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mensile d’informazione per la Salute e il Benessere n° 55
FARMACIA Antiossidanti NeURoLoGIA La malattia di Alzheimer: dalla diagnosi alla cura ACUSTICA Sordità, un problema che si sente sempre più LoGoPeDIA Depressione infantile e insuccesso scolastico URoLoGIA Prostatite e dieta alimentare
La Tecnologia ci dà una mano
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Sommario
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Ricerca
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Tecnologia
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Geriatria
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Foniatria
Contro le infezioni respiratorie: i probiotici simbiotici
La tecnologia ci da una mano Come affrontare l'età che avanza Il linguaggio nell'autismo
13
Neurologia
La malattia di Alzheimer: dalla diagnosi alla cura
14
10
Psicoterapia
Creatività e Salute
16
Psicologia
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Musicoterapia
19
Podologia
20
Nutrizione
Droga: che sballo c’è, se è la tua vita in ballo? Il potere magico e terapeutico della musica
La podoposturologia nel basket
22
Acustica
Sordità, un problema che si sente sempre più
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Sport
Il Nordic Walking
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16
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odontoiatria
Protesi mobile totale: l’evoluzione della protesi totale
Posturologia
Podoposturologia
Dermatologia
La couperose e la maledizione dei Celti
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Urologia
30
Farmacia
32
Sessuologia
33
Logopedia
Prostatite e dieta alimentare Antiossidanti Serial lovers a confronto: Zeus ed Odisseo
23 5 6 Tutti gli articoli hanno solo finalità informativa ed educativa, non costituiscono motivo di autodiagnosi o di automedicazione e non sostituiscono la consulenza medica specialistica.
Imparare a gestire in prima persona la salute e il peso
Depressione infantile e insuccesso scolastico
News Quiz
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Angolo dei Lettori
Gentile Carlo ha colto nel segno. Siamo approdati su facebook quasi 'costretti' dai lettori che ci hanno invitato a farlo. Ma poi riceviamo quasi tutte le richieste via mail alle quali rispondiamo privatamente. Questo è comunque un utile spunto per realizzare gli articoli e conoscere le vere esigenze dei lettori. Facebook si è rivelato utilissimo per la sua straordinaria possibilità d'informare in tempo reale migliaia di persone. É un luogo dove confrontarsi e condividere le proprie conoscenze. Noi lo usiamo come un ulteriore supporto e cerchiamo di giungere a quante più persone possibili. Auguri a tutti i 3000 amici e 2500 fan. Grazie per la rivista mensile che ricevo e che si presenta sempre più interessante. Desidero rispondere ad un articolo pubblicato sul n.54 e firmato dal Dr. Del Buono, a proposito della profilassi influenzale in genere. Da medico e da medico che segue molto anche le naturali vie di difesa contro le sindromi influenzali ma, anche contro tutte le altre infezioni, anche non orali dell’apparato respiratorio, sono contento e d’accordo sugli accenni fatti a due sostanze come il betaglucano ed il resveratrolo. Tuttavia, mi si consenta di sostenere ed aggiornare il collega nel dire che da sole non
bastano, anche considerando la via di somministrazione in sciroppo, che non si adatta ai pazienti più piccoli. Premesso che tutte le sostanze naturali debbano essere ben titolate (e questo solo aziende serie possono garantirlo), ritengo che oggi la profilassi completa si debba fare con le due sostanze suddette unite con l'Echinacea, particolarmente arricchita e titolata nella sua frazione polisaccardica che è quella più dotata di azione immunostimolante e, con lo zinco, fondamentale, come si sa, nello stimolare il sistema immunitario a tutti i livelli. Da quando ho conosciuto tale prodotto, di cui non dico per correttezza il nome, ho avuto finora tantissime opportunità di adoperarlo, ed i riscontri clinici cominciano ad evidenziarsi. Inoltre, essendo preparato in gocce, offre chiaramente una migliore compliance nella somministrazione, ad ogni età. Grazie per la cortese attenzione dr. Sergio Cosentino Sono sempre contento quando c’è un confronto e ancor più se il confronto ha basi scientifiche, mi permetto, pertanto, di sottolineare gli studi cui fa riferimento l’articolo: 1. Faith SA, Sweet TJ, Bailey E, Booth T, Docherty JJ. Resveratrol suppresses nuclear factor-kappaB in herpes simplex virus infected cells. Antiviral research 2006 Jul 14 PMID 16876885 2. Palamara AT, Nencioini L, Aquilano K, et al. Inhibition of influenza A virus replication by resveratrol. Journal of Infectious Diseases May 2005 15;191(10):1719-29. PMID 15838800 3. Glucan and resveratrol complex - possible synergistic effects on immune system. Vetvicka V, Volny T, Saraswat-Ohri S, Vashishta A, Vancikova Z, Vetvickova J. Biomed Pap Med Fac Univ Palacky Olomouc Czech Repub. 2007 Jun;151(1):41-6 ; PMID: 17690738. Inoltre siamo a conoscenza della dose d’inibizione dei principali virus respiratori (2mg/ ml resv.). Ritenendo importante il ruolo svolto da altri immunostimolanti, certamente validi, ma per la prima volta abbiamo un meccanismo d’azione diretto e specifico verso i virus respiratori dimostrato e non ipotizzato o indiretto. dr. Andrea del Buono
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Gentile redazione vi seguo da tanto, e sono diventato vostro 'amico' su facebook, e penso che sia un bel modo di utilizzare questo social network per sfatare la convinzione comune che serva solo per futili o addirittura nocivi motivi. Ma mi chiedevo, se va bene per informare, non diventa difficile spiattellare i propri problemi di salute su internet? voglio dire, il fatto che tutti possano leggere i post, non è un limite a poter esporre le proprie patologie? un po' come quando dal dottore si dice... un mio amico ha quel sintomo... come deve fare?... Complimenti per l'ottima rivista e con l'occasione auguri di buone feste. dr. Carlo M.
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Questo spazio è pensato per voi Comunicate le vostre opinioni, esigenze, proposte, esperienze vissute oppure un parere sulle strutture e i servizi di cui avete usufruito. Non possiamo fornire risposte personali, ma le vostre segnalazioni sono preziose per orientare gli articoli e le inchieste che pubblicheremo sulla rivista. www.salutare.info
Scrivete a Salutare Via Due Principati, 278 83100 Avellino info: tel. 0825 74603 e-mail: info@salutare.info www.salutare.info
Pubblicazione mensile Anno V n° 55 - 2009 Distribuzione gratuita Reg. Tribunale Av in data 15/01/2004 N° 419 Tiratura: 20.000 copie Editore: Ass. Culturale Salutare Direttore Responsabile: Mario Barbarisi Redazione: Maria Paola Aprea, Angela Romano Progetto grafico: Promova Coop. Soc. Onlus Area web: Carmine Serino Collaborazioni:
dr. A. Del Buono, dr.ssa L. De Varti, dr. Del Sorbo, dr. V. Cicalese, dr. A. D' Orta, dr.ssa M. R. Porcaro, dr.ssa R. Santoro, dr. S. Mone, dr.ssa D. Corrado, dr. D. Trotta, dr. M. Borghese, dr. A. Pacilio, dr. P. Peluso, dr.ssa Ilaria Pucci, prof. A. Suelzu, dr. F. Pregliasco, dr.ssa A. Venezia. sito: www.salutare.info e-mail: info@salutare.info
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contatto skype: salutare.info Tel.: 0825.74603 Contributi: c/c postale n° 55117402 intestato all’Ass. Salutare via Due Principati, 278 (ex 210) Avellino Stampa: Csd - Na Crediti immagine: © petrafler - Fotolia.com
partecipare Salutare è la rivista gratuita con diversi argomenti nell’ambito della salute e benessere: medicina, psicologia, farmacia, alimentazione, ambiente e tanti altri. Si avvale della collaborazione di professionisti del settore che mettono a disposizione le proprie conoscenze al servizio di tutti i cittadini. Partecipare a SALUTARe significa sostenere un’iniziativa culturale intrapresa per sensibilizzare alla salvaguardia del benessere comune e di fornire ai lettori oltre ai servizi, il supporto da consultare per essere sempre aggiornati. Un’Azienda che usufruisce di uno spazio su Salutare ha la possibilità di comunicare ai lettori le strutture, i servizi, le iniziative e sulla SALUTe e il BeNeSSeRe.
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News
La Exelgyn: arriverà tra due mesi. La pillola abortiva Ru486 arriva in Italia. Dopo un iter lungo oltre 700 giorni, la delibera dell´Agenzia italiana del farmaco è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. La pillola potrà essere richiesta ed utilizzata solo dalle Aziende sanitarie locali e quindi dagli ospedali pubblici. Non sarà in vendita nelle farmacie. Quindi l´intero percorso della terapia dell´aborto farmacologico, alternativo a quello chirurgico, dovrà essere seguito in una struttura pubblica durante il ciclo che comporta due fasi: la prima con la pillola che prepara all´espulsione del feto, la seconda che lo provoca. Ma quando arriverà la pillola abortiva in Italia? In teoria potrebbe essere usata da subito. Ma a sentire i responsabili dell´azienda francese che la produce da più di 20 anni, serviranno altri due mesi. «Dobbiamo modificare le istruzioni contenute nelle confezioni in base alla delibera dell´Aifa» dice Catherine Denicourt, direttore farmaceutico della Exelgyn. «In Italia infatti è stato stabilito che la Ru486 possa essere somministrata solo entro 49 giorni dall´accertamento della gravidanza, mentre in altri Stati le donne hanno due settimane di tempo in più».
Dopo la separazione dal maxi ministero del Welfare, il ministero della Salute riprende a pieno le sue funzioni con alla guida il ministro Ferruccio Fazio. Sulla base del testo approvato dalla Camera l’11 novembre scorso, l’istituzione del ministero prevede un ministro e due sottosegretari. Un emendamento del governo al ddl di Bilancio ha poi assegnato al nuovo ministero una dotazione di circa 2 miliardi nel 2010. È previsto inoltre che tutti i capitoli relativi alla spesa sanitaria, compresi i piani di rientro delle Regioni, dipendano dall'Economia, con il quale il ministero della Salute dovrà agire sempre di concerto per quanto riguarda coordinamento e monitoraggio delle attività tecniche sanitarie
regionali, organizzazione dei servizi sanitari e delle professioni sanitarie per tutti i profili finanziari. Il provvedimento di ripristino del ministero della Salute prevede che il ministro riferisca annualmente in Parlamento sulla qualità delle attività sanitarie regionali con riferimento ai livelli essenziali delle prestazioni erogate. Da tempo la sanità rappresenta uno dei capitoli più importanti nei paesi industrializzati, e l’evoluzione in senso federalista della tutela della salute non riduce ma, anzi, sottolinea l’importanza del ruolo di coordinamento e indirizzo dell’autorità centrale. Molte sono le sfide aperte, alcune delle quali sono state affrontare direttamente dallo stesso Ministro Fazio, a cominciare dal riequilibrio dell’assistenza a favore del territorio, in cui rientra anche l’evoluzione del servizio farmaceutico. Non possiamo dunque che augurare al Ministro Fazio buon lavoro.
Data la sua crescita, Salutare richiede l’impiego di maggiori risorse. Naturalmente il servizio che noi offriamo ha dei costi, tuttavia, abbiamo comunque deciso di mantenerlo gratuito.
Sostieni l’informazione per la salute e il benessere: Associazione Culturale Salutare Via Due Principati, 278 (ex210) - 83100 Avellino c/c postale 55117402
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L’aiuto economico, anche occasionale, è certo utile, la disponibilità di risorse economiche costituisce una condizione necessaria per promuovere progetti di autosviluppo come il nostro. Se puoi privarti di qualche soldo, cedilo alla nostra causa, con un libero versamento sul conto corrente postale 55117402. Ciò è assolutamente volontario e se decidi comunque di non effettuare donazioni, non per questo avrai meno supporto da parte nostra.
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ISTITUzIoNe DeL MINISTeRo DeLLA SALUTe
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Sapere non costa nulla, non sapere può costarti tanto!
Siete sicuri di sapere tutto sui temi legati alla salute e al benessere? Mettete alla prova le vostre conoscenze. Per ogni domanda è prevista una sola risposta oppure vero o falso. Tutte le domande sono tratte dai numeri precedenti di Salutare e Baby Magazine. Per approfondimenti visitate il nostro archivio al sito www.salutare.info
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1) L’improvviso battere del cuore in maniera accelerata è caratterizzato da un fenomeno che si chiama: Bradicardia Extrasistole Palpitazione
2) Spesso ci si lamenta di soffrire di mal di schiena, quale potrebbe essere la causa? Forse hai una gamba più corta Corri troppo Hai la testa troppo pesante
3) I Cheloidi sono: Cicatrici Batteri che causano la perdita delle ciglia Appartenenti alla famiglia dei granchi
5) L’assenza di saliva determina perdita dei poteri di difesa fisiologici perdita del gusto perdita della parola 6) La Diverticolosi è mania di divertimento malattia dell’intestino caduta in verticale 7) La Mastoplastica additiva è: La protesi alla mascella La reazione chimica delle protesi plastiche La chirurgia che aumenta il volume del seno 8) La Sincope è un’improvvisa e temporanea perdita di coscienza.
4) Il cosiddetto “occhio pigro” è una forma di Miopia Presbiopia Ambliopia
9) Gli alimenti attualmente classificati ad "alto indice glicemico" sono legumi, frutta e verdura. 10) Galattorrèa è l'effetto lassativo del latte
Le risposte
4) Ambliopia (Salutare n.49) 3) Cicatrici (Salutare n.43)
9) falso: gli alimenti ricchi in carboidrati sono attualmente classificati in base alla loro 8) Vero: d’abitudine, la sincope avviene quando una caduta della pressione arteriosa causa una riduzione nell’apporto di ossigeno al cervello.(Salutare n.53) 7) La chirurgia che aumenta il volume del seno (Salutare n.52)
2) potresti avere una gamba più corta (Salutare.n.47)
6) malattia dell’intestino (Salutare n.20)
1) palpitazioni (salutare n.22)
10 Falso: galattorrèa. Fuoriuscita spontanea di latte dal capezzolo, patologica al di fuori della gravidanza e dell’allattamento. È dovuta ad alterazioni ormonali o all’azione di farmaci. (Salutare n.17) risposta glicemica in alimenti a “basso indice glicemico” (legumi, frutta, verdura), a “medio indice glicemico” (pasta, riso parboiled, gnocchi di patate) e ad “alto indice glicemico” (pane, patate, freselle e pizza) (Salutare n.12) www.salutare.info
5) perdita dei poteri di difesa fisiologici e tutti i tessuti del cavo orale (Salutare n.49)
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News QR CoDe Ormai molti telefonini hanno la capacità di leggere il Qr code in modo nativo, per gli altri basta seguire una semplice procedura d'installazione software.
