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L'Esclusiva

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Montella, giovane e di garanzia. Quasi da lode.

Javier Zanetti: “Mai facile battere Montella”.

Parola a Bettini e Martini. Firenze in prima fila.

a pagina 2

a pagina 5

da pagina 11

a doppia velocità L’editoriale

CON PEPITO TI RITROVI UN TESORO. IN EUROPA E IN CAMPIONATO.

di MARIO TENERANI

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l campo di via Bellini prima e il Berta-Comunale-Franchi dopo ne hanno visti passare di fuoriclasse. In 87 anni di storia gloriosa la Fiorentina è stata vissuta da in-

terpreti sontuosi e il rammarico principale, forse, è aver vinto poco rispetto a questa massiccia presenza di grandi calciatori. Noi del Brivido non crediamo di sbilanciarci troppo nel dire che Giuseppe Rossi dopo 6 gare di questa stagione

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e uno spezzone nell’ultima dello scorso campionato, sia già di diritto nella Galleria degli Uffizi viola. Pepito è un fuoriclasse. Lo era già prima del maledetto infortunio che lo ha emarginato dal calcio per 18 mesi e adesso si sta confermando.

Forse facendo anche qualcosa in più. Il ginocchio offeso dall’infortunio ai legamenti e invaso da tre interventi chirurgici, ha costretto i suoi quadricipiti ad allargarsi e irrobustirsi. Una muscolatura più forte, utile a sostenere il peso sui quei le-

gamenti martoriati in passato. E Pepito, nonostante questo straordinario lavoro di potenziamento, non ha perso il suo scatto bruciante, anzi, lo ha rinnovato.

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 25 Settembre 2013 DIRETTORE RESPONSABILE Mario Tenerani direttore@brividosportivo.it REDAZIONE redazione@brividosportivo.it CONSULENTE EDITORIALE Alessandro Rialti

LENTE D'INGRANDIMENTO di ALESSANDRO RIALTI

D

iciamoci la verità: la nuova stagione aveva al centro proprio l’esame di laurea di Vincenzino Montella. Che fosse bravo molti lo sapevano, che fosse furbo idem, che fosse preparato nessun dubbio, ma costruire una Fiorentina nuova ancora, che fosse ancora bella ma sapesse essere anche pragmatica e vincente. Via tutti gli specchi, via l’auto ammirazione, via il piacere effimero, piuttosto sostanza. Queste le parole d’ordine con l’aggiunta di un altro dato ultimativo: una Fiorentina che sapesse correre su due fronti, anzi addirittura

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GRAFICA E IMPAGINAZIONE Chiara Reggiani - Alexandra Barbieri grafica@brividosportivo.it STAMPA Galeati Industrie Grafiche srl (Imola) DISTRIBUZIONE distribuzione@salvinieditore.it

HANNO COLLABORATO Francesca Bandinelli, Giulia Bonci, Giancarlo Carmagnini, Andrea Giannattasio, Michela Lanza, Alessandro Latini, Duccio Magnelli, Tommaso Mattei, Ruben Lopes Pegna, Cristiano Puccetti, Giampiero Tosi. FOTO Massimo Sestini

VINCENZO MONTELLA

ovvero UN LAUREANDO GIà CON LODE

tre. Visto il Mondiale di ciclismo che viviamo in casa diciamo una Fiorentina da Giro d’Italia e da Tour. Mica facile quando tutti sanno che l’Europa League prosciuga le energie, distrae, succhia via la serenità e ti mette tre volte la settimana davanti ad avversari diversi.

E per complicare le cose al laureando Montella di colpo gli sono stati tolti di mezzo il suo bomber Mario Gomez, il grimaldello Cuadrado e in seppur per tempo limitato anche il regista Pizarro. Insomma, se gli esami erano complicati, il caso e gli infortuni li hanno resi quasi

Montella e Joaquin. Il tecnico dà le ultime indicazioni prima dell'ingresso in campo dello spagnolo.

proibitivi. Certo è che Vincenzino sta dimostrando oltre alle qualità che tanti gli riconoscono pure una buona dose di fantasia e un’altra di solidità interiore. Sorprende specialmente la prima dote, perchè Montella era apparso fin qui abbastanza conservatore. Uno che prima di rischiare un giovane ci pensava mille volte per poi decidere spesso e volentieri di non farne di nulla. Invece sospinto dalle necessità adesso Montella ci sta piacevolmente sorprendendo. Prima ha lottato contro tutto e tutti per imporre Neto, poi fra le pieghe del suo gruppo dove dava spazio ai cosiddetti ‘matusa’ inossidabili all’Ambrosini trovava la forza e il coraggio di mandare in campo Matos e Wolski, il polacco addirittura dal primo minuto contro l’Atalanta e in una posizione tattica, trequarti alle spalle di Giuseppe Rossi, che francamente ha lasciato tutti con la bocca aperta. Non solo: Montella sta lavorando per portare gradatamente all’interno del gruppo dei titolari un altro ragazzino

Vincenzo Montella ha una media straordinaria: quasi il 60% delle gare giocate dai viola sotto la sua guida tecnica sono state vinte.

molto interessante, vale a dire Bakic. E, scommettiamo, sarà presto in campo anche l’attaccante che potrebbe avere l’ingrato ma stimolante compito di fare il vice-Rossi, parliamo di Rebic. Ragazzi e formidabili ‘anziani’ che cercano, e trovano, una sintesi importante. Ma fra le operazioni di successo del tecnico na-

poletano ci piace mettere a fuoco pure il progressivo recupero di Mati Fernandez, il cileno prima difeso poi rilanciato completamente. Prossimi compiti per il laureando Vincenzo? Continuare a tenere vive tutte le manifestazioni, Giro d’Italia e Tour, magari portando sulla rampa di lancio presto anche Ilicic.


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Dopo il successo in casa dell’Atalanta Fiorentina alla prova-Meazza dove con l’Inter, ha perso le ultime 11 gare di MICHELA LANZA

L

o ricordate quando si parlava di ‘male da trasferta’ della Fiorentina? Adesso quel ricordo appare lontano, remoto. Appannato. Perché la squadra di Montella sta dimostrando una continuità di risultati in trasferta figlia di una personalità acquisita che si avvicina molto

23 TRASFERTE, 12 VITTORIE: la Fiorentina di Montella

ha cambiato marcia

Mati Fernandez esulta per il suo primo gol stagionale a Bergamo, il secondo dal suo arrivo in viola. è il bomber da trasferta della Fiorentina. Pepito Rossi festeggia a Bergamo. Con i 5 gol realizzati, tra campionato e Coppa, è il capocannoniere viola. a quella che caratterizza una grande squadra. Una continuità quasi sconvolgente, per chi come il popolo viola era abituato a buttare giù molti, troppi, bocconi amari in ogni parte dello ‘Stivale’, talvolta pur esprimendo un bel calcio e meritando risultati differenti dalle sconfitte maturate. Ma oggi si può parlare di inversione di tendenza, di

cambio di rotta. E questo grazie alle ultime gare lontano dal Franchi che hanno visto gli uomini di Vincenzo Montella protagonisti, ma soprattutto vincitori. 7 VITTORIE CONSECUTIVE, 12 SU 23 GARE. Infatti sono ben 7 le vittorie consecutive lontano dalle mura amiche inanellate dalla Fiorentina dalla fine della passata stagione all’inizio di quella attuale. La serie positiva è iniziata proprio a Ber-

gamo contro l’Atalanta il 12 aprile scorso, quando Pizarro e Larrondo firmarono lo 0-2 viola. Ha poi avuto seguito con le vittorie di Genova contro la Sampdoria (0-3, reti di Cuadrado, Ljajic, Aquilani – 28 aprile 2013), di Siena (0-1, rete di Gonzalo Rodriguez – 8 maggio 2013), di Pescara (15, 3 reti di Ljajic, poi Mati e Jovetic – 19 maggio 2013), di Zurigo contro il Grasshopper (1-2, rete di Cuadrado e autogol di Gritching – 22 agosto 2013), di Genova contro il Genoa (2-5, doppiette di Ros-

si e Gomez e rete di Aquilani – 1° settembre 2013), fino ad arrivare a domenica, ancora a Bergamo contro la squadra di Colantuono (0-2, reti di Mati Fernandez e Rossi). 7 successi in trasferta consecutivi è un ruolino di marcia da record, impressionante, senza dimenticare che la Fiorentina di Montella, nello scorso campionato, ha battuto fuori casa anche Lazio, Palermo, Milan e Genoa in campionato e Udinese in Coppa Italia per un totale, ad oggi, di 12 vittorie su 23 gare lontano da Firenze. 11 SCONFITTE NELLA MILANO NERAZZURRA. E domani ci sarà da affrontare l’Inter, una formazione contro la quale la Fiorentina non vince (a Milano) da oltre 13 anni, dal 7 maggio del 2000, quando la Viola di Trapattoni si impose per 4-0 grazie alla doppietta di Chiesa e alle reti di Batistuta e Bressan. Poi, una serie negativa e sfortunata di ben 11 sconfitte consecutive al Meazza, dove non sono mancate negli anni sviste arbitrali e polemiche. Quindi domani sera sarà dura, molto dura contro gli uomini

di Mazzarri che, tra l’altro, hanno subìto una sola rete in quattro partite (anzi cinque considerando la sfida di Coppa Italia) dimostrando una certa solidità difensiva e di essere una compagine quadrata. Ma la Fiorentina ha il diritto di provarci, anche perché, se è vero che l’Inter ha subìto un solo gol, è anche vero che la squadra del tecnico napoletano ha nella fase offensiva il suo punto di forza. Non è un caso, infatti, che i viola abbiano già mandato in rete 9 marcatori diversi dall’inizio della stagione (Rossi, Gomez, Aquilani, Borja Valero, Pizarro, Mati Fernandez, Cuadrado, Gonzalo Rodriguez e Matos), realizzando 15 reti in 7 gare (tra campionato e coppa). E allora l’obiettivo è sfatare il tabù Inter, nonostante le assenze che saranno ancora pesanti, pesantissime. Ma la Fiorentina ha elementi che, comunque, possono mettere in difficoltà i nerazzurri. E se poi… si continuasse a non subire gol come è successo nelle ultime due partite, allora sì che tutto è possibile.

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 25 Settembre 2013

Esclusiva all’ex nerazzurro: «Fiorentina e Inter pronte per lottare per lo scudetto»

L'esclusiva

Suarez: “Borja Valero? Dimostra che basta scegliere

di MICHELA LANZA

è

un personaggio che non ha bisogno di presentazioni. È un ex campione dell’Inter, di quelli con la ‘C’ maiuscola. Stiamo parlando di Luis ‘Luisito’ Suarez, 9 stagioni e tante vittorie in nerazzurro. Spagnolo doc, dopo di lui si era creata in Italia la convinzione che gli iberici non fossero adatti al calcio nostrano. Della serie, dopo ‘Luisito’ il vuoto… Non hanno convinto le parentesi dei vari Martin Vazquez, Mendieta, De La Peña, Helguera, José Mari, il viola Amor, neanche l’ex milanista Bojan. Poi è arrivato Borja Valero…. In questa interessante intervista, il pensiero dell’ex interista (vincitore del Pallone d’oro nel 1960) sul centrocampista viola ma non solo… Suarez, iniziamo dal match di domani sera tra Inter e Fiorentina con la più classica delle domande: che partita si aspetta? «Mi aspetto naturalmente una bella partita, spettacolare, tra due squadre che hanno ambizioni importanti e che stanno facendo vedere ottime cose, seppur attraverso un gioco diverso. Sia l’Inter che la Fiorentina sono in un buon momento di forma. I viola giocano sempre per vincere attraverso il bel gioco; l’Inter, anche lei, ha iniziato con lo spirito giusto la stagione riprendendosi alla grande dopo un anno difficile». A proposito dell’Inter e della sua ripresa: quanti sono i meriti di Mazzarri? «Moltissimi. Mazzarri è stato fondamentale, ha apportato un cambiamento radicale nell’Inter. Era notte e ha fatto diventar giorno. Sta svolgendo un lavoro straordinario e mi auguro che la squadra lo segua sempre come sta facendo adesso. Se sarà così, l’Inter sarà protagonista di un bel campionato e tutti potranno togliersi grandi

