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Settimanale di critica e attualità sportiva
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Fiorentina amore mio
L'Esclusiva
Scocca l’ora di Marin
Baiano: «Viola di personalità in Europa»
Carobbi: «La Fiorentina deve puntare a Varsavia»
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Viola
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L’editoriale di mario tenerani
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a prima fase dell’Europa League se n’è già andata, manca solo l’ul-
timo atto: con 4 vittorie e un
ROTTA SU VARSAVIA SOGNANDO LA CHAMPIONS
pari - attendiamo fiduciosi altri 3 punti - la Fiorentina si è assicurata il primo posto nel Girone K e attende con ansia il 15 dicembre per il sorteggio dei sedicesimi di finale.
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Da quel momento saranno scontri da dentro o fuori e il 15 dicembre sarà sorteggiato anche l’eventuale e auspicato ottavo di finale. Inizierà un’altra avventura.
Intanto i viola dovranno finire bene questa, cercando di pescare la quinta vittoria: significa prestigio e soprattutto quattrini, visto che la Uefa assegna 200mila euro
al club che si aggiudica la gara. L’anno scorso arrivando agli ottavi di Europa League la Fiorentina portò a casa 10 milioni.
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Il tedesco “mignon” deve innescare il connazionale gigante, come ai tempi della Nazionale. Intanto si scalda in Europa
MARIN, LA MICCIA CORTA PER GOMEZ di alessandro rialti
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oaquin è cresciuto e sa, come pochi, arrivare sul fondo della fascia destra e poi cercare la punta in mezzo all’area. Vargas è sempre utile e, se utilizzato, è capace ancora di offrire cross invitanti, anche Alonso è in crescita e, nonostante l’inesperienza lo porti spesso a sbagliare, ha comunque forza fisica, potenza e capacità di arrivare sul fondo della fascia sinistra. Mati Fernandez è oramai una certezza e specialmente su palla inattiva sa come cercare i compagni. Borja e Pizarro, anche se non magici come il primo anno insieme, restano due «colonne» del centrocampo viola. Poi c’è da verificare se Kurtic saprà ritrovarsi dopo una buona partenza e un piccolo scivolamento, sapendo però senza dubbi che Cuadrado era, resta e rimarrà il grimaldello per qualsiasi azione d’attacco viola. Ma tutto questo per adesso non è riuscito ad accende-
re completamente Mario Gomez. Il tedesco è migliorato, si è inserito con decisione nel gruppo (e questo conta moltissimo), si è sbloccato con il gol segnato a Cagliari, però resta ancora lontano dalle sue esatte potenzialità. Colpa sicuramente della disabitudine alle gare, è come se fosse arrugginito e per muovere i suoi grandi ingranaggi avesse bisogno di essere oliato. La squadra, ripetiamo, lo sta aiutando, con amicizia e dedizione, ma probabilmente il miglior fluidificante possibile potrebbe diventare Marin. Da tempo speriamo nella costruzione della linea d’attacco teutonica, Marin detto «miccia corta» perfetto per far esplodere la potenza di Gomez. Certo aspettiamo anche i progressi e il ritorno di Richards, la crescita e l’inserimento di Badelj e, perché no, anche la guarigione di Pasqual, ma sentiamo che proprio Marin potrebbe dare a Gomez l’ultimo aiuto, la mano capace di farlo ri-
La “miccia corta” Marin in azione col Paok.
alzare. La gara di Europa League sicuramente sarà il trampolino definitivo per Marin, l’occasione migliore per convincere Montella a lanciarlo an-
metterà poi alla Fiorentina di sfidare il calendario con un arma in più, anzi la miccia necessaria per riuscire davvero a tracciare la traiettoria
che in campionato. Questione di minuti, da giocare, e minuti da poter offrire alla prima squadra. Ora ci siamo e un ultimo passo avanti per-
capace di riportare la Fiorentina lassù, nella posizione che si era prefissata, vicina a quel terzo posto o comunque alla zona-Europa.
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L’ex attaccante viola plaude il cammino internazionale della squadra di Montella. «Questo gruppo può puntare alla vittoria finale».
l'esclusiva
BAIANO: «CHE PERSONALITA’ IN EUROPA!
