Salutare 58

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mensile d’informazione per la Salute e il Benessere n° 58

Poste Italiane Spa - sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art.1 comma 1- DCB - Av.

DIAGNOSTICA Nuove frontiere per il tumore alla prostata ALIMENTAZIONE Sindrome del Colon Irritabile PSICOTERAPIA Salve, Mr. Stress! DERMATOLOGIA Herpes genitale FARMACIA Congiuntivite Virale

Toglietemi tutto, ma

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Il controllo delle tensioni muscolari. Le

riabilitazione posturale. Dotato di una

catene muscolari, miofasciali, energeti-

sofisticata rete di sensori il sistema Postu-

che ecc. si manifestano come una rete di

ral Bench permette di rilevare in modo

connessione adattativa e compensativa al

preciso le tensioni della catena muscolare

fine di riequilibrare le forze antigravitarie.

posteriore.

I “punti chiave” sono rappresentati, nella

Il software, semplice ed intuitivo, dopo

metodologia, dai punti di passaggio delle

una prima fase valutativa permette di

curve. Il sistema Postural Bench, dotato

impostare un esercizio riabilitativo a feed

di sei rilevatori di carico estremamente

back estremamente efficace per una cor-

precisi e indipendenti inseriti all’interno

retta riprogrammazione posturale.

della struttura, permettono di evidenziare

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POSTURAL BENCH è l’innovativo sistema per la valutazione-

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SOMEDA è specializzata nella distribuzione di apparecchiature per la riabilitazione, la fisiokinesiterapia, chirurgia, estetica, diagnostica ed arredamento sanitario.


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Sommario

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Oncologia

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Diagnostica

12

Naturopatia

Cancro alla prostata

Nuove frontiere per il tumore alla prostata

Una storia straordinaria

13

Podologia Spina calcaneare

14

16

Foniatria Diagnosi: nulla resta immutato

16

Sociale

17

Psicoterapia

18

Farmacia

20

Psicologia

21

Posturologia

22

Musicoterapia

24

Alimentazione

L'educatore professionale

Salve, Mr. Stress!

Congiuntivite Virale

La patologia del disco

La mozarterapia e l’attività motoria

25

24

Dermatologia Herpes genitale

Psicologia

27

Sociale

30

Pedagogia

L'invidia virtuale

Missione umanitaria

Body Work®

Logopedia La disfonia infantile

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Tutti gli articoli hanno solo finalità informativa ed educativa, non costituiscono motivo di autodiagnosi o di automedicazione e non sostituiscono la consulenza medica specialistica.

Sindrome del Colon Irritabile

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30

S.o.s. bullismo

Prevenzione L’intestino non va in vacanza

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News Quiz

29 34

Ricevi Salutare Eventi


Angolo dei Lettori Gentile Redazione anzitutto complimenti per la rivista che offre sempre utili consigli e spunti di riflessioni su molti argomenti. A questo proposito vorrei rivolgervi una domanda. Ho sentito parlare di un numero unico europeo di emergenza, per essere rintracciati subito, anche quando non si è in grado di dire all' operatore dove ci si trova e quindi risparmiare tempo per il soccorso. Esiste davvero o è una bufala? Marco - Catania Caro Marco, la notizia è vera, ma mentre tutti gli altri Paesi dell' Unione si sono attivati, da noi 112 europeo partirà nei prossimi giorni solo nella provincia di Varese e solo in via sperimentale. Il 112 è il numero unico europeo di emergenza, disponibile gratuitamente in tutta l'Unione europea. E’ possibile chiamare il 112 per ogni emergenza che richieda l'intervento di un'ambulanza, dei vigili del fuoco o della polizia. Non chiamare il 112 per ottenere informazioni sul traffico, sul meteo o per informazioni e richieste generiche. Chiamate non necessarie possono sovraccaricare il sistema e mettere a rischio la vita di chi realmente necessita soccorso. Anche le segnalazioni false possono incidere sulla tempestività dei soccorsi. A causa del dilagare di questo fenomeno, alcuni paesi hanno deciso di bloccare le chiamate al 112 da telefoni cellulari sprovvisti di carta SIM. Nella pagina accanto alcune informazioni su come funziona questo servizio. Salve a tutti. Vorrei avere dei chiarimenti sulla nuova legge in vigore da marzo sulle cure palliative. Grazie - Sara (Napoli) In vigore dal 3 aprile 2010 la legge n. 38 del 15 marzo 2010 sulle «Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore». Tra le misure previste, l'obbligo per i medici di monitorare il dolore di ogni paziente ricoverato e la valutazione dovrà essere inserita nella cartella clinica. Le Cure palliative, destinate ai malati

terminali, con le nuove regole, diventano un diritto per tutti e la prescrizione dei farmaci antidolore diventa più semplice, non ci sarà più bisogno di ricettario speciale, ma solo l'obbligo per il farmacista di conservare la ricetta. Le tariffe delle cure palliative nelle strutture pubbliche e convenzionate, che oggi variano notevolmente da regione a regione, dovranno essere omogenee su tutto il territorio nazionale. La legge intende tutelare e garantire l'accesso alle cure palliative e alle terapie del dolore da parte del malato, nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza. Le strutture sanitarie che erogano cure palliative e terapie del dolore devono assicurare un programma di cura individuale per il malato e per la sua famiglia, nel rispetto dei principi fondamentali della tutela della dignità e dell'autonomia del malato, senza alcuna discriminazione; della tutela e promozione della qualità della vita in ogni fase della malattia, in particolare in quella terminale, e di un adeguato sostegno sanitario e socio-assistenziale della persona malata e della famiglia. Con accordo stipulato entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge sono individuate le figure professionali con specifiche competenze ed esperienza nel campo delle cure palliative e della terapia del dolore, anche per l’età pediatrica, con particolare riferimento ai medici di medicina generale e ai medici specialisti in anestesia e rianimazione, geriatria, neurologia, oncologia, radioterapia, pediatria, ai medici con esperienza almeno triennale nel campo delle cure palliative e della terapia del dolore, agli infermieri, agli psicologi e agli assistenti sociali nonché alle altre figure professionali ritenute essenziali. Inoltre, sono definiti i requisiti minimi e le modalità organizzative necessari per l’accreditamento delle strutture di assistenza ai malati in fase terminale e delle unità di cure palliative e della terapia del dolore domiciliari.

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Tiratura: 20.000 copie Editore: Ass. Culturale Salutare Direttore Responsabile: Mario Barbarisi Redazione: Maria Paola Aprea, Angela Romano Progetto grafico: Promova Coop. Soc. Onlus Area web: Carmine Serino Collaborazioni:

dr.ssa Francesca Chiarini, dr.ssa Sabina Scassa, dr.ssa L. De Varti, dr.ssa Ilaria Pucci, dr. N. Caccavella, dr.ssa L. Gentile, dr. P. Peluso, dr. M. Borghese, dr. A. Sabato, dr. A. Pacilio, dr.ssa E. Vesce, dr.ssa A. Venezia, dr. Del Sorbo, dr.ssa M. Frandina, dr. G. P. Fazio, dr. G. Pistillo, dr.ssa R. Santoro, Valentina Saraceni. sito: www.salutare.info e-mail: info@salutare.info

contatto skype: salutare.info Tel.: 0825.74603

Contributi: c/c postale n° 55117402 intestato all’Ass. Salutare via Due Principati, 278 (ex 210) Avellino Stampa: Csd - Na Crediti immagine: © Vladimir Wrangel © Gennadiy Poznyakov © Dash - Fotolia.com

partecipare Salutare è la rivista gratuita con diversi argomenti nell’ambito della salute e benessere: medicina, psicologia, farmacia, alimentazione, ambiente e tanti altri. Si avvale della collaborazione di professionisti del settore che mettono a disposizione le proprie conoscenze al servizio di tutti i cittadini. Partecipare a SALUTARE significa sostenere un’iniziativa culturale intrapresa per sensibilizzare alla salvaguardia del benessere comune e di fornire ai lettori oltre ai servizi, il supporto da consultare per essere sempre aggiornati. Un’Azienda che usufruisce di uno spazio su Salutare ha la possibilità di comunicare ai lettori le strutture, i servizi, le iniziative e sulla SALUTE e il BENESSERE.

Questo spazio è pensato per voi Comunicate le vostre opinioni, esigenze, proposte, esperienze vissute oppure un parere sulle strutture e i servizi di cui avete usufruito. Non possiamo fornire risposte personali, ma le vostre segnalazioni sono preziose per orientare gli articoli e le inchieste che pubblicheremo sulla rivista.

Pubblicazione mensile Anno VI n° 58 - 2010 Distribuzione gratuita Reg. Tribunale Av in data 15/01/2004 N° 419

Scrivete a Salutare Via Due Principati, 278 83100 Avellino info: tel. 0825 74603 e-mail: info@salutare.info www.salutare.info

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News

IL NUMERO UNICO EUROPEO DI EMERGENZA

In Italia il 112 europeo partirà nei prossimi giorni solo nella provincia di Varese e solo in via sperimentale. Il 112 è il numero unico europeo di emergenza, disponibile gratuitamente in tutta l'Unione europea. Cosa succede quando chiamate il 112? Un operatore qualificato risponderà alla vostra chiamata. A seconda del paese, l'operatore gestirà la vostra richiesta direttamente o vi metterà in contatto con il servizio competente (l'ambulanza, i vigili del fuoco o la polizia). Gli operatori sono sempre più in grado di rispondere alle chiamate al 112 in più lingue: questo è un aspetto particolarmente importante per chi si rivolge al 112 quando è all'estero. Fornite il vostro nome, indirizzo e numero di telefono. L'identificazione del richiedente è necessaria soprattutto per evitare che uno stesso incidente sia segnalato due volte. Non riagganciate se chiamate il 112 per errore! Avvertite l'operatore che va tutto bene. Diversamente, potrebbe essere necessario inviare i soccorsi per verificare che non ci siano problemi. L'Italia è l'unico Paese dell'Unione Europea che ancora non l'ha attivato. In Italia al 112 rispondono i

carabinieri e con questo numero, così come con il 118 e gli altri servizi di soccorso, non è possibile localizzare automaticamente chi sta chiamando. L' inadempienza sul 112 europeo potrebbe costarci cara, anche dal punto di vista economico: il mese scorso la Commissione europea ha di nuovo deferito l'Italia alla Corte di giustizia, chiedendo una supermulta per il nostro Paese, già condannato nel gennaio 2009 per il mancato adeguamento a una direttiva di ben sette anni prima (2002/22/CE). La chiamata che arriva al 112, ma anche a un altro numero di emergenza, viene presa in carico dalla centrale operativa (ospitata nel caso di questa sperimentazione presso la sede del 118 di Varese), collegata in tempo reale sia col Centro elaborazione dati interforze del Ministero dell' interno, sia con le sale operative di carabinieri, polizia, vigili del fuoco, pronto soccorso. L'operatore del call center raccoglie i dati essenziali di chi chiama, codifica la domanda, chiede la localizzazione del chiamante al Ced del Viminale, che la fornisce nel giro di pochi secondi, smista l'allarme alla centrale di competenza. La procedura dura pochi minuti e consente di ridurre notevolmente i tempi di soccorso. Se a chiamare è uno straniero,

Stay cool,

is there for you

poi, è disponibile il servizio multilingue e, per i sordomuti, la richiesta di aiuto può avvenire tramite sms. Almeno per ora non ci sarà certo un unico numero per tutte le emergenze - chiosa Marco Cherri, delegato nazionale per l' Italia dell' European emergency number association (Eena) - ma per evitare le sanzioni, le autorità italiane stanno correndo ai ripari, permettendo ai diversi servizi di emergenza di localizzare chi chiama. Si è cominciato con la digitalizzazione delle linee di carabinieri e polizia (113), poi un decreto dello scorso febbraio ha esteso la possibilità di localizzare chi chiede aiuto anche al 118 (emergenze sanitarie) e al 115 (vigili del fuoco), tramite la connessione al Ced interforze. Dunque, tutti i diversi numeri continueranno a ricevere separatamente le chiamate. In ogni caso, cari lettori, a voi

che andrete fuori durante le prossime settimane forniamo un vademecum dei numeri utili a cui potreste ricorrere in caso di emergenze, sperando comunque di non dover utilizzare.

ALTRI NUMERI UTILI: - Numero di pronto intervento della Polizia di Stato: 113 - Numero di pronto intervento dei Carabinieri: 112 - Numero di pronto intervento della Guardia di Finanza: 117 - Numero di pronto intervento dei Vigili del Fuoco: 115 - Emergenza Sanitaria: 118 - Emergenza Ambientale: 1515 - CIS: Viaggiare Informati: 1518 - Soccorso Stradale: 803116 - Guardia costiera 1530 - Telefono Rosa. contro la violenza sulle donne: 0637518261-2 - Emergenza Infanzia. Servizio gestito da Telefono Azzurro: 114

Data la sua crescita, Salutare richiede l’impiego di maggiori risorse. Naturalmente il servizio che noi offriamo ha dei costi, tuttavia, abbiamo comunque deciso di mantenerlo gratuito.

Sostieni l’informazione per la salute e il benessere: Associazione Culturale Salutare Via Due Principati, 278 (ex210) - 83100 Avellino c/c postale 55117402

e-mail: info@salutare.info

info: 0825 74603

L’aiuto economico, anche occasionale, è certo utile, la disponibilità di risorse economiche costituisce una condizione necessaria per promuovere progetti di autosviluppo come il nostro. Se puoi privarti di qualche soldo, cedilo alla nostra causa, con un libero versamento sul conto corrente postale 55117402. Ciò è assolutamente volontario e se decidi comunque di non effettuare donazioni, non per questo avrai meno supporto da parte nostra.

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Salute Quiz

Sapere non costa nulla, non sapere può costarti tanto!

Siete sicuri di sapere tutto sui temi legati alla salute e al benessere? Mettete alla prova le vostre conoscenze. Per ogni domanda è prevista una sola risposta oppure vero o falso. Tutte le domande sono tratte dai numeri precedenti di Salutare e Baby Magazine. Per approfondimenti visitate il nostro archivio al sito www.salutare.info

1) La Disfunzione Erettile è definita come l’incapacità di raggiungere e mantenere un’erezione

2) Nel periodo estivo migliorano molte patologie di origine? Cardiologica Vascolare Dermatologiche

6) Quali sono i sintomi delle malattie vascolari periferiche? Perdita improvvisa dell’equilibrio Dolore alle gambe determinato dal camminare Disturbi all’apparato respiratorio

1) Vero: La Disfunzione Erettile è definita come l’incapacità di raggiungere e mantenere un’erezione adeguata per poter avere un rapporto sessuale soddisfacente. (Salutare n.22)

5) Gli attuali modelli estetici vogliono le donne sempre più magre, ma con un seno abbondante. (Salutare n.36) 4)Le infezioni di HPV vengono acquisite nel corso di contatti interpersonali intimi (prevalentemente nel corso di rapporti sessuali) ed interessano nel corso della vita circa l’80% delle persone sessualmente attive. (Salutare n.36) o recuperarla, sottraendola al “tempo”. (Salutaren.33)

8)Vero: La capacità di ricordare e di ripetere un frammento musicale o più brani, è una cosa comune, e quasi tutti riusciamo a farlo senza compiere grandi sforzi. (Salutare n.56) 7) Nella pratica della medicina orale, la malattia che si riscontra più frequentemente è di certo la Candida (Salutare n.53) periferiche è certamente il dolore alle gambe determinato dal camminare. (Salutare n.19) www.salutare.info

6) Il sintomo più comune nelle malattie vascolari

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8) Fare musica è un buon esercizio per la memoria

2) Nel periodo estivo migliorano molte patologie dermatologiche (es: acne, psoriasi, dermatite atopica) grazie all’azione sebo- ed immunoregolatrice dei raggi ultravioletti. (Salutare n.33)

4) Quando si manifestano infezioni da HPV? Le infezioni di HPV si manifestano nel corso di contatti interpersonali intimi Si manifestano con una grossa diuresi Si manifestano con gonfiore al seno

7) Nella pratica della medicina orale, qual è la malattia che si riscontra più frequentemente? La Candida La carie La perdita dei denti

3) La Chirurgia Estetica può migliorare l’immagine, dare un aspetto più giovanile e a volte può addirittura creare la bellezza

3) Perché si ricorre alla Chirurgia Estetica? Per dare un aspetto più intelligente Per migliorare l’immagine, dare un aspetto più giovanile Per sentirsi più alti

Le risposte

5) Gli attuali modelli estetici vogliono le donne sempre più.... ? In carne con poco seno Magre, ma con un seno abbondante Felici e con un bel sorriso.


