Salutare 54

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mensile d’informazione per la Salute e il Benessere n° 54

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Vi diamo ascolto

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Sommario 7

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Tutti gli articoli hanno solo finalità informativa ed educativa, non costituiscono motivo di autodiagnosi o di automedicazione e non sostituiscono la consulenza medica specialistica.

Autismo

Dermatologia Sindrome della bocca che brucia

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Sanità

11

Logopedia

12

Benessere

13

Terapia

14

Psicoterapia

16

Previdenza

17

Posturologia

18

Musicoterapia

19

Podologia

20

Medicina

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Alimentazione

24

32

Sociale

La Regione Campania tassa la disabilità

La metacognizione

I Mandala, Emozioni e la libertà di esistere

Sclerosi multipla

Rieducare e formare con la DanzaMovimentoTerapeuta

La vita si allunga...

Il colpo di frusta

Aspetti valutativi in musicoterapia

L'alluce valgo

Influenza suina

Sono allergico o intollerante?

Oftalmologia Il distacco di retina regmatogeno

25

Podologia

26

Fitoterapia

27

Urologia

32

Sessuologia

34

Eventi e convegni

Piede diabetico

Il tartufo

TRUS

La sessoanalisi


Angolo dei Lettori Pubblicazione mensile Anno V n° 54 - 2009 Distribuzione gratuita Reg. Tribunale Av in data 15/01/2004 N° 419

Salve a tutti, vista la partecipazione e sensibilizzazione alle problematiche della patologia autistica dimostrata dalla rivista Salutare, senza la quale determinati temi non sarebbero stati affrontati e discussi, volevo segnalare che nonostante le condizioni in cui versa la sanità in Campania, qualcosa di buono è accaduto: a fine settembre è stata approvata in Consiglio una delibera con la pubblicazione delle Linee Guida di intervento riabilitativo per l'autismo in età evolutiva. È ovvio che questo documento, primo e unico in Italia, seppur necessario, è solo la base su cui poter lavorare per consentire ai bambini e alle loro famiglie un trattamento adeguato.

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Grazie della segnalazione, condividiamo la stessa soddisfazione e soprattutto speranza che le cose stiano cambiando, in positivo. Per un ulteriore approfondimento potete leggere l'articolo a pag. 7. Cari lettori, vi attende la consueta lettura dei nostri articoli, che vi suggeriscono il miglior modo per affrontare varie patologie e disturbi. Per fornirvi una completa e sempre aggiornata informazione su questi temi abbiamo il profilo delle riviste Salutare e Baby Magazine su Facebook. Troverete le notizie più importanti su salute, sanità, sociale, eventi. Vi invio una notizia che mi sta a cuore, visto che ne sono coinvolto io e la mia famiglia e che spero possa essere di pubblica utilità. Ve ne sarei grato per la pubblicazione, Grazie. mail di Paolo G. Giriamo ai lettori: Trasporto scolastico nelle scuole superiori: decisione del Consiglio di Stato Con la Decisione 2631, depositata il 20 maggio 2008, il Consiglio di Stato ha

messo la parola “fine” circa le riserve invero abbastanza capziose - che ancora venivano accampate circa l’obbligo e la gratuità del trasporto con assistenza anche alle scuole superiori. Il Consiglio di Stato era chiamato a giudicare il ricorso della Provincia di Salerno e della Regione Campania, già “condannate” dal loro Tribunale Amministrativo Regionale per non aver garantito gratuitamente il trasporto scolastico, come già previsto chiarissimanente per la scuola dell’obbligo, ad uno studente con disabilità. Il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza del TAR campano. Il Consiglio ha richiamato la sentenza 215/1987 della Corte Costituzionale del 1987 che aveva sancito l'illegittimità costituzionale del passaggio della Legge 118/1971 che recita: "sarà facilitata, inoltre, la frequenza degli invalidi e mutilati civili alle scuole medie superiori ed universitarie". La frequenza scolastica non può essere semplicemente "facilitata": deve essere "assicurata", precisando che tale indicazione, anche in forza della successiva Legge 104/1992 non può essere limitata alla scuola dell’obbligo. Infatti il Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112, all’articolo 139 precisa in modo netto quali siano i compiti e le funzioni attribuiti alle Province e quali ai Comuni. Le Province si devono occupare dell'istruzione secondaria superiore, mentre i Comuni hanno competenza sulle scuole di grado inferiore. Fra le funzioni che Province e Comuni devono svolgere, ci sono anche quelle che a noi qui interessano, e cioè “i servizi di supporto organizzativo del servizio di istruzione per gli alunni con handicap o in situazione di svantaggio”. Quindi anche il trasporto scolastico. La Decisione del Consiglio di Stato è, quindi, davvero importante e dirimente: le Province - quelle che ancora non l’abbiano fatto - si dovranno adeguare.

Questo spazio è pensato per voi Comunicate le vostre opinioni, esigenze, proposte, esperienze vissute oppure un parere sulle strutture e i servizi di cui avete usufruito. Non possiamo fornire risposte personali, ma le vostre segnalazioni sono preziose per orientare gli articoli e le inchieste che pubblicheremo sulla rivista. 4

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Scrivete a Associazione Culturale Salutare Via Due Principati, 278 83100 Avellino info: tel. 0825 74603 e-mail: info@salutare.info www.salutare.info

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dr. B. Baldi, A. Baldi, dr. A. Del Buono, dr. V. Cicalese, Donatella De Bartolomeis, dott.ssa L. De Varti, dr. Del Sorbo, dott.ssa G. Fiore, dott.ssa R. Santoro, dr. D. Trotta, dott. M. Mastroberardino, dr. A. Pacilio, dr. G. Postiglione, dr. P. Peluso, Ilaria Pucci, prof. A. Suelzu, dott.ssa A. Venezia. sito: www.salutare.info e-mail: info@salutare.info

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partecipare Salutare è la rivista gratuita con diversi argomenti nell’ambito della salute e benessere: medicina, psicologia, farmacia, alimentazione, ambiente e tanti altri. Si avvale della collaborazione di professionisti del settore che mettono a disposizione le proprie conoscenze al servizio di tutti i cittadini. Partecipare a SALUTARE significa sostenere un’iniziativa culturale intrapresa per sensibilizzare alla salvaguardia del benessere comune e di fornire ai lettori oltre ai servizi, il supporto da consultare per essere sempre aggiornati. Un’Azienda che usufruisce di uno spazio su Salutare ha la possibilità di comunicare ai lettori le strutture, i servizi, le iniziative e sulla SALUTE e il BENESSERE. Per ricevere informazioni per una presenza sul mensile contattaci al numero Tel.: 0825.74603 e-mail: info@salutare.info Il materiale grafico e redazionale deve pervenire entro il giorno 10 del mese precedente alla pubblicazione.


News

Anche le dita dei piedi hanno un nome? una bufala! Alluce: è chiamato anche "primo dito" del piede.

Illice: chiamato anche "melluce" o "secondo dito", è il dito

fatto che le altre dita vengono chiamate secondo terzo quarto e quinto dito.

che segue l'alluce guardando le dita dei piedi dall'interno verso l'esterno. Il senso comune tende ad associarlo al dito medio della mano; in realtà corrisponde all'indice.

Nella rete sempre più siti ne fanno menzione e anche in facebook hanno realizzato una decina di gruppi dedicati al trillice, pendulo. . .

Trillice: meglio conosciuto come "terzo dito" del piede, è

Molto probabilmente, come succede spesso, le bufale superano la realtà, e presto li ritroveremo sulla Treccani come i veri nomi delle dita dei piedi.

quello che, andando dall'interno verso l'esterno, segue l'illice. Corrisponde al dito medio della mano.

Pondolo: noto anche col nome di "pondulo" o di "quarto dito", è quello che segue il trillice. Corrisponde all'anulare della mano.

Minolo: conosciuto anche come "mellino" o "quinto dito", è l'ultimo dito, quello più esterno, il più piccolo. Corrisponde al dito mignolo delle mani.

Su internet ci sono migliaia di riferimenti a questi nomi, addirittura il sole 24ore nella rubrica la parola del giorno ne dà una completa descrizione... http:// salute24. ilsole24ore. com/ rubriche/la_parola_del_ giorno/ 3/102/ Alluce__illice___. php Abbiamo fatto delle ricerche al riguardo e nessun vocabolario, nè manuali di anatomia e nemmeno wikipedia accennano a questi nomi fantasiosi, anzi sono tutti concordi sul

A differenza di quelle delle mani, non hanno un nome. Si chiamano semplicemente “digiti pedis”, secondo la classificazione internazionale dei termini anatomici stabilita a Parigi nel 1955 e solo il primo è chiamato alluce. Per distinguerli, vengono numerati progressivamente a partire da quello più interno. Analogamente al primo dito della mano, l’alluce ha solo due falangi, mentre le altre dita ne hanno tre.

In realtà le cinque dita vengono chiamate, per lo più in ambito anatomico e medico, in base alla loro posizione nel piede dall'interno verso l'esterno (senso medio-laterale): alluce, secondo, terzo, quarto, quinto. In base al rapporto di lunghezza che intercorre tra alluce e secondo, il piede prende il nome di piede egizio, romano o greco. Se il secondo è maggiore delle altre dita, il piede è greco; se l'alluce è maggiore del secondo, il piede è definito egizio; se hanno pari lunghezza, il piede è allora romano.

Data la sua crescita, Salutare richiede l’impiego di maggiori risorse. Naturalmente il servizio che noi offriamo ha dei costi, tuttavia, abbiamo comunque deciso di mantenerlo gratuito.

Sostieni l’informazione per la salute e il benessere: Associazione Culturale Salutare Via Due Principati, 278 (ex210) - 83100 Avellino c/c postale 55117402

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L’aiuto economico, anche occasionale, è certo utile, la disponibilità di risorse economiche costituisce una condizione necessaria per promuovere progetti di autosviluppo come il nostro. Se puoi privarti di qualche soldo, cedilo alla nostra causa, con un libero versamento sul conto corrente postale 55117402. Ciò è assolutamente volontario e se decidi comunque di non effettuare donazioni, non per questo avrai meno supporto da parte nostra.

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È il dito più grande dei cinque, e corrisponde al pollice della mano.


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Medicina, premio Nobel a tre ricercatori Usa scopritori della chiave dell'invecchiamento

Stoccolma, 5 ottobre 2009 - Il Premio Nobel 2009 per la medicina è andato a tre ricercatori statunitensi, Elizabeth H. Blackburn, Carol W. Greider (nella foto), e Jack W. Szostak. I tre studiosi sono stati premiati per la loro ricerche sui cromosomi. L’annuncio è stato dato questa mattina al Karolinska Institutet di Stoccolma, in Svezia, durante una conferenza stampa che quest’anno è stata anche trasmessa in diretta online sul sito Internet Nobelprize.org. I tre scienziati si sono guadagnati il massimo riconoscimento per la medicina grazie a una scoperta nel campo della genetica: il meccanismo con cui i cromosomi sono protetti dai telomeri e dall’enzima telomerasi.

La chiave dell’invecchiamento Questo, semplificando, è il senso dello studio degli scienziati. I tre nel 1985 hanno infatti scoperto la funzione dei telomeri, le strutture che proteggono le estremità dei cromosomi, e soprattutto l’enzima che li protegge e ne genera la continua riproduzione. I telomeri sono stati portati all’attenzione del grande pubblico proprio da quando si è incominciato ad associarli al processo d’invecchiamento. Si tratta infatti, secondo gli scienziati, di veri e propri orologi biologici: in seguito alla riproduzione cellulare la loro lunghezza si riduce progressivamente fino a quando non riescono più a esplicare la loro funzione protettiva nei confronti dei cromosomi. Le cellule quindi non riescono più a riprodursi correttamente, invecchiano e muoiono. Alla base del processo c’è proprio l’enzima chiamato 6

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telomerasi, scoperto dai tre premi Nobel nel 1985 all’università di Berkeley. Ogni volta che una cellula si duplica, in sostanza, rimette una sequenza di telomeri. Quando ha dato fondo alle sue sequenze muore. La telomerasi può scongiurare questo destino sintetizzando (duplicando) sempre nuove sequenze telomeriche. Purtroppo nelle cellule somatiche l’attività telomerasica tende a scomparire e questo sembra provocare il fenomeno dell’accorciamento delle estremità dei cromosomi che sembra correlato all’invecchiamento. Quando il telomero finisce, la cellula muore o prende la via dell’apoptosi (ciò lega la teoria dei telomeri anche al cancro) a causa di molecole come la proteina p53. Per garantire un efficace ricambio cellulare, in ogni caso, in molti tessuti dell’organismo sono presenti cellule staminali, che mantengono la corretta lunghezza dei telomeri attraverso la presenza di telomerasi attive.

Elizabeth H. Blackburn è cittadina australiana e statunitense. È nata nel 1948 in Australia, a Hobart (Tasmania), ha studiato nell'università di Melbourne e ha proseguito gli studi di dottorato nel 1975 in Gran Bretagna, a Cambridge. In seguito si è trasferita negli Stati Uniti, nell'università di Yale e poi nell'università della California a Berkeley. Dal 1990 insegna Biologia e Fisiologia nell'università della California e San Francisco. Carol W. Greider è cittadina americana ed è nata nel 1961 a San Diego. Ha studiato nell'università della California a Santa Barbara e poi in quella di Berkeley. Qui ha concluso il dottorato nel 1987, con Elizabeth H. Blackburn come supervisore. In seguito ha lavorato nel dipartimento di Biologia molecolare e genetica del Laboratorio di Cold Spring Harbor Laboratory e dal 1997 è nell'università Johns Hopkins di Baltimora. Jack W. Szostak, cittadino americano, è nato nel 1952 in Gran Bretagna, a Londra, ed è cresciuto in Canada. Qui ha studiato nell'università di Montreal e quindi si è trasferito negli Usa, nella Cornell University e poi nell'università di Harvard. Attualmente insegna Genetica nel Massachusetts General Hospital di Boston e fa parte dell'Istituto Howard Hughes per la ricerca biomedica. I tre ricercatori statunitensi si divideranno un premio di dieci milioni di corone svedesi (980.000 euro circa); e saranno insigniti, come i restanti prescelti nelle varie categorie dell'edizione di quest'anno, il 10 dicembre, nella cerimonia che ogni anno si svolge in occasione della morte del suo fondatore, Alfred Nobel. Dal 1901, anno dell'istituzione del premio Nobel a oggi sono state solo 15, comprese le neoinsignite Blackburn e Greider, le scienziate alle quali è stato attribuito un riconoscimento per le discipline scientifiche nei settori della chimica, fisica e medicina, su oltre 500 premi assegnati nel corso del XX secolo. Il caso più clamoroso, ma non l'unico, in cui fu negato un Nobel «sacrosanto» a una ricercatrice donna fu quello di Rosalind Franklin, che rivestì un ruolo decisivo e insostituibile nella scoperta della struttura della doppia elica del Dna, per la quale furono insigniti del Nobel Watson, Crick e Wilkins.