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onostante la qualificazione al turno successivo e il primato nel girone di Europa League siano stati già conquistati, la Fiorentina scenderà in campo giovedì sera contro la Dinamo Minsk per centrare l’ennesima vittoria di un percorso europeo sin qui quasi perfetto. Per scoprire obiettivi e possibili insidie per squadra di Montella, il Brivido Sportivo ha intervistato il neo allenatore dello Scandicci, Francesco Baiano. Baiano, come ha visto fino ad ora i viola in Europa League? «La Fiorentina sta facendo un cammino splendido per quel che riguarda la competizione europea. Non è mai facile vincere le partite in Europa, e la squadra di Montella a mio avviso merita un grande plauso per la personalità dimostrata». Giovedì i viola disputeranno l’ultima partita del girone, poi ci saranno i sorteggi. Quali sono i pericoli maggiori? «Ci sono diverse squadre con le potenzialità per andare avanti in Europa, ma credo che i pericoli maggiori provengano dalla Champions League. Squadre come Siviglia o Tottenham sono forti, ma la Fiorentina può giocarsela tranquillamente. Dalla Champions potrebbero scendere delle vere e
proprie macchine da guerra, per esempio il Manchester City, che sono assolutamente da evitare per non rischiare di uscire dalla competizione». Secondo lei i tifosi viola farebbero bene a reputare possibile la vittoria finale? «E’ giusto che la Fiorentina non si ponga limiti: può arrivare in fondo al torneo! Per far ciò è necessario il rientro di giocatori importanti e un pizzico di fortuna. I viola hanno dimostrato fin qui di poter fare grandi cose, di saper andare su campi difficili e mantenere la propria identità di gioco. E questo è un aspetto molto importante per una squadra con grandi ambizioni». Cosa manca alla Fiorentina per vincere un trofeo? «Credo che a questo gruppo non manchi niente per vincere. Dobbiamo essere consapevoli che i giocatori non sono delle macchine, possono avere dei periodi più o meno lunghi di flessione, di scarsa lucidità fisica e mentale. E’ successo a Borja Valero, a Gonzalo Rodriguez...può capitare anche ai più grandi. Se i top player viola sono al 100%, sono in grado di mettere in difficoltà chiunque». Non manca neanche Rossi? «Giuseppe è un giocatore strepitoso, un ragazzo dotato di grande forza d’animo e umiltà, prima ancora di un talento infinito. Credo
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che Rossi sia il giocatore più determinante di questa squadra, più importante anche di Gomez e Cuadrado. E questo perché l’italo-americano è capace di fare tutto: sa far gol, sa mettere i compagni davanti al portiere, sa dribblare...è un attaccante completo. Con Pepito in campo, le possibilità di vittoria si alzano notevolmente». Restando all’attacco, come ha visto Gomez nelle ultime apparizioni? «Gomez non è al massimo della condizione fisica, si vede. E’ un giocatore dotato di un fisico imponente, ed ha bisogno di tempo per ritrovare la forma migliore. Con il gol a Cagliari credo che si sia sbloccato, ma rimane ancora in una fase di poca brillantezza. L’attaccante vive di gol, e il tedesco purtroppo è stato più infortunato che in campo. E’ normale che adesso non riesca a dimostrare a pieno le sue potenzialità. Stiamo parlando di un bomber che ha segnato ovunque, vedrete che tornerà quello di un tempo e sarà decisivo per vincere le partite. Anche in Europa League». Come procede l’avventura con lo Scandicci? Quali aspettative ha? «Ho iniziato questa nuova avventura con grande voglia ed entusiasmo. Tutto l’ambiente possiede lo spirito giusto ed ho grandi aspettative nei confronti
dei miei ragazzi e della società. Ci sono i presupposti per fare molto bene. Sono portato a dare sempre il massimo in tutto ciò che faccio, quindi anche allo Scandicci non voglio soltanto partecipare».
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Francesco Baiano festeggia un gol insieme a Serena a Rui Costa.
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L’ex difensore viola non ha dubbi: Neto deve dimostrare riconoscenza nei confronti della società che ha scommesso su di lui
Carobbi: «La Fiorentina può vincere l’Europa League»
Stefano Carobbi è cresciuto nelle giovanili della Fiorentina.
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l pareggio ottenuto contro la Juventus, dopo le due vittorie esterne di Verona e Cagliari, ha il piacevole sapore della continuità. Era quella che mancava alla Fiorentina, protagonista – nella prima parte di stagione – di alti e bassi che poco si confacevano a chi aveva ambizioni di alta classifica. Adesso in casa viola è tornato il sorriso, misto ad una consapevolezza di poter fare grandi cose anche in mezzo a tante difficoltà. Nessuno dimentica i lunghi e gravi infortuni di Rossi e Bernardeschi ed i problemi (si spera terminati) di Mario Gomez, ma si sta di nuovo facendo largo la convinzione di poter tornare protagonisti. Un po’ per il basso livello del campionato italiano, un po’ perché Montella ha trovato il giusto equi-
librio con il 3-5-2 e la solidità della sua difesa. L’orizzonte, adesso, sembra meno cupo. Il calendario, da qui alla fine del girone d’andata, è tutto dalla parte dei ragazzi di Montella. Cesena, Parma e Chievo in trasferta, Empoli e Palermo al ‘Franchi. Il sogno è rappresentato dal racimolare l’intera posta in palio. 15 punti, che regalerebbero un 2015 di grande attesa e prospettiva. Intanto c’è da affrontare la parentesi Europa League. La Dinamo Minsk rappresenta solo un piacevole intermezzo ed una vetrina per chi gioca meno (ed anche per qualche giovane). Il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva, per la rubrica Fiorentina Amore Mio, l’ex difensore Stefano Carobbi. Carobbi, torniamo alla partita contro la Juventus. Che Fiorentina ha visto?
«Ho visto una buona squadra, combattiva e coriacea contro una squadra forte come la Juventus. Ancora non siamo scioltissimi come gli scorsi anni sul piano del gioco, ma per quello che ho visto ultimamente i segnali mi sembrano davvero incoraggianti». Mario Gomez è tornato al gol contro il Cagliari, mentre venerdì sera ha lottato per i compagni… «E’ rientrato da poco, per la stazza fisica che ha bisogna aspettarlo. Non si può pensare che lui adesso faccia la differenza. E’ giusto che si alterni un po’ con Babacar, poi piano piano tornerà quello di una volta». Dall’attacco alla difesa, che adesso è sul podio in Serie A per i pochi gol subiti (appena 11). E’ tornata la solidità di un tempo? «Devo dire che è tornato soprattutto Gonzalo Rodriguez, che è un po’ il
simbolo di tutta la difesa. Quando sta male lui sono dolori per tutti…».
