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mensile d’informazione per la Salute e il Benessere n° 65
Epidemiologia Il “caso tubercolosi”
Nutrizione I minerali del buonumore
Fobie Caliginefobia?
Fitoterapia La cellulite estetica
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Una sana abitudine
Sommario Cosmesi
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I cosmetici naturali
Psicologia
Estetica
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Rughe d’espressione
13
Nutrizione
14
I minerali del buonumore
Alimentazione
Epidemiologia
Il binomio infiammazione - obesità
Riabilitazione Dito a scatto
Dermatologia Prurito dopo la doccia
Fitoterapia La cellulite estetica
(1a parte)
Il “caso tubercolosi”
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Farmacia
comuni?
Psicologia L’Antiginnastica® e l’ascolto di sé
16
150 Anni La salute degli italiani
Medicina Cinese
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Asma ed enfisema
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28 33 34
25 26
Fobie Quali sono le fobie e le ossessioni più
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Strumenti per gli avventurieri
Il viaggio come metafora di un percorso all’interno di noi stessi
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Benessere
News Sociale Ricevi Salutare Eventi
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Tutti gli articoli hanno solo finalità informativa ed educativa, non costituiscono motivo di autodiagnosi o di automedicazione e non sostituiscono la consulenza medica specialistica.
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Angolo dei Lettori
Gentile redazione, mi chiamo Franca e scrivo da Latina. Avrei bisogno del vostro aiuto. Soffro di carenza di ferro da una vita, ho 41 anni ho un ciclo mestruale abbondante e faccio una vita un pò frenetica. Tutti i mesi sono costretta a fare una cura massiccia di ferro, però negli ultimi tempi non mi sembra che giovi molto, poichè mi sento molto stanca spossata, soffro di giramenti di testa, dimentico le cose, mi sento come se stessi di continuo nel pallone, la testa è pesante e vuota. Sono stata da un ematologo perchè volevo essere consigliata, volevo sapere se questa cura dovevo farla a vita ma, più che darmi una cura massiccia di 60gg non ha fatto altro. Dunque vorrei sapere: è opportuno fare delle indagini più appropriate? Posso assumere alimenti o integratori che potrebbero aiutarmi? Vorrei capire quale sia il fattore inibitore che non mi fa assorbire ferro. Un cordiale saluto. Franca (LT)
Gentile lettrice stanchezza e facile affaticabilità, irritabilità, insonnia, difficoltà a concentrarsi, cefalea, vertigini, bruciori alla lingua, fissurazioni agli angoli della bocca sono tutti comuni sintomi dell’anemia. La diagnosi di anemia si serve della clinica (sintomi) e dei seguenti esami di laboratorio: dosaggio della sideremia (quota di ferro circolante), della transferrinemia (proteina legante il ferro), delle ferritinemia (forma di scorta del ferro), dell'emocromo e degli indici eritrocitari. Il dosaggio del ferro e della ferritina risultano al di sotto dei range di normalità, mentre è alta la capacità di
Pubblicazione mensile Anno VII n° 65 - 2011 Distribuzione gratuita Reg. Tribunale Av in data 15/01/2004 N° 419
legare il ferro (transferrina). Sia l'emoglobina che l'ematocrito sono diminuiti. La terapia consiste nella somministrazione di sali ferrosi per bocca, lontano dai pasti. Nei casi in cui l’assunzione orale non risulta tollerata si ricorre alla via endovenosa o intramuscolare. Gli effetti collaterali dei farmaci antianemici sono, infatti, abbastanza frequenti e consistono in turbe digestive come bruciori di stomaco, crampi addominali e diarrea. Di norma la correzione dello stato anemico può essere raggiunta in circa 2 mesi. La risposta alla terapia va monitorata e deve mostrare un aumento dei reticolociti (globuli rossi giovani). Una volta corretta l'anemia, la terapia va continuata per ulteriori sei mesi allo scopo di ripristinare le riserve. Gli accorgimenti da attuare dal punto di vista alimentare sono i seguenti: privilegiare alimenti in cui il ferro è presente nella forma maggiormente assorbibile (stato ferroso): carne, pesce, uova. Non trascurare i fattori favorenti l’assorbimento: vitamina C (in frutta acidula come agrumi, kiwi, ananas, fragole, ciliegie, in lattuga, radicchio, broccoli, cavoli, cavolfiori, peperoni, patate), acido malico (in frutta soprattutto mele), acido tartarico (in frutta soprattutto uva e vino bianco), acido lattico (in prodotti fermentati come yogurt e kefir), acido citrico (in limoni e agrumi in genere). Evitare le associazioni sfavorevoli: abbinamento carni e formaggi nello stesso pasto, assunzione di te/caffè subito dopo un pasto ricco in ferro, abbinamento carni con contorni di verdure ricche in ossalati (spinaci, rape, pomodori). dr.ssa S. Garifo
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News
Un solido appiglio per vincere la battaglia contro l’Aids
Un team di studiosi spagnoli, ha annunciato i primi risultati di un vaccino testato contro l'AIDS, che è riuscito a condurre ad una risposta positiva. Immune contro la malattia nel 90% dei casi, ma non solo, non risultano effetti collaterali alle persone a cui è stato somministrato. Il farmaco, la cui durata nell’85% dei casi è di circa un anno, agisce sul sottotipo B dell’Hiv, quello prevalente in Europa e negli Stati Uniti, ed è il prodotto della collaborazione tra il Consejo Superior de Investigaciones Cientificas (Csic) e gli ospedali Gregorio Marañon di Madrid e Clinic di Barcellona. I risultati di questa lodevole vittoria, già pubblicati su prestigiose riviste «Journal of Virology»
e «Vaccine», sono stati ottenuti nella Fase 1 della ricerca su 30 volontari sani, di cui 24 hanno ricevuto il vaccino per via intramuscolare, mentre gli altri 6 sono stati trattati con placebi. Seguiti dagli studiosi per 48 settimane, in nessuno di essi sono stati riscontrati effetti collaterali tali da far tentennare l’idea che la strada per la sconfitta del virus dell’Hiv fosse in pericolo. È giusto che i risultati vengano presi con cautela, poiché il trattamento è stato eseguito solo su un numero di 30 volontari e, nonostante ci sia una risposta potente nella maggioranza dei casi, è presto per prevedere se le difese indotte possano prevenire l’infezione.
L'Ictus: Neuromed e Malzoni promuovono la prevenzione
Colpisce il cervello come conseguenza della interruzione del normale flusso di sangue ai tessuti cerebrali cui può causare gravi lesioni per esempio interdicendo l’uso dei movimenti o della parola.
vicina. La Stroke Unit è un’unità operativa dedicata alla cura dell’ictus, in grado di ridurre la mortalità ed il grado di invalidità post-ictus con una diminuzione del 20% del rischio di decesso o di conseguenze disabilitanti a due anni dalla dimissione. Intervenire in tempo è un fattore determinante per praticare, ad esempio, una delle cure più efficaci, la trombolisi, che può essere praticata solo entro 4-5 ore dall’evento acuto e che aumenta del 12% il tasso di recupero completo del paziente.
Prevenzione e informazione sono le armi migliori per difendersi da questa patologia invalidante che non colpisce, come erroneamente si crede, solo le persone anziane.
Al Neuromed di Pozzilli, ente di rilevanza nazionale ad alta specialità finalizzato allo studio delle Neuroscienze ed alla cura delle malattie del sistema nervoso, la Stroke Unit ha dato importanti risultati.
Proprio per questo, giovedì 27 ottobre, presso la Diagnostica Medica Malzoni di Mercogliano (AV) , in occasione della giornata mondiale contro l’ictus cerebrale, Malzoni e Neuromed promuovono una giornata dedicata allo screening gratuito e alla divulgazione di informazioni utili per i cittadini, per prepararli in tema di prevenzione e per istruirli sulle azioni da mettere in atto in caso di ictus.
Questa Unità Operativa, infatti, è stata concepita come un centro di terapia per le malattie cerebrovascolari acute dove ricoverare i pazienti con ictus, offrendo loro un tempestivo e completo protocollo diagnostico ed un’adeguata terapia.
L’Ictus è il termine latino per indicare quell’accidente cerebrovascolare che costituisce la seconda causa di morte nel mondo e la prima causa d’invalidità.
Prima fra tutte, ricorrere alla Stroke Unit (unità di trattamento neuro vascolare) più 6
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Cardiologi, Neurologi, Fisiatri, Infermieri e Terapisti della Riabilitazione specializzati nella cura dell’Ictus prendono in carico, uniti in un gruppo forte e coeso, il paziente sottoponendolo ad un monitoraggio dei parametri vitali ed iniziando, in un
brevissimo lasso di tempo, un programma di riabilitazione personalizzato. Questo programma diagnostico-terapeutico-riabilitativo, denominato Stroke Unit, ha consentito di ridurre la percentuale di mortalità e le disabilità dei pazienti con ictus e ha permesso a numerose persone, dopo la fase acuta, di tornare al proprio domicilio e di poter continuare la loro riabilitazione nella routine della propria vita. Ottimi quindi i risultati della Stroke Unit del Neuromed che ha permesso un incremento del 6% del numero di persone che hanno superato le inabilità gravi grazie all’intervento tempestivo dell’equipe medica. La Stroke Unit del Neuromed, inoltre, lavora in sinergia con i reparti di Neurochirurgia, Chirurgia vascolare e Diagnostica per immagini, dotati di modernissime apparecchiature come TC, risonanza magnetica ed angiografia, strumenti che consentono una diagnosi completa in tempi rapidissimi. La Stroke Unit del Neuromed, così, si propone come punto di convergenza di malati con sospetto ictus selezionati dalle diverse strutture coinvolte in un network di collaborazione finalizzato ad un veloce intervento sul territorio per il trattamento degli accidenti cerebrovascolari.
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News
Influenza, nuova sostanza la combatte
Allo studio un composto efficace anche contro i ceppi più resistenti Più di 60 mila gli italiani, alle prese con raffreddore e dolori articolari, anche se in realtà si tratta soltanto di un anticipo della vera influenza stagionale. Dallo studio del Southwestern Medical Center dell'Università del Texas, i ricercatori stanno sperimentando l'efficacia di un composto antinfluenzale che agisce potenziando l'attività di una proteina antivirale umana, REDD1. Pubblicata su Nature Chemical Biology, la ricerca, descrive l'effetto della sostanza nei confronti di tre tipi di influenza molto
resistenti, ovvero quella che scaturisce dal virus del vaiolo, da virus animali e dal famigerato virus pandemico della spagnola, che fece migliaia di vittime nel 1918. L'azione antivirale di questa proteina, il REDD1 si manifesta attraverso una forma di barriera protettiva, nei confronti dell'infezione. Il REDD1, esercita anche un impedimento ai segnali che alludono alla proliferazione delle cellule tumorali. I ricercatori sono partiti da un campione di 200 mila sostanze per arrivare a un totale di 71 composti che hanno reagito positivamente contro i virus influenzali. Infine,
sono stati selezionati i due composti più efficaci che costituiranno la base per la messa a punto di un vero e proprio farmaco, che punta a combattere le molteplici mutazioni che i virus tendono a produrre per reagire e resistere ai farmaci già in commercio. Per arrivare a questo risultato, tuttavia, saranno necessari anni di lavoro.
HPV il virus anche nell'uomo
É di circa il 30% la media di uomini affetti da un’infezione da parte di uno o più tipi di HPV, oncogeni e non. La prevalenza di HPV genitale maschile ha un andamento non sovrapponibile a quella femminile (in cui è massima prima dei 25 anni d’età per poi avere un secondo picco in corrispondenza della menopausa). La sintomatologia HPV-correlata nel maschio si può manifestare con lesioni delle mucose e/o cutanee rilevate all’esame clinico accurato oppure con patologie più complesse ma, nella maggior parte dei casi, l’infezione da HPV e asintomatica e si esprime sotto forma di infezioni cosiddette “latenti” o “subcliniche”.
