Salutare 57

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mensile d’informazione per la Salute e il Benessere n° 57

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GASTROENTEROLOGIA La radiofrequenza per l’Esofago di Barret SOCIALE Infermità e amministrazione di sostegno DERMATOLOGIA Vulvodinia: il male incompreso LOGOPEDIA Genitori e disabilità

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Sommario

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Diagnostica

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Farmacia

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Foniatria

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Gastroenteorologia

16

Alimentazione

17

Sociale

Innovazioni diagnostiche in oncologia

Allergie Stagionali

Caramelle in farmacia

L'Esofago di Barrett

Sano come un pesce

Infermità e amministrazione di sostegno

18

16

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Musicoterapia Genitori e adolescenti: rapporto difficile?

19

Neurologia

20

Posturologia

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Benessere

22

Psicoterapia

24

Riabilitazione

25

Posturologia

26

Criminologia

27

Sociale

30

Terapia

Sclerosi Multipla: un decennio di speranze

Makko-Ho

Le Nuove Costellazioni Familiari

La sindrome da iperuso in podoposturologia

Lo stupro: 2a parte

ll senso del dolore

Dermatologia Vulvodinia: il male incompreso

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Tutti gli articoli hanno solo finalità informativa ed educativa, non costituiscono motivo di autodiagnosi o di automedicazione e non sostituiscono la consulenza medica specialistica.

La fragilità nell’anziano

Non c'è posto per la droga

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La posturologia

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Logopedia Genitori e disabilità

News Quiz

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Ricevi Salutare Eventi - Glossario


Angolo dei Lettori

Salve a tutta la redazione. Mi complimento per il lavoro che svolgete e soprattutto per il servizio che offrite alla comunità. Ho sentito dell’ultima novità in tema di Pubblica Amministrazione sulla riforma del Ministro Brunetta sull’invio telematico dei certificati medici. E’ già in vigore? In cosa consiste? Potrei avere chiarimenti in merito? Grazie. Massimo P. – San Giorgio del Sannio (BN)

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Il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta e il Ministro della Salute Ferruccio Fazio hanno annunciato dal 14 aprile, l'inizio della fase sperimentale dell'invio telematico dei certificati di malattia, così come previsto dal decreto legislativo n. 150/2009 ("Riforma Brunetta della Pubblica due giorni lavorativi. Amministrazione"). I medici o le strutture sanitarie inizieranno a inviare all'Inps per via telematica i certificati di malattia dei dipendenti sia pubblici che privati. A sua volta l'Inps invierà l'attestazione di malattia, immediatamente e per via telematica, all'amministrazione di appartenenza del lavoratore. Per quest'ultimo cessa, dunque, l'obbligo di inviare il certificato tramite raccomandata A/R al proprio datore di lavoro. L'inosservanza da parte del medico degli obblighi di trasmissione telematica costituisce un illecito disciplinare e in caso di reiterazione comporta il licenziamento o, per le strutture e i professionisti convenzionati, la decadenza della convenzione stessa. Per i prossimi tre mesi ai medici è riconosciuta la possibilità di rilasciare ancora i certificati di malattia cartacei, secondo le modalità attualmente vigenti. Al termine del periodo transitorio, però, tutti dovranno attrezzarsi con il nuovo sistema per la trasmissione telematica e sarà contestualmente avviato il collaudo generale del sistema. Al termine di quest'ultimo, il sistema sarà considerato a regime e soltanto da quel momento entreranno in vigore le sanzioni per gli inadempienti. Salve a tutti sono Erminia, vi scrivo perché ho difficoltà a reperire il mio medico di base che puntualmente è assente negli

orari di ricevimento, non riesco a parlargli neanche al telefono. C’è una normativa che regola questo tipo di servizio? Il medico è obbligato a tenere aperto lo studio un numero minimo di ore, proporzionale al numero dei suoi pazienti, per garantire una sufficiente ampiezza di accesso. Durante questo orario minimo, il medico, o un suo sostituto, deve essere sicuramente presente e fornire assistenza. Lo studio deve essere aperto per 5 giorni alla settimana, preferibilmente dal lunedì al venerdì, con previsione di apertura di almeno due fasce pomeridiane o mattutine alla settimana. Il medico deve esporre gli orari di apertura in studio. Le visite nello studio medico, salvo casi di urgenza, vanno di norma prenotate. È dalle 8 alle 10 del mattino che bisogna contattare il medico per richiedere una visita domiciliare ed è tenuto a effettuarle in giornata, il prima possibile. Le richieste possono essere lasciate anche a una segreteria telefonica, l'importante è che il medico provveda a richiamare i pazienti a seconda della necessità e dell'urgenza. Le visite richieste dopo tale ora, invece, possono essere effettuate entro le ore 12.00 del giorno successivo. Possiamo rivolgerci al medico di famiglia (o al suo sostituto) nei giorni feriali dalle ore 8,00 alle ore 20,00 e nei prefestivi dalle ore 8,00 alle ore 10,00; al di fuori di questi orari dobbiamo far riferimento alla guardia medica. Nella giornata del sabato il medico non è tenuto a svolgere attività ambulatoriale, ma ad effettuare comunque le visite domiciliari richieste entro le ore 10.00 dello stesso giorno o quelle richieste nel giorno precedente. Fonte www.cittadinanzattiva.it Salve, sono Alessandro leggendo la rivista Salutare, ed alcune enciclopedie della salute, sono venuto a conoscenza dell’importanza di donare il sangue. Da circa due anni, sono donatore presso l’Ospedale della mia città e ne sono fiero. Vi ringrazio per l’informazione che date.

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Tiratura: 20.000 copie Editore: Ass. Culturale Salutare Direttore Responsabile: Mario Barbarisi Redazione: Maria Paola Aprea, Angela Romano Progetto grafico: Promova Coop. Soc. Onlus Area web: Carmine Serino Collaborazioni:

dr. R.. Amich, dr.ssa Paola Bruni, dr.ssa L. De Varti, dr. Del Sorbo, M. Dello Russo, dr.ssa M. D'Orsi, dr.ssa Rosaria Giulivo, dr. Aldo Sabato, dr.ssa R. Santoro, D. De Bartolomeis, dr.ssa M. Faticato, dr. L. Pasquale, dr. M. Borghese, dr. A. Pacilio, dr. M. Borghese, dr. Antonio Leggiero, dr. P. Mazzariello , dr.ssa Ilaria Pucci, Avv. M. Santini, dr.ssa A. Venezia, dr.ssa E. Vesce. sito: www.salutare.info e-mail: info@salutare.info

contatto skype: salutare.info Tel.: 0825.74603

Contributi: c/c postale n° 55117402 intestato all’Ass. Salutare via Due Principati, 278 (ex 210) Avellino Stampa: Csd - Na Crediti immagine: © Artem Shcherbakov © absolut - Fotolia.com - © Gladskikh Tatiana - shutterstock

partecipare Salutare è la rivista gratuita con diversi argomenti nell’ambito della salute e benessere: medicina, psicologia, farmacia, alimentazione, ambiente e tanti altri. Si avvale della collaborazione di professionisti del settore che mettono a disposizione le proprie conoscenze al servizio di tutti i cittadini. Partecipare a SALUTARE significa sostenere un’iniziativa culturale intrapresa per sensibilizzare alla salvaguardia del benessere comune e di fornire ai lettori oltre ai servizi, il supporto da consultare per essere sempre aggiornati. Un’Azienda che usufruisce di uno spazio su Salutare ha la possibilità di comunicare ai lettori le strutture, i servizi, le iniziative e sulla SALUTE e il BENESSERE.

Questo spazio è pensato per voi Comunicate le vostre opinioni, esigenze, proposte, esperienze vissute oppure un parere sulle strutture e i servizi di cui avete usufruito. Non possiamo fornire risposte personali, ma le vostre segnalazioni sono preziose per orientare gli articoli e le inchieste che pubblicheremo sulla rivista.

Pubblicazione mensile Anno VI n° 57 - 2010 Distribuzione gratuita Reg. Tribunale Av in data 15/01/2004 N° 419

Scrivete a Salutare Via Due Principati, 278 83100 Avellino info: tel. 0825 74603 e-mail: info@salutare.info www.salutare.info

Per ricevere informazioni per una presenza sul mensile contattaci al numero Tel.: 0825.74603 e-mail: info@salutare.info Il materiale grafico e redazionale deve pervenire entro il giorno 10 del mese precedente alla pubblicazione.


News TRENTA ORE PER LA VITA 2010 A FAVORE ABIO Fondazione ABIO Italia principale beneficiaria della campagna. Insieme per rendere meno traumatico l’impatto di bambini e adolescenti con l’ospedale e al fianco degli oltre 5 mila volontari ABIO accompagnarli con un sorriso nel percorso di cura.

ed essere ricoverati in ambienti pensati appositamente per loro”. Trenta Ore per la Vita 2010 ha ricevuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero della Salute, del Ministro per le Pari Opportunità e del Segretariato Sociale Rai.

Prende avvio infatti dal 1° aprile l’edizione 2010 di Trenta Ore per la Vita, la campagna di sensibilizzazione e di raccolta fondi che quest’anno sosterrà Fondazione ABIO Italia Onlus per il Bambino in Ospedale, coinvolgendo inoltre direttamente le 64 Associazioni ABIO presenti in tutta Italia.

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Dal 19 al 25 aprile all’interno dei palinsesti televisivi, radiofonici e multimediali della RAI è stata attivata una campagna di sensibilizzazione e di raccolta fondi che proseguirà, con eventi ed iniziative in tutta Italia, fino al 15 settembre 2010. “Sappiamo che può essere un’esperienza molto difficile per un bambino o un adolescente entrare in ospedale e, oltre al distacco dalla sua casa e dalla sua famiglia, conoscere, forse per la prima volta, il dolore, la paura, l’angoscia. La malattia diventa un evento scioccante che modifica il ritmo e la qualità della sua vita e può lasciare il segno per sempre. ”Queste le parole di Rita Salci, Presidente dell’Associazione Trenta Ore per la Vita Onlus. “Un ospedale a misura di bambino è da sempre uno dei nostri obiettivi”, dichiara Regina Sironi, segretario generale di Fondazione ABIO Italia Onlus. “Grazie al sostegno dell’Associazione Trenta Ore per la Vita Onlus e grazie a tutti coloro che crederanno nei nostri progetti, i bambini e gli adolescenti di tutta Italia potranno ricevere il sorriso di un volontario ABIO

Data la sua crescita, Salutare richiede l’impiego di maggiori risorse. Naturalmente il servizio che noi offriamo ha dei costi, tuttavia, abbiamo comunque deciso di mantenerlo gratuito.

Sostieni l’informazione per la salute e il benessere: Associazione Culturale Salutare Via Due Principati, 278 (ex210) - 83100 Avellino c/c postale 55117402

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L’aiuto economico, anche occasionale, è certo utile, la disponibilità di risorse economiche costituisce una condizione necessaria per promuovere progetti di autosviluppo come il nostro. Se puoi privarti di qualche soldo, cedilo alla nostra causa, con un libero versamento sul conto corrente postale 55117402. Ciò è assolutamente volontario e se decidi comunque di non effettuare donazioni, non per questo avrai meno supporto da parte nostra.

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Salute Quiz

Sapere non costa nulla, non sapere può costarti tanto!

Siete sicuri di sapere tutto sui temi legati alla salute e al benessere? Mettete alla prova le vostre conoscenze. Per ogni domanda è prevista una sola risposta oppure vero o falso. Tutte le domande sono tratte dai numeri precedenti di Salutare e Baby Magazine. Per approfondimenti visitate il nostro archivio al sito www.salutare.info

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1) I micoplasmi sono i più piccoli procarioti in grado di vivere autonomamente, cioè capaci di crescere in terreni di coltura artificiali privi di cellule viventi.

4) Dove viene avvertita la lombalgia? Sulla regione frontale Nella regione cervicale Nelle regioni lombare bassa.

2) Con l’aumentare della vita media si riscontra un incremento delle malattie che portano a demenza, tra queste quali? Parkinson Paget Alzheimer

5) La pressante richiesta sociale, che vuole gli uomini scattanti, magri, muscolosi, genera un’ossessione della forma fisica denominata? Complesso di Adone Complesso di Torch Complesso di Edipo

3) È ormai noto che i fattori maschili di infertilità sono coinvolti in circa il 50% dei casi di sterilità di coppia. Ma quali sono le cause che portano all’infertilità maschile? fattori ambientali inquinamento atmosferico, radiazioni, ma anche il fumo di sigaretta Lunghe passeggiate troppe ore seduti davanti alla play station.

6) Oggi è acquisito a livello scientifico che le acque solfuree bicarbonate sono ottime per curare? La vista il Peso disturbi all’ apparato respiratorio

7) I bambini spesso utilizzano il corpo come “il luogo ed il mezzo” privilegiato per esprimere il proprio disagio perché? per attirare attenzione negli adulti per manifestare un senso di gioia per non piangere

Le risposte 2) La malattia di Alzheimer colpisce circa il 6% della popolazione oltre i sessant’anni, con una crescita esponenziale dell’incidenza con l’avanzare dell’età. (salutare n.19) 1) Vero: I micoplasmi sono inclusi nella class Mollicutes che comprende la famiglia Mycoplasmataceae a cui appartengono due generi responsabili di infezioni umane Mycoplasma e Ureaplasma. (Salutare n.19)

4) La Lombalgia è avvertita nelle regioni lombare bassa, lombosacrale o sacroiliaca (salutare n.11) atmosferico, radiazioni,ma anche il fumo di sigaretta, sono alla base del peggioramento progressivo della qualità del liquido seminale, con una diminuzione del numero, della capacità di muoversi o della maturazione degli spermatozoi, le cellule germinali maschili che fecondano le cellule uovo femminili. (Salutare n.51)

7) per richiedere in maniera velata l’attenzione degli adulti, che non significa soltanto bisogno di accudimento fisico, ma qualità emotiva e coerenza all’interno del rapporto.(Salutare n. 53) 6) disturbi all’apparato respiratorio, locomotore e genitale femminile, nonché un efficacissimo rimedio naturale per i problemi della pelle (Salutare n.54) 5) “Complesso di Adone” che è alla base di numerosi disturbi alimentari. (Salutare n.11) www.salutare.info

3) Molti fattori ambientali, come inquinamento

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News

L'ecografo più piccolo al mondo

l'organizzazione e l'esportazione di dati, il software Gateway con strumenti di manutenzione e diagnostica remota e infine un portale online nel quale sono a disposizione strumenti di formazione sul prodotto e sulle applicazioni cliniche di base con sezioni su tecnica di imaging, anatomia e risoluzione dei problemi. Sandro De Poli, presidente di GE Healthcare Italia ha dichiarato: “L’Italia, con oltre 40 mila medici di famiglia, è un Paese con un altissimo potenziale di accesso per Vscan. Per quanto riguarda l’innovazione tecnologica il nostro Paese, in Europa, è considerato all’avanguardia. Per questo abbiamo scelto di avviare qui il primo studio multicentrico sull’impatto clinico di Vscan coinvolgendo cinque strutture a Napoli, Milano, Siena e Lecco".

