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L’ex capitano viola si racconta. La superTRASPORTATORI stagione del Chievo, il futuro, l’infortunio e il passato in gigliato Esclusiva FI 4611317V Luca 333 4233131 - Gerardo 338 9636554

Dainelli: “Col Liverpool la notte più bella” Il giorno dopo che avrà appeso le scarpette al chiodo, s’immagina ancora dentro al calcio oppure non vorrà più saperne? «Dopo tanti anni che uno è nell’ambiente del calcio credo che faccia molta fatica ad uscirne completamente. Dipende però dalle possibilità che ci saranno, ma sicuramente mi piacerebbe restare nell’ambiente. Nel frattempo sto coltivando altre passioni come quella del ristorante e dell’azienda agricola, ma bisogna vedere se sarò capace di fare queste nuove cose, perché nella mia vita ho sempre pensato al calcio».

di Alessandro Latini

oscano di quelli veri, attaccato alle origini della sua terra. Un signore elegante in campo e fuori. Dai modi garbati e gentili. Sembrerà strano, ma è il ritratto di un calciatore. E’ il ritratto di Dario Dainelli, che con la sua genuina semplicità dà un calcio ai luoghi comuni che circondano le vite di chi gioca a calcio. E’ uno di quelli che Firenze ha nel cuore. Per tutti i motivi sopra elencati e perché ha fatto parte di una Fiorentina particolarmente forte. Di quella squadra era la guida. Il capitano. Un gruppo forte, legato a doppio filo, che si è tolto la soddisfazione di giocare (bene) persino la Champions League. La parentesi fiorentina di Dainelli (cinque stagioni e mezzo dall’estate 2004 al gennaio 2010) è ricca di soddisfazioni e belle partite. Di trionfi. Di gioia. E certamente anche di qualche delusione. 171 presenze con il giglio sul petto. In mezzo alla difesa a guidare reparto e squadra. Prestazioni di qualità, condite anche da 8 gol (uno dei quali in Champions League contro il Debrecen). Leader per natura. Una sorta di gigante buono che in riva all’Arno ha conquistato tutti. Indimenticabili le sue lacrime di commozione nel giorno dell’addio. Sabato sera sarà avversario. Per una notte. Anche se la partita la guarderà dalla Tribuna e dovrà limitarsi a fare il tifo per i suoi compagni. La recente rottura del legamento crociato lo terrà fuori ancora a lungo, ma la determinazione per tornare in campo non manca di certo. Il percorso riabilitativo è cominciato bene. Verona tifa per lui, ma certamente anche da Firenze sono in tanti ad incoraggiarlo. Il Brivido Sportivo lo ha intervistato in esclusiva. Un tuffo nel passato ed uno sguardo al presente. Con la testa ben impostata sul futuro. Ha subito da poco un grave infortunio al ginocchio. Come procede il recupero? «Il ginocchio ha risposto benissimo per adesso. Sto facendo esercizi e cyclette in palestra per mantenere il tono muscolare. E’ normale che ci voglia un po’ di pazienza, perché i tempi di recupero dopo la rottura di un crociato sono comprensibilmente piuttosto lunghi».

Il Chievo ha sorpreso in questa stagione, per gioco e per risultati. Quanto ha influito il lavoro di Maran? «Questa per noi si sta dimostrando un’annata molto positiva, rischia di essere addirittura da record per punti in Serie A. Non possiamo che essere felici: siamo partiti bene e poi c’è stata continuità di rendimento. Il lavoro del mister è molto importante, sta dimostrando di sapere insegnare calcio e sa gestire bene il gruppo. E’ uno che può continuare a fare molto bene».

Dainelli (secondo in alto da destra) nella Fiorentina che ha battuto il Liverpool al Franchi nel 2009

«Ha fatto molto bene. La Fiorentina ha fatto un ottimo campionato. E’ normale che l’ambizione dei tifosi sia quella di fare ancora di più, ma il mister dal punto di vista tecnico e caratteriale è uno che riesce a trasmettere tanto ai propri giocatori. Il gruppo mi sembra ben amalgamato già dagli scorsi anni, quindi non posso che esprimere un parere positivo sulla stagione della Fiorentina». Ad una rapida occhiata esterna, da cosa può essere dipeso il calo di rendimento della Fiorentina nel girone di ritorno? «E’ difficile dirlo. Io sono venuto a vedere Fiorentina-Napoli e lì ancora era un bel vedere. La squadra meritava di vincere, in quella partita è stata sfortunata. Credo che se avesse vinto col Napoli sarebbe cambiato totalmente lo scenario di classifica. A volte basta un episodio per tenere acceso l’entusiasmo, perché poi è chiaro che è molto difficile avere continuità ad alti livelli per tutto il campionato».

Sabato prossimo il confronto con la squadra viola al Bentegodi. Che Fiorentina vi aspettate? Che tipo di partita uscirà fuori? «Penso possa uscire fuori una bella partita. Noi abbiamo tranquillità di classifica, ma a questo punto vogliamo arrivare più in alto possibile per toglierci qualche soddisfazione. La Fiorentina fa sicuramenDainelli con la ma glia del Chievo te un buon calcio contro prossimo avversari o dei viola chiunque, quindi penso ci (Foto Udali) siano tutti gli ingredienti per un bello spettacolo».

Dal Chievo alla Fiorentina. Che giudizio dà di Paulo Sousa alla sua prima esperienza in Italia da allenatore?

Facciamo un passo indietro e torniamo alla sua esperienza in viola. C’è una partita che ricorda con più piacere rispetto alle altre?

«Ce ne sono diverse alle quali sono molto legato. L’apice di quella Fiorentina, però, lo colloco la sera della vittoria interna contro il Liverpool. Il valore di quel Liverpool era altissimo, la vittoria dette convinzione ed entusiasmo a tutti. Se devo sceglierne una soltanto dico quella, anche perché quando sento i miei ex compagni parliamo spesso di quella partita lì. E devo dire che quello era davvero un grandissimo gruppo. Oltre a Gamberini e Gobbi, che giocano ancora con me, sento spesso Pasqual, Gilardino, Donadel, Jorgensen, Kroldrup, Ujfalusi e Montolivo. Oltre ad essere compagni di squadra eravamo molto amici e quindi ci siamo mantenuti tutti in contatto». Le piacerebbe tornare a vivere a Firenze al termine della carriera? Qual è la zona della città che le piace di più? «La mia vita dopo il calcio sarà a Cerreto, nelle campagne di Empoli. Ho casa lì e sto cominciando a costruire un’azienda agricola. Mi piace abitare in campagna, anche se molto vicino a Firenze, che è tutta bellissima. La mia zona preferita è quella d’Oltrarno, dove abitavo quando giocavo nella Fiorentina. E’ una zona ricca di fascino, che appartiene ancora ai fiorentini. Non è invasa dai turisti come accade in altre zone bellissime della città come Piazza Duomo, Santa Croce o Piazza Signoria».

