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Informazione di Salute e Benessere n° 83
SFOGLIA ONLINE
Il futuro della rinoplastica Mangiar sano può far male alla salute?
Bellezza
nuove prospettive
Intervento estetico delle palpebre Quante emozioni conosci?
PSICOLOGIA
10 Dermatologia genitale
PODOLOGIA
12 Quante emozioni conosci?
AMBIENTE
Tinea Pedis: piede dell'atleta
AMBIENTE
16 Campi elettromagnetici e salute
ALIMENTAZIONE
18 Funghi coltivati sui rifiuti del caffè
RIABILITAZIONE
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22 Mangiar sano può far male alla salute?
ESTETICA
Trattamento infiltrativo con acido ialuronicco
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ESTETICA
28 Intervento estetico delle palpebre
Salutare
SOMMARIO
DERMATOLOGIA
30 Il futuro della rinoplastica
+ BabyMagazine
sono in distribuzione gratuita
NEWS Intellistm per il dolore cronico
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Una palestra per allenare il cervello ora anche on line
La zona del nostro cervello "Vasco" ci dice se preferiamo la "vita spericolata"
Obesità infantile e rischio di malattie croniche
Parkinson, lacrima rivela morbo
Tutti gli articoli hanno solo finalità informativa ed educativa, non costituiscono motivo di autodiagnosi o di automedicazione e non sostituiscono la consulenza medica specialistica.
9 Promo Salute 11 Leggere 21 Informazione sociale 23 Centrifugati 31 L'Avvocato risponde 32 Fobie 34 Eventi www.salutare.info
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LETTERE DEI LETTORI Periodico bimestrale Anno XIV n° 83 - 2018 Distribuzione gratuita Reg. Tribunale Av in data 15/01/2004 N° 419
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entile redazione, da persona molto attenta alla salute e all'osservanza di buone pratiche e sano stile di vita, sto cercando il più possibile di tenere distante e limitare l'utilizzo del telefonino. Ma vista la necessità di doverlo utilizzare per forza, mi piacerebbe leggere qualcosa che riguardi il reale danno, se esiste, di questi apparecchi. Luana (Tivoli)
Editore Ass. Culturale Salutare Direttore Responsabile Angela Romano Progetto grafico Manuela Coluccino Area web Carmine Serino (Promova Coop. Soc. Onlus)
Cara Luana, la tua non è per niente una cattiva abitudine, anche se non sembra esserci una correlazione diretta tra onde elettromagnetiche e insorgenza malattie. L'articolo del Prof. Tarro a pag. 16 chiarirà diversi punti.
Collaborazioni R. Carifano, M. D'Apice, dr. A. Del Sorbo, dr. R. Tucci, Prof. dr. A. Pacilio, Prof. G. Tarro, A. Gorga, dr. A. M. Giordano, dr.ssa F. Trallo, dr.ssa R. Pumpo, dr.ssa L. Pagano, dr. C. Martino, dr. I. La Rusca, avv. G. De Cicco.
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uongiorno, vi scrivo perchè penso che mia figlia sia affetta da qualche disturbo alimentare. Mangia pochissimo e solo determinati alimenti che lei reputa sani e non tossici. Potete aiutarmi a capire di cosa si tratta e a chi devo rivolgermi? Anna (Crotone)
sito www.salutare.info e-mail info@salutare.info telefono 0825 74603
Salve Anna, probabilmente sua figlia potrebbe essere affetta da un disturbo detto ortoressia. Può saperne di più su questo disturbo e soprattutto capire se è davvero questo di cui soffre grazie all'articolo della dr.ssa Trallo a pag.22.
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ono mamma di un ragazzo di 16 anni che, come immaginerete, per noi genitori è un periodo proprio strano. Leggo tanto sulla loro educazione e cerco di stare al passo con i tempi e aiutarli in un'epoca come questa a crescere in modo sano. Con piacere noto che, a differenza di quando ero io adolescente, c'è più informazione e attenzione alla sessualità, ma vedo anche che per quanto si discuta spesso di Hiv, epatite e malattie serie trasmesse sessualmente, si parla ancora molto poco delle malattie veneree e sessualmente trasmissibili. Vorrei che si affrontasse di più l'argomento. Molti ragazzi, anzi la maggior parte, sono all'oscuro e sottovalutano certi comportamenti e abitudini sessuali. Grazie, Sara (Rovigo)
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Salutare
Sara, ha evidenziato una forte lacuna nell'educazione sessuale degli adolescenti. Con l'articolo del dr. Del Sorbo a pag.10 cercheremo di trattare alcune problematiche derivanti da infezioni ai genitali. Speriamo di proseguire con altri articoli su questo tema e diffondere più informazioni al riguardo.
M IS S I O N
Gli autori degli articoli sono legalmente responsabili dei testi inviati.
L'obiettivo è aiutare i lettori ad avere un’informazione corretta, aggiornata e facilmente comprensibile senza mai entrare in competenze tipiche dei Medici curanti. Gli articoli hanno uno scopo divulgativo e puntano sul loro rigore scientifico e la competenza professionale degli Autori, che essendo professionisti del settore, mettono a disposizione le proprie conoscenze al servizio di tutti i cittadini. Questa straordinaria mission è possibile grazie a tutti gli esperti che contribuiscono a rendere Salutare chiara, completa e affidabile.
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NEWS Intellis™ per il dolore cronico
Il sistema con lo stimolatore midollare più piccolo del mondo Medtronic ha presentato presso la Triennale, Intellis™, un sistema per la gestione del dolore cronico, che comprende lo stimolatore midollare impiantabile più piccolo del mondo, ed è dotato di funzionalità avanzate di monitoraggio per una terapia antalgica personalizzata. Si tratta di una vera e propria piattaforma, che, oltre al dispositivo medico, include un applicativo di gestione della terapia, direttamente accessibile da un tablet Samsung S2. Il sistema è già disponibile in Italia e i primi interventi sono stati eseguiti con successo, tra gennaio e febbraio, presso l’Ospedale Generale Regionale Miulli di Acquaviva delle Fonti (Bari), l’Ospedale di Garbagnate Milanese, l’Ospedale Sant’Andrea di Roma, l’Ospedale dei Colli di Napoli, l’IRCCS CROB di Rionero in Vulture e l’Ospedale S.S. Annunziata di Chieti. Il dolore cronico è, per definizione, un dolore che dura oltre i 3-6 mesi ed è, ormai, considerato una vera e propria malattia, soprattutto se si considerano le sue pesanti ripercussioni sulla qualità della vita del paziente, come grave disabilità, limitazione delle capacità funzionali, lavorative e delle attività sociali. Rispetto ai sistemi di neurostimolazione utilizzati fino ad oggi, la nuova piattaforma Intellis™ presenta numerosi vantaggi, che interessano sia il medico, che il paziente e riguardano le ridotte dimensioni del dispositivo, i minori tempi chirurgici legati all’impianto, la programmazione avanzata della stimolazione e le performance della batteria. Attualmente il sistema Intellis™ rappresenta una delle migliori espressioni tecnologiche nel campo della neurostimolazione midollare, in tutti quei pazienti affetti da dolore cronico. L’aspetto più rivoluzionario della piattaforma Intellis™ è la possibilità di ottimizzare il trattamento di neurostimolazione grazie ai report condivisi e consultabili. Il sistema utilizza funzionalità avanzate per monitorare e registrare 24 ore su 24, 7 giorni su 7 l’attività del paziente, quale indice indiretto dell’efficacia del trattamento terapeutico di neurostimolazione midollare. I vantaggi di questo sistema si evidenziano soprattutto nella migliorata versatilità di programmazione delle diverse tipologie di stimolazione midollare ed in termini di confort per il paziente grazie alle ridottissime dimensioni del device impiantato”. In Italia, i Centri che si occupano di terapia del dolore sono circa 200, mentre i Centri HUB che praticano interventi di neurostimolazione midollare sono 32. La validità di questa procedura nel trattamento del dolore cronico è stata riconosciuta a livello inter-
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nazionale e ha generato raccomandazioni nelle Linee Guida della Federazione Europea delle Società Neurologiche (EFNS) e della National Institute for Clinical Excellence (NICE). Ciononostante si assiste, nel nostro Paese, a un sottotrattamento dei pazienti che potrebbero beneficiare dalla terapia di neurostimolazione midollare, con un miglioramento della qualità di vita e una ri-
duzione del ricorso a farmaci antidolorifici e terapie complementari. In Italia, infatti, meno del 15% dei pazienti candidabili (circa 40.000 pazienti all’anno) si sottopone ad un test per verificare l’efficacia della procedura. I motivi principali sono la mancanza di informazione tra medici e pazienti e la carenza di un modello organizzativo per la gestione del paziente con dolore cronico sul territorio.
Una palestra per allenare il cervello ora anche on line Sono ormai numerosi gli studi che dimostrano quanto sia importante prendersi cura fin da giovani della nostra “materia grigia”. A segnalarlo è un’indagine di SWG per Novar-
tis che, all’interno del suo portale dedicato alla cura del cervello, ha creato Brain Power, uno spazio dove poter nutrire, rilassare e mantenere in allenamento le proprie abilità cognitive. Per esempio, nella sezione Train your brain, è possibile accedere a divertenti esercizi e giochi di logica sviluppati in collaborazione con Wired Italia. Se gli stimoli sono numerosi (scuola, musica, teatro, cinema, esperienze, ecc.), il bagaglio cognitivo sarà più forte e sarà più difficile esaurirlo invecchiando. Per allenarsi, vanno bene l’enigmistica e il sudoku, ma anche i giochi sulle piattaforme digitali, tanto apprezzate dai giovani. Per mantenere in forma il cervello è importante anche come ci nutriamo: le buone abitudini prese da piccoli sono un'assicurazione per il futuro.
Obesità infantile e rischio di malattie croniche
L'italia partner nel progetto europeo i.Family. Uno studio condotto sulle urine di duemila bambini irpini ha rilevato le differenze sulla presenza di alcune sostanze: il lavoro è stato coordinato dalla ricercatrice dell'ISA-CNR di Avellino, dr.ssa Rosaria Cozzolino. Dr.ssa Cozzolino cosa è il progetto I.Family? Come vi ha partecipato il Cnr? Quale è stato il suo compito? Il progetto I.Family, finanziato dalla CE, ha coinvolto 15 gruppi di ricerca appartenenti a 11 paesi europei. L’Istituto di Scienze dell’Alimentazione del CNR di Avellino (ISA-CNR) è stato partner del progetto per quanto riguarda l’Italia. Il principale obiettivo del progetto I.Family è stato quello di usare un approccio olistico considerando i fattori biologici, comportamentali, sociali e ambientali che sono alla base di scelte alimentari e stili di vita salutari durante la fase pre-adolescenziale, transizione tra l’infanzia e l’età adulta. La coorte italiana, a quale tipo di bambini fa riferimento? Quanti sono stati oggetto di studio? Dove? Che caratteristiche hanno? La coorte italiana del progetto I.Family ha compreso circa 2000 bambini irpini in età scolare e i loro genitori. Le scuole partecipanti allo studio erano situate in 8 comuni della provincia di Avellino.
molto eterogeneo di sostanze chimiche (aldeidi, chetoni, terpeni, acidi carbossilici, terpeni, alcoli, etc) che ha in comune una bassa temperatura di ebollizione. Cosa si intende per biomarcatori metabolici? Un biomarcatore metabolico è una molecola utilizzata quale indicatore di una specifica condizione biologica (fisiologica o patologica) in svariati ambiti interdisciplinari, nei quali può assumere anche un significato leggermente differente. Qual'è la portata dello studio condotto? A cosa serviranno i dati raccolti? Quali scenari apre? Lo studio da me coordinato mostra che il profilo dei VOCs delle urine dei bambini obesi/sovrappeso differisce da quello dei bambini normopeso per una diversa concentrazione di alcune sostanze volatili. Tale differenza può essere spiegata con una ormai ben
Cosa sono i VOCS? Nello studio dal titolo “Urinary volatile organic compounds in overweight compared to normalweight children: results from the Italian I.Family cohort”, pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature, sono stati studiati i composti organici volatili (VOCs) estratti da urine. Tali composti sono un insieme
Piace alla mamma, utile al bambino Salutare dedica a mamme e papà un servizio a 360 gradi che abbraccia tutti gli aspetti legati alla nascita e alla crescita di un figlio senza trascurare nessuna sfumatura. Baby Magazine valuta i prodotti per mamme e bambini favorendo una scelta consapevole. Si avvale della professionalità di medici, pediatri, ginecologi, puericultori specializzati in infanzia e maternità, per discutere e confrontarsi. Le esperienze, i consigli dei nostri esperti sono un sostegno per quanti vivono questa meravigliosa esperienza.