GLI SPAGNOLI PIU’ BRAVI” soddisfazioni. Ma, ripeto, grandissimi meriti a Mazzarri». E Montella, invece, l’ha sorpresa? «No, quest’anno assolutamente no. Un po’ sorpreso da Montella lo sono stato lo scorso anno, quando nessuno si aspettava che la sua Fiorentina sapesse esprimere con costanza un gioco tanto spettacolare, tanto da essere considerato il migliore in Italia. Quest’anno poi, i viola hanno una rosa ancora più competitiva che potrà fare ancora meglio». Ha parlato di calcio spettacolare e non può non venirci in mente la Spagna. E di conseguenza… Borja Valero, ovvero quel giocatore che ha smentito coloro che dicevano che gli spagnoli non erano adatti al calcio italiano. Lei ne sa qualcosa… «Borja Valero lo scorso anno ha disputato un ottimo campionato e quest’anno ha iniziato sulla stessa falsariga della passata stagione. Il fatto è che anche in Spagna, come in tutti gli altri Paesi, ci sono giocatori che giocano bene al calcio e altri no. Se porti in Italia calciatori che non possono essere considerati ‘grandi’ e invece li vuoi far passare per tali, è chiaro che dopo la gente rimane delusa. Borja Valero, al contrario di altri arrivati in pompa magna, è approdato in Italia senza clamori da parte di nessuno, seppur in Spagna si sia sempre reso protagonista di ottime stagioni. Ma quando la Fiorentina lo ha preso, il suo acquisto è passato quasi inosservato, è stato quasi ignorato. Anche se avrebbe meritato di

essere esaltato… ed è per questo che ha ‘sorpreso’, ma questo è un signor giocatore che, tra l’altro, ha avuto la fortuna di arrivare in una squadra che esprime un gioco congeniale alle sue caratteristiche. Insomma, non è vero che gli spagnoli in Italia non possono giocare. Semplicemente… basta saper scegliere». Da uno spagnolo all’altro: Joaquin. Che pensa di lui? «Posso garantire ai tifosi della Fiorentina che Joaquin è un buon giocatore. A volte è un po’ intermittente, ha delle pause nell’arco dei 90 minuti, ma è capace di fare grandi cose. Il suo problema, semmai, sarà un altro: troverà molte difficoltà a trovare spazio in una squadra già assemblata e che nella sua zona di campo può contare su un giocatore come Cuadrado. Il colombiano ha iniziato la stagione in modo spettacolare (anche se è momentaneamente fermo per infortunio, ndr) e non è facile ‘rubargli’ il posto. Però Joaquin è un buon giocatore». A proposito di Cuadrado… domani sera mancherà, così come mancheranno Pizarro e Gomez. Di quale di queste assenze la Fiorentina risentirà maggiormente contro l’Inter? «Per come ha iniziato questo campionato, per l’apporto che ha sempre dato alla squadra dico Cuadrado. È un giocatore che con la sua rapidità e le sue iniziative sulla fascia avrebbe potuto fare molto male all’Inter». Se le chiedessimo di tornare indietro con la memoria e di

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Sulla Fiorentina non ho dubbi e l’ho pensato fin dall’inizio della stagione che fosse una squadra alla portata delle altre di vertice. Non è più una sorpresa e può ambire allo scudetto. Dell’Inter non lo pensavo, ma dopo le prime partite mi ha sorpreso. Ritengo che anche i nerazzurri abbiano facoltà di crederci». Se le chiedessi chi è il campione della storia della Fiorentina che, nella sua mente, rappresenta al meglio i colori viola? «Lo so che a Firenze il giocatore più amato è Antognoni, che ha fatto grandissimi cose in viola. Ma io dico Cervato. Io credo che per quello che ha dato alla Fiorentina, per gli anni in cui ha militato in viola (11 anni, 316 presenze e 31 reti in serie A, ndr) sia uno degli uomini

più rappresentativi della storia viola. Io l’ho incontrato alla fine della mia esperienza all’Inter. Sì, quello era un altro calcio, ma il terzino del secondo scudetto viola merita questa citazione». Un’ultima cosa gliela chiediamo su Massimo Moratti che passa il testimone a Erick Thohir dopo 18 anni di presidenza… «Mi dispiace. Non potrebbe non dispiacermi. All’apparenza sarà un’Inter meno romantica, non ci sono dubbi, ma se dovesse diventare più forte… ben venga. Se Moratti ha deciso per questa soluzione, evidentemente la ritiene opportuna per l’Inter. Fondamentale per il bene della società. Ripeto, dispiace, ma a volte anche le scelte più dolorose possono rivelarsi importanti».

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dirci quale sfida con la Fiorentina le è rimasta più impressa, lei che risponderebbe? «Non ho un ricordo particolare delle sfide con la Fiorentina. Ricordo che ai miei tempi, la Fiorentina era una buona squadra, ma in quegli anni non era una compagine che poteva darci fastidio per il vertice della classifica (il riferimento è ai primi anni Sessanta, quando l’Inter vinse 3 scudetti e ottenne 2 secondi posti, ndr). Non era una Fiorentina come quella attuale che, invece, ha ambizioni importanti, importantissime. E poi, in generale, ricordo sfide corrette, senza astio come invece c’era con altri avversari». Una domanda a bruciapelo: Inter e Fiorentina possono lottare per lo scudetto? «È forse presto per dirlo, ma dico sì.

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Il capitano nerazzurro in esclusiva al Brivido Sportivo anticipa la sfida coi viola e ricorda i duelli con Batistuta, «il più forte di tutti».

L'esclusiva

Zanetti: “Difficile battere Montella

A lui piace volare alto. Come noi” di MICHELA LANZA

U

n uomo. Un campione. Un simbolo. Un leader riconosciuto da tutta l’Italia. Un volto, il suo, al quale tutti associano una persona per bene alla quale non è possibile non voler bene e che, a dispetto di bandiere, colori e campanilismo, rappresenta professionalità, correttezza e umanità. Senza dimenticare la dote che più di tutte, probabilmente, lo caratterizza: l’umiltà. E allora

capita di chiudere gli occhi, veder apparire il suo numero 4 scorrazzare instancabile sulla fascia, ignaro del tempo che passa e, spontaneamente, far partire nella mente l’inno nerazzurro. Perché vedere Javier Zanetti è come premere play su un romantico mangianastri che urla: “Il capi-tanoooo. Lo sai per un gol, io darei la vita. La mia vita… In fondo lo so, sarà un partita infinita…”. Canta intonato il capitano nerazzurro che forse non darà la vita per un gol, ma che ha messo al servizio

dell’amata Inter la sua vita… professionale. È arrivato in Italia nel 1995, pochi mesi dopo l’acquisto della società da parte di Massimo Moratti, e oggi è ancora un uomo fondamentale per la squadra. Nonostante gli anni che passano (questa appena iniziata è la sua 19ª stagione con la maglia dell’Inter), nonostante le 845 presenze collezionate, nonostante l’infortunio capitatogli il 28 aprile scorso all’età di 39 anni. Nonostante tutto, la sua vita nell’Inter e per l’Inter non è finita e, a

Capitano dell'Inter dopo l'addio al calcio di Beppe Bergomi, Zanetti è il giocatore straniero con più presenze in Serie A.

40 anni, è ancora un punto di riferimento (fuori e dentro al campo). Insomma è lui il ‘sentimento’ che sopravvive al calcio ‘freddo’ e ‘incolore’ dei tempi moderni dove il business prevale sul cuore. E allora, prima di chiamare ‘bandiera’ chiunque altro… sarà utile pensarci molto, molto seriamente. Oggi, in attesa del suo rientro, si gode il momento magico della nuova squadra targata Mazzarri, si ‘coccola’ il suo presidente e – attraverso le pagine del Brivido Sportivo – incorona Batistuta come viola più forte della sua epoca. Lei è ritenuto il simbolo dell’Inter di Moratti, è amato in ogni angolo dello Stivale, è considerato un esempio da seguire da tutti: quanto la inorgoglisce ciò e quanto le dà la carica per tornare e giocare (e stupire) ancora? «Tantissimo, io vivo da calciatore e da uomo la mia carriera basandomi moltissimo sull’amore ed il rispetto della gente, che spero di ricambiare sempre». Tre parole per descrivere Moratti e, visto da fuori, Andrea Della Valle. «Moratti è un signore, un presidente unico, soprattutto sotto il profilo umano. Questo nel calcio conta tanto e ce ne sono pochi come lui. Andrea della Valle è senza dubbio un presidente che dimostra amore per la Fiorentina». Nei suoi anni italiani ha avu-

Javier Zanetti, argentino, alla sua diciannovesima stagione all'Inter. E' arrivato a Milano tra i primi acquisti della famiglia Moratti. to tanti allenatori. Oggi è arrivato Mazzarri, un toscano doc apparentemente burbero: pensa che sia l’allenatore giusto per il nuovo corso nerazzurro? «Per me non è burbero e sta dimostrando di essere uno da Inter. Poi è un allenatore che ha molta esperienza e spero ci porti ancora ad essere competitivi e protagonisti». Da Mazzarri a... Montella (che ha affrontato tante volte anche da avversario in campo): il tecnico viola è considerato uno dei migliori giovani allenatori del nostro calcio. Cosa si sente di dire del tecnico napoletano? «Vincenzo è un allenatore cha ha un’idea di calcio che piace. Le sue squadre giocano bene e sono difficili da battere. Secondo me, tra i tecnici giovani è uno fra quelli con più futuro davanti a sé». Quali sono secondo lei gli obiettivi reali di Inter e Fiorentina in questa stagione? «L’Inter deve tornare ad essere protagonista, con grande umiltà e consapevolezza delle proprie forze. Per quanto

riguarda la Fiorentina non lo so, non sono lì, ma sono certo che i viola vorranno fare un campionato ai massimi livelli ed arrivare in alto come noi». Nei suoi 19 anni di Inter, di calcio italiano, ha vissuto tantissime sfide contro la Fiorentina: quale le è rimasta particolarmente impressa e qual è stato, invece, il campione viola più forte che ha affrontato? «Il campione più forte della Fiorentina che ho affrontato è stato senza alcun dubbio Gabriel Batistuta. Mentre la sfida coi viola che mi è rimasta nel cuore in maniera particolare è stata quella vinta a Firenze dopo la scomparsa di Giacinto Facchetti (l’ex calciatore e dirigente dell’Inter se n’è andato il 4 settembre del 2006 e la squadra di Mancini si impose al Franchi tre giorni più tardi, il 9 settembre, per 3-2, con doppietta di Cambiasso e rete di Ibrahimovic. Per la Fiorentina, segnò una doppietta Luca Toni ndr)».