Sociale a cura di Angela Romano

Autismo Riorganizzazione del sistema di diagnosi e trattamento. Approvate in regione le Linee Guida di intervento riabilitativo per l’autismo in età evolutiva. I disturbi dello spettro autistico sono molto più frequenti di quanto ritenuto in passato (1: 150 nati).

A tal riguardo si propongono delle linee guida che, in modo graduale e progressivo, promuovano un sistema integrato di offerta sanitaria e socioeducativa e, nel contempo, strutturi percorsi coerenti di diagnosi precoce e di presa in carico globale anche attraverso strategie di empowerment genitoriali. Le "Linee guida di intervento riabilitativo per l’autismo in età evolutiva", pubblicate sul BURC del 28 settembre 2009, in piena armonia con le raccomandazioni emanate dalla Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA) e con il documento prodotto dal Tavolo tecnico ministeriale sull’autismo, prevede l'istituzione presso l’Assessorato alla Sanità, il “Tavolo tecnico regionale per l’assistenza riabilitativa in favore di minori con sindrome autistica” quale gruppo interdisciplinare specialistico di supporto alle azioni di indirizzo, programmazione e vigilanza in materia dell’Assessorato.

Obiettivi generali -Ridurre il danno umano e sociale e i costi riabilitativi derivanti dalla patologia autistica, mediante una diagnosi precoce ed un percorso abilitativo/ educativo appropriato. - Sostenere la centralità dei Servizi pubblici del Servizio Sanitario Nazionale cui si demanda la funzione di coordinare le reti sociosanitarie e scolastiche, d’intesa con le Istituzioni e le Agenzie territoriali di competenza, sperimentando modelli organizzativi che non si limitino a interventi frammentati e accessori, ma offrano, coordinando efficacemente l’uso del tempo che il bambino vive nella scuola e nella famiglia, un competente ed individualizzato processo educativo che possa concretamente condurre e promuovere percorsi virtuosi di inclusione scolastica e sociale. - Anticipare i tempi della diagnosi nella fascia di età infantile e garantire processi diagnostici accurati ed adeguati attraverso un'adeguata azione dei Pediatri di libera scelta. - Dare continuità alla diagnosi e alla presa in carico attraverso la messa in rete delle figure professionali di riferimento del bambino e della sua famiglia.

- Diffondere le nuove conoscenze in termini di diagnosi precoce e presa in carico precoce ed integrata a tutte le strutture sanitarie, educative e sociali che abbiano contatto con individui con autismo. - Costruire una stretta rete di collaborazione e di raccordi tra operatori sanitari, sociali, educativi e famiglie. - Accrescere e diffondere le competenze necessarie a favorire il percorso di crescita individuale delle persone con autismo nei processi di inclusione scolastica e sociale. - Prevenire e contrastare il fenomeno dell’istituzionalizzazione dei soggetti con autismo. - Perseguire un'azione che permetta la diffusione di una presa in carico globale che si sviluppi per tutto l’arco della vita. - Adottare nuovi sistemi di controllo della qualità dei servizi, o adeguare quelli esistenti, verso modelli di Total quality management, orientati al perseguimento continuo di una migliore qualità di vita e della soddisfazione degli utenti e delle loro famiglie, coerentemente con le raccomandazioni sulla qualità dei servizi adottate dal Gruppo di Alto Livello sulla Disabilità dei rappresentanti degli Stati membri dell’UE presso la Commissione Europea.

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Sulla base dell’indice di natalità registrato, può stimarsi che in Campania ogni anno nascano almeno 350 bambini con autismo. La Regione Campania ha intrapreso una riorganizzazione dei servizi sanitari attraverso l’istituzione di “servizi sanitari specialistici, di diagnosi e trattamento dell’autismo in età evolutiva accessibili e omogeneamente diffusi in tutto il territorio regionale, inserite nella rete dei servizi delle Aziende Sanitarie Locali a cui sono assegnate competenze riabilitative, psicosociali ed educative a favore dei minori e delle loro famiglie.

- Fornire un'assistenza qualificata al bambino con autismo, effettuandone la presa in carico abilitativa/educativa integralmente all'interno della rete dei Servizi pubblici del Servizio Sanitario Nazionale, attivando interventi educativi e abilitativi precoci, intensivi ed integrati cognitivocomportamentali di tipo evolutivo, la cui efficacia sia sostenuta dall’evidenza scientifica e che si muovano nell’ottica essenziale dell’inclusione, della rilevanza dell’autonomia e della centralità della famiglia.


Dermatologia a cura del dr. Antonio Del Sorbo - Specialista in Dermatologia e Venereologia

Sindrome della bocca che brucia

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Si presenta con un bruciore intenso al cavo orale, ma non si accompagna a manifestazioni visibili sulle mucose La sindrome della bocca urente, nota anche come stomatopirosi o burning mouth syndrome (BMS) è una patologia molto frequente in dermatologia del cavo orale, in quanto interessa circa il 3% della popolazione. La sindrome della bocca urente, colpisce entrambi i sessi, con netta prevalenza delle donne in età peri menopausale. L'approccio multidisciplinare (es. odontostomatologo, odontoiatra, neuropsichiatra, dermatologo, etc) consente di inquadrare correttamente tale problema sul piano diagnostico, escludendo patologie di altra natura (es. infezione da candida, eczema da contatto, herpes simplex, lichen planus orale*, pemfigo*, sindrome di Sjogren, etc).

caratterizzate da bruciore a livello del cavo orale, in assenza di manifestazioni cliniche visibili. Già nel 1989, la stomatopirosi fu classificata da Lamey PJ e Lewis MA in 3 sottotipi, in base al decorso dei sintomi. Varianti cliniche: nella sindrome della bocca urente di tipo 1 (BMS 1) il bruciore inizia poco dopo il risveglio ed aumenta nel corso della giornata. La sindrome della bocca urente di tipo 2 (BMS 2) è la variante più frequente e presenta una sintomatologia persistente tutta la giornata. La sindrome della bocca urente di tipo 3 (BMS 3) è invece la meno frequente ed è caratterizzata da una sintomatologia recidivante che si alterna a periodi di completo benessere. Quando interessa solo la lingua, utilizziamo termini come glossopirosi, glossodinia, burning tongue o sindrome della lingua urente.

Sinonimi: burning mouth syndrome, stomatopirosi, stomatodinia, disestesia orale, sindrome della bocca che brucia, sindrome della bocca che scotta.

Sintomi: nella maggior parte dei casi il bruciore si localizza alla lingua (glossopirosi), alle labbra o all'intera mucosa orale (stomatopirosi). Alcuni pazienti lamentano bruciore, altri formicolio, dolore, prurito o sensazione di punture di spillo.

Storia: esiste moltissima letteratura nella storia della medicina sull'argomento stomatopirosi. Tuttavia il termine di sindrome della bocca urente (burning mouth syndrome) fu utilizzato per la prima volta alla fine del XX secolo dal Prof. Isaäc van der Waal, del dipartimento di patologia orale di Amsterdam, per definire quelle situazioni

Al momento della visita dermatologica, il colore delle mucose appare essere normale, contrariamente a molte altre patologie del cavo orale. In alcuni casi al bruciore, vi si possono associare altri sintomi come la secchezza delle fauci, una difficoltà a deglutire ed alterazioni del gusto. In letteratura sono stati riportati alcuni casi associati a diabete mellito, anemia

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ed infezione da helicobacter pylori. La sintomatologia della sindrome della bocca urente può essere talora esarcerbata dall'assunzione di alcolici o di cibi piccanti o acidi. Cause: la sindrome della bocca che brucia, come molte altre patologie dermatologiche, risente molto della componente emotiva del soggetto. Alcuni profili di personalità (es. tendenza alla somatizzazione, carattere ansioso, depressione, ostilità, isolamento sociale, disturbo ossessivo compulsivo, ipocondria, cancerofobia, etc) possono talora predisporre a tale fenomeno. I meccanismi che scatenano la burning mouth syndrome non sono del tutto noti, nonostante siano state avenzate numerose ipotesi eziopatogenetiche (es. ipotesi dopaminergica, ipotesi neurotrofica, ipotesi autoimmune, intolleranza al glucosio, menopausa, stress, etc). Tra le possibili cause di stomatopirosi, ricordiamo la bocca secca (xerostomia), la sindrome di Sjogren, la lingua a carta geografica, l'eczema da contatto, il traumatismo cronico, le carenze vitaminiche e il diabete mellito. Anche l'assunzione di alcuni farmaci (es. beta bloccanti, antistaminici, antidepressivi, etc) può a volte indurre secchezza del cavo orale e predisporre alla sindrome della bocca urente. Nella sindrome di Plummer Vinson, si associano bocca urente, carenza di ferro, cheilite angolare* e glossite. La sindrome della bocca urente può essere anche scatenata dalla microangiopatia e dalla neuropatia che si accompagnano al diabete mellito. Terapia: diversi farmaci vengono attualmente impiegati in odontostomatologia, odontoiatria, neuropsichiatria e dermatologia, nel trattamento della sindrome della bocca urente, con risultati variabili da paziente a paziente. I collutori alcolici possono talora esacerbare la sintomatologia dolorosa della sindrome.


Sanità a cura del dr. Mauro Mastroberardino

La Regione Campania tassa la disabilità, vecchiaia e demenza Il piano di rientro che penalizza ancora una volta le fasce deboli.

Infatti sono bastate alcune prese di posizione dei soliti noti, che la delibera benchè pubblicata non sia stata di fatto applicata. Ripercorriamo i fatti: Nella seduta del 16 luglio la giunta regionale licenzia la delibera n. 1267 (rette RSA) con l’allegato regolamento, e qui la prima anomalia: vi sembra ipotizzabile che un cittadino disabile percepisca meno di € 416. 58 al mese compresi invalidità e accompagamento? Alla cui soglia il cittadino utente deve eventualmente provvedere all’integrazione del 50%?

Torniamo all’iter normativo: come impone il nuovo Statuto Regionale il regolamento allegato, ai sensi dell’art. 56 viene inviato per la relativa approvazione al Consiglio regionale, cosa fatta in data 21 luglio e lo stesso trasmesso nella stessa giornata alle commissioni competenti per la relativa approvazione prima dell’aula. è fondamentale per capire che detto articolo 56 del nuovo Statuto regionale, prevede che, trascorsi 60 giorni dall’invio da parte della giunta, in caso di mancata pronuncia da parte del Consiglio, i regolamenti siano emanati e pubblicati.

fermandosi a leggere solo la prima parte del punto 18 e omettendo di leggere il comma C dello stesso punto) ma dall’assessore alla sanità Santangelo, nel frattempo divenuto coordinatore del Commissario, ma senza procedere con l’unico atto legittimo: pubblicazione sul Burc dell’avvenuto ritiro della delibera sulle rette. Così, ancora una volta la Campania si pone all’attenzione dei giuristi mondiali…

In data 29 luglio il Governo commissaria la Sanità Campana e impone al Commissario 18 punti da osservare per il rientro del deficit; al punto 18 viene prevista la ricognizione dei provvedimenti adottati con la relativa eventuale sospensione “tranne quelli necessari all’attuazione del piano di rientro” dgrc 460/07 e L. R. 16/08. Tuttavia, divenuta pubblica la delibera, inizia il fermento, le associazioni protestano i centri ex art. 26 protestano, tutti insorgono, ponendo in evidenza la soglia massima da non sforare per nucleo familiare per la relativa compartecipazione (€ 4. 999/00 annuali), che si fa?

La delibera c’è ma non c’è. Poveri anziani, poveri disabili, povere casse pubbliche. Tutte quelle belle parole sui ricoveri impropri, delle spese esagerate della sanità, ancora una volta restano parole al vento pronunciate in qualche bel convegno o comizio di partito. I centri di riabilitazione convenzionati che giustamente si lamentano per i ritardi dei pagamenti continuano a erogare a totale carico del S.S.R. prestazioni a pazienti che probabilmente andrebbero assistiti da RSA , ma nel frattempo la regione blocca i ricoveri per gli sforamenti dei budget, i posti di degenza per la riabilitazione non si liberano e la nuova utenza non trova sistemazione e i disabili protestano perché sballottati a destra e a manca.

Si pensa di far finta di sospendere l’esame in consiglio del regolamento, con una circolare non firmata dal Commissario, che forse ne aveva i poteri (ovviamente

Abbiate bontà, egregi Consiglieri, fateci capire qualcosa e se non a NOI, a chi quotidianamente non sa come risolvere il problema.

Centro Geriatrico MARE Residenza Sanitaria Assistenziale Via Giovanni XXIII 83010 Grottolella (AV) Tel. 0825-671511 fax 0825-671914 maresrl@interfree.it alutare 9

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Sembrava che finalmente anche la regione Campania avesse scritto la parola fine alla regolamentazione delle Residenze Sanitarie Assistite per disabili e anziani, allineandosi di fatto al resto d’Italia emanando sul Burc del 3 agosto la delibera n. 1267, con allegato il regolamento delle rette, ma come succede spesso in questa Regione, anziché scrivere la parola fine si scrive la parola. . ”e mo?"


La Casa di Cura Villa Maria, localizzata in Mirabella (AV), alla Località Pozzillo, dispone di 130 posti letto autorizzati, di cui 40 provvisoriamente accreditati dalla Regione Campania secondo la normativa vigente.

