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Appunti di Viaggio

Stagione Viola

L'Esclusiva

Cuadrado fenomeno, più veloce di beep beep

Rossi-gomez, una coppia fatta apposta per giocare assieme

Lulù ricorda SALERNO: “Sono ancora amareggiato...”

a pagina 2

a pagina 3

da pagina 4

L’editoriale IL ‘POTERE’ STRAORDINARIO DI MONTELLA. È LUI IL VERO PUNTO DI RIFERIMENTO TECNICO di Alessandro Rialti

Ne segnera' tanti...

(magari già stasera)

ggi la Fiorentina ha un allenatore che di fatto è in possesso di un ‘potere’ straordinario. Non ci sono dubbi che Vincenzo Montella sia un autentico punto di riferimento di ogni strategia dell’immediato futuro viola. Ha un contratto di 4 anni, cosa che nel passato non ha avuto nessuno, lavora con un direttore sportivo, Daniele Pradè, che lo ha voluto fortissimamente e col quale ha già lavorato in passato. Insomma una coppia solida ed estremamente legata. Montella ha inoltre il fisico del ruolo, piace ai Della Valle, di sicuro non farà molti errori sul terreno della comunicazione, anche perché se ne serve veramente col bilancino del farmacista e frequenta poco anche la città, almeno dal punto di vista della visibilità. È un allenatore importantissimo ma per certi aspetti leggero come una farfalla. È lui che ha in mano la squadra, che l’ha guidata e ha contribuito a costruirla sulla base di indicazioni – il gioco prima di tutto –

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Il Brivido Sportivo - Giovedì 29 Agosto 2013 DIRETTORE RESPONSABILE Michela Lanza direttore@brividosportivo.it REDAZIONE redazione@brividosportivo.it CONSULENTE EDITORIALE Alessandro Rialti

appunti di viaggio di Mario tenerani

a cominciato meglio addirittura di come avesse finito... È possibile? Sì, se di mezzo c’è lui. Cuadrado, l’esterno più veloce di Beep Beep... Ve lo ricordate il cartone animato? Ecco l’ultimo Wile Coyote di turno è stato il malcapitato Monzon, terzino del Catania che Maran ha dovuto sostituire nell’intervallo, per quanto fosse stordito... Cuadrado Beep Beep non lo prendono mai. E i suoi marcatori sembrano davvero tanti epigoni di Wile Coyote.

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Cuadrado fenomeno, più veloce di Beep Beep... Cuadrado è l’idolo del Franchi. Non l’unico per carità, ma lui ha qualcosa in più, quella chimica pallonara che manda in delirio il pubblico. A Firenze, dove l’elemento estetico in sede di giudizio pesa quanto la sostanza, il fatto si ingigantisce. Il colombiano ha tutto il campionario del calcio elevato a potenze: talento, fantasia, gioco di gambe, dribbling, finte, controfinte, tiro, cross, gol e velocità impressionante. Non è il primo calciatore a sprinta-

re come un centometrista e non sarà l’ultimo, ma in questo sport è difficile trovare un esterno che sappia alimentare velocità praticamente da fermo. Cuadrado andrebbe benissimo per l’aeroporto bonsai di Firenze: il colombiano per decollare non avrebbe bisogno di una pista lunga, lui è capace di alzarsi in volo in un attimo, come un caccia su una portaerei. Questa è la grande differenza. In un campionato in cui la superiorità numerica si

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materializza spesso grazie ad un lungo fraseggio e poi l’imbucata, è raro imbattersi in un giocatore in grado invece di donartela quasi tutte le volte che punta il proprio avversario. Fateci caso: i terzini o i mediani deputati ad affrontare Cuadrado, sia singolarmente che in raddoppio, non sanno quale postura assumere, come sistemare i piedi. Beep Beep li disorienta puntualmente perché in lui l’improvvisazione è all’ordine del giorno. Decide sul momento cosa fare e spesso è devastante. Questo aspetto è anche un limite in Italia dove la tattica è al potere: ai talentuosi come Cuadrado gli allenatori chiedono pure di essere attenti alle coperture difensive, soprattutto in schemi come il 3-5-2 dove l’esterno ha l’obbligo di controllare lo specchietto retrovisore. Il gol preso dai viola a Zurigo è soprattutto causa della mancata chiusura di Cuadrado su Anatole.

Tutto non si può avere e comunque i tecnici lavorano molto per migliorare i propri giocatori. Ha ragione Montella: Cuadrado rispetto ad un anno fa è migliorato, nella passata stagione era più anarchico dal punto di vista tattico. Tanto che il 17 febbraio Montella passò al 4-3-3 (Inter seppellita da 4 gol) proprio per alzare Cuadrado, tenerlo più vicino possibile alla porta avversaria e deresponsabilizzarlo da qualsiasi compito di copertura difensiva, coprendolo con un terzino (Tomovic). Cuadrado in avanti significa farlo segnare di più, provocare punizioni e rigori, far ammonire ed espellere gli avversari, fabbricare più assist. Ma se il colombiano continuerà a crescere anche nella fase difensiva, qualsiasi modulo andrà bene per un calciatore in viaggio per trasformarsi in un fuoriclasse. Negli anni Settanta-Ottanta il campionato italiano

ospitava tante ali-tornanti - allora si chiamavano così - di spessore: Claudio Sala, Bruno Conti, Franco Causio i nomi più prestigiosi. A Firenze, invece, nella stagione 1983-1984 un esterno fortissimo si segnalò all’attenzione generale: si chiamava Pasquale Iachini e il suo punto di riferimento costante era la linea di fondo. Arrivava lì e crossava all’indietro per la felicità di Paolone Monelli e Daniel Bertoni. Anche Iachini aveva dribbling e finte. Firenze ha per le mani un tesoro con Cuadrado, anzi, un giacimento di petrolio. Il suo cartellino è a metà con l’Udinese e la Fiorentina farà di tutto per assicurarsi anche l’altro cinquanta per cento. Poi con gli artigli difenderà Cuadrado dagli assalti dei club più importanti al mondo, perché questo sarà il destino del colombiano se continuerà a crescere. Intanto però Firenze se lo gode, speriamo a lungo...

Il Brivido Sportivo - Giovedì 29 Agosto 2013

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Pepito si è già sbloccato dopo il lungo calvario, il tedesco lo farà a breve: gli scontenti si ricrederanno

più. Quest’anno i viola, invece, hanno un altro obiettivo: ripetersi e cercare di migliorare, nonché andare più lontano possibile in campionato, sì, ma anche in Europa. Che bella parola ‘Europa’: riempie la bocca nell’essere pronunciata… E per fare la strada che si è prefissata di fare la squadra, c’è bisogno di metter da parte l’ego della ‘più bella d’Italia’ per diventare più cinica: “La Fiorentina di quest’anno dovrà essere meno bella e più concreta – ha sottolineato Montella –”. Ecco la chiave: la concretezza. E quando si hanno due attaccanti (anzi, facciamo tre… c’è anche un certo Cuadrado) come quei due là davanti, la concretezza che cerca Montella, il cinismo sotto porta, non tarderà ad arrivare… MANCA SOLO IL GOL. Così come non tarderanno ad arrivare i gol di Mario Gomez. L’allarmismo che si è creato nei suoi confronti dopo il palo colpito contro il Catania lunedì sera è quasi sconcertante. Un

stagione viola

Rossi-gomez,

di MICHELA LANZA

volte succede quello che non penseresti mai fosse possibile accadesse. Come per esempio ascoltare le lamentele di qualche tifoso insoddisfatto dopo le due vittorie contro Grasshopper in Svizzera e Catania al Franchi. Sentir parlare di ‘delusione’, sentir dire ‘mi aspettavo di più’, come se la Viola avesse dovuto spazzare via gli avversari, schiacciarli come fosse una schiacciasassi, sommergerli di gol e fare scorpacciate di giocate, è roba da insoddisfatti cronici, con il dovuto rispetto di chi nella vita alza sempre l’asticella. Di chi non si accontenta e spera di migliorarsi sempre. Ma gli obiettivi devono essere raggiunti a step. Un anno fa la squadra doveva divertire, incantare. E fare meglio possibile. Lo ha fatto, anzi ha fatto pure di

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una coppia che sembra fatta apposta

per giocare assieme

centravanti come il tedesco non può non segnare. Il popolo viola stia tranquillo: segnerà. Segnerà tanto e farà segnare tanto. “Mario doveva pagare dazio – ha sottolineato Montella – per i tanti complimenti, per i tanti applausi, per la grande attesa nei suoi confronti. Adesso, state tranquilli – ha chiosato il tecnico – non sbaglierà più”. A far da eco al suo allenatore, pure l’altro gemello del gol, Pepito

