Babymagazine mamma papa e bambino

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babymagazine - allegato alla rivista salutare

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Sommario

Redazionale Sarò Mamma! Chi di noi ha provato l’emozione di sussurrare o gridare queste due parole sa quanto segnano la nostra vita. Mille dubbi invadono la mente: “Sarà sano?” crescerà forte? e io sarò in grado di essere una buona madre? Alcune di voi che hanno superato da un po’ questa fase, lo staranno ricordando con tenerezza, magari notando quanto è cresciuto il pargolo. Altre invece, alla prima esperienza, saranno nel vortice di queste incertezze. A ognuna di queste mamme consiglio di leggere le prossime pagine. Una guida che risponde a ogni quesito: dalla gestazione, al parto, ai primi emozionanti passi del piccolo fino al turbolento spannolinamento. Un’altra nuova e interessante sezione di Baby Magazine è l’area coloratissima interamente dedicata ai giovani artisti, un po’ per dar sfogo alla passione un po’ per vanto. . . Il mestiere di Genitore è il più difficile, bisogna sapere tante cose ed è necessaria tanta pazienza ma ripaga con tante, tante, tante soddisfazioni! Alla prossima

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Primi passi: qual’è l’età giusta?

Il terzo trimestre

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Il primo Corredino

Il Vasino

Bambini e bugie

e poi... Disturbo del linguaggio L’eczema nel bambino

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La favola del mese

Consigli di puericultura Famosi si nasce o si diventa? Determinazione del sesso Il respiro della mamma Questo l’ho fatto io Pagine baby

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Come è possibile ricevere a casa la rivista Baby Magazine? Per ricevere la rivista Baby Magazine a casa basta compilare in tutte le sue parti il form a pag. 23. Sono un medico specialista, come posso inviare i miei contributi redazionali? Per poter inviare articoli redazionali basta inoltrare la richiesta, il curriculum a: redazione@babymagazine.it Sono una mamma e vorrei segnalare un prodotto e/o servizio utile o dare qualche suggerimento, a chi posso scrivere? Per comunicare le vostre opinioni, esigenze, proposte, esperienze oppure un parere

sulle strutture e i servizi di cui avete usufruito potete scrivere una mail a comunica@babymaga zine.it oppure segnalarlo al forum paroladimamma (pag. 28). Le segnalazioni saranno preziose per orientare gli articoli e i dossier che pubblicheremo sulla rivista. Desidero contribuire alla vostra iniziativa e far crescere il progetto, posso sostenervi economicamente? È possibile fare un libero versamento sul c.c. 55117402 intestato all’Ass. Salutare via Due Principati, 278 (ex 210) Av. Sono titolare di un'Azienda/ struttura del settore maternità e infanzia. Come posso informare i lettori circa prodotti, servizi e iniziative? Partecipare a Baby Magazine significa sostenere un’iniziativa culturale intrapresa per sensibilizzare alla salvaguardia del benessere comune e di fornire ai lettori oltre ai servizi, il supporto da consultare per essere sempre aggiornati. Per poter usufruire di Baby

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Baby Magazine è un allegato della rivista Salutare Reg. Tribunale Av in data 15/01/2004 N° 419 Editore: Ass. Culturale Salutare allegato Salutare 53 Anno I, n°4 Distribuzione gratuita Segreteria: Angela Romano Collaborazioni: dr. F. Accarpio, dr. Elio Caggiano, dott.ssa A. Carrino, dr. A. Del Sorbo, dott.ssa L. De Varti, dott.ssa V. Funicelli, dott.ssa M. Picardi, dott.ssa R. Santoro. sito: www.salutare.info e-mail: info@babymagazine.it contatto skype: babymagazine Tel.: 0825.74603 - fax: 0825.769808 Contributi: c/c postale n° 55117402 intestato all’Ass. Salutare via Due Principati, 278 (ex 210) Avellino Progetto Grafico: Carmine Serino Stampa: Csd - Na Crediti immagine: Copertina: © shutterstock © Vadim Ponomarenko Fotolia © Suprijono Suharjoto - Fotolia.com © Dreamstime

Comitato Scientifico: Prof. Emerito Giuseppe Roberto Burgio - San Matteo (Pavia) Prof. Pasquale Di Pietro Ospedale Gaslini (Genova) Pres. Nazionale SIP Prof. Pietro Ferrara - Università Cattolica Sacro Cuore (Roma) Prof. Alfred Tenore - Direttore Dip. Pediatria Università di Udine Prof. Alberto G. Ugazio Ospedale Bambino Gesù (Roma) Prof. Alberto Villani - Ospedale Bambino Gesù (Roma) dr. Elio Caggiano - specialista in pediatria - presidente dell’Associazione pediatrica “Per il Bambino” dr.ssa Angela Carrino -specialista in pediatria


I Piccoli protagonisti di questo mese sono...

Alessandro

Vittorio Alessandro nata a Salerno il 03/01/2009 Mamma & Papà: Rubino Daniela e Melillo Nicola

Lidia

Vittorio 02/02/2007 - Mamma & Papà: Regina De Lima e Vincenzo Serino Lidia il 01/12/2004 Mamma & Papà: Melina Marena e Raffaele D’Elia Beatrice nata a Ostuni (Br) 11/10/2008 - Mamma & Papà: Elisa Santoro e Antonio Locorotondo

Beatrice Per inviare le foto:

Linda nata a Udine il 18/04/2007 Mamma & Papà: Cinzia Tolazzi e Lorenzo Paglini

V.I.B. (Very Important Baby)

Nome del bambino ___________________________________data nascita__/__/____ Nome e cognome della Mamma_____________________________________________ Nome e cognome del Papà ________________________________________________ Indirizzo ______________________________________________________________ _____________________________________________________________________ mail o tel: _____________________________________________________________ Autorizzo la pubblicazione della foto firma del genitore

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Linda V.I.B.

Fai diventare il tuo bambino protagonista di Baby Magazine! Inviaci le sue foto specificando il nome e la sua data di nascita, il nome e cognome dei genitori all’ indirizzo mail:

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oppure al nostro indirizzo: via due Principati, 278 (ex 210) - 83100 Av Le più simpatiche entreranno a far parte dei nostri Vib!


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Primi passi:

qual’ è l’età giusta? Ognuno con i suoi tempi, secondo tappe prefissate.

Quando inizierà a camminare? Quali sono i tempi di apprendimento? Sono tanti i dubbi e le curiosità dei genitori di un bimbo che sta crescendo. È importante ricevere informazioni sulle tappe dello sviluppo psicomotorio e sulle modalità per stimolare le potenzialità del bambino, anche attraverso giochi adatti alla sua età.

Quando si parla dello sviluppo psicomotorio del bambino non ci sono scadenze uguali per tutti. Cosi come ogni piccolo ha un suo ritmo di crescita, lo stesso vale per la conquista del

movimento e l’apprendimento del linguaggio. Non è il caso di allarmarsi, quindi, se il bimbo non ha ancora iniziato a camminare a 15 mesi: l’importante è che le varie tappe dello sviluppo motorio (sorreggere il capo, stare seduto e alzarsi in piedi) siano state conquistate. Infatti, la maturazione della coordinazione motoria avviene secondo passaggi prestabiliti, uguali per tutti, e nessun livello può essere raggiunto se non è stato superato il precedente. Si tratta di uno “schema” impresso geneticamente, che però risente anche degli stimoli dell’ambiente che possono favorirlo o rallentarlo. Uno schema che, partendo dai riflessi innati propri del neonato, che afferra saldamente qualsiasi oggetto gli venga posto in mano (riflesso di prensione) e, se sostenuto in posi-

a cura della dott.ssa Mariangela Picardi

zione verticale, sembra voler già camminare (marcia automatica), porta gradualmente il bambino a raggiungere il traguardo della prensione volontaria e della deambulazione vera e propria. Questo avviene grazie al progressivo sviluppo del cervello, che fa sì che il piccolo si interessi a quanto lo circonda (ciò gli fornisce la motivazione per sollevarsi in piedi) e, allo stesso tempo, gli permette di controllare sempre meglio il movimento e gli assicura un crescente equilibrio. Un processo complesso, quindi: servono ben dodici mesi perché il bimbo inizi a camminare oppure sia in grado di tenere in mano un cucchiaio. Muovendosi “gattoni”. I primi tentativi di spostarsi nello spazio si collocano verso i 5 mesi, quando il piccolo, sdraiato a pancia in giù, guardando un gioco posto di lato, solleva il capo, allunga il brac-