Dal calcio al business. Come mai ha deciso di aprire un ristorante nel centro di Firenze? Che socio è Alberto Gilardino? «L’idea è nata da un gruppo di amici. Volevamo un locale legato al calcio ed ai ricordi. E’ un ristorante-museo, che ripercorre un po’ le nostre passioni. Volevamo raccontare un po’ il bello del calcio con questo locale, anche per far divertire i bambini. Dev’essere una cosa accessibile a tutti i ragazzi. Un locale anche da gita scolastica. Mi piacerebbe che oltre a visitare le bellezze di Firenze, i ragazzi entrassero anche nel nostro ristorante per conoscere un po’ di storia del calcio. Alberto è sempre Alberto, come lo vedete voi. E’ umile e disponibile, negli anni non è mai cambiato. L’ho conosciuto a Verona quindici anni fa e adesso vi assicuro che è sempre lo stesso. Per il mondo del calcio è forse troppo umile e buono. E’ uno di quelli che ha segnato di più in Serie A, eppure vedo spesso che viene pubblicizzato molto meno di quello che meriterebbe».

Dario Dainelli in maglia viola

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paese, lia la sua prima ciolese, la squadra del suo calcisticamente nella Pec dria nel 1999 e gioca in Pug An sce Cre elis 9. Fid 197 alla o nel stit era pre ted in e Pon tecipazione e il a isc par ce fer com nas tras in si lli e, ce ine ario Da o lo acquista il Lec tra Modena e Caves siv esi ces ent suc par ve nno a sua bre L’a . una rete po e lo cede al Brescia che, 29 presenze e una resta fino al 1998. Do gione l’Empoli lo riscatta sionistico, collezionando a sta fes ssim fine pro A ma . cio la ma cal del Ro nel ili la dab lare tro affi stagione da tito dell’Olimpico con ensori centrali più tita dif par la dei nel uno A, e ie ma com ser e in vo, pon niti il debutto inelli s’im titolo defi 18 febbraio del 2001 arriva delle “rondinelle” che Da o non solo la conferma a ona. Ma è con la maglia sue prestazioni gli valgon Ver ori con i Glasgow Le . al rig o età ai stit pri sa pre pro per in a ale com gir in ifin 4 lo sem volta, , raggiungendo la iva nell’estate del 200 gue arr Lea tina a ren rop Eu Fio battuto al Franchi , in alla ool ca erp nto gio serie. Il trasferime 5 in poi. A Firenze cui quella con il Liv 200 tra e, dal na rich sto dag e nto a gua ori si vitt a che viola e, dal 2012, il trasferime tinentale partecipa anche i gradi di capitano Poi il passaggio al Genoa ssima competizione con . ma reti 8 lla e Ne . vo atti gue all’ Lea ze ns sen Rangers, e in Champio naio del 2010 con 171 pre entina si conclude nel gen ia. ser tifo la del per 2-0. L’avventura fior ini iam dove diventa uno dei ben Verona, sponda Chievo,

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lente d'ingrandimento

Patron e tecnico trovino il giusto punto d’incontro, il prima possibile. La prossima stagione va programmata adesso

Della Valle-Sousa, l’ora di chiarirsi tina era stata infallibile. Buffon, che mai fin qui aveva parato di più in una singola gara di campionato, invece, il suo essere leggenda, l’ha dimostrato ancora una volta dal campo, graziato pure da una traversa maledetta. Adesso, non resta solo che tenersi stretto il quinto posto, compito agevole considerato il vantaggio sul Milan, e pure la consapevolezza di quello che questa stagione è stata, per quanto con troppi giri sulle montagne russe. Ora tocca a Della Valle e Paulo Sousa trovare il giusto punto

tina-Juventus, alle sue

ren Sousa nella notte di Fio

di FRANCESCA BANDINELLI

ell’inferno del Franchi resta l’amarezza. Perché, in fondo, la squadra si è battuta come un leone. Lo stesso piglio contro Verona, Frosinone, Empoli avrebbe significato sicuramente punti in più e dunque quarto posto. Se non di più. Peccato, perché nella notte del giudizio universale sono usciti quasi tutti promossi. Nonostante la Juventus abbia ritrovato una vittoria a Firenze che mancava dal marzo 2012 e la Fiorentina si sia ritrovata sconfitta, di misura, nel proprio fortino, dove non cadeva da sette turni (4 vittorie e 3 pareggi). Resta però la soddisfazione dell’approccio alla gara, mentale ed effettivo.

spalle la coreografia

Non è un caso che i bianconeri, in serie positiva da 25 turni (di cui 24 vittorie) non siano riusciti ad effettuare solo sei tiri, record negativo in una singola partita e che, dall’altra parte, non abbiano mai subito fin qui più tiri totali (21) e nello specchio (sette). Peccato soprattutto per Kalinic che dopo essersi battuto tanto, era riuscito a ritrovare pure la via del gol, due mesi dopo l’ultima volta (contro l’Atalanta). Terzo attaccante a bucare la difesa bianconera dal 10 gennaio ad oggi. Il lavoro sporco non era mai mancato, eppure quella concretezza che lo aveva eletto a bomber nella prima parte della stagione sembrava essere evaporata. Dopo il gol, si è pure procurato un rigore, inesistente per i moviolisti ma forse compensatore di quello negato per la trattenuta in area di Rugani ai danni di Alonso. Sarebbe stato l’epilogo perfetto, anche perché dal dischetto, fin qui, la Fioren-

Ora, archiviato l’ultimo impegno contro una big del campionato, c’è da invertire la tendenza con le medio-piccole, altro cruccio questo di Andrea Della Valle. Sabato c’è il Chievo al Bentegodi e lì non si dovrà sbagliare. Dovrà essere bravo Sousa a gestire le energie mentali, perché solo tornando a vincere si consolidano gli elementi comunque positivi emersi contro la Juve. Poi, al Franchi, arriverà il Palermo, in piena lotta per non retrocedere e pure lì sarà battaglia. Chiusura contro la Lazio che non ha più niente da chiedere al campionato, ma Inzaghi sì.

della Fiesole

d’incontro, il prima possibile, perché la prossima staa con i bianconeri gione va preFranchi durante la sfid Andrea Della Valle al parata adesso. Il portoghese “mea culpa” l’ha fatto sabato, alla Da noi vigilia della gara contro la Juventus: «Ho avuto ogni un calo mentale, ma l’ho superato». Il resto l’ha euro di - SGOMBERI spesa aggiunto domenica notte: «Ho speso energie im-TRASLOCHI - TRASPORTI TRASLOCHI ALBO Noleggio Scala Aerea ﬁno a 32 mt. ISCRIZIONE TRASPORTATORI portanti anche in società, da qui il mio ribasso diLuca 333 TRASPORTI - 338 SGOMBERI FI 4611317V 4233131 - Gerardo 9636554 tensione». Il mercato di gennaio ha lasciato ferite SMALTIMENTO RIFIUTI ancora aperte e pure le batoste rimediate contro Noleggio Scala Aerea fino a 32 mt. Roma e Tottenham, quest’ultima costata l’eliminazione dall’Europa League, sono stati bocconi amaLuca 333 4233131 Gerardo 338 9636554 ri da inghiottire, specie per uno come lui che negli Iscr. albo trasportatori fi4611317v- Aut. trasporto rifiuti FI 27348 ultimi anni aveva sempre vinto.