Rossi: “Gomez? Farà tanti gol, vedrete!”. Certo che farà tante reti! Gomez le ha sempre fatte, così come chi conosce il calcio, chi lo ha sempre seguito, sa che il panzer tedesco – di tanto in tanto – sbaglia anche qualche occasione ‘facile’. Ma i conti si fanno alla fine e quando la doppia cifra sarà lì, sventolata sulla classifica dei cannonieri a far coppia con la doppia cifra di Pepito… allora sì, che qualcuno tirerà un sospiro di sollievo. Intanto godiamoci la sua abnegazione, i suoi movimenti da grande centravanti a creare gli spazi per favorire l’inserimento dei compagni (prendete il gol di Pepito contro il Catania e osservate attentamente come Mario attira a sé gli avversari lasciando così ‘libero’ Rossi di dar vita al suo colpo geniale). I suoi ripiegamenti difensivi. I calci che prende. E anche la sua smania, la sua voglia di gonfiare la rete per poter, definitivamente, far innamorare e innamorarsi di Firenze. Per gioire insieme

alla sua tifoseria. Il gol per un centravanti, per un bomber è tutto: ma non deve essere tutto per chi giudica la prova di un calciatore che, anche quando resta a secco, si ha la sensazione che sia stato utile alla causa. Serve che si sblocchi: a Zurigo il difensore del Grasshopper, Grichting, gli ha soffocato l’urlo in gola rubando la gioia della rete al tedesco e auto-insaccandosi il pallone in rete; lunedì sera è stato il maledetto palo colpito a botta sicura a togliere la soddisfazione della rete al panzer viola; magari la rete arriverà stasera, nella gara di ritorno contro gli svizzeri che vale il passaggio del turno in Europa League. E poi… una volta che si sarà sbloccato anche Marione, andrà tutto liscio come l’olio. UN GOL DA CAMPIONE. In attesa di Gomez, chi ha iniziato a gonfiare la rete è Pepito Rossi. Il ‘piccolo’ attaccante viola si è ripreso la scena che merita. Si è ripreso il campo, una maglia da titolare e soprattutto si è ripreso il sorriso, oltre che gli applausi

di una città intera (Firenze) nonché di una Nazione (l’Italia). Rossi è tornato e lo ha fatto alla grande, sfornando assist, gol e giocate rocambolesche. E, dopo l’ottima prestazione di Zurigo, col Catania si è ripreso pure la gioia sfrenata di fare gol. Una gioia che l’italo-americano non provava da quasi due anni (l’ultimo gol lo aveva segnato nel mese di ottobre del 2011 con la maglia del Villarreal). Due lunghissimi anni senza esplodere di felicità per una rete segnata,

per una punta del suo valore, è un’eternità. Poi la sofferenza di stare fuori. Di non potersi sentire vivo. Di non poter sentire l’adrenalina che scorre lungo la schiena per un gol sfiorato, mancato, segnato. Un attaccante non può stare senza campo, non può stare senza palla, non può stare senza rete. Pepito lo ha fatto. Ha resistito. Ha sofferto. Ha probabilmente, qualche volta, pure pianto. Ma è stato anche contornato dall’amore e dall’affetto di chi non ha mai perso la

speranza che lui tornasse, se possibile, pure più forte di prima. Di chi crede in lui. Di chi gli vuole bene. E i risultati, oggi, sono tangibili agli occhi di tutti, a cominciare dal suo primo gol in maglia viola, ovvero un concentrato di furbizia, intelligenza e precisione: Cuadrado che fa il diavolo a quattro in area, che mette la palla indietro (dove sa che qualcuno è lì, pronto a riceverla…), Gomez che fa da spartiacque, che si porta dietro un paio di avversari e Pepito che, avendo davanti gambe che intralciavano e riducevano lo spazio e la porta, intuisce che solo in un modo può calciare per trovare la rete: esibendo un colpo di biliardo… perché solo calciando un diagonale così angolato poteva segnare. E lui lo ha fatto. È stata l’esaltazione di un momento che sognava da tempo. Insomma, ogni volta che Pepito tocca palla, è naturale esclamare “Quanto è forte Rossi!”. Un po’ come ‘Rigore per il Milan’, una frase che sta diventando un intercalare fiorentino… E non è ancora al top! Ora è solo possibile guardare avanti, insieme: la Fiorentina, Rossi, Gomez. Tutti nella stessa direzione. Tutti con un unico obiettivo. Andare più in alto possibile. E fare più gol possibili. E poi alla fine (solo alla fine) si tireranno le somme di una coppia che sembra fatta apposta per giocare insieme.

Il Brivido Sportivo - Giovedì 29 Agosto 2013

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Il protagonista della notte di Salerno parla in esclusiva al Brivido Sportivo:

L'esclusiva

Oliveira: «Eravamo fortissimi

Sono ancora

di ALESSANDRO LATINI

al Grasshopper al Grasshopper, la memoria torna indietro. Un tuffo nel passato lungo quasi quindici anni, quando il gesto scellerato

di un singolo (quasi certamente tifoso della Salernitana) estromise dalla Coppa Uefa la squadra di Trapattoni. Sul campo, contro le Cavallette, non c’era storia. All’andata, a Zurigo, i viola si imposero

per 2-0 grazie ai gol di Batistuta e Robbiati. Al ritorno la musica era la stessa. Oliveira la fece da padrone con una doppietta, intervallata da un gol di Gren, prima che accadesse il fatto divenuto ormai storico.

Succede che la Fiorentina ha il campo squalificato nelle competizioni europee e la società sceglie di andare a giocare a Salerno il ritorno contro gli svizzeri. Una scelta quanto mai azzardata, anche perché

pochi giorni prima la Fiorentina aveva sommerso di gol la Salernitana in campionato ed il match di Firenze fu teatro di scontri fra le due tifoserie. La fazione granata, quindi, aveva il dente avvelenato e quell’ordigno (il famoso ‘cipollone’) aveva l’obiettivo di colpire i giocatori della Fiorentina. Il caso volle che a finire all’ospedale non fu un tesserato gigliato, ma il quarto uomo Philippe Flament. I ricordi di quella maledetta serata sono ancora ben impressi nella memoria del protagonista assoluto, Luis Oliveira, l’indimenticato Lulù dei tifosi viola. Con lui il Brivido Sportivo ha realizzato un’interessante intervista esclusiva. Oliveira, cosa ricorda di tutta quella vicenda? «Ricordo gli incidenti tra la tifoseria viola e quella della Salernitana nella partita di campionato. C’era un po’ di tensione nel corso della settimana, da quando i dirigenti decisero di giocare nello stadio di Salerno. In campo però stava andando tutto benis-

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simo, vincevamo 2-1 ed io avevo fatto una doppietta. Proprio io, poi, mi avvicinai a quella bomba carta che era stata lanciata dagli spalti e gli detti un calcio per allontanarla dal campo, ma purtroppo finì vicino al quarto uomo e scoppiò. Lui si ritrovò un buco sulla gamba, io mi ricordo solo di essere caduto a terra stordito, poi mi ripresi negli spogliatoi». L’arbitro cosa vi disse in campo? «Ci disse che non avrebbe fatto riprendere la partita, che per lui doveva essere sospesa. Così fece, poi nelle settimane successive scoprimmo di essere stati squalificati dalla competizione. Devo dire che fu un vero peccato uscire così. Avevamo una squadra fortissima e una voglia incredibile di far bene in quella competizione. A quella serata ci penso spesso con un po’ di amarezza. Avevo fatto anche due gol, uscire per una bomba carta lanciata in campo da qualche tifoso lascia l’amaro in bocca». Come mai la società scelse di giocare a Salerno?

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«Due gol inutili, poi il calcio a quella bomba...»

e volevamo vincere la coppa.

amareggiato» «Sinceramente non lo so e non riesco ancora a spiegarmelo, visto quello che era successo con i tifosi della Salernitana pochi giorni prima in campionato. Credo che il campo di Roma fosse troppo vicino a Firenze, ma potevamo giocare tranquillamente a Palermo o a Cagliari e non ci sarebbero stati problemi. Forse hanno pensato che a Salerno ci sarebbe stata più gente allo stadio e che magari potevano seguirci anche i tifosi viola. Rimane il fatto che in quel periodo la società poteva fare qualcosa in più per tutelare la squadra». La Fiorentina poteva vincere quell’edizione della Coppa Uefa? «La cosa certa è che quel turno l’avremmo passato agevolmente. In campo non c’era storia, vincemmo 2-0 a Zurigo e stavamo vincendo anche al ritorno. Avevamo la mentalità giusta per vincere. Il Grasshopper poi ha giocato contro il Bordeaux, che in quel momento era una squadra alla nostra portata. Anche per questo motivo c’è ancora tanto