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 25 Settembre 2013

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RYDER MATOS,

un futuro tutto rosa,

ANZI VIOLA

S

e racconti a qualcuno che nel calcio di oggi per un giocatore si possono spendere solo 30 mila euro saranno in pochi a crederci ma se poi fai un nome, quello di Ryder Matos, sarà bene che tutti si ricredano. E con quei soldi la Fiorentina sta crescendo in casa un ragazzo che, per molti, ha un grande futuro. I segnali sono dalla sua parte visto la serata perfetta vissuta poche ore fa. L’esordio assoluto con la maglia

della Fiorentina, la prima partita in UEFA Europa League, il gol pochi secondi dopo il suo ingresso in campo al posto di Joaquín. Nella bellissima vittoria dei viola contro il Paços de Ferreira, nell’esordio nel Gruppo E, la copertina è stata tutta per la faccia feli-

ce di Ryder Matos, 20enne, che finora aveva giocato soltanto con la Primavera. “Sono molto felice, perché alla mia prima partita con la maglia della Fiorentina ho subito segnato”, ha detto Matos, “Era il mio sogno, ho fatto gol al primo pallone che ho toccato e sono

Nemmeno il tempo di entrare in campo ed è subito gol. Ryder Matos, dopo due anni in prestito al Bahia, festeggia così la permanenza in viola.

molto contento di questo”. L’attaccante nato a Seabra ha ripercorso anche per il sito della Uefa il minuto chiave del suo esordio, quello a cavallo della sostituzione di Joaquín e il 2-0. “Quando Montella mi ha chiamato ero un po’ nervoso, normale, era la prima partita ma dopo che sono entrato e ho segnato, mi sono tranquillizzato”. Il suo scopritore si chiama Pantaleo Corvino che per pochi spiccioli, appunto, lo prelevò dal Brasile portandolo a Firenze nel 2010. Matos è un ragazzo arrivato in Toscana a soli 14 anni e con la maglia viola ha vinto lo scudetto con gli Allievi Nazionali siglando il gol vittoria contro l’Inter, una Coppa Italia e la Supercoppa con la Primavera e lo scorso anno è stato chiamato al Bahia da un certo Paulo Roberto Falcao che era il tecnico del club. Si perché nelle scorso campionato il giovane Matos è tornato in Brasile per fare un po’ di espe-

Matos e Rossi, l'abbraccio nella notte di Coppa.

rienza proprio con il Bahia nella serie A brasiliana. Una parentesi produttiva e molto ben vista in patria ma anche dentro la Fiorentina tanto da richiamarlo per farlo partecipare al ritiro di Moena. Ma c’è di più, Ney Franco, ex ct del Brasile Under20, prima del suo passaggio al San Paolo aveva preso in considerazione Ryder per la sua Nazionale. Montella, in tutto questo quadro, ha grande merito visto che sembra essere la sua ennesima scommessa vinta. Il tecnico ha sempre parlato bene di lui e Matos non ha fatto altro che lavorare a testa bassa per continuare ad imparare. In estate si parlava di una cessione, magari un prestito, ma proprio Vincenzo Montella ha detto di no alla sua partenza. Adesso fa parte

del gruppo, non gli resta altro che impegnarsi per farsi trovare pronto quando il tecnico viola deciderà di mandarlo in campo. Nel calcio, bisogna ricordarlo sempre, nessuno ti regala niente ma il giovane brasiliano sembra avere la testa sulle spalle. Del resto le sue parole dopo il gol all’esordio in Eufa ne sono testimonianza. “La dedica del gol è per mio padre e la mia famiglia, mi sono sempre stati vicini. Telefonerò a loro, io vivo da solo a Firenze e chiamerò a casa”. A Montella il compito di gestirlo e farlo cresce ulteriormente: “È un giocatore che ha bisogno di completarsi, ha grande velocità e resistenza. Forse nemmeno lui sa quanto siano rare queste sue qualità...”. E se lo dice uno come Montella non resta che crederci.

Tra i viola brucia ancora il ko per 2-1 dell’anno scorso tra rigori discussi e polemiche

amarcord

L'ultimo a segnare a San Siro, contro l'Inter, è stato il brasiliano Romulo. La sua rete, la scorsa stagione, non bastò a strappare nemmeno un punto.

di RUBEN LOPES PEGNA

V

oglia di vendetta. Per quella sconfitta immeritata che brucia ancora patita giusto un anno fa di questi tempi, il 30 settembre. Un 2-1 discusso con l’Inter in vantaggio per un rigore alquanto dubbio concesso dall’arbitro Giannoccaro per un fallo di mano di Gonzalo Rodriguez su un tiro da distanza molto ravvicinata di Zanetti. E il rigore trasformato da Milito poi andava ripetuto, perché Cassano, che segnerà il gol del 2-0, era già due metri dentro l’area. La rete di Romulo a cinque minuti dal riposo riaccendeva le speranze vio-

LA SFIDA CON L’INTER? Quanta voglia di vendetta...

la vanificate al 17’ della espulsione di Gonzalo Rodriguez per doppia ammonizione. Ma Giannoccaro aveva evitato poco prima il doppio giallo a Samuel. Due situazioni analoghe con decisioni diverse. Insomma da recriminare ce ne è fin troppo. San Siro con l’Inter sembra diventato un tabù ormai da sfatare. La Fiorentina non vince da più di tredici anni, dal 7 maggio 2000, con l’ex Trapattoni in panchina. Allora fu un 4-0 stratosferico, alla penultima giornata, con doppietta di Chiesa e reti di Batistuta e Bressan. La partita di oggi ci riporta per situazioni oggettive, ovvero gli infortuni di Gomez e Cuadrado, alla sfida

del 4 marzo 1956 (nella stagione del primo scudetto), una delle 13 vinte dai viola a Milano con i nerazzurri. Quando si presenta a San Siro la Fiorentina, ormai da tempo da sola al comando della classifica, ha un problema di formazione. Nel vittorioso recupero giocato a Padova quattro giorni prima si è infortunato il centromediano (così si chiamava allora uno dei difensori centrali) Rosetta. La sua assenza preoccupa Bernardini, perché nella rosa non c’è il suo naturale sostituto, un po’ come oggi per Gomez. Il tecnico romano decide così di affidarsi ad Alberto Orzan fino ad allora impiegato a centrocampo. A Milano manca anche il portiere titolare Giuliano Sarti, un’altra autentica sicurezza. Così, come nelle due precedenti partite, tra i pali va la riserva Riccardo Toros. Insomma se oggi a Montella mancano due giocatori offensivi, 56 anni fa Bernardini doveva fare a meno di due pezzi cardine della difesa. Contro i nerazzurri quel giorno, dunque, il tecnico romano manda in campo la seguente formazione: Toros; Magnini, Cervato; Chiappel-

Nel 2000, a San Siro, a castigare l'Inter ci pensò Re Leone, Gabriel Omar Batistuta. Tredici anni dopo il tabù deve essere spezzato. la, Orzan, Segato; Julinho, Gratton, Virgili, Montuori, Prini. La partita è molto equilibrata. I viola, ancora imbattuti dopo venti giornate,

appaiono però un po’ stanchi per l’impegno infrasettimanale. L’Inter così ne approfitta. E al 37’ del primo tempo il centravanti Benito Lorenzi detto “veleno”, toscano di Borgo a Buggiano e cresciuto calcisticamente nelle file dell’Empoli, porta in vantaggio i nerazzurri. Il gol di svantaggio non demoralizza però i viola, che reagiscono immediatamente. Così già poco prima dell’intervallo riescono a raggiungere il pareggio. E’ il centravanti Virgili a siglare il gol dell’1-1. Nella ripresa la Fiorentina controlla la partita. La svolta, però, accade a metà del secondo tempo. Nel giro di due minuti, tra il 22’ ed il 24’, un altro toscano, Prini (è di Le Sieci), realizza una storica doppietta, la sua prima doppietta con la maglia viola. Il risultato non cambia più. La Fiorentina vince 3-1 e conquista il secondo successo in trasferta nel giro di appena quattro giorni. Ma torna soprattutto a Firenze con la consapevolezza di avere fatto un passo importante verso la conquista del primo scudetto. Anche priva di titolari importanti è, infatti, riuscita a vincere una gara difficile.


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Il Brivido Sportivo - MercoledĂŹ 25 Settembre 2013

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di TOMMASO MATTEI

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L'ESCLUSIVA

Il Brivido Sportivo - Mercoledì 25 Settembre 2013

Intervista all’ex difensore nerazzurro e viola: “Aspettiamoci una grande sfida”

Battistini: “L’Inter deve temere questa Fiorentina, con un Rossi così è da scudetto” L

a Fiorentina espugna il difficile campo dell’Atalanta e vola in classifica, appaiata al secondo posto della graduatoria ad Inter e Juventus. Proprio i nerazzurri, reduci dalla roboante vittoria contro il Sassuolo, aspettano la squadra di Montella nel posticipo del quinto turno, in quello che è sicuramente il piatto forte della giornata. La praticità di Mazzarri contro la freschezza tattica di Montella, ma anche due sistemi di gioco a confronto piuttosto differenti tra loro. Per parlare della sfida di ‘San Siro’, il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Sergio Battistini. Cinque anni in riva all’Arno per l’ex difensore, salvo poi passare in nerazzurro per la cifra record (era il 1990) di sette miliardi di lire. I quattro anni vissuti con la maglia dell’Inter lo hanno visto alzare due Coppa Uefa. Ma siccome i vecchi amori non si scordano mai, da allenatore è tornato alla Fiorentina. La guida della prima squadra è rimasta soltanto un so-

gno, ma dal 2004 al 2007 ha fatto parte del gruppo degli allenatori del settore giovanile, guidando con buoni risultati i Giovanissimi Nazionali. Battistini, fra poche ore si giocherà Inter-Fiorentina. Una partita che da tempo non vedeva così in alto contemporaneamente le due formazioni… «E’ vero, ed io mi aspetto una grande partita. Sarà una sfida bellissima, ne sono sicuro. L’Inter ha dimostrato di aver trovato una certa quadratura tattica grazie a Mazzarri, la Fiorentina sta ritrovando i suoi principi di gioco. I nerazzurri vengono dai sette gol rifilati al Sassuolo, ma io dico che la vittoria a Bergamo della Fiorentina paradossalmente vale di più. E’ stata meno altisonante, ma vincere a Bergamo non è facile, mentre il Sassuolo aveva già dimostrato di avere delle difficoltà. Credo che l’Inter possa aver paura di questa Fiorentina, perché sta facendo benissimo». Inter-Fiorentina sarà anche la sfida tra Mazzarri e Montella, due fra i tecnici che incidono di più sulle loro squadre.

Sergio Battistini in maglia viola. Arrivato dal Milan nel 1985, in cinque anni, mette insieme 125 presenze e realizza 7 gol.

«Montella ha dato una filosofia, un gioco ed un’identità alla sua squadra. Mazzarri è un allenatore vecchio stampo, che adotta sempre lo stesso modulo e pratica un gioco di rimessa. L’allenatore della Fiorentina è uno che vuole comandare il gioco, quindi credo che fra i due lui sia quello che incide di più sulla squadra». La Fiorentina è reduce dalla vittoria di Bergamo, dove mancavano giocatori importanti come Gomez, Cuadrado, Pizarro ed Ilicic. Quanto conta per il gruppo essere riuscito comunque a vincere? «Vincendo a Bergamo senza quei giocatori fondamentali, che sono tra i

più forti del campionato, la Fiorentina ha mandato un bel messaggio agli avversari. Hanno dimostrato di avere una panchina importante, questa rosa può veramente ambire al vertice della classifica». Vertice del campionato significa anche primo posto? «Assolutamente sì. Questa Fiorentina al completo non ha paura di nessuno. La rosa omogenea, unita al gioco che le ha dato Montella, può far sì che la Fiorentina arrivi prima in campionato quest’anno. Anche in relazione all’Inter vedo due organici più o meno sullo stesso livello. La Fiorentina poteva avere il punto interrogativo sul portiere, ma nel-

le ultime partite Neto ha mostrato le sue qualità e si è dimostrato una certezza». Giuseppe Rossi sta trascinando la Fiorentina. Si aspettava che potesse avere questo impatto sul campionato dopo i due anni d’inattività? «Rossi è un calciatore fondamentale, credevo potesse tornare ai suoi livelli come effettivamente ha fatto. Negli ultimi metri è un giocatore devastante, perché ha il tiro e lo spunto nell’uno contro uno. Devo dire che adesso mi aspetto anche la convocazione in Nazionale di Prandelli, perché un giocatore così non può essere escluso, fa comodo a tutti». Se Rossi sta tornando in piena forma, Gomez si è fermato per l’infortunio. Lei sostiene che senza l’attaccante tedesco la Fiorentina giochi meglio o la ritiene un’assurdità? «Dipende dagli avversari

che affronti e dai movimenti che chiede Montella ai suoi attaccanti. A lungo andare un centravanti in una grande squadra ci vuole, perché tiene palla e fa salire la squadra, inoltre fa rifiatare la difesa. Le squadre che lottano per lo scudetto il centravanti forte ce l’hanno tutte, non si può prescindere da un bomber. Certo, il Barcellona non ce l’ha un ariete d’area di rigore, ma se in squadra hai tre o quattro fenomeni puoi farne anche a meno». Chiudiamo con un pronostico su Inter-Fiorentina. «Difficile dire un risultato, perché secondo me è una partita aperta a tutto. L’Inter gioca in casa ma non la vedo favorita, il punteggio sarà in bilico fino alla fine. Chissà che non finisca con un pareggio con tanti gol, tipo un 2-2, visto che entrambe le squadre vorranno vincere».

