Salutare 56

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mensile d’informazione per la Salute e il Benessere n° 56

PREVENZIONE Sottomessi al fumo come al sesso!? PSICOLOGIA Comportamenti intelligenti per perdere peso UROLOGIA La prevenzione in andrologia NUTRIZIONE Cibo funziona...le?! CRIMINOLOGIA Lo stupro

Vi diamo ascolto...

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Sommario Pedagogia

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Farmacia

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Foniatria

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Neurologia

Touch Ball® Cambio di stagione e stanchezza Come si cura la voce? La quarta età: è un limite in neurochirurgia?

14

Psicoterapia

La Depressione: Farmaci o Psicoterapia?

16

Psicologia

Comportamenti intelligenti per perdere peso

17

Oftalmologia

Strabismo, le principali conseguenze funzionali

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19

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Musicoterapia

Fare musica...un buon esercizio per la memoria

19

Podologia

20

Nutrizione

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Benessere

22

Prevenzione

24

Odontoiatria

25

Posturologia

26

Criminologia

27

Urologia

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Nutrizione

Metatarsalgia da neuroma di Civinini-Morton

Il laboratorio del sentire

Sottomessi al fumo come al sesso!?

Tutti gli articoli hanno solo finalità informativa ed educativa, non costituiscono motivo di autodiagnosi o di automedicazione e non sostituiscono la consulenza medica specialistica.

Implantoprotesi: Trattamento multidisciplinare Le onde d'urto in podoposturologia

Lo stupro

La prevenzione in andrologia

32

30

Cibo funziona...le?!

Discipline Bionaturali e Counseling

Dermatologia

Il fungo della pelle

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Logopedia

La scrittura: un modello di apprendimento

News Quiz

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Ricevi Salutare Eventi - Glossario

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Angolo dei Lettori

Gentile psicologa, ho il forte sospetto che una mia alunna di classe 4^ scuola elementare si impossessi spesso di oggetti che appartengono ad altri, alunni e insegnanti. Come posso fare per aiutarla? La famiglia è straniera e molto indigente, perciò non credo sia possibile un suo coinvolgimento nella soluzione del problema. La bambina ha avuto questi atteggiamenti fin dalla prima classe, ma si pensava fossero normali comportamenti infantili legati a un non controllo di sè e a un attribuzione del valore dell'oggetto molto superficiale. Ora però ho il sospetto che il comportamento negativo si sia radicato. Ho un ottimo rappor to con la bambina che cerco di aiutare il più possibile a superare le sue difficoltà di apprendimento. Le ho anche parlato dicendole che qualcuno l'ha vista trafficare negli zaini di altri compagni, ma lei guardandomi fissa negli occhi e senza alcun tentennamento, ha negato giurando di non aver preso nulla e dicendo che stava semplicemente cerc ando faz zole t ti nel suo zaino. Io sinceramente le ho creduto. Ma il sospetto rimane. Per favore, potrebbe darmi qualche suggerimento in merito? Ringraziandola anticipatamente per la disponibiltà le porgo cordiali saluti Insegnante Daniela Sitta di Bondeno (Ferrara) Gentile insegnante, mi sembra di capire che la sua alunna con una certa sistematicità e ormai da diversi anni, commetta piccoli furti in classe. In questo caso, sicuramente non si può parlare di "marachelle" quanto piuttosto di un malessere interiore. Se così fosse il gesto di rubare non può essere ricondotto al radicamento di comportamenti errati, ma all'incapacità da parte del bambino di controllare un impulso pressante e irrefrenabile. Il gesto di rubare è solitamente anticipato da un'inquietudine che si appaga solo grazie al furto. Solitamente gli oggetti sottratti hanno scarso valore per il soggetto che spesso finisce con

il regalarli o addirittura con il buttarli via. In questi casi è opportuno sollecitare l'intervento di figure professionali che possano integrare e sostenere il suo già prezioso aiuto. dr.ssa Nanda Santoro- Pedagogista clinico Salve a tutta la Redazione. Nutro molta fiducia in ciò che scrive Salutare, ho sempre tratto buoni consigli dai numeri scorsi e per questo vi rivolgo un quesito che sembrerebbe banale ma per me, come chissà quante altre persone, rimane un argomento che ha ancora tante ombre. Secondo le classiche tabelle rapporto statura peso, sono di circa 15 Kg in più di quanto dovrei. Ho deciso che è arrivato il momento di dimagrire, sia per una questione estetica sia per problemi di salute che potrei avere in futuro. Non credo di poter fare da sola, perchè i kg da perdere sono troppo e finirei per ammalarmi. Il dubbio è: devo rivolgermi ad uno specialista se si, a quale figura professionale devo far riferimento? O per quanti Kg ho da perdere, posso solo fare un pò di palestra e cercare di controllare il cibo? Mara - Napoli Gentile Mara, il tuo problema non è legato solo al miglioramento del tuo lato estetico, ma alla salvaguardia del tuo benessere psicofisico. Certamente dovrai essere seguita da un esperto professionista in nutrizione ma dovrai prima fare una valutazione del tuo stato fisico attuale, con un controllo dal tuo medico di base, effettuando delle semplici analisi del sangue e stabilendo soprattutto se soffri di altre patologie, disturbi, allergie, intolleranze. Individuare la figura professionale più adatta non sarà facile perchè, per adottare un corretto regime alimentare nonchè un nuovo stile di vita, avrai bisogno di una vera e propria consulenza multidisciplinare. Accertati della preparazione e professionalità del medico a cui ti rivolgerai e, soprattutto comunica tutto su di te, dalle abitudini alimentari, lavorative, stato psichico. Ti saranno d'aiuto gli articoli pubblicati su questo numero a pag.14 - 18 - 28. Potrai farti un'idea di cosa è importante fare prima di precipitarti a far diete e come approcciare al cambiamento.

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Questo spazio è pensato per voi Comunicate le vostre opinioni, esigenze, proposte, esperienze vissute oppure un parere sulle strutture e i servizi di cui avete usufruito. Non possiamo fornire risposte personali, ma le vostre segnalazioni sono preziose per orientare gli articoli e le inchieste che pubblicheremo sulla rivista. www.salutare.info

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Pubblicazione mensile Anno V n° 56 - 2010 Distribuzione gratuita Reg. Tribunale Av in data 15/01/2004 N° 419 Tiratura: 20.000 copie Editore: Ass. Culturale Salutare Direttore Responsabile: Mario Barbarisi Redazione: Maria Paola Aprea, Angela Romano Progetto grafico: Promova Coop. Soc. Onlus Area web: Carmine Serino Collaborazioni:

dr. A. Del Buono, dr.ssa L. De Varti, dr. Del Sorbo, dr. V. Cicalese, dr. A. D' Orta, dr.ssa M. R. Porcaro, dr.ssa R. Santoro, D. De Bartolomeis, dr. S. Mone, dr.ssa D. Corrado, dr. D. Trotta, dr. M. Borghese, dr. A. Pacilio, dr. G. Pistillo, dr. P. Peluso, dr. M. Borghese, dr. Antonio Leggiero, dr.ssa Ilaria Pucci, prof. A. Suelzu, dr. M. Meglio, dr.ssa A. Venezia. sito: www.salutare.info e-mail: info@salutare.info

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partecipare Salutare è la rivista gratuita con diversi argomenti nell’ambito della salute e benessere: medicina, psicologia, farmacia, alimentazione, ambiente e tanti altri. Si avvale della collaborazione di professionisti del settore che mettono a disposizione le proprie conoscenze al servizio di tutti i cittadini. Partecipare a SALUTARE significa sostenere un’iniziativa culturale intrapresa per sensibilizzare alla salvaguardia del benessere comune e di fornire ai lettori oltre ai servizi, il supporto da consultare per essere sempre aggiornati. Un’Azienda che usufruisce di uno spazio su Salutare ha la possibilità di comunicare ai lettori le strutture, i servizi, le iniziative e sulla SALUTE e il BENESSERE.

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News

Contro i tumori al collo dell'utero non più pap test ma analisi del Dna. Lo ha scoperto una ricerca tutta italiana condotta in 9 centri di screening italiani su un campione di 94.370 donne a Torino, Trento, Padova, Verona, Bologna, Imola, Ravenna, Firenze e Viterbo. Capofila il Centro per l'epidemiologia e la prevenzione oncologica dell'ospedale San Giovanni Antica Sede-Molinette di Torino. Lo studio, pubblicato su "Lancet Oncology", dimostra che l`esame sul Dna del papilloma virus previene un numero superiore di tumori in confronto al tradizionale test citologico. Lo studio italiano si è svolto in due fasi, partite tra marzo e dicembre 2004 su migliaia di donne fra i 25 e i 60 anni: tutte sono state invitate a sottoporsi al controllo nei nove centri di ricerca italiani. Al termine della prima serie di esami e del primo confronto i due test hanno evidenziato un numero simile di tumori invasivi: 9 nel gruppo del pap-test, 7 nel gruppo dell' Hpv-test associato al Pap-Test. Ma nel secondo round di esami, a distanza di tempo nessun cancro è stato riscontrato nel gruppo sottoposto all'Hpv-test più pap-test, a fronte dei 9 rilevati nel gruppo pap-test. dall'accertamento della gravidanza, mentre in altri Stati le donne hanno due settimane di tempo in più.

IDENTIFICATO UN NUOVO GENE RESPONSABILE DI UNA FORMA DI SLA Ad annunciarlo è uno studio finanziato da Telethon e pubblicato sulle pagine della rivista Brain da Antonio Orlacchio, responsabile del laboratorio di Neurogenetica dell'Irccs Fondazione Santa Lucia di Roma e docente di Neurologia presso il dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Roma "Tor Vergata". La Sla è una malattia neurodegenerativa letale che colpisce progressivamente i motoneuroni, le cellule del sistema nervoso che impartiscono ai muscoli il comando di movimento. In genere si manifesta tra i 40 e i 50 anni e l'aspettativa di vita non supera i dieci anni. È proprio osservando le caratteristiche cliniche di persone affette da questo tipo di Sla che Orlacchio e il suo gruppo hanno ipotizzato che potesse trattarsi di una forma con peculiarità genetiche sovrapponibili a quelle di altre malattie neurologiche. I loro sintomi clinici, l'età di esordio e la progressione della malattia erano infatti molto simili a quelli riscontrati in pazienti affetti da un'altra patologia neurodegenerativa, la paraplegia spastica ereditaria con assottigliamento del corpo calloso. Questa malattia è dovuta a difetti nel gene SPG11, che si trova sul cromosoma 15 e contiene le informazioni per la spatacsina, una proteina fondamentale per la sopravvivenza dei motoneuroni. Salgono così a undici i geni finora

individuati come responsabili di forme ereditarie di Sla. Per quanto nella maggior parte dei casi la malattia sia sporadica (non venga cioè ereditata dai genitori), le forme genetiche possono dare informazioni molto utili per comprendere i meccanismi molecolari con cui si sviluppa questa grave malattia neurodegenerativa. Una ricaduta più immediata dello studio è invece la possibilità di diagnosticare con precisione questa particolare forma di Sla a partire dai sintomi clinici e pianificare così gli interventi più adeguati. Infine, la proteina codificata dal gene ALS5 potrà rappresentare un bersaglio molecolare per un razionale sviluppo di nuovi farmaci. In Italia il lavoro di Antonio Orlacchio è stato finanziato, oltre che da Telethon, dal ministero della Salute, dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), dall'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (Aams) e da fondi raccolti con varie iniziative nella città di Gubbio. Fonte: MolecularLab.it

Data la sua crescita, Salutare richiede l’impiego di maggiori risorse. Naturalmente il servizio che noi offriamo ha dei costi, tuttavia, abbiamo comunque deciso di mantenerlo gratuito.

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CONTRO IL PAPILOMA VIRUS LA PREVENZIONE PREMIA IL DNA


Salute Quiz

Sapere non costa nulla, non sapere può costarti tanto!

Siete sicuri di sapere tutto sui temi legati alla salute e al benessere? Mettete alla prova le vostre conoscenze. Per ogni domanda è prevista una sola risposta oppure vero o falso. Tutte le domande sono tratte dai numeri precedenti di Salutare e Baby Magazine. Per approfondimenti visitate il nostro archivio al sito www.salutare.info

1) Giunge quando la maturazione dei ragazzi è praticamente terminata. Cosa? L’acne La perdita dei dentini Il molare del giudizio

5) Cosa comporta consumare una giusta quantità di sale? Perdere il gusto Sentire di più i sapori dolci Migliora il funzionamento del cuore, mantiene le arterie 'giovani' e aumenta la resistenza delle ossa

2) Quali sono i sintomi della neuropatia periferica? Extrasistole Bruciore e sensazione di caldo e freddo Evidente sudorazione

6) I celiaci possono soffrire di gravi sindromi da malassorbimento, quali sono? Pallore in viso Diarrea, perdita di peso e ritardo della crescita. Stipsi e aumento di peso

3) I soggetti definiti allergici cosa devono eliminare per primo dalla dieta? La carne Il pesce Il latte

7) Uno studio eseguito dall’Università di Milano, e pubblicato sul Journal of Clinical Gastroenterology, ha confermato che i probiotici possono aiutare a proteggersi dai mali di stagione.

4) Che cos’è l’articolazione temporo mandibolare e a cosa serve? È un esercizio ginnico e serve a tonificare È un’articolazione doppia serve a collegare la mandibola al complesso facciale. Un apparecchio odontoiatrico

8) Il termine trombofilia indica una condizione patologica in cui si verificano alterazioni della coagulazione del sangue . 9) Il fumo può aumentare i rischi di impotenza, ed è causa di disturbi dell’erezione.

