma impegnata nel prendersi cura del nuovo arrivato. La naturale gelosia che il bambino prova nei confronti del neonato può essere compensata dal senso di orgoglio che nasce dal constatare che il papà ha piacere a stare insieme a lui, condividendo piccole attività che magari lo portano a stare fuori casa, tutte cose che “all’intruso” non possono essere concesse. L’atteggiamento dei genitori e la loro capacità di far fronte al bisogno affettivo dei figli, il non palesare preferenze per l’uno o per l’altro, l’evitare i classici paragoni, sono tutte condizioni determinanti che influiscono sul rapporto fraterno mitigandone o amplificandone i conflitti.
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La sindrome da deficit attentivo con iperattività (ADHD)
a cura del dr. Massimo Borghese
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La sindrome da deficit dell’attenzione con iperattività, altresì nota come ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) rappresenta una patologia rilevabile soprattutto o inizialmente in età evolutiva, e caratterizzata essenzialmente dalla presenza di sintomi quali iperattività, scarse capacità di concentrazione, impulsività, difficoltà di coordinazione.
Nel corso degli ultimi anni si sta assistendo ad un notevole incremento numerico di casi di ADHD, e non perché si sono affinate le capacità di osservazione e di formulazione diagnostica, ma per un effettivo aumento di bambini che sin dalla scuola materna manifestano diversi sintomi riferibili a tale sindrome, con un’intensità ed una durata sufficienti per poter parlare di vero e proprio disturbo. Attualmente si calcola che più del 5% della popolazione scolastica rientri nell’ambito dell’ADHD, con netta prevalenza del sesso maschile (da 3 a 9 maschi ogni femmina), persistenza della sintomatologia fino
all’adolescenza in circa i due terzi dei casi, e fino all’età adulta in un terzo. Il bambino affetto da deficit attentivo con iperattività, spesso non riesce a: mantenere l’attenzione per un periodo prolungato, evitare di distrarsi, ascoltare e seguire istruzioni, prestare cura ai dettagli, affrontare compiti lunghi terminandoli nei tempi previsti, avere cura delle proprie cose. A causa della sua patologia: - Si muove eccessivamente anche in contesti poco adeguati. - Sembra continuamente “mosso da un motorino”. - Passa continuamente da un’attività all’altra. - Parla eccessivamente. - Interrompe ed è invadente verso gli altri. - “Spara” risposte a caso. - Nel gioco non sa aspettare il proprio turno ed è impaziente. - Agisce senza riflettere, non valutando le conseguenze di ciò che fa. - Ha una scarsa capacità di sopportare frustrazioni e di differire bisogni e desideri, scarsa autoregolazione di emozioni ed impulsi, scarsa autostima, scarsa motivazione e scarsa tenuta nelle attività che richiedono sforzo cognitivo. Nel corso dell’attività di foniatra, ossia di specialista in fisiopatologia della comunicazione, che entra in contatto in un rapporto inizialmente diagnostico con soggetti comunicopatici, il riscontro di sindromi caratterizzate da deficit dell’attenzione con iperattività, a volte identifica una formulazione diagnostica diretta ed immediata, soprattutto nei casi in cui un bambino giunge in visita perché considerato disattento ed iperattivo (e quindi il dato anamnestico già di per sé costituisce un riconoscimento preliminare, da parte dei familiari, delle disabilità del bambino), altre volte invece identifica un rilievo aggiuntivo in un contesto clinico il cui quadro
è dominato da altre sintomatologie, quali i ritardi di linguaggio, disturbi della fluenza verbale, alterazioni della voce, disabilità di apprendimento (lettura, scrittura, calcolo), psicosi, autismo. Quest’ultima patologia, negli ultimi anni è stata sempre più avvicinata all’ADHD, sia per effettivi riscontri di manifestazioni cliniche comuni in un’elevata percentuale di casi, sia in seguito a studi genetici che ne hanno evidenziato comuni origini. Nell’ambito di una casistica personale, identifico in queste forme cliniche i diversi quadri di sindrome da deficit attentivo con iperattività rilavati in un campione di 200 bambini di età compresa tra tre e dieci anni: - Forme pure, cioè senza sintomi associati evidenti in occasione della prima visita: 33% - Forme con evidenti sintomi associati (disfemia, dislalie, disfonia, dislessia…): 36% - In ambito di sindromi autistiche: 31%. In circa un terzo dei bambini appartenenti a questa casistica, ho concluso la prima visitaosservazione foniatrica con la diagnosi diretta di “sindrome da deficit attentivo con iperattività” quando la sintomatologia preponderante era rappresentata dall’evidente instabilità motoria, e le capacità di prestare attenzione alle consegne anche più semplici risultavano insufficienti. A seconda poi dell’età anagrafica, si riscontrava anche una relativa inadeguatezza delle abilità percettive, motorie globali e fini, grafiche, curriculari, cognitive, comportamentali. In un altro terzo (circa) dei casi, alla sintomatologia su descritta, si univa in misura altrettanto evidente, direi preponderante, la presenza di uno o più sintomi tipicamente “foniatrici” (almeno secondo l’accezione tradizionale) quali numerose dislalie, disfonia, o disfluenza verbale. Va sottolineato che in più della metà di questo 36%, mi è capitato di riscontrare due o più sintomi associati, come ad esempio, dislalie e disfemia, dislalie e disfonia…
Sabato 25 settembre: appuntamento con i 5.000 volontari ABIO Sesta Giornata Nazionale perAmore, perABIO. Una giornata per raccontare il servizio dei volontari ABIO e per promuovere l'umanizzazione dell'ospedale. Per l’intera giornata nelle 100 piazze coinvolte sarà possibile incontrare i 5.000 volontari ABIO, che sono presenti tutto l’anno con il loro sorriso nelle pediatrie al fianco dei bambini, degli adolescenti e dei loro genitori. Essi racconteranno in cosa consiste la loro attività, promuoveranno la Carta dei Diritti dei Bambini e degli Adolescenti in Ospedale, offriranno contro offerta un cestino di pere a tutti coloro che vorranno sostenere ABIO. I volontari ABIO sono persone che tra i vari impegni di studio, lavoro e famiglia hanno scelto di dedicare un po’ del loro tempo ai bambini e agli adolescenti che si trovano in ospedale e ai loro genitori. Dal primo gruppo nato a Milano nel 1978 ABIO è cresciuta, ora i volontari sono 5.000 e sono ben 64 le Associazioni ABIO presenti in tutta Italia. Per raccontare la loro esperienza e per portare al di fuori dei reparti di pediatria il loro messaggio sull’importanza di un ospedale a misura di bambino, ogni anno i volontari ABIO si ritrovano nelle piazze delle città in cui prestano il loro servizio. L’aiuto di tutti permetterà alle Associazioni ABIO di realizzare corsi di formazione per introdurre nuovi volontari nei reparti e garantire così una presenza qualificata e
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Giornata Nazionale perAmore, perABIO
costante, caratteristiche principali del volontariato ABIO. Grazie al successo delle edizioni precedenti, le Associazioni ABIO hanno potuto concretizzare questo obiettivo: anche quest’anno, i volontari ABIO chiedono la partecipazione di tutti per poter portare il sorriso di un volontario accanto ad ogni bambino in ospedale. La Sesta Giornata Nazionale ABIO ha ricevuto come sempre il sostegno delle istituzioni: l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e del Ministero della Salute. Gode inoltre del Patrocinio del Segretariato Sociale Rai. Anche le istituzioni locali – Regioni, Province, Comuni – testimoniano il loro supporto all’iniziativa mediante la concessione del Patrocinio. Il sito di Fondazione ABIO Italia www.abio.org sarà costantemente aggiornato con le piazze interessate dall’evento e tutte le informazioni ed i materiali di comunicazione sulla Giornata Nazionale. ABIO, Associazione per il Bambino in Ospedale ONLUS, è stata fondata a Milano nel 1978 per promuovere l’umanizzazione dell’ospedale. I volontari ABIO si occupano di sostenere e accogliere, in collaborazione con medici e operatori sanitari, bambini e famiglie che entrano in contatto con la struttura ospedaliera. Fondazione ABIO Italia ONLUS coordina e promuove, sul territorio nazionale, l’attività delle Associazioni ABIO locali che con i loro 5.000 volontari offrono un valido e costante supporto ai bambini e alle loro famiglie.
Fondazione ABIO l’Italia è stata scelta come principale beneficiaria. L’obiettivo è di rendere meno traumatico l’impatto di bambini e adolescenti con l’ospedale e, al fianco degli oltre 5 mila volontari ABIO, ad accompagnarli con un sorriso, insieme ai loro genitori, nel percorso di cura.