Guardando il calendario, adesso la squadra di Montella è quella che, sulla carta, ce l’ha più facile. Da qui alla fine del girone d’andata c’è l’occasione per rientrare nelle prime posizioni? «Sicuramente si, dobbiamo riuscire a dare continuità ai risultati. Adesso la Fiorentina deve vincere le due partite con Cesena ed Empoli prima della sosta natalizia, poi a gennaio penseremo al resto. Con la qualità del gioco arriveranno anche i risultati, l’importante è non abbassare la guardia e credere sempre nel massimo obiettivo possibile». Il mercato si avvicina. Si aspetta qualcosa in entrata o crede alle parole di Pradè, che ha detto che ci sarà solo qualche uscita? «Credo che dipenda molto dal recupero di Giuseppe Rossi. Se la società avrà la certezza di un suo recupero totale penso che non sarà fatta alcuna operazione in entrata. Viceversa, qualcuno dal centrocampo in su potrebbe anche far comodo». E poi c’è la questione dei rinnovi dei contratti. Sarebbe un peccato perdere Neto ed Aquilani? «Sono sincero, parlo so-
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prattutto per Neto. Lui dovrebbe avere un po’ di riconoscenza nei confronti della società, perché se adesso è così migliorato lo deve anche alla Fiorentina che gli ha dato fiducia. Io sono dell’idea che chi vuole rimanere può farlo senza problemi, se uno vuole andare via può andare, non tratteniamo nessuno controvoglia. Non sarebbe un grosso problema se dovesse rifiutare la proposta della Fiorentina, vuol dire che troveremmo un altro buon portiere». Chiudiamo con l’Europa League. Dinamo Minsk a parte, la Fiorentina può pensare di arrivare fino in fondo con un po’ di fortuna? «Credo sia un obiettivo della società, mi è parso di capire che vogliono arrivare in fondo a tutti i costi. E’ un traguardo importante e prestigioso, io credo che la Fiorentina abbia tutte le carte in regola per provare a vincere la coppa».
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Il libro sul talento italo-americano è approdato in Sala d’Arme di Palazzo Vecchio davanti alla Commissione Cultura del Comune di Firenze.
I LOVE PEPITO NEL CUORE DELLA CITTA’ di redazione
è
stata una grande emozione per la Salvini editore e gli autori del libro “I Love Pepito”, essere ricevuti dalla presidente della Commissione Cultura e Sport di Palazzo Vecchio, nella Sala d’Arme, lo scorso sabato 6 dicembre. L’incontro, voluto dalla presidente Maria Federica Giuliani, è nato per parlare del libro e soprattutto del rapporto che Giuseppe Rossi, fuoriclasse sfortunato della Fiorentina, ha instaurato con la città di Firenze. Luca Calamai, Alessandro Rialti e Mario Tenerani hanno raccontato le ragioni di questo libro e illustrato il profilo umano di Pepito.
Maria Federica Giuliani ha sottolineato come Firenze coltiva quotidianamente questo forte legame con la Fiorentina. Elemento che va al di là del mero fatto calcistico: si tratta, infatti, proprio di un rapporto sentimentale e culturale, squadra e città sono incatenate tra loro da una passione infinita che diventa tradizione popolare. E’ in questo contesto che è maturato velocemente l’amore tra Giuseppe e Firenze. Forse anche perché, come ha voluto sottolineare Alessandro Rialti, Firenze si stringe ancora di più intorno ai campioni che fanno i conti con un destino non sempre sorridente. Antognoni, Baggio e adesso Pepito, carriere costellate
da grandissimi infortuni, sono stati amati pazzamente dai fiorentini. Con un distinguo sicuramente: nessuno come Antognoni, ma è innegabile che questi tre protagonisti della storia viola siano legati tra loro da un comune denominatore. Luca Calamai ha ricordato come Firenze, anche nel calcio, abbia un cuore incredibile: i tifosi viola sanno leggere nell’anima dei loro calciatori più rappresentativi. Pepito è amato perché è un bravo ragazzo. Sarebbe il fidanzato ideale per qualsiasi figlia. In un calcio pieno di creste e tatuaggi, la sua normalità diventa una meravigliosa eversione. Questo libro, nato grazie alla scommessa della Salvini Editore, è su Pepito
- come ha ricordato Mario Tenerani - e non con Pepito. Un omaggio ad un fuoriclasse-gentiluomo senza il suo racconto. Sono stati gli autori a tratteggiare il profilo di Giuseppe. Rossi, un italiano di New York che ha fatto un viaggio all’incontrario rispetto ai suoi genitori che tanti anni fa partirono dall’Italia per andare a cercare fortuna in America. Rossi che pensa in inglese e parla italiano. Il dibattito si è concluso con una promessa fatta dalla presidente Giuliani e che ha incontrato la risposta felice e immediata di editore e autori: ritrovarsi a primavera quando Pepito sarà rientrato in campo e magari, speriamo, con qualche gol già nel tabellino.
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COSA VA LO 0 A 0 CON LA JUVE. Pareggiare con quella che è la squadra più forte d’Italia – lo dicono tre scudetti di fila e la classifica attuale – giocando ad armi pari, a “specchio” come dice Allegri che ha adottato anche lui il 3-5-2, è un fatto indubbiamente positivo se visto con lenti viola. Reggere l’urto del centrocampo juventino, molto più attrezzato sotto il profilo fisico, e non concedergli praticamente una vera opportunità per segnare – le migliori occasioni per liberare un uomo davanti a Neto le ha avute soltanto Pogba e non se l’è giocate bene - è stato un exploit che per una squadra che era decima in classifica non doveva essere dato per scontato. UN PARI VOLUTO DA TUTTI. Alla Juventus stava bene il pareggio, a quattro giorni dalla Champions League e dalla sfida da vincere 2-0 con l’Atletico Madrid per passare primi nel girone. Per questo non aveva messo in campo all’inizio né Tevez né Marchisio. E anche alla Fiorentina stava bene il pareggio, come a Scanagatta, in previsione di un calendario
La quattordicesima giornata ha regalato risultati positivi in vista della rincorsa verso
IL CALENDARIO AIUTA, di cinque partite estremamente favorevole. Solo che Scanagatta vedendo una Juventus così poco irresistibile un minitentativo in più per provare a fare un gol accelerando un tantino il ritmo, magari inserendo Marin al posto di Joaquin, forse l’avrei fatto.Montella è stato più prudente e lui è certo un allenatore più bravo di me. Però, consentitemi, a me oltre agli allenatori bravi mi piacciono anche quelli un po’ più coraggiosi e grintosi. Non quelli che si buttano allo sbaraglio alla Zeman, ma un piccolo forcing finale negli ultimi 10 minuti a m non sarebbe dispiaciuto. Perdonerò Montella se vincerà cinque partite di fila adesso. CALENDARIO. Era meglio se il Cesena manteneva il 2-0 di vantaggio a Bergamo. L’avremmo trovata, senza Cuadrado squalificato, meno incattivita e disperata. Nel momento in cui scrivo non so se Bisoli verrà confermato, ma in un caso e nell’altro o ci troveremo davanti un Cesena che farà di tutto per salvare il proprio allenatore oppure un Cesena che vorrà far vedere al nuovo allenatore tutte le proprie qualità. In tutti i casi una brutta bestia. Ciò
premesso...però giocare non si può dire che sia una disgrazia dover affrontare nelle prossime cinque partite le tre ultime squadre del campionato, Cesena, Parma e Chievo fuori casa (mentre scrivo il Chievo deve ancora giocare a e in casa Empoli e Palermo che però
stanno giocando molto bene, confortati da una classifica di tutto rispetto che li fa giocare con grande serenità. In ciascuna di queste cinque partite i bookmakers daranno come risultato più probabile la Fiorentina vittoriosa. Se ci indovinassero, la Fiorentina farebbe
quindici punti e girerebbe il girone d’andata a 35 punti. Eh, magari direte voi! Ma perché no, perché non dovrebbe succedere? Forse perché la Fiorentina non ha mai vinto più di due partite di fila (3 con l’Europa League)? Vabbè, ma se è così allora addio sogni di gloria.