Le risposte 7) Vero: Ma non tutti sono uguali e solo alcuni 3) Il Latte (Salutare n.54) 2)Bruciore e sensazione di caldo e freddo (salutare n.54) 1) Il molare del giudizio (Salutare n.46)

6) Le sindromi da malassorbimento, sono caratterizzate da diarrea, perdita di peso e ritardo dellacrescita. L’unico approccio terapeutico attualmente riconosciuto valido è la dieta completamente priva di glutine. (Salutare n. 35) 5) Migliora il funzionamento del cuore, mantiene le arterie 'giovani' e aumenta la resistenza delle ossa (salutare n. 51)

9) Vero: è accertato che il fumo fa diventare impotenti e crea disturbi nell’erezione, ad esempio il morbo di “La Peyronie". (Salutare n. 48) sono realmente efficaci (salutare n.55) 8) A causa di questo squilibrio in senso ipercoagulante, è più facile che si formino coaguli (trombi) nei vasi sanguigni, con conseguente ostacolo al fl usso del sangue (trombosi). (Salutare n.9) www.salutare.info

4) L’A.T.M. è un’articolazione doppia e a sua volta doppia per ogni lato (diartrosi) e serve a collegare la mandibola al complesso facciale. (Salutare n.9)

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News BODY SCANNER

A breve il sistema di controllo arriverà nei due scali di Roma e Milano Contro i body scanner, ad alzare la voce sono stati sia molti medici, soprattutto oncologi, sia alcuni movimenti per i diritti civili. Rispettivamente, da un lato per i possibili effetti nocivi sulla salute e dall’altro per la violazione della privacy dei viaggiatori, di fatto «messi a nudo» sugli schermi di questi strumenti di nuova generazione. Saranno per ora due i body scanner installati, uno a Fiumicino e l’altro alla Malpensa (resta esclusa per ora, la messa in funzione di un terzo esemplare al Marco Polo di Venezia). Le prime due apparecchiature pur se in fase sperimentale che entreranno in funzione dalla prossima settimana a Fiumicino e Malpensa, saranno riservate per ora soltanto ai passeggeri in attesa di imbarcarsi su voli che hanno come destinazione finale gli Stati Uniti, non a caso il Paese più preso di mira nelle ripetute minacce del terrorismo internazionale. Quanto ai tempi successivi per l’eventuale e definitiva applicazione su larga scala di queste macchine, Riggio ha aggiunto che «se la sperimentazione andrà a buon

fine, per la prossima estate verranno installati in tutti gli aeroporti italiani, ma solo per i voli diretti negli Usa». Esisterebbe anche un terzo tipo di apparecchiatura, sempre allo stato sperimentale, basato sul calore emesso da onde corporee. Il presidente dell’Enac ha precisato che, tenendo conto delle riserve subito manifestate dal nostro ministro della Salute, Ferruccio Fazio, circa la possibile dannosità per la salute dei body scanner a raggi x, la decisione finale è stata quella di orientarsi sulle macchine che emettono invece onde millimetriche. "Pur non escludendo - ha aggiunto Riggio - che possano essere altresì sperimentate anche le macchine di ultima generazione, quelle già citate basate su emissione di onde di calore corporeo, che dovrebbero essere meno nocive per la salute umana".

AMBURGO - Addio all'odioso trapano da dentista. Nel giro di 3-5 anni le carie si cureranno con un getto di plasma, ovvero con lampi di gas plasma freddo che, spruzzati sulla carie, ripuliranno i denti da tutti i batteri patogeni ed elimineranno il tessuto infetto senza danneggiare lo smalto. La soluzione rivoluzionaria è dell'equipe di Stefan Rupf dell'università Saarland ad Amburgo. Secondo quanto riferito sul Journal of Medical Microbiology, i lampi di plasma nel giro di pochi secondi sono in grado di ridurre di 10 mila volte la concentrazione di batteri dentali. Il plasma usato dai ricercatori tedeschi è freddo e indolore. Gli esperti lo hanno testato sui due principali batteri della carie, Streptococcus mutans e Lactobacillus casei. Bastano 18 secondi per eliminare l'infezione. Più a lungo il dente è esposto al getto di plasma maggiore è la densità di batteri eliminata.

ISS CONTRO I FARMACI CONTRAFFATTI. NASCE IL SITO PER EVITARE LE TRUFFE Nasce il sito www.impactitalia.gov.it contro i farmaci contraf fat ti. Questa iniziativa, dell'Istituto superiore di sanità, mette a conoscenza i cittadini sui rischi legati all'acquisto di farmaci attraverso canali non autorizzati. Anche i farmaci ‘salvavita’ tra i prodotti truffa. L'iniziativa, partita da qualche giorno, è dell'Istituto superiore di sanità

(Iss) e si inserisce nell'ambito della campagna di comunicazione “Farmaci contraffatti: evitarli è facile”, promossa da IMPACT Italia e già lanciata dal ministero della Salute in collaborazione con l'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) e il Comando Carabinieri per la tutela della Salute (Nas).

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DENTISTI: ADDIO AL TRAPANO, ECCO I RAGGI AL PLASMA

ARRIVANO I BODY SCANNER MA NON SARANNO AI RAGGI X


News LA CASA DEL BAMBINO Si trova a Torino la ‘Casa del bambino’ struttura dell'UGI Unione Genitori Italiani messa a disposizione dal comune dal 2006, che ospita pazienti pediatrici di oncologia ed ematologia che arrivano da altre città o dall'estero. Attualmente la struttura ospita 18 pazienti stranieri. Ogni appartamento è completamente autonomo, con cucina e stanze, perfettamente in grado di ricreare l'ambiente familiare. Dotati di spazi all'aperto con una luminosissima sala giochi. La permanenza in questa struttura è assolutamente gratuita.

SALUTE, SETTIMANA TIROIDE: VISITE GRATIS IN 150 OSPEDALI trasferire, sono costretti a lasciare. Un percorso scolastico interrotto, infatti, può compromettere il futuro di circa il 75 - 80% dei bambini che riesce a guarire e che cerca di reintegrarsi dopo il periodo di malattia.

Sono oltre duemila i bambini che si ammalano di tumore ogni anno e l'Ugi come associazione chiede che siano messi a disposizione più fondi per finanziare ricerche specifiche per tumori pediatrici e sostenere le famiglie che affrontano questa delicata situazione. Uno dei primi servizi che i genitori chiedono alle istituzioni è senz'altro la scuola che i bambini, dovendosi spesso

INTERVENTO AL MEYER DI FIRENZE SU DODICENNE, PER GRAVE FORMA DI SPASTICITÀ 10 ore d'intervento per far tornare il sorriso ad una bambina di 12 anni colpita da forma di spasticità e diastonia grave tale da provocarle dolori e tremori a braccia e gambe eseguita dallo staff di neurochirurgia del Meyer. Sono stati posizionati due elettrodi in una parte profonda del cervello vicino al tronco encefalico. Alla bambina è stato messo un casco sulla testa per calcolare le coordinate per raggiungere i nuclei profondi del cervello con estrema precisione. Grazie a questa tecnica, tramite un neuro navigatore, l'equipe è riuscita a posizionare i due elettrodi collegati a un pacemaker situato sotto la clavicola che è stato in grado di far diminuire le contratture dolorose, avendo la capacità di sintonizzare l'attività elettrica dei neuroni. I dolori di cui era affetta prima, sono quasi del tutto scomparsi.

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Dal 15 al 19 marzo 2010 è in programma in tutta Italia la Settimana Nazionale della Tiroide, Giornate informative con visite gratuite. Prevede la possibilità per i cittadini di sottoporsi a una visita specialistica gratuita per verificare l'eventuale presenza di alterazioni della tiroide. In Trentino hanno finora aderito gli ospedali di Cles e di Arco. L'iniziativa è promossa dal Club delle Uec (Unità di endocrinochirurgia italiane) e dall'Ait (Associazione italiana della tiroide), col patrocinio del ministero della Salute, della Simg (Società italiana di medicina generale) e di Cittadinanzattiva. A roma il Policlinico universitario Agostino Gemelli. Per avere i riferimenti dell'ospedale cui rivolgersi si può telefonare al Numero Verde 800199894.

CHI SOGNA UN SENO NUOVO, DOVRÀ ASPETTARE LA MAGGIORE ETÀ È l'effetto di un intervento legislativo approvato dal Consiglio dei ministri che prevede, fra le altre cose, l'istituzione del registro nazionale degli impianti protesici mammari, l'obbligo per i medici di informare le pazienti che vogliono eseguire l'intervento sui possibili rischi dello stesso e appunto il divieto per le ragazze con meno di 18 anni di ricorrere alla chirurgia plastica per avere un seno nuovo. Nel disegno di legge, che ora passa al vaglio del Parlamento, si prevede solo un'eccezione, vale a dire l'intervento a causa di malformazioni o patologie congenite. Spesso alle giovani che si sottopongono a questo tipo di intervento non vengono spiegate le complicanze che si potrebbero verificare e i problemi relativi alla durata della protesi, all’allattamento al seno e allo screening

del tumore al seno, per cui spesso la mammografia non si può effettuare. Un altro motivo per evitare gli interventi precoci è prettamente pratico. Il seno fino ai 20 anni in alcuni casi può ancora svilupparsi e modificarsi. Stesso discorso per il corpo. La liposcultura, per modellare il corpo, se troppo precoce rischia di essere inutile perché potrebbe essere necessario tornare in sala operatoria per mantenere i risultati voluti. Il corpo, infatti, non è completamente 'assestato'. Con il tempo si possono formare, anche dopo l'intervento, altri cuscinetti di grasso in punti dove non era previsto.


Pedagogia a cura del Dr. Gerardo Pistillo - Pedagogista clinico

Touch Ball®

La Pedagogia Clinica, in quanto scienza rivolta all’educazione e all’aiuto della persona in situazione di disagio, dispone di un ampio ventaglio di metodi, tra i quali assumono rilevanza i cosiddetti metodi dialogico-corporei. Partendo dal presupposto che la costituzione della persona sia da considerarsi, in senso olistico, come punto di arrivo della sua storia di formazione, tali metodi promuovono un’azione educativa basata sulla stimolazione di tutto il corpo umano, da cui affiorano, se debitamente sollecitato, ricordi, vissuti ed emozioni. Il contatto, in tal senso, non viene a configurarsi come un ‘massaggio’ fisioterapico, finalizzato ad una riabilitazione di tipo muscolare, bensì come un dialogo basato sullo scambio di ‘messaggi’ e ‘parole tattili’, in una dinamica comunicazionale in grado di istituire uno scambio fecondo di informazioni dialogiche tra specialista e persona. Tra i metodi dialogico-corporei troviamo il Metodo Touch Ball®, nato dall’esigenza di offrire alla persona in difficoltà una concreta possibilità di risoluzione dei propri stati di disagio (ansia, stress, reazioni psicosomatiche, depressione ecc.), attraverso un’azione ‘nutriente’, energizzante, tonificante e rigenerante volta a migliorare lo stato di vigilanza della persona rispetto agli stimoli interni ed esterni. Il Touch Ball® prevede che lo specialista definisca prima il setting ideale, creando una situazione diadica di silenzio sacrale e di penombra, e che inviti poi la persona a togliere indumenti e oggetti che possano ostacolare l’interazione. Fatta sdraiare la persona in posizione di decubito dorsale, lo specialista entra in contatto con le diverse parti del corpo, al fine di

promuovere un diffuso stato di piacere e un allentamento delle tensioni rilevabili dalla sua corazza corporea. Un contatto finalizzato a con-figurare, disegnandone forme e contorni, la mappa corporea della persona. Il contatto che si instaura tra lo specialista e la persona deve sempre avvenire attraverso l’utilizzo della cosiddetta palla vibrocromatica, una palla di plastica di cui la persona dovrà scegliere, all’interno di un set, il colore preferito (verde, gialla, blu o rossa), indice di uno specifico stato psicologico. Uno strumento di mediazione che assume un forte valore simbolico di accudimento per la persona, dato che per grandezza rievoca il seno materno. La sua cavità interna, inoltre, è riempita per metà di acqua salina, sostanza in grado di amplificare il suono rilassante dei sonagli contenuti nell’iron ball, un’altra pallina d’acciaio in essa presente. Attraverso la palla la persona viene ‘svezzata’, sollecitata ad essere più fiduciosa nel contatto e nella relazione col mondo, attraverso una stimolazione in grado di provocare una sensazione diffusa di piacere e rilassamento, di attenzione al proprio corpo, ai suoi stati tensionali e alle sue energie latenti.

viso, procede verso la parte inferiore del corpo, lo specialista passa gradualmente a stimolare le spalle e il collo, poi si direziona verso gli arti superiori per giungere al petto e al ventre. Solo in seguito provvederà a stimolare le gambe e i piedi. Un procedimento dall’alto in basso che si ripeterà allorché la persona verrà invitata a porsi in una posizione di decubito ventrale che consentirà il contatto con la nuca, le spalle, i due lati della colonna vertebrale, gli arti superiori e le palme delle mani, fino ad arrivare nuovamente alle gambe e ai piedi. Nel Touch Ball® il contatto deve educare la persona, in senso maieutico, alla presa di coscienza del proprio corpo come sede di tensioni e frustrazioni ma anche come fonte primaria di sensazioni distensive e di godimento, motore principale nel cambiamento del proprio stile di vita e della propria modalità di essere al mondo.

Tenendo conto della diversa sensibilità delle parti del corpo al contatto, lo specialista darà quindi vita ai cosiddetti foulages, sfioramenti che dovranno variare, nella velocità, nel ritmo e nella pressione, senza alterare la continuità e la significativa progressione del dialogo corporeo. La palla vibrocromatica, nel suo lungo ed ininterrotto percorso, dovrà seguire, senza mai staccarsi dal corpo, una rotazione centrifuga e oraria, al fine di offrire alla persona un senso di maggiore progettualità, di spinta propulsiva verso il futuro e di prospettiva di cambiamento. Con un movimento che dall’alto, dal alutare 11

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Un metodo per favorire il piacere e l’equilibrio psicofisico.


Farmacia a cura del dr. Aldo Sabato - farmacista

Cambio di stagione e stanchezza Non esiste una "sindrome astenica" riconosciuta, ma un insieme di sintomi e segni da far inquadrare la stanchezza come una vera e propria malattia.

In questa nostra civiltà produttiva ed efficiente il sintomo "stanchezza", o astenia, non ha mai trovato un’adeguata attenzione, sebbene sia uno dei più frequenti disagi lamentati dai pazienti. L’astenia è un sintomo, talvolta unico e debilitante, che si presenta o come segnale di allarme di alcune malattie, oppure a sé stante, senza riferimento a una chiara causa organica. Tralasciando volutamente di descrivere la stanchezza derivante da varie malattie come le anemie, le epatiti virali, eccetera, affronteremo invece questo sintomo nei casi in cui non deriva da lesioni di organi o apparati del corpo. E questi rappresentano l’80% dell’origine dell’astenia.

Prima causa: la pressione Si sente spesso parlare di ipertensione (pressione arteriosa alta) piuttosto che di ipotensione (pressione arteriosa bassa) per le temibili conseguenze che la prima può dare, e poco invece della seconda, perché considerata innocua. Eppure chi soffre di pressione bassa sa bene quanto sia debilitante questo "stato" accompagnato dalla pressoché continua sensazione di non avere energia sufficiente per affrontare la vita quotidiana. I sintomi della pressione bassa sono: stanchezza cronica, soprattutto fisica, con sensazioni di inefficienza corporea accompagnata talvolta da tachicardia, ronzii alle orecchie, vertigini occasionali, sonnolenza soprattutto dopo i pasti, debolezza muscolare, mal di testa. La terapia della stanchezza provocata dalla pressione bassa, nella medicina ufficiale si

basa su alcuni farmaci capaci di alzare la pressione ma che vanno utilizzati per brevi periodi perché possono causare spiacevoli effetti collaterali.