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Direzione sportiva, modello organizzativo e obiettivi futuri: ecco su che cosa dovrebbero riflettere i Della Valle

Una società da ridisegnare di Massimo Sandrelli

iorentina-Juventus una partita come le altre? Ecco domenica sera allo stadio c’è stata la risposta più esauriente che si potesse pretendere. La squadra è riapparsa bella, tonica come lo è stata per metà campionato.

ottenuto da Kalinic. E questo è un segno di poca cattiveria, di pochissima tensione agonistica che proprio contro le grandi finisce per fare la differenza. Anche il rigore fallito alla fine più o meno porta lo stesso segno. La Fiorentina di quest’anno è una squadra gentile,

Buffon para il rigore a Kalinic, è il momento decisivo di Fiorentina-Juventus

La Fiorentina ha bisogno di una diversa gestione sportiva. Qualcuno parla di

il rush finale dei viola

Pantaleo Corvino, qualcun altro storce la bocca. Credo che, a prescindere, occorra una diversa direzione sportiva. ntus

ole prima del match con la Juve

La coreografia della Curva Fies

Soprattutto una più precisa strategia di mercato. Allora, sia come sia, i fratelli Della Valle farebbero bene a riflettere

Contro avversari del genere gli stimoli si recuperano in un sol momento. La Fiorentina ha giocato, ha cercato di imporre il proprio gioco come quando era nei suoi “cenci”. Bene, quindi. Ma i viola hanno dimostrato ancora una volta le loro carenze. Difensori distratti, certo non all’altezza del gioco progettato da Paulo Sousa. Come contro il Napoli, i viola hanno subito un gol, pochi secondi appena dopo il pareggio

una donzella fascinosa ma troppo eterea. Manca di una forza virile per giocare a “piede duro”, per far capire agli avversari che non è disposta a subire soprusi. Ci si domanda: ma bisogna continuare con Paulo Sousa o no? Credo che la domanda che i Della Valle si devono porre non è tanto sul tecnico. Lui è un buon allenatore e gli errori che ha commesso quest’anno magari gli saranno utili il prossimo.

su come ridisegnare la società. Una volta ritoccato il modello organizzativo, i Della Valle dovranno stabilire un obiettivo chiaro, allora si potrà pensare alla rosa e al tecnico. Il resto, tutto il resto è colore, roba da chiacchiere di salotto, anche televisivo. Il calcio sta da un’al-

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L’ex presidente viola: “La cessione è un salto nel buio e si può cadere in mani sbagliate. Vincere qui è troppo difficile”

Pontello: “Firenze vorrebbe di più Ma perdere i Della Valle è un rischio”

Ranieri Pontello

di Giacomo Cialdi

E' d'accordo con chi dice che il quarto/quinto posto è la dimensione della Fiorentina? «Capisco la voglia dei tifosi di lottare sempre per posizioni migliori e traguardi più importanti, ma credo sia evidente che Juventus, Napoli e Roma hanno dimostrato di avere qualcosa in più della Fiorentina dal punto di vista della rosa. L'illusione che questa squadra potesse davvero stare al vertice della classifica è stata forte, ha contagiato anche me, però i valori sono altri: la situazione attuale, quindi il quarto o quinto posto, credo sia quella che rispecchia i veri valori in campo e gli introiti economici delle società. Lo Scudetto dei viola sarebbe stato il terzo posto, purtroppo quest'anno non ci siamo riusciti». Crede riuscirà la squadra di Sousa a conquistare l'accesso diretto all'Europa League?

a delusione per l’ingiusta sconfitta contro la Juventus è ancora cocente, ma la Fiorentina deve guardare al futuro. Rimangono tre partite per difendere la zona Europa League, obiettivo minimo di una squadra che, in un certo momento del campionato, sembrava potesse lottare addirittura per qualcosa di più del terzo posto. Intanto in città c'è chi critica i Della Valle e la dirigenza e circolano voci circa una possibile cessione del club. Per parlare di tutto questo, il Brivido Sportivo ha intervistato un imprenditore che sa cosa vuol dire essere a capo della società gigliata, Ranieri Pontello, presidente della Fiorentina dal 1980 al 1986. Ranieri Pontello, come valuta la stagione dei viola fino a questo momento? «Ho un giudizio comunque positivo sul percorso della Fiorentina in questa stagione: nella prima parte del campionato abbiamo occupato posizioni insperate e quasi dimenticate da noi tifosi. Vedere la squadra prima per diverse settimane è stato davvero bello ed emozionante. Senza considerare che non eravamo lassù per caso, praticavamo il più bel gioco della Serie A. Poi i viola hanno passato un momento di appannamento, un calo psico-fisico dal quale credo siano usciti. C'è un po' di rammarico perché con qualche punto in più contro squadre alla nostra portata poteva essere un'altra classifica. Tutto sommato, però, sono soddisfatto di ciò che Sousa e i ragazzi ci hanno fatto vedere in tutti questi mesi».

«Mancano tre partite al termine della stagione, ci sono ancora nove punti in palio. L'Inter è in ripresa dopo le prestazioni di inizio 2016, adesso ha 5 punti di vantaggio e non sarà facile raggiungerla, ma credo che i viola debbano provarci. Se poi arrivasse il quinto posto, e se il Milan dovesse vincere la Coppa Italia, vorrà dire che disputeremo due partite in più, non è la fine del mondo. Comunque vada, questa squadra è da applaudire».

Non possiamo lamentarci. Certo, è sempre possibile migliorare...». Quindi non è d'accordo con chi li attacca per i mancati trofei? «Mi tirerei la zappa sui piedi se criticassi l'attuale proprietà per la mancanza di vittorie, neanche io purtroppo sono riuscito a mettere le mani su un trofeo. In due occasioni ci siamo andati molto vicini. Ma vincere a Firenze è molto difficile per tanti fattori. Credo che l'importante sia la dignità: giocare sempre per vincere, dare il massimo e non mancare di rispetto ai tifosi. Con questo atteggiamento sono convinto che i trofei, prima o poi, arriveranno». Vede dei paralleli tra la sua gestione e quella attuale? «Non si possono fare dei confronti, sono momenti calcistici diversi. Come non si può paragonare un giocatore di oggi con uno del passato, non si può mettere sul piatto della bilancia la gestione di due società così distanti nel tempo». Quale crede sarà il futuro della Fiorentina? Nei giorni scorsi si è vociferato di una possibile cessione... «Mi auguro proprio di no! Come ho detto, da anni ormai i Della Valle stanno facendo molto bene. I tifosi, prima di auspicare una cessione, dovrebbero porsi una domanda: chi acquisterà la Fiorentina? Purtroppo si sa sempre chi va via ma mai chi verrà, e questo è pericoloso perché puoi capitare in mani "sbagliate", meno generose o meno accorte. Come è successo a me con Cecchi Gori, del resto. Quindi dico lunga vita ai Della Valle a Firenze!».