nota disbiosi (alterazione della microflora, prevalentemente batterica, che alberga nell'intestino umano) a carico dei soggetti obesi/sovrappeso che, rispetto ai bambini normopeso, ospitano a livello intestinale alcune specie batteriche in quantità maggiore o minore. Inoltre, l’alterazione della concentrazione di alcuni VOCs è in accordo con ciò che si riscontra in studi condotti sull’analisi di sostanze volatili in bambini affetti da alterata funzione epatica, indicando che i VOCs possono essere anche considerati potenziali biomarcatori di disordini epatici e metabolici. È ben noto che l'obesità durante l'infanzia può essere associata ad un aumentato rischio di sviluppare malattie croniche nell'età adulta, quali il diabete di tipo 2, l’ipertensione, le malattie cardiovascolari ed alcuni tipi di tumore. Ad oggi, però, i meccanismi metabolici riguardanti la probabilità che un bambino sovrappeso ha di sviluppare tali patologie sono del tutto sconosciuti. I risultati di questo studio pilota (sono stati coinvolti circa 50 bambini) devono essere confermati aumentando il numero dei soggetti e coinvolgendo altre popolazioni. In ogni caso, visto che i modelli statistici ottenuti sono molto robusti è possibile che un giorno non molto lontano analizzando semplicemente le urine di un bambino obeso/sovrappeso si possa stabilire l’entità del rischio che ha da adulto di incorrere nelle succitate gravi malattie connesse con l’obesità. di Marina D'Apice
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NEWS
La zona del nostro cervello ribattezzata "Vasco" ci dice se preferiamo la "vita spericolata"
Il nostro cervello può rivelarci se sappiamo resistere alle tentazioni dei comportamenti compulsivi come gioco d’azzardo o ipersessualità: la risposta è nella zona "Vasco". Nel cervello c'è una struttura in grado di controllare il nostro livello di ‘spericolatezza', ribattezzata ironicamente ‘Vasco' in onore del brano del cantante italiano, che ci influenza nelle scelte economiche. In pratica, secondo i ricercatori, questa struttura è responsabile della difficoltà a controllare gli impulsi tipica delle persone che soffrono di shopping compulsivo, ipersessualità o gioco d'azzardo. La ricerca è partita con la volontà di comprendere i meccanismi neuronali dello sviluppo, in pazienti con Morbo di Parkinson, di disturbi del controllo degli impulsi. Nello specifico ad essere analizzata è l'attività del nucleo subtalamico, appunto ‘Vasco', che, nel momento della scelta dei volontari si comportava diversamente a seconda delle persone: in pratica modula “la tendenza al rischio ed è possibile che la sua funzione non si limiti alle decisioni economiche ma riguardi, più in generale, l’equilibrio fra gli impulsi istintivi e le scelte razionali”. I ricercatori hanno compreso se i pazienti fossero riusciti a resistere all'attrazione per il rischio o no osservando appunto l'attività del cervello. Scoprire che nel nostro cervello c'è un'area che influenza la nostra capacità di gestire gli impulsi è fondamentale per permettere ai ricercatori di comprendere come intervenire su persone dipendenti da gioco d'azzardo, ipersessualità o shopping compulsivo che sono deleterie per la vita quotidiana. Insomma, un domani forse si potrà intervenire su quest'a-
rea per mettere un freno a questo comportamenti patologici. Chi ha realizzato lo studio. La ricerca è stata condotta da scienziati dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, della Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, del Centro di Ricerca Aldo Ravelli dell’Università di Milano presso l’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano e dell’École Polytechnique Fédérale de Lausanne.
Parkinson, lacrima rivela morbo Un’ultima frontiera della ricerca: le lacrime possono dare indizi su una grave malattia neurodegenerativa, il Parkinson. La ricerca è la prima a dimostrare che le lacrime possono essere un indicatore biologico affidabile, poco costoso e non invasivo della malattia di Parkinson. Il team ha messo sotto la lente le lacrime perché contengono varie proteine prodotte dalle cellule
secretorie della ghiandola lacrimale, che viene stimolata dai nervi a secernerle. E, dal momento che il Parkinson può influenzare la funzione dei nervi al di fuori del cervello, gli scienziati hanno ipotizzato che qualsiasi cambiamento nella funzione nervosa possa essere visto nei livelli di proteina contenuti nelle lacrime. L'analisi si è concentrata sui livelli di 4 proteine e i ricercatori hanno scoperto differenze fra i pazienti con Parkinson e il gruppo di controllo su una, l'alfa-sinucleina. Inoltre erano anche significativamente diversi i livelli di un'altra forma di alfa-sinucleina: l'alfa-sinucleina oligomerica (alfa-sinucleina che ha formato aggregati che sono implicati nel danno nervoso nel Parkinson). Dall'analisi è emerso che i livelli totali di alfa-sinucleina erano diminuiti nelle persone con Parkinson, mentre i livelli di alfa-sinucleina oligomerica erano aumentati.
Sostieni l’informazione per la salute e il benessere Data la sua crescita, Salutare richiede l’impiego di maggiori risorse. Naturalmente il servizio che noi offriamo ha dei costi, tuttavia, abbiamo comunque deciso di mantenerlo gratuito. L’aiuto economico, anche occasionale, è certo utile, la disponibilità di risorse economiche costituisce una condizione necessaria per promuovere progetti di autosviluppo come il nostro.
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Dermatologia
Dermatologia genitale Diagnosi e cura delle malattie veneree
a cura di: dr. Antonio Del Sorbo Dermatologo • www.ildermatologorisponde.it
In presenza di manifestazioni cliniche a carico di cute e mucose dei genitali esterni il dermatologo venereologo ricercherà al momento della visita tutte le possibili cause, incluse quelle di tipo infettivo. È importante però ricordare che almeno dal punto di vista strutturale, la cute dei genitali esterni non è poi tanto diversa dalla pelle che riveste gli altri distretti cutanei, nel senso che essa può essere interessata da qualsiasi problematica dermatologica, non solo di tipo venereo. Infatti a livello genitale possiamo riscontrare manifestazioni cutanee piuttosto comuni come i nei, la psoriasi, l’eczema, il lichen, la vitiligine e la dermatite seborroica. Con il termine balanopostite viene indicato un fenomeno infiammatorio dei genitali esterni maschili localizzato a livello del glande (balanite), del prepuzio (postite) o di entrambe le sedi (balanopostite). Le balanopostiti possono essere associate alla presenza di microrganismi (es. balanopostite da sifilide, da gonorrea, da Candida), ma possono dipendere anche da altri fattori di natura non infettiva. Esistono persino balaniti di origine irritativa (es. balanite traumatica o da sfregamento) e di natura allergica (es. balanite allergica da contatto). Anche la psoriasi, la dermatite seborroica e il lichen sclerosus possono esordire a livello dei genitali esterni sia maschili (sotto forma di balanite) che femminili (sotto forma di vulvite).
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In presenza di manifestazioni genitali è importante ricercare ed escludere eventuali malattie veneree (es. sifilide, gonorrea, ulcera molle, linfogranuloma venereo, granuloma inguinale, herpes genitale, condilomi, infezioni da clamidia, etc), attraverso la visita specialistica ed eventuali esami mirati (es. VDRL, TPHA, HIV, esami colturali, penoscopia, vulvoscopia). La visita venereologica di coppia può fornire al medico informazioni utili e dettagliate. In presenza di ftiriasi del pube (cosiddette piattole) o di scabbia genitale, non è raro riscontrare simili manifestazioni anche nel partner. Per la terapia di eventuali malattie veneree si utilizzano farmaci mirati (es. antibiotici in
presenza di sifilide o gonorrea, antimicotici in presenza di micosi, antivirali in presenza di herpes genitale, antiparassitari in presenza di scabbia genitale o ftiriasi). Condilomi e molluschi possono essere trattati sia con metodiche fisiche (es. crioterapia con azoto liquido, curettage, laser) che mediante farmaci per uso topico (es. immunoterapici, cheratolitici). In presenza di manifestazioni di natura non venerea (es. psoriasi genitale, vulvite di Zoon, vulvodinia, lichen scleroatrofico, vitiligine, dermatite seborroica) le terapie possono talora richiedere tempi di cura più lunghi, legati alla tendenza cronico recidivante.
Genitoscopia La genitoscopia (penoscopia nell’uomo e vulvoscopia nella donna) può fornire qualche dato utile per distinguere alcune condizioni cliniche (es. condilomi, molluschi) da fenomeni fisiologici apparentemente simili (es. nei, cheratosi seborroiche, grani di Fordyce, papule perlacee della corona del glande, papillomatosi vestibolare della donna, angiocheratomi vulvari). L’uso di antibiotici e antimicotici “fai da te” è inutile in assenza di batteri e miceti patogeni e può talora confondere il quadro clinico al momento della visita. In condizioni fisiologiche sia la cute che le mucose del corpo umano sono popolate da microbioma, cioè da una folta flora di microrganismi che svolgono funzioni molto utili. L’uso di detergenti intimi specifici preserva il pH di questo distretto e rispetta il suo delicato microbioma senza interferire con esso.
L'estetica dalla A alla Z L'arte di far più bella la donna è antica quanto l'umanità. Il libro si rivolge agli operatori del settore e a tutti coloro che ricercano la bellezza grazie non solo alla correzione degli inestetismi, ma anche all'armonia fisica attraverso la salute. Al fianco dell'eterno protagonismo della bellezza, infatti, oggi si affermano il fascino e la sicurezza dettati dalle cure personali. La bellezza quindi non è più miraggio e fine esclusivo delle donne, ma diviene strumento e progetto concreto anche nell'universo maschile. Oltre a essere un manuale completo per tutte le discipline che interagiscono intimamente con il mondo dell'estetica e del benessere - dall'anatomia alla cosmetologia e alla fitocosmesi - il testo fornisce consigli ed esempi pratici supportati da tabelle esplicative, illustrazioni anatomiche e sequenze fotografiche a colori delle diverse tecniche di massaggio.
Prezzo
€ 29,67 Pey La Torre Marcello Cucè Copertina flessibile: 393 pagine Editore: Tecniche Nuove 2 edizione (18 giugno 2015) ISBN-10: 8848130631 ISBN-13: 978-8848130639
Come sono fatti i cosmetici
Guida pratica alla lettura dell'INCI Prezzo
€ 16,92 Per poter valutare al meglio un cosmetico e la sua efficacia è necessario conoscerne i componenti. Dalla fine degli anni Novanta, gli ingredienti dei prodotti dermocosmetici sono espressi nel linguaggio INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients). Nonostante siano passati più di quindici anni dalla sua introduzione, ancora oggi, anche per i più esperti di componenti chimici, spesso non è chiaro come leggere e interpretare le etichette. Questo volume si propone come una guida pratica all'interpretazione del contenuto dei prodotti dermocosmetici.
Giulia Penazzi Copertina flessibile: 240 pagine Editore: Edra 1 edizione (20 marzo 2015) ISBN-10: 8821440192 ISBN-13: 978-8821440199
I 100 alimenti antiartrosi
I cibi per curare i dolori articolari e ritrovare il benessere in modo naturale Prezzo In questo libro il professor Lanzetta spiega che alcuni alimenti si comportano come farmaci, capaci di contrastare e prevenire l'artrosi in modo naturale. Il volume propone 100 alimenti da includere nella dieta quotidiana per la salute delle nostre articolazioni, illustrando nel dettaglio le proprietà benefiche e antinfiammatorie di ciascuno, da quelli più comuni come cereali integrali, legumi, broccoli, frutti rossi, peperoncino, ai supercibi come miso, tofu, edamame, umeboshi, semi di Chia, zenzero. Con 40 ricette fotografate, che offrono spunti e suggerimenti per combinare i 100 alimenti antiartrosi in un numero infinito di varietà, a seconda del gusto personale.
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Marco Lanzetta Copertina flessibile: 192 pagine Editore: Demetra (6 settembre 2017) ISBN-10: 884404904X ISBN-13: 978-8844049041
Troppa medicina
Un uso eccessivo può nuocere alla salute Prezzo La fragilità della natura umana davanti al dolore, alla malattia e alla morte ha assicurato ai medici un potere di cui spesso hanno abusato. Con il capitalismo la salute è diventata un vero business dominato dalle industrie farmaceutiche che strumentalizzano i medici. Marco Bobbio, attraverso la vivida narrazione della sua esperienza quotidiana, analizza gli stadi di questo scandalo e mostra tutte le difficoltà di sfuggire alla logica del sistema e di praticare la Slow Medicine nello spirito della decrescita. Ci invita alla resistenza e alla dissidenza contro l'ipermedicalizzazione e lo sperpero che aumentano le disuguaglianze e riducono il diritto alla salute.