Non è una vera e propria condizione di malattia, bensì una reazione normale del corpo, con l’utile fine di mantenersi in equilibrio nonostante le variazioni ambientali.

zioni biochimiche e ormonali, cioè aumenta una disponibilità energetica circolante nel sangue pronta all’utilizzo (per esempio composti energetici come il colesterolo, gli zuccheri); la fase di resistenza, nella quale l’organismo umano si organizza in uno stato di perenne difesa, cioè l’energia viene continuamente prodotta senza essere adeguatamente utilizzata (molti rialzi del tasso di colesterolo nel sangue senza cause dirette di tipo alimentare appartengono appunto a questa fase); la fase di esaurimento, in cui si verifica il "crollo" delle difese e dunque l’incapacità del corpo di adattarsi agli stimoli.

Questa reazione può tuttavia divenire nociva se gli stressor agiscono con particolare intensità e per periodi di tempo sufficientemente lunghi tanto da dare nel corpo umano le seguenti fasi (successive tra loro): la fase di allarme, nella quale si manifestano modifica-

Questa è l’ultima fase che può portare anche in breve tempo al cosiddetto "stato patologico da stress" che si manifesta attraverso stanchezza generalizzata, pesantezza spesso dolorosa agli arti, insonnia con sonnolenza durante la giornata, diminuita forza muscolare, inappetenza,

Se la colpa è lo "stress" Lo stress è una reazione fisiologica legata all’ambiente in cui vive l’uomo e che è prodotta da una gamma estremamente ampia di stimoli denominati stressor (e cioè gli agenti stressanti).

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Problemi psicologici Fino a non molti anni fa, di fronte a "stanchezze" generalizzate, caratterizzate soprattutto da stati psicologici di affaticamento, si usava il termine "neurastenia", oppure, in casi perduranti da molto tempo e connotati da sensazione di "vuoto mentale", era comune quello di "esaurimento nervoso". Attualmente questi termini sono in disuso nella medicina perché sono stati compiuti grandi progressi per quanto riguarda la diagnosi, la classificazione e la terapia dei vari disturbi psicologici. Uno su tutti, la sindrome ansiosa, è spesso caratterizzata da momenti di grande stanchezza. E’ questo un disagio psicologico caratterizzato dall’angoscia spesso accompagnato da diversi sintomi, con differenti livelli di intensità e distinta in attacchi di panico, o ansia acuta, e in ansia generalizzata. Quest’ultima è uno stato di tensione diffusa e persistente, caratterizzata da un malessere generale i cui sintomi sono: importante sensazione

di stanchezza con facile affaticabilità alternata al contrario da tensione motoria con tremori e incapacità di rilassarsi; stanchezza mentale con "testa vuota" o "leggera", intervallata a paura, rimuginazioni, iperattenzione, distrazione, difficoltà di concentrazione e memoria, impazienza e irritabilità. Questi sintomi sono spesso accompagnati da altri caratteristici della sindrome ansiosa, come tachicardia, vertigini, bocca secca, sudorazione aumentata, formicolio alle mani e ai piedi, difficoltà digestive, un nodo in gola. La cura di questo tipo di stanchezza, per la medicina tradizionale, è quella mirata a correggere lo stato ansioso con ansiolitici, cioè farmaci antiansia, insieme con "tonici" neuromuscolari e con farmaci che migliorano la circolazione sanguigna cerebrale. L’insonnia sporadica è un disturbo occasionale transitorio e di solito è legata a situazioni momentanee e soprattutto di tipo ansioso (ad esempio, eventi dell’indomani che destano preoccupazioni).

le prestazioni della persona. La primavera, inoltre è la stagione in cui compaiono più malesseri. Senso d’affaticamento, d’astenia, una sorta di svogliatezza che può confinare con disturbi dell’umore. L’incremento della temperatura e il prolungamento delle ore di luce sono elementi determinanti nel provocare quella tipica sensazione di stanchezza che compare verso il mese di marzo, si protrae per tutto il mese di aprile per scomparire a maggio, quando la bella stagione di solito è ormai consolidata in tutti i suoi aspetti. Più ore di luce portano più affaticamento dell’organismo. Temperatura più elevata e polline causano altri problemi. Con l’arrivo della bella stagione anche la pressione arteriosa può subire modificazioni che contribuiscono alle sensazioni di spossatezza e astenia.

L’aumento della temperatura provoca in alcuni soggetti, particolarmente sensibili, un abbassamento della pressione che genera stanchezza cronica, senso d’inadeguatezza fisica, vertigini, sonnolenza dopo i pasti e in alcuni casi forti mal di testa. Altro fenomeno da non sottovalutare è rappresentato dalla fioritura delle piante e dalle conseguenti allergie che possono scatenare. L’attività e il moto sono la migliore medicina. Si consiglia un’alimentazione leggera soprattutto la sera, senza tè, caffè e cioccolata in quanto contengono sostanze eccitanti, sostituiti invece da alimenti come i cereali, insalate, limoni e miele. Importante è non agevolare la stanchezza con l’inattività ma, piuttosto, praticare un pò di moto secondo le proprie capacità fisiche e cercare di svegliarsi sempre alla stessa ora, senza assecondare la voglia di poltrire.

L’insonnia cronica è invece un disturbo persistente nel tempo e che riduce notevolmente il benessere e alutare 13

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facilità a contrarre infezioni virali (come raffreddore, influenza, herpes), stati depressivi variabili, ansia, irritabilità, mal di testa, tachicardia, sudorazioni improvvise, svogliatezza davanti a qualsiasi attività sia mentale, sia fisica.


Foniatria a cura del Prof. Massimo Borghese - Foniatra

Come si cura la voce? Consigli da seguire e luoghi comuni da rimuovere per una corretta gestione della voce.

Quando si parla di intervento foniatrico sui disturbi della voce, o, ancora meglio, per prevenire la loro comparsa, come si agisce? Solitamente ci si aspetta la prescrizione di medicamenti o l’erogazione di consigli su che cosa inalare o ingoiare. I luoghi comuni più diffusi, ma anche sbagliati, prevedono la somministrazione di farmaci antinfiammatori o antibiotici, da prendere per bocca o per via aerosolica; per non parlare di quanto viene fuori a volte dai passaparola che prevedono la preparazione di decotti e pozioni contenenti un po’ di tutto, o il cibarsi di alimenti strani e del tutto estranei ad un’efficacia terapeutica, come ad esempio l’aglio, le acciughe, il limone… In molti altri casi, la fa da padrone il cortisone, cui spesso si ricorre come se fosse un toccasana che aiuta a cantare o a recitare meglio. Beh, niente di tutto questo! Il professionista della voce (cantante, attore, speaker, insegnante) va considerato come un atleta a tutti gli effetti, e come tale deve essere visto in un’ottica dinamica, corporea, non farmacologica. Quando occorre prevenire o curare danni vocali, nella maggior parte dei casi si rende necessario un intervento 14 www.salutare.info

educativo-rieducativo della voce. Vediamone i capisaldi Primo presupposto necessario da tener ben presente: La voce non è un fenomeno che scaturisce solo da due corde vocali. La voce è una produzione corporea. Viene fuori da un corpo che deve essere considerato con le sue posture, le sue tensioni muscolari, gli effetti delle ansie che in esso vengono generate e somatizzate, le sue modalità respiratorie, la conformazione anatomica delle sue strutture laringee, faringee e più in generale risuonatrici, le sue capacità digestive, i suoi ormoni e le sue eventuali malattie concomitanti. Questo ed altro generano la voce. Sarebbe quindi troppo riduttivo pensare di agire su di essa lavorando solo con vocalizzi e tecniche di emissione. Questa premessa serve a comprendere il perché di un intervento foniatrico-logopedico che, nella gestione preparatoria-preventiva di un cantante, così come in un programma riabilitativocurativo, dovrebbe riferirsi ai seguenti capisaldi: - Rilassamento muscolare/presa di coscienza corporea. - Impostazione corretta dinamica respiratoria addomino- e costo- diaframmatica. - Accordo pneumofonico, ossia

coordinazione tra emissione aerea e sonorizzazione della stessa a livello laringeo. - Emissione vocale - Risonanze: conoscenza e percezione dei fenomeni risonatori e loro gestione nell’emissione vocale. - Articolazione: tra le tecniche di rilassamento/presa di coscienza corporea, la più frequentemente da noi adottata, è quella che si basa sul percorso del proprio corpo attraverso immagini mentali, integrata con manipolazioni/massaggi del collo, della testa, del viso e della muscolatura mimica. Il paziente/allievo, in questa prima fase del lavoro, è disteso a terra su di un sottile tappetino, ed è ancora in questa posizione che si inizia l’impostazione della corretta dinamica respiratoria, “lasciando slatentizzare”, più che forzandone l’innesco, un movimento addominale rilassato, senza tensioni muscolari, che

prevede l’avanzamento (risalita, se il corpo è visto orizzontalmente) della parete addominale durante l’inspirazione, e la sua discesa (rientro) in fase espiratoria. L’ impostazione della respirazione nel settore costo-diaframmatico può essere favorita dal cambio di posizione, facendo porre l’allievo di fianco, e chiedendogli di dilatare l’emitorace durante l’inspirazione e farlo “richiudere” in espirazione. Lo stesso lavoro svolto a terra viene poi effettuato in posizione ortostatica e da seduti. La fase dei vocalizzi, che identificherebbe il momento laringeo dell’ emissione vocale, preferisco non separarla da quella dedicata alle risonanze e all’ articolazione, almeno per parte di esse, in quanto non avrebbe senso ricercare modalità di emissione vocale senza preoccuparsi nel contempo di dove posizionare il suono nei risuonatori (gola, bocca, naso) e di come modificare le aperture e le posizioni degli organi articolatori.


Neurologia a cura di Ilaria Pucci

La quarta età: è un limite in neurochirurgia? Gli interventi di urgenza e quelli di elezione: intervista al Prof. Sergio Acampora, neurochirurgo IRCCS Neuromed.

Dalla media attuale di 86 anni si giungerà a breve al centenario, questo incremento riguarderà anche coloro che attualmente costituiscono l’età lavorativa, mentre per i giovani di oggi le statistiche sono anche più generose, infatti essi senza troppe difficoltà potranno superare il secolo. Le problematiche mediche e chirurgiche dovranno quindi tener conto di pazienti sempre più anziani. D’altro canto le migliorate tecniche anestesiologiche e di monitoraggio dei vari parametri hanno consentito di sottoporre alla chirurgia e non solo in caso di urgenze, le persone in quarta età che hanno superato cioè l’età di 70 anni, essi possono sottoporsi alla chirurgia anche in caso di patologie di elezione.

A quali interventi possono sottoporsi le persone in “quarta età”? Interviene il dr. Sergio Acampora, neurochirurgo IRCCS Neuromed. "Oltre agli interventi d’urgenza che ovviamente non consentono di avere scelte decisionali in quanto viene compromessa la vita del paziente, vi sono tantissime malattie cerebrali e vertebrali che oggi possono essere trattate chirurgicamente anche nella quarta età. Gli studi effettuati presso l’Istituto Neuromed – afferma il dr. hanno permesso di stabilire che dopo aver effettuato tutti gli screening di routine necessari i pazienti della quarta età non presentano un numero superiore di complicanze rispetto alle altre fasce d’età. Il problema è dato dalla risoluzione delle complicanze che in questi soggetti sono più difficili e più lunghe da superare. Ecco perché prima si interviene e meglio è. Questo vale per patologie cerebrali quali tumori, malformazioni vascolari ematomi, etc. ma principalmente per patologie più benigne quali crolli vertebrali

Si definisce QUARTA ETA’ gli anni che vanno dai settanta ai novanta. osteoporotici, di stabilità del rachide (Cioè il mancato allineamento dei corpi vertebrali nei movimenti di flesso estensione e di rotazione della colonna), di stenosi del canale, di ernie discali (cervicali e lombari) etc. Queste patologie infatti sono causa di dolori intensi e continui nonché di limitazioni funzionali costringendo il paziente a rimanere in casa ed avere difficoltà nel prendersi cura della propria persona compromettendo la qualità della vita". Qual è la maggiore difficoltà che il neurochirurgo incontra? "La maggiore difficoltà che il neurochirurgo incontra in queste circostanze sono le voci metropolitane e le credenze popolari che consigliano al contrario di astenersi dall’intervento chirurgico finché è possibile e poi il pretendere dal neurochirurgo il “miracolo” quando le funzioni sono troppo compromesse e quindi l’intervento diventa addirittura più rischioso, o addirittura controindicato. Cure tempestive è il mio consiglio".

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Con il miglioramento delle condizioni sociali ed assistenziali in Italia, come negli altri paesi industrializzati ed economicamente progrediti, l’età media tende ad aumentare sempre più.


Psicoterapia

a cura della dott.ssa Leopoldina De Varti Psicologa, Psicoterapeuta

La Depressione: Farmaci o Psicoterapia? Il Governo Inglese non ha dubbi e investe sulla Psicoterapia. “Se, in poche parole, ci si chiede qual’è la causa prima di infelicità nella nostra società, la risposta non è la povertà economica, come molti sono indotti a pensare, ma il disagio mentale: un disturbo depressivo o di altro tipo…” (Lord Richard Layard). I dati dell’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) sono allarmanti: la depressione colpisce 330 milioni di persone in tutto il mondo, in Italia circa 5 milioni, 15% donne, 8% maschi, circa il 10% adolescenti; nel 2030 essa sarà la prima causa di disabilità nei paesi industrializzati. Le conseguenze sono tante, e prima di tutto la disabilità lavorativa, chi è depresso si allontana dal lavoro per molto tempo ed è difficile il reinserimento. La soluzione adottata dal governo inglese, è stata elaborata dal prof. Lord Richard Layard, un insigne economista, non un medico e questo ha un motivo, perché la depressione sta diventando un grande problema anche economico per gli stati. Lord Layard, quindi ha presentato uno studio dettagliato, con osservazioni

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scientifiche, statistiche e conti economici, con i seguenti risultati: 1) l’uso dei farmaci antidepressivi non risolve la malattia, e i costi sociali (perdita della qualità della vita, incapacità di lavorare, aggravio per le famiglie) ed economici (costo dei farmaci, dei ricoveri, dell’assistenza) sono altissimi sia per il paziente e la famiglia, sia per lo stato; 2) i trattamenti effettuati con la psicoterapia mostrano risultati positivi e risolutivi nella maggior parte dei casi, il paziente si riappropria della sua vita e ritorna ad essere attivo e produttivo.

oppure, può avere motivi più profondi ed interiori. Può presentarsi in una forma acuta e breve, o nel tempo, in modo mascherato soprattutto attraverso disturbi e dolori fisici. Le manifestazioni sono: tristezza e pessimismo; perdita di interesse per la vita, il lavoro e le amicizie; ricorrenti pensieri di inutilità e di morte; calo del desiderio sessuale; alterazione dei ritmi sonno-veglia e del rapporto con il cibo; senso di debolezza mentale e fisica. Per chi sta vicino ad un depresso, un familiare o un amico, essi sperimentano quanto sia difficile e quanto si sentano impotenti, perché la richiesta della persona depressa è ambivalente: da una parte chiede aiuto, dall’altra si chiude in un bozzolo ed è come se dicesse ”lasciatemi stare” e usa il lamento costantemente, invece di comunicare un suo reale bisogno. Perciò, chi è vicino prova preoccupazione, ma a volte, anche rabbia e irritazione.