rammarico per quello che è successo». Dal passato all’attualità. I ragazzi di Montella ritrovano il Grasshopper quindici anni dopo… «Anche questo Grasshopper è alla portata della Fiorentina. È normale che serva attenzione perché non è facile giocare in Europa, basta guardare alla partita contro il Villarreal che è una neopromossa, in cui la Fiorentina non ha avuto la giusta concentrazione e la giusta cattiveria. Se non metti in campo queste cose, anche se tecnicamente sei più forte, rischi di perdere. In ogni caso la squadra di Montella ha tutte le possibilità di superare il turno anche in relazione alla vittoria dell andata». Quanto pesa l’impegno europeo sulle partite di campionato? «La Fiorentina deve separare l’Europa League dal campionato, non deve mischiare le due cose altrimenti rischia di fare un pasticcio. I viola devono continuare come stanno facendo in questo momento e come hanno fatto lo scorso

anno. L’impegno europeo si paga tanto in campionato, perché il giovedì ci sono molte televisioni collegate a livello internazionale e per esperienza dico che i calciatori danno tutto in campo per farsi vedere. Poi ci sono i viaggi ed i rientri durante la notte, sono tutte energie che si lasciano per strada. C’è da dire che, rispetto alla mia Fiorentina dove eravamo contati, la rosa di Montella è molto ampia e sicuramente l’allenatore potrà gestire al meglio tutti i giocatori». Secondo lei la Fiorentina può puntare a vincere l’Europa League? «Penso di si, perché quest’anno la società ha comprato dei giocatori straordinari sul mercato. Adesso sta a loro dimostrare il proprio valore, anche provando a vincere questa competizione». Chiudiamo con una battuta. In quella triste notte di Salerno l’attacco della Fiorentina era composto da Batistuta ed Edmundo, oltre che da lei. Quest’anno la Fiorentina schiera Cuadrado, Gomez e Giuseppe

Rossi. Due attacchi niente male… «Noi quando partivamo all’attacco facevamo paura, il problema era difendere. Qualche volta soffrivamo, perché tornare in difesa per noi attaccanti non era facile, anche perché spesso giocavamo con Rui Costa e Robbiati. Gli attaccanti della Fiorentina sono fortissimi, speriamo possano fare tanti gol. Noi eravamo tutti uniti ed avevamo voglia di vincere, ma credo che questo spirito ci sia anche nella Fiorentina attuale».

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Il Brivido Sportivo - Giovedì 29 Agosto 2013

nuovo sondaggio del Brivido Sportivo dedicato ai

A R A G a l è l a u q E R Ma P M E S i d ? A N I T N E R O I F a l l de RANGERS GLASGOW-FIORENTINA 0-2

BARCELLONA-FIORENTINA 0-1

17 MAGGIO 1961. La squadra viola partecipa alla prima edizione della Coppa delle Coppe riservata ai vincitori delle coppe nazionali, nonostante non l’abbia vinta. Ha preso il posto della Juve da cui è stata battuta in finale e che disputa la Coppa dei Campioni. La formazione di Hidegkuti affronta nella finale d’andata allo stadio di Ibrox Park, davanti a 80.000 spettatori, i Rangers che hanno già conquistato in anticipo lo scudetto. L’inizio di gara è tutto per gli scozzesi. Ma al 12’, approfittando di un loro errore difensivo, Petris serve una palla d’oro per Milan che batte il portiere Ritchie. I Rangers si riportano in avanti ma sciupano l’occasione del pareggio quando il terzino Caldow fallisce un rigore molto dubbio concesso dall’arbitro Steiner. A due minuti dal 90’ Milan sigla la sua doppietta e regala alla Fiorentina una vittoria storica.

23 SETTEMBRE 1964. Nel match d’andata dei trentaduesimi di finale di Coppa delle Fiere, l’attuale Europa League, i viola giocano al Nou Camp. La gara è difficile non solo per la forza dei blaugrana. Sulla squadra di Chiappella, infatti, si sono infatti abbattute le polemiche in seguito alla sconfitta per 3-0 subita a Marassi dalla Sampdoria tre giorni prima. E, invece, in Catalogna la Fiorentina gioca un partitone. Al 26’ è Kurt Hamrin a segnare il gol del vantaggio. Il resto della gara è un assedio del Barcellona. Albertosi, però, con alcuni prodigiosi interventi riesce a salvare la vittoria. Purtroppo il successo non è sufficiente per passare il turno. Nell’match di ritorno al Comunale i catalani si impongono per 2-0 con una doppietta dell’ex Seminario e accedono ai sedicesimi di finale. Ma il ricordo di quella vittoria a Barcellona resterà indelebile…

FIORENTINA-RANGERS GLASGOW 2-1

FIORENTINA-WERDER BREMA 0-0

27 MAGGIO 1961. Al Comunale, 10 giorni dopo il successo nella finale d’andata di Coppa delle Coppe a Ibrox Park, i viola giocano sul velluto. Al 12’ Gigi Milan, dopo i 2 gol realizzati in Scozia, va di nuovo a segno. I Rangers pareggiano con Scott al quarto d’ora della ripresa. Ma a quattro minuti dalla fine Kurt Hamrin mette il proprio sigillo sulla partita, siglando il gol del definitivo 2-1. Per la Fiorentina è il primo successo europeo della sua storia. E quando il capitano Alberto Orzan alza al cielo la Coppa delle Coppe il Comunale impazzisce di gioia. I tifosi viola festeggiano con immenso entusiasmo la conquista del primo trofeo continentale.

17 APRILE 1990. Al Curi di Perugia, lo stadio scelto per le partite casalinghe di Coppa Uefa in concomitanza dei lavori al Comunale per i Mondiali, la Fiorentina ha la ghiotta occasione per andare in finale. Dopo l’1-1 nel match d’andata in Germania (gol di Nappi, protagonista assoluto della doppia sfida coi tedeschi visto che al ritorno vestì anche i panni della ‘foca’ facendo un palleggio prolungato di testa, e autorete sfortunata di Landucci a tempo scaduto) alla squadra di Graziani basta lo 0-0. Lo stadio è stracolmo e durante il match trova anche il tempo di emozionarsi quando l’altoparlante annuncia che Patrizia Tacchella, una bambina di 8 anni figlia di un noto industriale veneto e rapita da 68 giorni, è stata liberata a Santa Margherita Ligure. Notizia accolta con applausi e il coro

BENFICA-FIORENTINA 0-2 6 MARZO 1997. I viola giocano allo stadio Da Luz di Lisbona il match d’andata dei quarti di finale di Coppa delle Coppe. È la partita di Rui Costa, il grande ex, che sfodera una prestazione straordinaria. Ma è la Fiorentina nel complesso a giocare bene. Ranieri schiera tre punte (Oliveira, Batistuta ed Edmundo) oltre al portoghese. I viola vanno meritatamente in vantaggio a un minuto dall’intervallo con Baiano servito da Batistuta. L’attaccante napoletano, da posizione defilata sulla destra, batte Preud’homme con un preciso diagonale. All’inizio della ripresa Ranieri si copre. Esce Oliveira ed entra Piacentini. È proprio l’ex romanista al 44’ a servire l’assist per il raddoppio di Batistuta. Il bomber argentino segna con un gran tiro al volo di destro davvero imprendibile. Indimenticabile il momento in cui è uscito dal campo, tra gli ap-

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TRASPORTI

Riprendiamo da dove eravamo rimasti… L’ultimo sondaggio a voi sottoposto nel Brivido del 3 luglio scorso, ha visto vincere, tra le 8 partite più belle dispu-

“Patrizia, Patrizia” da tutti gli spettatori presenti a Perugia. La partita, però, si mette male per i viola. Al 7’ esce in barella Pioli per un grave infortunio al ginocchio (tornerà in campo dopo quasi 10 mesi di assenza). Al suo posto entra Volpecina. Il match è combattuto e tirato, ma le reti non arrivano. Pochi istanti prima dell’inizio della ripresa un paio di tifosi viola entrano in campo e colpiscono lievemente (lo toccano appena) il portiere Reck, che non si fa nulla e gioca regolarmente. Ma il campo della Fiorentina è in diffida e viene squalificato per la finale con la Juve, che verrà disputata ad Avellino, noto feudo bianconero. Il Werder attacca ancora (perché quello era un grande Werde, forse una delle squadre più temibili di quella competizione), ma la Fiorentina si difende con ordine e tiene lo 0-0. Battistini è un leone e così Malusci, Pin e Landucci. Dopo 28 anni i viola tornano a disputare una finale europea. Sarà l’ultima disputata.

Dura la vita?!?

FRANCO PROSPERI

Quante volte, assistendo a una gara della Fiorentina, abbiamo esclamato: “Che bella partita è questa. È la più bella che ho visto da quando vado allo stadio”. Una frase tipica di chi segue il calcio. Ma qual è davvero la partita più bella giocata dai viola nel corso della loro storia? Sarete voi lettori del Brivido Sportivo a stabilirlo, continuando a votare sul nostro sito internet (www.brividosportivo.it).