€ 17,00
Marco Bobbio Copertina flessibile: 165 pagine Editore: Einaudi (14 febbraio 2017) ISBN-10: 8806233440 ISBN-13: 978-8806233440
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Psicologia
Quante emozioni conosci? Le emozioni si imparano? Come educare alle emozioni? a cura di: dr. Renzo Tucci Psicologo, Psicoterapeuta
Le emozioni, anche quelle negative, hanno un loro valore legato alla sopravvivenza dell’essere umano. Così come il dolore fisico ci comunica che qualcosa sta nuocendo al nostro corpo, anche il disagio emotivo funge da segnale che ci avverte dell'opportunità di mobilitare le nostre risorse per fronteggiare la situazione. Se però questo disagio emotivo
si fa troppo intenso ne saremo sopraffatti e non saremo più in grado di attivare, in modo efficace, le nostre risorse personali. Tutti noi impariamo da bambini le emozioni e ne facciamo esperienza imparando su noi stessi gli aspetti positivi e negativi che esse procurano: solita-
Solitamente un programma di Educazione Emotiva si sviluppa attraverso tre fasi:
Le emozioni regolano e guidano il nostro comportamento, giocano quindi un ruolo essenziale nelle scelte quotidiane. Ciononostante non è frequente una educazione esplicita alle emozioni, ma si preferisce farne esperienza senza insegnarle. • Anzitutto si cerca di aiutare il bambino a riconoscere e identificare le proprie emozioni, a dare un nome, a essere consapevole di come si sente quando prova una certa emozione. • Poi si tratta di aiutarlo a identificare il rapporto esistente fra modo di sentirsi e modo di pensare, cioè rendersi conto che se si sente in un certo modo è perché pensa secondo determinate modalità. • Infine, si cercherà di aiutare il bambino ad intervenire su quei meccanismi mentali che sono alla base di emozioni disfunzionali, operando una trasformazione all’interno della propria
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Prodotti consigliati Emozioni in fiaba
Aiutare i bambini ad accogliere e gestire la propria sfera emotiva Copertina flessibile: 110 pagine Editore: Red Edizioni (27 ottobre 2016) Collana: Piccoli e grandi/Manuali Lingua: Italiano ISBN-10: 8857307247 ISBN-13: 978-8857307244
mente quindi non è prevista un'educazione esplicita alla conoscenza e sperimentazione delle emozioni. L'intento di una buona Educazione Emotiva non dovrebbe essere quello di eliminare le emozioni spiacevoli, ma minimizzare l'impatto che tali emozioni hanno sulla vita dell'individuo, favorendo nel contempo la massimizzazione di emozioni positive. Un percorso sulle emozioni dovrebbe prevedere strategie di prevenzione del disagio emotivo, costituendo un vero e proprio lavoro di "alfabetizzazione
emozionale". Si tratta di un percorso attraverso il quale si dovrebbe educare la mente del bambino al potenziamento di quell'aspetto dell'intelligenza che è in grado di favorire reazioni emotive equilibrate e funzionali.
mente e quindi cambiando qualcosa nel proprio dialogo interno, ossia nel modo in cui parla a sé stesso quando interpreta e valuta ciò che gli accade. Probabilmente nessuno penserebbe di poter insegnare a un bambino a nuotare se egli stesso non fosse neanche in grado di rimanere a galla in una piscina. Sarebbe quindi un'impresa altrettanto ardua per un insegnante o un genitore cercare di far apprendere ai bambini come fronteggiare le emozioni negative, se egli prima non avesse
Accompagnare i bambini nella scoperta del mondo delle emozioni, insegnando loro a riconoscerle, accettarle e gestirle, è il compito che si prefigge questo libro. Sotto tale aspetto la fiaba rappresenta uno strumento privilegiato per accedere alla sfera emotiva dei più piccini perché il linguaggio che usa, fatto di simboli e immagini, parla direttamente al loro cuore. Le fiabe proposte nel libro, illustrate con bellissimi disegni, trattano di temi che toccano sia la sfera familiare sia l'ambito sociale e che, per un bambino, possono risultare di diffìcile comprensione ed elaborazione: la paura, la tristezza, la rabbia, l'accettazione del diverso, l'ansia da prestazione, la gelosia tra fratelli, la separazione dei genitori, l'inserimento scolastico. Ogni fiaba è corredata di una scheda di lettura che inquadra l'argomento trattato e che può servire all'adulto come spunto per avviare il dialogo con il piccolo o per dare vita a un'attività al contempo ludica e costruttiva, da condividere insieme. (a cura della redazione)
acquisito una certa padronanza in tale abilità. Per questo un piano di attuazione di un programma di educazione emotiva dovrebbe sempre iniziare con un lavoro che l'adulto fa su sé stesso. Ciò non significa reprimere le proprie emozioni, ma trasformarle agendo sul meccanismo che determina l'insorgere e il perdurare di stati emotivi negativi. Acquisire la capacità di fronteggiare le emozioni negative significa quindi imparare a riconoscere e a trasformare i propri pensieri irrazionali.
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Podologia
Tinea Pedis: piede dell'atleta Clinica e trattamento podologico
a cura di: Prof. dr. Antonio Pacilio Podologo, Posturologo, Presidente Società Italiana di Pod., Doc. Univ.
Generalmente viene considerata un'affezione che colpisce la popolazione adulta, specialmente maschi tra i 20 e i 30 anni. Questo perché la pelle del bambino tende a crescere in fretta ed avendo più ricambio cellulare, la micosi ha difficoltà ad insediarsi. Alcuni studi hanno comunque dimostrato che nonostante questo, la tinea pedis
costituisce fino al 50% di tutte le dermatosi dei piedi in età infantile. Il piede d'atleta colpisce con maggiore facilità individui debilitati le cui difese immunitarie sono impreparate a contrastare l'infezione. Anche alcune patologie come AIDS, diabete, disfunzioni circolatorie e dermatiti, possono favorire l'insorgenza della malattia. Accanto a questi fattori endogeni se ne aggiungono altri detti esogeni o esterni, legati cioè
a condizioni ambientali. I microrganismi che causano il piede d'atleta proliferano, infatti, in ambienti caldi ed umidi annidandosi in luoghi chiusi come le scarpe dello sportivo. Per questo motivo il rischio di infezione aumenta considerevolmente qualora siano presenti uno o più dei seguenti fattori di rischio: • indebolimento delle difese immunitarie; • fattori genetici (esiste con
La terapia podologica si avvale soprattutto su: • igiene quotidiana ottimale che permetta di pulire meccanicamente per quanto possibile le squame infette;
• utilizzo di polveri “antitraspiranti” e/o “adsorbenti” quali Podatlet, Pevaryl, daktarin, Trofo 5;
• accurata igiene con sapone antibatterico;
• utilizzare calzature traspiranti;
• asciugare bene fra le dita dopo aver lavato i piedi;
• utilizzo di calzini con le dita Relaxan toe socks in cotone medicale e fibre speciali di argento X-Static senza cuciture.
• disinfettare regolarmente calzature e calzini o calze con prodotti specifici;
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tutta probabilità una predisposizione genetica del soggetto all'infezione); • cattiva traspirazione; • accumulo di umidità (calze o scarpe bagnate); • abitudine nel camminare scalzi in luoghi pubblici; • stagione estiva ed ambienti caldo-umidi; • calzature e calze inadeguate (materiali sintetici non traspiranti). I sintomi del piede d'atleta sono molteplici. Negli stadi iniziali l'infezione interessa l'area compresa tra le dita del piede (in genere fra terzo e quarto dito o fra quarto e quinto dito) e successivamente si può estendere alla pianta al dorso ed alle unghie con tendenza alla cronicità. Favoriti dal calore e dall'umidità conseguente all'eccessiva sudorazione i microrganismi responsabili dell'infezione si insidiano negli strati superficiali dell'epidermide, dando origine ai sintomi caratteristici della patologia: • eritema, cute arrossata e pruriginosa; • desquamazione cutanea, soprattutto tra le dita e alla pianta del piede; • ispessimento cutaneo;
Prodotti consigliati PODATLET polvere
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Il prodotto è indicato nella terapia di: micosi cutanee causate da dermatofiti, lieviti o muffe ed infezioni sostenute da batteri Gram-positivi, Pityriasis Versicolor. € 9,85 (circa)
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Infezioni della pelle provocate da dermatofiti o da Candida eventualmente complicate da sovrainfezioni da batteri Gram-positivi. € 10,52 (circa)
La tinea pedis è una dermatofitosi prevalentemente localizzata a livello interdigitale o plantare, spesso associata a tinea cruris (o inguinale) causata quasi sempre da Trichophyton rubrum o da Epidermophyton floccosum. • formazione di vesciche con contenuto acquoso più frequentemente localizzate sulla pianta del piede e sui bordi laterali delle dita; • comparsa di screpolature cutanee; • prurito più o meno intenso; • unghie più spesse con aspetto contorto e con tendenza ad indebolirsi fino a lacerarsi e perdere la naturale colorazione. Se la patologia non viene trattata si possono formare lesioni e sovrainfezioni batteriche. Questi microrganismi infatti si nutrono di cheratina, una sostanza che riveste e protegge non solo la cute ma anche unghie e capelli. Attaccando la
cheratina che compone lo strato corneo (esterno) della cute i funghi responsabili del piede d'atleta aprono dunque la strada ad altri microrganismi provocando stati di infezione profonda.
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protegge dalle irritazioni dovute ad attrito o umidità (ascelle, petto, area ano-uro-genitale, spazio interdigitale dei piedi) oltre ad essere un efficace adsorbente e antiodorante cutaneo. Utile per neonati, incontinenti, lungodegenti, sportivi. € 11,25 (circa)
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Ambiente
Campi elettromagnetici e salute a cura di: Prof. Giulio Tarro Primario emerito dell’Azienda Ospedaliera “D. Cotugno”, Napoli Chairman della Commissione sulle Biotecnologie della Virosfera, WABT – UNESCO, Parigi Presidente della Fondazione Teresa & Luigi de Beaumont Bonelli per le ricerche sul cancro
È passato più di un secolo da quando l'elettricità è entrata nella vita di tutti i giorni, da allora ha trasformato talmente la nostra esistenza che non sarebbe neppure immaginabile non solo il farne a meno, ma limitarne appena l'uso. Oltre a questo fatto, non dobbiamo dimenticare che la materia e quindi noi stessi esistiamo solo grazie all'elettri-
cità che tiene insieme gli atomi. Questo continuo flusso di onde elettromagnetiche determina nel nostro corpo certamente degli effetti. L’onnipresente cellulare, ad esempio, irraggia energia che in parte si deposita nella testa di chi lo appoggia all’orecchio. Il meccanismo che si innesca è lo stesso del forno a microonde, con la differenza che, essendo l'energia molto inferiore, non si ha la "cottura", ma solo un riscaldamento locale dei tessuti. Convenzionalmente un effetto biologico si verifica quando l'esposizione provoca qualche variazione fisiologica notevole o rilevabile in un sistema biologico. Un effetto di danno
alla salute si verifica quando l’effetto biologico è al di fuori dell’intervallo in cui l'organismo può normalmente compensarlo. Gli effetti sanitari a loro volta si suddividono in effetti acuti (accertati) ed effetti a lungo termine (ipotizzati). Tra gli effetti acuti per esposizione ad alte frequenze sono stati segnalati: opacizzazione del cristallino, anomalie alla cornea; ridotta produzione di sperma; alterazioni delle funzioni neurali e neuromuscolari; alterazioni del sistema muscolare. Per esposizione a basse frequenze -frequenza 50 Hzsono stati segnalati: effetti sul sistema visivo e sul sistema nervoso centrale; stimolazione
di tessuti eccitabili; extrasistole e fibrillazione ventricolare. Sono stati inoltre riscontrati sintomi quali cefalea, insonnia e affaticamento, in presenza di campi al di sotto dei limiti raccomandati (ipersensibilità elettromagnetica). In questi ultimi casi, comunque, risulta difficile separare gli effetti dovuti all’esposizione da quelli di tipo psicosomatico per fenomeni di autosuggestione. Ancora più carente è la situazione per quanto riguarda l’analisi degli effetti a medio e lungo termine: un filone di indagine cominciato ben 65 anni fa con la ricerca sugli effetti dei campi prodotti dalle linee elettriche, condotta da una epidemiologa
Affidiamoci a semplici precauzioni: • utilizzare l’auricolare a filo se del telefonino si fa un continuo uso • allontanare o spegnere telefonini e impianti wifi quando si va a dormire • evitare fili elettrici destinati a scaldabagni o altri apparecchi che assorbono molta energia in prossimità del letto • tenere gli apparecchi per sentire a distanza il pianto dei bambini a 50 cm dalla loro testa.
