babymagazine n° 3 - allegato alla rivista salutare
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Salutare dedica a mamme e papà un nuovo prodotto per poter meglio comprendere e affrontare il percorso della genitorialità, dalle cure mediche alla scelta dei migliori prodotti in commercio. Fornisce un servizio a 360 gradi che abbraccia tutti gli aspetti legati alla nascita e alla crescita di un figlio senza trascurare nessuna sfumatura. Valuta i prodotti per mamme e bambini favorendo una scelta consapevole. Si avvale della professionalità di medici, pediatri, ginecologi, puericultori specializzati in infanzia e maternità ed è supportato dal forum dedicato ai genitori, http://www.paroladimamma.it , per discutere e confrontarsi su ogni aspetto legato alla crescita del proprio figlio . Le esperienze, i consigli dei nostri esperti saranno un sostegno per quanti vivono questa meravigliosa esperienza. Scrivete, comunicate, informate su tutto ciò che riterrete opportuno divulgare, scambiamo idee e consigli, facciamo della rivista uno strumento informativo a disposizione di tutti. Il tuo contributo e la tua partecipazione consentiranno di diffondere più informazioni a più persone.
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Sommario Redazionale Cari mamme e papà, si dice che il 3 sia il numero perfetto. Siamo giunti al numero 3 di Baby Magazine e siamo soddisfatti della vostra partecipazione! Nonostante l’esperienza quinquennale di Salutare, e nonostante il riscontro più che positivo maturato durante questi cinque anni di attività, non credevamo che voi lettori sapeste ancora stupirci! Ogni giorno in redazione arrivano tante lettere in cui si fa richiesta della rivista, unite alle bellissime, tenere e simpatiche fotografie dei vostri bambini che si fanno largo per entrare a far parte dei nostri Vib. Purtroppo lo spazio ci consente di pubblicarne solo alcune alla volta, ma se saprete seguirci con la costanza che finora ci avete sempre accordato, sapremo accontentarvi tutti. In questo numero, abbiamo dedicato uno spazio particolare ai consigli di puericultura, utili suggerimenti che vi faranno affrontare con meno ansia la quotidianità del vostro bebè; abbiamo inoltre approfondito un argomento forse ancora poco conosciuto, ovvero la conservazione, in apposite banche, delle cellule staminali del sangue del cordone ombelicale, che permetterà la risoluzione di eventuali patologie riscontrabili in futuro, una speranza in più di guarire e tornare alla vita. Troverete come sempre un approfondimento di Pedagogia, la favola del mese, i consigli per i vostri acquisti e tanto altro. Dunque non ci resta che augurarvi buona lettura! Alla prossima
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Il Massaggio infantile.
Il secondo trimestre di gravidanza!
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In quale modo farlo nascere?
Il bambino troppo timido
Conservo il cordone ombelicale?
e poi... Allattamento Materno La favola del mese Consigli di puericultura Le micosi nei bambini Febbre, influenza e malattie La prima “casa” del bambino Il bambino troppo timido Pagine baby
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Come è possibile ricevere a casa la rivista Baby Magazine? Per ricevere la rivista Baby Magazine a casa basta compilare in tutte le sue parti il form a pag. 22. Sono un medico specialista, come posso inviare i miei contributi redazionali? Per poter inviare articoli redazionali basta inoltrare la richiesta, il curriculum a: redazione@babymagazine.it Sono una mamma e vorrei segnalare un prodotto e/o servizio utile o dare qualche suggerimento, a chi posso scrivere? Per comunicare le vostre opinioni, esigenze, proposte, esperienze oppure un parere
sulle strutture e i servizi di cui avete usufruito potete scrivere una mail a comunica@babymaga zine.it oppure segnalarlo al forum paroladimamma (pag.30). Le segnalazioni saranno preziose per orientare gli articoli e i dossier che pubblicheremo sulla rivista. Desidero contribuire alla vostra iniziativa e far crescere il progetto, posso sostenervi economicamente? È possibile fare un libero versamento sul c.c. 55117402 intestato all’Ass. Salutare via Due Principati, 278 (ex 210) Av. Sono titolare di un'Azienda/ struttura del settore maternità e infanzia. Come posso informare i lettori circa prodotti, servizi e iniziative? Partecipare a Baby Magazine significa sostenere un’iniziativa culturale intrapresa per sensibilizzare alla salvaguardia del benessere comune e di fornire ai lettori oltre ai servizi, il supporto da consultare per essere sempre aggiornati. Per poter usufruire di Baby
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Baby Magazine è un allegato della rivista Salutare Reg. Tribunale Av in data 15/01/2004 N° 419 Editore: Ass. Culturale Salutare Anno I, n°3 Distribuzione gratuita Collaborazioni: dr. F. Accarpio, dr. Elio Caggiano, dott.ssa A. Carrino, dott.ssa L. De Varti, dott.ssa V. Funicelli, dott.ssa A. M. Riccardo, dott.ssa N. Santoro. sito: www.salutare.info e-mail: info@babymagazine.it contatto skype: babymagazine Tel.: 0825.74603 - fax: 0825.769808
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Comitato Scientifico: Prof. Emerito Giuseppe Roberto Burgio - San Matteo (Pavia) Prof. Pasquale Di Pietro Ospedale Gaslini (Genova) Pres. Nazionale SIP Prof. Pietro Ferrara - Università Cattolica Sacro Cuore (Roma) Prof. Alfred Tenore - Direttore Dip. Pediatria Università di Udine Prof. Alberto G. Ugazio Ospedale Bambino Gesù (Roma) Prof. Alberto Villani - Ospedale Bambino Gesù (Roma) dr. Elio Caggiano - specialista in pediatria - presidente dell’Associazione pediatrica “Per il Bambino” dr.ssa Angela Carrino -specialista in pediatria
I Piccoli protagonisti di questo mese sono...
Giorgio Pio 22/01/2004 Mamma & Papà: Tania Colella e Giuseppe Cardillo
Gaia Mamma & Papà: Helena e Frank Netti
Lidia Rosa 27/07/2005 - Mamma & Papà: Antonella Nusco e Maurizio Gaeta
Maria 23/05/2008 - Mamma & Papà: Giuditta Grasso e Gianluigi Sannino
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Mariano 29/05/2005 - Mamma & Papà: Rosa Marra e Raffaele Borrelli
V.I.B.
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Massaggio Infantile a cura della dott.ssa Valentina Funicelli, Logopedista e Insegnante diplomata dell’A.I.M.I. Associazione Italiana Massaggio Infantile.
Cos’ è il massaggio Infantile? Il massaggio del bambino è un’antica tradizione, presente nelle culture di molti paesi che recentemente è stata riscoperta e si sta espandendo anche nel mondo occidentale. L’evidenza clinica e recenti ricerche hanno inoltre confermato l’effetto positivo del massaggio sullo sviluppo e sulla maturazione del bambino a diversi livelli; inoltre grazie all’attivazione di alcuni ormoni durante il suo svolgimento, il massaggio determina uno stato di benessere anche in chi lo offre e non soltanto in chi lo riceve.
Con il massaggio è possibile accompagnare, proteggere e stimolare la crescita e la salute del bambino. Può rivelarsi infatti un buon sostegno nei disturbi del ritmo sonno-veglia e può prevenire o dare sollievo al disagio provocato dalle coliche gassose. Il massaggio non è una tecnica, è un modo di stare con il bambino, che favorisce il legame di attaccamento e rafforza la relazione genitore-bambino. è un mezzo privilegiato per comunicare ed essere in contatto con il proprio bambino, che nutre e sostiene, nell’arte di essere genitori.
ciazione nonché la persona che ha operato per la diffusione del massaggio infantile in occidente. Dopo un’esperienza di lavoro in un orfanotrofio in India, durante la quale ha condiviso le tradizioni locali e appreso le modalità di massaggio del bambino tradizionale indiano, ha deciso di studiare ed approfondire i benefici di tale pratica. Nel 1981 ha fondato l’I.A.I.M. - International Association of Infant Massage, creata con l’obiettivo di diffondere in tutto il mondo il massaggio infantile, attraverso un programma che rispetti i bambini e sostenga la relazione genitori-bambini.