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News

Nuova tecnica chirurgia mini invasiva per l'alluce valgo La nuova tecnica chirurgica denominata percutanea è caratterizzata da piccole incisioni attraverso le quali si aggrediscono le strutture ossee, capsulari e tendinee deformate riportandone gli assi nelle giuste direzioni. É una patologia dell'avampiede molto diffusa che si manifesta con più frequenza nelle donne. La caratteristica di questa patologia più rilevante è la deformazione sui piani frontali e trasversali della prima falange metatarsale. Il risultato è una deviazione e rotazione laterale tanto da alterare l'appoggio dell'avampiede, la postura, il passo e la funzione tattile e propriocettiva di tutta la pianta del piede. Numerose sono le soluzioni e tecniche chirurgiche proposte negli anni ma tra queste solo la chirurgia percutanea, nata negli Stati Uniti grazie al Dott. Isham, e in seguito diffusa in Europa attraverso l'esperienza praticata in Spagna, ha come filosofia la mini invasività chirurgica nel rispetto del paziente e delle sue attività relazionali. L'intervento si effettua in anestesia locale con piccole incisioni cutanee attraverso le quali si introducono frese di minime dimensioni e con le quali si praticano le osteotomie necessarie per la correzione delle deformità. Alla fine dell'intervento si applica un bendaggio in correzione il cui scopo è quello di mantenere le correzioni ossee ottenute senza l'uso di mezzi di sintesi.

a cura del dr. N. Caccavella

UNA PILLOLA AL POSTO DELLA CHEMIOTERAPIA Si è aperta la "II Italian Conference on Thoracic Oncology", presieduta da Filippo De Marinis, direttore della I Unità Operativa di Pneumologia Oncologica dell'Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma. Le pillole in grado di sconfiggere questo tipo di cancro, presentate nell'ambito della Conferenza, eliminerebbero gli effetti collaterali della chemio. Si tratta di tre i farmaci: "gefinitib" adatto al tumore al polmone 'non a piccole cellule', il tipo di tumore più diffuso, ed efficace negli ex fumatori, nelle donne, ma non in coloro che hanno ancora il vizio del fumo; "erlotinib", per cui vale lo stesso discorso della non efficacia nei fumatori; "crizotinib". Il tumore al polmone è tra le principali cause di morte per neoplasie nei paesi industrializzati e in Italia le nuove diagnosi sono quasi 40mila all'anno. Inquinamento, sostanze tossiche di derivazione industriale e soprattutto fumo di sigaretta sono i fattori che incidono notevolmente sui livelli di rischio. De Marinis sottolinea che smettere di fumare, meglio se prima dei 35 anni, è indispensabile per ridurre il rischio di cancro al polmone. La possibilità di ammalarsi di neoplasia è 60 volte maggiore nei fumatori incalliti che nei non fumatori e inoltre ci vogliono 3-4 anni per ridurre i rischi cardiovascolari e dai 10 ai 15 anni per riportare il rischio di cancro nei fumatori allo stesso livello dei non fumatori.

La deambulazione con carico diretto è immediata con l'utilizzo di una scarpa a base rigida per circa 4/5 settimane. Con questa tecnica si può intervenire oltre che sull'alluce valgo anche in altre patologie dell'avampiede tra cui il dito a martello, le metatarsalgie, il neuroma di Morton, la spina calcaneare ecc…

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Assegno invalidità civile: cosa cambia con la manovra Con la recente approvazione da parte del Governo della manovra economica è arrivata la “stretta” anche sul percepimento dell’assegno di invalidità civile. Per le domande presentate a partire dallo scorso 1 giugno 2010, la percentuale minima di invalidità per ottenere l’assegno non è più pari al 74%, ma all’85%, mentre restano invariati tutti gli altri requisiti relativi alla condizione di inoccupato ed al rispetto dei limiti di reddito. Per le domande presentate prima dell’1 giugno 2010, invece, la percentuale minima di invalidità rimane quella del 74%. Ma a quanto ammonta per quest’anno l’assegno di invalidità civile? Ebbene, in accordo con quanto riporta la Coldiretti, l’assegno di invalidità civile, per le persone che nel rispetto dei requisiti, hanno un’età compresa tra i 18 ed i 64 anni, è pari a 256,67 euro a fronte del rispetto dello stato di inoccupato e di un reddito personale non superiore alla soglia dei 4.408,95 euro annui; il tutto fermo restando

a cura dell'Avv. Ciro D'Emilio - www.legalmente.info

che con un’età superiore ai 64 anni non spetta l’assegno di invalidità civile, ma quello sociale. Il limite di reddito sopra indicato è valido per chi ha presentato la domanda di invalidità civile prima dell’1 giugno 2010, e compresa tra il 74% ed il 99%, oppure è compresa tra l’85% ed il 99% per chi l’ha presentata dall’1 giugno scorso. L’importo è sempre di 256,67 euro mensili, per l’anno 2010, per chi ha un tasso di invalidità civile pari al 100%, ma in questo caso il limite di reddito personale da rispettare è più alto e pari a 15.154,24 euro annui. Per quel che riguarda la presentazione delle domande per ottenere le prestazioni di invalidità civile, l’Organizzazione degli agricoltori ricorda che dall’inizio del corrente anno le istanze non vanno più presentate alle Asl ma direttamente all’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (INPS) ed esclusivamente con la trasmissione per via telematica.

Dichiarazione dei redditi: in quali casi paga il commercialista?

Se invece si mastica poco di fisco l’unica strada percorribile è quella di affidarsi ad un intermediario abilitato, ad esempio ad un dottore commercialista. Ebbene, cosa accade in questo caso se il commercialista presenta per nostro conto una dichiarazione dei redditi sbagliata? Chi paga, il professionista o il contribuente? Innanzitutto, avvalersi di un intermediario abilitato significa riconoscere al commercialista il corrispettivo per una prestazione che deve essere tale da garantire la presentazione di una dichiarazione dei redditi corretta. Questo significa, ad esempio, che il commercialista per portare in detrazione delle spese deve poter acquisire dal proprio cliente tutta la documentazione completa attestante la fruizione del beneficio.

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Tutto cambia invece quando si viene a prefigurare la colpa professionale. Una recente sentenza della Cassazione, in accordo con quanto riporta il Quotidiano Telematico dell’Agenzia delle Entrate Fiscooggi.it, ha infatti disposto, nell’ambito di una disputa tra un commercialista ed un cliente per dichiarazione non veritiera, e per le conseguenti sanzioni applicata dal Fisco, che a pagare la metà dei “danni” sia proprio l’intermediario abilitato. Il consiglio è quindi quello, da un lato, di agevolare il lavoro del professionista fornendo sempre una documentazione completa, mentre il commercialista, a seguito di tale sentenza, deve chiaramente fare attenzione evitando magari di lasciar fare tutto ad un tirocinante senza non aver prima controllato e verificato il lavoro svolto per conto dei propri assistiti.


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Oncologia a cura del Prof. Antonio Giordano

Cancro alla prostata, l'importanza della prevenzione e della diagnosi Il carcinoma della prostata è per frequenza il secondo tumore maligno nel sesso maschile dopo quello polmonare. La sua incidenza nel corso degli ultimi venti anni si è fortemente incrementata e si registrano oltre cinquantacinque nuovi casi per centomila abitanti. Il numero assoluto dei nuovi casi di carcinoma prostatico, quindi, tende ad aumentare in relazione all'aumento della popolazione e al suo invecchiamento. Raramente diagnosticato prima dei quarant’anni, il cancro alla prostata, rappresenta negli uomini sopra i cinquant’anni, la terza causa di morte per cancro dopo i tumori del polmone e del colon-retto. È assolutamente auspicabile prevenire questa patologia ricorrendo, periodicamente, ad un urologo soprattutto quando ci si trova di fronte a disturbi delle vie urologiche e genitali per evitare che situazioni facilmente risolvibili si complichino per pudori e ritrosie. Collocata sotto la vescica dell’uomo davanti al retto, la prostata partecipa al meccanismo dell’eiaculazione, secernendo la maggior parte del liquido seminale indispensabile per il trasporto degli spermatozoi. La ghiandola prostatica produce una sostanza specifica chiamata Antigene Prostatico Specifico (PSA) che viene escreto anche nel sangue dove può essere dosato. Proprio il dosaggio del PSA e

urinarie come insaccati, crostacei, cibi troppo fritti, piccanti o speziati e le bevande gassate, alcoliche, caffè. Al contrario è un ottimo modo di alimentarsi quello che si basa sulla dieta mediterranea che preveda un elevato consumo di frutta (vitamina A, C, E), verdura, pomodori, fibre e cereali integrali, legumi e acqua nella quantità di almeno due litri al giorno.

una visita specialistica rettale possono essere fondamentali per una diagnosi precoce: valori più elevati della norma di PSA, e un aumento della grandezza della ghiandola sono tra i sintomi del tumore maligno della prostata. Per una diagnosi più approfondita del carcinoma prostatico, tuttavia, è consigliabile sottoporsi ad un’ecografia prostatica transrettale e a biopsie prostatiche ecoguidate. Trattandosi di una patologia che ha una lunga latenza è importante sottoporsi a regolari controlli anche se vale la pena evidenziare che molti ricercatori e medici pur riconoscendo che il PSA sia l’unico marcatore ivi esistente ne hanno bocciato la valenza di screening. La considerazione da cui parte questa critica risiede nel fatto che questo tipo di cancro si diffonde molto lentamente

comprendendo forme che nell’intera vita del paziente non avrebbero mai dato alcun segno di sè. I sintomi Difficoltà ad urinare, bisogno di urinare spesso, sensazione di non riuscire ad urinare in modo completo, dolore mentre si urina, sangue nelle urine o nel liquido seminale, dolore alle ossa, impotenza. Le cause I fattori di rischio del cancro alla prostata, come detto, si manifestano, generalmente, intorno al quaranticinquesimo anno di età. Oltre a fattori ereditari si annoverano tra essi una dieta ricca di grassi saturi (carne e latticini) e fattori ormonali. Relativamente all’alimentazione che gioca un ruolo fondamentale sono sconsigliabili i cibi che possono irritare le vie

Il trattamento Negli stadi inziali (I e II) di questo tumore e quando le condizioni del paziente lo permettono si interviene con la terapia chirurgica che consiste nella rimozione radicale della prostata. La prognosi presenta un tasso di sopravvivenza intorno al 90% anche se possono verificarsi complicanze come la disfunzione erettile (60% circa) o la incontinenza urinaria (7% circa). Negli stadi inziali anche la radioterapia è un trattamento efficace ed anch’essa presenta delle complicanze erettili (dal 25 al 59% dei casi trattati) ed incontinenza. Quando non sussistono le condizioni per la terapia chirurgica o per la radioterapia o quando la malattia è ormai sistemica è possibile eseguire un trattamento ormonale antiandrogenico. Anche in questo caso si possono verificare importanti effetti collaterali come la drastica diminuzione della libido, la disfunzione erettile e la ginecomastia (aumento di volume della ghiandola mammaria). Salutare 11


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É boom di allergie da scarpe, piedi 'assaltati' da micosi e dermatiti - Amate dalle donne e, stando alle ultime tendenze sul fronte moda, ormai cruccio anche per l'universo maschile: scarpe croce e delizia, sono proprio loro, sempre più spesso, a innescare e accendere allergie,che sfociano per lo più in “dermatiti” soprattutto d'estate, quando il piede suda maggiormente. Sempre più numerosi sono i casi, che si traducono in un vero e proprio “boom", spiega all'Adnkronos Salute Adriano Mari, coordinatore del Centro di allergologia clinica e sperimentale dell'Istituto dermatologico dell'Immacolata (Idi) Irccs di Roma. Tacchi, stivali, ballerine e mocassini dei modelli e materiali più disparati e, per chi è a caccia dell'affare,

disponibili sul mercato anche a prezzi stracciati. "Ma attenzione - fa notare l'allergologo - spesso si tratta di prodotti scadenti, che possono dar vita a micosi, con la comparsa degli odiatissimi funghi sul piede. Si tratta per di più di un'infezione che finisce per peggiorare la dermatite allergica, innescando un circolo vizioso da cui è difficile venir fuori". Ma che cos'è a minare la salute dei piedi partendo proprio da sneaker e stiletti? È sempre più raro -spiega Mari- trovare scarpe in vero cuoio e cucite a mano. L'uso sempre più diffuso di gomma, coloranti e collanti vari, mette il piede costantemente a contatto con sostanze che possono creare allergie.