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Cos'è l'Elettrosensibilità? L'elettrosensibilità (ES) o elettroipersensibilità (EHS) è un insieme di sintomi fisici e/o psicologici che un soggetto afferma essere causati da campi magnetici, elettrici o elettromagnetici, a un livello di esposizione tollerato dalle altre persone.
americana, N. Wertheimer. Nonostante non si sia ancora arrivati ad una conclusione unanimemente (o a stragrande maggioranza) accettata dal mondo scientifico, visto che gli impianti e i dispositivi che producono onde elettromagnetiche devono, sostanzialmente per esigenze di mercato, attenersi a regolamenti e questi a studi scientifici “autorevoli”, ci si è affidati a studi condotti da istituti ritenuti prestigiosi come l’International Agency for Research on Cancer di Lione, lo IARC. I numerosi esperimenti su animali condotti dallo IARC non hanno prodotto nessuna evidenza a sostegno di un ruolo eziologico dei campi magnetici nello sviluppo di neoplasie o di leucemia. Quattro esperimenti protratti per l’intera vita di animali, ad esempio, non hanno fornito nessuna evidenza che i campi magnetici, anche a livelli di esposizione di 2000 mT, siano coinvolti nello sviluppo di tumori linfopoietici. Diversi esperimenti su roditori progettati per rilevare effetti di promozione di leucemie o linfomi da parte
dei campi magnetici sono stati anch’essi uniformemente negativi. Non c’è nessun risultato di laboratorio riproducibile che dimostri effetti biologici a lungo termine dei campi magnetici al di sotto di 100 mT. Un altro studio dello IARC evidenzia, invece, come 2 dei 500 casi di leucemia infantile all’anno sarebbero associati ad un’esposizione di 0.4 µT o più; se ci fosse un effetto dei campi magnetici, si potrebbero produrre 2 casi in più, e 1 caso ogni 2 anni sarebbe forse dovuto alla vicinanza ad elettrodotti. Ciò comporterebbe un aumento del rischio annuo di leucemia infantile da circa 1 caso su 20.000 ad 1 su 10.000, e corrisponderebbe a un aumento del rischio complessivo nell’età fino a 15 anni da 1 su 1.400 a 1 su 700, per lo 0.5% dei bambini molto esposti. La difficile realizzazione di una soddisfacente indagine epidemiologica sugli effetti dei campi magnetici in ambienti residenziali (intervengono troppe variabili quali la direzionalità delle sorgenti, l’attenuazione da parte delle pareti, la predispo-
L'ES non è riconosciuta come una vera e propria malattia dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla comunità scientifica. La principale obiezione è la mancanza di evidenze scientifiche che forniscano parametri in grado di dimostrare il rapporto di causa-effetto tra sintomi ed esposizione. Da quando, nel 2005 una revisione sistematica ha rilevato che non c'è alcuna prova che tali malesseri siano causati dai campi elettromagnetici, molti studi in doppio cieco sono stati pubblicati, ognuno dei quali suggerisce che coloro che affermano di essere malati non riescono a distinguere la presenza del campo elettromagnetico. L'OMS rileva che studi ben controllati hanno mostrato come i sintomi non sono causati dai campi elettromagneticie che ci sono alcune indicazioni che tali sintomi sono dovuti a preesistenti condizioni psichiatriche, stress o sono causati dalla stessa paura dei campi elettromagnetici. L'OMS aggiunge che la mancanza di evidenti basi tossicologiche o fisiologiche e di verifiche indipendenti la rendono simile ad un'altra condizione patologica: la sensibilità chimica multipla. Tale posizione dell'OMS è contestata dalle associazioni dei malati, diffuse in tutto il mondo. Una piccola parte della popolazione che si definisce ES dichiara di esserne fortemente colpita. Come esempio, uno studio ha stimato che circa il 10% dei soggetti ES in Svezia sono in malattia o sono in pensione anticipata o pensione di disabilità, paragonati al 5% della popolazione generale, mentre una seconda ricerca ha riportato che su 3406 persone che accusavano "disturbo" da dispositivi elettrici l'11% riporta "molto" disturbo. L'ES può avere un impatto significativo sulla qualità di vita causando un deterioramento fisico, mentale e sociale e di stress psicologico. it.wikipedia.org
sizione genetica..) e la conseguente situazione di incertezza ha comportato non pochi problemi e mobilitazioni. In Italia, il caso più famoso resta, senza dubbio quello degli impianti di Radio Vaticana.
progetto di ricerca condotto dall’OMS, condotto nel 1993, escludeva significative correlazioni tra telefonia mobile e tumori; analogo responso nel 2003 per un altro studio, Interphone.
A placare gli animi, nel 2012, l’annuncio di Radio Vaticana della fine delle trasmissioni in onde medie e in onde corte rivolte al continente europeo e al Nord America considerate le più pericolose dalle popolazioni residenti nei pressi degli impianti. Situazione ancora più confusa per quanto riguarda i campi elettromagnetici prodotti dalle installazioni e dai dispositivi di telefonia mobile. Il primo
Se pure si rinunciasse all’uso del cellulare o dell’elettricità bisognerebbe andare a vivere in qualche sperduta isola del Pacifico per ridurre quasi a zero l’assorbimento delle onde elettromagnetiche. O, paradossalmente, non varcare la frontiera, considerato che l’Italia è il paese che in Europa applica i limiti normativi più restrittivi per quanto riguarda l’inquinamento elettromagnetico.
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Ambiente
Funghi coltivati sui rifiuti del caffè Economia Blu
a cura di: Alessandro Gorga
La blue economy è un nuovo pensiero filosofico che coltiva un obiettivo ambizioso, quello di sostenere l’ambiente e l’economia ricorrendo esclusivamente a risorse naturali. Favorendo soprattutto le economie locali, perché le risorse
sono disponibili in loco. Lo scopo della blue economy non è nell’investire di più nella tutela dell’ambiente ma di spingere l’umanità verso la rigenerazione. Inoltre nella blue economy si afferma un altro principio, che non esistono
rifiuti ma solo risorse. Perché quello che è un residuo, uno scarto, un rifiuto di un ciclo produttivo si trasforma in risorsa, in materia prima per un altro. I rifiuti di alcuni sono cibo per altri. L’ispiratore della teoria della blue economy è Gunter
Blue economy 2.0
200 progetti implementati, 4 miliardi di dollari investiti, 3 milioni di nuovi posti di lavoro creati Copertina flessibile: 348 pagine Editore: Edizioni Ambiente (2015) Collana: Saggistica ambientale
Gunter Pauli (Anversa, 3 marzo 1956) è un economista, imprenditore e scrittore belga, iniziatore dell'economia blu. Laureato in economia all'Università Sant'Ignazio di Loyola in Belgio, è stato un imprenditore in diversi settori come la cultura, la scienza, la politica e l'ambiente. Costruì la prima fabbrica, Ecover, di detersivi biodegradabili
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che utilizzavano gli acidi grassi dell'olio di palma al posto dei tensioattivi petrolchimici. Ha fondato la "Zero Emissions Research Initiative", rete internazionale di scienziati, studiosi ed economisti che si occupano di trovare soluzioni innovative, progettando nuovi modi di produzione e di consumo a minor impatto ambientale.
Pauli (autore del libro Blue Economy 2.0, da cui è tratto l’articolo che segue). La blue economy, recita Pauli, prende ispirazione proprio dal funzionamento degli ecosistemi naturali dove nulla è sprecato e tutto viene riutilizzato all’interno di un processo “a cascata” che trasforma i rifiuti di un ciclo in materie prime di un altro ciclo. “Ci renderemo conto prima o poi che il problema da risolvere non è quello di generare meno scarti, bensì di non sprecare gli scarti prodotti”. C’è una crescente domanda globale di funghi a scopo sanitario e commestibile. In Europa e Nord America stanno scoprendo il potere terapeutico e il valore nutrizionale di diversi tipi di funghi con nomi anche stravaganti: orecchio di giuda, enoki, maitake, reishi, ostrica. C’è stata un'impennata nella produzione di funghi e nell'esportazione, in modo particolare dalla Cina, favorendo anche maggiore occupazione. Considerando il loro peso a secco, alcune varietà di fungo come l’ostrica, competono con la carne come contenuto di proteine e di tutti
Proprietà dei funghi I funghi sono alimenti poco calorici, ricchi di minerali come fosforo e potassio. Utili per il sistema immunitario, sono utilizzati anche per il sistema cardiovascolare. Scopriamoli meglio. I funghi non contengono grassi e sono poco calorici e dunque ottimi anche per chi voglia dimagrire e per chi debba seguire una dieta povera di grassi. Sono un’ottima fonte di minerali, in particolare fosforo, potassio, selenio e magnesio. I funghi contengono, inoltre, lisina e triptofano, vitamine del gruppo B e alcune sostanze antiossidanti. Grazie alle loro caratteristiche aiutano il sistema cardiovascolare a mantenersi in forma. Da secoli, poi, i funghi sono considerati un toccasana per il sistema immunitario e vengono spesso consigliati nell’alimentazione durante il cambio di stagione tra estate e autunno, per aiutare l’organismo a difendersi meglio. Tra l’altro, quello è il periodo migliore per consumarli freschi, anche per la maggiore disponibilità di funghi che crescono spontaneamente. Durante tutto il resto dell’anno, è più facile trovarli surgelati o secchi. I funghi conservano le proprie caratteristiche nutrizionali anche quando sono essiccati; dunque, in mancanza di funghi freschi, quelli secchi andranno benissimo.
Il vantaggio è nella semplificazione del processo di produzione per la funghicoltura. Inoltre, lo stimolo della caffeina presente nei fondi, accelera la crescita in alcuni tipi di funghi. gli altri aminoacidi essenziali. In Occidente si fa largo uso degli champignon sebbene abbiano il contenuto proteico più basso e richiedano letame equino pastorizzato per la loro coltivazione. Agli inizi del XXI secolo i funghi hanno superato il caffè come secondo bene di consumo più venduto. Adesso sta emergendo una nuova opportunità che aumenterà il valore di entrambi: funghi coltivati sui rifiuti del caffè. I funghi crescono sulla lignocellulosa. I rifiuti generati nel processo di trasformazione del caffè da bacca alla tazzina sono in prevalenza in lignocellulosa, legno duro. Alcuni scienziati hanno dimostrato che è un substrato
ideale per la coltivazione dei funghi. Molto prelibati e con proprietà mediche, crescono rigogliosi sui fondi da caffè. Tutto il processo di produzione, dalla piantagione alla torrefazione fino ad arrivare al consumatore, subisce un monitoraggio molto severo. Durante la preparazione della bevanda l’uso di acqua calda o del vapore ad elevate temperature passa attraverso i chicchi tostati e macinati sterilizzandoli. Questo risulta anche essere economicamente vantaggioso: si investe meno, maggiore liquidità, costi ridotti, produzione più veloce, accresciuta capacità di attrazione per i clienti. Questo contribuisce enormemente alla questione dello
smaltimento dei rifiuti, si valuta che ogni anno 16 milioni di tonnellate di rifiuti organici lasciati in decomposizione nella piantagione di caffè e nelle discariche producono milioni di tonnellate di gas serra. L’integrazione dei funghi e del caffè porta ad una drastica riduzione di ogni effetto negativo. È un’opportunità unica come i rifiuti del caffè possano migliorare la sicurezza alimentare e ambientale. Queste tecniche colturali forniscono nuova occupazione per giovani, disoccupati, persone svantaggiate e anche per chi ha competenza ed esperienza in gestione aziendale. Fonte: Gunter Pauli "Blue Economy 2.0" www.salutare.info
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Ambiente
Messaggi in bottiglia
Etichettatura alimentare a cura di: dr. Aniello Marco Giordano Farmacista
Ci è capitato spesso di vedere sulle bottiglie di plastica pittogrammi e simboli, e di leggere frasi standard. La norma che al momento è l’unico riferimento legislativo è la decisione 97/129/CE, che istituisce un sistema di identificazione per i materiali di imballaggio ai sensi della Direttiva 94/62 del Parlamento Europeo e del Consiglio sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. Questa decisione ha definito un sistema di identificazione di materiali di imballaggio attraverso numerazioni e abbreviazioni (codici alfa-numerici). A livello europeo e attualmente anche nazionale, non esiste un obbligo di etichettatura ambientale, ma le aziende che intendono volontariamente indicare in etichetta o direttamente sugli imballaggi la natura del materiale devono utilizzare il sistema di identificazione riportato negli allegati della decisione 97/129/CE. I codici alfanumerici possono essere associati, ma non combinati tra loro a piacere, ai rispettivi simboli grafici identificativi del materiale d’imballaggio (UNI EN ISO 14021:2002). In accordo con la circolare ministeriale 168/2003, per gli imballaggi e i contenitori per liquidi alimentari, le aziende possono continuare ad applicare in via facoltativa le disposizioni del decreto del 28/06/1989 (abrogato dalla legge 14/2003), recante le regole relative ai requisiti e conteRiferimenti: • Estratti normative citate nel testo. • Wikipedia: codici di riciclaggio • Linee guida per l’etichettatura ambientale degli imballi (Cial.it ) • blog/acqua-in-bottiglia-quanto-e-sicura-la-plastica/?refresh_cens
Sigle e i materiali su cui vengono frequentemente impressi 1 • indica PET, sigla del Polietilentereftalato. È la plastica considerata più sicura e adatta a contenere acqua e bibite 2 • indica PE, sigla del Polietilene. A volte viene specificato se si tratta di PE ad alta densità – HDPE, PE-HD – oppure a bassa densità – LDPE, PE-LD. Può essere sostituito dal 4, LDPE. Anche con questo tipo di plastica non si corrono rischi, ma è più indicata per la conservazione degli yogurt e dei detersivi 3 • indica PVC, sigla del Polivinilcloruro.
