Il Brivido Sportivo Stadio Fiorentina - Catania

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{ La formazione

Comfermato il 3-5-2, con qualche ballottaggio A pagina 11

{ Il personaggio

“Toni, ritorno al passato” da pagina 3

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Il Brivido Sportivo STADIO - 16 settembre 2012 -

di Alessandro Rialti

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ontella contro Montella o se preferite Vincenzino allo specchio. Da una parte il suo presente e dall’altra il suo recente passato. Il tutto immerso nella voglia di gioco e di spettacolo. Non ci sono dubbi che la partita di questo pomeriggio abbia una valenza doppia per il giovane allenatore napoletano che in un colpo solo si troverà davanti da una parte la squadra con la quale l’anno scorso ha realizzato un miracolo e dall’altra la squadra con la quale sogna adesso di fare un altro miracolo. E’ il bello della storia che gioca con gli intrecci. Ma Fiorentina-Catania va ben oltre la storia personale, seppur bella e piena di spunti, di un tecnico che ha iniziato a salire gli scalini del successo. Infatti è anche la gara dalla quale la Fiorentina chiede di vedere oltre i primi risultati, oltre l’entusiasmo ritrovato, al di là della speranza che si è rianimata, perché è adesso

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Fiorentina Catania

L’editoriale

E’ IL MOMENTO DI SPICCARE IL VOLO

DAL CATANIA A MILANO INIZIA LA BATTAGLIA

Supplemento al n. 30 de Il Brivido Sportivo Direttore responsabile Michela Lanza

che si potrà capire fino in fondo se davvero si è iniziata la strada del rinnovamento. E non parliamo di risultati anche se lo zero successivo alla buona gara di Napoli ha fatto male, intendiamo la verifica ulteriore della stoffa generale del gruppo. Il Catania è una squadra forte, costruita con logica, con una base omogenea, ma anche una squadra alla portata degli uomini di Montella. Insomma se i viola pagano ancora il costo, logico, di una rivoluzione profonda, dove niente è più come prima e, quindi, c’è la necessità di ricostruire con serenità, è anche vero che l’organico Consulente editoriale Alessandro Rialti Editore e pubblicità Salvini Editore srl

Redazione redazione@brividosportivo.it Grafica e impaginazione grafica@brividosportivo.it

della nuova Fiorentina offre garanzie di valore tecnico molto ampie. In sostanza: questa è una gara da vincere. Perché la Fiorentina dovrebbe essere più forte e perché il Franchi resta il Franchi. Inoltre ci saranno altri elementi che spingono verso l’ottimismo. Per primo Jovetic, che adesso ha seppellito ogni incertezza e pensa vedendo viola, poi Viviano che vuol comunque cancellare Napoli, anche se non si sente responsabile del suo risultato, ma anche Toni e Ljajic che avranno una nuova occasione. Il serbo dal primo minuto e Luca, probabilmente, a gaStampa Grafiche Cappelli - Sesto F.no Foto La Presse Hanno collaborato Alessandro Rialti, Michela Lanza,

ra iniziata. E non solo loro, ci sarà la battaglia fra Romulo e Migliaccio per un posto da titolare e pure Pasqual in testa rispetto all’ex Llama. C’è pure l’incognita dei tanti nazionali tornati, come Cuadrado, all’ultimo momento. E’ come se si trattasse di una sorta di nuova ripartenza, sapendo che poi ci sarà il Parma prima dei due match al fulmiocotone: la battaglia di tutte le battaglie al Franchi con la Juve e la trasferta a casa dell’Inter. In quattro gare la Fiorentina avrà così guardato dentro se stessa. Per questo la gara con il Catania conta doppio: sia per i viola che per Vincenzo Montella. Alessandro Latini, Ruben Lopes Pegna, Giampiero Tosi, Duccio Magnelli, Luca Capanni, Federico Pettini


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Fiorentina Catania

Il personaggio di Michela lanza

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hi se lo sarebbe mai aspettato, il ritorno di Luca Toni a Firenze. Nessuno ci avrebbe scommesso, ma Andrea Della Valle ha assolutamente tenuto fede a quello che era il suo desiderio già all’epoca del primo presunto addio del centravanti di Pavullo a Firenze. “Non è un addio, ma solo un arrivederci”, disse ADV quando lasciò partire Toni e gli dette la possibilità di approdare al Bayern Monaco dove si è tolto la soddisfazione di giocare in uno dei club più forti del mondo, di vincere campionati e ambire a prestigiosi trofei europei. E allora eccolo il ritorno del figliol prodigo, quello di un giocatore che consacrò la sua forza a Firenze segnando gol a raffica nel periodo più bello dell’epoca Della Valle, regalando punti pesanti a Prandelli, soddisfazioni al popolo viola e conquistandosi un posto da titolare inamovibile nell’esaltante e cinico Mondiale del 2006. Campione del Mondo con la maglia viola cucita addosso, Toni ha sempre avuto un pensiero di riguardo per la piazza di Firenze e non ha mai chiuso le porte ad un possibile, clamoroso e pure romantico ritorno in riva all’Arno. UN SECONDO ESORDIO. Oggi, dunque, potrebbe arrivare il secondo esordio ufficiale in maglia viola per Toni. E potrebbe arrivare nel ‘suo’ stadio, il Franchi. Quello stesso stadio che ha goduto per ben 30 volte esultando con boati echeggianti alle sue reti in campionato (in totale ne ha messe a segno 47 in A con la maglia viola in due stagioni, 30 tra le mura amiche e 17 in trasferta). Quello stesso

TONI, RITORNO AL PASSATO stadio che si è emozionato nel vederlo ogniqualvolta roteare la mano all’orecchio per esultare. Quello stadio che, dopo la delusione del fallimento, aveva ritrovato l’orgoglio di applaudire un attaccante di livello mondiale che in molti invidiavano ai viola. Quello stesso stadio che ha sfoggiato magliette celebrative in suo onore con la scritta ‘Toni&Furmini’ (perché quando si abbatteva sulle difese avversarie, la sua forza era pari a

quella di un uragano) e che ha spesso intonato la sua canzone sulle note de ‘Il ballo di Simone’. Toni nell’istante in cui metterà il suo piedone sul terreno di gioco del Franchi ripenserà in una frazione di secondo a tutto questo, alla gioia e quel sorriso smagliante che lo hanno contraddistinto nel periodo fiorentino e che si erano man mano assopiti col passare degli anni nel grigiore delle sue successive esperienze. E allora si emozionerà perché ricalcherà il ‘suo’ terreno di gioco e gonfierà ancora la rete. La ‘sua’ rete. E poi esulterà, come se questi cinque anni che lo hanno tenuto lonta-

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no dal capoluogo toscano non fossero mai passati. Come se non ci fosse stata interruzione, mai un black-out. Come se fosse sempre rimasto qui. Sarà però un secondo esordio per lui. Un secondo esordio ufficiale in maglia viola. E la speranza è che possa essere bagnato da un gol (così come 7 anni fa quando il 27 agosto del 2005 andò a segno alla prima di campionato contro la Sampdoria, in casa). Che sia per lui un vero e proprio

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ster, ha espressamente fatto capire a tutti che la Fiorentina non avrebbe acquistato qualcuno tanto per fare numero e che, se non si fosse presentata la chance giusta, la rosa sarebbe rimasta senza rinforzo nel reparto offensivo. Ma l’occasione giusta è arrivata e, si sa, l’occasione fa l’uomo ladro. Così, sono bastati veramente pochi istanti per trovare un accordo tra Toni e la società viola. Qualcuno malignerà che