Storia dell’associazione Vimala McClure, americana del Colorado, insegnante di yoga, è la fondatrice dell’Asso-
L’Associazione Italiana Massaggio Infantile (A.I.M.I.), è un Associazione Scientifica Tecnico Professionale, fondata a Genova nel
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- l’apparato cardiocircolatorio: favorendo la perfusione periferica e aiutando a mitigare le fluttuazioni dei livelli di ossigeno.
1989 da Benedetta Costa, fisioterapista pediatrica, con lo scopo di diffondere la pratica del massaggio del bambino per i benefici che esso apporta nello sviluppo armonico dell’essere umano. A tal fine l’Associazione cura, promuove e partecipa ad eventi a carattere informativo e di divulgazione scientifica, ed organizza corsi di formazione per operatori su tutto il territorio nazionale.
L’apparato gastro-intestinale: il massaggio in senso orario aiuta la peristalsi e l’evacuazione di aria e feci, inoltre un buon contatto favorisce anche una migliore digestione e assimilazione del cibo che incrementano la crescita del neonato.
Obiettivi di miglioramento La pratica del massaggio produce una serie di benefici, che si riflettono sulla qualità della vita, sia del bambino che dei suoi genitori, tra i quali:
Il sistema immunitario: la stimolazione cutanea nella prima infanzia esercita un’influenza benefica sul sistema immunitario, con importanti conseguenze sulla resistenza alle infezioni e alle malattie.
Rilassamento Favorisce uno stato di benessere, è un’esperienza di profondo contatto affettivo tra genitore e bambino e in questo modo favorisce il rilassamento di entrambi. Aiuta il bambino a superare gli stress provenienti dalle situazioni nuove che deve affrontare, sciogliendo le tensioni toniche e i piccoli malesseri.
Il sistema linfatico: favorendo il ritorno della linfa e quindi una migliore nutrizione delle cellule, garantisce una più veloce eliminazione delle tossine.
Stimolazione Principalmente viene stimolato il tatto come organo di senso, ma il suo effetto stimola anche: - l’apparato respiratorio: favorendo l’assunzione e l’utilizzo di O2 ed eliminazione di CO2;
Il sistema neuro-ormonale: il contatto madre-bambino abbassa i livelli di ACTH nel sangue e riduce lo stress, favorisce la produzione di ormoni quali ossitocina e prolattina, essenziali per la sopravvivenza del neonato e per rinforzare l’attitudine del prendersi cura nell’adulto. Sollievo Il massaggio all’addome allevia il dolore provocato dalle coliche gassose, tonificando il
Le
M A S S A G G I O
tratto digestivo e aiutando ad eliminare aria e feci. Il massaggio del viso allevia la tensione durante il periodo della dentizione, e/o aiuta a scaricare il naso dal muco durante il raffreddore. Un importante momento di sollievo si ha quando attraverso il massaggio il bambino può dar sfogo ad una tensione emotiva, magari con un bel pianto o attraverso una energica attività motoria per poi addormentarsi tranquillo. Interazione e Attaccamento Questa è una parte molto importante, infatti l’Insegnante di Massaggio, non massaggia mai i bambini direttamente, ma insegna ai genitori come massaggiare i propri figli. Attraverso il massaggio infatti si facilita il processo del bonding e un modello di attaccamento sicuro. Nel caso della relazione genitori/bambino, la creazione del legame è una questione di interazione reciproca, in cui ogni partner ha un ruolo nel facilitare la relazione, è un processo in divenire che cresce anche grazie al contatto fisico prolungato e allo scambio tonico-emozionale. è proprio in questa ottica che viene proposto il massaggio, come uno strumento che nutre e sostiene nell’arte di essere genitori.
ani della mamma e del papà iutano timolano fiorano vvolgono iocano uidano nsegnano dorano di buono...
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Il secondo trimestre di gravidanza
Col primo trimestre si è chiuso un periodo critico della gravidanza, quello in cui è massimo il rischio di aborto (10-15% di tutti i concepimenti), quello in cui l’assunzione impropria di farmaci ed alcune malattie infettive possono arrecare i danni più gravi ai tessuti embrionali ancora poco differenziati.
Questi tessuti possiedono infatti una straordinaria capacità proliferativa: dunque qualunque “guasto” al corredo cromosomico di una cellula si ripeterà in tutte le generazioni di cellule figlie, compromettendo in buona parte la funzionalità dell’organo interessato. Dal quarto mese, in genere, anche i fenomeni neuro-vegetativi materni (nausee, vomito, scialorrea, vertigini, ecc.) tendono a regredire, segnalando così il raggiungimento di un migliore equilibrio psico-fisico nella gravida e l’apertura di una fase nuova. Si va pian piano realizzando e stabilizzando una serie di preziosi meccanismi di adattamento dell’organismo materno nei confronti dello stato di gravidanza. I potenti stimoli endocrini hanno già indotto un notevole sviluppo delle fibre muscolari uterine che si sono allungate ed ispessite; l’ulteriore aumento di volume dell’utero sarà dovuto adesso alla crescita del feto e dei suoi annessi che determinerà una vera e propria espansione dell’organo in tutte le direzioni, soprattutto in senso longitudinale. Prima della gravidanza l’utero era lungo 6-7 cm e pesava circa 80 gr. Alla fine della gestazione supererà i 30 cm di lunghezza e peserà circa 1 kg. Dal quarto mese in poi l’utero non può essere contenuto entro il baci-
no e la sua estremità superiore può essere palpata in addome: la misura dell’altezza del fondo uterino fornirà al ginecologo di mese in mese un indice indiretto dell’accrescimento fetale. Inoltre l’organo comincia a ruotare da sinistra verso destra, dislocato in tal senso dalla presenza, nel bacino a sinistra, del retto-sigma, l’ultimo tratto di intestino. Anche il collo uterino subisce delle modificazioni morfologiche e funzionali. L’aumentato afflusso di sangue gli conferisce una consistenza pastosa ed una colorazione cianotica caratteristica, uguale peraltro a quella della vulva. Le ghiandole del canale cervicale intanto aumentano notevolmente la loro produzione di muco fino a formare un vero e proprio tappo mucoso, piuttosto denso, sistemato davanti all’ingresso della cavità
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uterina per proteggerla dai microrganismi patogeni che dall’ambiente esterno penetrano in vagina. In gravidanza il collo dell’utero ha poi un altro ruolo, ancora più prezioso e tipico della specie umana. Esso funge da supporto meccanico per la camera gestazionale: opponendosi alla forza di gravità che tenderebbe ad espellerla, le consente di crescere indisturbata senza che il suo stesso peso laceri le membrane amniocoriali o stacchi la placenta dalla sua area di inserzione sulla parete uterina. Tutto questo grazie ad una robusta trama di fibre connettivali, pronta ad allentarsi e sciogliersi solo in prossimità del travaglio di parto: il massimo dell’efficienza! Anche l’aumento di peso della gravida è più evidente. Se finora l’incremento è stato di 1 kg circa, d’ora in poi procederà al ritmo approssimativo di 400 gr. a settimana, fino a realizzare, se non ci sono particolari restrizioni dietetiche, un aumento al termine della gestazione di 12 kg circa.