Lord Layard, scrive: “il trattamento di psicoterapia si paga da sé, perchè il miglioramento della qualità della vita che il paziente trae dal trattamento psicoterapeutico, porta ad un beneficio sociale ed economico di tutta la comunità ed è un vantaggio notevole per le casse dello Stato. I farmaci anche se hanno efficacia nella fase acuta, non agiscono sulle riacutizzazioni e le recidive della depressione; il costo sociale ed economico dato dai farmaci e dai ricoveri in ospedale è molto alto”. Da alcuni mesi, perciò, il governo inglese sta mobilitando migliaia di psicoterapeuti su tutto il territorio nazionale.

Cosa fare? Il familiare o l’amico possono offrire una presenza e una compagnia, ma è bene che continuano a svolgere la propria vita per non essere risucchiati dalla situazione, e indirizzare al più presto la persona depressa ad uno specialista in psicoterapia, che può essere affiancato, quando è necessario anche dalla cura farmacologica che forse il paziente ha già intrapreso. Per la persona depressa, è bene che non si chiuda in se stessa, che non si arrenda, e comprenda che dalla depressione si può uscire completamente rinnovati, che non bisogna aspettare che i sintomi peggiorino, ma con fiducia consulti uno psicoterapeuta, per valutare la sua situazione e il percorso di cura più adatto a lei.

Esistono varie forme di depressione e di diversa gravità. La depressione, può essere la conseguenza di eventi esterni, come un lutto, la perdita del lavoro, una separazione, una malattia, ma anche un successo inaspettato;

Dr.ssa Leopoldina De Varti Psicologa e Psicoterapeuta, spec.ta c/o l’Istituto RIZA di Medicina Psicosomatica di Milano cell:3470352548 leopoldinadevarti@libero.it


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a cura della dott.ssa Maria Rosaria Porcaro Psicologa clinica Cognitivo-Comportamentale, Psicodiagnosta, Consulente familiare

Comportamenti intelligenti per perdere peso Come dimagrire senza far diete.

Seguire un'alimentazione equilibrata e sana non è impossibile né difficile, basta seguire alcune semplici norme alimentari e comportamentali. Mantenere il proprio peso corporeo ideale ci permette di essere in buona salute, eppure attualmente la percentuale di popolazione in sovrappeso o obesa è considerevole e per molti è davvero difficile perdere peso. Ma come fare a dimagrire senza ricorrere necessariamente all’utilizzo di una dieta drastica che elimini ogni forma di gratificazione alimentare, tra cui i dolci, i cioccolatini, i così tanto amati carboidrati? Anzitutto, occorre tenere un diario alimentare che consiste nel prendere nota di tutto ciò che si mangia nell'arco della giornata, anche di un piccolo stuzzichino, per riuscire a capire le differenze tra la fame biologica e quella nervosa. Questo ci permette di prevenire un’abbuffata, dovuta a situazioni difficili che portano tristezza, ansia, rabbia; il diario è importante perchè ci rende consapevoli dell’alimentazione. Una volta identificati gli errori alimentari, bisogna equilibrare l’alimentazione con cibi ricchi di acqua, freschi e naturali che consentano all’organismo di rigenerarsi e perdere il gonfiore acquisito durante i mesi precedenti. Questo non vuol dire privarsi di alimenti ipercalorici, quali dolci, pasticcini, ripieni, ma inserirli all’interno della dieta in modo sano ed equilibrato, magari facendosi aiutare da uno specialista ad esempio da un dietologo, da un nutrizionista (meglio chiedere aiuto a un esperto piuttosto che fare da soli, altrimenti si rischia di sbagliare perdendo chili troppo in fretta e riprenderne il doppio quando ci si lascia andare). Privarsi completamente di cibi dolci, o eliminare pane e pasta, infatti, non garantisce 18 www.salutare.info

necessariamente il dimagrimento: dosare invece le porzioni, distribuendo il cibo lungo l’intero piatto, è una modalità utile ad ingannare il cervello, così come masticare più a lungo possibile, tagliare il cibo in dosi piccole, utilizzare piatti più piccoli, ecc. Occorre, inoltre, “pensare” la spesa, evitando di acquistare troppi cibi ipercalorici: è importante, dunque, preparare una lista di cose da acquistare per evitare di lasciarsi guidare, al supermercato, dalla visione di cibi “proibiti” (merendine, snack, stuzzichini, biscotti, gelati, ecc.). Bisogna poi evitare di pesarsi continuamente, poiché la bilancia è fonte di ansia per tutti quelli in sovrappeso e siccome ansia e tensione sono i peggiori nemici di una dieta, occorre contrastarli dedicando, ad esempio, almeno un’ora al giorno a se stessi, coltivando un hobby, rilassandosi facendo un bagno, una passeggiata, un’ora di stretching. Diversamente da quanto si crede, infatti, per dimagrire non è necessario sudare o passare ore ed ore in palestra a bruciare grassi attraverso il cardiofitness, l’aerobica, ecc.; piuttosto è importante essere psicologicamente in armonia con se stessi e tenere la mente impegnata a pensare ad altro. La chiave giusta del successo risiede proprio nel pensiero: pensare prima di cedere alla tentazione di uno spuntino fuori pasto; pensare prima di ordinare al ristorante antipasto, primo, secondo e dolce; pensare ai vantaggi e agli svantaggi di un sano regime alimentare, magari documentandosi su internet; pensare in modo positivo perché, anche in caso di trasgressione (nessuno riesce a rinunciare a un pasticcino di domenica!), l’ottimismo aiuta a non demordere e a non rinunciare al sacrificio fatto fino a quel momento. Risulta essere utile, infine, ricorrere a

qualche trucchetto psicologico per trovare la giusta carica, scrivendo su un foglio un pensiero positivo al giorno e leggendolo ripetutamente nell’arco della giornata, oppure servirsi di stratagemmi, ad esempio, saltare l’aperitivo e tenersi impegnati nell’organizzazione scenografica del pasto (preparare piatti belli anche da vedere decorandoli con fette di limone, odori, foglie di lattuga, ecc.); organizzare una serata al cinema con gli amici, invece che al ristorante o in pizzeria: insomma, bisogna cominciare a “pensare” l’alimentazione.


Oftalmologia a cura del Dr. Michele Meglio, Ortottista Università Cattolica del S.Cuore, Roma - Amb. Ortottica IRCCS Neuromed,Pozzilli (Isernia)

Strabismo, le principali conseguenze funzionali

Oltre all'esame oculistico, la valutazione Ortottica, in età pediatrica, è fondamentale per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento dello strabismo. Il trattamento ortottico per i disturbi di motilità oculare di diversa natura, sia nel bambino che nell'adulto, è il naturale percorso riabilitativo. Lo strabismo è una condizione clinica della motilità oculare e della visione binoculare per cui vi è un disallineamento degli assi visivi dei due occhi. Le cause, così come l’età d’insorgenza, sono assolutamente variabili e la conseguenza di questi non è mai meramente estetica bensì vi sono sempre delle sequele funzionali anche gravi o molto invalidanti. La visione binoculare (VB) è frutto di una complessa unità sensorio-motoria che permette ai processi del sistema visivo,

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stimolato dall’esterno, di dare origine ad una serie di risposte nel sistema motorio degli occhi. Quest’ultimo dunque permette di allargare il campo visivo, di mantenere la fissazione e di posizionare gli occhi in modo che essi siano sempre correttamente allineati. La visione singola di un’immagine, vista contemporaneamente da due occhi fisicamente distinti (Visione binoculare Singola VBS), è un fenomeno assolutamente straordinario. La VB è possibile quando due immagini sufficientemente simili si formano sulle due retine e stimolano aree retiniche corrispondenti; la capacità di vedere un'immagine unica dalle due immagini retiniche si chiama fusione sensoriale. Inoltre attraverso la fusione motoria (frutto di un processo altrettanto complesso) vi è nel nostro sistema visivo la capacità di allineare gli occhi in modo da mantenere la fusione sensoriale. La motilità oculare estrinseca è permessa dai muscoli extraoculari, la loro funzione è molto differente rispetto a quella dei muscoli scheletrici e rispecchia diversi compiti da svolgere, primo tra tutti quello di muovere

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Posizione del capo nell'esotropia congenita (OS dominante). A. Quadro "a minima". B. Torcicollo orizzontale alternante da fissazione crociata. C. Torcicollo orizzontale e verticale alternante da fissazione crociata e inciclorotazione.

con estrema precisione un organo di pochi grammi di peso, di controllarne esattamente la posizione e facilitare attraverso un gioco complesso di riflessi, il mantenimento dell'immagine sulla fovea ed il mantenimento della visione binoculare. Sono 6 i muscoli per ciascun occhio, 4 retti e 2 obliqui. L'innervazione degli stessi è data da 3 nervi cranici differenti (III,IV e VI n.c.). La VB normale (VBN) permette 2 fondamentali vantaggi: l'allargamento del campo visivo complessivo e la stereopsi ovvero la capacità percettiva che permette al cervello di trarre informazioni sulla profondità e sulla posizione dell'oggetto fissato, permettendo così la visione tridimensionale. Numerose invece sono le sequele funzionali, diverse in base all'età d’insorgenza della deviazione e alle caratteristiche dello strabismo. Soppressione: nel campo visivo dell’occhio deviato vi sono delle aree dette scotomatose ovvero delle aree di non visione. È un fenomeno di adattamento alla deviazione atto ad eliminare confusione e diplopia (visione doppia). È una conseguenza comune negli strabismi insorti in età pediatrica, più rara nelle forme adulte. Corrispondenza retinica anomala: altro fenomeno adattativo tipico degli strabismi ad angolo non elevato per cui vi è una variazione del valore spaziale degli elementi retinici in visione binoculare, essa è patognomica di una visione binoculare anomala e quindi

qualitativamente peggiore. Ambliopia: mancato sviluppo più o meno marcato del visus e della visione spaziale, a volte reversibile, derivante da un’alterata interazione binoculare insorta nei primi anni di vita. Essa si instaura a causa dello strabismo se non è alternante, quindi nell’occhio costantemente o prevalentemente deviato. In talune condizioni cliniche può essere bilaterale. La sua reversibilità dipende dalla durata e dall’età in cui si instaura il trattamento, possibile solo contestualmente all’età plastica (0-10 anni circa). Diplopia binoculare e confusione: sintomi tipici dello strabismo acquisito ed insorto in età adulta. La diplopia, sintomo molto comune, è la visione doppia della medesima immagine nella visione binoculare. Il trattamento dipende dal tipo di patologia ma generalmente risolvibile attraverso trattamento ortottico, talvolta chirurgico Altre sequele quali posizioni anomali del capo e torcicolli oculari, ed altri tentativi di compensazione ai disturbi sensoriali e motori. Errori nella prescrizione dei farmaci. Sarebbe auspicabile mettere insieme, attorno ad un tavolo, gli enti regolatori del farmaco, l'agenzia europea EMEA e la nostra AIFA, l'industria e le società scientifiche, in particolare i geriatri e i farmacologi, per studiare i farmaci che utilizzeranno gli anziani, in analogia a quanto già avviene per i farmaci pediatrici. alutare 19

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L'aspetto estetico è molto marginale, sono diverse e talvolta invalidanti le conseguenze funzionali.

1. Muscolo retto laterale 2. Muscolo piccolo obliquo 3. Muscolo retto inferiore 4. Vena vorticosa temporale inferiore


Musicoterapia a cura del prof. Antonio Suelzu Musicoterapista per i disturbi della comunicazione

Fare musica...un buon esercizio per la memoria Metodologia applicata nell'ambito della musicoterapia cognitiva.

La capacità di ricordare e di ripetere un frammento musicale o più brani, è una cosa comune, e quasi tutti riusciamo a farlo senza compiere grandi sforzi. La nostra memoria ci aiuta in tutti i momenti della nostra vita giornaliera. La capacità di ricordare e di ripetere un frammento musicale o più brani, è una cosa comune, e quasi tutti riusciamo a farlo senza compiere grandi sforzi. La nostra memoria ci aiuta in tutti i momenti della nostra vita giornaliera, ed anche per quello che riguarda la musica la situazione è la medesima, e quindi la nostra canzone preferita o un motivo orecchiabile vengono richiamati alla mente facilmente, così che li canticchiamo senza troppi sforzi ogni volta che vogliamo. Ma quando a ricordare una musica, anche se ascoltata per una sola volta, era il giovane

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Mozart la cosa si faceva davvero unica. Si racconta, che nel 1770 il quattordicenne Wolfgang e suo padre Leopold erano a Roma, dove assistettero ad un concerto nella Basilica di San Pietro in cui veniva eseguito il famoso “Miserere” a nove voci di Gregorio Allegri, scritto del 1638, un brano di straordinaria difficoltà tecnica. Il brano era anche tenuto in gran segreto dai musicisti della Cappella Sistina, pena la scomunica. Quello spartito, quindi, non si poteva ritrovare stampato ed il suo fascino, oltre che per l'oggettiva bellezza, era anche in quella proibizione all’ascolto a tutti i credenti. Ma per il giovane Mozart memorizzare quanto ascoltato non ci furono difficoltà: detto fatto, al suo rientro in albergo, il ragazzo si mise a trascrivere quel brano passo dopo passo, finché non ne mise nero su bianco ogni battuta, ogni passaggio, ogni cadenza ed ogni singola nota con stupefacente precisione. Un miracolo? In verità queste affermazioni non ci stupiscono quando si parla di Mozart,

d'altronde sappiamo che la storia sulla vita e sulla memoria musicale del genio di Salisburgo abbonda di episodi simili. Mozart non usava mai fare copie di quello che scriveva. Lui stesso spesso dichiarava: “Anche se un pezzo è lungo lo posso abbracciare tutto in un unico colpo d’occhio, come un quadro o una statua. Nella mia immaginazione non posseggo l’opera nel suo svolgersi, come in una successione, ma ce l’ho tutta in un blocco”. Ora la domanda è: che tipo di cervello bisogna avere per essere in grado di compiere azioni del genere? infatti, proprio di cervello si parla. In esso sono contenuti diversi tipi di memoria, ed ognuno di questi risiede in una zona del cervello, che si attiva all’occorrenza fornendo tutte le informazioni necessarie. La memoria è fondamentalmente di due tipi: a breve e lungo termine. Quando si compie un’attività tutti i tipi di memoria sono interessati: la prima, che risiede nell’ippocampo e nel lobo frontale anteriore sinistro, organizza le conoscenze e le abilità acquisite nell’infanzia o nel corso degli studi e le trasmette all’area delle abilità tecniche che coinvolgono il sistema motorio ed il cervelletto. Poi nel momento dell’azione tutto si sposta nell’area della memoria recente (sita nella corteccia frontale esterna), così che ognuno può fare qualcosa e ricordare di averlo fatto. Ma

nel campo della musica intervengono anche altri tipi di memoria, come la memoria motoria/tattile, che permette ad un esecutore di disporre le dita nei giusti modi, di ricordarsi le posizioni esatte per taluni passaggi e la loro esatta sequenza, e poi la memoria uditiva per quanto concerne la melodia, quella visiva per ricordare lo spartito, quella semantica per l’armonia, e nel caso della musica cantata, anche la memoria verbale e quella emotiva per ricordare le parole ed il loro significato. Tutti questi tipi di memoria, con le loro relative aree cerebrali, sono coinvolti nell’esecuzione di un brano musicale e tutti i concertisti ne sono provvisti, anche chi non è Mozart. Spesso, sempre nel campo dei musicisti, la memoria governa il tutto, ed ecco che le mani seguono automaticamente un loro percorso, come se una parte della memoria risiedesse al loro interno, così che esse sanno da sole che strada prendere e come muoversi. Alle volte accade che la memoria si attivi inconsciamente, così che ci ricordiamo cose o eventi o contenuti che non abbiamo volontariamente appreso ma che ci sono rimasti impressi per chissà quale motivo, e questo potrebbe essere accaduto al giovane Mozart per il suo interesse riguardante la musica del “Miserere”, la cui completezza musicale si era stabilita nella sua mente in modo assolutamente naturale.