è Toni-bis: dopo 5 anni sogna il suo secondo debutto al Franchi con la maglia della Fiorentina

ritorno al passato! SCOMMETTIAMO CHE... Quello che in molti dubitano è che l’arrivo di Toni sia stato un vero e proprio ripiego dopo il forfait di Berbatov. In parte può essere così, perché Pradè e Macia avevano puntato molto (se non tutto) sul giocatore bulgaro. Ma è anche vero che il ds viola, dopo il ‘bidone’ subito dall’ex attaccante del Manche-

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non poteva essere altrimenti perché il centravanti era senza contratto e la Fiorentina senza una punta da far brillare davanti agli occhi dei tifosi, ma la realtà è che a fare la differenza sia stata la stima reciproca tra le due parti, nonché la convinzione da parte di Pradè (ma anche di Montella e del suo staff) che Toni sia funzionale e ancora in condizioni psico-fisiche per

poter fare la differenza. Il fiuto del gol non gli manca (quello una punta o ce l’ha o non ce l’avrà mai), conosce meglio di chiunque altro l’ambiente fiorentino e con un po’ di affiatamento coi nuovi, potrebbe diventare fondamentale. La sua età matura, poi, potrebbe addirittura indicarlo come uno dei leader dello spogliatoio. Insomma, l’arrivo di Toni in viola ha soddisfatto Montella (e questo è quello che conta) e non è affatto un ripiego. È semplicemente un’operazione di mercato intelligente che potrebbe addirittura far volare la Fiorentina ancor più in alto delle aspettative. Intanto lui, Toni, si è ripreso la sua numero ‘30’. Poi inizierà a riprendere confidenza con il Franchi e strizzerà l’occhio al suo amico-capitano Pasqual (e non solo a lui, ovviamente) affinché torni a regalargli cross al bacio per buttarla ancora dentro come una volta (ben 14 gli assist vincenti del terzino nei due anni di Toni a Firenze, di cui 8 proprio per il centravanti emiliano). E poi dialogherà con Jovetic, creandogli spazi in area dove poter affondare e far male ad ogni difesa avversaria con i suoi guizzi e la sua velocità. Tutto questo condito da una buona dose di cuore e di sfida a se stesso… Scommettiamo che presto Toni sarà di nuovo titolare? Ci scusino i signori ‘indagati’ del mondo pallonaro ma in questo caso scommettere è lecito e, se la Fiorentina vincerà questa sua scommessa-Toni, ci sarà da divertirsi. Bentornato Luca Toni!

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Fiorentina Catania

Il Ballottaggio

di alessandro latini

L’

attacco della Fiorentina ha un solo punto fermo: Stevan Jovetic. Partiamo da qui per sviluppare qualsiasi ipotesi sul reparto offensivo che Montella sta plasmando a sua immagine e somiglianza. Rimasta orfana di un attaccante da venti reti a stagione (chissà che non possa diventarlo proprio Jovetic) e beffata in extremis da Berbatov, la rosa viola può contare su altri tre giocatori offensivi, molto diversi fra loro ma che nel corso del campionato si alterneranno al fianco del montenegrino. La corsa ad una maglia da titolare tra Adem Ljajic, Mounir El Hamdaoui e Luca Toni è appena iniziata: caratteristiche diverse, ma tutti e tre possono sperare di essere protagonisti in questa stagione. Montella deciderà chi schierare titolare gara dopo gara, in relazione alle caratteristiche dell’avversario di turno. Più indietro (e fuori gara per una maglia da titolare) Haris Seferovic, anche se a Napoli ha giocato uno scampolo di partita. IN POLE POSITION. Adem Ljajic, favorito dall’amicizia e dal feeling anche fuori dal campo con Jo-Jo, per il momento sembra quello più pronto. In gruppo a Moena fin dal primo giorno di ritiro, ha strappato a Montella una nuova (forse ultima) chance in viola. Si è liberato finalmente di quell’atteggiamento strafottente e superficiale che lo ha fatto salire agli onori della cronaca per essere un ragazzino viziato ed ha deciso di sfruttare al massimo il fatto che l’allenatore veda in lui un potenziale grande giocatore. E allora il sudore ha preso il posto dei capricci e i primi risultati si sono visti subito. Nel precampionato è stato il protagonista assoluto, diventando capocannoniere della Fiorentina. Gol a grappoli, più di Jovetic, più di El Hamdaoui. Per tenere lui l’allenatore ha

Corsa a tre per giocare al fianco di Jovetic. Ljajic il più pronto, ma sta arrivando l’uragano Toni… deciso di ‘sacrificare’ un giocatore come Alessio Cerci. Per entrambi non c’era posto in questa Fiorentina. Adem, al momento, è quello che risponde meglio alle richieste di Montella e sembra essere più a suo agio dal primo minuto piuttosto che a gara in corso. Per questo motivo, in un’ideale griglia di partenza, mettiamo lui davanti a tutti per giocare al fianco di Jovetic, anche se la Fiorentina con questa coppia perde qualche chilo di troppo nell’area di rigore avversaria. MEGLIO A GARA IN CORSO. In seconda battuta ecco Mounir El Hamdaoui, già ribattezzato dai tifosi con i nomi più improbabili. Montella ha dimostrato di apprezzarne le doti visto che non rappresenta il tipico centravanti da area di rigore. Svaria molto sul versante offensivo, ma il suo grande limite attuale è la condizione fisica. Reduce da un anno e mezzo di inattività, non è riuscito neanche a sfruttare al meglio il ritiro di Moena a ‘causa’ del Ramadan che ne ha limitato gli allenamenti. Per lui non è stato un sacrificio anche se la differenza fisica con i compagni si vede chiaramente. A Napoli è andato in crisi poco dopo l’inizio del secondo tempo, segno che non

ha nelle gambe più di un’ora di gioco. Proprio per questo motivo lo vediamo più adatto per essere impiegato a gara in corso. Sembra poter avere un impatto immediato sul match (con l’Udinese è stato così) e la sua imprevedibilità nei movimenti può spaccare partite bloccate tatticamente. Inoltre, entrando in corsa, sfrutterebbe la minor freschezza fisica degli avversari. Con lui in squadra al posto di Ljajic il reparto offensivo cambia totalmente. Il serbo agisce solitamente in una porzione limitata di campo, Mounir invece non ha una posizione ben definita. A Napoli ha giocato sul centro-destra, anche se troppo lontano dalla porta per pensare di impensierire De Sanctis. E SE SCALASSE POSIZIONI? E poi c’è lui, Luca Toni. Nelle gerarchie è evidentemente al terzo posto nella corsa al partner di Jovetic, ma questa condizione crediamo (e soprattutto speriamo) che possa essere solo momentanea. Per adesso non rientra fra i titolari, ma la caratura tecnica non c’entra. Come El Hamdaoui, è in ritardo di condizione anche se ha stupito i preparatori atletici della Fiorentina, che credevano di ritrovarselo davanti in condizioni ben peggiori. Fisico asciutto e so-

prattutto integro, non dovrebbe avere grosse difficoltà a tornare un atleta vero, se mai si fosse perso un po’ per strada a livello fisico. Il fiuto dell’attaccante di razza c’è sempre e l’ha dimostrato venerdì scorso nella partita amichevole contro l’Al Nasr. Gli avversari e la categoria non contano quando devi spedire il pallone in rete e quel movimento sul primo palo per colpire il pallone di testa è difficile da marcare anche per i difensori della serie A. Oltretutto ha una v o g l i a incredibile di segnare gol importanti nel suo stadio, davanti alla gente che lo ha applaudito quando era uno dei più forti attaccanti del mondo. Per adesso è solo in terza posizione nelle gerarchie di Montella, ma con un po’ di pazienza può davvero salire diversi gradini, fino a comporre quella ‘strana’ coppia con Jovetic.