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In accordo con le raccomandazioni delle Linee Guida sulle Malattie a Trasmissione Sessuale statunitensi, ogni partner sessuale maschio di una donna affetta da infezione da HPV dovrebbe essere esaminato allo scopo di evidenziare, e all’occorrenza trattare, eventuali lesioni. Nell'uomo, la presenza dell’HPV è stata da tempo documentata a carico dell’apparato riproduttivo e anche nel liquido seminale. Quindi è stato dimostrato che l’HPV, qualora presente nel liquido seminale, è in grado di legarsi agli spermatozoi e rimanere adeso alla loro superficie determinando una significativa riduzione della motilità rivelandosi cosi una possibile causa di infertilità. Mentre da evidenze cliniche, sembrano suggerire che una
positività all’HPV nella donna non alteri la fecondità e l’esito della gravidanza. Nell’analisi per-protocol, l’efficacia profilattica nei confronti delle lesioni genitali esterne (condilomi genitali, neoplasie intraepiteliali e cancro perianale, perineale e del pene) da HPV 6, 11, 16, 18 e stata del 90,4% (IC95% 69-98). Sulla base di questi dati, a ottobre 2009 l’FDA ha approvato l’utilizzo del vaccino quadrivalente nei maschi dai 9 ai 26 anni per la prevenzione dei condilomi genitali. Il 5 agosto 2011 il vaccino quadrivalente ha ottenuto l'estensione d'uso nei maschi fino a 26 anni di età contro i condilomi genitali esterni e la prevenzione delle lesioni precancerose anali (AIN 2/3) da tipi HPV 16 e
18 da parte della Commissione Europea che ha approvato il parere del CHMP (Committee for Medicinal Products for Human Use) dell’EMA. Modelli matematici mostrano che il beneficio di una campagna di immunizzazione nei maschi si rifletterebbe positivamente anche sulla riduzione del bacino totale di infetti e sulla conseguente riduzione del numero potenziale di contatti infettanti. Il valore della vaccinazione nel maschio sarebbe ancora più elevato se considerassimo anche la riduzione attesa del rischio del cancro anale (Ca) HPV-associato nelle popolazioni a più elevato rischio come gli omosessuali e i maschi con infezione da HIV. L’HPV è anche causa di forme tumorali che interessano altri organi dell’area genitale.
Cosmesi
I cosmetici naturali Natura e scienza al servizio della bellezza
La nuova era dei prodotti cosmetici si basa sull’utilizzo di materie prime naturali attraverso una ricerca scientifica all’avanguardia e processi produttivi avanzati, che possano garantire prodotti sempre più efficaci e sicuri e allo stesso tempo soddisfare le esigenze del consumatore attuale, orientato sempre più verso il “naturale”.
Ciò è dovuto ad una spinta all’innovazione che nel 2011 ha visto l’ascesa della bellezza sostenibile e l’affermazione del filone “down to earth ”, cioè “ritorno alla terra”. Questa tendenza si indirizza sia agli aspetti pratici della produzione che allo stesso marketing della cosiddetta “cosmesi verde”. Infatti, la scelta delle aziende è rivolta verso prodotti che in generale contengono meno ingredienti; gli stessi devono essere a basso impatto ambientale, rispettosi sia della salute umana che dell’ambiente che ci circonda. Inoltre, sia i processi di produzione che il packaging finale devono contribuire a mantenere l’equilibrio dell’ecosistema. Questo può avvenire usando tensioattivi sostenibili, estrazione a freddo delle materie prime affinché mantengano inalterate le
loro caratteristiche e packaging riciclabile. Il cosmetico più richiesto è diventato quello a base di attivi naturali, antiossidante, senza parabeni, senza tensioattivi aggressivi come sls o sles e senza nichel.
Nel concetto di cosmetico naturale rientrano anche i cosiddetti nutricosmetici, cioè tutti quegli alimenti che sono funzionali al miglioramento della bellezza e ci vengono offerti dalla natura.
I principi utilizzati a volte provengono da ambienti estremi: dal deserto (argan, saw palmetto ecc.) oppure dalle Alpi (lino alpino, stella alpina, ecc.), ma si scopre spesso e volentieri che si tratta di ingredienti che i popoli antichi ben conoscevano e utilizzavano nelle loro creme ed unguenti.
Il ricorso ad una dieta ricca di vitamine, minerali ed antiossidanti naturali, aiuta a migliorare la nostra pelle dall’interno e a ritardare i segni del tempo. Si sceglie il naturale perché viene associato con il benessere, quindi c’è una stretta connessione tra la dieta alimentare e la cura della bellezza.
Aloe vera, tarassaco, camomilla, vitis vinifera ecc. grazie alla ricerca scientifica vengono riscoperti ed utilizzati in prodotti che vantano proprietà e benefici di effetto immediato e sicuro. Inoltre, il prodotto deve garantire un’efficacia anti-age e una protezione dagli agenti esterni, come i raggi uv, l’inquinamento, il fumo e l’ozono.
L’attenzione ormai è rivolta non più solo al marchio o al branding, ma ai risultati finali che devono essere semplici ed efficaci, oltre che comprovati, per cui spesso si sceglie l’azienda di nicchia o il prodotto locale, che meglio rappresenta quel ritorno al classico e al naturale tanto auspicato dal consumatore.
Il desiderio di preservare la giovinezza attraverso l’utilizzo di prodotti di origine naturale guiderà la crescita del mercato nel futuro. Infatti, secondo le ricerche di mercato svolte dalla NPD Group, i prodotti anti-aging hanno ricoperto la più ampia fascia di vendite (61%) dei prodotti skin care per il viso, del 2010.
Nella società consumistica odierna, il naturale si identifica dunque come la soddisfazione dei bisogni del consumatore. BISOGNO: equilibrio, stabilità, sollievo dallo stress, protezione/assicurazione, efficacia. Soddisfazione: ritorno alle origini, rivendicazione naturale, packaging semplice ma ricercato, ricerca scientifica alle spalle. Salutare
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Estetica a cura del Prof. Pasquale Abbruzzese Spec.in Medicina Estetica
Rughe d’espressione
Continuando il nostro discorso sulle cause di formazione delle rughe e sul modo migliore per poterle correggere (nel precedente articolo abbiamo già discusso delle rughe “Gravitazionali o da Svuotamento”) passiamo ora alle “Rughe d’espressione o Muscolo mimiche”.
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Per capire facilmente il loro meccanismo di formazione ci basterà fare un semplice esperimento. Proviamo più volte a piegare e aprire un normale foglio di carta, alla fine, pur cercando di riportarlo all’aspetto originario, resterà sempre una visibile e non più distendibile piega centrale. La stessa cosa avviene con la nostra pelle. Continue compressioni e trazioni, da parte di quei muscoli che volontariamente o inconsciamente manifestano le nostre emozioni, segnano profondamente la cute causando quelle caratteristiche e antiestetiche rughe sul viso. Capito il motivo della loro formazione è altrettanto intuitivo agire nel modo più appropriato per poterle correggere.
Il mio consiglio è di non perdere tempo con inutili creme o con iniezioni di filler di qualsiasi tipo, basterà semplicemente agire sul muscolo mimico della zona interessata (vedi Tav. 1 e 2) per diminuire, o meglio, modulare l’azione di contrazione e compressione causa dell’inestetismo. Oltre alle zone indicate nella Tav. 1 possono essere corrette anche le cosiddette” Pieghe amare” (rughe ai lati della bocca) e in parte anche quelle del collo. Il farmaco miracoloso, che ci consente in un sol colpo e per la durata di circa 5-8 mesi di trattare con successo questo tipo di rughe, è la Tossina Botulinica di tipo A. La sua azione terapeutica si esplica nel blocco della liberazione dell’Acetilcolina, sostanza rilasciata da clavette terminali del ramo nervoso, che permette la trasmissione dell’impulso contrattile dal nervo al muscolo. Una sola seduta, con poche indolori punture nei punti giusti, permetterà di distendere nell’arco di 3-5 giorni le rughe trattate, conservando quasi inalterata la normale mimica facciale (prima era usato troppo prodotto e iniettato in modo eccessivo provocando un’anomala inespressività del volto). Un’eventuale seconda seduta di ritocco, nei quindici giorni successivi, completerà la correzione
delle zone che non hanno risposto in maniera ottimale. In alcuni casi, quando la pelle è segnata da una ruga molto profonda, è consigliabile, dopo il trattamento con la Tossina botulinica, di rifinire con un Filler per sollevare ulteriormente la zona trattata e/o con dei Peeling per meglio livellarla. Pensare di farsi iniettare una Tossina può, in alcuni soggetti, scatenare una terrorizzante e insuperabile paura ma, visto l’esiguo numero di casi avversi (il più frequente è la “Ptosi palpebrale” che regredisce spontaneamente nel giro di qualche mese) e la non definitiva azione correttiva (in 5-8 mesi si riforma il collegamento tra nervo e muscolo con ripresa totale della funzione contrattile) è da considerarsi una tra le più sicure terapie medico estetiche. La Tossina botulinica di tipo A, oltre ad essere utilizzata per le rughe, è già da tempo usata con successo in Fisiatria, Oculistica e nella cura dell’Iperidrosi palmare e ascellare. La raccomandazione, per evitare spiacevoli sorprese, è quella di affidarsi solo a Medici esperti che usino Tossina Botulinica approvata dal SSN (tipo “Vistabex, Azzalure” ecc.) e preparata al momento dell’iniezione.
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Benessere a cura di Vincenzo D’Angelo Consuelor - life- coach
Strumenti per gli avventurieri Per vivere, fuori da copioni, l’avventura più bella, la Vita
A proposito di copioni (e comprendere la macchina, cioè noi), quando senti la parola “copione” cosa ti viene in mente? Immagino che pensi al copione di un film o di una commedia teatrale, vero?
essere vissuta. Forse, quello che rende l’avventura ancor più straordinaria è che ciascuno di noi ha il potere di concepire e realizzare i propri sogni più audaci.
In questo articolo non parlo di quel tipo di copione. Ebbene si, sono convinto che tutti noi oggi siamo nel bel mezzo di un’avventura unica nel suo genere.
Ma vi chiedo, in fin dei conti, dove sarebbe il bello di un’avventura se non avessimo un certo controllo sul suo esito, o se non potessimo scegliere i piaceri o gli insegnamenti che da essi traiamo?
Che la vita sia abbastanza pericolosa, incerta e ignota da essere considerata un’avventura, è fuor di dubbio. Non è forse l’ignoto che rende tale un’avventura? Tutti noi abbiamo speranze, sogni, preoccupazioni e paure e tutte nascono dall’incertezza della vita, che è proprio ciò che rende la nostra esistenza meritevole di
Come vivere al meglio la nostra avventura dunque? 1) Capire l’avventura stessa. Per fare un’analogia, non vi mettereste mai a guidare una macchina prima di aver capito come funziona e aver imparato le regole della strada. 2) Vivere l’avventura.
Per restare nell’analogia precedente, una volta che avete imparato ciò che c’è da sapere sulla macchina e sul codice della strada, sta a voi sedervi al posto di guida, girare la chiave, azionare il segnalatore di direzione, ingranare la marcia e partire. In altre parole mettere in pratica ciò che si è compreso e svolgere, vivere la missione della nostra vita. Continuando a stare nell’analogia: la macchina siamo noi e le regole della strada sono le nostre regole nell’approcciarci al mondo, cioè i nostri valori, convinzioni, comportamenti, capacità. Una volta scoperte le nostre capacità: talento, potenzialità, abilità, dobbiamo metterle in pratica. Il copione della tua felicità lo scrivi tu in prima persona, solo tu puoi decidere come vuoi essere e come vuoi vivere.
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Nell’articolo, uscito il numero precedente di questa testata, vi invitavo a vestire i panni dell’avventuriero Indiana Joanes che lasciava le proprie paure e andava verso l’ignoto (parti di sé sconosciute) per scoprire il proprio benessere.
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Qual è il tuo copione? Non è necessario essere attori o attrici per recitare un copione. Ognuno di noi ne possiede uno. Alcune persone hanno spesso gli stessi atteggiamenti verso ciò che capita loro, reagiscono con uno schema predefinito nei rapporti personali come se scattasse sempre lo stesso meccanismo, ripetono gli stessi errori, ripropongono continuamente le strategie che hanno appreso nell’infanzia, come se seguissero il copione di un personaggio teatrale predefinito intrappolate in convinzioni distorte di sé, degli altri e del mondo. Alcune battute da copione? Nessuno mi capisce, non valgo niente a me va sempre di traverso… mi accade questo perché sono… (timido, imbranato, grassa ecc.) . Ripropongono continuamente modi di fare e di sentire negativi che danneggiano la loro autostima. Allora per fare chiarezza, comprenderci e capire la nostra avventura capita di aver bisogno di un professionista esterno come un Life coachcounselor, che ti i consente di accendere una luce negli angoli bui dove le nostre potenzialità giacciono dimenticate. Il coach/counselor è un allenatore della mente, un facilitatore del successo personale. La vera chiave del successo è nella coerenza fra azioni e convinzioni. Il coach/counselor ti aiuta a costruire un progetto, a formulare un obiettivo, a compiere delle
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scelte, ad acquisire sicurezza interiore attraverso la consapevolezza delle tue azioni, modi di fare e modo di essere. L’approccio del coach/counselor è molto lontano da qualsiasi forma di terapia, non si occupa di patologie o problematiche afferenti la sfera psicologica, non prescrive trattamenti. Il metodo del coach/counselor sono “orientate al risultato” piuttosto che “centrate sul problema”. Tendono ad essere fortemente “focalizzate sulla soluzione” per incentivare lo sviluppo di nuove strategie di pensiero e azione, piuttosto che cercare di risolvere problemi e conflitti del passato. Un professionista che lavora su sei diversi livelli della vita delle persone: • Ambiente • Comportamento • Capacità • Valori e convinzioni • Identità • Spiritualità Il coach/counselor non da consigli o suggerimenti piuttosto ti aiuta a trovare le risposte dentro di te, facendo emergere la consapevolezza. L’effetto più evidente del coaching/counseling individuale è l’accesso alle potenzialità della persona e quindi al raggiungimento di risultati migliori nel minor tempo possibile. Il cliente impara ad utilizzare al meglio le proprie capacità mentali e comportamentali sviluppando nuove abilità.