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cio per afferrarlo e rotola su sè stesso. Verso gli 8-9 mesi alcuni bimbi, ma non tutti, imparano a spostarsi gattonando e inizialmente può capitare che, invece di procedere, si muovano all’indietro. Oltre alla posizione “classica” carponi, poi, c’è chi si sposta da seduto scivolando sul sederino con una manina flessa sotto le natiche, e chi, invece, gattona “a orso”, con mani e piedi a terra e sederino sollevato. Qualcuno, infine, non gattona, ma si alza in piedi e si cimenta direttamente con i primi passi. Alla scoperta della posizione eretta. A differenza del “gattonamento”, che è una tappa “non obbligata” dello sviluppo motorio, questo è un passaggio fondamentale. Verso i nove mesi, in genere, il bimbo cerca di alzarsi aggrappandosi alle sponde del lettino, alle gambe della mamma, alla sedia. Da questa posizione, può cominciare a muoversi per esplorare l’ambiente attaccandosi ai mobili. All’inizio ha bisogno di un appiglio o di un appoggio, ma pian piano riesce a restare in piedi da solo, senza sostegno e senza la mano di un adulto, per un tempo sempre più lungo. Libertà di movimento. Il girello può rivelarsi un comodo ausilio per

la mamma, quando deve dedicarsi a qualche faccenda, ma per il bambino non è necessario e, naturalmente, non favorisce lo sviluppo della deambulazione. La soluzione ideale, quando il bimbo comincia a muoversi e a interessarsi all’ambiente che lo circonda, è il pavimento. I genitori possono riservargli uno spazio dove “allenarsi” in tutta libertà, magari in un angolo della camera o del soggiorno su un tappeto posato per terra. Primi passi, ma per mano. Ci sono bimbi che muovono i primi passi da soli già a 11 mesi e altri che raggiungono il traguardo a 14-15 mesi. Alcuni piccoli hanno bisogno del sostegno rassicurante dell’adulto un po’ più a lungo. Spesso è sufficiente un dito della mamma, a cui il bimbo può aggrapparsi finchè non si sente pronto a muoversi in totale autonomia. Per favorire lo sviluppo di queste abilità, importante la libertà di movimento – il pavimento è il luogo ideale per “allenarsi”- e si potrà invogliare il piccolo a muovere qualche passo per raggiungere la mamma o un oggetto che gli piace particolarmente. I primi passi sono caratterizzati da un’andatura incerta e un po’ buffa: il bambino procede tenendo le gambe allargate e le braccia leggermente sollevate: così, infatti, riesce a mantenersi più facilmente in equilibrio.

La scarpa adatta al bambino dunque deve avere queste caratteristiche: - una suola in cuoio con tassello antiscivolo, ampia e flessibile, in modo da rispettare l’anatomia del piede del bambino; - la punta della scarpa deve essere alta e larga in modo da far alloggiare comodamente le dita e non forzare l’alluce in posizioni anomale. La flessibilità si verifica prenden-

do in mano la scarpa e premendo con un dito la punta: la suola deve flettersi facilmente senza sforzo, quasi rovesciandosi su se stessa. - Il tacco, largo e squadrato, deve essere presente con una giusta altezza (circa 1/10 della lunghezza totale della suola); - i rinforzi della tomaia, sono indispensabili per sostenere il piede del bambino e per evitare il cedimento della tomaia stessa.

Come vanno scelte le scarpe per il bambino che inizia a camminare? Indubbiamente uno dei primi quesiti da risolvere allorchè il bambino si accinge a muovere i primi passi è quello inerente la scarpine da fargli indossare, finora esclusivamente “contorno” dell’abbigliamento e “quasi inutilizzate”. Quando il bambino inizia a fare i primi passi, intorno agli 8-9 mesi, il piede non è ancora ben sviluppato e tende ad appiattirsi o a cedere medialmente. Camminare a piedi nudi rappresenta il metodo più efficace al fine di un corretto sviluppo del piede. Quando il bambino inizia a camminare, intorno ai 12-13 mesi il piede diventa il mezzo attraverso il quale il bambino si muove, dunque serviranno delle scarpe che lo proteggano da agenti atmosferici e dalle asperità del terreno. La calzatura deve lasciare ampia possibilità di movimento al bambino, senza “costringere” il piede in alcun modo.

La misura della scarpa è adeguata quando, tenendo il bambino in piedi e premendo sulle punta del piede della scarpa, rimangono 13 mm oltre l’alluce. La calzatura dovrà essere sostituita circa ogni 3 mesi. È fondamentale che la misura della scarpa sia quella giusta: una scarpa troppo stretta può favorire gli arrossamenti cutanei e periungueali, fino all’unghia incarnita.


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Il terzo trimestre di gravidanza

Si avvicina con grande gioia il momento di far nascere il bambino. Non manca molto all’evento è finalmente potrete guardare il visino su cui per nove mesi avete fantasticato. Vediamo cosa succede dunque gli ultimi tre mesi di gravidanza.

re il singhiozzo, percepisce il gusto dolce ed amaro, risponde agli stimoli. La funzione della placenta inizia a diminuire allo stesso modo del liquido amniotico. L’utero continua ad aumentare di volume, supera l’ombelico di 4-5 centimetri e, per questo motivo, la sensazione di pesantezza aumenta e si avrà la tendenza a sentire una sorta di “peso” ai polmoni.

Anzitutto i movimenti respiratori del feto sono sempre più regolari.

È questo il momento opportuno per prepararsi al parto, attraverso apposite tecniche e metodi, quali la piscina, ottima per rilassarsi e per l’esercizio muscolare; o corsi appositi di preparazione.

Gli occhi si aprono del tutto e gli organi, come lo stomaco e l’intestino, funzionano normalmente, anche se non saranno del tutto pronti fino al momento del parto. Già dalla fine del 6° mese il feto è sensibile ai suoni: infatti, quando c’è un forte suono il feto si muove, così come si rilassa quando i genitori ascoltano la musica leggera. Al settimo mese il feto succhia spesso il suo dito, può ave-

Gli esami da fare Gli esami sono quelli di routine: analisi del sangue e delle urine. Dal 7° mese in poi, però, l’analisi delle urine avrà cadenza quindicinale, non più mensile, per accertare il normale proseguimento della gravidanza. L’ottavo mese L’8° mese è il momento in cui il feto sceglie la posizione per nascere, normalmente con la testa verso il basso e il sedere verso l’alto. Il medico vi dirà che posizione ha adottato il bambino per nascere. Nel 95% dei casi il bambino adotterà la posizione podalica, con la testa all’indietro o trasversale. In questi casi, sarà indispensabile praticare un cesareo. Dato che l’utero è aumentato di volume di almeno 10 volte, sentirete

come i vostri polmoni si comprimono. Alla fine dell’8° mese, il feto ha raggiunto il peso di 2-2,5 kg. Questo aumento è dovuto al grasso che si sta formando sottopelle. Appaiono, da questo momento, anche sopracciglia e capelli. I due emisferi cerebrali lavorano insieme. Il feto sa distinuguere le diverse voci che gli parlano. È lungo circa 40 centimetri. I dolori alla schiena e all’addome potrebbero essere intensi per la mamma, perché il bambino è diventato molto grande e il peso grava sulla colonna vertebrale della madre. Questo potrebbe affaticare molto la futura madre, che avrà bisogno di riposo e di leggerissimi esercizi per riequilibrare l’apparato muscolare. I diritti della mamma: la maternità A partire dall’8° mese, la donna ha diritto a 5 mesi di maternità (che raddoppiano in caso di parto gemellare). Nel caso in cui la mamma partorisca prima della data prevista, i giorni di maternità non


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effettuati prima del parto vengono aggiunti ai 3 mesi concessi dopo la nascita del bambino. Se il parto avviene dopo la data prevista, invece, rimangono invariati i mesi di maternità post parto. Tra la 30a e la 32a settimana la madre si sottopone alla terza e ultima ecografia prima del parto, che serve per verificare la normale crescita del feto.

misura 50 cm . La pelle è liscia. Lo strato di vernice è parzialmente caduto e galleggia nel liquido amniotico. Il cranio non è del tutto ossificato: le due fontanelle si formeranno qualche mese dopo la nascita. Dato che state vivendo la fase finale della vostra gravidanza, è possibile sentirsi tirare la parte bassa del ventre e avere dei dolori diffusi in tutto il corpo, che si prepara per il parto.

Gli esami di routine a cui sottoporsi sono: - esami del sangue: comprendono, questo mese, anche il test della coagulazione, in previsione del parto; - esami delle urine: due volte al mese. Inoltre, a partire dalla 32a settimana, è possibile sottoporsi alla flussimetria fetale, esame non invasivo e non obbligatorio, simile all’ecografia, che permette di verificare la corretta circolazione del sangue del feto. Si effettua soprattutto quando ci sono sospetti di malfunzionamento del flusso di sangue, che potrebbe complicare il parto.

Gli esami da fare. Oltre agli esami di routine (analisi del sangue completa, analisi delle urine), verso la 34a-35a settimana la madre si sottopone all’elettrocardiogramma, per verificare che il battito fetale sia nella norma e che non rischi complicazioni durante il travaglio. Nello stesso periodo è previsto il tampone vaginale, che consiste nel prelievo di muco vaginale, successivamente analizzato per controllare che non ci siano infezioni.