Podologia a cura del Dr. Pietro Peluso - Podologo e Podoposturologo

Metatarsalgia da neuroma di Civinini-Morton

Singolare e dolorosa afflizione del nervo in un preciso spazio interdigitale.

Al fine di distinguere la grande quantità di cause che potrebbero provocare una metatarsalgia, viene classificata in quattro gruppi: un primo gruppo comprende le cause di origine biomeccanica; un secondo quelle dovute a malattie localizzate nell’avampiede; un terzo quelle che compaiono nel corso di una malattia generalizzata o da altra localizzazione; un quarto quelle post- traumatiche. Si tratta di una patologia di particolare rilievo: il soggetto, infatti, lamenta un dolore così intenso, da essere costretto, dopo una lunga passeggiata, a fermarsi e togliere le scarpe per massaggiare la zona dolente del piede, eventualmente fingendo, all’occorrenza, di osservare una vetrina: ecco perché il neuroma di Civinini-Morton è stato definito anche come “malattia delle vetrine”.

Esami istologici: - Modificazioni morfostrutturali sul nervo monolaterale (85%), bilaterale (15%) -III spazio inter. (80-85%) -II e III testa met. (15-20%) -I e IV spazio inter. (molto rara). Classificazione secondo l’ingrossamento: ->0.8 cm -Da 0.4cm a 0.8 cm -<0.4 cm Epidemiologia Età: > 25 < 50, Donne 78% Uomini 22% Eziopatogenesi Meccanica: Ripetuti traumi durante la marcia. Marce effettuate con scarpe con tacco alto e punta stretta. La situazione si aggrava nei soggetti in sovrappeso Patologie concomitanti Alluce valgo, sovraccarico delle teste metatarsali, etc. Canicolare Osservazioni istologiche di nervi asportati a soggetti con neuroma di Morton, con nervi scissi a soggetti affetti da neuropatie da intrappolamento. Clinica Dopo sforzi bruschi o marce prolungate o anche senza motivo apparente, anche ad un soggetto in pieno riposo, compare un dolore folgorante sulla testa del 4° met., più raramente del 3°, dolore che obbliga il soggetto a fermarsi bruscamente, togliersi le scarpe e cercare sollievo massaggiandosi a livello delle teste dei metatarsi interessati, improvviso e brusco (folgorante, scarica elettrica, bruciore). Per lo più dopo una marcia prolungata (il massaggio comporta sollievo o addirittura scomparsa) s’irradia trasversalmente sull’avampiede, s’irradia posteriormente fino alla caviglia o al polpaccio. Non sempre continuo e

Segni Dolore alla digitopressione a livello dello spazio intermetatarsale (segno del campanello). Dolore alla compressione latero-laterale delle teste metatarsali (test di Morton). Dolore alla flessione dorsale del dito corrispondente alla sede del neuroma (Lasègue del dito). Segno di Mulder 1951 (o segno del click o dello scatto). Diagnosi differenziale: farla per non precipitarsi in una diagnosi affrettata e indicare che il paziente abbia il neuroma. Esami strumentali: Ecografia - risonanza magnetica Terapia conservativa Uso di calzature adeguate (no tacco alto) Plantare (essenziale per scaricare la zona infiammata). Terapia fisica e farmacologica. Terapia chirurgica: neurectomia, neurolisi dorsale plantare. Per quanto mi riguarda sono dell’opinione che al paziente con metatarsalgia di Morton è prospettata l’eventualità dell’intervento chirurgico solo nel caso in cui il trattamento conservativo si fosse rivelato inefficace. Ciò avverrebbe secondo varie statistiche soltanto per un 30% (circa) dei pazienti.

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Tra le cause di metatarsalgia va annoverato il neuroma di Civinini Morton, una patologia dello spazio intermetatarsale. Il termine “metatarsalgia” viene utilizzato per indicare una sintomatologia dolorosa che si manifesta all’avampiede, in corrispondenza delle teste metatarsali e delle articolazioni metatarso-falangee. Altri sintomi che si possono manifestare all’avampiede sono la digitalgia (dolore a livello delle dita) e la tarsalgia (dolore in regione tarsale, a livello dell’articolazione di Linsfranc); queste sintomatologie dolorose possono presentarsi singolarmente, variamente combinate, o in concomitanza.

con stessa intensità (10 min a pochi gg). Aumenta di frequenza con il passare del tempo (crisi notturne)


Nutrizione

a cura della dr. ssa Antonella Venezia Biologa Nutrizionista Dip. di Medicina Clinica e SperimentaleUniversità degli Studi di Napoli "Federico II"

Cibo funziona...le?! Il cibo tra Dieta e Salute. Il cibo funzionale è un cibo arricchito con omega 3, extra di vitamine... Ma è davvero utile?

da parte del nostro organismo, non è legata solo alla quantità ma soprattutto alla capacità di essere assimilati. I nutrienti vengono assorbiti perché esistono interazioni sinergiche con altri costituenti presenti naturalmente negli alimenti.

Ennesimo dilemma per noi consumatori al supermercato: meglio le solite uova o scegliere quelle arricchite con gli omega 3 che proteggono il nostro cuore? Il mondo dei cibi arricchiti, dei cibi funzionali, è seducente, promettono di fare qualcosa per la nostra salute solo mangiandoli. Il primo a parlare di cibo come “medicina” fu Ippocrate nel 400 a.C. Oggi i consumatori sono più sensibili al tema della salute e dello star bene, sempre più informati ed esigenti chiedono prodotti salutistici. Con il crescere dell’interesse e della richiesta, aumentano le produzioni delle industrie alimentari e le campagne informative sui cibi funzionali. Il mercato mondiale degli alimenti arricchiti è in notevole crescita, il 5% del fatturato totale dell’industria agroalimentare mondiale si basa sul cibo funzionale; in Europa il cibo funzionale ha smosso 9 miliardi di euro nel 2009 (1). Ma cosa è un alimento funzionale? Il termine alimento funzionale o functional food si riferisce ad un alimento che, comprovato da studi scientifici, oltre agli effetti nutrizionali normali, ha effetti positivi su una o più funzioni specifiche dell’organismo e la sua assunzione porta ad un miglioramento dello stato di salute e di benessere e alla riduzione del rischio di malattia (2, 3). Esempi di alimenti funzionali sono i cibi che contengono minerali, vitamine, acidi grassi o fibre alimentari e quelli addizionati con sostanze biologicamente attive, come i principi attivi di origine vegetale o altri antiossidanti e probiotici che hanno colture vive dotate di proprietà benefiche (tabella 1). 22 www.salutare.info

Nel caso dell’assunzione di omega 3, è meglio mangiare pesce azzurro, dove gli omega 3 sono naturalmente presenti e naturalmente assimilabili; oppure 150 gr di salmone che forniscono la quantità giornaliera richiesta.

Probiotici e prebiotici sono attualmente le categorie di cibi funzionali maggiormente note e studiate. Secondo un'indagine (1) il 30% delle famiglie italiane consuma alimenti funzionali, con preferenza di yogurt con probiotici, succhi di frutta, latte, pane e cereali integrali; visto la presenza di tanti prodotti sulle nostre tavole emerge la necessità di definire standard e linee guida che ne regolamentino lo sviluppo e la promozione. Ma oggi gli alimenti funzionali non hanno ancora ottenuto una precisa definizione dalla legislazione europea. Uno dei problemi più seri è rappresentato dall’identificazione di criteri che consentano di dimostrare e affermare non solo la sicurezza d’uso ma anche la reale efficacia di questi alimenti, in modo da tutelare i consumatori. Nei cibi arricchiti le quantità di nutrienti aggiunte sono basse, ad esempio per avere un “aiuto” dalle uova arricchite di omega 3, ne dovremmo mangiare da 5 a 45 al giorno!!(4). Normalmente l’assunzione di nutrienti

Non esiste nessuna evidenza scientifica che il consumo di latte e/o uova con omega 3 diminuisca il rischio cardiovascolare (4). L’aumento della richiesta degli alimenti funzionali è dovuto ad importanti interessi commerciali, ma anche al bisogno di alcuni consumatori di preferire cibo “medicina”, sia per scelta personale, sia per compensare scelte alimentari non corrette. In generale, salvo fasce particolari di popolazione che necessitano di fabbisogni aggiuntivi di alcuni nutrienti come adolescenti, anziani e persone con determinate carenze, la nostra alimentazione è sana e completa, ricca e varia e se seguita correttamente non richiede alcuna supplementazione. Gli alimenti funzionali non costituiscono una panacea miracolosa al benessere, la loro assunzione deve sempre avvenire nell’ambito di uno stile di vita sano e di un regime dietetico adeguato.

Bibliografia 1) Adiconsum- anno XX- n.63 2) “Scientific Concepts of Functional Foods in Europe: Consensus Document.” British Journal of Nutrition 1999. 81(No 4): S1-S27. 3)“Functional foods: a simple scheme for establishing the scientific basis for all claims.” Public Health Nutrition 2001. 4, 859-862. 4)Functional foods: the case for closer evaluation. BMJ. 2007 May 19; 334(7602): 1037–1039


Benessere a cura di Donatella De Bartolomeis

Il laboratorio del sentire Per una maggiore consapevolezza di sè e dell'altro e delle reciproche interazioni.

Chi è l’altro e quali sono le sue ragioni? Chi sono io? e chi sono per l'altro e rispetto all’altro? Si può parlare di noi e in che termini? Per poter dare una risposta a questi quesiti complessi e variegati è necessaria una presa di coscienza che nasce dall’ascolto di noi stessi e degli altri. Ascoltare è diverso dal sentire, presuppone che il soggetto acquisisca un ruolo attivo, che elabori ciò che giunge attraverso i sensi, implica presenza mentale, attenzione, sentire a tutti i livelli, con l’intero corpo

riposare e di poter entrare in contatto profondo con le meraviglie della vita che sono sempre disponibili in noi e intorno a noi nel momento presente.

per percepire le esigenze ed i disagi propri e degli altri e poter soddisfare le prime ed alleviare i secondi. Sviluppare questa capacità è fondamentale, perché permette l’Incontro e la Crescita. La consapevolezza, invece, è il sorriso interiore che rende tutto facile, è “presenza mentale” che ci aiuta a riconoscere e ad accogliere “ciò che è”, ciò che esiste o avviene in noi e intorno a noi nel momento presente. La pratica che avvicina alla consapevolezza genera calma interiore, migliora la capacità di discernimento e consente di agire al meglio nelle varie situazioni piuttosto che reagire. Ci dà la possibilità di rallentare il ritmo sempre più frenetico della nostra quotidianità, di

Ci conduce fuori dal circolo chiuso di emozioni e pensieri costantemente rivolti al passato come rimpianti, rimorsi, rancori o rivolti al futuro, sogni a occhi aperti, ansie, paure e ci aiuta a radicarci nel presente, nel quiora, l’unico momento in cui la vita è realmente a nostra disposizione. Attraverso l’ascolto e la consapevolezza sviluppiamo anche la capacità di vedere e riconoscere la sofferenza e le disarmonie nel profondo della nostra coscienza e negli altri e acquisiamo la capacità di trasformarle lavorando su di esse. Il laboratorio prevede la pratica della meditazione, esercizi di bioenergetica, i makko-ho di Masunaga, un insieme ampio ed articolato di posture e movimenti attraverso i quali è possibile scoprire una nuova relazione con il proprio corpo e rieducarsi ad un respiro corretto. Tenendo sempre presente che: “La vita di un individuo è la vita del suo corpo. Poiché il corpo vivente comprende la mente, lo spirito e l’anima, vivere la vita del corpo significa avere una vita mentale, spirituale e sentimentale piena… Spesso non ci identifichiamo con il nostro corpo e lo tradiamo” Lowen

Nell’ambito del laboratorio impareremo ad allentare le tensioni psicofisiche e ad acquisire la calma dei pensieri, favorendo l’attenzione e la concentrazione, aiutando la trasformazione dei nostri limiti in risorse, per acquisire autonomia personale e sociale, imparando ad ascoltare le nostre ed altrui esigenze. Il percorso è strutturato in modo da equilibrare la parte dedicata al movimento, all’ascolto e all’espressione delle proprie emozioni con l’aspetto socializzante, ludico e di rielaborazione creativa dell’esperienza imparando anche i principi base del massaggio e dell’automassaggio Shiatsu per meglio relazionarci con gli altri aprendo loro la strada verso nuovi orizzonti personali e sociali e non escludendo nuovi sbocchi professionali. Alla fine del laboratorio dell’anno scorso la maggior parte dei partecipanti ha scoperto una nuova relazione con il proprio corpo-mente-spirito, ha smesso di vivere in apnea per riavvicinarsi alla respirazione naturale e lezione dopo lezione ha imparato ad allentare le tensioni psicofisiche, acquisire la calma dei pensieri ed essere più predisposti al confronto, all’ascolto e alle relazioni con gli altri. Particolarmente interessante il percorso portato avanti da madri e figli che per la prima volta hanno recuperato quel rapporto profondo basato sul non verbale, su di una comprensione che và oltre le parole. alutare 23

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Il “Laboratorio del sentire” è un corso che mira a dare gli strumenti per lavorare sul proprio equilibrio e per praticare, nell’ambito dell’arte del massaggio, i Makko-Ho di Masunaga, il Kembiki e la passeggiata Shiatsu.


Prevenzione a cura di Angela Romano

Sottomessi al fumo come al sesso!? Campagne anti fumo in tutta Europa. Choc e polemiche in Francia per il lancio di una nuova campagna antifumo, rivolta soprattutto ai giovani, che compara il tabagismo a un atto di sottomissione sessuale.

