collana sussidi tecnici
Collana sussidi tecnici diretta da Giorgio Cusma
edizioni scout agesci / fiordaliso
Incaricata del Comitato editoriale: Rosa Calò Prima edizione: ottobre 2007
ISBN 978-88-8054-783-9
Progetto grafico: Studio Adinolfi Impaginazione: Chiara Vannucci In redazione: Maria Sole Migliari Coordinamento editoriale: Stefania Cesaretti Stampato su carta ecologica
© Fiordaliso Società cooperativa Piazza Pasquale Paoli, 18 00186 Roma www.fiordaliso.it
Enzo Poltini
We Love Europe illustrazioni di
Jean Claudio Vinci
Indice Cosa e ? Cittadino d’Europa Oggi cosa vuol dire fare la nostra parte?
Come si fa?
STRUTTURA DEI SUSSIDI TECNICI COSA E ? La tecnica che andiamo a presentare, a che serve, che storia ha, curiosità, aneddoti, la sua presenza nella tradizione. COME SI FA? Strumenti, materiali, teoria di base esposta con linguaggio immediato e comprensibile. IN PRATICA... Suggerimenti su realizzazioni, attività, progetti, giochi per imparare facendo.
Geografia dell’Europa Perché si chiama Europa? Che cosa è l’Europa? Caratteristiche fisiche La fauna Storia dell’Europa L’Europa dalle origini al medioevo Dal rinascimento all’ inizio del Novecento L’Europa dalle due guerre mondiali ai giorni nostri Storia dell’Unione europea Le tappe di avvicinamento all’Unione europea La lunga scalata: dalla Ceca all’Ue La nascita dell’euro e l’allargamento La costituzione europea I simboli dell’Europa Le istituzioni europee La commissione Il consiglio dell’unione Il consiglio europeo Parlamento europeo Corte di giustizia Corte dei conti Altre istituzioni Le politiche Politica agricola comune I fondi di coesione economica e sociale
I problemi dello sviluppo I programmi giovanili Cena e fiera del dolce europeo Giornate e momenti a tema Cineforum Giocare a fare gli eurodeputati Corrispondenza con ragazzi europei Campi, gemellaggi e scambi
In pratica... Impegnarsi da buon europeista Imparare almeno una lingua straniera Conoscere una o più culture e società europee Fare un giro in città… Conoscere come funziona l’ Ue Interviste a tema Giornale Piccoli manuali a tema Ricettario
Cosa e ?
Cosa vuol dire far parte del movimento scout? Cosa vuol dire essere cittadini italiani? Cosa significa sentirsi oggi cittadini europei? lla prima domanda ci risponde la dichiarazione approvata dalla A Conferenza internazionale dello scautismo di Copenaghen, nel lontano 1924. Il Movimento Scout “è un movimento nazionale in quanto mira, attraverso organizzazioni nazionali, a dare ad ogni nazione utili e sani cittadini. E’ un movimento internazionale in quanto non riconosce barriere nazionali proprio per la fratellanza che gli scout hanno tra loro. E’ un movimento universale in quanto insiste sulla fratellanza universale fra gli scout di qualsiasi classe, nazione o religione.” Tutti d’accordo? Bene! Alla seconda domanda ci risponde la nostra cara Costituzione Italiana entrata in vigore nel 1948, di cui riportiamo i primi 3 articoli: “Art. 1 L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Art. 2 La Repubblica garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso,di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” La terza domanda che ci siamo fatti era quella sulla cittadinanza europea. A risponderci ci pensa la Costituzione europea. Esatto, se proprio non lo sapeste ancora una Costituzione europea esiste già, è stata firmata a Roma nel 2004 e attende di essere approvata da tutti gli stati che hanno contribuito a scriverla. Vediamo cosa recita quando, all’articolo 1, definisce i valori e gli obiettivi dell’ Unione europea. Ne abbiamo fatto volutamente un piccolo riassunto: “L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di dirit8
to e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a una minoranza. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini. […] L'Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli. […] L'Unione offre ai suoi cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere […] L'Unione combatte l'esclusione sociale e le discriminazioni e promuove la giustizia e la protezione sociali, la parità tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti del minore. […] Essa rispetta la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica e vigila sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo. […] Contribuisce alla pace, alla sicurezza, allo sviluppo sostenibile della Terra, alla solidarietà e al rispetto reciproco tra i popoli, al commercio libero ed equo, all'eliminazione della povertà e alla tutela dei diritti umani […]”. Tre domande e tre risposte. La Dichiarazione di Copenaghen, la Costituzione italiana e la Costituzione europea. Sono davvero così diverse tra loro? Quale uomo e quale cittadino immaginano per il nostro futuro? A quali valori fanno riferimento? Se torniamo a sfogliare le due pagine precedenti e ci soffermiamo anche soltanto sulle parole in grassetto ci rendiamo conto che le tre domande al pari delle tre risposte non sono affatto diverA pensarci bene Suggerimenti se. Immaginano un cittadino, e potreste anche dunque una società, che sia giocarci su. capace di vivere in pace nel Come? Su Internet, in sede o a casa rispetto reciproco di valori e culi testi di cui abbiamo parlato sono ture differenti, immaginano un facilmente reperibili. Stampate una cittadino solidale con gli altri, copia delle parti che ci interessano che pretenda il rispetto dei diritrendendole indistinguibili. ti e della dignità di tutti. Un citRitagliatene singole frasi tadino che ami, in una sola e mischiatele a dovere. Adesso parola, un mondo più giusto. provate a ricomporle e badate
> cosa e ?
CITTADINO D’EUROPA
che non sarà così facile…
Essere italiani vuol dire dunque essere europei ed entrambe le cose vogliono dire essere scout. Questa affermazione vale anche al contrario: siamo scout, europei ed italiani proprio allo stesso modo e, come ci insegna B.P., con lo stesso spirito dobbiamo diventare cittadini del mondo intero.
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> cosa e ?
OGGI COSA VUOL DIRE FARE LA NOSTRA PARTE?
Il pensiero di B.-P. “Ricordate anche che uno scout non è soltanto amico di coloro che gli vivono accanto ma amico di tutto il mondo” Ciò che importa di più dunque è “conoscersi reciprocamente come amici e non semplicemente come stranieri”. Dopo qualche pagina ancora di Scouting for boys, la cui prima edizione risale al 1908, aggiunge: “Prendiamo quindi l’impegno di fare
assolutamente il massimo che potremo […] per contribuire a sviluppare la pace e la felicità del mondo e la buona volontà tra gli uomini. In tutto ciò è lo spirito che conta. La nostra Legge scout e la Promessa, quando le mettiamo veramente in pratica, spazzano via ogni occasione di guerre e contese tra i popoli. Facciamo perciò tutti la nostra parte.”