Scarica il lettore per il tuo telefono: invia un SMS contenente la parola qk al numero (+39) 349 2410601 riceverai un SMS con un link da seguire a seconda del tuo telefono.
Come funziona? Se lo si inquadra con l'obiettivo da qualsiasi cellulare, dotato di internet e fotocamera, il codice Qr, che significa quick response (risposta rapida) trasferisce sul display del cellulare video, pagine internet o approfondimenti.
SALUTe DeLLA DoNNA: APRe AL GeMeLLI NUovo CeNTRo DI SeNoLoGIA Al via l’attività del Centro interdipartimentale di Senologia (CIS) del Policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma. Aperto inizialmente dal lunedì al venerdì, ore 8-14, erogherà prestazioni ambulatoriali e di day hospital. Il Centro, nato per iniziativa dei Dipartimenti di Scienze chirurgiche e di Bioimmagini e scienze radiologiche del Policlinico Gemelli, ha l’obiettivo di offrire un percorso di diagnosi e cura facilitato alle donne con patologie al seno. Le donne che si rivolgeranno al Centro avranno a disposizione tutte le professionalità necessarie per la diagnosi, il trattamento terapeutico e il follow-up delle diverse patologie mammarie, garantendo tempestività nell'effettuazione degli esami, rapidità nella pianificazione dell'intervento chirurgico nei casi necessari e il controllo nel tempo.
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CeRTIFICATI MeDICI FALSI: UNA LeGGe Ne IMPeDIRÀ L'eMISSIoNe. Un altro obiettivo per il Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta: l'introduzione di una certificazione standardizzata che garantisce la tutela della privacy, inviata tramite internet all’Inps.
Per informazioni e prenotazioni è a disposizione il numero telefonico dedicato: 06 30156327.
Secondo il Ministro, in questo modo si ridurranno del 30% gli abusi, con un risparmio per lo Stato di 5 miliardi di euro. All’iniziativa dovranno aderire tutti, in un modo o nell’altro. Infatti, per chi non ha internet o è troppo anziano per imparare ad usarlo, il Ministero metterà a disposizione un call center a cui il medico, dopo aver firmato il certificato, dovrà telefonare. Il sistema informatico penserà a tradurre tutto in dati digitali.
fonte: www.iss.it
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Ricerca a cura del dr. Fabrizio Pregliasco, virologo del Dipartimento di sanità pubblica, microbiologia e virologia dell’Università di Milano e coordinatore della ricerca
Contro le infezioni respiratorie: i probiotici simbiotici
Gli episodi di infezioni respiratorie (tosse, influenza, bronchiti, faringiti, raffreddore) e i giorni di malattia possono essere ridotti anche della metà grazie all’impiego costante di probiotici simbiotici. Il che significa anche una riduzione nell’uso degli antibiotici e una salute migliore.
sostanze probiotiche hanno meno episodi febbrili, minore necessità di antibiotici e si astengono dal frequentare la scuola per problemi di salute in misura minore rispetto a chi si alimenta con latte “normale”. In particolare, 326 bambini di età compresa tra 3 e 5 anni sono stati suddivisi in 3 gruppi e assegnati a ricevere, rispettivamente, latte arricchito con Lactobacillus acidophilus oppure latte con Lactobacillus acidophilus più Bifidobacterium animalis e, al terzo gruppo, semplicemente latte intero (gruppo placebo).
Uno studio eseguito dall’Università di Milano, e pubblicato sul Journal of Clinical Gastroenterology, ha infatti confermato che i probiotici possono aiutare a proteggersi dai mali di stagione, come descritto in diverse ricerche internazionali.
Il primo gruppo di bimbi rispetto al gruppo placebo ha riportato una riduzione del 53% degli stati febbrili, del 41% dei raffreddori e del 28% degli episodi di rinorrea.
Ma non tutti sono uguali e solo alcuni sono realmente efficaci. È su questo punto che si è concentrata la ricerca dell’Università di Milano che ha evidenziato che i probiotici simbiotici come il Bifivir, sul quale nello specifico è stato svolto lo studio, possono contrastare le infezioni respiratorie riducendone il rischio di oltre la metà. La dicitura “contiene probiotici" su un prodotto, quindi, non è una garanzia che sia davvero efficace.
buoni può rivolgere la sua attenzione a virus e batteri patogeni. Questi prodotti si trovano sotto forma di integratori in farmacia e possono essere assunti anche per 90 giorni consecutivi senza alcun effetto indesiderato. Una possibilità in più, insomma, per stimolare le difese immunitarie e da aggiungere alle forme di prevenzione contro i malanni di stagione già ampiamente conosciute come lavarsi spesso le mani. Risultano utili anche nei bambini, i più sensibili a queste infezioni. Una recente ricerca condotta in Cina e pubblicata su Pediatrics ha permesso di verificare che bimbi che bevono due volte al giorno latte supplementato con
I risultati migliori, però, sono stati registrati con l'abbinamento dei due ceppi batterici: riduzione del 72% degli stati febbrili, del 62% dei raffreddori e del 59% degli episodi di rinorrea. Anche il periodo di convalescenza è stato più breve nei primi due gruppi rispetto al placebo: la lunghezza della malattia si riduce del 32% con il Lactobacillus e del 48% con Lactobacillus e Bifidobacterium. Questa combinazione, infine, è risultata vincente anche contro la stipsi, la diarrea acuta, la sindrome del colon irritabile, il morbo di Chron o il Rotavirus.
I probiotici simbiotici sono batteri commensali, cioè germi che vivono nell’organismo senza dare origine a malattie. Sono composti da più specie di probiotici come i Bifidobatteri (Bifidibacterium lactis) e i Lactobacilli (Lactobacillus rhamnosus e Lacotobacillus plantarum) con l’aggiunta di prebiotici, ovvero di zuccheri che potenziano l’efficacia dei probiotici. Agiscono a livello del GALT, il sistema di difesa naturale presente nell’intestino, che grazie alla colonizzazione dei batteri alutare 9
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Lo dimostra uno studio eseguito dall’università di Milano.
Tecnologia a cura dI Angela Romano
La tecnologia ci dà una mano
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La mano bionica che comunica con il cervello.
Saranno sufficienti due o tre anni per avere una mano molto più piccola e leggera di quella attuale e molto più versatile, e forse in un periodo altrettanto breve si uscirà dalla fase sperimentale per arrivare a cyberprotesi indossabili e permanenti. È lo scenario che si è presentato all' Università Campus Biomedico e Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, responsabili della prima sperimentazione al mondo nella quale un giovane italobrasiliano che aveva perso la mano sinistra in un incidente stradale ha controllato con il suo cervello il movimento di una mano in acciaio, alluminio e titanio pesante due chilogrammi. Come funziona La mano bionica ha cinque dita indipendenti e dialoga con il cervello per mezzo di quattro elettrodi impiantati nel polso e nell'avambraccio. In questo modo l'uomo non soltanto controlla il movimento, ma riceve stimoli sensoriali. È il frutto di un grande progetto, chiamato "LifeHand", che prevede impianto e sperimentazione di interfacce neurali su un soggetto amputato al braccio, finanziato con fondi europei per circa due milioni in cinque anni. I quattro elettrodi, messi 10 www.salutare.info
a punto dall'azienda tedesca Ibmt, sono stati impiantati su due nervi del braccio: sono minuscoli filamenti flessibili e biocompatibili spessi 10 milionesimi di millimetro (nanometri) e lunghi 180 nanometri. Ognuno di essi ha otto canali (localizzati su altrettanti siti in platino) che permettono il passaggio dei segnali fra cervello e mano. Di conseguenza il dialogo cervello-mano avviene grazie a 32 canali. I materiali La mano, pesante circa due chili, ha dita di alluminio; i meccanismi che permettono i movimenti sono in acciaio, mentre il palmo e la copertura sono in fibra di carbonio. In seguito l'uomo è riuscito a controllare i movimenti della mano, con tre tipi diversi di presa: chiudendo il pugno, serrando le dita come una pinza e muovendo il mignolo. Lo scambio di comunicazione fra mano e cervello ha comportato la riorganizzazione di quest'ultimo, in particolare nelle aree motorie relative ai muscoli dell'avambraccio, in prossimità dell'amputazione. Gli elettrodi, progettati per funzionare un mese, sono stati rimossi, sempre
con un intervento in chirurgia generale. Sono passati sei anni dalla progettazione della mano all'impianto nel primo paziente. I ricercatori sanno che ci sono ancora molti problemi da risolvere, ma la strada è aperta. Tanto che si prevede di ripetere l'esperimento con altri pazienti per confermare l'efficacia del sistema. È un traguardo positivo in generale per la ricerca italiana, che ha dimostrato di saper fare squadra e di saper supportare prestigiosi partner internazionali. Create anche le dita bioniche Si chiamano ProDigits. Sembrano vere, afferrano e sentono al tatto. Possono afferrare oggetti, sfiorare, digitare, percepire il tatto e sono state già impiantate su alcuni individui reduci da amputazione: sono le prime dita bioniche che possono anche essere rivestite di pelle viva per sembrare 'dita vere' ed hanno capacità motorie e tattili molto raffinate, tali da cambiare davvero la qualità di vita dei pazienti. Sono state sviluppate dalla Touch Bionics, con sede a Livingston, che ha anche portato avanti il progetto 'iLimb', per protesi di arti. In Europa si stima siano
52.000 le persone con parziale amputazione della mano, 1,2 milioni nel mondo; perdere uno o due dita non è cosa da poco, infatti riduce dal 20 al 40% (a seconda delle dita perse) la funzionalità della mano, e ad oggi nessuna protesi era stata creata per risolvere il problema di queste persone con amputazione delle dita. Le dita bioniche sono dotate di sensori mioelelettrici per sentire i movimenti muscolari della mano parzialmente amputata mentre altri sensori possono avvertire il tatto, cosicché chi "indossa" le dita artificiali può afferrare, toccare, prendere, piegare e anche indicare con le dita bioniche. Sono fatte su misura di paziente e il loro costo varia da 35.000 a 45.000 sterline a seconda che siano rivestite o meno di tessuto cutaneo; per ora è stata l'azienda a farsi carico delle spese di impianto e tra le persone che ne hanno beneficiato c'é anche la ex pianista Maria Antonia Iglesias della Catalogna alla quale nel 2003, per le conseguenze di un'infezione, erano state amputate tutte le dita della mano destra e rimossa completamente la mano sinistra. La sfortunatissima ex pianista, che ha perso proprio la parte "più preziosa" del proprio corpo, ha dichiarato alla BBC che le dita bioniche le hanno cambiato la vita: "i benefici che mi stanno dando sono come un sogno per me".
Geriatria a cura di Maria Paola Aprea
Come affrontare l'età che avanza Opporsi al declino si può. Un grosso aiuto arriva dagli ultimi studi. Il primo riguarda un recente studio condotto da un'equipe dell'Università americana di Pittsburgh guidata dalla dott. ssa Anne Newman.
Lo studio americano ha sottolineato l'importanza di un'assunzione quotidiana di vitamina C ed E pari rispettivamente a 144 e 11 mg. Se a questo si aggiunge una giusta dose di proteine e una buona attività fisica, seppure commisurata alle possibilità individuali, il tono muscolare non potrà che trarne beneficio.
Secondo la dott.ssa Newman, la chiave di volta per evitare un decadimento fisico precoce sta nell'assunzione di vitamine, in particolare quella C ed E, dalle riconosciute proprietà antiossidanti.
È senz'altro preferibile assumere le due vitamine attraverso frutta e verdura, riducendo nello stesso tempo il ricorso al sale. Lo studio è stato presentato nell'ambito del Gerontological Society of America's Annual Meeting, un convegno annuale sui temi della salute fra gli anziani tenutosi ad Atlanta, a margine del quale la dr.ssa ha commentato i risultati affermando che essi rappresentano “un altro motivo per i medici per incoraggiare i pazienti ad avere una dieta equilibrata ricca di frutta e verdura”.
Se l'età rappresenta ovviamente la causa naturale della perdita di forza muscolare, a questo si può rispondere modificando in parte la propria alimentazione e le proprie abitudini.
L'altra raccomandazione giunge dai geriatri della SIGG (fonte ANSA) che, riuniti a congresso a Firenze, hanno evidenziato che le reazioni avverse da farmaci rappresentano fino al 15% di
Per mantenere un tono muscolare sufficiente, dopo i 40 anni, e in particolare dopo i 60, occorre mettere in atto una strategia adeguata, che si basi innanzitutto su di un regime alimentare ricco di antiossidanti. (fonte: www. reportonline .it)
tutti i ricoveri. Gli anziani sono la categoria che rischia maggiormente di subire danni alla salute causati dall'assunzione impropria di farmaci.
dai grandi trial clinici sulla base dei quali è valutata l'efficacia dei farmaci e rappresenta un "buco nero" nella farmacoepidemiologia clinica.
È stato infatti calcolato che circa il 60-80% degli ultrasessantacinquenni assume almeno un farmaco e addirittura il 10% ne riceve cinque o più. I farmaci più utilizzati sono i cardiovascolari e gli antipertensivi, seguiti dagli analgesici, dai sedativi e dai farmaci gastrointestinali come i lassativi e i gastroprotettori. Per questo nei Paesi occidentali le reazioni avverse da farmaci rappresentano un'importante emergenza sanitaria dal momento che sono alla base di circa il 15% di tutti i ricoveri in ospedale e determinano il 5-10% dei costi ospedalieri.
I geriatri hanno ricordato che sono quattro i tipi principali di errore che riguardano l'uso dei farmaci: il primo tipo riguarda gli errori che si verificano per difetto di conoscenza, il secondo gli errori che si verificano perchè si ricorre a metodi sbagliati o si applicano scorrettamente metodi adeguati, il terzo comprende gli errori legati ad azioni sbagliate, o semplici sviste mentre il quarto raggruppa gli errori che si verificano per dimenticanza.
Va sottolineato che la reale efficacia di quasi tutti i farmaci non è mai stata testata nei soggetti molto anziani affetti da più patologie contemporaneamente o che sono soggetti a regimi terapeutici molto complessi. Questo tipo di pazienti complessi è generalmente escluso
Per contribuire ad evitare questi errori nella prescrizione dei farmaci sarebbe auspicabile mettere insieme, attorno ad un tavolo, gli enti regolatori del farmaco, l'agenzia europea EMEA e la nostra AIFA, l'industria e le società scientifiche, in particolare i geriatri e i farmacologi, per studiare i farmaci che utilizzeranno gli anziani, in analogia a quanto già avviene per i farmaci pediatrici.