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È un tipo di plastica più adeguato agli alimenti che ai liquidi, infatti è usato per i contenitori del burro o altri alimenti 4 • indica LDPE, sigla del cloruro di polivinile. È la plastica con cui sono fatti i sacchetti per surgelare il cibo 5 • indica PP, sigla del Polipropilene, perfetto per le bottiglie di ketchup e le buste della pasta 6 • indica PS, sigla del polistirene o polistirolo, materiale con cui sono realizzati i bicchieri monouso
nuti dei marchi e delle iscrizioni. Nel caso di poliaccoppiati costituiti esclusivamente da materiali plastici, si segnala che è anche possibile indicare tutti i polimeri che costituiscono l’imballaggio secondo la norma tecnica UNI EN ISO 11469. L’utilizzo di questi simboli è volontario e specifico per ciascun materiale. Di seguito nella tabella viene messa in evidenza l’etichettatura per la raccolta, il recupero ed il riciclo della plastica.
DESCRIZIONE
Abbreviazione e numerazione per l'identificazione del materiale plastica
ETICHETTATURA
RIFERIMENTO
• PET 1 Polietilentereftalato • HDPE 2 Polietilene ad alta densità • PVC 3 Cloruro di polivinile • LDPE 4 Polietilene a bassa densità • PP 5 Polipropilene • PS 6 Polistirolo • 7 numerazione prevista • 8 per eventuali nuove • ... tipologie • 19
Decisione 97/129/CE
> abbreviazione polimero I + abbreviazione polimero II < > abbreviazione polimero I - abbreviazione additivo/coadiuvante % <
UNI EN ISO 11469:2001
Simbolo grafico Plastica
CR 14511:2002
Simbolo grafico Riciclabilità
UNI EN ISO 14021:2002
Frase descrittiva riciclabilità
Simbolo grafico materiale riciclato: percentuale di contenuto riciclato
Frase descrittiva divieto di dispersione nell'ambiente
Simbolo grafico di divieto di dispersione nell'ambiente
Imballaggio riciclabile
UNI EN ISO 14021:2002
ATTENZIONE: la differenza tra il "simbolo grafico riciclabilità" e il "simbolo grafico materiale riciclato" è l'indicazione della percentuale di contenuto di riciclato
UNI EN ISO 14021:2002
NON DISPERDERE NELL'AMBIENTE
DM 28/06/89 (abrogato) In vigore, in via facoltativa, solo per gli imballaggi del settore alimentare DM 28/06/89 (abrogato) In vigore, in via facoltativa, solo per gli imballaggi del settore alimentare
7 aprile Nel 1948 la prima Assemblea mondiale della salute (World Health Assembly) decide di istituire una giornata dedicata della salute in tutto il mondo. Dal 1950 la giornata mondiale della salute (World Health Day) si celebra dunque il 7 aprile, per ricordare la fondazione dell’Oms avvenuta il 7 aprile 1948. Ogni anno viene scelto per la giornata un tema specifico, che evidenzia un’area di particolare interesse per l’Oms. La giornata è un’occasione per promuovere a livello globale la sensibilizzazione su argomenti cruciali di salute pubblica di interesse della comunità internazionale e lanciare programmi a lungo termine sugli argomenti al centro dell’attenzione. La giornata mondiale della salute non è quindi un evento che si riduce ai lavori di un giorno, ma è ogni volta il punto di partenza di un percorso mirato a migliorare le condizioni di salute in tutto il mondo.
INFORMAZIONE SOCIALE
Giornata mondiale della salute Spazio dedicato alla segnalazione di campagne d'informazione sociale, di prevenzione per rendere visibili tutte le iniziative volte a migliorare gli stili di vita.
Segnalate le campagne a: sociale@salutare.info
Aprile
Mese della prevenzione dell'ictus cerebrale
NELL’UTILIZZO
DI PRODOTTI CHIMICI SUL LAVORO
Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro 28 aprile 2014 SafeDay
28 aprile
Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro Il tema scelto quest’anno per la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro è «Salute e sicurezza nell’utilizzo di prodotti chimici sul lavoro». Le sostanze chimiche sono fondamentali nella vita moderna e continueranno ad essere prodotte e utilizzate sui luoghi di lavoro. L’azione concertata dei governi, dei datori di lavoro, dei lavoratori e delle loro organizzazioni può promuovere la gestione razionale dei prodotti chimici e realizzare un equilibrio adeguato tra i vantaggi che rappresentano le sostanze chimiche e le misure preventive e di controllo degli effetti indesiderati sui lavoratori, sulla popolazione e sull’ambiente.
Ridurre i valori della pressione arteriosa fa diminuire di ben il 40-50% il rischio di essere colpiti da ictus, l’appello di A.L.I.Ce. Italia Onlus che ricorda quanto sia importante il controllo della pressione nella prevenzione primaria e secondaria dell’ictus. In occasione di Aprile mese della prevenzione, A.L.I.Ce. Italia Onlus realizza, in numerose città italiane, iniziative di sensibilizzazione e di informazione sui principali fattori di rischio ictus e sull’importanza del riconoscimento tempestivo dei sintomi. “I cittadini devono avere una maggiore conoscenza e consapevolezza dei fattori che da soli o, ancora di più, in combinazione tra di loro aumentano il rischio di avere un ictus: 8 ictus su 10, infatti, possono essere evitati seguendo stili di vita adeguati, attraverso un’attività fisica moderata ed una sana alimentazione – dichiara Nicoletta Reale, Presidente di A.L.I.Ce. Italia Onlus.
Il controllo della pressione arteriosa risulta fondamentale, fino dai 40 anni, ancora più importante nei diabetici, così come il riconoscimento dell'aritmia cardiaca definita fibrillazione atriale e l’astensione dal fumo”. www.aliceitalia.org
Una stoccata vincente all’ICTUS!
Aprile è il mese della prevenzione dell’ICTUS “Fai una vita sana, sport e non fumare! Tieni sotto controllo pressione arteriosa, fibrillazione atriale, colesterolo e glicemia! ”
Valentina Vezzali e A.L.I.Ce Italia Onlus
Uniti contro l’ICTUS
21-27 maggio
Settimana mondiale della tiroide 2018
Per gentile concessione di Augusto Bizzi
SALUTE E SICUREZZA
Per maggior informazioni consulta il sito www.aliceitalia.org
La tiroide è la "centralina" che regola l’energia di tutto il nostro organismo, infatti svolge una serie di funzioni vitali come la regolazione del metabolismo, la produzione di calore, il controllo del ritmo cardiaco, lo sviluppo del sistema nervoso, l’accrescimento corporeo, la forza muscolare e molto altro. Per questo il tema scelto per la Settimana Mondiale della Tiroide 2018 è TIROIDE È ENERGIA infatti, quando questa ghiandola non funziona correttamente, tutto il corpo ne risente e per tale motivo occorre non trascurare alcuni campanelli d’allarme rivolgendosi al proprio medico in caso di dubbio. Per informazioni è possibile consultare il sito www.settimanamondialedellatiroide.it e la pagina Facebook dedicata “Settimana Mondiale della Tiroide 2018” dove saranno indicate tutte le iniziative di prevenzione e informazione dedicate ai pazienti in tutte le città italiane.
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Alimentazione
Mangiar sano può far male alla salute? Attenzione all’Ortoressia Nervosa
a cura di: dr.ssa Fiammetta Trallo Specialista in Ginecologia e Ostetricia
L’ortoressico, forte della sua presunta conoscenza delle corrette regole alimentari, si sente su un piedistallo e tende a disprezzare chi a suo parere non mangia sano. Come possono gli altri mangiare ciò che mangiano? Sono certo poco intelligenti e quindi anche poco degni di essere frequentati. L’attenzione alla qualità di ciò che mettiamo nel piatto, in primis per il controllo del peso corporeo e la prevenzione delle patologie croniche conseguenti come diabete e malattie cardiovascolari, è un comportamento di certo positivo. Ma il troppo stroppia e paradossalmente la nevrosi del mangiar sano può arrivare a compromettere proprio quella salute tanto agognata. Senza un’adeguata conoscenza della piramide alimentare, le diete molto restrittive con rigida astensione di alimenti considerati malsani possono compromettere l’equilibrio psicofisico. Isolamento sociale, scarsa qualità della vita, ansia, carenze di sali minerali e vitamine, osteoporosi e atrofie muscolari. Ortoressici non si nasce. Lo si diventa grazie anche al costante bombardamento mediatico sui cibi che fanno bene o male alla salute e sugli alimenti buoni e cattivi. Un tipo di informazione che nei paesi industrializzati rende il rapporto con il cibo sempre più complesso e problematico. Tra le notizie sulle contaminazioni alimentari e le raccomandazioni di medici e nutrizionisti non c’è da meravigliarsi se il cibo può fare anche paura. Ed è proprio questa la paura di chi soffre di ortoressia nervosa, un vero
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e proprio disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da un'eccessiva ossessione delle regole alimentari e alla scelta del cibo e delle sue caratteristiche a fini salutistici. L’ortoressico pianifica i pasti con giorni d’anticipo, dedica varie ore della giornata alla ricerca dei cibi più sani e tramite il web acquista molti superfoods, alimenti con contenuto di nutrienti superiore alla media dei cibi comuni. Alghe, curcuma, bacche di goji, quinoa, zenzero, semi di chia, tofu sono sempre nel piatto. Poco importa se non sono di suo gusto. L’importante è che non facciano male. Arriva persino a coltivare verdure e ortaggi per garantirsi che non contengano pesticidi residui o siano geneticamente modificati. Andare al ristorante o a cena da amici è del tutto escluso, come è impensabile mangiare pasti preparati in famiglia se non conformi
ai suoi canoni di alimentazione salutistica. Anche cottura e uso di un certo tipo di stoviglie devono essere esenti da rischi per la salute. Se poi una tantum prova a derogare dalle regole autoimposte il senso di colpa è tale da arrivare a perdere l’autostima e per ritrovarla si punisce con maggiori restrizioni alimentari creando un circolo vizioso carico d’ansia. L’identikit dell’ortoressico fu descritto per la prima volta da Bratman, un dietologo che ha formulato un test per identificare questa psicopatologia alimentare. Visto il numero crescente di casi patologici l’American Psychiatric Society sta valutando di inserire l’ortoressia nervosa nei disordini alimentari con una diagnosi autonoma o come variante del disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo, termine già introdotto nel manuale diagnostico dei disordini mentali.
TEST di BRATMAN
Se ci si riconosce in almeno 4 di queste affermazioni è bene consultare uno specialista in disturbi del comportamento alimentare: • Spendo più di 3 ore al giorno pensando alla mia alimentazione. • Pianifico i pasti diversi giorni prima. • La possibilità che i cibi mi facciano male è sempre più importante del piacere di mangiarli. • Il mio stato di ansia è aumentato da quando ho riflettuto sulla mia alimentazione. • Sono più severo con me stesso nei confronti del mio comportamento alimentare.
• La mia autostima aumenta quando mi alimento in modo corretto. • Ho eliminato radicalmente diversi cibi che mi piacevano in favore di cibi più salutari. • Mi riesce sempre più difficile mangiare fuori casa. • Mi sento in colpa quando non mangio in modo corretto. • Mi sento in pace e in pieno controllo quando mangio in modo corretto.
Un centrifugato benefico per l'apparato digerente, in particolar modo per le pareti dello stomaco. Si tratta di un centrifugato dalle spiccate proprietà lenitive, utile soprattutto a chi soffre di gastriti o di ulcere. Il cavolo rosso aiuta inoltre l'organismo a depurarsi. Centrifugate prima il cavolo rosso e poi, a parte, le mele. Quindi mescolate i due succhi. Se occorre, diluite con un po' d'acqua. Ingredienti • 1 o 2 mele, ¼ di cavolo rosso, acqua
CENTRIFUGATI
Mela e cavolo rosso
Utili consigli e idee per realizzare succhi al 100% naturali. Preparati in mix di tutte le varietà di frutta o verdura fresche senza aggiunta di zucchero, che vi daranno l'aiuto necessario per ottenere dei succhi puri, deliziosi ed eccellenti per la salute, dal sapore incomparabile. Grazie alla combinazione di verdure e frutti ricchi di vitamine, minerali e oligoelementi, essenziali per il corpo, farete il pieno di energia e vitalità.