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Fiorentina Catania

Amarcord di Ruben lopes Pegna

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on sarà una partita come tutte le altre quella di oggi per Vincenzo Montella. E’ sin troppo facile dirlo. Ma la realtà è proprio questa. Al Franchi questo pomeriggio l’Aeroplanino ritrova, infatti, una parte del suo passato recente, quel Catania che grazie a lui nello scorso campionato ha battuto ogni record, conquistando 48 punti. Mai in serie A la squadra etnea ne aveva ottenuti così tanti, dopo aver cullato anche il sogno europeo. A quattro giornate dalla fine era, infatti, ottava ad appena tre lunghezze dall’Inter che poi si sarebbe qualificata per l’Europa League. Una stagione come quella scorsa in Sicilia la ricorderanno a lungo. Ma la ricorderà anche Montella, perché non era facile per un esordiente come lui (la Roma l’aveva ereditata a campionato in corso) ottenere quei risultati splendidi, frutto di un gioco fantastico. Diciamo le cose come stanno: per buona parte del campionato il Catania è stata una delle squadre che più hanno fatto divertire, senza per questo, però, dimenticare la classifica. Montella, infatti, è una persona concreta, che aveva degli obiettivi ben precisi da raggiungere: la salvezza, innanzitutto. Ma dopo averla ottenuta con largo anticipo, ha alzato l’asticella. Il traguardo successivo, ovvero l’Europa, non l’ha raggiunto solo per un leggero calo di concentrazione, peraltro prevedibile, dei suoi giocatori nella fase finale del torneo. Ma a Catania logicamente sono stati felici lo stesso. Sono stati, semmai, dispiaciuti per averlo visto partire. Ma non volevano trattenerlo contro la sua volontà. E così l’Aeroplanino è atterrato a Firenze, pronto a mettere la sua mano nel nuovo progetto della famiglia Della Valle.

Vincenzo contro i suoi uomini, quelli dei record

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Il tecnico napoletano ritrova il “suo” Catania per la prima da ex Conosce gli avversari, ma ha le armi per batterli

Intanto il presidente Pulvirenti ha affidato il Catania a un allenatore modesto ma bravo, quel Rolando Maran che, dopo aver sfiorato la serie A con il Varese, ha debuttato nel massimo campionato proprio con il club etneo a quarantanove anni. La formazione rossoazzurra ricalca in gran parte quella che ha strabiliato tutti con Montella. In fondo anche quella attuale è una sua creatura. Grandi novità con il calcio mercato non ce ne sono state. In pratica in Sicilia sono rimasti tutti i protagonisti più importanti della splendida cavalcata della passata stagione. I tre attaccanti titolari sono stati confermati: Bar-

rientos, Bergessio e soprattutto Gomez, che l’Aeroplanino ha fatto di tutto per portare a Firenze. Sono punte di movimento. Non sono statiche. Non stanno ferme in area di rigore ad aspettare l’assist di un compagno. Così non danno riferimenti agli avversari. Ed è lo stesso schema questo che Montella sta riproponendo alla Fiorentina. L’allenatore viola, però, li conosce bene i suoi ex pupilli. Sa a menadito quelle che sono le loro caratteristiche e cercherà di prendere le contromisure necessarie per bloccarli, anche se non sarà facile perché sono giocatori di grande qualità. E lo hanno già dimostrato

in questo inizio di campionato che il Catania ha cominciato alla grande, pareggiando all’esordio all’Olimpico contro la Roma per 2-2 e battendo il Genoa per 3-2 al Massimino. Cinque gol in due gare sono davvero tanti e sono la conferma della qualità e della forza del reparto offensivo. Bergessio è andato a segno già due volte e Gomez una. Così la formazione siciliana ha addirittura un punto in più della Fiorentina. La forza del Catania è anche a centrocampo con Lodi, Izco e gli ex viola Almiron e Biagianti, ai quali si è aggiunto anche Salifu. Anche questo è un reparto che Montella ha plasmato con grande cura. Se li ritroverà tutti di fronte l’Aeroplanino i suoi ex centrocampisti, che sono dotati di grande tecnica. D’altronde in mezzo al campo l’allenatore gigliato pretende qualità. Non si accontenta di elementi che con il pallone non ci sanno fare. Vuole gente propositiva, che mira sempre a costruire il gioco. E’ questa la

sua filosofia. L’ha imposta a Catania e la sta imponendo anche a Firenze. Anche la difesa con Alvarez, Spolli, Legrottaglie, Marchese è praticamente quella di un anno fa. E Montella cercherà oggi di colpirla nei punti che ritiene più deboli. L’Aeroplanino ha preparato la sfida di oggi con la massima cura. Conosce pregi e difetti della sua ex squadra, ma è vero che anche i suoi ex giocatori conoscono le contromosse che gli avversari prendevano per fermare il suo Catania. Insomma sarà una bella sfida. Di questo ne siamo certi. Come siamo certi dell’emozione che Montella cercherà comunque di mascherare una volta che le due squadre entreranno in campo. Intanto il tecnico viola va oggi all’inseguimento della sua ventesima vittoria in panchina in 53 partite. E’ solo un piccolo traguardo questo di una carriera che ci auguriamo gliene possa riservare tanti altri di grande prestigio.

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L’angolo del tifoso di Luca Capanni

Abbonamenti 13.885, Filippo Pucci: “La società può ritenersi soddisfatta”

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l bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno era una metafora cara a Corvino, ma resta sempre attuale nel microcosmo viola anche adesso che il diesse di Vernole non ne fa più parte. Come giudicare ad esempio la quota abbonamenti raggiunta quest’anno dalla Fiorentina? 13.885 in tutto, di cui 902 rilevati dagli sponsor e 869 voucher senza tessera del tifoso. Pochi, tanti, giusti? Il Brivido Sportivo ha interpellato in proposito Leonardo Vonci, conduttore di una trasmissione su Radio Blu molto seguita dal pubblico gigliato (‘Viola nel cuore’), durante la quale non manca mai il filo diretto con esso. Cosa ne pensano i tifosi sull’argomento, per quello che ha potuto riscontrare lei? «Mi sembra che la gran parte di loro concordi su una cosa, cioè che quest’anno nessuno può obiettare su com’è stata impostata la campagna abbonamenti. Mi spiego meglio: sono stati premiati i più fedeli, cioè coloro che l’anno scorso si sono visti uno scempio di stagione al Franchi; inoltre i prezzi sono rimasti contenuti e, infine, sono stati acconten-

il bicchiere è mezzo pieno. Parola tati anche coloro che vedevano la tessera del tifoso come il mostro di Loch Ness, offrendo loro la possibilità del voucher». Ma non era lecito, per la società gigliata, aspettarsi di arrivare almeno a 15mila? «La società ha realizzato una bella campagna acquisti e diverse iniziative, ma deve tener conto che nell’ultima gara contro il Cagliari, l’anno scorso, c’erano settemila spettatori. La società sa che ha lavorato male negli ultimi anni, perché il campo è sempre lo specchio di tutto quello che succede intorno. Andare allo stadio per noi tifosi era diventato come un lavoro». Ora l’emorragia di abbonati è stata interrotta: nel 2011 erano 13.024. Questa timida inversione di tendenza è un piccolo o un grande passo avanti? «Secondo me è un segnale molto positivo perché al giorno d’oggi, in qualsiasi attività, ogni benché minimo incremento è degno di nota. Credo che la società possa ritenersi contenta, anche perché siamo

in piena crisi economica e la gente fa fatica a fare la spesa per vivere». Però la Fiorentina è al nono posto nella classifica abbo-

namenti, la Sampdoria ad esempio ha sfiorato quota 20mila. Per gli altri non c’è la crisi? «La Sampdoria ha avuto la for-

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di tifoso ha avuto un bel ‘sellino’. Invece il Napoli, squadra di una metropoli e di una tifoseria calda, si è fermato a 10.500 tessere. La stessa Inter, che ha raccolto più