Si puo' prevedere la menopausa con un test del sangue Un semplice test del sangue in grado di prevedere l'età in cui la donna entrerà in menopausa con un margine medio di errore di soli quattro mesi. È stato messo a punto dai ricercatori della Shahid Beheshti University of Medical Sciences in Tehran (Iran) guidati da Ramezani Tehrani e verrà presentato Roma nel corso della 26a riunione annuale della European Society of Human Reproduction and Embryology (Eshre). I ricercatori hanno prelevato, a cadenza annuale, campioni di sangue da 266 donne di età compresa tra i 20 e i 49 anni per misurare le concentrazioni di un ormone che viene prodotto nelle ovaie delle donne, l’ormone anti-Mulleriano (AMH), responsabile di controllare lo sviluppo dei follicoli nelle ovaie e quindi la funzionalità ovarica. Gli studiosi hanno anche raccolto informazioni sul background socio-economico delle donne e sulla loro storia riproduttiva. Sessantatre donne hanno raggiunto al menopausa nel corso dello studio: "Abbiamo sviluppato un modello statistico per stimare l'età del raggiungimento della menopausa, e siamo stati in grado di dimostrare che esiste un buon

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E, se la qualità è scadente, i rischi naturalmente lievitano. L'Osservatorio nazionale del tessile, abbigliamento, pelle e calzature, di cui Anci è membro, sarà il punto di riferimento per la sorveglianza sanitaria tramite il campionamento e l’analisi di prodotti prelevati sul mercato. Dall'Osservatorio attendiamo iniziative concrete che rendano la possibilità di acquistare qualità in sicurezza un diritto effettivo per il consumatore, dando ai ministeri competenti degli input per legiferare preservando la salute del consumatore". Intanto, per dichiarare guerra alle sostanze dannose per la salute e l'ambiente, il Centro italiano materiali di applicazione calzaturieria (Cimac), di proprietà della stessa Anci, "sta predisponendo delle schede sulle sostanze chimiche utilizzate nella produzione, così da stilare un elenco descrittivo che verrà consegnato al Ministero della Salute". Un'iniziativa che va nella direzione indicata anche dai medici. "L'industria - chiede infatti Mari - dovrebbe fornire più informazioni sui prodotti utilizzati nei processi di lavorazione". Nel frattempo, a chi è alle prese con allergie che stanno rovinando le estremità "consiglio rigorosamente - raccomanda l'allergologo - scarpe di qualità, e di tenere i piedi liberi e non costretti più tempo possibile.

livello di accordo tra il nostro modello e l'età effettiva di inizio della menopausa - spiega Teherani -. La differenza media tra l'età prevista e quella effettiva è risultata di circa quattro mesi, e il margine d'errore massimo è stato stimato intorno ai 3-4 anni. "I nostri risultati indicano che l'ormone AMH è in grado di specificare lo stato riproduttivo di una donna - conclude Teherani -. Ora sono necessari studi su una popolazione di donne più estesa per avvalorare ulteriormente i nostri risultati".(ASCA)


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Diagnostica Neurologia a cura di Ilaria Pucci

Nuove frontiere per il tumore alla prostata Al Neuromed esame di PET-TC con utilizzo di F-Colina per lo studio di questa neoplasia. Il tumore della prostata è una delle neoplasie più frequenti nell’uomo con alta incidenza nei soggetti over 60. Negli ultimi 15 anni si è affermato nella pratica clinica l’impiego delle metodiche diagnostiche come il dosaggio nel sangue del PSA e l’ecografia della prostata. Ciò ha permesso l’incremento del numero di diagnosi precoci di questa patologia. Nel medesimo tempo anche la chirurgia, la radioterapia e la terapia medica, impiegate nella cura della neoplasia prostatica, hanno subito una profonda trasformazione tecnica ed esecutiva, che ne ha amplificato l’efficacia e migliorato l’impatto sulla vita quotidiana dei pazienti. Sia nella prevenzione che nella cura del tumore alla prostata esami di elezione sono l’ecografia, la TAC, la RM, la scintigrafia ossea e la PET; quest’ultima, in particolare, viene utilizzata con ottimi risultati nello studio di numerose neoplasie. Tuttavia nello studio del tumore della prostata, la PET si era più volte dimostrata fallace: il limite era quello di utilizzare come molecola l’FDG, un tracciante che studia il metabolismo glucidico delle cellule, e che in particolare in tale patologia,

non risultava efficace a causa del lento metabolismo delle sue cellule. Oggi questo limite è stato abbattuto. Infatti numerosi passi in avanti sono stati fatti nella medicina nucleare dove si è varcata una nuova frontiera: si chiama F- Colina ed è utilizzata come tracciante PET-TC e risulta di grande efficacia nella stadiazione di pazienti con tumore alla prostata. I vantaggi di tale esame, che si svolge purtroppo in pochissime strutture in Italia e da Roma in giù, solo presso l’Istituto Neuromed di Pozzilli (IS), sono rappresentati dall’elevata accuratezza nella valutazione di tale patologia anche superiore alla risonanza magnetica ad alto campo, alla TAC e alla scintigrafia ossea. Lo studio con Fluorocolina si propone per la sua elevatissima sensibilità (già a valori di PSA di 4 ng/ml) sia nella diagnosi di recidiva locale (cioè nella ricrescita locale del tumore dopo l’intervento chirurgico), che nell'importantissima evidenza di metastasi a distanza, soprattutto alle ossa e ai linfonodi. Ad oggi, in letteratura, diversi studi clinici dimostrano che la

F-Colina potrebbe rappresentare una svolta come tracciante nell’esame PET sia per la diagnosi che per la stadiazione, in particolare del tumore alla prostata, ma anche di neoplasie cerebrali (gliomi, meningiomi) o del sangue (mielomi), questi ultimi tuttavia ancora in fase di studio. F-Colina: è un tracciante PET-TC utilizzato soprattutto nelle studio del tumore della prostata. PET-TC: Esame di elezione nello studio di tumori eseguito con radiofarmaci.

Focus patologia:

Il carcinoma prostatico è una malattia in costante aumento ed è al secondo posto tra le cause di morte per cancro nel maschio. L’incidenza nei paesi occidentali è di oltre 55 nuovi casi per 100 mila abitanti. Tale neoplasia è tra quelle più comunemente diagnosticate. È raramente riscontrato prima dei 40 anni, essendovi un incremento dell’incidenza e della prevalenza con l’aumentare dell’età. Poiché il carcinoma prostatico è asintomatico quando localmente confinato può essere diagnosticato nella sua fase guaribile mediante periodici controlli. Si raccomanda a tutti gli uomini di età compresa tra i 50 e i 70 anni di sottoporsi annualmente a DRE (Esplorazione Digito-Rettale) della prostata e ad una determinazione del PSA sierico; e tale raccomandazione viene estesa agli uomini al di sopra dei 40 anni se vi è una storia famigliare di tumore prostatico.

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Naturopatia a cura della dr.ssa L. Gentile

Una storia straordinaria La storia dell'amore di un uomo per l'umanità.

La storia di un uomo dal cuore d’oro, di un medico eccellente, di un ricercatore innovativo, che ha visto l’uomo nel malato di fronte a lui. Edward Bach definito «moderno Paracelso», vedeva nel suo sistema un contributo alla medicina del futuro, quella che previene le malattie fisiche agendo sul piano spirituale. Edward Bach nacque nel Galles nel 1886. Era un bambino dalla costituzione debole, con una grande passione per il sapere e una profonda compassione per il prossimo. Dal 1903 al 1906 lavorò nella fonderia del padre; lì ebbe modo di osservare le diverse malattie degli operai e i conflitti dell'anima che ne derivavano. Il desiderio di poter fare qualcosa di utile per gli altri gli fece intraprendere gli studi di medicina che concluse brillantemente nel 1912 a Londra.

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Fu direttore del pronto soccorso dell'University College Hospital, poi assistente nel reparto di batteriologia e immunologia. In quegli anni ebbe modo di individuare la relazione tra la presenza nell'intestino umano di specifici ceppi batterici e la comparsa di malattie croniche. Lavorando in ospedale si rese conto di come la medicina considerasse i pazienti più come portatori di dolori e malattie da debellare, che come esseri umani bisognosi di cure, quindi lasciò il lavoro ospedaliero per dedicarsi all'immunologia. A trent'anni gli viene diagnosticato un tumore alla milza con metastasi: tre mesi di vita! Bach riesce a reagire e si dedica anima e corpo alla ricerca, desideroso di lasciare qualcosa di utile all'umanità. Sosterrà da quel momento che la malattia nasce dal conflitto che può scatenarsi quando la personalità non vive in armonia con il proprio essere e genera uno squilibro nel campo energetico elettromagnetico dell’individuo, da interpretarsi come un campanello d’allarme che segnala la necessità d’intervenire per riportare il sistema all'equilibrio.

Studiando l'omeopatia trova la relazione esistente tra le malattie croniche e l'atteggiamento nei confronti della vita. Arriva a sostenere che non sia necessario preoccuparsi della manifestazione patologica in quanto tale di una malattia, bensì dell'alterazione primigenia, psicologica, emozionale che col tempo la genera. Bach cerca di applicare quanto appreso alle sue scoperte precedenti e, interpretando i suoi lavori di ricerca batteriologica in chiave omeopatica, introduce 7 nuovi nosodi, vaccini da utilizzare per via orale. Individua diverse piante la cui frequenza vibrazionale è simile a quella dei nosodi. Elabora anche la cosiddetta "sintomatologia dell'animo" del paziente, basata sulla corrispondenza tra ogni gruppo di batteri e precise tipologie caratteriali e psicologiche. Per approfondire torna nel Galles e, passeggiando per le campagne, raccoglie i primi due rimedi floreali, Mimulus e Impatiens, sperimentandoli sotto forma di nosodi. Si rende subito conto che questi rimedi funzionano solo su alcuni soggetti: Mimulus su

soggetti timidi, silenziosi, con paure concrete e definite, Impatiens su soggetti veloci, solitari e impazienti. Dati i risultati eccezionali, decide di dedicarsi completamente alla ricerca. I nuovi rimedi floreali sono sperimentati dai suoi vecchi colleghi, che lo incoraggiano a proseguire nel lavoro di ricerca, e naturalmente dallo stesso Bach. Nel 1932 completa lo studio di dodici fiori che corrispondono ai dodici stati d'animo da lui isolati, che chiama "I dodici guaritori": Mimulus, Impatiens, Centaury, Clematis, Rock Rose, Gentian, Chicory, Vervain, Water Violet, Agrimony, Cerato, Scleranthus. Dal 1932 al 1935 scopre gli altri ventisei rimedi, completando il suo lavoro. Convinto di aver ultimato il suo sistema e di aver così concluso l'opera, decide di tenere una serie di conferenze. Il 27 novembre 1936 la sua anima lo lascia durante il sonno: muore per ischemia cardiaca, dopo essere sopravvissuto per 19 anni al cancro. La grande intuizione avuta da Bach fu che nella stessa Natura, si trovassero sia le cause della malattia che i rimedi curativi. Si deve aggiungere una visione positiva della malattia, intesa come un momento di riflessione sugli errori che una persona sta compiendo. "La malattia non è una crudeltà in sé, né una punizione, ma uno strumento per indicarci i nostri errori e per ricondurci sulla vita della verità e della luce, dalla quale non avremmo mai dovuto allontanarci."


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Podologia a cura del dr. P. Peluso - Podologo e Podoposturologo

Spina calcaneare Trattamento con l’ortesi podaliche plantari.

L’Ortesi podaliche plantari hanno la funzione di creare un invaso calcaneare e di scaricare la zona dolente. Studiando attentamente l’anatomia della stazione eretta e del piede, spetta al calcagno sopportare e trasmettere tutto il peso del nostro corpo al suolo. Il calcagno è l’osso più voluminoso del piede, è collocato nella parte posteroinferiore del tarso. È direttamente a contatto con il terreno ed è sede di numerose inserzioni di origini muscolari. Il muscolo che svolge un ruolo da protagonista nella patologia della spina calcaneare è l’aponeurosi plantare, che dal processo mediale della tuberosità del calcagno divergono verso le dita. Ma il sistema dell’osso calcaneare in determinate circostanze può essere turbato, come avviene in presenza di uno sperone calcaneare. Eziopatogenesi: le cause di questa fuoriuscita sono molteplici, ma quella più veriteria è quella di origine meccanica, prodotta, dall’eccessiva pronazione dell’articolazione sub-talare. La fascia plantare si allunga con la pronazione e si accorcia con la supinazione. In un piede che prona in modo anormale durante l’intero ciclo del passo, non si ha alcuna supinazione

nella fase di distacco delle dita, così che la fascia plantare rimane allungata ed è sottoposta a sforzo discorsivo. La conseguenza di questa anomala posizione dell’articolazione fa che il calcagno, col passare del tempo, non poggiando in modo esatto al suolo, faccia crescere lo sperone calcaneare. Tutto questo può spiegare come mai spesso la talagia da spina calcaneare plantare insorge prima che questa sia evidente da una radiografia. Infatti questa fuoriuscita improvvisa di questo osso (spina calcaneare) si crea proprio a seguito della periostite che è quella che determina la sintomatologia dolorosa. Epidemiologia: interessa quasi esclusivamente i soggetti nell’età media o avanzata con l’incidenza tra i due sessi è per lo più uguale.

Clinica: Le persone che soffrono di questa patologia lamentano forti dolori lentamente progressivi a livello del calcagno (sotto la pianta del piede nella parte posteriore), a volte come sensazione di trafittura. Il dolore è particolarmente acuto al mattino ai primi passi, per poi attenuarsi durante il giorno. In alcuni casi il dolore può acutizzarsi al punto di costringere la persona ad una zoppia di fuga. In alcuni casi nonostante ci sia la presenza della spina calcaneare c’è totale asintomaticità del caso (percentuale bassissima). Esami strumentali: radiografia (dei due piedi sotto carico), perché la spina è quasi sempre bilaterale. Terapia: sono svariate, ionoforesi, ultrasuoni, terapie farmacologiche, iniezioni in loco di cortisonici, intervento chirurgico (con esiti non eccellenti e quindi controindicato), e l’uso di plantari. A tale proposito visto che la spina calcaneare essendo una

“crescita anomala di un pezzetto di osso del calcagno”, rimanendo lì, bisogna trattarla solo quando il dolore è acuto, prima con iniezioni in loco di cortisonici e poi costruire un plantare come soluzione più indicata e definitiva che agisce in modo preventivo e riduce i vizi di pressione, dolorosi o no, i quali non sono che la conseguenza inesorabile di una postura alterata o di una deformazione podalica. La finalità delle ortesi plantari è quella di alleviare e togliere definitamente il dolore modificando le forze applicate sul calcagno. Il metodo più utilizzato è quello di costruire un plantare personalizzato, in modo da creare un invaso calcaneare e scaricare in modo selettivo la zona dolente. Conclusione: in un’elevata percentuale dei casi (90%), si è visto che con il plantare, si ha un rapido e completo ripristino della funzionalità, che determina un netto miglioramento della qualità di vita.

Un dato certo è che la frequenza dello sperone aumenta con l’età, dato il probabile sovrapporsi di più fattori patogenesi, quali il sovrappeso, la minor resistenza dei tessuti connettivali, nonché la più facile comparsa di assetti scorretti del piede.

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Foniatria a cura del dr. Massimo Borghese

Diagnosi: nulla resta immutato Soprattutto in età evolutiva, non sempre è il caso di cercare a tutti i costi una definzione diagnostica rigida e immodificabile.

Sarebbe necessario entrare da parte di tutti: sanitari, riabilitatori, familiari di comunicopatici- nell'ordine di idee che in uno stesso bambino può verificarsi un cambiamento progressivo della definizione del quadro sindromico di appartenenza. Nell'affermare ciò, ho pensato a tutte le volte in cui per un bambino è stata formulata una diagnosi, ad esempio, di ritardo della comunicazione con componenti sintomatologiche autistiche e nel volgere di mesi o di anni, quel quadro è cambiato "in meglio" con l'estinzione delle componenti autistiche ed eventualmente la normalizzazione del livello delle capacità comunicative, o "in peggio" con il progressivo aumento delle componenti autistiche e l'incalzante regressione delle abilità comunicative. Altro esempio pratico è quello di bambini smaccatamente autistici che, ovviamente in seguito all'adeguatezza delle cure, escono dall'autismo, "entrando", o "passando attraverso" quadri di ADHD, o altri disturbi del comportamento ma non più di tipo autistico, o manifestando,

sia pure in un contesto non più autistico, disabilità di apprendimento, disfluenze verbali, sintomi di tipo disartrico... Al di fuori della sindrome autistica, ho pensato alle evoluzioni negli anni della sindrome ADHD (deficit attentivo con iperattività) verso disturbi della condotta in età adolescenziale e adulta; così come le manifestazioni, in un numero elevato di casi, di difficoltà di apprendimento emergenti nella scuola elementare in bambini che negli anni precedenti avevano avuto ritardi anche cosiddetti semplici di linguaggio.

rimanere anche tale (o modificarsi solo in parte) e manifestazioni visibili relative al comportamento, alle abilità cognitive, percettive - integrative, alle capacità espressive, che possono raggiungere livelli tali da poter dire che "quell'individuo ha normalizzato la sua prestazionalità", valutata su tutti i suddetti parametri.