A cosa è dovuto l’aumento di peso in gravidanza? è facile intuire che sono diversi i fattori responsabili, primo fra tutti il feto con i suoi annessi: un bimbo di 3400 gr, per esempio, porterà con sé al momento del parto una placenta di 600 gr. e liquido amniotico per 800 gr. circa. Il secondo elemento più importante è la ritenzione idrica da parte di tutti i tessuti, in particolare di quello connettivo. Essa è dovuta ancora una volta all’azione degli estrogeni e può comportare anche edemi alle gambe o generalizzati. Abbiamo già detto dell’utero che cresce di 1 kg, rimangono da ricordare le mammelle ed il sangue: quest’ultimo, diluendosi, aumenta la sua massa liquida di 1-1.5 litri e quella di globuli rossi di 200-400 ml. Il tutto per soddisfare le accresciute esigenze di un circolo che adesso comprende anche il distretto placentare. Un’ultima nota. è ormai chiaramente dimostrato che incrementi ponderali eccessivi, specie se associati ad altri fattori di rischio, sono correlati alle più temibili complicanze del terzo trimestre (gestosi, distacco intempestivo di placenta ecc.). Il quinto mese di gravidanza. Al 5°mese il bambino si muove molto e la madre può già sentirlo. L’aumento delle cellule nervose è giunto a termine e, a partire da questa settimana, il suo cervello crescerà di 90 gr al mese. La pelle continua ad essere raggrinzita perché non contiene ancora dei grassi. Sui polpastrelli delle dita, ci sono già le impronte digitali e le unghie sono formate del tutto. >>> continua a pag. 11
Viaggiare al 5° mese Se avete deciso di fare un viaggio, dovete consultare il vostro medico prima di partire per verificare che tutto sia in ordine perché, anche nel caso di gravidanza a basso rischio, un viaggio a grande distanza non è consigliato. Per la maggior parte delle donne, i viaggi durante il secondo trimestre sono un’occasione perfetta per profittare di un soggiorno con il proprio compagno e distrarsi prima della nascita del bebè. Dopo aver ottenuto il permesso del medico, avete bisogno di pianificare il viaggio e di prendere qualche precauzione affinché tutto vada bene. Vi consigliamo di organizzare un viaggio con una sola destinazione, piuttosto che uno che preveda di visitare diverse città in tempi brevi. Rispettate la vostra dieta perché il bebè continua ad avere bisogno degli stessi alimenti; non bevete acqua del rubinetto se andate in un Paese straniero; cercate di urinare più volte al giorno e portatevi dietro il nome di un ginecologo del Paese che andate a visitare. è importante che vi muoviate durante il tragitto. Se viaggiate in automobile, fate delle soste frequenti; se viaggiate in treno o in aereo, alzatevi e passeggiate nel corridoio. Dovete muovervi per non avere problemi circolatori.
Richiedi la io card. Conviene!
Avellino - Viale Italia, 10 Tel.: 0825 35066 Salerno - Via delle Calabrie, 41 Tel.: 089 301874
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>>> continua da pag. 9 L’evoluzione del sistema respiratorio continua e la differenziazione sessuale è completa. Verso la fine del 5° mese egli è coperto da un leggero strato di peli, ha un po’ di capelli ed appaiono le prime ciglia e sopracciglia ma, per il momento, esse sono bianche. Il pancreas comincia a produrre insulina. Il futuro bebè pesa 650 grammi e misura 30 cm. Sviluppa i suoi sensi: prima il tatto e poi l’odorato, il gusto, l’udito e la vista. Adesso potrà succhiare il dito ed esercitarsi così per perfezionare il riflesso di suzione che mette in pratica quando deve succhiare, una volta venuto al mondo. Alla fine del 5° mese, il cervello ed il midollo osseo sono completamente formati e da questo momento e fino alla fine della sua vita adulta, egli non svilupperà alcun neurone in più. Il feto dorme la maggior parte del tempo: a volte cade in un sonno molto profondo ed altre volte più leggero. Quando non dorme - più o meno due ore al giorno - è molto attivo. Se è una bambina, si formano la vagina e le ovaie, che contengono 6 milioni di cellule primitive. è un periodo meraviglioso nel quale vi sentirete molto bene perché la fatica e le nausee dei primi giorni sono finite. Inoltre, non avete un ventre troppo voluminoso e quindi potete sentirvi molto attive, con una grande voglia di muovervi e di fare tante cose. Il bebè è ben installato e non ci sono minacce di aborto. Per questo motivo è il momento migliore per fare viaggi, escursioni, passeggiate e, perché no, per decorare la cameretta del bebè. Sentirete che la vostra temperatura corporea
aumenta e, a volte, suderete di più. Questo succede perché l’ipofisi lavora di più ed il vostro corpo ha bisogno di liberare l’eccesso di residui che produce. Poiché dovete respirare più in fretta (per ossigenare il bambino e liberarlo dall’anidride carbonica), vi stancherete prima del solito. Avrete più difficoltà a respirare perché l’utero è cresciuto ed ha spostato la massa addominale verso l’alto. è il migliore momento per iniziare gli esercizi di controllo della respirazione che vi saranno molto utili per la preparazione al parto. è possibile che abbiate più fame. è una risposta naturale al cambiamento che si è prodotto nel vostro metabolismo. Potete mangiare in maggior quantità, ma non sotto il pretesto che dovete mangiare per due. Dovete controllare il vostro peso per evitare dei problemi e seguire una dieta ricca e completa. è anche il periodo di varici, smagliature, emorroidi e cellulite. Questo è dovuto ad una cattiva circolazione. Per migliorare la situazione, è bene che mettiate le gambe in alto, che non restiate troppo tempo in piedi e che non facciate dei bagni caldi o vi depiliate con la cera a caldo. Ci sono delle donne che non sentono nessuno di questi sintomi che vi descriveremo perché li hanno già avuti e ci sono abituate. Altre donne invece li sentiranno tutti o in parte. Per quanto riguarda i sintomi fisici, si verificano: movimenti fetali, un flusso più abbondante, l’aumento dei battiti del polso, cambiamenti nella pigmentazione della pelle, mal di schiena, orgasmo più facile (o difficile), crampi alle gambe, acidità di stomaco.
Per quanto riguarda i sintomi emotivi si riscontrano l’accettazione della realtà della gravidanza, minori sbalzi d’umore, distrazione ed una certa irritabilità.
12 (3a parte) a cura del dr. Elio Caggiano specialista in pediatria Presidente dell’Associazione pediatrica “Per il Bambino”
Siamo arrivati al terzo e ultimo “capitolo” sul tema “allattamento”. Quali controindicazioni comportano i farmaci? Quanto e come conservare il latte materno? Quando è opportuno rivolgersi al medico?
Allattarlo naturalmente anche in pubblico Stanno aumentando le iniziative per favorire le mamme che allatta-
no e che si trovano in giro quando il neonato ha bisogno di essere nutrito. In diversi negozi, ad esempio, vengono adibiti appositi spazi nei quali poter nutrire il proprio bambino, in modo che le mamme
si possano sentire a proprio agio in questo gesto cosí naturale. Agendo con discrezione, ogni luogo potrebbe essere adatto a farlo e verrebbe cosí anche incentivato l’allattamento al seno, salutare
come sappiamo per il neonato. Inoltre questo momento potrebbe essere utile per favorie la socializzazione della mamma durante passeggiate, viaggi, o momenti di shopping.
Il biberon si utilizza per svariati motivi e in diversi momenti della giornata: dalla colazione al pranzo, fino alla cena, ma anche solo per bere o ancora durante le uscite. Utilizzando il biberon, tutto si risolve in fretta, il bimbo presto imparerà a tenerlo da solo e farà colazione in pochi minuti.