B.-P. scriveva questi concetti un secolo fa, prima di due guerre mondiali e di molte altre distruzioni. Aveva intuito che per evitare guai molto seri, non solo tra le nazioni ma anche nella vita quotidiana, bisogna fare appello a quei valori che ci fanno tutti fratelli. 10
il proprio dovere di cittadino potrebbe essere un buon inizio! Fmoltiare Se è vero che come scout, italiani ed europei abbiamo ereditato diritti, è vero pure che il primo dovere è quello di impegnarsi ad essere dei cittadini attivi che si informano, conoscono e si incuriosiscono sulle vicende del mondo. Pensare al globale e agire nel locale Con questo doppio mandato, utilizzando come bussola la Legge e la Promessa, esploratori e guide possono partire alla scoperta del meraviglioso sogno dell’Europa unita. Questo sogno percorre tutto il secolo passato, si intreccia con la visione universale di B.-P. e sbuca fuori oggi nella vita di tutti noi che siamo chiamati a diventare buoni cittadini europei! Quante sono le occasioni nella vita quotidiana di ognuno di noi di agire davvero per costruire l’Europa dei popoli? Nell’ultima parte del manuale ne suggeriamo qualcuna. Pensate siano poche? Vi sbagliate! Vediamo come sfruttarono l’occasione tre giovani europei.
Con una fiducia nel futuro davvero encomiabile per uomini che vivevano sulla loro pelle l’orrore della guerra mondiale questi italiani ravvivarono il sogno di un’ Europa libera e unita, un sogno che era passato per la mente e per la penna di altri italiani ed europei illustri a partire da Dante passando per Macchiavelli, Voltaire e Mazzini. Quel sogno che pareva soccombere tra le macerie lasciate dalla guerra proprio in quegli anni terribili cominciò dunque a rifiorire fino a diventare oggi la promessa di un’ Europa in mano ai giovani e la speranza di un secolo di pace. Chi può diventare dunque un vero Europeista? Chi può ambire a diventarlo? E’ una qualità che riguarda solo gli scout? Europeisti forse dovremmo esserlo un po’ tutti, il presente ci chiede di sostenere un progetto condiviso di pace e armonia tra i popoli; dobbiamo realizzare tutti insieme un futuro in cui problemi come la povertà, la fame e la lotta per un’equa distribuzione delle risorse dovranno trovare una soluzione. Il punto di vista di noi scout è perciò speciale. Il perché ce lo spiegava già B.-P. un secolo fa: “Come scout possiamo oggi visitare moltissimi Paesi diversi in ogni parte del mondo e trovare fratelli e sorelle scout in ciascuno di essi, tutti operanti sotto la stessa Legge e la stessa Promessa, impegnati nelle stesse attività scout.” Ecco perché il sogno di un’ Europa in mano ai giovani, il sogno di un’Europa libera e di Pace ci riguarda così tanto come scout! 11
Nel 1941 attraversò le vite di alcuni giovani intellettuali riuniti nell’isola di Ventotene. Mentre l’Europa era caduta nel buio profondo della guerra e della follia nazifascista, dall’isoletta al largo del Tirreno in cui erano stati confinati Ernesto Rossi e Altiero Spinelli insieme a Eugenio Colorni e Ursula Hirschmann scrissero il famoso “Manifesto di Ventotene”. Proprio mentre infuriava la battaglia e il lume della speranza sembrava sempre più debole cosi scrivevano: “[…] La federazione europea è l'unica garanzia concepibile che i rapporti con i popoli asiatici e americani possano svolgersi su una base di pacifica cooperazione, […] sarà la creazione più grandiosa e più innovatrice sorta da secoli in Europa. […] Se ci sarà nei principali paesi europei un numero sufficiente di uomini che comprenderanno ciò, la vittoria sarà in breve nelle loro mani […] Poiché sarà l'ora di opere nuove, sarà anche l'ora di uomini nuovi, del movimento per l'Europa libera e unita!” Bisogna “dare alla vita politica una consolidata impronta di libertà, impregnata di un forte senso di solidarietà sociale […] La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà.”
Gli scout europei tra l’altro si radunano saltuariamente nell’ European Scout Jamboree, o semplicemente "Eurojam". Organizzato dalla regione europea del Wosm (Organizzazione mondiale dei movimenti scout) non si svolge con regolarità e spesso viene organizzato qualche anno prima di un Jamboree. L'ultimo è ancora impresso nelle menti di tutti e si è tenuto nel 2005 a Hylands Park, in Inghilterra, nella stessa sede in cui si è tenuto il Jamboree del 2007. Per i rover e le scolte invece è nato nel 2004 il Roverway: una route in parte fissa e in parte mobile cui partecipano tutti gli scout europei. La prima edizione è stata ospite del Portogallo nel 2003, mentre la seconda si è svolta da noi in Italia presso Firenze nel 2006. Per il 2009 l’appuntamento è in Islanda.
> cosa e ?
Il sogno europeo
Rimbocchiamoci le maniche dunque e iniziamo a conoscere meglio la storia dell’ Europa e le sue principali vicende. Solo così saremo in grado di attivarci come cittadini europei e di “giocare il gioco” con l’Europa intera! Vedremo infatti che sono innumerevoli gli spunti per attività e giochi.
Più avanti vedremo che costruire una rete di contatti tra gli scout europei non è impossibile, anzi ci hanno già pensato… Se non bastasse la forza delle parole di B.-P. diamo un occhiata ai numeri: nel mondo esistono oggi almeno 520 associazioni scout che si stima raccolgano circa 38 milioni di bambini, ragazzi e adulti presenti in ben 216 paesi. 12
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Momenti di spiritualità di suor Luciana
In occasione della celebrazione d'apertura del secondo Sinodo speciale per l'Europa, officiata nella basilica di San Pietro il primo ottobre1999, Giovanni Paolo II ha proclamò tre nuove compatrone del continente europeo: santa Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein, santa Brigida di Svezia e santa Caterina da Siena. Sono tre grandi figure femminili che così si aggiungono agli altri Patroni: Benedetto da Norcia fondatore del monachesimo occidentale e Cirillo e Metodio apostoli del mondo slavo. Edith Stein rappresenta una testimonianza di percorso spirituale che la porta a vivere la sua fede in Dio prima nella religione ebraica e poi in quella cristiana cattolica fino a farsi monaca carmelitana. La sua vicenda personale si concluderà nelle camere a gas proprio a causa della sua origine etnica. La storia dell'Europa ha portato attraverso i secoli esempi di guerre e di sopraffazioni, ma anche momenti di accoglienza e integrazione delle culture e delle religioni. Questa donna, santa, continui ad accompagnare il nostro continente nella ricerca sempre più concreta della solidarietà fra i popoli e dell'unione fra le nazioni.
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Come si fa?
> come si fa?
“Europa” al nostro continente che si posiziona proprio a nord di Creta. Minosse, Europa, i Greci… pensate un po’ a quanti spunti per una bella impresa teatrale sulle origini del mito di Europa…. Che cos’è l’Europa? Oggi consideriamo Europa i 27 Stati che fanno parte dell’Unione europea ma in passato il concetto di Europa non ha avuto una definizione chiara e condivisa. Per molti studiosi infatti l’Europa è più che altro un concetto culturale. I confini sono segnati per buona parte dal mare: a Nord dal Mare Glaciale Artico, ad Ovest dall’Oceano Atlantico, a Sud dal Mar Mediterraneo, dal Mar Nero, e dal Caucaso, ad Est dal Mar Caspio, dalla catena montuosa degli Urali e dal fiume Ural. Ha dunque una superficie relativamente piccola (10.400.000 kmq) ma con circa ottocento milioni di abitanti è il terzo continente più popolato (rappresenta dunque circa un ottavo della popolazione di tutta la Terra).