Un intervento eccezionale mai eseguito sino ad ora, Il primo trapianto completo facciale, è stato effettuato da un ospedale in Spagna. L’ospedale “Vall d’Hebron” di Barcellona ha dichiarato che il paziente, ha ricevuto un volto completamente nuovo: pelle, mascelle, mento, naso, guance, denti e muscoli. L’intervento chirurgico è durato ventiquattro ore ed è stato eseguito a fine marzo da un’equipe di trenta medici. In un comunicato, l’ospedale ha reso noto che il paziente aveva il viso completamente trasfigurato in seguito ad un incidente avuto cinque anni fa e da allora, riusciva a respirare e a mangiare, solo attraverso delle cannule. Il Vall d’Hebron ha riferito che fino ad ora erano state effettuate dieci operazioni di trapianto parziale del volto. Il paziente ora "è tranquillo e soddisfatto", ha spiegato Battet, a capo del Servizio di Chirurgia plastica dell’ospedale. "Sta recuperando bene dall’operazione" ha assicurato. E l’obiettivo è che "nelle prossime settimane possa riprendere a mangiare, parlare e anche a sorridere e condurre di nuovo una vita come quella di prima .

NIENTE CELLULARI PER BAMBINI AL DI SOTTO DEI 12 ANNI Grazie al professor Lawrie Challis, eminente consulente del governo inglese e grazie anche alla collaborazione delle compagnie telefoniche, sarà possibile verificare se l’uso del cellulare aumenti o peggiori alcuni tipi di cancro (come quelli alle orecchie, alla pelle e al cervello) e malattie neurologiche come Alzheimer, Parkinson e sclerosi multipla ma anche ictus, attacchi di cuore e problemi meno gravi, come mal di

testa e disturbi del sonno. il professor Challis ha voluto mettere in guardia soprattutto i più giovani, sottolineando come non si possa escludere la maggiore incidenza delle radiazioni sui ragazzi rispetto agli adulti. In efffetti, in un sondaggio lanciato dal sito online del tabloid inglese, il 74% dei partecipanti si è detto convinto che l’utilizzo dei cellulari da parte degli under 12 non sia per niente salutare.

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Tascabile, piccolo come un iPhone In anteprima italiana, è stato presentato a Milano da GE Healthcare, la divisione medicale di General Electric, Vscan il piccolissimo ecografo. Paragonabile per le sue dimensioni a uno smartphone, lo rendono facilmente trasportabile in modo tale da essere disponibile per le situazioni di emergenza. Nonostante ciò, possa essere, molto utile anche in altri contesti, come nelle cliniche e negli ospedali, e in tanti ambiti, dalla cardiologia alla salute femminile, fino alla medicina generale. Con questo piccolo dispositivo, sarà possibile visualizzare più velocemente organi ed apparati del corpo umano, aiutando i medici nella diagnosi di alcune patologie. Grazie alla tecnologia ad ultrasuoni GE con imaging bidimensionale e color Doppler, l'immagine visualizzata ha un'ottima qualità. Le sue caratteristiche sono: un'interfaccia utente di estrema semplicità a “sfioramento”, una stazione di ricarica batteria, le note vocali, un collegamento a computer per

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Diagnostica a cura della Dr.ssa Rosaria Giulivo e Dr.ssa Paola Bruni Laboratorio di Biodiagnostica Montevergine-Malzoni

Innovazioni diagnostiche in oncologia HE4 un nuovo marcatore nella diagnosi di carcinoma ovarico.

Il Carcinoma dell’ovaio rappresenta la quarta neoplasia responsabile di morte nelle donne e causa circa 200.000 decessi all’anno in tutto il mondo. La sintomatologia del tumore dell’ovaio è correlata alla presenza di masse pelviche che sono spesso asintomatiche. Questo rende il tumore ovarico una malattia difficilmente diagnosticabile nelle fasi iniziali (nel mondo anglosassone è chiamato “the silent killer”), per la quale tuttora non si dispone di uno strumento affidabile per distinguere, in fase preoperatoria, le masse maligne da quelle benigne e assicurare tempestivamente il trattamento più adeguato. Si stima che dal 5 al 10% delle donne negli Stati Uniti vengano sottoposte a intervento chirurgico per una sospetta neoplasia ovarica nel corso della loro vita

post-menopausale con masse pelviche. Codificata dal gene WFDC2, la HE4 è una proteina che viene espressa da numerosi tessuti normali, come gli epiteli dell’apparato respiratorio e i tessuti dell’apparato riproduttivo, ma come è stato dimostrato da numerosi studi viene iperespressa nel carcinoma ovarico epiteliale.

e che nel 13-21% di questi casi venga effettivamente confermata la neoplasia. Fino ad oggi l’unico marker sierico accettato clinicamente per la diagnosi di carcinomi ovarici è stato il CA 125, che risulta elevato nella totalità dei carcinomi ovarici, ma presenta dei limiti diagnostici. I valori normali (non tumorali) di CA 125 sono generalmente <35 U/ mL, solo l’80% delle donne con Ca ovarico hanno livelli di CA 125 >35 U/ml, mentre il rimanente 20% ha livelli di CA 125 normali. Per migliorare il triage di donne con massa pelvica è necessario migliorare la sensibilità e specificità e combinare diversi biomarker per aumentarne l’efficacia. Recentemente è stato scoperto un nuovo marcatore del tumore ovarico HE4 (Human Epididymis Protein 4), che in aggiunta al marcatore già esistente (CA125), permette di quantificare il rischio di tumore ovarico epiteliale (EOC) in donne in epoca pre- e

Come singolo marcatore, HE4 si è rilevato più sensibile del CA 125 e di altri biomarcatori disponibili nel discriminare tra cancro dell’ovaio e cisti o masse ovariche benigne soprattutto nei primi stadi della malattia.

pre- e post-menopausa, che permette di aumentare la sensibilità rispetto al solo CA125 nelle donne con cancro ai primi stadi. In aggiunta l’utilizzo di HE4 è di aiuto nel monitorare l’effetto della terapia in pazienti con cancro ovarico epiteliale invasivo. Il dosaggio combinato di HE4 e CA 125 e l’utilizzo del ROMA INDEX risultano ad oggi il migliore marcatore per screening e diagnosi precoce di tumore ovarico epiteliale e per la diagnosi differenziale con patologie non tumorali.

Biografia Numerosi studi hanno successivamente dimostrato che la sensibilità dei due marcatori combinati è maggiore di quella di ciascuno di essi preso singolarmente. È stato messo a punto un algoritmo per il calcolo di un indice predittivo di rischio ROMA INDEX (Risk of Ovarian Malignancy Algorithm), separatamente per donne in

Hough CD, Sherman-Baust CA, Pizer ES, Montz FJ, Im DD, Rosenshein NB, Cho KR, Riggins GJ, Morin PJ. Largescale serial analysis of gene expression reveals genes differentially expressed in ovarian cancer. Cancer Res 2000; 60:6281-6287. Hellstrom I, Raycraft J, et al. The HE4 (WFDC2) protein is a biomarker for ovarian cancer. Cancer Res 2003; 63: 3695-3700. Moore RM, Brown AK, Miller MC, et al. The use of multiple novel tumor markers for the detection of ovarian carcinoma in patients with a pelvic mass. Gynecol Oncol 2007: In Press.

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Il tumore dell’ovaio è la principale causa di morte per neoplasia nelle donne. Con l’obiettivo di migliorare il triage di donne con massa pelvica è stato introdotto un nuovo marcatore HE4 che, in combinazione con il CA 125, migliora la diagnosi precoce di tumore ovarico epiteliale.


Farmacia a cura del dr. Aldo Sabato - farmacista

Allergie stagionali Con l’arrivo della primavera dopo un lungo e freddissimo inverno, la natura rinasce a una nuova esplosione vitale fatta di colori e profumi.

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Non sempre, però, per tutti questo momento può essere vissuto a pieno, con una sana gioia. Per molti infatti, la primavera rappresenta il ritorno di un fastidiosissimo problema: l’allergia. Circa il dieci e il quindici per cento della popolazione italiana è colpita da fenomeni allergici e si calcola che nel nostro Paese circa sette milioni di persone ne soffrano. Per comprendere meglio quando si manifesta questa malattia stagionale, cominceremo spiegando in maniera molto semplice e breve, che cos’è il sistema immunitario e, perché ancora oggi questo dispositivo di difesa del nostro corpo è considerato il maggiore responsabile dei sintomi allergici. Il sistema immunitario È questo un sistema microscopico, atto a preservare l’integrità dell’organismo, in altre parole a difenderlo da "agenti esterni" ritenuti estranei. Quando una sostanza entra in contatto con il nostro corpo il sistema immunitario opera una prima fase di confronto tra le sostanze e la propria "memoria interna": se quella è riconosciuta come compatibile con l’organismo è accettata, al contrario (seconda fase) è attaccata. In quest’ultimo caso si formano particelle chiamate "anticorpi" che inglobano l’estraneo e lo 10 www.salutare.info

distruggono. Una particolarità importante, per poi spiegare quanto avviene nell’allergia, è la capacità del sistema immunitario di arricchire la propria banca dati (la memoria interna) ogni qual volta viene in contatto con sostanze che non conosce: in tal modo qualora si ripresentasse l’estraneo la reazione di attacco e distruzione è più rapida ed efficace, venendo a mancare, perché adesso è completamente inutile, la prima fase di confronto. Che cosa è l’allergia L’allergia è una reazione di difesa eccessiva del sistema immunitario di fronte a sostanze considerate erroneamente nocive. L’errore avviene nella prima fase di confronto, cioè la sostanza estranea non solo viene riconosciuta come non compatibile con l’organismo ma viene anche "ingigantita" per quanto riguarda la sua pericolosità. Ecco che allora il sistema immunitario opera da un lato una particolare segnalazione

dell’estraneo nella sua memoria interna e dall’altro costruisce un numero eccessivo di anticorpi pronti a reagire massicciamente qualora si ripresentasse un nuovo contatto (processo di sensibilizzazione). È come se, facendo un esempio, una pattuglia dell’esercito nazionale ne avvistasse una dell’esercito nemico ed enfatizzasse al comando centrale la pericolosità dell’incontro: la conseguenza può essere lo stato di allerta di numerosi battaglioni che scateneranno paradossalmente una vera e propria battaglia incontrando di nuovo la pattuglia nemica, senza fermarsi a considerare l’esigua pericolosità di questa. Il risultato è uno spreco di uomini e di munizioni con un bombardamento di un vasto territorio con gli eventuali inutili danni. Tutte le cause Non è ancora possibile chiarire con assoluta precisione le cause di questo "errore" del siste-

ma immunitario, nonostante sappiamo come avvengono i meccanismi (descritti prima) di allergizzazione non si riesce ancora a stabilire con sicurezza chi è a rischio, chi no. Una delle poche cose che i medici oggi sanno è che non è uguale per tutti il tempo di allergizzazione (tempo che trascorre tra il primo contatto con la sostanza e lo "scatenamento" dei sintomi): infatti è dimostrato che questo periodo può variare da appena qualche giorno addirittura a diversi anni. Altrettanto noto è che vi sia una percentuale di ereditarietà, cioè si riscontra che il 30% dei bambini che hanno un genitore che soffre di allergia possono sviluppare fenomeni allergici dello stesso tipo anche quando sono in età adulta. Le sostanze allergizzanti Gli allergeni entrano in contatto con l’organismo soprattutto attraverso l’aria respirata. I più comuni e noti sono i pollini delle piante e delle erbe presenti