Centro Geriatrico MARe Residenza Sanitaria Assistenziale Via Giovanni XXIII 83010 Grottolella (AV) Tel. 0825-671511 fax 0825-671914 maresrl@interfree.it alutare 11
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Rafforzare i muscoli e limitare l'uso dei farmaci.
Foniatria a cura del Prof. Massimo Borghese - Foniatra
Il linguaggio nell'autismo Diverse forme di inadeguatezza verbale.
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Non è possibile rilevare un’unica caratteristica di deficit linguistico nei soggetti con autismo, bensì diverse forme di inadeguatezza verbale. Nelle valutazioni correnti di soggetti con autismo che giungono all’osservazione foniatrica, lo sviluppo del linguaggio verbale nei primi due anni di vita, risulta riconducibile essenzialmente a queste situazioni: - Inizio normale, con lallazione e produzione delle prime parole entro i 12 mesi; espansione del vocabolario fino a dieci, a volte venti parole, raggiungimento della frase bitermine; poi inizio della regressione, in genere tra i 14 ed i 22 mesi (sono i dati anamnestici statisticamente più frequenti), con perdita - nel giro di pochi mesi - delle abilità verbali acquisite, contemporaneamente ad un non ulteriore apprendimento di altri termini, e ad una generale involuzione del comportamento e di altre abilità. Al termine del (peraltro rapido) periodo di involuzione, nel bambino restano produzioni per lo più sillabiche o vocaliche, ripetitive, stereòtipe, non referenziali; e ad una modalità comunicativa che era verbale o comunque prevalentemente verbale, subentra nel giro di poco tempo una sorta di “non-comunicazione”, men che meno verbale. Anche le capacità di comprensione del linguaggio, prima presenti, risultano parzialmente o fortemente compromesse, sebbene il versante espressivo appaia nella maggior parte dei casi più danneggiato di quello recettivo. - Sin dal primo anno di vita, il bambino mostra scarse o nulle capacità di utilizzo della verbalità, preferendo forme espressive mimiche e gestuali. Spesso si assiste alla sola comparsa della 12 www.salutare.info
lallazione, a volte nei tempi normali (4-6 mesi), a volte in ritardo (10-12 mesi); comunque non accade altro sul piano del linguaggio, e nei mesi e negli anni successivi attecchiscono sempre di più forme comunicative averbali, in contesti relazionali più o meno compromessi a seconda dell’evoluzione individuale della patologia di base. Negli anni successivi, anche e forse soprattutto a seconda del tipo di intervento effettuato (o non effettuato) sulla verbalità, le possibilità di utilizzo ed i tipi di linguaggio osservabili nei soggetti autistici possono a loro volta identificarsi in diverse situazioni quali: - Assenza completa di verbalità, con o senza capacità di comprensione di quanto prodotto da altri. - Presenza di un linguaggio fluente, continuo, carico di stereotipie vocaliche, consonantiche, di parole o di frasi; in molti casi anche con ecolalie che a loro volta possono risultare immediate (ripetizione di ciò che il bambino ha appena sentito) o differite nel tempo (ripetizione di parole o frasi sentite ore o giorni prima). Il tutto, prodotto senza scopi referenziali, senza esprimere una vera e propria intenzionalità comunicativa. - Linguaggio ecolalico, come nella descrizione precedente, ma in un contesto non fluente, piuttosto invece caratterizzato da emissioni sporadiche, se non, appunto, ecolaliche, sovente a voce molto bassa, che rende poco intellegibile il già povero e non significativo enunciato. - Linguaggio referenziale, solitamente
poco ricco, gestito male sul piano fonologico (sono presenti difetti di pronuncia), lessicale-semantico (vocabolario scarno e spesso utilizzato male), morfosintattico: scarsa coniugazione dei verbi, uso inappropriato dei tempi e delle persone (il bambino, soggetto della frase, parla di sé in terza persona). - Espressione verbale normostrutturata, ineccepibile sul piano articolatorio (nessuna dislalia), ad intensità vocale adeguata, ma poco o nulla contestuale e referenziale. Questi i rilievi più comuni in soggetti giunti all’osservazione foniatrica in anni successivi al secondo, e non trattati in ambito logopedico. Diverse le situazioni dei bambini con autismo che hanno iniziato precocemente un percorso foniatrico-logopedico, nei quali pertanto è stato effettuato tempestivamente e adeguatamente un lavoro di induzione, stimolazione, arricchimento e adeguamento della verbalità. Va ribadito che i differenti esiti di interventi abilitativi effettuati anche in modo omogeneo, dagli stessi operatori, su bambini appartenenti a stesse fasce di età e di uguale livello socio-culturale, danno valore alla considerazione secondo la quale esistono “autismi” diversi, e non un solo autismo.
Neurologia a cura di Ilaria Pucci
La malattia di Alzheimer: dalla diagnosi alla cura Al Neuromed di Pozzilli un'unità dedicata alla valutazione e alla cura di questa patologia.
Così E.A. racconta la storia di sua madre, una donna attiva di 65 anni che è allo stadio iniziale della malattia che ruba i ricordi, che inizia colpendo la memoria semantica deputa alla conoscenza del mondo e poi si sviluppa distruggendo la memoria recente, quindi la memoria a lungo termine e poi procedurale. Per conoscere meglio tale patologia intervistiamo la dr.ssa Anna elisa Castellano, Responsabile dell’UVA Neuromed. Cos’è possibile fare per il paziente affetto da Alzheimer? L’obiettivo principale è quello di una diagnosi precoce che consente di utilizzare tempestivamente
i mezzi farmacologici attualmente disponibili che agiscono mettendo a disposizione dei neuroni affetti l’acetilcolina, substrato necessario al loro corretto funzionamento. Come opera l’UvA? L’Unità Valutazione Alzheimer si rivolge ai pazienti che giungono per problemi inerenti la memoria e le altre funzioni cognitive, si pone come obiettivo un corretto e tempestivo inquadramento diagnostico dei pazienti. La diagnosi di Alzheimer è una diagnosi di esclusione rispetto a forme di demenza internistica e potenzialmente reversibili, alle pseudo-demenze in corso di malattie psichiatriche, ad altre demenze primarie come le fronto-temporali o alle demenze inerenti ad altre malattie neurologiche come il Parkinson. L'UVA indirizza gli accertamenti diagnostici necessari per una
diagnosi differenziale e prescrive la terapia farmacologica più idonea per il tipo di demenza e per gli aspetti internistici del paziente. Gli esami comprendono uno screening laboratoristico per escludere forme metaboliche (Ipotiroidismo-forme tossico-carenziali-insufficienza epatica o renale ecc), mentre gli esami neuroradiologici TC o RMN forniscono informazioni sull'eventuale coesistenza di lesioni vascolari, tumorali o perdita di parenchima da atrofia diffusa o circoscritta. Gli esami di medicina nucleare forniscono informazioni sullo stato di corretta perfusione ematica del cervello e sulle capacità metaboliche della corteccia cerebrale, fornendo preziose e precoci informazioni per una corretta diagnosi. I test neuropsicologici ci danno preziose informazioni sul tipo di deficit cognitivo e sull’entità del problema. Il follow-up del paziente nel tempo permette di seguire l’evoluzione della malattia e di adeguare i trattamenti farmacologici soprattutto nella fase in cui compaiono i disturbi comportamentali che più di tutti mettono a dura prova la resistenza del nucleo familiare del paziente affetto.
Parco Tecnologico Località Camerelle - Pozzilli (IS) ITALY Tel. 0865 91521 - Fax 0865 927575
Sede ospedaliera Via Atinense, 18 - Pozzilli(IS) ITALY Tel. 0865 9291 - Fax 0865 925351
Centro per lo studio e la cura di: - epilessia - Ipertensione arteriosa - Morbo di Parkinson - Sclerosi Multipla - Cefalee - Malattie rare e genetiche - Alzheimer - Stroke Unit
Chirurgia dei: - Tumori cerebrali - Aneurismi - Malformazioni vascolari - Ipofisi - Tronco encefalico - Cranica e Spinale
LA RICeRCA È vITA. Specificando il codice fiscale
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ospedale di rilevanza nazionale e alta specialità per le neuroscienze
L’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed
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Alzheimer, la malattia della memoria. La storia di mia madre inizia da una diagnosi. Lei donna forte e attiva ha avuto problemi legati alle conoscenze culturali, di concetto e di conservazione. La malattia procede ma al Neuromed, presso l’UVA, mia madre sta avendo le migliori cure possibili. (E.A.).
Psicoterapia
a cura della dott.ssa Leopoldina De Varti Psicologa, Psicoterapeuta
Creatività e Salute
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"Nell'atto di creazione di ciascun individuo l'arte nutre l'anima, coinvolge le emozioni e libera lo spirito". L’arte può motivare tantissimo, poiché ci si appropria, materialmente e simbolicamente, del diritto naturale di produrre un’impronta che nessun altro potrebbe lasciare ed attraverso la quale esprimiamo la scintilla individuale della nostra umanità”(Bernie Warren). La creatività è una qualità e capacità fondamentale dell’essere umano, lo aiuta a crescere sano e felice. Aprirci alla dimensione creativa e liberare le proprie potenzialità espressive permette di conoscerci nella nostra naturale essenza, di costruirci un’identità e di realizzarci. I moderni studi neurofisiologici dichiarano che esiste una specifica zona cerebrale, l’area limbica del cervello, chiamata anche ‘zona solare’, e non a caso perché contiene la sostanza che accende la creatività, al pari di una luce. Quando, ad esempio, usiamo le mani per manipolare dei materiali e poi modellarli, quando scarabocchiamo o dipingiamo, quando ci muoviamo al suono di una musica e creiamo la nostra danza, stiamo dando uno spazio concreto e corporeo alle nostre emozioni e sentimenti per esprimersi. Il movimento delle nostre mani che creano con i colori, la carta, il tamburo o il movimento di tutto il corpo, genera di riflesso 14 www.salutare.info
anche un movimento interiore dell’anima. Così dal corpo e dai 5 sensi arriva la trasformazione e la guarigione: corpo, mente e cuore hanno la possibilità di rigenerarsi e andare verso nuove sponde. Tutti siamo potenzialmente artisti e artigiani, e possiamo riconoscerci in una particolare sensibilità, qualcosa di unico da vivere e comunicare, ma molti possono essere gli elementi che ostacolano il fluire libero di questa energia vitale. Ci possono essere difficoltà psicologiche individuali, o difficoltà esterne. Tra queste, la principale è l’atteggiamento che genitori e partner hanno nei nostri confronti, come uno sguardo svalutante e parole scoraggianti. Tuttavia, molto dipende dalla fiducia maturata in se stessi e dalla crescita personale, solo in questi casi, si riesce a far vivere la propria dimensione creativa nel quotidiano, e anche nelle difficoltà, anzi le difficoltà vengono viste e vissute come un ulteriore stimolo ed un’ulteriore opportunità.
Il rapporto tra salute e creatività è stato il tema portante del ‘Laboratorio creativo: sperimentarsi nel mondo dei sensi’, realizzato all’interno di un antico ‘cellaio’ nel borgo di CapoCastello (Mercogliano - AV).
Grandi e piccoli, hanno potuto sperimentarsi con materiali vari (sabbia, farina, terra, pietre, carta, stoffa, ecc.), con oggetti quotidiani più svariati e di uso comune (pentole, ceste, barattoli di latta, pasta, ecc), con strumenti musicali (tamburo, tammorra, triangolo, iuvia ecc), con odori e profumi, con i 7 colori dell’arcobaleno e il movimento.
Il laboratorio è stata un’esperienza interdisciplinare, in cui competenze, esperienze e linguaggi diversi sono stati integrati e utilizzati: DanzaMovimentoTerapia (dr.ssa Leopoldina De Varti), MusicArteTerapia (dr.ssa Ilaria Di Gaeta), Cromoterapia (dr.ssa Angela Coppola).
Tutti i partecipanti hanno mostrato interesse e piacere, ed hanno concluso l’esperienza, lasciando volentieri una loro traccia, come un disegno, una parola scritta, una composizione scultorea o semplicemente un segno colorato tracciato sui fogli sparsi durante il percorso.
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Baby Magazine è il nuovo allegato di Salutare dedicato al benessere della mamma e del suo bambino, pensato per poter meglio comprendere e affrontare il meraviglioso e delicato percorso della genitorialità. Baby Magazine è di grande utilità, soddisfa le esigenze di tutte le mamme e papà che vogliono ricevere un'informazione sicura e dettagliata, attraverso validi consigli in materia di gravidanza, pediatria, alimentazione, logopedia, pedagogia, etc. con la garanzia di un illustre comitato scientifico. La rivista offre inoltre una guida consolidata ai migliori prodotti e servizi riguardanti il benessere di mamma e bambino. Baby Magazine cresce grazie all'interazione continua che si crea “numero dopo numero”, con i vostri pareri e consigli. info@babymagazine.it
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Psicologia a cura della dott.ssa Maria Rosaria Porcaro Psicologa clinica Cognitivo-Comportamentale, Psicodiagnosta, Consulente familiare
Droga: che sballo c’è, se è la tua vita in ballo? Gli stupefacenti in una prospettiva a lungo termine
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La droga è una sostanza capace di modificare lo stato di coscienza interferendo con i meccanismi mentali, tra cui le emozioni, la percezione, l’attenzione, la memoria. Essa è una spezia, uno stupefacente, una radice, un seme, ecc. eppure essenzialmente è un “veleno” il quale, in base alla dose, produce effetti sul sistema nervoso agendo da sedativo o da eccitante. Un uso abituale produce danni a diversi organi e favorisce malattie psicotiche o neurologiche poiché la droga influenza la mente riattivando episodi del passato che si trovano al di sotto del livello della coscienza. Questo può alterare la percezione di quel che succede intorno al tossicodipendente, di conseguenza le sue azioni possono sembrare molto strane o bizzarre. Inoltre, i problemi creati dalla droga non finiscono quando si cessa di farne uso, possono ad esempio intaccare la capacità di una persona di concentrarsi, di lavorare. Queste sono le conseguenze più deleterie, soprattutto per un giovane che ad esempio sta all’inizio della sua carriera, o che sta mettendo su famiglia, perché il segno indelebile degli stupefacenti vanno a colpirlo 16 www.salutare.info
modo esponenziale se associati all’alcool poiché quest’ultimo enfatizza soprattutto l’aggressività, l’ansia e le paure indotte dalla cocaina. Diventa pertanto pericolosissimo mettersi alla guida in tali condizioni poiché lo stato di ebrezza non è avvertito dal soggetto.