GEOGRAFIA DELL’EUROPA Perché si chiama Europa? l nome “Europa” viene dal greco antico e significa “dai Imitologia grandi occhi”. Si chiamava così un personaggio presente nella greca. La leggenda narra che Europa fosse la figlia di Agenore, il re di Tiro (una antica città attualmente presente nel territorio del Libano). Quando Europa era giovane Zeus la notò in una spiaggia e se ne innamorò. Così la avvicinò trasformandosi in un Toro bianco e la rapì portandola fino a Creta. Da Zeus ebbe tre figli: Minosse, Radamante e Sarpedonte. Asterione, il re di Creta li adottò e dopo la sua morte, Minosse diventò il re di Creta e diede vita all’antica civiltà minoica. In onore di Minosse e di sua madre, i Greci diedero poi il nome 16
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Caratteristiche fisiche In Europa siamo ben 800 milioni distribuiti su 10 milioni di Kmq ; dunque la densità media è uguale a 67 abitanti per ogni mq. Questa densità così alta è da ricercarsi in ragioni storiche (il Mediterraneo è stata la culla delle grandi civiltà del passato) ma anche geografiche: l’Europa quasi per intero sta nella fascia di clima temperato, ciò comporta che i terreni agricoli sono da sempre utilizzabili in massima parte per l’agricoltura. Questi fattori hanno senza dubbio influito sulla densità di popolazione, sullo sviluppo economico e sull’ambiente naturale di tutta l’area mediterranea. Fisicamente l’Europa è un territorio molto complesso. Al suo interno coesistono ambienti molto diversi tra loro. Un dato che accomuna buona parte del territorio è la forte umanizzazione: l’ambiente, essendo così densamente abitato, nei secoli è stato fortemente trasformato dall’uomo e ha acquistato una fisionomia sempre più conforme alle abitudini e alle attività dei diversi tipi di società che si sono succeduti. Oggi dunque possiamo trovare degli ambienti quasi incontaminati soltanto in aree molto distanti dai grandi centri o in zone periferiche della penisola europea. Basti pensare che mentre un tempo l’Europa era quasi interamente ricoperta dalle foreste, oggi più della metà sono scomparse e sono state sostituite da grandi piantagioni o monocolture. Tuttavia in Europa troviamo ancora più di un quarto delle foreste mondiali di faggi, betulle, cipressi, abeti, pini, querce, castani e ulivi.
La fauna
> come si fa?
Per alcuni l’Europa è un continente soltanto “culturale” (che cioè si riconosce come tale per la cultura e le tradizioni comuni), mentre fisicamente è definibile come la parte occidentale del continente dell’ Eurasia (continente che comprende anche l’Asia) o, addirittura la parte nord-occidentale del macro continente Eurafrasia (l’Africa è separata dall’Asia dal piccolo Canale di Suez, ricavato artificialmente e finito nel 1869). Le penisole principali del continente europeo sono quella Scandinava, quella Balcanica, la penisola Iberica e quella Italiana oltre alla parte continentale che si estende fino agli Urali. Completano il quadro l’Islanda e le isole britanniche. Questa descrizione geografica introduce una serie di questioni politiche legate alla presenza soprattutto sul confine orientale di aree transcontinentali, legate cioè geograficamente, culturalmente e politicamente sia all’ Europa sia all’Asia. Turchia e Russia sono i due esempi più importanti ma la questione riguarda anche la Groenlandia a Nord, quasi tutti gli Stati dell’Africa Settentrionale, diversi Stati dell’Asia centrale e perfino Israele.
Questa continua deforestazione (che pure oggi sembra essersi finalmente arrestata) ha ridotto la fauna originaria europea che contava diversi grandi predatori e una gran ricchezza di specie. Il mammut e l’uro (i nonni dell’elefante e della mucca) si sono estinti da tempo e anche il lupo e l’orso sono a rischio. Oggi troviamo ancora la lince, il gatto selvatico, lo sciacallo e la volpe. Sono presenti anche ricci, tante specie di serpenti e uccelli, i boschi, inoltre, sono popolati da tanti mammiferi: scoiattoli, cervi, cinghiali, camosci e stambecchi. La fauna e la flora marina europee un tempo erano ricchissime. Il Mediterraneo infatti era uno dei mari più pescosi della Terra. Oggi l’impatto sempre più forte delle industrie e dell’attività dell’uomo ha causato un forte inquinamento e un innalzamento della temperatura dei mari che ha ridotto sempre più la varietà delle specie. Nonostante questi problemi nei mari europei sono presenti molluschi, crostacei e tanti tipi di pesci compresi i delfini e le balene che, ricordiamo, sono mammiferi acquatici. Il continente europeo presenta dunque caratteristiche davvero uniche. Mettendo a confronto le varie zone ne uscirebbero fuori quadri diversissimi, così come diverse sono le condizioni di flora e fauna di altre zone del mondo che per longitudine sarebbero assimilabili a quella europea. Che l’uomo abbia le sue colpe? Potrebbe essere uno spunto per una ricerca personale o di squadriglia… Per approfondire queste informazioni sulle caratteristiche di flora, fauna e territorio non vi sarà difficile trovare informazioni nei libri di geografia, scienze e nelle enciclopedie naturali. STORIA DELL’ EUROPA L’Europa dalle origini al Medioevo Europa sono state trovate tracce di presenza umana che risalgono a Iannin35.000 anni fa, mentre i primi insediamenti stabili risalgono a 7000 fa. Una prima ondata di migrazioni provenne dall’Oriente: si trattava di piccoli gruppi di popolazioni nomadi che si fusero via via con alcuni
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momento di unità amministrativa (solo Carlo Magno nell’ VIII secolo con il Sacro Romano Impero ci riuscì in parte), anzi con la caduta dell’ Impero romano d’Occidente e l’inizio del Medioevo iniziò anche un periodo buio per l’Europa intera che soffrì continue invasioni barbariche e vide la colonizzazione araba della Penisola iberica, dell’Italia meridionale, delle coste dell’Africa e dell’Anatolia. La rinascita iniziò intorno all’XI secolo con i fiorenti comuni dell’ Italia settentrionale e delle Fiandre e con la nascita dei primi StatiNazione, anche se bisogna attendere il XV secolo per una più decisa ripresa europea, grazie al superamento dei periodi di peste e carestia e a un miglioramento generale del clima e della qualità della vita.