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Nocciolo: da gennaio a fine marzo. Olmo: da metà febbraio ad aprile. Pioppo e Salice: da marzo a fine maggio. Parietaria: da maggio a settembre (soprattutto sulle coste a sud dell’Italia) Betulla: da aprile a metà giugno. Quercia, faggio, platino, pino: da metà maggio a metà agosto. Piantaggine, Acetosa: da maggio ad agosto. Graminacee: da metà maggio a metà settembre. Tarassaco: da maggio a giugno. Ortica: da maggio a settembre inoltrato. Quali sono i sintomi L’allergia può interessare tutte le persone a qualsiasi età e si manifesta a volte, all’apparato gastroenterico con nausea, vomito, diarrea (rara e non stagionale). Vediamo di quest’ultimo quali sono le sue manifestazioni più fastidiose. Sintomi nasali: starnuti ripetuti, secrezioni acquose nasali, naso chiuso, prurito. Sintomi oculari: prurito, arrossa-

mento, gonfiore, lacrimazione, fastidio alla luce. Sintomi respiratori: senso di mancanza d’aria, tosse di origine irritativa, respiro affannoso e accorciato. Sintomi cutanei: prurito, gonfiori, arrossamenti, ponfi. Sintomo frequente in tutti: la stanchezza e l’irritabilità. Tutti i sintomi possono presentarsi singolarmente o variamente associati nei casi più gravi, soprattutto in quelle persone che presentano allergie stagionali da molti anni può esserci una complicanza asmatica. Come si diagnostica La diagnosi in genere in un primo tempo si basa sulla presenza di sintomi descritti che si presentano in prevalenza durante la primavera o l’estate. Poi, in un secondo tempo si effettua un test fondamentale per fare una sicura diagnosi e, cosa importante, per individuare la sostanza che il sistema immunitario, per errore, considera estremamente nociva. Prick test. Questa prova diagnostica è anche chiamata test cutaneo o cutireazione con allergeni. Si praticano delle "scarnificazioni" non sanguinanti e non dolorose cutanee di un centimetro sulla faccia interna del braccio e distanti fra loro almeno due centime-

tri. Su ognuna si depone una goccia di soluzione acquosa di differenti sostanze ( allergeni ). Se c’è reazione positiva, cioè si è allergici a una o più sostanze, entro 10-20 minuti si forma un ponfo roseo e pruriginoso là dove l’allergene specifico è stato deposto. Per i casi dubbi occorre effettuare il rast, ovvero un test basato su di un prelievo di sangue e sulla ricerca degli anticorpi specifici presenti per una o più sostanze allergizzanti. Esiste un terzo test chiamato "provocazione bronchiale" agli allergeni, cioè si osserva la reazione delle mucose bronchiali (bronco-costruzioni) inalando vaporizzazioni infinitesimali di allergeni. Per congiuntivite con lacrimazione irritante e starnuti, si utilizza eufrasia (esistono anche gocce oculari). Per starnuti mattutini, ipersensibilità agli odori e ai profumi, mucose nasali secche di notte e invece abbondante secrezione di giorno, si utilizza nux vomica. Consigli utili per i pazienti allergici ai pollini. È utile imparare a riconoscere le piante a cui si è allergici e soprattutto il periodo di fioritura. Evitare di soggiornare per lungo tempo all'aperto, in particolare

durante le fasi di pollinazione, soprattutto in giornate soleggiate e ventose. Attrezzare, se è possibile, gli ambienti in cui si vive di condizionatori d'aria, o almeno limitarsi ad aerare gli ambienti nelle prime ore del mattino o a tarda sera, quando la concentrazione pollinica è minore. Trascorrere i periodi di vacanze in località marine o di alta montagna e dove comunque la produzione pollinica è ridotta. Evitare di svolgere attività sportive all'aperto, di utilizzare come mezzo di locomozione bicicletta o motorino. Astenersi dallo svolgere attività di giardinaggio durante la stagione pollinica. Porre una particolare attenzione alle ore successive a pioggia o temporali: la pioggia è in grado di frantumare il polline in particelle ancora più piccole, maggiormente allergizzanti e in grado di raggiungere le vie aeree più profonde. Nel dubbio di subire sintomi allergici, recarsi quanto prima dallo Specialista che sarà in grado, dopo un'accurata diagnosi, di attuare la migliore terapia sintomatica e di programmare eventualmente un “vaccino” mirato (immunoterapia specifica).

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nell’aria da metà gennaio a fine settembre. Vediamo quali sono i periodi della loro comparsa nell’aria.


Foniatria a cura del Prof. Massimo Borghese - Foniatra

Caramelle in farmacia

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Spesso ed erroneamente ci si rivolge in farmacia piuttosto che allo specialista per trovare rimedi a disturbi della voce. Una delle richieste più frequenti che vengono rivolte ad un foniatra, si identifica più o meno in questo tipo di domanda: "Sono un cantante e vorrei sapere come mai spesso ho sempre una sensazione di raucedine che mi dà tanto fastidio mentre canto! Cosa potrei usare?" Ho provato delle caramelle in farmacia, ma… niente! Cosa mi consiglia? Vorrei cogliere l'occasione per rispondere pubblicamente a questa domanda ricorrente sottolineando che: 1. Non si deve andare in farmacia a chiedere direttamente il rimedio per un qualcosa di cui non si ha nemmeno ancora la diagnosi. 2. Critico l'atteggiamento di quei (numerosi) farmacisti che dispensano consigli e vendono farmaci senza una diagnosi formulata da uno specialista.

Non sono casi limite se ricordo che addirittura pazienti con un tumore della laringe hanno subìto il grave danno di un ritardo di diagnosi (e quindi di tempestività di cure) a causa di consigli "da banco" dati da farmacisti che vendevano "caramelle per la voce" mentre la patologia in questione era un cancro. In fondo, il primo sintomo è sempre la raucedine... Non sarà, ovviamente, il caso più frequente, ma comunque sono situazioni che esistono. Il consiglio quindi che propongo, è di: 3. Andare dallo specialista prima di intraprendere provvedimenti palliativi - curativi. Anche per una semplice infiammazione o uno stato di stanchezza vocale o uso improprio della voce (nel caso dei cantanti ad esempio)

è necessario fare per lo meno un esame laringoscopico e guardare le corde vocali, ma ancora meglio, una visita foniatrica completa. Farmaci per la voce non ce ne sono. La voce è un fenomeno corporeo, non solo laringeo; può subire alterazioni per tanti motivi non necessariamente legati allo stato di salute delle corde vocali o della laringe; per cui eventuali somministrazioni di farmaci per migliorare la vocalità, troverebbero una motivazione logica nel momento in cui dovessero avvenire per curare una qualsiasi malattia (generale) che in quel momento stia disturbando "anche" la produzione vocale. È raro che si tratti di farmaci antinfiammatori per la laringe, perchè nella maggior parte dei casi non sono laringiti a provocare cali di voce. Troppi luoghi comuni e credenze immotivate sono alla base di autoprescrizioni ed acquisiti a larghe mani di farmaci e prodotti non medicamentosi, del tutto inutili per il recupero o il miglioramento della voce. La voce stanca è espressione di un uso eccessivamente prolungato

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(anche se corretto) della funzione vocale, o di una più generale stanchezza corporea, o di un utilizzo improprio dal punto di vista più strettamente tecnico, come ad esempio può accadere in termini di modalità respiratorie, di emissione, di attacco, di rispetto dei range vocali in cui ciascuno può cantare, di utilizzo dei risuonatori...; e solo in alcuni casi può verificarsi il fenomeno della stanchezza vocale per motivi di infiammazione, con conseguente necessità di far ricorso a provvedimenti di tipo farmacologico. In tutte le altre -peraltro più frequenti e numerose- evenienze, il rimedio non sarà di tipo medicamentoso, ma funzionale, con gli opportuni esercizi e le dovute modifiche delle modalità di respirazione, emissione, risonanze, rispetto delle tonalità... Nei più rari casi di stanchezza da patologia infiammatoria (quasi mai infettiva) delle strutture laringee, dovrà essere comunque lo specialista foniatra a indicare i rimedi, e non il collega o il vicino di camerino. La pillola del “silenzio per mezz’ora” tre volte al giorno. Concludendo, volete un bel rimedio economico ed efficace, da somministrare tre volte al giorno? Bene, provate a non usare la voce (quindi, silenzio assoluto) per trenta minuti consecutivi, tre volte al giorno, tutti i giorni. È un rimedio - prevenzione più efficace di tanti inutili e talvolta dannosi medicinali e non costa un centesimo…


Gastroenterologia a cura del dr. Luigi Pasquale U.O.C. Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva-P. O. ASL AV

L'Esofago di Barrett La radiofrequenza nel trattamento dell’esofago di Barrett.

L’esofago di Barrett rappresenta una condizione pre-cancerosa definita dalla sostituzione del normale epitelio squamoso esofageo con epitelio metaplasico colonnare specializzato di tipo intestinale.

La stessa indagine istologica permette di valutare l’eventuale presenza di displasia, di alto o basso grado, parametro essenziale per definire il corretto approccio terapeutico nei confronti dei pazienti. Posto infatti che il rischio di adenocarcinoma è più elevato nei pazienti con esofago di Barrett recante displasia di alto grado, sono tali i soggetti da selezionare e da trattare, mentre i pazienti con esofago di Barrett in assenza di displasia o con displasia di basso grado sono attualmente sottoposti ad un follow up più o meno stretto. Oggigiorno disponiamo di diverse tecniche di ablazione utilizzabili nel Barrett con displasia di alto grado, purtroppo spesso gravate da svantaggi

tollerata dalla maggior parte dei pazienti. Essenziale è un attento follow up endoscopico/ istologico sia per accertare il buon esito dell'ablazione precedentemente effettuata, sia per controllare il mantenimento a lungo termine di tali risultati.

Solofra 12 giugno 2010 Palazzo Orsini

Simposio Nazionale Esofago di Barrett

quali stenosi post-ablazione o riscontro di “buried Barrett” cioè Barrett sepolto, preesistente al trattamento, mai rimosso, e potenzialmente a rischio di evoluzione neoplastica.

Ore 09.30 I sessione Moderatori: N. Caporaso - A. Balzano - Dimensioni del problema R. Conigliaro - I fattori di rischio dell’esofago di Barrett e dell’adenocarcinoma esofageo: Fattori genetici e storia familiare Fattori ambientali e nutrizionali E. Grossi - L’esofago di Barrett e la giunzione esofago gastrica V. Villanacci Discussione interattiva Ore 11.30 Coffee Break

La RFA rappresenta una tecnica di ablazione relativamente recente per il trattamento dell’esofago di Barrett con displasia di alto grado; è scevra dagli svantaggi di cui sopra, di facile esecuzione e dagli ottimi risultati se eseguita da mani esperte. La metodica opera una ablazione della mucosa di Barrett in maniera circonferenziale (HALO 360) e/o focale (HALO 90), attraverso l’erogazione di energia agente ad una profondità controllata che risparmia la sottomucosa. Il paziente, accuratamente selezionato, viene trattato in regime di ricovero e sottoposto alla procedura in sedazione cosciente, previo digiuno di almeno 12 ore. Alla metodica segue terapia con PPI ad alte dosi, eventuale

Ore 12.00 II sessione Moderatore: P. Di Giorgio- E. De Masi - Manometria, Ph-metria e impedenziometria M. Cicala - Diagnosi endoscopica: l’impatto delle nuove tecnologie G. Galloro - Screening e sorveglianza F. Pace - Ruolo dell’ecoendoscopia nell’adenocarcinoma su Barrett R. Manta Discussione interattiva Ore 13.30 Lunch Break Ore 14.30 III sessione Moderatore: V. Landolfi - L. Pasquale - Trattamenti endoscopici resettivi M. Conio - Trattamenti endoscopici ablativi G. Battaglia - Terapia medica R. Cuomo - Terapia chirurgica R. Rosati Conclusioni Magistrali A. Del Genio Discussione interattiva Ore 17.00 Conclusione dei lavori Per informazioni: Forma Communications s.r.l. via Chiaia, 149/E - Palazzo Cellamare I - 80121 Napoli tel. +39 081 7148608 - fax +39 081 714 5954 mob. +39 339 8171930 e-mail: director@formacommunications.com

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Il sospetto endoscopico di esofago di Barrett è dato dalla presenza di epitelio color rosa salmone a livello dell’esofago distale, posto durante una EGDS, e necessita di una conferma istologica che segue ad un campionamento bioptico.

somministrazione di paracetamolo in caso di dolore toracico, graduale passaggio da una dieta liquida ad un regime alimentare normale. I risultati della RFA sono molto soddisfacenti e numerosi trials mostrano come tale procedura sia ben

dr. L. Pasquale


Alimentazione

a cura di Marika Dello Russo Istituto di Scienze dell'Alimentazione, CNR

Sano come un pesce Perché preferire il pesce?

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Chiunque voglia mangiare più sano, per perdere qualche chilo di troppo o solo per disintossicarsi dagli eccessi (delle feste), introduce nella propria dieta il pesce. Il pesce è, non a caso, uno degli alimenti cardine della dieta mediterranea, grazie ad alcune sue caratteristiche nutrizionali che lo rendono un’ottima alternativa alla carne. Innanzitutto il pesce, come tutti gli alimenti di origine animale, è fonte di proteine ad alto valore biologico, ovvero di elevata qualità nutrizionale e quindi essenziali soprattutto durante la crescita e in particolari condizioni fisiologiche, quali gravidanza e allattamento. Perché preferire il pesce? La peculiare caratteristica del pesce, che lo rende preferibile agli altri alimenti animali, è la sua particolare composizione dei grassi. Essenzialmente povero in saturi - dannosi per l’organismo, è ricco di grassi polinsaturi, specialmente di omega-3. Questi sono “essenziali” per l’organismo che non è in grado di sintetizzarli pur essendo necessari per le sue funzioni vitali e pertanto devono essere necessariamente assunti con

gli alimenti. I benefici dei grassi omega-3 sono palesi, tanto che sono utilizzati come integratori, sebbene gli effetti di queste biomolecole scaturiscono dalla loro interazione dinamica con i vari nutrienti contenuti nell’alimento piuttosto che dalla molecola in sé. Gli omega-3 sono efficaci nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, hanno proprietà antiaggreganti, riducono i livelli dei trigliceridi plasmatici e, verosimilmente, sono dotati anche di attività antiinfiammatoria. Recentemente è stata ipotizzata una loro funzione nella prevenzione di patologie neuro-degenerative, tipo Alzheimer, nonché del cancro. Che pesci prendere? Tra le varietà ittiche in commercio, sicuramente il pesce azzurro è la specie da preferire. Ricco in grassi omega-3, esso abbonda nei nostri mari, giungendo sul mercato tramite una filiera corta che garantisce un minor rischio di contaminazione nonché una maggiore economicità. Pescato o di allevamento? Oggi è più facile trovare pesci di allevamento che selvatici. Le differenze sono sostanziali. Il costo è minore nei primi con l’eccezione del pesce azzurro che, non disponibile da allevamento, è comunque presente sul mercato a prezzi vantaggiosi.