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Testa a testa per le zone calde della classifica: in campo due potenziali anti-Juve

Inter-Fiorentina, sfida per il vertice VINCENZO MONTELLA

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Vincenzo Montella è stato uno dei più grandi giocatori del nostro calcio ed ha costruito la sua carriera basandosi su tecnica, velocità, fiuto del gol e talento. Molte di queste caratteristiche fanno parte del suo bagaglio anche come allenatore. La nuova vita (calcistica) dell’aeroplanino inizia il 2 luglio del 2009. Montella, dopo 190 reti, a 34 anni decide di appendere gli scarpini al chiodo e di cominciare ad insegnare calcio ai più giovani. L’opportunità gli viene fornita dalla Roma stessa che decide di “spalmare” il suo ultimo anno d’ingaggio in tre da allenatore delle giovanili. Da quel momento in poi la sua carriera è sempre stata in continua ascesa, dall’esperienza nella capitale - compresa la guida della prima squadra dopo le dimissioni di Ranieri - passando per Catania fino alla consacrazione in viola con i grandissimi risultati della scorsa stagione. Allenatore dai toni pacati sempre pronto al dialogo con tutti, ha proposto un calcio offensivo e frizzante caratterizzato dal possesso palla. Preciso, quasi maniacale, prepara le partite nei minimi particolari non lasciando niente caso: proprio per questo è accompagnato da un numeroso staff che lo aiuta a programmare tutto in ogni minimo dettaglio dalla prefazione estiva alla rifinitura prima della gara. Con lui non ci sono gerarchie e non si lascia influenzare dal nome, come dimostrato nello scorso campionato nella gestione della questione del portiere. La sua filosofia è molto simile a quella del Barcellona e, proprio per questo nello scorso campionato i viola si sono guadagnati il titolo di “squadra capace di esprimere miglior gioco”.

LA ROSA I PORTIERI 1 Norberto Neto 12 Cristiano Lupatelli 78 Gustavo Munua I DIFENSORI 2 Gonzalo Rodriguez 3 Marcos Alonso 4 Facundo Roncaglia 5 Marvin Compper 6 Ahmed Hegazy 15 Stefan Savic 23 Manuel Pasqual 40 Nenad Tomovic

I CENTROCAMPISTI 7 David Pizarro 8 Marko Bakic 10 Alberto Aquilani 11 Juan Cuadrado 14 Matias Fernandez 17 Joaquin 18 Matias Vecino 20 Borja Valero 21 Massimo Abrosini 27 Rafal Wolski 66 Juan Manuel Vargas 72 Josip Ilicic 83 Ruben Olivera

GLI ATTACCANTI 10 Giuseppe Rossi 9 Ante Rebic 77 Oleksandr 30 Ryder Matos Iakovenko 33 Mario Gomez

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WALTER MAZZARRI

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Walter Mazzarri in fondo la Fiorentina ce l’ha nel cuore. Da giocatore ammirava Antognoni di cui, a un certo punto, venne proclamato erede. E proprio da Antognoni ha preso il gusto di fare gioco propositivo anche se, furbescamente, ammanta il tutto con la tattica più congeniale alle sue squadre: gioco sulle fasce e predisposizione al contropiede manovrato. Nato a san Vincenzo, da buon livornese, è pratico, realista e concreto. Un riflessivo esasperato e un rimuginatore accanito, come si è potuto spesso osservare nei post partita. Anche di lui, come di Montella, raccontano di un approccio quasi maniacale alla preparazione delle partite. Sedute di minimo un’ora e mezza alternate a riunioni tecniche nella saletta fatta appositamente allestire vicino agli spogliatoi della Pinetina. Per lui l’Inter è una nuova sfida. Una squadra da ricostruire dopo i fasti del triplete e della cura Mourinho che, con il lavoro del nuovo allenatore, sta facendo vedere il proprio calore nonostante il mercato condotto sottovoce e la situazione societaria ancora in bilico tra l’Indonesia e la famiglia Moratti. Ma Mazzarri non è nuovo a queste cose: è lui che ha preso le redini del Napoli quando la situazione era tutt’altro che rosea. Una squadra senza obiettivi, quasi allo sbaraglio ed ancor peggio, senza carattere e grandi progetti: gli stessi che sono arrivati grazie a lui ed al suo modo di pensare, sempre vincente. Il Napoli nel tempo è cambiato non solo negli uomini ma soprattutto nella mentalità forte, spavalda, cinica e sicura. Quello che serve all’Inter.

LA ROSA

I PORTIERI 30 Juan Pablo Carrizo 12 Luca Castellazzi 1 Samir Handanovic

I DIFENSORI 2 Jonathan 4 Javier Zanetti 5 Juan Jesus 6 Marco Andreolli 14 Hugo Campagnaro 18 Oliveira dos Santos Wallace 23 Andrea Ranocchia 25 Walter Samuel 26 Cristian Chivu 31 Alvaro Pereira 35 Jorge Pires de Fonseca Rolando 55 Yuto Nagatomo

I CENTROCAMPISTI 10 Mateo Kovacic 11 Ricardo Alvarez 13 Fredy Guarin 16 Gaby Mudingayi 17 Zdravko Kuzmanovic 19 Esteban Cambiasso 21 Saphir Taider 77 Macdonald Mariga 90 Patrick Olsen GLI ATTACCANTI 7 Ishk Belfodil 8 Rodrigo Palacio 9 Mauro Icardi 22 Diego Milito

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 25 Settembre 2013

Il migldioortto lampre nze di Fire

Aurelio

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Firenze e la Toscana, di TOMMASO MATTEI

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ino al 29 settembre la Toscana sarà il centro del mondo ciclistico ed è la prima volta. Nello stato di crisi attuale saranno spesi per questi Mondiali 5 milioni di euro. I volontari coinvolti sono 1994, 100 solo per la giornata finale. Il 25 settembre il programma prevede la corsa a cronometro individuale. Partenza alle ore 13,15 per la categoria uomini Elite, da Montecatini Terme al Mandela Forum di Firenze, percorso di 56,8 chilometri. Poi sarà il turno della gara in linea per le categorie Donne Junior e Under 23. Rispettivamente partenza alle 9 dal Mandela Forum e arrivo al medesimo luogo con itinerario di 82,85 km, e partenza alle 13 da Montecatini Terme e arrivo al Firenze Mandela Forum per un percorso di 172,79 Km. Per il 28 settembre altre gare in linea, quella per le categorie Uomini Junior e Donne Elite, rispettivamente in partenza alle 9 e 14 entrambi con partenza da Montecatini Terme e arrivo al Mandela Forum. Distanza: 139,65 km. Il clou, naturalmente, é previsto per l’ultima gara in linea del 29 settembre per la categoria Uomini Elite, che partiranno da Lucca alle 10 e arriveranno al Mandela Forum dopo ben 272,26 km. Tutti i tracciati sono spettacolari, ma quest’ultimo lo segnaliamo in modo particolare, la gara più attesa, per la quale si attendono oltre mezzo milio-

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o c o u f i d i giorn e t o u r e u d sulle

ne di spettatori. Si parte con un tratto in linea di 89,9 chilometri, una novità del regolamento Uci. Il via da piazza Grande a Lucca, passaggio sulle mura che festeggiano il cinquecentenario, quindi Collodi (il paese di Pinocchio, che sarà la mascotte); le salite a Montecatini Alto e del San Baronto, un totem per i ciclisti della zona pistoiese; passaggio da Casalguidi, in ricordo di Franco Ballerini, e poi si arriva a Firenze. Il circuito misura 16,1 chilometri e dovrà essere percorso undici volte: ci saranno 59 km di salita. La prima è quella che porta a Fiesole, la panoramica, lunga 4,8 km al 6% di pendenza media e punte del 9%; la seconda è lo strappo, severissimo, di via Salviati che culmina in via Bolognese: 598 metri con pendenza media del 12% e punte del 19%. Un muro. Dalla cima mancano 4 chilometri all’arrivo davanti allo stadio Franchi e al Mandela Forum. Il dislivello complessivo della prova dei pro’ è di 4486 metri. Il tracciato è stato disegnato

da Andrea Tafi, vincitore in carriera di Fiandre, Roubaix, ParigiTours e Lombardia, ora assessore allo sport a Lamporecchio, che dice: «E’ perfetto per corridori come Nibali e Contador».

OCCHIO A VINCENZO NIBALI La gara più attesa in assoluto, la più importante dei Mondiali di ciclismo, la prova in linea, si correrà domenica 29 settembre e metterà il sigillo sull’86^ edizione del Campionato del mondo di ciclismo su strada. La corsa scatterà da Lucca e di concluderà a Firenze dopo un circuito da ripetere più volte. I favoriti possono essere molti ma partiamo, forse anche per un po’ di scaramanzia, dalle frecce nell’arco degli azzurri di Paolo Bettini che si chiamano Vincenzo Nibali e Filippo Pozzato. Il primo proverà con una fuga da lontano, il secondo sarà la punta di diamante in caso di arrivo in volata. Lo ‘squalo dello stretto’ arriva a questo appuntamento dalla Vuelta dove ha perso ma dove é uscito com-

La gara della cronometro donne al passaggio in Piazza Duomo.

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A Firenze

pletamente a testa alta. Il 2013 di Nibali é iniziato con il cambio di squadra arrivando all’Astana, subito il Tour de San Luis poi altre fugare fino alla prima affermazione. A marzo si presenta al via della Tirreno-Adriatico con ambizioni di classifica e la vince. Successivamente si ritira alla Milano-Sanremo così come non riesce a fare la differenza alla Liegi-Baston-Liegi ma il suo 2013 sancisce la grande vittoria al Giro d’Italia con un finale di corsa degno del grande campione. A maggio, ai nastri partenza rosa, si presenta come uno dei principali aspiranti alla vittoria, assieme a Bradley Wiggins, Michele Scarponi e Cadel Evans. Dopo un inizio in sordina cresce di tappa in tappa. Nel weekend della seconda settimana la svolta quando attacca sul monte Jafferau a 2 km dall’arrivo riuscendo a staccare tutti, meno che Mauro Santambrogio, vittorioso nello sprint conclusivo. Il giorno dopo sul Galibier mantiene il vantaggio in classifica nei confronti degli inseguitori; nella diciottesima tappa, la cronoscalata fino a Polsa, si aggiudica quindi la vittoria, Dopo l’annullamento della diciannovesima tappa per avverse condizioni meteorologiche, si ripete nella ventesima frazione, l’ultima di montagna, con arrivo alla cima Coppi, staccando gli inseguitori e giungendo al traguardo in solitaria. La ventunesima tappa, con arrivo a Brescia, per il siciliano dell’Astana altro non è che una passerella in attesa della premiazione finale. Nibali riesce dunque alla sua quinta presenza alla “corsa

LA GUIDA PER LA C I T T a '

arà un esame, senza dubbio, anche per Firenze questo Mondiale di ciclismo e lo sarà per il traffico. Il Comune insieme a tutte le altre istituzioni hanno pensato ad una serie di modifiche all’assetto viario di modo da non caricare eccessivamente il già complicato panorama che aspetta i cittadini. Il percorso di gara in uscita dal centro storico utilizza i lungarni della Zecca Vecchia e Pecori Giraldi per dirigersi verso il cavalcavia dell’Affrico. Quindi i veicoli provenienti dai viali di circonvallazione, una volta arrivati all’incrocio con lungarno Pecori Giraldi non potranno ne’ attraversarlo in direzione del Ponte San Niccolo’, ne’ imboccare lungarno del Tempio in direzione Firenze Sud. Per ripristinare questi collegamenti e’ stato definito un itinerario alternativo valido sia per raggiungere la zona di Firenze Sud e Gavinana provenendo dai viali di circonvallazione che per ritrovare i viali dei Colli: i veicoli provenienti da viale Giovane Italia svolteranno a sinistra sul lungarno Pecori Giraldi, mantenendosi in adiacenza alla Caserma dei Carabinieri e poi ancora a sinistra per reimmettersi sul viale Amendola, percorreranno quest’ultimo fino a via Colletta o fino a viale Mazzini, dove potranno svoltare a destra; da via Colletta, proseguendo su via Scipione Ammirato o da viale Mazzini svoltando a destra

su via Mannelli (che sara’ invertita) potranno raggiungere la strada sottostante il Cavalcavia dell’Affrico; una volta passati sotto il cavalcavia, utilizzando via Lorenzo Di Credi (che sara’ invertita) si potranno immettere su via De Sanctis (che sara’ a senso unico verso il lungarno Colombo); all’incrocio De Sanctis-Colombo potranno svoltare a sinistra sul lungarno Colombo, in direzione di Firenze Sud, oppure attraversare l’Arno sul Ponte da Verrazzano per raggiungere il quartiere di Gavinana o ritornare a est verso piazza Ferrucci e il viali dei Colli. In alternativa (fino al 26 settembre escluso) da piazza della Liberta’ si potranno utilizzare i viali della “circonvallazione nord” (Volta-Righi-Duse-Verga-Gignoro ) imboccando viale Don Minzoni e il Cavalcavia delle Cure. Coloro che normalmente utilizzano via De Sanctis o via Aretina in direzione piazza Alberti dovranno utilizzare il lungarno Colombo e via del Campofiore. Anche in entrata citta’ provenendo da Firenze Sud o Gavinana in direzione dei viali di circonvallazione occorrera’ utilizzare i percorsi alternativi, passando per la “circonvallazione nord” e le Cure: lungarno Colombo, via del Campofiore, Cavalcavia Affrico, via Lungo l’Affrico, viale Righi, piazza Edison, viale Volta, Cavalcavia delle Cure, viale Don Minzoni, piazza Liberta’.