> come si fa?
gruppi di popolazioni indigene europee. Una seconda ondata migratoria iniziò circa 4000 anni fa e continuò almeno fino al tracollo della civiltà micenea, nel IV secolo a.C.. Queste popolazioni, giunte dal Nord Africa, dalle coste egee e dal vicino Oriente, erano molto più evolute: portarono con sé nuove tecnologie e un nuovo modo di vivere basato non solo sulla pastorizia ma anche sull’agricoltura e sulla pesca e, soprattutto, fondarono degli insediamenti stabili che costituirono il primo nucleo delle città. Le prime civiltà sviluppate in Europa risalgono al 2000 a.C. e sono la civiltà minoica dell’isola di Creta, gli insediamenti dei Celti nell’Europa centrale. Quasi con certezza nell’area baltica erano presenti altre civiltà relativamente sviluppate, che poi scomparvero in seguito ad una glaciazione. Intorno al XV secolo a.C. si cominciò a sviluppare la civiltà di Micene nel Peloponneso grazie all’arrivo degli Achei (forse baltici spinti a sud dalla glaciazione). Successivamente in quest’area, prevalse proprio la civiltà micenea mentre nell’Europa continentale i Celti raggiunsero intorno al IV secolo a.C. la Penisola Iberica, l’Italia settentrionale e l’odierna Turchia. La Civiltà greca fu la prima importante civiltà europea. Fu influente in tutta la parte mediorientale della penisola europea prima di lasciare il posto alla nascente potenza di Roma. Questa, con l’Imperatore Traiano nel II secolo d.C., estese il suo dominio in un area vastissima che andava dalla penisola iberica, toccava tutte le coste africane, l’Asia minore e arrivava fino ai fiumi Reno e Danubio a nord. Questo è il periodo in cui si gettano le basi per quell’Europa “culturale” a cui oggi si fa riferimento quando parliamo del nostro continente. Con l’Impero romano infatti furono veicolate per l’intero continente tecnologie, stili di vita e culture che costituiranno nei secoli successivi l’ossatura di tutti futuri stati nazione europei. Nei secoli successivi infatti non si ripeté più un simile
Dal Rinascimento all’ inizio del Novecento Con il Rinascimento l’Europa cominciò ad essere percorsa da lotte e tensioni a sfondo religioso legate alla riforma protestante avviata da Lutero, nel frattempo le nazioni Europee ponevano le basi per il loro dominio nei due secoli futuri avviando la loro espansione coloniale verso l’Asia e l’Africa e le Americhe. Con il XVIII secolo nacque la nuova classe della borghesia mercantile, parallelamente ad un forte sviluppo culturale e scientifico. I privilegi delle classi aristocratiche così iniziarono a sembrare sempre più difficili da giustificare, le gerarchie ecclesiastiche inoltre appoggiavano e proteggevano quest’ordine sociale e risultavano sempre più corrotte e invise alla gente. Queste tensioni sociali finirono per sfociare nei disordini della Rivoluzione francese nel 1789, che in breve portò all’affermazione dei principi di uguaglianza e libertà in tutta Europa. L’esperimento però duro poco, i conflitti interni e la reazione delle altre potenze europee condussero al potere in Francia Napoleone Bonaparte che, in poco più di un decennio, riuscì a imporsi in tutta l’Europa continentale. La resistenza dell’ Inghilterra però lo portò alla sconfitta nel 1815, fu l’inizio della Restaurazione: le aristocrazie delle varie nazioni tentarono di riprendere così antichi poteri e privilegi perduti in seguito alla Rivoluzione francese. Quegli ideali di libertà e uguaglianza che covavano in Europa ormai da mezzo secolo riesposero negli anni dal 1848 al 1871, nei quali l’Europa visse un periodo di profonda trasformazione sociale e politica: i moti rivoluzionari misero a ferro e fuoco intere nazioni e portarono alla nascita degli Stati nazionali in Italia e Germania e alla definitiva caduta di molti antichi privilegi aristocratici. Contemporaneamente una nuova rivoluzione industriale portò molte persone dalle campagne alle città e generò un cambio degli stili di vita: le città cominciarono a popolarsi di una classe media fatta di operai e commercianti che nel giro di qualche decennio formarono la 21
> come si fa?
società di massa. Uno sviluppo così poderoso fu sostenuto da una forte propaganda nazionalista che causò irrisolvibili tensioni fra gli Stati. L’Europa dalle due guerre mondiali ai giorni nostri La pace infatti durò poco: nel 1914 l’intera Europa era in guerra e solo l’intervento degli Usa e l’uscita dalla guerra della Russia fermò un massacro mai visto prima. Tutta la sicurezza nel progresso e nella civiltà accumulata in due secoli svanì in pochi anni. L’Europa si risvegliò tra le macerie, la miseria e la disperazione di milioni di vite spezzate. Il Trattato di Versailles ridisegnò la geografia politica del continente: la Germania sconfitta venne ridimensionata e nacquero Polonia, Cecoslovacchia e Jugoslavia. Seguirono anni difficili, la ricostruzione fu lunga e faticosa e portò disagio soprattutto tra le classi popolari. Gli Scout però mica stavano a guardare! In piena guerra mondiale in Italia nasce l’ASCI (Associazione scout cattolici italiani) nel 1916 per opera di Mario di Carpegna. Per mezzo di Baden Powell e di sua moglie Olave nel 1919 nasce il WAGGGS, associazione mondiale Guide ed Esploratrici e nel 1920 nasce il WOSM, l’organizzazione mondiale del Movimento scout. In un periodo in cui “lo straniero” era visto con diffidenza gli scout e le guide piuttosto che scoraggiarsi iniziavano a lavorare sodo e a diffondere lo spirito della fratellanza e della solidarietà mondiale. Il 1920 è anche l’anno del primo Jamboree mondiale dello scoutismo a Olympia in Inghilterra cui presero parte ben 34 nazioni per un totale di circa 8000 partecipanti. Numeri incredibili se si considerano gli anni in cui questo evento fu messo in piedi. Nel frattempo però la situazione peggiorava di anno in anno e il malcontento della popolazione fu sfruttato dai partiti nazionalisti, le cui idee si diffusero in tutta Europa e portarono in Italia e Germania alla nascita di regimi autoritari guidati da Mussolini e Hitler. La situazione precipitò nuovamente nel giro di pochi anni, la follia di Hitler e della Germania nazista portarono allo scoppio della seconda guerra mondiale nel 1939 che vide contrapporsi Germania e Italia (che firmarono il famigerato patto d’acciaio) contro Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Furono gli anni più terribili per l’Europa e il mondo intero. Anche gli Scout in diversi paesi furono messi al bando ed entrarono in clandestinità. Proprio sotto le bombe della seconda guerra mondiale, pochi giorni prima del Natale del 1943, Giuliana di Carpegna a Roma nelle catacombe di Priscilla (nipote del conte Mario 22
fondatore dell’ASCI) fondava l’AGI, Associazione guide italiane. Come sempre nei momenti più difficili lo spirito scout si esalta e “getta il cuore oltre l’ostacolo”! La grande potenza tedesca intanto metteva sotto scacco l’intero continente con l’eccezione dell’Inghilterra. Soltanto il contemporaneo intervento degli Stati Uniti e dell’Unione sovietica (la Russia nel frattempo era finita sotto una dittatura comunista che aveva creato un’unione di repubbliche confederate) costrinsero la Germania nazista e l’Italia di Mussolini alla resa nell’estate del 1945. Con la fine della guerra la fisionomia politica europea cambiò. Le nazioni si divisero in due blocchi secondo le zone d’influenza americana e sovietica. Dopo una lunghissima interruzione sono questi gli anni in cui il cammino verso l’integrazione europea riprende. I capi delle nazioni, che avevano vissuto sulla loro pelle i disastri della guerra, cominciarono a discutere la creazione di un’ entità che superasse i confini delle singole nazioni. Seguirono dunque diversi incontri e conferenze: il più importante è il Congresso dell’Europa nel maggio del 1948 all’Aja. Pochi anni dopo, nel 1955, fu costituita la Ceca (Comunità Europea del Carbone e dell’ Acciaio) che seppure con compiti soltanto economici costituisce il primo nucleo della futura Unione europea. Nel 1957, nel cinquantenario della fondazione del movimento scout al Jamboree si affiancò il JOTA (Jamboree on the air), il Jamboree dell’etere che da quella data riunisce annualmente via radio gli scout di tutto il mondo. 23
1992 L’Europa così come esce dai trattati di Maastricht dopo la caduta del muro di Berlino.
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STORIA DELL’UNIONE EUROPEA
> come si fa?