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Da un punto di vista nutrizionale però il pesce selvatico è sicuramente migliore. Quest’ultimo, specialmente se pescato nei mari aperti -grazie alla disponibilità di spazio per nuotare e di nutrimento adeguato-, è più magro e con una maggiore percentuale di grassi omega-3. L’alimentazione spinta e il poco spazio a disposizione dei pesci di allevamento, rendono le loro carni più ricche in grassi specialmente dannosi e molto morbide. Tuttavia un pesce pescato in acque inquinate non ha una qualità nutrizionale migliore di un pesce di allevamento cresciuto in condizioni ambientali adeguate. Peraltro nell’ambito dei pesci di allevamento esistono differenze tra quelli cresciuti in allevamenti intensivi spazi ristretti, alimentazione forzata e crescita rapidam, o estensivi - spazio per nuotare e crescita più lenta, questi ultimi offrendo un prodotto nutrizionalmente simile al pescato. Pesce fresco o conservato? Il pesce, come ogni altro cibo, se consumato fresco è nutrizionalmente migliore in quanto sono preservate tutte le sue caratteristiche nutrizionali. Tra i vari metodi di conservazione, la surgelazione non comporta sostanziali variazioni nutrizionali, se non per la quota lipidica e in minima parte per quella proteica. Con gli altri metodi, quali l’essiccamento, la salagione, l’affumicamento, il profilo nutrizionale peggiora anche per la perdita di vitamine e sali minerali e, nel caso della salagione e dei sott’oli, per l’aggiunta di ingredienti che in alcuni casi sarebbe meglio ridurre o evitare. La peculiare abbondanza di grassi omega-3, il basso contenuto di colesterolo, l’apporto in proteine di migliore qualità, fanno del pesce un alimento sano e deve essere fatto il massimo sforzo affinchè siano rispettate le Linee guida per una sana alimentazione che ne raccomandano un consumo settimanale di 2-3 porzioni, sia fresco che surgelato.


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sociale a cura dell'Avv. Matteo Santini Centro Studi Diritto della famiglia e dei minori

Infermità e amministrazione di sostegno Le novità introdotte dalla legge 6/2004.

La norma in esame oltre a recepire diverse indicazioni fornite dall’Unione Europea, dà attuazione ai principi Costituzionali sanciti dagli artt. 2 e 3, nell’ottica di supportare quei soggetti che, a cagione di patologie psico-fisiche, si trovano in stato di difficoltà. La ratio della legge è in effetti quella di tutelare quei soggetti che «per effetto di una infermità ovvero di una menomazione fisica o psichica» si trovino «nella impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi».

Alle persone disabili, quindi, vengono riconosciute delle misure di protezione flessibili, adattabili nel tempo alle diverse e variabili esigenze, offrendo momenti di protezione solamente quando ciò sia necessario e senza mai giungere

ad una totale esclusione della capacità di agire. L’istituto dell’amministrazione di sostegno è applicabile in tutte quelle ipotesi in cui l’infermità non è così penetrante da rendere necessario il ricorso ai più drastici istituti dell’interdizione o dell’inabilitazione. L’amministratore di sostegno, è la persona alla quale viene affidato il compito di assistere una persona affetta da una grave infermità o da una menomazione fisica o psichica e che, pertanto, si trova nell’incapacità di provvedere in modo adeguato alla cura della propria persona nonché dei propri interessi. La domanda di amministrazione di sostegno può essere presentata al Giudice Tutelare anche dallo stesso beneficiario o in alternativa dal coniuge, dalla persona stabilmente convivente, dai parenti, dagli affini, dal tutore, dal curatore o dal pubblico ministero.

segnalazione, di denuncia o di referto all’autorità giudiziaria, ma, nel caso di specie, detti servizi, se a conoscenza di situazioni tali da rendere opportuna l’apertura del procedimento, sono tenuti a presentare un ricorso direttamente al giudice tutelare ovvero, a procedere ad una segnalazione al p.m.

o scrittura privata autenticata.

Sulla persona da nominare come amministratore di sostegno il giudice dovrà in primo luogo considerare l’interesse del beneficiario (il quale può anche designare personalmente, con atto pubblico o scrittura privata autenticata, il nominando in previsione di una propria futura ed eventuale incapacità), preferendo nella scelta, ove possibile, il coniuge, il convivente, il padre, la madre, il figlio o il fratello o la sorella, un parente o il soggetto designato dal genitore superstite con testamento, atto pubblico

La delicatezza dell’istituto impone un controllo ed una verifica rigorosa circa l’osservanza delle disposizioni del decreto di nomina e circa l’effettiva tutela degli interessi del beneficiario; a tal fine è previsto che il giudice, in qualsiasi momento possa convocare presso di sé l’amministratore di sostegno per chiedere informazioni, chiarimenti e notizie sulla gestione dell’amministrazione di sostegno e fornire le opportune istruzioni.

È opportuno ribadire che il soggetto amministrato, conserva pienamente la capacità di agire per tutti gli atti che non richiedono la rappresentanza esclusiva o l’assistenza necessaria dell’amministratore di sostegno.

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Anche i servizi socio-sanitari direttamente impegnati alla cura e all’assistenza della persona, se a conoscenza di fatti tali da rendere opportuna l’apertura del procedimento, sono legittimati a presentare autonomamente la domanda di amministrazione di sostengo. La legittimazione concorrente dei servizi socio-sanitari direttamente impegnati nella cura e assistenza della persona costituisce un’assoluta novità: solitamente, infatti, essi hanno solamente facoltà o doveri di alutare 17

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L’istituto dell’amministrazione di sostegno è stato introdotto dalla Legge n. 6 del 2004, con il fine di tutelare coloro i quali, pur avendo difficoltà nel provvedere ai propri interessi, bisogni e cure, non sono affetti da infermità così rilevanti da dover ricorrere agli istituti, dell’interdizione o dell’inabilitazione.


Musicoterapia a cura della dr.ssa Elisa Vesce Musicoterapeuta della riabilitazione psicomotoria dei disturbi sensoriali del linguaggio e della comunicazione

Genitori e adolescenti: rapporto difficile?

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Il contributo della musicoterapia.

Ancora una volta emerge come l’aspetto non verbale della musicoterapia costituisce un punto di forza rispetto a parti inespresse dell’individuo e come “il linguaggio musicale" può rivelarsi un potente strumento per comprendere lo sviluppo psicologico e il benessere mentale degli adolescenti. Nell’attuale società, piena di contraddizioni e in crisi di sviluppo, la problematica adolescenziale è particolarmente accentuata e sicuramente più sentita non solo da parte dei genitori ma dagli stessi insegnanti ed operatori psico-sociali. Il mutamento principale che rappresenta poi un’altrettanta

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conquista da parte dell’adolescente riguarda il diverso rapporto psico-affettivo con i genitori il quale dovrebbe sfociare, nella maggior parte dei casi, nell’acquisizione del ruolo di adulto. In questa fase transitoria del tutto particolare la conflittualità tra i bisogni di autonomia e di protezione dell’adolescente mette a dura prova il rapporto e la comunicazione genitori-figli. Conflitti che si esprimono all’interno della famiglia attraverso nuove e diverse forme di comunicazione sia verbali come silenzi, aggressività verbale, esasperate richieste, provocazioni, e sia “non verbali” dal modo di vestire, da atteggiarsi, dal rapporto con il cibo, dalla modalità di gestire gli spazi personali. Ma a questo punto ci chiediamo in che modo la musicoterapia può offrire un contributo all’interno della faticosa relazione genitori-figli? …partendo dall’idea che la musica rappresenta la modalità di espressione privilegiata dei giovani, attraverso la quale raccontano i propri vissuti, le proprie emozioni, interpretandosi e raccontando se stessi. E proprio perché, come sostengono alcuni autori, la musica in adolescenza esprime la psiche… i genitori dovrebbero dimostrare più flessibilità nelle modalità comunicative e, se necessario, nella loro dimensione di ascolto, prestando attenzione ai “gusti musicali” dei propri figli che sono parte integrante della loro

identità e personalità. È necessario, inoltre, prendere seriamente in considerazione le modalità di ascolto degli adolescenti, nonché l’ambiente in cui tale ascolto avviene. Questo per permettere ai genitori di capire fino in fondo gli stati emotivi dei propri figli in modo da acquisire abilità nella ri-formulazione dei messaggi che, sicuramente, i figli inviano non in maniera convenzionale. Ad esempio, c’è diversità tra un ragazzo che ascolta musica nella propria cameretta dall’adolescente che invece mostra la necessità di condividere il proprio ascolto in gruppo. A volte il gruppo ha un valore indispensabile nella condivisione dei propri stati emotivi attraverso la costruzione di un linguaggio musicale comune. Altre volte l’adolescente, teso alla conquista dell’affermazione del proprio io e non trovando valide identificazioni con i genitori le cerca nel gruppo. Come possiamo constatare ogni caso va considerato da vicino ed è a se stante. Molte di queste riflessioni derivano dalle ricerche in campo musicoterapico e alcuni risultati di studi recenti hanno contribuito alla realizzazione di “progetti di musicoterapia per adolescenti” nelle istituzioni scolastiche. Questi vengono concepiti come possibili percorsi educativo-emozionali atti a fornire la possibilità di maturare ed esplorare percorsi di vita attraverso interventi che possano offrire ai giovani la possibilità di conoscere e

comprendere qualcosa in più di se stessi. L’adolescente nella sua dolorosa trasformazione fa dell’elemento sonoro un compagno fedele che lo aiuta a calmare o manifestare quelle tensioni interne che, se opportunamente accolte e restituite, gli permetteranno di “ esperire una nuova situazione di ascolto, non solamente incentrato sul sé ma sui poli (sé e l’altro da sé) del processo relazionale”. È risaputo che un armonico ed equilibrato rapporto prima con se stessi e poi con gli altri - in primis i genitori - si ripercuote anche nella costruzione di percorsi didattici più proficui e soddisfacenti. Dove la musicoterapia si è dimostrata particolarmente efficace in adolescenza, è nella diminuzione dei comportamenti aggressivi con difficoltà sociali, emozionali e di apprendimento. Ha aiutato i ragazzi ad interagire in modo più appropriato grazie a incontri di gruppo. Sicuramente è risultata efficace anche con adolescenti con problemi di dipendenza non solo di sostanze tossicodipendenti ma anche alcol, cibo, gioco, amicizie e affetto. Sono queste tutte problematiche rilevanti che possono venire a galla più facilmente attraverso esperienze musicoterapiche, promuovendo la relazione a scapito dell’isolamento e facilitando il riconoscimento di un’identità personale che apre quelle vie di comunicazione necessarie per operare dei veri cambiamenti, sulla sua mente in modo assolutamente naturale.


Neurologia a cura di Ilaria Pucci

Sclerosi Multipla: un decennio di speranze Colpisce 50.000 persone in Italia esordendo tra i 15 e i 50 anni.

Le donne hanno una possibilità doppia rispetto agli uomini di ammalarsi. In Neuromed, ospedale di rilievo nazionale e di alta specializzazione per le neuroscienze, è operativo già da diversi anni il Centro Sclerosi Multipla, sotto la responsabilità del dr. Paolo Bellantonio, che oltre ad utilizzare metodiche diagnostiche e terapeutiche complesse con particolare riferimento all'utilizzo di nuovi farmaci, è anche centro di riferimento regionale per la somministrazione dell'interferone e si avvale di una équipe clinico-scientifica di assoluto valore, coordinata dal prof. M. Manfredi e diretta dal prof. S. Ruggieri le cui competenze, in relazione alle patologie trattate hanno avuto riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale. Intervistiamo il dr. Paolo Bellantonio, IRCCS Neuromed I prossimi due anni rappresenteranno un periodo di considerevole importanza per la S.M.

in quanto si renderanno disponibili per l’utilizzo terapeutico nuovi farmaci che dovrebbero rappresentare se non la svolta definitiva un importante passaggio per la terapia, sia in termini di efficacia, sia di compliance per il paziente sia per la safety a lungo termine. Parola all’analista D.ssa Marianna Storto, Responsabile U.O. Patologia clinica del Neuromed "Il compito del laboratorista, attraverso l’analisi del liquor, è quello di verificare l’eventuale alterazione della barriera emato-encefalica e l’eventuale sintesi intratecale, parametri questi che consentono al clinico neurologo di confermare la diagnosi di sclerosi multipla. Presso il Neuromed, grazie alla collaborazione tra i medici neurologi e i laboratoristi, è possibile fare questi tipi di accertamenti. Come si fa a diagnosticare questa malattia con certezza? In ogni caso per fare una diagnosi certa di sclerosi multipla, uno degli esami più importanti è rappresentato dalla risonanza magnetica cerebrale. Parola al neuroradiologo, dr. Eugenio Venditti - Neuromed L’esame strumentale attualmente più importante per la diagnosi della sclerosi multipla è la risonanza magnetica nucleare (RMN). La RMN consente di ottenere dettagli anatomici di elevata definizione e permette di riconoscere i differenti elementi che

compongono il sistema nervoso centrale e di identificare anche le lesioni a loro carico. È capace di identificare le lesioni della Sclerosi multipla che avranno caratteristiche diverse a seconda che siano nuove oppure vecchie. L’esame, per maggiore completezza, deve essere condotto a livello dell’encefalo e del midollo spinale. Può essere ripetuto in tempi ravvicinati. La “presa di contrasto” (termine anglosassone “enhancement”) significa che la lesione è nuova oppure che è una lesione vecchia che si è “riattivata”. È quindi un indice importante per stabilire l’attività infiammatoria in quel momento. La RMN è considerata innocua ed è quindi ripetibile, non espone a radiazioni, ed i campi magnetici cui si viene esposti sono considerati innocui. Non può essere fatta se si è portatori di un pace-maker. È difficile effettuarla in chi è claustrofobico od obeso in persone non collaboranti (esempio bambini in tenera età): in questo caso può essere utilizzata la Risonanza magnetica aperta. È particolarmente utile per la diagnosi precoce. Altre malattie possono presentarsi con alterazioni simili a quelle della SM o addirittura alterazioni di segnale alla RMN potrebbero essere del tutto aspecifiche, ovvero non correlabili direttamente con il disturbo neurologico per cui è stata effettuata la RMN.

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La sclerosi multipla generalmente si manifesta per la prima volta tra i 15 e i 50 anni con una massima incidenza in giovani adulti, colpisce 50.000 persone in Italia, circa 1800 nuovi casi vengono diagnosticati ogni anno.


Posturologia a cura del Dott. Roberto Amich - Posturologo Docente di Posturologia Università di Palermo

La posturologia Visione olistica dell’uomo.