Insomma, credo che si possa affermare che in presenza di disturbi della comunicazione sia più che naturale verificare in uno stesso soggetto il susseguirsi di quadri sindromici differenti, per almeno due ordini di motivi:

Vado col pensiero ai bambini di pochi mesi o al massimo due anni, nei quali ci si attarda a svolgere analisi ed accertamenti di dubbia utilità pratica, al fine di definire "con certezza" che si tratti di autismo, anche da un punto di vista della definizione anatomopatologica della loro sindrome.

- Quello che sono solito definire "il progetto intrinseco" della patologia, che prevede una sua evoluzione nel tempo con espressioni di nuove ed ulteriori manifestazioni, che entro certi limiti oserei considerare emergenti anche indipendentemente dai provvedimenti che si stanno attuando. Può costituirne valido esempio, lo "scoppio successivo" di sintomi quali l'aggressività o altre forme di stereotipie negli autistici, o le crisi epilettiche in una non bassa percentuale di casi; o comunque il modificarsi globale delle caratteristiche comportamentali e della personalità dell'individuo, che talvolta lo portano a dover essere ridefinito dal punto di vista dell'inquadramento nosologico della sua patologia. - L'influenza e gli effetti dei provvedimenti terapeutici in grado di cambiare radicalmente il quadro clinico di partenza. E qui vado subito a chiarire la distinzione tra substrato anatomopatologico che può

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Infine una considerazione, in tema di necessità di diagnosi precoci e quindi di interventi tempestivi, su quanto possa essere dannosa la mentalità-visione secondo cui è tutto nero e nulla può cambiare.

Quel tempo è tutto tempo sottratto ai molto più preziosi momenti di riabilitazione che potrebbero (come in tanti casi hanno potuto) disinnescare sul nascere lo strutturarsi ed il maggior radicarsi dell'autismo. La perdita di tempo dedicato esclusivamente all'espletamento di indagini, test e osservazioni fini a se stesse e prolungate, identifica in un certo senso la mentalità di chi si attarda a voler dare un nome ad un qualcosa che, una volta ufficialmente identificato e definito, debba poi rimanere irrimediabilmente tale, perchè "da lì non se ne viene fuori". Ecco, una visione "in progress" delle situazioni e delle stesse prototipe patologiche, potrebbe e dovrebbe favorire e rendere più comprensibile anche l'idea e -la constatazione dei fatti- che nulla resta immutato ed irreversibile in un individuo. In male come in bene.


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Sociale a cura della dr.ssa Sabina Scassa

L'educatore professionale La capacità empatica.

Nonostante i corsi di laurea delle diverse facoltà italiane relative alle scienze dell’educazione, la professionalità dell’educatore non è molto conosciuta. I quesiti relativamente a tale figura professionale: “Chi è l’educatore e cosa fa?” sono spesso diffusi e dimostrano la non piena comprensione di tale ruolo. La figura dell’educatore è importante in ambito extrascolastico ove, attraverso attività ludico-ricreative guidate, aiuta all’avviamento socializzante mostrando, in taluni casi, una socializzazione diversa e fatta di buoni sentimenti. La figura dell'educatore è, a mio avviso, ancora più importante in ambito scolastico, ove la presenza di processi educativi e formativi adeguati alle esigenze di ogni singolo alunno, consente allo stesso di raggiungere risultati positivi a livello didattico e di costruire e mantenere relazioni altrettanto positive con i pari e con gli adulti. Dunque l’educatore è colui che può operare su diversi soggetti: bambini, adolescenti, anziani, disabili, tossicodipendenti, minori in difficoltà ecc. per i quali, attraverso la conoscenza di specifiche discipline: psicologia, psicologia dell’educazione, psicologia della formazione, 18 www.salutare.info

pedagogia generale, pedagogia speciale e della relazione educativa, psicopatologia dello sviluppo ecc…, si può effettuare un’attenta e peculiare osservazione della persona in considerazione. Attraverso l’osservazione si progetta il piano educativo individualizzato: PEI. Esso si esplica attraverso il così detto intervento educativo ed è personalizzato a seconda dei bisogni della relativa persona cui l’intervento è destinato. Grazie ad esso il soggetto può accingersi a vivere perseguendo, anche inconsapevolmente, finalità educative e ad essere probabilmente più sereno. L’educatore, ovviamente, a seconda dell’età non solo cronologica del soggetto e in base all’area da “intervenire” adotta diversi mezzi e metodologie. Anch’essi sono specifici alla particolarità del destinatario. A volte per esempio innanzi ad un bambino così detto normodotato che però mostra atteggiamenti e comportamenti fastidiosi in famiglia e in ambito scolastico, è sufficiente costruire una relazione sensibilizzante ed umanizzante, attraverso cui esso o l’adolescente può cominciare ad intraprendere un percorso di responsabilizzazione che gli consente di cogliere l’essenzialità dei rapporti interpersonali con i pari, con gli adulti e con i genitori stessi. Altre volte, invece, è necessario intervenire sulle dinamiche genitoriali che spesso inducono il bambino a comportarsi in un certo modo. E altre volte ancora occorre

agire al contempo su genitori e figli. Spesso non è solo l’assenza fisica dei genitori ad indurre il proprio figlio a comportarsi diversamente dalle aspettative, ma è anche, e forse soprattutto, la carenza qualitativa del rapporto genitori-figli a far sì che nell’Io del bambino nascano profonde carenze e insoddisfazioni che lo conducono ad un comportamento deviante. Anche il mondo della disabilità vede l’importanza del ruolo dell’educatore. Gli interventi farmacologici, infatti, da soli non possono costruire relazioni stabili e durature senza l’agente del processo educativo. Un buon educatore deve però caratterizzarsi della così detta capacità empatica. Solo attraverso essa è realizzabile il PEI.

L’empatia dal greco “Emphateia” significa letteralmente “nell’affetto, nel pathos”. Essa è la capacità dell’uomo di comprendere sentimenti, emozioni e pensieri attraverso l’analisi del vissuto dell’altro. Tale capacità che sembra coincidere con una sincera sensibilità di un buon educatore, permette all’altro (bisognoso di essere ascoltato e accettato), di sentirsi compreso. Sia i bambini, sia gli adolescenti, sia gli adulti, sia gli anziani che i disabili necessitano di esserlo. Attraverso la comprensione l’altro, anche se compromesso cognitivamente, si sente accettato per com’è. Di conseguenza è possibile che l’altro, in tali condizioni, si apra completamente al dialogo e alle relazioni sfuggendo dalla galleria della solitudine, dell’incomprensione e della tristezza.


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Psicoterapia a cura della dr.ssa Leopoldina De Varti Psicologa, Psicoterapeuta

Salve, Mr. Stress! Chi è? Cosa fa? Come guarire.

"La notte più profonda, nell’ora più scura, prepara con amore il risveglio di un nuovo giorno”. Il termine inglese ‘stress’ significa ‘sottolineare’ oppure ‘mettere l’accento su qualcosa’. Questo vuol dire che lo stress di per sé non è qualcosa necessariamente negativo, esso mette in evidenza, quelli che sono i nostri punti deboli o i nostri punti di forza. È per questo motivo che di fronte ad un medesimo evento, per esempio; la perdita di denaro, o una separazione, una persona riesce a gestirla e, un’altra si sente smarrita e può anche sviluppare una malattia. Le ricerche e gli studi svolti sulla salute e la malattia concordano tutte su alcuni punti essenziali: c’è salute quando si rispettano le leggi naturali, quando c’è nella propria vita serenità e gioia; c’è malattia quando si hanno stili di vita dannosi, come ritmi frenetici, uso di droghe e abuso di farmaci, alimentazione scorretta e mancanza di movimento fisico, mancanza di sogni, e di progetti.

cerebrale, l’energia fisica e mentale, non si ammalano o tendono ad ammalarsi molto meno, producono una maggiore resistenza allo stress negativo. Possiamo dire che lo ‘stress’ degli innamorati investe di una tale energia sia il corpo che la mente, che la gioia e la felicità che produce è il miglior antiossidante, e il miglior rimedio ad ogni rischio di malattia. Ma che cosa accade quando invece sviluppiamo disagi psicofisici, o a causa di uno stress pesante e prolungato, arriviamo ad ammalarci? Quello che ci anima è sempre l’amore verso qualcuno o per qualcuno, ma questo amore è per così dire ‘cieco’, tende a farci stressare negativamente e ad ammalare. Tutto comincia dal nostro bisogno di essere amati e, riconosciuti così come siamo, nel nostro valore, nei nostri sentimenti. Quando arriva lo stress negativo con i suoi dolori, disturbi, malattie abbiamo anche un vantaggio: i nostri sentimenti, i nostri bisogni più profondi diventano una realtà, li possiamo sentire e vedere e

possono essere visti e comunicati anche alle persone a noi care. È chiaro che facciamo tutto ciò inconsciamente, per offrirci un’altra ‘occasione’, o la risoluzione di una situazione familiare o con il partner. Se cadiamo nella tendenza che per arrivare a qualcosa o raggiungere qualcuno è inevitabile la sofferenza e lo sforzo, tenderemo a sacrificare la nostra salute, inutilmente. Possiamo imparare, con la guida di un esperto in questo campo, a darci un’altra possibilità: produrre verso la nostra propria vita un movimento nuovo, che non ha bisogno di usare uno stile stressante, la sofferenza o la malattia per guarire una relazione, o raggiungere un obiettivo. L’idea che per raggiungere qualcosa occorre fare degli sforzi, già di per sé produce fatica e una dose di dispendio di energia inutile, in realtà se si fanno degli sforzi alla base c’è già qualche errore. Ciò che funziona fluisce senza sforzi e senza subire lo stress negativo.

Da questi studi si evince, come l’individuo è intossicato e stressato in ugual misura sia da agenti esterni ambientali, sia dalle sue emozioni negative. Per esempio, un attacco di rabbia intossica il fegato, o lo stomaco allo stesso modo di una sostanza. Altre ricerche evidenziano come stati emotivi positivi influenzano la salute. Per esempio, quando le persone sono innamorate, nella fase in cui vivono l’amore, tutti i parametri fisici e chimici che misurano il loro stato di salute risultano eccellenti: la pressione e la circolazione sanguigna, la funzione digestiva, la capacità di attività Salutare 19


Farmacia a cura del dr. Aldo Sabato - farmacista

Congiuntivite Virale e da agenti chimico fisici Cheratocongiuntivite Epidemica fatta di colori e profumi.

Per quanto riguarda le congiuntiviti virali, i virus invadono non solo l’epitelio congiuntivale ma interessano anche l’epitelio corneale: da ciò, ecco che la lesione viene definita cherato-congiuntivite. Diversi sono i tipi di reazione congiuntivale che possono svilupparsi: si può partire da una forma sierosa con minima secrezione e lieve iperemia congiuntivale, a forme decisamente più gravi con formazione di ulcere e membrane. Spesso i responsabili di malattie delle prime vie respiratorie sono gli Adenovirus; la forma congiuntivale maggiormente provocata da tali virus è la Cheratocongiuntivite Epidemica: colpisce a tutte le età, si trasmette per contatto diretto e, il periodo di incubazione varia da tra i 5-10 giorni. Può essere preceduta da una faringo-tonsillite ed esplode con comparsa di congiuntivite follicolare acuta inizialmente unilaterale, ma che può diventare bilaterale nella seconda settimana. Le palpebre appaiono lievemente edematose, accompagnate da intensa lacrimazione e secrezione congiuntivale siero-mucosa; può comparire dolore. La cheratite compare verso il decimo giorno, assumendo l’aspetto di piccoli infiltrati superficiali variabili nel numero e

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nelle dimensioni che se occupano l’area centrale della cornea possono sfociare in fotofobia e in calo della capacità visiva. La terapia è a base di colliri cortisonici. Congiuntivite da Herpes Simplex Il fattore scatenante è l’Herpes Simplex il cui contagio può avvenire: - alla nascita qualora la madre abbia un’infezione alle vie genitali; - nei primi mesi di vita accompagnata da una gengivo-stomatite; - in gioventù per via diretta tramite oggetti contaminati. Comincia con una lesione alle palpebre o ai loro bordi, unita spesso a vescicole labiali dove spesso è interessata anche la cornea con una cheratite superficiale che può risolversi spontaneamente oppure mutare in forme decisamente più gravi. La congiuntivite dura in genere 2-3 settimane, mentre la cheratite può persistere per alcuni mesi. Una volta superata la prima infezione, il virus purtroppo rimane in forma occulta all’interno del nucleo delle cellule e può ripresentarsi con l’aiuto di fattori scatenanti come il freddo, il caldo, i raggi UV o per stati di ipersensibilità immunitaria. Compaiono recidive spesso con incidenza stagionale ed interessano quasi sempre solo la cornea risparmiando la congiuntiva. Per risolvere questo tipo di problema ci si serve di colliri antibiotici non tanto per colpire direttamente il virus, ma per evitare una sovra-infezione batterica; a tale cura si associano farmaci antivirali sempre ad uso locale.


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Controindicati farmaci cortisonici. Congiuntivite atopica La congiuntivite atopica è una delle forme più comuni e viene causata da: - pollini - sostanze vegetali - pelo degli animali - polveri professionali La forma acuta si presenta con: la mucosa appare iperemica, la secrezione è prevalentemente acquosa, vi è abbondante lacrimazione con prurito, bruciore e fotofobia. La migliore terapia si prefigge per l’eliminazione dell’antigene che molte volte ciò non è possibile, per cui si ricorre ad una terapia sintomatica locale con vasocostrittori, antistaminici e cortisonici. Dermato-congiuntivite da contatto Questa congiuntivite è retta dal contatto ripetuto con sostanze chimiche che agiscono come allergeni. Il primo contatto può avvenire con la cute delle palpebre nel caso di cosmetici oppure a livello della congiuntiva per l’applicazione di farmaci ad uso locale demarcando, in entrambi i casi una dermatite allergica di tipo eczematoso. La reazione regredisce nel giro di una settimana dopo l’eliminazione dell’allergene. Si presenta un’infiammazione della mucosa congiuntivale, spesso accompagnata da secrezione purulenta. Terapia da applicare: colliri decongestionanti. Congiuntivite primaverile

È una cherato-congiuntivite bilaterale e recidivante, colpisce soprattutto i bambini, ma non risparmia giovani e adulti. Si manifesta nei periodi più caldi dell’anno mentre si attenua nella stagione autunnale. Pollini e muffe sono i fattori scatenanti. L’inizio è rapido, la fotofobia è costante, il prurito molto intenso associato alla sensazione di un corpo estraneo, la lacrimazione è abbondante. Il trattamento è locale, si fa uso di colliri decongestionanti e astringenti; gli antistaminici sono parzialmente utili. Si può parlare di congiuntiviti anche dovute ad agenti fisici. Molti di essi hanno la caratteristica di essere irritanti e uno di questi è la luce solare specialmente in alta montagna, dove la quantità di raggi ultravioletti è maggiore; inoltre la neve, quando è presente, si comporta da superficie riflettente aumentando la porzione di raggi ultravioletti ed infrarossi che giungono all’occhio; si parla in questo caso di congiuntivite da neve.