Per il continente inizia dunque un periodo di ripresa sociale ed economica anche se contrassegnato da grandi tensioni sociali e da una difficile convivenza tra le due grandi potenze mondiali. All’inizio degli anni novanta però l’Unione sovietica entra in crisi e si scioglie; dal disfacimento di questo grande blocco nascono tanti giovani Stati, mentre nella zona dei Balcani entra in crisi la grande Jugoslavia da cui, dopo un periodo di sanguinosa guerra civile, nascono ben 4 Stati autonomi. La caduta del muro di Berlino nel 1989 (che divideva la città in zone d’influenza dal 1961) fu il segnale che i tempi erano maturi per accelerare il cammino verso l’integrazione europea: dopo decenni di alti e bassi e incertezze è con il Trattato di Maastricht nel 1992 che si gettano le basi per l’Unione Europea dei giorni nostri. Quante epoche e quanti avvenimenti hanno solcato il continente europeo! Assegnando un arco temporale a ogni squadriglia del vostro reparto ci sarebbero davvero tanti spunti per organizzare una giornata a tema con tante attività.
Le tappe di avvicinamento all’Unione europea ome abbiamo già visto all’inizio del nostro percorso, l’idea di un C continente unito sotto un’unica bandiera prese forma sotto le bombe della Seconda guerra mondiale nell’isoletta di Ventotene. L’idea di Rossi e Spinelli fu subito ripresa all’indomani della fine della guerra. A causa delle tensioni tra Usa e Urss, in tutte le nazioni europee era forte la paura di una nuova guerra; la strada dell’integrazione dunque sembrava l’unica che poteva garantire un minimo di stabilità. Sin da subito si contrapponevano due idee di Europa: quella unionista che prevedeva una semplice collaborazione tra i governi e quella federalista che comportava di cedere una quota di autorità e potere a future istituzioni interstatali. Vediamo dunque le tappe più importanti attraverso cui è passato il percorso di avvicinamento all’Unione europea di oggi. Il 9 maggio del 1950 il ministro degli Esteri francese, nella sua famosa Dichiarazione Schuman, per la prima volta in pubblico pronunciò la parola Europa con riferimento ad un progetto di governo condiviso da tutto il continente. Schumann prospettava la creazione di un’ “Alta autorità” per il controllo della produzione europea del carbone e dell’ acciaio, risorse strategiche per il rilancio industriale ed economico dei Paesi europei. Con il Trattato di Parigi del 1951 nacque dunque la Ceca (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio), le produzioni di due materie prime così importanti furono messe in comune da ben sei Paesi, i paesi fondatori dell’Europa: Belgio, Francia, Germania Occidentale, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi. Soltanto sei anni dopo la fine della guerra questi sei paesi firmarono un accordo storico; il campo d’azione limitato al carbone e all’acciaio non deve ingannare: Francia e Germania per i giacimenti minerari della Ruhr, strategici per l’Europa intera, avevano avuto 25
La lunga scalata: dalla Ceca all’Ue Seguirono anni un po’ incerti in cui le sei nazioni della Ceca balbettavano tra un interesse verso una politica estera e di difesa comune e la paura di perdere una quota eccessiva di potere nazionale. Alla metà degli anni ‘50 però, le paure istituzionali finirono per cedere il passo alla convenienza economica che lo sviluppo dell’integrazione europea poteva garantire. Con la Conferenza di Messina del 1955 e i Trattati di Roma del 1957 nacquero la Cee (Comunità Economica Europea) e l’Euratom (Comunità Europea dell’energia atomica). I sei stati fondatori della Ceca decisero di iniziare così un percorso che in breve avrebbe portato alla creazione di un mercato unico interno in cui le merci, le persone e i soldi si sarebbero potuti muovere liberamente. L’Euratom avrebbe inoltre regolato e coordinato le politiche energetiche nucleari. Ovviamente il percorso è stato lungo, pieno di stop e di date importanti. Le prime sono sicuramente quella del 1965, anno in cui la direzione delle tre comunità economiche divenne unica, e quella del 1968 perché entrò in vigore l’unione doganale: tra i sei paesi della Cee le merci iniziarono a circolare liberamente e senza tasse. Durante gli anni ‘60, gli Stati iniziarono anche a impostare la Pac (Politica Agricola Comune) che (attraverso un complesso sistema di quote di produzione, regolamenti e finanziamenti) costituisce ancora oggi uno dei pilastri fondamentali dell’Unione. Il 22 aprile 1970 fu firmato finalmente il Trattato di Lussemburgo. Si stabilì che le Comunità si sarebbero finanziate con risorse proprie e si ampliarono i poteri del Parlamento europeo. Negli anni successivi la crisi economica e petrolifera rallentò un po’ i progressi istituzionali verso l’integrazione favorendo anzi la chiusura economica degli Stati. Nel 1972 nacque intanto lo Sme (Sistema Monetario Europeo) che iniziò a regolare e stabilizzare i cambi tra le diverse monete della Comunità europea. Nel 1973 però questa fase di stallo iniziò a sbloccarsi: Irlanda, Regno Unito e Danimarca entrarono a far parte della Cee e portarono a nove il numero degli Stati membri. La Grecia nel 26
1981 sarà il decimo Stato, mentre già nel 1979 per la prima volta il Parlamento europeo fu eletto a suffragio universale. Lo stop al processo d’integrazione imposto dalla crisi economica iniziò a venire meno nel 1985. Cinque stati firmarono gli importanti Accordi di Schengen (oggi accettati da tutti gli Stati dell’Unione tranne Regno Unito e Irlanda) per abolire ogni controllo doganale interno per merci e persone e rafforzare però i controlli esterni verso i paesi non europei e la collaborazione tra le forze di polizia. L’Europa stava diventando un gigante difficile da gestire, con un apparato burocratico e amministrativo troppo complesso e poco efficiente; nel 1986 intanto i Paesi erano diventati ben 12 con l’ingresso nella Cee di Spagna e Portogallo. A mettere un poco d’ordine iniziò a pensarci l’Atto Unico, che entrò in vigore nel 1987. L’integrazione economica infatti necessitava di una parallela integrazione di metodi, procedure, politiche e nozioni comuni che imponevano la creazione di istituzioni politiche, economiche e finanziarie comuni. Servivano insomma istituzioni europee importanti, efficienti e capaci di prendere delle decisioni. Il salto di qualità avvenne finalmente nel 1992 con il Trattato sull’Unione europea, meglio conosciuto come il Trattato di Maastricht. Con questo trattato si sancì la nascita dell’Unione europea, infatti si integrarono i trattati precedenti e si stabilirono nuove regole e parametri rigorosi per favorire la convergenza e l’integrazione tra gli Stati membri. Vengono dunque introdotti i celebri “tre pilastri”: l’Unione europea che riunisce tutte le Comunità precedenti; la Pesc (Politica Estera e di Sicurezza Comune) e la Gai (cooperazione in materia di Giustizia e Affari Interni). I poteri del parlamento vennero ampliati e venne introdotta la Cittadinanza dell’Unione Europea. Inoltre attraverso la Creazione della Uem (Unione Economica e Monetaria) si avvia il processo che ha portato all’adozione in un decennio della moneta unica. L’Europa come la conosciamo oggi ha preso vita dunque proprio grazie al Trattato di Maastricht che ha definito le istituzioni e gli organi dell’Unione europea e ha posto le basi per una reale integrazione non solo economica ma anche finalmente politica. Oltre alla sicurezza e alla politica interna, divengono di pertinenza comunitaria i settori dell’industria, della sanità pubblica, dell’educazione, della cultura, dei trasporti. Nel 1995 intanto i Paesi dell’Unione europea diventano 15 grazie all’ingresso di Austria, Finlandia e Svezia. L’Europa dei 15 (Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia Irlanda, Danimarca, Grecia, Spagna, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, 27
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quasi un secolo di contrasti. Inoltre lo schema con cui fu ripartito il potere fu un punto di riferimento importante per tutti i futuri progressi dell’ Unione. Vennero istituiti infatti un’ Assemblea parlamentare, una Corte di Giustizia interna, un Consiglio dei ministri e un organo consultivo cui parteciparono diverse categorie, dai produttori fino ai sindacati.