Psicologia a cura della dr.ssa Maria Frandina Psicologa - Psicoterapeuta
Il viaggio come metafora di un percorso all’interno di noi stessi
Il viaggio ci apre all’insolito, al cambiamento, all’inatteso. I motivi che ci spingono a viaggiare si intrecciano: c’è l’irrequietezza, l’insoddisfazione, la curiosità verso il mondo, il bisogno di conoscenza. Viaggiare ci pone di fronte alla diversità e solo vedendo il diverso da noi, possiamo vedere noi stessi. Viaggiare ci permette di scoprire alternative inimmaginate, di svincolarsi dai lacci dei sistemi sociali, basati sulla fissità della persona, sulla sua continuità ed immutabilità. Per trovare la libertà, bisogna uscire dalla struttura di un unico sistema e conoscere il diverso: è la possibilità di scegliere i modi in cui dare senso alla propria vita che permette di essere liberi. Libertà non è non avere regole o non avere un sistema di
riferimento, ma sentire di poter scegliere tra le diverse opportunità che ci offre la vita. Paradossalmente la libertà di scegliere tra diverse possibilità ci mette in crisi, mentre il “già dato”, il conosciuto ci rassicura. Il viaggio implica la messa in discussione con noi stessi. Essere in viaggio implica sempre un movimento, nuove abitudini, nuovi incontri. Scegliere la meta del nostro viaggio e il come raggiungerla è già parte integrante delle dinamiche che si innescano quando iniziamo a pensare ad un viaggio. Il viaggio favorisce anche la regressione riportandoci ai desideri e alle pulsioni infantili che spesso reprimiamo nella nostra quotidianità. Non sempre il viaggiare implica necessariamente uno spostamento fisico e geografico. Possiamo viaggiare con la fantasia, con la mente, con l’anima. Un percorso terapeutico altro non è che un viaggio all’interno di noi stessi. Mentre i viaggi di emigrazione, di conquista, di scoperta, di avventura sono reali percorsi nello spazio, il viaggio di conoscenza di sé e del mondo, è un percorso interiore, una riflessione su se stessi, una ricerca di conoscenza sulla propria identità, su ciò che
realmente si è stati, si sente e si è. Così come nei viaggi reali, anche quando iniziamo un percorso terapeutico, il processo di cambiamento inizia ancor prima di iniziare il percorso. La spinta motivazionale, il porsi un obiettivo, la scelta di quale strumento utilizzare, la scelta del terapeuta, sono tutti aspetti antecedenti al percorso, che durante questo periodo, possono essere confermati oppure no. È importante sottolineare che questa introspezione non prescinde dal mondo in cui viviamo. Non è possibile conoscere se stessi se non in relazione alla realtà in cui viviamo, in quanto il nostro essere, è strettamente intrecciato con il mondo circostante. Solo se comprendiamo quest’ultimo siamo in grado di capire come vi collochiamo noi stessi.
“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi" Marcel Proust
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L’atto del viaggiare è da sempre stato legato allo scoprire: nuove terre, antichi tesori, modi diversi di esprimersi. Inevitabilmente il viaggio ci porta ad affrontare i vissuti legati alla separazione dal proprio nido per andare verso qualcosa che non conosciamo ancora, per porci, poi, di fronte alla scelta del ritorno, che necessariamente impone nuove separazioni e l’integrazione col nuovo. Non possiamo mai ritornare come eravamo.
È questo il motivo per cui affrontare dei viaggi mentre si sta seguendo un percorso terapeutico può aiutarci nel nostro viaggio interiore e favorire dei processi di cambiamento. Il viaggio all’interno di noi stessi può spaventarci o incuriosirci, possiamo trovarci di fronte all’inatteso e scoprire nuovi aspetti del Sé prima sconosciuti. È un viaggio infinito, in cui noi siamo i protagonisti, il popolo da conquistare, il tesoro da scoprire.
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Nutrizione a cura della dr.ssa Filomena Blasi Farmacista
I minerali del buonumore (1 parte) a
L’importanza terapeutica dei minerali per la salute dell’uomo è stata riconosciuta solo negli ultimi anni.
"Mens sana in corpore sano"
Esistono più di cento differenti minerali e di questi almeno cinquanta sono di importanza vitale per l’organismo, esattamente come le vitamine. I minerali sono presenti nel sangue, nei tessuti, negli organi e nei liquidi corporei dove partecipano a numerosi processi enzimatici e metabolici. Il nostro organismo non li produce autonomamente, di conseguenza se li deve procurare attraverso l’ambiente e l’alimentazione. Il rifornimento quotidiano di minerali proviene essenzialmente da alimenti quali verdura, ortaggi, frutta, legumi, formaggi, pesce e carne. Il calcio, il fosforo, lo zinco, il magnesio, il silicio e il fluoro sono componenti delle ossa e dei denti; lo zolfo e il selenio partecipano alla composizione di alcuni aminoacidi (cisteina e metionina) indispensabili per i capelli, le unghie e la cute;
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il ferro e il rame sono costituenti essenziali dell’emoglobina e della mioglobina; lo iodio è essenziale per il funzionamento della tiroide; il sodio, il potassio, il calcio e il fosforo regolano l’equilibrio acido-base.
Le funzioni dei minerali sono spesso correlate a quelle delle vitamine. Per esempio, alcune vitamine del complesso B vengono assorbite solo quando sono in combinazione con il fosforo; la vitamina C favorisce l’assorbimento del ferro, mentre quello del calcio non avviene se non è presente la vitamina D. Lo zinco aiuta invece la vitamina A ad essere liberata dal fegato. Alcuni minerali fanno persino parte delle vitamine: la vitamina B1 contiene zolfo e la B12 cobalto. Non esistono “sostanze miracolose”, che basta ingerire per diventare più pronti ad affrontare i problemi della vita. Tuttavia si può fare moltissimo per nutrire al meglio il corpo, compreso il cervello dandogli la giusta quantità e qualità di nutrienti, minerali compresi. Molti studi hanno, infatti, dimostrato che da un cervello ben nutrito ci si può aspettare una migliore capacità di concentrazione, buona memoria, maggiore abilità di comprendere e minore
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Il Magnesio svolge numerose funzioni: interviene nella regolazione del metabolismo in genere e in particolare dei glucidi, dei lipidi, delle proteine e degli acidi nucleici. Concorre al funzionamento del sistema nervoso centrale e neuromuscolare, del sistema cardiocircolatorio, del tessuto osseo, regola il battito cardiaco. Per la sua attività sulle contrazioni muscolari, contribuisce a rilassare i muscoli delle vie respiratorie, cosa molto importante nel controllo dell’asma. Regolando le contrazioni delle grosse arterie coronariche, sembra diminuire il rischio di infarto. Un equilibrato apporto di magnesio
e una riduzione del sodio alimentare possono determinare già nell’arco di un mese una riduzione della pressione arteriosa. È un elemento fondamentale per la regolazione della produzione ormonale.
calmante ed equilibrante. È efficace per contrastare la sindrome premestruale: è in grado, oltre che di migliorare l’umore, anche di ridurre sensibilmente l’indolenzimento e il gonfiore del seno, sintomi tipici della sindrome.
Come altri minerali, ha un effetto alcalinizzante in grado di neutralizzare l’azione acidificante di alcuni cibi, per esempio fritti e dolci ricchi di grassi.
Anche i fastidiosi disturbi legati alla menopausa, come vampate di calore, sudorazione notturna e depressione si riducono con la somministrazione di magnesio.
Secondo alcuni studi recenti è associato alla regolazione della temperatura corporea.
Di quanto magnesio abbiamo bisogno? Secondo gli standard europei di assunzione giornaliera raccomandata (RDA) del Mg, si raccomandano 300mg per gli adulti di sesso maschile e 270 mg per le donne.
Agisce come lassativo se assunto in forti dosi rinforza lo smalto dei denti. Migliora l’umore nei soggetti affetti da depressione, riduce l’ansia e l’irritabilità. L’organismo lo usa in gran quantità in situazioni di stress, a causa della sua capacità
Una percentuale dal 30 al 40% del magnesio assunto giornalmente viene assorbito dall’intestino tenue e per il suo impiego è necessaria la presenza di vitamina D.
Il grado di assorbimento è influenzato dagli ormoni paratiroidei e dalla quantità di acqua ingerita (se assunta in eccesso essa provoca una maggiore eliminazione del minerale). Inoltre, l’assorbimento del magnesio può essere inibito anche da un consumo eccessivo di alimenti grassi e dall’olio di fegato di merluzzo. Quando, l’assunzione di magnesio è scarsa, il livello dell’assorbimento può arrivare al 75%; quando è abbondante tale livello può arrivare a punte minime del 25%. Tuttavia, le ghiandole surrenali producono un ormone detto “aldosterone” che permette di regolare l’eliminazione del magnesio attraverso i reni, garantendone una presenza costante nell’organismo, a prescindere dalle variazioni delle quantità assunte con la dieta quotidiana.
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tendenza a crisi depressive, irritabilità, ansia. I minerali, che maggiormente influenzano positivamente le attività mentali e l’umore sono: magnesio, cromo, calcio e zinco.
Farmacia a cura del dr. Aldo Sabato Farmacista
150 anni È cambiata la Salute degli italiani?
Eravamo poco più di 21 milioni e la speranza di vita media non arrivava a 50 anni, senza contare la mortalità infantile. Al momento dell’Unità d’Italia, la principale causa di morte erano le malattie infettive e parassitarie.
Com’è cambiato in un secolo e mezzo di Storia unitaria lo Stato di salute degli italiani? La festa dei 150 anni dell’Unità d’Italia ci offre l’occasione per scattare, con l’aiuto dei dati raccolti dall’Istat, una sintetica fotografia dei cambiamenti che sono avvenuti in questo arco di tempo. Le cause di morte La principale causa di morte nei primi anni dell’Italia unita, se si escludono gli incidenti, erano le malattie infettive e parassitarie, alle quali erano attribuibili quasi il 30% dei decessi, secondo i dati del 1881 (relativi soltanto ai capoluoghi di provincia). Venivano poi le malattie dell’apparato respiratorio, intorno al 15%, le malattie mentali, del sistema nervoso e organi dei sensi, che superavano il 10%, le malattie del sistema cardiocircolatorio, intorno al 5%. Oggi sono proprio le malattie cardiovascolari ad avere la meglio, costituiscono, infatti, la più importante causa di morte nel mondo e la loro elevata crescente prevalenza incide, anche in Italia, sulla salute pubblica, sulle risorse sanitarie ed economiche. I recenti dati Istat riportano che 1 italiano su 4 è affetto da malattie cardiache. Esse rappresentano la principale causa di disabilità fra gli anziani. La frequenza di nuovi eventi coronarici nella fascia di età 35-69 anni è di 5,7/ 1000/ anno negli uomini e di 1,7/ 1000/ anno nelle donne; la spesa per gli interventi cardiochirurgici è stimabile in circa 650 milioni di Euro/anno e rappresenta da sola l’1% della spesa sanitaria. L’invecchiamento della popolazione e l’aumentata sopravvivenza dopo eventi cardiaci acuti ne giustificano l’aumento di prevalenza negli ultimi anni e l’ulteriore incremento previsto nei prossimi decenni. Questo è l’incipit del capitolo “Malattie cardiovascolari” del Piano Sanitario Nazionale 20112013 predisposto dal Ministero della Salute. Da sottolineare l’ultimo passaggio, dove si attribuisce l’aumento della prevalenza avvenuto negli ultimi anni e l’ulteriore incremento previsto nei prossimi decenni a due fattori: l’in-
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vecchiamento della popolazione e l’aumentata sopravvivenza dopo eventi cardiaci acuti. Tutto sommato non avremmo quindi da preoccuparci troppo di tale incremento, anzi potremmo considerarlo con favore, essendo il frutto di due eventi positivi: l’aumento della longevità della popolazione e i successi della medicina nel trattamento dell’infarto. Infatti il tasso d’incremento della prevalenza delle malattie croniche in generale, e delle malattie cardiovascolari in particolare, è di gran lunga superiore al tasso d’invecchiamento della popolazione. “Negli ultimi anni l’aumento del numero dei malati cronici sta creando un’emergenza per i sistemi sanitari: cardiopatie, cancro, diabete, disturbi mentali, malattie respiratorie, dell’apparato digerente e del sistema osteoarticolare sono ormai tra le cause più diffuse di sofferenza e morte. E non è un “problema dei ricchi”: negli ultimi vent’anni le malattie croniche si sono diffuse anche nei Paesi più poveri e oggi sono responsabili dell’86% dei decessi in tutta Europa. I principali fattori di rischio sono l’ipertensione arteriosa, il fumo, l’obesità e il sovrappeso, l’alcol, il colesterolo e la glicemia elevati, la sedentarietà. Si tratta di fattori modificabili grazie a interventi sull’ambiente sociale, come è stato fatto recentemente in Italia con il divieto di fumo nei locali pubblici, e grazie a trattamenti medici, come i farmaci antipertensivi. D’altra parte, in Italia abbiamo un sistema di cure che funziona come un radar a cui il paziente appare per essere curato e scompare alla vista una volta guarito. Perfetto per le malattie acute, ma non per le patologie croniche, per le quali serve invece un modello di assistenza diverso: occorre evitare non solo che le persone si ammalino, ma anche che chi è già malato vada incontro a ricadute, aggravamenti e disabilità. Un sistema, insomma, adatto a malattie che non guariscono e che devono essere seguite nel territorio, adeguatamente attrezzato.