Una parte di tifoseria critica aspramente i fratelli Della Valle: come valuta la loro gestione?

Roberto Baggio fu acquistato dai Pontello

Numero uno viola dal 1980 al 1986 Tanti campioni e uno scudetto sfiorato

anieri Pontello nasce a Firenze nel 1948. Figlio di Flavio e nipote di Claudio, diventa presidente della Fiorentina nel 1980, dopo l’acquisizione del club viola da parte della famiglia di imprenditori edili. Sotto la sua gestione la squadra viola, allenata da Giancarlo De Sisti, sfiora lo Scudetto nella stagione 1981-82, conclusasi tra le polemiche dopo un lungo testa a testa con la Juventus, che vince la corsa di un solo punto, avvantaggiata da clamorosi errori arbitrali. Nell’era Pontello arrivano a Firenze grandi campioni: Bertoni, Pecci, Graziani, Passarella, Oriali e Socrates che, con la stella Antognoni, formano grandi squadre, eppure non arrivano i trofei sperati. Ranieri lascia la presidenza nel 1986, ma la Fiorentina resta di proprietà della famiglia e, nonostante un progressivo ridimensionamento degli investimenti, va vicinissima alla conquista della Coppa Uefa nel 1990, ma ancora una volta (con i soliti sospetti per le sviste arbitrali) la Juventus la batte in finale, frantumando i sogni di vittoria. Nello stesso anno, dopo una rivolta di piazza causata dalla cessione di Roberto Baggio proprio all’odiata rivale, i Pontello vendono la Fiorentina alla famiglia Cecchi Gori, uscendo definitivamente dal mondo del calcio.

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«Non condivido le critiche ai Della Valle, il loro lavoro è ottimo sotto molti punti di vista: la società è sana e importante, da anni la squadra è in Europa e mostra un bel calcio.

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Tradizione favorevole a Verona contro il Chievo: 7 vittorie su 11 gare

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Come si gode al Bentegodi

“Ciocio” Superchi Il numero uno del secondo Scudetto

di RUBEN LOPES PEGNA

a tradizione è favorevole. Bisogna continuare su questa strada. La Fiorentina ha affrontato il Chievo al Bentegodi in 11 confronti, tutti in serie A, e ha ottenuto 7 vittorie e 2 pareggi, subendo solo 2 sconfitte. E' imbattuta da 3 partite e nelle ultime 2 ha battuto i clivensi. L'ANNO SCORSO I viola si impongono per 2-1. Dopo il gol di Gonzalo Rodríguez nel primo tempo e il pareggio di Pellissier nella ripresa è Babacar al 94' a firmare la rete della vittoria. MONTELLA IMBATTUTO A VERONA Nel 2013/14 la Fiorentina supera il Chievo in rimonta per 2-1. stagione Dopo aver subito il gol di Cesar, i al Bentegodi nella scorsa Il gol vittoria di Babacar viola ribaltano il risultato grazie a una doppietta di Cuadrado. Nella stagione precedente (2012/13) il match finisce Ma i venti di calciopoli stanno soffiando già da qualche giorno e 1-1. Al 17' del primo tempo Thereau porta in vantaggio i gialloanche i festeggiamenti sono molto soft e contenuti. Tutti temono blu e sessanta secondi dopo Gonzalo Rodríguez firma la rete del ciò che purtroppo accadrà. E il sogno della Champions così è ripareggio. mandato. L'ULTIMA SCONFITTA Risale alla stagione 2011/12. I viola PER LA PRIMA VOLTA IN ZONA SALVEZZA E' una vittoperdono per 1-0 puniti da un gol di Rigoni nella ripresa. Il risultato ria importante quella che ottiene la Fiorentina al Bentegodi il 10 costa la panchina a Sinisa Mihajlovic che viene esonerato e sostidicembre 2006 alla quindicesima giornata del girone di andata. I tuito con Delio Rossi. viola battono il Chievo per 1-0 grazie a una rete segnata da Mutu LA PRIMA SFIDA Si gioca nel campionato 2001/02, il primo del Chievo in serie A. La partita termina in parità, 2-2, ed è molto emo- a dieci minuti dal novantesimo. Partita con una penalizzazione di zionante. Nuno Gomes porta in vantaggio la Fiorentina di Luciano 19 punti poi ridotta a 15 (per la vicenda calciopoli), per la prima Chiarugi al 12' del primo tempo. Corini al 45' sigla su rigore (molto volta in quel campionato la squadra di Cesare Prandelli raggiunge contestato) la rete del pareggio. Poi a 3 minuti dal novantesimo l'ex la zona salvezza. D'Anna firma la rete del sorpasso prima del definitivo 2-2 di Adria- LE ALTRE PARTITE La Fiorentina vince al Bentegodi anche nei campionati 2004/05 per 2-1 con gol di Miccoli e Bojinov, 2008/08 no, all'esordio in maglia viola, all'ultimo minuto di gioco. UNA VITTORIA INUTILE La Fiorentina la ottiene il 14 maggio per 2-0 con reti di Kuzmanovic e Gilardino e 2010/11 per 1-0 con 2006 all'ultima giornata di campionato. Davanti a 20.000 tifosi vio- gol di Vargas. Perde anche nella stagione 2009/10 per 2-1 dopo la la squadra di Cesare Prandelli batte il Chievo per 2-0 grazie ai essere passata in vantaggio con una rete di Montolivo. gol di Toni nel primo tempo e di Dainelli nella ripresa. Con questo LA PARTITA DEL GIRONE D'ANDATA La Fiorentina, il 20 risultato ottiene il quarto posto che vale la partecipazione ai preli- dicembre scorso, batte al Franchi il Chievo per 2-0 con le reti di Kalinic e Ilicic. minari di Champions League.

