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Sommario
Redazionale Fine Anno, tempo di bilanci: dunque, vediamo, una lunga gestazione, tante visite da medici e specialisti, cliniche, pediatri, ginecologi e l’immancabile consiglio dell’ostetrica e finalmente è nato. Tante notti insonni e tutte le attenzioni finché i primi passi. Portarlo da parenti e amici e poi la voglia di farlo ammirare da tutti. Inorgoglirsi ad ogni “che carino, quant’è bello, com’è intelligente”. Girare per i negozi e su internet per scegliere tutte le cose utili e trovare il meglio con un occhio al prezzo e l’altro al consiglio di chi è stata mamma prima di me. Reinventarsi, utilizzare ogni attimo, sfruttare ogni occasione per farlo crescere al meglio, coccolarlo e fargli sentire che ci sono... e adesso che ce l’ho, tra le mie braccia, il bilancio è… sacrifici, nottate, soldi, tempo, addio abitudini. Il bilancio? Chissà perché a pensarci mi sono commossa, sono felice, si FELICEEE! Al diavolo i bilanci, adesso che lo sto sfogliando, il sesto numero di Baby Magazine, lo rifarei mille volte. Anzi 20 000, per ciascuno di voi.
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Il bambino capriccioso
Una sana e corretta alimentazione in gravidanza
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“Ti voglio bene, anche se non te lo dico”
Consigli di puericultura: 0 quale latte al posto 2 di quello materno
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“Il bambino con infezioni respiratorie ricorrenti: quale prevenzione?”
e poi...
Cari mamme e papà, Buon 2010.
Babywearing Cellule staminali
Alla prossima
Il parto cesareo
14 La favola del mese
Baby Link Calendario Baby Questo l’ho fatto io!
12 16 27 28 29 30
lo azine offre Baby Mag cutere, is spazio per d orre domanp i, rs ta confron le risposte. el d e er de e av re per Ecco come fa re con noi. a comunic Come è possibile ricevere a casa la rivista Baby Magazine? Per ricevere la rivista Baby Magazine a casa basta compilare in tutte le sue parti il form a pag. 25. Sono un medico specialista, come posso inviare i miei contributi redazionali? Per poter inviare articoli redazionali basta inoltrare la richiesta, allegando il curriculum a: redazione@babymagazine.it Sono una mamma e vorrei segnalare un prodotto e/o servizio utile o dare qualche suggerimento, a chi posso scrivere? Per comunicare le vostre opinioni, esigenze, proposte, esperienze oppure un parere sulle strutture e i servizi di
cui avete usufruito potete scrivere una mail a comunica@babymaga zine.it oppure segnalarlo www.facebook.com/salutare.babymagazine lutare.babymagazine. Le segnalazioni saranno preziose per orientare gli articoli e i dossier che pubblicheremo sulla rivista. Desidero contribuire alla vostra iniziativa e far crescere il progetto, posso sostenervi economicamente? È possibile fare un libero versamento sul c.c. 55117402 intestato all’Ass. Salutare via Due Principati, 278 (ex 210) Av. Sono titolare di un'Azienda/ struttura del settore maternità e infanzia. Come posso informare i lettori circa prodotti, servizi e iniziative? Partecipare a Baby Magazine significa sostenere un’iniziativa culturale intrapresa per sensibilizzare alla salvaguardia del benessere comune e di fornire ai lettori oltre ai servizi, il supporto da consultare per essere sempre aggiornati. Per poter usufruire di Baby
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Baby Magazine è un allegato della rivista Salutare Reg. Tribunale Av in data 15/01/2004 N° 419 Editore: Ass. Culturale Salutare allegato Salutare 55 Baby Magazine n° 6 Distribuzione gratuita Segreteria: Angela Romano Collaborazioni: S.I.G.O., MAM Association, dr. E. Caggiano, dott.ssa A. Venezia, dott.ssa L. De Varti, dott.ssa N. Santoro, Prof. R. Piazzolla. sito: www.babymagazine.it e-mail: info@babymagazine.it contatto skype: babymagazine Tel.: 0825.74603 Contributi: c/c postale n° 55117402 intestato all’Ass. Salutare
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Comitato Scientifico: Prof. Emerito Giuseppe Roberto Burgio - San Matteo (Pavia) Prof. Pasquale Di Pietro Ospedale Gaslini (Genova) Pres. Nazionale SIP Prof. Pietro Ferrara - Università Cattolica Sacro Cuore (Roma) Prof. Alfred Tenore - Direttore Dip. Pediatria Università di Udine Prof. Alberto G. Ugazio Ospedale Bambino Gesù (Roma) Prof. Alberto Villani - Ospedale Bambino Gesù (Roma) dr. Elio Caggiano - specialista in pediatria - presidente dell’Associazione pediatrica “Per il Bambino” dr.ssa Angela Carrino -specialista in pediatria
I Piccoli protagonisti di questo mese sono...
Giulia
Manuel
Chiara
Kevin e Dylan
Sofia Manuel Della Sala nato il 20/04/2009 Papà: Diego Della Sala Mamma: Tiziana De Piano Chiara Guerriero nata il 30/03/2009 Papà: Guerriero Vincenzo Mamma: Festa Olga
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Giulia Alfinito nata il 16/12/2005 papà: Alfinito Raffaele Mamma: Battipaglia Angela Sofia Di Rienzo nata il 24/03/2009 Papà: Mario Di Rienzo Mamma: Annalisa Bortone
Kevin e Dylan Cucciniello Nati Il 04/12/05 e Il 29/09/07 Papà: Cucciniello Angelo Mamma: Casanova Ida
V.I.B. (Very Important Baby)
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___________________________
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Il bambino capriccioso Piccoli tiranni crescono.
Costoro vengono generalmente definiti come capricciosi e viziati ma è solo un eufemismo: in realtà si tratta di veri e propri tiranni che tengono in scacco un intero nucleo familiare.