Alimentazione a cura della dr.ssa Serena Garifo Dietista
Il binomio infiammazione - obesità Tutto quello che c'è da sapere
Come è possibile che l’aumento dell’infiammazione sia diventato il fattore determinante del dilagare dell’obesità? Per capirlo è necessario prendere in considerazione la produzione di un particolare tipo di grasso, l’acido arachidonico (AA), e la crescita della sua presenza nell’organismo in conseguenza del moderno modo di alimentarsi. L’acido arachidonico è l’elemento base per la creazione degli eicosanoidi “cattivi”, quelli che mantengono in fase di attacco il sistema immunitario, favorendo la distruzione cellulare. Una quantità modesta di acido arachidonico è assolutamente necessaria e innocua per l’organismo, una quantità oltre il livello di guardia può avere, invece, conseguenze anche molto gravi sull’organismo (fino a provocarne la morte). In passato due fattori alimentari hanno impedito all’acido arachidonico di raggiungere nell’organismo quote nocive: il bilanciamento nella dieta tra acidi grassi omega 6 e acidi grassi omega 3 (rapporto 4:1) e quello tra proteine e carboidrati. Il motivo è che ambedue questi fattori interagiscono con l’enzima responsabile della produzione del grasso AA (enzima delta - 5 - desaturasi).
Come molti degli enzimi chiave dell’organismo anche il delta – 5 – desaturasi è modulato soprattutto da ormoni, in particolare dai due ormoni chiave del metabolismo energetico, insulina e glucagone, oltre che da un acido grasso omega 3, l’acido eicosapentaenoico (EPA). Fino agli anni Venti soltanto in pochi casi la dieta degli occidentali conteneva un eccesso di acidi grassi omega 6 poiché le fonti principali di grassi alimentari erano olio di oliva e olio di pesce. In seguito però queste sostanze alimentari vennero sostituite da oli vegetali a basso costo (olio di mais, soia, girasole, cartamo) ricchi di acidi grassi omega 6. E quando nella dieta il contenuto di questi acidi grassi sale, produrre un eccesso di acido arachidonico diventa più probabile. Allo stesso tempo la sociologia dei consumi conferma che si è assistito ad una netta riduzione nel consumo di acidi grassi omega 3, tra cui l’EPA che agisce inibendo parzialmente l’attività dell’enzima delta - 5 – desaturasi. L’improvviso squilibrio tra queste due famiglie di acidi grassi, omega 6 ed omega 3 (nuovo rapporto 20:1), ha causato un aumento improvviso della produzione di acido arachidonico e, quindi, un aggravamento dell’infiammazione silente.
Ma ciò che ha reso drammatica una situazione di per se già critica è stata la simultanea crescita della produzione di insulina, provocata dall’aumento del consumo di cibi ricchi di carboidrati raffinati come pasta, pane e prodotti da forno. Negli ultimi venticinque anni i consumi di carboidrati sono continuamente saliti. I carboidrati raffinati, costituiti essenzialmente da glucosio allo stato puro, quando entrano in circolo, stimolano la produzione dell’ormone insulina che a sua volta spinge l’enzima delta - 5 - desaturasi a produrre quantità sempre maggiori di acido arachidonico. Ecco perché combinare un eccesso di acidi grassi omega 6 (con la contemporanea riduzione del consumo di omega 3 e di EPA) con un picco di insulina non fa altro che complicare la situazione. Il risultato finale è un aumento dell’AA e conseguentemente un aumento dell’infiammazione silente. Assieme a questa si vanno diffondendo resistenza all’insulina e alla leptina (ormone anoressizzante mediatore della sazietà). Se a ciò si aggiunge ancora l’aumento degli endocannabinoidi (sostanze che stimolano l’appetito) la fame perenne è assicurata.
Che infiammazione e obesità vadano a braccetto è risaputo da tempo. La questione aperta, però, è se sia l’obesità a provocare l’infiammazione o viceversa. La risposta la forniscono gli studi scientifici. Sono, infatti, molti i lavori che confermano che sia l’infiammazione a precedere l’obesità.
Fonte: Bibliografia - Lee Y.H., Pratley R.E. “The evolving role of inflammation in obesity and the metabolic syndrome”, Current Diabetes reports 5 (2005), pp 50-55. - Pompeia C., Lima T., Curi R. “Arachidonic acid cytotoxicity: can arachidonic acid be a physiological mediator of cell death”, Cell Biochemistry and Function 21 (2003), pp 97104. - Yudkin J.S., “ Inflammation, obesity and metabolic syndrome”, Hormone and Metabolic Research 39 (2007), pp 707-709. - Festa A., D’agostinoR., Howard G., Mykkanen F.J., Tracy R.P, Haffner S.M. “Chronic subclinical inflammation as part of the insulin resistance syndrome”, Circulation 102 (2000), pp 42-47.
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Epidemiologia a cura del Prof. Giulio Tarro Virologo e Oncologo
Il “caso tubercolosi” La storia è ormai nota
In una società come la nostra, inondata di una infinità di notizie destinate a svaporarsi nel giro di qualche giorno, un posto di rilievo se lo sta meritando il cosiddetto “caso tubercolosi” che troneggia da settimane sui giornali e TV determinando inutili ansie e allarmismi.
Una denuncia presentata da un'associazione di consumatori (il Codacon) sulla presenza di un' infermiera “affetta da tubercolosi” in servizio presso il Policlinico Gemelli di Roma ha portato all'effettuazione di controlli che hanno evidenziato, tra i bambini che sono stati ricoverati al Policlinico, 122 infezioni da Mycobacterium tuberculosis (anche se al momento solo una bambina nata il 22 marzo 2011 ha sviluppato la malattia). Un'indagine (sostanzialmente di routine e per ora senza nessun indagato) della Procura della Repubblica di Roma e l’annuncio di una “class action” intentata da decine di famiglie contro la direzione del Policlinico, ha dato vigore ad una davvero incredibile campagna allarmistica che si spera finisca al più presto. Saltando a piè pari sui motivi per i quali si rinfocolano quotidianamente queste campagne e sulle eventuali responsabilità della direzione del Policlinico Gemelli, (per l’accertamento delle quali è in corso una perizia ordinata dalla Procura) limitiamoci ad esporre qui gli aspetti sanitari e medici del “pericolo tubercolosi” in Italia. Comunemente quando si parla di “tubercolosi”, o TBC, il pensiero corre a strazianti immagini di morte, la più celebre tra queste, certamente, la “consunzione” di Violetta che sigilla l’opera “La
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Traviata” di Giuseppe Verdi. In realtà, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, un terzo della popolazione mondiale (un ottavo tra quella nei paesi industrializzati) è stato esposto al patogeno della tubercolosi e può, quindi, dirsi “affetta da tubercolosi”. A determinare questa situazione è un gruppo di microbi; primo tra tutti il Mycobacterium tuberculosis, (detto anche “Bacillo di Koch”, dal nome del suo scopritore) e poi il Mycobacterium bovis, Mycobacterium africanum, Mycobacterium canetti e il Mycobacterium microti. Il perché della diffusione di questa infezione si spiega con il meccanismo di trasmissione dei suoi microbi. Quando persone che soffrono di TBC polmonare attiva tossiscono, starnutiscono, parlano o sputano, espellono goccioline di aerosol da 0.5 a 5 µm di diametro. Un singolo starnuto può rilasciare fino a 40.000 particelle. Ognuna di queste gocce può trasmettere la malattia, poiché la dose infettiva di tubercolosi è molto piccola e l'inalazione di solamente un singolo batterio può creare una nuova infezione. Persone con contatti prolungati, frequenti o intensi sono a particolare rischio di infezione,
Altri soggetti a rischio includono persone che vivono in aree, come quelle del Terzo Mondo, in cui la TBC attiva è molto diffusa, o in luoghi frequentati da persone ad alto rischio quali, ad esempio, pazienti immunocompromessi da malattie come l'AIDS, persone che prendono farmaci immunosoppressori e personale di assistenza sanitaria che trattano pazienti di questo tipo. Circa il 90% delle persone infette dal Mycobacterium tuberculosis ha un'infezione TBC asintomatica (chiamata anche LTBCI, da latent tuberculsis infection), e solamente il 10% di possibilità nella vita che un'infezione latente si sviluppi in TBC. L'infezione tubercolare inizia quando i micobatteri raggiungono gli alveoli polmonari, dove attaccano e si replicano all'interno dei macrofagi alveolari. Il sito primario di infezione nei polmoni è chiamato focolaio di Ghon. I batteri vengono
raccolti dalle cellule dendritiche, che non permettono la loro replicazione ma che possono trasportare i bacilli ai linfonodi mediastinici locali. La lesione primitiva del mycrobacterium accompagnata da adenopatia satellite rappresenta il “complesso primario”, in cui i bacilli rimangono murati senza dare luogo a manifestazioni cliniche, ma possono riprendere la loro attività patologica e diffondersi nell’organismo soprattutto in seguito ad un immunodeficit dell’individuo. L'ulteriore diffusione attraverso il flusso sanguigno si dirige verso i tessuti e gli organi più distanti, dove lesioni secondarie di TBC si possono sviluppare negli apici polmonari, nei linfonodi periferici, nei reni, nel cervello e nelle ossa. Ogni parte del corpo può essere influenzata dalla malattia, che tuttavia raramente colpisce il cuore, i muscoli scheletrici, il pancreas e la tiroide. L’infezione può crescere o diminuire e la distruzione dei tessuti e la necrosi è bilanciata dalla guarigione e dalla fibrosi. I tessuti
affetti vengono rimpiazzati da cicatrici e le cavità riempite di materiale necrotico bianco. Nella malattia attiva parte del materiale necrotico si unisce all'aria passante per i bronchi, e questo viene tossito. Esso contiene batteri attivi, e quindi può diffondere l'infezione. La malattia si manifesta generalmente con febbre, brividi, sudorazione notturna, perdita di appetito, perdita di peso, pallore, e una tendenza ad affaticarsi molto facilmente. In caso di infezione polmonare i sintomi includono dolori al torace, emottisi e una tosse di durata maggiore a tre settimane. Come già detto, l’infezione può localizzarsi anche in siti diversi dai polmoni quali l'intestino, il sistema linfatico, le tonsille, nel fegato, le ossa, l'esofago, il sistema nervoso centrale, i vasi sanguigni, le meningi, i reni... manifestandosi con sintomi diversi da quelli della tubercolosi polmonare. Per la cura della tubercolosi vengono utilizzati antibiotici; i più utilizzati sono la rifampicina e l'isoniazide. Tuttavia, invece del breve periodo di cure
Incidenza mondiale della TB. Casi ogni 100.000 persone; Rosso = >300, arancio = 200–300; giallo = 100–200; verde 50–100; blu = <50; grigio = n/a. Dati forniti dall'OMS, 2006. fonte wikipedia
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con una percentuale del 22% circa di contagio. Una persona con tubercolosi attiva, ma non trattata, può infettare 10-15 persone all'anno.