La campagna HELP, attiva dal 2005, prosegue ora con il biennio 2009 - 2010, è un esempio unico di cooperazione poiché progettata e condotta in partenariato con esperti della comunicazione, specialisti della lotta al fumo della Rete Europea per la Prevenzione del Fumo (ENSP), la Rete Europea delle Quitline (ENQ) e i rappresentanti del Youth Forum Jeunesse.

Le immagini della campagna, lanciata dall'Associazione per i diritti dei nonfumatori (Dnf), mostrano infatti in una serie di foto ragazzi e ragazze simulare una fellatio. Unica differenza? Al posto del membro maschile dell'adulto che dall'alto tiene la testa degli adolescenti con la mano, c'è una sigaretta. «Fumare, è essere schiavi del tabacco», recita lo slogan della campagna. Parole che Gerard Audureau, presidente della DNF, citato dal quotidiano Le Parisien, spiega così: «Il tabacco è una forma di sottomissione. Nell'immaginario collettivo la fellatio è il simbolo perfetto della sottomissione». Intanto, numerose associazioni per la difesa della famiglia e delle donne partono all'attacco criticando duramente la campagna. Un'iniziativa che durerà fino al 31 maggio nei luoghi pubblici di Francia come bar e discoteche.

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Il comitato consultivo, presieduto dal prof. Gerard Hastings dell’Università di Stirling in Scozia, ha supervisionato lo sviluppo della campagna assicurando la coerenza dei messaggi sui temi della lotta contro il fumo, partendo dai giovani.

L’iniziativa francese ha dato il via ad un programma anti fumo soprattutto fra i giovani. L’Unione Europea ha fatto della lotta al fumo una delle sue priorità in materia di salute pubblica. Le malattie legate al fumo rappresentano, da sole, la principale causa di decesso oggi in Europa. Il tabacco è responsabile di oltre 650.000 decessi ogni anno nell’Unione Europea, ovvero uno su sette. Questa cifra comprende i 19.000 decessi per fumo passivo, ovvero persone che non hanno mai fumato!

È necessario offrire aiuto per non iniziare a fumare, per resistere alla pressione dei coetanei o aiutare ad affrontare il fumo secondario o passivo. Sul sito internet it.help-eu.com si possono trovare risorse di vario genere, dalle informazioni scientifiche sui danni da fumo a consigli utili e riferimenti per fuggire dalle sigarette (proprie o altrui). C’è la Absurd Zone, dove si può giocare a Escape – the game, in cui ci si deve aggirare in una stanza evitando il più possibile le nuvole grigie di fumo, si possono scaricare e-cards o messaggi elettronici con surreali cartoni animati da spedire a colleghi, compagni di scuola e magari ai


genitori, si possono ordinare kit informativi per le classi e per le aziende. Test del respiro - Il lancio ufficiale della nuova campagna avrà luogo il 31 maggio in occasione del World No Tobacco Day.

Fumatori e non fumatori potranno recarsi presso gli stand della campagna e, soffiando in un apposito misuratore, potranno rendersi conto degli effetti del fumo sull’organismo, capire quanto aspirano dalla sigaretta e constatare quante sostanze tossiche aspirano da quelle degli altri. I test del monossido di carbonio sono liberi e gratuiti e saranno effettuati da personale specializzato. Inoltre, a tutti coloro che si presenteranno alla postazione di Help verranno offerti consigli e distribuiti gadget che riportano al sito della campagna www.help-eu.com. Gli appuntamenti - Si comincia dalla scuola e si prosegue sulle piste da sci. Da martedì 3 marzo, infatti, Help sarà in una serie di licei milanesi e all’Università del capoluogo lombardo (l’11 e il 12 marzo). Il 19 marzo la carovana pro-respiro sarà a

Livigno in occasione del Trofeo delle contrade, una gara amatoriale di sci nordico in notturna. La settimana seguente si sposterà sulle nevi del Sestriere per i campionati del mondo di sci dei corpi di polizia e dei gruppi sportivi militari. «L’agenda di marzo è già piena e andremo avanti con i Co test per tutta la primavera - spiegano dalla Cbo, l’ufficio stampa Help -. Poi speriamo di ripetere l’esperienza degli anni scorsi e proseguire in estate, portando un Summer tour in giro per le località balneari italiane». Per informazioni sul programma è possibile contattare il numero 02 85458311. Un investimento da 34 milioni - Il bersaglio della campagna Help sono i giovani fra i 15 e i 34 anni, con una particolare attenzione ai gruppi a rischio e specialmente alle ragazze. Il budget per 2 anni di è di 34 milioni di euro e si parte in contemporanea nei 27 Paesi membri, con il concorso di

diverse organizzazioni giovanili europee, comprese le principali associazioni di studenti di medicina, psicologia e scienze infermieristiche. Il fumo passivo incrementa del 25-30% il rischio di disturbi cardiovascolari anche dei soggetti non fumatori. In seguito all’introduzione del divieto di fumare nei luoghi pubblici, gli esperti, hanno riscontrato una diminuzione di attacchi cardiaci e disturbi alle coronarie dal 6 al 47% nei Paesi soggetti alla restrizione. Se è vero che c’è un effettocausa diretto tra i nuovi divieti volti a tutelare la salute e la riduzione dei rischi, è altrettanto vero che il fumo non è l’unico fattore ad incidere sui problemi cardiovascolari: aspetti importanti sono la dieta e lo stile di vita. Al sito dell'Istituto Superiore di Sanità vi è l'elenco dei Servizi per la Cessazione dal Fumo di Tabacco attivi presso strutture del Servizio Sanitario Nazionale

(SSN) e della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT), aggiornato a dicembre 2009. Ogni anno l’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga (OSSFAD) dell’Istituto Superiore di Sanità effettua un lavoro di aggiornamento telefonico dei Centri Antifumo e verifica accuratamente le informazioni su di essi contattando direttamente i Referenti dei Centri. Poichè in Italia i Servizi di cessazione dal fumo di tabacco sono stati attivati presso strutture del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e del privato sociale in tempi e modalità diverse, la verifica annuale delle attività è utile per fornire informazioni corrette all’utenza, facilitando l'incontro tra domanda e offerta. Potete consultare il link: www.iss.it/ofad Per maggiori info: Osservatorio Fumo, Alcol e Droga Istituto Superiore di Sanità osservatorio.fad@iss.it

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Nel frattempo, per continuare a informare i cittadini europei sui rischi del tabacco, sono già partiti in diversi Paesi gli eventi “CO test” per offrire la possibilità di misurare il livello di monossido di carbonio nei polmoni.


Odontoiatria a cura del dr. Salvatore Mone e della dr.ssa Delia Corrado - Odontoiatri

Implantoprotesi: Trattamento multidisciplinare Un caso di agenesia degli incisivi laterali superiori. La collaborazione fra chirurgo e ortodontista è una realtà sempre più necessaria e importante per una soluzione ottimale di molti casi. L’agenesia (assenza del germe dentale) dei laterali superiori, è di frequente riscontro nella pratica professionale, e rientra nella categoria dei trattamenti multidisciplinari, sia per le difficoltà operative che presenta e sia per le forti aspettative del paziente, generalmente di giovane età. Si è presentato alla nostra osservazione una giovane paziente di 14 anni, il cui esame clinico evidenziava incisivi centrali superiori diastemati e canini mesializzati. L’ortopantomografia confermava un’agenesia degli incisivi laterali superiori con carenza di spazio in zona coronale ed in zona apicale tra i canini e i centrali. Trattamento ortodontico In casi come questo, la scelta è tra la chiusura o l’apertura degli spazi. La prima strada è la più semplice e la più breve e richiede la coronoplastica dei canini. Questo indirizzo terapeutico, però, oltre a comportare la ricostruzione dei canini sani, porterebbe ad un risultato estetico limitato, in quanto la bozza canina verrebbe spostata in corrispondenza dei laterali. La scelta, invece, è andata verso la seconda soluzione, in quanto la paziente avrebbe acquistato un miglioramento estetico con un’azione distalizzante dei canini, seguita poi dalla riabilitazione mediante impianto e corona protesica. La distalizzazione degli elementi dentali è stata realizzata con apposite apparecchiature, seguita poi da un bendaggio superiore ed inferiore. Completato il trattamento ortodontico attivo è seguita una fase di contenzione 26 www.salutare.info

per controllare l’assetto occlusale e prevenire le eventuali recidive a distanza, fino al completamento della fase attiva dello sviluppo somatico. Trattamento implantologico L’agenesia sfavorisce il normale sviluppo della cresta alveolare e molto spesso ne consegue una concavità vestibolare. Il posizionamento dell’impianto può essere difficile e frequentemente si ricorre a tecnica di rigenerazione ossea o di innesto osseo, esiste una stretta correlazione tra il risultato estetico finale e la condizione preoperatoria del paziente. E’ perciò fondamentale un’accurata diagnosi implantare della situazione prima dell’intervento chirurgico. La pianificazione chirurgica implantologica è stata eseguita su modelli-studio prechirurgici, sulle radiografie e sulla TAC, senza trascurare i dati clinici quali la linea del sorriso.

Un aspetto di fondamentale importanza è la scelta del tipo e delle dimensioni dell’impianto. Questa scelta è stata eseguita in base allo spazio disponibile e allo spessore del tessuto gengivale aderente, nonché alle dimensioni orizzontali della cresta ossea. Procedura protesica La precisione e la versatilità del sistema implantare adottato ci ha consentito di inserire due fixture in una posizione ideale, senza compromessi tra le esigenze protesiche e quelle anatomiche. L’utilizzo di monconi angolati, ottenuti da due calcinabili, ci ha permesso di fissare agli impianti due corone in oro-ceramica, garantendo un ottimo risultato estetico. Il colorito roseo e la gengiva aderente “a buccia d’arancia” sono i segni indiscutibili di una buona trofia dei tessuti. Il trattamento multidisciplinare è durato circa tre anni.


Posturologia a cura del Dr. Antonio Pacilio- Podologo e Podoposturologo

Le onde d'urto in podoposturologia

L’onda d’urto è un’onda acustica ad alta energia che può essere indotta da un generatore di tipo elettroidraulico, elettromagnetico o piezoelettrico. La terapia con onde d’urto, in medicina, ha una grossa importanza in alcune malattie epatiche e renali ma, negli ultimi anni, è stata applicata con buoni risultati anche nell’ambito dell’ortopedia, della posturologia, della medicina e podologia dello sport. In questo campo le patologie trattate sono quelle a carico dell’apparato muscolo scheletrico: strutture osteo-tendinee, a livello delle calcificazioni intramuscolari e a livello delle discontinuità ossee, nelle fratture con mancata saldatura dei monconi ossei. L’efficacia delle onde d’urto è correlata a due effetti: • effetto diretto dell’impulso sul tessuto nella zona bersaglio, in associazione ai fenomeni di riflessione, più accentuati nei punti di passaggio tra tessuti molli (tendini, muscoli) e tessuti più compatti (ossa e formazioni calcifica); • effetto indiretto di “cavitazione” provocato dalla depressione susseguente l’impulso, che supera le caratteristiche elastiche del tessuto. La conseguenza di questi due effetti è un aumento della vascolarizzazione nella zona colpita, per la stimolazione da

parte degli impulsi sulle fibre simpatiche. Tutto ciò porta ad una rimozione dei fattori infiammatori con il rilascio di sostanze che stimolano la formazione di nuovi vasi (capillarizzazione). A livello del tessuto osseo, in caso di fratture recenti, si produce un effetto simile con aumento della vascolarizzazione e conseguente stimolazione osteogenica (formazione di tessuto osseo). Oltre all’effetto antiflogisitico legato alla rimozione dei metaboliti dell’infiammazione, le onde d’urto inducono una riduzione del dolore mediante inibizione dei recettori specifici, che quindi non possono trasmettere l’impulso doloroso mediante il rilascio locale di endorfine, particolari sostanze prodotte dal nostro organismo, in grado di ridurre la sensibilità dolorifica. Un altro effetto importante delle onde d’urto è quello di provocare la scomparsa delle calcificazioni muscolari prodotte da traumi muscolari. Il meccanismo d’azione è legato alla frammentazione e alla cavitazione all’interno della calcificazione stessa che porta alla sua disorganizzazione e frammentazione. In seguito la scomparsa dei detriti è legata al passaggio nei vasi neoformati.

La metodica con onde d’urto è il trattamento d’elezione nelle tendinopatie inserzionali croniche, caratterizzate da una scarsa vascolarizzazione della giunzione osteotendinea fra cui: epicondilite, epitrocleite, tendinopatie inserzionali, impingement, tendinopatie (del rotuleo, della zampa d'oca, degli adduttori e dell'Achilleo) e speroni calcaneari. In tali patologie il trattamento fisioterapico, ortesico o con infiltrazioni locali è talvolta inefficace o solo momentaneamente vantaggioso ed il trattamento chirurgico con scarificazione e perforazione della giunzione osteo-tendinea costituisce spesso l’ultima risorsa terapeutica. Immediatamente dopo il trattamento e per 4-5 ore dopo si assiste ad una diminuzione del dolore. Successivamente, tra la sesta e la ventiquattresima-quarantottesima ora, la sintomatologia riprende fino a raggiungere talvolta un picco superiore a quello precedente il trattamento; dopo 48 ore inizia una diminuzione progressiva del dolore, che con successive sedute di terapia con onde d’urto permetterà una remissione completa dei sintomi.

Tuttavia, all’uso delle onde d’urto, come terapia, esistono anche delle controindicazioni: • disturbi della coagulazione; • polineuropatie; • tenosinoviti infettive; • presenza di nuclei di accrescimento in prossimità del campo di pressione; • gravidanza; • pace-maker. E’ di fondamentale importanza, dopo un trattamento con le onde d’urto a livello degli arti inferiori, associare una corretta terapia ortesica plantare neurobiomeccanica mirata al miglioramento della deambulazione e del gesto sportivo. Bibliografia • Radial extracorporeal shock wave therapy is safe and effective in the treatment of chronic recalcitrant plantar fasciitis: results of a confirmatory randomized placebo-controlled multicenter study. Autore/i: Gerdesmeyer L, Frey C, Vester J, Maier M, Weil L Jr, Weil L Sr, Russlies M, Stienstra J, Scurran B, Fedder K, Diehl P, Lohrer H, Henne M, Gollwitzer H. Edizione / anno: Am J Sports Med. 2008 Nov;36(11):2100-9. Epub 2008 Oct 1. • Home Training, Local Corticosteroid Injection, or Radial Shock Wave Therapy for Greater Trochanter Pain Syndrome. Autore/i: Rompe JD, Segal NA, Cacchio A, Furia JP, Morral A, Maffulli N. Edizione / anno: Am J Sports Med. 2009 May 13.

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Criminologia a cura del dr. Antonio Leggiero- Criminologo

Lo stupro Un crimine abietto.