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Il Brivido Sportivo - Giovedì 29 Agosto 2013

tifosi-lettori sta entrando nel vivo tate in Champions League dalla Fiorentina (da noi selezionate), e con il 30% dei voti, ArsenalFiorentina. C’è chi giura non potesse essere altrimenti: quella partita è stata talmente motivo di gioia e orgoglio per i tifosi della Fiorentina, che non ci poteva essere storia con le altre. Gara, quella dell’indimenticabile titolo “Preso Webley”, che ha battuto inevitabilmente tutte le altre, seppur belle ed importanti. Archiviata la Champions, questa settimana vi proponiamo le 8 partite più affascinanti giocate in Europa (tra Coppa Uefa, Europa

League o Coppa delle Coppe), mentre la prossima settimana quelle storiche giocate in Coppa Italia. Una volta che voi, proprio voi, avrete decretato i 6 match più belli di sempre, sarete sempre voi lettori a scegliere la partita delle partite e dunque a scegliere, tra le 6 ‘vincitrici’, la più bella gara mai giocata dalla Fiorentina nel corso della sua storia. Il nostro augurio è che partecipiate in tanti, come sempre, alle nostre iniziative per ribadire ancora una volta il grande legame esistente tra il nostro giornale e la tifoseria viola.

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Qual'è la partita giocata dalla Fiorentina in Europa (esclusa la Champions) che ritenete sia la più bella? Noi ve ne proponiamo 8.

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RISULTATI DEI SONDAGGI PRECEDENTI

A voi lettori del Brivido Sportivo l’onore di scegliere quella che più vi è piaciuta, votando sul nostro sito internet la vostra preferita.

1ª settimana La partita più bella mai giocata contro la Juventus:

FIORENTINA-JUVENTUS 1-0 del 6 APRILE 1991 plausi di tutto lo stadio, Manuel Rui Costa. È una serata memorabile per lui. E per la Fiorentina. Grazie a questo successo, infatti, risulta indolore per la Fiorentina la sconfitta per 1-0 patita nel match di ritorno al Franchi. Per la squadra di Ranieri si spalancano così le porte delle semifinali di una Coppa delle Coppe dal sapore di Coppa dei Campioni, tale è il livello delle squadre partecipanti.

BARCELLONA-FIORENTINA 1-1 10 APRILE 1997. Ci sono 4.000 tifosi viola al Nou Camp per la semifinale d’andata di Coppa delle Coppe. Il Barça, privo di Guardiola e De La Pena (gioca Amor, futuro gigliato) ma pur sempre uno squadrone dove spiccano i nomi – tra gli altri – di Figo, Ronaldo e Stoichkov, parte forte, ma la squadra di Ranieri regge e contrattacca. Intorno al quarto d’ora c’è un giallo pesante per Batistuta diffidato, che salterà il match di ritorno (più tardi stessa sorte per Falcone). Ma il fallo dell’argentino su Roger non è da ammonizione. Al 20’ Toldo para una punizione di Stoichkov. Pusceddu e Batistuta, dal canto loro, sfiorano il gol. Al 42’ il Barcellona va in vantaggio. Su una punizione di Figo, Nadal svetta di testa e batte Toldo. Intanto Ronaldo, chiuso nella morsa della difesa viola, non tocca quasi palla. Nella ripresa al 17’ la Fiorentina pareggia. Batistuta stoppa il pallone con il petto e fa partire un missile di destro, imprendibile per Vitor Baia. Poi il ‘Re Leone’, per esultare, si mette l’indice della mano destra sulla bocca per zittire i tifosi blaugrana che lo fischiano... ammutolendo del tutto il Camp Nou. Il Barça si riporta in avanti, ma Toldo corre pochi rischi. I viola sfiorano, invece, il 2-1 quando Robbiati parte in contropiede a metà campo senza nessun difensore davanti. In quel momento l’arbitro fischia, però, la fine della partita tra le vibranti proteste dei giocatori gigliati. Nel

match di ritorno, priva di Batistuta e Falcone squalificati e in virtù di un arbitraggio poco ‘fortunato’ del sig. Frisk, la Fiorentina perde 2-0 al Franchi e viene eliminata.

FIORENTINA-HAJDUK SPALATO 2-1 15 SETTEMBRE 1998. I viola giocano al San Nicola di Bari la gara d’andata dei trentaduesimi di finale di Coppa Uefa. Il Franchi è squalificato per 2 turni in seguito agli incidenti avvenuti nel match con il Barcellona del 24 aprile 1997 nella semifinale di ritorno di Coppa delle Coppe vinta dai catalani per 2-0 (scatenati, come sottolineato, dalle decisioni arbitrali dello svedese Frisk). Trapattoni affronta la gara con 2 punte, Batistuta ed Edmundo, ma poco prima della mezz’ora fa entrare anche la terza, Carmine Esposito al posto di Morfeo. I croati giocano bene e al 44’ passano in vantaggio con un gol di Vucko. All’inizio della ripresa vanno anche vicino al raddoppio. Ci pensa Edmundo, al 5’, a riportare i viola in parità. Ora sono i gigliati a fare la partita. Al 27’ Torricelli, però, viene espulso per fallo da ultimo uomo. La gara si complica e il Trap pensa a coprirsi. Al 35’ manda in campo il difensore Mirri al posto di Esposito. Un minuto dopo è ancora Edmundo ad andare a segno e a firmare una vittoria importante. Con il pareggio per 0-0 a Spalato, nel match di ritorno, la Fiorentina accede ai sedicesimi di finale.

PSV EINDHOVEN FIORENTINA 0-2 10 APRILE 2008. Dopo il pareggio per 1-1 al Franchi nella partita d’andata dei quarti di finale di Coppa Uefa il compito dei viola al Philips Stadion sembra davvero proibitivo. Occorre una vittoria o un pareggio realizzando almeno 2 gol per approdare in semifinale. La Fiorentina gioca molto meglio che

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2ª settimana La partita più bella mai giocata in casa in serie A (Juve esclusa):

FIORENTINA-INTER 4-1 del 17 FEBBRAIO 2013

3ª settimana La partita più bella mai giocata in trasferta in serie A (Juve esclusa):

MILAN-FIORENTINA 1-3 del 11 NOVEMBRE 2012

4ª settimana La partita più bella mai giocata in Champions League (o Coppa dei Campioni):

ARSENAL-FIORENTINA 0-1 del 27 OTTOBRE 1999

a Firenze una settimana prima. È Adrian Mutu, al 38’, con una punizione magistrale all’incrocio dei pali a realizzare il gol del vantaggio. Ed è il ‘Fenomeno’ rumeno a raddoppiare dopo 8’ della ripresa. I viola non mollano e continuano a dare spettacolo. Così Montolivo sfiora il 3-0, colpendo la traversa. Il Psv ha una ghiotta occasione al 35’, ma Frey para il rigore calciato da Simons, gelando la stadio. La Fiorentina va così in semifinale, grazie in particolar modo a Mutu, vero trascinatore della squadra viola. Protagonista indiscusso della partita di Eindhoven. Uno spettacolo per chi ama il calcio.

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Il Brivido Sportivo - Giovedì 29 Agosto 2013

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Ritorno play-off Europa League: la mente torna alla bomba carta dell’Arechi di 15 anni fa…

amarcord

Riecco Fiorentina-Grasshopper, ma stavolta non a Salerno! di RUBEN LOPES PEGNA

irenze ritrova l’Europa dopo poco meno di tre anni e mezzo dall’ultima partita vinta inutilmente con il Bayern di Monaco per 3-2 negli ottavi di finale di Champions League e ritrova anche il Grasshopper, incontrato per l’ultima volta in Coppa Uefa 15 anni fa. Oggi, però, a differenza di allora la squadra elvetica non potrà contare sull’involontario (?) aiuto dei tifosi della Salernitana per ribaltare la sconfitta per 2-1 patita una settimana fa a Zurigo. Oggi, infatti, si gioca al Franchi e non sul campo neutro dell’Arechi di Salerno. Anche allora la gara d’andata (erano i sedicesimi di finale di Coppa Uefa) i gigliati la disputarono in trasferta. Il 20 ottobre 1998, trascinati da un super Edmundo, si imposero in Svizzera per 2-0, grazie alle reti di Batistuta e Rob-

biati. Il match di ritorno – un’autentica formalità visti i valori in campo – si giocava all’Arechi di Salerno. Il Franchi era infatti stato squalificato per due giornate nella primavera del 1997 dopo le intemperanze avvenute nella semifinale di Coppa delle Coppe con il Barcellona. La stagione successiva i viola rimasero fuori dall’Europa. Così la squalifica venne scontata nel 1998/99. Per la prima gara con l’Hajduk di Spalato i dirigenti gigliati optarono per il San Nicola di Bari. Per la seconda scelsero ingenuamente (non avrebbero potuto mai immaginare quello che sarebbe accaduto) l’Arechi, perché era 200 chilometri più vicino a Firenze rispetto allo stadio del capoluogo pugliese. Ma la scelta si rivelò sbagliata. Nove giorni prima di quella partita, infatti, la Salernitana fu sconfitta dalla Fiorentina per 4-0 al Franchi,

ma soprattutto vi furono degli incidenti tra ultrà viola e del Verona da una parte (tra questi ultimi e i granata di Salerno non corre per niente buon sangue…) e ultrà campani dall’altra. E alcuni tifosi della Salernitana rimasero contusi. La società gigliata, visti gli antefatti di Firenze, avrebbe potuto mutare la sede della partita (aveva tempo fino a 48 ore prima dell’incontro) ma non lo fece, sottovalutando il pericolo della vendetta. L’atmosfera a Salerno era tesa fin dalla vigilia del match. La gente non perdonava ai tifosi viola gli incidenti del Franchi e l’amicizia con i sostenitori veronesi. All’Arechi, il giorno della gara, si capì subito che tirava una brutta aria. C’erano troppi ultrà locali fuori dallo stadio con aria minacciosa. Gli spalti, invece, erano desolatamente vuoti. C’erano appena 3.000 persone e le curve erano chiuse.