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ui in porta, c o m e sempre. Davanti nove nipoti e un figlio, a metà campo. Che famiglia i Superchi! Unica al mondo. Quando era a Firenze lo chiamavamo Ciocio, mai stato però in Ciociaria, tanto è vero che è nato nel ‘44 vicino al mare, ad Allumiere, non lontano da Civitavecchia. Col soprannoviola rchi in maglia me di Ciocio per noi Franco Supe è rimasto, campione d’Italia con il secondo scudetto, Coppa Italia, torneo anglo-italiano. Era arrivato nel ‘65 dalla Tevere Roma, squadra dalla quale arrivò anche Merlo. Dalla Il Giardino di Fiorentina passò al Verona, allenatore Valcareggi, e poi SVITAVVITA alla Roma, allenatore Nils Liedholm. Liedholm, ex granquesta volta si gioca…forte! de calciatore, si divertiva nell’allenamento del sabato a tirare in porta a Superchi, che magari si divertiva un po’ meno. Partite giocate nella Fiorentina? Una sciocchezza, appena 227. E’ naturalmente tra i migliori numero 1 che la Fiorentina abbia avuto, insieme con Griffanti, Costagliola, Moro, Sarti, Albertosi, Landucci, Toldo… Fieri di lui e anche della sua squadra di famiglia. FOTO 3

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Il centrocampista degli anni ’80: “Giancarlo risolverebbe tanti dei problemi della società viola”

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Miani: “Fiorentina, riprenditi Antognoni” “Sousa ha fatto un grande lavoro e ha fatto vedere una Fiorentina tra le prime della classe. Nel momento in cui qualcosa si rompe, però, bisogna porsi delle domande. Per esempio su come sono stati gestiti i momenti di emergenza. Non voglio entrare nel merito delle formazioni scelte dall’allenatore, ma è innegabile che qualcosa non funzioni più”.

Luciano Miani

di Lucia Petraroli

opo il terribile infortunio di Giancarlo Antognoni, toccò a lui infilarsi la maglia numero 10 e provare a far pesare il meno possibile la lunga assenza del capitano. E Luciano Miani fece il suo dovere, contribuendo da protagonista alla stagione 1981-82, quella del famigerato quasi scudetto, scippato ai viola dalla Juve. Il Brivido Sportivo di questa settimana ha voluto ascoltare la sua opinione sul difficile momento attraversato dalla Fiorentina e sulla prossima sfida col Chievo, che lo vede nei panni di doppio ex (A Verona ha fatto l’allenatore). Soffermandosi anche sul suo passato in viola, che Miani ricorda ancora oggi con grande affetto. Usando parole di “burro” nei riguardi della Fiorentina, del suo tifo e della città di Firenze. Parole di un giocatore e di un uomo di altri tempi, figlio di un calcio romantico che, purtroppo, non esiste più. Miani, come giudica il campionato della Fiorentina, ormai destinato a concludersi col quinto posto? “Fino a poche partite fa la Fiorentina aveva strabiliato tutti, con la modernità del suo gioco. Ultimamente, al di là dei risultati negativi, deve essere successo qualcosa all’interno. La carenza di organico può essere una spiegazione parziale. Prima la squadra metteva sotto tutti, oggi non è tranquilla e questo si riflette sulla sua concretezza in campo. Comunque il quinto posto è un risultato di tutto rispetto”. Secondo lei Sousa ha commesso degli errori?

Come giudica l’operato della famiglia Della Valle? “I Della Valle hanno investito molto sulla Fiorentina e l’hanno riportata ad alti livelli. Hanno subito molte critiche, soprattutto in questo ultimo periodo, ma secondo me sono critiche eccessive perché bisognerebbe confrontarsi con le altre piazze, per esempio quelle di Milano dove si spende molto di più e spesso si fa peggio della Fiorentina. Qualche errore è stato commesso anche dai Della Valle, ma in generale ci sarebbe da togliersi tanto di cappello”.

dra di Sousa vorrà interrompere un ciclo di brutti risultati. Perciò vedo i viola favoriti e credo che sarà una gara ricca di contenuti tecnici perché anche la squadra di Maran sta giocando un grande calcio”. Che ricordi conserva di Firenze? “Ho solo ricordi bellissimi di Firenze. L'unico momento no è stato quello dell'infortunio che mi fece interrompere un periodo di grandi opportunità, non poter dare tutto alla Fiorentina mi amareggiò. La stagione ’81-’82, quella dello scuudetto scippato dalla Juve, fu la migliore. Mi toccò sostituire Antognoni e detti tutto me stesso per non farlo rimpiangere troppo. Ho un ricordo meraviglioso delle centinaia di tifosi che ci aspettarono al ritorno da Cagliari, dove giocammo l’ultima giornata di campionato. Avevamo perso il tricolore per un punto, ma ci portarono in trionfo come se avessimo vinto e

Da ex centrocampista, come giudica la mediana viola? “E’ un reparto di qualità. A volte paga dazio perché, quando si mette in campo una formazione molto offensiva, è la mediana a essere messa più sotto pressione”.

Che partita si aspetta tra Chievo e Fiorentina? “La Fiorentina avrà più motivazioni del Chievo. I veneti hanno già ampiamente raggiunto il loro obiettivo, la squaGiancarlo Antognoni

questo ci ripagò di tutto, una cosa che dimenticherò mai. Si può anche perdere, subire un danno economico importante e una delusione grandissima, ma mi ritengo ugualmente fortunato perché ho avuto l’opportunità di portarmi dietro per tutta la vita l’immagine di una città e di un tifo capace di trasmettere un affetto che non si può spiegare con le parole. Mi vengono ancora i brividi. Eravamo un grande gruppo, molto unito. Ricordo che tutti i mercoledì ci ritrovavamo a cena in un ristorante al Ponte alla Vittoria. Ancora oggi ho molti amici di quella Fiorentina e ci sentiamo spesso”.

E’ una risorsa di cui la Fiorentina non può permettersi di fare a meno”. Chiudiamo con un suo ricordo del Chievo, prosimo avversario dei viola? “E' una delle prime squadre che mi hanno dato l'opportunità di allenare, prima con il settore giovanile, poi in serie B. E' una società molto organizzata. Hanno la dimensione di un quartiere di Firenze, ma riescono a competere in serie A. Questo lo si deve alla loro programmazione e organizzazione societaria, è un modello per tutti”.

Con chi si sente di più? “Con ‘Antonio’ (Antognoni ndr) ci sentiamo spesso e abbiamo sempre lo stesso feeling. L’assenza di Giancarlo nella Fiorentina di oggi non riesco proprio a spiegarmela. La società dovrebbe rendersi conto che Antognoni è la storia della Fiorentina, grazie a lui la squadra viola è conosciuta e stimata in tutto il mondo. E’ una figura di grande prestigio, oltre che una persona eccezionale dal punto di vista umano. Lui potrebbe rappresentare al meglio Firenze nel mondo del calcio. Sarebbe inoltre utilissimo al club, proprio in momenti di difficoltà come questi, perché conosce alla perfezione l’umore dei tifosi. Risolverebbe molti problemi.