proprio nei punti di maggiore vulnerabilità, proprio laddove egli ha “investito” le sue energie cercando di crearsi una posizione, una compattezza familiare che purtroppo verranno meno quando l’aggressività o la rabbia prenderanno il sopravvento: ciò di solito accade alle prime difficoltà. Nell’immaginario comune le droghe leggere (hashish e marjiuana) sono meno dannose di quelle pesanti, quindi è di moda tra i giovani fumare spinelli a volontà nei bagni delle scuole, in luoghi appartati della città, tra le mura domestiche. In realtà, gli effetti collaterali
che la cannabis produce sono gravi almeno quanto quelli prodotti dalle altre droghe. Innanzitutto, crea dipendenza sia fisica (crisi di astinenza che determina ansia, nausea, vomito), che psicologica (bisogno irrefrenabile di assumere quella sostanza), quest’ultima più subdola e pericolosa perché anche dopo i trattamenti rimane latente nel soggetto. In secondo luogo, può facilitare l’insorgenza di disturbi psicotici (es. schizofrenia) in soggetti predisposti o lasciare “vuoti di memoria” e mancanza di concentrazione. Dallo spinello si passa poi alla cocaina, o polvere d’angelo, pallino, neve, diffusa anche nel mondo degli adulti e, sempre più frequentemente, associata all’alcool. Gli effetti della cocaina si manifestano quasi subito dopo il suo uso provocando euforia, iperattività, riduzione della stanchezza, del sonno e della fame, accelerazione del pensiero e dell’ideazione, sensazione di grandiosità e onnipotenza. Tali effetti si amplificano in
La cocaina, associata all’eroina (speedball), intensifica gli effetti eccitatori, ma aumenta il rischio di collasso. Il consumo prolungato di cocaina provoca una progressiva modifica della personalità del soggetto che potrà sviluppare paranoie, sospetti, deliri e, frequentemente, disturbi come depressione, insonnia, attacchi di panico, impotenza, eiaculazione ritardata, abbassamento della libido, irritabilità, varie forme di psicosi. Questa droga si differenzia dalle altre perché consente al soggetto che l’assume di adattarsi rapidamente ai frenetici ritmi di attività psico-fisica, propri della società moderna. Poi vi sono le pasticche allucinogene MDMA (ecstasy), il cui uso è principalmente limitato alle discoteche, che appaiono colorate proprio per sembrare innocue, come se fossero gustose caramelle “eccitanti”, queste sono pericolosissime se associate alla cocaina, poiché istantaneamente possono causare gravi danni al cervello. Principalmente questa classe di droghe, produce un’attivazione del sistema serotoninergico
Anche se il consumo di eroina è in declino tra gli italiani, non va dimenticato il grave danno che produce questo tipo di sostanza, che si avvicina alla morfina per la dipendenza che genera, sebbene occorrano dosaggi minori. Inizialmente essa produce un effetto euforizzante, analgesico che comporta quindi, importanti cambiamenti dell’umore; tuttavia, tali effetti durano ben poco poiché l’assunzione continuativa di tale sostanza porta depressione, perdita della libido, apatia, quindi il tossicodipendente sentirà il bisogno di continuare ad assumere la sostanza (che ormai non gli regala più quei caratteristici flash di euforia, tipici della somministrazione endovenosa) solo per lenire i sintomi di astinenza. Non devono essere trascurate, inoltre, droghe come la caffeina,
la nicotina, le quali sono legali perché il loro consumo, in dosi limitate, non è tossico per l’organismo, ma è altrettanto dannoso negli effetti a lungo termine. Si pensi ad esempio all’abuso di caffeina che può portare irritabilità, emicrania, insonnia, palpitazioni e degenerare poi in un vero e proprio disturbo d’ansia. Tali effetti peggiorano nelle donne in gravidanza e possono essere pericolose per il bambino. Lo stesso vale per la nicotina che, analogamente alla cocaina e all’eroina, agisce sui meccanismi della dipendenza generando una sensazione di piacere. Essa a lungo termine produce effetti di vasocostrizione che possono degenerare in arteriosclerosi.
Chi pensa, infatti, di non essere un alcolista solo perché non alza il gomito quotidianamente, ma aspetta il sabato sera per ubriacarsi, inizialmente per divertimento e per aderire ad una norma sociale condivisa dal gruppo, ma poi lo fa per eludere delusioni, ansie e lenire il dolore di fallimenti personali, commette un grosso errore e forse dentro di sé lo percepisce, ma non vuole ammetterlo.
Sarebbe come ammettere una debolezza, un ulteriore fallimento, quindi si rifugia dietro una “maschera” che gli forgia una personalità sempre più disturbata, “ai confini” tra nevrosi e psicosi, direbbero gli psicanalisti. Si dice che le droghe facciano cose meravigliose, ma in realtà tutto ciò che fanno è rovinare chi le prende!
Lo stesso discorso vale per l’alcool, in assoluto tra le droghe più diffuse nel mondo, che se assunto in piccole quantità (es. un bicchiere di vino dopo i pasti) può avere un effetto benefico sull’organismo, al contrario il suo abuso può portare a numerosi disturbi come neuropatie, deliri, sindrome di Korsakoff, atrofia cerebrale, cancro, ecc. L’abuso di alcol, inoltre, porta ad una sindrome patologica chiamata alcolismo le cui caratteristiche si differenziano a seconda della personalità del bevitore.
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essendo la pasticca una metanfetamina. Quindi, interviene nei meccanismi dell’umore lasciando al soggetto che ne fa uso, una sensazione generale visione rosea delle cose, del mondo. Tutto appare più bello, più buono e spesso il soggetto riferisce di provare una sorta di pace interiore che gli permette di gestire meglio le relazioni con gli altri, ecco perché appare disinibito a intraprendere manifestazioni di affetto, come un abbraccio ad esempio, anche con persone sconosciute.
Musicoterapia a cura del prof. Antonio Suelzu Musicoterapista per i disturbi della comunicazione
Il potere magico e terapeutico della musica
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La musica dei grandi compositori come Bach, Mozart, Beethoven, Verdi, Puccini potrebbe diffondere nei cuori agitati delle nostre generazioni il senso di pace che regnava nell’animo di questi maestri. La musica dei grandi compositori come Bach, Mozart, Beethoven, Verdi, Puccini potrebbe diffondere nei cuori agitati delle nostre generazioni il senso di pace che regnava nell’animo di questi maestri. Essi sono riusciti a far parlare nei suoni i sentimenti più profondi dell’anima, scoprendo nella potenza conciliatrice e purificatrice dell’arte il rimedio contro il dolore dell’uomo moderno (angoscia, insicurezza, pessimismo). Non solo la “Classica”, ma anche ogni altra buona musica produce i suoi effetti; pensiamo al potere sedativo delle ninnenanne o alle filastrocche per bambini. La suggestione che la musica ha sempre esercitato sia presso i popoli cosiddetti primitivi che evoluti, spiega il perché ad essa si attribuiva una provenienza e un carattere divino. Nella musica si riconoscevano grandi poteri: la capacità di creare un contatto con gli dei e la possibilità di influenzare magicamente la realtà e la natura. Alce nero, uno degli ultimi capi indiani d’America, spiegava ad un etnomusicologo: ‹‹La musica e il ritmo sono un chiaro mezzo per congiungersi agli dei, per comprendere il senso della vita e per avvertire l’energia che anima ogni cosa. La forma tonda del tamburo rappresenta l’universo intero: il suo rullo regolare e possente è il polso, il cuore che batte al centro dell’universo. È come la voce del Wakan-Tantka (il grande spirito). Questo suono ci incita e ci aiuta 18 www.salutare.info
stress, lesioni cerebrali post coma, ischemia, ictus, psicosi e schizofrenia, autismo, handicap fisici e mentali, disturbi della comunicazione. Ai malati d'Alzheimer dà la possibilità di manifestare il proprio pensiero o stato d’animo attraverso canali di “comunicazione” alternativi alla parola e migliora la memoria per quanto riguarda il materiale cantato; ai depressi offre serenità, sicurezza e rilassamento.
a capire il mistero ed il potere di tutte le cose ››. Gli antichi la usavano in rituali propiziatori per la fertilità, la nascita, il raccolto, la celebrazione della vita e della morte; musica e medicina erano una cosa sola. "Il sacerdote medico" (lo sciamano) sapeva che il mondo è costituito secondo principi musicali, che la vita del cosmo è dominata dal ritmo e dall'armonia. La musica ha potere "incantatorio" sulla parte irrazionale, procura benessere e nei casi di "malattia" ricostituisce l'armonia perduta. Non a caso S. Freud (1856-1939) dichiarò che il fascino e la potenza sonora di un'orchestra, poteva guarire persone da alcuni disturbi. Gli studi scientifici sull'impiego della musica per alleviare il dolore o per la riabilitazione dei malati d'Alzheimer, autismo o dislessia risalgono agli anni '80. Oggi vi sono diversi ambiti della musicoterapia: clinico-psichiatrico, psicopedagogico, psicoanalitico. L’approccio clinico-psichiatrico aiuta la scienza soprattutto nei casi in cui il malessere fisico si accompagna a quello della mente. La musicoterapia come disciplina con una propria autonomia, ha quasi un secolo ed è in grado di aiutare a guarire, non in forma esclusiva, diverse patologie: tossicodipendenza, depressione, ansia,
Nella preparazione al parto aiuta la gestante ad aumentare la fiducia in sè, a rilassarsi e ad avviarsi con maggiore serenità al dolce evento. Nell’afasia, recupera la capacità di esprimere o comprendere le parole; nella dislessia migliora la capacità di lettura e di pronuncia. Il suono agisce sul sistema neurovegetativo che regola le funzioni del corpo (traspirazione, ritmo cardiaco, pressione sanguigna) e facilita la liberazione delle emozioni e delle risorse creative; risveglia la volontà negli apatici e modera l'eccessiva irruenza nei soggetti aggressivi. La parola si forma in noi a partire dal grembo materno. Ogni mamma, durante i mesi della gestazione, parla al figlio con il cuore. Il neonato è pronto a far sentire la sua voce dopo nove mesi di gravidanza intrisi di timbri sonori, rumori, ritmi e voci che risuonano in lui come la “prima orchestra".
Podologia a cura della dr. Antonio Pacilio - Podologo e Posturologo
La podoposturologia nel basket Il trattamento funzionale delle lesioni del piede nei traumi da sport occupa un posto di rilievo nella Traumatologia, nella Riabilitazione, nella Medicina dello Sport e nell’Ortesiologia Sportiva.
• scarso o errato allenamento; • calzature incongrue; • cambiamento dei terreni di gioco; • lassità legamentosa; • squilibri muscolari; • problematiche alle strutture sovrasegmentarie; • deformità strutturali del piede; • dismetrie degli arti inferiori; • alterazioni dell’appoggio plantare; • alterazioni della cinematica di tutto l’arto inferiore. Fondamentalmente per semplificare possiamo trovare due tipologie di piede: pronato (o valgo) e supinato (o varo). Premesso che il piede possiamo associarlo ad un'elica che si avvolge e si svolge, che alterna pronazione e supinazione durante le fasi del passo, della corsa, possiamo semplificare affermando che un'alterazione del piede che non permette il normale avvolgimento e svolgimento del piede determinerà una patologia da sovraccarico. Quindi, pur nella complessità dei quadri clinici, possiamo identificare un piede in cui vi è un eccesso di pronazione (piede piatto) ed uno in cui vi è un eccesso di
Sia la rilevazione statica che quella dinamica possono essere effettuate sia a piedi nudi che con le calzature, con o senza ortesi plantari e/o con ortesi in silicone medicale; possono, inoltre, essere confrontate tra loro e con i valori di normalità.
supinazione (piede cavo). Un piede pronato avrà difficoltà nella fase di spinta ove è necessaria la supinazione e pertanto sarà penalizzato nella velocità e nel salto. Al contrario, un piede eccessivamente supinato, invece, è più predisposto al gesto atletico come corsa e salto ma paga questo con un eccesso di instabilità e predisposizione a distorsioni in varismo-supinazione. L’esame clinico/biomeccanico è fondamentale soprattutto nell’evidenziare i rapporti retro-avampodalici (a volte una pronazione del retropiede è un compenso di una supinazione dell’avampiede), nel riconoscere le deformità dal punto di vista funzionale differenziandolo da quello morfologico (un piede può essere piatto morfologicamente ma non funzionalmente non necessitando quindi di alcun trattamento). È importante quindi effettuare una scrupolosa valutazione podoposturologica al fine di ottimizzare l’appoggio plantare e la deambulazione; sono importanti, inoltre, anche gli esami dinamici di tipo qualitativo e quantitativo come la baropodometria elettronica (B.P.E.) statica e dinamica, utile in fase pre e post trattamento ma soprattutto in fase preventiva
Questa possibilità diagnostica ci consente di valutare l’efficacia della terapia podologica, posturologica, ortesica, e riabilitativa sia immediatamente che col passare del tempo. In conclusione bisogna stare attenti ai campanelli d’allarme al fine di evitare un precoce abbandono dell’attività cestistica o sportiva in generale. Quando un atleta presenta dolore alle strutture tendinee e capsulo-legamentose del piede, fasciti plantari, metatarsalgie, o frequenti episodi distorsivi, bisogna indagare sulle possibili cause. Le terapie possono essere diverse, conservative nella maggioranza di casi (terapia fisica, terapia manuale, plantari ecc…). L’uso di supporti plantari neurobiomeccanici personalizzati può risolvere molti problemi, poiché cerca di ristabilire i normali rapporti articolari agendo di conseguenza sulle strutture mio-tendinee e caspulo-legamentose riducendo o addirittura eliminando la sintomatologia dolorosa migliorando di conseguenza la performance sportiva.
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Nel basket, sport caratterizzato da corsa e salto, i problemi alle caviglie e soprattutto ai piedi, sono di frequente osservazione. Si evidenziano soprattutto patologie da sovraccarico delle strutture del piede come talalgie, metatarsalgie, fasciti plantari, tendiniti, distorsioni ecc..., che portano l’atleta a lunghi periodi di stop e quindi dallo specialista per la risoluzione del problema. I fattori che determinano le suddette patologie da sovraccarico possono essere estrinseci ed intrinseci:
al fine di diagnosticare i deficit delle fasi del passo.
Nutrizione a cura del dr. Del Buono Andrea e dr. Armando d’Orta
Imparare a gestire in prima persona la salute e il peso Interventi educazionali per il controllo dei disturbi del comportamento nutrizionale.
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Recenti studi parlano di “Genotipo Parsimonioso”, cioè l’insieme dei nostri geni che regolano le vie metaboliche, il dispendio e l’accumulo delle risorse energetiche.