Europa dei 15
Austria, Finlandia, Svezia) è quella che si affaccerà al nuovo millennio con un’altra grande sfida: l’Euro. La nascita dell’Euro e l’allargamento In attesa che l’importante Consiglio dell’Unione europea del 2 maggio 1998 verificasse che soltanto 11 Stati membri (Belgio, Germania, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria, Portogallo e Finlandia) avevano le carte in regola per adottare la moneta unica, nel 1997 si svolse un importante vertice europeo ad Amsterdam. Sotto la spinta dei governi francese e italiano si decise per dare una maggiore impronta sociale all’azione dell’Unione europea. 28
> come si fa?
1995
Il Trattato di Amsterdam che ne scaturì pose l’accento sulle politiche di crescita dell’occupazione e sulla necessità di politiche sociali comuni. Serviva insomma un Europa più attenta ai meno fortunati e capace di dare le stesse opportunità a tutti i cittadini. Dopo non poche difficoltà e polemiche il primo Gennaio 2002 nasce l’Euro, la moneta unica di tutti i cittadini europei. Questo ingresso ha un valore economico, sociale ma anche simbolico. Oggi l’Euro è adottato da 15 Paesi membri, si sono aggiunte ultimamente Grecia e Slovenia e dal Gennaio 2008 Cipro e Malta. L’Europa si presenta dunque al nuovo millennio come una grande comunità dotata di organi e istituzioni complesse e capaci di influire nella vita quotidiana di oltre mezzo miliardo di persone. La sfida, sin dal giorno successivo l’introduzione dell’Euro, fu quindi quella dell’allargamento dell’Unione. Le nazioni dell’Est, dopo aver guardato per decenni all’Europa unita come ad un sogno di pace e libertà, hanno visto nel processo dell’integrazione europea un’opportunità irrinunciabile di progresso. E infatti, con tempi e storie diverse, il primo maggio del 2004 ben dieci paesi si sono visti spalancare le porte dell’Unione Europea. Stiamo parlando di Polonia, Slovenia, Ungheria, Malta, Cipro, Lettonia, Estonia, Lituania, Repubblica Ceca e Slovacchia. Romania e Bulgaria si sono aggiunte dal primo Gennaio del 2007. L’Europa non aveva mai visto un allargamento così grande (i criteri per far parte dell’Unione sono rigorosi e selettivi e prevedono l’adozione di precise misure economiche, politiche e sociali) la portata dell’evento è ancora maggiore se si riflette sul fatto che i nuovi ingressi non sono certo Paesi che portano in Europa ricchezza e benessere. Un Europa che passa in pochi anni da 15 a 27 sarà un Europa diversa e si troverà ad affrontare tante sfide non facili, basti pensare che le lingue ufficiali dell’Unione Europea sono 23 e che la popolazione sfiora il mezzo miliardo. Riuscire a tenere unite tante culture, lingue e religioni e accogliere questi Paesi con ancora molti problemi economici e sociali, porterà sicuramente alcune tensioni tra gli Stati membri. A cambiare infatti non è soltanto la composizione e l’equilibrio nelle 29
> come si fa?
varie istituzioni ma anche (e soprattutto) l’equilibrio dei fondi sociali e degli aiuti che l’Unione ha sempre dato alle zone meno sviluppate. Nell’Unione a 27 infatti dovranno convivere a collaborare i paesi più ricchi e i paesi più poveri dell’Occidente. Ci riusciranno? La crescita comune nei valori di pace, fratellanza e solidarietà che ci hanno trasmesso i padri dell’Europa, sarà la chiave per vincere questa ennesima scommessa. Ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte!
2007 Europa a 27
Titolo box
Un semplice gioco potrà aiutarvi a capire quanto è difficile mediare tra gli interessi e le esigenze di così tanti Paesi. Assegnate a ogni persona o ad ogni piccolo gruppo un Paese europeo. Per ognuno preparate una scheda con dati di economia e popolazione e assegnate (con numeri da uno a 100) un indice che
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segnali il prestigio e l’importanza a livello internazionale, un indice che segnali il bisogno di fondi e aiuti dell’Unione Europea e un indice che calcoli quanto il Paese concorre (con tasse e contributi) alla ricchezza delle casse europee. Le schede potrebbero apparire così come segue (ovviamente un gioco resta un gioco e quindi ciò che importa è calibrare bene le differenti proporzioni tra gli indici dei paesi): Ogni gruppo in base del paese cui è stato assegnato conduce una piccola ricerca sulla situazione generale del Paese ed elabora una richiesta di contributo, da 1 a 100, presentando un progetto per il Paese. I progetti verranno poi discussi (probabilmente animatamente…) e votati.