Mela verde, curcuma e zenzero Detox
Per preparare la prima ricetta di centrifugato detox basta procurarsi delle mele verdi, una radice di zenzero e la curcuma, una spezia ricca di proprietà e benefici, che contribuisce alla buona salute di tutto l'organismo. Lo zenzero invece è ottimo per la digestione e per il suo potere anti infiammatorio. Ecco come preparare questo centrifugato. Ingredienti • 1 mela verde, qualche fettina di zenzero fresco sbucciato, una spruzzata di curcuma in polvere dopo aver centrifugato mela e zenzero
Melograno, mela e crescione Stuzzicante
Il melograno è un anti infiammatorio naturale, che aiuta anche la rigenerazione cellulare. È perfetto per un centrifugato detox, da abbinare magari a un frutto dalla polpa più corposa e meno liquida, e ad una verdura dalle virtù disintossicanti. Il crescione è un antibiotico naturale, una verdura ricca di vitamina E e proprietà antiossidanti e disintossicanti. È infatti anche un diuretico naturale, che aiuta a drenare i liquidi in eccesso e ad eliminare le tossine. Ingredienti • 1 melograno, 1 mela verde, qualche foglia di crescione
Barbabietola rossa e prezzemolo Disintossicante
La barbabietola rossa, ricca di minerali e vitamine, è un ottimo antiossidante, che combatte l'invecchiamento cellulare, il prezzemolo contribuisce a ossigenare il sangue e, assieme alla barbabietola, aiuta a liberarsi dalle tossine. Insieme si possono utilizzare in questa ricetta facile e veloce per un centrifugato purificante. Ingredienti • 1 barbabietola sbucciata, 1 mazzetto di prezzemolo senza gambo. In aggiunta: 1 carota e 1 gambo di sedano
Ananas, arance e zenzero Per ridurre il colesterolo
L'ananas favorisce il metabolismo e la digestione dei grassi, impedendone il depositarsi nell'organismo e contribuendo a depurarlo. L'ananas è infatti ricco di fibre, favorisce la digestione e impedisce l'accumularsi del colesterolo nel sangue. Provalo in questa ricetta detox con gli agrumi. Ingredienti • mezzo ananas, due arance o in alternativa un pompelmo rosa, qualche fettina di zenzero fresco www.salutare.info
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Gastroenterologia
Reflusso gastro-esofageo Condizione patologica che dipende dall’eccessivo passaggio del contenuto dello stomaco verso l’esofago ed anche oltre a cura di: dr.ssa Rossella Pumpo Specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva
La definizione di malattia da reflusso gastro-esofagea (MERG) implica un’aumentata frequenza degli episodi di reflusso fisiologicamente esistenti, una maggiore permanenza in esofago del materiale refluito ed una ridotta efficacia dei meccanismi di difesa a causa dell’incompetenza dei meccanismi anti-reflusso quali un
deficit della clearance esofagea, l’insufficiente funzionamento dello sfintere esofageo inferiore (LES), la presenza di un’ernia iatale o l’uso di alcuni farmaci, il ritardo dello svuotamento gastrico, peggiorato dal fumo di sigaretta, con accumulo di volume acido e maggiore facilità alla risalita del contenuto gastrico. A tali meccanismi si associa tal-
volta un’alterazione della sensibilità viscerale esofagea così che, pur in presenza di un reflusso non patologico si abbia la percezione di uno stimolo doloroso. I sintomi tipici della MERG sono: bruciori restrosternali, dolore alla bocca dello stomaco, rigurgiti, eruttazione fastidiosa. A tali sintomi possono associarsi o so-
Regole da seguire • Mangiate lentamente e masticate bene il cibo, in modo da evitare infiammazioni e pressioni allo stomaco. • L’ultimo pasto della giornata deve essere un piatto leggero e va consumato almeno 3 ore prima di andare a dormire. Preferire, durante il sonno, il decubito laterale sinistro.
• Evitate i cibi che causano irritazione e acidità, poiché sono tra le cause del reflusso acido: bevande gassate, alcoolici, grassi animali, canditi, cioccolato, cipolle, spremute di agrumi. • Quando mangiate, evitate di iniziare il pasto con i cibi ricchi di amido. L’ideale sarebbe iniziare con la verdura o la carne e mangiare per ultimo patate o pane. • Se soffrite di obesità, è molto importante iniziare a perdere perso. Molti studi hanno scoperto che il sovrappeso impedisce allo sfintere esofageo di rimanere chiuso, il che causa il reflusso. • Evitate un consumo eccessivo di bevande alcoliche, poiché causano irritazione e favoriscono il reflusso.
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stituirsi sintomi legati al reflusso faringo-laringeo che deriva dalla risalita del contenuto gastrico, acido e non, oltre l’esofago prossimale con interessamento della laringe e delle prime vie aeree: tosse, senso di bolo impattato al giugulo, crisi di apnea notturna, ipofonesi. La diagnosi del reflusso gastro-esofageo e di quello faringo-laringeo è principalmente clinica. Le indagini strumentali quali la gastroscopia (EGDS) e la pH-impedenziometria vanno riservate solo a quei pazienti con sintomi di allarme o a pazienti non responsivi alle terapie convenzionali. La EGDS permette di visualizzare l’interno dell’esofago, dello stomaco e del duodeno e può mettere in evidenza eventuali complicazioni della MERG. La pH-impedenziometria consente, grazie ad un sondino posizionato, attraverso il naso, nell’esofago distale, di leggere la natura sia fisica (liquido o gas) che chimica (acida, non acida) del contenuto gastrico risalente
Prodotto consigliato
GASTROERRE Integratore alimentare a base di Aloe Vera svolge un'azione emolliente e lenitiva L'Emblica officinale contribuisce al controllo dell'acidità gastrica Ideale per lenire il bruciore di stomaco anche in gravidanza, il reflusso gastroesofageo ed il rigurgito
Il bicarbonato di sodio allevia velocemente l’acidità, ma altrettanto rapidamente tende a perdere il suo effetto positivo in esofago e di permettere così di dosare correttamente i farmaci antireflusso sulla reale entità e natura, acida o non acida, del reflusso. La gestione terapeutica prevede l’automedicazione per sintomi lievi e saltuari, l’intervento del medico di medicina generale per sintomi frequenti senza complicanze, l’intervento dello specialista per i sintomi cronici e con complicanze. L’obiettivo della terapia è quello di alleviare i sintomi, guarire le lesioni endoscopiche, se presenti, e prevenire le complicanze. La terapia prevede la modificazione dello stile di vita, la terapia farmacologica e, in caso di fallimento, la terapia chirurgica. È consigliabile ridurre il peso corporeo, se in eccesso, evitare alcoolici, fumo di sigaretta, pasti abbondanti e serali, ed ele-
vare la testata del letto di circa 20 cm o, in alternativa, utilizzare il cuscino a cuneo. I farmaci per la terapia del reflusso comprendono: antiacidi, farmaci di barriera, procinetici, antisecretori. Gli antiacidi sono validi presidi terapeutici indicati anche per l’automedicazione per i sintomi di breve durata e di intensità lieve o quando si verifica fisiologicamente nei soggetti normali dopo un pasto abbondante. Gli antiacidi riducono gli effetti erosivi dell’acido sulla mucosa esofagea ed i sintomi. Sono ottimali per un rapido sollievo dai sintomi lievi ma poco efficaci per la guarigione delle lesioni endoscopiche e per il controllo dei sintomi moderato-severi. Il bicarbonato di sodio allevia velocemente l’acidità, ma altrettanto rapidamente tende
a perdere il suo effetto positivo, fino ad esacerbare i sintomi del disturbo. È controindicato in gravidanza, nei pazienti con insufficienza renale e nei soggetti ipertesi, poiché aumenta il quantitativo di sodio assorbito. I farmaci di barriera sfruttano la spiccata capacità muco-adesiva per svolgere un effetto protettivo sulla mucosa esofagea proteggendola sia dall’effetto nocivo dell’acido gastrico sia da quello della pepsina. Il sodio alginato, è una fibra naturale, solubile, non assorbibile, che si rigonfia nel mezzo acquoso gastrico formando, al contatto con l’acido, una massa gelatinosa ad alto grado di viscosità che tende a galleggiare evitando così, naturalmente, la risalita del liquido gastrico e a formare, al tempo stesso, uno strato protettivo sulla mucosa. Trova indicazione anche nella patologia otorinolaringoiatrica del reflusso, proteggendo il laringe posteriore e le corde vocali dalla pepsina gastrica: di sovente associato alla tera-
pia con antacidi e/o antisecretori che da soli non ottengono il controllo completo del sintomo otorinolaringoiatrico. La presenza di sodio richiede particolare attenzione nella somministrazione degli alginati nei pazienti ipertesi, cardiopatici o nefropatici. I procinetici favoriscono un più rapido svuotamento dello stomaco e mantengono quindi contenuto, il volume gastrico, acido e non, disponibile per il reflusso. Gli antisecretori, i prazoli, sono farmaci che riducono per una lunga durata, la secrezione acida gastrica. L’approccio terapeutico più corretto è quello della riduzione progressiva del dosaggio fino ad arrivare ad un'assunzione a richiesta, al fine di raggiungere il dosaggio minimo efficace, nell’ottica di una riduzione dei costi sanitari e della prevenzione degli effetti collaterali, specie per terapie di lunga durata, quali la carenza di vit B12 e la riduzione della sideremia.
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Riabilitazione
Trattamento infiltrativo con acido ialuronico
Una vittoria per la salute delle nostre ossa… e non solo. a cura di: dr.ssa Lucia Pagano Medico Chirurgo specialista in fisiatria
Lubrificare è importante Il liquido sinoviale, che è quella sostanza che bagna ad esempio le articolazioni, si comporta come un ammortizzatore e nel liquido sinoviale è contenuto l’acido ialuronico, che per svariati motivi può ridursi circa la concentrazione, provocando rigidità e dolore e quindi riduzione della quality of life. Tra le terapie oggi maggiormente impiegate vi sono le iniezioni intra-articolari con acido ialuronico. Questo approccio, nato con l’obiettivo primario di diminuire la sintomatologia dolorosa, si è poi dimostrato efficace sia a livello terapeutico per coloro che sono affetti da patologie osteoarticolari, tendinee o meniscali; sia a livello preventivo, come nel caso degli sportivi agonisti e non agonisti le cui articolazioni sono sottoposte a ripetuti sforzi e sollecitazioni (overuse ricreazionale). Ginocchio, polso, spalla e anca La terapia infiltrativa risulta vincente perchè l’acido ialuronico, non solo sostituisce, ma stimola la risposta di lubrificazione e ammortizzazione del liquido sinoviale. Inoltre, ha un ruolo protettivo nei confronti dei tessuti e limita l’infiammazione. Diverse sono le indicazioni terapeutiche. L’utilizzo più frequente è nel trattamento dell’artrosi del ginocchio, ma può essere anche iniettato tra il polso e la mano per la rizoartrosi, o nell’anca per la coxartrosi, o nella spalla per la patologia artrosica o tendinea. Un'ulteriore possibile indicazione si trova nel dito a scatto, nell’epicondilite
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L’acido ialuronico si trova naturalmente nelle articolazioni e in altre parti del corpo. e in innumerevoli altre forme patologiche. Pertanto sono in commercio diversi tipi di acido ialuronico con diverso peso molecolare e la scelta dell’acido ialuronico da somministrare viene effettuata a seconda dell'indicazione terapeutica, tenendo conto dell'anamnesi, dell'esame clinico e della valutazione strumentale del paziente. Il nostro consiglio Se il dolore ti costringe ad un uso regolare o occasionale di farmaci antiinfiammatori (responsabili di gravi effetti collaterali a lungo termine e comunque inefficaci) forse sarebbe il caso di rivolgerti ad un Medico Specia-
lista in Fisiatria, che potrebbe abbattere la tua disabilità con competenza e professionalità consigliandoti, qualora lo ritenesse opportuno, un ciclo di infiltrazioni con acido ialuronico. In questa maniera instaurando un rapporto di stretta compliance potrai finalmente ritornare a sentirti fisicamente in forma...senza necessariamente ricorrere all’ortopedico, che con il suo bisturi deve essere considerato solo un'ultima spiaggia, a cui per fortuna oggi, grazie ai progressi della medicina, si può fare sempre meno ricorso ottenendo comunque eccellenti risultati. Tecnica Il protocollo terapeutico è diversificato in base alla patologia da trattare. Il tipo di trattamento per l’acido ialuronico può infatti prevedere un'unica iniezione ecoguidata nel caso dell’anca, oppure un'iniezione a settimana nell’articolazione per tre-cinque settimane, anche senza l’ausilio dell’ecografo.