130 posti letto 4 sale operatorie Chirurgia

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Urologia Oculistica Diagnostica per immagini Poliambulatorio

La Casa di Cura è suddivisa nelle Unità Operative di Chirurgia, Urologia ed Oculistica, dispone di un proprio Servizio di Diagnostica di laboratorio, di un Servizio di Diagnostica per immagini, sia per i degenti che per utenti esterni, nonchè di un Servizio ambulatoriale polispecialistico. L’U.O. di Chirurgia effettua interventi di chirurgia generale e di chirurgia oncologica e dispone di un apposito servizio di endoscopia. L’U.O. di Urologia effettua prestazioni di urologia generale, endoscopia diagnostica ed interventistica, litotrissia extracorporea, urodinamica e oncologia urologica. L’U.O. di Oculistica effettua prestazioni di oculistica generale, interventi su cornea e segmento anteriore e posteriore, glaucoma, malattie oculari ereditarie, correzione vizi della refrazione con laser ad eccimeri, terapia delle maculopatie. Il Servizio poliambulatoriale è costituito dagli ambulatori specialistici di: oculistica, chirurgia, urologia, cardiologia, ginecologia, ortopedia ed angiologia. Per quanto riguarda la Diagnostica per immagini, il servizio effettua oltre a prestazioni di radiologia tradizionale, anche TAC, RM, nonché mammografie, ecografie ed ecocolordoppler. La struttura dispone inoltre di un blocco operatorio costituito da quattro sale, annesso al quale è ubicato il Servizio di Terapia Intensiva. La Casa di Cura è dotata di Certificazione di Qualità ISO9001 BUREAU VERITAS ed è convenzionata con le facoltà di Medicina delle Università di Napoli Federico II e Seconda Università (SUN).

Casa di Cura Villa Maria Direttore Sanitario dr. Oberdan Picucci Località Pozzillo, Passo di Mirabella Eclano (Av) Centralino: 0825.407301 10 www.salutare.info


Logopedia a cura della dott.ssa Rossella Santoro

La metacognizione La riflessione sui propri processi cognitivi.

Studi e ricerche sul campo hanno evidenziato che quanto più un individuo è cosciente di cosa e come lo fa, tanto più migliora le proprie prestazioni. Da ciò si evince che scarsi risultati nelle attività curriculari non provengono esclusivamente da. carenze delle abilità cognitive, ma anche dalla scarsa o cattiva consapevolezza che l’individuo ha circa le strategie di pensiero e ai comportamenti che rendono efficace lo studio. Pertanto uno studente può

ottenere scarsi risultati perché organizza il proprio lavoro in modo poco funzionale agli obiettivi che si prefigge, traendone esigui benefici.

delle conoscenze pregresse. Nei bambini si riscontrano spesso deficit di memoria non derivanti da difetti cognitivi, ma dalla mancanza di strategie di memorizzazione.

Ma cosa significa nella pratica quanto detto sinora? Utilizzare la metacognizione significa porsi delle domande preliminari durante lo svolgimento di un compito; domande relative al cosa si sta facendo, al perchè e al come rendere massimamente efficace ciò che si sta facendo. A livello teorico quindi la maggiore consapevolezza dovrebbe condurre alla migliore prestazione. A livello empirico però questa relazione perfetta non è stata pienamente riscontrata, infatti la conoscenza dei vantaggi di una strategia cognitiva non porta necessariamente all'utilizzo della stessa. Per questo motivo accanto alle ricerche sono nati programmi metacognitivi rivolti soprattutto a soggetti che presentano disturbi di apprendimento anche in presenza di ritardo cognitivo lieve. Anche in questo caso però i risultati non sono stati quelli sperati, infatti i programmi riabilitativi si sono mostrati efficaci nel breve termine, cioè nell'innalzare il

livello immediato della prestazione, senza però garantire che queste prestazioni vengano mantenute nel tempo e, soprattutto si è dedotto che le strategie acquisite non sempre vengono utilizzate in compiti differenti e non vengono generalizzate. Quindi la conoscenza da sola non è sufficiente ad incrementare le prestazioni, esistono altri fattori che entrano in gioco durante l'apprendimento, quali motivazione, concentrazione, tempo a disposizione e stanchezza. Intervenire anche su questi fattori è quindi fondamentale per migliorare l'efficacia degli strumenti riabilitativi basati sulla metacognizione. Una delle aree metacognitive maggiormente esplorata è quella relativa alla memoria. La memoria è fondamentale nell’apprendimento infatti, senza questa capacità non sarebbe possibile recuperare le infomazioni acquisite, né tantomeno inserirle nel contesto

Queste strategie sono modificabili attraverso training specifici, cioè si possono insegnare. Un'altra componente fondamentale, è la metamemoria cioè l'insieme delle conoscenze che il soggetto ha delle proprie abilità di memoria e dei processi che utilizza nel momento in cui deve ricordare. Strategicità e metamemoria, una volta acquisite dal bambino sono a sua disposizione stabilmente indirizzandone il comportamento nell’esecuzione di compiti mnestici. L’uso appropriato delle conoscenze metamnestiche è considerato segnale di una intelligente autoregolazione delle proprie attività cognitive. Non è però semplice dimostrare la correlazione tra memoria e metamemoria a causa di diversi fattori. Primo la metamemoria è una conoscenza come qualsiasi altra e non il sistema di regolazione della memoria, inoltre alcune strategie efficaci vengono messe in atto dall'individuo anche in assenza di consapevolezza. Ma è sulla tecnica di indagine utilizzata per questo tipo di ricerca che nascono le maggiori perplessità sono, infatti, troppi i fattori esterni che intervengono durante la raccolta dei dati specie se si ha a che fare con i bambini. alutare 11

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Negli ultimi anni ricercatori ed educatori hanno rivolto la loro attenzione alla competenza metacognitiva, cioè alla consapevolezza che l'individuo ha dei propri processi e meccanismi cognitivi durante un'attività di problem solving.


Benessere a cura di Donatella De Bartolomeis

I Mandala, Emozioni e la libertà di esistere Verso un futuro di armonia e consapevolezza.

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La parola Mandala deriva dal sanscrito, antica lingua indiana, ed è composta da manda «essenza» e «possedere» o «contenere» tradotta più semplicemente con cerchio, circonferenza, ciclo. Questo termine è utilizzato, anche, per indicare un diagramma circolare costituito dall'associazione di diverse figure geometriche che, con l'aiuto di colori, forme e simboli rappresenta particolari energie e chi li osserva o li colora può entrare in contatto con esse. Vi possono essere diversi modi di lavorare sui mandala: si può percorrere con l'indice destro le linee perimetrali delle figure del mandala scelto, per poi ripeterlo con l'indice sinistro e in senso inverso al precedente; lo si può osservare seguendo le diverse tecniche di percezione, di visualizzazione, di attenzione e di concentrazione o semplicemente lo si può colorare perdendosi in ogni minimo dettaglio. Per sfruttare al meglio le proprietà del mandala, bisogna essere costanti nel tempo ed il primo segnale positivo sarà la riscoperta del proprio corpo e della propria mente, soprattutto di quelle parti che sembravano

assopite o avevamo dimenticato. Chi non conosce l’arte del mandala, davanti a questa tecnica, resta alquanto perplesso e vedere i bambini impegnati con colori e matite riporta loro, soprattutto in ambito sco la stico , a d u n ’in u tile p e rd ita d i te m p o . Ma un mandala non è semplicemente una figura astratta da osservare o colorare, è molto di più, è specchio dell’anima, delle energie psichiche e spirituali ed è il riflesso del mondo, del cosmo così come lo percepiamo: fa emergere qualcosa dal profondo e/o modifica il profondo, producendo effetto positivo sulle più diverse condizioni psicologiche e soprattutto aiuta a raggiungere l'equilibrio e l'armonia interiore. Carl Gustav Jung, psicologo svizzero, sosteneva che: " .... il tema dominante del mandala è l'idea di un centro della personalità, di una sorta di punto centrale all'interno dell'anima, al quale tutto sia correlato, dal quale tutto sia ordinato e il quale sia al tempo stesso fonte di energia. L'energia del punto centrale si manifesta in un impulso a divenire ciò che si è ...." Quasi tutti i bambini scoprono spontaneamente i mandala nei loro disegni ricchi di cerchi, figure geometriche e astratte, il sole, i volti rotondi e i palloncini il che lascia supporre che disegnare mandala, faccia parte di uno schema naturale preordinato di maturazione psicologica nel cammino verso la propria identità. Questa figura simbolica dunque, in una civiltà di facciata e di compromessi attua il bisogno naturale di esprimere tutto il nostro potenziale e la globalità della nostra personalità. Aurora Fierro direttrice della scuola dell’infanzia “Peter Pan” di Avellino con coraggio e determinazione ha inserito nel programma didattico dei corsi di Mandala e teatralizzazione delle emozioni per dare qualcosa di più ai piccoli studenti “Ritengo che la scuola abbia il dovere di provare

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a dare a questi ragazzini qualcosa che vada oltre il leggere, scrivere e fare di conto - ha dichiarato durante l’intervista - qualcosa che li aiuti a venir fuori, che li faccia sentir liberi di esprimersi fino in fondo, a riconoscere, liberare e gestire le proprie emozioni. Troppo spesso si assiste, soprattutto per ciò che concerne ragazzini più grandi, ad episodi di bullismo, depressione e frustrazione. È arrivato il momento di supportare ragazzi e famiglie affinché un domani ci siano giovani equilibrati, consapevoli e realizzati”. Così i piccoli del Peter Pan dopo aver studiato, imparato ed essersi impegnati fino in fondo usufruiscono degli effetti rilassanti dei Mandala riducendo l’ansia, rinforzando la concentrazione, la memoria, la pazienza. Danzano liberi su ritmi tribali che creano da soli con strumenti a percussione, giocano concretamente con le emozioni, dipingendole su fogli di carta colorati, mettendole in scena attraverso i diversi aspetti corporei, i diversi suoni: ora con grida di paura, ora con l’incalzare della rabbia, ora perdendosi nella gioia più assoluta fino ad impossessarsi del senso di esistere nel tempo, nello spazio e nella direzione e l’aula è tutta un vibrare di energie, di amore, di solidarietà, perché quando si è in armonia con se stessi, si è in armonia con l’intero cosmo ed il rispetto e la cultura dell’altro viene da sé.


Terapia a cura di Ilaria Pucci

Sclerosi Multipla, colpisce 50.000 persone in Italia esordendo tra i 15 e i 50 anni Al Neuromed un Centro specializzato guidato dal Prof. Paolo Bellantonio.

Mi hanno spiegato che la sclerosi multipla colpisce 50.000 persone in Italia, circa 1800 nuovi casi ogni anno e che le donne hanno una possibilità doppia rispetto agli uomini di ammalarsi. Non sapevo a chi rivolgermi poi sono approdata al Centro Sclerosi Multipla del Neuromed, li sto ricevendo ottime cure e sto utilizzando un nuovo farmaco che mi ha portato ottimi benefici. Il Neuromed un centro d’eccellenza dove la ricerca incontra l’attività clinica”. Parola al responsabile del Centro Sclerosi Multipla del Neuromed, dr. Paolo Bellantonio. La Sclerosi Multipla è una malattia cronica del sistema nervoso centrale, che colpisce la guaina mielinica e la cellula nervosa provocando disturbi variegati che possono interessare l’equilibrio, la deambulazione, le sensibilità, la forza o la vista.

“Le sue cause sono tuttora sconosciute - afferma il dr. P. Bellantonio- e non c’è ancora una terapia definitiva, ma solo terapie parziali che modificano il decorso della malattia. Nella maggior parte dei casi tale decorso si manifesta a intermittenza, permettendo a chi ne è colpito di condurre una vita quasi normale nei primi anni di malattia (in genere 10-15 anni); nei casi più gravi le forme sono particolarmente “aggressive” e molto più elevato il rischio di cronicità della malattia con lento e progressivo aumento della disabilità.” In Neuromed, è operativo già da diversi anni il Centro Sclerosi Multipla, indirizzato al miglioramento delle complesse problematiche legate al trattamento

della malattia . Oltre ad utilizzare metodiche diagnostiche e terapeutiche complesse con particolare riferimento all'utilizzo di nuovi farmaci, il Centro si avvale di personale di alto valore sempre in costante aggiornamento. Questo centro è anche riferimento regionale per la somministrazione degli immunomodulatori che sono i farmaci utilizzati per tentare di modificare il decorso della malattia. Si avvale di una équipe clinicoscientifica di assoluto valore, coordinata dal prof. M. Manfredi e diretta dal prof. S. Ruggieri le cui competenze, in relazione alle patologie trattate hanno avuto riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale. Per la Sclerosi multipla non esiste un sintomo o un segno patognomonico, né un esame diagnostico accurato al 100%, ma rivolgersi ad un centro specializzato può consentire al paziente di migliorare la qualità della sua vita e di rallentare il decorso della malattia, in quanto ormai è assolutamente certo che la malattia deve essere trattata nelle sue fasi precoci, in attesa di nuove armi terapeutiche definitive che ci si augura al più presto di avere grazie ai progressi della ricerca.

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“Quando mi diagnosticarono la Sclerosi Multipla, un anno dopo il mio matrimonio con Piero, entrambi ne fummo sconvolti. Avevo 32 anni.


Psicoterapia a cura della dott.ssa Leopoldina De Varti - Psicologa, Psicoterapeuta

Educare e formare… con la DanzaMovimentoTerapia

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“oggi Mario non c’era, abbiamo ripetuto il suo movimento, quello che a lui piace tanto e lo abbiamo unito al nostro movimento, così abbiamo inserito anche Mario nella danza”. (alunni I D) A Mercogliano (AV), presso la scuola media “Guido Dorso”, nell’ambito della proposta progetto “Educare e formare… una cultura contro le mafie”, è stato realizzato il laboratorio di DanzaMovimentoTerapia sul tema: “Valorizzare la propria vita e la vita dell’ambiente che ci circonda, persone, piante, animali, luoghi”. Attraverso il linguaggio corporeo è stato tracciato un percorso interiore volto a valorizzare la persona e le sue risorse creative, le sue capacità psicomotorie, relazionali e comunicative. Il corpo e il movimento sono stati utilizzati per creare per es. ‘frasi di movimento’, cioè frasi che raccontano di sé e del proprio modo di rapportarsi con l’altro, e con il proprio ambiente, frasi in cui le parole sono state rappresentate dalla gestualità e dai movimenti, per esprimere sensazioni ed emozioni, piuttosto che idee o pensieri. Gli alunni, hanno incontrato anche i propri disagi e le proprie paure, ma al tempo stesso hanno avuto l’opportunità di sperimentarsi con fiducia e superarli. Grazie anche alla collaborazione dell’insegnante-tutor, che ha partecipato attivamente insieme ai suoi alunni, si è potuto creare uno spazio di fiducia reciproca, in cui tutti si sono sentiti accolti e accettati, senza giudizio. Ciò ha permesso di passare dall’espressione creativa delle forme esteriori alla creatività espressione di sé. La frase di movimento scambiata in coppia, 14 www.salutare.info

Tramandato dalla più antica tradizione esso racchiude un messaggio che è personale e universale al tempo stesso: rappresenta l’essere umano nella sua unità, corporea, emozionale, mentale e spirituale, e nella sua unità con tutti gli altri esseri viventi e l’ambiente in cui vive.

e in gruppo, dove ognuno dà, riceve e crea insieme all’altro, acquista il significato più ampio di: “mi apro al mondo, porto il mondo dentro di me” - “entro nel mondo dell’altro e lascio che l’altro entrI nel mio mondo”. Dopo ogni incontro, gli alunni hanno imparato a verbalizzare su quanto hanno vissuto nell’esperienza corporea, a comunicare le loro emozioni e le loro sensazioni, a prendere consapevolezza che ognuno ha un valore e che per crescere è necessario condividere e interscambiare con gli altri la propria esperienza umana. L’attività di DanzaMovimentoTerapia è stata portata nella performance teatrale e musicale del 12 giugno 2009, nell’ambito della quale, è stato eseguito, da parte degli alunni, un movimento simbolo: “Il Saluto della Terra e il Cielo”, eseguito sulla musica “we are the world”. È stato scelto questo movimento perchè molto semplice nell’esecuzione, ma al tempo stesso ricco di significati simbolici.