Il nono mese di gravidanza Nelle ultime settimane il bebè cresce, non riuscendo quasi a muoversi. Alla fine del nono mese pesa in genere 3 kg e

Verso la 36a-37a settimana, se il bimbo è podalico, si decide se è il caso di intervenire o meno con il taglio cesareo. Appena iniziano le contrazioni, i medici eseguono il monitoraggio del feto. Si tratta di una registrazione che, grazie alla rilevazione dell’intensità e della frequenza delle contrazioni, del battito cardiaco del feto e della quantità di liquido amniotico, consente di controllare l’andamento del travaglio. I segnali del parto Ci sono alcuni cambiamenti che si verificano nel momento esatto in cui la donna sente che è giunto il momento di chiamare il medico o di andare in ospedale. Si intensificano le contrazioni, frequenti e dolorose, molto spesso accompagnate da

diarrea, e non spariscono neanche se cambiate posizione. Inizia il dolore nella parte bassa della schiena, e si hanno delle perdite rosacee o di sangue. Naturalmente, si rompono le acque! Il parto non è ancora iniziato se invece >>> continua a pag. 11

Viaggiare al 5° mese Se avete deciso di fare un viaggio, dovete consultare il vostro medico prima di partire per verificare che tutto sia in ordine perché, anche nel caso di gravidanza a basso rischio, un viaggio a grande distanza non è consigliato. Per la maggior parte delle donne, i viaggi durante il secondo trimestre sono un’occasione perfetta per profittare di un soggiorno con il proprio compagno e distrarsi prima della nascita del bebè. Dopo aver ottenuto il permesso del medico, avete bisogno di pianificare il viaggio e di prendere qualche precauzione affinché tutto vada bene. Vi consigliamo di organizzare un viaggio con una sola destinazione, piuttosto che uno che preveda di visitare diverse città in tempi brevi. Rispettate la vostra dieta perché il bebè continua ad avere bisogno degli stessi alimenti; non bevete acqua del rubinetto se andate in un Paese straniero; cercate di urinare più volte al giorno e portatevi dietro il nome di un ginecologo del Paese che andate a visitare. È importante che vi muoviate durante il tragitto. Se viaggiate in automobile, fate delle soste frequenti; se viaggiate in treno o in aereo, alzatevi e passeggiate nel corridoio. Dovete muovervi per non avere problemi circolatori.


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>>> continua da pag. 9

avete questi sintomi: • le contrazioni non sono regolari e non aumentano di intensità; • le contrazioni spariscono quando cambiate posizione; • le perdite sono di colore marrone (risultato di un esame medico o di rapporti sessuali). Ridurre i dolori del parto: l’anestesia epidurale. È considerata la tecnica più efficace per ridurre i dolori del parto. Non è dolorosa, e non altera né la forza muscolare, né la sensibilità, né lo stato di coscienza. Viene praticata da un anestesista specializzato e prevede l’inserimento, mediante ago, di un piccolo catetere circa 5cm sottocute, nello spazio epidurale della regione lombare. L’analgesico viene somministrato, anche più volte durante il travaglio, mediante il piccolo catetere. Viene eseguita tipicamente durante la fase dilatante del travaglio su richiesta della partoriente o su indicazione del ginecologo, ma comunque dietro valutazione medica su eventuali rischi. A tutte le partorienti è comunque consigliata una visita specialistica con l’anestesista prima di iniziare il travaglio in modo da valutare e richiedere anticipatamente l’epidurale. È consigliata in particolare per il parto cesareo perché garantisce una migliore ripresa dell’organismo rispetto ad altre anestesie e perché le condizioni del neonato sono tendenzialmente migliori.

Si può avvertire un leggero prurito come effetto collaterale comune, mentre molto più rara è l’emicrania, che può durare anche pochi giorni. Il parto prematuro Tra i bebè che nascono prematuramente, un terzo dipende dalla dilatazione che è iniziata molto presto, un terzo dal fatto che le membrane si rompono ed un terzo per problemi materni o fetali. Tuttavia i progressi della tecnica hanno ridotto il numero di parti prematuri. Esistono molti fattori che possono aumentare il rischio di un parto prematuro. Se la madre infatti ha dei fattori a rischio, avrà più possibilità di avere un parto prematuro, anche se oggi in alcuni casi si riesce a portare a termine la gestazione. Alcuni fattori di rischio sono: il fumo, l’alcol, l’abuso di medicinali, lo stress, l’età della madre, una nutrizione insufficiente, gestazioni multiple, squilibrio ormonale, ecc.... Alcune volte, senza presentare nessuno di questi fattori, la madre può entrare in una dilatazione prematura, senza alcuna ragione apparente. Quando ci sono dei rischi, si può ridurre l’incidenza delle nascite premature con l’educazione ed il controllo dell’utero. Se la dilatazione inizia troppo presto, è possibile ritardare la fase di espulsione fino al momento in cui il bebè è più maturo, perché anche un piccolo ritardo puo’ essere benefico. Se avete sintomi quali crampi simili a quelli delle mestruazioni, nausee o indigestioni, dolore o pressione nella parte bassa della vostra schiena, cambiamento delle perdite

vaginali o rotture delle membrane, consultate il vostro medico o andate all’ospedale.


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Il suo primo corredino

È importante tenere conto del periodo in cui il bambino nascerà, ovvero, estate o inverno, tenendo in considerazione che nel neonato il sistema di termoregolazione è ancora imperfetto.

Un po' per superstizione, un po' per praticità, si comincia a pensare al corredino una volta giunte al settimo mese di gravidanza: da questo momento in poi sarà opportuno preparare una lista dei capi che andranno a formare il primo corredino del bebè.

I bambini così piccoli soffriranno maggiormente il caldo se troppo coperti o il freddo, viceversa, più di quanto possa accadere in un adulto. Azzurro o rosa è una delle prime cose a cui si pensa appena si conosce il sesso del neonato. Ma si tratta fondamentalmente di una questione per lo più “estetica”; l'importante è porre l'attenzione sui tessuti e sulla praticità dei capi. Con un occhio alla quantità, tenendo presente che i bambini crescono in fretta! Copertine, lenzuolini, bavaglini... la lista sembra essere lunga ma con un po' di organizzazione tutto è più semplice. Spesso accade che, prese dall'euforia, molte mamme si precipitino ad acquistare molti capi prima del tempo, dimenticando che parenti ed amici provvederanno con un utile regalino. Dunque, attendere la nascita senza fare acquisti sproporzionati, e verificare solo in seguito cosa realmente occorre, è la cosa più giusta da fare.

Innanzitutto basteranno due copertine, una di lana e una di cotone, indipendentemente dalla stagione in cui nascerà il bambino, poiché verranno sicuramente utilizzate. Se il bambino nasce d'inverno occorreranno: 4-6 tutine di ciniglia (o coprifasce con ghettine), 6 body mezza manica lana/ cotone, 6 camicini (in alcuni ospedali sono obbligatori, in altri facoltativi), un completo per la dimissione comprendente anche un paio di calzini, una cuffietta e una copertina. Se invece il bambino nasce nei mesi estivi l'occorrente sarà costituito da: 6 tutine di cotone (o coprifasce con ghettine), 6 body di cotone a mezza manica, 6 camicini, un completo per la dimissione adatta alla stagione. Lenzuolini, golfini, pantaloni o pantaloncini, saranno sicuramente tra i regali più gettonati. È bene evitare di riempire l'armadio con capi che rimangono, spesso, con il cartellino perchè inutilizzati, vista la veloce crescita nei primi mesi. Una cosa di cui non ne avrete mai abbastanza saranno i bavaglini: è il caso di dire che più ne avrete meglio è. Qualcuno serve al momento della poppata, gli altri per eventuali rigurgiti (mai far dormire il piccolo con il bavaglino). Tessuti naturali e praticità Nella scelta dei capi da acquistare occorre privilegiare la como-

dità e la qualità; inutile dire che vanno evitati i capi sintetici, che non assorbono il sudore e possono provocare irritazioni alle pelli sensibili. Preferite dunque le fibre naturali, come il cotone, materiale ideale per i capi a contatto diretto con la pelle del bebè, in quanto può essere usato in ogni stagione assicurando un’adeguata traspirazione. Questo tessuto, inoltre, può essere lavato in lavatrice anche ad alte temperature per consentire la sterilizzazione dei capi. Anche la lana non è particolarmente indicata perchè può stimolare reazioni allergiche, mentre il lino è indicato nei mesi estivi solo se sufficientemente “ammorbidito”. Naturalmente il bebè deve potersi muovere liberamente e senza il fastidio di etichette o cuciture. Due pesi, due misure. Come già accennato in precedenza, i bambini crescono molto in fretta nei primi mesi, basti pensare che nei primi 5 mesi tendono a raddoppiare il peso della loro nascita. Dunque attenzione particolare va dedicata alle taglie, anche perchè variano a seconda del marchio. Scegliendo i capi da acquistare è quindi importante tenere presente le misure del bebè (altezza e peso) e fare riferimento a queste oltre che all’età segnata sulle etichette.