Jolly autentico, ha giocato in tutti i ruoli Tra i protagonisti del quasi scudetto del 1982

uciano Miani nasce a Chieti nel 1956. Pur essendo principalmente un centrocampista, da autentico jolly riveste tutti i ruoli nella sua carriera, compreso quello di portiere, per qualche minuto in Ascoli-Udinese del 1980-81, in seguito all’infortunio dell’estremo friulano Della Corna. Cresciuto nelle giovanili della Juventus, muove i primi passi da professionista nella Cremonese in serie C. Poi gioca nella Ternana e nel Pisa, fino alla stagione 1978-79 in cui Giovan Battista Fabbri lo porta al Vicenza, facendolo debuttare in serie A. Dopo un’esperienza all’Udinese, la Fiorentina lo acquista nel 1981. Partito dalla panchina, trova posto nella formazione titolare dopo il gravissimo infortunio subito da Giancarlo Antognoni, colpito alla testa da Silvano Martina nel corso della partita col Genoa. Miani, in quella stagione, colleziona 26 presenze, segnando 4 gol e contribuendo al “quasi scudetto” viola. Dopo uno scontro di gioco con Platini, in un Fiorentina – Juventus del 1983, Miani subisce un pesante infortunio che ne condiziona il rendimento. La sua avventura viola finisce nel 1984 dopo 36 presenze e 5 reti in serie A. Conclusa la carriera, diventa allenatore e guida il Chievo in serie B nel 1999-2000.

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L'ANALISI

Gonzalo Rodriguez a

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Difesa logorata dall’assenza di rincalzi. Pure il capitano dà segni di cedimento. Serve una mezza rivoluzione

E se anche “Gonzalone” mostra la corda… Parlare delle prestazioni deficitarie di Roncaglia e Tomovic è come sparare sulla croce rossa: le amnesie dei due difensori di Sousa sono costate punti su punti. L’argentino, tanto per ricordare gli errori più recenti, è stato protagonista in negativo della rete di Pucciarelli a Empoli e del gol di Berardi in Fiorentina – Sassuolo (risultato poi ininfluente). Il serbo, recentemente, ha giocato meno ed è stato “più attento”, ma anche lui ha messo del suo in tanti gol subiti in questa stagione dalla Fiorentina, alcuni dei quali, leggi quello preso contro il Carpi in Coppa Italia o il rigore causato al Franchi contro il Tottenham in Europa League, hanno pesato decisamente sul percorso stagionale. Ma nelle ultime uscite, a mostrare le maggiori incertezze è stato un insospettabile: Gonzalo Rodriguez. Il capitano viola, comunque eroico in molte circostanze e autore di 4 reti importanti per il cammino gigliato, ha commesso leggerezze difensive sorprendenti ad Empoli, nella partita casalinga col Sassuolo, nel match perso al Friuli contro l’Udinese e anche nella supersfida contro la Juventus (in particolare sul gol di Mandzukic).

contrasto con Dybala

di Tommaso Borghini

n reparto abbandonato a se stesso che, da un po’ i tempo a questa parte, sta palesemente mostrando la corda. La difesa è il problema atavico della Fiorentina consegnata nella scorsa estate a Paulo Sousa. Un problema originato dalla cessione di Stefan Savic, richiamato in fretta e furia a luglio giù dalla scaletta dell’aereo che lo avrebbe portato alla tournee statunitense, e dalla evidente involuzione di alcuni degli elementi che compongono il pacchetto arretrato gigliato. La partita di domenica sera contro la Juventus ha certificato, una volta per tutte, le clamorose lacune di una sistema difensivo che, almeno nel girone d’andata, era riuscito a trovare un insospettabile equilibrio, venuto clamorosamente meno nel corso della seconda tornata del campionato. Tra topiche, distrazioni ed errori marchiani.

Giacchetta nera

Facundo Roncaglia

Errori generati dalla stanchezza, fisica e mentale, di una stagione che lo ha visto tirare la carretta senza sosta. Così anche “Gonzalone” è entrato, suo malgrado, nel mirino delle critiche. Ma la vera colpevole di questa sua flessione di rendimento è, senza alcun dubbio, la società viola, incapace di reperire sul mercato, sia nella sessione estiva che in quella invernale, un difensore degno di questo nome, abile, arruolabile (dunque l’esatto contrario del profilo di Benalouane) e in grado di concedere un po’ di respiro all'argentino. Insomma, l’unico difensore a salvarsi è stato Davide Astori, sempre (o quasi) una garanzia, nonostante il logorio dei lavori forzati. Coraggioso anche nel lanciare pubblicamente l’allarme per una difesa troppo corta per essere competitiva. Una delle poche certezze (insieme a un rigenerato e riposato Gonzalo) su cui costruire il reparto del futuro che avrà bisogno di una mezza rivoluzione, da concludere in fretta e con le idee chiare, senza se e senza ma. Perché errare è umano, ma perseverare sarebbe diabolico.

Nenad Tomovic

Tagliavento è un disastro su tutta la linea

di Giancarlo Carmagnini Atalanta - Chievo 1-0 Cervellera Altra gara dove sia l'aspetto disciplinare che quello tecnico non vanno a braccetto con una buona direzione di gara. L'arbitro tarantino non riesce, purtroppo, dopo quasi 2 anni interi di serie A e quasi 40 gare dirette, a far capire cosa vorrà fare da "grande", se mai lo diventerà... Bologna - Genoa 2-0 Damato - In una gara senza particolari episodi, c'è sicuramente da rivedere qualcosa più sull'aspetto disciplinare che su quello tecnico... In ogni caso non incide sul risultato, che, come sempre, non è sicuramente poco. Carpi - Empoli 1-0 Valeri - L'arbitro capitolino dirige, come si dice in gergo "all'inglese", ma azzecca (anche perché ben assistito) i 2-3 episodi chiave dell'incontro. Bravo! Fiorentina - Juventus 1-2 Tagliavento - Disastro totale! Dirige la partita con un solo assistente, Costanzo, infatti Giallatini (internazionale dal 2013) chiamato in causa 2 volte, ed in

situazioni pressoché analoghe, sbaglia 2 volte... la prima è però sanguinosa, in quanto annulla un gol buonissimo a Benardeschi, mentre nella seconda ferma Mandzukic in situazione decisamente meno "golosa ". Continuando, al di là di situazioni tecniche e disciplinari "normali " valutate in modo difforme su ambedue i fronti... nega un rigore più che evidente per una trattenuta di Rugani (sarebbe stato anche rosso) ad Alonso, mentre "regal ", nel vero senso della parola, un rigore, che sa tanto di compensazione, per un "niente" di Cuadrado su Kalinic, che avrebbe meritato il giallo per simulazione. Bocciatissimo!

H. Verona - Milan 2-1 Di Bello - Dubbi in 2 gol su 3. Menez è in leggero off side sul tiro di Honda che ribadisce in gol sulla respinta del portiere scaligero Gollini. Mentre la dinamica, convulsa, del rigore concesso al Verona, che porterà al momentaneo pareggio, è quanto meno caotica e poco condivisibile da un punto di vista puramente tecnico. Ancora una volta il fischietto brindisino dà un’immagine complessiva di poca sicurezza ed autorevolezza.