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Fiorentina Catania

abbonati di tutti, si è fermata a 30.000 circa. Quindi Firenze, che non è una metropoli ma un ‘paesone’, ha fatto il suo. Poi, se tutto andrà come deve andare, la gente verrà allo stadio con i biglietti, e questo può essere uno stimolo per Montella e la squadra. Se le cose andranno bene, la gente sostituirà il pranzo con un panino alla mortadella e comprerà il biglietto». Per il futuro, come si fa a convincere 20mila persone ad abbonarsi? «Col gioco e con i risultati, tornando almeno in Europa League. Ma soprattutto con questa ritrovata politica di trasparenza e presenza, con un sindaco che indossa la maglia viola ed un ADV che esulta sudato. Se la proprietà è fredda, il resto è ibernato. E’ importante che i fratelli Tod’s abbiano voglia di ributtarsi nello stadio. Andrea è il più coinvolto, il più vicino alla tifoseria, mentre Diego è un po’ il megadirettore, tipo quello di Fantozzi… Ma c’è bisogno anche di lui, spero di rivederlo entro breve al Franchi. Intanto, nel nostro concorso radiofonico ‘Uno di noi’, Andrea se la gioca testa a testa con Roncaglia. A proposito, io credo che presto sentiremo allo stadio quel coro: ‘Andrea uno di noi!’».

Fuorigioco

A VOLTE RITORNANO I SOLITI ROSICONI di duccio magnelli

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i sentono già, in lontananza, i primi sinistri mugolii. Dopo due sole giornate di campionato, i rosiconi e i menagramo stanno tentando di tirare su la testa che avevano nascosto sotto la sabbia dopo la fiammeggiante campagna acquisti della coppia Pradè-Macia. Per adesso la maggioranza rumorosa (e schiacciante) dei tifosi li sta ricacciando indietro, ma loro non demordono. Stanno solo aspettando che la leggera ‘tendinopatia achillea’ di Aquilani si trasformi in gravissima e necessiti di un intervento chirurgico per poi dire “se non era rotto, col cavolo che lo davano a noi”. Con occhio di falco stanno monitorando ogni passo, ogni sospiro e ogni parola di Viviano. Qualcuno ha già detto che “non va bene, è troppo tifoso: quando scende in campo si emoziona”. Oppure “se era bono l’Inter non lo dava certo a noi”. E sono pronti a promuovere Neto, che nemmeno conoscono e che avevano accolto dicendo “in Brasile non si pigliano i portieri!” oppure (tanto per cambiare…) “figuriamoci, se era bono non lo facevano prendere a noi!” (ma a Firenze siamo ridotti davvero così male?).

Rimpiangono Boruc e forse anche Frey. Fra poco, siamo certi, Pizarro sarà troppo vecchio e Montella troppo giovane, El Hamdaoui troppo arabo e Borja Valero troppo pelato. Poi Roncaglia picchierà troppo e Rodriguez sarà troppo lento per fare il centrale. Stanno guardando con sospetto all’acquisto di Toni, pronti a saltare alla gola di ADV ‘colpevole’ di essere amico del giocatore (già la camicia sudata di Andrea dopo la partita con l’Udinese, un vero bagno di entusiasmo, è sembrata a qualcuno poco elegante). Ci aspettiamo, prima o poi, i rimpianti per le ‘gatte morte’ di Delio Rossi, quel gruppetto di fenomeni che ha portato la Fiorentina vicinissima alla catastrofe della retrocessione. Insomma: per i maldipancisti, gli estremisti, i controdellavalliani a prescindere, è già iniziato il conto alla rovescia. Poi cominceranno a lanciare di nuovo i siluri. Per fermarli definitivamente, la Viola − a cominciare da oggi − deve vincere il più possibile. Poi però, ne siamo certi, qualcuno proverà lo stesso a tirare fuori la testa dalla sabbia gridando “l’avevo detto che quest’anno s’era davvero forti!!!”.

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12^ giornata Andata 11/11/2012

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Ritorno 7/4/2013

Atalanta-Inter Cagliari-Catania Chievo-Udinese Genoa-Napoli Lazio-Roma Milan-Fiorentina Palermo-Sampdoria Parma-Siena Pescara-Juventus Torino-Bologna

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Atalanta-Lazio Chievo-Bologna Fiorentina-Udinese Genoa-Cagliari Juventus-Parma Milan-Sampdoria Palermo-Napoli Pescara-Inter Roma-Catania Siena-Torino

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Ritorno 10/2/2013

Catania-Atalanta Chievo-Inter Fiorentina-Juventus Genoa-Parma Milan-Cagliari Napoli-Lazio Pescara-Palermo Roma-Sampdoria Siena-Bologna Torino-Udinese

13^ giornata Andata 18/11/2012

Ritorno

Ritorno 14/4/2013

Bologna-Palermo Catania-Chievo Fiorentina-Atalanta Inter-Cagliari Juventus-Lazio Napoli-Milan Roma-Torino Sampdoria-Genoa Siena-Pescara Udinese-Parma

2^ giornata Andata 2/9/2012 1-3 1-1 3-2 1-3 3-0 2-1 2-0 2-1 3-0 1-4

Ritorno 20/1/2013

-

Bologna-Milan Cagliari-Atalanta Catania-Genoa Inter-Roma Lazio-Palermo Napoli-Fiorentina Parma-Chievo Sampdoria-Siena Torino-Pescara Udinese-Juventus

6^ giornata Andata 30/9/2012

-

17/2/2013

-

16/9/2012

Ritorno 21/4/2013

Atalanta-Genoa Cagliari-Napoli Chievo-Siena Lazio-Udinese Milan-Juventus Palermo-Catania Parma-Inter Pescara-Roma Sampdoria-Bologna Torino-Fiorentina

Chievo-Lazio Fiorentina-Catania Genoa-Juventus Milan-Atalanta Napoli-Parma Palermo-Cagliari Pescara-Sampdoria Roma-Bologna Siena-Udinese Torino-Inter

7^ giornata Andata 7/10/2012

-

Ritorno 24/2/2013

Catania-Parma Chievo-Sampdoria Fiorentina-Bologna Genoa-Palermo Milan-Inter Napoli-Udinese Pescara-Lazio Roma-Atalanta Siena-Juventus Torino-Cagliari

15^ giornata Andata 2/12/2012

Ritorno 27/1/2013

-

-

Atalanta-Torino Bologna-Catania Cagliari-Pescara Inter-Fiorentina Juventus-Roma Lazio-Siena Palermo-Chievo Parma-Milan Sampdoria-Napoli Udinese-Genoa

14^ giornata Andata 25/11/2012

Ritorno

3^ giornata Andata

Ritorno 28/4/2013

Bologna-Atalanta Catania-Milan Fiorentina-Sampdoria Genoa-Chievo Inter-Palermo Juventus-Torino Lazio-Parma Napoli-Pescara Siena-Roma Udinese-Cagliari


CO.BRA.MA. srl Via Don Lorenzo Perosi, 4 - Scandicci (FI) tel 055-753371 Fax 055-7575484 www.cobrama.it La classifica

squadra

PARTITE

in casa

in trasferta

gol

P g v n p g v n p g v n p F S

1) Juventus 6 2 2 0 0 1 1 0 0 1 1 0 0 6 1 2) Napoli 6 2 2 0 0 1 1 0 0 1 1 0 0 5 1 3) Lazio 6 2 2 0 0 1 1 0 0 1 1 0 0 4 0 4) Sampdoria 5 2 2 2 0 1 1 0 0 1 1 0 0 3 1 4) Roma 4 2 1 1 0 1 0 1 0 1 1 0 0 5 3 6) Catania 4 2 1 1 0 1 1 0 0 1 0 1 0 5 4 7) Parma 3 2 1 0 1 1 1 0 0 1 0 0 1 2 2