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La postura è la posizione che l’individuo assume rispetto all’ambiente circostante, il suolo ed il vissuto emozionale e rappresenta la posizione di ciascun individuo in relazione con l'ambiente. L'uomo attraverso un'evoluzione di milioni di anni ha conquistato la postura eretta che rappresenta una funzione egemonica insieme alla respirazione e alla nutrizione. Oggi l'analisi della postura è di competenza della posturologia, una disciplina medica che attraverso una visione olistica dell’uomo, studia le disfunzioni posturali e i disturbi statici dell'asse corporeo con o senza sintomatologia dolorosa. La posturologia ci ha permesso di comprendere il funzionamento del sistema tonico posturale, il quale è formato dai seguenti sottosistemi: Podalico (piedi); Stomatognatico o masticatorio (bocca); Vestibolare (orecchie); Visuo-oculomotorio (occhi); Cutaneo (tessuti); Artro-muscolare (propriocettivo). Recettori specifici situati nei diversi apparati sopra menzionati (piedi, occhi, bocca, labirinto, cute, muscoli, etc.), attraverso particolari circuiti sensitivo-motori, inviano 20 www.salutare.info

posturali può determinare un miglioramento del quadro sintomatologico. L’intervento del Posturologo sarà improntato alla correzione dei recettori alterati ed alla riprogrammazione del sistema tonico-posturale.

continuamente afferenze al sistema nervoso centrale, dove subiscono complessi processi di elaborazione e integrazione, che determinano il controllo e la regolazione della postura. Pertanto, lo scompenso di alcuni recettori (malocclusione, appoggio plantare anomalo, disturbo oculomotorio, trauma cervicale, cicatrici etc.), determinerà nel tempo una disfunzione posturale che si manifesta con dolori vertebrali, articolari, muscolari, cefalea, vertigini, crampi, tendiniti, parestesie, sciatalgie etc... Solo attraverso un’accurata valutazione posturale è possibile risalire alla causa primaria della disfunzione e, di conseguenza, stabilire un’adeguata ed efficace terapia posturale globale. I dolori posturali Per anni le cervicalgie, dorsalgie, lombalgie, sciatalgie, parestesie di arti, meniscopatie, gonalgie, metatarsalgie, tendinite ecc…, sono state valutate estrapolandole dal contesto generale corporeo. Le terapie farmacologiche o chirurgiche, le trazioni o la massoterapia determinano un miglioramento della sintomatologia, ma alla distanza si verifica una ripresa

del dolore. Perché questa recidiva si verifica se tutti i canoni terapeutici sono stati rispettati sia dal medico sia dal chirurgo? Una risposta esauriente viene dalla posturologia, cioè dallo studio della posizione del corpo con riferimento alle differenti situazioni che si vengono a creare tra l’individuo e l’ambiente in cui vive e si muove, del quale è responsabile il sistema tonico posturale. Il sistema tonico posturale ha un ruolo fondamentale per il nostro equilibrio ed è necessario che i diversi recettori (occhi, piedi, recettori cutanei (propriocettori), e i denti con l’articolazione temporo-mandibolare), siano integri. L’alterazione anche solo di uno di essi provoca lo squilibrio, ma l’intervento del sistema tonico posturale tamponerà e cercherà di correggere, per cui non si renderà visibile alcuna sintomatologia, e solo l’eventuale coinvolgimento di un altro recettore, provoca la comparsa di una sintomatologia dolorosa che potrà essere limitata da farmaci quali antidolorifici, antinfiammatori, e miorilassanti, solo momentaneamente e fino ad una nuova crisi. Da ciò deriva che la correzione dei recettori

L’alterazione del sistema posturale è la causa di patologie quali l’artrosi, la scoliosi, le discopatie. L’ernia discale, così frequente oggi, non è una fatalità conseguente ad uno sforzo o altro. Spesso insorge in pieno benessere o semplicemente nel piegarsi per allacciarsi una scarpa. Può questo semplice gesto provocare l’insorgenza di un’ernia discale? La causa è da ricercare in tensioni muscolari e tendinee non corrette e a movimenti di torsione non fisiologici dei corpi vertebrali, dei legamenti intervertebrali e delle strutture articolari tendinee adiacenti per effetto di uno squilibrio posturale. L’immediato intervento sul sistema tonico posturale alla prima crisi di lombalgia, costituisce un utile mezzo di prevenzione. In conclusione, non possiamo trascurare il sistema tonico posturale nello studio delle diverse patologie osteoarticolari, in particolare il suo studio ci consente di capire meglio le cause di tali patologie e di affrontarle con atti terapeutici rivolti più alla causa che al sintomo, correggendo le alterazioni dei vari recettori posturali secondo una metodica definita di "Riprogrammazione Posturale Globale".


Benessere a cura di Donatella De Bartolomeis

Makko-Ho

Ho provato i benefici del massaggio Shiatsu, ne ho goduto a livello di corpo, mente, spirito. Purtroppo non sempre mi è possibile accedere ai trattamenti. Ma come rinunciare al benessere una volta provato concretamente sulla propria pelle? Come operatrice nelle relazioni di aiuto ho avuto modo di constatare che per le sue caratteristiche e per le modalità di lavoro, lo Shiatsu si è dimostrato un ottimo affiancamento e sostegno alla medicina soprattutto per ciò che concerne ansia, depressione, attacchi di panico. “[...] non combatte nessuna malattia, ma rafforza le difese energetiche

dell’organismo sofferente, attraverso un massaggio che tocca livelli emozionali ed agisce sui blocchi di energia. Interviene sulla postura di base dell’individuo, attraverso un approccio naturale. ”Corpo-Mente-Spirito attingono allo stesso serbatoio energetico e in un corpo sano le energie fluiscono vibranti, senza ostacoli, senza eccessi, senza carenze. Shizuto Masunaga, fondatore dello Shiatsu zen, uno degli stili più conosciuti e praticati, nel suo libro “Esercizi Zen per immagini” ha descritto una nuova e particolare forma di Qi Gong che si compone di brevi esercizi estremamente potenti, i Makko-Ho. Questa pratica consiste nell’apertura, stiramento e tonificazione dei Meridiani Energetici e, dal mio punto di vista, particolarmente interessanti sono gli esercizi

base dei cinque elementi. Ad ogni elemento corrisponde una coppia di meridiani, canali attraverso i quali scorre l’energia vitale il Qi. I meridiani principali, come si legge nei libri di medicina tradizionale cinese, sono 12 e sono a loro volta suddivisi in 6 coppie yin/yang, corrispondenti ad uno specifico “elemento” e con una loro precisa sequenza. La sequenza che nei miei corsi utilizzo è acqua, legno, fuoco, terra e metallo, perché ricalca le varie fasi della vita: acqua – periodo fetale, legno – la nascita, fuoco – la gioventù, terra – la maturità, metallo – la vecchiaia. Le corrispondenze tra meridiani ed elementi appartenenti alla nostra vita sono tante ed in particolare ad ogni meridiano corrispondono organi ed emozioni, le quali, come sappiamo, sono parte di noi, di per sé non sono causa di disarmonia, ma lo diventano quando si prolungano per molto tempo, un’emozione diventa eccessiva o carente, una domina sulle altre, il loro libero fluire è ostacolato ed in particolare sono pericolose se non vengono vissute a livello cosciente. Scendendo più nei dettagli, il meridiano dell’acqua corrisponde ai canali di vescica urinaria e reni e a livello emozionale governa la paura, quello del legno al fegato ed alla vescica biliare e governa la rabbia, l’aggressività, al fuoco corrispondono quattro canali: il cuore, l’intestino tenue, il maestro del cuore e il triplice riscaldatore e l’emozione

è la gioia, la terra coinvolge stomaco, milza, pancreas ed il pensiero ossessivo che ritornando su se stesso si ingigantisce ed infine il metallo abbraccia i polmoni e l’intestino crasso e sul piano emozionale corrisponde alla tristezza. Seguire i sei esercizi di apertura dei canali tutti i giorni, possibilmente alla stessa ora porta all’individuo dei benefici tangibili già dopo pochi giorni, purché, ovviamente, si eseguano correttamente facendo attenzione al respiro, oggi, anche se non ce ne rendiamo conto, viviamo quasi in apnea, ed è importante che ad ogni posizione, nel momento dell’apertura, visualizziamo il canale corrispondente. Ogni posizione dovrebbe essere mantenuta per almeno un minuto e di settimana in settimana bisognerebbe aumentare il numero delle esecuzioni. L’intera pratica porta via circa dieci minuti, ma è necessario effettuare i singoli esercizi senza fretta, con la mente sgombra da ogni pensiero e a stomaco vuoto (durante la digestione le energie confluiscono nello stomaco) Importante è anche l’ambiente che deve essere confortevole, silenzioso e pulito e l’abbigliamento del praticante deve essere comodo e in fibre naturali. E allora non abbiamo più scuse: economicamente non costa nulla eseguirli e, per ciò che concerne il tempo, richiedono solo pochi minuti e come contropartita il benessere personale, il ritrovare l’armonia originaria, il ben-essere e una persona in armonia e salute è una persona bella. Provare per credere! alutare 21

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Esercizi per ritrovare benessere e armonia.


Psicoterapia

a cura della dott.ssa Leopoldina De Varti Psicologa, Psicoterapeuta

Le Nuove Costellazioni Familiari Il metodo di Bert Hellinger per ottenere successo nella vita e nel lavoro.

“…Qualunque sia stato il nostro passato, agire grazie alla forza che nasce da esso, lo trasfigura”

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Bert Hellinger, nato in Germania nel 1925, psicoanalista, studioso e sperimentatore di varie tecniche psicoterapeutiche è il padre del metodo che in tutto il mondo è noto come costellazioni familiari. Ma più recentemente, nel 2008 egli ci ha trasmesso la forma più avanzata che ha chiamato "Le Nuove Costellazioni Spirituali". È in questa fase che io ho avuto la fortuna di incontrarlo per la prima volta, in Italia, a Bisceglie, in Puglia. Il suo metodo non è teoria, nasce dall’osservazione sul campo di innumerevoli esperienze di gruppo e dalla scoperta di quelle che egli stesso ha chiamato Leggi dell’Anima o Ordini dell’Amore. Nel gennaio del 2009, a Roma, presentando il suo metodo definito Hellinger sciencia, dichiara che essa è “una scienza in movimento”, in continuo sviluppo che rimane aperta da ogni punto di vista, proprio come è in continuo movimento la Vita. Chiunque partecipa ai suoi gruppi rimane impressionato per la semplicità e l’efficacia in tempi brevi in cui ogni persona è ricondotta al posto che le spetta e acquista pace e benessere. La percezione immediata che si ha, è quella di trovarsi di fronte ad un cambiamento profondo del modo di lavorare che non ha più nulla del passato delle terapie o psicoterapie conosciute fino ad oggi, ad un cambiamento che dà una svolta storica e scientifica all’idea stessa della malattia o del disagio, o dei problemi della vita. Ai terapeuti, ai medici, e ai clienti offre 22 www.salutare.info

un nuovo strumento di riflessione e al tempo stesso di opportunità che prima delle scoperte sulle Leggi dell’Anima, non sarebbero state possibili. Le Nuove Costellazioni Spirituali non sono una psicoterapia, non seguono il ritmo delle sedute settimanali, non elaborano e non analizzano, non sostituiscono la psicoterapia che ha in ogni caso un suo valore e una sua funzione. Il grande successo di questo metodo in tutto il mondo si racchiude in tre parole: è semplice, (il lavoro viene svolto attraverso alcuni spostamenti del corpo nello spazio), è essenziale, (va direttamente a ciò che sta a cuore alla persona), è immediato (fa stare subito bene). Coloro che partecipano ad una costellazione dichiarano comunemente che in tempi brevi dopo anche alcuni giorni, tanti aspetti della propria vita quotidiana, cominciano a cambiare positivamente e velocemente. Come si lavora: un cliente presenta un problema di relazione, o di salute, o materiale ed economico, e si sceglie tra i partecipanti una o più persone che rappresentano questo problema. I rappresentanti, dopo un raccoglimento iniziale, si muovono nello spazio in un clima di silenzio; le parole che accompagnano il lavoro sono poche ed essenziali. Ed è straordinario come in pochi minuti, tutti possono vedere una scena che rivela i diversi aspetti della questione che è a cuore del cliente. I movimenti e gli spostamenti corporei dei rappresentanti Hellinger li chiama Movimenti dell’Anima, e mostrano al cliente

ciò che agisce dietro al suo problema, quali sono gli irretimenti in cui è preso, cioè i condizionamenti o i legami inconsci con altri familiari anche di generazioni passate, che bloccano o impediscono di fatto, la realizzazione della propria vita. Il cliente senza la mediazione del terapeuta acquisisce così nuove conoscenze sulle cause e gli effetti e ha un’altra grande possibilità: vedere in che direzione andare per la risoluzione o la guarigione. Infatti, dopo una prima fase, i rappresentanti attivano spontaneamente un altro tipo di movimento corporeo che esprime una qualità diversa e più profonda dei Movimenti dell’Anima. Questo movimento particolare conduce sempre a determinate soluzioni: porta ordine là dove c’è disordine, fa posto a chi è stato escluso, orienta verso la guarigione chi è malato, genera riequilibrio e riconcilia chi è in conflitto. Hellinger lo chiama “Movimento dello Spirito" che proviene da un altro livello. "Il corpo e l’anima" vengono presi da qualcosa di più grande... Ogni Movimento


Chi può costellare? Tutti, anche i bambini piccoli possono essere presenti insieme ai loro genitori. Quante costellazioni occorrono per giungere alla soluzione dei nostri problemi? Ogni costellazione mette in luce direttamente la parte essenziale della questione che in quel momento sta a cuore alla persona, quindi già una costellazione avvia un movimento di guarigione e questo lo si vede subito e lo si verifica dai benefici immediati. Spesso, però una prima costellazione introduce agli ulteriori passi necessari che la persona deve fare per la sua salute o la sua realizzazione, allora sono necessarie più costellazioni.

Il numero delle costellazioni, dipende anche dalla disponibilità della persona ad aprirsi a questo modo di lavorare, e dalla complessità del suo problema, per se esso ha radici molto lontane nel tempo, anche in relazione ad altre generazioni, oppure implica l’interazione con molte altre figure familiari presenti o del passato. Il legame profondo che esiste tra i membri di una famiglia, fa sì che chi partecipa ad una costellazione ha benefici e cambiamenti positivi non solo per se stesso, ma anche per altri familiari nonostante che questi non siano presenti. Le Nuove Costellazioni Spirituali vengono praticate in gruppo ma anche individualmente.