Frosinone - Palermo 2-0 Rocchi - Probabilmente gli sfugge, nel finale convulso, una sbracciata di Gonzalez a Dionisi in area frusinate, che era più competenza dell'addizionale Di Paolo che sua, ma a parte questo controverso e discutibile episodio, fa un’altra gara da par suo, dove non sbaglia niente. Decisamente mette un’altra perla alla collana della sua più che eccellente stagione.

Roma - Napoli 1-0 Orsato - Partita di grande spessore del direttore di gara scledense (ben coadiuvato, in particolar modo da Di Liberatore), che dimostra grande condizione atletica e mentale in tutto l'arco della partita. Suona veramente strano che né lui né Rocchi (Top Uefa entrambi) veri numeri uno della stagione, guardino gli Europei alla televisione mentre il sempre più in crisi Rizzoli vada a sgambettare sui rettangoli verde d'Oltralpe...

Inter - Udinese 3-1 Celi - Partita diretta, senza infamia e senza lode, come uno studente fuori corso, che sa che non continuerà, suo malgrado, a studiare.

Chiedere il tutto al concittadino di Rizzoli, Collina, designatore degli arbitri di Francia 2016. Sampdoria - Lazio 2-1 Rizzoli - Non è sicuramente la sua miglior stagione, e se n’è accorto anche il duo Messina / Nicchi, facendogli fare, nel giorno di Fiorentina-Juve, Roma-Napoli e Frosinone-Palermo, la più che anonima Samp-Lazio; che non dirige nemmeno in maniera impeccabile, anzi! Probabilmente il problema al polpaccio, che lo perseguita e tormenta da un paio di anni, gli ha tolto anche la serenità emotiva, che gli ha fatto "toppare", in rapida successione, Juve-Torino, Atl. Madrid-Barcellona e Carpi-Genoa. A mio modesto avviso potrebbe anche smettere dopo gli Europei e diventare immediatamente il nuovo Designatore. Torino - Sassuolo 1-3 Fabbri - Dopo un promettente avvio, è scivolato in un limbo tecnico ed emozionale, che non lo porterà all'avvicendamento tecnico immediato, solo perché i posti sono già assegnati da tempo. Se vorrà fare da arbitro anche la stagione 2017-2018 dovrà dare, nella prossima stagione, una bella e decisa sterzata al suo impegno sui rettangoli verdi.

Midland

TOP C7: ECCO TUTTE LE SQUADRE QUALIFICATE! Gruppo C: tutto già deciso. La resa dei conti per il primo posto fra Atletico Lippi e Dinamo Calabria sorride ai primi, che portano a casa un 3-2 di misura. I gialloneri del Pignone fanno 9 su 9, mentre è ininfluente il 3-0 dei Desaparecidos sul Sanitario Feminino. Nel raggruppamento D l’Oltenia passa davanti a tutti, grazie al 3-0 contro gli U.C. Diamoli C7 che vale i 7 punti del primo posto. Bene anche i Los Chupitos, che raggiungono il secondo posto e si qualificano grazie al 2-2 con il Fiorenza 1989. Questi ultimi, con 4 punti, passano il turno in qualità di miglior terza del circuito.

Fiorenza 1989

di Federico Gennarelli

erza giornata nella Top League di calcio a 7, che mostra le squadre qualificate alla seconda fase. Da 32 sono ormai diventate 16, mentre dopo le prossime tre partite soltanto le prime 8 saranno degne di giocarsi gli ambiti quarti di finale. Vediamo, dunque, chi accede al turno successivo. Nel girone A, la Steaua si qualifica nonostante il 3-1 con cui viene fermata dalla Seleçao Argentinos, ormai però matematicamente eliminata. Passa anche il Santa Maria, che ottiene il secondo successo sul Troppo Sport con un 4-1 che condanna i gialloblu.

Nel gruppo B avanti i Milan Boyss, che completano l’assalto alla prima piazza battendo l’AS Romania con un 4-1 che permette loro di chiudere a 7 punti. Amara, ma non troppo, la sconfitta dei Dothraki, che si vedono sopravanzare dal Quartiere 4 (3-1), ma possono comunque esultare perché vengono ripescati come seconda migliore terza.

I Doth

raki

Nel girone E è invece tutto facile per la capolista CDP Vingone, che stende con un sonoro 12-2 lo Sporting Bosco, spegnendone le velleità di qualificazione. Per una formazione avversaria costretta ad abbandonare, ce n’è un’altra che esulta: si tratta del Siamo Alle Paste, cui è sufficiente un 3-3 con gli All Scars per raggiungere il pass alla seconda fase. Marzocco e Pizzeria L’Oasi sono in vetta al girone F: i primi, a punteggio pieno, fanno un sol boccone del Borussia Monchentampa, grazie a un 9-0 di dimensioni esagerate. Nulla da fare per i campioni di Croazia, costretti a lasciare la competizione. I secondi, invece, faticano non poco contro il VVT, portando a casa un 3-2 di misura prezioso per la qualificazione. Sono così i biancorossi a raccogliere il secondo posto. Infine, nel gruppo G, non fa sconti il Campone UTD. Con un 12-2 senza appello ai danni del Gruppo Briachi 04, i campigiani raggiungono il primo posto a quota 7, mentre, a passare indenne il primo ostacolo è anche il Samba: mai sconfitti, i Reds si assestano a 5 punti dopo il pari con i Faggi Boys, ormai fuori dai giochi, per 3-3. Siamo dunque prontissimi per la seconda fase: due prime e due seconde si affronteranno in un altro girone con tre gare secche. Chi approderà alla griglia dei quarti? Restate sintonizzati!

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GRANDE LOTTA NELLA TOP SPORTIME DI CALCIO A 5 FEMMINILE di Steto

Top Sportime Molto avvincente la lotta per il titolo di Campione Provinciale Calcio Toscana - MSP nel calcio a 5 femminile: dopo la prima giornata del girone di ritorno quattro formazioni (metà di quelle in gara) sono in corsa punto a punto per la vittoria. Grazie al successo per 4-3 nello scontro diretto contro il Gulp, il Jolly Ferruccia (18 punti) conquista la vetta scavalcando di una lunghezza proprio le dirette rivali che vengono adesso affiancate in classifica dal New Aton Green (bloccato sul pari, 1-1, dall’Agla-San Giusto) che ha il miglior reparto difensivo (7 reti al passivo) nonchè il capocannoniere del gruppo (Alice Becucci con 12 reti). Al quarto posto (16 punti) resta nel pieno della lotta al vertice anche il CS Firenze Rosso che si impone per 4-0 sul Mix Team. In quinta posizione c’è l’AglaSan Giusto (11 punti) che precede di quattro lunghezze Le Buba N.Z. In fondo alla classifica, con 3 punti ciascuno, troviamo le Smartists Nuova Zambra ed il Mix Team.