Dell’esperienza avuta, gli alunni hanno detto: - mi sono rilassata - ho espresso tutte le mie emozioni con il corpo - sono riuscita a fare più amicizia con le mie amiche - ho conosciuto qualche parte di loro che non conoscevo prima, come la gioia e l’allegria - all’inizio ero a disagio e non volevo togliermi le scarpe, poi mi sono sentito libero e felice - sono orgogliosa di essere qui - mi sento riappacificata con tutti - io ero timida, ma sono riuscita ad esprimermi - ho provato armonia - ho provato spensieratezza - mi sento libero e felice - sono sempre contento di venire qui - (Barbarisi Francesco, Cristiano Alessia, Della Sala luca, Dello Russo Carmela, Di Grezia M.Antonietta, Ercolino Federica, Ferraro Ketty, Greco Angelo, Landi Mario, Leo Gabriele, Preziosi Fiorentina, Sibilia Luana, Strazza Ezio, Vacca Nicolina, Vitale Antonia). L’insegnante - tutor: - mi sono sentita bene, è stato piacevole anche sperimentarmi in un rapporto nuovo, da quello che normalmente ho con i ragazzi - (prof.ssa Palmira Mettivier). L’esperienza è stata possibile anche grazie al preside Antonio Portanova, per la sua accoglienza, al lavoro organizzativo di Lidia Toscano, e delle coordinatrici, le prof.sse Anna Capossela e Sofia Ocone.

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Resp.le dr. Leopoldina De Varti, C.so Umberto I, 120 - Avellino cell: 347 0352548 - e-mail: dr.leopoldinadevarti@libero.it


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Previdenza a cura di del Servizio Marketing di Banca della Campania

La vita si allunga...

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Perchè è importante avere una polizza vita.

L’aspettativa di vita è certamente cresciuta (nel 2009 in Italia è salita per gli uomini a 79 anni e per le donne a più di 84) e con essa la necessità di far fronte ad una spesa sanitaria e assistenziale al di sopra delle proprie risorse disponibili.

sul territorio, accanto ai tradizionali prodotti bancari di deposito e di credito, offre una vasta gamma di coperture assicurative prodotte da primarie compagnie italiane. Le prestazioni garantite da queste polizze vanno dalla primaria esigenza di tutela e di crescita di un capitale iniziale, alla funzione di accumulo di piccole somme in un piano pluriennale di crescita, al fine di realizzare in futuro un capitale che potrà realmente servire.

Oggi le conseguenze sociali di una bassa natalità sono molteplici e i lavoratori in pensione non sono interamente sostituiti da forze lavoro giovani, ponendo all’Europa ed al Paese Italia problemi legati alla salute ed al sostegno di una popolazione invecchiata. Le stime Istat prevedono che, tra oggi e il 2030, ci sarà un aumento del numero degli ultrasessantacinquenni di 4,9 milioni e che 75 anni possono essere considerati un buon limite di autonomia (per lavarsi, vestirsi, mangiare e curarsi da solo). Anche garantirsi lo stesso livello economico per quando si smetterà di lavorare è un obiettivo che tutti vorremmo poter raggiungere, così come

Anche l’assistenza medica può essere molto costosa. Il costo medio mensile del ricovero in una Casa di cura si aggiri sui 2-3.000 euro. Tale costo, nei casi più gravi che necessitano anche di assistenza di tipo infermieristicospecializzata, potrebbe arrivare a 5-6.000 Euro. Quanto all’assistenza medica domiciliare in Italia i costi vanno dai 18 euro/ora per prestazioni di base ai 39 euro per l’assistenza fisioterapica. proteggere le persone care dalle incertezze del domani. Una polizza vita è la risposta Un prodotto che, con l’investimento di parte dei propri risparmi in un medio-lungo

periodo rappresenta lo strumento fondamentale di quella previdenza individuale a cui ogni persona dovrebbe pensare per tempo. Ed oggi Banca della Campania, istituto fortemente radicato

All’uopo esistono polizze che pagano le spese mediche, ma non tutti sanno che esiste anche una copertura che si impegna al pagamento delle spese domiciliari o a quello di una Casa di riposo per persone non autosufficienti. Pertanto aiutiamoci ad avere una vita che non sia soltanto più lunga ma che sia di qualità. La Banca della Campania sa di poterVi aiutare. Per informazioni rivolgersi ai consulenti delle nostre filiali.

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Posturologia Dr. Giovanni Postiglione Dottore in Fisioterapia, Chinesiologo, perfezionato in Posturologia e Osteopatia

Il colpo di frusta

Il colpo di frusta cervicale è uno degli eventi traumatici più frequenti negli incidenti automobilistici. è così definito perché il capo subisce un movimento in avanti e indietro simile a quello di una “frusta”. Il trauma comporta un movimento violento di iperflessione ed iperestensione del tratto cervicale. La dinamica del trauma è dovuta, in genere, a collisioni dei veicoli a motore, che determinano un meccanismo accelerativo/decelerativo di trasferimento d’energia sulla regione cervicale. Il meccanismo lesivo si verifica con la concomi­t anza di due movi­menti for­zati del tratto cervicale: iperestensione e iperflessione. Gli in­cidenti tipici sono: l’urto frontale e il tamponamento. Nell’urto frontale, il capo del passeggero viene catapultato prima in avanti (iperflessione) e poi violentemente in­dietro (iperestensione). L'iperestensione può provocare danni ai tessuti molli della parte anteriore del collo. Nel tam­ponamento, invece, l’impatto posteriore determina prima una ipere­sten­sione del collo e dopo una iper­flessione. L’iperflessione può provocare danni ai legamenti e alle strutture cervicali posteriori. Anche in alcune attività sportive

si possono verificare traumi di­ storsivi cervi­cali (sport di contatto, tuffi, capovolte). Le conseguenze di un colpo di frusta interessano soprattutto: muscoli, legamenti, dischi intervertebrali, sistema vascolare, sistema nervoso simpatico, vertebre e midollo spinale. Nei casi meno gravi si possono avere danni ai legamenti, distorsione cervicale, edema locale e contrattura muscolare riflessa. Nei casi più gravi, di competenza traumatologico-chirurgica si possono verificare rotture dei legamenti, lussazioni, ernie cervicali, fratture vertebrali. Chiaramente diversi fattori influenzano la gravità del colpo di frusta: forza d’impatto, dinamica dell’incidente, velocità, condizioni cliniche della regione cervicale antecedenti al trauma. Il paziente con colpo di frusta, in genere, non ha sintomi importanti nell’immediato dopo trauma, al punto che talvolta rifiuta il trattamento medico. I primi sintomi compaiono alcune ore dopo il trauma ed entro i primi 3 giorni e sono: dolore cervicale, brachialgia, limitazione dei movimenti, cefalea, parestesie (formicolii). Altri sintomi tendono a comparire dopo alcuni giorni: nausea, affaticamento visivo, vertigini, instabilità posturale, insonnia. Anche la mandibola può subire delle ripercussioni che si manifestano con dolori e scrosci mandibolari. Alcuni sintomi tendono a

persistere molto tempo, pertanto la com­po­nente psicologica può alterarsi e sfociare in una sin­drome depressiva che condiziona ulteriormente la qualità della vita. Terapia Dopo un colpo di frusta è necessario sottoporsi a visita medica specialistica e agli esami diagnostici prescritti (RX, RMN, stabilometria). Nei primi giorni bisogna praticare la terapia medica e l’eventuale fisioterapia strumentale. La fase acuta (i primi 8 giorni) è caratterizzata da dolore, edema, contrattura muscolare, limitazione dei movimenti. In questa fase bisogna evitare un lungo periodo di riposo, che favorirebbe la cronicità dei sintomi. L’uso di un collare può rappresentare un aiuto, a patto di non eccedere con i tempi di immobi­lizzazione. Va tenuto soprattutto la notte e durante gli spo­s ta­menti con gli automezzi. Dopo la fase acuta un protocollo riabilitativo molto efficace è costituito da terapia manuale e taping neuromuscolare. Il taping neuromuscolare è una tecnica riabilitativa che si pratica tramite l’applicazione sulla pelle di un particolare “cerotto colorato” anallergico e senza farmaci. è una terapia naturale efficace e priva di effetti collaterali, in grado di ridurre il dolore attraverso il ripristino della circolazione, il drenaggio di sostanze infiammatorie e il rilassamento muscolare. Questi risultati si

possono ottenere mediante pochi trattamenti eseguiti da fisioterapisti specializzati. Quando il dolore si è ridotto, le tecniche riabilitative miofasciali e osteopatiche sono in grado di liberare i tessuti dolenti e ridare al tratto cervicale tutti i movimenti fisiologici. Nella fase cronica, 2/3 mesi dopo il trauma, le tecniche di rieducazione funzionale e posturale, riguarderanno l’intera colonna vertebrale in modo da liberare il corpo da qualsiasi tensione residua e garantire un pieno e completo recupero funzionale.

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Come riabilitare un trauma fastidioso e sottovalutato.


Musicoterapia a cura del prof. Antonio Suelzu Musicoterapista per i disturbi della comunicazione

Aspetti valutativi in musicoterapia

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Alla scoperta della propria identità sonora. A tutti sarà capitato di trovarsi ad avere un senso di sgradevolezza nel vedere scorrere immagini accompagnate da melodie che non apprezziamo come pertinenti, come se non ci fosse una buona corrispondenza tra immagini, vicende raccontate e quanto la musica di per sé evoca in termini emotivi. Se è vero che non esiste una corrispondenza universale tra caratteristiche di un brano musicale e senso affettivo, è altrettanto vero che la musica è campo privilegiato di espressione dell’emozione, poiché attraverso il disegno melodico, la ritmica e le tonalità, si possono riprodurre le caratteristiche degli affetti di base. C’è, infatti, una certa corrispondenza all’interno della stessa cultura occidentale nell’attribuzione di un carattere emozionale ad un determinato brano musicale, ad esempio: un brano lento in tonalità minore, difficilmente è associato ad emozioni positive, mentre si presterà più come luogo di proiezione di un'affettività collegata ad eventi dolorosi di tipo depressivo. Nella storia di qualsiasi individuo i suoni hanno un ruolo fondamentale nel creare il primo contatto con il mondo; la vita è fatta di ritmo, a partire dai vocalizzi scherzosi e dalle ninne nanne che ci hanno cullato nei primi 18 www.salutare.info

mesi, hanno, in qualche modo, lo stesso valore che una colonna sonora ha per un film, vale a dire amplificano, mettono in suono e restituiscono all’interno dello scambio dell’adulto con il bambino, le caratteristiche affettive della loro interazione. La madre che risponde ai suoni disarticolati del neonato, ampliando la gamma dei suoi suoni creandone di nuovi, propone al bambino una specie di dialogo che per essere capito dal piccolo, deve avere anche una coerenza dal punto di vista emotivo e una voce ricca di contorni prosodici che arrivi meglio all’interlocutore. Possiamo parlare, quindi, della musica come di quell’esperienza che può dotarci di un contenitore per l’apprendimento di certe qualità e sfumature affettive e relazionali. Questo significa che, a partire dalle prime esperienze di consonanza e sintonia con la madre e l’ambiente in generale, sviluppiamo la capacità di usufruire di una stimolazione acustica che sollecita in noi emozioni, contatti con aspetti della nostra memoria sensoriale. Nei casi di una relazione difficoltosa e di mancata sintonia emotiva nel primo ambiente verso le espressioni comunicative del bambino, la musica può essere quell’elemento che facilita il contatto con gli stati affettivi. Probabilmente ognuno di noi ha la propria colonna sonora, come possedere un idioma personale, un condensato ritmico e melodico che ci identifica, e possiamo pensarla come una valigia di

frammenti sonori più o meno articolati che ognuno si porta dietro, che vanno a formare la nostra “il nostro vissuto sonoro privato”, l’insieme di tutti i brani e ritmi che abbiamo inscritto nella nostra memoria acustica e sensoriale a partire dai primi momenti della nostra vita intrauterina. Un buon riferimento a quanto detto è dato dal brano Pierino e Lupo di Prokoviev, fiaba musicale di uso didattico. Prokoviev introduce ciascun personaggio della storia presentando all’ascoltatore uno strumento con una sua linea melodica che identifica quel personaggio che corrisponde. L’ascoltatore si ritrova ad associare caratteristiche del personaggio e musica in modo naturale. Questa stessa associazione avviene di consueto tra stati d’animo e musica, tra ricordi di situazioni sperimentate e la musica ascoltata in un particolare periodo. Ciascuno di noi è come un personaggio nella fiaba di Prokoviev, con il proprio mondo melodico che si distingue e si caratterizza dagli altri pur interagendo con il resto dei personaggi. Pertanto, la musica che ciascuno di noi sceglie di ascoltare, come i libri

che sceglie di leggere, non è casuale, è sempre in relazione alla possibilità e sensibilità che abbiamo, in quel determinato momento, di entrare o meno in contatto con alcuni elementi affettivi che il brano musicale ci propone e rievoca. I vari generi musicali presentano, infatti, aspetti tematici che si prestano per fondere l’espressione di un determinato affetto e sentimento. Ciascuno di noi si ritrova e si riconosce nell’ascolto di alcuni determinati generi o brani poiché con quella musica sente di entrare in sintonia con un aspetto del proprio sé o con un periodo della propria vita. Quindi, potremmo dire che quella musica vibra per simpatia con noi, rappresenta la colonna sonora giusta per quel momento o quella nostra dimensione emozionale; ed allo stesso modo della colonna sonora, quella musica esalterà un aspetto emotivo, da latente che sia lo metterà in evidenza, ce lo potrà far divenire più consapevole e gratificante. A scuola il bambino deve poter crescere e formarsi con serenità e piacere, sapendo di avere la comprensione e la fiducia di tutti gli operatori.