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della vita è un Movimento dello Spirito, ma noi siamo consapevoli solo di una minuscola parte di esso. È proprio perché supera la nostra capacità di comprensione "lo chiamiamo Spirituale ”

Quando è utile fare una costellazione? Qualsiasi questione che si ha a cuore può essere costellata sia che riguardi la salute o gli affetti, decisioni importanti della vita anche pratiche ed economiche, la professione, la propria azienda. Però, poiché Il metodo si occupa principalmente delle conseguenze che determinati eventi producono nella vita delle persone, esso dà particolare rilevanza ai seguenti eventi: le morti premature dei genitori e dei nonni; le morti improvvise, i suicidi e gli omicidi; i parti difficili, i parti cesarei, gli aborti; i traumi, soprattutto in età precoce, o per incidenti; adozioni; separazioni; gravi malattie organiche o psichiche. Chi desidera fare questa esperienza, può partecipare ai gruppi mensili o ad una sessione individuale.

Dr.ssa Leopoldina De Varti Psicologa e Psicoterapeuta, spec.ta c/o l’Istituto RIZA di Medicina Psicosomatica di Milano cell:3470352548 www.risanamentopsicocorporeo.it dr.leopoldinadevarti@libero.it alutare 23


riabilitazione a cura di Pietro Mazzariello Fisioterapista

La fragilità nell’anziano Prevenzione e strategie per migliorare la sicurezza negli infortuni da caduta.

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L’invecchiamento della popolazione è diventato nei paesi occidentali uno dei problemi più importanti,sia da un punto di vista sociale che della sanità. L’allungamento della vita media, la presenza di patologie croniche porta inevitabilmente ad una maggiore proporzione di persone con disabilità e quindi non autosufficienti. In questo gruppo di soggetti è estremamente frequente la cosiddetta sindrome clinica da Fragilità, una condizione di estrema instabilità omeostatica che mette l’anziano a rischio di gravi complicanze, perdita dell’autosufficienza, istituzionalizzazione e morte, in particolare pone i soggetti interessati di fronte al rischio di caduta. È quindi compito prioritario del Servizio Sanitario occuparsi di questa emergenza e delineare politiche di informazione e intervento finalizzate a prevenire quanto più possibile il fenomeno. Il concetto di fragilità è il risultato multidimensionale di una serie di fattori fisici, fisiologici, sociali e di contesto: 1.Sarcopenia-riduzione forza 2.Capacità aerobiche 3.Funzioni neurologiche integrative e cognitive 4.Osteoporosi e artrosi 5.Basso livello economico 6.Bassa scolarità 7.Il vivere soli 8.Lo scarso contatto con i parenti 9.L’assenza di una rete di vicinato 10.La mancanza di attività sociali 24 www.salutare.info

11.Coesistenza di malattie croniche 12.Disabilità 13.Polifarmacoterapia Particolare attenzione va riposta nei soggetti con malattia osteoporotica in cui la caduta provoca danni fisici molto più evidenti. L’osteoporosi è una sindrome multifattoriale e sistemica dello scheletro, caratterizzata dalla compromissione della resistenza dell’osso, con conseguente aumento della fragilità ossea e del rischio di fratture. In questi soggetti la più temibile conseguenza è forse la caduta. La caduta nell’anziano è vista, sempre più, come una severa sindrome geriatrica con conseguenze mediche funzionali e sociali. Una caduta è causata in genere da un’interazione complessa di fattori intrinseci e fattori estrinseci (pericoli ambientali) e fattori di situazione (legati alle semplici attività quotidiane espletate). I fattori intrinseci ed estrinseci interagiscono, contribuendo al rischio di caduta e di lesioni legate alla caduta. I fattori intrinseci comprendono le alterazioni legate all’età (riduzione della forza; alterazioni osteo-articolari: osteoporosi e artrosi; disturbi somatosensoriali) alterazioni cognitive (Alzheimer e le demenze). Altri fattori legati alle

malattie intercorrenti includono: i disturbi circolatori cerebrali che spesso si manifestano con vertigine; il diabete che si complica spesso con alterazioni sensitive; l’ipotensione ortostatica (calo di pressione nei cambi di posizione); la cataratta e il glaucoma che limitano ulteriormente le capacità visive; il morbo di Parkinson; le patologie genito-urinarie che spesso determinano necessità di alzarsi di notte per raggiungere rapidamente il bagno facilitando le cadute. Particolare attenzione va posta ai fattori estrinseci (ambientali) che sembrano incidere in maniera sensibile sulle cadute (fino al 50%) anche perché suscettibili di intervento con conseguente riduzione complessiva del rischio. Nei confronti di un paziente così complesso, quale l’anziano fragile, la metodologia assistenziale proposta dalla medicina geriatrica si basa essenzialmente su interventi multidisciplinari, multifattoriali e personalizzati. Questi interventi avvengono attraverso tre elementi: la valutazione multidimensionale (si avvale di test e scale); il lavoro in equipe (collaborazione tra più figure professionali); la continuità assistenziale. Prima di creare un programma riabilitativo specifico è necessario un'appropriata anamnesi fisiologica e patologica e una valutazione clinico - funzionale. L’inquadramento del paziente avviene attraverso una valutazione preliminare clinica, strumentale e di laboratorio. Valutazione clinico - funzionale: postura, escursione articolare, forza e resistenza muscolare, capacità aerobica, equilibrio, deambulazione e coordinazione. Valutazione soggettiva del

paziente: valutazione della ADL (attività di vita quotidiane), valutazione psico - cognitiva. La prevenzione comprende la riduzione e il trattamento dell'osteoporosi ove presente, e un approccio di prevenzione delle cadute. Le cadute infatti aumentano la possibilità di fratture dell'anca, del polso, delle vertebre o di altre parti dello scheletro. Per questo motivo il programma di riabilitazione si avvale di alcuni esercizi in cui lo scopo oltre al rinforzo muscolare è anche quello di aumentare la resistenza del’osso in quelle zone in cui si è maggiormente esposti al rischio frattura. Particolare importanza ha la cosiddetta “ginnastica propriocettiva” per migliorare la gestione del movimento nella continua ricerca del gesto più armonico possibile utilizzando come mezzi la somestesia (propriocezione) e la coscienza. Sulla base di questo possono essere attuati potenziali interventi preventivi, quali programmi interventi multifattoriali, multidisciplinari e personalizzati. Ad esempio programmi di esercizio fisico volti a migliorare la forza, l’equilibrio e la mobilità, utilizzo di protezioni esterne contro le cadute sulle superfici dure, controllo e modulazione dei farmaci, correzione dei pericoli ambientali e misure per aumentare la densità ossea. Una combinazione di consigli, raccomandazioni, informazioni e interventi educativi mirati all’aumento della fiducia e della consapevolezza dei rischi, l’eventuale modifica di alcune caratteristiche degli ambienti risultano essere, nell’insieme, interventi efficaci. “Il moto è causa d'ogni vita.” (Leonardo Da Vinci)


Podoposturologia a cura del Dr. Antonio Pacilio- Podologo e Podoposturologo

La sindrome da iperuso Eziologia e terapia. Rappresenta un numeroso gruppo di patologie molto frequenti a carico dell’apparato osteo-mio-articolare altamente invalidanti soprattutto negli sportivi

I più importanti fattori estrinseci sono rappresentati da: • caratteristiche dello sport; • frequenza e durata degli allenamenti; • modalità di esecuzione; • preparazione dell’esercizio fisico; • superficie di gioco; •calzature e dai materiali impiegati. Si evidenzia che il mancato o incompleto riscaldamento è il fattore riconosciuto come causa di insorgenza di lesioni in almeno il 10% dei traumi che occorrono soprattutto in

È opportuno pertanto mantenere l’elasticità muscolare e la coordinazione motoria facendo un costante stretching.

sportivi amatoriali; tale pratica consiste in esercizi fisici ed è finalizzata in particolar modo all’ aumento della temperatura nel muscolo striato scheletrico. Il riscaldamento deve essere “completato” dallo stiramento che svolge un ruolo preventivo nei riguardi della patologia acuta e cronica degli sportivi. Il programma di allenamento deve essere sistematicamente studiato in termini di qualità e quantità. L’incremento quantitativo dei carichi, specialmente eccessivo e non progressivo, induce un aumento del numero delle lesioni. Un ruolo fondamentale per qualsiasi specialità sportiva è quello delle calzature, una calzatura non idonea o usurata può sicuramente favorire l’insorgenza di lesioni traumatiche acute o l’insorgenza di microtraumatismi più o meno localizzati, per esempio le scarpe del fondista diminuiscono la frequenza delle tendinopatie achillee importando un aumento di sovraccarico del ginocchio. Le superfici di gioco rappresentano ancora un elemento fondamentale nell’insorgenza di tendinopatie con particolare riferimento al suolo duro,

sembra però che più che dalla durezza del suolo il principale fattore di rischio sia rappresentato dall’allenamento effettuato su diverse piste specie in presenza di sforzi ripetuti su piani inclinati (salite – discese) o non regolari, tale nozione è comune nel calcio per il quale si riconosce un’incidenza più alta quando l’atleta cambia frequentemente terreno di gioco. I più importanti fattori intrinseci sono rappresentati da: • caratteristiche individuali di resistenza alla trazione da parte del tendine; • dalla tensione di riposo muscolare; • dalla dinamica della contrazione muscolare concentrica ed eccentrica; • dal peso, dall’età e dal sesso del soggetto; • dalle caratteristiche morfologiche e biomeccaniche dell’arto inferiore (piattismo, pronazione, cavismo, varismo).

Il sovrappeso, spesso correlato con l’età e con le malattie generali, può rappresentare una delle concause più importanti per il sovraccarico articolare e tendineo, specie nelle attività fisiche sportive che richiedono un carico completo specialmente sugli arti inferiori. Di fondamentale importanza risulta quindi una accurata valutazione podoposturologica clinico-biomeccanica e strumentale attraverso l’ausilio di pedane baropodometriche e la successiva ideazione/realizzazione di ortesi plantari neurobiomeccaniche che permettono di riallineare i segmenti scheletrici e compensare problematiche podaliche.

Nei soggetti dopo i 40 anni il maggiore problema è rappresentato dalle lesioni cartilaginee; la pratica sportiva molto intensa è infatti, spesso responsabile dell’insorgenza più rapida di lesioni osteo-cartilaginee.

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Il termine “sindrome da iperuso” è impiegato per indicare un gruppo di patologie dell’ apparato muscolo-scheletrico accomunate dal fattore patogenetico. In rapporto alla crescente richiesta di prestazioni a più elevata performance da parte dell’atleta, sicuramente lo sport è l’ambito in cui la sindrome da iperuso è più frequente. I diversi fattori coinvolti sono correlati alla ripetitività del gesto atletico. Tra le cause ed i meccanismi di insorgenza delle tendinopatie possiamo distinguere fattori eziologici estrinseci ed intrinseci al soggetto.

Le lesioni tipiche dei soggetti sportivi anziani sono rappresentate da patologia microtraumatica degenerativa muscolotendinea e articolare.


Criminologia a cura del dr. Antonio Leggiero- Criminologo

Lo stupro 2

a

parte

Un crimine abietto.

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Per un errore di trasmissione informatica è stata pubblicata per prima la Seconda Parte del presente articolo. In questo numero viene pubblicata, invece, la Prima. Tuttavia, il contenuto può essere anche invertito nell'ordine di lettura, senza grossi problemi. In un’ottica di prevenzione del proprio benessere può essere utile e proficuo conoscere meglio uno dei fenomeni criminali più odiosi e devastanti, che possa subire un essere umano, soprattutto di sesso femminile: lo stupro. È noto che quanto più si conosce un fenomeno, meglio lo si previene. E a questa regola non si sottrae nemmeno lo stupro. Come sempre, è interessante, a titolo preliminare, una precisazione lessicale e semantica del termine stupro, inerente la sua eziologia linguistica. Esso deriva dal participio passato del verbo latino rapere, successivamente sostantivato in raptus, che esprime il senso di rapidità dell’azione fisica e della violenza carnale su un individuo, nell’accezione di intrusione e possesso totale di una persona. Infatti, l’atto dello stupro è considerato insieme violazione fisica e psicologica dell’intimo di un individuo. Paradossalmente, l’etimo del termine si è conservato meglio in lingua inglese, dove viene definito rape. Dal punto di vista più squisitamente tecnico-criminologico, lo stupro è considerato come un atto sessuale violento imposto con la forza, la minaccia o l’inganno, su soggetto dissenziente o comunque incapace di prestare consenso a ragione di impedimenti fisici, psichici o emotivi. Il reato di stupro è in un rapporto di species 26 www.salutare.info

a genus rispetto a quello più generale di violenza sessuale. Infatti, un conto è lo stupro, altro è la violenza sessuale generica, intesa come manipolazione del corpo della vittima con contestuale eccitazione sessuale. Emotivamente, quando si parla di stupro, si pensa alla violenza carnale di un uomo ai danni di una donna, ma, razionalmente, si può facilmente arguire che il ripugnante atto può essere commesso anche da un uomo in danno di un altro uomo (episodio accaduto a Napoli, pochi mesi or sono, in pieno centro) o da parte di una donna nei confronti di uomini e donne (tipica la categoria criminologica delle “donne stupratrici”). Sempre in base alle statistiche criminali i casi più frequenti si verificano, nell’ambito dello stupro di minori, all’interno delle pareti domestiche; così come in maggior numero sono i casi perpetrati da un singolo in danno di un altro singolo; più sporadici ed infrequenti sono gli stupri di gruppo, nonostante la maggiore risonanza mediatica che questi ultimi hanno. Entrando nella disamina del profilo socio-psico-criminologico dello stupratore, si possono delineare i seguenti profili: a) stupratore impulsivo aggressivo vale a dire soggetto antisociale alla ricerca dell’occasione predatoria; b) stupratore rassicurante-compensatore

o altruista e cioè soggetto socialmente disadattato che esprime potere rassicurante verso la vittima, convinto che la stessa provi piacere dall’esperienza vissuta e che, in alcuni casi, possa addirittura innamorarsi di lui (è il caso del presunto stupratore seriale arrestato recentemente a Roma); c) stupratore rabbioso-vendicativo o dalla rabbia rimossa il quale lascia esplodere la propria violenza (dovuta sovente a traumi psico-fisici subiti addirittura nel periodo della sua infanzia o a pesanti avversità patite nel corso della vita), in modo estremamente feroce nei confronti della vittima, considerando la stessa una sorta di capro espiatorio. La persona-bersaglio, nella distorsione cognitiva dell’aggressore, è vista come una valvola di sfogo, in quanto simbolo di una realtà che lo stesso odia o in quanto membro di un gruppo sociale avversato. d) stupratore sadico individuo per il quale la sessualità è sempre intersecata con la violenza in modo biunivoco, nel senso che quanto più è eccitato tanto più è violento e quanto più è violento maggiormente si eccita. La carica erotico-aggressiva di questi individui non di rado raggiunge il parossismo, con episodi addirittura di omicidi sadico-sessuali (come nel caso di una delle categorie dei serial-killers).