Un’infiammazione può anche verificarsi in lavoratori esposti all’abbagliamento da parte di un cortocircuito elettrico oppure esposti per lunghi periodi a sorgenti luminose particolarmente forti come ad esempio proiettori, fotocopiatrici e monitor di computer. La patologia compare circa ma 6-8 ore dopo l’esposizione iniziando con una sensazione di formicolio e di corpo estraneo, poi compaiono fotofobia, lacrimazione e spasmo a livello delle palpebre. La mucosa congiuntivale appare arrossata con a volte la comparsa di teleangectasie. La terapia è con lenti e colliri protettivi specifici. Argirosi Anche gli agenti chimici recano danno: una delle forme più importanti è l’argirosi che si verifica in soggetti che hanno abusato per lungo tempo di colliri a base d’argento. La congiuntiva assume in questi casi una colorazione brunonerastra, ma è soprattutto intensa a livello del fornice inferiore e della porzione corrispondente della congiuntiva bulbare.

Tale pigmentazione difficilmente regredisce e, se ciò si verifica, avviene solo dopo un lungo periodo di tempo. Gas irritanti Altre forme da agenti chimici sono quelle da gas irritanti come quelli a scopo bellico in grado di provocare forte arrossamento congiuntivale, fotofobia intensa, lacrimazione, dolore e spasmo delle palpebre. Tra gli irritanti vanno compresi il tabacco, i fertilizzanti, il sapone, gli acidi e gli alcali. Terapia: in caso di acidi e alcali, il primo intervento da compiere sarebbe quello di irrigare l’occhio con abbondante soluzione fisiologica per cercare di eliminare la sostanza, se non si ha la certezza di quale sostanza chimica abbia prodotto l’irritazione meglio contattare un pronto soccorso oftalmico o un Centro veleni, in quanto alcuni prodotti chimici possono diventare estremamente pericolosi se a contatto con l’acqua. Successivamente si potranno utilizzare colliri a base di cortisone ed antibiotici affiancati da quelli anti-congestionanti.

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Psicologia a cura della dr.ssa Francesca Chiarini, Psicologa e Psicoterapeuta

S.o.s. bullismo Conosciamo davvero questo fenomeno?

Oggi il bullismo appare un fenomeno in costante crescita, ma sappiamo davvero di cosa si tratta? Il termine italiano “bullismo” è la traduzione letterale della parola “bullying”, vocabolo inglese usato nella letteratura internazionale per connotare il fenomeno delle prepotenze tra pari in un contesto di gruppo. Il bullismo si differenzia nelle seguenti forme: • fisico: picchiare con pugni o calci, colpire fisicamente, appropriarsi degli effetti personali di qualcuno o danneggiarli, ecc.; • verbale: deridere, insultare, prendere in giro ripetutamente qualcuno, ecc.; • relazionale: escludere dai gruppi di aggregazione, isolare volontariamente qualcuno; • indiretto: diffondere pettegolezzi o false dicerie riguardo ad un coetaneo; • cyber-bullying: utilizzare mezzi tecnologici (sms, mms, video, chat, blog, e-mail, ecc.) per far male e danneggiare un coetaneo. È un fenomeno essenzialmente sociale, ossia esiste e si rafforza anche grazie alla presenza di coloro che osservano, la “maggioranza silenziosa”, il gruppo di pari all’interno del quale, oltre a quelli di “bullo” e “vittima”, gli individui rivestono ruoli diversi e specifici (aiutante del bullo, sostenitore del bullo, difensore della vittima, osservatori). Ma quanto è diffuso questo fenomeno? Nel nostro paese la 22 www.salutare.info

ricerca sul bullismo è cominciata all’inizio degli anni Novanta, ma ha evidenziato subito la gravità del fenomeno che caratterizza le scuole italiane. Fin dalle prime ricerche di Olweus, importante studioso del fenomeno, i bulli sono stati raffigurati come individui, per lo più maschi, più forti fisicamente o psicologicamente rispetto ai coetanei. Essi presentano frequentemente un’elevata autostima e, spesso, sono dotati di scarsa capacità empatica verso le vittime dei loro soprusi. Oggi però la cronaca ci mette sempre più al corrente di quanto questo problema sia diventato anche femminile. La vittima è invece solitamente più ansiosa e insicura rispetto ai coetanei. Spesso questi soggetti hanno un’opinione negativa di sé e delle proprie competenze, sono individui molto fragili, che possono vivere una condizione di isolamento e di esclusione rispetto al gruppo dei pari. Inoltre, non sono soggetti né aggressivi né molesti: per questo non si può spiegare il bullismo attribuendolo alle provocazioni delle vittime stesse. Sono individui caratterizzati da un modello reattivo ansioso. Si può definire questo tipo di

vittima “passiva” o “sottomessa”. Esiste anche un altro tipo di vittime: le vittime “provocatrici”, caratterizzate da una combinazione di due modelli reattivi, quello ansioso e quello aggressivo. Molto importante è poi sapere quali possono essere le conseguenze del bullismo. Per il bullo le conseguenze più preoccupanti sono quelle nel lungo termine. Da un lato, possono accumularsi una serie di difficoltà cognitive, che possono sfociare in un fallimento a livello scolastico. Dall’altro lato, è elevato il rischio di disturbi depressivi, difficoltà sociali, coniugali e lavorative in età adulta, dipendenza da sostanze, fino allo sviluppo, in casi estremi, di un vero e proprio disturbo antisociale di personalità. Per la vittima, si possono citare conseguenze sia nel breve periodo, sia nel lungo periodo, che si ripercuotono su tutti i propri ambiti di vita. Nel breve periodo, a livello emotivo si possono riscontare stati ansiosi e depressivi molto intensi, oltre a sensi di colpa e di vergogna per quanto avviene. A livello psicosomatico sono frequenti i disturbi del sonno (risvegli e incubi notturni, difficoltà ad addormentarsi, enuresi, ecc.) e dell’appetito, che

segnalano una condizione di stress emotivo molto intenso. Ripercussioni importanti le troviamo anche sul piano cognitivo, in quanto il soggetto può presentare un improvviso peggioramento del rendimento a scuola, fino alla fobia scolastica, alla fuga o all’abbandono degli studi. A livello comportamentale possiamo registrare inibizione, ritiro sociale, ma anche comportamenti aggressivi emessi nei confronti di fratelli minori o di altri soggetti più deboli. Inoltre, nel lungo periodo, la negazione di emozioni intense può generare dei problemi di natura psichica, come la depressione, rischio molto frequente per questi individui, o anche più semplicemente la difficoltà nel relazionarsi agli altri e la scarsa autostima che, da adulti, potrebbe creare problemi nella vita lavorativa e nella vita affettiva. Come si può agire in uno scenario come quello attuale, in cui sembra che il fenomeno stia dilagando e in cui si avverte la necessità di un intervento? Sicuramente un ruolo fondamentale spetta alla scuola e alla famiglia, sistemi sociali in cui i giovani passano la maggior parte del loro tempo. Ad oggi però sicuramente può risultare molto importante intervenire anche con la prevenzione, da attuare all’interno delle scuole stesse, grazie a progetti indirizzati allo sviluppo dell’affettività, delle competenze emotive, sociali e relazionali e progetti basati su diversi modelli di supporto tra pari.


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Posturologia a cura del dr. A. Pacilio

La patologia del disco intervertebrale in ottica posturale Eziopatogenesi, clinica e terapia.

L'erniazione del disco è un evento che colpisce soggetti solitamente di 30-50 anni, a livello delle vertebre dorsali, raro nel tratto cervicale e frequente nella colonna lombare. Il disco intervertebrale è una formazione anatomica normalmente interposta tra le superfici articolari dei corpi vertebrali; ha la forma di una lente biconvessa ed è costituito da una parte periferica, detta anello fibroso ed una centrale denominata nucleo polposo. L'anello fibroso è costituito da un intreccio di fasci connettivali concentrici, prevalentemente collagenici, che negli strati più periferici si addentrano nei corpi delle vertebre contigue mentre negli strati più centrali si continuano con la cartilagine ialina delle superfici articolari delle stesse. Il nucleo polposo è un derivato della notocorda. Con il procedere dell'età, il disco va incontro a processi di invecchiamento tanto che, sforzi anche lievi possono dare origine alla fuoriuscita di materiale nucleare dalla sua normale sede. In relazione al danno subito dal disco ed in base alla fuoriuscita di materiale nucleare distinguiamo:

• ernie discali contenute: quando l'espulsione è ancora contenuta dalle fibre del legamento longitudinale posteriore; • ernie discali protruse: quando l'espulsione ha oltrepassato le fibre del legamento longitudinale posteriore pur rimanendo allo stesso livello della loro origine; • ernie discali migrate o espulse: quando il materiale nucleare è stato espulso dallo spazio intervertebrale ed è migrato inferiormente all'origine; l'erniazione del disco è un evento che colpisce soggetti solitamente di 30-50 anni, a livello della colonna lombare.

Le radici nervose più frequentemente interessate da tale patologia sono: C6 e C7 a livello cervicale mentre L4, L5 ed S1 nella colonna lombare. La diagnosi di patologia del disco intervertebrale deve essere, però, necessariamente essere effettuata dopo di esami strumentali, primi fra tutti l'RX del rachide, la TAC e la RMN. Attualmente l’approccio conservativo è quello maggiormente anche perché con il passare del tempo, così come fanno i dischi intervertebrali integri, l’ernia del disco tende a disidratarsi spontaneamente e quindi a far diminuire la compressione.

Gli stretti rapporti anatomici tra disco intervertebrale e radici nervose fanno si che una protrusione di materiale discale può comprimere meccanicamente le radici adiacenti originando così le sindromi radicolari.

L'approccio terapeutico all'ernia del disco prevede due orientamenti: uno conservativo e l'altro chirurgico. L’approccio conservativo consta di:

La febbre ed altri segni sistemici di infezione si manifestano qualora il disco sia interessato da processi infettivo-infiammatori; tuttavia nel 50% dei casi questi sintomi possono essere assenti.

• somministrazione di farmaci antiinfiammatori, antidolorifici, decontratturanti, neurotrofici

Il dolore, la rigidità del tratto interessato e la contrattura paravertebrale sono i sintomi locali a cui va spesso aggiunta una deviazione scoliotica antalgica. La fuoriuscita del nucleo polposo dalla sua sede anatomica e la compressione della adiacente radice nervosa da origine all'insorgenza della sintomatologia radicolare.

• cicli di terapia fisica (magnetoterapia, ultrasonoterapia, ecc.). Di fondamentale importanza risulta una buona valutazione podoposturologica clinico-biomeccanica e strumentale attraverso l’ausilio di pedane baropodometriche e la successiva ideazione/realizzazione di ortesi plantari neurobiomeccaniche che permettono di riallineare i segmenti scheletrici e compensare problematiche podaliche permettendo un netto miglioramento della sintomatologia dolorosa. L’insieme di questi approcci terapeutici ha l’obbiettivo comune di diminuire la “solita” compressione e le conseguenze derivanti da essa. Qualora la sintomatologia clinica e soggettiva non regredisca, ci si orienta verso un intervento chirurgico.

• riposo a letto

• somministrazione di farmaci della medicina alternativa (omeopatici e/o fitoterapici) • l’uso di corsetti ortopedici • rieducazione posturale (metodo 3 squadre, mezièrès, pancafit) • sedute osteopatiche • auricoloterapia • agopuntura Salutare 23


Musicoterapia a cura della dr.ssa Elisa Vesce

La mozarterapia e l’attività motoria Le esperienze con l’energia sonora e gli esercizi. Di “suono indirizzato” tendono a rilassare, equilibrare e stimolare lo “strumento-corpo” al fine di evitare la somatizzazione di “conflitti emotivi” e recuperare, gradualmente, un benessere psicofisico. Via libera, quindi all’applicazione sonoromusicale operativa mediante un programma terapeutico che prevede la realizzazione di esercizi eseguiti durante l’ascolto di brani musicali di Wolfgang Amadeus Mozart, opportunamente selezionati, per coniugare agli effetti positivi del movimento e dell’attività motoria i benefici che tale musica apporta all’organismo: le opere mozartiane, difatti, per caratteristiche di timbro, ritmo e forma musicale stimolano la creatività, la prontezza di riflessi, influiscono sul tono muscolare e, come sostiene il prof. francese A. Tomatis, sul processo di “ricarica” del cervello; nello stesso modo altri brani hanno un potere rilassante poiché il loro ritmo è simile a quello del respiro e del battito cardiaco. Anche in questo campo di applicazione della musicoterapia è fondamentale una conoscenza profonda sia del corpo che della musica. La scelta di un brano musicale, anche all’interno di uno stesso ritmo, è determinante per la corretta riuscita dell’esercizio. Così, se all’inizio del programma per eseguire la “sintonizzazione” si consigliano musiche di Mozart a ritmi lenti come gli ”adagio” bisognerà individuare con attenzione e competenza il tipo di “Adagio” da consigliare poiché non tutti hanno lo stesso “carattere”. Nel nostro caso, difatti, non si potrebbe consigliare un adagio dai contenuti e tonalità drammatiche poiché gli inevitabili 24 www.salutare.info

effetti emotivi creerebbero delle involontarie contrazioni fisiche che mal si addicono al senso dell’esercizio.

loro carattere di danza comporta un preciso equilibrio ritmico che ben si addice all’utilità dell’esercizio.

Un vero e proprio lavoro sul campo eseguito con l’aiuto del musicoterapeuta che guida l’ascoltatore nella realizzazione di un percorso costituito da esercizi suddivisi in sette gruppi ciascuno con uno scopo ben preciso, da ripetere più volte. Il programma inizia con la sintonizzazione, prosegue con l’intonizzazione, il condizionamento aerobico, la tonificazione del busto, la tonificazione degli arti superiori, tonificazione degli arti inferiori, correzione della postura per finire col defaticamento.

I brani suggeriti:

La sintonizzazione serve ad acquisire oppure a recuperare una piena consapevolezza del proprio corpo. In questo modo si entra in sintonia con esso e ciò è fonte di rilassamento e benessere psicofisico. Si consigliano delle opere di Mozart con movimenti in tempo moderato: adagio, andante, larghetto. I brani adatti sono ad esempio: Adagio dal Concerto per violino e orchestra K.316 secondo tempo; Andante dal quartetto per pianoforte e archi K.478, secondo tempo; Larghetto dal Concerto per pf e archi K413 secondo tempo. L’esercizio dura dai 5 ai 10 minuti: sdraiate su di un tappeto, chiudere gli occhi e ascoltare il proprio corpo soffermandosi un paio di secondi su ogni parte dello stesso (le spalle, la schiena, il petto, le braccia, le mani, le cosce, le gambe, i piedi, etc) in modo da prendere coscienza delle sue diverse parti, della loro forma, ma anche delle tensioni e delle sensazioni provate. L’intonizzazione consente di prendere coscienza delle potenzialità delle articolazioni. Gli esercizi di questa fase sono utili al risveglio o prima di uno sport. I brani adatti sono i minuetti poiché il

dal Divertimento KV 287; dalla Sinfonia Haffner III movimento; dalla Sonata per pianoforte K282 II movimento. L’esercizio dura 10 minuti circa: sedute, con la schiena dritta e le dita della mano sinistra appoggiate alla guancia destra, inspirare, e, durante l’espirazione, spingere con la mano il capo, facendolo girare verso sinistra. Tornare alla posizione di partenza inspirando ed eseguire l’esercizio dall’altra parte. Effettuare due o tre ripetizioni per lato. Non forzare i movimenti, né alzare le spalle, né incurvare la schiena. Condizionamento aerobico incrementa la respirazione e migliora il sistema cardio-circolatorio.


www.salutare.info L’allenamento consiste nell’eseguire per un lungo arco di tempo un esercizio fisico ritmato, che permetta di mantenere costante la frequenza cardiaca, la cosiddetta frequenza aerobica: questa varia a seconda dell’età e delle caratteristiche fisiologiche dell’individuo e va tenuta sotto controllo durante l’esercizio, per esempio con uno strumento come il cardiofrequenzimetro. I brani adatti: in tempo “mosso” quasi sempre i finali delle opere Mozartiane (allegro, vivace, presto): Finale della Sinfonia numero 41 Jupiter K 551; Finale dalla Sonata in la magg per pianoforte e violino K526; Finale dal Concerto per pianoforte e orchestra K459. L’esercizio dura 20 minuti circa: è indicata la corsa, la bici da camera, il salto alla corda, lo step. Tonificazione del busto per migliorare il tono di addominali e muscoli scapolari, per favorire la respirazione, circolazione e digestione. I brani adatti sono quelli in tempo”allegro” ma con carattere solenne che di norma vanno sotto il titolo di “allegro maestoso”. In Mozart gli allegro maestoso

sono quasi sempre in do maggiore, tonalità, questa, che sprigiona dalla sua stessa armonia un carattere di positività e di “imponenza”: Primo tempo del Concerto per pianoforte e orchestra K 503; primo tempo della Sinfonia Jupiter K. 551

supine sotto a un tavolo, di cui si afferra il bordo con le mani, flettere le braccia, avvicinando il petto al tavolo stesso. Se si è più allenati, sollevare anche il bacino da terra, mantenendo il corpo teso, altrimenti sollevare il busto. Ripetere l’esercizio per dieci volte.