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La Favola del mese
Luigino tornava da scuola e pensava e ripensava a quello che aveva detto la maestra: “Oggi vi spiego la destra e la sinistra!” Luigino non aveva capito. Tornato a casa corse dalla mamma e chiese: “Mamma cos’è la destra e la sinistra? “Questa è la destra e quest’altra è la sinistra”, rispose la mamma, alzando prima una e poi l’altra mano. “Ah, ho capito”, esclamò: “Questa è la sinistra?!” “No, l’altra”, disse la mamma.
“Ma come, io ho alzato la mano che hai alzato tu!” Commentò un po’ imbronciato. “Si”, disse la mamma, “ma tu sei girato adesso e quindi quello che per me è la destra, per te è la sinistra!” “Va bene” e se ne andò a giocare fuori. Ma a Luigino non era ancora chiaro. “Bah, che strana cosa”. Mentre rifletteva sui “nomi delle mani”, sentì poco più in là dei ragazzi un po’ più grandi che giocavano a pallone: “Rigore, rigore… tiro io… no tira Franco, con il sinistro!” Ancora questa parola. Si avvicinò e con suo stupore vide un tiro in porta… “Goal!” gridarono tutti.
“Ma non doveva tirare con il sinistro?” disse a uno lì vicino, “Certo che lo ha tirato e che tiro!” “Un mistero” disse tra sé. Intanto stava rincasando il papà. “Finalmente!”, si disse e gli corse incontro. “Papà, papà...” e gli raccontò quello che aveva fatto e visto, allora disse: “la destra e la sinistra sono le mani o le gambe? E come si fa a riconoscerle?” Sembrava una semplice domanda. Il papà ci pensò un po’ su e disse: “La destra è la parte del corpo con la quale mangi,
Mentre era intento a mangiare era quasi soddisfatto, stava mangiando con la mano destra, poi vide che il papà al suo fianco mangiava con l’altra... “ma mi hai detto che la mano che scrive e quella con cui si mangia è la destra, ma tu stai mangiando con l’altra?” “Si Luigino, ma io sono mancino” rispose il padre. “La tua mano è la destra, ma io uso la sinistra”. “Oh insomma” sbottò Luigino “prima la maestra, poi mamma che dice che se mi giro… adesso questa nuova parola ‘mancino’. Si può sapere se esiste un modo per sapere?!”
Allora, Mario, il fratellone, gli disse: “Guarda, è semplice: ti metti al centro di una strada e osserva le macchine, quelle che vanno, stanno sempre a destra e quelle che vengono, sempre a sinistra”. Luigino era contento, corse alla finestra e osservò la strada “È vero” disse “quelle che vanno e quelle che vengono sono sempre nello stesso lato della strada, quindi è questa la spiegazione della destra e della sinistra. “Si, ma qui da noi” aggiunse il papà, “perché in Inghilterra le macchine vanno a sinistra e vengono a destra!” “Basta!!!” disse Luigino, “ho capito!”. La mattina dopo, mentre stava andando a scuola, gli si fermò una macchina vicino: “Scusa ragazzino, per il centro devo girare a destra o a sinistra?” “Dipende” rispose Luigino!
E tu, sai riconoscere la destra e la sinistra? Sapresti spiegarlo con un esempio a Luigino?
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scrivi, tiri il pallone… su, adesso andiamo a mangiare che si è fatto tardi”. Ma Franco non aveva segnato col sinistro? Andò a pranzo e la mamma aveva cucinato il suo piatto preferito, gli spaghetti con pomodoro!
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Il nettare degli dei
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Il nettare degli dei, non una leggenda, ma il frutto dell’amore che sgorga dal tuo seno, per nutrire, amare, crescere e proteggere il tuo bambino, un vero elisir di lunga e sana vita.
dal tuo istinto e ogni dubbio si scioglierà. Paracelso diceva: “è la funzione che crea l’organo e non il contrario”, questo vuol dire che più il bimbo succhierà, più latte sarà prodotto.
Fin dal primo istante in cui una donna è consapevole di portare la vita in grembo, il suo pensiero è proiettato al giorno del parto, giorno in cui finirà la nausea, i piedi gonfi, gli ormoni e l’umore ballerino; giorno in cui finalmente si incontrerà il proprio bimbo, si scoprirà il suo viso e lui si attaccherà al seno in un estatico abbraccio da copertina di Baby Magazine.