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i posti nobili della classifica: adesso servono due successi per chiudere il 2014
ORA NON BUTTIAMO VIA TUTTO COSA NON VA JUVENTUS-ROMA-NAPOLI-LAZIO.
Tutte queste squadre si dimostrano capaci di rimontare partite compromesse, o non decise, anche dopo il novantesimo. E anche, vedi Juve con il Torino, Roma con il Sassuolo, Napoli con non ricordo più chi, anche se sono rimaste in dieci contro undici. Segno che hanno una grinta (un sacro furore in più?), o magari semplicemente, una sicurezza, una convinzione nelle proprie possibilità in più. La Fiorentina queste dimostrazioni di forza non le ha ancora date. E’ una squadra sempre compassata, con una carica agonistica modesta, poco cattiva e determinata nei finali. Capisco accontentarsi – capisco fino ad un certo punto peraltro – di un pareggio con una delle due squadre più forti del campionato. Però la Fiorentina che io ricordo era una squadra che almeno in casa avrebbe osato qualcosina in più, a cominciare dal suo allenatore. MARIO GOMEZ. Non è ancora lui. Arriva sempre un paio di decimi di secondo dopo sul pallone. L’hanno servito poco, e maluccio, ma in un paio di occasioni, gli sarebbe servito uno spunto di velocità in più. Mica tanto eh, ma un filino sì. ALONSO E MARIN. Sarà anche meglio del Pasqual attuale – mah? É vero che l’ultimo Pasqual crossa soltanto dall’angolo dell’area, non dall’angolo di fondo campo ...- ma dallo spagnolo che è migliorato come difensore, un cross dal fondo arriva ogni morte di papa. Ok,
Gomez nel finale con la Juve andava sostituito – anche se Babacar purtroppo in mezzora ha fatto poco o nulla - perché non ne aveva più...costretto anche ad occuparsi di Pirlo o a tornare indietro a fare lo stopper e salvare di testa sulla linea di porta i tiri degli avversari. E purtroppo la Fiorentina non ha i Robben e i Ribery, però magari un Marin (certo più che Alonso...anche se i ruoli sono diversi, ovviamente) potrebbe essere il giocatore giusto per innescare SuperMario, visto che gli altri – incluso Cuadrado – non sono veri assist-men. Purtroppo nemmeno Borja Valero, il da me stimatissimo Borja Valero, lo è. Lo spagnolo quando arriva nei pressi dell’area quasi sempre si pente: il più delle volte torna indietro. Fa un giretto su se stesso e passa la palla indietro. Non dico che faccia proprio il Di Livio – ma ve lo ricordate il soldatino Di Livio? – però sembra che ad entrare in area i piedi gli scottino. Tutt’al più vorrebbe, il buon Borja, fare un triangolino bello stretto e pulito, ma se non trova la sponda adatta -e Gomez non è che sia un giocoliere da triangolo – scappa all’indietro e guai a fare un lancio verticale. Quelli nella Fiorentina li fa solo Pizarro, il miglior Pizarro. Solo che il Pek per solito parte da lontano e quando arriva su, di solito a passo lento, la squadra avversaria è tutta bella che piazzata. E allora salvo quelle rare volte in cui gli capita, al Pek, di fare un lancio al volo, per il povero Gomez c’è poco da sperare. Marin ha il talento per fare quegli assist di cui Gomez ha bisogno. Mi auguro che il tedesco sia finalmente pronto per l’uso...e che Montella lo usi!
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Il fischietto Mondiale grazia i viola per il fallo di mano di Pizarro e riporta sulla giusta strada la gara dopo un quarto d’ora di gialli ripetuti
RIZZOLI NON CONVINCE, BENE IRRATI E TAGLIAVENTO
Genoa-Milan 1-0 TAGLIAVENTO Partita non facile, che l’internazionale umbro porta in fondo con sagacia e buona personalità. Probabimente grazia Mexes per una reazione inopportuna e scomposta su Sturaro … ma alla fine va bene così, c’è di peggio. Inter-Udinese 1-2 GERVASONI Non si eleva al di sopra del suo standard, sicuramente mai ottimale, ma perlomeno non fa danni, ed onestamente non è poco di questi tempi.
di giancarlo carmagnini
Napoli-Empoli 2-2 CERVELLERA Per il momento fa ancora qualche errore di valutazione, ma è un giovane e “bisogna” accordargli un po’ di credito.
S
Parma-Lazio 1-2 GUIDA Gara inficiata dal grossolano errore del primo assistente Di Fiore che annulla un gol per fuorigioco inesistente di Gobbi su assist di Cassano. Per il resto, non dà comunque un’immagine di grossa personalità facendo, fra l’altro, pareggiare la Lazio a tempo abbondantemente scaduto.