Primo tempo del Concerto per clarinetto e orchestra KV622. L’esercizio dura circa 5 minuti: carponi, con le braccia ben tese e le cosce perpendicolari al suolo: inspirare e, sollevando la testa, inarcare la schiena verso il basso; poi espirare e, flettendo il capo verso il pavimento, incurvare la schiena verso l’alto. Effettuare dodici ripetizioni. Tonificazione degli arti superiori: permette di mantenere forti i muscoli delle braccia e delle spalle. I brani adatti sono quelli in tempo “allegro molto” ma non “vivace”:

Tonificazione degli arti inferiori: gli esercizi si concentrano su gambe e glutei.

Primo tempo della Serenata Haffner; Primo tempo del Quartetto con pianoforte numero due in mi bemolle maggiore K. 493; primo tempo del Concerto per pianoforte e archi K 271 Junehomme. L’esercizio dura circa 5 minuti:

I brani adatti sono simili a quelli consigliati per gli arti superiori. L’esercizio dura circa 5 minuti: in piedi, con la schiena, le spalle, le braccia, il dorso delle mani e il capo ben appoggiati a una parete; i piedi sono a circa 30 centimetri dal muro: inspirare e piegare le gambe, scivolando con il corpo lungo la parete, in modo che il bacino raggiunge l’altezza delle ginocchia. Poi espirare e risalire, distendendo le gambe. Ripetere 10-20 volte. Correzione della postura: per prevenire le posture scorrette dovute soprattutto alla vita sedentaria. I brani adatti sono quelli in tempo di marcia (allegro risoluto o quasi maestoso). Primo tempo del Concerto per pianoforte e orchestra K 467 Primo tempo dal Trio per Pianoforte, violino e violoncello K503 Marcia in re KV 189. L’esercizio dura circa 5 minuti: in piedi, con la schiena, le spalle, le braccia, il dorso delle mani e il capo ben appoggiati ad una parete; i piedi sono a circa 30 centimetri dal muro: avvicinare il collo alla parete e appiattire il tratto lombare della schiena, con una retroversione del bacino. Respirare profondamente e mantenere la posizione per tutta la durata del brano musicale. L’esercizio è utile, fra l’altro, per ridurre l’iperlordosi. Defaticamento: questi esercizi permettono di allungare e rilassare i muscoli. Vanno eseguiti a occhi chiusi, respirando

lentamente e accentuando l’espirazione, mantenendo la trazione dei muscoli senza molleggiare. I brani adatti sono gli “andante” oppure “allegretto moderato”. Secondo tempo del Concerto per pianoforte e orchestra K 467 Sonata per pianoforte e violino K304 in mi minore Andante del Concerto per corno KV 417 L’esercizio dura dai 5 ai 10 minuti. In ginocchio, portare avanti il piede destro in appoggio, in modo che la tibia sia perpendicolare al suolo; appoggiarsi con le mani a una sedia, collocata davanti a sé e far scivolare indietro il ginocchio sinistro, allungando tutta la parte anteriore della coscia. Mantenere la posizione per 30-60 secondi, poi ripetere dall’altro lato; accovacciate in posizione di raccolta, con i piedi poco più distanti della larghezza delle spalle, le punte divaricate e i talloni a terra; la zona dell’osso sacro è appoggiata a una parete: distendere le gambe, scivolando verso l’alto con il bacino lungo il muro, in modo che i muscoli posteriori delle gambe si tendono. Mantenere la posizione, con il busto abbandonato in avanti, per 30-60 secondi; poi scivolare di nuovo nella posizione iniziale. Le attività motorie proposte, benché rappresentino solo piccoli esempi di quelli possibili, sono selezionati in modo da mettere in gioco e far lavorare tutti i gruppi muscolari e le articolazioni corporee. Per esercitarsi in modo completo, è necessario effettuare una sequenza che includa esercizi di ogni gruppo, attenendosi ai tempi di esecuzione consigliati. Il programma và eseguito almeno due volte a settimana e ad almeno tre ore di distanza dall’ultimo pasto. La respirazione dev’essere di tipo diaframmatici ovvero, addominale.

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Alimentazione a cura della dr.ssa Antonella Venezia Biologa Nutrizionista

Sindrome del Colon Irritabile?! La giusta alimentazione Consigli nutrizionali per la Sindrome del Colon Irritabile. Il 20% della popolazione soffre di patologie legate all’intestino. Un’alimentazione corretta riduce la sintomatologia e migliora lo stato di salute. L'intestino irritabile o colon irritabile viene definito "sindrome del colon irritabile" (Irritable bowel syndrome: IBS) perché è caratterizzata dalla presenza di una serie di sintomi molto vasta e anche piuttosto variabili, per tipo e intensità. Ne sono colpite soprattutto le persone tra i 20 e i 40 anni, con lieve prevalenza del sesso femminile (1). In generale, la sindrome si riconosce dalla presenza di disturbi addominali, che coinvolgono soprattutto la parte finale dell'intestino (il colon) e compromettono la regolarità delle principali funzioni intestinali. Chi soffre di sindrome del colon

irritabile presenta problemi intestinali quali stitichezza, stipsi, diarrea, gonfiori addominali, alterazione della frequenza delle evacuazioni: queste condizioni possono essere presenti contemporaneamente oppure possono alternarsi per periodi di tempo più o meno lunghi (2). La composizione, la frequenza e l'intensità dei sintomi presentano una grande variabilità nei diversi casi soggetti alla sindrome (3). I ricercatori non hanno ancora scoperto alcuna causa specifica della sindrome del colon irritabile. Per non confondere alcuni sintomi, che sono propri anche di altre malattie, è stato creato un test idoneo a diagnosticare con precisione la IBS (4). È possibile tenere sotto controllo i sintomi e migliorare lo stato di salute seguendo una dieta corretta ed equilibrata. Consigli nutrizionali (secondo Clinical Guideline CG61- February 2008) Mangiare con calma e regolarmente, non far trascorrere molto tempo tra un pasto e l’altro, bere 2l di acqua al giorno, ridurre il numero di caffè ed evitare bibite con caffeina, ridurre l’intake di alcool e bevande gassate, preferire cottura alla griglia, alla piastra,

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al vapore, bollita, pane, pasta e riso in quantità limitate. Preferire cereali secchi e poco lievitati; la salsa di pomodoro (non quella in scatola o lattina) deve essere passata al passaverdure, con l’aggiunta di parmigiano; evitare minestroni e brodi di carne; carne magra sia bianca sia rossa, prosciutto sgrassato, bresaola, uova (1 volta alla settimana); verdure che abbiano poca fibra dura e poco gambo; da evitare le verdure notoriamente causa di gas intestinali come cipolla, cavoli, verze, cavolfiore, radici, assumere gradualmente i legumi, evitando fagioli e ceci, preferire le lenticchie passate al passaverdure (non nel caso di diarrea); limitare il consumo di frutta fresca a 3 porzioni al giorno (ogni porzione circa 80 g), ed è consigliata assumerla lontano dai pasti principali; i latticini in quantità limitata, preferire lo yogurt; assumere con moderazione le patate preferibilmente lesse o al vapore (5). Alimenti da escludere nella fase di diarrea: •fritti, cibi piccanti, salse grasse, spezie e condimenti irritanti; •alcolici e superalcolici; •bevande gassate; •latte, preferire lo yogurt; •alimenti contenenti fibra; Alimenti consigliati nella fase di diarrea: •cereali non integrali, pane raffermo o tostato non condito, grissini, fette biscottate, crackers, biscotti secchi, dolci casalinghi senza creme, pasta , riso, semolino conditi con olio extravergine o pomodoro passato (se tollerato); •formaggi: grana, asiago, emmenthal, groviera;

•prosciutto magro, carni e pesci magri cucinati in modo semplice; •verdura: carote, patate; •frutta: banane, mele, spremute di agrumi; •centrifugati di frutta e verdura; •acqua minerale non gasata, tè leggero; •olio extravergine, burro (usati crudi); Consigli alimentari nella fase con stipsi: - Abituarsi a regolarizzare l'evacuazione a orari fissi. - Bere molto almeno 2 litri di liquidi nella giornata (acqua non gasata, tè, orzo,tisane). - Consumare aumentando gradualmente la quantità dopo aver verificato la tollerabilità individuale: - verdura: carote, pomodori, scarola, sedano, carciofi, finocchi, spinaci, catalogna, fagiolini, peperone,asparagi; - frutta: mele, pere, arance, mandaranci, mele, kiwi, fragole, pesche, mandarini, pompelmo, melone, anguria (evitare frutta con semi); -cereali: fiocchi d'avena, orzo, fiocchi di cereali; - Consumare yogurt ( se tollerato), assumere a cicli regolari fermenti lattici

Note: 1. Systematic review and metaanalysis: The incidence and prognosis of post- infectious irritable bowel syndrome. Aliment Pharmacol Ther. 2007 Aug 15; 26(4):535-44 2. Rome Diagnostic Criteria for Functional Gastrointestinal Disorders I- II, 1998 3. Intestinal infection and irritable bowel syndrome. Eur Gastroenterol Hepatol. 2005 Jan; 17(1): 5-9 4. Rome Diagnostic Criteria for Gastroenteric Disorders III, 2006 5. Clinical Guideline CG61- February 2008


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Dermatologia a cura del dr. A. Del Sorbo - Dermatologo

Herpes genitale Si presenta con ulcere genitali dolenti e recidivanti. L'HSV1 infetta maggiormente le regioni alte del corpo (es. labbra), mentre l'HSV2 è maggiormente coinvolto nell'herpes genitalis, ma questa distinzione non sempre è così netta, in quanto in alcuni casi è possibile isolare HSV2 da un herpes del viso e HSV1 da un'infezione erpetica genitale o anale.

ed è responsabile della trasmissione al neonato al momento del parto naturale (herpes neonatale).

L'herpes genitale è una malattia a trasmissione sessuale molto frequente in dermatologia genitale ed è causata nella maggior parte dei casi, da un'infezione da parte del virus erpetico HSV2 (human herpes virus tipo 2) e in alcuni casi dal virus erpetico HSV1 (human herpes virus tipo 1).

L'herpes genitale è la causa più frequente di ulcere genitali dolenti e recidivanti ed interessa entrambi i sessi, con una frequenza leggermente aumentata nelle donne. L'infezione primaria (primo contatto con il virus) si trasmette per contatto cutaneo mucoso con la persona infetta (anche contagio orogenitale).

Rispetto all'herpes genitale da virus herpes simplex 1 (virus maggiormente responsabile dell'herpes delle labbra e delle altre aree del viso), l'infezione genitale da herpes simplex 2, dà luogo più spesso a recidive

Se la barriera cutaneo mucosa del distretto genitale è in qualche modo alterata (es. balanopostite, vulvovaginite, scabbia, prurito, lichen simplex, etc) la trasmissione può essere favorita, a causa di un possibile calo

delle difese organiche locali. Al momento dell'infezione primaria, il virus entra nelle cellule epiteliali, si replica e crea la sintomatologia erpetica classica (ulcere dolenti). Dopo qualche settimana, i capsidi virali non si replicano più e risalgono attraverso le terminazioni nervose periferiche fino ai gangli nervosi dell'area sacrale, con scomparsa della sintomatologia (fase asintomatica o infezione latente). Le recidive (herpes genitale ricorrente) si manifestano nuovamente quando la replicazione virale viene riattivata da svariati fattori, con migrazione del virus dai gangli sacrali al distretto cutaneo mucoso anogenitale. Nella donna l'herpes genitale può esordire con una vulvovaginite erpetica primaria, caratterizzata da erosioni vulvari dolenti simili ad afte, prurito intimo, bruciore, infiammazione ed edema vulvare, dispaurenia, ingrossamento dei linfonodi e talvolta febbre. Le recidive di herpes genitale che seguono l'infezione primaria, non si accompagnano solitamente a sintomi generali, ma solo locali (erosioni dolenti). Le infezioni erpetiche anogenitali maschili e femminili, rientrano tra le possibili cause di vulvodinia, penodinia e anodinia. L'herpes genitale sia maschile che femminile, può interessare oltre alle mucose anche la cute dell'area genitale, pubica, inguinale e perianale. L'herpes genitale può in alcuni casi avere un decorso cronico recidivante, con ulcere genitali

ricorrenti e dolenti. Nell'uomo l'herpes genitale può interessare il glande (balanite erpetica primaria), il prepuzio (postite erpetica), glande e prepuzio (balanopostite erpetica), l'uretra (uretrite erpetica), la cute pubica, scrotale, anale e perianale, con caratteristiche vescicole a grappolo (in caso di manifestazioni cutanee) o di erosioni a grappolo (in caso di manifestazioni mucose). Le vescicole dell'herpes genitale sono di qualche millimetro di diametro e si trasformano rapidamente in erosioni dolenti. Nella donna possono essere interessate analogamente le grandi labbra, le piccole labbra, la regione clitoridea, l'uretra, la vagina, la cervice e il distretto perianale. Qualche giorno prima delle recidive di herpes genitale, si possono avvertire sensazioni di formicolio, prurito o bruciore dell'area interessata, in modo più o meno simile a quanto si verifica in caso di herpes labialis. Sulla cute anogenitale, le vescicole confluenti a grappolo, si ricoprono di croste e l'episodio rientra nel giro di qualche settimana. La fase vescicolare e crostosa non è ovviamente visibile nelle aree mucose, in cui si osservano le caratteristiche erosioni a grappolo (piccole ulcere dolenti e confluenti). Al momento della visita dermatologica, saranno ricercate altre possibili cause di ulcere genitali (es. impetigine contagiosa, ulcera molle, sifilide, afte, malattia di Crohn, pemfigo, malattia di Behçet, etc). Salutare 27