Mondiali di ciclismo in mezzo all'arte. Le strade fiorentine saranno fino a domenica la passerella delle due ruote. rosa” a ottenere la vittoria finale, dopo aver più volte sfiorato il successo – un terzo e un secondo posto rispettivamente nelle edizioni 2010 e 2011. GLI ALTRI FAVORITI CANCELLARA E SAGAN Dopo il nostro favorito é obbligatorio analizzare anche gli altri grandi favoriti di mondiale che potrebbe essere una rivincita del meraviglioso duello vissuto al Fiandre 2013 tra Fabian Cancellara e Peter Sagan. In effetti, i due campioni - pur con preparazioni diverse - arrivano alla settimana iridata in ottime condizioni e sembrano avere qualcosa in più rispetto alla concorrenza. Per entrambi, però, ci sono dei punti interrogativi. Cancellara disputerà tre gare in una settimana: crono a squadre, crono individuale e corsa in linea. Il calendario è ben distribuito, ma le fatiche accumulate nelle due prove contro il tempo potrebbero far perdere un po’ di brillantezza a Spartacus. Peter Sagan ha dato una dimostrazione di forza strepitosa al Gp di Montreal e appare in netto crescendo di condizione. Il problema per il corridore della Cannondale è la squadra. La Slovacchia è numericamente e tecnicamente inferiore alle principali nazionali. Resta il fatto che se la corsa dovesse decidersi nell’ultimo giro, Sagan è in grado di vincere sia allo sprint che andandosene da solo sull’ultimo strappo. Tornando a Cancellara bisogna registrare, in questo 2013, il quarto posto alle Strade Bianche, il terzo posto alla Milano-Sanremo per poi vincere per la seconda volta il giro delle Fiandre. Soprannominato Spartacus, è uno specialista delle cronometro, delle corse di un giorno e delle brevi gare a tappe: in carriera ha infatti vinto quattro campionati mondiali a cronometro e la prova contro il tempo ai Giochi olimpici del 2008; nel proprio palmarès vanta inoltre

tre Parigi-Roubaix, due Giri delle Fiandre, una Milano-Sanremo, una Tirreno Adriatico e un Tour De Suisse. Nel suo paese è uno degli sportivi più famosi insieme al tennista Roger Federer. PHILIPPE GILBERT Il terzo incomodo è Philippe Gilbert che dopo essere rimasto vittima della maledizione della maglia iridata per tutto il 2013, è riuscito a ottenere la prima vittoria del 2013 alla Vuelta. Il belga si è ritirato dalla corsa spagnola al termine della seconda settimana di corsa - il ritiro dalla Vuelta è pratica discussa e discutibile - e arriva al Mondiale con buone sensazioni. Tuttavia, appare un gradino sotto al duo sopracitato. Anche la Spagna si presenta al via con molte ambizioni. Rodriguez e Valverde rientrano tra i favoriti, ma nessuno dei due ha dimostrato di essere ultra-competitivo in questo tipo di gare. Presente anche Contador, volenteroso ma poco brillante a Montreal. E l’Italia padrona di casa? Onestamente non penso che gli azzurri abbiano grandi chance di successo. A meno di fughe clamorose, gli uomini chiamati a giocarsi il Mondiale saranno Nibali e Pozzato. Il siciliano per poter ambire alla maglia iridata deve sperare di fare il vuoto in via Salviati e involarsi tutto solo verso il traguardo. Difficile. Pozzato ha già ampiamente dimostrato di non essere un vincente. Magari a Firenze smentirà tutti con uno sprint regale, ma alla vigilia in pochi lo danno sul gradino più alto del podio (la quota lo dimostra). Altri corridori da tener d’occhio anche in ottica scommessa - sono Gesink (in formissima nella trasferta canadese) Rui Costa, Boasson Hagen, Kolobnev (sempre competitivo al Mondiale) e Van Avermaet. La Francia si presenta al via con una buona squadra: Vichot e Voeckler possono incendiare la corsa.


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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 25 Settembre 2013

speciale

A tu per tu con la leggenda del ciclismo nostrano, l’ex commissario tecnico che ha avuto ben cinque iridati

mondialI di ciclismo

Alfredo Martini: “Mondiali da leggenda,

squadra italiana da podio”

Alfredo Martini, già CT della Nazionale di Ciclismo. Con lui sono arrivati ben cinque titoli iridati.

di MICHELA LANZA

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iamo in pieno Mondiale di ciclismo. Firenze e la Toscana hanno gli occhi del mondo sportivo puntati addosso per un evento che passerà alla storia. Anzi, che forse ci è già passato. E allora, per parlare di questa manifestazione mondiale e più in generale del ciclismo, che in questi giorni è il protagonista assoluto delle strade di cinque città del calibro di Firenze, Lucca, Pistoia, Montecatini e Fiesole (località che fanno e faranno da cornice alle corse con paesaggi

suggestivi e panorami mozzafiato), il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva l’ex commissario tecnico della Nazionale italiana, nonché ex ciclista su strada e fiorentino doc, Alfredo Martini. Uno che da ct (ruolo che ha ricoperto per 22 anni, dal 1975 al 1997), ha condotto ben 5 ciclisti a conquistare la maglia iridata: Moser (1977), Saronni (1982), Argentin (1986), Fondriest (1988) e Gianni Bugno (1991 e 1992). Insomma, un signore che il ciclismo lo sente, lo avverte, lo percepisce, lo conosce, ma soprattutto… lo ama.

Martini, innanzi tutto le chiediamo: che cosa rappresenta per un fiorentino doc come lei il fatto che Firenze e, più in generale la Toscana, stiano ospitando i Mondiali di ciclismo? «Lo considero un evento straordinario, eccezionale, unico, storico che mi rende contento e orgoglioso. La Toscana si meritava questi Mondiali per quello che i suoi campioni hanno dato al ciclismo. E sono stati tanti…». Lo sa che non sono mancate le polemiche da parte dei residenti delle zone che, inevitabilmente, sono oggetto dei disagi (ovviamente momentanei) provocati dal passaggio delle corse… «Un evento come i Mondiali di ciclismo è troppo più grande delle critiche dei cittadini... A volte, nella vita, c’è da sopportare qualche piccolo sacrificio per ottenere qualcosa di bello e straordinario». Firenze, Lucca, Pistoia, Montecatini Terme e Fiesole: sono queste le sedi che stanno ospitando i Mondiali. Cosa può dare questo evento alla Toscana? «La Toscana, che è una regione che quando fa le cose le fa per bene, è una terra che non ha certo bisogno di essere conosciuta nel mondo. E le città che ha appena citato e

che stanno ospitando i Mondiali di ciclismo sono ricche di arte e cultura. Traboccano di storia. Ma questo evento avrà con ogni probabilità il merito di rinverdire tutto questo. Credo che questi Mondiali entreranno nella leggenda». E a livello sportivo, cosa si aspetta da questi Mondiali? Chi vede come favorito? «In un Mondiale non c’è mai un solo favorito, bensì più di uno. Penso al campione del mondo in carica, il belga Philippe Gilbert. Oppure allo spagnolo Joaquim Rodriguez. E ancora ad Alejandro Valverde, al nostro Vincenzo Nibali. E aggiungo il colombiano Nairo Alexander Quintana Rojas: ha 23 anni ed è molto forte in salita». A proposito di salite, qual è il punto più difficile del percorso? «Non ci sono dubbi: le salite di Fiesole. Gli ultimi 1700 metri, dalla curva di Regresso al Teatro Romano». Della squadra italiana che ne pensa? «È la squadra migliore che Bettini potesse formare. È una squadra da podio. I nostri corridori sono completi. Nibali è il leader, ma ci sono anche valide alternative come Pozzato, come Paolini: ciclisti che hanno maturato

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un’esperienza tale da poter fare bella figura in questi Mondiali». Ci sono anche le ‘quote rosa’: che ci dice del binomio ‘donna e ciclismo’? «Anche le donne faranno la loro parte, come hanno fatto negli ultimi dieci anni. Vede, il ciclismo non è più massacrante come prima, grazie in particolar modo alle strade asfaltate e al fatto che – a differenza del passato – adesso c’è più assistenza. Più sostegno. Più che uno sport è un bell’esercizio, anche per le donne». Un tuffo nel passato, nei suoi ricordi, per chiederle – anche se in parte ha già risposto – com’è cambiato il ciclismo dai suoi tempi ad oggi? «Con le strade dissestate di una volta, il ciclismo era uno sport più individuale. Oggi, da quando i manti stradali sfiorano la perfezione, è diventato un ciclismo di gruppo. Di squadra». E poi immaginiamo la differenza dei mezzi di ieri con quelli di oggi. E per mezzi, ovviamente, intendiamo le biciclette… «Certo, quelle dei giorni nostri hanno caratteristiche diverse da quelle di un tempo. Sono più ‘leggere’: leggerezza dovuta ai materiali differenti che la scienza ha maturato e che prima non c’erano

e alle strade levigate che permettono al mezzo di ‘volare’. Di andare più veloce». Le sarebbe piaciuto correre ai tempi d’oggi? «Sì, mi sarebbe piaciuto. Vede, il ciclismo è uno sport che rimane dentro per sempre e questo anche perché l’esercizio che fai praticando questo sport, il pedalare su una bicicletta, ti permette di pensare, ti lascia il tempo di vedere e riflettere mentre lo fai… è una sensazione molto bella». Il ciclista italiano più forte dei tempi moderni? «Il nostro leader, Nibali». Il ciclista italiano più forte di tutti i tempi? «Non si possono fare paragoni tra campioni di un’epoca e un’altra. In nessuno sport». Ma ha mai tifato per qualcuno in generale, ha avuto un suo preferito? «No, non sono mai stato tifoso di qualcuno in particolare. Semplicemente, da sempre, applaudo chi riesce a fare cose fuori dal normale. Anche perché il ciclismo è uno sport complesso nel quale bisogna fare i conti con le strade, con il clima, con tante cose. Basta un niente per dover ricominciare tutto da capo. È uno sport molto complicato e nelle sue difficoltà ti insegna a capire chi sei e chi ti trovi davanti».

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 25 Settembre 2013

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irenze accoglie finalmente il Mondiale di ciclismo. La rassegna iridata, che si svolge fino al 29 settembre, vedrà tra le sue grandi protagoniste la Nazionale italiana, che non vince un mondiale dal 2008, ovvero l’ultimo anno in cui la competizione fu disputata in Italia (allora fu Varese). Da tre anni alla guida della nazionale italiana di ciclismo Paolo Bettini non ha mai visto i suoi salire sul podio nella competizione iridata, ma resta ciononostante ottimista. Per capire che cosa dobbiamo aspettarci dai corridori in maglia azzurra, Il Brivido Sportivo ha contattato proprio il ct italiano, fiducioso per l’esito della rassegna: Bettini, cosa si devono aspettare gli italiani dalla loro Nazionale di ciclismo? «L’Italia dispone di una rosa che è stata sostanzialmente costruita intorno a Vincenzo Nibali, che ha disputato a mio avviso un’ottima Vuelta in Spagna ed è uscito in buone condizioni per affrontare questa prestigiosa rassegna mondiale. Vincenzo, lo sappiamo, sa entusiasmare tutti ma il gruppo azzurro è formato anche da altri atleti per così dire un po’ più ‘’datati’’ che sapranno dare il proprio contributo, ed da altri giovani che stanno crescendo bene a loro fianco».