Disamina criminologica dello stupro. Riallacciando il discorso alla prima parte del presente contributo, è bene esporre alcune caratteristiche generali criminologiche, che emergono con prevalenza nelle statistiche criminali, inerenti lo stupro. Esse sono: a) sia lo stupratore che la vittima di solito non superano i venticinque anni di età; b) sovente lo stupratore è sposato o convive ed è quasi incapace di organizzare la vita familiare, motivo per il quale nella maggior parte dei casi ricorre all’alcool, fattore questo estremamente slatentizzante del potenziale criminogeno; c) chi stupra presenta un quoziente intellettivo inferiore alla media; d) il soggetto non è in grado di provare riguardo per il prossimo. È anche interessante tracciare la sequenzialità della criminodinamica del sexual predator alla quale afferisce anche lo stupratore nello specifico. Prima Fase: Condizione psico-fisica di normalità. Seconda Fase: Intrusione di elementi e fattori di disturbo psichici (ad esempio traumi infantili). Terza Fase: Stato psichico nel quale il soggetto si sente in diritto di agire per rivalsa. Quarta Fase: Processo di distorsione cognitiva per il quale l’individuo inizia a non percepire negativamente un’eventuale aggressione sessuale. Quinta Fase: Inizia ad elaborare fantasie devianti. Sesta Fase: Il soggetto, all’acme della sua distorsione cognitiva, si convince della necessità della sua violenza e focalizza l’attenzione su una vittima. Settima Fase: Contatto con la vittima. Ottava Fase: Aggressione sessuale. Nona Fase: Pseudo-razionalizzazione

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della violenza commessa o negazione della stessa. Naturalmente, è ovvio soggiungere che, per quanto possano essere interessanti queste ricostruzioni a carattere scientifico, sono di per sé poco utili nella vita quotidiana ai fini di una seria e concreta prevenzione, nei confronti di quello che è uno dei crimini più abietti che un uomo possa perpetrare nei confronti di una donna. Ragion per cui, si ritiene proficuo fornire dei consigli e delle avvertenze pratiche, che ogni donna deve porre in essere, al fine di prevenire il verificarsi dello stesso. È opportuno, pertanto, seguire sempre questo elementare decalogo: a) non accettare mai appuntamenti con persone conosciute attraverso chat e/o social network (come facebook) in luoghi isolati, ma sempre in posti affollati come ad esempio un bar o un supermercato; b) non aprire mai la porta e far entrare individui sconosciuti che si presentano alla soglia di casa, sia pure mostrando

intenti caritatevoli, questo soprattutto se si è sole; c) non ritenere mai di conoscere a fondo un individuo (con il quale magari si ha un rapporto per motivi di lavoro o di studio), tanto da escludere la possibilità di un’aggressione sessuale; d) non fidarsi mai di nessuno quando si partecipa a feste organizzate, a maggior ragione quando vi è certezza della circolazione di alcool e sospetto di diffusione di droghe; in quei contesti non abbassare la guardia nemmeno nei confronti di chi è amico di vecchia data, ma che, per l’occasione, può essere sotto l’effetto di alcool e/o droga; e) evitare di uscire da sola in gruppi dove la presenza di maschi è predominante o esclusiva, soprattutto a tarda ora; f) cercare di non creare situazioni per le quali si è costretti a camminare sole soprattutto dopo la mezzanotte, magari perché si rientra tardi da lavoro o da un locale; g) non attraversare mai parchi pubblici o giardini di sera tardi o di notte, sia pure per abbreviare di molto un tragitto; h) quando si è da sole, non parcheggiare in orari insoliti nei mega-parcheggi sotterranei o sopraelevati; i) camminare a passo deciso in luoghi potenzialmente pericolosi, preferibilmente parlando a cellulare o solo fingendo (è preferibile essere scippati del cellulare che aggrediti sessualmente); j) avere sempre la possibilità di chiamare i numeri di emergenza (113, 112, 117), che si possono selezionare anche senza credito.


Urologia a cura del Prof. Virgilio Cicalese

La prevenzione in andrologia Malattie dell'apparato uro-genitale maschile e prevenzione.

Diverse e molto diffuse sono le malattie dell'apparato uro-genitale che richiedono l'intervento dell'Andrologo ai fini diagnostici e terapeutici. Tra le più importanti ricordiamo: la disfunzione erettile, l'infertilità, le neoplasie dell'apparato uro-genitale. In passato, nel nostro paese, sempre stata attiva la visita di leva, che, pur con i propri limiti, rappresentava una sorta di filtro che nella maggior parte dei casi riusciva a mettere in evidenza problemi e patologie andrologiche da sempre misconosciute. Allo stato la visita di leva è stata abolita. È sufficiente ricordare che, alla visita di leva, il 25% dei giovani presentava patologie flogistiche dell’apparato uro-genitale, il 50% patologie a rischio per ipofertilità e l'11% patologie a rischio neoplastico. Obiettivi della prevenzione La prevenzione si propone due obiettivi fondamentali: 1) fornire tutte le informazioni relative alle malattie più frequenti ed importanti d'interesse uro-andrologico; 2) fare una diagnosi precoce delle suddette patologie. Quando fare una visita andrologica Durante la vita del maschio si possono individuare sicuramente dei periodi a dir

poco critici che richiedono una consulenza di tipo andrologico. Sicuramente l’infanzia, la pubertà, l'età adulta e l'età avanzata rappresentano momenti cruciali. Nel corso dell'infanzia si valuta l’integrità dell'apparato genitale (assenza di criptorchidismo, fimosi); durante la pubertà è opportuno verificare eventuali alterazioni dello sviluppo sessuale e diagnosticare al più presto la presenza di un possibile varicocele, che rappresenta la prima causa di infertilità maschile, o comunque di altre patologie che potrebbero inficiare la futura fertilità del soggetto; in età adulta è necessario valutare la presenza di problematiche quali alterazione della libido, deficit erettile, eiaculazione precoce e/o di malattie sessualmente trasmissibili.

da un medico specialista (Urologo, Andrologo, Endocrinologo) che abbia specifica competenza in questo campo. La valutazione andrologica equivale ad una normale visita medica. Prevede un'accurata anamnesi del paziente, una visita clinica ed eventuali accertamenti strumentali che possono essere di primo e/o secondo livello. Tuttavia, nonostante gli sforzi e le campagne d’informazione tese alla promozione della prevenzione specifica in campo andrologico, manca ancora una vera e propria presa di coscienza e la giusta sensibilità nell'approccio alla problematica andrologica.

Nell’età avanzata, infine, l'attenzione va rivolta in special modo alle malattie prostatiche ed in particolare alla prevenzione e cura delle patologie neoplastiche della ghiandola, attraverso il ricorso ad esami clinici e strumentali adeguati.

La Società Italiana di Andrologia (S. I. A.) dal 2001 organizza puntualmente ogni anno una settimana di prevenzione andrologica (SPA), offrendo la possibilità di eseguire una visita andrologica gratuita in tutte le strutture pubbliche o private che aderiscono all'iniziativa sul territorio nazionale.

Come si fa una visita andrologica Una visita andrologica deve essere eseguita

Quest'anno sarà possibile sottoporsi ai controlli gratuiti dal 15 al 19 marzo. alutare 29

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L'Andrologia è la branca della medicina che focalizza i propri studi sulla salute maschile, con particolare riferimento alle disfunzioni dell'apparato riproduttore ed uro-genitale. In sostanza la controparte della Ginecologia, la scienza che si occupa, invece, delle disfunzioni tipiche femminili.


Una sana abitudine Vorremmo ringraziare uno per uno tutti quelli che ci leggono, scrivono, sostengono, ma una sola pagina non basta. Molti di voi ci aiutano tanti altri ne traggono beneficio... è “solo” questo che vogliamo: continuare a farlo.

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Nutrizione a cura del dr. Del Buono Andrea e del dr. D'Orta Armando

Biologo Nutrizionista: discipline Bionaturali e Counseling Il ruolo del Counselor: fondamenti di counseling nell'attività del Biologo Nutrizionista Il corpo umano è programmato per accumulare peso e mantenerlo a qualsiasi costo, è una questione di sopravvivenza. Tutti i più importanti meccanismi metabolici, ormonali e neurologici che regolano la nostra vita ci spingono verso il cibo. Molti sono convinti che l’obesità, il sovrappeso e il dismetabolismo in generale, siano principalmente causati dalla cattiva volontà dei pazienti, dal semplice mangiar male, non abbastanza motivati da seguire una dieta sana. Ciò non è del tutto vero. La verità è che la scienza ci racconta una storia diversa: non possiamo pretendere di cambiare le nostre reazioni istintive al cibo, così come non possiamo

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imporci di non aver paura di fronte al pericolo. Per migliaia di generazioni ci siamo evoluti in presenza di una forte scarsità di cibo e i geni e le molecole che controllano il nostro comportamento alimentare si sono formati proprio in questo periodo. Il nostro DNA è stato programmato per accumulare grasso in vista dei momenti di carestia, quando procacciarci da mangiare era un’ardua impresa. I dati degli ultimi anni non sono per niente rassicuranti: il tasso di obesità dagli anni sessanta ad oggi è triplicato. Siamo alla ricerca della pillola magica, della dieta miracolosa, di qualcuno che ci risolva definitivamente il problema. La maggior parte delle diete falliscono, solo il 2-6% di tutti i tentativi di dimagrire ha

successo. (Sarlio, 2000) Un confronto eseguito di recente fra diete diverse (la Atkins, la Zona, la Weight Watchers e la Ornish) pubblicato sul Journal of the American Medical Association, non ha rintracciato differenze sostanziali tra loro, in quanto tutte sono in grado di far dimagrire solo di 2-3 kg dopo un anno. Tutto ciò premesso sta diventando sempre più evidente ai Medici, ai Biologi Nutrizionisti e a tutti gli altri operatori del settore, che nei protocolli usati finora effettivamente qualcosa non va. Si sta avvertendo la necessità di avere un approccio diverso al problema, di allontanarsi dalle calorie e avvicinarsi alle persone. Questo nuovo approccio si basa sulla Nutrigenomica di

cui si sente parlare sempre più spesso, e su una visione Olistica dell’ammalato, prendendo come assunto di base l’insieme indissolubile geni-uomo-ambiente. La Nutrigenomica è la scienza che studia i meccanismi con cui gli alimenti e i principi nutritivi interagiscono con i geni, individuando messaggi che favoriscono la salute o la malattia, l’accumulo o la perdita di peso. Non si tratta quindi di trovare la dieta giusta, non esiste un protocollo valido per tutti, ma di trovare una strategia che si adatti alla persona come un guanto, tenendo conto di come ogni individuo sia un insieme di numerosi fattori e infinite variabili, emozioni, ansie, paure. Naturale conseguenza di ciò è che parlare oggi di nutrizione non è affatto facile. Il Biologo Nutrizionista, che si accinge


È innegabile che la figura del Biologo Nutrizionista sia una delle professionalità più discusse e controverse, che si affacciano sul panorama lavorativo italiano. Attualmente, la legge italiana consente al laureato in Biologia, di formulare piani dietetici per individui in condizione fisiologica o patologica accertata. L’Università garantisce un’ottima preparazione per tutto ciò che riguarda la fisiologia, la biochimica cellulare e dei nutrienti, e più in generale, del metabolismo, risulta tuttavia carente in altri importanti e fondamentali aspetti. Il Biologo neolaureato che si accinge ad iniziare l’attività di libero professionista non ha alcuna nozione di clinica, di semeiotica medica, di antropometria, di farmacologia, di dietologia generale e, in più, non ha alcun tipo di formazione che gli permetta di relazionarsi in modo professionale con le persone. Il neo-biologo quindi, in balia degli eventi, pieno di entusiasmo, ma privo di una guida, deve necessariamente autoformarsi. A questo punto c’è solo l’imbarazzo della scelta, masters, corsi di perfezionamento validi e non validi, e, quando tutto venga a mancare, resta sempre la possibilità di prestare tirocinio gratuito (ma a volte si è costretti anche a pagare) presso professionisti già avviati nel mestiere. Fatto sta che, sebbene dal punto di vista legale per esercitare la professione di Biologo Nutrizionista basti la laurea, per imparare a farlo non ci sono percorsi formativi ben definiti,

e in pratica ognuno si arrangia come può. Un’altra importante questione è quella della sfera di competenza di ogni professionalità. Oggi, nel settore della nutrizione troviamo una serie di figure, più o meno qualificate, che vanno dagli istruttori di palestra, farmacisti, dietisti, laureati in nutrizione umana ai medici generici, dietologi, biologi nutrizionisti. Il conflitto più aspro, almeno a livello accademico, avviene tra il biologo e la classe medica, dove quest’ultima avverte un’invasione della propria sfera di competenza da parte di un avversario ritenuto non qualificato e non preparato a relazionarsi con il paziente. La distinzione invece è netta, anche se per comprenderla del tutto occorre fare qualche importante riflessione. Il medico, quale che sia il suo campo di specializzazione, è per sua intrinseca natura un terapeuta: il suo compito è diagnosticare e curare. Il Biologo Nutrizionista invece, si trova davanti persone che non sono lì per guarire da una patologia, ma, che ne siano consapevoli o meno, stanno tentando di cambiare profondamente il loro stile di vita, e vogliono aiuto. Ecco perché il counseling. Al di là di tutte le definizioni, il counseling è prima di tutto ascolto, supporto e guida. Il medico di solito non fa counseling, non vuole farlo o più spesso non ne ha il tempo: la sua attenzione è, guai se non fosse così, completamente rivolta a problemi più contingenti: la malattia, con la sua diagnosi e terapia. Il Biologo può e deve saper essere un counselor, dove capire la persona che ha davanti diventa la sua diagnosi e trovare la strategia per aiutarla

a migliorarsi è la sua terapia. Fare counseling tuttavia non è semplice. Anche in questo caso non esistono percorsi formativi ben definiti, tuttavia qua e là si possono trovare alcuni validi masters o corsi di perfezionamento che, quantomeno, possono essere un punto di partenza per chi si accosta a questo settore.

ascolto (counseling). Prendendo spunto da ciò il Biologo Nutrizionista può migliorare il proprio percorso formativo con conoscenze che lo avvicinano maggiormente alla persona, al naturale e indirettamente al mondo del lavoro; può inoltre distinguersi ancor di più dalla figura del medico, in quanto counselor, e principale operatore nel campo della prevenzione primaria.

Una nuova e diversa alternativa viene offerta dalle Discipline Bionaturali. È un mondo complesso e variegato, nel quale bisogna muoversi con estrema cautela.

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ad avviarsi alla professione, è ferratissimo in biochimica, sa tutto del metabolismo, ma non è stato formato a relazionarsi con le persone, i suoi futuri pazienti o clienti che dir si voglia.