Ci sono bambini che nonostante la tenera età riescono ad esercitare un potere quasi assoluto sui loro genitori, bambini particolarmente capricciosi, ingestibili, insofferenti, furbi e diabolici. Bambini ai quali è impossibile dire di “no” senza che si scateni in casa un vero e proprio putiferio fatto di pianti, urla e di disperazione profonda. Molti genitori sostengono con rassegnazione che i capricci del figlio dipendono dal suo carattere il che sta a significare che qualsiasi strategia pongano in essere sia destinata a falli-
a cura della dott.ssa Nanda Santoro
re; altri invece ammettono di cedere alle continue richieste per stanchezza o per sopperire al senso di colpa di non essere presenti, altri ancora trovano insostenibile il pianto dal momento che lo associano ad una condizione di malessere del bambino. Opinioni e sensazioni che nonostante siano diverse si sostanziano in un’univoca risposta: assecondare, accontentare, interrompere quel pianto… ciò che semplificando definiremo un’ impostazione educativa sbagliata. Si tratta infatti, di una situazione in cui è chiaramente presente un’inversione di ruoli, è il figlio ad educare il padre e la madre e non viceversa. Ma com’è facile comprendere il bambino non ha gli strumenti cognitivi, né l’esperienza dell’adulto per poter consapevolmente discernere il bene dal male, ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Egli è animato da forme di pensiero dove fantasia e realtà si sovrappongono dando al bambino un senso di onnipotenza che lo espone a rischi. L’incapacità di alcuni genitori a “contenere” emotivamente i figli induce il bambino ad assumere le redini della relazione. Un ruolo pericoloso che viene affidato a bambini anche molto piccoli e che può generare limitazioni nello sviluppo delle competenze emotive, nell’acquisizione di strumenti per l’elaborazione delle frustrazioni, nello sviluppo dell’identità e dell’autostima e nella capacità di instaurare e
mantenere relazioni sociali in modo adeguato. In casi estremi il bambino può cadere in un vero e proprio delirio di onnipotenza, dove l’adulto è ritenuto incapace ed inaffidabile. È questo l’inevitabile punto d’arrivo di un processo indotto dalla mancanza di regole e di limiti. La mancanza di qualsiasi forma di contenimento rende il bambino egocentrico e solo apparentemente forte e sicuro. In realtà simili soggetti sono particolarmente fragili e il primo confronto con la realtà evidenzia tutta la loro inadeguatezza. È il caso, ad esempio, dell’inserimento nella scuola dell’infanzia, che può essere vissuto da questi soggetti drammaticamente,a volte accompagnato da forti somatizzazioni quali enuresi, vomito psicogeno, incubi, rifiuto del cibo, mutismo selettivo. I “no” sono un bisogno evolutivo interiore del bambino, nel suo libro, Giuliana Ukmar ritiene che permettere tutto non sia concedere libertà ma dare un segnale di indifferenza e disinteresse. Il contenimento serve infatti al bambino per sviluppare le funzioni di autocontrollo fondamentali per un sano sviluppo del sé. E se piange e si dispera? Lasciate pure che pianga! E quando scoprirà che disperarsi non è strumentale al sicuro perseguimento di uno scopo termineranno anche i frequenti e immotivati capricci. I bambini sono molto più intelligenti di quanto crediate.
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Una sana e corretta alimentazione a cura della dott.ssa Antonella Venezia Biologa - Nutrizionista Dip. di Medicina Clinica e Sperimentale Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Le proteine, i carboidrati ed i grassi sono fondamentali in gravidanza. Per una corretta alimentazione si consiglia un regime dietetico normale con pochi grassi Una dieta equilibrata durante la gravidanza assicura alla madre e al bambino l’energia e i nutrienti necessari per mantenersi e crescere in buona salute. Come accennato nel precedente articolo, durante la gravidanza non è necessario stravolgere le proprie scelte dietetiche, bisognerà invece solo riequilibrarle con un occhio di riguardo all’aumentato fabbisogno di energia e di alcuni nutrienti. I costituenti fondamentali dell’alimentazione in gravidanza sono: LE PROTEINE Sono essenziali per la normale evoluzione della gravidanza e per un armonico sviluppo del feto. La donna in gravidanza ha bisogno di un apporto proteico lievemente maggiore della norma, il 20% del fabbisogno energetico quotidiano(1, 2). I CARBOIDRATI Sono la principale fonte di energia in gravidanza, il loro apporto dovrà corrispondere al 50% dell’energia totale giornaliera (3). I carboidrati vanno assunti principalmente sotto forma di zuccheri complessi, quelli del pane, della pasta, del riso, dei cereali, delle patate; di zuccheri semplici, quelli della frutta, escludendo quelli di dolci, dolciumi, bevande zuccherate. L’alimentazione in gravidanza dovrà fornire un giusto apporto di fibre, 30 gr al giorno.
I LIPIDI Sono un importante fonte di energia per il feto, la loro assunzione deve solo avvenire con moderazione. In una dieta equilibrata devono fornire il 30% del fabbisogno energetico totale giornaliero (3). Si consiglia di non superare la quota giornaliera di grassi, in quanto una dieta troppo ricca in grassi potrebbe esporre maggiormente il bambino all’insorgenza di malattie cardiovascolari in età adulta (4). Importante l’assunzione di acidi grassi essenziali, come gli acidi grassi omega3, fondamentali per la maturazione e allo sviluppo del bambino (5).
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Bibliografia 1.Livelli di Assunzione giornaliera di nutrienti, L.A.R.N. rev. 1996. 2.Recommended Dietary Allowance, R.D.A., 2004 3.Linea Guida per una Sana e Corretta Alimentazione, INRAN, 2003 4.J. Physiol, February 15, 2009; 587(4):905-915 5.Americal Journal of Clinical Nutrition (2000); 71(1): 275-284
Consigli I CARBOIDRATI: si consigliano pasta, legumi, orzo, riso parboiled; preferire pasta, pane e riso integrali e tutti cereali integrali. Se ben tollerati gli alimenti integrali sono un’ottima proposta perchè forniscono una buona quantità di fibre, facilitando le funzioni intestinali, danno un maggior senso di sazietà, migliorano l’equilibrio glicemico, rallentano l’assorbimento di colesterolo e ne aumentano l’eliminazione. Si consiglia il consumo giornaliero di più porzioni di frutta e verdura, per l’apporto di fibre ma soprattutto per gli oligoelementi e le vitamine.
LE PROTEINE: si consiglia un uso quotidiano di pesce o carne; frequentemente uova, latte, formaggi e latticini. Per il pesce, preferire i pesci magri tipo sogliola, merluzzo, nasello, trota, palombo, dentice, orata, cucinati alla griglia o al cartoccio o in umido
o al vapore. Evitare i pesci conservati sott’olio o in salamoia. Limitare il consumo di molluschi o crostacei in quanto ricchi di colesterolo e di sodio. Tra le carni preferire quelle magre tipo vitello, vitellone, manzo magro, pollo, tacchino, coniglio, cavallo, maiale magro, cucinate alla griglia o al forno o tipo scaloppine o in umido. Tra i salumi preferire quelli più magri tipo prosciutto crudo magro e bresaola. Evitare il consumo di carni crudi e di salumi crudi (per rischio toxoplasmosi). Per i formaggi, preferire i formaggi non stagionati ed evitare creme, mascarpone, e panne.
I LIPIDI: preferire il consumo di olio extravergine di oliva rispetto al burro o alle margarine. Per l’assunzione quotidiana di omega 3 consumare pesce quali trote, sardine, sgombri, salmone.