Effetti collaterali Quando eseguita DA UN MEDICO ESPERTO, nel pieno rispetto delle opportune norme igienico-comportamentali, la somministrazione di acido ialuronico per via intra-articolare non produce effetti avversi significativi. Le infiltrazioni presentano il vantaggio di potenziare gli effetti locali del farmaco diminuendo quelli sistemici. Una vittoria della medicina conservativa e quindi anche della Medicina Fisica e Riabilitativa, grazie a Medici Fisiatri esperti nella conoscenza della tecnica.
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Estetica
Intervento estetico delle palpebre La blefaroplastica a cura di: dr. Ivan La Rusca Chirurgo plastico
Gli occhi, si sa, sono lo specchio dell’anima e avere uno sguardo stanco e appesantito da palpebre cadenti e borse sotto gli occhi non è il massimo. Lo sguardo, infatti, è uno dei modi che usiamo per comunicare con gli altri, oltre alle parole, e la sua bellezza sta a cuore di uomini e donne di ogni età. Molti si affidano alla blefaroplastica per ringiovanire velocemente lo sguardo, correggendo la piega delle palpebre, l’abbassamento del sopracciglio e le borse sotto agli occhi.
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gimento del campo visivo. In questi casi, quindi, ci si può affidare alla blefaroplastica. La blefaroplastica, dal greco blépharon, che vuol dire palpebra, è il terzo intervento di chirurgia estetica più praticato al mondo da uomini e donne
di tutte le età, non solo da over quaranta. L’intervento serve a correggere tutti gli inestetismi che coinvolgono il contorno occhi ed è consigliato soprattutto a chi è affetto da palpebre cadenti, zampe di gallina, borse sotto gli occhi,
Blefaroplastica superiore o inferiore, ecco le differenze
Il risultato è una ritrovata freschezza e luminosità dello sguardo e una migliorata armonia del volto.
Blefaroplastica superiore: questo tipo di intervento si esegue soprattutto quando c’è un eccesso cutaneo sulle palpebre superiori, chiamata dermatocalasia, che causa l’appesantimento di queste ultime.
La pelle nella zona oculare è molto sottile e quindi più sensibile a molti fattori come le aggressioni degli agenti esterni, l’età, la predisposizione genetica e lo stress che possono portare alla comparsa di rughe attorno agli occhi, eccesso cutaneo sulle palpebre e borse nella parte inferiore dell’occhio, così da dare un aspetto stanco a tutto il viso e causare addirittura un restrin-
Blefaroplastica inferiore: nel caso in cui siano presenti eccessi adiposi sotto agli occhi, le cosiddette “borse”, ci si affida alla blefaroplastica inferiore. Se l’adipe non è molto abbondante, si può tranquillamente aspirare il grasso in eccesso, altrimenti si corregge con un’incisione lungo tutta l’attaccatura delle ciglia della palpebra inferiore e si calcola minuziosamente la quantità di tessuto da eliminare. Per eseguire l'intervento si eseguono inci-
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eccesso adiposo e rilassamento cutaneo generale.
sioni di pochissimi millimetri, circa 2, lungo il solco palpebrale superiore e inferiore che si prolungano leggermente verso l’esterno. Se è presente adipe in eccesso, può essere usato per riempire i solchi delle rughe attorno agli occhi. Prima di incidere, l’eccesso cutaneo viene marcato e il disegno viene progettato in modo che l’incisione segua una piega cutanea già esistente, in modo da rendere le future cicatrici invisibili. La cute viene poi scollata delicatamente dai tessuti e quella in eccesso viene asportata via. Infine, la sutura avviene tramite fili sottilissimi. L’intervento può essere eseguito in anestesia locale o generale, secondo le richieste del paziente e dura circa 50 minuti.
La Blefaroplastica è mutuabile? La correzione di una ptosi palpebrale lieve è considerata un intervento di chirurgia estetica, dunque elettivo. La correzione di ptosi palpebrali più gravi può essere coperta dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN), senza spese aggiuntive. Per determinare se si tratta di una procedura contemplata a carico del Sistema Sanitario Nazionale si dovrebbe avere uno studio del campo visivo fatto per determinare se si tratta di una procedura medicalmente necessaria, cioè quando l'eccesso di cute palpebrale ostruisce il campo visivo del paziente oltre un 60%. Ogni paziente viene attentamente valutato per stabilire la procedura più opportuna al caso.
Quali sono e chi può sottomettersi a interventi chirurgici estetici mutuabili? Sono quelli che hanno lo scopo di migliorare la qualità di vita di persone che presentano inestetismi causati da patologie o malformazioni congenite e traumi dovuti a incidenti e problemi fisici con possibili conseguenze per l'equilibrio psicologico del paziente. Per intenderci, gli interventi con fini puramente estetici non rientrano nella categoria a carico del SSN. Negli ospedali pubblici gli specialisti valutano le condizioni del paziente prima di stabilire se l'intervento è compreso tra quelli mutuabili.
Lo sguardo è la parte più comunicativa del nostro viso e con l’età può apparire appesantito e stanco. Con la blefaroplastica può ritornare luminoso come un tempo. Risultati e post-operatorio Lividi, gonfiori e leggera lacrimazione degli occhi sono normali e durano mediamente 4 o 5 giorni. Dopodiché è possibile riprendere le normali attività, mediante l’utilizzo di occhiali da sole per nascondere i normali esiti postoperatori per circa 7/10 gg. I risultati saranno sicuramente soddisfacenti e il paziente noterà subito una nuova luminosità e freschezza nello sguardo, senza cicatrici evidenti.
Ecco le operazioni più comuni a carico del SSN in Italia: • Chirurgia plastica per il rimodellamento del seno in caso di asimmetrie mammarie gravi o altre malformazioni congenite, seno tuberoso, gigantomastia, traumi o ustioni. • Ricostruzione del seno in seguito a un intervento di mastectomia. • Riduzione del seno (mastoplastica riduttiva) se il peso del seno comporta un problema alla funzionalità della paziente. • Ginecomastia dovuta ad una ipertrofia della ghiandola mammaria maschile (denominata ginecomastia vera). • Ricostruzione in caso di labbro leporino. • Chirurgia specifica per ridurre i rischi e le conseguenze dell'obesità grave. In questo caso rientrano, per esempio, le operazioni di chirurgia bariatrica o l'addominoplastica. • Ricostruzione dei tessuti in caso di traumi e ustioni. • Lipoaspirazione, in caso di lipomi e altre anomalie gravi dei tessuti molli. Altri casi sono l'otoplastica (per migliorare l'aspetto delle "orecchie a sventola") e la rinoplastica (rimodellare il naso storto). Nel primo caso, il SSN assume il carico del trattamento quando l'inestetismo causa problemi psicologici al paziente. Nel secondo, l'intervento è mutuabile solo nel caso in cui il problema è dovuto a problemi funzionali (impedisce una corretta respirazione). Una volta riconosciuto il diritto alla realizzazione dell'intervento a carico del SSN, il paziente può decidere se rivolgersi presso un ospedale pubblico, un policlinico o una struttura privata convenzionata.
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Estetica
Il futuro della rinoplastica Rinoplastica ibrida
a cura di: dr. Carmine Martino Chirurgo plastico
Materiali e metodologie Abbiamo fatto uno studio retrospettivo su oltre 400 rinoplastiche di nasi di tipologia varia operati con tecnica chiusa, aperta ed ibrida negli ultimi anni. In particolare, abbiamo effettuato il 70% degli interventi con tecnica chiusa ed ibrida ed il 30% con tecnica aperta, riservando quest'ultima prevalentemente ai nasi con struttura debole, in particolare quelli secondari, quelli gravemente deviati, collassati e con grave asimmetria. Abbiamo confrontato i tempi di guarigione ed i risultati estetici e funzionali ottenuti con le tre diverse tecniche, valutandone la qualità in relazione alle condizioni anatomiche di partenza. I parametri essenziali considerati sono stati: larghezza della punta, equilibrio della linea
dorso-punta, larghezza del dorso, funzione valvolare, tempi di guarigione e grado di soddisfazione dei pazienti. Ne è scaturita la constatazione, peraltro già diffusa in letteratura, che i nasi trattati con Tecnica Open hanno tempi di guarigione più lunghi, specie per la maggiore durata dell'edema della punta, una minore definizione del rapporto ideale fra l'apice della punta e la linea del dorso ed una migliore funzionalità delle valvole respiratorie per l'uso sistematico degli innesti spraeder graft che aprono le valvole interne, ma rendono anche il dorso nasale più largo (elemento spesso non richiesto dai pazienti). I nostri nasi operati in Open hanno mediamente il dorso più alto e largo e la punta più lunga, mentre quelli operati in tecnica chiusa ed in tecnica ibrida dorso più bas-
L'evoluzione della Rinoplastica Chiusa La Rinoplastica Ibrida è una particolare evoluzione della Rinoplastica Chiusa Tradizionale che ci dà tutti i vantaggi che si sono ottenuti negli ultimi anni con la Tecnica Aperta, senza gli svantaggi ad essa collegati. Essa ci permette di applicare tutti gli innesti necessari per conferire una forma ed una funzione ottimali senza lo scollamento e dislocazione completi della copertura cutanea del naso che alterano un prezioso equilibrio di tensione tessutale indispensabile per valutare la nuova linea del dorso nasale che si determina durante l'intervento. A questi principi si unisce una maggiore cautela nella setto plastica e nel prelievo di innesti settali ed una tecnica standardizzata e polivalente sulla punta nasale e sul dorso nasale. Ne conseguono guarigioni più rapide e nasi più belli.
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Si ottengono risultati migliori con minore aggressività rispetto alla tecnica "aperta" e tempi di guarigione più rapidi. so e punta più ruotata. I tempi di guarigione in chiusa sono più rapidi e più ancora in ibrida; il gradimento estetico dei pazienti è maggiore per i risultati ottenuti con la tecnica ibrida. Nella tecnica Ibrida vi è, poi, il principio assiomatico della conservazione delle cartilagini triangolari dopo l'asportazione del gibbo cartilagineo isolato con la dissezione sottopericondrale; segue la ricostruzione del dorso con le semplici cupole mucose di Robin o con gli spraeder flaps o, più raramente con gli spreader graft (solo in caso di collasso delle valvole interne, perché, a nostro parere allargano troppo il dorso). Risultati Dalla revisione della nostra casistica abbiamo notato che tutti i pazienti trattati seguendo questo algoritmo hanno ottenuto risultati soddisfacenti.
Resp. legale Ass.ne "La Mano"
Egregio Avvocato,
nel Gennaio 2018 mia sorella veniva ricoverata d’urgenza presso l’A.O… dove, purtroppo, è deceduta a causa delle complicanze, scaturenti da una frattura; devo precisare che mia sorella ha gravi disturbi comportamentali e che non riesce ad esprimersi correttamente. Prima del ricovero ospedaliero veniva visitata dal nostro medico di famiglia accompagnata da un familiare che insisteva per la prescrizione di una visita ortopedica; il medico di famiglia, senza visitare mia sorella la rassicurava sulle sue condizioni e le prescriveva un antidolorifico. Il decesso, come mi è stato riferito, si è verificato a causa di complicanze che potevano essere evitate con una pronta diagnosi. Vorrei procedere legalmente; chi è responsabile l’ospedale oppure il medico di famiglia?