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Il Biberon Qualche informazione in più per scegliere meglio: Coordinato Suavinex Limited Edition
Caratteristiche del biberon Fattori da considerare sono maneggevolezza, dosimetro, dimensioni. I biberon più piccoli sono usati per i primi mesi, quelli più grandi per il bambino in crescita, quelli a doppia impugnatura aiutano il bimbo ad acquisire una certa autonomia. Materiali Bisogna distinguere tra biberon in plastica e in vetro: il primo ha il vantaggio di essere infrangibile; una caratteristica rilevante soprattutto quando il piccolo inizierà a volerlo prendere da solo. Sarebbe meglio, inoltre, acquistare quelli privi di lattice. Valvola anticolica Situata nella tettarella o nella bottiglia, consente l’entrata di aria quando il bebé succhia, assicurando un flusso costante di latte. Altrimenti, il liquido contenuto nella tettarella fa fatica a uscire e il piccolo può ingurgitare molta aria. Decorazioni Il disegno e le immagini riportate sul biberon possono essere importante per catturare la sua attenzione mentre alcuni bebé, al contrario, ne sono distratti. Occorrerà dunque valutare anche questo aspetto. Elementi del biberon Cappuccio Chiude il biberon quando non viene utilizzato. È utile per non far fuoriuscire i liquidi contenuti nella bottiglia, anche se rovesciata accidentalmente. La ghiera Permette di fissare la tettarella alla bottiglia. Se ne trovano di due tipi: regolaflusso, presentano un’applicazione che consente di regolare il flusso di latte; a chiusura agevolata, semplici e veloci da fissare per bloccare la tettarella alla bottiglia. La bottiglia è il contenitore in cui versare il latte e le altre bevande da offrire al neonato. Può essere in vetro o in policarbonato. Il vetro è particolarmente resistente alle sterilizzazioni e non assorbe né odori né sapori, però può rompersi se cade accidentalmente. La bottiglia in plastica invece è infrangibile, ma può deteriorarsi con più facilità.
Succhietto: Policarbonato (struttura) Lattice naturale o silicone (tettarella) Forma (tettarella): anatomica Misure Disponibili: da 0 mesi a 6 mesi e da 6 mesi in su Biberon: Policarbonato (struttura) Lattice naturale (tettarella) Misure Disponibili: 280 ml Portasucchietto: Policarbonato Con i bellissimi disegni realizzati con materiali atossici, proponiamo un set coordinato composto da succhietto, portasucchietto e biberon. La speciale forma del succhietto consente di evitare i fastidiosi arrossamenti della bocca del bimbo favorendo il deflusso della saliva; il biberon a bocca larga è studiato apposta per ridurre il più possibile l'insorgere delle coliche. Da oggi non sarà più necessario acquistare altre tettarelle per aumentare il flusso del latte, né eseguire complicate operazioni sulla valvola del biberon: grazie all'originale tettarella “3 posizioni”, infatti, il flusso può essere regolato semplicemente ruotando tutto il biberon senza neanche staccarlo dalla bocca del bimbo. Elevati standard qualitativi e design raffinato ad un prezzo decisamente competitivo. Prezzo consigliato: Set composto da Succhietto 0-6 mesi, Biberon 280 ml in lattice, catenella portasucchietto ovale € 16,50 Si vende in: Farmacia, Parafarmacia, Negozi specializzati. Distributore esclusivista per l'Italia: Saro Italia SRL - website: www.saroitalia.com
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La Favola del mese Paolo e la luna
Devi sapere tu che ascolti, che le cose non sono sempre state così. Prima, tanto tanto tempo fa, la luna splendeva come il sole. Si, hai capito bene, non c’era il giorno e la notte. Questo rendeva felici quelli che fittavano gli ombrelloni sulla spiaggia, ma tristi i falegnami che costruivano i letti poichè era sempre giorno!
Paolo era tanto povero e sentiva il padre falegname che si lamentava: “Povero me, con il sole e la luna è sempre giorno e nessuno va a dormire ed io non vendo neppure un lettino per un bebè”. Ogni tanto costruiva una porta, una finestra, ma senza i letti chi avrebbe comprato i comodini? Il padre di Paolo era triste e Paolo voleva aiutarlo, ormai era un ometto! Un giorno ebbe un’idea,
spegnere la luna! Andò a cercare altri falegnami e senza giri di parole disse: “Dobbiamo spegnere la luna!” “Si, ma come?”, gli chiesero. “Dobbiamo costruire una scala lunga lunga, fino alla luna, al resto ci penso io”, disse Paolo e iniziarono a lavorare, giorno e giorno (la notte non c’era). Dopo qualche tempo la scala era pronta. Paolo prese due grossi secchi di vernice nera e iniziò a salire. Sali e sali, arrivò sulla luna. Era di una luminosità così forte che dovette mettere gli occhiali da luna (li facevano apposta). Iniziò a dipingere tutta una parte e man mano che dipingeva, le
persone sulla terra un po’ perché si faceva buio, un po’ perché erano stanche, iniziarono ad avere sonno. I letti si vendevano come il pane, e il padre di Paolo stava guadagnando tantissimo. Quando scese dalla luna tutta la famiglia gli fece festa e lo nominarono presidente dell’ordine dei falegnami. Adesso il giorno era giorno e la notte era buia, ma buia che non si vedeva nulla. Tutto andava bene, ma non è finita! Una notte come tutte le altre, approfittando del fatto che era tanto buio, dei ladri si
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recarono a casa di Paolo e rubarono i soldi che il padre aveva guadagnato. “Hai visto?”, dissero quelli della spiaggia, “la causa delle sue ricchezze è stata anche quella della sua rovina!” Il papà di Paolo non aveva nemmeno i soldi per l’affitto di casa e fu sfrattato: “Hai un mese di tempo, se non paghi andrai a dormire sotto i ponti”. Intanto ogni notte i ladri andavano a rubare indisturbati. Una volta alla banca, un’altra notte alla posta, poi toccò al salumiere, poi al calzolaio. Insomma, era una situazione insostenibile. “Avete visto chi è stato?”, dicevano la mattina. “No, con quel buio come si fa…”. Tutto il paese prese una decisione: “La luna deve tornare a splendere come prima!”.
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Andarono a casa di Paolo e gli chiesero di andare a togliere la vernice dalla luna. Paolo accettò, prese due rotoli di carta vetrata e si arrampicò lungo la scala. Era un lavoraccio, ma si impegnò tanto che alla fine la luna tornò a splendere come prima e la notte stessa (che era giorno) furono
arrestati parecchi ladroni e recuperati una gran parte dei soldi che, restituiti alla banca, alla posta, e anche al papà di Paolo, scongiurarono lo sfratto. Quando scese Paolo tutti gli fecero festa e il sindaco del paese lo proclamò Assessore del giorno e Manutentore della luminosità della luna. Tutto andava per il meglio, ma una notte (che era giorno), i ladroni scappati, si riunirono: “Adesso non possiamo più rubare, dobbiamo fare qualcosa. Ma cosa?”, “Spegniamo di nuovo la luna!”. Il giorno seguente salirono sulla scala con della vernice nera e arrivati sulla luna iniziarono a dipingerla. Erano in quattro, ma non si mettevano d’accordo. “Tu va’ di là”, “No, io sto dipingendo questa parte”, “Tu fatti più in là…”. Intanto Paolo sulla terra si accorse che la luna si stava scurendo, prese il cannocchiale del comune e vide i ladroni che stavano sulla luna. Senza pensarci due volte corse alla bottega del padre, prese una sega e andò a segare le gambe della scala. Cadde con tutti e quattro i ladroni che furono arrestati. Quella notte, non fu tanto buia, ma alla gente tornò il sonno e l’indomani dopo una bella dormita erano tutti più contenti, e decisero di lasciarla così. Se non ci credi, guarda la luna questa sera, ci sono ancora le macchie qua e là dei ladroni, e ogni tanto quando si gira, vedrai la parte scura che Paolo non ha finito di raschiare.
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In quale modo farlo nascere?
Dal parto naturale a quello in acqua, sono diverse le possibilità offerte alle future mamme.