Podologia a cura della dr. Antonio Pacilio - Podologo e Posturologo

L’alluce valgo Diagnosi e terapie.

L’anatomia patologica dell’alluce valgo è caratterizzata da un insieme di alterazioni a carico delle parti ossee e dei tessuti molli: - alterazioni metatarsali - deviazione del primo dito - deviazione dei sesamoidi* - squilibrio muscolare - alterazioni delle formazioni anatomi che vicine - alterazioni delle parti molli - alterazioni circolatorie. Esso può comportare: • una borsite a livello dell'esostosi metatarsale; • dolori che possono essere dovuti all'irritazione della scarpa sul 2° dito atteggiato in griffe; • metatarsalgie, con ipercheratosi a livello plantare e/o a livello dorsale o apicale delle dita. L’esame radiografico va effettuato sotto carico nelle proiezioni dorso-plantare, latero-laterale e di Walter Muller. Nell’eziopatogenesi dell’alluce valgo esistono diversi fattori combinati fra loro. Distinguiamo, infatti, forme congenite, forme acquisite e forme secondarie. La prevalenza dell’alluce valgo varia nelle differenti popolazioni. In uno studio recente condotto nel Regno Unito su 6.000 bambini di 9-10 anni, il 2,5% mostrava segni clinici di alluce valgo e il 2% rientrava nei criteri clinici e radiologici per la diagnosi di alluce valgo; negli adulti è stata riscontrata la presenza nel 48%. La maggioranza dei pazienti con alluce valgo, lamenta dolore sulla prominenza mediale della I° testa metatarsale. Clinicamente si

osservano delle ipercheratosi (callosità) dolenti generalmente localizzate sotto i metatarsi centrali. Si riscontrano spesso altri problemi dell’avampiede come la deviazione del secondo dito, le ipercheratosi a livello dorsale e/o apicale, le dita a martello e le metatarsalgie. All’esame podoscopico è frequente l’assenza dell’impronta di qualche dito per la lussazione dorsale. Prima di iniziare un iter terapeutico è importante informarsi accuratamente sulle abitudini sportive e di vita dei pazienti, sulla loro attività lavorativa e sulle calzature solitamente utilizzate. La terapia incruenta ha lo scopo di ridurre il dolore, migliorare la mobilità del piede, l’appoggio plantare e la deambulazione. In molti casi in cui il secondo dito è sovraddotto al primo, si utilizzano scarpe con pellame morbido o in tessuto elastico (es. setaflex) con la calzata ampia.

- lesione di un nervo periferico - mancata consolidazione (pseudoartrosi) - infezioni. Dopo l’intervento chirurgico, la rieducazione deve essere precoce e può incominciare il piano dopo l’intervento. Le calzature post-operatorie senza appoggio dell’avampiede possono servire per ritrovare rapidamente una buona autonomia; progressivamente si intensificheranno le mobilizzazioni passive e attive, poi contro resistenza. Successivamente sarà indicato l’utilizzo di supporti plantari che aiuteranno a distribuire il carico in maniera omogenea, migliorare l’appoggio plantare e la deambulazione.

Secondo la localizzazione della sintomatologia dolorosa possono essere realizzate dal podologo diversi tipi di ortesi: supporti plantari e orthoplastie in silicone medicale. Le ortesi in silicone vengono realizzate per proteggere, riallineare e sostenere la I° art. metatarso-falangea, evitando eventuali conflitti con le calzature; se invece è presente una metatarsalgia, un’ortesi plantare con barra retrocapitata o con oliva centro-metatarsale, può essere un rimedio efficace per il paziente ad assumere un atteggiamento posturale corretto scaricando le zone di iperpressione. L’intervento chirurgico è indicato, invece, per i pazienti che non hanno ottenuto dei buoni risultati con il trattamento incruento anche perchè le complicanze più frequenti dopo un intervento chirurgico possono essere: - alluce varo - recidiva - rigidità post-operatoria

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L’alluce valgo è una deformità del primo dito del piede caratterizzata da deviazione laterale (abduzione) e rotazione in valgo dell’alluce con adduzione e rotazione in varo del primo osso metatarsale.


Medicina a cura del dr. Del Buono Andrea

Influenza suina, vaccinazione antinfluenzale e medicina naturale LinfoImmuno o Tamiflù?

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L'Influenza è una malattia cagionata da un Virus, che a differenza dei batteri, sensibili all'effetto dei comuni antibiotici in commercio, ne rimangono insensibili, sebbene siano in commercio farmaci antivirali. Gli antivirali, oltre ad avere effetti indesiderati, talvolta anche gravi, hanno una bassa efficacia terapeutica (dal 58.5% al 68-89% nei contatti dei casi indice), per queste motivazioni “non dovrebbero” essere impiegati di routine nel controllo dell’influenza stagionale (Jefferson TO et al, Cochrane Database Syst Rev 2006). Gli effetti avversi sono: nausea e vomito, i più conosciuti, ma sono segnalati casi di comportamento anomalo, prevalentemente tra i più giovani e adolescenti per effetti neuropsichiatrici gravi (tentato suicidio e atteggiamenti autolesivi) e morti improvvise per depressione respiratoria. Infatti la FDA, Ente Statunitense per la sicurezza dei farmaci, e l’EMEA, Ente Europeo, hanno inteso vigilare sugli effetti collaterali neuropsichiatrici, invitando i Medici e i Pazienti a limitare l’utilizzo del farmaco nei casi di comprovata esigenza e non in occasione di banali manifestazioni para

o influenzale, stante l’evidenza che, l’uso del farmaco, al massimo, riduce di un sol giorno i sintomi della malattia, pertanto la sua indicazione è nei soggetti a rischio di complicazioni gravi. Peculiarità del Virus Influenzale Una peculiarità dei virus, soprattutto quello influenzale, é di «mutare» aspetto. Se per tanti virus o batteri si presenta una certa memoria nella risposta immunitaria, il virus influenzale, modificando l'aspetto ad ogni nuovo anno, non viene riconosciuto dal nostro sistema immune e si determina la famosissima «Sindrome Influenzale». Ecco il motivo del perché, ad ogni anno, questo Virus, assume nomi diversi, inerente la località del primo nuovo caso isolato: asiatica, cinese, ecc. ecc. Pandemia o Epidemia? Dal greco "pan" tutto "demos" popolo "mia" malattia: malattia che colpisce gran parte della popolazione mondiale è una

epidemia la cui diffusione interessa più aree geografiche del mondo, con un alto numero di casi gravi ed una mortalità elevata, (nell’influenza suina, al momento, la gravità è intesa verso i soggetti a rischio e non sani!). Epidemia in greco vuol dire “sulla popolazione” (o picco epidemico) si intende il verificarsi di una malattia con una frequenza di casi inattesa, in un determinato intervallo temporale, in una determinata popolazione e/o area geografica. Endemia dal greco “dentro la popolazione”: una malattia viene definita endemica quando è costantemente presente in una popolazione con livelli di incidenza costanti. Considerazioni generali sulla Vaccinazione antinfluenzale Il vaccino antinfluenzale presenta ceppi di virus resi innocui, insieme a sostanze chimiche stabilizzanti che possono, in alcuni casi, essere nocive all'organismo. Gli Operatori Sanitari Medici esperti in medicina complementare, considerano la pratica della vaccinazione “annuale” antinfluenzale, come “non propriamente” idonea per una buona salute, in quanto come per il thimerosal anche per i nuovi stabilizzanti possono essere fatte delle osservazioni, inoltre rimane ancora da considerare la totale assenza di studi “comparati” sulla reale e “certa” efficacia del Vaccino Antinfluenzale, cioè idoneo a bloccare la replicazione del virus ed impedirne la diffusione. Comunque, non ci si può opporre a vaccinazioni importanti come ad es. la polio, ma certamente ci si può opporre ad un vaccino “annuale” (tossine?) come l’influenza. Tralasciando il vaccino “antinfluenzale”: cosa si può fare per contrastare questo malanno stagionale? Intanto è bene considerare ciò che avviene prima dell’ondata Influenzale vera e propria ovvero piccoli malesseri come: febbricola, gastroenterite, a volte

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La paura delle convulsioni spesso giustifica l’aggressività nel proporre trattamenti antipiretici, allora, leggiamo sulla The Cochrane data base (“Meremikwu M. Paracetamol for treating children fevere in children – systematic reviews 2002, Issue 2; Van Stuijvenberg M, et al…Randomized controlled trial of ibuprofen syrup administered during febrile illness to prevent febrile sizure recurrences. Pediatrics 1998.102. Uhari M, et. Al… Effects of acetaminophen and of low intermittent doses of diazepam on prevention of recurrences of febrile seizures. J. Pediatr, 1995; 126:991-5.- Rantala H, et al… Meta-analytic review of the preventive treatment of recurrences of febrile seizures. J. Pediatr, 1997; 131: 922-5) che pochi studi confrontano l’efficacia del Paracetamolo con placebo o altri metodi che riducono la febbre per evitare convulsioni febbrili e da questi pochi dati non è emerso nessun dato risolutivo, quindi non esiste documentazione scientifica a sostegno dell’efficacia

“preventiva” del trattamento antipiretico sull’insorgenza delle convulsioni febbrili. E allora? Opportunità terapeutiche preventive alternative Da medico mi sono sforzato di comprendere il perché di tale "resistenza" psicologica e la refrattarietà del cittadino comune alle efficaci cure alternative. Una sola motivazione può essere congrua “DISINFORMAZIONE”. Due micronutrienti “B-Glucano/ Resveratrolo” (G.R.A.S. “Generally Recognized As Safe” ovvero alimento) molto interessanti con azione sinergica e bilanciata (Linfoimmuno sciroppo), con sinergia dei due componenti hanno mostrato effetti straordinari sulla regolazione del sistema immune (University of Louisville,USA , 2007 - Pubmed 17690738). I micronutrienti del Linfoimmuno sciroppo cambiano l’approccio terapeutico della febbre, coadiuvando il sistema immune alla difesa contro l’invasore, ciò che è interessante e caratterizza il prodotto, al momento unico, è la dimostrata efficacia in vitro proprio di uno dei due componenti (Resveratrolo) sui principali virus respiratori, con una dose minima inibente la replicazione (2mg/ml), perché non divulgare

questa informazione? Un prodotto contenente micronutrienti che vengono classificati come G.R.A.S. (acronimo americano che significa che è stato identificato come sicuro) merita l’attenzione della classe Medica, soprattutto Medici di Base e Pediatri che lottano sul territorio con problematiche di infezioni ricorrenti nelle fasce a rischio, bambini e anziani. Informare sull’importanza della febbre e sui modificatori della risposta biologica, ridurre il consumo di farmaci antipiretici, evitare complicazioni e/o interazioni con altri principi attivi, ha certamente valore Deontologico, ma soprattutto permette di interagire con altri ricercatori che condizioneranno abitudini iperprescrittive di antipiretici o peggio di antibiotici a largo spettro. Considerazioni sull’Influenza Suina? Doveva essere l'ultima inarrestabile sciagura, praticamente l’undicesima piaga d'Egitto, inflitta al mondo. E invece l'influenza suina, si sta rivelando, dati alla mano, pericolosa e mortale quanto una comune e vecchia influenza. Esagerazioni o non, allarmi che passano dal livello uno, al quattro, al cinque come si trattasse di un videogame, creano

certamente “Paura”. Rinfreschiamoci la memoria Nel 1997 l'influenza dei polli, la tristemente famosa aviaria, partita da Hong Kong, avrebbe dovuto sterminare milioni di persone. Il bilancio definitivo dell'aviaria ha provocato, secondo i dati dell' OMS, 421 contagi e 257 morti. Nel 2002 è stata la volta della Sars (sindrome respiratoria acuta) che doveva proseguire l'opera devastatrice dell'aviaria. Inevitabile il nuovo panico collettivo, che puntualmente si è spento un anno dopo, nel luglio del 2003 lasciando, su 8.100 casi, 774 morti. Non sono pochi, certo, ma se rileggiamo i dati diffusi dalla stessa Oms, scopriamo che la classica influenza colpisce da 3 a 5 milioni di persone nel mondo ogni anno e ne uccide circa 500mila e per questo viene considerata sempre, dall'Oms, la terza causa di morte per malattie infettive dopo Aids e Tbc. Un Invito alla Riflessione Pandemia, panico e profitto, può essere il motore che da vita ad un sistema complesso? Investire milioni di euro nella costruzione di un nuovo impianto per la produzione di vaccini, ancora mascherine, gel per le mani... Eppure è solo un’Influenza! alutare 21

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vomito, diarrea, mal di capo, spossatezza sono determinati dai virus Parainfluenzali, fastidiosi, ma utili ad alzare la sorveglianza immunitaria per quando arriverà il vero virus, motivo per cui tanti individui restano immuni all'invasione virale, quando essa fa campo. La febbre è il messaggio del corpo della lotta intrapresa a liberare l’organismo da un rischio per la salute, ma noi cerchiamo a tutti i costi l’apiressia! Il controllo della febbre, come indicato dalla prestigiosa Review di Hay del 2006, può avvenire anche con i vecchi metodi fisici e si legge come siano carenti le prove di efficacia del paracetamolo e ibuprofene da soli o in combinazione rispetto ad interventi quali spugnature fredde, vestire il meno possibile, ridurre la temperatura ambiente.


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Alimentazione a cura della dott.ssa Antonella Venezia Biologa- Nutrizionista Dip. di Medicina Clinica e Sperimentale Università"Federico II" (NA)

Sono allergico o intollerante?! Differenza tra allergie e Intolleranze alimentari.