Come quando si va in palestra, più ci si allena, più si può chiedere ai nostri muscoli. Quindi non avere paura, il tuo seno non è un vizio, non è un gioco, rappresenta la vita per il tuo bambino e la salute per te. Se in qualche momento, per stanchezza, se il bimbo si è attaccato poco e senti il seno vuoto, prima di ricorrere al latte artificiale, ci sono diverse piante galattogoghe, che stimolano, la produzione di latte che potranno sostenerti in questo momento impegnativo e faticoso.
Quando un bimbo nasce e viene appoggiato sul ventre della madre, prima ancora che venga tagliato il suo cordone ombelicale, comincia a muoversi, come un cucciolo, sente l’odore del seno materno, ne è rapito, si attacca con voracità, la felicità è totale, la stanchezza del travaglio sembra scomparire, ma assieme all’estasi, arriva il dolore! Chi lo avrebbe mai immaginato? Il seno è gonfio, ma il colostro non scorre ancora serenamente, deve trovare la sua strada, inoltre la suzione attiva la produzione di ossitocina, dunque ricominciano le contrazioni per far ritornare l’utero alle sue dimensioni originali. In questo momento mille dubbi possono assalirti, tutte le persone che incontrerai elargiranno consigli, dai più saggi ai più stupefacenti e tu sarai frastornata e sopraffatta. A questo punto fermati e pensa, l’umanità è sopravvissuta perché tutte le donne sono in grado di allattare il proprio bambino, a meno di malattie importanti e rare, a patto che il bimbo possa attaccarsi al seno presto e libero da regole, orari e schemi. Lasciati guidare, dunque, dal buon senso e
La pianta più usata a questo scopo è la Galega, aumenta la monta lattea migliorando lo stato circolatorio della ghiandola mammaria. Il Finocchio, che oltre ad una funzione galattogoga, migliora la digestione della mamma e anche del bimbo, prevenendo dunque le colichette gassose.
Il Sambuco, sempre galattagogo, utile in inverno perché allevia raffreddori e mucose infiammate. Il Fieno Greco migliora l’assorbimento delle proteine, inoltre aumenta notevolmente la produzione di latte. Se sei lontana dal tuo bimbo nei primi giorni, magari perché è in incubatrice, rivolgiti a un agopuntore o un naturopata perché ci sono dei punti che si possono stimolare per aumentare la produzione di latte. Anche i fiori di Bach possono essere un valido supporto in allattamento, per alleviare le ansie e le paure che questo periodo può portare con se. Prima di prendere qualunque tisana, estratto, fiore, rivolgiti a un professionista che possa consigliarti serenamente il prodotto più adatto alla tua situazione. Ricorda: questo sarà un periodo magico e passerà velocemente, godi a pieno di questa gioia immensa e anche se qualche volta pensi di non farcela, tieni duro e abbi fiducia in te, nutrire il tuo bambino è un atto d’amore grandioso.
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a cura di Luisa Gentile Naturopata
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Leggi & Normative
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a cura dell’Avv. C. D’Emilio responsabile
I bambini alla scuola materna I bambini della scuola materna vanno accompagnati e sorvegliati anche in bagno Lo ha deciso la Sezione Terza Civile della Cassazione con la sentenza n. 9906 depositata il 26 aprile scorso. Il caso ha visto coinvolta una bambina di una scuola materna, che lasciata da sola in bagno si era procurata una ferita a un occhio a causa della rottura del gancio della catenella dell’acqua. I genitori convenivano in giudizio il Ministero della Pubblica Istruzione per ottenere la condanna dei danni subiti della minore, vedendosi vittoriosi sia in primo che in secondo grado. Il Ministero ha allora adito alla Cassazione, la quale ha rigettato il ricorso confermando la sentenza del giudice di merito. La Corte ha preliminarmente precisato che la
Assegni familiari a coppie di fatto con figli Tra i figli legittimi, e quelli nati da una convivenza more uxorio, non c’è alcuna differenza riguardo agli assegni familiari. A metterlo in risalto è Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” dell’Idv - Italia dei Valori, in forza ad una sentenza della Cassazione emessa venerdì scorso, 18 giugno 2010. La Cassazione, quindi, pareggia i diritti in linea con quanto la nostra Costituzione, in corrispondenza dell’articolo numero 29, recita in materia di famiglia che è riconosciuta come
responsabilità dell’istituto scolastico e dell’insegnante, per acclamata pacifica giurisprudenza (Cass. SS.UU. 9346/2002; Cass. SS.UU. 26972/2008) in caso di danno cagionato dall’alunno, anche a se stesso, rientra nella natura contrattuale.