Se la gravidanza procede regolarmente, avrai la possibilità di scegliere che tipo di travaglio e parto affrontare, facendoti consigliare dal tuo ginecologo. A volte, invece, possono intervenire difficoltà, dovute ad uno stato di salute non perfetto o a un inconveniente nel normale decorso della gestazione, che possono portare a consigliare un parto non naturale. Questi i vari metodi con cui il piccolo può venire al mondo. PARTO NATURALE Prima fase: travaglio. Il travaglio inizia quando la cervice, cioè il collo dell’utero, comincia a dilatarsi, non prima di essersi ammorbidito e assottigliato. Questa fase può durare parecchio: perché il piccolo venga alla luce sarà necessaria una dilatazione di 10 centimetri circa. Seconda fase: periodo espulsivo. Nel momento di completa dilatazione, la testina del bambino tenderà a scendere nel canale del parto, ruotando leggermente. Se ancora non si sente il desiderio di spingere, ti aiuteranno a capire come e quando farlo. Potrai assumere la posizione che preferisci per favorire le spinte: accovacciata, sdraiata, seduta. Il piccolo, alla fine di questa fase, si troverà a pochi centimetri dal traguardo. Se si teme una lacerazione, potrà essere praticata l’episiotomia, un taglio che parte dalla
parte posteriore della vagina e arriva vicino all’ano per facilitare il passaggio della testa. Terza fase: la nascita. Inizia la seconda fase del periodo espulsivo: le contrazioni sono sempre più forti, come il bisogno di spingere. In questi momenti è decisiva la capacità di ascoltare le indicazioni dell’ostetrica e del ginecologo e in poche spinte il piccolo verrà alla luce. Lo appoggeranno sul ventre e si potrà finalmente abbracciarlo. Una volta tagliato il cordone ombelicale mamma e bambino verranno sottoposti a cure e controlli indispensabili per assicurare una buona ripresa. Il bebè verrà visitato e accudito, mentre la mamma resterà ancora un po’ di tempo in sala parto per il secondamento, l’espulsione della placenta e degli annessi fetali, che può richiedere da 10 minuti a un’ora circa. A questo punto l’ostetrica pulirà con un tampone la cavità uterina, detergerà i genitali e, se necessario, apporrà dei punti di sutura. PARTO CESAREO Il termine cesareo identifica una modalità di parto che prevede l’estrazione del feto direttamente dall’addome della mamma, attraverso un’incisione delle pareti addominale ed uterina. Il parto con cesareo solitamente viene programmato (nel caso, ad esempio, di gravidanze gemellari), ma può anche inaspettatamente seguire un’induzione oppure essere effettuato d’urgenza, qualora insorgano complicazioni per la vita della mamma o del bebè. Tecnicamente l’operazione prevede la som-
ministrazione di un anestetico locale, la cosiddetta anestesia peridurale (o epidurale) che addormenta la donna dalla vita in giù. Il ginecologo o chirurgo si preoccupa quindi di effettuare un’incisione orizzontale qualche centimetro sopra il pube, proseguendo attraverso i vari strati cutanei fino a raggiungere la breccia uterina ed estrarre il feto. L’operazione in sé dura circa un’ora tra preparazione, incisione, estrazione e sutura. Quest’ultima viene effettuata ricucendo la cute con dei punti interni auto-assorbibili e con delle graffette metalliche esterne, che generalmente vengono rimosse qualche ora
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prima delle dimissioni. La ferita andrà poi pulita e medicata seguendo le indicazioni fornite dal personale medico. È opportuno porre attenzione sul fatto che alle donne sottoposte a parto cesareo non viene preclusa né la possibilità di un successivo parto naturale né di un allattamento al seno regolare.
esperienze del medico russo Igor Tjarkowskij. Il medico francese Michel Odent ha poi consolidato questo nuovo metodo, e ora è possibile partorire in acqua in molte strutture ospedaliere. In Italia gli ospedali e le strutture attrezzate allo scopo si trovano prevalentemente al centro-nord.
CULLATI DALL’ACQUA Nascere in acqua è un’esperienza particolarmente dolce e rilassante sia per il bebè sia per la mamma. Si tratta di una modalità naturale per dare alla luce un figlio, che trae origine dalle
Questo metodo non comporta alcuna controindicazione e nessun rischio. I vecchi pregiudizi legati a presunti problemi di igiene sono stati superati da tempo, e oggi è possibile partorire in acqua anche a casa propria.
Diversi sono i vantaggi offerti dal partorire in acqua: -l’acqua tiepida ha un effetto rilassante sulla muscolatura e stimola la produzione di endorfine, con un conseguente effetto analgesico e miorilassante. - il rapporto bioenergetico con l’elemento liquido favorisce la concentrazione della partoriente, permettendone un raccoglimento introspettivo maggiore grazie all’assenza di stimoli dall’ambiente esterno. La completa sintonia fra corpo e mente fa sì che l’organismo produca più in fretta le endorfine e gli ormoni che regolano il travaglio. - L’ossitocina, l’ormone che induce le contrazioni uterine, è prodotta dall’ipofisi, una piccola ghiandola che si trova sotto gli emisferi cerebrali che ne influenzano la produzione. - I tempi di travaglio ridotti, il contatto con un ambiente simile a quello del ventre materno, la rilassatezza della madre, hanno ripercussioni positive sul nascituro e rendono il parto in acqua un’esperienza estremamente positiva. Non ovunque e non per tutte Solo certe strutture, però, offrono questa possibilità e, tra queste, solo alcune consentono di restare in vasca anche per la fase espulsiva, mentre altre preferiscono limitare la permanenza in acqua solo durante il travaglio per poi spostare la mamma in sala parto. Questo perché poche strutture sono attrezzate per garantire la necessaria assistenza a mamma e bebè fino alla fine del parto e l’apposita strumentazione: necessario, per esempio, il cardiotocografo con trasduttori capaci di registrare il battito fetale in acqua. Bisogna ricordare che questo parto è consentito solo se la gravidanza si è svolta regolarmente e mamma e bebè sono in perfetta salute. Mentre è vietato, ad esempio, alle donne ipertese, alle cardiopatiche, a quelle che soffrono di gestosi.
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Consigli di puericultura a cura del dr. Elio Caggiano specialista in pediatria
Piccoli e grandi dubbi subito dopo la nascita, ecco cosa fare.
Bagno Si può iniziare a fare il bagnetto senza più attenzione per il moncone ombelicale quando questo è caduto da alcuni giorni: in qualsiasi momento della giornata, prima o dopo il pasto, anche tutti i giorni se il bambino lo gradisce; la temperatura dell'acqua dev'essere sui 36-37° C; è opportuno usare poco sapone neutro. Coliche Nell'intervallo dei pasti, specialmente la sera, il bambino può piangere con insistenza a causa di coliche gassose.