La schiera di chi si definisce “allergico/a” o “intollerante” è sempre più ampia, supportata da una notevole confusione sul significato dei due termini, e molto spesso da diagnosi fatte con metodi non validati scientificamente (soprattutto per le intolleranze alimentari). Benché circa 1 persona su 3 ritenga di essere "allergica" a certi alimenti, l’allergia alimentare ha un’incidenza effettiva intorno al 2% della popolazione adulta. L’incidenza è più elevata nei bambini piccoli, con una stima tra il 3 e il 7%. Fortunatamente, l’80-90% di tali soggetti supera l’ipersensibilità con l’età scolare (1). Cerchiamo di fare un chiarimento. Le reazioni negative agli alimenti possono essere causate da allergia alimentare o intolleranza alimentare. L'allergia alimentare è una forma specifica di intolleranza ad alimenti o a

componenti alimentari che attiva il sistema immunitario. Un allergene (proteina presente nell'alimento a rischio) innesca una catena di reazioni del sistema immunitario tra cui la produzione di anticorpi. Gli anticorpi determinano il rilascio di sostanze chimiche organiche, come l'istamina, che provocano vari sintomi: prurito, naso che cola, tosse o affanno. Le allergie agli alimenti o ai componenti alimentari sono spesso ereditarie e vengono in genere diagnosticate nei primi anni di vita. Le intolleranze alimentari, invece coinvolgono il metabolismo e possono essere di tipo enzimatico (es. ridotta attività dell’enzima lattasi nella scissione del lattosio) o farmacologico (le reazioni alle amine vasoattive o agli additivi presenti negli alimenti). Le intolleranze possono provocare sintomi simili all'allergia (tra cui nausea, diarrea e crampi allo stomaco), ma le reazioni non coinvolgono nello stesso modo il sistema immunitario. Un buon esempio per capire il sottile confine che separa la

manifestazione allergica da quella dell’intolleranza è il mal di pancia che insorge quando si beve del latte. Può essere sintomo di allergia e dipendere da un anomalo comportamento del sistema immunitario nei riguardi di certe proteine del latte, oppure può essere dovuto ad un’intolleranza al lattosio, lo zucchero del latte, se questo non viene digerito. Nel primo caso, i soggetti, definiti allergici, devono eliminare dalla dieta ogni tipo di latte, nel secondo caso i soggetti, definiti intolleranti, devono ridurre e controllare l‘assunzione dell’alimento. Una corretta diagnosi delle allergie e delle intolleranze alimentari viene effettuata mediante test scientifici validati. Se una persona ritiene di soffrire di reazioni allergiche a determinate sostanze alimentari, la prima cosa da fare è consultare uno specialista per verificare che i sintomi non siano ascrivibili ad altro. Il primo passo, di una diagnosi affidabile, è un esame fisico completo del paziente e successivamente, l’uso dei seguenti

metodi di accertamento (1). 1) Test cutanei: consistono nell’inserimento sottocutaneo di estratti di un determinato alimento per verificare l’eventuale comparsa di reazione. 2) Dieta ad esclusione: per circa 2 settimane viene eliminato un alimento o una combinazione di alimenti sospetti prima di effettuare una prova di verifica. 3) Test RAST: ricerca delle IgE specifiche, ossia degli anticorpi che reagiscono con l’allergene. 4) Test DBPCFC: unico metodo certo, test di scatenamento in doppio cieco con l’uso di un placebo. Altri tipi di test per la diagnosi di allergie e di intolleranze non sono scientificamente validati. Attenzione quindi ai metodi diagnostici usati, attenzione ad una diagnosi corretta. Attenzione alle diete che escludono categorie di alimenti, queste non risolvono la sintomatologia, anzi possono arrecare carenze nutrizionali.

Bibliografia: 1. INRAN,Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, 2009 alutare 23

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Oggi, in modo spesso improprio, sentiamo parlare di allergie e intolleranze alimentari.


Oftalmologia a cura del dr. Bruno Baldi Dirigente Medico Div. Oculistica P.O. Eboli, e di Andrea Baldi, Studente di Medicina Università di Siena

Il distacco di retina regmatogeno

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Il distacco di retina (D.R.) consiste nella separazione della retina dalla parete posteriore dell'occhio che in tal modo viene privata del suo apporto vascolare e quindi della sua sorgente di nutrimento con conseguente immediato deficit visivo. La retina è un sottile strato di tessuto nervoso deputata a trasformare gli impulsi luminosi, provenienti dal mondo esterno, in impulsi chimici, che trasmessi al cervello, tramite il nervo ottico, vengono elaborati in immagini. Clinicamente si preferisce ancora la tradizionale distinzione in D.R. idiopatico o primario (regmatogeno) e D.R. secondario. Anatomicamente il D.R. regmatogeno è la separazione del foglietto neurosensoriale da quello dell’epitelio pigmentato che rimane aderente alla lamina di Bruch e alla coroide. (Maione M. 1970) Il momento fondamentale per il verificarsi del D.R. regmatogeno è il formarsi di una lesione di continuo della retina, condizionata dall’esistenza di fattori preesistenti e concomitanti:

aree di distrofia e/o degenerative retiniche; degenerazione e fluidificazione del corpo vitreo (come ad esempio nella degenerazione vitreale senile e quella, più precoce, della miopia medio-alta). Queste lacerazioni permettono l’infiltrazione del vitreo fluidificato tra i due foglietti retinici con conseguente separazione degli stessi (Fig.-1) I pazienti con D.R. riferiscono, nella fase iniziale, visione di corpi mobili (miodesopsie) e lampi di luce, ma con il progredire del D.R. si verifica un restringimento del campo visivo con la percezione di una “tenda scura” corrispondente alla superficie della retina sollevata. Infine, quando il D.R interessa la zona centrale della retina (macula), i pazienti presentano una importante riduzione dell’acuità visiva. L’incidenza del D.R. regmatogeno, in occhi che non hanno subito traumi oculari (anche chirurgici), è di circa 1/10000 persone all’anno (0.01%); questa percentuale aumenta soltanto leggermente se includiamo i D.R. post-traumatici. Le rotture retiniche (la cui presenza è necessaria affinchè si parli di distacco di retina regmatogeno) hanno un’incidenza, nella popolazione

Esempio di indentazione sclerale. A sinistra: distacco di retina con una rottura retinica. A destra: il cerchiaggio (in alto nella figura) spinge dall'esterno la parete dell'occhio contro la retina e ne permette il riaccollamento.

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generale, del 3.3 % per anno. Può colpire ogni età, ma è più frequente tra i 40 e i 70 anni e non presenta una ben definita predilezione di sesso e razza, anche se è meno frequente nella razza nera. Si tratta di una patologia che di solito si manifesta in un occhio soltanto. I fattori di rischio sono molteplici tra cui citiamo il distacco posteriore di vitreo, le degenerazioni retiniche periferiche, la miopia (medio-alta), l’estrazione di cataratta ed altre procedure chirurgiche sul bulbo oculare, i traumi, le infezioni e le infiammazioni endooculari. La terapia del D.R. è chirurgica tranne nei casi in cui si riesca, con una diagnosi molto precoce, ad identificare la lacerazione retinica prima che si verifichi il distacco. In questo caso un trattamento laser può risolvere il problema con prognosi funzionale favorevole. Gli obiettivi della terapia: sono la chiusura permanente delle rotture retiniche, il riaccollamento della retina ed il recupero funzionale. La chiusura delle rotture retiniche viene raggiunta provocando una reazione infiammatoria con conseguente formazione di una cicatrice corioretinica attorno alla rottura. Per ottenere ciò la retina sollevata deve essere riposizionata chirurgicamente con l’indentazione della sclera dall’esterno. Di fronte a distacchi di retina più complicati si pone la necessità di intervenire chirurgicamente dall’interno con tecniche più complesse. L’unica forma di prevenzione esistente è rappresentata da controlli oculistici periodici soprattutto per i pazienti a rischio (miopie medio-elevate). Il riconoscimento di aree degenerative (regmatogene), che potenzialmente possono dare origine ad una lacerazione retinica, permette di trattarle con fotocoagulazione laser in modo da scongiurare la successiva catena di eventi che provoca il D.R con prognosi funzionale spesso severa.


Podologia a cura del Dr. Pietro Peluso - Podologo e Podoposturologo

Piede diabetico Screening.

Si parla di piede diabetico quando è presente la neuropatia diabetica (perdita della sensibilità tattile, dolorifica, vibratoria, pressoria, termica, riflessi achillei) e/o la vascolopatia degli arti inferiori che compromettono la funzione e/o la struttura del piede. Attraverso una valutazione viene effettuato lo screening (monitoraggio del piede), eseguendo un protocollo, si va a valutare lo stato, la conseguente valutazione di rischio e i controlli da effettuare. I sintomi della neuropatia periferica sono: - Bruciore - Sensazioni di caldo e di freddo I segni clinici sono: - Alterazioni strutturali (griffe delle dita, prominenza delle teste metatarsali, alluce valgo etc.) - Anidrosi (pelle secca) - Fissurazioni cutanee - Ipercheratosi (callosità)

- Colorito rossastro della cute - Edema - Riduzione di riflessi (rotuleo, achilleo e medio plantare) - Deficit della sensibilità I sintomi della vascolopatia sono: - Claudicatio intermittens, definita come un dolore più o meno intenso associato a crampi o affaticamento al livello della muscolatura dell’arto. I segni clinici sono: - Colorito ischemico della cute - Polsi periferici ( pedidia e tibiale posteriore) assenti - Perdita di attività dei bulbi piliferi - Temperatura cutanea ridot ta al termotatto. - Indice di Winsor compreso tra 0,90 e 0,50 Lo screening si effettua con strumenti non invasivi. Una volta finito lo screening si va a valutare la classificazione di rischio e i controlli da effettuare. Una complicanza grave di un piede diabetico è l’ulcera. Un piede diabetico con ulcera aperta può andare incontro all’infezione: la vera causa che porta all’amputazione. La Prevenzione si basa principalmente sull’addestramento del paziente ad un autocontrollo quotidiano atto ad identificare preventivamente le condizioni morbose.

- Controllare le calzature all’interno prima di indossarle - Indossare sempre calzini - Utilizzare creme emollienti (per la cute secca) Cosa non fare? - Camminare scalzi - Utilizzare calze rammendate o strette - Tagliare le unghie troppo corte - Utilizzare callifughi e strumenti taglienti per le ipercheratosi. - Utilizzare fonti di calore La prevenzione deve essere integrata con l’uso di feltri podologici, ortesi in silicone, e ortesi podaliche plantari biomeccaniche le quali si basano sullo scarico delle zone di iperpressione ed il ripristino delle normali condizioni biomeccaniche, agendo come difesa, da frizioni e iperpressioni su eventuali ipercheratosi (callosità) che si possono trasformare in ulcera. Il podologo deve interagire con altre figure mediche e sanitarie (diabetologo, angiologo, vascolare, dietologo, infermiere) per un ottimo trattamento e guarigione del paziente.

Cosa fare? - Ispezione quotidiana, con l’ausilio di uno specchio per vedere le parti nascoste - Praticare pediluvi brevi < 5min. con acqua a 37° - Usare saponi a ph fisiologico - Tagliare le unghie dritte (utilizzare un taglia unghie) - Asciugare con attenzione gli spazi interdigitali -Utilizzare calzature congrue alle deformità del piede alutare 25

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La migliore difesa è la conoscenza del problema. La prevenzione è la migliore cura.


Fitoterapia a cura della dott.ssa Grazia Fiore

Il tartufo Aromi e sapori del sottosuolo

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Sebbene mangiato fin dai tempi dei Sumeri, il tartufo viene decantato per aroma e sapore solo all’inizio del secolo scorso. Oggi accompagna, preferibilmente crudo, ma anche cotto, molti cibi fornendo notevoli quantità di proteine, sali minerali, vitamina PP e un pizzico di ormoni dal potere afrodisiaco. Anche se apparentemente misteriosi e non facili da classificare dal punto di vista tassonomico, i tartufi sono dei funghi che producono il loro corpo fruttifero nel sottosuolo. Si tratta di Ascomiceti del genere tubero “simbiotici” ovvero che vivono in mutuo rapporto con le radici di varie piante arboree, come le querce, le farnie, i faggi, i lecci, i noccioli, i carpini, i salici i pioppi, ecc. che formano micorize ectotrofiche (strutture fungine esterne alle radici) il cui corpo a forma di tubero globoso e irregolare, è molto apprezzato in culinaria. Hanno corpi fruttiferi sotterranei, lisci o rugosi, rotondeggianti o lobati, di colore dal nocciola chiarissimo, al rossiccio, al viola, al nero, costituiti da un

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finissimo intreccio di ife (cellule allungate e filiformi) di micelio, disposto in numerose concatenazioni, le quali contengono da una a otto spore ciascuna. A causa degli stretti rapporti di simbiosi con le piante superiori, la coltivazione artificiale dei tartufi presenta notevoli difficoltà, anche se è possibile favorirne la diffusione seminando ghiande raccolte ai piedi di querce già tartufogene, presumibilmente già “sporche” di spore di tartufo. La ricerca di questi particolari funghi , viene generalmente attuata da specialisti con l’ausilio di cani o di maiali appositamente addestrati. Da documenti numerici si evince che i tartufi dovevano essere considerati una prelibatezza, perché una particolare varietà di tartufo veniva inviata a ceste intere al re. Già molto apprezzati dai buongustai dell’antica Roma, venivano utilizzati da alcune popolazioni africane, ed è noto come in epoca medievale gli abitanti di Baghdad si deliziassero con tartufi del deserto arabico. Gli italiani solo nel 1500 portarono sulle loro tavole le specie nostrane ma solo nel 1800 si apprezzò appieno il loro valore, e da allora, diventati di moda, furono elogiati in molte opere

che contribuirono a triplicarne il prezzo. I tartufi più pregiati appartengono a specie che vegetano in Europa tra il 40° e il 46° grado di latitudine nord, Portogallo, Spagna, Francia, Italia e Jugoslavia. Tra queste specie ricordiamo il Bianco o di Alba ritenuto universalmente il top dei tartufi. Emana forte e gradevole profumo ed il sapore tipico ricorda quello del formaggio grana. Il Nero o di Norcia o di Spoleto preferisce terreni calcarei. Emana profumo delicato e gradevole, ha un sapore squisito e viene anche chiamato Tartufo nero Dolce. Il Nero ordinario o di Bagnoli emana profumo debole, ha una scorza violetto-scura e matura da gennaio a marzo. In genere i tartufi vengono giustamente considerati e valutati per il sapore e l’aroma, ma va sottolineato il loro contenuto di proteine: sono infatti ricchi di lisina, cistina e metionina e dotati di grande valore biologico per il potassio, il ferro, il calcio e la vitamina PP. I tartufi non andrebbero né lavati né sbucciati, al massimo sciacquati con vino bianco secco e in cucina utilizzati crudi, oppure cotti delicatamente dopo averne fissato le essenze aromatiche in olio o burro.