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Mam Association e Happybimbo Insieme contro la SIDS Farmacie amiche: 20 centesimi per la ricerca MAM Association nasce in Italia per promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione sulla SIDS (Sindrome della morte improvvisa del lattante) al fine di dare il proprio contributo nella riduzione del rischio di questo fenomeno. L’Associazione lavora a stretto contatto con importanti organizzazioni e Associazioni internazionali impegnate nel settore della salute e dell’infanzia e si propone di portare nel nostro Paese i contributi di specialisti di fama Mondiale, frutto dei più aggiornati studi e delle ricerche più innovative. Tra gli scopi dell’associazione rientra la collaborazione con la comunità Scientifica italiana (medici, pediatri, ginecologi, ortodonzisti, farmacisti, Psicologi) per favorire lo scambio di informazioni e di ricerche; la collaborazione con le associazioni dei genitori colpiti dalla SIDS; la realizzazione di attività editoriali di carattere divulgativo volte alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica; la promozione di iniziative volte alla conoscenza
della sindrome e all’accesso a un’informazione chiara per i genitori. All’interno dell’associazione riveste un ruolo di prestigio il dott. Raffaele Piumelli, socio fondatore, specialista in Neonatologia e in Pediatria Preventiva e Sociale, responsabile del Centro di Riferimento Regionale per lo Studio e La Prevenzione della SIDS dell’azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer di Firenze e coordinatore del gruppo di studio multidisciplinare italiano per L’elaborazione delle “linee guida per la prevenzione della SIDS”. MAM Association, insieme a Sitar Happybimbo,
(azienda rivenditrice ufficiale In Italia della linea dei succhietti MAM, marchio leader affermato in diversi paesi del mondo per la qualità e la sicurezza dei suoi prodotti), partecipa a “Farmacie amiche: 20 centesimi per la ricerca”, importante progetto che ha come obbiettivo da una parte informare sui comportamenti anti-SIDS e dall’altra sostenere l’associazione di genitori Semi per la Sids onlus. Per ulteriori info: Media60 (Ufficio stampa campagna anti-SIDS) 035 4921247 - ufficiostampa@media60.it
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Babywearing: 4 braccia e tanto amore!
Significa letteralmente ‘indossare il proprio bambino’, attaccato comodamente al corpo del genitore da un morbido portabebè, un modo sano per rimanere in stretto contatto con il proprio piccolo e ricreare l’ambiente caldo e protettivo nel quale ha vissuto per i nove mesi precedenti al parto.
Infatti, è scientificamente provato che il contatto tra bambino e genitore non solo non è responsabile di vizi e capricci ma aiuta ad aumentarne il senso di autonomia e la voglia di indipendenza, grazie alla diversa prospettiva e alla maggiore libertà e sicurezza dalla quale il bambino vede e vive il mondo che lo circonda. Finalmente anche in Italia sempre più specialisti dell’infanzia stanno divulgando benefici e virtù di questo metodo, come testimonia la Dott.sa Stucchi, neonatologa del S. Giuseppe di Milano: “Un tempo si credeva che i neonati, in quanto privi di esperienza fossero semplicemente governati da bisogni primari come l’essere nutriti o il dormire. Oggi si sa che le emozioni sono innate, programmate. L’utero materno è un ambiente protetto, caldo e rassicurante ed è il primo ambiente nel quale il feto prende coscienza e comincia a sperimentare l’uso dei sensi. Sono innumerevoli i meccanismi che permettono tutto ciò, ma di fondamentale importanza è il bisogno di CONTENIMENTO e sicurezza. I primi mesi di vita rappresentano il primo contatto diretto, fisico ed emotivo, con l’esterno. Tutti i sensi vengono fortemente sollecitati ed in particolare il senso del tatto. Quando viene al mondo l’unica cosa che percepisce è il benessere o la mancanza di benessere e bisogna ricordare che all’inter-
no dell’utero è abituato a vedere esauditi tutti i suoi desideri.” Per il bambino essere ‘portato’ significa ricevere più stimoli dal mondo esterno sentendosi protetto e rassicurato dal contatto con il genitore. Ma significa anche seguire il movimento del corpo della mamma, come avveniva all’interno dell’utero, e sincronizzare con lei respirazione, temperatura e battito cardiaco. Per il genitore, con un buon portabebè è come avere 4 braccia, quindi è possibile fare comodamente banali operazioni che sono difficoltose o impossibili con carrozzine e passeggini: usare i mezzi pubblici, tenere addosso il bambino mentre si fanno i lavori di casa, accudire i fratelli maggiori, fare lunghe passeggiate e, perché no, anche lo shopping e soprattutto allattare ovunque, discretamente. E poi i passeggini sono proprio a livello dei tubi di scappamento, mentre in braccio i piccoli sono ben al di sopra di smog ed esalazioni tossiche. Molte mamme hanno rilasciato le loro testimonianze a favore del babywearing, come quella di Dorotea Rigamonti, ricercatrice e neomamma della piccolissima Aurora: “Portare il bambino è fantastico! La bambina è felicissima nel portabebè e se piange è un rimedio infallibile. Fin dai primi giorni di vita è stata protetta e al calduccio, anche sui mezzi pubblici. Indossare il bambino infonde sicurezza ad entrambi, con il pregio per la mamma di essere libera di agire in qualsiasi situazione.
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Ho persino allattato durante una riunione di lavoro! Tutti i genitori lo dovrebbero provare” Carmen Martone, ingegnere, mamma del piccolo Antonio, ha conosciuto il babywearing durante la gravidanza. Cercavo dei passeggini che potessero soddisfare le mie esigenze in termini di praticità, leggerezza, etc… e digitando su un motore di ricerca ‘portare i bambini’ mi sono ritrovata casualmente nel mondo del babywearing. Quando ho finalmente stretto a me il mio piccolo, nell’abbraccio della fascia, ho capito che vi è qualcosa di profondo nel portare il proprio cucciolo, la serenità dipinta sul volto di Antonio mi ha convinto che stavo facendo la cosa migliore per lui.” Un numero sempre maggiore di genitori si sta avvicinando al babywearing grazie anche alla qualità dei prodotti legati ad esso che in questo periodo stanno entrando sul mercato. Uno fra questi è MHUG (www. mhug.it), il marchio di portabebè totalmente made in Italy creato da due mamme milanesi, che da alcuni anni, attraverso corsi e incontri con le mamme, stanno diffondendo la cultura del portare i piccoli. Come testimonia la Dott.sa Mattei, psicologa e fondatrice dell’associazione Bimbinfascia: “I portabebè MHUG sono una validissima alternativa ai marsupi presenti sul mercato perchè molto più leggeri, possono essere usati per neonati e per bambini più
grandi, sulla schiena e sulla pancia. Piegati possono essere tenuti comodamente in borsa. La mia Associazione li ha testati e li consiglia.” “Ho visto e provato tanti prodotti diversi, ma per me il Mei Tai MHUG è la coniugazio-
ne perfetta di praticità, bellezza e naturalità” afferma Sara Marconi, scrittrice di libri per ragazzi e mamma di Teresa. Un metodo da rivalutare e promuovere, perché con il babywearing la vita non solo diventa più facile, ma anche più felice!
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La Favola del mese Ponly la pallina quadrata
terribile e le diceva: “tu non rotolerai mai nella vita”.