La Costituzione europea Una così grande e complessa comunità di nazioni, con una storia comune antica e una cultura così ricca non può più considerarsi un semplice accordo economico e politico tra Stati più o meno vicini. La grandiosità del progetto, il favore che incontra nel mondo ma soprattutto il comune sentire dei cittadini hanno imposto un ulteriore passo in avanti a livello istituzionale. Già nel 1992 ci siamo dichiarati “Cittadini europei”, ma oggi le istituzioni e le politiche pensate quasi due decenni fa cominciano a scricchiolare sotto il peso dell’Europa a 27. Per rispondere a queste importanti questioni nel 2001 fu istituita una Convenzione per l’Europa formata da rappresentanti di tutti i paesi e di tutte le istituzioni europee. La risposta giunse circa due anni dopo e si chiamava Costituzione per l’Europa. Questo gruppo di esperti infatti si convinse che i tempi erano ormai maturi per riunire tutti i popoli europei sotto un’unica Carta che richia31
I simboli dell’Europa La bandiera europea è il simbolo dell’Unione Europea, dell’unità e dell’identità dell’Europa. La corona di 12 stelle dorate rappresenta la solidarietà e l’armonia tra i popoli d’ Europa. Il numero dodici è tradizionalmente simbolo di perfezione, completezza ed unità. La bandiera rimarrà pertanto invariata a prescindere dai futuri ampliamenti dell’Unione europea. La storia della bandiera europea ebbe inizio nel 1955 ai tempi della Ceca. Il Consiglio d’ Europa infine Sareste in adottò questo disegno perché in Suggerimenti grado di varie tradizioni il dodici è un numero ricordare simbolico che rappresenta la comben 27 bandiere diverse e assegnare pletezza. Il cerchio è anche simbolo ad ognuna la propria nazione? di unità. Nel 1985 la bandiera venne Potrebbe essere un buon gioco adottata da tutti i Capi di Stato e di di memoria e l’occasione per Governo dell’ Ue come emblema conoscere la storia che lega ogni ufficiale e tutte le istituzioni europee bandiera alla propria nazione. la utilizzano dal 1986. L’inno europeo è l’adattamen32
to dell’ultimo movimento della Nona sinfonia di Beethoven scritta nel 1823, il famoso “Inno alla gioia”. Fu scelto nel 1972 dal Consiglio d’Europa e dal 1985 è l’inno ufficiale dell’Unione europea. È rimasto privo di testo per espressa volontà del Consiglio, si serve così del linguaggio universale della musica per esprimere gli ideali di libertà, pace e solidarietà tra i popoli perseguiti dall’ Europa. Il motto dell’Europa, tradotto nelle 23 lingue ufficiali, è “Unita nella diversità”. La festa dell’Europa si festeggia ogni anno il 9 maggio, data in cui si ricorda la “dichiarazione Schumann” con cui il Ministro degli Esteri francese nel 1950 annunciò, per la prima volta, il progetto di creare l’Unione europea.
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masse diritti, doveri e valori fondamentali. Era giunto il momento inoltre di sostituire i tanti trattati, semplificare e rendere più efficienti l’azione politica e le istituzioni. Il 29 ottobre 2004 con una solenne cerimonia a Roma la Costituzione fu firmata dai capi di Stato e di governo dei 25 Stati membri. La Costituzione per entrare in vigore attende adesso di essere convalidata in tutti gli Stati dai parlamenti nazionali o da un referendum. Se in alcuni casi la ratifica è stata veloce (Italia e Spagna), alcuni Paesi (Francia e Olanda) hanno già dato un primo no alla Costituzione imponendo un brusco stop ai sogni di un grande Stato europeo, altri devono ancora programmare la ratifica (Danimarca e Gran Bretagna). La strada per una Costituzione Europea si è dunque fatta improvvisamente più difficile, le critiche a questa Costituzione giungono da più parti e per motivi a volte opposti tra loro. Sicuramente mediare tra interessi e idee così diversi non sarà un impegno facile e i prossimi anni saranno sicuramente importanti per capire se questa nuova grande Europa vedrà la luce e quale spazio si ritaglierà. Sono tante le questioni internazionali aperte: il terrorismo; i rapporti con i paesi del Mediterraneo e con il sud del mondo; l’integrazione dei paesi dell’Est e i rapporti con gli Stati Uniti.
LE ISTITUZIONI EUROPEE lunga storia dell’Unione fa si che oggi non si presenti con la Lorganiaforma simile a un governo nazionale ma come a un insieme di che negli anni si sono integrati e sovrapposti. Oggi le istituzioni principali dell’Unione europea sono cinque: il Parlamento europeo, il Consiglio dell’Unione europea, la Commissione, la Corte di giustizia e la Corte dei conti. A queste istituzioni si affiancano alcuni organi di governo importanti: Comitato economico e sociale europeo, Comitato delle regioni, Banca centrale europea e Banca europea per gli investimenti. Definire poteri e competenze precisi è difficile, spesso infatti le decisioni sono frutto dell’accordo e della mediazione fra le tre istituzioni principali (Commissione, Consiglio dell’unione e Parlamento). È importante dunque conoscere un po’ più nel dettaglio almeno le istituzioni fondamentali dell’Unione per capire come si muove la macchina Europa. Ovviamente la struttura istituzionale cui ci riferiamo è quella disegnata dal Trattato di Maastricht. Quando la Costituzione verrà ratificata da tutti nella sua forma definitiva, molte cose cambieranno. La Commissione Da qui parte ogni proposta di legge, infatti la Commissione è l’organo più conosciuto delle istituzioni europee. La Commissione vigila sull’applicazione dei trattati, sviluppa proposte di legge e promuove gli interessi dell’Ue. La Commissione inoltre svolge un severo controllo sugli Stati membri per verificare l’attuazione delle leggi comunitarie. Resta in carica 5 anni ed è composta da 27 membri compreso il presidente, tutti con diritto di voto, rappresentanti di ciascun Paese 33
Il Consiglio dell’Unione Il Consiglio dei ministri dell’Unione ha il compito di approvare o respingere le leggi che propone la Commissione. In base alla materia trattata, riunisce volta per volta i ministri dei Paesi membri; si avranno così tanti consigli quante sono le materie di interesse generale (Trasporti, Economia, Agricoltura ecc…). I Consigli più importanti, che si riuniscono una volta al mese, sono quello che riunisce i ministri degli Esteri di tutti i Paesi (Affari Generali), quello che riunisce i ministri dell’Economia e delle Finanze (Ecofin) e quello dei ministri dell’Agricoltura. Mentre la Commissione ha il compito di fare gli interessi dell’Unione, in quest’organo è più probabile che emergano invece gli interessi dei singoli Paesi, perché è qui che le proposte prendono la forma di legge. Il Consiglio dei ministri viene presieduto a turno da ogni Paese membro per un semestre. Il presidente organizza e presiede le sedute e svolge un importante compito di indirizzo politico e mediazione. Ogni Paese ha quindi una delegazione permanente a Bruxelles che segue e prepara i lavori per i Consigli dei ministri e aiuta a velocizzare un processo che rimane oggi ancora molto lento. In attesa delle riforme che porterà la Costituzione, il Consiglio può emanare regolamenti (simili a leggi, hanno valore immediato), direttive (acquistano valore se recepite e regolate attraverso le singole leggi nazionali), decisioni (vincolano solo i destinatari del provvedimento). 34
Sono previste inoltre raccomandazioni e pareri che non sono vincolanti ma forniscono una guida. Si vota quasi sempre a maggioranza qualificata, con un sistema che attribuisce più peso ai Paesi più importanti. Per alcune materie fondamentali (politiche fiscali, ricerca e sviluppo, industria, cultura e gestione dei fondi sociali) è richiesta invece l’unanimità.