PARTITE

in casa

in trasferta

gol

squadra

P g v n p g v n p g v n p F S

8) Chievo 9) Fiorentina 10) Milan 11) Inter 12) Genoa 13) Torino 14) Cagliari

3 2 1 0 1 1 1 0 0 1 0 0 1 2 2 3 2 1 0 1 1 1 0 0 1 0 0 1 3 3 3 2 1 0 1 1 0 0 1 1 1 0 0 3 2 3 2 1 0 1 1 0 0 1 1 1 0 0 4 3 3 2 1 0 1 1 1 0 0 1 0 0 1 4 3 3 2 1 1 0 1 1 0 0 1 0 1 0 3 0 1 2 0 1 1 1 0 1 0 1 0 0 1 1 3

PARTITE

in casa

in trasferta

gol

squadra

P g v n p g v n p g v n p F S

15) Pescara 16) Palermo 17) Bologna 18) Udinese 19) Atalanta 20) Siena#

0 2 0 0 2 1 0 0 1 1 0 0 1 0 6 0 2 0 0 2 1 0 0 1 1 0 0 1 0 6 0 2 0 0 2 1 0 0 1 1 0 0 1 1 5 0 2 0 0 2 1 0 0 1 1 0 0 1 2 6 -1 2 0 0 2 1 0 0 1 1 0 0 1 1 2 -5 2 0 0 2 1 0 0 1 1 0 0 1 1 2

Penalizzazioni: * -1 punto; ° -2 punti; # -3 punti

Le soste Oltre a quelle di Natale (non si gioca domenica 30 dicembre, ma si riprende all’Epifania) e Pasqua, ci saranno altri “vuoti domenicali” in occasione degli impegni della Nazionale (9 settembre, 14 ottobre e 24 marzo).

8^ giornata Andata 21/10/2012

-

Ritorno 3/3/2013

Atalanta-Siena Cagliari-Bologna Chievo-Fiorentina Genoa-Roma Inter-Catania Juventus-Napoli Lazio-Milan Palermo-Torino Parma-Sampdoria Udinese-Pescara

16^ giornata Andata 9/12/2012

-

Ritorno 5/5/2013

Atalanta-Parma Bologna-Lazio Cagliari-Chievo Inter-Napoli Palermo-Juventus Pescara-Genoa Roma-Fiorentina Sampdoria-Udinese Siena-Catania Torino-Milan

9^ giornata Andata 28/10/2012

-

Ritorno 10/3/2013

16/12/2012

-

Ritorno 8/5/2013

Catania-Sampdoria Chievo-Roma Fiorentina-Siena Genoa-Torino Juventus-Atalanta Lazio-Inter Milan-Pescara Napoli-Bologna Parma-Cagliari Udinese-Palermo

31/10/2012

-

Bologna-Inter Catania-Juventus Fiorentina-Lazio Milan-Genoa Napoli-Chievo Pescara-Atalanta Roma-Udinese Sampdoria-Cagliari Siena-Palermo Torino-Parma

17^ giornata Andata

10^ giornata Andata

17/3/2013

Atalanta-Napoli Cagliari-Siena Chievo-Pescara Genoa-Fiorentina Inter-Sampdoria Juventus-Bologna Lazio-Torino Palermo-Milan Parma-Roma Udinese-Catania

18^ giornata Andata 22/12/2012

-

Ritorno

Ritorno 12/5/2013

Atalanta-Udinese Bologna-Parma Cagliari-Juventus Inter-Genoa Palermo-Fiorentina Pescara-Catania Roma-Milan Sampdoria-Lazio Siena-Napoli Torino-Chievo

11^ giornata Andata 4/11/2012

-

Ritorno 30/3/2013

Bologna-Udinese Catania-Lazio Fiorentina-Cagliari Juventus-Inter Milan-Chievo Napoli-Torino Pescara-Parma Roma-Palermo Sampdoria-Atalanta Siena-Genoa

19^ giornata Andata 6/1/2012

-

Ritorno 19/5/2013

Catania-Torino Chievo-Atalanta Fiorentina-Pescara Genoa-Bologna Juventus-Sampdoria Lazio-Cagliari Milan-Siena Napoli-Roma Parma-Palermo Udinese-Inter

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Il Brivido Sportivo STADIO - 16 settembre 2012 -

Fiorentina Catania

Radio Senza Filtro di federico pettini

“C

harles, sento malissimo, dove sei?”. “Direttore sono in mare, a pescare...”. “Hai un computer dietro?”. “Si può vivere senza...? Una ragazzina di dodici anni volendo sa dove mi trovo in questo momento”. “Meglio così. Ti ho inviato una mail. Dei miei amici interisti, amici anche di Vieri, mi hanno mandato delle carte interessanti. Hanno intercettato una telefonata che potrà esserti utile. Ci sentiamo, e buona pesca...”. “Direttore porta male, dirlo... Ha riattaccato”. Dopo un’ora in attesa che qualche pesce si facesse vivo, ripensò all’augurio del direttore e così Charlie decise di andare ad accendere il pc. La prima domanda che gli venne in mente riguardava dove si trovasse il ripetitore più vicino. Forse l’avevano installato proprio sui pesci. Ecco le carte della telefonata. Charlie le lesse tutte d’un fiato. “Pronto Matteo? Ciao, buonasera, sono io”. “Ciao Andrea, torno ora dall’America. Come gl’è?”. “Così. Ormai ci siamo. Ti ho visto anche con la cravattina viola. Lo

La Cittadella... adesso! stadio va fatto... adesso!”. “Andrea lo so. Dammi ancora qualche giorno. Lo sai che in questo Paese la burocrazia...”. “Non ci sono scuse... adesso!”. “Ascolta. So che vuoi fare un regalo per i vostri dieci anni qui a Firenze, però non è così semplice. E l’asta pubblica? E gli imprenditori? Hai sentito Dario? E ti ricordi quello che ha detto Cognigni, che serve solo per pagare l’acqua?”. “Quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto. Abbiamo dato nuova credibilità a quello che i Della Valle vogliono per la Fiorentina. Ora resta solo questo. E va fatto adesso”. “Va bene. I progetti ci sono. C’è da aprire appunto l’asta pubblica e vedere chi si farà avanti. Per il momento pare che non ci sia nessuno che voglia vedere le carte”. “Lo sappiamo, ma a quello ci penserà Diego. Voglio arrivare allo stadio, magari con la Juve, e

nel dopo partita dire che siamo pronti con la Cittadella. Del resto non ne voglio sapere. La parola chiave è una sola: adesso”. “Va bene, vedo quello che posso fare, sentirò tutti. Lo sai che in questo momento poi ho trenta cose per la testa. C’è Samu che s’è arrabbiato parecchio, tra lui e Niky non so chi mi tira più furmini... Ci si vede domenica con il Catania?”. “Adesso non te lo so dire, vedo quello che posso fare”. “Ok ti lascio. Spero solo che non si prenda una fregatura come con Berbatov... Sai, ad essere troppo ottimisti si rischia di fassi male...”. “Ti saluto, mi raccomando Matteo”. “Buona giornata, Andrea... Ah, comunque per uno dei negozi avrei un’idea...”. “Sentiamo...”.

“Un negozio di camicie, può far sempre comodo...”. “Guarda che a te non si vedeva nulla solo perché avevi le nostre magliette ultra traspiranti... Adesso ti lascio, Matteo...”. “Va bene, va bene... Alla prossima [...] Passatemi l’ufficio pubbliche relazioni. Sì pronto, ciao sono io. Senti, ho trovato la parola adatta per la campagna elettorale...”.

“Pronto direttore?”. “Charles, dimmi. Hai letto? Che te ne pare?”. “Spero di non incontrare mai i suoi amici interisti...”. “Non lo farai. Com’è andata la pesca?”. “Adesso che fa, sfotte?”. “Buona giornata, Charles...”. “Adieu, direttore...”.