I supporter viola – non tantissimi vista la qualificazione pressoché scontata – erano posizionati nei distinti. Così verso la fine del primo tempo, con la Fiorentina in vantaggio per 2-1 (doppietta di Oliveira inframmezzata dal pareggio di Gren,) avvenne il fattaccio. Un gruppetto di ultrà della Salernitana forzò il blocco ai cancelli. Entrò nella curva sud deserta con l’intento di lanciare una bomba carta che si erano portati contro i tifosi viola a cui si erano avvicinati pericolosamente. Ma la cosa non riuscì perché in un primo tempo furono bloccati. Comunque prima di lasciare lo stadio, alla fine del primo tempo mentre le due squadre rientravano negli spogliatoi, gli ultrà campani tirarono la bomba carta in campo colpendo il quarto uomo che rimase lievemente ferito. La partita avrebbe potuto riprendere ugualmente nella ripresa. Le condi-

zioni sugli spalti erano tranquille. Ma, anche su pressione dei dirigenti del Grasshopper che vedevano realizzarsi il sogno di una qualificazione ritenuta impossibile alla vigilia, l’arbitro belga Piraux decise di sospendere il match. A suo avviso non vi erano più le condizioni di sicurezza per proseguirlo. La Fiorentina così subì la sconfitta a tavolino

per 3-0 e fu eliminata dalla Coppa Uefa. Stasera, però, sarà tutta un’altra musica visto che si gioca a Firenze dove tra l’altro i viola, proprio contro il Grasshopper, il 6 febbraio 1957 conquistarono il primo successo casalingo della loro storia in Coppa dei Campioni, vincendo per 3-1 con un gol di Segato e una doppietta di Taccola.

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Il Brivido Sportivo - Giovedì 29 Agosto 2013

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Questa sera arrivano le cavallette del Grasshopper al Franchi e il Brivido Sportivo ha cercato di analizzarle

zoom sull'avversario

Fiorentina, occhio a Hajrovic e Anatole Ngamukol:

sono loro i punti di forza degli svizzeri “D

ovremo stare attenti nella partita di ritorno contro il Grasshopper: gli svizzeri sono una squadra tosta soprattutto in trasferta”. È stato questo il monito di Vincenzo Montella al fischio finale del match di andata contro le cavallette di Skibbe, gara in cui la Fiorentina ha guadagnato un cospicuo vantaggio in vista del match di ritorno in programma questa sera (ai viola basterà anche un pareggio per accedere alla fase a gironi, ma anche un ko per 1-0 potrebbe, nella peggiore delle ipotesi, non pregiudicare il passaggio del turno). Il Grasshopper però, come tutte le squadre svizzere, resta sempre un avversario ostico da digerire e anche se l’1-2 dell’andata può incutere una certa sicurezza nei giocatori viola, prendere sottogamba l’impegno odierno potrebbe essere rischioso, visto e considerato che la Fiorentina è reduce dall’impegno casalingo col Catania e si trova a giocare la terza partita in otto giorni, quella che storicamente (sia alla Fiorentina di Prandelli sia a quella di Montella nella passata stagione) ha sempre creato qualche problema di

troppo. Ecco quindi alcune informazioni sul Grasshopper per arrivare carichi e fiduciosi alla sfida del Franchi contro Hajrovic e compagni. I PUNTI DI FORZA. Lo ha detto Montella stesso per fugare ogni dubbio: al ritorno, sarà anche più difficile che all’andata per la Fiorentina, perché il Grasshopper ha dimostrato di saper giocare molto meglio lontano dal Letzigrund, chiudendosi in difesa e ripartendo velocemente in contropiede grazie alla velocità di Ben Khalifa e di Anatole. Resta poi il vantaggio legato alla condizione fisica: in Svizzera il campionato è iniziato lo scorso 13 luglio e sin qui il Grasshopper ha già disputato ben sei turni (collezionando peraltro 12 punti) e subendo solo 4 gol in trasferta. Ed è proprio qui che risiede un terzo punto di forza del gruppo di Skibbe, che lontano dalle mura amiche riesce a chiudersi ermeticamente a riccio e a ripartire in contropiede affidandosi alla velocità di Anatole. I PUNTI DEBOLI. Sicuramente il centrocampo. La zona dove la Fiorentina si è imposta sin dai primi minuti a Zurigo e che ha permesso a Borja Valero e compagni di prendere il sopravvento

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per larghi tratti di gara. Hanno dovuto faticare e non poco i vari Salatic, Feltscher ed Hajrovic (di sicuro il migliore dei suoi) per contenere l’estro e le giocate di Aquilani e del numero 20 viola. Se la Fiorentina, come nella gara di andata, riuscirà a guadagnare spazi e a schiacciare la linea mediana degli svizzeri impedendo le ripartenze alle fonti di gioco, il grosso del lavoro sarà praticamente fatto. Rivedibile, tra le varie pecche del Grasshopper nel ko di giovedì scorso, anche il portiere Bürki che, al di là di una bella parata su Aquilani, si è spesso reso protagonista di alcune uscite rischiose ed avventate. LO SCHEMA DI GIOCO. All’andata, Skibbe ha disposto i suoi uomini in un 4-1-4-1, con Salatic schierato davanti alla difesa e una folta linea di centrocampo costituita da Gashi, Abrashi, Toko e bomber Hajrovic (capocannoniere della squadra in Super League con 4 reti) in appoggio alla punta francese Ana-

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tole, a segno nel match di andata. Uno schieramento, quello degli svizzeri, che ha incontrato non poche difficoltà con il 3-5-2 viola, in particolare sulle fasce (dove Pasqual e soprattutto Cuadrado hanno fatto letteralmente quello che hanno voluto per ampie porzioni di gara) e con Pepito Rossi, immarcabile e sempre al centro delle percussioni offensive viola. Vedremo se per stasera Skibbe proverà ad inventarsi qualcosa. GLI UOMINI DA TEMERE. Sono essenzialmente due le individualità più interessanti delle cavallette: il capocannoniere Hajrovic, un esterno destro classe ‘91 col vizio del gol seguito in passato anche dalle italiane

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Probabili formazioni Fiorentina-Grasshopper STADIO Artemio Franchi F

le formazioni

iorentina senza sosta in questa prima fase della stagione. La squadra di Montella, questa sera, è chiamata a chiudere la pratica Grasshopper prima di tornare a concentrarsi sul campionato. Rispetto agli undici che hanno giocato contro il Catania e che giocheranno domenica sera a Genova ci sarà qualche inevitabile cambio. La folta rosa della Fiorentina consente a Montella di far tirare il fiato a diversi titolari. In porta ci sarà ancora Neto, che ha bisogno di partite e parate per trovare sempre più fiducia nei suoi mezzi. In difesa potrebbe rivedersi Tomovic, con Gonzalo Rodriguez e Compper a completare il reparto. A centrocampo potrebbero esserci novità importanti. Joaquin scalpita e potrebbe dare un turno di riposo a Cuadrado, così come Alonso potrebbe dare il cambio a Pasqual. Davanti alla difesa tornerà Ambrosini (verosimilmente al posto di Pizarro) con Mati Fernandez che dovreb-

be giocare al posto di Aquilani e con Borja Valero che dovrebbe essere della partita. In attacco sembra scontato un turno di riposo per Rossi. Accanto a Gomez potrebbe esserci Ilicic, in ballottaggio con Iakovenko. Il Grasshopper, invece, dovrebbe presentarsi al Franchi con la migliore formazione possibile, nel tentativo di ribaltare risultato e pronostico. Skibbe sembra orientato a confermare gli undici che hanno perso all’andata con Caio e Ben Khalifa (il primo è stato il match winner nella partita di campionato contro lo Young Boys) che possono sperare in una maglia da titolare. In porta ci sarà quindi Burki, protetto da una linea a quattro composta da Lang e Pavlovic sugli esterni, mentre la coppia centrale dovrebbe essere composta da Vilotic e Grichting. A centrocampo i due mediani dovrebbero essere Salatic e Abrashi, mentre il tridente alle spalle di Anatole dovrebbe essere composto da Hajrovic, Toko e Gashi.