È ora di togliere il pannolino!!! Spesso si consiglia di iniziare l'educazione al vasino durante l'estate. Ma è davvero il momento giusto? È questa una tappa fondamentale nella crescita del bimbo, avviene, tendenzialmente, tra i 18 e i 36 mesi!

Lo spannolinamento, oltre ad attendere che il bambino inizi a dare qualche segnale di prontezza, necessita di altri requisiti dati dal tempo che si trascorre in casa e dalla temperatura esterna.

L'estate, dunque, perché i genitori hanno più tempo per stare con i bimbi, sono in ferie e possono dedicarsi con maggiore attenzione ai loro piccoli. Inoltre, in estate si può stare all'aperto, sul prato di casa o in spiaggia senza pannolino, occasioni di libertà per il bambino e luoghi meno laboriosi da pulire per i genitori. Il bambino inizia a sperimentare il fatto di essere indipendente in questo senso, si compera un vasino e si inizia a spiegare come usarlo. Il periodo estivo è perfetto perché il bimbo inizierà la scuola dell'infanzia in set-

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Il Vasino qualche informazione in più per il mestiere di Genitore:

tembre, luogo che notoriamente non accetta i bambini con il pannolino. Tuttavia, se il bambino inizia a dare segni di prontezza si può iniziare l'educazione al vasino anche in altri momenti dell'anno. Basta usare alcuni semplici accorgimenti: si possono per esempio togliere i tappeti preziosi all'interno della casa, proteggere il divano e i letti con una cerata, armarsi di mutandine di cotone e pantaloncini della tuta per il cambio, prendere un bel vasino, togliere il pannolino al bambino e iniziare a raccontargli che anche lui può andare in bagno come mamma e papà. Non c’è da allarmarsi se questo non avviene nei tempi standard: quasi sempre il problema è dovuto solo a uno sviluppo più lento. Se il bimbo non raggiunge una sorta di maturazione fisiologica (che gli da modo di controllare autonomamente le funzioni corporee) , è impossibile educarlo all’uso del vasino. Vi sono due livelli di maturazione: quello neurologico e quello della vescica. Il primo riguarda lo sviluppo di una parte del cervello che corrisponde alla volontà e alla coscienza (questo permette il controllo della vescica da parte del bimbo) La seconda, invece, si ottiene con l’esercizio: il bimbo, senza il pannolino, deve fare più

prove prima di riuscire a trattenere le pipì. Cosa deve fare un genitore? Semplicemente aspettare, osservare e capire il momento giusto. Non bisogna “forzare il bimbo”, come, molto spesso, si faceva in passato. Bisogna attendere, naturalmente, i primi segnali di “maturità” da parte del bimbo. Due cose fondamentali sono: far stare il bimbo senza pannolino e farlo familiarizzare con il vasino (come fosse un giocattolo). Attendere “almeno” un segnale: se dopo il pisolino pomeridiano il bimbo si sveglia con il pannolino asciutto…quello è il segnale! Bisogna, a questo punto, togliergli il pannolino per qualche ora al giorno e fargli notare con dolcezza e non con rimprovero quando fa la pipì addosso! Questo deve essere, inizialmente, un gioco. Con il passare dl tempo il bambino capirà che il vasino (già da molto tempo fisso in bagno) è IL SUO WATER PERSONALE! Il resto sta a voi, care mamme, solo voi conoscete appieno il vostro pargolo e la sua sensibilità. Ogni bambino è diverso e diverso dev’essere l’approccio in ogni fase della sua educazione: non c’è nulla di più sbagliato del metodo unico per tutti.


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La Favola del mese Anna e lo specchio bugiardo Questa è la storia di Anna, una bambina che aveva circa la tua età. Anna era una bella bambina, ma tanto triste. Tutti le facevano tanti complimenti ma lei ogni mattina, appena alzata correva allo specchio, si guardava e piangeva. “Guarda che naso storto!” diceva, “e questi capelli!...e il mento così sporgente. Come sono brutta!” Anna non aveva un'amica perchè era sempre triste e piagnucolona (chi la vorrebbe un'amica così?) A scuola indossava sempre un grosso cappello, e i capelli le coprivano il viso “per non far vedere quanto fosse brutta”, e quando qualche amichetto le si avvicinava, Anna scappava a casa dove passava ore davanti allo specchio a commiserarsi. Il giorno del suo compleanno tutti i suoi parenti, zii, cuginetti e nonni, le avevano preparato una bellissima festa con tanti regali: c'era perfino la torta al cioccolato! Anna si era chiusa nella sua cameretta e si disperava davanti al suo specchio. La mamma andò a chiamarla: “Anna, vieni, ci sono tutti!” “Lasciami in pace”, gridò. Anche il papà tentò di convincerla: “Dai Anna, c'è la zia che vuole

vederti e c'è anche la torta che ti piace tanto!” “Sono venuti a vedere quanto sono brutta, mandali via tutti”, rispose lei in lacrime. Dopo qualche minuto udì ancora bussare, stavolta era il nonno. “Non voglio che tu esca se non ti va, ti ho solo portato il mio regalo”. Anna era molto legata al nonno che la teneva sempre in braccio quando era piccola e la portava al parco a giocare. Dunque aprì la porta e salutò il nonno che le sorrise: “Questo è il mio regalo!”. Le diede un grosso pacco, la baciò e andò via. Anna era felice e mentre scartava il regalo del nonno pensò di scendere alla festa, ma appena si guardò allo specchio il suo volto si rattristò di nuovo. “Non possò farmi vedere con le orecchie così grosse!”, pensò. “Oh Anna, ma quali orecchie grosse!”, sentì un voce. Anna, un po' spaventata chiese chi fosse, ma non vide nessuno. “Sono io, Orev, il custode della magia degli specchi”. Anna non credeva ai suoi occhi: il pupazzo che le aveva regalato il nonno si era animato; era un

maghetto di circa un metro con uno strano cappello e tanto di bacchetta magica, che disse: “Devi sapere che esistono gli specchi sinceri e quelli che dicono le bugie, proprio come le persone!”. “In che senso?”, chiese Anna. “Quello è uno specchio bugiardo”, disse con tono deciso il maghetto”. “Ma se riflette tutto esattamente così com'è: la porta, il mio lettino, il lampadario, la finestra”, ribattè Anna. “Non esattamente, e posso dimostrarlo.


Anna rispose: “alleb onos”. “Visto, esattamente il contrario! Devi imparare a distinguere chi ti dice la verità e chi invece mente. Tu sei molto bella e ti stai perdendo la festa meravigliosa che i tuoi cari hanno preparato con tanto affetto”. “Allora mi ha sempre mentito!”, disse Anna, “ed io ho perso tanto tempo a credere di essere brutta. Le persone che mi vogliono bene avevano ragione!” Si vestì di corsa e scese a festeggiare con tutta la famiglia, ma prima corse ad abbracciare il nonno che le aveva fatto un regalo stupendo.

Ti è piaciuta la storia di Anna? Ma non è finita! Passarono dei mesi e Anna era ormai felice. Non andava più in giro col cappello che le copriva il viso, ed aveva finalmente molti amici. Orev intanto si era recato presso altri bambini ingannati dagli specchi bugiardi, promettendole ad ogni modo che ogni tanto sarebbe andato a farle visita. Un giorno accadde una cosa strana. Anna si alzò dal letto e tutta felice si guardò allo specchio, ma scoppiò in lacrime. Anna si vedeva bella! “Ma se mi vedo bella, e lo specchio dice il contrario, allora sono diventata brutta, e questa volta per davvero”, pensò disperata.

Corse in lacrime dal pupazzo che raffigurava Orev e lo chiamò a gran voce: “Orev, vieni qui, presto!”. Il maghetto si animò e Anna gli spiegò il motivo della sua disperazione. “Ma no, disse Orev!”. “Lo specchio, poiché non riusciva più ad ingannarti, si è messo a dire la verità. Devi imparare a distinguere la verità dalle bugie. Vuoi vedere? Prendi un foglio di carta e scrivi sopra il tuo nome”. Anna fece come Orev gli aveva suggerito, e lo mise davanti allo specchio. “Cosa leggi?”, disse il maghetto. “Anna”, esclamò felice, e da allora non ha mai più pensato di essere brutta.

© Babymagazine.it

Scrivi su un foglio <<sono bella>>, e poi metti il foglio davanti allo specchio, cosa leggi?”.

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Come riconoscere precocemente un disturbo del linguaggio. a cura della dott.ssa Valentina Funicelli - logopedista

ll ritardo o disturbo specifico del linguaggio (DSL) rappresenta una condizione frequente in età prescolare ed è generalmente considerato un disturbo transitorio dello sviluppo a prognosi favorevole.