Per effetto di tale responsabilità - continua la Corte - in caso di controversie, l’attore dovrà solo provare che il danno si è verificato, mentre il convenuto avrà l’onere di dimostrare che l’evento dannoso è stato determinato da causa allo stesso non imputabile.
Invero, secondo il Collegio, con l’iscrizione e l’accoglimento a scuola si instaura un vincolo negoziale dal quale sorge, a carico dell’istituto, l’obbligazione di vigilare sulla sicurezza ed incolumità dell’alunno durante la sua fruizione della prestazione scolastica in tutte le sue espressioni, compreso quella che l’allievo procuri danno a se stesso. L’insegnante, a sua volta, in questo rapporto assume l’obbligo - contrattuale - non solo di istruzione ed educazione ma anche di protezione e vigilanza nei confronti dell’allievo, al fine di evitare che lo stesso si procuri, da solo, un danno alla persona.
Nel caso di specie, l’insegnante - sulla quale si può rivalere l’Amministrazione solo in caso di dolo o colpa grave - si era giustificata di aver lasciato sola la bambina in bagno per il fatto che doveva tornare subito in classe per non lasciare incustoditi gli altri bambini, ma ciò per la Corte non è stato sufficiente ad escludere la responsabilità dell’insegnante per culpa in vigilando, poiché avrebbe dovuto mettere in atto tutte le misure necessarie per sorvegliare la bambina, in considerazione dell’età della stessa che non era in grado di valutare le conseguenze delle sue azioni, comprese quelle apparentemente innocue, servendosi anche dell’ausilio del personale non docente.
una società naturale fondata sul matrimonio. Pur tuttavia, nessuna Legge specifica disciplina le coppie di fatto con la conseguenza che la situazione risulta essere sia confusa, sia vaga; e secondo Giovanni D’Agata questo purtroppo spesso può comportare il rischio della negazione di alcuni diritti che nel nostro ordinamento risultano essere fondamentali. Per questo la sentenza della Suprema Corte è da ritenersi, secondo il componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” dell’Idv, sia importante, sia innovativa visto che viene incontro alle esigenze di quelle coppie di fatto che fino ad ora si sono trovate in materia di accesso agli assegni familiari in una posizione di inferiorità rispetto a quelle che invece risultano essere legate dal vincolo del matrimonio.
Oltre alla presenza o meno del vincolo del matrimonio, gli assegni familiari spettano chiaramente nel rispetto dei limiti di reddito. Gli importi, inoltre, in accordo con quanto si legge sul sito Internet dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (Inps), variano sia in funzione del reddito della famiglia, sia in funzione del numero di componenti e delle caratteristiche del nucleo a seconda, ad esempio, se trattasi di nuclei dove è presente un solo genitore, oppure al suo interno c’è un componente inabile. La domanda per gli assegni familiari, da parte del dipendente, deve essere presentata al datore di lavoro che poi li erogherà direttamente in busta paga. Sentenza 25 febbraio 2010, n. 4623
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di www.legalmente.info
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Strabismo: l’esotropia essenziale infantile a cura del dr. Michele Meglio, Ortottista. Univ. Cattolica S.Cuore, Roma Amb. Ortottica IRCCS Neuromed (Pozzilli)
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È tra gli strabismi più comuni a rapida insorgenza; i genitori notano facilmente una notevole deviazione oculare convergente.
La diagnosi precoce e il suo tempestivo trattamento, presso un centro oculistico e ortottico rappresentano l’unica possibilità affinchè le sequele dello strabismo non siano permanenti e intrattabili. A prescindere dagli strabismi congeniti e dalle forme di paresi congenite dei muscoli oculari, e dalle forme minori di esotropia precoce, fino al terzo mese di vita sono possibili condizioni variabili e assolutamente transitorie della motilità oculare quali esotropie (strabismo convergente) o più raramente exotropie (strabismo divergente).