Infatti gli oli essenziali che gli conferiscono l’aroma sono molto volatili ed in buona parte lipofili. I tartufi freschi perdono l’aroma ed il gusto in meno di una settimana ma si possono conservare per qualche mese. Si usa grattugiare circa 40 gr. di tartufo e amalgamare con 60 gr. di burro fatto ammorbidire a temperatura ambiente. Si conserva in contenitore di vetro in frigo e va usato a cucchiaini all’occorrenza crudo o scaldato delicatamente.

Si possono conservare anche crudi per qualche mese in vino bianco in vasi di vetro chiusi ermeticamente e fatti bollire a bagnomaria per circa 20 minuti. Anticamente il tartufo era ritenuto afrodisiaco, il Platina, nel suo De onesta voluptate lo definisce “eccitante della lussuria“ e oggi la scienza vi ha effettivamente scoperto degli steroidi non ormonali del tipo delta-16 ad azione feromonica, simili a quelli secreti dalle ghiandole sessuali del maschio del maiale. Ogni grammo di tartufo, in quantità progressivamente decrescente dal bianco al nero a quello in scatola, ne conterrebbe da 61 a 26 nanogrammi. Un uso abituale di tartufi adeguatamente conservati e preparati, con cadenza all’incirca settimanale o bisettimanale può quindi avere un leggero effetto tonico nella sfera sessuale.


Urologia a cura del Prof. Virgilio Cicalese

TRUS L’ ecografia, metodica conosciuta, diffusa ed ampiamente consolidata come indagine strumentale nella diagnostica per immagini, vive oggi, grazie anche all’aggiornamento tecnologico, sempre nuove evoluzioni. Tra le indagini di primo livello in campo urologico l’ ecografia è senz’altro quella più richiesta per la facilità di esecuzione e la rapidità di informazioni anatomiche e funzionali, per la ripetibilità dell’esame nonché per la utilizzazione degli ultrasuoni, privi di effetti nocivi come le radiazioni ionizzanti. è tuttavia una metodica gravata da una variabile percentuale di falsi positivi e falsi negativi poiché operatore-dipendente: questo significa che più è esperto l’ecografista, minore è il margine di errore. Sono comunque innegabili i vantaggi per il paziente con una metodica diagnostica che, grazie alle continue innovazioni tecnologiche è in permanente evoluzione.

Inoltre, l’ecografia consente l’utilizzo delle immagini per direzionare prelievi bioptici o agoaspirati a livello di numerosi organi assumendo, quindi, un importante ruolo anche nelle procedure diagnostiche invasive o addirittura in interventi terapeutici. Ne è un classico esempio l'ECOGRAFIA PROSTATICA TRANS-RETTALE, indagine effettuata con sonda endocavitaria da 6,5 Mhz, la cui esecuzione prevede la in-

infatti di biopsia ecoguidata) con maggior margine di sicurezza per il paziente e per l’operatore stesso rispetto alle obsolete metodiche digitoguidate. Infatti l’immagine ottenuta per contatto diretto della sonda con la prostata (con l’interposizione della sola parete anteriore del retto) e non con la interposizione della finestra acustica generata dalla vescica in stato di replezione e dalla parete addominale, ha un migliore contrasto (enhancement) che permette uno studio accurato delle zone suggestive di neoplasia, dei margini della ghiandola e delle vescicole seminali. Tuttavia si tratta di un esame invasivo e pertanto da somministrare a pazienti accuratamente selezionati mediante una visita specialistica urologica ed in seguito alla valutazione di varie indagini ematochimiche tra cui il dosaggio del PSA.

troduzione nel retto di una particolare sonda per un’approfondito studio morfo-strutturale della ghiandola prostatica. Alla diagnostica, migliore per qualità e definizione di immagini, si associa, infatti, la possibilità di effettuare biopsie delle zone sospette e/o random (si parla

Inoltre, le possibili elaborazioni delle immagini (es. con software adeguato 3D e/o 4D ) rendono l’ecografia prostatica trans rettale particolarmente interessante per le future applicazioni con una sensibilità sempre maggiore. Lo studio morfologico della ghiandola prostatica (e della vescica, se necessario), le sue dimensioni, i margini, le vescichette seminali, la occlusione da parte del lobo medio del collo vescicale, sono dettagliate informazioni che offrono allo specialista urologo la possibilità di immediato colloquio con il paziente per un approccio terapeutico e/o di approfondimento basato su circostanziate conoscenze anatomiche della prostata. Riteniamo, dunque, che consigliare al paziente lo studio della unità anatomofunzionale vescica-prostata-vescichette seminali con metodica trans-rettale sia particolarmente vantaggioso per lo stesso, a condizione che sia chiara a tutti la indicazione fornita dalla visita dello specialista urologo.

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Ecografia Prostatica Trans-Rettale


Una sana abitudine Vorremmo ringraziare uno per uno tutti quelli che ci leggono, scrivono, sostengono, ma una sola pagina non basta. Molti di voi ci aiutano tanti altri ne traggono beneficio... è “solo” questo che vogliamo: continuare a farlo.

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Una farmacista esemplare Simbolo di una società che si evolve.

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Ci piace ricordare il farmacista com'era una volta: quasi un sostituto del medico di famiglia e primo interlocutore ai problemi del paziente. Il suo ruolo nel tempo ha subito una trasformazione ma dobbiamo ricordare che il farmacista nasce per fornire un'intermediazione esperta tra farmaco e cittadino e per supportare il sistema sanitario nell'opera di comunicazione e informazione sul corretto uso dei farmaci. È un dato importante, questo, che ci ricorda di non sottovalutare i preziosi consigli dati dal farmacista e, ancora una volta a non fare uso indiscriminato dei farmaci. L'attività farmaceutica è tra le più antiche e misteriose della storia, avvolte spesso da mistero.

pestelli, alambicchi e bilancini di precisione. Un esempio di cui il nostro territorio ricorda con orgoglio è la dottoressa Antonia Bonito (madre del dr. Aldo Sabato) che, a partire dagli anni '30 del secolo scorso, in una farmacia di Corso Umberto l, ad Avellino, esercitava questa professione. La dottoressa Bonito, nata il 4 luglio 1904 era figlia di farmacista, penultima di otto figli, frequentò, unica donna, l'Istituto Fisico-matematico, corrispondente all'attuale Liceo Scientifico. Anche l'indirizzo universitario al quale s'iscrisse era insolito per una donna: Chimica e Farmacia. La morte del padre, Pietro, avvenuta nel 1923, la costrinse a sospendere gli studi, che saranno ripresi poco tempo dopo e premiati con il conseguimento della laurea nel 1932. In quest'anno s'iscrisse all'Albo dei Farmacisti di Avellino. Era la prima donna dell'lrpinia ad esercitare tale professione.

Avviata nella farmacia di famiglia gestita dal fratello Attilio, nel 1936, dopo la morte del fratello sarà Antonia Bonito ad assumere la titolarità della Farmacia. L'anno dopo sposò il pugliese Gaetano Sabato, anch'egli farmacista di Galatina. Il sodalizio sentimentale e professionale si mostrò vincente: accanto alla farmacia, prima della seconda guerra mondiale fu avviata un'attività all'ingrosso di prodotti farmaceutici.

Sotto la guida della Bonito l'azienda farmaceutica raggiunge notevoli traguardi divenendo una realtà imprenditoriale di prestigio che assicura lavoro e prosperità a molte persone. La coppia di farmacisti, riunita dopo la separazione della guerra, alla fine degli anni '60 consegna ai figli un'azienda florida e piena di promesse in un settore nel quale la farmacista Antonia Bonito seppe trasferire tutte le sue doti di donna intelligente e di perfetta manager, come si direbbe oggi.

Con l'entrata in guerra dell'italia il dottor Sabato fu inviato in Libia col grado di Capitano farmacista. In questo periodo la dottoressa Bonito si dimostrerà un'abile imprenditrice portando a livello d'eccellenza la farmacia ed il deposito di medicinali, al quale si rivolgono ormai tutte le farmacie della provincia di Avellino. La sua fu una piccola, grande rivoluzione non solo per la novità che quella donna rappresentava, ma anche per gli straordinari risultati conseguiti.

L'attività storica della dottoressa Bonito continua tuttora con la Farmacia del Dr. Aldo Sabato appena trasferitosi in Via Carducci, ad Avellino in una sede completamente rinnovata, dotata di una vasta gamma di prodotti SOP, OTC, cosmesi, sanitaria, erboristeria, omeopatia oltre ai servizi di autoanalisi di: pressione, glicemia, colesterolo, trigliceridi, GOT, GPT, emoglobina, acido urico e creatinina, nonchè servizio di consegna a domicilio e ossigenoterapia.

A metà Settecento operavano vari rappresentanti di questa benemerita categoria nelle botteghe della città. Tra Ottocento e Novecento la farmacia diventa anche un luogo di socializzazione e, a volte, palestra di politica, oltre che centro vitale di alcune contrade. Per secoli, austere figure con tanto di barba argentata, incutevano rispetto dai loro banconi ingombrati da vasi policromi di varie misure, mortai, 30 www.salutare.info

Farmacia Sabato

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Via Carducci, 20/22 Avellino


Benessere

“Marchio di qualità” per le acque termali della Campania

Le acque sulfuree bicarbonate delle Terme Cappetta sono un ottimo rimedio per curare disturbi agli apparati respiratorio, locomotore e genitale femminile. Le acque di Contursi Terme (SA), tra le più prodigiose del mondo, danno vita a moderni complessi termali, dove è possibile sottoporsi a cicli completi di terapie per la cura di artrosi, artriti, reumatismi, gotta, malattie della pelle e dell'apparato respiratorio. Le acque fredde, minerali e oligominerali, curano le malattie dell'apparato digerente e delle vie urinarie, regolano la pressione sanguigna e le funzioni epatiche. Le analisi più recenti effettuate sulla sorgente termale di Contursi hanno evidenziato che le acque contengono la più alta percentuale di anidride carbonica in tutta Europa, una caratteristica che la rende particolarmente utile per curare la forma cronica delle vascolopatie. Le sorgenti termali che sgorgano

dal fiume Sele sono quindici, distinte in tre gruppi in base alla composizione: salso-bromoiodiche, solfuree e bicarbonatoalcaline. Ognuna delle sorgenti ha quindi una sua peculiarità terapeutica. Le acque delle Fonti di S. Antonio, ad esempio, sono ricche di sostanze sulfuree e alcaline. Esse sgorgano dalla terra ad una temperatura di 40° e sono indicate per la cura delle malattie delle mucose, dell'apparato genitale, nel recupero di fratture e lussazioni ma anche per l'anemia, l'asma bronchiale e il linfatismo; le acque della Fonte di Pruno Sottano, invece, sgorgano a 31° e sono ricche di sostanze carboniche, alcaline, calcaree e boriche. Ciò le rende indicate per la cura delle affezioni croniche dell'apparato respiratorio, delle malattie reumatiche, per l'artrosi e le artriti. La Fonte Radium, la cui acqua sgorga a 23° è utile per curare le malattie della pelle, i reumatismi, l'artrosi, l'obesità, le malattie respiratorie e vari disturbi dell'apparato genitale femminile. L'acqua della Fonte del Volpacchio, 12° di temperatura, alcalina e ricca di sostanze oligominerali e bicarbonato, risulta utile

per la cura di malattie epatiche, pancreatiche, gastrointestinali, uricosuriche, dell'apparato respiratorio e per le malattie dermatologiche. I fanghi che vengono utilizzati a scopo terapeutico e cosmetico negli stabilimenti termali fuoriescono direttamente con le acque e vengono fatti decantare sul fondo di apposite vasche, prima di essere utilizzati. Essi sono di colore bianco, di matrice naturale, e dunque differenti dai fanghi argillosi di colore grigio che vengono normalmente usati negli altri stabilimenti termali.

Oggi è acquisito a livello scientifico che le acque solfuree bicarbonate (quelle appunto delle Terme Cappetta) sono ottime per curare disturbi agli apparati respiratorio, locomotore e genitale femminile, nonché un efficacissimo rimedio naturale per i problemi della pelle. In particolare, il “Centro di Cure Termali” è attrezzato per terapie di bagni e fanghi, massaggi, inalazioni e aerosol, idromassaggi termali, docce nasali e humages. Le Terme Cappetta, convenzionate con il SSN, sono attrezzate per terapie di bagni e fanghi,inalazioni e aerosol, idromassaggi e docce nasali. Una legge per la tutela e la valorizzazione. La legge fornirà strumenti e modalità per promuovere e valorizzare le sorgenti termali (circa 200 concessioni) e le attuali 15 tipologie di acque minerali da imbottigliamento distribuite su tutto il territorio. La legge per le Acque minerali e termali in Campania (L.R.8/2008) va in direzione di una nuova tutela, con nuove risorse e nuove opportunità di sviluppo economico sociale sostenibile.

Terme Cappetta Bagni di Contursi (SA) Tel.: 0828 995403 Fax: 0828995735 www.termecappetta.it email: info@termecappetta.it Come raggiungerci: Da Avellino circa 40 minuti percorrendo l'Ofantina Bis per Lioni uscita Contursi Bagni. Dall'Autostrada SA-RC, uscita A3 Contursi Terme preoseguire per la Fondo Valle Sele fino al Km 6,5 alutare 31

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Le acque di Contursi tra le più prodigiose in Europa.


Sessuologia a cura del dr. Domenico Trotta - Sessuologo clinico

La sessoanalisi Approccio sessuologico teorico e clinico.