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Paolo Bettini: “Che bello sarebbe

il primo podio proprio a Firenze”

Lei, invece, cosa si attende da questa prestigiosa rassegna? «Corriamo in casa e confidiamo nel supporto del pubblico. Spero di ottenere il primo podio proprio a Firenze. Ho fatto scelte equilibrate, con corridori adatti a ogni tipo di gara. Questo sarà un mondiale con tutti i migliori, siamo consapevoli delle pressioni che ci sono intorno alla nostra Nazionale per la vittoria finale del mondiale; sono convinto di avere una squadra forte e pronta ad ogni tipo di corsa che si svilupperà. L’umore dei corridori che ho a disposizione è molto positivo». Crede che il percorso scelto a Firenze sia adatto per una competizione come il mondiale? «Si è parlato molto del percorso: credo sia adatto sia per una corsa dura sia alla gamba di passisti. Per quanto riguarda la nostra Nazionale, posso dire che ci saranno tutti i migliori e questo renderà senz’altro questo Mondiale assai pre-

stigioso. Corriamo in casa quindi spero davvero che il calore dei tifosi italiani ci

Paolo Bettini, CT della Nazionale Italiana di Ciclismo, in Piazza Duomo con la squadra azzurra.

dia la giusta mano per tutte le gare della settimana mondiale».

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di FRANCESCA BANDINELLI

U

n Mondiale fortemente voluto, perché la Toscana e Firenze in particolare sono un po’ il Brasile del ciclismo. Sette giorni di gare, iniziate il 22 settembre, che dureranno fino a domenica 29, quando si correrà la prova in linea dei professionisti. Una manifestazione che sarà vista in 179 Paesi del mondo, con centinaia di giornalisti accreditati. Stefania Saccardi, vice sindaco e assessore allo sport del Comune di Firenze, non ha dubbi: si tratta dell’occasione più importante per la città, oltre che per il paese intero. Vicesindaco Stefania Saccardi, cosa rappresenta il Mondiale di Ciclismo per Firenze? «Il più grande evento che la Toscana abbia mai ospitato, l’appuntamento sportivo più importante per il nostro Paese almeno fino al 2020. Non si tratta di qualcosa di considerevole solo per la nostra realtà, ma per l’Italia intera. Su di noi convergeranno gli occhi di milioni di persone». Come è nata l’idea di mettersi in gioco proponendo la candidatura della nostra città? «Li abbiamo voluti fortemente e, cosa che ci inorgoglisce più di ogni altra, siamo riusciti a battere la concorrenza spagnola». Ricorda il momento in cui vi è stato comunicata la decisione da parte dell’Uci? «Impossibile dimenticare l’emozione e la soddisfazione che ci trasmise l’allora assessore allo sport del Comune di Firenze, Dario Nardella, direttamente da Melbourne. Fu lui a raccontare il momento in cui il presidente dell’Uci, Pat Mac Quide, ha mostrato il cartoncino con la scritta: Florence, Italy.

Il Brivido Sportivo - Mercoledì 25 Settembre 2013

Intervista al vicesindaco e assessore allo sport di Firenze: numeri prospettive del grande evento

Stefania Saccardi: “Siamo il Brasile del ciclismo, ovvio ospitare i mondiali” Capimmo subito, tutti, che sarebbe stata un’opportunità globale, a livello economico, turistico, promozionale e infrastrutturale. Tanto che in questi tre anni abbiamo lavorato in piena sinergia con la Regione e gli altri enti locali interessati». Si può dire che con il Mondiale in Toscana il ciclismo arriva nel suo Brasile? «Assolutamente. Viviamo nel territorio che più di ogni altro vanta tradizioni, campioni e cultura ciclistica, oltre ad una folta schiera di appassionati e praticanti. Gino Bartali, Fiorenzo Magni, Gastone Nencini, Enzo Sacchi, Franco Bitossi, Mario Cipollini, Andrea Tafi, Paolo Bettini, Alfredo Martini , il compianto Franco Ballerini, Fabiana Luperini: il rischio è quello di dimenticare qualcuno. Aver portato i Mondiali di ciclismo nelle nostre strade è come aver iniziato a scrivere un capitolo che ancora mancava nella storia delle due ruote». Quali i numeri che possono descrivere il Mondiale di Ciclismo in Toscana? «Si tratta di un evento che porterà sul territorio migliaia atleti, giornalisti e tifosi. Si prevedono almeno 400.000 turisti, 1500 operatori della comunicazione da 180 Paesi con 1100 fra testate giornalistiche, tv, radio e web. Uno studio dell’Irpet ha stimato

che i mondiali genereranno affari per 423 milioni euro, mentre il Pil crescerà di 227 milioni con un più 0,07 per cento e oltre tremila saranno i nuovi posti di lavoro creati allo scopo». Quali i vantaggi per i fiorentini? «I fiorentini si ritroveranno intanto 40 chilometri di strade riassaltate (12 milioni di euro). Sette impianti sportivi cittadini (Mandela Forum, Padovani, piscina Costoli, Ridolfi, Affrico, San Marcellino e Sferisterio delle Cascine che presenteremo domani), grazie ai ribassi d’asta per interventi infrastrutturali legati all’evento (oltre un milione e mezzo di euro) sono stati sottoposti a manutenzione straordinaria per migliorarne la fruibilità. Si tratta di opere già realizzate che resteranno alla città, fuori dai vincoli del Patto di Stabilità». Quali gli eventi paralleli a cui sarà possibile partecipare? «Impossibile citarli tutti. L’Istituto de’ Bardi, il crafts center per l’artigianato artistico, attiverà percorsi di visite guidate in bicicletta nel quartiere dell’Oltrarno e nel centro storico. Il 26 settembre, alle 21, al Teatro Verdi, andrà in scena “Alto sui pedali”, una sinfonia per bicicletta e orchestra a cura dell’Orchestra Regionale Toscana. Alla stazione

Stefania Saccardi, vice sindaco e assessore allo Sport del Comune di Firenze con Vincenzo Nibali in occasione della tappa fiorentina dell'ultimo Giro d'Italia.

Leopolda, lo spazio Alcatraz ospiterà una selezione di una sessantina di film, tra corti e lungo metraggi, di grandi e piccoli eventi: non solo cinema, ma anche concerti, dj set, mostre e tornei di bike polo. In ognuna delle 13 biblioteche comunali si terran-

no poi incontri dedicati al tema della bicicletta. Vorrei anche ricordare l’accordo con Selex ES che metterà a disposizione del 118 e della Protezione civile un sistema digitale di ultima generazione, per comunicazioni mobili ad alto livello di sicurezza ed

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affidabilità. Al villaggio commerciale sistemato al campo Padovani Federottica, in collaborazione con l’albo degli Ottici Optometristi, sarà allestito uno speciale gazebo nel quale saranno svolti degli screening gratuiti per il controllo dell’efficienza visiva».

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Tenere i rubinetti aperti solo il tempo strettamente necessario Mentre ci si lava i denti, si fa lo shampoo e ci si insapona.

Riciclare tutta l’acqua possibile: quella fatta scorrere mentre si aspetta che venga calda, quella usata per cuocere la pasta. Anche quest’acqua è preziosa e, ad esempio, può essere utilizzata per annaffiare le piante.

Installare il frangigetto ai rubinetti (un piccolo miscelatore che mescola aria all'acqua e permette di ottenere un getto soddisfacente utilizzando meno acqua) fa risparmiare molto ED è semplice e veloce DA installare.

Quando si lavano i piatti a mano non lasciar scorrere l'acqua. E’ molto meglio riempire una bacinella utilizzando solo quella strettamente necessaria.

Mantenere rubinetti e altri impianti idrici in efficienza, riparando perdite ed altri malfunzionamenti non appena si verificano, evita dispersioni di acqua inutili e costose

Installare uno sciacquone con due tasti per due differenti volumi d'acqua, a seconda delle esigenze, è un altro modo semplice per non sprecare e consumare invece con intelligenza.

Le piante non devono essere innaffiate al mattino o nel pomeriggio ma alla sera, quando si riduce al minimo l'evaporazione dell'acqua.

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Come tutti gli sport anche il ciclismo ha le sue regole ma non tutti sanno che PER I CICLISTI PIÙ GIOVANI ce ne sono alcune di specifiche e particolari che vanno rispettate per avere un ciclismo bello e divertente. Conoscere queste regole vuol dire divertirsi correndo in sicurezza e rispettando giudici e avversari. REGOLA PRINCIPALE:

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...E’ obbligatorio l'uso del casco rigido omologato secondo le norme vigenti

...è vietato commettere Azioni scorrette a danno di altri concorrenti durante una volata

...Non si possono togliere le mani dal manubrio negli ultimi 200 metri in caso di arrivo in volata

...In caso di pioggia e maltempo, qualsiasi attività agonistica all’aperto deve essere sospesa e/o annullata

...E’ vietato l’uso di biciclette con ruote non standard. (numero minimo di 16 raggi e sezione del cerchio max 2,5 cm.)

...Nelle gare per giovanissimi non è consentita alcuna forma di rifornimento (Solo le categorie G4, G5 e G6 possono partire con la borraccia al seguito)

...il controllo dei rapporti e delle pedivelle deve essere effettuato prima della partenza

...è vietato tenere un contegno irriguardoso e/o offensivo verso la giuria, i dirigenti, gli organizzatori e il pubblico

...sono proibiti la rimozione del casco durante la gara e l’ uso del casco senza sottogola o collocato in maniera irregolare

...In tutte le prove è consentito l’utilizzo di qualsiasi tipo di bicicletta purché risponda ai requisiti di massima sicurezza e salvaguardia della incolumità dei concorrenti


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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 25 Settembre 2013

BASTIAN CONTRARIO Norberto Neto, portiere della Fiorentina. Alla sua prima stagione da titolare, è stato al centro del mercato per tutta l'estate.

LE RIVINCITE DI NORBERTO e il sogno di soffiare la maglia a Julio Cesar di CRISTIANO PUCCETTI

N

on siamo ancora in grado di azzardare che Neto, considerato fino a ieri l’altro un disastroso colabrodo, possa diventare un buon portiere. Ma alcune certezze cominciano a sedimentarsi. Certo, non si può dire proprio che lui si sia trovato la

Giacchetta nera

pappa scodellata nel piatto. E’ arrivato dal Brasile con grandi credenziali, un posto nei tre della Selecao e tante belle promesse. E’ finito in panchina/tribuna diretto, per mesi e mesi ha visto solo un campo: quello di allenamento. Da buon brasiliano credente non ha mai smesso di avere fede, di pregare perché quel posto

Ancora troppe sbavature. LA QUASI PERFEZIONE TRA I FISCHIETTI è UTOPIA?

di Giancarlo carmagnini

I

l concittadino di Ettore Fieramosca (famoso per la disfida di 510 anni contro gli spagnoli) Damato appunto di Barletta non ha fatto grossi danni in Atalanta-Fiorentina, ma nel complesso ha diretto una gara con diverse sbavature, fra le quali la più importante è la mancata concessione di un rigore per una reiterata trattenuta di maglia in area orobica nel corso del 1° tempo di Lucchini su Gonzalo Rodriguez. Nei match clou, Rocchi di Firenze in Roma-Lazio, pur con l’espulsione di Dias (Lazio) al limite ma da regolamento ineccepibile, ha portato comunque bene in fondo una gara da sempre difficilissima, per mille motivi calcistici e non, mentre Banti di Livorno è mancato negli episodi chiave di Milan–Napoli negando perlomeno un altro rigore agli uomini di Allegri. Su questo episodio, scontro Zuniga-Poli, “l’ineffabile” De Marco, giudice di porta addizionale, a non più di 2 metri dai giocatori, non ha mosso foglia. Sul finire dell’incontro (85’) l’arbitro labronico non ha espulso Britos del Napoli per una brutta entrata da dietro. Forse deconcentrato (punteggio sullo