Altre volte invece vi sono delle particolari condizioni anatomiche che simulano uno strabismo, come ad esempio il più comune epicanto marcato (piega cutanea che decorre dal lato nasale dei due occhi, questa quando più è marcata simula uno strabismo convergente). Fatte queste dovute premesse, è fondamentale specificare che lo strabismo è una condizione clinica della motilità oculare le cui cause sono variabili e le conseguenze non sono mai (solo) estetiche ma sempre funzionali, invalidanti e, se non trattate in tempo nell’età plastica, irreversibili. La diagnosi precoce e il suo tempestivo trattamento ortottico e/o chirurgico, rappresentano l’unica possibilità affinchè le sequele dello strabismo non siano permanenti e intrattabili. L’esotropia essenziale infantile è una forma di strabismo convergente che colpisce l’1% dei soggetti nati a termine, la percentuale aumenta nei gemelli soprattutto se sottopeso alla nascita. Raggiunge il 15% nei nati prematuri. Le sue caratteristiche principali sono: • Insorgenza entro i 6 mesi di vita • Angolo di strabismo rilevante (oltre le 40 diottrie prismatiche) • Normale sistema nervoso centrale • Deviazione stabile • Fissazione crociata con posizione anomala del capo (entrambi gli occhi restano addotti, ovvero “convergenti” per cui quando il bimbo guarda con l’ occhio destro tiene il capo ruotato a destra e viceversa) • Pseudo paralisi dei muscoli retti laterali (apparentemente sembra che lo sguardo del
bimbo non riesca ad oltrepassare la linea mediana, ma sembra rimanga addotto) • Ipermetropia modica (condizione normale) • Nistagmo • Altre disfunzioni della motilità estrinseca L’approccio diagnostico e terapeutico è di esclusiva competenza dell’Ortottista e dell’Oculista, che insieme e secondo le relative competenze, attuano le indagini cliniche e stabiliscono il trattamento personalizzato più adeguato. Gli atti diagnostici iniziali sono l’esame completo del bulbo oculare, l’esame della refrazione (con l’instillazione di colliri cicloplegici), la valutazione approfondita degli aspetti motori e sensoriali. Così facendo ed escludendo diagnosi differenziali come esotropie sensoriali o paralisi congenite di uno o entrambi i muscoli abducenti, si valuta il tipo di fissazione attuato dal bambino e la preferenza o meno nell’uso di uno dei due occhi. Stabilito che l’angolo elevato di tale strabismo non è correggibile con lenti, che nonostante le terapie ortottiche del caso, non ha una riduzione sostanziale, l’aspetto terapeutico è indirizzato meramente al trattamento dell’ambliopia (cosiddetto “occhio pigro”, ovvero un mancato sviluppo visivo di uno dei due occhi a causa del suo non uso) quando la fissazione non sia alternante e al miglioramento della motilità oculare attraverso le diverse terapie attuate dall’ortottista, in attesa comunque dell’intervento chirurgico che resta il trattamento d’elezione per questo tipo di strabismo.
Il mondo immaginario del bambino
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Guardate il cielo e domandatevi: la pecora ha mangiato o non ha mangiato il fiore? E vedrete che tutto cambia… Ma i grandi non capiranno mai che questo abbia tanta importanza.” (Saint-Exupery) Fin dai primi contatti con il corpo della madre, il bambino fa un’esperienza molto importante: sperimenta il piacere o il malessere e riconosce tali sensazioni in relazione a determinate esperienze concrete. Per esempio: il malessere quando ha l’aria nella pancia e il piacere quando è appoggiato al petto della madre. Queste sensazioni, ripetendosi, nel tempo, vengono memorizzate dal bambino sia nella mente che nella memoria corporea, il bambino impara a riconoscerle e con il tempo sperimenta anche un’altra cosa; dopo che la madre si è allontanata, ritorna. Che cosa sta facendo il bambino? Egli sta svolgendo un’importante operazione, mentre fa esperienza; associa le sue sensazioni fisiche alle situazioni: il piacere alla madre che nutre, al padre che gioca, ecc. e il malessere alla mancanza, quando fa queste associazioni mentali unite alle sensazioni del corpo, in realtà egli crea delle immagini e sono le immagini che fanno memorizzare l’esperienza fatta. Perché è così importante creare immagini? Quando la madre comincia lo svezzamento, e più tardi comincia ad abituare il bambino ai primi distacchi e ai primi allontanamenti, l’aver imparato a creare immagini in cui la madre manca e poi ritorna, funziona in modo efficace per affrontare meglio l’assenza della madre. Quindi il bambino impara a gestire l’assenza di una persona cara o la mancanza di un