Mamma Palla e papà Pallone, l’avevano portata anche dal dottore e perfino dal chirurgo gommico, ma niente da fare. “Ha troppi angoli”, le avevano Mamma, ma io sono diversa! Disdetto, “forse crescendo gli spigose Ponly. li potrebbero attutirsi” sperava Ponly era la figlia di mamma Palla papà Pallone. Intanto il tempo e papà Pallone. passava, Ponly cresceva e la differenza si notava sempre più. Il suo fratellino piccolo, Pallino, era come tutti gli altri, saltava “Chi la vorrà”, dicevano le ziè…, e rimbalzava tutto il giorno ma non salterà mai a nozze! Ponly no, lei era diversa aveva i lati, gli spigoli, gli angoli. A dire il vero a Ponly piaceva un Era fatta anche lei di gomma, avepallanzo, solo che non era uno va i colori come le altre e, rimbalqualunque, era il più bello del pazava se si metteva a saltare ma ese e tutte le pallette gli rimbalnon come tutte le altre sue amizavano attorno. chette, non poteva rotolare come loro, libere e felici. Sfero, il suo nome, non poteva essere più azzeccato! Pensare che a scuola di rimbalzelFiglio di sua rotondità, era di una lo e rotondità applicata, era la pricircolarità unica, un diametro ma, tranne che in rotoleria fisica. perfetto. “Ed io, con tutti questi La professoressa “Palloide” era
spigoli?” pensava Ponly, “non ho speranze, hanno ragione le mie zie, nessuno salterà con me a nozze!”. Era tanto triste s’era allontanata dagli amici che tanto per cambiare stavano giocando a salterino pazzerello. Consisteva nel saltare con gli occhi chiusi, chi resisteva e li apriva per ultimo, vinceva. È molto divertente nel paese delle palline, ma anche molto pericoloso, perché non sai dove rimbalzi, lì a due tre salti c’è un burrone altissimo e nessuno che vi è finito dentro è più tornato. Di certo Ponly, non si era accorta che presa dai suoi pensieri, si fosse spinta fino al limite del precipizio. Poco più in là, sentiva gli schiamazzi dei pallonsi che giocavano, ma ecco che Sfero, che era il più rotondo di tutti, iniziò a saltare e rimbalzare, così tanto e con gli
Quando li aprì, si accorse che aveva preso una rincorsa così forte che non riusciva più a fermarsi e iniziò a gridare aiuto, ma era troppo veloce e in men che non si dica, era finito sulla discesa verso il burrone. Ponly sentì le grida, si girò e vide Sfero rimbalzare verso di lei. Senza pensarci due volte, piantò i suoi spigoli a terra, era a pochi passi dal baratro e con tutta la sua forza, afferrò Sfero che arrestò la sua corsa. Nel frattempo, tutti gli amici arrivarono, ed erano già rassegnati al peggio. “Povero Sfero” gridavano, ma quando videro Ponly, che lo teneva ancora stretto a se, si misero a urlare di gioia e ad applaudire. La notizia si diffuse in tutto il paese e tutti salutavano Ponly
con rispetto e stima e sua rotondità volle offrirle un premio, ma Ponly rifiutò dicendo: “chiunque l’avrebbe fatto”. “Non è vero, chiunque sarebbe finito con me nel burrone, solo tu che sei speciale hai potuto salvarmi” le rispose Sfero dandole un bacio. Allora, sua rotondità, radunò le alte sfere del consiglio e disse: “voglio che Ponly sia ricordata per sempre!”. E fecero una cosa che da allora si fa ancora: su tutti i palloni, anche se sono rotondi, si disegnano angoli e spigoli, in onore di Ponly.
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occhi chiusi, che voleva vincere a tutti i costi a salterino pazzerello.
Paralisi cerebrale infantile, nuove speranze di cura
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Pazienti in età pediatrica con esiti di ipossia, ischemia cerebrale, i candidati possibili che si sottoporranno a infusione intratecale di cellule staminali.
Un recente Studio Clinico messicano e appoggiato dalla US FDA, mette a punto una tecnica innovativa.
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Un nuovo studio clinico, pubblicato lo scorso 24 novembre sul sito web http://clinicaltrials.gov, potrebbe dar vita a nuove soluzioni di cura ad una sindrome caratterizzata da un disturbo non progressivo del movimento, secondario ad una lesione del sistema nervoso in fase di maturazione. Nel documento esplicativo del trial, diretto dalla dott.ssa Maria Mancias-Guerra dell’Hospital Universitario Dr. Jose E. Gonzalez di Città del Messico e appoggiato dalla “US Food and Drug Admnistration“, si specificano i soggetti al quale sarà rivolto. Bambini in età pediatrica compresa tra uno e otto anni, affetti da ipossia, ischemia cerebrale sono i possibili candidati che entrerebbero a far parte di questa importante sperimentazione. L’obiettivo di tale studio è determinare se la plasticità delle cellule autologhe emopoietiche possa apportare dei miglioramenti allo sviluppo neuronale di soggetti con paralisi cerebrale infantile. I pazienti saranno sottoposti, in cinque diversi momenti, ad infusione per via intratecale di cellule staminali (CD34+), prelevate dal midollo osseo previa stimolazione con fattore G-CSF (Granulocyte Colony Stimulating Factor).
“Si tratta di un ulteriore passo avanti per la medicina - dichiara Franco Accarpio direttore scientifico di Hematos - poiché se ne deduce l’importanza che le cellule staminali rivestono nella nostra salute”. Altra fonte di staminali emopoietiche, meno invasiva, è il sangue cordonale che possiede un altissimo numero di CD34 e che, al momento, è tra le terapie cellulari di elezione per patologie emato-oncologiche.. “Non dobbiamo gettar via il cordone ombelicale - sottolinea Accarpio - si tratta di una risorsa che potrebbe rivelarsi un salvavita per il futuro”. Da numerose ricerche è stato evidenziato come l’inserimento di cellule emopoietiche nei tessuti nervosi sia in grado di stimolare i fattori di crescita degli assoni, e generare neuroni nei recettori. È stato inoltre scoperto che, dopo l’introduzione di cellule emopoietiche nello spazio subaracnoideo della spina dorsale, queste potevano essere trasportate attraverso il fluido cerebrospinale raggiungendo così più rapidamente la zona cerebrale danneggiata. “Queste evidenze scientifiche, - conclude Accarpio - alimentano la nostra speranza e sostengono il nostro impegno nel voler offrire il miglior servizio di criopreservazione di staminali cordonali possibile”.
“Ti voglio bene, anche se non te lo dico”
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a cura della dott.ssa Leopoldina De Varti, Psicologa e Psicoterapeuta
“Se la madre guarda il bambino e dice: - Quando ti guardo, vedo in te tuo padre, e in te amo tuo padre - il bambino è immediatamente felice. E se la madre aggiunge: - Sono contenta che tu diventi come tuo padre -, allora il bambino diventa ancora più felice. Naturalmente anche il padre guarda il bambino e dice - Quando ti guardo, vedo in te tua madre, ed in te amo tua madre e sono contento che tu diventi come lei -, tutto questo è quanto rende il bambino profondamente felice.” (Bert Hellinger). L’amore del padre verso la madre e della madre verso il padre è per il figlio, come un grande abbraccio capace di trasmettergli tutta l’accoglienza e la sicurezza di cui ha bisogno, soprattutto nei primissimi anni di vita.
loro modo di amare, con le parole che usano tra loro e con i figli, trasferiscono al bambino schemi di relazione e di comunicazione che influenzeranno il suo modo di relazionarsi con gli altri anche nell’età adulta.
Quando il padre e la madre hanno pensieri amorevoli ed esprimono comportamenti e parole affettuose, il figlio si sente accettato, sente di avere un posto all’interno della coppia, sente di potervi appartenere.
È vero che molti gesti quotidiani, da parte della madre e del padre, come preparare il pranzo, accudire, prendersi cura delle loro necessità, comunica loro indirettamente affetto e interesse, ma se ai gesti aggiungiamo la parola che esplicita l’amore e la dedizione che si sente, ogni rapporto acquista profondità e qualità umana.