Sociale a cura dell' Uffi cio stampa de "La Casa Sulla Roccia"

Non c’è posto per la droga Il 26 giugno è la Giornata internazionale contro l’Abuso e il traffico illecito di stupefacenti.

La nostra associazione, ha da anni realizzato intorno a questa giornata, manifestazioni ed eventi al fine di raccogliere l’attenzione dell’opinione pubblica sia sul fenomeno nazionale che locale, proponendo ed evidenziando le azioni sugli interventi di prevenzione e di recupero da mettere in atto.

L'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC) sceglie ogni anno un tema per la Giornata Internazionale e, lancia una campagna che dura tutto l'anno per accrescere la consapevolezza sul problema globale della droga. Il tema scelto dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC) per gli anni 2007 e 2009 con il fine di accrescere la consapevolezza a livello mondiale sul problema della droga è: La droga ha il controllo sulla tua vita? La tua vita. La tua comunità. Non c’è posto per la droga. La droga non la si combatte con le parole, ma con l'attuazione di azioni concrete, con l'attuazione di interventi competenti e responsabili (che purtroppo non sempre avvengono) da parte degli addetti ai lavori; la collaborazione tra i Servizi pubblici e del privato sociale; un maggiore coinvolgimento delle istituzioni e del mondo politico; la testimonianza, in particolare da parte degli adulti, di valori positivi e condivisibili, nei quali i giovani possano riconoscersi e sui quali possano costruire un'esistenza serena e impegnata.

l’ipotesi d’interventi astratti trovando poi difficilmente un concreto interesse a dare seguito a quanto annunciato. Quindi la giornata del 26 giugno rischia così d’essere solo il titolo di coda di un annuncio distratto o l’affissione di un manifesto più o meno colorato ricoperto da altre reclame.

Nella giornata del 26 giugno ribadiamo che i ragazzi e le famiglie devono sentirsi "protagonisti" del recupero, non semplicemente "utenti" di un servizio. Fare prevenzione non significa informare i giovani sui pericoli della droga, ma ricostruire i rapporti con il mondo e con gli adulti e aiutarli a riprendere il loro sviluppo di persone e a farli tornare nel contesto sociale con i diritti e i doveri di Uomo.

Questi auspici e buoni propositi molto spesso s’infrangono sul muro delle istituzioni pubbliche e della politica attenta più a reclamizzare l’inizio di un progetto, la proposta d’instituire tavoli di confronto, alutare 27

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Indetta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (istituita con risoluzione 42/12 del 7 dicembre 1987), questa giornata serve a ricordare gli obiettivi concordati dagli Stati Membri delle Nazioni Unite per la creazione di una società internazionale libera dall’abuso di droga.


Una sana abitudine Vorremmo ringraziare uno per uno tutti quelli che ci leggono, scrivono, sostengono, ma una sola pagina non basta. Molti di voi ci aiutano tanti altri ne traggono beneficio... è “solo” questo che vogliamo: continuare a farlo.

Strumento di comunicazione per enti e aziende

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Salutare mette a disposizione dei suoi partner una serie di iniziative di comunicazione personalizzata. Le aziende e gli enti sostenitori possono usufruire di molteplici soluzioni, attraverso cui aumentare la visibilità e il consenso del proprio brand, e allo stesso tempo fornire una giusta e completa informazione in ambito medico-sanitario.

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Terapia a cura della dr.ssa Mirella D'Orsi

Il senso del dolore

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La parola dolore evoca la personale esperienza fatta con il dolore.

In particolare il ricordo ritorna alla sofferenza che più ha segnato il percorso di vita: la mente elabora in un groviglio di emozioni convulsivamente i ricordi dolorosi, cercando e trafugando nella propria scheda di memoria, quello più intenso, più significativo per riportarlo alla realtà, e filmarne la storia.

alcuni dei riferimenti metaforici che accompagnano l’espressione vocale del dolore, il modo di sentire dolore, l’esternare ciò che si ha dentro, per valorizzarne o misurarne l’intensità.

I ricordi si avvicendano, il cuore resta attento per ascoltare la mente e ne suggerisce le emozioni che si appropriano dello sguardo lubrificandolo.

Il ricorso alla metafora, è una delle modalità, se vogliamo il bisogno per esternare il sintomo dolore, è l’espressione verbale utilizzata per far percepire nella richiesta di aiuto, l’intensità della sofferenza.

La metafora accompagna questo fenomeno in ogni momento: “lo strazio del cuore, il cuore che si spezza, la vista che si annebbia, il mare dentro”, sono solo

Il formularsi di queste metafore, nell’analisi dell’immaginario collettivo, il dolore e la sofferenza (sia fisico che psichico) sono contestualizzati in ambito familiare, sociale e lavorativo, dai soggetti facente parte di una comunità e il riferimento alla metafora è recepito dai componenti del gruppo, che ne riconoscono nel codice comunicativo, tutta la valenza e la relazione di aiuto.

Il corpo passando dal cuore, si affida alla parola che ruba le emozioni dell’anima. È questo messaggio di dolore, intenso e

penetrante, che stabilisce l’empatia tra le persone per accogliere la relazione di aiuto. Il dolore non ha priorità di aggettivi, coglie senza distinzione di sesso, età, razza o posizione sociale: è una eredità della vita che si presenta senza preavviso, lasciandone segni ineluttabili e ricordi indelebili. In alcuni casi o forse “sempre“ una sofferenza intensa, cambia lo stile di vita della persona, anche gli atteggiamenti e i comportamenti vengono influenzati dall’esperienza dolorosa, si percepisce intensamente la propria storia. Il proprio vissuto è li davanti per essere valutato, elaborato, ed ecco che prende forma la scala di valori, si prende in rassegna ciò che è importante e ciò che non lo è. La storia della propria vita prende forma alla ricerca di tutto ciò che la circonda, è un momento di riflessione intenso, razionale ed irrazionale, che conduce a decisioni irrevocabili sul modo di condurre la propria vita. L’antropologia del dolore riporta motivazioni religiose, etniche, psicologiche ed etiche e la soggettività nell’affrontare il dolore gioca un ruolo determinante ma niente è più confortante che condividerlo con le persone care. Dare ascolto al dolore significa accoglierlo, condividerlo per mettere in campo qualsiasi iniziativa per affrontarlo. Non soffre solo la persona che materialmente prova la sofferenza ma anche le persone che le stanno accanto grandi o piccoli, bambini, adolescenti, giovani o anziani, se vi è dolore, deve essere considerato. Niente deve essere lasciato al caso, annientarlo è una priorità. Il senso del dolore è una realtà che necessita di una grande attenzione, sia che si parla di dolore psichico che di quello fisico. Il dolore dell’anima il più delle volte è esternato come ferita sanguinante ed inguaribile; difficile è dare un senso alla propria vita

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Se consideriamo il dolore fisico, sintomo di una patologia grave, la sedo- analgesia deve essere funzionale, adeguata ed immediata per alleviare la sofferenza. Nei pazienti che accedono in un pronto soccorso, il dolore è il sintomo più comune, l’aspettativa di essere curati è alta, si crede e si ha fiducia nella presa in carico del proprio dolore, abbandonandosi pienamente nelle mani di chi può dare sollievo o porre fine alla propria sofferenza. È una ricerca di aiuto che vuole una risposta immediata sicura necessaria che non deve né può essere evasa. Non bisogna deludere tali aspettative. Si parla molto dell’ospedale senza dolore, riconoscendo al malato il diritto a non soffrire. Questo è un indicatore essenziale che non deve essere tralasciato. Il Ministro della Salute, ha istituito a tal motivo la “Commissione sulla terapia del dolore, le cure palliative e per la dignità del fine vita”. La commissione nasce dalla necessità di affrontare subito lo stato dei servizi di assistenza ma anche le procedure, i protocolli e le linee guida riguardanti i modi e la qualità con cui vengono assistiti migliaia di cittadini nelle fasi più dolorose e tragiche della loro esistenza. La Commissione, predisporrà delle linee per la stesura di un “piano nazionale per le cure palliative”; un aggiornamento del documento “Ospedale senza dolore” finalizzato a far sì che in tutti gli ospedali siano promossi protocolli di monitoraggio

e attenzione alle dinamiche del dolore sofferto dai pazienti durante le degenze; piani di formazione e aggiornamento specifici per gli operatori; analisi dello stato dei servizi e delle procedure per l’assistenza ai pazienti in stato vegetativo; sviluppo di linee guida per la promozione della dignità dei pazienti in condizioni gravissime o di fine vita; avvio di un’indagine sulla qualità negli ospedali e nelle residenze sempre in riferimento ai servizi e alle modalità assistenziali nelle fasi terminali della vita; verifica dello stato dei servizi e delle modalità assistenziali nell’area pediatrica sempre in relazione a patologie gravi e all’attenzione da porre alla lotta al dolore dei bambini; umanizzazione delle terapie intensive avviando la formulazione di linee guida specifiche che prevedano modalità finalizzate al massimo coinvolgimento possibile dei familiari nei reparti di terapia intensiva. www.ministerodellasalute.it È un dovere sociale prendersi cura delle persone, il dolore e la sofferenza sono realtà che devono essere argomentate dall’opinione pubblica, sempre maggiore deve essere l’attenzione verso queste problematiche al fine di dare dignità alla persona fino all’ultimo istante della propria esistenza.

al ben-essere del singolo, tutelato e rassicurato dalle Istituzioni, quest’ultime, attente a condividere le problematiche emergenti del Pianeta Salute. Un Pianeta garante dell’equità nell’attuazione del diritto alla Salute, come sancito dall’art. 32 della Costituzione. Concludere con il principio di responsabilità di Jonas, è il messaggio più autorevole per una partecipazione di tutti al Bene Comune". La responsabilità è la cura per un altro essere quando venga riconosciuta come dovere, diventando “apprensione” nel caso in cui venga minacciata la vulnerabilità di quell’essere. Ma la paura è già racchiusa potenzialmente nella questione originaria da cui ci si può immaginare scaturisca ogni responsabilità attiva: che cosa capiterà a quell’essere, se io non mi prendo cura di lui? Quanto piú oscura risulta la risposta, tanto piú nitidamente delineata è la responsabilità …” Hans Jonas" Il principio responsabilità. Un etica per la civiltà tecnologica. Einaudi, Torino, 1979, pag.285.

L’effervescenza collettiva e l’attenzione attualmente rivolta alle dinamiche del dolore, sono presupposti per affrontare con piena consapevolezza e convinzioni, problemi etici come il testamento biologico, l’eutanasia e l’accanimento terapeutico per non lasciare che queste argomentazioni restino solo filosofia di vita. Una società dichiarata moderna, multietnica, e globalizzata, presuppone la promozione del benessere collettivo e organizzativo affinché il benessere sociale contribuisca

Le nuove frontiere della medicina del dolore

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Firenze, 23-25 maggio 2010 Palazzo Vecchio e Palazzo dei Congressi Via Gramsci, 34 - 00197 - Roma tel. 06.36006093 Fax 06.36006089 segreteria@aisd.it

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o razionalizzare, fa male, fa soffrire, solo l’intensità del credere in un qualcosa che è superiore al finito può aiutare. È proprio nella storia dolorosa che si cerca l’infinito per ritrovare l’equilibrio mancante e l’arricchimento dello spirito.


Dermatologia a cura del dr. Antonio Del Sorbo - Dermatologo

Vulvodinia: il male incompreso Si può manifestare con dolore, bruciore o prurito dei genitali esterni femminili.