Dare: il bambino lascia andare un oggetto nelle mani di un adulto. Indicare: il bambino indica con il braccio teso e/o con l’indice puntato in una certa direzione guardando alternativamente l’oggetto e l’adulto. Gesti referenziali a partire dai 12 mesi: Il bambino dimostra attraverso alcuni gesti come ad esempio “ciao, non c’è più, ecc.” di usare la gestualità per comunicare situazioni reali. Mancanza di “schemi d’azione con gli oggetti” (12 mesi) es.: utilizzare il cucchiaino per mangiare. Assente o ridotta presenza del “gioco simbolico” (24-30 mesi) es.: giocare a far finta di… Vocabolario ridotto (minore di 20 parole a 18 mesi, minore di 50 parole a 24 mesi) Ritardo della combinazione gesto-parola (dopo i 12 mesi) es.: il bambino dice “da” mentre indica la palla.

Pur considerando l’enorme variabilità nello sviluppo adeguato del linguaggio, alcuni segnali di rischio sono evidenziabili molto precocemente:

Ritardo della comprensione di ordini dati al bambino non troppo contestualizzati (24-30 mesi) es.: stando in cucina si chiede al bambino di andare a prendere il sapone in bagno.

Assenza della lallazione (dai 5-7 mesi ai 9-10 mesi) 6-7 mesi vocalizzazioni di tipo consonante + vocale: pa, da, ba; 9-10 mesi le combinazioni diventano più elaborate. Assenza di utilizzazione dei gesti deittici e referenziali (12-14 mesi)

Persistere di espressioni verbali incomprensibili dopo i 2½-3 anni. Tutti questi segnali sono da valutare attentamente soprattutto se sono contemporaneamente presenti due o più indicatori di rischio. I disturbi di linguaggio possono presentarsi (cioè si accompagnano o sono presenti in quadri sindromici specifici) con ritardo cognitivo, disprassia, ipoacusia di vario grado.

Gesti deittici alla fine del 1° anno di vita Mostrare: il bambino tende l’oggetto verso l’adulto, del quale vuole attirare l’attenzione.

Ma ci sono bambini che pur non avendo alcun problema, né di tipo funzionale né nell’area cognitiva o emotiva - relazionale, presentano

un “disturbo specifico” di linguaggio. Nel linguaggio del bambino si evidenzia un disordine fonologico, cioè l’incapacità di: programmazione e sequenzialità dei suoni all’interno delle parole, utilizzazione di un suono al posto di un altro, cancellazione di sillabe o singoli fonemi, scarsa competenza grammaticale. Le cause del “Disturbo Specifico di Linguaggio” si stanno a tutt’oggi ricercando ma molta importanza riveste la familiarità e le otiti ricorrenti o fluttuanti. Se il bambino soffre di otiti sin dal primo o secondo anno di vita anche un abbassamento della soglia uditiva di soli 20/30 decibel, può provocare un disturbo di decodifica e percezione dei “suoni” della lingua e quindi un “Disturbo Fonologico”. Purtroppo non basta rimuovere le cause del problema perchè il ripristino di una funzione uditiva adeguata non guarisce il disturbo di linguaggio. Il bambino va aiutato con delle terapie logopediche individuali e/o di gruppo. Il nostro lavoro prevede diversi momenti in cui il bambino si “allena” a: 1. percepire i suoni, cioè memorizzarli ed elaborarli (training percettivo); 2. migliorare il controllo nell’articolazione dei fonemi per produrli correttamente (training motorio); 3. comprendere che utilizzando in modo errato i suoni può cambiare il significato delle parole (training cognitivo linguistico). Il Disturbo di Linguaggio va affrontato per evitare che il bambino vada incontro ad un’altra disabilità evolutiva come la “Dislessia” e la “Disortografia” che ostacolano la rapidità e la correttezza nella lettura e nella scrittura.


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L’eczema nel bambino La terapia dell'eczema in età pediatrica dipende dalle aree interessate e dalla variante clinica.

Il termine eczema deriva dal greco ( = gonfiarsi formando bolle) e viene utilizzato per indicare un vasto gruppo di dermatiti pruriginose a decorso acuto o cronico.

Gli eczemi sono l’espressione di una risposta cutanea eccessiva nei confronti di stimoli endogeni o esogeni. In età pediatrica gli eczemi più frequenti comprendono la dermatite atopica (eczema atopico), la dermatite da contatto irritante (DIC), la dermatite allergica da contatto (DAC), la dermatite allergica da contatto aerotrasmessa (airborn dermatitis) e la fitofotodermatite da contatto. Gli eczemi nel bambino possono presentarsi con aree arrossate e pruriginose, vescicole, edema, lichenificazione e desquamazione. Il grattamento cronico può comportare talora una sovrinfezione batterica (impetiginizzazione). La dermatite atopica può colpire tutte le età, ma oltre la metà dei casi si presenta entro il primo anno di vita. Nel lattante compare generalmente dopo il terzo mese, presentandosi con prurito e rossore localizzati prima al viso (fronte e guance) e poi al tronco e alle pieghe flessorie di avambracci e gambe (foto 1). Nel bambino più grande le chiazze tendono a diventare più secche, interessando simme-

a cura del Dermatologo Dott. Antonio Del Sorbo

L’eczema irritativo da contatto (DIC) è un fenomeno molto frequente in dermatologia pediatrica e può presentarsi nel bambino sia come dermatite irritativa dell’area del pannolino (napskin dermatitis) che come dermatite periorale (foto 2).

gico. I test epicutanei (patch test) risultano negativi. L’eczema allergico da contatto (DAC) prevede una prima fase di sensibilizzazione alle sostanze incriminate e una fase di elicitazione, con recidive del quadro clinico a ogni nuovo contatto con gli allergeni. Esso si verifica perché la cute diventa sensibile nei confronti di alcune sostanze presenti in casa o nell’ambiente esterno. L’eczema allergico del bambino può interessare qualsiasi area del viso, del corpo, del cuoio capelluto e persino dei genitali. Le chiazze eczematose si possono manifestare con rossore, vescicole, squame o croste. La cute interessata è molto ispessita e intensamente pruriginosa. Tra le sostanze che più spesso possono provocare una dermatite allergica nel bambino ricordiamo alcuni metalli (es. nichel, cromo, cobalto), i profumi e i conservanti contenuti in alcuni prodotti per uso topico (es. detergenti, creme, shampoo, etc), alcuni tessuti, i colliri, i dentifrici, i cerotti, le gomme e le calzature. Quando al momento della visita specialistica, il dermatologo sospetta nel bambino un eczema allergico, può programmare eventuali test diagnostici di approfondimento (es. dosaggio IgE totali PRIST, patch test serie pediatrica, fotopatch test, etc).

La dermatite da pannolino esordisce con un arrossamento delle superfici di contatto del pannolino e con il tipico risparmio del fondo delle pieghe. In questi casi, la dermatite è dovuta a un’azione irritativa della sostanza e non a un vero e proprio meccanismo aller-

La terapia dell’eczema nel bambino va impostata dal dermatologo al momento della visita specialistica in base alle aree interessate, alla natura irritativa o allergica della dermatite e all’eliminazione delle possibili cause scatenanti, variabili da bambino a bambino.

tricamente le pieghe del collo, le mani (foto 3), i gomiti e le ginocchia. Nell’adolescente e nell’adulto la pelle si presenta più ispessita e secca, soprattutto agli arti e talora si può localizzare alla nuca, agli angoli della bocca (cheilite atopica) e alle palpebre. Nella dermatite atopica il prurito è riferito come feroce ed insopportabile, soprattutto nelle ore serali. La pelle atopica si presenta arida e intensamente pruriginosa a causa della ridotta attività di un enzima (δ6 desaturasi) coinvolto nel metabolismo di alcuni acidi grassi essenziali, detti omega 6. Gli acidi grassi essenziali contribuiscono normalmente al mantenimento del film idrolipidico della pelle e quindi alla sua importante funzione barriera. L’applicazione o l’assunzione per via orale di queste sostanze naturali (es: acido linoleico) spesso può migliorare il quadro clinico. Generalmente la dermatite atopica migliora durante la stagione estiva, con l’acqua di mare e l’esposizione al sole.


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Consigli di puericultura a cura del dr. Elio Caggiano specialista in pediatria

La prevenzione degli incidenti domestici. Da quando nascono fino al compimento dei tre anni i bambini sono facili “vittime” degli incidenti domestici. Le raccomandazioni sono da riportare non solo ai genitori, ma anche a chi si occupa del bambino in loro assenza (baby sitter, nonni). Ecco a cosa prestare particolare attenzione.