Accettazione, Sicurezza, Appartenenza, costituiscono veramente un bisogno vitale per ogni bambino, cioè senza, egli non può vivere. Sono questi i sentimenti di base trasmessi da una madre e da un padre che si amano, e il bambino è capace di percepirli fin dal concepimento e da essi trae l’energia e la forza per muoversi verso la vita e svilupparsi come essere umano, sano e felicemente realizzato. Ci possono essere madri e/o padri che hanno difficoltà a dire ciò che sentono, oppure pensano che comunicare le proprie emozioni è superfluo, non serve, e presi dalla routine quotidiana finiscono con il considerare l’amore per il partner o per i figli una cosa ovvia e scontata: “ti voglio bene”, “ti amo” non viene pronunciato. Invece fa bene al cuore e alla mente comunicare al bambino la propria gioia, fa bene alla salute di tutta la famiglia far vedere e sentire ai figli che madre e padre si amano. Poter esprimere i propri sentimenti è un aspetto fondamentale per la crescita. Perciò è importante che padre e madre prendano consapevolezza che con il
Per il ben-essere del bambino e del genitore Mamme e papà : - guardate i vostri figli senza giudicarli e ditegli ciò che amate di loro - Le parole che fanno bene: - siamo felici di stare con te qui - come ti senti oggi? - dopo un litigio, rassicurateli che il vostro amore non è cambiato e che litigare non significa non volersi più bene - ricordate di essere una coppia oltre che genitori, perciò dedicatevi una serata o un giorno a settimana solo per voi.
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18 Selezione Baby Care Mamme e Papà, Come sapere se un prodotto è meglio di un altro? Certamente non si possono acquistare decine di prodotti per scoprire quello più adatto. Riscopriamo un antico sistema: il Passaparola! Se usate un prodotto con cui vi trovate bene, e perché no, costa meno, fatecelo sapere. Grazie a voi e alle vostre “esperienze”, tanti genitori potranno accudire i loro pargoli nel migliore dei modi, magari risparmiando anche un po’ di soldini.
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Consigli di puericultura:
Quale latte al posto di quello materno
Se il latte materno non c’è o è insufficiente, il latte di formula è l’alimento che lo sostituisce meglio. È prodotto generalmente dal latte di vacca, modificato in modo che la sua composizione sia simile a quella del latte materno, digeribile e completo di tutte le sostanze necessarie per la crescita. Nel latte di latteria, invece, i nutrienti essenziali non sono presenti nelle giuste quantità;
per questo motivo e per evitare intolleranze e sanguinamenti intestinali lievi, non deve essere somministrato a bambini di età inferiore ai 10-12 mesi. Le aggiunte di latte di formula, se non sono necessarie, vanno evitate; soprattutto nelle prime quattro sei settimane la produzione di latte non si è ancora ben stabilizzata, e cala irrimediabilmente se il seno non viene stimolato perchè il bimbo succhia dal biberon; - in commercio si trovano diversi latti di formula, alcuni simili, altri differenti per composizione (latti adattati, HA, idrolisati, di soia). È necessario che sia il pediatra a prescrivere il latte idoneo a ciascun bambino; - i latti di formula sono disponibili in polvere o liquidi, già pronti per l’uso. Possono essere usati indifferentemente. I latti liquidi sono più pratici ma, in genere, più costosi; - le proporzioni indicate di polvere e acqua non vanno modificate, per non creare disturbi alla salute. Come preparare il latte di formula È molto importante preparare il biberon con cura: - lavarsi le mani; - utilizzare biberon e tettarelle sterilizzati, o anche solo accuratamente lavati se il bambino ha più di cinque mesi; - versare la giusta quantità di acqua tiepida (oligominerale naturale in bottiglia di vetro, oppure acqua di rubinetto bollita per cinque
minuti e lasciata intiepidire); - aggiungere la quantità prescritta di polvere (i misurini devono essere pieni ma rasi, la polvere non va compressa, l’eccedenza va allontanata con il manico di un altro misurino o con la lama di un coltello. Di solito per ogni 30 mL di acqua si deve aggiungere un misurino di polvere; - tappare il biberon, agitarlo per 10-15 secondi fino a quando la polvere è sciolta completamente e non ci sono grumi; - scaldare il biberon a bagnomaria, o nello scalda biberon, o nel forno a microonde e controllare la temperatura del latte lasciando cadere qualche goccia sul dorso della mano, per accertarsi che non sia troppo caldo o troppo freddo (d’estate molti bambini preferiscono il latte appena tiepido o freddo, d’inverno la maggior parte preferisce il latte caldo); - se si utilizza il forno a microonde, ricordarsi che la temperatura è due volte più elevata nella parte superiore del biberon rispetto alla base. Pertanto: - mettere nel forno la bottiglia dritta, senza tappo, per permettere al calore di uscire; - toglierla dal forno una volta raggiunta la temperatura desiderata; - chiuderla e capovolgerla una decina di volte prima di somministrarla al bambino; - controllare che il latte fuoriesca dalla tettarella goccia dopo goccia. Se esce a getto, il buco della tettarella è troppo grosso e il bambino potrà ingozzarsi; se esce troppo
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a cura del dr. Elio Caggiano specialista in pediatria
lentamente, il buco è troppo piccolo o è ostruito, e il bambino farà fatica a succhiare. Il pasto Il pasto dovrebbe essere un momento piacevole in cui il bambino riceve cibo e coccole. È importante stare comodi e assicurarsi che anche il piccolo sia in una posizione confortevole. La poppata dovrebbe durare in media venti minuti. Dopo il pasto di solito i lattanti emettono qualche ruttino, ossia l’aria che si trova nello stomaco. Il ruttino non è obbligatorio e anche in sua assenza il latte viene digerito. Il suo unico vantaggio è quello di ridurre i rigurgiti (quindi va favorito nei lattanti che rigurgitano parecchio). Alcuni consigli: • sostenere con un cuscino il braccio su cui poggia il bambino; • porre il piccolo in posizione semiseduta, appoggiato nell’incavo del braccio; • offrire al bambino il biberon, tenendolo inclinato in modo che tettarella e collo della bottiglia siano sempre pieni di latte (ciò impedisce che il bambino succhi troppa aria); • se fa spontaneamente una pausa, metterlo verticale, con il capo appoggiato sulla spalla, e battere qualche delicato colpetto sulla sua schiena per favorire il ruttino (ripetere questa operazione due volte a pasto, per circa un minuto, soprattutto se rigurgita parecchio); • a fine pasto, gettare il latte eventualmente avanzato, lavare e poi sterilizzare biberon e tettarella (se il bambino ha più di cinque mesi, è sufficiente lavarli accuratamente).