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Sviluppato nei tardi anni 70 in Canada da Claude Crépault si va poi diffondendo in Europa e nel mondo. Specificità della sessoanalisi Le caratteristiche della sessoanalisi sono la specificità del suo interesse sessuologico, l’elaborazione di un modello teorico di sviluppo e di comprensione della sessualità, una impostazione fortemente clinica. Inoltre la capacità di sapersi portare oltre il comportamento visibile e di avere accesso al mondo erotico interno, e di fornire una chiave interpretativa delle diverse modalità con le quali la sessualità si appalesa e si manifesta. Infine per le sue capacità di intervento in relazione a limiti e problematiche, spesso inaccessibili ad altri modelli clinico-terapeutici. Sessoanalisi versus altri approcci sessuologici A differenza degli approcci psicologici non specifici, del modello comportamentale e cognitivo-comportamentale che tende a ridurre le disfunzioni sessuali a semplici errori di apprendimento, distorsioni cognitive o interferenze solo coscienti, della concezione psicoanalitica, che tende a ridurre sempre la disfunzione sessuale a semplice sintomo di una turba psichica o psichiatrica, la sessoanalisi, che pone al centro della sua attenzione il sessuale, ha l’obiettivo di spiegare il sessuale con il sessuale. Situa il disturbo sessuale in rapporto alla storia sessuale dell’individuo e ai conflitti che da essa possono derivare, considera le disfunzioni sessuali, non come sintomo di una psicopatologia generale ma, in modo autonomo e all’interno di una propria traiettoria, le tratta secondo una propria modalità specifica. Sessualità e sessoanalisi La sessualità nella visione sessoanalitica. La sessualità, in sessoanalisi, è vista essen32 www.salutare.info

discrepanze e conflittualità sono spesso appannaggio di limiti e problematiche sessuali.

zialmente come un fenomeno psichico. Le tre sfere del sessuale In sessoanalisi, il sessuale rinvia in primo luogo alla sessualità, e più particolarmente alla funzione erotica, ovvero all’insieme delle manifestazioni reali o fantasmatiche che sono fonte manifesta o potenziale di piacere erotico. Il sessuale rinvia in secondo luogo alla generalità. Ovvero al modo con cui l’individuo vive e si rapporta alla propria mascolinità e femminilità. In terzo luogo all’insieme di percezioni e atteggiamenti coscienti e non, a riguardo dell’altro sesso. Comportamento sessuale manifesto versus immaginario sessuale. In sessoanalisi si attribuisce importanza al comportamento sessuale manifesto ovvero all’attività sessuale realmente espletata, ed all’immaginario sessuale, quindi ai fantasmi e sogni erotici e sessuali. Concordanze e discordanze. Si cerca di capire le concordanze e le discordanze tra i due sistemi -mondo esterno e mondo interno- nell’ottica che se una concordanza più facilmente è espressione di una condizione di salute sessuale,

I disordini sessuali I disordini sessuali sono suddivisi in quattro gruppi: disturbi della generalità, disturbi della sessualità, disforie intersessuali e disordini della vita amorosa. I disturbi della generalità comprendono il transessualismo e i disturbi dell’orientamento, l’identità di genere debole o al contrario ipertrofica. Nei disturbi sessuali sono compresi i disturbi del desiderio, dell’eccitazione e dell’orgasmo oltre alle problematiche legate alla scarsa propensione o incapacità al coito. Le disforie intersessuali sono costituite dall’eterofobia (paura dell’altro sesso) e dalla ostilità e odio verso l’altro (misoginia, misandria). I disturbi della vita amorosa contemplano l’incapacità ad amare e l’incapacità a trasformare il legame amoroso in legame sessualizzato.

Bibliografia 1) Crepault C. La sessoanalisi. Traduzione dal francese «La Sexoanalyse» Payot Paris 1977, a cura di Domenico Trotta e Mariateresa Molo, Franco Angeli Editore, 2008 Strepet T, Trotta D,. Workshop di Sessoanalisi. III Congresso Nazionale FISS (Federazione Italiana Sessuologia Scientifica), Taormina 27-30 maggio 2009 Trotta D. Glossario Sessoanalitico. In Crepault C. La sessoanalisi. Franco Angeli Editore, 2008. Trotta D. Seminari di «Sessoanalisi Medica». Corsi di Aggiornamento 2008. Salerno, Maratea, Trani, Ragusa, Palermo. In collaborazione con IIS, Institut International de Sexoanalyse, ISA, Istituto Italiano Sessoanalisi e Bayer Schering. Trotta D, Strepet T. Sessualità e Sessoanalisi. Atti del Congresso 2009 SIFR SIAMS, 549-552, Abano Terme 2009


L’Ente di Formazione “Althaea” in collaborazione con la cooperativa sociale Onlus Promova

organizza

Seminario - Formativo in

“ MUSICOTERAPIA E DANZAMOVIMENTOTERAPIA ” Docenti:

Insegnanti di ogni ordine e grado; docenti di sostegno; educatori professionali; sociologi; psicologi; animatori sociali e/o delle comunità; operatori dei PDZ; professionisti afferenti alle Lauree Sanitarie; soggetti appartenenti ad una dei paesi della Comunità Europea in possesso almeno del Diploma di Secondo Grado.

dott.ssa Leopoldina de Varti - Psicolologa, Psicoterapeuta Spec. in DanzaMovimentoTerapia

Inizio Seminario:

07 Novembre 2009 Monte ore: 30 h Numero totali incontri: 10 Incontri settimanali: 2 Durata dei singoli incontri: h. 3 Orario degli incontri: dalle 16,00 alle 19,00 Posti disponibili: max 20 unità

Attestazione di partecipazione: è previsto il rilascio di un attestato di partecipazione ad ogni corsista in regola con almeno 80% delle presenze ai fini dell’aggiornamento professionale.

Contenuti:

I - Che cosa è la Musicoterapia; Come è nata la Musicoterapia. 2 - I fondamenti teorici della Musicoterapia; Aree di intervento. 3 - I modelli della Musicoterapia; Patologie e disturbi dove l’azione della Musicoterapia è più efficace. 4 – Improvvisazione musicale. 5 – Uso dello strumentario Orff e costruzione di strumenti per la musica popolare. 6 – Dalla Musica e dalla Danza alla Danzamovimentoterapia. 7 – Il metodo della Danzamovimentoterapia. 8 – La Danzamovimentoterapia in chiave simbolica. 9 – Danzamovimentoterapia e salute psicofisica. 10 – Orientamenti e applicazioni della Danzamovimentoterapia.

Finalità:

Il Seminario formativo, attraverso un percorso esperenziale orientativo, mira a far acquisire conoscenze e abilità di base negli ambiti della musicoterapia e della danzamovimentoterapia. Lo scopo è di sensibilizzare i corsisti sulle potenzialità e la valenza dell’applicazione delle due discipline nei processi e protocolli di interventi di prevenzione, educativi, rieducativi, di mantenimento, abilitativi e riabilitativi per i soggetti in situazione di aiuto.

Sede del Seminario Ente di Formazione ALTHAEA ang. via Soldi/via Pionati Avellino

Iscrizione:

Segreteria Ente di Formazione ALTHAEA Tel./Fax: 0825 781873 entro il 06 Novembre 2009.

Il presidente Avv. Maria Cristina Fruncillo alutare 33

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Destinatari:

Prof.Antonio Suelzu - Musicoterapista


Eventi

34° Congresso Nazionale della Società Italina di Farmacologia Rimini, Palacongressi 14-17 Ottobre 2009 Segreteria Organizzativa AIM Group - AIM Congress Sede di Firenze Viale G. Mazzini, 70 50132 Firenze Tel. 055 23388.1 Fax 055 2480246 sif2009@aimgroup.it www.aimgroup.eu/2009/sif

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XI Congresso Nazionale di Oncologia Medica Presentazione AIOM Milano 10-13 ottobre 2009 Fiera Milano Congressi SEGRETERIA ORGANIZZATIVA AIOM Servizi Srl Via Enrico Nöe 23 - 20133 Milano Tel. 0226683129 - Fax 0259610555 Sede di Roma Via Domenico Cimarosa 18 - 00198 Roma Tel. 068553259 - Fax 068553221 info@aiomservizi.it

Perugia, 18-19 ottobre 2009 Cioccolato e Salute della donna Sede del Corso: Hotel Giò, Jazz Area Segreteria Organizzativa: MCA Events Srl Via G Pellizza da Volpedo, 4 - 20149 Milano

CONGRESSI, CONVEGNI, EVENTI e manifestazioni per la Salute e il Benessere ESGE 18th Annual Congress

Tel: 02.34934404 - Fax: 02.34934397 E.mail: info@mcaevents.org

2° CORSO - Chirurgia Ginecologica Meno Invasiva e Riparazione Lesioni Iatrogene (vascolari, intestinali ed urologiche) Napoli, 22 ottobre 2009 5° MODULO - Riparazione delle lesioni iatrogene (vascolari, intestinali ed urologiche) Moduli successivi 2009: 22 ottobre, 12 novembre Sede del Corso: Hotel San Germano, Napoli Segreteria Organizzativa Sirene & Partners Snc C.so Italia, 112 - 80063 Piano di Sorrento (Na) Tel: 081 8087577 Fax: 081 5341888 Email: info@sirenepartners.it

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e provider ECM: Diapo Eventi & Congressi Via Nizza, 154 - Salerno Tel 089/8424110 - Fax 089/8422056 Info@diapoeventi.it

Laparoscopia Corso Avanzato Durata: 5 giorni (dal lunedì al venerdì) Data 19-23 ottobre

Laparoscopia Master in Oncologia Ginecologica

85° Congresso Nazionale SIGO

Corso base di formazione in sessuologia clinica Milano, 23-24 ottobre 2009 Rivolto a medici, psicologi, ostetriche Segreteria Scientifica e Direzione Corsi: Dr. R Bernorio (030.688623) Dr. R Perris (338.8792747) Segreteria Organizzativa A.I.S.P.A. via V Monti, 52 - 20123 Milano Tel: 333.9014987 Email: info@aispa.it www.aispa.it

Firenze, 28-31 ottobre 2009 Sede del Corso: Palazzo dei Congressi, Firenze Segreteria Organizzativa Promo Leader Service Congressi Srl- via della Mattonaia, 17 - 50121 Firenze Tel: 055.2462.1 Fax: 055.2342.929 esge2009@promleader.com http://www.esge2009.com/

Bari, 28-31 ottobre 2009 50° Congresso Nazionale AOGO Emozione Donna tra luci ed ombre Segreteria Sigo Tel. 06.6875 119 Tel./Fax: 06.6868 142 federazione@sigo.it Segreteria Organizzativa Triumph C & C via Lucilio, 60 - 00136 Roma Tel: 06.355301 Fax: 06.353.40.213 sigo2009@gruppotriumph.it

Influenza H1N1: dalla virologia alla pandemia attuale ruolo dell'operatore sanitario Isola di ISCHIA (NA) 13/14 Nov 2009 Crediti ECM: 10 Circa (In fase di accreditamento) www.influenzah1n1.it Segreteria Organizzativa

Durata 5 giorni (dal lunedì al venerdì) Data: 23-27 novembre

Isteroscopia

Durata: 3 giorni (dal lunedì al venerdì) Data: 14-16 dicembre

Infermieri:

riservato ai professionisti infermieri, caposale e ostetriche operanti nelle sale operatorie Durata: 5 giorni (dal lunedì al venerdì) Date: 14-18 settembre 19-22 ottobre Segreteria organizzativa Società Sanitaria Consortile "Mario Malzoni" Valentina Adrianopoli tel.: 0825 686556 fax: 0825 686662 segreteria@malzoni.org

Per comunicare congressi, convegni, eventi e manifestazioni per la Salute e il Benessere Tel.: 0825 74603 - e-mail: info@salutare.info

Glossario Sesamoide è un piccolo osso a forma sesamoidale presente con una certa frequenza in alcuni tendini. La sua presenza comporta un aumento della forza del tendine stesso. Un esempio di osso sesamoide è la patella (rotula). Numerosi comunque possono essere gli ossi sesamoidi facoltativi, in particolare a livello di mano e piede. Lichen planus orale è una malattia piuttosto comune che può colpire sia la pelle che le mucose e in circa 7 casi su 10 interessa le mucose della bocca. Tutte le superfici della bocca possono

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essere interessate da questa malattia ed in particolare la mucosa delle guance e della lingua. Molto frequentemente la malattia si presenta come un reticolo biancastro, una specie di ragnatela, ma l'aspetto che lichen planus può assumere quando colpisce le mucose della bocca, è variabile. Può presentarsi con aree arrossate che in alcuni casi rappresentano l' aspetto più caratteristico delle lesioni orali. Pemfigo Il pemfigo è una patologia bollosa autoimmune della cute e delle mucose, con alterazione dei meccanismi di adesione cellulare dell'epidermide (in particolare dei desmosomi), ad andamento cronico e prognosi

potenzialmente fatale. Cheilite angolare è una condizione morbosa caratterizzata da infiammazione degli angoli della bocca. è un'infiammazione cutanea al labbro che si manifesta con taglietti, gonfiori e anche ulcerazioni che partono dagli angoli o dal bordo e si estendono sulle labbra. I sintomi e i segni clinici presentano dolore, eritema e fissurazioni agli angoli della bocca. Tra le cause: candidasi e modifiche ossee per via della degenerazione tipica dell'anzianità, deficienze nutrizionali come la vitamina B12 e ferro. Un'altra causa particolare è data da operazione chirurgiche come la tonsillectomia.


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Endoscopica Malzoni si pone l’obiettivo di rafforzare la propria presenza come punto di riferimento internazionale per il trattamento endoscopico delle patologie ginecologiche. La creazione di un’unità operativa dedicata all’endoscopia, autonoma rispetto alla struttura ospedaliera, consente enormi vantaggi tra cui una più attenta valutazione del problema ginecologico dal punto di vista endoscopico. Inoltre, Endoscopica è dotata di un blocco operatorio con due sale operatorie Storz Or1 che fanno parte di una nuova generazione di sale operatorie “intelligenti” nelle quali l’operatore, grazie ad esclusivi sistemi informatizzati di integrazione di tutte queste nuove funzioni con tutte quelle preesistenti, impartendo semplici comandi vocali è in grado di gestire tutte le apparecchiature elettromedicali e tutte le funzioni ambientali collegate nonché tutte le modalità di comunicazioni disponibili. www.endoscopicamalzoni.com

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Centro Unico Prenotazioni: 0825 686686 Lun. - Ven.: 09.00 -16.00 / Sab. fino alle ore 13.00


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