Da zero a sei mesi Sonno - Far dormire il bambino sempre a pancia in su (il piccolo che dorme a pancia sotto può rischiare il soffocamento). - Usare la culla, sufficientemente ampia, con sponde alte e imbottite, solo nei primi mesi. - Il lettino deve avere sponde alte almeno 80 cm, munite di fermo di sicurezza se scorrevoli. Le sbarre devono essere distanti al massimo 10 cm.

te utilizzati; gli antibiotici in sospensione, una volta aperti, non durano in genere più di dieci giorni.

Fasciatoio e infant seat prestare particolare attenzione quando il bambino è sul fasciatoio, che deve essere munito di sponde alte. Non lasciare solo il piccolo neppure per un attimo e mettere a portata di mano tutto quanto serve; prenderlo in braccio se ci si deve allontanare; tenere l’infant per terra, non su tavoli o sedie, per evitare il rischio di cadute.

In cucina e a tavola Controllare la temperatura del biberon, facendo scendere qualche goccia di latte sul dorso della mano prima di offrirlo al bambino; il bambino non deve stare vicino ai fornelli; non tenere il piccolo in braccio mentre si cucina o si mangia: prima di spostare recipienti con liquidi o cibi bollenti, controllare che non sia sul tragitto; sistemare le vivande bollenti al centro della tavola, dove il bambino non possa raggiungerle; non passare mai cibi caldi sopra la sua testa.

Prodotti per l’igiene Mettere i prodotti per l’igiene del bambino lontano dalla sua portata (il borotalco e le altre polveri, se inalate, possono essere pericolose); conservarli nelle confezioni originali in modo da evitare errori di somministrazione. Farmaci Conservare tutte le medicine in un armadio chiuso a chiave, nelle loro confezioni originali; non lasciare a portata del bambino (per esempio sul comodino o in cassetti accessibili) farmaci di uso quotidiano; evitare l’accumulo di farmaci parzialmen-

Acqua calda Regolare lo scaldabagno a una temperatura massima di 45-50° C: il bambino potrebbe azionare i rubinetti bassi (per esempio quello del bidè) per giocare; controllare la temperatura del bagnetto; non fare scendere acqua calda mentre il piccolo è immerso nella vasca.

Incendi Tenere fiammiferi e accendini in luoghi sicuri; utilizzare per il piccolo abiti in fibra na-


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turale (che non bruciano con fiamma viva e non alimentano le fiamme) per evitare ustioni gravi in caso di contatto col fuoco.

Rivolgere verso l’interno i manici delle pentole che si trovano sui fornelli, utilizzando di preferenza i fuochi posteriori. Usare il forno e accendere la stufa o il camino solo se è possi-

Giocattoli Acquistare giocattoli con il marchio CE che garantisce che sono stati costruiti secondo le normative di sicurezza e che “sono adatti ai bambini di età inferiore a tre anni”; verificare che i giocattoli non siano di piccole dimensioni o scomponibili in parti inferiori a 3 cm: il piccolo, si sa, porta tutto alla bocca e di conseguenza potrebbe soffocare; che siano resistenti agli urti, perchè in caso di rottura potrebbero avere parti appuntite o taglienti o frantumarsi in pezzi piccoli molto pericolosi; che non siano di latta e con smalto perchè la vernice se si stacca può essere inalata; che non contengano prodotti tossici: in tal caso sono contraddistinte con le diciture “da usare in presenza di adulti”, “lavare le mani dopo l’uso”, “evitare il contatto con gli occhi”. Da sei a dodici mesi Il bambino inizia a muoversi autonomamente per casa e riesce a mettere in bocca tutto quello che trova. Scale Installare cancelletti alle scale, chiusi con meccanismi a prova di bambino, e limitare l’uso del girello in presenza di gradini o dislivelli. Impianto elettrico Dotare l’impianto elettrico centrale di dispositivi di sicurezza (salvavita); coprire le prese non utilizzate con idonei copripresa e i fili volanti con apposite canaline; collocare le lampade a stelo e da tavolo in luoghi inaccessibili al bambino;

bile garantire un’adeguata e continua vigilanza, facendo inoltre attenzione alla caffettiera, particolarmente instabile. Assicurarsi che le piante nell’appartamanto non siano velenose.

In cucina o nelle stanze. È importante riporre i prodotti per la pulizia della casa, i lucidi per le scarpe, i prodotti contro le tarme, i detersivi per la lavatrice e la lavastoviglie, i farmaci e le sigarette in luoghi inaccessibili al bambino, così come forbici, coltelli e altri oggetti taglienti.

Da uno a tre anni I bambini a quest’età sono curiosi, vivaci, talvolta spericolati. È necessario educarli a riconoscere i rischi. I genitori devono riportare queste raccomandazioni a chi si occupa del bambino in loro assenza (baby sitter, nonni).


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Famosi si nasce o si diventa? SI BAMBINI CERCA

Bambini ai provini per lo Zecchino D'Oro Sono partite le preselezioni per far partecipare i bambini al coro della nota rassegna canora internazionale di musica per l'infanzia recentemente inserita dall’Unesco nella lista dei patrimoni per una cultura della Pace. L'iscrizione è gratuita e possono partecipare tutti i bambini che abbiano compiuto i 3 anni all'atto d'iscrizione e non avranno 11 anni al 30 novembre 2009. I bambini canteranno con una selezione a porte chiuse accompagnati dal pianoforte. Potranno scegliere una canzone a piacere nel repertorio dello Zecchino d'Oro dalla 30sima alla 51sima edizione. I bambini che supereranno la prima audizione dovranno presentarsi ad una successiva che avrà luogo in uno spettacolo pubblico dove ripeterà la canzone scelta su una base musicale. Se supererà anche questo secondo sbarramento, il bambino sarà convocato alle finali nazionali che si terranno a Bologna all'Antoniano, nel mese di settembre 2009. La commissione è formata da rappresentanti dell’Antoniano di Bologna. Per iscriversi alle audizioni si può telefonare alla segreteria dell’Antoniano, al numero 051.3940206, oppure 051.3940216 dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 17.

nz a p erie er s s e i d g e n -a a nn i i 30 bini e te spettad ù i p am e m a e con le, b Italia e model ione, cin n i i is delli poch elev Tra i ttore mo blicità, t e b ni; n e l s o da , p u 17 an a per 0 s m er om p er n -a g iaR . e tee stri stud i nalicolo n i essio ono mb n e i n o . f a o b r p o s o Italia n ia m os t r a v in o r a nn Visio ini si ter tro e sud rire la n r un pro p v n e i pro e del ce ni a sco asting p n ie c v o i z ; e à e t l ci 00 s erie f o na e 17. l l a Tele nostra 9.30 la . it t à e i ti . dalle house sito: 2 1 9 m o l u i 0 grat 2.3981. : info@f a il nostr se.it l 0 t i i . a l s o i h u m te V .f ilm www

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Test di determinazione del sesso Quando è importante saperlo e perché.

a cura del dr. Franco Accarpio Direttore Hematos, Lda email: franco@hematos.com

Attualmente sono molto rari i casi in cui le coppie preferiscono aspettare il momento del parto per conoscere il sesso del proprio bambino.

Questa informazione è normalmente fornita verso la diciassettesima settimana di gravidanza, mediante analisi ecografica e, a volte, è comunque necessario aspettare la nascita per sapere se è maschio o femmina. Ora è invece possibile conoscere il sesso del nascituro fin dall’ottava settimana di gestazione, con una semplice analisi del sangue. Hematos-XY è un test di determinazione del sesso fetale innovativo in Europa basato su tecniche di biologia molecolare di ultima generazione che permettono di effettuare la determinazione del sesso fin dalle prime settimane di gestazione e solo con un piccolo campione di sangue della futura mamma. Il test si basa sull’identificazione di frammenti specifici del cromosoma Y nella circolazione sanguigna della madre. Dato che solo individui di sesso maschile sono in possesso di questo cromosoma, la sua presenza è indicativa di un bambino, la sua assenza di una bambina. La grande novità sta nel fatto di essere questo un test totalmente non invasivo. Si tratta infatti del primo esame diagnostico che permette di ottenere informazioni genetiche a partire da un campione di sangue della mamma, senza ricorrere a procedure invasive come l’amniocentesi o la biopsia dei villi coriali.

Purtroppo, al giorno d’oggi, le applicazioni diagnostiche si limitano alla diagnosi del sesso fetale, rendendolo uno strumento utile nell’escludere patologie legate all’X, riducendo del 50% la necessità di effettuare esami invasivi. In futuro speriamo di riuscire a diagnosticare con accuratezza il Gruppo Rh Fetale, evitando così ulteriori procedure invasive. Infatti famiglie in cui la mamma è portatrice nota di una patologia legata al cromosoma X come l’emofilia, la Sindrome di Duchenne o altre, esami invasivi per una diagnosi accurata saranno necessari solo se il feto sarà di sesso maschile. I feti di sesso femminile infatti saranno portatori di un X paterno sicuramente sano. Il test è proposto in Italia da Hematos, Lda. Hematos è un’azienda solida con sede in uno dei più grandi e moderni centri di biotecnologie della penisola iberica. Il test Hematos-XY è il frutto di ricerche finanziate da investimenti privati. L’azienda si occupa tra le altre cose di Criopreservazione di cellule staminali da sangue del cordone ombelicale, rappresentando per l’Italia la più grande banca della penisola iberica presso il Biocant Park.