Atalanta-Cesena 3-2 DI BELLO Probabilmente c’è un fuorigioco di posizione di Denis sul pareggio orobico, ma nel complesso non male.
Roma-Sassuolo 2-2 IRRATI Buonissima la sua interpretazione di gara. Giuste le espulsioni, come giusto è il rigore assegnato alla Roma. Il fuorigioco di Florenzi, che farà l’assist per il 2-2 di Ljajić se c’è … è perché l’ex crotonese non si era “tagliato le unghie”, quindi non si può imputare niente all’assistente Passeri, fra l’altro uno dei migliori assistenti della serie “A”.
enza tener conto di Cagliari-Chievo dove ci sarà il “CAN B” Mariani (designazione rischiosa) e Verona-Sampdoria dove a dirigere sarà Tommasi (ancora da disputare al momento di andare in stampa), prendiamo in esame il rendimento degli altri 8 direttori di gara.
Fiorentina-Juventus 0-0 RIZZOLI Non convince appieno l’ingegnere “Mondiale”, non ammonisce Evra che commette 3 falli nella prima mezz’ora di gioco, di cui l’ultimo, su Joaquin, scatena le ire del pubblico viola, tanto più che dopo un minuto ammonisce, giustamente, Pizarro per un fallo in situazione di ripartenza ju-
Torino-Palermo 2-2 GIACOMELLI Il solito Giacomelli che non coglie mai l’occasione per elevarsi dal limbo in cui giace ormai.
Il testo del decreto legge di riforma della giustizia civile del 29 agosto 2014 recante: "Misure urgenti di degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la definizione dell'arretrato in materia di processo civile", introduce la ricerca telematica dei beni del debitore da pignorare tramite il collegamento alle banche dati della pubblica amministrazione. Quali sono le fasi del procedimento? 1) Istanza al Presidente del Tribunale Il creditore, o meglio, il suo difensore, deve presentare una istanza al Presidente del tribunale del luogo in cui il debitore ha la residenza, il domicilio, o la sede. Il Presidente, a seguito di una verifica del diritto della parte istante a procedere ad esecuzione forzata, autorizza la ricerca con modalità telematiche dei beni da pignorare. 2) Ruolo dell’ufficiale giudiziario L’ufficiale giudiziario accede mediante collegamento telematico diretto ai dati contenuti nelle banche dati delle pubbliche amministrazioni o alle quali le stesse possono accedere, per l’acquisizione di tutte le informazioni rilevanti per l’individuazione di cose e crediti da sottoporre ad esecuzione. Terminate le operazioni sarà redatto un verbale con l'indicazione di tutte le banche dati interrogate e le relative risultanze. Il creditore entro 10 gg dalla comunicazione del suddetto verbale indica all’ufficiale giudiziario i beni da sottoporre ad esecuzione. Se con l’accesso telematico sono stati individuati beni pignorabili, l’ufficiale giudiziario provvede d’ufficio agli adempimenti necessari al pignoramento stesso sui beni scelti dal creditore. Sono ancora da definire i casi, i limiti e le modalità di trattamento dei dati, nonchè le cautele a tutela della riservatezza dei debitori.
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ventina. Rischia di farsi sfuggire la situazione di mano ma con quattro ammonizioni in quindici minuti la riporta sui giusti binari. Non c’è il rigore reclamato dalla Fiorentina per fallo di Chiellini su Gomez, mentre il fischietto bolognese grazia Pizarro reo di colpire il pallone con la mano destra, in piena area di rigore, al 93’.
Borja Valero “ricorda” a Rizzoli i tre falli di Evra.
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E’ la seconda sfida della storia viola contro un avversario della Bielorussia. In gol, a Borisov, sono andati Aquilani, Ilicic e Bernardeschi
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L’ULTIMA VOLTA E’ STATO UN SUCCESSO.
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er la seconda volta, la prima a Firenze, la Fiorentina affronta la Dinamo Minsk. Nel match d’andata il 2 ottobre scorso a Borisov (lo stadio di Minsk non è omologato per ospitare gare internazionali) i viola si imposero per 3-0, grazie alle reti di Aquilani al 33’, Ilicic al 61’ e Bernardeschi al 67’. Non ha incontrato in passato la Fiorentina formazioni della Bielorussia. Ha affrontato, invece, per due volte squadre dell’Unione Sovietica (in entrambi i casi la Dinamo Kiev) e per altrettante di stati dell’ex Unione Sovietica, ovvero dell’Ucraina (in entrambi i casi il Dnipro). In casa ha ottenuto 3 vittorie e un pareggio. Ma, in ogni modo, ha sempre passato il turno. Come, comunque andrà il match con la Dinamo Minsk, accadrà anche questa volta. LE SFIDE CON LA DI-
NAMO KIEV. La prima risale alla stagione 1969/70 negli ottavi di finale di Coppa dei Campioni. Dopo il successo nel match d’andata a Kiev per 2-1, il match di ritorno al Comunale finisce 0-0. Così la squadra di Pesaola accede ai quarti. La seconda sfida con la Dinamo avviene nella stagione 1989/90 negli ottavi di finale di Coppa Uefa. Nel match d’andata al Curi di Perugia (il Comunale di Firenze è indisponibile per i lavori di ristrutturazione in vista dei mondiali del 1990) i viola di Giorgi si impongono per 1-0 grazie a un gol su rigore di Baggio al 77’. Grazie al pareggio per 0-0 nel ritorno a Kiev accedono ai quarti. LE SFIDE CON IL DNIPRO. La prima risale alla stagione 2001/02. Nella gara di ritorno del primo turno, dopo lo 0-0 dell’andata in Ucraina, la Fiorentina di Mancini vince per 2-1 grazie alle reti di Adani al 75’ e Chiesa al
76’ e prosegue il proprio cammino in Europa. Anche l’anno scorso i viola di Montella si trovano di fronte il Dnipro nella fase a gironi di Europa League. Si impongono per 2-1 nel match d’andata in Ucraina e si ripetono con il medesimo punteggio in rimonta al Franchi nell’ultima gara del girone grazie ai gol di Joaquin al 42’ e Cuadrado al 77’. DOMENICA LA SFIDA DI CESENA. Ha vinto solo tre volte la Fiorentina in Romagna nelle 12 sfide disputate contro i bianconeri in serie A. L’ultimo successo risale all’ultima giornata del campionato 1990/91. La squadra di Lazaroni si impone con un perentorio 4-0. Le reti le realizzano Kubik al 5’, Buso al 57’, Di Chiara al 75 e Nappi all’88’. Una curiosità. Tutti e 4 i giocatori andati a segno in questa partita vengono poi ceduti. La prima vittoria a Cesena la Fiorentina la
Il gol di Aquilani sblocca la partita contro la Dinamo Minsk giocata nello stadio del Bate Borisov.