Sterilizzazione: • a caldo: fare bollire biberon e tettarella per almeno venti minuti in una pentola piena d’acqua o negli appositi contenitori; • a freddo: immergere biberon e tettarella per almeno un’ora e mezza nell’apposita vaschetta contenente liquido sterilizzante. La soluzione deve essere rinnovata ogni ventiquattro ore. Gli oggetti sterilizzati vanno estratti con mani accuratamente lavate o con pinze igieniche. Frequenza e quantità dei pasti Le necessità alimentari variano da un bambino all’altro; il numero e la quantità delle poppate non devono quindi essere rigidamente prestabiliti, ma possono essere modificati per soddisfare le richieste individuali. È però necessario, soprattutto nei primi mesi, pesare ogni settimana il bambino per verificare che la sua crescita sia regolare (nei primi tre mesi almeno 150 grammi la settimana). Conservazione del latte -È preferibile preparare il latte di volta in volta (se lo si prepara in anticipo, conservarlo in frigorifero, e utilizzarlo nelle ventiquattro ore successive); - se il bambino non completa il pasto è preferibile non conservare il latte avanzato per il pasto successivo perchè possono mancare le condizioni igieniche ottimali;
- durante i viaggi è bene preparare il latte solo al momento del pasto (eventualmente utilizzare l’acqua calda di un thermos); - il latte liquido, una volta aperta la confezione, deve essere conservato in frigorifero e utilizzato entro 48 ore; - il latte in polvere, dopo l’apertura della scatola, deve essere consumato entro 10-15 giorni.
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Uno spazio per farvi divertire e fornire idee fantasiose, per trascorrere il tempo in modo intelligente e trovare oggetti originali e introvabili utili per la crescita del bebè. Una serie di segnalazioni da parte del popolo dei genitori.
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Ricordate questa dolce cantilena? provate a cantarla ai vostri cuccioli, come facevano le vostre mamme un tempo… Stella stellina la notte si avvicina, la fiamma traballa la mucca è nella stalla. La mucca col vitello, la pecora e l'agnello, la chioccia col pulcino, ognuno ha il suo bambino. Ognuno ha la sua mamma e tutti fan la nanna.
Citroën Nemo, l’auto per i bambini Citroën rifà il look alla Citroën Nemo, ispirandosi nei colori e per una serie di simpatici dettagli ispirati al celebre film Disney Pixar. Il risultato è una serie speciale limitata di 500 esemplari, coloratissima e ultra accessoriata, il cui lancio avvenuto nelle concessionarie il 19 e il 20 settembre con l’operazione “Amici di Nemo”.
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Very Hungry C’era una volta il biberon, la classica bottiglietta in materiale termoresistente o in plastica infrangibile e con la tettarelle standard. Dico c’era una volta perchè oggi sempre più l’industrial design sta entrando in maniera massiccia nella progettazione di prodotti infantili e il biberon è uno di quegli oggetti che sta subendo più trasformazioni. Ideato da due psichiatri infantili insieme a un designer, Very Hungry è un biberon la cui tettarella riproduce in maniera fe-
dele il seno materno. La bottiglia è realizzata in materiale plastico ad uso medicale brevettato in Svizzera senza bisfenolo A, mentre la tettarella è di silicone testato, per garantire la sicurezza e il comfort del bambino. Very Hungry è estremamente comodo perchè facile e soprattutto veloce da aprire, da lavare e da riempire, cosa non trascurabile quando si ha vicino un neonato urlante per la fame. In commercio da novembre negli Stati Uniti, questo biberon è solo il primo di una serie di prodotti di Mimijumi.
La valigia a forma di trenino per viaggiare. Chissà che fine hanno fatto i trenini che hanno reso felici generazioni di bambini? I bambini di oggi preferiscono probabilmente giochi più tecnologici di una locomotiva che gira in tondo su una pista circolare, ma la poesia di certe suggestioni antiche non si è perduta del tutto se qualcuno propone il trolley da bambini a forma di trenino. Per i più esigenti c’è anche la versione a forma di macchina della polizia. Puoi trovarli su amazon.com
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“Il bambino con infezioni respiratorie ricorrenti: quale prevenzione?” Prof. Dott. Ruggiero Piazzolla Pediatra di famiglia, Pediatria Preventiva e Sociale presso l’Università degli Studi di Foggia
È ben noto che il bambino si ammala più frequentemente dell’adulto di infezioni respiratorie e tale maggiore incidenza è inversamente proporzionale all’età. Diversi studi hanno dimostrato che l’incidenza delle infezioni respiratorie è massima nei primi due anni di vita, fino a 6-7 episodi per anno. Ciò è valido per i paesi anglosassoni e scandinavi, dove la socializzazione è più precoce, ma sicuramente non ha un analogo riscontro in Italia, dove i bambini, in questa età, sono per lo più tenuti in ambito domiciliare. La frequenza media delle infezioni diminui-
sce a 4-5 episodi per anno dai 3 ai 5 anni ed ulteriormente in età scolare. Si stima che in Italia il 6% dei bambini in età prescolare sia affetta da IRR. Ma non è possibile generalizzare. Soprattutto durante la stagione fredda centinaia di virus possono rendersi responsabili di infezioni delle vie respiratorie, per cui sono necessari diversi anni prima che si raggiunga un’ esperienza immunologica adeguata. L’aumentata suscettibilità agli agenti infettivi, che riguarda il 5-10% della popolazione infantile, quasi mai è riconducibile ad una patologia. Di solito si tratta di bambini sani o con transitoria alterazione della integrità dell’apparato respiratorio e/o del sistema immunitario. Il sistema immunitario a questa età è ancora immaturo con livelli di anticorpi che aumentano progressivamente con l’età. Il bambino presenta un calibro ridotto delle vie aeree, ciò favorisce il ristagno di secrezioni e facilita l’attecchimento di germi. Peraltro il bambino non è in grado di soffiare il naso e presenta un riflesso tussigeno poco valido che ne limita l’espettorazione. Le frequenti infezioni, inoltre, possono essere espressione anche dell’influenza di fattori ambientali sfavorevoli. Esaminiamoli: A scuola il bambino entra in contatto con i comuni patogeni delle vie aeree e acquisisce certamente preziose esperienze immunologiche, ma il prezzo da pagare sono gli episodi di IRR. Il numero degli episodi di infezione è direttamente proporzionale al numero di bambini che frequentano la scuola. L’alto numero di bambini conviventi in am-
biente domestico è un altro fattore di rischio che riconosce un meccanismo analogo a quello della socializzazione precoce. L’esposizione al fumo passivo aumenta la frequenza di infezioni respiratorie. Infatti il fumo danneggia l’attività delle ciglia presenti lungo l’albero respiratorio e aumenta la reattività bronchiale. Un ruolo rilevante gioca anche l’inquinamento ambientale. Diversi studi hanno dimostrato che i bambini che vivono in città densamente popolate e ad alto grado di industrializzazione, contraggono più frequentemente infezioni respiratorie rispetto ai coetanei abitanti in zone rurali. Ciò è dovuto in particolare a concentrazioni elevate di sostanze ossidanti (biossido di azoto e ozono) che derivano dal traffico autoveicolare e da inquinanti acidi come l’anidride solforosa prodotta dalla combustione del petrolio. Tali sostanze si liberano anche nelle case da fonti energetiche per riscaldamento e per uso cucina svolgendo un’azione tossica diretta sulle mucose creando una aumentata reattività a carico delle prime vie respiratorie. Anche metalli pesanti quali cromo, cadmio, nichel, piombo, amianto e idrocarburi incombusti degli autoveicoli peggiorano la situazione. Come misura solo parzialmente protettiva può essere preferibile che i bambini evitino di uscire nei giorni con maggior tasso di inquinamento. Molti virus e batteri sono in grado di provocare modificazioni transitorie delle funzioni difensive agendo a vari livelli. Una piccola quota dei bambini con frequenti infezioni delle vie respiratorie è però affetto
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La precoce socializzazione è responsabile di un incremento del 50% circa del numero di infezioni attese per l’età. Nel bambino con IRR c’è un ritardo nel ripristino delle funzioni immunitarie disturbate dalla malattia. È importante, dunque, allungare il tempo della convalescenza, al fine di ridurre il rischio di reinfezione. Un ruolo rilevante gioca il riscaldamento centralizzato delle abitazioni, vivere in città densamente popolate e ad alto grado di industrializzazione. Secondo la Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP) un bambino con IRR si ammala di infezioni respiratorie più di 6 volte l’anno o più di 1 volta al mese nei mesi compresi fra settembre ed aprile per le localizzazioni alte, e più di 3 volte l’anno per quelle basse. Nella massima parte dei casi la causa è virale, è necessario evitare, quanto più possibile, l’uso degli antibiotici.