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È proprio l'apparente assenza di manifestazioni cliniche che a volte porta a sottovalutare tale problema, inducendo la paziente ad effettuare nuove visite specialistiche ed altri esami, nel timore di una malattia venerea o di natura maligna. La vulvodinia è una condizione di fastidio cronico dei genitali esterni femminili, percepita come dolore, bruciore o prurito a livello vulvare, anche in assenza di manifestazioni cliniche evidenti. Pur non trattandosi di una malattia infettiva, il disagio provato dalla paziente affetta da vulvodinia è enorme, spesso accompagnato dal malcontento che deriva da tante terapie lunghe e lente. Non esiste una terapia rapida e unica per il trattamento della vulvodinia e solitamente si procede con un percorso terapeutico in più tappe. Alcune pazienti riferiscono miglioramenti già dopo la prima visita, mentre nella maggior parte dei casi, occorre un tempo maggiore per ottenere dei benefici concreti. La vulvodinia rientra tra le cosiddette allodinie, vasto gruppo di neuropatie cutaneo mucose, caratterizzate dalla comparsa di fastidi invalidanti (es. dolore, bruciore, prurito, sensazione di punture di spillo, etc) anche in assenza di stimoli apparenti. Tra le neuropatie cutaneo mucose rientrano oltre alla vulvodinia, anche la sindrome della bocca urente (orodinia) la sindrome della lingua urente (glossodinia), la tricodinia (dolore/bruciore localizzalizzato al cuoio capelluto), la penodinia (dolore/ bruciore localizzato ai genitali maschili), l'anodinia (dolore/bruciore localizzato in regione perianale), la notalgia parestesica (bruciore/prurito dei quadranti paravertebrali), la nevralgia posterpetica (dolore/bruciore insorto in seguito ad un'infezione da herpes zoster), il lichen simplex (neurodermite) e altre sindromi 32 www.salutare.info

fibromialgiche. Nello stesso paziente possono a volte coesistere più allodinie. La vulvodinia può essere di tipo superficiale, con interessamento di cute e mucose o profonda, con interessamento dei tessuti fibromuscolari adiacenti. Nelle forme più gravi, la paziente può avvertire bruciore al solo contatto con gli indumenti. CAUSE: alla base del problema vulvodinia vi sarebbe una diminuzione della soglia di attivazione dei nocicettori, speciali neuroni con terminali “liberi” presenti nel tessuto connettivo di questo distretto. In presenza di microtraumi o di fenomeni infiammatori anche lievi, alcuni mediatori chimici tissutali (es. sostanze algostimolanti come istamina, leucotrieni, prostaglandine, bradichinina, serotonina, etc) possono attivare il sistema nocicettivo, liberando la cosiddetta sostanza P (P = pain, dolore) noto neurotrasmettitore del dolore. Tale sostanza libera altra istamina, a sua volta algostimolante e responsabile delle forme di vulvodinia associate a secrezione. Questo sofisticato meccanismo di regolazione del dolore è fisiologico

e si verifica in tutti gli individui. Nelle pazienti affette da vulvodinia la soglia di attivazione del sistema nocicettivo sarebbe invece più bassa, con percezione del dolore anche in presenza di stimoli minimi (allodinia). L'esatto meccanismo con cui ciò si verifica, non è ancora completamente noto, ma diversi studi di neurofisiologia stanno chiarendo le basi biologiche di tale fenomeno. Come già avviene per molte malattie, anche per la vulvodinia, la componente emotiva (stress emozionale) può influenzarne il decorso. Come è ben noto, la soglia del dolore può essere più alta nei momenti positivi della vita (es. la gioia del parto che permette alla donna di sopportare meglio il dolore) e più bassa nei momenti di maggiore tensione emotiva (es. la paura dell'ago, accentua il dolore al momento del prelievo di sangue). L'approccio multidisciplinare (dermatologo, psicologo, neurologo, ginecologo, etc.) può essere molto prezioso sia ai fini diagnostici che terapeutici. Al momento della visita specialistica, devono essere ricercate eventuali altre patologie associate. Tra i farmaci utilizzati per il trattamento della vulvodinia, rivestono notevole importanza quelli che modulano il pathway biochimico del dolore neuropatico. Le cosiddette medicine non convenzionali (es. omeopatia, omotossicologia, fiori di Bach, agopuntura, etc) possono talora affiancare la terapia medica.


Logopedia a cura della dott.ssa Rossella Santoro

Genitori e disabilità

Divenire genitori di un bambino disabile è un vero e proprio trauma che altera gli equilibri di una famiglia creando problemi emotivi che influenzano la vita e le scelte di tutti i membri. La nascita di un bambino, quale evento più gioioso si può immaginare? È il culmine di un percorso, il realizzarsi di un sogno durato nove mesi: quel bambino per la prima volta tra le braccia della propria madre è contemporaneamente traguardo ed inizio di una nuova impresa; impresa carica di aspettative, ma anche di ansie e paure. È una nuova vita che inizia per lui, ma anche per la famiglia che lo accoglie. Ma cosa accade quando il neonato presenta problemi più o meno gravi? Inizialmente la famiglia è travolta, è in piena crisi, spesso accompagnata da depressione, si difende cercando di negare addirittura l'esistenza di un problema, inizia spesso un triste peregrinare da uno specialista all'altro alla ricerca di quello che confermi ci sia stato un errore nella diagnosi, o di quello che possegga la ricetta miracolosa, quella che cancelli il problema con un colpo di spugna. Vi è la necessità da parte dei genitori di fuggire dalla realtà, troppo angosciante e deludente,

semplicemente inaccettabile. In questa fase, spesso, i genitori ritardano l'inizio di terapie nella speranza di trovare la Terapia, quella con la t maiuscola, quella risolutiva. Con il passare del tempo la famiglia si adatta alla nuova condizione, è il momento in cui i genitori iniziano a guardare davvero al problema del proprio figlio, alla sua quotidianietà, alla necessità di iniziare un intervento riabilitativo. Pian piano, i genitori cominciano ad accettare la realtà del proprio bambino ed a lavorare concretamente per aiutare il suo sviluppo, a volte arrivano ad un vero e proprio attivismo, altre tendono a delegare agli operatori e alla scuola tutta la responsabilità dello sviluppo e delle acquisizioni del bambino. È fondamentale per la riuscita di un qualsiasi intervento terapeutico il coinvolgimento e l'aiuto della famiglia del piccolo paziente così come è necessario che la famiglia si senta accolta e supportata per affrontare la crescita del proprio bambino e i problemi che inevitabilmente l'accompagneranno, ma anche a saper riconoscere i piccoli e grandi risultati che il piccolo raggiungerà.

raggiunti in terapia o a scuola, è una questione di allenamento e rafforzamento, ma non solo: il setting terapeutico è un ambiente peculiare che non esiste nel mondo esterno, nella realtà. Il bambino ha un riferimento ed un sostegno forte nel rapporto col terapista di riferimento, le variabili ambientali sono praticamente nulle; in famiglia, ma ancor più a scuola e in tutte le occasioni di socialità che il bambino affronta quotidianamente la situazione è ben diversa, il confronto con il gruppo di coetanei può essere fonte di conflitti e frustrazioni. Gli operatori, quindi, sin dai primi incontri, nella fase di osservazione prima ed in quella di pianificazione e attuazione del programma terapeutico poi, devono accompagnare e farsi accompagnare dalla famiglia, dai genitori in modo particolare. Il ruolo dell'operatore è, dunque, anche quello di guidare i genitori in questo difficile percorso attraverso il sostegno e l'informazione, quest'ultima intesa sia come informazione sulla patologia e sugli sviluppi terapeutici, sia come l'insieme di consigli ed indicazioni psico-educative.

Per fornire sostegno ai genitori è necessario che l'operatore preliminarmente li accetti così come sono, senza pregiudizi o giudizi morali di approvazione o disapprovazione sul loro agire, cercando di provare, a volte, di mettersi nei "loro panni" per spiegarsi comportamenti e cercare soluzioni. Tutti gli operatori coinvolti nel trattamento devono fornire alla famiglia informazioni coerenti tra loro, da qui la necessità di scambio di informazioni tra i terapisti che si occupano dello stesso bambino, infatti, i genitori sono spesso abilissimi a cogliere controsensi o sfumature diverse tra le informazioni che gli giungono e questo li porta ad essere disorientati o a scegliere di prediligere l'informazione più comoda, quella che diminuisce l'angoscia e quel vago senso di colpa che spesso accompagna questi genitori che più di altri temono di non essere adeguati per l'arduo compito che devono svolgere. È compito dei terapisti anche quella di incrementare la motivazione del bambino e della famiglia a raggiungere gli obiettivi preposti, questa è infatti la condizione senza la quale la terapia non ha motivo di essere.

È uno scambio, un'alleanza, un contratto terapeutico in cui ognuno ha il proprio ruolo e deve svolgerlo al meglio per raggiungere i migliori risultati ottenibili. Tutti gli operatori conoscono la necessità dell'aiuto della famiglia nel generalizzare ed estendere nel quotidiano gli apprendimenti alutare 33

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Cosa accade quando il neonato presenta problemi?


Eventi CONGRESSI, CONVEGNI, EVENTI e manifestazioni per la Salute e il Benessere Avellino, dal 24 maggio al 24 Giugno 4 Settimane della Prevenzione Psicologica Evento proposto dallo studio di Consulenza Psicologica di Avellino Con il Patrocinio dell’Assessorato ai Servizi Sociali della Provincia e del Comune di Avellino e il consenso dell’Ordine degli Psicologi della Regione Campania. Servizio di consulenza gratuito attivo per un mese presso lo Studio di Consulenza Psicologica in via S. T. Iannaccone 3/1 (Avellino) Per prenotare una consulenza basta telefonare al numero 0825782621

Convegno 28 Maggio 2010

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“Economia e Psicologia: affrontare le crisi esistenziali!” presso Sala Conferenza Penta Biblioteca della Provincia Avellino, Corso Europa

Bologna 24-25-26 Maggio 2010 Corso Pratico Di Chirurgia Laparoscopica Responsabile Dott. Renato Seracchioli Per ricevere maggiori informazioni: Renato Seracchioli renato.seracchioli@aosp.bo.it Serena Solfrini serena.solfrini@libero.it Letizia Zannoni letizia.zannoni@studio.unibo.it Unità Operativa Ginecologia e Fisiopatologia della Riproduzione Umana Direttore Prof. Stefano Venturoli Formazione Continua in Endoscopia Pelvica e Chirurgia Mini-Invasiva Ginecologica

Chirurgia Pelvica Laparotomica Procreazione Medicalmente Assistita Endocrinologia Ginecologica Coordinatore Prof. Stefano Venturoli Verifica con questionario per ECM e consegna attestati di partecipazione. H.T. CONGRESSI SRL Via Benedetto Marcello 1, 40141 Bologna Tel 051480826 Fax 051480582 E-mail: fabiola@htcongressi.it www.htcongressi.it

Reggio Calabria, 29-30 Maggio Il corpo come precursore psichico Argomento: quando si parla di apprendimento, vengono comunemente utilizzati schemi di riferimento, idee, concezioni datati, spesso fuorvianti. Che cos’è l’apprendimento: confronto tra i modelli classici dell’apprendere e le moderne osservazioni sul campo; il corpo come precursore psichico – le neuroscienze; il gioco, le aree transizionali e l’apprendimento; il gruppo, Responsabile Scientifico Dott. Giacomo Marcacci Rivolto: Psicologi, Medici, Logopedisti, Terapisti della Neuro. Segreteria Organizzativa: E-COM srl 0965/29547 - 393/6848466 Utilizzare il modulo iscrizione sul sito www.e-comitaly.com Il corso è a numero chiuso; Le iscrizioni saranno accettate in base all’ordine di

arrivo presso la segreteria organizzativa.

Pisa, 3 giugno 2010 Acanthamoeba oculare: dalla diagnosi alla terapia Accreditamento ECM per Medici Oculisti: 3 crediti ECM per Medici Oculisti Numero massimo di partecipanti: 40 Sede del Corso: Aula Reparto Cardiotoracico - Presidio Ospedaliero di Cisanello Via Paradisa, 2 56124 Pisa segreteria organizzativa: ECM Congressi Viale XX Settembre, 180 54033 Carrara-Avenza (Ms) Fax 0585 379888 Telefono 392 1007336 Iscrizione gratuita tramite email: info@ecmcongressi.it

Venezia 1 0 - 1 2 giugno 201 0 X XIII Congresso nazionale ANMA Dalla tutela alla promozione della salute Il Medico Competente protagon i s t a d e ll e n u o v e a t t e s e d i s a l u t e . Crediti formativi Evento n. 2103-10015581 in fase di accreditamento ECM per le discipline Medicina del lavoro e sicurezza degli ambienti di lavoro e Medicina legale. Destinatari: Il Congresso è rivolto a Medici del Lavoro, Medici Legali, Medici Specializzandi in Medicina del Lavoro e Medicina Legale. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi a: Segreteria Organizzativa ANMA - www.anma.it e-mail:maurilio@mclink.it

Per comunicare congressi, convegni, eventi e manifestazioni per la Salute e il Benessere

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Tel.: 0825 74603 - e-mail: info@salutare.info

Glossario CA-125 Conosciuto anche come mucina 16 o MUC 16, è una glicoproteina umana della famiglia delle mucine, codificata dall'omonimo gene MUC16. In particolare, il CA-125 è un importante biomarker e marker tumorale comunemente utilizzato per la valutazione diagnostica e prognostica di alcuni tipi di cancro.

WFDC2 Questo gene codifica per una proteina che è un membro della famiglia di dominio WFDC. Il dominio WFDC o WAP motivo Firma,

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contiene otto cisteine che formano quattro legami disolfuro al centro della proteina, e funziona come un inibitore della proteasi in molti membri della famiglia. Questo gene è espresso in cellule epiteliali polmonari, ed è stato anche trovato per essere espressi in alcuni tipi di tumore ovarico. La proteina codificata è una piccola proteina di secrezione, che può essere coinvolta nella maturazione dello sperma.

Cavismo Deformità del piede caratterizzata da un’abnorme accentuazione della volta longitudinale. Il piede cavo, opposto del piede piatto, è un’affezione che colpisce di preferenza il sesso maschile e si manifesta fra gli 8 e

i 15 anni. Si instaura lentamente ed all’inizio è privo di sintomatologia soggettiva. La deformità si corregge soprattutto in età giovanile con apposita calzatura: nei casi gravi si effettuano interventi chirurgici correttivi.

Varismo Modificazione del normale rapporto tra due segmenti scheletrici adiacenti, quando l'asse longitudinale del primo forma con quello del secondo un angolo con il vertice verso l'esterno. Il segmento appare, pertanto, deviato verso l'interno.

Follow up Il periodo di durata di uno studio, stabilito all'inizio dello studio stesso.


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Endoscopica Malzoni si pone l’obiettivo di rafforzare la propria presenza come punto di riferimento internazionale per il trattamento endoscopico delle patologie ginecologiche. La creazione di un’unità operativa dedicata all’endoscopia, autonoma rispetto alla struttura ospedaliera, consente enormi vantaggi tra cui una più attenta valutazione del problema ginecologico dal punto di vista endoscopico. Inoltre, Endoscopica è dotata di un blocco operatorio con due sale operatorie Storz Or1 che fanno parte di una nuova generazione di sale operatorie “intelligenti” nelle quali l’operatore, grazie ad esclusivi sistemi informatizzati di integrazione di tutte queste nuove funzioni con tutte quelle preesistenti, impartendo semplici comandi vocali è in grado di gestire tutte le apparecchiature elettromedicali e tutte le funzioni ambientali collegate nonché tutte le modalità di comunicazioni disponibili.

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