ottiene alla prima giornata della stagione 1976/77 con Carletto Mazzone in panchina. Desolati segna al 5’. Poi pareggia Pepe al 16’ ma ancora Desolati al 55’ firma il gol definitivo 2-1. Proprio il centravanti è il goleador delle sfide tra bianconeri e viola disputatesi in Romagna con 3 reti. Un’altra la realizza su rigore allo scadere del primo tempo nel match della stagione 1974/75 terminato 1-1. L’altra vittoria
a Cesena la Fiorentina la conquista nella stagione 1988/89 con Eriksson in panchina. I viola vanno in vantaggio al 20’ del primo tempo grazie a un’autorete di Piraccini. Poi Baggio raddoppia al 32’. Nella ripresa al 25’ Borgonovo sigla il gol del definitivo 3-0. C’è un’altra partita tra le due squadre che va poi raccontata. E’ quella della stagione 1982/83. I viola si portano sul 3-0 grazie alla doppietta di
Ciccio Graziani (13’ e 64’) e al gol di Daniel Bertoni al 69’. Poi succede qualcosa che ha dell’incredibile. In nove minuti il Cesena segna 3 reti. Schachner va in gol al 32’. Poi al 35’ Garlini sigla il gol del 2-3. E’ Buriani, poi, al 41’ a firmare la rete del definitivo 3-3. L’ultima sfida tra Cesena e Fiorentina risale alla stagione 2011/12. Il match finisce 0-0 e registra l’espulsione dell’ex Adrian Mutu.
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Difficile da digerire la cessione del talento serbo che nelle ultime settimane ha ritrovato confidenza col gol
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Adem Ljajic è un talento scovato da Pantaleo Corvino nel Partizan Belgrado.
gni volta che segna Adem Ljajic - e ultimamente lo fa spesso - Bastian Contrario avverte come una coltellata alle spalle. Non è accettabile, non è perdonabile che la Fiorentina abbia perso un talento così eccellente dopo averlo avuto per 3 anni e mezzo in casa, dopo averlo cresciuto, aspettato, perdonato, coccolato. Proprio quando l’investimento, comunque cospicuo (costò nel gennaio 2010 ben 6,5 milioni di euro), stava iniziando a dare i propri frutti, è stato deciso di disfarsi del calciatore. Per non assecondare le sue richieste economiche, tese a monetizzare una esplosione che in quel momento era in atto e che - era chiaro - avrebbe portato il calciatore ad esprimersi su livelli sopraffini. Per carità, è giusto che la Fiorentina si impegni ad imporre la centralità della società dinanzi alle bizze dei calciatori, ma a
volte, per portare a casa un risultato, bisognerebbe accantonare l’orgoglio e scendere a compromessi, parlare il linguaggio assurdo del calcio. Perdere Ljajic è stato un delitto a cui Bastian Contrario non riesce a rassegnarsi. Adem arrivò all’improvviso in un gennaio pazzo dove iniziò ufficialmente la fine della magnifica era Prandelli. Il rapporto tra allenatore e direttore sportivo era ormai in corto circuito da tempo. Corvino volle Ljajic a tutti i costi. Come sempre Pantaleo bruciò tutti sul tempo, chiese e ottenne la cifra per acquistare il talento serbo di origine bosniaca (scartato in precedenza dal Manchester United), realizzò uno di quei blitz alla sua maniera. Prandelli ammise candidamente di non conoscere Ljajic, grande parte della stampa ne approfittò per attaccare l’ex diesse viola e per accusarlo di saper comprare solo nella ex Jugoslavia. Pareva che
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fosse un esterno, Adem, ed inizialmente proprio in quella posizione del campo venne utilizzato. Non azzeccava un dribbling, non faceva gol neanche a pregarlo. A seguire l’annata con Mihajlovic, di cui si ricorda solo la prodezza del 3 a 2 in un incredibile Fiorentina-Brescia e le difficoltà di personalità a diventare un giocatore continuo, in grado di fare la differenza. Solo Montella, dopo la scazzottata memorabile con Delio Rossi, seppe restituire questo talento alla Fiorentina: nel primo anno il lavoro del tecnico viola consentì la consacrazione definitivamente di Ljajic. Era pronto a raccogliere l’eredità di Jovetic, era probabilmente già più forte del montenegrino. Per rinnovare chiedeva due milioni all’anno per cinque anni. Parevano troppi. Quella stessa estate 9 milioni sono stati buttati via per Ilicic. Così la beffa è diventata doppia. E atroce.