Il Brivido Sportivo STADIO - 16 settembre 2012 -

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Fiorentina Catania

La formazione

S

ettimana difficile per preparare una partita importante come quella di oggi. E’ vero che Montella ha avuto la possibilità di lavorare senza l’assillo dei tre punti per una decina di giorni, ma è altrettanto vero che la maggior parte dei nazionali sono tornati in città solo mercoledì e si sono allenati in gruppo giovedì. Poco tempo per puntare il mirino sul Catania, anche se l’allenatore si affiderà al collaudato 3-5-2 che ha battuto l’Udinese e che ha ben figurato a Napoli. In porta quindi ci sarà Viviano, reduce da qualche critica di troppo e voglioso di dimostrare il proprio valore. A proteggerlo avrà una linea a tre composta da Roncaglia (nuovo beniamino dei tifosi

{

essere Migliaccio, Pizarro e Borja Valero. Il condizionale riguarda solo l’ex palermitano (gli altri due sono certi del posto) che è in ballottaggio con Romulo per prendere il posto di Aquilani. In attacco non dovrebbero esserci grosse sorprese, con Ljajic e Jovetic coppia collaudata e particolarmente affiatata, anche se Toni può sperare fino all’ultimo, visto che in settimana è stato provato al fianco del montenegrino. El Hamdaoui, invece, ha avuto qualche problema al ginocchio negli ultimi giorni e al massimo potrebbe recuperare per un posto in panchina. Il Catania, dal canto suo, non sembra portatore di clamorose novità di formazione. Rolando Maran si affiderà al

Montella potrebbe lanciare dal primo minuto Migliaccio, mentre Toni scalpita per il suo secondo debutto viola

confermato iL 3-5-2 con qualche ballottaggio STADIO Artemio Franchi - ORE 15.00

Pasqual dovrebbe spuntarla su Llama, davanti il giovane Ljajic sembra il prescelto per affiancare Jovetic dal primo minuto

viola), Gonzalo Rodriguez e Tomovic, che dopo l’esordio di Napoli sembra essersi guadagnato la riconferma nonostante anche lui sia reduce dall’impegno con la sua Nazionale. A centrocampo un paio di dubbi e uno riguarda la corsia destra. Cuadrado ha disputato un tempo con la Colombia martedì sera, mentre Cassani ha giocato l’intero match dell’Italia contro Malta. In vantaggio il secondo, che sembra in condizioni fisiche migliori. Sulla sinistra spazio per capitan Pasqual, mentre i tre centrali dovrebbero

Fiorentina 3-5-2

Jovetic Pasqual Borja Valero Pizarro

Tomovic

1 Viviano

Ljajic

4 Roncaglia, 2 G. Rodriguez, 40 Tomovic

Cassani Migliaccio

16 Cassani , 21 Migliaccio, 26 Pizarro, 20 Borja Valero, 23 Pasqual

Rodriguez

consueto 4-3-3 e gli interpreti sono quelli più affidabili, con l’eccezione di Spolli che dovrebbe andare in panchina dopo aver recuperato in extremis da un problema fisico. In porta ci sarà Andujar, mentre la difesa sarà composta da Alvarez, Bellusci, Legrottaglie e Marchese. A centrocampo spazio per i titolari Biagianti, Lodi e Almiron. In attacco il tridente è quello classico, con Gomez e Barrientos esterni e Bergessio riferimento centrale. Izco, che ha recuperato da un infortunio, andrà in panchina.

Viviano

Roncaglia

22 Ljajic, 8 Jovetic Allenatore: Vincenzo Montella CATANIA 4-3-3 21 Andujar

Bergessio Gomez

22 Alvarez, 6 Legrottaglie, 14 Bellusci, 12 Marchesei

Almiron

27 Biagianti, 10 Lodi, 4 Almiron

Marchese

Lodi

Barrientos Biagianti

Bellusci

Alvarez Legrottaglie Andujar

28 Barrientos, 9 Bergessio, 17 Gomez Allenatore: Rolando Maran

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Il Brivido Sportivo STADIO - 16 settembre 2012 -

Fiorentina Catania

Noi, le donne dei viola di Michela lanza

L

a semplicità fatta persona, una famiglia come le altre, né più, né meno. Una famiglia lontana anni luce dai lustrini e dalla ‘vetrina’ del mondo dorato che è diventato quello del pallone. È quella formata dal capitano della Fiorentina, Manuel Pasqual, e dalla sua dolcissima moglie, Mirca Ronchiato, laureata in scienze dell’educazione, ma impegnata a tempo pieno a fare la mamma («Per il momento non lavoro – ha detto Mirca – ma spero di riuscire a farlo appena i bambini saranno cresciuti un po’»). Veneti entrambi, i due si sono conosciuti dodici anni fa, nel 2000, in occasione di una sagra di paese a Croce. Complice dell’incontro, un’amica comune che, ignara di quanto sarebbe potuto succedere, li ha presentati. Da lì, un classico (ma mai banale) colpo di fulmine che l’ha fatti innamorare. Poi sono arrivate le nozze nel 2007 e due figli: Nicolò, nato nel 2009, e Aurora, nata nel 2011. La famiglia Pasqual vive ormai a Firenze da 8 anni, da quando il terzino sinistro ex Arezzo è approdato in maglia viola nel 2005 e, prima del ritorno di Toni, era rimasta l’unica superstite del primo ciclo Della Valle. Segno evidente che la società è consapevole di quanto il capitano meriti ancora di indossare la maglia della Fiorentina, ma anche di quanto questa coppia solida e seria sia stata

Mirca pasqual:

“Manuel? Sincero, preciso e amante del tiramisù. E poi quella fascia…” ormai adottata dalla città. C’è stima reciproca tra Firenze e Pasqual e la fascia di capitano che gli è stata consegnata è il coronamento di un sogno rincorso con sacrificio e attaccamento alla maglia, come ha raccontato in esclusiva al Brivido Sportivo la moglie Mirca. E poi, quante curiosità da leggere tutte d’un fiato per cercare di conoscere più a fondo il nuovo leader della squadra di Montella. Mirca, iniziamo dalla fine: che effetto le ha fatto vedere suo marito capitano (finalmente) della Fiorentina? Sappiamo bene quanto lui sognasse quella fascia al braccio, non lo ha mai nascosto. «Finalmente. E’ il giusto riconoscimento dopo otto anni di lavoro e di fedeltà alla Fiorentina. È stato contentissimo lui, sono stata contenta io. È stata un’emozione perché è stato un premio, al di là del fatto che non sempre è capitano chi porta la fascia al braccio. Si può essere leader senza fascia, ma l’averlo promosso è stato proprio il riconoscimento ufficiale per quello che ha fatto per la squadra, nello spogliatoio, per il comportamento corretto che ha sempre tenuto con tutti. Quella fascia se l’è conquistata e meritata lavorando sodo. Insomma, una bella soddisfazione (anche per me, oltre che per lui) vederlo capitano della Fiorentina». Montella però ha dichiarato che ci sono due capitani: uno straniero, uno italiano… «Giusto che Montella abbia nominato due capitani, soprattutto nei confronti di Jovetic che, in fin dei conti, era già stato nominato un anno fa vice-capitano. Dunque, considerata la partenza di Gamberini (capitano della passata stagione), la fascia sarebbe dovuta passare di diritto a JoJo. Evidentemente il tecnico viola ha voluto premiare anche Manuel proprio per la sua dedizione alla maglia viola, ma non ha voluto toglierla a chi già quella fascia era destinata». Manuel è arrivato a Firenze ben otto anni fa, all’età di 23 anni (e oggi, che di anni ne ha 30, viene chiamato ‘zio’). E in questi otto anni ha vissuto momenti belli, ma anche difficili. Come ha vissuto quel periodo di ‘accantonamento’, soprattutto quando