MSP Calcio Toscana

Eccellenza Comandano le Sagittae F.T. A - dopo la prima di ritorno - nella Fase Finale Eccellenza: terminato in parità (44) il big match di giornata contro il Cral Afaf Firenze C5, la capolista mantiene 5 lunghezze di vantaggio su CS Firenze Bianco, AC Derba fem. e Cral Afaf Firenze C5. Il CS Firenze Bianco però ha già osservato il proprio turno di riposo (e pertanto ha una gara in meno rispetto alle altre formazioni) e potrebbe potenzialmente essere a soli due punti dalla vetta. Il CS Firenze Bianco ha anche la miglior difesa (15 le reti incassate), mentre la formazione più prolifica è l’AC Derba fem. che di reti ne ha messe a segno 36 (anche se il capocannoniere è Francesca Cantini delle Sagittae F.T. A con 14 reti, quasi A metà di quelle realizzate dalla sua OVA ZAMBR GARDEN NU EW N squadra). Per il quinto posto la Sancat (8 punti) precede di una lunghezza il PGS Torregalli, mentre chiude la Al quarto posto troviamo l’Ellepi (9 punti), classifica l’Urban Cougar (3 punti). che stacca adesso di ben 5 lunghezze le Mad Promozione Cows. In ultima posizione, ed ancora alla A tre giornate dal termine comanda a punteggio pieno la Fase Finale ricerca dei primi punti in classifica, resta il Promozione il Team Paddu (21 punti): praticamente inarrestabile Montefiridolfi Calcio. la marcia della capolista che ha miglior difesa (appena 6 reti incassate, meno di una in media a partita) miglior attacco (50 gol segnati, più del doppio del secondo reparto offensivo, quello Da noi ogni de Le Morelline N.Z.) e due giocatrici in lotta per il titolo di euro di TRASLOCHI - TRASPORTI - SGOMBERI spesa capocannoniere (Rita Mosca e Federica Romeo, rispettivamente TRASLOCHI Noleggio Scala Aerea ﬁno a 32 mt. con 18 e 15 reti). Il prossimo match contro la vice-capolista - 338 SGOMBERI Luca 333 TRASPORTI 4233131 - Gerardo 9636554 New Gareden Nuova Zambra (16 punti) potrebbe assegnare SMALTIMENTO RIFIUTI Noleggio Scala Aerea aritmeticamente la vittoria della competizione al Team Paddu. fino a 32 mt. Le Morelline N.Z. (12 punti), incassato il ko nell’ultimo turno Luca 333 4233131 contro la capolista, cercheranno di riprendere la corsa alla Gerardo 338 9636554 seconda posizione. Iscr. albo trasportatori fi4611317v- Aut. trasporto rifiuti FI 27348

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I viola hanno avuto contro anche un arbitro da 4 in pagella. Con la Juve è andata così, ma l'importante è che il motore si sia riacceso. Da due mesi non si vedeva una Fiorentina così: certo, gli errori difensivi non sono mancati anche stavolta. Purtroppo per Sousa, nelle ultime 13 giornate solo una volta la porta di Tatarusanu è rimasta chiusa, nello zero a zero del Matusa a Frosinone. Questo dato spiega bene in che condizioni si trovi la fase difensiva. Sousa a fine gara ha dichiarato: “Ho detto ai ragazzi che questa partita deve rappresentare un punto di partenza...”. Ha ragione: abbiamo rivisto la Fiorentina che conoscevamo e che avevamo smarrito. Bene, Sousa e i suoi uomini devono riprendere la marcia anche perché nelle ultime 9 partite la Fiorentina ha raccolto solo 7 punti. Una miseria. Comunque una partita così è confortante, speriamo davvero che il vento sia cambiato. Sabato a Verona col Chievo dovranno essere confermate queste cose buone. Soprattutto proprietà e dirigenza dovranno affrontare i temi più delicati, a cominciare dal futuro di Sousa. Sarà importante individuare un programma per la stagione prossima e indicarlo con grande chiarezza. Avanti così, da certe sconfitte è possibile rinascere ©Mario Tenerani

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STAMPA Rotostampa srl HANNO COLLABORATO Massimo Sandrelli, Ruben Lopes Pegna, Duccio Magnelli, Alessandro Latini, Giampiero Masieri, Francesca Bandinelli Cristiano Puccetti Giancarlo Carmagnini Giacomo Cialdi FOTO Massimo Sestini

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FUORIGIOCO di Duccio Magnelli

n tanti anni di calcio, non ricordiamo un Fiorentina-Juventus tranquillo. Uno 0 a 0 soporifero. Senza polemiche, rimpianti, recriminazioni, accuse. Nemmeno la partita di domenica sera ha fatto

eccezione. La Juventus ci è apparsa piuttosto sottotono, forse perché appagata dallo scudetto. Ma sottotono ci è sembrato anche il guarda-

linee − di destra o sinistra, dipende dalla prospettiva − che nel primo tempo ha annullato per fuorigioco inesistente un gol di Bernardeschi. Il mestiere è difficile, lo sappiamo. Dicono gli esperti che per valutare bene l’offside si deve sentire il colpo del piede sulla palla di chi lancia mentre lo sguardo è fisso sull’ultimo uomo della difesa.

SOLITA RABBIA, SOLITA JUVE Non sappiamo quale dei due sensi non abbia funzionato l’altra sera. Di sicuro però, con la partita ancora sullo 0 a 0, l’increscioso episodio ha cambiato il destino della gara. Vero che l’arbitro, anche lui sottotono, ha cercato di rimediare sul finale dando un rigore alla Viola. Ma Kalinic si è fatto parare il tiro da Buffon, confermando la regola non scritta secondo la quale non bisogna mai far battere il rigore a chi ha subito il fallo (lo dicono i vecchi mestieranti del calcio, noi ci limitiamo a… diffondere). In mezzo a questi due episodi ci sono stati due gol della Juventus − il secondo con Morata solo a due metri dalla porta con i difensori viola tutti schierati sulla linea − e una rete di Kalinic, con Bonucci che si è fatto fregare il pallone al limite dell’area come un ragazzetto alle prime armi. E, come se non bastasse, c’è stata anche una… magia dello stesso centravanti, che a un metro dalla porta è riu-

scito a colpire la traversa. Un’impresa difficilissima. Più facile sarebbe stato fare gol! Insomma, ancora una volta le due squadre non si sono risparmiate. Ma alla fine, come spesso capita, la sorte ha arriso ai bianconeri, che si sono portati a casa il quinto scudetto consecutivo (però, che noia! Si decideranno una buona volta a vincere la Champions!). La Viola invece si è portata a casa il sorriso amaro e l’applauso dei suoi tifosi, un bel po’ di recriminazioni, la rabbia di un quarto posto che sta svanendo. E la speranza, almeno quella, che la Juventus non perda la Coppa Italia contro il Milan. Perché in tal caso la Fiorentina dovrebbe giocarsi l’accesso all’Europa League con le qualificazioni. E sarebbe un finale amarissimo di una stagione cominciata alla grande. Che sta finendo, purtroppo, davvero sottotono.