ORE 21,00

Fiorentina 3-5-2 Gomez Alonso Borja Valero Compper

Ambrosini

G. Rodriguez Neto

1 Neto

Ilicic

40 Tomovic, 2 Rodriguez, 5 Compper;

Joaquin Fernandez

17 Joaquin, 14 Fernandez, 21 Ambrosini, 20 Borja Valero, 3 Alonso;

Tomovic

72 Ilicic, 33 Gomez Allenatore: Montella

Grasshopper 4-2-3-1 1 Burki;

Anatole

5 Lang, 4 Vilotic, 3 Grichting, 20 Pavlovic; 6 Salatic, 8 Abrashi;

Hajrovic

Toko

Gashi

Abrashi Pavlivic

14 Hajrovic, 28 Toko, 10 Gashi;

Salatic Grichting

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Montella vuole un vice Pizarro

di Francesca Bandinelli

decidere, subito dopo colazione, lunedì mattina, è stato Vincenzo Montella. Ha chiamato Adem Ljajic da una parte e glielo ha detto senza giri di parole: "Ti vedo deconcentrato, oggi tu non vieni". Né panchina, né tribuna dunque. Direttamente televisione, seduto sul divano. La rottura, nell’aria già dalla vigilia, dopo che il tecnico aveva annunciato di essersi stufato dell’atteggiamento del serbo. Adesso è definitiva. L’incontro tra Fali Ramadani e la società viola è servito unicamente per sancire l’addio e stabilirne la destinazione. Adem Ljajic, ottantasette presenze e sedici gol dal suo arrivo in maglia viola, è un ex giocatore della Fiorentina. Ha accettato l’offerta della Roma. L’OFFERTA GIALLOROSSA. La Roma non si è tirata indietro: dieci milioni più due di bonus alla Fiorentina e un passo indietro nella

trattativa per la stellina croata Ante Rebic. Al giocatore andranno due milioni netti l’anno e nemmeno un saluto. Addirittura forse peggio dell’indifferenza riservata a Jovetic. Firenze nel suo gioiellino serbo ci credeva. Si è sentita tradita, per questo già guarda avanti. «Si è trattato di una scelta tecnica che abbiamo preso insieme - ha spiegato Pradè a Sky -, è un ragazzo giovane che sta vivendo intensamente questi momenti. Non è preparato ad avere questa pressione addosso. La nostra coscienza è a posto». ADV LO AVEVA CONGEDATO. Il congedo al talento serbo era arrivato anche dal patron, Andrea Della Valle. «Ho parlato con Montella aveva detto -, non è successo niente. Il ragazzo è un po’ nervoso e per questo il tecnico ha deciso di non portarlo qui. E nei prossimi giorni, quasi sicuramente, lascerà Firenze. Il caso Montolivo, però, era molto diverso: qui c’è un procuratore

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che fa gli interessi del suo assistito, ma anche quelli della società. Ramadani è una persona serie. L’entourage di Montolivo era un’altra cosa e lo abbiamo visto. Innesti ulteriori sul mercato? Non credo ce ne sia bisogno, nemmeno di un portiere». ORA IL VICE PEK. Vincenzo Montella, però, la pensa diversamente. «Non credo che servirà un portiere - ha detto -, anzi ringrazio Firenze perché si è stretta intorno a Neto. Magari avremmo bisogno in altri ruoli, magari un vice Pizarro. Abbiamo dei giovani interessanti ma se vogliamo alzare l'asticella è lì che po-

tremmo fare qualcosa in più». Ed è qui che, forti della liquidità che arriverà dalla cessione del serbo, si dovrà lavorare. I nomi, i più gettonati, sono sempre quelli dei soliti noti, da Nainggolan del Cagliari a Cigarini dell’Atalanta. Il giocatore perfetto, Verratti, non è stato possibile prenderlo, in qualche modo si deve correre ai ripari, consapevoli che un clone del cileno non esiste su tutto il mercato. Resta in corsa pure Dos Santos, anche se portarlo in Italia non sarà facile. Toccherà a Pradè e al data base di Eduardo Macia trovare la giusta soluzione.

INTANTO... REBIC. Si è preso pure Ante Rebic, il gioiellino croato - e dunque comunitario dello Spalato sul quale si sono posate le attenzioni dei principali club europei. «Non la chiamerei un’alternativa - aveva spiegato Pradè a ridosso della gara col Catania -, ci piace e proveremo ad intavolare una trattativa, anche perché risponde

alle caratteristiche che cerchiamo». Sono stati versati 4,5 milioni allo Spalato, con la condizione che in caso di successiva futura vendita della stellina il 10% della valutazione dell’operazione gli verrà girato. Al giocatore è stato proposto un contratto quadriennale a seicentomila euro l’anno. è lui l’erede di Mario Gomez.

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Il Brivido Sportivo - Giovedì 29 Agosto 2013

A i’ Milan, nicchesse, e un tu ci vai… O

vvia che s’è ricominciao su’ i ‘serio e s’è ricominciao da 3, come Troisi, pace all’anima sua. Tre punti di distacco alla banda de’ ladri rossi e neri, subito pe’ principiare, pe’ fagni capi’ come le stanno le cose

braccetto a i’ guercio e ‘nsieme, che vu fate una bella coppia, e vu’ vi’ ciucciate e diti, perché e du’ iCCe e un vi son toccati, né a te, né a lui. Pe’ fagni vede’ che aria tiraa a Nutellicce, Vincenzo, che sembra bono ma gli è una lenza che te la raccomando, e l’ha mandao a casa. “Vai bambino, così e un ti fischiano…”. Pare che a casa e l’abbia radunao tutti (babbo, agente finto, agente vero, parenti tutti e eventuali ganze) e abbia deciso icche vo’ fa’ da grande. Poi, e ce l’ha fatto sape’ anche a noi, e ci siam regolai di conseguenza, anche perché a lui e giel’avean belle detto: o tu va ‘n Perù o tu sposti la Chiesa, ma a i’ Milan, nicchesse, e un tu ci vai. Mentre Nutellicce e ci si arrovellaa, noi e ci s’avea anche artro da pensare, presempio s’è pensao a prende’ questi tre punti a i’Catania, a vedere i’ primo go’vero di Pepito Rossi, a vede’ i’ mi’ nipote confermato tra pali, nonostante gli sforzi continui di tutti e giornalai fiorentini di trovare un portiere pe’ viola. E ci s’ha di già! O

quest’anno! E n’aranno da spende’ de’ sordi pe’ gli arbitri questa vorta, quasi quante i’ su’ capo e n’ha da spende’ ‘n avvocati pe’ non vede’ i’ sole a strisce! E pe’ risparmiare e voleano comincia’ a grattacci Nutellicce, come qui’ famoso caffè alla socialista, che pe’ fallo e si cominciaa a gratta’ lo zucchero. None, questa vorta tu ti ciucci i’ dito caro Galliani, e tu va’ a

quante vorte e ve lo dee dire i’ poero Vincenzo? Alla fine e vi manda e a voi e vi tocca andacci perché vu ve lo meritate. E vole un centrocampista perché Pizarro e gli ha 34 anni e di salute gli è un po’ cagionevole (co’ i’ Catania un gran go’ e tre o quattro corbellerie, compreso i’corpo di tacco che gli ha servio su un piatto d’argento i’pallone a Barrientos pe’ i pareg-

i'nonno pilade

gio). E voi duri. “Ma che lo voi Rebic?” “O che lo voi un portiere?” None! E vole un centrocampista, ma che parla strogoto che un vu’ seguite? Vediamo se gli hanno capito quelli che dean capire, perché tanto icche vole e un glielo porta miha la Gazzetta dello Sporte, ma i’grande duo Pracìa o Madè, come e dihano e liornesi (a proposito e gli hanno cominciao benino!).