Chi si occupa di naturopatia spesso si pone in contrasto con la medicina tradizionale, come pure il mondo accademico fa molta fatica a relazionarsi con queste discipline. Un punto di incontro, a nostro avviso, è tuttavia possibile. Vi sono infatti, alcuni aspetti della naturopatia che offrono importanti spunti di riflessione e possono essere utilizzati con profitto nella formazione del Biologo Nutrizionista. Essi vanno ricercati non tanto nei contenuti, ma nella filosofia stessa della Naturopatia. Essa sostiene infatti che è auspicabile prevenire la malattia mantenendo o ripristinando l’ omeostasi della persona; ha un approccio "olistico" nei confronti del paziente, andando a valutare non solo sintomi ma il terreno della persona e i fattori esogeni con cui essa entra continuamente in contatto; pone una totale attenzione sulla persona e sul suo alutare 33


Dermatologia a cura del dr. Antonio Del Sorbo - Dermatologo

Il fungo della pelle Spesso compare a fine estate ed è per questo che viene impropriamente chiamato “fungo di mare”.

La parola "pitiriasi" (dal greco pìtyron = crusca) descrive la presenza di finissime squame, simili alla crusca, sulle chiazze in fase attiva. Il termine "versicolor" (dal latino versicolòrem = che cambia colore), indica invece la presenza di chiazze cutanee di diverso colore.

sulla nostra cute e quindi non si contrae al mare o in piscina. Oltre alla pitiriasi versicolor la Malassezia è un cofattore di tutta una serie di dermatiti denominate pitirosporosi, a cui appartengono la dermatite seborroica e la follicolite pitirosporica. Come si presenta Essa si presenta con alterazioni della pigmentazione cutanea, con macchie irregolari piane di colore chiaro (variante leucodermica o achromians), color camoscio (variante pigmentata) o di colore rosa (variante eritematosa). Infatti la Malassezia è in grado di produrre una sostanza nota come acido azelaico, responsabile della fastidiosissima colorazione delle chiazze. Le aree in fase attiva presentano una lievissima desquamazione furfuracea.

La malattia della pelle erroneamente denominata “fungo di mare”, viene indicata in dermatologia con il nome di pitiriasi versicolor, termine coniato nel 1778 dal dermatologo inglese Robert Willan. Storia I medici del passato attribuivano enorme importanza alle macchie bianche della pelle, essendo esse un sintomo comune a diverse malattie dermatologiche, incluse lebbra e sifilide. L'origine micotica della malattia fu identificata nel 1846 dal medico tedesco Karl Ferdinand Eichstedt. Prima di allora, si associava la pitiriasi versicolor alla possibile presenza di malattie del fegato e le chiazze cutanee discromiche venivano pertanto definite macchie epatiche. Nel 1889 il medico francese Henri Ernest Baillon coniò il nome di Malassezia furfur (in onore dell'istologo francese Louis Charles Malassez) per distinguere questi microrganismi da altri tipi di miceti. Le cause La pitiriasi versicolor è causata dalla Malassezia furfur, un lievito normalmente presente nella flora microbica della cute di tutti gli individui sani. Malassezia furfur è un lievito saprofita (nel senso che convive pacificamente con l'uomo) ed è detto lipofilo in quanto si “nutre” delle sostanze presenti nel sebo. Questo è il motivo per il quale la pitiriasi versicolor è molto rara nei bambini e negli anziani,

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popolazione in cui la secrezione sebacea è ridotta. Difficilmente possiamo trasmettere ad altri individui la Malassezia furfur, dal momento che questo lievito saprofita è già presente sulla cute di tutte le persone sane, senza arrecare danni. In alcune condizioni particolari (es. ambiente caldo umido, gravidanza, variazione del pH cutaneo, seborrea, sudorazione, diabete, etc) la Malassezia furfur, passa dalla forma saprofita (un tempo chiamata Pityrosporum ovale) alla forma opportunista (chiamata anche Pityrosporum orbicolare). In alcuni casi, l'eccesso di sebo, crea un microambiente ideale per la proliferazione della Malassezia e per la liberazione di acidi grassi infiammatori (degradazione del sebo ad opera della lipasi del Malassezia furfur). La Malassezia è già presente

La visita dermatologica è importante per differenziare la pitiriasi versicolor da altre possibili cause di discromia cutanea (es. vitiligine, pitiriasi alba, pitiriasi rosea di Gibert, sifilide secondaria, nevo congenito, ipomelanosi guttata idiopatica, nevi di Sutton, psoriasi, etc) e per programmare un'eventuale terapia. Cosa fare l'abitudine errata di bollire o disinfestare gli indumenti è completamente inutile e risale a qualche secolo fa, quando ancora non si conosceva l'agente eziologico e la malattia veniva chiamata tigna versicolor. Il termine faceva pensare alle tigne (micosi cutanee da dermatofiti) che invece sono infettive e vanno curate. La pitiriasi versicolor rappresenta solo un inestetismo temporaneo e al momento della visita dermatologica si stabilisce se utilizzare una terapia a base di antimicotici topici o sistemici. Oltre alla terapia, il dermatologo fornirà dei consigli utili, variabili da paziente a paziente, per evitare che alla prossima estate il problema si possa ripresentare.


Logopedia a cura della dott.ssa Rossella Santoro

La scrittura: un modello di apprendimento La patologia negata.

Scrivere, un'attività così automatica da sembrare banale, in realtà richiede un iter di apprendimento lungo e complesso che presuppone il possesso di competenze per elaborare l'informazione uditiva, visiva e fonologica.

Ma come si arriva a farlo, qual è il faticoso percorso che ogni bimbo segue per imparare a scrivere? Ancora fino ai primi anni '80 si riteneva che per scrivere bastasse essere capaci di convertire il fonema in grafema, come affermava Lurija (1981) "Quando dobbiamo scrivere, dobbiamo realizzare una rappresentazione fonologica della parola, che poi spezzettiamo in tante unità. Ciascuna di queste unità viene poi trasformata in un grafema e questo ci consente di scriverla". È chiaro che questo semplice modello per spiegare come avvenga l'operazione di decodifica prima, e di codifica e

collocazione poi dei segni grafici arbitrari e convenzionali che compongono le parole, appare ormai superato, è un meccanismo troppo semplice, che non prende in considerazione i tanti elementi della scrittura. Basti pensare alle parole "cuoco" e "quoziente" come facciamo a stabilire dove mettere la "cu" e dove la "qu"? Ed ancora come decidiamo che "scientifico" vuole la i e "scenografo" no? Alla luce di questi esempi bisogna ipotizzare l'esistenza di un codice visivo-lessicale che ci faccia propendere per una opzione piuttosto che un'altra in presenza di fonemi omofoni. Ma non basta: proviamo a pensare a coppie di parole quali "lago" e "l'ago"; "letto" e "l'etto"; "labile" e "la bile" giusto per fare qualche esempio fra i tanti che offre la nostra lingua (che, per inciso, ha una corrispondenza fonema-grafema piuttosto trasparente al confronto di altre lingue come l'inglese, ad esempio).

Come superiamo l'ambiguità fornitaci dall'input uditivo? In questo caso è necessario ritenere che si debba possedere un ampio codice visivo e semantico che ci guidi nella scelta della corretta sequenza. Studi più recenti, che si basano su osservazioni effettuate su adulti che hanno perso l'abilità di scrittura a causa di danno cerebrale, pur non potendo essere pedissequamente trasposti sui bambini, ci aiutano a formulare un modello di apprendimento della scrittura che si sviluppa in quattro stadi. Prioritariamente bisogna ricordare che il processo di apprendimento non inizia con l'ingresso nella scuola elementare: tutti i bambini, pur se in diversa misura, entrano in contatto con la scrittura e formulano ipotesi sui suoi meccanismi di funzionamento.

Nel secondo stadio, quello cosiddetto “alfabetico”, il bambino applica le regole di conversione fonema-grafema in un approccio alla letto-scrittura non più globale, ma sistematico, che richiede il ruolo primario della fonologia e dell'ordine delle lettere. In questo stadio il bimbo impara a scrivere parole nuove, non conosciute prima. Quando il bambino impara a riconoscere ed applicare le regole di conversione fonemagrafema a sillabe, morfemi, parti della parola insomma, siamo giunti nel terzo stadio, quello “ortografico”. Ed eccoci ora all'ultimo stadio: quello “lessicale”, il bambino non ha più bisogno di applicare il sistema di conversione fonema-grafema, scrive in maniera globale, scrive, cioè, l'intera parola senza dover ricodificare fonologicamente le sue parti: ha appreso la scrittura.

Andiamo ora a vedere questi stadi ricordando che sono validi per i sistemi di scrittura e lettura basati sull'alfabeto e che sono tra loro strettamente dipendenti. Inizialmente il bambino alutare 35

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Tutti noi abbiamo un vago ricordo di come e quando abbiamo imparato a scrivere, molti avranno prima iniziato con asticelle, cerchietti, poi continuato copiando le lettere ed infine hanno raggiunto l'agognato traguardo: scrivere sotto dettatura!

riconosce parole familiari, utilizzando le loro caratteristiche grafiche salienti. Siamo nello stadio “ideo-grafico”, dove l'ordine delle lettere è ignorato e la fonologia è recuperata solo dopo aver identificato la parola, che è necessariamente già conosciuta.


Eventi CONGRESSI, CONVEGNI, EVENTI e manifestazioni per la Salute e il Benessere Pavia, 30 marzo - 01 aprile 2010

XIII corso avanzato update sulla patogenesi, diagnosi e terapia dell' infezione-malattia da hbv, hcv, hiv e sulla governance Attività formativa per: Medico chirurgo Discipline di riferimento: Oncologia, Genetica medica, Radioterapia Argomenti del corso: breast, oncology, therapy Obiettivi evento Acquisire conoscenze teoriche in: prevenzione e strategie di trattamento del tumore al seno Obiettivo formativo nazionale sede: Aula Foscolo, Università Degli Studi Di Pavia per informazioni www.infocongressi.com Lucca, 27 marzo 2010

L'osteoporosi e le sue complicanze: un problema di rilevanza pubblica a livello mondiale, prevenzione, diagnosi e terapia Acquisire conoscenze teoriche in: diagnosi e terapia dell' osteoporosi e delle malattie del metabolismo fosfo-calcico. Conseguire conoscenze pratiche in: endocrinologia e biologia molecolare del metabolismo fosfo-calcico Migliorare capacità comunicative in: diagnosi e terapia dell' osteoporosi e delle malattie del metabolismo fosfo-calcico. Organizzazione: M&A Multimedia Srl per informazioni www.infocongressi.com Napoli, 27 marzo 2010

La sindrome del piede dell'anziano: foot aging syndrome (fas)

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Aspetti fisiopatologici e prospettive di trattamento multidisciplinare Luogo di svolgimento: Hotel San Germano CategorieAttività formativa per: Medico chirurgo, Podologo, Tecnico ortopedico Discipline di riferimento: Geriatria, Angiologia, Endocrinologia Argomenti del corso: clinica medica, podologia, tecniche ortopediche Organizzazione: World Foot Association www.infocongressi.com Vigevano, 24 aprile 2010

Il piede diabetico e nuove acquisizioni in tema di gestione del paziente diabetico Acquisire conoscenze teoriche in: prevenzione del piede diabetico ed educazione sanitaria del diabetico. Conseguire conoscenze pratiche in: trattamento chirurgico e non chirurgico del piede diabetico. utilizzazione di presidi per la somministrazione di insulina e per l'autocontrollo. sorveglianza cardiovascolare del paziente diabetico. Luogo di svolgimento: Auditorium San Dionigi Organizzazione: Nadirex International Srl per informazioni: www.infocongressi.com Bologna, 22-23-24 Marzo 2010

Corso di chirurgia laparoscopica avanzata Policlinico S. Orsola-Malpighi Focus: Gestione del rischio intraoperatorio e trattamento laparoscopico di: Endometriosi profonda infiltrante Oncologia Ginecologica Segreteria Organizzativa H.T. Congressi srl

Via Benedetto Marcello 1 - 40141 Bologna Tel 051-48 08 26 Fax 051-48 05 82 e mail: fabiola@htcongressi.it Milano, 27 marzo 2010

Convegno Nazionale La Relazione di Coppia tra stabilità e cambiamento modelli clinici di intervento, discontinuità socio-culturali delle nuove forme di coppia e di famiglia Il convegno intende presentare lo stato dell'arte in Italia degli interventi psicoterapeutici con le coppie. Centro Congressi Palazzo Stelline Corso Magenta, 61 Per informazioni: Dott.ssa Claudia Aceto cla.aceto@gmail.com È stato richiesto l'accreditamento ECM per Psicologi. Lecce, 12-13 marzo 2010

Disglicemia e Diabete Mellito Tipo 2 La Necessità di un Trattamento Precoce Il congresso è inserito nel programma ECM del Ministero della Salute (Evento N° 7274 - 10004166 e N°7274 - 100004167) come attività formativa residenziale per n. 150 Medici di Medicina Generale e Specialisti Cardiologi, Endocrinologi e Diabetologi e per n. 20 Infermieri. Segreteria organizzativa: PRIORITY Consulting & Services Tel/Fax: 0832 304994 eventi@priority.it

Per comunicare congressi, convegni, eventi e manifestazioni per la Salute e il Benessere Tel.: 0825 74603 - e-mail: info@salutare.info

Glossario Diastemati L'incisivo centrale superiore è l'unico dente (insieme all'omologo inferiore) che mesialmente prende contatto con il lato mesiale di un dente contiguo: infatti la faccia che guarda verso il centro della bocca è adiacente a quella dell'incisivo centrale eterolaterale. Tale contatto è piuttosto alto, verso il terzo incisale della corona. Con il tempo e con l'usura dei denti questo contatto diventa una superficie ellittica pittusto allungata in senso corono-cervicale. Il contatto tra gli incisivi è frequentemente alterato: i denti possono essere diastemati, ovvero spaziati tra loro per esempio per l'inserzione alta di un attacco del frenulo

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labiale; problematiche di natura ortodontica possono distanziare, sovrapporre, sventagliare o retroinclinare l'elemento. Epitrocleite L' Epitrocleite è una forma di entesopatia simile alla epicondilite (gomito del tennista), ma molto più rara. Le zone interessate sono vari muscoli quali: * Flessore radiale * Flessore ulnare del capo * Flessore palmare lungo L'infiammazione riguarda soprattutto chi pratica lo sport del golf, da cui deriva uno dei suoi nomi: gomito del golfista Fixture Dispositivo biocompatibile e biofunzionale posizionato in contatto con l'osso o incassato

dentro l'osso al fine di sostenere una protesi fissa o rimovibile. Fovea È una regione centrale della retina di massima acuità visiva. Non è la regione dalla quale parte il nervo ottico che collega la retina alla corteccia visiva del cervello. La fovea è un avallamento e di forma circolare nella retina, di circa 1,5 mm di diametro. Qui c'è la massima concentrazione dei coni, mentre sono del tutto assenti i bastoncelli. Fimosi È un restringimento del prepuzio, più precisamente, una condizione medica per la quale la pelle che avvolge il prepuzio di un uomo non riesce a scoprire completamente ed autonomamente il glande.


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