Dall’ultimo dopoguerra, tuttavia, l’umanità (almeno per quanto riguarda il mondo occidentale) si è trovata a dover convivere con due dei più grandi sconvolgimenti ambientali, mai visti prima nella storia del mondo: l’ormai diffusissima meccanizzazione e l’impatto di un benessere sempre più dilagante. L’estrema facilità con cui l’uomo medio può al giorno d’oggi accedere alle risorse alimentari e, di contro, la grande riduzione del dispendio calorico hanno portato a livello endemico condizioni come il sovrappeso e l’obesità.
Tali geni, secondo i normali iter evolutivi, sono ancora tarati per far fronte ad un ambiente povero ed ostile, dove c’è carestia, fame, in cui l’uomo deve correre, saltare, lottare per far fronte all’approvvigionamento di cibo e garantirsi, in tal guisa, la sopravvivenza. Dai giorni in cui i primi Homo sapiens cucinavano la selvaggina intorno al fuoco nei rudimentali accampamenti, il rapporto uomo-ambiente, per ciò che riguarda l’approvvigionamento delle risorse, ha subito ben poche variazioni (fatta eccezione per brevi momenti storici e alcune popolazioni) e, cioè, il cibo si è rivelato essere sempre e comunque inferiore ai bisogni ed alle esigenze di un’umanità affamata.
Un tale ambiente ha così selezionato gli individui più adatti alla sopravvivenza: coloro i quali potevano avvantaggiarsi di una metabolomica lenta, in grado di vivere con pochissime calorie, rallentando il dispendio energetico, eliminando gli sprechi, assorbendo ed accumulando ogni singolo atomo di nutriente. (Southam, 2009).
L’uomo occidentale odierno, anche se appartenente a classi sociali inferiori, può procurarsi del cibo in modo estremamente facile, considerando anche che un pasto di 1500/2000 Kcal, in uno qualsiasi dei più noti fast food, ha un costo economico irrisorio rispetto solo ad alcuni decenni fa. Dal momento che cinquanta o sessant’anni sono pari a zero da un punto di vista evolutivo, gli individui precedentemente selezionati dall’ambiente, ovvero la stragrande maggioranza di noi, si trovano oggi ad essere vittime del proprio genotipo parsimonioso, che, loro malgrado, li aveva tenuti in vita nei millenni di carestia e fame. In misura molto ridotta, ma con una significatività preoccupante, tale situazione comincia a verificarsi anche nei cosiddetti paesi del Terzo mondo, in cui, pur mancando delle risorse prime per garantirsi un normale sviluppo, è divenuto più facile l’accesso al cibo spazzatura, economico, veloce, di facile preparazione e consumo. Oggi sappiamo che una quantità eccessiva di grasso corporeo è causa di numerose patologie, di grado più o meno severo,
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Dato l’enorme impatto economico che questa situazione ha sui vari sistemi sanitari nazionali, lentamente, lottando contro gli interessi opposti della pubblicità e di alcune potenti multinazionali, si stanno mettendo in atto politiche di sensibilizzazione e prevenzione per una corretta alimentazione ed uno stile di vita più sano. La diretta conseguenza di tutto ciò in medicina è una maggiore attenzione al problema grasso-patologia, che ci porta a parlare sempre più e con sempre maggior forza di Sindrome Metabolica. La Sindrome Metabolica non è una patologia ben definita, ma una serie di alterazioni di fattori fisiologici che, in ultima analisi, aumentano in modo estremamente significativo il rischio di sviluppare patologie invalidanti e mortali. Un’eccessiva distribuzione di grasso corporeo, valori elevati di pressione arteriosa, di glicemia, la dislipidemia sono tutti sintomi di questa nuova sindrome e tutti sembrano essere causati da un incremento del peso corporeo in conseguenza di un’alimentazione sconsiderata. (National Institute Of Health, 2001)
il fatto che il grasso non sia un tessuto inerte, ma strettamente legato al sistema endocrino, con il quale si interfaccia in maniera positiva. È noto altresì, che nell’obesità sono coinvolti processi simili a quelli che si verificano nell’infiammazione cronica, con un importante coinvolgimento del sistema antiossidante, enzimatico e non enzimatico, per far fronte al notevole stress ossidativo che si produce. Per questo motivo è fondamentale, in riferimento all’alimentazione, parlare di micronutrizione. (Devaraj et al. 2008). I micronutrienti sono rappresentati da tutte quelle sostanze, come vitamine, minerali etc. presenti in piccole quantità, con un ruolo essenziale nella produzione di enzimi, ormoni e altre sostanze che aiutano a regolare la crescita, l'attività, lo sviluppo e il funzionamento dei sistemi immunitario e riproduttivo. Essi inoltre, sono coinvolti in numerose vie metaboliche, e nella regolazione della risposta allo stress ossidativo. Tali sostanze sono contenute principalmente in frutta e verdura, tipologie di alimenti che vengono consumate sempre di meno dall’uomo medio e soprattutto non debbono essere prodotti di agricoltura
intensiva (alimenti poveri di microelementi). In conseguenza di ciò si è verificata una grande diffusione di prodotti conosciuti più o meno come “integratori alimentari”, che possono essere di grande aiuto nell’alimentazione dell’uomo moderno. Tutto ciò premesso, pare importantissimo andare a monitorare gli effetti ed il ruolo dei biomarkers di stato infiammatorio e di stress ossidativo coinvolti nell’obesità, quindi l’obeso è in primis un soggetto con una Flogosi Minima Persistente e più in generale anche con la Sindrome Metabolica. Lo studio di tali marcatori, come ad esempio la proteina C reattiva, l’interleuchina-1, l’interleuchina-6, il tumor necrosis factor (TNF), la leptina, nonché di alcuni più recenti quali la malondialdeide (MDA), e l’idrossinonenale, può aiutare in modo significativo a valutare il reale danno sull’organismo che si verifica nello stato di infiammazione e di danno ossidativo legati all’Obesità e nello specifico alla Sindrome Metabolica. In conclusione è indispensabile focalizzare l’attenzione sull’interessante ruolo dei scavengers svolto sui livelli di alcuni importanti marcatori della Sindrome Metabolica.
La Sindrome Metabolica, oltre al tradizionale quadro dismetabolico, è caratterizzata dalla presenza di un processo infiammatorio cronico. È altresì vero che in individui affetti da tale sindrome sono stati riscontrati elevati livelli, in assenza di un concomitante episodio infettivo, di proteina C reattiva, di TNF-alfa e di IL-6. Questa associazione tra molecole infiammatorie e danno cardiovascolare si è rivelata indipendente dagli altri fattori di rischio cardiovascolare. (Binetti et al., 2006).
Inoltre, da alcuni anni, è noto in letteratura alutare 21
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che interessano la sfera cardiovascolare, neoplastica ed ortopedica, riducendo ed influenzando, in modo impressionante, la durata e la qualità della vita dell’uomo del ventesimo ed, ormai, ventunesimo secolo. (Fatati, 2006)
Acustica a cura del dr. Nicola Topo - Centro Acustico Fonetop
Sordità, un problema che si sente sempre più
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I cittadini devono essere sensibilizzati sull’importanza di effettuare costantemente controlli del proprio stato di benessere e adottare stili di vita corretti. A fronte dell’allungamento dell’aspettativa di vita e al conseguente invecchiamento della popolazione, stiamo assistendo a una crescita del numero di casi di ipoacusia che si traducono anche in un aumento di costi socio-sanitari. Anche i più recenti studi avvertono che non si tratta più di una patologia legata all’età. La perdita dell’udito infatti colpisce sempre più i giovani che ascoltano musica ad alto volume in discoteca o con auricolari. educare alla prevenzione, informando sulle buone abitudini da adottare per preservare il proprio udito e insegnando a riconoscere i segni premonitori del danno uditivo consente di intervenire precocemente sui disturbi e ridurre la probabilità che il paziente incorra in danni permanenti perché la causa più frequente di ipoacusia nella popolazione adulta è proprio l’esposizione al rumore. L’inquinamento acustico è oggi purtroppo un fenomeno sempre più rilevante e appare connesso soprattutto all’ambiente lavorativo. La perdita dell’udito causata dal rumore è la patologia professionale più diffusa in Europa. Si stima che circa un terzo dei lavoratori europei è esposto a livelli di rumore potenzialmente 22 www.salutare.info
pericolosi per almeno un quarto dell’orario di lavoro. In Italia, l'ipoacusia da rumore costituisce più della metà delle malattie professionali indennizzate dall'Inail. Secondo dati dell’OMS, la perdita di udito è al terzo posto tra le cause di invalidità permanente dopo artrite e ipertensione: in Europa 22,5 milioni di persone soffrono di riduzione dell’udito e 2 milioni di sordità profonda. La prevalenza di queste patologie aumenta con l’età, e l’invecchiamento generale della popolazione lascia prevedere un aumento della frequenza di questi disturbi. Solo nella nostra regione, il 63,3% degli over 65 presenta problemi di ipoacusia lieve, il 27,7% ha un’ipoacusia media, l’1,2% grave e lo 0,4% profonda. Risulta quindi fondamentale attuare strategie di prevenzione che permettano ai cittadini di riconoscere in tempo i segnali premonitori del danno uditivo in modo da ridurre la probabilità di un disturbo permanente. Ma anche di prevenire importanti ricadute sul tessuto sociale. Un deficit sensoriale, infatti, è associato, in età senile, ad una maggior incidenza di cadute (con conseguenti fratture, ad esempio dell’anca), crisi depressive, limitazioni delle normali
attività quotidiane. Nei bambini si possono riscontrare problemi di attenzione e di rendimento scolastico. L’orecchio è inoltre un importante sensore di patologie sistemiche: è dotato, al suo interno, di particolari recettori che possono segnalare una situazione problematica a carico di altri apparati del corpo. È necessario, quindi, prestare una particolare attenzione a qualsiasi disturbo si presenti. Grazie alla maggiore consapevolezza della popolazione nei confronti di queste tematiche e quindi il maggiore ricorso ai controlli dall’audioprotesista, coadiuvato da medico specialista e altre figure professionali, sarà ipossibile individuare una terapia protesica adeguata. Nel campo delle protesi acustiche, l'immensa evoluzione tecnologica avvenuta nei nostri giorni, mediante l'applicazione dell'informatica (software dedicati) e dell'elettronica con i circuiti al silicio (miniaturizzazione), ha reso possibili risultati veramente eccezionali. Oggi disponiamo di protesi acustiche piccolissime, che possono essere inserite all'interno del condotto uditivo, quasi invisibili ma in grado di fornire prestazioni molto raffinate.
Se in uno stesso paziente coesistono, oltre alla perdita uditiva, altre cause di invalidità lavorativa e se esse nella loro totalità causano una invalidità lavorativa generica superiore al 13%, allora può essere richiesta una tutela regionale per le protesi anche se la sola perdita uditiva non giustifica, se singolarmente considerata, il rimborso delle protesi. In questi casi decide la commissione invalidi della ASL di appartenenza cui va presentata idonea domanda.
Norme e leggi I pazienti affetti da ipoacusia (perdita parziale dell'udito) di livello medio-grave o grave hanno diritto alla prescrizione gratuita della protesi acustica ai sensi del D.P.R. del 28/12/92 pubblicato sul supplemento ordinario n° 9 della gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana del 14/01/93, quando la media della perdita uditiva valutata con l'esame audiometrico per le frequenze di 500, 1000, 2000 Hertz è uguale o superiore a 65 Decibel. Tale valore scende a 50 Decibel per i minori di 18 anni. Le protesi acustiche possono essere sostituite ad onere regionale ogni 5 anni. Se compare un aggravamento della situazione uditiva (documentato) tale limite temporale scende a 2 anni. Sono escluse dalla tutela legislativa le cofosi, cioè le perdite totali dell'udito, che non possono più essere riabilitate con protesi acustiche tradizionali. Per info: Centro acustico Fonetop Tel. 0825 26057
Sport a cura della dott.ssa Antonella Venezia Biologa- Nutrizionista Dip. di Medicina Clinica e Sperimentale Università"Federico II" (NA)
Il Nordic Walking Il Nordic walking: la camminata del benessere, la migliore invenzione finlandese dopo la sauna.