0/5) l’assistente n° 2, Vivenzi di Brescia, in Sassuolo-Inter ha concesso all’Inter stessa, gli ultimi 2 gol in fuorigioco, e davvero inspiegabile, per la dinamica dell’azione, è l’errore commesso in Cagliari–Samp (gol annullato alla Samp per fuorigioco inesistente) dall’assistente internazionale di lungo corso, Manganelli di Milano. Concludiamo l’analisi della classe arbitrale tornando un po’ indietro. Il designatore Braschi venerdì a Coverciano, nell’incontro congiunto con tutti gli arbitri di “A” e “B” ha ribadito che il rigore su Rossi in Fiorentina–Cagliari non c’era (solo lui ed il suo Presidente Nicchi continuano a negare una lampante evidenza) e che Montella l’aveva già “sistemato” lui. In ultimo una curiosità al limite dell’incredibile, che non riguarda però gli arbitri, ma il Barcellona di Messi. Nell’incontro vinto in trasferta per 4/0 contro il Rayo Vallecano (3° formazione di Madrid dopo Real ed Atletico) i blaugrana del “Tata” Martino, dopo cinque anni ininterrotti, hanno avuto un possesso di palla inferiore a quello dell’avversario 45% contro 55%.

che ha sempre ribadito la fiducia a Neto, è diventata vincente. Si sono spenti i riflettori sul portiere brasiliano e lui in silenzio è cresciuto, partita dopo partita. La prestazione di Bergamo può essere considerata una delle migliori da quando è arrivato in Italia. Nel frattempo si aprivano penose voragini nei curriculum dei suoi possibili sostituti: Sorrentino si sta barcamenando con difficoltà a metà classifica di B col Palermo, Agazzi è stato spernacchiato da tutti gli avversari dopo i due errori (uno da Gialappa’s) che hanno segato le gambe al Cagliari contro una derelitta Sampdoria. A Julio Cesar è andata pure peggio. Gioca, si fare per dire, nella serie B inglese, nel QPR. Dopo 8 giornate ancora non ha collezionato una presenza: prima è finito in panchina, poi si è devastato una mano in allenamento. Per ora l’ex portierone dell’Inter ha salvato solo lo stipendio, l’unica cosa che gli interessa. Ma la sua parabola discendente non sembra finita: vi immaginate se Neto, dopo un super campionato, gli ruba il posto anche nella Seleçao per i Mondiali? Esagerazioni giornalistiche? Oggi sembra impossibile. Domani, chissà...

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o

fin

Dura la vita?!?

da titolare tra i pali della Fiorentina diventasse suo. Neto ha fatto un’anticamera infinita, ma chi gli si è messo ‘nel mezzo’ è uscito con le ossa rotte. Frey e Boruc, per motivi diversi, stanno finendo la propria carriera in esilio dal campionato italiano: il primo in Turchia al Bursaspor, il secondo in Inghilterra al Southampton. Avramov invece, uno a cui giocare non è mai interessato troppo, è finito in Sardegna, a fare il secondo di Agazzi, di cui poi ci occuperemo. Viviano, che pure inizialmente era stato anteposto a Neto nella scorsa stagione, è finito in un tritacarne da cui praticamente non è mai uscito. Bocciato dopo la partita di Roma, restaurato dopo le indecisioni del brasiliano nel mese di gennaio, a fine campionato ha dovuto abbandonare la maglia che ama. E non è stata una questione di soldi, è stata una scelta tecnica: Montella ha puntato su Neto. Che ha trascorso un’estate con i cecchini appostati: aspettavano impazientemente la papera per impallinarlo. Col Grasshoppers la frittata ‘finalmente’ è arrivata e da quel momento Norberto si è tolto un peso. Da lì sono cambiate molte cose e la strategia, inizialmente di facciata, della società

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 25 Settembre 2013

i'nonno pilade

E

continua la marcia de’ nostri eroi ‘n viola. Anche senza Robocoppe e i’Panzer tedesco e s’asfarta anche Bergamo e si torna co’ tre punti. Se

E ORA E SI VA A CARMARE UN Pò I’ PESCIAIOLO DI SAN VINCENZO un n’era pe’ quella bischerata a i’ 90’ co’ sardegnoli e pe’ quell’arbitro ‘nqualifihabile di domeniha e s’era a punteggio pieno, artro che discorsi. E un ne’mporta, avanti tutta, ora e si va a carmare un po’ i’ pesciaiolo di S.Vincenzo. A proposito, usurpazione di santità, di S.Vincenzi e ce n’è uno solo e s’ha ‘n panca noi! Oggi, pe’ festeggiare i’ padrone novo (un indonesiano? O che andranno a fini’ bene?) gl’ interisti e gli hanno massacrato senza pietà que’ poerini di Sassuolo, briachi di parmigiano, anzi di

reggiano. Giovedì e si fanno ritorna’ sulla terra noi, magari e ritornasse anche Robocoppe! ‘Ntanto e s’è visto finarmente i’polacchino e c’è da dire che c’è garbao un fottiho. Gli ha fatto una finta, subito di levata che gli ha mandato fori dallo stadio tutta la curva de’ bergamotti, e poi, zeba ‘n porta. Quasi go’. Dopo e ci ha riprovao co’ un corpo di testa ‘n anticipo su Migliaccio che un n’è l’urtimo de’ brodi a da’ le capate e verga traversa piena a portiere alle nane con Mati che la sverza den-

tro sulla respinta! ‘Nsomma un quasi go’ e un go’ procurato e ni’ mezzo tante belle cose. E sembra che ci sia! Un s’è visto Rebicce e i’nonno e c’è rimasto un po’ male perché tutti (anche Montella) e un fanno che dinne un gran bene! Ma allora buttiamolo nella mischia, no? Se uno gli è bono ‘n panca e l’assoda! Un antro che m’ha fatto godere gli è il mi’ nipote, ‘n porta! Che palla che gni ha preso a Denisse! Da tre metri di controbarzo e un gliel’ha tirata addosso come e dirà i’Calamai, ma gli è andao

a piglialla co’ i’braccio, co’ un riflesso da superman lontano dalla crytponite! Come Agazzi…ma no, via, un ni spariamo sulla Croce Rossa. ‘Nsomma viola tranquilli, co’ i’solito giro palla che le palle le fa girare a chi gni sta davanti (i’ pelato Colantuono e un facea che agitassi, unho risurtao: un gran mar di fegato!). Grande Mati, grande Aquila Reale, sontuoso Borja, ma tutti bravi, anche dreo, ‘ndo a parte un par di pecionate all’inizio e s’è fatto meno cazzate di’ solito, anche

quando e si stava “bassi” (a forza di senti’ Montella, i’nonno e gli’mpara anche lui). L’uniha cosa che l’ha m’ha lasciao perplesso gli è staa la scerta dello sponsor pe’ lo stadio. L’Acqua Lete! A uno come me senti’ parla’ d’acqua e gni fa veni’ e rivortoloni di stomaco. Va bene che tutti presi come e siamo da i’ recupero dell’Inca, l’uniho liquido permesso gli è quello, però l’acqua gli è bona pe’ pesci e pe’ granocchi! Comunque se e la porta bene…Basta che un me la faccian bere! Forza Violaaaaaaaaaaaa!

Il pungiglione

Dedicato a chi preferiva a Neto PURE IL PORTIERE DEL GRAND HOTEL L e api rischiano di stare inoperose per mancanza di bersagli in una giornata così, in una settimana così, nella quale si vincono due partite, si fanno cinque gol e, novità quasi inusitata, si mantiene la porta inviolata. Nessuno ha il coraggio di dire ‘bestialità’, persino gli arbitri non ci lasciano grossi spunti per farci invelenire. E allora? Allora sfruttiamo questa pausa per toglierci i sassolini dalle scarpe

e gruppetti di api a pungiglione sguainato le mandiamo a tutti quelli che dicevano che la Fiorentina non lanciava i giovani. Li lancia sì, solo che al momento giusto, quando sono in grado di farsi valere, di lasciare la loro impronta. Così Matos entra e segna in Europa League, e Wolski entra e fa segnare e gioca bene a Bergamo con l’Atalanta e presto ci sarà anche Rebic a miracolo mostrare! Gente del

’93, mica scherzi. Un altro gruppo di api assetate di punture le mandiamo da quelli che volevano per forza un portiere. Non parliamo di Agazzi per non far la figura di quelli che sparano sulla Croce Rossa, parliamo di Neto, che, così come a Genova si oppone con interventi eccellenti al fatto che partite già quasi chiuse possano venire riaperte. A Genova senza quel miracolo su Gilardino che avrebbe voluto

dire il 4-3 sarebbe stato un finale ben più drammatico, a Bergamo senza il prodigio di reattività su Denis, un 2-1 al 75’ sarebbe stato ancora ben pericoloso. Però c’era chi gli avrebbe preferito chiunque, anche il portiere del Grand Hotel. Saranno ricercati e punti, come meritano. Infine le ultime le mandiamo a chi, come Mario Sconcerti, continua a dire che alla fine pagheremo l’assenza di Gomez. Non

perché se ne possa fare a meno con facilità, non perché Gomez non sia importante, ma perché abbiam mostrato che l’organico che abbiamo può amministrare bene anche questo periodo senza il nostro “centravantone”, che non dipendiamo da un solo giocatore, per quanto forte. E allora non diciamolo nemmeno che pagheremo qualcosa, che porta sfiga. Sconcerti si merita la puntura? Se la merita e l’avrà.


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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 25 Settembre 2013

Il vivaio del club azzurro alleva e sforna da anni talenti dal sicuro avvenire: è così anche quest’anno di Andrea Giannattasio

L

a miniera d’oro di Empoli non vuol più smettere di tirar fuori le sue pepite più preziose. Da sempre il club azzurro è rinomato in tutta Italia non soltanto per avere uno speciale occhio di riguardo verso i giovani ma anche, e soprattutto, per avere un vivaio che sforna costantemente piccoli campioni dal futuro assicurato. E’ stato così per bomber come Montella, Caccia e Di Natale, potrebbe esserlo in futuro per tanti giovani protagonisti che solo oggi si affacciano nel calcio dei grandi sotto la sapiente guida del tecnico Sarri.

Empoli

EMPOLI, UNA ‘CANTERA’ CHE VALE DAVVERO ORO Anche se il palcoscenico si chiama serie B. Il recente passato, del resto, è il testimone più valido della grande scuola dell’Empoli che nella stagione appena conclusa ha salutato l’ultimo buon prodotto di casa azzurra, ovvero Riccardo Saponara, da tutti universalmente definito un campioncino predestinato. Il neo milanista però rappresenta ormai un capitolo

chiuso per il club del presidente Fabrizio Corsi, già proiettato al futuro e concentrato sulla valorizzazione delle attuali pianticelle azzurre, che proprio in queste settimane stanno muovendo i primi passi verso grandi traguardi. Ed in lizza per ripercorrere le orme di chi li ha preceduti e ha toccato poi con mano la consacrazione calcistica, ci sono almeno quattro

Franco Signorelli, 22 anni. Da qualche anno è una delle colonne portanti dell'Empoli di Sarri.

Lorenzo Tonelli, classe 1990, da tre anni nella prima squadra dell'Empoli. Qui in azione nella gara contro il Palermo.

interessanti elementi da tenere sotto controllo. Partendo dal più ‘anziano’’, Lorenzo Tonelli, centrale, classe ‘90 cresciuto nelle giovanili dell’Empoli e da tre anni ormai in prima squadra. Per lui parlano i numeri nelle ultime gare: il difensore ha già realizzato la bellezza di tre reti e si è di fatto candidato come la rivelazione più interessante di questa annata. Tocca poi a Franco Signorelli e a Manuel Pucciarelli, entrambi classe ‘91,

cresciuti nel vivaio azzurro che già da qualche anno si sono affacciati ina prima squadra finendo per trovare sempre più spazio fino a diventare colonne portanti della formazione di Sarri. Chiusura con il più piccolo, il diciannovenne Daniele Rugani, che a dispetto della giovane età ha già collezionato sei presenze, mettendosi in luce per l’abilità difensiva: anche per lui trafila nel settore giovanile dell’Empoli, con una breve parentesi nel-

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la passata stagione nella Primavera della Juventus, vincitrice della Tim Cup di categoria. Una miniera d’oro dunque, una vera e propria ‘cantera’ in stile spagnolo che fa senza dubbio dell’Empoli la squadra più ricca preziosa a livello giovanile in tutto il panorama italiano. Del resto, se si pensa alla piccola realtà azzurra in confronto ad altre ‘’big’’ della cadetteria, è facile capire come i toscani non siano capolista della serie B per caso.