Psicologia a cura della dr.ssa M. Frandina

L'invidia virtuale Come nasce? Come vincerla? "Desiderare i propri desideri" L’invidia ci distoglie dal vedere il nostro stesso bene, che viene messo in ombra dal bene degli altri (Kant) Ciò che desideriamo e non possiamo conseguire ci è più caro di quello che abbiamo già conseguito.(Gibran) Lo sviluppo della società telematica ha contribuito alla nascita dell’invidia virtuale. Il mondo virtuale è diventato lo spazio ed il tempo di molte relazioni. Prima, il termine di confronto era rappresentato esclusivamente dal vicino di casa. Oggi abbiamo possibilità infinite di confronto restando seduti davanti ad uno schermo. Il confronto virtuale rischia di essere una fonte di grande frustrazione, alimentando la nascita di desideri e bisogni che restano insoddisfatti. Quello che vediamo o viviamo nella realtà virtuale spesso non esiste, è un “non essere” e paradossalmente ci appare come un essere migliore di noi, perché è costruito per far nascere in noi il bisogno. La lotta per accaparrarsi “l’oggetto idealizzato” da comprare-ottenere, diventa

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simbolo di processi vitali, mira a sostituire le necessità affettive di comunicazione, amore, relazione con l’onnipotenza, il narcisismo, l’esibizione, la trasgressione. La realtà virtuale ci mostra migliaia di beni, la cui esistenza a volte è solo virtuale; ciò nonostante in noi nasce la voglia di possedere e il non poter avere ciò che ci appare come desiderabile aumenta in noi il senso di frustrazione ed impotenza. Ne consegue rabbia, odio, rancore che vengono espressi in forme di aggressività sempre più violente. L’invidia virtuale, in genere, si manifesta con una rabbia generalizzata nei confronti della società, del sistema, ma anche con uno stato di attivazione costante che si rivolge verso le persone che ci circondano. Vincere l’invidia virtuale è possibile se impariamo a desiderare i nostri desideri, e non quelli degli altri. Questo significa essere consapevoli delle proprie risorse, dei propri limiti, del contesto in cui si è, dei propri bisogni, dei propri sogni; ma significa anche porsi degli obiettivi realizzabili e attivarsi per raggiungerli. Ogni pensiero presente determina la nostra vita futura: l'opinione che oggi abbiamo di noi stessi influenza la realtà al punto tale che facilmente ci accadranno le cose che abbiamo pensato. Se nel nostro inconscio siamo convinti di non essere all'altezza, di non meritare nulla, di essere colpevoli di qualcosa, o di essere arrabbiati per qualcosa, facilmente anche all'esterno ci troveremo in situazioni, circostanze che avvereranno ciò che incosciamente ci portiamo dentro. Tutti noi desideriamo raggiungere quegli obiettivi che riteniamo desiderabili: una autonomia finanziaria, una compagna/o per la vita, dei figli, una casa comoda ed accogliente, ecc.

Ma quanti di noi sono disponibili a fare i mutamenti interiori necessari per realizzare tutto ciò? Ognuno di questi obiettivi rappresenta un passo fondamentale nella storia evolutiva delle persone. Significa abbandonare vecchie abitudini, schemi, copioni, modi di pensare, modalità di relazione per passare ad una nuova vita. Ognuno di questi obiettivi rappresenta una trasformazione profonda: rappresenta una morte ed una rinascita. È importante trasformare il sentimento di contemplazione in azione. Sognare è una grande energia, ma al contempo non deve trasformarsi in illusione. È importante avere degli obiettivi raggiungibili, dei sogni realizzabili per non rischiare di restare frustrati e disillusi. Raggiungere la perfezione è un'utopia, ma nulla ci vieta di “tendere a..”; è questa la spinta, la grande energia dei nostri sogni. È importante sognare, volare con la fantasia, ma avere i piedi ben fermi a terra, costruire i propri sogni passo dopo passo. Rompere il ciclo di impotenza-aggressività generato dall’invidia richiede di assumere la responsabilità per cambiare ciò che è doloroso e non aspettare che lo faccia l’altro. Quando attribuiamo all’altro la responsabilità della nostra sofferenza, della nostra rabbia, del nostro malessere, automaticamente gli affidiamo anche il potere, togliendolo a noi. Cambiare in maniera armoniosa significa essere protagonisti consapevoli e creativi del nostro agire, del nostro pensare e soprattutto del nostro sentire.

Note fonte: “Terapia della gelosia e dell’invidia”, E. Giusti , M. Frandina, Collana ASPIC, Edizioni Sovera, 2007


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Sociale a cura del dr. G. P. Fazio

Missione umanitaria Per il consorzio pubblico di servizi alla persona A4. Al ritorno da Kinshasa idee e proposte per un futuro proiettato oltre i limiti delle territorialità. Il mese di giugno scorso il Presidente del Consorzio Pubblico di Servizi alla Persona Avellino 4 Enzo Testa ed il Direttore del Consorzio A4 Raffaele D’Elia hanno partecipato ad una missione umanitaria nella Repubblica Democratica del Congo. Il viaggio è parte di un programma che vede la collaborazione tra il Consorzio e l’Associazione di Volontariato “I Have a Dream”, presieduta da Prete Congolese Albert Mwise, parroco della comunità di Tufara Valle, frazione del Comune di Roccabascerana. La visita, occasione d’incontro con l’Ambasciatore Italiano in Congo Pio Mariani e con il Nunzio Apostolico Giovanni D’Aniello è stata un occasione per toccare con mano la profonda miseria di un popolo che da anni ormai convive con la fame e con la guerra civile. La Repubblica Democratica del Congo, Stato dell’Africa Centrale continua a vivere in un clima particolarmente instabile, nelle province orientali persiste la presenza di bande armate, di milizie non governative, di ex-militari e di gruppi tribali che saccheggiano, depredano e compiono massacri di civili. L’intervento che il Consorzio A4 intende realizzare è un Centro di accoglienza per minori in difficoltà in un paese con un altissimo tasso di mortalità infantile dovuto alla quasi inesistente prevenzione sanitaria ed alle inadeguate risorse alimentari disponibili.

ma, piuttosto, dalla malnutrizione e dagli inevitabili disagi dalle scarse, inadeguate strutture sanitarie ed alle precarie condizioni igieniche. A ciò si aggiungono le cifre, alquanto sconcertanti, della crisi economica e sociale che affligge la Repubblica, dove muoiono circa 38.000 persone ogni mese, oltre 4.000.000 dall’inizio del conflitto. Svariati sono stati i villaggi visitati sulla strade che unisce Kinshasa e Kisantu. Il Direttore D’Elia - impressionato dalle condizioni di vita delle comunità locali visitate - ha dichiarato: “Nel concreto, il breve viaggio, è stato un vero e proprio immergersi nelle problematiche del paese dove acqua, elettricità e beni primari sono un vero e proprio lusso per pochissimi eletti.

parte vista l’enormità del problema, a far si che qualcosa cambi. “Un solo bambino aiutato ad uscir fuori dalla condizione di vita in cui si trova è un miracolo compiuto in nome di una fratellanza che deve travalicare i limiti di qualsiasi appartenenza”. Non solo quindi, servizi al territorio per il Consorzio A4 ma un futuro fatto di cooperazione internazionale e di nuove progettualità orientate alla nascita di una coscienza che oltrepassi i limiti geografici e territoriali per approdare in luoghi dove le necessità si fanno maggiormente pressanti.

"Quello che facciamo è soltanto una goccia nell'oceano ma se non ci fosse quella goccia all'oceano mancherebbe." - Madre Teresa di Calcutta

Non è possibile comparare il nostro modello di vita con quello vissuto nella RDC”. Non è possibile - nel pensiero del Presidente Testa - chiudere gli occhi e far finta che una realtà come quella africana non esista. Vi è la necessità di impegnarsi a fondo per cercare di contribuire, seppur in minima

Attualmente, infatti, nonostante l’instabilità dovuta alla guerra, la maggior parte delle morti non è provocata dalle violenze del conflitto in corso nel paese, Salutare 29


Una sana abitudine Vorremmo ringraziare uno per uno tutti quelli che ci leggono, scrivono, sostengono, ma una sola pagina non basta. Molti di voi ci aiutano tanti altri ne traggono beneficio... è “solo” questo che vogliamo: continuare a farlo.

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Pedagogia a cura del dr. G. Pistillo - Pedagogista Clinico

Body Work

®

Un metodo per abbattere le tensioni e favorire l’equilibrio psicofisico.

La Pedagogia Clinica dispone di un ampio ventaglio di metodi rivolti ad educare e aiutare persone di ogni età con qualunque forma di disagio psicofisico, in grado di promuovere in ogni essere umano un dialogo interiore finalizzato ad una più profonda conoscenza delle proprie potenzialità e di una padronanza effettiva di sé. Tra i metodi pedagogico clinici possiamo senz’altro annoverare i cosiddetti metodi dialogico-corporei, orientati a favorire, per mezzo del contatto, l’abbattimento delle tensioni e il raggiungimento di uno stato di equilibrio psicofisico. Siamo di fronte a una modalità di contatto non più concepibile come intervento di natura parziale e unidirezionale, ossia come un ‘massaggio’ fisioterapico, finalizzato ad una riabilitazione di specifici muscoli e articolazioni, bensì come un approccio globale ed olistico alla persona, un dialogo basato su uno scambio proficuo di ‘messaggi’ e ‘parole tattili’ in cui sia lo specialista che la persona in difficoltà figurano quali parti attive della relazione educativa.

Tra i metodi dialogico-corporei troviamo il metodo Body Work®, la cui finalità principale è di aiutare la persona a prendere coscienza della propria corporeità e del proprio Sé, sia sul piano cognitivo che affettivo e relazionale. La sua azione rilassante, tonificante ed energizzante, si rivolge a persone che presentano ansia, stress, depressione ma anche a chi soffre di disagi nella condotta alimentare, di difficoltà nell’apprendimento e nel comportamento, di disagi affettivi e motori ecc. Il Body Work® prevede che lo specialista definisca inizialmente il setting necessario al corretto svolgimento della relazione educativa. Questi farà in modo che vi sia una situazione diadica di silenzio sacrale e di penombra, invitando la persona a togliere gli indumenti e gli oggetti che possano ostacolare l’interazione. A questo punto, inizierà ad entrare in con-tatto con le diverse parti del corpo della persona. Utilizzando entrambe le mani, darà vita ad una serie di stimolazioni tattili, dette effleurages (sfioramenti), che dovranno variare nel dosaggio della pressione e della velocità a seconda della sensibilità delle diverse parti del corpo da toccare e in base alla persona specifica che si avrà di fronte. La sequenza precisa delle stimolazioni inizia con movimenti che prevedono una iniziale pressione, esercitata con i polpastrelli delle dita delle due mani, su tutto il cuoio capelluto, per procedere poi, attraverso note pressorie e movimenti di scivolamento, alla sollecitazione della parte alta, media e bassa della fronte, delle arcate sopracciliari, delle narici, della base del mento e delle orecchie. Si giunge poi alle spalle e alle cavità subclavicolari

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e glenoidee. La manipolazione degli arti superiori prevede diverse tipologie di movimenti, come quelli di torsione e rotazione delle braccia, di accarezzamento, divaricazione, tiraggio e pressione delle singole dita di entrambe le mani. Segue ancora la stimolazione del torso, della coppa del seno e del ventre, le ultime due effettuate con il dorso della mano. Si passa infine al sollevamento del bacino e alla stimolazione del plesso solare, effettuata invece con il polso. Solo successivamente, le sollecitazioni riguarderanno gli arti inferiori, con un movimento di torsione e rotazione sulle gambe e di accarezzamento, divaricazione e tiraggio sui piedi, analogo a quello applicato a mani e braccia. In una seconda fase, durante la quale si chiederà alla persona di collocarsi in una posizione di decubito ventrale, si procederà a movimenti di tamburellamento, di grasping e di pressione localizzata, effettuati tutti ai lati della colonna vertebrale. La sequenza si chiude con il sollevamento del piede e la pressione sull’attacco gluteo, effettuata con il pugno chiuso. La stimolazione di determinate zone del corpo ha un grande valore maieutico per la persona, perché in grado di ri-suscitare e rievocare sensazioni e percezioni latenti, di far emergere vissuti precoscienziali e arcaici, ricordi ancestrali ed emozioni archetipiche. In questo senso, il Body Work® si pone come tecnica educativa in grado di promuovere nella persona la Cura globale di sé, incentrata su di un'auto-conoscenza in profondità e su di una capacità di lavorare con padronanza alla rielaborazione progettuale del proprio passato e alla costruzione e ri-definizione autobiografica di se stessa.


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Logopedia a cura della dr.ssa Rossella Santoro

La disfonia infantile È una patologia funzionale della voce caratterizzata da timbro rauco e grave.

"È uno scalmanato, corre, gioca e urla tutto il giorno e a sera è senza voce": ecco il ritratto tipico che fanno i genitori dei bambini disfonici quando giungono all'osservazione del foniatra o del logopedista.

abitudini respiratorie e vocali errate. La terapia logopedica, risolutiva in questi casi, incontra spesso l'ostacolo nella scarsa attenzione e collaborazione del bambino, e nella noia che spesso subentra durante il trattamento. In questo caso più che mai è necessario adeguare il trattamento al piccolo paziente, rendendolo accattivante e coinvolgente il più possibile.

il coinvolgimento dei bambini durante la terapia. Prima di iniziare il trattamento vero e proprio si svolge un incontro con i genitori ai quali vengono forniti elementi sulla fisiologia dell'apparato vocale e semplici consigli di igiene vocale, invitandoli a prendere coscienza dei comportamenti sbagliati dei prori figli e a porre domande e sollevare dubbi sulla patologia e sul trattamento.

In effetti negli ultimi anni questa patologia è sempre più frequente anche in bambini in età prescolare; scaturisce soprattutto dall'eccessivo sforzo vocale, laddove respirazione e accordo pnemo-fonico risultano alterati.

Infatti per la buona riuscita del trattamento è necessario che il bambino acceda volentieri alle sedute e si diverta a "giocare" con la propria voce per scoprire modi diversi di utilizzarla rispetto agli sforzi a cui si è abituato. È per superare questi ostacoli che sempre più frequentemente la terapia viene effettuata con un piccolo gruppo di tre o quattro bambini.

Successivamente inizia il trattamento vero e proprio che viene svolto in un ambiente piacevole, colorato, ma senza elementi di distrazione (ad esempio giocattoli).

Spesso trascurata o sottovalutata dai genitori è una patologia funzionale che può avere come esito la formazione di noduli delle corde vocali e, non trattata, costituisce il presupposto delle alterazioni funzionali croniche dell'adulto. È fondamentale perciò l'intervento precoce che previene le complicanze di cui sopra impedendo il cronicizzarsi di

Il gruppo offre un duplice vantaggio, da una parte crea un ambiente più disteso, diminuendo la visione del trattamento inteso come obbligo noioso e pesante, dall'altra fa scattare quei meccanismi di emulazione e competizione che migliorano

Nella prima fase si lavora soprattutto sulla auto-percezione del proprio corpo e della respirazione anche attraverso giochi di rilassamento infantile che aiutino a sciogliere eventuali tensioni. Si possono utilizzare anche blocchi da disegno sui quali far rappresentare ai bambini

i vari tipi di voce dei quali hanno fatto esperienza, questo al fine di favorire la discriminazione tra una bella voce ed una voce alterata. Dopo questa prima fase si può cominciare a lavorare sulla respirazione e sull'accordo pneumofonico cercando di presentare gli esercizi sempre come piacevoli e divertenti. Anche in questa fase si può utilizzare la rappresentazione grafica e la drammatizzazione di quanto fatto in terapia invitando i bambini a ripetere a casa "i giochi" vocali fatti in terapia. Col procedere della terapia si possono far fare ai bambini giochi di ruolo che li aiutino a comprendere quanto siano legate voce ed emotività. Come già accennato, in questi casi la terapia logopedica è risolutiva, e così svolta la percentuale di abbandono e di insuccessi e davvero molto bassa.