Come dimostrato da numerose ricerche scientifiche (1,2), la pratica del Nordic Walking, se effettuata correttamente, migliora le condizioni fisiche, la salute e soprattutto il benessere della persona. Sebbene sia normalmente conosciuta come “camminata con i bastoni”, la tecnica del Nordic Walking è molto più complessa e deve essere eseguita correttamente per assicurare i benefici per la salute documentati nelle ricerche scientifiche (3,4). Il Nordic Walking nasce negli anni ’30 in Finlandia come metodo di allenamento fuori stagione degli sciatori di sci di fondo, il suo sviluppo nella forma attuale di attività sportiva per il tempo libero, comincia nei primi anni '80 in Finlandia. La vera tecnica del Nordic Walking è diffusa nel mondo dall’INWA (International Nordic Walking Association), in Italia dall’ANWI (Associazione Nordic Walking Italia). Altre organizzazioni hanno introdotto delle loro "tecniche" che non rispettano i criteri originali del Nordic Walking e che per
praticare ovunque: dall’asfalto, alla sabbia, all’erba, quindi in montagna, al mare, in villa comunale. È facile, adatto a tutti, poco costoso, naturale e sicuro, completo, rilassante e con tanti effetti benefici. Per informazioni www.anwi.it, istruttrice nazionale Campania ANWI Antonella Venezia
questo non dovrebbero essere promosse e commercializzate come Nordic Walking. Il Nordic Walking deve essere promosso e insegnato solo da associazioni autorizzate, dai loro professionisti e da istruttori ufficialmente certificati, che abbiano ricevuto una formazione adeguata sulla tecnica corretta del Nordic Walking. La tecnica del Nordic Walking si basa sulla camminata biomeccanicamente corretta, combinata con alcuni movimenti di braccia e busto tipici dello sci nordico (tecnica classica). Il Nordic Walking consiste in un’evoluzione della normale camminata grazie all’utilizzo di specifici bastoni, che creano un allenamento completo per tutto il corpo. Il Nordic Walking è un’attività fisica naturale, sana, efficace e completa, adatta a tutti. Con i suoi speciali bastoni (specifici per questo sport), il Nordic Walking è un’attività testata scientificamente, che combina i movimenti attivi e controllati del tronco, assieme al corretto allineamento e alla stabilità del corpo. L’intensità dell’allenamento può essere adeguata alle condizioni fisiche di chi lo pratica, secondo tre diversi livelli: benessere, fitness
e sport. I movimenti eseguiti con la tecnica corretta migliorano la consapevolezza e il controllo del proprio corpo, la postura, la respirazione e, soprattutto, il benessere generale. Il Nordic Walking è: - un miglioramento della normale camminata; - movimenti naturali e fluidi che interessano fino al 90% dei muscoli del corpo; - un allenamento armonioso e simmetrico di tutto il corpo; - un aumento della circolazione sanguigna e del metabolismo; - la continua alternanza di contrazione e rilassamento dei muscoli coinvolti, che allevia le tensioni muscolari (4); - movimenti sicuri, salutari e biomeccanicamente corretti; - un’attività fisica adatta a tutti indipendentemente dall’età, dal sesso o dalla condizione fisica; - aiuta a combattere lo stress e la depressione (5); - rinforza il sistema immunitario e aiuta a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo e trigliceridi (6); - uno sport non competitivo. Oggi il Nordic Walking è molto diffuso in Italia, dove è divenuto anche materia di un corso di laurea, quello di Scienze Motorie dell’Università di Verona. Rispetto agli altri sport si può
Bibliografia: 1. 1. Nordic Walking. Also suitable in rehabilitation. Heinz M.Sportverletz Sportschaden. 2003 Jun;17(2):55. German. 2. Nordic walking improves mobility in Parkinson's disease. van Eijkeren FJ, Reijmers RS, Kleinveld MJ, Minten A, Bruggen JP, Bloem BR. Mov Disord. 2008 Nov 15;23(15):2239-43. 3. Physical activity for secondary prevention of disease. Systematic reviews of randomised clinical trials. Karmisholt K, Gøtzsche PC. Dan Med Bull. 2005 May;52(2):90-4. Review. 4. Nordic walking and chronic low back pain: design of a randomized clinical trial. Morsø L, Hartvigsen J, Puggaard L, Manniche C. BMC Musculoskelet Disord. 2006 Oct 2;7:77. 5. Physical activity of depressed patients and their motivation to exercise: Nordic Walking in family practice. Suija K, Pechter U, Kalda R, Tähepõld H, Maaroos J, Maaroos HI. Int J Rehabil Res. 2009 Jun;32(2):132-8. 6. Changes in level of V O2max, blood lipids, and waist circumference in the response to moderate endurance training as a function of ovarian aging. Hagner W, Hagner-Derengowska M, Wiacek M, Zubrzycki IZ. Menopause. 2009 Mar 31
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La parola e la traduzione fanno pensare a qualcosa di nordico e un po’ freddo, ma non è così anzi si tratta di una disciplina sportiva, divertente e rilassante che nel 2007 ha conquistato più di 7 milioni di persone nel mondo, dalla Cina agli Stati Uniti, ed oggi è in gran crescita anche in Italia.
Odontoiatria a cura del dr. Salvatore Mone e della dr.ssa Delia Corrado - Odontoiatri
Protesi mobile totale: l’evoluzione della protesi totale
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Nasce un nuovo tipo di protesi o meglio un nuovo concetto di protesi, inteso a favorire l’espletamento delle funzioni. C’è una fascia debole della popolazione degli edentuli, che spesso è in preda allo sconforto, talvolta delusa dalla pubblicità pro-adesive, ormai rassegnata all’inefficienza della loro protesi totale. A questi soggetti è rivolta la nostra attenzione per sensibilizzarli a sfruttare le potenzialità ritentive della protesi totale tradizionale. Una protesi totale si può definire stabile, quando incorpora meccanismi che ne impediscono la dislocazione in situazioni sia statiche che dinamiche. Che cosa distingue l’equilibrio statico da quello dinamico? Il primo è l’equilibrio che si ricerca durante la posizione di riposo, durante l’espletamento delle funzioni non masticatorie (mimica e fonetica), nell’apertura ampia della bocca e in alcune fasi della masticazione. L’equilibrio dinamico invece, è quello che si ricerca durante la funzione masticatoria e durante la deglutizione, con o senza l’interposizione di cibo. I due equilibri sono complementari, perché un buon equilibrio dinamico potenzia quello statico e una buona stabilità primaria favorisce l’acquisizione dell’equilibrio dinamico.
Un portatore di protesi totale potrà convivere con una masticazione insufficiente, ma avrà grandi difficoltà a sopportare protesi che si dislocano nella posizione di riposo, nella normale conversazione o nella semplice parziale apertura della bocca. Anatomia clinica e protesi funzionale In passato le protesi totali, venivano costruite sulla base dell’anatomia descrittiva e non quella clinica. Si rilevavano, con gesso, impronte non comprensive della mucosa aderente e in parte anche di quella mobile, ma per quest’ultima in maniera non mirata e del tutto casuale. L’equilibrio statico veniva ricercato esclusivamente tramite il principio di adesione. Per quanto riguarda la protesi totale superiore le pratiche di funzionalizzazione dell’impronta, non erano molto dissimili da quelle attuali. Diverso il discorso riguardante l’arcata inferiore: qui la ristrettezza della fascia di mucosa fissa (tanto più esigua quanto maggiore è il riassorbimento) rendono precario il meccanismo dell’adesione. In situazione statica la protesi rimane in sito, soprattutto grazie alla forza di gravità. Esisteva, una situazione d’instabilità tale che, al minimo movimento di guancia e lingua, la protesi si dislocava. L’adattamento era perciò lungo e difficile. Un notevole passo avanti nel potenziamento della tenuta ritentiva della protesi è stato fatto quando si è capito che bisognava applicare i dati dell’anatomia clinica alla costruzione del manufatto protesico. L’anatomia clinica è, in protesi totale, l’anatomia che studia l’edentulo, con particolare riguardo alle modificazioni morfologiche e funzionali che intervengono in bocca, dopo la perdita dei denti. Nasce su queste basi un nuovo tipo di protesi o meglio un nuovo concetto di protesi, inteso a favorire l’espletamento delle funzioni. Per protesi funzionale si intende una protesi totale che estende la sua superficie di appoggio alla mucosa mobile lungo tutta la periferia fino a un
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limite oltre il quale possono insorgere interferenze con le funzioni muscolari (limite d’azione). Protesi funzionale progressiva di Pound Un posto particolare tra i vari tipi di protesi funzionale riveste la protesi di Pound detta progressiva in quanto viene realizzata gradualmente attraverso il soggiorno prolungato nella bocca del paziente, di una maschera di prova che viene continuamente riadattata. Pound partì dal presupposto che solitamente nell’edentulo i tessuti, le articolazioni e di conseguenza anche i rapporti occlusali vanno incontro ad uno stato di sofferenza che richiede un risanamento prima del restauro protesico. Pertanto la costruzione protesica è da lui intesa come il punto d’arrivo di una manovra terapeutica trascinata nel tempo. Vengono utilizzate perciò protesi transitorie delle quali l’inferiore presenta, nella zona dei molari e premolari, un bite in resina il cui piano occlusale viene riadattato man mano che l’articolazione temporomandibolare recupera la sua posizione fisiologica. Queste protesi provvisorie vengono periodicamente ribassate con un materiale viscoso costituito da una resina alcolica. Esso si mantiene morbido e plasmabile per alcune ore ed è dotato di una notevole resilienza che permette ai tessuti mobili di modellarlo continuamente. I margini protesici vengono così sagomati dai movimenti spontanei dei muscoli e dei frenuli i quali lasciano ripetutamente la loro impronta. Questo viene rifornito parecchie volte sino a che la situazione non si stabilizza. A questo punto, si esegue un ribasamento finale. La tecnica di Pound presenta parecchi vantaggi il più importante dei quali è di utilizzare un approccio morbido che permette di proseguire, durante il condizionamento, nello spostamento dei denti e nell’adattamento dei margini, apportando nel contempo variazioni e migliorie alla dimensione verticale e all’estetica. di eventi che provoca il D.R con prognosi funzionale spesso severa.
Posturologia a cura del Dr. Pietro Peluso - Podologo e Podoposturologo
Podoposturologia Ortesi podaliche plantari biomeccaniche e/o propriocettive.
La podoposturologia è una disciplina che si occupa della valutazione e del trattamento del piede doloroso in una visione globale e tutto ciò che esso comporta. La podoposturologia esce dai consueti schemi della podologia e della posturologia classica, ma va a valutare tutti i minimi particolari del nostro corpo che a volte possono rilevarsi futili e quindi sottovalutati o non visti. La valutazione viene effettuata a 360° per verificare e valutare se è il podoposturologo che deve intervenire o indirizzare il paziente ad altre figure mediche. La postura è la posizione del corpo nello spazio in condizioni statiche e dinamiche il cui fine è il mantenimento dell’equilibrio. Il sistema tonico posturale è un complesso sistema che può squilibrarsi con estrema facilità per cause svariate, innescando una serie di problematiche: dorsalgie, lombalgie, ernie, piede doloroso, metatarsalgie ecc. Un'attenta anamnesi e un'attenta valutazione del dolore precedono la valutazione posturale clinica. La valutazione statica viene eseguita mediante l’analizzatore posturale. La valutazione funzionale utilizza una sequenza di test posturali
specifici che permettono di valutare il tono muscolare e le catene cinetiche muscolofasciali e articolari. Le informazioni più valutate sono quelle provenienti dai piedi, dal sistema stomatognatico (bocca e lingua), vestibolare, occhi e dalla cute. Il tutto è associato a un protocollo d’indagine strumentale con l’impiego di strumentazioni diagnostiche non invasive: analizzatore posturale per la valutazione della postura eretta da tutte le visioni; il podoscopio per lo studio morfologico dell’appoggio plantare in ortostatismo bipodalico e monopodalico; il baropodometro elettronico per lo studio computerizzato delle pressioni plantari in ortostatismo bipodalico, per l’analisi del passo e per la valutazione dell’equilibrio; il podoscanalyzer per l’esame morfologico computerizzato del piede atraverso la scansione sotto carico. Molti problemi legati ai piedi si possono prevenire e risolvere semplicemente indossando un plantare su misura. Il podoposturologo interviene a seconda dei casi: piede piatto, piede cavo, piede diabetico, metatarsalgia, alluce valgo, dita a martello, dita a griffe, problemi posturali, ecc con un plantare biomeccanico e /o propriocettivo. Il plantare biomeccanico viene inserito quando c’è bisogno di correggere oltre che l’appoggio plantare anche quando c’è bisogno di agire sui dolori che il piede avverte e anche quando si formano delle ipercheratosi (callosità), e quindi agisce in modo antalgico. Il plantare
propriocettivo il quale si basa sul dare minori informazioni al sistema (corpo), utilizzando stimoli (correzioni) di pochi millimetri, viene inserito quando c’è bisogno di correggere oltre che l’appoggio plantare anche quando c’è bisogno di correggere e riequilibrare il sistema posturale del nostro corpo e tutti i problemi e i dolori che da esso provengono (cervicale, dorsalgia, lombalgia, sciatalgia, tallonite, piede doloroso ecc). La novità associata all’ortesi plantare propriocettiva è l’utilizzo di dissipatori energetici la cui efficacia è valutabile attraverso la clinica. L’azione del dispositivo è fondata su nuove scoperte della biofisica. Esso viene integrato in ogni plantare, quando c’è uno
squilibrio posturale, al fine di riarmonizzare il tono muscolare attraverso la dispersione dell’energia in eccesso, agendo in modo totalmente passivo e non invasivo. Dopo aver effettuato tutta la valutazione nei minimi particolari il podoposturologo prende l'impronta del piede sul podografo per poi costruire il tipo di plantare adatto a seconda delle patologie. Infine il podoposturologo consiglia al paziente quale tipo di scarpa usare per l'inserimento adatto dei plantari. Il podologo e/o podoposturologo per effettuare la costruzione delle ortesi podaliche plantari deve essere iscritto al ministero della salute all’ufficio dei dispositivi medici su misura.
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Il benessere del corpo dipende dal benessere del piede, da una corretta camminata e da una buona postura.
Dermatologia a cura del dr. Antonio Del Sorbo - Dermatologo
La couperose e la maledizione dei Celti La rosacea (in francese couperose), colpisce circa il 3% della popolazione ed interessa il viso.
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Esistono attualmente in commercio intere linee dermocosmetiche per pazienti affetti da rosacea, che vanno dal latte detergente, al tonico struccante, alle polveri colorate (camouflage), fino alle creme a base di vasoprotettori e fotoprotettori. La rosacea è una malattia dermatologica cronica di natura vascolare. In passato veniva anche denominata acne rosacea, per la somiglianza clinica di alcune fasi della malattia con l'acne. In realtà acne e rosacea costituiscono due patologie estremamente diverse, sia per quanto riguarda le cause, che i rimedi terapeutici. Mentre la patologia acneica origina nell'unità pilosebacea, la rosacea ha invece un'origine vascolare. Si tratta quindi di due patologie ben distinte e il termine acne rosacea, molto usato in passato, non andrebbe più utilizzato. Se il paziente affetto da rosacea presenta anche una dermatite seborroica, si parla di dermatosi mista del viso. In questi casi, alcuni dei rimedi impiegati per il trattamento della dermatite seborroica (es. applicazioni di corticosteroidi topici per brevi periodi, esposizione graduale
al sole, etc) possono invece peggiorare vistosamente la rosacea. Il paziente affetto da rosacea, dovrebbe quindi evitare l'impiego di creme cortisoniche e l'esposizione al sole o ad altre sorgenti irradiative (es. lampade abbronzanti). Nel Regimen Sanitatis Salernitatum della Scuola Medica Salernitana, si raccomanda agli individui cosiddetti sanguigni, di astenersi dal troppo riscaldarsi in estate, raccomandazione tuttora valida a distanza di circa 1000 anni. Le terapie dermatologiche attualmente disponibili per il trattamento della rosacea sia sistemiche (es. metronidazolo, tetracicline, etc) che topiche (es. metronidazolo, retinaldeide, acido azelaico, etc) consentono di controllare le diverse fasi della malattia e di migliorarne l'inestetismo, ma non di cancellare definitivamente la malattia, che come è ben noto ha un decorso cronico. Come si presenta La rosacea si localizza essenzialmente alle regioni centrali del viso (es. guance, naso, mento, etc) e talora al distretto oculare (rosacea oculare). Essa è anche denominata maledizione dei celti, in quanto è molto più visibile nei soggetti nordici con cute chiara. Nei mesi estivi l'abbronzatura tende a uniformare il colore del viso e quindi a mascherare l'eritema, dando la falsa percezione di un miglioramento. Contrariamente all'acne, l'esposizione al sole costituisce quasi sempre un fattore
aggravante per la rosacea (malattia fotoaggravata) anche se il peggioramento clinico si rende evidente nei mesi freddi, specie quando si passa da un ambiente ben riscaldato (es. casa, ufficio, scuola, etc) al vento e al freddo dell'ambiente esterno. La rosacea può avere un decorso clinico di tipo eritematoso (I stadio), edematoso (II stadio), papulo pustoloso (III stadio) o elefantiasico (IV stadio). Chi soffre di rosacea, dovrebbe utilizzare al mattino, anche nei mesi freddi, una crema con fattore di protezione molto alto. Nelle donne ad esempio, una buona abitudine, potrebbe essere quella di sostituire la propria crema base per il trucco, con una crema dermatologica vasoprotettrice ad elevato fattore di protezione solare. Molte di queste creme, si prestano benissimo al normale make up e possono persino essere ricoperte dal cosmetico colorato secondo le modalità consigliate dal proprio dermatologo al momento della visita specialistica. Di sera invece, il dermatologo consiglia al momento della visita specialistica, l'impiego di un farmaco o di un cosmeceutico adatto al singolo paziente, in base alle manifestazioni cliniche in atto. Non vi sono rimedi che da soli sono in grado di eliminare una volta per tutte la rosacea, ma una terapia personalizzata al singolo paziente, consente solitamente di ridurne le manifestazioni cliniche e prevenire un peggioramento. La visita dermatologica è importante anche per differenziare la rosacea da malattie di diversa natura (es. acne volgare, acne di Majorca, dermatite periorale di Mihan e Ayres, lupus eritematoso, sifilide secondaria, sarcoidosi, tigna del viso (tinea faciei), dermatite atopica, psoriasi, eczema da contatto, etc).variabili da paziente a paziente. I colluttori alcolici possono talora esacerbare la sintomatologia dolorosa della sindrome.