oggetto, con serenità e fiducia: -la madre ritornerà-. In questo modo, il bambino si protegge dalla paura più antica, quella di perdere la madre e con essa la fonte del suo sostentamento e benessere. Mentre cresce, il bambino gradualmente si distacca dalla madre, per diventare sempre più autonomo, e lo fa serenamente senza traumi solo se impara ad accettare la separazione, ma questo riesce solo se può immaginare che dopo la separazione c’è anche un ritorno. Allora, quando dovrà andare alla scuola d’infanzia, il primo giorno non sarà un dramma, il bambino è pronto, se ha potuto maturare interiormente l’immagine positiva della madre e del padre. Avere dentro di sé l’immagine positiva dei suoi genitori è come averli realmente e sentirli presenti dietro alle proprie spalle o al proprio fianco, con il loro amore e la loro protezione. Le immagini che un bambino produce dentro di sé, sviluppa anche il suo movimento verso la vita. Il bambino che ha prodotto immagini serene e che ha sperimentato in una certa misura la mancanza di un oggetto o di una persona, saprà affrontare con meno fatica i vari ostacoli della vita, sarà caratterizzato da un atteggiamento di maggiore fiducia nella risoluzione dei problemi e sarà più disponibile a cambiare una situazione triste in gioia e ad essere più flessibile. Il bambino iperprotetto, che ha avuto tutto e subito e tutti a sua disposizione e, non ha mai sperimentato cosa significa desiderare, aspettare un giocattolo, o che una persona arrivi, crea immagini in cui tutto gli è dovuto e, di conseguenza nella vita tenderà a muoversi in modo tale da aspettarsi che siano
sempre le situazioni e gli altri ad adattarsi a lui. Il bambino che è stato molto trascurato, sviluppa un immaginario popolato di figure potenti e aggressive e tenderà a muoversi con sospetto, con prepotenza, cercando di prevaricare sugli altri per paura che a lui non rimanga nulla, o con la paura continua e profonda di essere abbandonato ed escluso.
Per il ben-essere del bambino e del genitore Alle mamme e ai papà Per arricchire l’immaginario di vostro figlio: -quando il vostro bambino fantastica, giocate con i suoi personaggi, aggiungendo degli elementi più dettagliati inventati o reali; raccontate o inventate storie ricche di particolari. - fate tutti i giochi in cui si compare e scompare come il più noto e antico cucù settè.
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a cura della dr.ssa Leopoldina De Varti, Psicologa e Psicoterapeuta
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www.mammaelavoro.it Il sito Mamma e Lavoro è un progetto nato nel 2010 creato da un gruppo di mamme per trovare nella rete realtà dedicate alla maternità e per offrire alla mamma lavoratrice una serie di informazioni, spunti, servizi e condivisione, visto il coinvolgimento di persone con esperienze di settori specifici (la pedagogista, l’educatrice, la nutrizionista ma anche la specialista HR, l’avvocato ecc. ecc.) Mamma e Lavoro vuole essere uno spazio di informazione e orientamento riguardo a temi come lavoro, maternità e salute. È un ‘contenitore’ dedicato a chi vuole vivere con gioia il ruolo di mamma o papà, trovando anche delle risposte ai molti dubbi che devono affrontare i genitori, ma vuole anche offrire uno spazio dove si parla di professionalità e carriera per quelle donne che hanno scelto di non rinunciare ad avere un ruolo attivo anche nel mondo del lavoro. MammaeLavoro.it è nato per essere uno strumento utile alle donne e alle mamme, una community per condividere oltre che informare e dove le utenti potranno raccontarsi e offrire il proprio contributo esperenziale.
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www.mammeacrobate.com È un portale di informazione, confronto e sostegno rivolto alle mamme, ai papà, ai nonni e a coloro che sono interessati a tematiche inerenti la maternità e l’infanzia, online da gennaio 2010. Obiettivo Mammeacrobate.com promuove attivamente la nascita di una community che sia da sostegno alle mamme e che sia punto
di riferimento per le famiglie; un luogo in cui condividere esperienze, cercare consigli e informarsi. I temi Grande attenzione viene riservata a macro temi quali lavoro/conciliazione, attualità, psicologia, diritto e a tutto ciò che ruota intorno al ruolo della donna/madre nella società, ma non solo. Si parla anche dei bebè e delle loro esigenze, di natural life, di moda, di cucina e di soluzioni abitative per case a portata di bambini. E ancora, recensioni di libri, sia per genitori che per bimbi, e prodotti originali, pratici e innovativi. Infine uno spazio tutto dedicato ai Nonni 2.0 attraverso il Blog di Nonna Maria e ai Papà. Cerchiamo inoltre di dare il nostro contributo per segnalare eventi, iniziative e opportunità per bambini e famiglie.