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ratorio e strumentali che saranno orientate a seconda dei quadri clinici particolari delle alte e delle basse vie respiratorie e saranno personalizzate in rapporto ai sospetti clinici prioritari.
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In che modo intervenire nelle Infezioni Respiratorie Ricorrenti? Occorre naturalmente trattare il singolo episodio. Per lo più non sono necessarie indagini di approfondimento diagnostico. È fondamentale tranquillizzare i genitori, eliminare i fattori favorenti, allontanare il piccolo dalla comunità per almeno 15 giorni dopo un episodio ed abolire fumo di sigaretta e altri inquinanti del micro-ambiente.
da immunodeficienze, malformazioni (a carico del setto nasale, dell’albero bronchiale, ecc.) o da patologie (fibrosi cistica, malattie metaboliche, discinesia ciliare, allergia, ipertrofia adenoidea) che si esprimono appunto con una aumentata suscettibilità a contrarre infezioni. Uno dei problemi che più spesso il Pediatra di famiglia deve affrontare in ambulatorio è quello di stabilire se la ricorrenza e/o la gravità di tali episodi possono considerarsi “normali” o espressione di una vera e propria patologia. Tale compito è delicato e complesso, in quanto il confine tra il normale e il patologico delle infezioni non è sempre facile da tracciare. Innanzitutto occorre valutare se la frequenza delle flogosi respiratorie è superiore a quella attesa per l’età e quindi tale da giustificare la definizione di “bambino con IRR”. Ma per sospettare una franca patologia occorre affidarsi in particolare all’esperienza clinica e ai criteri epidemiologici. Occorre valorizzare non tanto il criterio nu-
merico, ma effettuare una valutazione clinica integrata della gravità, della durata e della localizzazione dell’infezione. L’inizio della sintomatologia è in genere precoce (< a 1 anno di vita) in caso di patologia, più tardiva nelle IRR. Il bambino IRR ha una crescita in peso e altezza normale e un normale sviluppo psicomotorio, in caso contrario occorre sospettare una patologia. Il coinvolgimento anche di apparati diversi da quello respiratorio deve orientare verso una immunodeficienza. Il ripetersi dell’infezione nella medesima localizzazione rende probabile la presenza di alterazioni anatomiche. La non gravità clinica e il benessere intercritico depongono per una IRR “fisiologica”. In corso di infezioni respiratorie ricorrenti occorrerà un’attenta indagine anamnestica atta ad individuare e, se possibile, eliminare i fattori ambientali favorenti (precoce scolarizzazione, tabagismo passivo, inquinanti domestici, ecc.). Se tali misure si riveleranno inefficaci o non applicabili, sarà opportuno procedere ad una serie di indagini di labo-
Di fronte alle preoccupazioni di un genitore perché il bambino è sempre malato, il pediatra deve saper sedare l’ansia, facendo capire che si tratta di un problema benigno destinato a risolversi con il tempo. Tale compito è delicato e non semplice in quanto uno dei paradossi della medicina consiste nel fatto che, quando un medico pone una diagnosi di malattia e prescrive delle indagini o una terapia dolorosa e costosa, il suo approccio viene accettato senza difficoltà. Viceversa il medico che pone una diagnosi e consiglia di attendere che la situazione clinica migliori naturalmente, deve lottare a lungo per difendere il suo punto di vista. Per sedare i timori dei genitori occorre dedicare al caso un tempo sufficiente, facendo percepire che si stanno raccogliendo tutte le informazioni utili. Dopo un attento esame clinico, se il medico è convinto che si tratti di una IRR “fisiologica”, dovrebbe semplicemente rassicurare la famiglia sulla transitorietà della condizione di IRR e sensibilizzare i genitori nel minimizzare l’esposizione ai fattori di rischio ambientale.
Il parto cesareo È una procedura chirurgica che permette di estrarre il feto attraverso un’incisione della parete addominale sopra il pube e dell’utero nella sua parte inferiore, meno vascolarizzata. La durata dell’operazione oscilla tra il 25 e 45 minuti e dipende dalle difficoltà tecniche che si presentano.
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Le indicazioni si distinguono in materne (ad esempio stenosi pelviche, gravi malattie sistemiche, tumori del piccolo bacino, grave stenosi del collo dell’utero e della vagina, fibromi e cistomi ovarici, carcinoma del collo dell’utero, condilomi acuminati in vagina, oppure inerzia uterina, discinesie e la primiparità in età avanzata), fetali (presentazione di spalla o podalica, eccessivo sviluppo, stati di sofferenza fetale, oppure in stato di agonia o subito dopo la morte della madre se il feto è ancora vivo) e degli annessi ovulari (placenta pervia, distacco prematuro della placenta, prolasso e brevità assoluta del cordone ombelicale). L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha più volte suggerito che solo il 10-15 per cento delle gravidanze dovrebbe sfociare in parto cesareo, limitandolo ai casi di posizionamento anomalo dell’utero, herpes genitale o altro impedimento che spieghi la scelta della procedura chirurgica, oppure in caso di elevato rischio per le madri o i nascituri. Nessun dubbio sull’utilità del parto cesareo in questi casi, ma il parto vaginale rimane comunque la modalità preferibile e più cor-
retta per portare a termine la gravidanza. È da sottolineare che le donne che partoriscono con taglio cesareo spesso devono affrontare un ricovero più lungo, talvolta più doloroso e con più alto rischio di infezioni. Inoltre, studi recenti, che però aspettano conferma scientifica, suggeriscono che i neonati con parto cesareo avrebbero una maggiore probabilità di sviluppare problemi respiratori rispetto ai nati con parto vaginale. La tendenza, soprattutto nel nostro Paese, a scegliere il parto con taglio cesareo può essere motivata più da esigenze organizzative che da indicazioni cliniche, sia da parte degli specialisti che da parte delle donne.
Un po’ di storia Sull’origine del nome sono state fatte varie ipotesi. La prima deriva dalla cosiddetta lex Caesarea in quanto, ai tempi dei Romani, il taglio cesareo veniva utilizzato per estrarre il feto dalle donne decedute durante il travaglio. In alternativa si attribuisce a Plinio il Vecchio, antenato di Cesare, che sarebbe nato proprio con questa procedura nel primo secolo d.C., oppure ancora farebbe riferimento al verbo caedere, che in latino significa ‘tagliare’, ma in questo caso il termine ‘taglio cesareo’ sarebbe pleonastico. La sua introduzione sulle donne viventi risale al XIX secolo. Nel 1876, Edoardo Porro eseguì nella Clinica Ostetrica di Pavia l’incisione che portava ad una sostanziale riduzione della mortalità, ma anche all’asportazione dell’utero e quindi all’impossibilità per la donna di avere nuove gravidanze. La tecnica tuttora praticata è stata introdotta nel secolo scorso (1907) in Germania.