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Prevenzione a cura di Valentina Saraceni

L’intestino non va in vacanza Al via anche quest’anno la Campagna Nazionale di informazione estiva.

Promossa dalla SIUCP, Società Italiana Unitaria di Colonproctologia, un’iniziativa di prevenzione e cura dei disturbi intestinali. In base ai dati del Ministero della Salute e della stessa SIUCP, sono interessati quasi 8 milioni di cittadini del nostro Paese. Quest’anno prevede anche un nuovo servizio a favore dei cittadini “Lo specialista gratis con voi in vacanza”. Per tutto il mese di agosto, dal lunedì al venerdì dalle ore 16 alle ore 18, si potrà telefonare per richiedere consigli pratici da un colonproctologo per affrontare disturbi acuti dell’intestino e del colonretto: diarrea, stipsi, emorroidi, ragadi, sanguinamenti ecc. “Obiettivo della Campagna è stimolare le persone, in particolare quelle che già soffrono di questi disturbi, ad effettuare, prima di partire per le vacanze, una visita dal colonproctologo” – illustra il dottor Angelo Stuto, Presidente SIUCP – “Questo specialista, infatti, è in grado di formulare una diagnosi precisa relativa all’origine del problema e di individuare la terapia più adatta, alimentare oppure comportamentale, medica oppure chirurgica. Quest’anno, poi, abbiamo deciso di attivare per tutto il mese di agosto un servizio pratico ed immediato di supporto ai cittadini con problemi colorettali “Lo

specialista gratis con te in vacanza”. “Si tratta di un’iniziativa” – aggiunge il professor Antonio Longo, Presidente Onorario SIUCP – “che permette di fornire a tutti consigli su come affrontare subito la crisi. Naturalmente non è possibile effettuare al telefono una diagnosi, per cui è importante che al ritorno a casa i pazienti si facciano visitare da uno specialista, per una diagnosi precisa e quindi la terapia più adeguata”. “Attraverso questa Campagna ci proponiamo di fornire ai cittadini un’informazione completa ma soprattutto un aiuto concreto prima di partire per le vacanze per chi soffre di emorroidi, stipsi cronica e di altri disturbi intestinali” – precisa il dottor Stuto – “oltre che di ridurre le cure fai da te, spesso inutili e talvolta dannose, come l’abuso di creme e lassativi che curano i sintomi ma mai la causa del disturbo”. Tra le possibilità di cura, trovano posto due lifting intimi. “Non è più il caso di avere terrore dell’intervento chirurgico” – continua il dottor Stuto – ”Le tecniche messe a punto dal professor Longo, sia per le emorroidi che per la stipsi da ostruzione, richiedono un giorno di ricovero, non sono dolorose, ma soprattutto in pochi giorni si ritorna in perfetta forma. Perché rovinarsi le vacanze?” “La tecnica per la cura chirurgica della malattia emorroidaria consiste nella correzione del prolasso rettale” – spiega il professor Longo – “e consente di eliminare definitivamente il problema.

Con un solo atto chirurgico, che dura circa mezz’ora ed è praticamente indolore, si effettua la rimozione del prolasso e il riposizionamento delle emorroidi nella loro sede fisiologica”. Il paziente può essere dimesso anche la sera stessa dell’intervento, ma in genere il giorno dopo, e la convalescenza dura circa una settimana. Nel 2009 in Italia sono state eseguite circa 25.000 operazioni con questa tecnica, in Europa complessivamente sono state circa 1.000.000 mentre nel mondo sono state oltre 3.000.000. L’intervento per la cura della stitichezza si esegue in anestesia epidurale, non provoca quasi dolore e dura circa mezz’ora. Anche in questo caso, prevede l’asportazione del prolasso rettale, che rappresenta l’ostacolo alla defecazione. Il paziente dopo due giorni esce dall’ospedale ed in una settimana può riprendere una normale attività. Gli italiani che soffrono di emorroidi sono circa 3,7 milioni; i cittadini affetti da stipsi sono invece 4 milioni. Di questi, circa il 10%, cioè quasi mezzo milione, soffre di una forma severa di stipsi dovuta a ostruita defecazione. Complessivamente, quindi, quasi otto milioni di italiani. La Campagna di informazione SIUCP prevede il coinvolgimento degli oltre 70 centri UCP (Unità di Colonproctologia), ma anche di numerosi altri specialisti membri della società scientifica che, ad oggi, annovera circa 700 soci.

Per usufruire di tutti i servizi è a disposizione il Numero Verde 800 77 66 62 (attivo dal lunedì al venerdì). Per ulteriori informazioni www.siucp.org, e www.emorroidiestipsi.com. 34 www.salutare.info


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Cocaina e Levamisole Allarme partito dagli USA.

L'allarme cocaina contaminata dal "levamisole" si è esteso anche in Italia su tutto il territorio. Secondo un bollettino diramato dal Laboratorio di Tossicologia forense del Dipartimento universitario di Medicina pubblica, clinica e preventiva di Napoli, dalla responsabile Renata Borriello, il levamisole è stato riscontrato in dosi di cocaina a Padova in un ingente quantitativo di droga sequestrata con percentuali di antiparassitario che arrivavano al 10%. La presenza del farmaco è stata evidenziata anche in circa il 50% dei campioni di cocaina analizzati dalla Tossicologia forense dell'Università Cattolica di Roma, mentre il Ris dei Carabinieri di Roma ha rintracciato il levamisole nella cocaina sequestrata a Genova, Firenze, Ancona, Grosseto, Reggio Calabria, Brescia e Taranto. Il levamisole è un farmaco antineoplastico usato per il

trattamento del cancro del colon. È usato anche come antiparassitario in veterinaria. L’ingestione di cocaina adulterata con levamisole può ridurre notevolmente i globuli bianchi sopprimendo la capacità dell’uomo di combattere le infezioni. Soggetti che sniffano, si iniettano o fumano cocaina adulterata con levamisole possono sviluppare rapidamente infezioni anche fatali. Il quadro clinico della patologia agranulocitosi è caratterizzato da febbre, brividi, malessere, senso di prostrazione e debolezza, astenia, nausea, vomito, infezioni della pelle, lesioni ulcero necrotiche orofaringee e anorettali, ascessi, mughetto, polmonite (febbre, tosse, respiro corto). In breve tempo si può sviluppare il quadro clinico di un’infezione generalizzata. Nel caso di pazienti con febbre e agrunolocitosi non spiegabili, è dunque lecito sospettare l’uso di cocaina adulterata con levamisole. È opportuno eseguire l’esame tossicologico delle urine il prima possibile in quanto il levamisole

Glossario Teleangectasia Lesioni vascolari cutanee che rappresentano un inestetismo ma soprattutto un sintomo di molteplici patologie. Ereditarie o acquisite, si localizzano principalmente al volto e alle gambe, e possono essere presenti in tutte le età della vita, sia negli uomini che nelle donne. Per i greci si trattava semplicemente di una lesione vascolare visibile provocata dalla dilatazione dei piccoli vasi sanguigni, e le diedero un nome che univa in sé tre parole: telos (fine), angeion (vaso) e ektasis (dilatazione).

viene eliminato velocemente dall’organismo, con un tempo di dimezzamento molto breve (5-6 ore) e solo il 2-5% della sostanza viene ritrovato tal quale nelle urine. La cocaina è uno stimolante molto potente che agisce direttamente sul cervello. Fa sentire pieno di energia chi la usa e produce effetti di distorsione nella percezione. Fa aumentare la pressione sanguinea e accelera la frequenza cardiaca, in diversi casi si è giunti a gravi aritmie o all'infarto del miocardio. L'uso massiccio e prolungato della coca comporta nel soggetto (cocainomane cronico) l'insorgere delle seguenti caratteristiche: colorito pallido, occhi incavati, tremore alle estremità degli arti e delle labbra, pupille dilatate, stato di dimagrimento, insonnia alternata a sonnolenza, incubi ed allucinazioni. Sniffare comporta una sensibile diminuzione della capacità olfattiva, può causare ulteriori problemi del setto nasale (frequenti perdite di sangue,

Grasping Sinonimo di riflesso di prensione presente nel neonato, che si evoca esercitando una modesta pressione sul palmo della mano o sulla pianta del piede: si provoca rispettivamente la flessione delle dita della mano e del piede. Il permanere del riflesso di prensione impedisce l'uso delle mani, ostacolando in particolare il rilasciamento e quindi la presa volontaria; normalmente scompare nel secondo-terzo mese di vita. A livello del piede rende difficile la stazione eretta e la deambulazione; normalmente scompare entro il nono mese.

ulcere, etc..). Fumare espone le prime vie respiratorie ed i polmoni al contatto con vapori caldissimi (oltre che con le sostanze contenute nel 'taglio') con conseguenti danni ai tessuti. A lungo andare questi danni possono ripercuotersi negativamente sulla funzionalità polmonare in maniera anche seria (asma, maggiore esposizione a patologie delle prime vie respiratorie, difficoltà respiratorie, etc...). Le iniezioni causano danni alla pelle e alle vene (ulcere, ascessi, collassi dei vasi sanguigni, etc...) e, se le condizioni igieniche non sono soddisfacenti, possono portare anche ad infezioni gravi (tetano, setticemie, endocarditi). Inoltre bucarsi aumenta notevolmente l'effetto spesso chi si buca prova un flash subito dopo l'iniezione che dura qualche minuto seguito da una voglia incontenibile di ripetere l'iniezione e più tardi da una depressione totale (down). La cocaina presa per vena è la droga più devastante, le conseguenze fisiche e psichiche sono tremende.

Maieutica Il termine maieutica viene dal greco maieutiké (sottinteso: téchne). Letteralmente, sta per "l'arte della levatrice" (o "dell'ostetricia"), ma l'espressione designa il metodo socratico così come è esposto da Platone nel Teeteto. L'arte dialettica, cioè, viene paragonata da Socrate a quella della levatrice: come quest'ultima, il filosofo di Atene intendeva "tirar fuori" all'allievo pensieri assolutamente personali, al contrario di quanti volevano imporre le proprie vedute agli altri con la retorica e l'arte della persuasione.

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Eventi CONGRESSI, CONVEGNI, EVENTI e manifestazioni per la Salute e il Benessere

19th International Congress and Endo Expo of the Society of Laparoendoscopic Surgeons L'evento si terrà a New york, USA, dal 1 al 4 settembre 2010 http://www.sied.it Terrasini (PA), 05 settembre 2010 Implicazioni del federalismo nel processo assistenziale Categorie: Infermiere Argomenti del corso: federalismo, formazione, protezione civile L'evento rientra nell'obiettivo nazionale: cultura gestionale, alla luce delle ultime modifiche legislative sul federalismo e le implicazioni dello stesso in campo sanitario e nella formazione universitaria infermieristica e nell' obiettivo gruppo 2 - interventi di formazione nel campo delle emergenze-urgenze. Nella terza sessione, infatti vengono affrontate le tematiche riguardanti la protezione civile ed il sistema delle maxi emergenze. sarà anche l'occasione per presentare il gruppo di infermieri che ha costituito il nucleo provinciale del cives di Palermo. www.infocongressi.com Milano, 8 Settembre Corso di aggiornamento sull'inquadramento delle distrofie ereditarie corioretiniche Sede Congresso: Aula San Bonaventura, Ospedale San Raffaele - Milano Segreteria Organizzativa: Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor Tel. 02 26431 22° Salone Internazione del Naturale L'evento si terrà dal 9 al 12 settembre 2010 a Bologna. http://www.sana.it 10-12 settembre ILCA 2010 Associazione internazionale di cancro del fegato La quarta conferenza annuale Montreal, QC, Canada

In linea con il Liver International Cancer Association (ILCA) prevenzione e trattamento del cancro del fegato. www.ilca2010.org Napoli, 16-17 Settembre Retina 2010 - presente e futuro Organizzatori: O. Gallo, G. Manzi Sede Congresso: Università Federico II° - Monte Sant'Angelo, Aula C. Ciliberto Segreteria Organizzativa: Studio Congressi Cicala De Pertis Tel. 081400520 www.studiocongressi.it/retina2010 Firenze, 22-25 Settembre 6th International Conference on the Tear Film & Ocular Surface: basic Science and clinical relevance Sede Congresso: Firenze Fiera - Firenze Organizzatore: David Sullivan Segreteria Organizzativa: JAKA CONGRESSI s.r.l. Tel. 06 35497114; e-mail info@jaka.it Milano, 23 Settembre Nuove strumentazioni e nuove tecniche in chirurgia vitreoretinica Sede Congresso: AulaGalileo, Ospedale San Raffaele - Milano Segreteria Organizzativa: Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor Tel. 02 26431 Pordenone, 24-25 Settembre WHAT'S NEW 2010: Chirurgia innovativa in oculistica Sede Congresso: Pordenone Fiere Organizzatore: Giorgio Beltrame Segreteria Organizzativa: Unika Srl Tel. 0532 773153 Salerno, 30 Settembre - 1 Ottobre Congresso annuale Associazione Campana Glaucoma Sede Congresso: Grand Hotel Salerno Segreteria Organizzativa: Studio Congressi Cicala De Pertis Tel. 081400520 www.studiocongressi. it/glaucoma2010

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Expobit 2010 Centro fieristico “Le Ciminiere” di Catania, 18 al 21 novembre 2010 Ritorna Expobit, il Salone Euromediterraneo dell’Information and Communication Technology che, dal 1995 ad oggi, è diventato un punto di riferimento per gli operatori del canale ICT. Gli oltre 30.000 visitatori (62% decisori aziendali e operatori di settore e 38 % pubblico consumer) presenti ogni novembre all’Expobit, sono il riconoscimento più alto dell’importanza dell’evento. I numeri, infatti, lo consacrano quale 2° evento italiano dell’ICT, dopo lo SMAU di Milano. Un successo che si riconferma, ogni anno, grazie all’impegno del presidente Expobit Maurizio Ninfa: “Expobit 2010 vuole essere una piattaforma di incontro tra domanda e offerta nel mondo dell’Informatica, delle nuove Tecnologie e della Comunicazione, diventando soggetto attivo nel favorire un confronto tra le imprese, le istituzioni e gli operatori”. Expobit, alla sua quindicesima edizione, propone all’interno dell’area espositiva quattro technology focus: “Expo Energy”, percorso tematico rivolto alle aziende e alle pubbliche amministrazioni, dedicato alle energie rinnovabili-alternative, all’efficienza energetica e alla salvaguarda dell’ambiente; “Domotica e Green Life”, soluzioni abitative che integrano alta tecnologia e sostenibilità; “Expo Salute”, area dedicata al vasto mondo della tecnologia avanzata applicata alla medicina, alla chirurgia ed in generale alla salute e al benessere dell'uomo; “Print & Creative”, un evento dentro l'evento che nasce per favorire lo sviluppo della creatività e delle piattaforme di comunicazione visiva aprendo nuovi sbocchi operativi e professionali nell’ambito della fotografia, della grafica e della stampa di grande e piccolo formato. È possibile prenotare il proprio spazio espositivo accedendo direttamente dall’home page del sito www.expobit.it : scaricare la domanda di ammissione, compilarla in ogni sua parte e restituire a mezzo fax al nr. +39 095 7224997 oppure tramite raccomandata A.r.

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