www.salute.gov.it Una sezione del sito del Ministero della Salute dedicata alla salute del bambino. Spesso le famiglie non sanno come comportarsi e si trovano da sole ad affrontare problematiche fondamentali per lo sviluppo evolutivo del bambino. I bambini sono il nostro futuro. Adoperarsi per tutelare al meglio la loro salute è un preciso impegno di civiltà. La guida e le schede tecniche presenti in queste pagine forniscono ai genitori un strumento pratico ed operativo. Sono semplici regole generali che vanno dalla preparazione dell’ambiente che dovrà accogliere il neonato fino all’alimentazione, all’igiene e alla prevenzione degli incidenti domestici
in giro per la ret e
29 Calendario Baby Eventi e iniziative dedicate a infanzia, pediatria e ginecologia.
Trieste, 18-21 settembre 2010
7th European Conference of European Spciety for Infectious Diseases in Obstetrics and Gynaecology Sede del Congresso: Conference Centre Stazione Marittima Presidenti del Congresso: S Guaschino, B Larsen, ER Weissenbacher Segreteria Organizzativa: Ekipeventi - P.O. Box 830 - Trieste Tel: 040.3406097 Fax: 040.9870122 Cell: 333.4014910 - 347.1252693 www.ekipeventi.it Torino, 9 Settembre 2010
Congresso medico in Neuropsichiatria infantile Attività formativa per: Medico chirurgo, Psicologo Discipline di riferimento: Neuropsichiatria infantile, Psichiatria, Medicina generale - Medici di famiglia, Psicologia, Area nterdisciplinare,Psicoterapia Obiettivi evento: Acquisire conoscenze teoriche in: formato di coppia, individuale e familiare
Conseguire conoscenze pratiche in: formato psicoterapeutico, convocazione Migliorare capacità comunicative in: scelta del sottosistema familiare su cui intervenire Obiettivo formativo nazionale Gruppo 2 - Formazione finalizzata all'utilizzo ed all'implementazione delle linee guida e dei percorsi diagnostico-terapeutici www.infocongressi.com Milano, 17-18 settembre 2010
9° Corso Teorico-Pratico di Procreazione Medico-Assistita Direttore: G Ragni Segreteria Scientifica Fondazione per la Ricerca sull'Infertilità di Coppia Tel: 02.58314368 Segreteria Organizzativa: Centro Italiano Congressi CIC corso Trieste, 42 - 00198 Roma Tel: 06.8412673 Fax: 06.8412687 medicinadellariproduzione@gruppocic.it
Napoli, 20 settembre - 2 ottobre 2010
6th World Congress on Ovulation Induction hairmen: M Filicori, G DePlacido Comitato Scientifico: R Fleming, JN Hugues, NS Macklon, Nardo L, Pellicer A, Ubaldi F Dr. Carlo Alviggi Dipartimento di Medicina Riproduttiva di Ginecologia e Ostetricia Università di Napoli "Federico II" Via Sergio Pansini 5 - 80131 Napoli Tel: 081.7462699 Fax: 081.746 3747 mail: alviggi@unina.it Segreteria Organizzativa: GynePro Educational mail: educational@gynepro.it Sede del Congresso: Royal Continental Hotel Via Partenope 38/44 - 80121 Napoli, Italy Tel: 081.2452068 Fax: 0817644616 mai: l.parmegiani@gynepro.it Website: www.gynepro.it
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+ Spazio alla Fantasia!
Enrico 8 anni
Una sezione che dà spazio alla creatività, una galleria dedicata a tutti i piccoli artisti che amano disegnare, raccontare, inventare, sognare e creare. Se ti piace scrivere, disegnare se hai fantasia da vendere e vuoi mostrarlo a tutti, questa è l'area dedicata a te! Manda* i tuoi lavori all'indirizzo info@babymagazine.it oppure spediscili ad: Associazione Salutare Via Due Principati, 278 83100 Avellino, li pubblicheremo in una fantastica Galleria d'Arte junior. *puoi scannerizzare o fotografare le tue opere o mandare gli originali, (il materiale non verrà restituito); PS.: non dimenticare i tuoi dati.
In Diagnostica Medica è attivo un servizio di ecografie specifiche:
* transfontanellare per neonato e lattante * Ecocardiografia pediatrica * Visite pediatriche