Criopreservazione del sangue del cordone ombelicale . Le cellule vengono conservate per un periodo minimo di 20 anni durante il quale si mantengono disponibili per eventuali usi terapeutici.

Qualsiasi donna incinta che desideri conoscere il sesso del suo bambino a partire dall’ottava settimana di gestazione può

effettuare il test. Il test non identifica la gravidanza ma solo la presenza del cromosoma Y nel sangue della futura mamma. Se una donna non incinta facesse il test, il risultato sarebbe femmina, infatti in questo caso il test permetterebbe di confermare l’assenza del DNA maschile. Il test non da’ nessuna informazione su eventuali anomalie cromosomiche del feto. Il prelievo di sangue può essere effettuato in qualsiasi fase della gravidanza benchè i risultati siano accurati solo a partire dall’ottava settimana. Dopo il parto il DNA fetale è eliminato rapidamente dal circolo materno e già dopo poche ore non è possibile trovarne tracce. Per poter effettuare il test la futura mamma dovrà semplicemente contattare Hematos al numero verde 800 911 918 o il suo laboratorio di analisi di preferenza nel caso in cui questo abbia già un accordo con Hematos.


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Il Biocant Park rappresenta uno tra i più grandi e moderni centri di biotecnologie della penisola iberica. Hematos ha un ufficio in prossimità di Genelab, il laboratorio che realizza il test e Crioestaminal, una delle più grandi banche per la criopreservazione di cellule staminali da cordone ombelicale d’Europa. Si trova a Cantanhede, Portogallo.

Esiste ovviamente una minima possibilità di errore. Questo può accadere quando il laboratorio fornisce un risultato positivo (maschio) mentre si tratta di un feto femminuccia o un risultato negativo (femmina) quando invece si tratta di un feto maschietto. Falsi positivi sono puramente teorici. Potrebbero accadere ad esempio se la mamma ha ricevuto una trasfusione di sangue o un trapianto d’organo da un uomo. In questo caso verrebbe trovato comunque il DNA maschile. Falsi negativi avvengono in meno del 1% dei casi e sono normalmente dovuti a scarsità di materiale genetico fetale nelle prime settimane di gestazione. Per questa ragione consigliamo di effettuare il test dopo le otto settimane.

Per i professionisti Determinazione del sesso fetale L’individuazione nel sangue di donne gravide di materiale genetico del cromosoma Y, in particolare del gene SRY, ha permesso di trovare nuove vie di diagnostica non invasive nei feti di sesso maschile fin dalle prime settimane di gestazione. Utilizzando un sistema quantitativo di PCR in tempo reale, si è stimato che il DNA fetale libero costituisce circa il 3,4% del DNA totale nel plasma materno alla fine del primo trimestre di gestazione, aumentando del 6, 2% circa alla fine della gravidanza. (Lo et al, 1998) Diversi studi hanno dimostrato la possibilità di identificare il DNA libero esistente nel plasma materno a partire dalla quinta settimana di gestazione. Così è possibile determinare il sesso fetale (prima di qualsiasi differenziazione morfologica o mediante ecografia) e ricercare in ambito prenatale, gravidanze a rischio a causa di malattie legate al cromosoma X, come l’emofilia o la distrofia muscolare di Duchenne.

Numero Verde

800 911 918

Un’altra applicazione derivata dal conoscimento del sesso fetale è in situazioni di gravide portatrici di iperplasia congenita surrenale (malattia autosomica recessiva che interessa un caso su 5000) in cui l’identificazione di un feto di sesso maschile renderà non indispensabile il trattamento della gravida con corticoidi (Chiuetal, 2002). Il trattamento comune in famiglie a rischio di iperplasia congenita surrenale consiste nella somministrazione alla gravida di dexametasone, preferibilmente dall’ottava, nona settimana di gestazione, in un periodo dove ancora non è possibile conoscere il sesso fetale. Malgrado il trattamento si sia mostrato efficace in caso di feti malati di sesso femminile, in molte situazioni la precoce esposizione a dexametasone non è indispensabile, poiché la determinazione del sesso fetale attraverso l’analisi del DNA fetale nel plasma materno può costituire un primo approccio per l’individuazione dei casi e il loro accompagnamento.

CRIOPRESERVAZIONE DI CELLULE STAMINALI DA SANGUE DEL CORDONE OMBELICALE

Hematos Italia D’Aragona, 92 D Via F. D’Arag 70051 Barletta (Ba) 252 tel: +39 0883 881 25 fax: +39 0883 224 538 mail: infoitalia@hematos.com

Hematos, Lda Biocant Park Nucleo 4, Lote 2 3060-197 Cantanhede Portugal tel: +351 231410897 mail: cryo@hematos.com www.cryo.hematos.com


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Bambini e bugie a cura della dr.ssa Rossella Santoro Logopedista

Rappresentano un momento fisiologico nello sviluppo cognitivo del bambino se non diventano uno stile di vita Prima o poi è capitato a tutti noi genitori di trovarci davanti al faccino innocente di nostro figlio che mente spudoratamente, a volte reagiamo collericamente, a volte sorridiamo dell’ingenuità che dimostra nel credere di ingannarci, altre volte ci interroghiamo sulla nostra capacità di trasmettere il valore della sincerità, della necessità di assumersi le responsabilità delle proprie azioni. Ma da dove nasce la bugia? Alcuni studiosi fanno risalire la capacità di mentire, intesa come abilità di mostrare sentimenti non reali al fine di ottenere uno scopo, già ai primi mesi di vita quando pianto e sorriso sono funzionali al ricevere attenzione dall’adulto. Le prime vere bugie compaiono dopo i due anni. A questa età il bambino mente per discolparsi, negando spesso l’evidenza, questo tipo di bugia tende a scomparire fisiologicamente man mano che il bimbo, crescendo, acquista maggior fiducia in sè e diviene capace di assumersi le proprie responsabilità senza il timore che queste modifichino la stima che gli altri ripongono in lui.

Ci sono poi altri tipi di bugie. Generalmente i bambini in età prescolare non separano ancora nettamente la realtà dalla fantasia. Sono esseri appassionati che trasformano il “fare finta di...“ nell’essere, essendo in quella fase che Piaget chiama “pensiero magico” o “egocentrismo infantile”. Il bambino di questa età, dunque, spesso modifica la realtà senza esserne pienamente cosciente, essendo convinto egli stesso che le cose siano andate come se le è immaginate. Le vere bugie, quelle dette con l’intenzione di ingannare, compaiono intorno ai cinque, sei anni. A quest’età possiamo distinguere due tipi di bugie: quella “utilitaristica” e quella “compensatoria”. Il primo tipo è la bugia che si dice per ottenere un vantaggio, per evitare un rimprovero, una punizione; un classico è la bugia “scolastica” attuata per nascondere un insuccesso e non pagarne le conseguenze. La bugia compensatoria è quel tipo di bugia che il bambino utilizza per modificare la propria realtà: un gioco che non possiede, il progetto di un viaggio con i genitori che lo trascurano e così via. . . . Da un punto di vista cognitivo la bugia rappresenta l’acquisizione della coscienza del sè interiore separato dagli altri, la consapevolezza che gli altri non possono leggere nei nostri pensieri. Le bugie dei nostri figli possono insegnarci a vedere qualcosa del

loro mondo interiore, possono essere interpretate un pò come i sogni svelandoci desideri e paure nascoste. Ma se la quantità di bugie è tale da configurare una sorta di fuga dalla realtà è il caso di interrogarci sulle motivazioni profonde che portano a questo comportamento che spesso rappresenta un sintomo di uno stato di disagio, una maniera per nascondere il proprio io per paura di non essere accettati per quel che si è, o la necessità di costruire una realtà più accettabile di quella che si sta vivendo. Ma non è solo il bambino bugiardo che deve destare attenzione, ma anche quello che non mente mai, neanche quando sarebbe plausibile. Si tratta di un bambino che non ha ancora delimitato, in chiave psicologica, lo spazio tra sè e l’altro, un bambino che non ha ancora costruito il proprio spazio segreto interiore, ancora attaccato alla mamma e il papà. Infatti, come già detto, la bugia rappresenta un momento di crescita, un’affermazione del sè. Come reagire allora davanti una bugia? Evitare prima di tutto di reagire in maniera troppo brusca e collerica, alcune bugie innocenti possono essere accettate come frutto della fantasia; evitare di etichettare il bambino: servirebbe solo a diminuire la sua autostima. Cercare di premiare i comportamenti onesti e soprattutto essere prima di tutto sinceri noi stessi, non possiamo essere credibili quando rimproveriamo un bambino bugiardo se gli facciamo continuamente promesse che non manteniamo.