rientrava a casa, visto che non si è mai distinto per esternazioni polemiche e/o fuori luogo? «Quando uno viene accantonato, ne risente di spirito ed entusiasmo, ma lui è sempre stato molto bravo perché anche in casa ha sempre fatto pesare poco i suoi eventuali malumori. Manuel è un professionista che non ama portare i suoi problemi a casa, non li fa pesare in famiglia. Appena rientra e vede i suoi bambini, tutto quello che può turbarlo, gli passa in un attimo. Per quanto riguarda, poi, il suo buon senso e il fatto di non aver mai creato una polemica né niente, è vero. Lui si è sempre comportato da vero professionista. Poi, magari, qualche sassolino dalla scarpa se l’è anche tolto, ma senza la necessità di andare fuori dalle righe…». C’è mai stato un momento in cui ha pensato: “Basta, meglio andare…”. Del resto, tante volte si è parlato di un suo addio alla Fiorentina. È stato accostato, tra l’altro, a squadre importanti. Però alla fine è sempre rimasto. Che mi dice a riguardo? «Sì, più di una volta è successo che abbia pensato “La mia storia a Firenze è alla fine, me ne vado…”. È successo in particolar modo nell’anno delle tante tribune perché Manuel aveva il sentore che l’esperienza fiorentina fosse arrivata al capolinea. E c’è stata la possibilità di andare via, poi però abbiamo sempre ragionato (insieme) e deciso di rimanere, ché non esisteva nessuna alternativa migliore di Firenze e della Fiorentina. E quando dico ‘migliore’ non parlo di squadre più o meno importanti che possono aver cercato o non cercato Manuel, bensì di ‘migliore nel complesso’, come scelta di vita. Ogni anno che si è presentata un’offerta, abbiamo scelto di rimanere. E puntualmente ogni anno questa scelta è stata ripagata in qualcosa, pure negli anni peggiori. Non ha (e non abbiamo) rimpianti per le scelte fatte, né ci siamo mai pentiti». Vogliamo provare ad entrare un po’ più nello specifico? Si è parlato di Napoli e Juventus sulle tracce di Pasqual nel corso degli anni… «Per quanto riguarda la Juventus, non c’è mai stato niente di concreto. Il Napoli, invece, non c’è dubbio che sia


Il Brivido Sportivo STADIO - 16 settembre 2012 -

{

Con Prandelli dalle stelle alle stalle, poi la fiducia di Mihajlovic e adesso il ritrovato entusiasmo con Montella A Firenze ci sentiamo a casa

stata la squadra più vicina a prendersi Manuel nel 2008. Se la Fiorentina gli avesse detto “puoi andare, ok”, facendogli capire di non essere più gradito, avremmo accettato la piazza partenopea. Ma siccome la società ha sempre dimostrato di avere la volontà di continuare il rapporto con Manuel e siccome la scelta spettava a lui, abbiamo optato di restare». Due parole per descrivere i momenti di Pasqual nei vari periodi viola: con Prandelli, con Mihajlovic/Rossi, con Montella. «Con Prandelli all’inizio tutto era alle stelle. Il boom. Poi, in due anni, siamo passati inspiegabilmente dalle stelle alle stalle. Nonostante tutto, nonostante il periodo personale non tra i migliori e nonostante le tribune e le poche presenze, ha passato momenti indimen-

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Fiorentina Catania

ticabili, alcuni tra i più belli della sua carriera (come le vittorie col Liverpool). Poi è arrivato Mihajlovic e, tolti i tentennamenti iniziali, gli ha sempre dato fiducia. Peccato per i risultati negativi. È stato un periodo triste perché il gruppo non si capacitava di come non riuscisse a venire fuori da una situazione non voluta (“L’allenatore è bravo – era il pensiero del gruppo – noi ce la mettiamo tutta ma non arrivano i risultati…”). Avrebbero voluto tutti dare qualcosa di più nel periodo Mihajlovic/Rossi. Infine Montella, col quale l’anno è iniziato con un ritrovato entusiasmo. Il nuovo allenatore piace, è uno che si è saputo far rispettare da subito». A livello professionale, cosa pensa che potrebbe soddisfare suo marito, ancor più di quello che fino ad ora lo ha reso orgoglioso?

«Sicuramente sarebbe motivo di grande soddisfazione e orgoglio, per lui, alzare un trofeo con la maglia della Fiorentina. Sarebbe appagante, soprattutto dopo tanti anni. Certo, anche tornare a qualificarci per la Champions League o rivivere un’esperienza in Europa League sarebbero bei traguardi. E poi gli manca la Nazionale. Dopo esserci arrivato, seppur per una toccata

e fuga (2 presenze, ndr), sarebbe bello per lui riviverla. Del resto, indossare la maglia azzurra è sempre il sogno di tutti e la massima aspirazione di ogni calciatore». Quest’anno, potrebbe essere anche l’autore di qualche gol su punizione, visto che adesso qualcuna in più gliela faranno battere dopo un gol e un palo nelle prime tre gare ufficiali… «Eh, speriamo. Con un pizzico di fortuna… Non sarebbe male. È stato bello vederlo segnare». Proviamo ad entrare un po’ nel vostro privato: quando e come vi siete conosciuti? «Ci siamo conosciuti nel 2000 ad una sagra di un paese che si chiama Croce. Lui era un amico di una mia amica, che ci ha fatti conoscere. E, sembrerà strano, è scattato il colpo di fulmine. Poi lui si è fatto avanti e… oggi siamo qui, da dodici anni insieme» Che tipo di papà e di marito è Manuel? «E’ un papà attento e presente, compatibilmente con il suo tempo libero ovviamente. Ed è molto attaccato a nostro figlio Nicolò (e viceversa). Di solito, si dice che i maschi sono più attaccati alle mamme, mentre il nostro primo-

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Il Brivido Sportivo STADIO - 16 settembre 2012 genito stravede per il papà: lo vuole seguire ovunque. Come marito è bravo e premuroso, non mi posso certo lamentare. Magari è un po’ troppo pignolo, un maniaco della precisione». Il pregio e il difetto di Manuel? «La precisione, appunto: è un pregio che a volte aiuta, ma può essere anche un difetto se si tende all’esagerazione. Chiedete ai compagni di squadra… rompe le scatole su tutto». Il suo rapporto con la cucina? «Ama mangiare, ma non cucinare…». Il suo piatto preferito? «Mangia quasi tutto, ma è un vero e proprio amante dei dolci. Il suo piatto preferito, infatti, è il tiramisù». E che musica ama? «I suoi cantanti preferiti sono Vasco Rossi e Ligabue, ma ama un po’ tutta la musica: quella commerciale, quella che passano nelle radio, tutto. Gli piacciono anche i tormentoni dell’estate che ama ballare con nostro figlio. Mettiamola così: per quanto riguarda la musica, non è un pignolo e, se capita, ascolta pure Gigi D’Alessio». E voi avete la ‘vostra’ canzone? «Non abbiamo una nostra canzone, ma la colonna sonora del nostro matrimonio: ‘Piccola stella senza’ cielo di Luciano Ligabue». C’è un angolo della città di Firenze che sentite particolarmente vostro? Che preferite? «Sicuramente il Piazzale Michelangelo, ovvero il primo posto dove siamo stati non appena arrivati qua a Firenze». Avete un ottimo rapporto con Firenze. Ma Firenze, per

voi, sarà per sempre? «Ancora è presto per dirlo. Dipende da tante cose, da quello che farà Manuel appena smetterà di giocare e anche dagli eventi della vita. Quel che è certo è che entrambi amiamo molto Firenze, è la nostra seconda dimora. Ci sentiamo a casa sia qua che a Musile di Piave, dove abbiamo la nostra casa e dove abitava mio marito prima di approdare in Toscana». Cos’è l’amicizia per Manuel? «E’ una cosa molto importante, fondamentale… se vera. Lui conserva ancora amicizie dell’età adolescenziale, di quando aveva 16 anni. Sono quelli i suoi amici. Le amicizie nel calcio? Divide molto le due cose: una cosa sono i rapporti professionali, un’altra è l’amicizia e il dopo-lavoro». Cosa non deve fare qualcuno per essere ignorato da Pasqual? «Non deve tradire. Non sopporta le persone che davanti ti fanno l’amico e poi parlano male di te alle spalle. Quando Manuel viene tradito, su quel rapporto e su quella persona, ci mette una pietra sopra». Come si conquista la stima di suo marito? «Con la lealtà e mostrandosi presenti in ogni momento, sia quando le cose vanno bene, che quando le cosa vanno male». Una cena di squadra insieme a… «Andiamo poco a cena insieme ai compagni di Manuel per la semplice ragione che dividiamo molto la professione dal privato. Qualche volta è capitato con Alberto (Gilardino, ndr) e sua moglie Alice ma raramente. Quest’anno, però, qualche serata insieme la passeremo sicuramente con Lu-