Può essere utile: - coccolare il piccolo senza sballottarlo; - tenere il bambino in braccio a pancia in giù; - massaggiargli la pancia; - aiutarlo a scaricarsi. Consultare il pediatra se le crisi di pianto durano a lungo, sono frequenti nel corso della giornata e rendono il piccolo molto sofferente. Feci Se il neonato è alimentato con latte materno le feci di solito sono molli e frequen-
ti (anche una scarica dopo ogni pasto). Se invece il neonato è alimentato con latte artificiale le feci di solito sono dure ed emesse talvolta con difficoltà. Non bisogna preoccuparsi se le feci sono di colore verde, presentano grumi bianchi e sono scaricate ogni due-tre giorni (anche se il bambino è allattato al seno). Genitali Il sederino va lavato preferibilmente soltanto con acqua ogni volta che viene cambiato il pannolino. Nella femmina con movimenti dall'avanti all'indietro per non portare le feci vicino
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allo sbocco della pipì, cioè nella vulva. Bisogna inoltre pulire accuratamente anche la zona vulvare (tra le grandi e le piccole labbra); nel maschio non abbassare la pelle sulla punta del pene; ricorrere alle salviette umidificate solo se ci si trova fuori casa. Moncone ombelicale Cade spontaneamente entro il ventesimo-trentesimo giorno di vita. Se il moncone non presenta infezioni, e per evitare che si infetti bisogna medicare due- tre volte al giorno. Meglio non usare l'alcol ma detergere con sapone neutro e asciugare bene con garza sterile; coprire il moncone con garze sterili asciutte; fissarle con una rete elastica. è possibile fare il bagnetto con saponi neutri e bagnare anche il moncone; l'importante è poi asciugarlo molto bene prima di coprirlo. Consultare il pediatra se il moncone non è caduto entro il trentesimo giorno e se la cute è arrossata o con pus. Non bisogna preoccuparsi se, caduto il moncone, l'ombelico è sporgente: rientrerà col tempo spontaneamente, senza necessità di fasciature. Naso chiuso Se il piccolo ha il naso chiuso o è raffreddato è bene instillare in ogni narice alcune gocce di soluzione fisiologica (a base di acqua e sale), più volte al giorno, specialmente prima dei pasti; umidificare la stanza dove dorme il bambino soltanto se l'aria è secca in seguito all'accensione del riscaldamento; non utilizzare l'umidificatore se qualcuno in famiglia è allergico agli acari. Passeggiata L'aria, il sole e la luce sono necessari al bambino piccolo (il sole attiva la vitamina D, importante per la crescita delle ossa): preferire luoghi verdi e lontani dal traffico; uscire tutti i giorni, anche d'inverno; scegliere le ore più miti della giornata. Sonno Il bambino deve dormire: a pancia in su, per evitare soffocamenti;
su un materasso rigido, senza cuscino; in un ambiente non fumoso (è bene non fumare in casa!); con temperature non oltre i 18-20° C con il riscaldamento, lontano da fonti di calore; non strettamente avvolto nelle coperte; non eccessivamente coperto. Orecchie Va pulito solo il padiglione esterno. Utilizzare una garza o un batuffolo di cotone inumidito. Non usare bastoncini specialmente nel condotto uditivo perché spostano il cerume in profondità, favorendo la formazione di tappi; inoltre se il bambino si muove, i bastoncini possono danneggiare il timpano. Rigurgito è normale che un neonato emetta dalla bocca piccole quantità di latte cagliato, anche più volte al giorno, talvolta a distanza dal pasto. Consultare il pediatra se: i rigurgiti sono molto frequenti e abbondanti; il bambino sembra molto disturbato; la sua crescita non è soddisfacente. Sete Il neonato non ha necessità di bere perché il latte è già sufficientemente ricco di liquidi. Dopo il primo mese si può somministrare al bambino acqua naturale se: ha febbre; l’ambiente è molto caldo; sembra assetato (se è allattato al seno, nei primi mesi non è consigliabile il biberon). Stitichezza Un neonato sano può scaricarsi ogni 3-4 giorni, specie se non è alimentato al seno. Consultare il pediatra se il bambino non riesce a scaricarsi da solo dopo 3-4 giorni o se la stitichezza è abituale
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Le micosi nei bambini La pelle dei bambini è molto delicata e facilmente soggetta a micosi. Molto importante è la prevenzione. Le micosi cutanee sono infezioni abbastanza comuni nei bambini e sono causate da microrganismi chiamati miceti o più comunemente funghi. Non tutti i funghi sono però nostri nemici, solo alcuni infatti si comportano come veri patogeni. Molti funghi vivono pacificamente sulla nostra pelle, senza arrecare danno, essi approfittano di un calo transitorio delle difese immunitarie, di alcune condizioni predisponenti (es. diabete, obesità, etc) o dell’assunzione protratta di alcuni farmaci (es. antibiotici), per scatenare una patologia. La Candida, ad esempio, è normalmente presente sulla nostra pelle, ma diventa patogena quando la cute perde la sua funzione di barriera, specie in seguito all’uso di pannolini che determinano occlusione e macerazione della pelle. Le candidosi più frequenti nel bambino sono: 1) stomatite da candida (mughetto): frequente nel neonato. Si manifesta con placche biancastre che interessano lingua, palato e gengive. 2) dermatite da pannolino: tipica del lattante. Si manifesta con chiazze rosso vivo ed è localizzata nelle zone sottoposte allo sfregamento del pannolino. Sono colpiti glutei, genitali e cosce ed è frequente la sovrinfezione da candida. 3) intertrigine da candida: si manifesta a livello delle pieghe cutanee del neonato (es. inguine), con pelle arrossata e lucida.
a cura della dott.ssa Anna Maria Riccardo Medico Chirurgo – Specialista in Dermatologia e Venereologia
Altri funghi, cosiddetti “dermatofiti” (che non fanno parte della normale flora cutanea), possono infettare la pelle, le unghie e il cuoio capelluto dei bambini provocando le cosiddette “tigne”. Le tigne si trasmettono per contagio interumano diretto o indiretto (tramite l’uso comune di asciugamani, pettini, spazzole contaminati) o tramite contatto con animali domestici (es. gatti, cani). Le tigne più frequenti in età pediatrica sono la “tinea capitis” (tigna dei capelli), la “tinea corporis” (tigna del corpo) e la “tinea faciei” (tigna del viso). La tigna del corpo, si manifesta con lesioni singole o multiple che interessano il tronco e/o gli arti e si presentano clinicamente come chiazze rotondeggianti che si allargano lentamente, talvolta assumendo aspetto ‘a coccarda’. La tigna dei capelli può interessare soggetti di età compresa tra i primi mesi di vita e la pubertà, ma è più frequente in età scolare. Si presenta con chiazze senza capelli, di forma tondeggiante, di dimensioni variabili e lievemente desquamanti. Le micosi sono facili da individuare, mentre nei casi dubbi, può essere utile al momento della visita dermatologica ricorrere ad un esame microscopico miceti o all’esame coltu-
rale del materiale cutaneo prelevato. La terapia prescritta dallo specialista dermatologo, si basa generalmente sull’uso di farmaci antimicotici mirati e talora può durare diverse settimane. Le micosi sono infezioni contagiose e pertanto possono essere trasmesse agli altri. Quindi, oltre a curare le infezioni, bisogna imparare a prevenirne il contagio. Pertanto può essere utile, per esempio, cambiare spesso i pannolini al lattante, avendo cura di asciugare bene le pieghe dopo la detersione, preferendo le paste e le polveri (prive di talco) alle creme. Per i bambini più grandi è utile evitare di scambiarsi indumenti o oggetti da toilette (asciugamani, accappatoi, pettini) e camminare a piedi nudi negli ambienti comunitari (es. bordo piscine, palestre).
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Conservo o non conservo il cordone ombelicale? a cura del dr. Franco Accarpio Direttore Hematos, Lda email: franco@hematos.com
La gravidanza è un periodo assillato da dubbi. Lo è sempre stato per tutti, per noi così come per i nostri genitori, per i nostri nonni ed avi.
I dubbi iniziano subito e accompagnano la coppia lungo tutto il percorso della gravidanza che si conclude, al giorno d’oggi, normalmente, in sala parto. Dal momento in cui due lineette parallele si colorano nel test di gravidanza e i futuri genitori si chiedono: “Ce la faremo?”, fino a quando la neo-mamma allattando per la prima volta si domanda: “Avró latte? Sarà sufficiente?”, i dubbi non li abbandoneranno. Per chi non ne avesse ancora sentito parlare, i futuri genitori hanno oggi una scelta in più da fare, un dubbio in più da risolvere. Cosa fare del sangue del cordone ombelicale dei nostri figli? Viviamo in un’epoca in cui la gravidanza è bersagliata da nuovi servizi e prodotti soprattutto nell’ambito della salute. Ogni novità può diventare storia nel giro di pochi giorni nella misura in cui la scienza sviluppa nuove tecniche diagnostiche e terapeutiche che scavalcano facilmente i limiti delle capacità di apprendimento e, spesso, di interesse delle persone. La conseguenza è che risulta difficile capire quanta attenzione dobbiamo dedicare ad un determinato argomento piuttosto che ad un altro. Un fatto è certo: il momento della nascita è l’unico momento della nostra vita in cui possiamo isolare e conservare in modo indolore un grandissimo numero di cellule staminali.