Gentile lettore,
come sempre, devo premettere che le mie non possono che rappresentare delle mere considerazioni giuridiche valide in astratto e non possono ritenersi applicabili (se non in via ipotetica) al caso sottoposto, vista l’esiguità e la genericità degli elementi rappresentati e l’impossibilità di operare un’attenta disamina della documentazione clinica e della veridicità dei fatti narrati. Ciò premesso, devo dire che il c.d. “medico di famiglia” non svolge una semplice funzione amministrativa avulsa dall’arte sanitaria e non può limitarsi, quindi, alla prescrizione dei medicinali normalmente assunti da un paziente senza operare, come del resto accade di sovente, un’attenta visita medica. La professione medica, infatti, impone diligenza e non esime il sanitario da un’attenta visita della paziente ed ove occorra alla prescrizione di precipui esami diagnostici. Infatti, solo da un’attenta visita il medico di medicina generale avrebbe potuto diagnosticare una problematica ed inviare e rimandare la paziente ad altro medico specialista ovvero consigliarle l’accesso ad istituto specializzato. Ed il tutto, al fine di scongiurare le conseguenze di un’omessa e mancata diagnosi. Nella specie e da quanto lei mi rappresenta, la paziente è deceduta per le complicanze di una frattura, non tempestivamente diagnosticata,
Le note inviate in redazione risultano parzialmente pubblicate. Le risposte fornite risultano di carattere interlocutorio non possono considerarsi un parere legale non per una patologia differente; non si è verificato alcun fattore successivo, imprevedibile, quale causa dell’evento mortale. Orbene, anche qualora si siano verificate ulteriori negligenze ascrivibili ad altri sanitari e/o strutture, da un punto di vista, squisitamente giuridico, si deve rilevare che in tema di causalità, non può parlarsi di affidamento sull’operato altrui quando colui che si affida sia in colpa per aver violato determinate norme precauzionali o per aver omesso determinate condotte e, ciononostante, confidi che altri, che gli succedono nella stessa posizione di garanzia, eliminino la violazione o pongano rimedio all'omissione, con la conseguenza che qualora, anche per l’omissione del successore, si produca l’evento che una certa azione avrebbe dovuto o potuto impedire. L’evento, quindi, non potrà che avere due antecedenti causali, non potendo il secondo assurgere a fatto eccezionale, sopravvenuto, sufficiente da solo a produrlo. (in tal senso si è espressa Cass. pen, 26 gennaio 2018, n. 3869, est. Menichetti). Per quanto riguarda poi, la circostanza che sua sorella, a seguito di patologia pregressa, non sia stata in grado di interloquire con il sanitario e riferire il proprio stato di salute non rappresenta una scriminante per il medico di famiglia bensì un’aggravante etico – giuridica atteso che il suddetto medico risultava, ancor più gravato dall’onere di predisporre approfonditi accertamenti radiologici nonché operare richiesta di un consulto specialistico.
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L'AVVOCATO RISPONDE
a cura dell'avvocato
Giampiero De Cicco
Ad ogni modo, le consiglio di far visionare le cartelle cliniche della signora ad un medico legale, di far redarre a costui un parere in merito a possibili mancanze diagnostiche e terapeutiche dei sanitari che ebbero in cura sua sorella e solo, a seguito di ciò, recarsi da un legale di sua fiducia esperto nel campo della responsabilità medica al fine di valutare la fondatezza di possibili azioni giudiziarie.
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FOBIE
fobie@salutare.info
Rubrica dedicata ad una classificazione delle fobie, dalle più comuni a quelle più insolite. Scoprite anche voi se siete veri e propri fobici, ossessionati o solo dei gran fifoni.
Le "classiche" fobie sono quelle sociali come l'agorafobia (paura degli spazi aperti), claustrofobia (paura degli spazi chiusi), ereutofobia (paura di diventare rossi), zoofobia (paura degli animali). Le ossessioni, invece, riguardano temi di violenza, di contaminazione, dubbi sull'affidabilità di cose o persone. Moltissime persone possono ammalarsi di fobie, ma in particolare ne soffrono le donne. Con la psicoterapia a orientamento cognitivo comportamentale è possibile sconfiggerle.
La xenofobia è un'avversione generica, di varia intensità, verso gli stranieri e ciò che è straniero, o che viene percepito come tale. Si manifesta in atteggiamenti e azioni di insofferenza e ostilità verso le usanze, la cultura e gli abitanti stessi di altri paesi, senza peraltro comportare una valutazione positiva della propria cultura, come è invece proprio dell’etnocentrismo; si accompagna tuttavia spesso a un atteggiamento di tipo nazionalistico, con la funzione di rafforzare il consenso verso i modelli sociali, politici e culturali del proprio paese attraverso il disprezzo per quelli dei paesi nemici, ed è perciò incoraggiata soprattutto dai regimi totalitari. Il termine è usato, per estens., anche in etologia, per indicare l’avversione di popolazioni animali legate a un territorio verso le popolazioni esterne.
XENOFOBIA
XIROFOBIA 32
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È definita come una paura persistente, anormale e ingiustificata del rasoio da barbiere. Coloro che patiscono di questa fobia temono di radersi (le donne temono di radersi le gambe o le ascelle) con rasoi da barbiere. Hanno paura di tagliarsi o di farsi male con il filo. Nel caso delle donne che patiscono di questa fobia, possono evitare il contatto con i rasoi facendo ricorso alla ceretta per la depilazione, agli uomini però, in cambio, questa fobia può complicare la loro vita quotidiana. L’origine di questa fobia di solito si rifà a un incidente nell’infanzia, un taglio profondo o una ferita manipolando rasoi. Questo episodio può essere il risultato traumatico e da allora, la persona associa i rasoi con sentimenti negativi del timore. Questa fobia è in relazione con la belonefobia, che è la paura agli oggetti taglienti e appuntiti in genere. Può avere anche a che vedere con l’emofobia, che è la paura del sangue.
FOBIE È definita come una paura persistente, anormale e ingiustificata del Giappone o di quello che è in relazione con la cultura giapponese. Questo termine non è solitamente usato come riferimento a una fobia propriamente detta, ma a sentimenti negativi di rifiuto, discriminazione, diffidenza, disumanizzazione e ostilità in genere verso la cultura giapponese o verso i giapponesi. È, dunque, una forma di xenofobia (disprezzo degli stranieri). I sentimenti anti-giapponesi vanno da un’animosità verso le azioni del governo giapponese fino il disprezzo e il razzismo verso i giapponesi. Questa classe di sentimenti di desumanizzazione furono spinti dalla propaganda anti-giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale. È frequente incontrare gente con japanofobia in Corea del Sud e Cina. In passato, la cultura giapponese era associata a barbarie e i giapponesi erano considerati subumani o evolutivamente inferiori. La cultura giapponese si vedeva con sospetto e persino rifiuto. Sembra che l'ostilità si sia placata dalla fine della Seconda Guerra, anche se vi sono persone che pensano che il Giappone non abbia pagato per tutte le atrocità commesse durante la guerra. Il governo giapponese ha tentato di riparare, ma i sentimenti di ostilità continuano ad esistere, basati sull'eco delle aggressioni militari del passato. Negli Stati Uniti d'America questo sentimento si è sviluppato soprattutto in seguito agli eventi di Pearl Harbor.
VACUNAFOBIA Vacunafobia è conosciuta come la paura dei vaccini. Se è vero che esiste una paura quasi generalizzata dei vaccini, in particolare tra i bambini, la persona che soffre di un vaccino può avere paure davvero travolgenti. Vale la pena ricordare che il vaccino non è limitato ai bambini, come molti adulti hanno mostrato questa fobia. Una persona che soffre di un vaccino può o non può avere paura di un ago, ma l'idea di un vaccino è ciò che gli causa paura incontrollabile e una grande preoccupazione per il suo benessere e la sua sicurezza. Gli esperti hanno scoperto che parte della paura è legata alla conoscenza di ciò che contiene un vaccino, cioè del ceppo della malattia che verrà prevenuto con l'applicazione del vaccino, quindi la persona mostra una profonda paura dell'idea o il fatto
che qualcosa sta entrando nel suo corpo, qualcosa di strano, qualcosa di dannoso e di malato. In altri casi è stato dimostrato che il problema stesso è l'ago, questo è dove, come altri tipi di fobie, la paura può essere il risultato di qualche esperienza personale, ad esempio che ad un certo punto della sua vita è stato in grado di ricevere un'iniezione su un nervo o quando è stato prelevato del sangue, una vena potrebbe essere stata soffiata, così che le basi potrebbero essere poste per sviluppare il vaccino. Generalmente, i sintomi più comuni includono nausea, tremore, pianto, terrori notturni, perdita di controllo e un'alta frequenza cardiaca. Uno dei primi approcci per affrontare la fobia include la conoscenza, in cui la persona è portata a comprendere tutti i benefici di un vaccino.
KINESIOFOBIA
URANOFOBIA
Il dolore fisico persistente è la causa della kinesiofobia, una persona inizia ad paura di svolgere qualsiasi attività fisica. Compare nelle persone in cui il dolore persiste per mesi o addirittura per anni. Il malato crede che con il movimento possa rompersi qualcosa e di conseguenza inizia a ridurre al minimo gli spostamenti.
Come altre fobie, l'uranofobia è caratterizzata da una paura forte e persistente, che è eccessiva e irrazionale, che si verifica in presenza di situazioni o problemi associati alla morte, alla vita dopo la morte o all'immensità dello spazio. Successivamente, spiega a cosa è alluso l'accusa, la persistenza, l'eccesso e l'irrazionalità.
JAPANOFOBIA www.salutare.info
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EVENTI
CONGRESSI, CONVEGNI, MANIFESTAZIONI per la Salute e il Benessere
BRESCIA
PISTOIA
RIMINI
BRIXIA FORUM Festival del benessere naturale da oriente a occidente
WE LOVE BIO Salone del Bio benessere natura ed eco sostenibilità
RIMINI WELLNESS Fitness Benessere Sport on Stage
21 • 22 aprile 2018
14 • 15 aprile 2018
Tutto quello che occorre alla salute naturale di corpo, mente e spirito. Dall’alimentazione biologica e vegetariana alla cosmesi certificata, dalle discipline per il corpo a quelle per la mente, dall’abbigliamento in fibre vegetali agli accessori ecologici ed ecocompatibili per la casa e la cura della persona. La prima edizione di Brixia Benessere Festival dà spazio a ognuno di questi ambiti, presentando un’offerta ricca di approfondimenti teorici e sperimentazioni pratiche, accompagnata dalla presentazione e vendita di prodotti e servizi con oltre 200 aziende provenienti da tutta Italia.
Torna l'appuntamento con We Love Bio, il Salone del BIO Benessere Natura ed ECO Sostenibilità organizzato da Prometeo Eventi presso la Struttura Fieristica La Cattedrale, Area Ex-Breda, in Via Sandro Pertini a Pistoia (PT). L’evento nasce con l’intento di diffondere, sensibilizzare e promuovere tutte le realtà che operano nel settore biologico e non solo, racchiudendo attività che comportano giovamento psichico, benessere fisico per la persona ma anche realtà volte alla salvaguardia dell’ambiente e al rispetto dei criteri di ecosostenibilità. Orari di apertura: sabato e domenica dalle 10.00 alle 20.00 con orario continuato.
dal 31 maggio al 3 giugno 2018 Rimini Wellness, l'appuntamento annuale con il Fitness, il Benessere e lo Sport della città, mette in mostra prodotti e servizi come abbigliamento, attrezzi sportivi, alimenti e bevande funzionali assieme a macchinari per la riabilitazione, piscine e percorsi benessere. Oltre a una ricchissima offerta commerciale il Rimini Welness propone una miriade di eventi sportivi perchè i più coraggiosi si mettano alla prova ed una serie di attività dedicate alla formazione degli operatori del settore come corsi, conferenze e seminari. FIERA E RIVIERA DI RIMINI www.riminiwellness.com
TUTTA ITALIA
TRENTO
(H)OPEN WEEK 3° Giornata nazionale della salute della donna
GENOMA UMANO Quello che ci rende unici
dal 16 al 22 aprile 2018
dal 24 febbraio 2018 al 6 gennaio 2019
In occasione della 3° Giornata nazionale della salute della donna, dal 16 al 22 aprile porte aperte in tutta Italia negli ospedali del Network Bollini Rosa di Onda Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, in occasione della terza Giornata nazionale della salute della donna che si celebra il 22 aprile, organizza un (H)Open Week con l’obiettivo di promuovere l’informazione e i servizi per la prevenzione e la cura delle principali malattie femminili. Nella settimana dal 16 al 22 aprile attraverso gli ospedali del Network Bollini Rosa che hanno aderito all’iniziativa saranno offerti gratuitamente alle donne visite, consulti, esami strumentali e saranno organizzati eventi informativi e molte altre attività nell’ambito di 15 aree specialistiche: diabetologia, dietologia e nutrizione, endocrinologia, geriatria, ginecologia e ostetricia, malattie e disturbi dell’apparato cardio-vascolare, malattie metaboliche dell’osso, medicina della riproduzione, neurologia, oncologia, pediatria, psichiatria, reumatologia, senologia e sostegno alle donne vittime di violenza. I servizi offerti sono consultabili dal 26 marzo sul sito www.bollinirosa.it con indicazioni su date, orari e modalità di prenotazione. Sarà possibile selezionare la Regione e la Provincia di interesse per visualizzare l’elenco degli ospedali che hanno aderito e consultare il tipo di servizio offerto. Per maggiori informazioni visitare il sito www.bollinirosa.it o inviare una e-mail a eventi@bollinirosa.it
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Comunica gli eventi info@salutare.info
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"Genoma umano" affronta interrogativi che ci riguardano profondamente e sui quali, oggi, è focalizzato un settore importante e promettente della ricerca in campo biologico. Sarà quindi un vero e proprio viaggio tra le nuove sfide offerte dalla genomica - una scienza in continua evoluzione che non manca di suscitare interrogativi e dubbi anche sul piano etico con un focus su opportunità e rischi originati dall'applicazione delle nuove conoscenze ad ambiti particolarmente sensibili, quali la salute. MUSEO DELLE SCIENZE DI TRENTO
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