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 25 Settembre 2013

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Pochi giorni all’inizio dei corsi base, iscrizioni ancora aperte per i nati nel 2007/2008

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Il Centro Ginnastica pronto

all’annata del cinquantenario di

Maria Consiglia grieCo

A

ncora pochi giorni e il Centro Ginnastica Firenze aprirà ufficialmente il suo anno sportivo. Dopo il ritorno in pedana – tra fine agosto ed inizio settembre – delle sezioni agonistiche maschile e femminile e del settore di agonistica di base (Ginnastica per Tutti), da lunedì 30 settembre prenderanno il via anche i corsi base della Scuola di Ginnastica. Appena trascorsa la concitata settimana dei mondiali di ciclismo, infatti, si apriranno le porte della sede centrale e dei nuovi spazi presso la scuola “Sandro Pertini” (situata a pochi metri dalla palestra di via Isonzo) – oltre che della consueta sede dei corsi di ginnastica ritmica, presso la scuola “Vittorino da Feltre” di Ponte a Ema – per inaugurare il 2013/2014 anche con i primi e secondi corsi, e naturalmente con i corsi di terzo livello, per bambine e bambine che già praticano la disciplina da qualche anno. Un’apertura preceduta da una “vigilia”, una tre giorni di lezioni di prova, tenutasi dal 15 al 17 settembre scorsi, che ha visto la partecipazione di decine di piccoli aspiranti ginnasti e ginnaste di tutte le

età, venuti a conoscere la palestra di Sorgane e a provare una lezione-tipo della durata di un’ora, tra giochi e percorsi motori creati dallo staff della società gigliata. Quasi al completo i corsi base, già attiva una lista d’attesa per quanti volessero attendere un posto libero; restano tuttavia aperte le iscrizioni per gli anni di nascita 2007 e 2008, cioè per bambine e bambini dell’età ideale per avviarsi alla ginnastica. La segreteria rimane quindi aperta tutti i giorni, dal lunedì al giovedì, dalle ore 16.30 alle ore 18.30, presso la sede di Sorgane, per informazio-

ni, nuove iscrizioni ai corsi della Scuola di Ginnastica e ai corsi serali (già avviati) di ginnastica artistica per adulti e della nuova disciplina federale dell’Acrosport, ed ovviamente per eventuali inserimenti nelle liste d’attesa. Così il CGF si appresta a tuffarsi nell’anno sportivo del cinquantenario, perché è proprio dal 1964 che la società fiorentina opera per la diffusione di uno degli sport più completi e antichi, e per questo si prepara fin da ora a festeggiare degnamente mezzo secolo di storia… l’appuntamento è per il saggio di fine anno!

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 25 Settembre 2013

NEW SEASON C7:

MIDLAND

si delineano le prime protagoniste di MARCO CICALI

D

a Lunedì 16 a Mercoledì 18 Settembre si sono disputate le 12 partite che hanno dato inizio al Trofeo New Season 2013. I primi a scendere in campo lunedì a Novoli sono stati i Samba contro il Cdp Vingone. Il risultato finale di 1 a 1, con i goal di Cianferoni F. per il Samba e di Misiti per il Cdp, non premia nessuna delle due squadre. A seguire, sono tornati in campo i vincitori della scorsa Top League, il Campone Utd C7, che rifilano un bel 4 a 1 all’Allegra Brigata grazie alla doppiet-

ta di Biagiotti e ai goal di Nuti e Frilli. I Black and Yellow vincono di misura contro Scarsenal C7 per 4 a 3, mentre con lo stesso risultato il W.L.F. batte un’agguerrita Steaua nel match che chiude la prima sera di gare. Nel girone C, che si gioca alla Floragafir il martedì, subito due delle migliori formazioni che calcano i campi Midland si sono affrontate: Milan Boyss (campioni in carica del torneo da ben due anni) e Gruppo Briachi 04. Hanno prevalso i ragazzi rumeni per 3 a 1, trascinati dalla doppietta di Lazar G. e dal goal di Tudor. Suc-

cessivamente, debutto dell’Atletico Talpa contro i Dildo’s. Eroe di serata è Poteti N. che, con un poker, regala ai Dildo’s il successo per 4 a 2, rimandando il primo successo degli avversari. Sempre la stessa sera, ma alla Polisportiva Novoli, altri quattro incontri: il Sanitario Feminino, team di grande esperienza, non lascia scampo ai Desperados United, con un sonoro 8 a 1. Nel taccuino dell’arbitro finiscono Mammoli e Tofani con due goal a testa e Mori A. che segna quattro goal. Match più equilibrato tra Seven Ugnano e Dinamo Buster C7, con i secondi

nominati che prevalgono per 1 a 2, grazie ai centri di Scarpi e Gherardelli. Vittoria anche per i Poeroni C7 contro i vincitori della scorsa Silver League, l’A.C. TO per 4 a 2. In evidenza D’Agostini L. con una bella tripletta, alla quale segue la realizzazione di Bambagioni N. L’ultima gara vede di fronte due squadre ben rodate come Lakers SS e Zenith San Pietronovoli. Alla fine il risultato premia lo Zenith per 5 a 2 con cinque marcatori diversi: Matera, Pratesi, Faccenda, Cioncolini e Zecchini. Mercoledì 18 è toccato al New Garden entrare in gioco, trovando però di fronte un coriaceo Firenze 94, che lo ferma

Dildo’s

sul pareggio per 3 a 3. A chiudere la prima giornata c’hanno pensato il Pipela FC e il Pieve Fight Club. Vincono i

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 25 Settembre 2013

APERTE LE ISCRIZIONI ai campionati del Calcio Toscana

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TORNEI PRIMAVERA-ESTATE: dal 5 Maggio 2014 al 24 Luglio 2014.

Sono aperte le iscrizioni ai campionati di calcio a 5 e calcio a 7 stagione sportiva 2013/2014: di seguito il riepilogo delle principali caratteristiche e delle speciali promozioni.

Caratteristiche della Stagione 2013/2014 CATEGORIE: c5/c7 maschile, c5 femminile, c5/c7 maschile over 35, c5 maschile under 21. PRE-CAMPIONATO: dal 09/16 Settembre al 25 Ottobre 2013. CAMPIONATO: dal 4 Novembre 2013 al 30 Maggio 2014 (pausa natalizia dal 21/12/2013 al 05/01/2014). Una partita settimanale con possibilità di scelta del campo di gioco e/o giorni di gara. Fase Finale Provinciale nel periodo Aprile-Maggio 2014, Fasi Finali Regionali nel giugno 2014. COPPA TOSCANA/SPORTIKA: dal 11 Novembre 2013 al 30 Maggio 2014, suddivisa in una prima Fase Eliminatoria a gironi ed una successiva Fase ad eliminazione diretta. TORNEO DEL PANETTONE: dal 16/23 Dicembre 2013 al 3 Gennaio 2014.

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Segue dalla prima Lo abbiamo visto anche a Bergamo: Giuseppe ha sgassato spesso ed e’ stato randellato dai difensori nerazzurri, incapaci di fermarlo in altro modo. Rossi ha capito che nessuno gli farà sconti: è destinato a prendere tanti calcioni, ma la sua destrezza gli consentirà di evitarne qualcuno. Pepito ha tutto: sinistro di cachemire, destro, velocità, dribbling, intelligenza, astuzia, senso profondo del gol e poi è compatto, ben piantato sul terreno. Lo devi buttare giù sgambettandolo, perché con le spalle resiste all’urto. E’ una piccola jeep col motore di una Ferrari. Ci sbilanciamo ancora, azzardando un paragone altissimo: quando prende la palla, salta l’uomo e semina il panico nella zona avversaria, ci fa tornare in mente il Baggio dei tempi viola. Come Roberto, Pepito quando riceve il passaggio dà sempre l’impressione che di lì a poco possa accadere qualcosa di determinate sulle sorti delle partita. E spesso avviene... Anche Baggino aveva una storia di legamenti, bisturi e cicatrici. Pure Roby era un campione della normalità - seppur allora non ci fossero creste e tatuaggi, solo i primi orecchini - come lo è oggi Pepito. Silenziosi entrambi, ma Baggio nello spogliatoio faceva tanti scherzi, era un Gianburrasca. Nessuno si aspettava un recupero all’attività agonistica così celere ed efficace, nemmeno Montella che aveva immaginato per lui un percorso diverso di gestione. Sarà stata la voglia di giocare dopo la grande paura oppure lo stimolo di far vincere Firenze, di sicuro Rossi è stato subito protagonista. In 6 gare disputate (nell’unica in cui è rimasto in panchina, nel ritorno del preliminare di Europa League a Firenze, i viola hanno perso...), ha segnato 5 reti (tra campionato e Europa League) e fabbricato 2 assist in Europa. Pepito ha giocato da seconda e prima punta, senza farsene accorgere. Questo dà l’esatta dimensione della sua grandezza. Firenze è pazza di lui perché ha capito di avere per le mani un nuovo fuoriclasse. Un uomo vero, semplice, calibrato a misura di città. Firenze sogna il terzo scudetto e ha capito che con Pepito può diventare realtà.

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lorente esce dal cono d’ombra. Non è più un “oggetto misterioso” e fa vedere ai suoi tifosi che non solo esiste, cosa di cui qualcuno dubitava, ma anche che la coppia d’attacco con Tevez (l’omone e il piccoletto) si può fare. Adesso Conte è avvertito. Rimane invece ancora insoluto il caso Kakà, tanto che adesso i tifosi milanisti cominceranno davvero a chiedersi perché sia sta-

KAKÀ VARGAS E ALTRI OGGETTI MISTERIOSI to comprato. La storia del giocatore brasiliano sembra uscita da una favola: il figlio che va in cerca di fortuna all’estero (trovandola, almeno in termini economici) e che, pur di tornare nella casa “natia”, decide di dimezzarsi lo stipendio. L’aria a Madrid era diventata pesante per lui, e non solo a causa dei dieci milioni di stipendio. Quindi perché dire di no a Galliani volato in Spagna per riportarlo a Milano? Un ritorno al passato che però si è su-

bito trasformato in una trappola. O meglio in un infortunio che ha fermato immediatamente il giocatore. Ma la favola continua. Kakà, tra lacrime e sospiri, decide di autosospendersi lo stipendio finché non si sarà rimesso in sesto. Galliani grida al miracolo. I tifosi un po’ meno, perché il giocatore è appena arrivato ed è già infortunato. Le illazioni si sprecano. Era già rotto? Allegri era favorevole al suo ritorno? Passato l’infortu-

nio, l’allenatore dovrà comunque ingegnarsi per trovargli un posto in squadra. Ma non finiscono qui gli “oggetti misteriosi” del calcio italiano. Un paio vestono la maglia viola, anche se solo in allenamento. Del resto Firenze è la patria del primo oggetto misterioso “doc”. Quel Walter Speggiorin centravanti di belle speranze anni ’70, che Nereo Rocco, alla totale disperazione, tentò di traslocare a terzino sinistro ritenen-

dolo adatto a marcare Bettega (sigh). Oggi nella panchina di Montella ci sono Vargas e Olivera. Giocatori di cui molti tifosi si sono dimenticati (“ma non erano andati via?”) ma che sono ben presenti nella mente dei ragionieri della società, visto che i loro succulenti contratti pesano non poco sul bilancio. Sì, perché gli oggetti misteriosi hanno stipendi in genere elevatissimi. E sono anche piuttosto schizzinosi, tanto che spesso rifiutano qual-

siasi destinazione loro proposta. A parte Kakà, naturalmente. Figliol prodigo della favola milanista. A proposito, visti i risultati di domenica, c’è un nuovo oggetto misterioso che si aggira per i campi di calcio italiani. Questa volta però non è un giocatore, ma un’intera squadra. Ultima in classifica a zero punti, un gol fatto e quindici subiti. Sassuolo: oggetto misterioso non identificato?


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