Le cellule staminali Il sangue presente nel cordone ombelicale è ricco di cellule staminali. Queste cellule, se correttamente stimolate, possono replicarsi e generare cellule o tessuti di nostro figlio. Da queste cellule in laboratorio, si possono ottenere cellule del sangue, cellule in grado di produrre insulina, cellule nervose o cardiache e molti altri tipi cellulari. Esistono già indicazioni terapeutiche ben precise che fanno del sangue del cordone ombelicale una risorsa importantissima, oltre a suscitare interesse dal punto di vista scientifico e della ricerca. È vero, infatti, che il trapianto di queste cellule permette oggi la rigenerazione di tutte le linee cellulari che compongono il sangue, rendendole un’ottima alternativa al trapianto di midollo osseo e spesso diventa la prima scelta trapiantologica nella cura di patologie emato-oncologiche quali leucemie, linfomi e gravi forme di anemie. Questioni etiche Le cellule staminali cordonali non sono staminali embrionali. Le implicazioni etiche in questo caso non sono legate alle cellule in sé. Se il vostro dubbio in questo momento è tra conservare o donare il sangue del cordone ombelicale di vostro figlio, avete già fatto una scelta grandissima che è quella di non buttarlo via. In Italia, infatti, in oltre il 90% dei parti, il sangue del cordone
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ombelicale viene normalmente gettato tra i rifiuti ospedalieri (2008), benchè la legislazione che impedisce l’istituzione di biobanche private in Italia permetta invece la donazione o l’esportazione in biobanche all’estero. La donazione pubblica Se partorirete in un ospedale attrezzato per la donazione e se rientrate nei criteri di selezione per essere potenziali donatori, è opportuno discutere con il vostro medico se e come donare il sangue del cordone ombelicale. Purtroppo, al momento, solo in pochi ospedali si può donare e circa il 75% delle sacche di sangue cordonale donate vengono scartate perché non corrispondono ai criteri di ottimizzazione dei campioni. Per poter donare dovete informarvi presso la struttura ospedaliera dove avverrà il parto. Conservazione privata Le cellule staminali cordonali del neonato, quando conservate privatamente, vengono mantenute per 20 anni, eventualmente prorogabili, in vapori d’azoto a -195°C. In questo stato, esse conservano le caratteristiche che avevano al momento della
Numero Verde
800 911 918
nascita per poter essere utilizzate nel trattamento di gravi patologie che possano intercorrere negli anni a venire. La conservazione in banche private per uso autologo è prevista e permessa dalla legislazione italiana, purtroppo però deve essere effettuata all’estero. Hematos conserva nei laboratori della biobanca Crioestaminal S.A., leader indiscussa della penisola iberica che vanta quasi 27000 clienti ed un trapianto allogenico (cioè tra fratellini) effettuato nel 2007. Si tratta di una banca con certificazione ISO9001:2000, dotata di strumentazione in ottemperanza agli standard GMP e che risponde a tutti i requisiti legislativi per poter mantenere le cellule custodite negli anni a venire.
Hematos ha sede in Italia con tre uffici a Roma, Genova e Barletta e risponde 7 giorni su 7 al numero verde 800911918 per dare tutte le informazioni e l’assistenza necessaria a chi fosse interessato a conservare il sangue del cordone ombelicale dei propri figli.
Evento
Hematos ha sede principale in Portogallo, a Cantanhede, presso il Biocant Park, uno tra i più moderni e avanzati centri di biotecnologie d’Europa, frutto della collaborazione di due Università, della città di Aveiro e di Coimbra.
Le Cellule Staminali dal sangue del cordone ombelicale Incontro Scientifico Culturale. L’incontro vuole approfondire il tema della preservazione di Cellule Staminali dal sangue del cordone ombelicale.
Proprio grazie alla solidità della biobanca, di cui è rappresentante esclusiva per l’Ita-
La conservazione ha come obiettivo l’impiego delle Cellule Staminali nel trattamento di diverse malattie nel corso della vita del proprio neonato ed eventualmente, dei suoi familiari.
CRIOPRESERVAZIONE DI CELLULE STAMINALI DA SANGUE DEL CORDONE OMBELICALE
Hematos Italia D’Aragona, 92 D Via F. D’Arag 70051 Barletta (Ba) 252 tel: +39 0883 881 25 fax: +39 0883 224 538 mail: infoitalia@hematos.com
lia, Hematos riesce a proporre un servizio di criopreservazione di qualità eccezionale senza nessun costo anticipato da parte dei futuri genitori, prevedendo pagamenti dilazionati senza interessi.
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L’iscrizione è gratuita Organizzatore: Hematos sabato 23 maggio 2009 Ore: 9.00 - 12.45 Luogo: Capo Peloro Resort Indirizzo: Torre Faro-Messina, Italy Telefono: 3663455500 mail: farmaceutici@bioika.com
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Febbre, influenza e malattie infettive Tutto quello che c'è da sapere.
I preziosi consigli e suggerimenti del pediatra per curare e prevenire i malanni stagionali che colpiscono soprattutto i più piccoli. “Dottore, potrebbe venire a casa, il mio bambino ha la febbre e non posso farlo uscire!” Un pediatra sente questa frase quotidianamente. Che cosa è la febbre? Quale ne è la causa? È pericolosa? Vediamolo insieme. La temperatura corporea esterna normale è compresa tra i 36°-36,5° C, con massimi di 37° C. Si misura in modo diverso a seconda dell’età del paziente: nel bambino più grandicello si può misurare sotto l’ascella (mantenendo il termometro circa 9-10’) mentre nel bambino più piccolino si preferisce valutarIa nel sederino (temperatura rettale). Basta lasciare il termometro nel sederino circa 1-3 ·minuti, tenendo presente che la T. rettale è circa 0,5 gradi più alta di quella esterna (37,5 rettali = 37 sotto l’ascella) La temperatura corporea può essere più alta della norma per vari motivi. Ad esempio, nel neonato e nel bambino molto piccolo, si può avere ipertermia se l’ambiente circostante è troppo caldo o se il bambino è troppo coperto.
Se il bambino introduce pochi liquidi (prende poco latte), soprattutto alla nascita si può avere un lieve rialzo termico, detto “febbre da sete”. Addirittura, nel lattante, si possono avere ipertermie dopo pianto protratto. Come è facilmente comprensibile, in tutti questi casi non si tratta di febbri veramente patologiche, e basta tenere la temperatura circostante più bassa, scoprire il bambino, o farlo bere a sufficienza, per far velocemente sparire la sintomatologia. D’altro canto soprattutto il lattantino brucia parecchie energie per mantenere la temperatura corporea e soffre sia il troppo caldo che il troppo freddo. Un comodo sistema per regolarsi su quanto coprire i bimbi piccoli, consiste nel sentire con la propria mano la temperatura delle estremità (mani e piedi). Sono infatti le parti più periferiche del nostro corpo, che per prime si raffreddano se si è troppo scoperti (talvolta acquisendo anche un colorito bluastro cianotico). La febbre di solito si verifica in altri due casi di malattia: in corso di malattie infettive e in caso di disidratazione da perdita abbondante di liquidi come avviene nelle diarree. Questa è la sola febbre che il medico deve controllare. Durante episodi patologici generalmente da infezione, avviene all’interno dell’organismo una dura battaglia tra i germi infettanti ed i sistemi deputati ad uccidere gli invasori. I germi tendono a moltiplicarsi molto velocemente soprattutto se trovano la temperatura ideale; pertanto durante
a cura della dr.ssa Angela Carrino specialista in pediatria
la battaglia le cellule immuni dell’organismo emettono delle sostanze dette “pirogene” che stimolano una parte del cervello deputato a regolare la temperatura corporea, ad alzare la stessa in modo che i germi trovino un ambiente meno favorevole alla loro replicazione. Lo stesso meccanismo è stimolato dai residui dei batteri uccisi. Per aumentare la temperatura il nostro corpo contrae un numero enorme di piccoli muscoletti sotto pelle, i “muscoli erettori del pelo” che contraendosi bruciano energie e producono calore; è questo il motivo per il quale, quando sale la febbre, si hanno inzialmente i brividi. Come si vede, quindi, la febbre in sè non è una malattia, ma un sintomo che oltretutto è benefico per l’organismo per combattere le infezioni. Tuttavia è pur vero che se c’è una febbre il paziente è spesso preda di un’infezione, ed uno dei mezzi migliori per combatterla è “riguardarsi”, cioè stare a riposo con una temperatura ambientale possibilmente costante, come quella che si ha di solito nelle abitazioni. è auspicabile evitare di far uscire i piccoli quando sono febbricitanti, però quando la febbre non è molto alta, segno di un’infezione lieve, per particolari necessità, come ad esempio recarsi a visita dal medico, è possibile uscire ben coperti senza alcuna conseguenza. Non è necessario stroncare sempre l’ipertermia con i farmaci anti-febbrili; solo quando questa è elevata, di solito sopra i 38,5 gradi rettali, se il bambino è sofferente e abbattuto, conviene intervenire con i farmaci.