Il “caso tubercolosi”
La tubercolosi multiresistente (MDR-TBC) è definita come TBC resistente ai due medicinali più efficaci di prima linea: la rifampicina e l'isoniazide. La tubercolosi estensivamente resistente ai farmaci (XDR-TBC) è immune anche a tre o più farmaci di seconda linea. La prevenzione e controllo della TBC ha due approcci paralleli. Nel primo, le persone con la TBC e le persone a loro vicine vengono identificate e trattate. L'identificazione delle infezioni spesso implica l'esame dei gruppi ad alto rischio per la TBC. Nel secondo approccio, i bambini vengono vaccinati per proteggerli dalla TBC. Sfortunatamente nessun vaccino disponibile provvede una protezione affidabile per gli adulti. di antibiotici tipicamente utilizzato per altre infezioni batteriche, la TBC necessita di periodi molto più lunghi (dai 6 ai 12 mesi) per eliminare completamente i micobatteri dall'organismo.
Tuttavia, nelle aree tropicali dove i livelli di altre specie di micobatteri sono elevati, l'esposizione a micobatteri non tubercolari dà una parziale protezione alla TBC.
Il trattamento per la TBC latente utilizza solitamente un singolo antibiotico, mentre la TBC attiva viene curata in modo più efficace con la combinazione di diversi antibiotici, per ridurre la possibilità che i batteri sviluppino una resistenza agli antibiotici. Persone con infezioni latenti vengono curate per prevenire la possibile evoluzione della TBC nella sua forma attiva.
Il primo vaccino (costituito da micobatteri uccisi al calore) contro la TBC è stato ideato, nei primi anni del 1900, dal medico italiano Edoardo Maragliano; successivamente si è passati alla vaccinazione utilizzando micobatteri vivi attenuati di tubercolosi di razza bovina, sviluppati da Albert Calmette e Camille Guerin, il cosiddetto "BCG" (Bacillo di Calmette-Guérin).
Tuttavia, il trattamento utilizzante la rifampicina e l'isoniazide non è senza rischi. I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) hanno fornito agli operatori sanitari delle raccomandazioni contro l'utilizzo di rifampicina e isoniazide per il trattamento dell'infezione tubercolosa latente, a causa dell'alto numero di ospedalizzazioni e decessi da danni al fegato associati all'utilizzo combinato di questi due farmaci.
Molte nazioni utilizzano il BCG come parte dei loro programmi di controllo della TBC, specialmente per i bambini. In Sudafrica, ad esempio, il paese con la più alta concentrazione di TBC, il vaccino viene dato a tutti i bambini sotto i tre anni.
La tubercolosi resistente ai farmaci si trasmette allo stesso modo della normale TBC. La resistenza primaria avviene nelle persone che sono infette da un ceppo resistente di TBC. Un paziente con TBC normale sviluppa una resistenza secondaria (o resistenza acquisita) durante la terapia contro la TBC a causa del trattamento inadeguato, del non mantenimento delle cure prescritte o dell'utilizzo di medicine di bassa qualità. La TBC resistente ai farmaci è un problema in molti paesi in via di sviluppo, poiché il trattamento è più prolungato e richiede farmaci più costosi. 20 www.salutare.info
Diversi vaccini per prevenire le infezioni di TBC sono in corso di sviluppo. L’ultimo, quello di M. Jacobs e altri, utilizza batteri M. smegmatis privi del set di geni Esx-3, inserendo al loro posto la serie analoga di geni del M. tubercolosis, ma i risultati dei primi test su animali non sono stati incoraggianti. E anche per questo resta ancora valido quanto stabilito dall’OMS nella sua campagna “Stop TBC” basata sulla lotta alla malnutrizione (che come è arcinoto è il principale terreno di diffusione della TBC) e sul rispetto di elementari norme igieniche; basti pensare, ad esempio, fermare la maleducata abitudine di sputare per terra, secondo l’OMS, per dimezzare i rischi di trasmissione della tubercolosi.
Medicina Cinese a cura del dr. Gaudenzio Garozzo Spec. in medicina tradizionale cinese
Asma ed enfisema
Lo studio dell’asma presenta sicuramente degli aspetti di evidente interesse: Anzitutto per la frequenza e la gravità, soprattutto per l’asma: i numerosi studi dimostrano che nei paesi ad alta industrializzazione l’asma ha una frequenza doppia rispetto a quei paesi dove la civiltà occidentale ancora non è così sviluppata. In secondo luogo la difficoltà della Medicina Occidentale a trattare le cause di una simile patologia che concernono il terreno allergico, psichico, alimentare, con delle evoluzioni, nello stato acuto, anche fatale.
Fisiopatogenia dell’asma Medicina Occidentale I sintomi più comuni sono bradipnea espiratoria parossistica con broncospasmo e distensione degli spazi intercostali. L’asma riconosce più cause: • Asma e allergia: sono incriminati specialmente gli acari, il pelo degli animali, polline, vaccini. • Asma e infezioni: le infezioni da germi banali giocano un ruolo essenziale nello scatenamento della crisi d’asma, virus dell’influenza e della para-influenza, il micoplasma pneumoniae. In Medicina Orientale La metodologia diagnostica orientale considera il funzionamento dell’individuo basato sull’equilibrio dei cinque Organi principali: Cuore, Pancreas, Polmoni, Rene e Fegato. L’alterazione patologica di uno di questi può portare ad uno stato contraddistinto da numerosi sintomi patologici. Nel caso del sintomo “Asma” c'è un'insufficienza della funzione del Polmone dovuta all'aggressione frequente e ripetuta dell'Energia Perversa (Vento-Freddo) che provoca il blocco della circolazione dell'Energia
e la formazione delle mucosità che sono all'origine dell'asma pienezza. Questa insufficienza della funzione polmonare può essere dovuta a un vuoto dell'Energia Essenziale consecutiva ad una malattia cronica, ad una cattiva alimentazione, allo stress, a turbe psico-affettive, responsabile dell'asma vuoto rispetto ad una minore aggressione del Vento freddo. 1)Asma pienezza • L'aggressione dell'Energia perversa VentoFreddo attacca anzitutto il Polmone, poi il rivestimento cutaneo, così che si ha un'infiltrazione ed un blocco dell'Energia perversa nella pelle ed un'ostruzione delle ghiandole sudoripare: l'Energia del Polmone non scende verso il basso per comunicare con i reni, come nella condizione fisiologica normale della respirazione secondo i dettami della Medicina Tradizionale Cinese. • Quando si ha il blocco della discesa dell'Energia del Polmone verso il Rene si va incontro a dispnea ed asma. Come conseguenza dell'aggressione frequente e ripetuta dell'Energia perversa Vento Freddo, nei soggetti portatori di umidità si osserverà la formazione di mucosità. Salutare 21
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Approccio fisiopatogenetico e terapeutico
Queste mucosità finiscono per accumularsi, si surriscalderanno e finiranno per essere mucosità calore. Questo calore surriscalda l'organo Polmone cosicché l'Energia diviene impura. • Il calore del Fegato brucia i polmoni. Asma che è presente con poco catarro, nessun catarro o spesso catarro verde è causato dal calore persistente nel corpo, di solito dal fegato. Si definisce come " Il calore del Fegato che brucia i polmoni". Questo non ha nulla a che fare con il nostro organo fegato effettivo. Il calore interno è soggetto a fonti esterne di calore come l'inquinamento, alcol o ingestione di droga e agitazione emotiva (stress). Una combinazione di erbe molto utile per questa condizione è ChingFeiYiHuo. 2)Asma vuoto •Se da un'insufficienza del Polmone a causa del vuoto dell'Energia Essenziale consecutiva a: una malattia cronica, diabete, cattiva alimentazione, c'è un'insufficienza del Polmone ed un depauperamento dei liquidi organici. Il Polmone non ricopre più la sua funzione di Maestro dell'Energia. Può esistere fin dalla nascita o essere il risultato di un danneggiamento del polmone da un raffreddore o influenza. Debolezza del polmone è a volte accompagnata da stanchezza, mancanza di respiro, respirazione superficiale, palpitazioni cardiache, ci saranno facili raffreddamenti e altri segni di debolezza generale. Questa condizione richiede 22 www.salutare.info
un trattamento a lungo termine con una combinazione di PingChuanWan • Se da deficit della Milza/Pancreas, sarà caratterizzata da un sacco di muco. Si chiama deficit di milza/pancreas, ma non ha nulla a che fare con gli organi milza e pancreas. Piuttosto, è causata da un deficit costituzionale o digestivo che porta il corpo a trattenere più acqua. L'acqua in eccesso diventa muco e spesso colpisce i polmoni. Quest’umidità può interessare anche il naso, seni paranasali e intestino crasso, tuttavia i polmoni sono il sito preferito per la raccolta dell’umidità. Una formula erboristica semplice e molto efficace per questa condizione è “Er Chen Wan”. •Se da deficit del Rene, sarà caratterizzata da Asma con lombalgia, debolezza, o debolezza con simultanei problemi al sistema urinario, nervoso, scheletrico o riproduttivo. Questo tipo di asma indica una condizione da esaurimento dell’energia di riserva. Il rene (energia immagazzinata) non è in grado di fornire ai polmoni l’energia sufficiente. Pertanto, i polmoni, funzionano male. Quest’asma si aggraverà quando il malato sarà più stanco o stressato. La formula cinese più comunemente utilizzata è GeJi Da BuWanche, può essere usata insieme con PingChuanWan per curare questa condizione. Tutte le malattie croniche finiscono per creare un'insufficienza dei Reni, organo-sorgente con esaurimento della quintessenza dell'Energia, cioè del Jing
TRATTAMENTO DELL'ASMA
dei Reni con una conseguenza disastrosa: il Rene perde la sua funzione di ricezione del Jing da parte di tutti gli altri organi. In tal modo l'asma vuoto è spesso di origine endogena. 3)Turbe della circolazione dell'Energia Wei Abbiamo visto fino ad ora un approccio fisiopatologico analitico dell'asma vuoto e dell'asma pienezza con insufficienza del Polmone e del Rene. Ora, il Polmone è parte del San Jiao superiore insieme al Cuore, ciò che ci indica la possibilità di parlare di una forma di Asma acuta grave. La cattiva alimentazione, la mancanza d'igiene nella vita è alla base dell'insufficienza dello Yang Ming (Stomaco/Milza-Pancreas) che rappresenta il San Jiao medio, insufficienza che se si protrae e si aggrava si scarica sul Rene che rappresenta il San Jiao inferiore insieme con il Fegato. In quest'approccio sintetico si evidenzia la possibilità che l'alterazione del San Jiao possa avere a carico dell'Energia Wei. In tutti i casi d'asma e particolarmente nelle crisi d'asma acuta grave bisogna intervenire per eliminare il blocco dell'Energia Wei a livello del torace, condizione senza la quale non può migliorare la prognosi del paziente.
In Medicina Orientale 1)Asma pienezza: a)Lottare contro l'aggressione da Vento-Freddo: BL12 Fengmen, BL11 Dazhu, GB20 Fengchi, PC33 Tanchuan b)Tonificare il Polmone: BL13 Feishu, BL42 Pohu, RM17 Shanzhong, LU7 Lieque, LU5 Chize c)Combattere l'umidità: LI4 Hegu, LI11 Qichi, ST40 Fenglong Il BL12 è utilizzato per aerare l'energia dello Zu Taiyang. La puntura del BL12 permette di ristabilire la circolazione dell'Energia del Polmone che può nuovamente comunicare con il Rene. Il BL12 associato al ST40 può armonizzare lo Stomaco e metabolizzare i catarri. d)Sbloccare la circolazione dell'Energia Wei a livello del torace: RM17 Shanzhong, RM22 Taintu, GB22 Yuanye, SP13 Zhangmen e nei casi gravi non dimenticare il DU26 Renzhong punto di rianimazione. e)Trattare il vuoto dell'Energia Essenziale e stimolare l'Energia del Polmone, Maestro dell'Energia e tonificare il Rene, organo-sorgente, attraverso la moxibustione e l'agopuntura: tonificazione del Polmone BL13 Feishu, BL42 Pohu, BL14 Jueyinshu, BL43 Gaohuang, tonificare il Rene RM4 Guanyuan, RM6 Qihai, BL23 Shenshu, DU4 Mingmen, BL52 Zhishi, KI3 Taixi. La tonificazione dei due punti BL23 e RM6 permette di restaurare la funzione del Maestro dell'Energia (il Polmone) e la funzione di ricezione dello Jing degli altri organi attraverso il Rene. Salutare 23
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In Medicina Occidentale: Farmaci di pronto intervento: 1)Beta 2 agonisti 2)Anticolinergici 3)Corticoidi sistemici Farmaci per uso cronico: 1)Corticoidi da inalazione 2)Beta 2 agonisti a lunga azione 3)Teofillinici 4)Agonisti recettoriali dei Leucotrieni
Riabilitazione a cura della dr.ssa Lucia Pagano Medico in Formazione in Fisiatria
Dito a scatto Cosa può fare il Fisiatra?