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Il Brivido Sportivo - Giovedì 29 Agosto 2013

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Il pungiglione

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l tormentone Ljajic è finito. E questa volta c’è riuscito a non perderci ranno e sapone come con Montolivo. Questa volta, anche se sotto costo per la necessità di vendere, abbiamo venduto e qualcosa abbiamo realizzato (10 milioni più bonus sono una bella cifra per un giocatore in scadenza, ma il valore di mercato del giocatore sarebbe comunque più alto, ndr). Resta il fatto che il giocatore se n’è andato e, in altra situazione, non avremmo voluto, visto che è un giocatore in crescita, im-

portante. Chi ringraziare? Lasciamo perdere i dotati di senno del poi che imputano alla società il non averci pensato a tempo. Hanno la memoria labile e vorremmo sapere chi di loro, all’indomani della cazzottata di Delio, sarebbe corso con la penna in mano a proporre il rinnovo del contratto a Ljajic. Il discorso che vogliamo fare è un altro, ed è che, se esiste un regolamento, scritto e chiaro, che proibisce ogni contatto, diretto o indiretto, con giocatori sotto contratto di

altre squadre prima di una precisa data, che è l’inizio dell’ultimo anno di contratto, perché si fa finta di nulla di fronte a chiare, patenti, dichiarate irregolarità e comportamenti illegali? Perché si fa finta di non leggere che emissari del Milan sono andati da padre ed ex-agente (o attuale agente?)

milioni…), così importante da arrivare alla rottura anche o solo per quello? Perché Mencucci ha detto che… “tratteremo solo con chi si è comportato regolarmente” e, se sa che qualcuno non lo ha fatto, non lo denuncia? Perché infine e soprattutto, Palazzi, così solerte ad inquisire chi si lamenta delle

del giocatore già alcuni mesi fa, cercando di impegnarlo e probabilmente riuscendoci con offerte importanti purché il cartellino si pagasse poco o nulla? E se non era così perché era tanto importante avere una clausola rescissoria sotto i 10 milioni (o meglio, lo era in caso di firma con la Fiorentina… visto che la clausola apposta sul contratto che legherà Ljajic alla Roma sembra essere di 20

ingiustizie subite, fa finta di non leggere né i giornali, né un comunicato ufficiale di una società in cui ci sono accuse anche precise ad un’altra, e non apre almeno un’inchiesta per vedere di capirci qualcosa? Ed allora le api con i pungiglioni roventi le mandiamo proprio da lui (da Galliani le abbiamo già mandate la volta scorsa). Andate e colpite, senza pietà.

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uando quel lungagnone di Luca Toni si è arrampicato sulle fragili spalle della difesa del Milan − insaccando dietro Abbiati i due palloni della vittoria veronese − i tifosi della Fiorentina non sapevano se ridere o piangere. La soddisfazione di vedere i sempre più odiati rossoneri soccombere (che felicità le facce ingrugnite di Montolivo e Balotelli…), veniva infatti messa un po’ in ombra dalle gesta dell’ex centravanti viola. Vederlo volare verso il cielo (metaforicamente parlando) grazie alla sua proverbiale abilità non può non aver fatto borbottare qualcuno: “L’era ancora bono, perché l’hanno dato via? Se il tedesco non segna, voglio vedere che si fa!”. Lo stesso qualcuno che quasi sicuramente l’anno scorso, quando Toni fu portato a Firenze con sprezzo del pericolo

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da Andrea Della Valle, lo considerava un rottame ormai impresentabile. Nessun (vero) tifoso viola può certo rimpiangere Toni in presenza di una coppia d’attacco come quella di quest’anno. Ma qualche mugugno non mancherà di venire a galla fra coloro che di mestiere fanno i detrattori dei Della Valle. Comunque, la partita di sabato a Verona impone una serie di considerazioni. La prima è che, visto come ha giocato il Milan, la Champions League se la meritava la Fiorentina. La seconda è che Allegri ha le ore contate e che probabilmente Berlusconi sarà il prossimo allenatore del Milan (ammesso che non lo sia già…). La terza, e ultima, è che prima di pensare a comprare giocatori come Ljajic (che poi è finito alla Roma) o Honda, il Milan dovrebbe pensare a sistemare la difesa. Per quanto riguarda il

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Verona, invece, non va sottovalutato il fatto che tra gli scaligeri ha fatto la sua discreta figura anche Romulo. A parte un paio di tocchi ben poco brasiliani… Insomma, gli ex-viola cominciano a farsi onore già dalla prima giornata (a proposito, ha segnato anche Cerci in Torino-Sassuolo). E vedere, da una parte, Luca Toni correre fino allo sfinimento uscendo tra gli applausi e, dall’altra, Balotelli litigare e piantarsi a ogni palla persa, fa pensare che Andrea Della Valle aveva visto davvero giusto un anno fa. E immaginiamo anche con che magone ADV abbia dato il via libera al giocatore, pur sapendo che, con due davanti come Gomez e Rossi per lui ci sarebbe stata ben poca gloria. Però quelle dita che girano intorno all’orecchio, marchio di fabbrica di Luca Toni, a qualche nostalgico mancheranno per davvero.

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La squadra azzurra ha cominciato con una importantissima vittoria con il Latina: torneo difficile ma l’Empoli c’è

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Il presidente Corsi fiducioso “Siamo ripartiti dalle idee e dall’entusiasmo dell’anno scorso”

di Andrea Giannattasio

L’

Empoli riparte alla grande. Lo fa con l’entusiasmo di una principiante, ma con l’attenzione di una veterana. Lo schiaffo ricevuto dal Livorno nella finale play-off di giugno brucia ancora ma questo non ha di certo demotivato il club azzurro che, a pochi giorni dal gong finale di mercato, ha già messo a segno colpi davvero importanti: Mario Rui, Simone Verdi (arrivato per sostituire l’indimenticato Saponara), Daniele Rugani ed il giovane romanista Barba sono gli acquisti attraverso i quali passerà il nuovo corso empolese, una squadra che mira per il momento al solo obiettivo dei 50 punti in classifica (ovvero la salvezza matematica) ma che per il futuro sogna di entusiasmare e stupire i tanti tifosi azzurri (in totale quasi 1.400) che hanno rinnovato il proprio abbonamento al Castellani. Adesso però la testa è già tutta proiettata sulla stagione della nuova serie B (quest’anno griffata Eurobet): dopo la partita d’esordio contro il neopromosso Latina, in cui la squadra - ad eccezione

del brutto ko in Tim Cup col Chievo - ha confermato quanto di buono aveva fatto vedere nel precampionato vincendo nettamente 3-1 (grande doppietta di Maccarone e gol di Tavano dal dischetto), sabato 31 ci sarà la trasferta di Palermo, nella

tana degli strafavoriti rosanero allenati da Gattuso: un avvio davvero col botto. «Questo è un inizio di stagione non semplice per noi - ha commentato in esclusiva al Brivido Sportivo il presidente Fa-

brizio Corsi - perché nelle prime giornate, oltre al Latina (ormai incontrato e battuto, ndr), dovremo affrontare subito le altre neopromosse dalla Lega Pro, senza contare la temibile trasferta di Palermo: certe sfide rappresentano davvero un terno al lotto,

pertanto l’Empoli dovrà scendere in campo con la massima concentrazione possibile». Che squadra sta vedendo alla luce del lavoro estivo? «Mi sembra che la squadra abbia lavorato molto

bene in estate agli ordini del mister e già dalle prime partite sono riuscito a rivedere l’entusiasmo e le idee di gioco ammirate lo scorso anno. Questo mi dà molta fiducia. Sicuramente l’avvio in salita del campionato metterà a dura prova la squadra ma sono fiducioso». Quali sono gli obiettivi stagionali? «Solo il campo, a lungo andare, potrà dire qual è la nostra reale dimensione, ma ad oggi dico assolutamente mante-

nere la categoria. Oltre alla salvezza, i nostri occhi saranno puntati sul settore giovanile, dove speriamo di continuare a valorizzare i giovani più interessanti per portarli in prima squadra». Capitolo mercato: la squadra ormai è al completo? «Sono contento di come ci siamo mossi, perché intravedo già una buona fisionomia di squadra ed un gioco già consolidato. Abbiamo cercato come sempre di abbinare giovani di qualità e di pro-

spettiva a giocatori di maggiore esperienza e credo davvero che si sia creato un mix ideale». Pensa che si farà sentire la partenza di Saponara in questo gruppo? «Riccardo per noi è stato un grande giocatore e gli auguro ogni bene al Milan, ma sono certo che con i rinforzi che abbiamo ottenuto dal mercato riusciremo a non far pesare il suo trasferimento». Infine, un’altra pillola di mercato: il giovane albanese Elseid Hysaj corteggiato a lungo in estate dalla Lazio del connazionale Tare - rimarrà ancora un altro anno ad Empoli. Decisiva la volontà del club azzurro, che ha detto no a tutte le richieste ritenute inadeguate con la precisa intenzione di continuare a far crescere il promettente difensore classe ‘94 all’ombra del Castellani. (foto di Empolifc.com fotografo Massimiliano Ciabattini ©)

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utto pronto per il nuovo anno sportivo al Centro Ginnastica Firenze. Con gli allenamenti della sezione femminile già ripresi a pieno ritmo, la società di Sorgane si appresta a tornare all’attività anche con la sezione maschile e il settore agonistico della GpT (Ginnastica per Tutti), che riprenderanno i regolari allenamenti dal prossimo 2 settembre. La stessa data segnerà anche l’apertura delle nuove iscrizioni – tutti i pomeriggi presso la segreteria di via Isonzo 26/A – ai corsi base della Scuola di Ginnastica, che prenderanno il via, come d’abitudine, poco dopo l’inizio delle attività scolastiche, e precisamente a partire dal 30 settembre. Come sempre, un’offerta ampia e variegata quella che il Centro propone ai potenziali

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ginnaste e ginnasti dai 3 anni d’età: primi corsi (bisettimanali) di avviamento alla disciplina, differenziati nei settori maschile, femminile e ritmica (quest’ultima solo per bambine, nella sede consueta della scuola ‘Vittorino da Feltre’ di Ponte a Ema), secondi corsi (per gli allievi già iscritti), corsi promozionali, corsi di acrobatica e acrogym, corsi serali di ginnastica artistica per adulti (lunedì, mercoledì e venerdì, oppure martedì e giovedì), oltre – naturalmente – all’attività di alta specializzazione, dal momento che la società gigliata è riconosciuta Scuola della Federazione Ginnastica d’Italia e Centro CONI di Avviamento allo Sport della disciplina, e come tale lavora sia nell’ottica della promozione e diffusione della ginnastica, sia in quella della selezione di atleti da indirizzare all’attività agonistica.