“ Siamo venuti al mondo per lasciare un segno nella vita, non per rimanere segnati” (C.Vagni)
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a cura della dott.ssa Leopoldina De Varti, Psicologa e Psicoterapeuta
La prima “casa” del bambino è la pancia della madre: il primo ambiente nel quale egli comincia a muoversi verso la propria evoluzione fisica e psicologica.
Quando l’ambiente familiare è litigioso, il feto si nutre della tensione che si genera e dopo la nascita o durante la crescita spesso diventa un bambino irritabile, piagnucoloso, che dorme poco e si alimenta con difficoltà. Ma è il rifiuto, la percezione, in assoluto, più dolorosa.
All’inizio è un solo un seme che racchiude grandi potenzialità, poi potrà sbocciare e trasformarsi per realizzarsi come essere umano.
Questo accade quando la donna accorgendosi di essere incinta, si fa prendere dall’angoscia, o manifesta inadeguatezza ad affrontare l’evento, e pensa “non voglio questo figlio”; oppure è il padre a non volerlo e a mostrare ostilità.
Fin dal concepimento, il feto è ricettivo a influenze e stimoli che hanno una notevole rilevanza sulla qualità della sua vita futura. Una madre in attesa che sta bene fisicamente ed è felice avrà un bambino sano e felice. Se una donna mentre è incinta vive momenti difficili, anche il feto subirà quel disagio o quella paura. Vari studi dimostrano che il feto sviluppando il suo sistema nervoso, sente i sapori del cibo materno che gli arrivano tramite il liquido amniotico, percepisce l’odore o il profumo che la madre porta sulla propria pelle, vede (infatti reagisce ad una luce se appoggiata sulla pancia della madre), sente i suoni, sia quelli interni del corpo della madre come il battito del cuore, sia quelli esterni, come la voce della madre e del padre o di chiunque altro si trovi nelle vicinanze, prova emozioni, ricorda. Quando l’ambiente è sereno, la voce della madre è calma, o ascolta musica dolce, anche il battito del cuore del feto è regolare e i suoi movimenti sono lenti e armoniosi.
A volte, il bambino rifiutato non si sviluppa e muore prima di nascere. Altre volte, il bambino nasce, ma porta con sé questo “buco affettivo” e, se durante la propria crescita non ha la possibilità di liberarsi da quel dolore, è destinato ad una vita difficile psicologicamente o a subire una malattia. Una vita serena e gioiosa ha le sue radici in una
accoglienza amorevole da parte di entrambi i genitori che vivono felicemente il loro rapporto di coppia.
Per il ben-essere del bambino e del genitore Mamme: se siete incinte, massaggiatevi teneramente la pancia, parlate dolcemente al vostro bambino e se vi trovate in un ambiente rumoroso rivolgetegli l’attenzione e tranquillizzatelo; se è già nato, dopo il bagnetto dedicate qualche minuto ad accarezzare e massaggiare dolcemente il corpo di vostro figlio, lo renderà tranquillo e felice. Papà: mettetevi comodi e giocate con vostro figlio. Ogni momento di gioco è sempre una buona occasione per creare un positivo rapporto, accanto a quello già fortemente consolidato con la madre.
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Il bambino troppo timido a cura della dott.ssa Nanda Santoro
Molti bambini tendono ad isolarsi, ad evitare situazioni di gioco comune, e perfino una festa di compleanno può trasformarsi in un momento di grande disagio: pretendono che la madre resti con loro, le si aggrappano al collo ed attendono con ansia il ritorno a casa. Per un genitore vedere i coetanei del figlio divertirsi, correre, ridere e giocare mentre il proprio bambino versa in uno stato di grande abbattimento e tristezza, genera sentimenti di grande preoccupazione. La timidezza non è una patologia ma una caratteristica della personalità che può raggiungere diverse intensità. Nasce da un temperamento iperemotivo che rende il bambino particolarmente sensibile agli stimoli esterni. Questa vulnerabilità emotiva può essere aggravata da particolari stimoli ambientali: non di rado infatti, ha un suo background; il bambino timido è stato allevato da una madre che, in modo del tutto involontario, gli ha comunicato e trasferito le sue ansie e paure circa gli eventi della vita oppure, al contrario, da genitori esigenti che troppo hanno preteso senza commisurare le loro richieste alle reali possibilità del figlio. La timidezza, infatti, altro non è che un’eccessiva paura del giudizio altrui accompagnata da sentimenti di inadeguatezza e scarsa autostima. Si tratta di un meccanismo di difesa che induce il bambino ad evitare le situazioni che possono mettere a nudo la sua fragilità emotiva e rende difficile affrontare nuove situazioni e vivere esperienze potenzialmente positive. A questo punto è di fondamentale impor-
tanza il ruolo giocato dai genitori, o comunque dalle figure di accudimento. Il bambino può essere aiutato a capire il suo mondo interiore, standogli vicino e mostrando di apprezzare i suoi punti di forza senza colpevolizzare i suoi limiti. Il timore che egli nutre nei confronti degli altri può facilmente essere smorzato, ad esempio, indicandogli i lati divertenti e piacevoli delle persone, in modo da ridurre il grado di soggezione emergente. È oltremodo dannoso dimostrarsi palesemente preoccupati, magari rimproverandolo e deridendolo. Ciò non può che accentuare e rafforzare il suo senso di inadeguatezza. così come per l’atteggiamento estremamente protettivo del genitore che interviene, ad esempio, nei litigi con i coetanei, intercedendo e difendendo il figlio. È questa una forma di umiliazione e di conferma dello stato di debolezza del proprio bambino. Una delle caratteristiche associate alla timidezza è infatti l’incapacità di difendere efficacemente i propri diritti e di esprimere le proprie opinioni: lavorare su questo aspetto, comporta un rafforzamento dell’autostima e crea prospettive per una migliore qualità della vita. Capita spesso di assistere ad episodi di “fobia scolare”, come il seguente: durante i colloqui con la madre era emerso che il figlio i primissimi giorni di scuola dell’infanzia aveva ricevuto uno schiaffo da un coetaneo (stiamo parlando di bambini di 3 anni) e da allora si era rifiutato, non solo di andare a scuola, ma anche di allacciare rapporti con altri che non fossero persone a lui familiari. Alla domanda “Signora, lei cosa ha fatto quando suo figlio al ritorno da scuola le ha raccontato del litigio con il coetaneo?” “Sono prima andata a lamentarmi con la maestra, quindi ho preferito tenere il bambino a casa per evitargli incidenti futuri”. Anche
negli anni a seguire, la madre aveva sempre accettato, assecondandoli, i tentativi di evitamento sociale messi in atto dal figlio. Questa storia è particolarmente emblematica. è indiscutibile che un bambino possa accusare uno schiaffo in modo più o meno grave; pur tuttavia, è probabile che se la madre, anziché rafforzare e radicare in lui il convincimento che gli altri sono pericolosi attentatori alla propria incolumità, avesse spiegato al figlio che fra bambini può succedere che si litighi, ma può anche accadere che si giochi insieme e ci si diverta, oggi quel bambino avrebbe potuto raccontare una storia di vita sicuramente più serena e meno problematica. La timidezza, infatti, se non è gestita in modo adeguato, ostacola la lucidità di pensiero e la comunicazione e si accompagna a stati d’animo negativi come la depressione, l’ansia, la sfiducia in se stessi e il senso di solitudine. L’adozione di particolari strategie educative può, dunque, evitare che un bambino timido veda compromesso il sano desiderio di sperimentare e di sperimentarsi, nonché l’irrefrenabile voglia di giocare ed essere felici, in una dimensione di assoluta leggerezza che appartiene solo all’infanzia.
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