Definizione: La tenosinovite stenosante, o dito a scatto, è un'infiammazione cronica dei tendini delle dita della mano e della guaina che li ricopre. Il processo infiammatorio causa un aumento dello spessore del tendine e quindi una diminuzione dello spazio tra il tendine e la guaina, provocando la flessione del dito e rendendo doloroso ogni movimento.
Il dito a scatto è una patologia piuttosto frequente. Il ruolo del Fisiatra è sicuramente importante nella formulazione della diagnosi, nella pianificazione del trattamento conservativo e nell’eventuale recupero funzionale post-operatorio.
Cause: tra quelle più frequenti, ripetuti microtraumi alle dita, provocati per esempio dai lavori domestici o dal giardinaggio. Malattie come il diabete e l'artrite reumatoide possono favorire l'infiammazione. Sintomatologia: il fenomeno del dito a scatto può colpire tutte le dita ma predilige il 1° dito, il 3° e il 4°; può coinvolgerne uno solo oppure più dita, contemporaneamente o in successione. Il paziente si rivolge al medico per la presenza di dolore alla flesso-estensione, talora per la presenza del fenomeno dello scatto in assenza di dolore. Spesso, soprattutto nelle fasi iniziali, il paziente trova al risveglio il dito flesso e riferisce difficoltà all'estensione, che spesso viene ottenuta passivamente con la mano contro-laterale Diagnosi: è essenzialmente clinica basandosi sull' evidenza dello scatto e sul riscontro, alla palpazione della metacarpo-falangea, di un nodulo che scorre avanti e indietro in modo sincrono con la flesso estensione del dito. In uno stadio successivo il dito può rimanere bloccato in estensione o flessione. Non necessita di approfondimenti strumentali salvo caso in cui si sospetti patologia concomitante (es noduli di Dupuytren) . Trattamento: in fase iniziale può essere indicato un trattamento conservativo, con terapie fisiche
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(ultrasuoni, tecarterapia, ionoforesi, laserterapia), infiltrazioni locali di cortisone, terapia antinfiammatoria per os. Ma se gli episodi di "blocco" si verificano ripetutamente e la sintomatologia dolorosa non risponde alle cure, si impone il trattamento chirurgico con il risultato di risolvere immediatamente il problema e di prevenire danni ai tendini, fino alla loro rottura sottocutanea (evento fortunatamente raro, che può richiedere interventi complessi). L'intervento, che si esegue in anestesia locale in regime di Day Surgery, consiste nella tenolisi, cioè liberazione dei tendini tramite la sezione della puleggia che strozza i tendini. L'intervento comporta una breve incisione di circa 2 cm. Nel postoperatorio si rassicura il Paziente in merito alla probabile, ed eventualmente intensa nelle prime ore, sintomatologia algica che viene compensata semplicemente invitando il Paziente, malgrado il dolore, al movimento attivo della mano nella sua globalità. Il giorno successivo all’intervento si confeziona una piccola medicazione compressiva sulla ferita che si mantiene fino alla rimozione dei punti di sutura che avviene ad una decina di giorni di distanza. Gli esercizi di range di movimento devono iniziare immediatamente in associazione all'uso notturno di uno splint denominato molla di Levame per mantenere il dito in estensione che si consiglia mantenere fino a completa maturazione cicatriziale dei tessuti (circa trenta gg dall’intervento) . Nell'arco di una settimana il paziente può riprendere le comuni attività della vita relazionale. La ferita può essere dolente alla pressione per qualche settimana; la sintomatologia è alleviata dal massaggio della cicatrice. Esteticamente la ferita chirurgica è di ottima qualità ed è difficilmente riconoscibile già ad un mese di distanza dall'intervento.
Dermatologia a cura del dr. Antonio Del Sorbo Spec. in Dermatologia
Prurito dopo la doccia Il contatto con l'acqua può in alcuni pazienti scatenare un prurito acquagenico, un'orticaria acquagenica o persino un'acquadinia
caso di comparsa di pomfi, va considerata anche la possibilità di un'orticaria colinergica.
Il prurito acquagenico si presenta con un'intensa reazione pruriginosa nelle aree a contatto con l'acqua e contrariamente all'orticaria acquagenica, non si accompagna a manifestazioni cliniche evidenti.
Alcuni pazienti riferiscono un prurito tanto forte da non farli dormire la notte e che a volte aumenta proprio nel momento in cui si desidera un po' riposare.
Il paziente può avvertire oltre al forte desiderio di grattarsi per il prurito feroce, anche una fastidiosa sensazione descritta come punture di spillo o come aghi nella la pelle, simile al formicolio provocato da un insetto che cammina sotto la pelle. Nelle forme minime di prurito acquagenico, alcuni antistaminici possono già ridurre l'entità dei prurito, mentre la sensazione di punture di spilli, solitamente resiste agli steroidi e agli antistaminici tradizionali. Le sedi maggiormente interessate sono gli arti superiori e inferiori (in particolare le gambe, tra caviglia e polpaccio), ma possono talora essere interessati anche altri distretti corporei, specie dopo un bagno o una doccia, anche se effettuati con detergenti delicati e ipoallergenici. Persino il sudore può scatenare un prurito acquagenico e in
Il prurito acquagenico tende in alcuni casi a recidivare periodicamente, con un picco massimo alla fine dell'estate o nei mesi autunnali, senza correlazione apparente al contatto con l'acqua.
Il miglioramento temporaneo del prurito acquagenico dopo aver applicato creme a base di capsaicina, attira l'interesse della dermatologia sperimentale, sul possibile ruolo dei recettori vanilloidi cutanei (es. TRPV1, TRPV4, etc), nella regolazione della soglia di degranulazione dei mastociti. Lo scarso beneficio ottenuto con l'uso degli antistaminici tradizionali si spiega con il ruolo pruritogeno dei peptidi vasoattivi diversi dall'istamina (es. VIP, sostanza P, acetilcolina, serotonina, leucotrieni, prostaglandine, TNFa, etc). In attesa della visita specialistica, l'aggiunta in acqua di avena colloidale o di semplice bicarbonato di sodio (es: 150 gr nell'acqua della vasca da bagno), può lievemente ridurre il fastidio, anche se per un buon controllo della sintomatologia occorre quasi sempre ricorrere ad uno o più farmaci sistemici.
Nel prurito acquagenico, la liberazione di istamina e di altri fattori vasoattivi, si verifica in maniera analoga a quanto avviene nell'orticaria acquagenica di Shelley e Rawnsley (comparsa di pomfi e prurito in seguito al contatto con l'acqua) e nell'acquadinia di Shelley e Shelley (allodinia caratterizzata dalla sensazione di bruciore della pelle a contatto con l'acqua) . Il dermatologo prescriverà una cura topica e sistemica, spiegando al paziente che in questi casi è preferibile evitare le immersioni a mare e gli sport acquatici.
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È una risposta eccessiva della cute, nei confronti di una sostanza normalmente non pruritogena, non urticariogena e non algogena, qual'è l'acqua, con degranulazione dei mastociti e liberazione di peptidi vasoattivi responsabili del prurito, del bruciore e di una sensazione a tipo punture di spilli.
Al momento della visita dermatologica, in base alla sintomatologia e ad eventuali manifestazioni cliniche in atto, sarà programmato un checkup mirato alla ricerca di possibili cause sistemiche, dal momento che un prurito acquagenico è stato descritto in casi isolati, in associazione con altri fenomeni (es. intolleranza al lattosio, ipereosinofilia, policitemia vera, patologie ematologiche, etc). Contrariamente all'orticaria acquagenica in cui i sintomi si verificano appena dopo il contatto con l'acqua, il prurito acquagenico può manifestarsi anche a distanza dall'avvenuto contatto con acqua, specie nelle ore serali e di notte. Per la guarigione del prurito acquagenico possono trascorrere anche diversi mesi dalla comparsa dei primi sintomi.
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Fitoterapia a cura della dr.ssa Roberta Melillo Farmacista
La donna mediterranea per la classica conformazione ginoide (“a pera”) e la prevalenza dell’azione di estrogeni che concorrono all’accumulo di adipe nelle cosce e nei glutei, con ritenzione idrica e stasi venosa, è fisiologicamente più predisposta al manifestarsi della pelle “a buccia d’arancia”.
La cellulite estetica Rimedi naturali per combatterla
Gli inestetismi della pelle colpiscono prevalentemente le donne tra questi l’insorgenza della cellulite un vero problema. La cellulite estetica (pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica P.E.S.F.) evolve verso una degenerazione fibrotica nel pannicolo adiposo con conseguente disfunzione del ricambio del tessuto connettivo e alterazioni del microcircolo e delle permeabilità capillare con edema. Sono colpite donne con insufficienza venosa agli arti, che conducono una vita sedentaria o che stanno in piedi nella quali si verifica un blocco del ritorno venoso dagli arti inferiori. La stasi venosa, infatti, nonché l’ incapacità di riassorbire i liquidi interstiziali concorrono alla genesi della cellulite insieme a molteplici fattori tra i quali l’ereditarietà, variazioni dei livelli
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degli ormoni ovarici, ipofisari, tiroidei, un’alimentazione scorretta, l’aumento del peso corporeo. Nella prima fase (edematosa) negli spazi fra una cellula adiposa e l’altra si forma un eccesso di liquidi che comprime le strutture vascolari- linfatiche con gonfiore (edema) . Successivamente nella fase fibrosasclerotica si forma tessuto connettivo intorno alla cellula adiposa con formazione di micro e macro noduli, inoltre, spesso sono presenti capillari dilatati (teleangectasie). La fitoterapia può essere un valido rimedio grazie all’azione positiva sul tessuto connettivo e sul microcircolo di piante medicinali come la centella, il meliloto, l’ippocastano, la vite rossa. La centella, nome scientifico Hydrocotile asiatica L., regola la produzione del collagene dei
fibroblasti, migliora il trofismo vascolo connettivale. L’estratto di centella asiatica contiene triterpeni (acido asiatico, asiaticoside, avido madecassico) che hanno azione tonificante. L’ippocastano (Aesculus hippocastanum L.) è un vasoprotettore, ha proprietà antiessudative, antiedemigene. Dalla corteccia dell’ippocastano si estrae l’escina, una saponina, miscela di glicosidi triterpenici, dotata di proprietà tonificanti. Il meliloto, nome scientifico Melilotus officinale L., ha un’applicazione nell’insufficienza veno-linfatica. Gli estratti di meliloto hanno un’attività antiinfiammatoria, antiedematosa, aumentano la resistenza capillare, migliorano il ritorno venoso, hanno un utilizzo nel trattamento sintomatico delle turbe funzionali della fragilità capillare.
Nel fitocomplesso sono presenti procianidine, antiossidanti, utili per la prevenzione di malattie croniche degenerative dà elasticità alla cute. Della buccia dell’uva si usa solo il resveratrolo protettore dell’apparato cardiovascolare. Il Rusco pungitopo (Ruscus aculeatus L.) è un vasocostrittore, diutetico, è utilizzato in pazienti in sovrappeso con ritenzione idrica, edemi agli arti inferiori. I costituenti principali sono le saponine ruscogenina e neoruscogenina, con effetto tonificante. Per uso topico hanno impiego l’edera (Hedera helix) che è una pianta dalle cui foglie si ottiene un estratto costituito da saponine e flavonoidi, sostanze con proprietà tonificanti. È analgesico, inoltre, le saponine triterpeniche hanno un’azione anticellulite, e i flavonoidi hanno azione sedativo lenitiva.
preparati ad uso topico favorisce la funzionalità degli estratti contenuti nella formulazione con effetto sinergico. Il mentolo, estatto dall’olio essenziale di menta (Mentha piperita L.), è impiegato in preparati ad uso topico in virtù della sua azione tonificante e rinfrescante che dona un’immediata e prolungata sensazione di freschezza, diminuendo il senso di pesantezza e affaticamento degli arti inferiori. Un’alternativa è la gemmoterapia con l’utilizzo della linfa di betulla, l’estratto secco delle foglie di betulla alba al 20% di iperosside ha un’azione acquaretica, ovvero, libera l’organismo dall’eccesso di liquidi non privandolo degli elettroliti. Per i sintomi della ritenzione idrica, le proprietà antiinfiammatorie, analgesiche, con spiccata azione diuretica e anticolesterolemica è tipica delle gemme di Tagus sylvatica. Gli integratori opportunamente combinati, con Diosmina, Diosmetina, sostanze efficaci per favorire la corretta permeabilità venulo capillare, l’esperidina, favoriscono la funzionalità del microcircolo, può risultare,
inoltre, utile per il trofismo del microcircolo l’integrazione di niacina, vit c e rutina. È opportuno un regime alimentare con predominanza di vegetali che assicurano un adeguato transito intestinale e l’uso di opportuni antiossidanti. L’attività fisica di tipo aerobico da tono alla muscolatura, ossigena i tessuti e brucia i grassi in eccesso. Sensazioni di pesantezza, stanchezza, gonfiore e formicolii alle gambe sono fra i disagi più frequenti rilevabili a fine giornata, soprattutto se si è rimasti a lungo in posizione eretta o seduta. Spesso questi fastidi possono essere aggravati dalla vita sedentaria, dal caldo, dall’eccessivo peso corporeo, dalla gravidanza e possono incidere negativamente sulle attività quotidiane. Gli estratti di origine naturale, pertanto, contribuiscono in modo sinergico all’azione coadiuvante ad attenuare visibilmente questo inestetismo cutaneo.