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NEL FEMMINILE LAS OCHOS IN FUGA
midland
di FEDERICO GENNARELLI
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iunti al settimo turno di campionato, si comincia a delineare in molti gironi una certa idea sull’andamento delle formazioni. Infatti, c’è chi lotta per le posizioni di testa e chi invece ha ancora bisogno di tempo per trovare la giusta quadratura. Questa settimana ci focalizziamo sul girone Uruguay femminile, che sta mostrando un ottimo livello di gioco su tutti i fronti. Accesissima la lotta per le prime posizioni, con le Las Ochos che mantengono vetta e punteggio pieno superando il non facile ostacolo Un Pozzo Per Edoardo, vincendo per 3-1. Bomber Schirano, capocannoniere del girone, ne segna 2, mentre il terzo gol è di Fioretti. Le volenterose avversarie segnano con capitan Nincheri. Le Ochos sal-
FIOR
di
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atletico labbrini
gono così a 21 punti, sempre tallonate dal M.C.L. Quinto Alto, che trova un roboante 13-1 sulle A.C. Clo: penta Fornara, poker Alessi, 2 Pilotto e Bellucci per i 19 punti in classifica della seconda piazza. Passano terze le Svamp, tramite il rotondo 5-0
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ai danni della Libertas Bisenzio: doppiette di Mosca e Saccomani, mentre completa il tabellino bomber Trudu. Le ragazze in rosso stanno mostrando grinta e carattere, elementi indispensabili per giocarsela fino in fondo. Momentaneamente quarto il S.Quirico F, che dovrà recuperare il match con Sirius, rinviato in questa giornata e ha quindi una gara in meno (*). Tre punti anche per le Breack Balls, che, seppur in emergenza, passano 5-1 sulle Sbandarelle ancora a secco di punti. Vinci ne fa 4 e il quinto Caroti, mentre le avversarie timbrano con Poli. Chiude la griglia l’ina-
Grassina
spettato pareggio fra Mugnone e Mele Toste, con le ragazze del Lebowski che impattano sul 2-2: non bastano Vignali e Chiarelli al Mugnone, raggiunte da Isotta e Caria. Ecco dunque la classifica: Las Ochos 21, MCL 19, Svamp 16, S. Quirico 15*, Un Pozzo 12, Breack Balls 10, Libertas 8, Mugnone 7, A.C. Clo e Mele 4, Sirius 1*, Sbandarelle 0. Equilibrato anche il gruppo Spagna C7: nel big match finisce 2-2 fra Sanitario Feminino e Steaua; a Bisconti e Mammoli risponde la doppietta di Bivolaru. Dopo 6 successi cade invece l’Atletico Labbrini, sconfitto 3-2
dalla Pizzeria L’Oasi, che si riscatta delle ultime prestazioni opache con Di Benedetto (2) e Rasicci. Spadola e Modesti per l’Atletico non bastano, anche se la squadra resta prima. Torna su il Campone (6-0 ai Desperados con 2 Fullone e Lama e i fratelli Santorelli) ed è terzo da solo. Dietro convince anche il Giorgini, che regola il Billabong 6-2, grazie alle doppiette di Mollo e De Vita e ai gol di Ghedini e Kihale. Tuchel e Morris non cambiano la classifica
del Billabong, sempre ultimo. Risorge lo Stracotto, alla terza vittoria in fila: 10-4 sugli Spigolistri Funesti; a Baze (2), Belli e Lo Vecchio risponde bomber Cambi con 4 centri e Fucci, De Santi e Palloni con 2 reti a testa. Classifica cortissima: Atl. Labbrini 18, Sanitario 17, Campone 16, Steaua 14, Pizz. Oasi 13, Stracotto 11, Giorgini 8, Spigolistri 3, Billabong e Desperados 0.
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ECCO LE CAMPIONESSE D’INVERNO! realizzate). Si contendono il terzo posto New Garden Nuova Zambra (7 punti) e FC Pro Squadrone Campi (6 punti), mentre sono ancora senza vittorie Porta Romana (2 punti) e Le Morelline FC (1 punto). Girone B Nell’unico gruppo composto da 7 formazioni (e per il quale mancano due giornate alla fine del girone d’andata) troviamo una coppia a punteggio pieno (12 punti): A.S.D.C. San Giusto - Le Bagnese (ex Club Sportivo Firenze) e Sesto Nuova Zambra (ex ASD Firenze 2008) continuano un duello che ormai dura da molti anni. E nel prossimo turno queste due squadre si incontreranno nuovamente per stabilire la formazione che potrebbe diventare campione d’inverno. L’ A.S.D.C. San Giusto - Le Bagnese ha miglior attacco e difesa del girone, ma le gare fra queste due squadre sono sempre state equilibrate. Per la terza piazza Le Turche (7 punti) precedono di una lunghezza l’Ellepi e di tre le Sagittae F.T., mentre l’Athena (3 punti) ha giocato (così come Le Turche) una gara
di steto
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i è concluso il girone di andata nei raggruppamenti A, C e D che hanno decretato i nomi delle squadre campioni d’inverno. Occorre ancora attendere due giornate per conoscere il nome della primatista al giro di boa nel girone B (gruppo con 7 squadre al via). Girone A Jolly Ferruccia campione d’inverno: dopo 5 giornate la formazione delle campionesse provinciali stacca di tre lunghezze le Smartists Nuova Zambra. Un cammino finora impeccabile per la capolista che comunque non dovrà abbassare la guardia. Alla seconda di ritorno è in programma il big match con le seconde della classe che dalla loro vantano il miglior reparto difensivo del girone: 4 reti al passivo e tutte incassate nell’incontro con la capolista! In ben 4 gare le Smartists Nuova Zambra hanno tenuto la porta inviolata, mentre il Jolly Ferruccia cercherà di far forza sul reparto offensivo, il migliore del girone (29 reti
TTA ANAGA LDO SC
cral ataf firenze c5
in più. A 0 punti chiude infine il CSI Il Campino. Girone C Raggruppamento equilibratissimo: nessuna formazione imbattuta e ben 4 squadre in soli tre punti per la vittoria del Campionato. La Lastrigiana (12 punti) è campione d’inverno, anche se detiene il primato insieme al New Aton Green che occupa il secondo posto in virtù della sconfitta nello scontro diretto. Il New Aton Green ha la difesa meno perforata del girone (6 reti), mentre il miglior attacco è quello del Cral Ataf Firenze C5 (9 punti), unica formazione ad aver battuto la Lastrigiana (proprio nel SITE
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IL TENNIS. LE SUE INDISCREzIONI. DIETRO LE qUINTE. Noti giornalisti internazionali, tennisti, allenatori, fans dialogano ogni minuto sull’attualità e le piccole grandi storie del circuito mondiale e sulle scelte tecniche da compiere per i figli.