Il respiro della mamma è nutrimento e vita per il bambino

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a cura della dott.ssa Leopoldina De Varti, Psicologa e Psicoterapeuta

Il respiro è l’energia della vita. Il ritmo del respiro è la prima esperienza percettiva che il bambino può avere nel grembo materno.

Una buona respirazione porta ossigeno a tutte le cellule e gli organi del corpo, ma il respiro è anche nutrimento per l’anima e vibrazione sottile che passa nella comunicazione tra noi e gli altri. Ogni volta che inspiriamo portiamo dentro di noi anche un po’ del mondo che ci circonda, di cose e persone, e ogni volta che espiriamo un po’ del nostro mondo interiore si manifesta all’esterno. Nei nove mesi della sua crescita nell’utero, il bambino si nutre del respiro della madre e tale nutrimento è fondamentale per la sua stessa vita; dopo la nascita, il suo respiro è autonomo, ma continuerà ad essere influenzato da quello della madre e utilizzato come veicolo di comunicazione, prima delle parole. Per questo è importante che la madre sia consapevole, fin dal momento del concepimento, che un atteggiamento positivo verso il bambino e la vita stessa, passa anche attraverso il suo respiro, e che la qualità del suo respiro, al pari del suo latte, influisce sullo sviluppo e la crescita. La mamma si prenda cura di sé non solo esteriormente, ma prestando attenzione ai propri pensieri, alle proprie emozioni e fantasie. La sottile vibrazione del respiro materno (data dal ritmo dell’inspirare ed espirare) non sfugge al bambino, perché lo conosce bene, così quando il bambino percepisce

nel respiro della madre un disagio, egli lo riporta in un suo comportamento, (per es.: rifiutandosi di mangiare, o piangendo). In tal modo, rispecchiando in sé il disagio della madre, il bambino offre ad essa la possibilità di guardare ciò che non va e impegnarsi a risolverlo. Tutti abbiamo fatto l’esperienza che il nostro respiro è corto e affaticato, quando siamo stressati, oppure “ci manca l’aria” quando siamo in ansia o respiriamo velocemente quando viviamo una forte emozione. La pratica di alcuni esercizi che sviluppano un respiro corretto in modo naturale fa sì che il corpo e le emozioni trovino la loro armonia. Come il sangue si trasforma da acido ad alcalino, i pensieri si trasformano da negativi in positivi, l’utero si rilassa e si tonifica, il bambino che si nutre del respiro rilassato della madre percepisce di essere in un ambiente sicuro e si calma. I primi anni di vita dopo la nascita sono ancora molto influenzati da questo rapporto così straordinario e irripetibile del bambino con la madre fatto di identità/fusione. Solo successivamente, quando il processo di differenziazione dalla madre si completa, il bambino è pronto a prendere anche dal padre, il quale può contribuire alla sua crescita integrandosi al compito già iniziato dalla madre e sostenendola con le proprie qualità e sensibilità diverse, ma altrettanto necessarie, perché il bambino sviluppi in modo sano le sue potenzialità creative, affettive e mentali.

Per il ben-essere del bambino e del genitore Esercizio: riarmonizzare il ritmo del respiro. Comodamente seduti, ascoltate il vostro respiro così com’è, senza cambiarlo e osservate semplicemente come l’aria entra ed esce dal corpo. Dopo qualche minuto accompagnate al respiro dei movimenti liberi delle braccia o di altre parti del corpo, e vivete il respiro come slancio vitale. Terminate l’esercizio e ascoltate adesso il vostro respiro e il vostro corpo, osservate cosa è cambiato.


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Baby Link

www.laradiolina.it È la prima web radio dedicata ai bambini di età compresa tra i 0 e i 12 anni, ai loro genitori, educatori e a tutti coloro che lavorano in settori di strutture private e pubbliche, dove il bambino è protagonista. La radio trasmette in diretta musica per soli bambini 24 ore su 24. Per intrattenere anche visivamente chi si collega al sito, si sviluppa il portale con sezioni dedicate ai giochi, curiosità, consigli ricette, un mix di suono e informazione. www.neonatologia-online.it Molto ampio questo sito dedicato alle mamme, ai papà e ai dottori: oltre ad offrire una gran mole di informazioni, permette, grazie ai suoi forum e alle liste di discussione, di contattare e conoscere altri genitori e altri medici per scambiarsi preziose informazioni e racconti. www.indolceattesa.com È la community italiana con il pancione, e si propone di diventare il punto d'incontro fra gli adulti e il mondo dei bambini e dei ragazzi, un modo di confrontare le idee e le aspettative di chi è o sta pensando di diventare un genitore, di chi genitore lo è già e di chi vuole conoscere meglio l'universo del bambino. Un sito ricco di informazioni per mamme e future mamme. www.mamma.it Tutto quello che riguarda la maternità, dalla gravidanza fino ai primi anni di vita del bambino indirizzi utili, mercatino, la newsletter che accompagna la prossima mamma settimana per settimana, la possibilità di ricevere informazioni sul periodo fertile, il Mammashop e tanto altro ancora.

forum

http://www.paroladimamma.it

Paroladimamma

Le categorie presenti su Paroladimamma sono: Voglio un figlio! Domande e dubbi di chi ancora non ha provato la gioia della maternità: il giusto spazio dedicato a chi desidera diventare mamma a breve. Donne col pancione Dal cambiamento delle abitudini e dei ritmi di ogni donna in attesa, fino alla scelta del nome. È nato! Il momento del parto: i dolori, la gioia, gli aneddoti, ma anche i giorni immediatamente successivi

alla sua nascita: umori, preoccupazioni, prime pappe e pannolini. Dedicato a me Libri, riviste, film, sondaggi, test, news e quant’altro avrete desiderio di proporre. Felici così I consigli per la mamma e per il bebè. Entrate a far parte anche voi, dunque, di questa “grande famiglia”...Venite a visitarci e semplicemente... dite la vostra!


29 Pagine Baby Riferimenti: questa sezione è aperta a chiunque conosca un servizio utile al ‘popolo dei genitori’. Segnalate a: info@babymagazine.it

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Ufficio Anagrafe 0825 200364 Misericordia 0825 21522 Protezione Civile 0825 760408 Croce Rossa 0825 74758 Guardia Medica notturna e festiva 0825 292013 Telefono Azzurro 0825/25333 ASL - Ufficio Relazioni con il pubblico 0825 292029 Azienda Ospedale Moscati 0825 203111 ASL/AV 2 0825 291111 Malzoni S.p.A. 0825 381427961 ASL/AV 1 0825 809503 ASL Atripalda 0825 293225 Asilo Pubblico, Ctd. San Tommaso, 39 0825 72007 Asilo Pubblico, Rione G. Mazzini 0825 72620 Asilo Pubblico, Prol. Contr.Valle Mecca 1 0825 21873

Ufficio Anagrafe: Misericordia:

Benevento Ufficio Anagrafe: 0824 772811 Misericordia: 0824/24069 - 333 8664467 Protezione civile: 0824/43544 348 8059092 Croce Rossa: 0824/315000 - 335 1881042 Guardia Medica: 0824 363387 ASL BN1: 0824 308111 Asl-Urp: 800 187 514

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Corso intensivo di formazione A partire da Settembre 2009 La relazione e la comunicazione psicocorporea nei percorsi di apprendimento educativo, di aiuto e di sostegno, di prevenzione ed educazione alla salute, attraverso il metodo della dancemovement therapy. Iscrizioni entro il 30 giugno 2009 Per info: dott.ssa Leopoldina De Varti, 347 0352548.

Accademia dei Giorni Felici Scuola Materna Paritaria Associata FISM Via L. Ferrante, 6 Avellino Tel.: 0825 35320

Percorso nascita - Attività motorie per la gravidanza e il dopo parto Palestra Marvin Town Via I Rampa S. Pasquale, 5 Atripalda (AV) Cell.: 348 9165423 Tel.: 0825 625309



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+ Spazio alla Fantasia!

Una sezione che dà spazio alla creatività, una galleria dedicata a tutti i piccoli artisti che amano disegnare, raccontare, inventare, sognare e creare. Se ti piace scrivere, disegnare se hai fantasia da vendere e vuoi mostrarlo a tutti, questa è l'area dedicata a te! Manda* i tuoi lavori all'indirizzo info@babymagazine.it oppure spediscili ad: Associazione Culturale Salutare Via Due Principati, 278 83100 Avellino, li pubblicheremo in una fantastica Galleria d'Arte junior. *puoi scannerizzare o fotografare le tue opere o mandare gli originali, (il materiale non verrà restituito); PS.: non dimenticare i tuoi dati.



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