L’amamelide (Hamamaelis virginiana L.) ha un uso topico, per le proprietà astringenti vasocostrittive. I frutti di peperoncino (Capsico frutescens) contengono in quota maggiore capsaicinoidi, la cui capsaicina rappresenta più del 30%, sostanze che donano all’estratto proprietà trofiche. L’arnica (Arnica montana) è una pianta il cui estratto ricavato dai fiori, contenente flavonoidi, lattoni sesquiterpeni, triterpeni e oli essenziale, ha proprietà lenitive e dona una sensazione di sollievo nelle zone cutanee dove viene applicato. Inoltre, grazie ai flavonoidi, protegge le strutture cellulari dell’epidermide dall’azione dannosa dei radicali liberi. La caffeina, è una metil-xantina, sostanza alcaloide, estratta principalmente dai semi della pianta del caffè (Coffea arabica) in Salutare 27
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Sommità fiorite estratto secco titolato al 17% della cumarina, è un antiossidante mantiene la fisiologia (5, 6-benzoalfapirone). Per la presenza di cumarine, da interazione con i salicilati e gli anticoagulanti. La vite rossa (Vitis Vivifera) è ricca di antociani, modula la permeabilità e la resistenza capillare.
Informazione sociale @
Segnalate le campagne a: sociale@salutare.info
La comunicazione e la prevenzione sociale per definizione, aumentano il livello di consapevolezza e conoscenza dei cittadini relativamente a problemi di interesse generale, nella prospettiva di modificare comportamenti o atteggiamenti.
XVIII EDIZIONE DELLA CAMPAGNA NASTRO ROSA Bolzano 15-16-17 ottobre 2011
Sarà presente nell'ospedale di Bolzano uno standinformativo nei giorni 15/16/17 ottobre 2011 e per tutto il mese di ottobre verrà illuminata in rosa la torre del Municipio. Federica Pellegrini, campionessa mondiale di nuoto ed attuale detentrice del record del mondo di stile libero, è la testimonial dell’edizione 2011 della Campagna Nastro Rosa, dedicata alla prevenzione del tumore al seno e giunta alla XVIII edizione in Italia.
SOS LILT - 800-998877
Ad ottobre, infatti, la LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) ed Estée Lauder Companies, società leader nella profumeria di prestigio, torneranno in prima linea nella lotta a questa severa patologia neoplastica, che registra un’incidenza sempre maggiore. La Campagna Nastro Rosa, ideata nel 1989 negli Stati Uniti da Evelyn Lauder e promossa in 90 Nazioni, ha come obiettivo quello di sensibilizzare un numero sempre più ampio di donne sull’importanza vitale della prevenzione e della diagnosi precoce dei tumori della mammella, informando il pubblico femminile anche sugli stili di vita correttamente sani da adottare e sui controlli diagnostici da effettuare. Il tumore al seno e l’importanza della diagnosi precoce. Sebbene negli ultimi anni si sia registrata una costante riduzione della mortalità, il tumore al
Un mondo di check-up
A ottobre, in occasione del mese della prevenzione, ci si potrà sottoporre a un controllo della vista. Controlli gratuiti per i vostri occhi a ottobre, il mese della prevenzione delle malattie oculari. Se ne potrà approfittare contattando un numero verde (l’800-973489, disponibile dal 19 settembre 28 www.salutare.info
seno è ancora il più frequente della popolazione femminile. La sua incidenza è in costante crescita, anche nel nostro Paese, tanto che si prevede verranno diagnosticati, in quest’anno, oltre 41.000 nuovi casi. Tra le cause, l’allungamento dell’età media della popolazione femminile e l’aumento dei fattori di rischio. Vincere la malattia è possibile nella grande maggioranza dei casi, grazie soprattutto alla prevenzione e all’anticipazione diagnostica. Per ogni donna la prevenzione deve essere sinonimo di promozione del proprio benessere, della propria salute, ma anche della propria bellezza. Tante le iniziative che saranno realizzate, in tutta Italia, durante il mese di ottobre. Durante il mese di ottobre i 395 punti Prevenzione (Ambulatori) LILT, la maggior parte dei quali all’interno delle 106 Sezioni Provinciali della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, saranno a disposizione per visite senologiche e controlli clinici strumentali. Il calendario di visite ed eventi Per conoscere giorni e orari di apertura dell’ambulatorio LILT più vicino, in cui effettuare anche esami di diagnosi precoce e controlli, si può chiamare, per informazioni, il numero verde SOS LILT 800-998877 o consultare i siti www.nastrorosa. it o www.lilt.it dove saranno pubblicati anche gli eventi organizzati nelle varie città italiane nel mese di ottobre.
per oltre un mese): sarà possibile prenotare un check-up presso gli studi oculistici e nelle strutture sanitarie aderenti. L’iniziativa è dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus che, assieme all’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), celebrerà il 13 ottobre la Giornata mondiale della Vista.
Questo spazio è dedicato alla segnalazione di campagne di informazione sociale, di prevenzione per rendere visibili tutte le iniziative volte a migliorare gli stili di vita.
Campagna solidale per la raccolta fondi a favore della ricerca in Fibrosi Cistica dal 16 al 31 ottobre 2011
Si potrà sostenere la ricerca attraverso l’invio di SMS solidali al numero dedicato 45502, del valore di 2 Euro per ciascun SMS inviato da cellulari TIM, Vodafone, Wind, 3, CoopVoce, Postemobile e Tiscali. La donazione potrà anche essere effettuata da rete fissa Telecom Italia, Infostrada, Fastweb e Teletu, sempre del valore di 2 euro per ogni chiamata fatta.
“Un ciclamino per guarire”:
Sabato 22 e domenica 23 ottobre 2011 Appuntamento in più di 500 piazze italiane dove si potranno acquistare delle bellissime piante di ciclamino, il fiore che è diventato simbolo della ricerca in fibrosi cistica. Anche quest’anno la Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica, assieme al suo vicepresidente e testimonial, Matteo Marzotto, promuove la campagna solidale d’autunno allo scopo di finanziare nuovi studi di ricerca.
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Le stime dei ricercatori prevedono risultati significativamente importanti nell’arco di cinque, sei anni. Sono state infatti individuate importanti molecole correttrici e potenziatrici della proteina CFTR difettosa, al momento in fase sperimentale. La Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica, Onlus certificata dall’Istituto Italiano della Donazione, ha creato una rete organizzata di ricercatori coinvolgendoli, nell’arco di dieci anni, in 166 progetti multicentrici, con esiti rilevanti, e si è fatta strada nel cuore degli italiani anche attraverso le innumerevoli iniziative promosse con il supporto degli 80 gruppi di sostegno e le centinaia di volontari, in tutta Italia. La fibrosi cistica è la più diffusa tra le malattie genetiche gravi (ogni settimana, in Italia nascono 4 nuovi malati e ne muore uno in giovane età). Una patologia che in Italia registra quasi due milioni e mezzo di portatori sani (la maggior parte di essi ignari di esserlo).
Osteoporosi, la prevenzione facile e possibile
di prevenzione e sensibilizzazione nei confronti di questa malattia delle ossa.
Porte aperte alla Malzoni: Visite e MOC gratuite per prevenire e curare l’osteoporosi
Le 95 strutture Ospedaliere, pubbliche e private, offriranno in un “Open Day” iniziative originali, convegni, consulenze mediche, esami gratuiti ai cittadini del proprio territorio. Porte aperte dunque a tutti nella certezza che queste iniziative sono fondamentali per una corretta educazione delle donne nei confronti dell’Osteoporosi.
Giornata mondiale della prevenzione, promossa dall’Osservatorio ONDa Giovedì 20 Ottobre 2011
Sono 95 le strutture aderenti al network degli ospedali “a misura di donna” premiati con i Bollini Rosa impegnati il 20 ottobre nella giornata Mondiale dell’Osteoporosi, una conseguenza ineluttabile dell’età che avanza per il 60% delle donne italiane, una problematica prevenibile e risolvibile che invece dipende solo dal proprio stile di vita e in particolare da dieta e attività fisica per i medici. Per questo, per il secondo anno consecutivo, in occasione della Giornata Mondiale, l’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna ha deciso di coinvolgere i “Suoi” ospedali in una campagna
Ad Avellino il Gruppo Malzoni, certificato con due bollini dall’ONDa, partecipa a questa iniziativa mettendo a disposizione il Suo Centro Menopausa, offrendo visite e MOC gratuite. L’Open Day si svolgerà presso la Diagnostica Medica sita in Torrette di Mercogliano a partire dalle ore 9.00, con obbligo di prenotazione. Per informazioni e prenotazioni contattare il numero 0825 686 556.
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Fobie
Quali sono le fobie e le ossessioni più comuni? C’è chi evita l’ascensore e chi scappa davanti a un ragno. Chi più e chi meno, tutti abbiamo un’avversione verso un oggetto, un animale, o una situazione. Ma per parlare di vere e proprie fobie occorre valutare alcuni punti. La fobia è tale quando è sproporzionata rispetto al reale pericolo dell’oggetto o della situazione, non può essere controllata con spiegazioni razionali, dimostrazioni e ragionamenti e il soggetto, nonostante riconosca che la paura è irragionevole e che non è dovuta ad effettiva pericolosità, non riesce a controllare il proprio stato d’animo. La fobia diviene una vera e propria malattia quando ci impedisce il regolare svolgimento delle attività o ci condiziona la vita.
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Le 'classiche' fobie sono quelle sociali come l'agorafobia (paura degli spazi aperti), la claustrofobia (paura degli spazi chiusi), l'ereutofobia (paura di diventare rossi), la zoofobia (paura degli animali). Le ossessioni, invece, riguardano temi di violenza, di contaminazione, dubbi sull'affidabilità di cose o persone. Moltissime persone possono ammalarsi di fobie, ma in particolare ne soffrono le donne. Con la psicoterapia a orientamento cognitivo comportamentale è possibile sconfiggerle. Questo spazio è dedicato ad una classificazione delle fobie, dalle più comuni a quelle più insolite. Scoprite anche voi se siete veri e propri fobici, ossessionati o solo dei gran fifoni.
Caliginefobia: Paura delle belle donne. È definita come la paura delle belle donne. Tutti gli anni questa fobia produce disturbi e senso di scomodità nella vita di molti individui. Può causare attacchi di panico e mettere in disparte i fobici dai loro cari e dalle loro compagne di lavoro. Non la si deve confondere con la semplice timidezza (sebbene può essere relazionata con la medesima) e neanche con ginefobia (Paura delle donne in generale) ne misoginia (disprezzo delle donne). Coloro che ne patiscono presentano i tipici sintomi di una fobia, cioè fiato corto, respirazione affannosa, sudorazione eccessiva, nausee e capogiri. La paura può essere innescata persino da fotografie e pellicole. Di solito, questa fobia è causata da un'esperienza cattiva in passato in relazione a una bella donna, che il cervello associa ad una situazione di pericolo.