match d’esordio: le due squadre che si riaffronteranno nel prossimo turno). A 9 punti troviamo anche il Mix Team che occupa la terza posizione grazie al successo nello scontro diretto col Cral Ataf Firenze C5. Con 3 punti troviamo il Mad Cows, mentre ferma a 0 punti è la Ludus 90: il prossimo match vedrà difronte le ultime due della classe per la conquista della quinta posizione. Girone D In testa - e campione d’inverno - c’è il NH4N03 Jump (ex FC Ball e già vincitrici del Torneo PreCampionato) con 15 punti, ma il miglior attacco e la miglior difesa li fa regi-
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strare la seconda squadra del gruppo: il SS Signa C5F (ex La Querce 2009) - 12 punti - ha una media realizzativa di oltre 10 gol a partita ed ha incassato appena 6 reti. Alla penultima di Campionato si decideranno verosimilmente le sorti di questo girone: il match d’andata fra le prime due della classe è terminato con la vittoria
di misura (5-4) della capolista. Terzo posto per il PGS Torregalli (9 punti), con l’AC Derba Fem. che insegue a tre lunghezze. Quinta posizione per l’ASD Sancat (3 punti), mentre ancora senza punti è il Montefiridolfi Calcio che ha realizzato le uniche due reti proprio all’esordio contro l’ASD Sancat.
Segue dalla prima Una bella sommetta anche se imparagonabile ai 30 milioni che arrivano dalla Champions giocando solo le 6 gare dei girone. Ma quella, lo sappiamo, è un’altra storia. Un film che la Fiorentina vorrebbe tornare a interpretare dopo l’uscita maledetta col Bayern nell’inverno 2010. Per riascoltare la musica meravigliosa della Champions - ricordiamo quando nel 2005-2006 l’allora diesse Corvino la scaricò sul cellulare per ricordarsi ogni minuto l’obiettivo da raggiungere -, la Fiorentina ha due possibilità: arrivare terza in campionato o vincere l’Europa League. Non sappiamo quale delle due strade sia più impervia, ma il sogno europeo stuzzica la fantasia di società, squadra e tifoseria. Sarà perché questa Fiorentina pare davvero a proprio agio in Europa piuttosto che tra i patrii confini. Allora la gara con la Dinamo, seppur solo importante per l’aspetto economico, può trasformarsi in un’ulteriore occasione di crescita sul percorso continentale. Vincere aiuta a vincere e soprattutto a far crescere l’autostima. La Fiorentina potrebbe diventare la mina vagante di questa edizione dell’Europa League. Per Montella, invece, la sfida coi bielorussi sarà un’utile opportunità per testare la condizione di quei giocatori sotto utilizzati fino ad ora, per molteplici ragioni. Montella non ha ancora finito la personale ricognizione all’interno della rosa viola, un gara così viene proprio al momento giusto. E poi via ancora col campionato prima di brindare all’anno nuovo.
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a montagna della grande attesa per Fiorentina-Juventus partorisce il topolino di una partita non eccelsa, con pochi tiri in porta e troppe mani in area. Forse ci si aspettava di più dalle due squadre però alla fine − visti anche i risultati delle altre − non è andata poi così male. Del resto mentre Montella ha mandato in campo la squadra migliore, Allegri ha lasciato in panca Marchisio e, soprattutto, Tevez. Con Lichtsteiner squalificato, la Juve ha perso così mol-
LA MONTAGNA E IL TOPOLINO to del suo potenziale. In generale, infatti, per quanto la panchina sia ricca, ci sarà sempre qualcuno di cui è difficile fare a meno. E le scelte degli allenatori talvolta appaiono abbastanza difficili da decifrare. Come quelle di Garcia, che ha pensato di poter fare a meno di Totti, Gervinho, Keita e Nainggolan e di mangiarsi in un solo boccone il Sassuolo. Una strategia fallita nel momento in cui Zaza ha uccellato due volte un disastroso De Sanctis (forse il turnover doveva riguardare soprat-
tutto il portiere…) e De Rossi si è fatto cacciare dall’arbitro. Allora Garcia ha dovuto rinunciare ai suoi sogni di gloria e buttare dentro i titolari. Meno Totti. La Roma ha pareggiato, ma solo perché un Ljajic immenso ha scardinato la difesa del Sassuolo (a Montella un attaccante così farebbe ancora comodo?). Il tecnico giallorosso si è dichiarato entusiasta della reazione della squadra. Fallendo però nel progetto di far riposare le sue stelle. E poi le rimonte costano tanta fatica, fisica e psichica.
Insomma, il turnover appare un problema che non sempre gli allenatori sembrano poter gestire bene. Per chi sta fuori poi − cioè per chi tecnico non è − risulta difficile capire come calciatori professionisti lautamente pagati e ben allenati non siano in grado, a inizio stagione, di reggere due partite a tre-quattro giorni di distanza. Se però le scelte di Allegri e Garcia possono essere vagamente comprensibili, vista l’importanza della Champions in termini soprattutto economici, resta oscuro il comportamento di Be-
nitez. Contro l’Empoli ha rinunciato subito al suo miglior attaccante, Higuain. I partenopei sono andati sotto di due gol, rischiando il tracollo (i toscani hanno sciupato l’incredibile sotto porta). Il tecnico ha allora deciso di buttare nella mischia l’argentino. Il Napoli ha pareggiato e alla fine ha perfino rischiato di vincere una partita importantissima per la sua classifica. I dubbi sul comportamento di certi tecnici rimangono. E anche quello sui loro lauti stipendi…