Fiorentina Catania patelli e sua moglie Elena, con i quali avevamo già instaurato un buon rapporto durante la loro precedente esperienza fiorentina (Lupatelli aveva già indossato la maglia della Fiorentina dal 2006 al 2008, quando Pasqual e famiglia erano già a Firenze, ndr). Lei è gelosa? «All’inizio ero molto gelosa, forse troppo. Col passare del tempo, poi, ho imparato a esserlo meno, ho trovato un equilibrio, anche se non sono mai stata ossessiva». E lui? «Anche lui è geloso, ma non lo fa vedere». Un viaggio, un vostro momento indimenticabile… «Il viaggio in Sudafrica che abbiamo fatto nel 2008, l’ultimo che abbiamo fatto da soli, prima di diventare una famiglia a tutti gli effetti, prima dell’arrivo dei nostri figli. È stato un viaggio fantastico, in un posto stupendo che ti lascia qualcosa dentro che non va più via: atmosfera, colori, paesaggi incantevoli e poi quel silenzio. Perché il silenzio dell’Africa ha qualcosa di magico, è meraviglioso. Spero di tornarci un giorno con i nostri bambini». C’è qualcosa che lei si sente di dire di Manuel e che io non le ho chiesto? «Mi preme sottolineare che è una persona sincera, nel bene e nel male». Il messaggio, invece, che le va di mandare a suo marito tramite il nostro giornale? «Un semplice in bocca al lupo, che tutti i suoi sogni diventino realtà». (si ringrazia la signora Pasqual per aver concesso al Brivido Sportivo queste immagini dal proprio album di famiglia)

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Il Brivido Sportivo STADIO - 16 settembre 2012 -

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Fiorentina Catania

I’Nonno Pilade

Il Pungiglione

Godiamoci JoJo senza masturbazioni mentali Le api dovranno volare, stavolta, fin nella perfida Albione, dove hanno appena riacceso la miccia del tormentone Jovetic straparlando di un presunto preaccordo Fiorentina-City. Un manipolo di api volonterose è già partito ma il grosso resta qui per dedicarsi a tutti quegli allocchi beveroni che han dato seguito alla favola. La società ha detto e ridetto che il discorso verrà ripreso a giugno, quando si tireranno le somme; il padrone stesso (ADV) ha garantito al giocatore che la Fiorentina lotterà per traguardi importanti e, se sarà così, tutto potrà essere riconsiderato. Se davvero crescerà la viola come tutti i tifosi veri sperano, perché non si potrebbe permettere anche giocatori del calibro di Jovetic, così come il Napoli si permette i Cavani? Il giocatore si è dichiarato contento e soddisfatto in pubblica intervista, cosa si vuole di più? No, si deve continuare il tormentone, la neverending story, perché sui giornali non ci deve essere da scrivere altro. E’ colpa, ripeto, anche di chi gli dà credito. Abbiamo davanti un campionato finalmente promettente, vogliamo godercelo, e goderci il nostro miglior giocatore senza tante masturbazioni mentali su quel che sarà? Sarà quel che ci meriteremo, tutti, calciatori, allenatore e tifosi. Cerchiamo di meritarci il meglio.

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Passaa anche la sehonda uggiosissima partita della nazionale, finalmente e si ripensa sortanto alla viola. Vince’ 2-0 con Marta con du’ go ‘ irregolari e dopo ave’ giohato peggio de’ maiali gli è cosa che un bisognerebbe nemmen commentare, ma a tutte le vedove di’santo ogni tanto e gni fa bene, tra un rosario e un artro, ave’ un momentino di riflessione. Ni’ frattempo quello dell’anticarcio che un n’hanno avuo bene finché un l’hanno buttao fori, a i’Gallesse, che di Marta un po’ meglio gli è, e gnene ha rifilati sei. Icche vor dire? Nulla, pe’ carità, sortanto che la palla la ruzzola e tanti discorsi e fanno dimorta farina. Ma veniamo a noi, che ci garba di più, anche perché, se Dio vole, e sembra proprio che quest’anno e si possa anda’ tutti d’accordo e divertissi. I’vincere… chi lo sa? Ma divertissi, sì. Perché e ci piace tenere i’pallino ‘n mano e quest’anno e ci riesce anche. Un ci ha fatto piange’ tanto nemmen la prima sconfitta, un po’ perché l’impegno e gli era tosto, un po’ perché Eupalla e un ci ha aiutato punto, dimorto perché, pe’ lunghi tratti, e un gni s’è fatto vede’ palla. O che vi sembra poho? Ora e c’è, pe’ l’Aeroplanino, un ritorno a i’ passato, quello recente, quando l’era sulla panca de’ siculi. E li dovrebbe conosce’ bene e sape’ come fermalli o come fagni go’. ‘Nsomma e un dovrebbe esse’ un handicappe. ‘N campo e ci son quasi tutti, a parte l’Aquila, purtroppo sempre alle prese con l’infiammazione a i’ tendine d’Achille. D’Achille? Magari e fosse d’Achille, i’ male l’è che gli è d’Arberto e così lui e

si detta legge, ma davanti devan pena’ poho a fa’ esplodere le porveri

un gioha. Pe’ fortuna quest’anno a centro campo di gente co’ piedi diritti e eduhati e se n’ha un fottìo: i’Pecche, i’Borgia, Mati (che co’ i Cile gli ha fatto anche go’) e ci si può permette’ i’ lusso d’aspetta’ uno come l’Aquila. Ma che ve lo ‘mmaginate? L’anno passato e ci toccaa a fa’ giohare i’Risorto e lo Svincolato e i meglio pezzo e gli era lo svizzero-arbanese che ne recuperava tante ma che poi e un sapea icche fassene! Ora no, e siam noi che si detta legge, la legge di quelli boni e pe’ questo i’nonno e cammina a un parmo da terra (che sarò morto senza accorgimene? No, tranquilli, gli è la soddisfa-

zione). Certo che davanti e bisogna poi fa go’ e un li po’ mica fa’ sempre Nasello! I’marocchino e Lucone e devan pena’ poho a fa’ esplodere le porveri, se no e si fa come quelli bellini, bellini, che ci hanno sempre un monte di donne, ma…. nicchesse! E ni’carcio, come in quell’artra cosa, e vince chi la butta dentro. Nell’attesa ormai spasmodica i’nonno e si piglia i’solito aiutino arcolico, ‘n parole poere e s’imbriaha perché i’ tempo e gni passi più sverto. Ma prima che i’ coma etiliho e gli abbia i’sopravvento su’ sensi e si raduna l’urtimo fiato pe’ i’solito: Forza Violaaaaaaaaaaaaaaaaaaa aaaaaaaaaaaaaaa!

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