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Urologia a cura del Prof. Virgilio Cicalese
Prostatite e dieta alimentare Una corretta dieta alimentare gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione e cura della prostatite.
La forma acuta è caratterizzata da forti bruciori al momento della minzione, talvolta febbre anche elevata, dolori all’altezza del pube e aumento del numero di minzioni. La forma cronica si manifesta clinicamente con disturbi minzionali lievi ma ricorrenti in assenza di febbre. L’infiammazione acuta della prostata è in genere causata dalla presenza di batteri provenienti dalla vescica o dal canale urinario, passaggio favorito da scorrette abitudini alimentari come l’abuso di alcool e di cibi piccanti (peperoncino), oppure dalla pratica di alcuni sports come equitazione e ciclismo. In caso di non completa guarigione dalla forma acuta, il processo infiammatorio diventa cronico con conseguente ristagno intra-prostatico delle secrezioni e dei batteri. Le prostatiti sono un evento molto comune e quasi tutti gli uomini vengono colpiti da questa affezione almeno una volta nella vita con un picco di incidenza dopo i 50 anni. La prostatite, soprattutto quella cronica, è spesso associata a diminuzione della qualità di vita nei pazienti che ne sono affetti. Infatti, la sintomatologia ad essa connessa e le difficoltà che ne conseguono sul piano delle relazioni interpersonali, in particolare nella sfera affettivo-sessuale, creano, nei pazienti, uno stato di malessere fisico e psicologico che, in alcuni casi, può generare anche disturbi depressivi, come documentato in letteratura. Una corretta dieta alimentare gioca certamente un ruolo fondamentale nella
prevenzione e cura della prostatite, ma, tuttavia, non esistono attualmente in letteratura studi scientifici che dimostrino un chiaro nesso tra dieta e prostatiti. Ad ogni modo, è stato ipotizzato che l’infiammazione cronica della prostata possa determinare lo sviluppo di un cancro prostatico. Pertanto, si è pensato di poter prevenire lo sviluppo di questo tumore grazie all’assunzione di molecole naturali o di sintesi (chemioprevenzione) ritenute capaci di ostacolare o curare la prostatite. Di fatto, però, non è stato ancora stabilito scientificamente se la cura delle prostatiti con gli integratori alimentari possa davvero ridurre il rischio di sviluppare un carcinoma della prostata.
prostata e retto, la stipsi determina un accumulo di feci e di carica batterica nell’ampolla rettale con conseguente passaggio di microrganismi nella prostata per contiguità o per via linfatica.
Come per molte malattie, anche nel caso delle prostatiti un’alimentazione ricca di frutta e verdura (in particolare ortaggi, pomodori e peperoni, che contengono sostanze antiossidanti e ricche di vitamina A, D, E, e di selenio) ha un ruolo coadiuvante alle terapie mediche convenzionali. Anche alcune erbe possono essere d’aiuto come la serenoa repens (una palma nana proveniente dal Sud degli Stati Uniti), il ginseng, le bacche di ginepro, l’olmo americano, il prezzemolo. Infine, va ricordato di assumere una grande quantità di liquidi per migliorare le funzioni intestinali e la stipsi. Dati gli stretti rapporti anatomici fra
È da evitare, inoltre, l’uso eccessivo di cibi ricchi di sale perchè favoriscono la ritenzione idrica e la formazione di urine concentrate: in tal caso la carica batterica nelle urine diventa ancora più alta e aumenta il rischio di passaggio e infezione alla prostata.
La stipsi è quindi una condizione da evitare perché è una delle principali cause favorenti la prostatite e le infezioni del basso tratto urinario. Da evitare i cibi grassi perché vi è un legame con l’aumento della sintesi di testosterone, l’ormone sessuale maschile chiamato in causa nello sviluppo e progressione del tumore prostatico, con la diminuzione dell’assorbimento della vitamina A.
È fortemente raccomandato evitare l’assunzione di sostanze alcoliche, in particolare la birra, perché il luppolo può favorire la congestione della prostata. Sono altresì da evitare i cibi irritanti e piccanti, i cibi molto salati e affumicati perché in grado di irritare ancora di più i tessuti già affetti da infiammazione.
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La prostatite è un'infiammazione della prostata che si può manifestare in forma acuta o cronica.
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Farmacia a cura del dr. Aldo Sabato - Farmacista
Antiossidanti Gli agenti antiossidanti riportano l'equilibrio chimico nei radicali liberi grazie alla possibilità di fornire loro gli elettroni di cui sono privi.
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Sono utili come prevenzione dai danni da inquinamento, fumo e danni dei radicali liberi, rallentano i processi ossidativi dell'invecchiamento cellulare Da studi recenti, è stato confermato che molte delle malattie più comuni sono associate ad una carenza di nutrienti antiossidanti. Come lo scorbuto è segno di carenza di Vitamina C, la carenza di antiossidanti può essere la causa di malattia di Alzheimer, tumori, malattie cardiovascolari, cataratta, diabete, ipertensione, infertilità, degenerazione maculare del cristallino, morbillo, malattie mentali, parodontopatie, infezioni delle vie respiratorie, artrite reumatoide. Il fattore del processo degenerativo di invecchiamento cellulare è il danno ossidativo Gli antiossidanti che svolgono un ruolo primario sono la vitamina C, la Vitamina A, la Vitamina E, il beta-carotene, il precursore della Vitamina A che si trova nella frutta e nella verdura. Lo Zinco e il Selenio, sono degli ottimi preventivi del benessere, insieme ad una alimentazione adeguata, biologica, moderata attività fisica quotidiana. Causa dei radicali liberi L'ossigeno è alla base della vita sia animale che vegetale è il nutriente più importante per ogni cellula, ma l'ossigeno è anche chimicamente reattivo può diventare instabile ed in grado di ossidare le molecole vicine con conseguente danno cellulare, i radicali liberi sono 30 www.salutare.info
cataratta, morbo di Parkinson e Alzheimer, dermatiti, ecc. non viene bloccato in tempo.
degli ossidanti corporei equivalenti a dei residui nucleari radioattivi. Il processo di ossidazione che si instaura per generare energia vitale, forma anche delle molecole instabili dette radicali liberi, molecole reattive, caricate elettricamente che possono provocare danni al tessuto delle cellule. La posizione dell'elettrone all'interno di una molecola ne determina la sua stabilità, il composto è stabile se gli elettroni sono in coppia, ma se un elettrone è libero se ne determina l'instabilità. Innesca una serie di reazioni a catena che tendono a formare altri radicali liberi, in un processo ossidativo esponenziale, se
Radicali liberi e antiossidanti: come agiscono sull'organismo. L'azione distruttiva dei radicali liberi è indirizzata soprattutto sulle cellule, in particolare sui grassi che ne formano le membrane (liperossidazione), sugli zuccheri e sui fosfati, sulle proteine del loro nucleo centrale, specialmente sul DNA (acido desossiribonucleico) dove alterano le informazioni genetiche, sugli enzimi, ecc. L'azione continua dei radicali liberi si evidenzia soprattutto nel precoce invecchiamento delle cellule e nell'insorgere di varie patologie gravi come il cancro, malattie dell'apparato cardiovascolare, diabete, sclerosi multipla, artrite reumatoide, enfisema polmonare,
Perchè si formano Oltre alle normali reazioni biochimiche di ossidazione cellulare, contribuiscono alla formazione dei radicali liberi: - alcune disfunzioni e stati patologici come le malattie cardiovascolari, l'artrite reumatoide, gli stati infiammatori in genere, i traumi al sistema nervoso, ecc.; - l'ischemia dei tessuti e conseguente riduzione dell'apporto di sangue: - le diete troppo ricche di proteine e di grassi animali (grassi polinsaturi); - gli alimenti non tollerati; - la presenza di un eccesso di ferro che, nella prima fase della trasformazione, fa liberare dal perossido di idrogeno il radicale ossidrile, che è in grado di attivare reazioni chimiche ulteriormente dannose; - l'azione dei gas inquinanti e delle sostanze tossiche in genere (monossidi di carbonio e piombo prodotti dalla combustione dei motori; cadmio, piombo e mercurio prodotti dall'attività industriale, idrocarburi derivati dalle lavorazioni
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Secondo alcuni studiosi, la lisi della membrana cellulare da parte dei radicali liberi (perossili), è una delle cause del dolore muscolare. Lo stesso avviene per i globuli rossi, contribuendo a determinare o accentuare l'anemia negli atleti. L'atleta allenato è comunque in grado di fronteggiare la presenza di radicali liberi in maniera nettamente più efficace del sedentario o di chi pratica attività fisica saltuariamente. Alimenti antiossidanti Patate dolci, carote, crescione. Piselli, broccoli, cavolfiori, limoni, mango, carne, melone, peperoni, zucca, fragole, pomodori,
cavoli, uva, kiwi, arance, semi e frutta secca, zucca comune, tonno, sardine, salmone, germe di grano, albicocche, fagioli Essenzialmente frutta e verdure di colore rosso, arancione, giallo, frutta e verdura cruda, piselli, grano, fave, cereali integrali, cocomero, frutti di mare. Danni da radicali liberi danni al nucleo cellulare, lesioni al DNA, distruzioni endoteliali dei vasi sanguigni, malattie cardiovascolari e polmonari, arteriosclerosi, artriti, disturbi neurologici, accelerazione del processo di invecchiamento. A livello cutaneo si evidenziano danni dell'elastina con comparsa delle rughe. Malat tie per carenza di antiossidanti L'azione ossidante è necessaria per l'organismo, ma un suo eccesso può essere dannoso, e le malattie collegate sono, cardiopatie, invecchiamento precoce, cataratta, ulcera peptica, diverticolite, artrite reumatoide, morbo di Parkinson, leucemia, pancreatite. Leucemia, asma, infarto, colite ulcerosa, emorragia nella cavità cerebrale, AIDS. Mordo di Alzhimer, tumori, malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione, infertilità, degenerazione del cristallino, morbillo, malattie mentali, parodontopatie, infezioni delle vie respiratorie, artrite reumatoide.
e stanchezza dopo un esercizio fisico o per il fumo di sigaretta Gli agenti antiossidanti riportano l'equilibrio chimico nei radicali liberi grazie alla possibilità di fornire loro gli elettroni di cui sono privi. L'organismo umano si difende naturalmente dai radicali liberi producendo degli antiossidanti endogeni come la superossido dismutasi, la catalasi e il glutatione. Superata una certa soglia è necessario un apporto esterno di antiossidanti. I principali sono: - Pigmenti vegetali: polifenoli, bioflavonoidi - Vitamine: vitamina C, vitamina E, betacaroteni (provitamina A) - Micronutrienti ed enzimi: selenio, rame, zinco, glutatione, coenzima Q10, melatonina, acido urico, ecc.). Va tenuto presente che ciascun antiossidante ha un campo di azione limitato ad uno o due specifici radicali liberi. Pertanto solo un'alimentazione completa ed equilibrata può garantire un'efficace azione antiossidativa. Per garantirsi un sufficiente
apporto giornaliero di antiossidanti, gli esperti consigliano un'alimentazione equilibrata ed un consumo giornaliero di almeno 5-6 etti di frutta e verdura fresche e di stagione (due etti di frutta e tre di verdura). La somministrazione giornaliera di antiossidanti allunga la vita del 40% e rende più attivi, in quanto livelli bassi di vitamina A ed E sono legati al morbo di Alzheimer, bassi livelli di vitamina C comportano il rischio della cataratta di undici volte maggiore, chi soffre di tumore polmonare ha bassi livelli di vitamina A, è bene inoltre consumare molta frutta e verdura. L'assunzione di vitamina E e C riducono il rischio di attacco cardiaco, di ictus, la vitamina C abbassa la pressione arteriosa, gli antiossidanti rafforzano anche il sistema immunitario ed aumentano la resistenza alle infezioni, riducono anche i sintomi dell'AIDS, aumentano la fertilità, riducono l'infiammazione dell'artrite, aiutano nel raffreddore, e nella sindrome da stanchezza cronica.
Carenza di antiossidanti Infezioni, ecchimosi, rimarginazione lenta delle ferite, pelle più sottile, rughe eccessive, riduzione della capacità di disintossicazione da parte dell'organismo, senso di dolore
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chimiche, ecc.); - il fumo di sigaretta, che è una vera e propria miniera di sostanze chimiche nocive; - l'eccesso di alcool; - le radiazioni ionizzanti e quelle solari (ozono in eccesso e raggi UVA e UVB). Le radiazioni solari inducono sulla pelle processi di fotoossidazione che degradano gli acidi grassi polinsaturi delle membrane cellulari e conseguente formazione di radicali liberi; - i farmaci; - l'attività fisica intensa, sia di resistenza organica che di forza muscolare, causa un incremento notevole delle reazioni che utilizzano l'ossigeno (aumento della respirazione polmonare, dell'attività dei mitocondri delle cellule muscolari, ecc.) e conseguente surplus di formazione di perossido di idrogeno. Anche le reazioni biochimiche legate all'accumulo e rimozione dell'acido lattico dai muscoli affaticati, contribuiscono ad innalzare la soglia dei radicali liberi.