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Importante novità dell’anno sportivo 2013/2014 sarà l’acquisizione di un nuovo spazio, la palestra della scuola ‘Sandro Pertini’ – adiacente alla palestra di Sorgane – adibito ad

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AL FC DEVASTANTI la coppa campioni di calcio a 5

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di Steto

on l’avvio dei Tornei Pre-Campionato di C5 e C7 si appresta al via la stagione 2013-2014 del Calcio Toscana, mentre quella precedente si è conclusa appena un mese fa con le finali dei Tornei Estivi. Il FC Devastanti si è aggiudicato la Coppa Campioni C5 maschile, vincendo praticamente tutto quello che c’era da vincere: non era bastato aver già trionfato in Campionato, Top League, Coppa Toscana, Torneo Pre-Campionato, Torneo del Panettone e Finali Unisports! Il FC Devastanti si è tolto anche la soddisfazione di conquistare per la seconda volta consecutiva la Coppa Campioni (nella finalissima, il

FIOR

Deportivo Chiesanuova VP si è arreso ai forti avversari che si sono imposti per 7-1). Al terzo posto si è classificato il Quartuccio, che ha piegato per 4-2 nella finale di consolazione i Final Blow. Il Torneo Mondial C5 maschile è andato all’Amico Pane che, in una finale combattuta ma corretta, ha superato di misura (5-4) il DLF Team. La formazione vincitrice aveva iniziato il torneo col freno a mano tirato (3 sconfitte nelle prime 8 gare), ma è stata impeccabile nelle gare ad eliminazione diretta. Terzo posto per il Mojito Team che si è imposto per 5-3 su Gli Spaventapassere. La vittoria nella Sahara Cup C5 maschile è andata invece al FC

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Spartans, che ha superato per 6-4 il Gallo Nero: un successo meritato, dal momento che la regina della

Sahara Cup non ha praticamente trovato ostacoli sul proprio cammino. Sul podio anche il GS Tedalda, che nella finale per il terzo e quarto posto ha avuto la meglio dello Sporting Arno (5-3 il risultato). L’Atletico Buzzetta ha conquistato il Torneo Grand Prix C7 maschile: in una finale molto combattuta ed in bilico fino alla fine, Gli Impagliacciati sono stati sconfitti per 5-4. Un torneo non certo privo di emozioni e dove il grande equilibrio è stato il vero protagonista: basti pensare che le due semifinali si sono concluse entrambe ai calci di rigore, così come due delle quattro sfide dei quarti di fina-

ma giornata del girone eliminatorio il terzo posto in classifica, ha ribaltato il pronostico nella semifinale sconfiggendo per 4-3 la Pol. San Quirico, e quindi si è imposta con pieno merito (4-2 il risultato) in un’inaspettata finale contro l’USD FCG Floria 2000. Ottimo anche il Torneo delle vice-campionesse che, giunte quarte nel girone eliminatorio, si sono superate in semifinale contro il PGS Torregalli B (2-0 il risultato). Queste ultime si sono riscattate nella finale di consolazione, ottenendo così il terzo posto grazie al successo per 5-2 sulla Pol. San Quirico.

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le. Come nell’edizione precedente, al terzo posto si è piazzato l’AC Tua, che nella finale di consolazione ha superato per 5-3 il Drink Team C7. Si è aggiudicato la vittoria del Torneo Eurosport C7 maschile la formazione del Gavinanal, che in finale ha avuto la meglio sul DC Tullosai (3-1 il punteggio). Al terzo posto l’Eurosquash che, dopo aver fatto soffrire in semifinale i vincitori del torneo, si è imposto per 5-4 sul Be.Fu.Be. Grandi emozioni e sorprese, infine, nel Torneo Giglio Rosa C5 femminile dove la vittoria è andata alla Lastrigiana che, dopo aver strappato all’ulti-

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Segue dalla prima dategli dai Della Valle e articolate dallo stesso Pradè e da Macia. Conta, conta moltissimo Vincenzino al punto che pure le decisioni, spesso pesanti, ch sono state prese hanno il suo indiscutibile marchio. Montella ha sempre scommesso su Neto, si è battuto, lo ha detto e ridetto e non ha fatto un passo indietro neppure quando, specie dal mondo della critica e probabilmente anche dall’interno della sua società, sono stati sollevati dei punti interrogativi. Montella ha ribadito che Neto è bravo, che anche Munua può essere un titolare e solo se la Fiorentina fosse in grado di portargli Buffon allora potrebbe cambiare. Più o meno lo stesso vale per Ljajic, visto che sta sostenendo che senza il serbo la squadra non ha bisogno di un altro attaccante. Piuttosto lui vorrebbe un vice di Pizarro, un ruolo più complicato. Ma se la società ha accettato la logica di Montella sul portiere, almeno per il momento sarà più dura che riesca a farlo per un ruolo – quello del regista arretrato – che non appare di facile soluzione. Ma è la filosofia generale che resta, ovvero che Montella è il punto di riferimento tecnico a cui tutti si rivolgono, la sua forza sta nel gioco, nella serietà e naturalmente nei risultati. Il successo a Zurigo e la prima vittoria in casa in campionato con il Catania gli hanno dato ulteriore importanza. È chiaro che lo stesso passaggio del turno in Europa League metterebbe Montella nella condizione di chiedere un ulteriore sacrificio alla Fiorentina, oltre a quello di aver perfezionato l’arrivo di Rebic: ovvero quello di cercare all’ultimo minuto un centrocampista che, come ha detto il tecnico viola, permetta davvero di alzare ulteriormente l’asticella.

Stagione Viola

Alessandro Rialti

a lezione col fischietto di giancarlo Carmagnini

l 1° luglio scorso è entrata in vigore in tutto il mondo, dopo la 127ma riunione dell’IFAB (International Football Association Board), tenutasi ad Edimburgo nei primi giorni di marzo, la nuova interpretazione della regola 11, ossia “Il fuorigioco”, regola che è croce e delizia degli “assistenti” dell’arbitro (i vecchi guardalinee o addirittura segnalinee come, purtroppo, talvolta anche dagli

addetti ai lavori - vedi opinionisti TV - vengono ancora chiamati erroneamente gli assistenti) ed anche degli sportivi attenti alle interpretazioni tecnico/ tattiche del gioco oltre che alle proprie emotività campanilistiche. In pratica, le variazioni più importanti riguardano l’interferire con il difensore ed il trarre vantaggio da una posizione di off side (fuorigioco), in particolare quando viene sanata. Fatto salvo l’ostruire la visuale (cosa che

L’interpretazione del fuorigioco riguarda nella quasi totalità dei casi i portieri), interferire con l’avversario significa avere con il difendente un contatto di gioco (contendere il pallone) o essere a distanza di gioco da lui. In pratica, se l’attaccante è a più di “un metro/ un metro e mezzo” (1° discrezionalità) non c’è più interferenza - in inglese i membri dell’IFAB l’hanno denominata challenging e quindi, se il difensore gioca deliberatamente il pallone, la posizione

dell’attaccante viene “sanata”. Quindi, in soldoni, se prima l’arbitro aveva l’obbligo di stabilire se l’intervento fosse da considerarsi una giocata o meno, adesso non sarà più così. Si parla solo di atto volontario, quindi di tutti quei movimenti, da parte di chi difende, per andare verso o sul pallone; prima, il passaggio verso un giocatore unico in fuorigioco era sempre punibile (l’assist era sicuramente per lui), adesso si dovrà

aspettare non solo l’eventuale intervento del difendente ma anche il suo “effetto”. È evidente che, in presenza di atto involontario, vedi deviazione casuale o fortuita o rimbalzo accidentale del pallone addosso al difendente, non ci sono i presupposti di giocare deliberatamente il pallone (2° discrezionalità), per cui l’eventuale posizione di off side non viene “sanata”. Ovviamente tutto questo ha un eccezione. Ovvero, qualora l’atto

volontario compiuto dal difendente sia stato un salvataggio intenzionale (deliberate save da specifica IFAB), un’azione tesa a salvare un goal. Quindi sono “deliberate save” tutte le parate dei portieri (nella vecchia interpretazione questa specifica non c’era), ma pure gli interventi dei difendenti davanti alla propria porta anche in presenza del portiere (che ovviamente non è in grado di intervenire in 1° persona).