Brontofobia: fobia dei temporali Le persone colpite, soffriranno anche se si rendono conto del fatto, che i tuoni non costituiscono una minaccia verso la loro integrità fisica. Chi patisce di questa fobia sarà allarmato tanto prima quanto durante le tormente. Se si trovano all'aria aperta durante una tormenta elettrica, patiranno i sintomi dell'ansietà, mentre se sono al coperto è possibile che tendano a nascondersi sotto il letto, dietro un divano, negli armadi, ecc. In alcuni casi estremi è difficile andare al lavoro e continuare con le loro attività solite. Simile ad Astrafobia o Astrapofobia o Brontofobia Paura di tuoni e fulmini
Climacofobia: La paura di coloro che patiscono questa fobia è di salire le scale, oppure di cadere da esse. La climacofobia è in relazione con la acrofobia, la paura alle altezze, molta gente teme le scale alte per paura di cadere da molto in alto. Questa fobia di solito appare quando si è avuta una cattiva situazione o un evento traumatico che coinvolge scale (ad esempio, vedere qualcuno cadere, aver perso un caro per una caduta). Si considera che si tratti di una fobia sociale perché, nonostante gli altri lo rassicurino sul pericolo di non cadere dalle scale, l'individuo va in panico. Tuttavia, alcuni considerano che la climacofobia sia una fobia specifica perché vedere le scale può causare panico –questo tipo specifico è la batmofobia. Come in qualsiasi fobia, i sintomi variano da persona a persona, dipendendo dal loro livello di paura.
Catapedafobia: Paura di saltare. È definita come una paura persistente, di saltare, tanto da luoghi alti quanto bassi.
I sintomi della climacofobia tipicamente includono ansietà estrema, sensi di minaccia e qualsiasi altro sintomo relazionato con il panico, quali respiro ansimante, respiro agitato, tachicardia, sudorazione eccessiva, nausee, sentire la bocca asciutta, incapacità di articolare parole od orazione e tremore. È possibile prendere medicine per controllare la climacofobia, ma bisogna ricordare che quésti possono avere effetti secondari severi. Si raccomanda, per trattare questa fobia, di usare terapie quali l'ipnoterapia, la psicoterapia o la programmazione neurolinguistica.
Chorofobia: È definita come la paura persistente, di ballare.
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Centofobia: È definita come una paura delle cose o idee nuove. Si tratta del timore delle idee nuove e si rapporta con la neofobia, ovvero, il timore delle cose nuove o esperienze. La definizione di centofobia include la paura di accettare idee di altre persone, per timore del cambiamento dell'intorno conosciuto, le idee preestabilite e l'ideologia dominante.
Psicologia a cura della dr.ssa Maria Giuseppina De Cola Dottore Magistrale in Psicologia clinica, dinamica e di comunità
L’Antiginnastica ® è un metodo che fa dell’ascolto attivo del corpo, della relazione e del movimento espressivo/creativo il suo linguaggio e la sua modalità di cura. Si basa su piccoli movimenti che aiutano a riconoscere e a sciogliere le tensioni muscolari e a t r o v a r e l ’e q u i l i b r i o psico-fisico.
L’Antiginnastica® e l’ascolto di sé “Prendere coscienza del proprio corpo è accedere a tutto il proprio essere…” (T. Bertherat) Thérèse Bertherat, ha creato l’Antiginnastica® verso la metà degli anni ’70, a Parigi. Le basi di tale metodo sono nella “corazza caratteriale/muscolare” secondo Wilhelm Reich e nelle scoperte di Francoise Mezières relative all’accorciamento della catena muscolare posteriore che hanno ribaltato i metodi dell’ortopedia classica asserendo che la muscolatura posteriore non va rinforzata ma rilassata. I movimenti dell’Antiginnastica, nel far allungare e distendere tale muscolatura, consentono alla persona di entrare in contatto con se stessa ed ascoltare la storia che il suo corpo le racconta. È un lavoro che permette di svegliare le “zone morte” – così le chiama Thérèse Bertherat -, di riportarle in vita, di ritrovare la mobilità e la vitalità dei muscoli che gli eventi della vita hanno portato a contrarre, ad accorciare, ad atrofizzare. All’inizio, alcuni dei muscoli che tentiamo di mettere in azione ci sembrano estranei. Poco a poco, però, si stabilisce un nuovo collegamento tra quei muscoli sconosciuti, o ignorati, ed il cervello. Il proprio vocabolario muscolare si sviluppa e si arricchisce, ed è possibile così esplorare delle nuove possibilità di movimento. L’Antiginnastica si svolge prevalentemente in gruppo, con la guida di un terapeuta, ma anche in sedute individuali. La parola, la riflessione, l’espressione delle sensazioni e delle emozioni vi trovano altrettanto spazio quanto i movimenti veri e propri. La possibilità di condividere con il gruppo le proprie sensazioni, derivanti dal lavoro corporeo, può facilitare collegamenti tra conscio e inconscio, tra psiche e corpo, ossia collegare alle sensazioni immagini ed emozioni, consentendo così di ristabilire quei canali di comunicazione corpo-mente
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che abbiamo spesso disattivato. Nel corso delle sedute, si impara a liberarsi da tutte quelle contratture, rigidità, dolori muscolari ed articolari che causano stanchezza, fanno ripiegare su di sé e limitano i propri slanci. I movimenti, la respirazione riprendono la loro ampiezza naturale e la persona può disporre di una quantità maggiore di energia. Allentare una tensione è possibile ascoltando quello che ci vuole segnalare, senza contrastarla ed ostacolarla come se fossero qualcosa di diverso da noi. Essere disponibili ad ascoltare cosa ha da dire una parte dolente consente di dare senso al dolore e al disagio che si prova. La forma assunta dal corpo per le tensioni e contrazioni può cambiare attraverso una redistribuzione delle stesse tensioni, recuperando un riequilibrio nell’organizzazione neuromuscolare e attivando, dunque, altre parti del Sé. Man mano che la forma del corpo cambia e trova un nuovo equilibrio più sano, cambia ed evolve anche il modo di pensare. Poiché, come suggerisce Anzieu, la mente si costruisce sulla propria esperienza del corpo. Le informazioni sensoriali che ci danno i movimenti possono essere infatti l’inizio di un cambiamento nell’organizzazione neuromuscolare e psichica. Come quando, ad esempio, dopo aver “respirato” a lungo nel punto di contatto tra una pallina di gommapiuma e la zona lombare, la schiena può allungarsi, distendersi e appoggiarsi finalmente fiduciosa, lasciandosi sostenere dal suolo. I movimenti dell’Antiginnastica consentono al corpo di prendere il suo spazio, le sue reali dimensioni. Ad esempio, quando la muscolatura della schiena si allunga, le vertebre non sono più compresse ed è recuperata la distanza discale fisiologica. Prendere possesso del proprio spazio dà un senso di gioia, di benessere.
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Eventi
CONGRESSI, CONVEGNI, EVENTI e manifestazioni per la Salute e il Benessere
Benevento, 6 Ottobre 2011 Convegno "La solitudine dell'adolescente -Noia, depressione, dipendenze e panico”. Kairòs - Centro di Clinica e Ricerca Psicologica Settima Edizione delle Giornate Sannite di Studio sull’Adolescenza Sala Convegni di Villa dei Papi a Benevento Per informazioni http://www.kairospsicologia.it/associazione/la-solitudine-delladolescente per le modalità di iscrizione e per scaricare la brochure del Convegno.
Firenze, 7 ottobre 2011 Nuove Strategie terapeutiche nella prevenzione della patologia trombo embolica svolgimento: Aula della Presidenza Facoltà di Medicina e Chirurgia Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi Firenze Programma: Il Convegno seguirà le procedure per l’attribuzione dei crediti di “Educazione Continua in Medicina” (E.C.M.) Categoria: Medico Chirurgo Disciplina: Medicina Generale, Geriatria, Medicina interna, Cardiologia, Nefrologia Segreteria Organizzativa: MCR Service fax 055 4222505 - email: info@mcrconference.it)
Avellino, 7 e 8 ottobre 2011 Condizione Giovanile e Disturbi Alimentari In Irpinia e in Campania: Una Risposta Multidisciplinare Responsabili del corso: dr. Giuseppe Rosato, dr. Domenico Roberto Ziccardi Sala Convegni del Carcere Borbonico Avellino Informazioni generali: Il corso è rivolto a 90 partecipanti così suddivisi: 40 Medici di Medicina Generale, Area interdisciplinare (Pediatria, Dietologia e Nutrizione Clinica, Psichiatria, Medicina Interna, Neurologia), 30 Psicologi, 10 Dietisti, 10 Educatori professionali.
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Quota Iscrizione: Gratuita per i dipendenti dell’ A.O.R.N. “S.G. Moscati” di Avellino; € 50,00 per i partecipanti esterni, quota da versare a: SALUS PUBLICA SUD – Montemiletto (Av), entro il 4/10/2011. L’iscrizione al corso vale anche come iscrizione all’Associazione. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi a: Dr.ssa Edy Cerrato SALUS PUBLICA SUD cell. 339 2426277 e-mail: ecerrato@virgilio.it Dr.ssa Gilda Notaro cell. 347/3407532 e-mail: gil.no@libero.it Dr.ssa Maria Pepe SALUS cell. 329 3741621 Segreteria organizzativa: Dr.ssa Edy Cerrato; Dr.ssa Maria Pepe; Dr.ssa Carmen Vele; Dr.ssa Gilda Notaro.
Milano, 17 ottobre 2011 Evento autunnale Clinical Risk management Scenari Gestionali e Assicurativi nella sanità italiana Aula magna dell’università statale di Milano Via Festa del Perdono 7, 20122 Milano Partecipazione aperta a tutti coloro che operando, sia nel comparto assicurativo che in quello legale e sanitario, intendano approfondire l’argomento dell’evento di quest’anno (concessi tre crediti formativi dall’Ordine degli Avvocati di Milano). Per maggiori informazioni sull'associazione, il programma e l’iscrizione gratuita all’evento: www.isjam.com
Avellino, 5 novembre 2011 Il Linfedema Secondario a Patologia Tumorale e riabilitazione Responsabili dell’evento: Dr. Gustavo Picardo, Dott.ssa Silvana Ianuario Obiettivi: questo corso desidera richiamare l’attenzione sulle problematiche sanitarie e
sociali che gravitano intorno all’insufficienza linfatica cronica (per esempio il cosiddetto “braccio grosso”) e all'insufficienza venosa cronica. Queste due patologie, se non adeguatamente e tempestivamente trattate sono fortemente invalidanti. Per questo motivo risulta estremamente importante mettere in atto una strategia preventiva che si basi su un percorso di tipo diagnostico il più precoce possibile sino alla riabilitazione attraverso la terapia decongestiva combinata manuale C.D.P. Il corso intende presentare le cause più frequenti dell’insufficienza linfatica cronica, dalla patologia tumorale del seno, della cervice uterina e della prostata, cause del linfedema secondario dell’arto superiore e inferiore, alle forme primarie fino all’ insufficienza venosa cronica. Tutte queste forme sono accomunate dal trattamento terapeutico: la terapia decongestiva combinata manuale o C.D.P. indicata dalle linee guida come golden standard terapeutico per le disabilità associate alla flebolinfostasi. Informazioni generali Partecipanti: n. 60 Medici di Medicina Generale e Area interdisciplinare n. 40 Fisioterapisti (10 riservati all’A.O.R.N. “S. G. Moscati” di Avellino) Iscrizione gratuita. Segreteria scientifica: Dott. Gustavo Picardo, Dott.ssa Silvana Ianuario, D.ssa Monica Pinto Segreteria Organizzativa: Ordine dei Medici di Avellino Tel fax 082535435 e-mail: info@ordinemedici-avellino.it dr.ssa Linda Silvestri cell. 3397582384 e-mail : li.linda@libero.it
Per comunicare congressi, convegni, eventi e manifestazioni per la Salute e il Benessere Tel.: 0825 74603 e-mail: info@salutare.info
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Vi diamo ascolto...
Giovedì 20 Ottobre è la giornata mondiale della prevenzione, promossa dall’Osservatorio ONDa
Porte aperte alla Malzoni:
Visite e MOC gratuite per prevenire e curare l’osteoporosi
In occasione della Giornata Mondiale, l’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna ha deciso di coinvolgere i “Suoi” ospedali in una campagna di prevenzione e sensibilizzazione nei confronti di questa malattia delle ossa. Le 95 strutture Ospedaliere, pubbliche e private, offriranno in un “Open Day” iniziative originali, convegni, consulenze mediche, esami gratuiti ai cittadini del proprio territorio. Ad Avellino il Gruppo Malzoni, certificato con due bollini dall’ONDa, partecipa a questa iniziativa mettendo a disposizione il Suo Centro Menopausa, offrendo visite e MOC gratuite. L’Open Day si svolgerà presso la Diagnostica Medica sita in Torrette di Mercogliano (Av) a partire dalle ore 9.00, con obbligo di prenotazione.
Per informazioni e prenotazioni contattare il numero