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www.babymagazine.it 28 Baby Link www.giochiperbambini.org Il gioco per l’infanzia, per bambini assume un ruolo determinante nell’educazione e nella crescita del bambino. In questo sito vengono fornite alcune proposte di giochi per bambini, divisi in giochi di gruppo, giochi all’aperto, al chiuso, giochi di abilità e da tavolo. Inoltre online sul sito trovi la guida a programmi di giochi per feste, grandi giochi, tornei e per socializzare e confrontarsi con gli altri ragazzi, giochi di squadra e di gruppo. Proposte per il gioco educativo, didattico, qui trovi giochi gratis scaricabili direttamente sul tuo computer, pronti per essere stampati e giocati.
www.lagirandola.it La girandola è un portale rivolto ai bambini di età compresa fra i 6 e i 13 anni (ma anche ai loro genitori), in una presentazione colorata e divertente propone una quantità di contenuti di grande interesse, rubriche e sezioni interattive per l’intrattenimento educativo dei più piccoli.
www.famiglienumerose. org Chi siamo? Abbiamo almeno quattro figli, tra naturali, adottivi o affidati. Siamo quelli che non hanno la Cinquecento, perché non ci staremmo tutti; quelli che non vengono invitati spesso a cena dagli amici, perché in casa degli amici tutti non ci staremmo. Eppure, nonostante le difficoltà, desideriamo conoscerci, raccontarci, scambiarci idee e riflessioni; mettere le singole capacità a disposizione delle altre famiglie. Desideriamo creare gruppi di acquisto solidali, banche del tempo, mercatini dell’usato, scambiarci informazioni su quanto fanno le Amministrazioni pubbliche a favore del-
le famiglie numerose. Vogliamo promuovere adeguate politiche familiari che tutelino e sostengano le funzioni della famiglia e dei suoi diritti, come riconoscimento del ruolo sociale, educativo e formativo che questa svolge per la società. Vogliamo dire che ci siamo, e siamo felici di esserci.
www.girotondo.com Portale adatto ai bambini in una fascia d’età compresa tra i 3 e i 13 anni. Si apre con un’home page dall’interfaccia grafica semplice ed accattivante che, per venire incontro alle così diverse esigenze dei bambini di questa fascia d’età piuttosto ampia, presenta tre aree tematiche. Girofavola: (per i bambini più piccoli) raccolta di fiabe e leggende animate e non, accompagnate da suoni, una varietà di giochi e gif animate con la possibilità di essere stampate. Gironews: presenta un notiziario e uno spazio per approfondimenti su vari argomenti. Giroscuola (ha temporaneamente sospeso l’attività): propone corsi dedicati ai bambini, progetti realizzati da altre scuole, link a siti utili. Motore di ricerca interno. Uso didattico: è uno strumento utile per studenti ed insegnanti che possono trarre spunti da quanto viene proposto per ricerche, attività di approfondimento e di discussione, per aggiornarsi.
www.wikibooks.org Anche Wikipedia, nella sezione Wikibooks, manuali e libri di testo liberi da leggere e modificare, contiene una sezione ‘Wikijunior’ dove sono raccolti i giochi per bambini all’aperto senza impiego di materiali, per riscoprire la natura e il piacere di stare in gruppo.
in giro per la ret e
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Calendario Baby Eventi e iniziative dedicate a infanzia, pediatria e ginecologia. Segnalate a: info@babymagazine.it
Incontri tra Ospedale e Territorio: Immuno Gastro Allergologia Pediatrica Roma, 23 gennaio, 2010 Ateneo Pontificio Regina Apostolorum Via degli Aldobrandeschi, 190 (Aurelia) ACS International - Via F.S. Nitti, 15, 00191 Roma - Tel: 06 3295804 Fax: 06 3292961 e-mail: acsit@tin.it
1° congresso Pediatrico Empolese update in: Allergologia Broncopneumologia EMPOLI, 28 e 29 Gennaio 2010 Eeatro Shalom, Via Ferruccio Busoni 24 Segreteria Organizzativa Eventi Moderni Tel.3392718972 - Fax 0556235649 e-mail: info@eventimoderni.it
V Meeting di Allergologia Pediatrica Milano, 4-6 febbraio 2010 Segreteria Organizzativa MCA Events srl - Via G. Pellizza da Volpedo, 4 - 20149 Milano Tel. 0234934404 - 0234934397 e-mail: info@mcaevents.org
Giornate Neonatologiche e Pediatriche Calatine Congresso nazionale/internazionale Attualità e aggiornamenti in Pediatria e Neonatologia dal 22/1/2010 al 23/1/2010 Maddaloni (CE)
Aula Magna Villaggio Dei Ragazzi Piazza G.Matteotti, 8 Segreteria scientifica U.O.C. di Neonatologia P.O Maddaloni (CE) Segreteria organizzativa Alfa Congressi Srl - via delle Milizie, 34 Roma tel 06 3701121 fax 06 3729067 e-mail alfa@alfaservice.com
Pediatri e Pediatrie a confronto Corso Interattivo di Pediatria 6° edizione - Hotel Majestic Dolomiti San Martino di Castrozza - Trentino Alto Adige 03 - 10 gennaio 2010 Segreteria: orocongress@libero.it
I venerdì di Gastroenterologia Pediatrica Corso di aggiornamento continuo in Gastroenterologia Pediatrica dal 15/1/2010 al 4/12/2010 Sede: Dipartimento di Biomedicina dell’Età Evolutiva, Aula Federico Vecchi, Policlinico, Università di Bari Celiachia, Reflusso Gastroesofageo, Allergie Alimentari, Disturbi minori del lattante, Gastroenterologia Neonatale, Stipsi, Malattie infiammatorie croniche, Ipertransaminasemi, Dolori Addominali ricorrenti. Segreteria organizzativa Indrio Flavia tel. 080-5478911 e-mail: corsogastro@gmail.com Il corso è accrediatao per gli ECM. L’iscrizione è gratuita
www.babymagazine.it Margherita Iannarone
Ilenia Cutillo
Andrea Pascucci
Sara Sgambati
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+ Spazio alla Fantasia!
Una sezione che dà spazio alla creatività, una galleria dedicata a tutti i piccoli artisti che amano disegnare, raccontare, inventare, sognare e creare. Se ti piace scrivere, disegnare se hai fantasia da vendere e vuoi mostrarlo a tutti, questa è l'area dedicata a te! Manda* i tuoi lavori all'indirizzo info@babymagazine.it oppure spediscili ad: Associazione Salutare Via Due Principati, 278 83100 Avellino, li pubblicheremo in una fantastica Galleria d'Arte junior. *puoi scannerizzare o fotografare le tue opere o mandare gli originali, (il materiale non verrà restituito); PS.: non dimenticare i tuoi dati. Vittorio Minerva
2010 Auguri