Sessuologia a cura del dr. Domenico Trotta - Sessuologo clinico
Serial lovers a confronto: zeus ed odisseo
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Due modelli di maschio: due modi di vivere ed agire la mascolinità. Zeus ed Odisseo sono due modelli archetipici della mascolinità, che la cultura classica ci ha trasmesso. Sono due figure affascinanti di grandi amatori, simili tra loro in molti aspetti e nello stesso tempo estremamente diversi.
Ulisse Ulisse e l’altro archetipo della mascolinità classica. Rappresenta l’uomo eroe, che dopo avere dimostrato la sua mascolinità nel confronto con gli uomini, ovvero nell’Iliade, si confronta, successivamente e nell’età della maturità, con le donne, e nello specifico nell’Odissea. Diverso è il rapporto di Ulisse con le donne. Ulisse, in primo luogo, ama un numero limitato di donne.
zeus Zeus è il Signore dell’Olimpo, il dio degli dei e l’uomo dio dagli innumerevoli amori. Il numero di donne che Zeus ha o ama, è cosi alto da rendere impossibile raccontare tutte le sue storie o anche soltanto enumerare il nome di tutte le sue donne. Zeus si prende tutte le donne che vuole.
Ricordiamo Circe, la donna maga che ammalia e rende gli uomini schiavi. Ulisse l'affronta e solo dopo essersi garantito che non farà la fine degli altri uomini, si lascia andare ai piaceri dell’amore. Abbiamo poi la storia con le Sirene, da cui Ulisse è sia attratto che impaurito. Da qui lo stratagemma di farsi legare per ascoltare il fascino del loro canto e nello stesso tempo evitare di essere annullato nella sua identità di maschio ed individuo.
Ora grazie al fascino che la sua figura di uomo forte e potente esercita, ora ricorrendo al trucco e all’inganno. Ricordiamo alcuni dei suoi amori. Come Leda ed il cigno in cui Zeus, sotto le spoglie di un cigno, possiede Leda, in un momento di assenza di Tindaro, il legittimo consorte. O l’episodio di Europa ed il toro, dove il dio, questa volta sotto le vesti di un toro possiede ed ingravida la giovane Europa.
Calipso è la donna con cui Ulisse si concede a lungo vivendo insieme circa 8 lunghi anni. Infine Nausica, l’ultimo ed il più giovane dei suoi amori. Forse consumato e forse no. Sino alla decisione di tornare infine ad Itaca, dove l’attende il primo e l’ultimo dei suoi amori: Penelope.
E poi Danae cui Zeus si mostra sotto forma di una pioggia d’oro. E ancora Io, la sacerdotessa rappresentata da una vacca, che Zeus ama, nonostante la fiera opposizione di sua moglie Hera.
Sessualità e simboli sessuali in zeus La sessualità di Zeus è una sessualità diretta, esplicita, esibita. Ed ancora una sessualità roboante, forte, esplosiva. Un
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poco come il fulmine, uno dei suoi simboli più comuni. È una sessualità che ha come simboli il toro (sotto le cui vesti incontra Europa), la vacca (Io con cui si congiunge), la pioggia dorata (con cui incontra Danae) e cosi via. È una sessualità che usa e si avvale dell’astuzia e dell’inganno per ottenere i suoi scopi come quando Zeus penetra nei sotterranei dove è rinchiusa Danae o si trasforma in cigno per incontrare Leda. Le donne da lui amate sono giovani e poco esperte, in altre parole donne che non confrontano l’uomo e che Zeus ama anche per affermare con i tanti figli che le donne gli donano la sua identità di maschio forte e virile. Sessualità e donne in odisseo La sessualità di Odisseo è evidente ma più discreta. Una sessualità adulta e matu-
ra e nello stesso tempo meno genitalizzata e più “mentale”. Il suo rapporto con le donne più forte e complesso. L’uomo eroe è attratto e nello stesso tempo intimidito nelle sue relazione femminili. Come testimoniato in particolare dagli episodi di Circe e le Sirene. Ed ancora le donne da lui amate sono donne adulte e libere. Sono donne con cui Ulisse esplora il mondo e le sue potenzialità alla ricerca di se stesso e dell’essenza della vita. Zeus ed Odisseo rappresentano due modi di vivere ed agire la mascolinità. Due modelli che l’antichità ed il mondo classico ci ha lasciato in eredità. Due modi, due modalità diverse di essere uomini oggi come ieri. E che ieri come oggi continuano ad affascinare uomini e donne. Di ogni tempo e di ogni latitudine.
Logopedia a cura della dott.ssa Rossella Santoro
Depressione infantile e insuccesso scolastico La patologia negata.
Nell'immaginario collettivo l'infanzia è, per antonomasia, l'epoca della nostra vita spensierata e felice, quella nella quale nulla ci preoccupa, lontana dai conflitti adolescenziali e dalle responsabilità e fatiche dell'età adulta. Si capisce come, proprio a causa di questa falsa convinzione, a lungo sia stata negata l'esistenza della depressione infantile. Questo anche perché, spesso, il bambino depresso, al contrario di quello vivace e turbolento, non attira l'attenzione degli adulti, è tranquillo e sensibile, silenzioso e ben educato, non brilla per entusiasmo e spirito di iniziativa, ma esegue le consegne impartitegli per compiacere l'adulto. Oggi è universalmente accertato e accettato, che la depressione infantile, analogamente a quella dell'adulto, esiste, pur con alcune differenze evolutive e caratteristiche peculiari variabili con l'età. Questa patologia non è riferibile al solo sintomo dell'abbassamento del tono dell'umore, ma si manifesta, piuttosto, come
una sindrome in cui appaiono una serie di sintomi contestuali. Questi sintomi sono di varia natura quale: emotiva, emozionale, fisica, cognitiva e neurovegetativa. Essi si manifestano in maniera diversa in base all'età del soggetto: in età prescolare prevalgono sintomi di natura somatica tra i quali la cefalea che è, senza dubbio, il sintomo dominante nei bambini di questa fascia di età. In età scolare, invece, predominano i sintomi cognitivi. A quest'età il bambino manifesta il suo disagio anche con abbassamento del rendimento scolastico e disinteresse per le materie scolastiche. Spesso i compiti di questi bambini sono disordinati come se il bambino non avesse interesse a farli apparire ben fatti, fatti giusto per fare, o, addirittura il bambino può arrivare a non farli affatto. Egli appare demotivato, rinunciatario, lamenta di non avere abbastanza energie per studiare. Ha difficoltà di concentrazione, scarsa stima di sè, aspettative di fallimento, esprime pensieri di morte. A questi sintomi se ne associano, di frequente, altri di natura comportamentale: aumenta la dipendenza dall'adulto, tende a regredire, magari prediligendo giochi con bambini più piccoli o rifugge il contatto sociale. Talvolta è agitato, iperattivo ha comportamenti asociali, come mentire e rubare ad esempio.
per presentare rimostranze, assume comportamenti disturbanti in classe. Tra i sintomi fisici evidenziabili oltre la stanchezza ricordiamo: mutamenti dell'appetito e disturbi del sonno. Alcune ricerche (Puig-Antich et al, 1985 - Cole e Rehm, 1986) si sono concentrate sui rapporti e le dinamiche all'interno di famiglie in cui è presente un bambino depresso. Si è evidenziato come alte aspettative da parte dei genitori, che tendono a premiare e rinforzare solo prestazioni elevate, portano il bambino a mirare a mete difficili da raggiungere con alta percentuale di fallimento e conseguente autosvalutazione, bassa stima di sé. Inoltre, soprattutto le madri, hanno un flusso di comunicazione ridotto per quantità e qualità con i figli depressi. I rapporti tra madre e figlio, in questi casi, sono spesso tesi,
freddi, rasentano talvolta l'ostilità se non addirittura l'aperto rifiuto da parte del genitore. Spesso madri e bambini non intraprendono insieme attività come invece accade nei rapporti normali. Ma perché la depressione infantile è oggi in costante aumento? L'infanzia, isola felice è forse diventata isola che non c'è? Un dato è certo i bambini di oggi crescono con maggiori pressioni ed aspettative che in passato, di contro l'ambiente familiare fornisce minor supporto, la frenesia della vita quotidiana diminuisce i momenti conviviali, i rapporti sociali sono più impersonali e spersonalizzanti. consapevolezza. Ma è sulla tecnica di indagine utilizzata per questo tipo di ricerca che nascono le maggiori perplessità sono, infatti, troppi i fattori esterni che intervengono durante la raccolta dei dati specie se si ha a che fare con i bambini.
È polemico, irritabile e lamentoso, ogni occasione è buona
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A lungo negata, la depressione nei bambini può causare sintomi di varia natura, tra cui quelli relativi alle prestazioni cognitive e, conseguentemente agli apprendimenti scolastici.
Eventi CoNGReSSI, CoNveGNI, eveNTI e manifestazioni per la Salute e il Benessere Arance della Salute
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A gennaio AIRC dà il buon anno alla ricerca sul cancro con l'iniziativa "Le Arance della Salute". Basta un contributo associativo minimo di 8,00 euro per ricevere in omaggio una reticella da 3 kg di arance rosse della Sicilia, di qualità e provenienza garantite, contrassegnate dal marchio dell'Associazione. Questo contributo consente di fare il pieno di vitamine, far del bene alla ricerca e diventare Soci AIRC per un anno. Un'idea così salutare, visto che le arance sono fra i protagonisti di una corretta alimentazione, viene diffusa da una campagna pubblicitaria e concretizzata dai Comitati Regionali AIRC che, grazie all'impegno dei volontari, animano le piazze di tutta Italia in una giornata di festa e di incontro. Udine, 28-29 gennaio2010 vII° edizione
Focus sul carcinoma mammario Obiettivo principale del convegno è creare un forum di discussione tra gli specialisti delle varie discipline chirurgia, oncologia medica, radioterapia, oncologia sperimentale coinvolte nella diagnosi e cura del carcinoma mammario. www.aiom.it Forlì 26-28 febbraio 2010
Natural expo
Benessere al Naturale
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Evento dedicato ai prodotti, alle terapie e alla cultura del naturale per il vivere sano e il benessere. Aperta al pubblico. Roma 22-23 Gennaio 2010
Convegno Internazionale "Current Concept in Chirurgia Protesica del Ginocchio" Dr. M. Denti Segreteria Organizzativa: AIM Group-AIM Congress Srl Tel. 06 330531 Fax 06 3305329 e-mail: r.righetti@aimgroup.it 22 gennaio 2010
Seminario "Alcol e salute" Centro Studi di Agricoltura Biologica Tenuta Serramarina Metaponto di Bernalda (Mt) Segreteria Congressuale Incongress Matera Turismo Culturale e Congressuale Via Don Minzoni, 38 75100 Matera Tel. 0835 337220 Napoli, 4-5 febbraio 2010 12a edizione
“Il paziente respiratorio: dalla clinica alle strategie terapeutiche” Frattamaggiore, gennaio - giugno 2010 Ospedale S.Giovanni di Dio Obiettivi: l’ecografia con mezzo di contrasto (contrast enhanced ultrasound) è una tecnica ben tollerata, priva di effetti collaterali. Informazioni: Segreteria A.n.i.c.e.,
Sig.ra Colomba Mennella tel: 340 1446371 e-mail: segreteria@ecografiainterventistica.it dott. I. Sordelli, tel. 328 6598053 ignaziosordelli@ecografiainterventistica.it www.ecografiainterventistica.it Seminario di medicina omeopatica Roma, 16 gennaio 2010
omeopatia e reumatologia
Istituto Nazareth Via Cola di Rienzo 140 Argomenti: il metodo diagnostico, clinico e terapeutico omeopatico nelle artralgie, nell’artrite reumatoide, nelle artrosi e nelle connettiviti (richiesti crediti ecm) Segreteria Organizzativa: I.r.m.s.o. Via Paolo Emilio 32 tel. 06 3242843 fax 06 3611963 e-mail: omeopatia@iol.it www.irmso.it Roma, 23 gennaio 2010
Le ghiandole accessorie della via seminale Auditorium Via del Serafico 1 Destinatari: specialisti e MMG Via B.Gozzoli 84B, tel.: 06 5192858 e-mail:diegpo@tin.it Segreteria Organizzativa: Medicon Italia srl Piazza Mancini, 4 00196 Roma, tel.06 3233301, fax 06 3233304, email:info@mediconitalia.it
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Glossario elefantiasico Dovuto a elefantiasi. L’elefantiasi colpisce essenzialmente il tessuto sottocutaneo, lasciando relativamente indenni le parti più profonde ed in particolare i tessuti muscolari. L’aspetto della parte interessata (che generalmente è un arto oppure la zona genitale, soprattutto nell’uomo) è rigonfio, talora mostruosamente ingrossato; la consistenza è dura, completamente diversa da quella di un edema di natura non linfatica. La metanfetamina È l' N-metil omologo dell'anfetamina; rispetto all'anfetamina è un simpaticomimetico con una maggiore attività centrale. Ha un utilizzo limitato come psicostimolante, ed è
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soggetto di abuso soprattutto in alcuni Paesi (USA, Filippine, ecc). Condivide con l'anfetamina il meccanismo d'azione, basato del rilascio delle catecolamine a livello sinaptico, in particolare dopamina, neurotrasmettitore deputato a stimolare la sensazione di piacere. La sindrome di Wernicke-Korsakoff è legata ad una carenza di tiamina e determina demenza. Tale carenza è di raro riscontro nelle nazioni civilizzate, comparendo esclusivamente negli etilisti, in individui con gravi squilibri dietetici o in particolari condizioni cliniche quali la dialisi peritoneale cronica, l'emodialisi, trattamento per la rialimentazione dopo digiuno prolungato. Nei paesi in via di sviluppo la carenza è legata per lo più al consumo di riso brillato o comunque di cibi ad elevato contenuto di tiaminasi.
L'encefalopatia di Wernicke si sviluppa, di solito, attraverso vomito, nistagmo, paralisi dei muscoli retti esterni che determina oftalmoplegia uni-/bilaterale, febbre, atassia e progressivo decadimento delle facoltà mentali che può giungere a tale gravità da determinare coma e morte. Talalgie Compaiono nella stazione eretta e provocano claudicazione (zoppicamento). La radiografia rivela talvolta l’esistenza di una spina sottocalcaneare che non è la causa del dolore, ma il risultato della malattia. Numerose le cause: i ripetuti microtraumi (esempio colpi su talloni dei saltatori, dei tuffatori, dei lottatori di judo, etc.); le malattie infiammatorie (poliartriti, gotta); o le posizioni anormali del calcagno, il cosiddetto calcagno orizzontale.
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