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dell’Unione. Per capire meglio quale importanza ha la Commissione, basti pensare che alle dipendenze di questa istituzione lavorano circa 26.000 persone. La Commissione assomiglia un po’ ad un governo dell’Unione, i membri infatti amministrano ben 36 Dipartimenti (simili ai ministeri di un governo nazionale) che ricevono finanziamenti. Ogni commissario deve giurare di fare gli interessi esclusivi dell’Unione e presta servizio a Bruxelles, sede della Commissione. Il presidente ha un ruolo molto importante: distribuisce gli incarichi ai membri della Commissione (che sono nominati dai parlamenti nazionali), ha un importante compito di leader e mediatore e rappresenta la Commissione nei suoi rapporti con le altre istituzioni. Viene nominato con il gradimento di tutti i Capi di Stato e di Governo degli Stati membri e deve ricevere il gradimento della Commissione uscente e del Parlamento europeo. In attesa delle riforme istituzionali la Commissione e il suo presidente hanno finora svolto anche l’incarico di rappresentare formalmente l’Unione europea in sede internazionale.
Il Consiglio Europeo Il presidente del Consiglio dei ministri dell’Unione ha anche il compito di convocare il Consiglio europeo, almeno due volte l’anno. Il Consiglio europeo riunisce i primi ministri, i Capi di Stato di ogni Paese membro e il presidente della Commissione già dal 1975. In questa sede vengono stabilite le linee principali dello sviluppo dell’Unione. Questo è uno dei motori dell’Unione Europea perché dall’atteggiamento e dalle scelte che prevalgono tra i capi di Stato e di governo, l’Unione guadagna o perde terreno nel suo cammino di sviluppo. Parlamento europeo
Con 786 membri è l’assemblea multinazionale eletta dai cittadini più grande al mondo. I suoi membri, gli eurodeputati, eletti a suffragio universale dal 1979 ogni cinque anni, rappresentano ogni Paese con un numero che è dato dalla proporzione tra dimensioni e popolazione di ogni Stato e della Comunità. La nazione con più parlamentari è la Germania, che è anche la più popolosa; a seguire ci sono Francia, Italia e Regno Unito con 78 parlamentari. Dal 2009 il numero dei parlamentari sarà ridotto a 750 e probabilmente resterà lo stesso anche se ci saranno futuri allargamenti. Questo modificherà gli equilibri interni, a danno dei Paesi più grandi e oggi più rappresentati. La sedute del Parlamento avvengono a Strasburgo, ma le sue attività si svolgono anche nel Lussemburgo e a Bruxelles, le altre due sedi dell’Unione europea. Il Parlamento sceglie un proprio presidente che resta in carica 2 anni e mezzo, cioè per metà legislatura. Il presidente viene scelto mediante un accordo tra i vari gruppi parlamentari europei cui aderiscono gli eurodeputati. Questi gruppi ricalcano per grandi linee gli schieramenti politici presenti in tutti i Paesi europei, ogni gruppo parlamentare ha un proprio presidente che, in accordo con gli altri, organizza i lavori delle sedute parlamentari. Nel parlamento europeo vengono istituite Commissioni parlamentari, che preparano e studiano i contenuti delle sedute.
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gono violati; può sciogliere le controversie fra Paesi membri o singoli cittadini per questioni che riguardano materie comunitarie. Di solito si pronuncia in seguito a un ricorso, a una richiesta di chiarimento da parte dei tribunali nazionali per i quali fornisce un aiuto importante e vincolante. La Corte è importante perché custodisce il diritto dell’Unione europea su cui si poggia l’intera costruzione dell’accordo fra i 27 Paesi che la compongono. Dal 1989 è stato introdotto un Tribunale di prima istanza che raccoglie i ricorsi di singoli e aziende contro un atto Tra tutte le istituzioni Curiosità comunitario. Questo tribunale la Corte di giustizia è funziona come primo grado l’unica dove la lingua di giudizio e ha così snellito predominante è il francese, lingua l’enorme mole di lavoro che che per tradizione è della diplomazia rischiava di rendere la Corte e delle corti. inefficiente. Corte dei conti A differenza di molti parlamenti nazionali, il Parlamento europeo non può approvare o abrogare leggi in autonomia e ha scarsi poteri di controllo sull’organo esecutivo, che è la Commissione. Il Parlamento ha quindi un potere di supervisione e controllo; esprime pareri e riceve periodicamente le relazioni della Commissione e del Consiglio dell’Unione. Può inoltre attivare le procedure di cooperazione (esprimendo un parere) e codecisione (per materie importanti) con il Consiglio circa l’approvazione degli atti della Commissione di cui può eventualmente anche bloccare l’iter in maniera definitiva. Il Parlamento inoltre approva il bilancio dell’Unione e ha il potere di decidere spese autonome e non obbligatorie, che dunque i trattati non prevedono. Nel futuro è probabile che il Parlamento europeo assumerà un ruolo sempre più importante. Corte di giustizia È un organo importantissimo dell’Unione europea, è infatti l’organo giuridico dell’Unione, l’unico chiamato a sciogliere questioni relative al diritto comunitario. Ha sede nel Lussemburgo ed è composta da 27 giudici, 8 avvocati generali e 1 cancelliere. Ha svariati compiti: giudica se le nuove leggi sono conformi ai trattati; può comminare sanzioni se i trattati, le leggi e i regolamenti ven36
È un altro importante organo, verifica che le spese dell’Unione siano fatte secondo i principi di trasparenza e legalità. Controlla che siano raggiunti gli scopi prefissati e che siano rispettate le norme del bilancio e dei regolamenti finanziari. La Corte esercita il proprio potere su tutti i soggetti che per un motivo o per un altro hanno avuto accesso a fondi e finanziamenti dell’Unione Europea. Viene dunque effettuato un continuo controllo a campione su tutte le amministrazioni nazionali e regionali che ricevono i fondi, in particolare si controlla se il sistema con cui vengono gestiti e utilizzati sia corretto e trasparente. Anche la Corte dei conti è composta da un rappresentante per ogni Paese membro e da un presidente, questi vengono nominati dal Consiglio dell’unione e stanno in carica per sei anni. L’attività più importante della Corte dei conti è la relazione sul bilancio annuale che presenta al Parlamento europeo. Altre istituzioni Per completare il quadro degli organi che fanno funzionare l’Unione europea si deve citare l’importante compito della Banca Centrale Europea che ha come compito principale la definizione e la gestione della politica monetaria dell’Unione. 37
tuzioni non mancano certo in un reparto o in squadriglia. Coraggio, studiate bene le regole di una delle istituzioni e provate a simularne il funzionamento. È come fare un viaggio dentro il motore di una macchina molto sofisticata, ne riparliamo meglio nell’ultima parte di questo manuale.
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Non bisogna dimenticare inoltre il ruolo della Banca Europea degli investimenti che concede prestiti e finanzia i progetti industriali delle regioni meno sviluppate. Il Comitato economico e sociale europeo è invece un tavolo di rappresentanza di molte categorie produttive interessate allo sviluppo dell’integrazione europea. Nato già nel 1957, è composto da 344 membri, si rinnova ogni 4 anni ed è un organo consultivo. Altro organo consultivo è il Comitato delle regioni, nato nel 1994 e formato da 344 rappresentanti di enti locali e regionali. Questi due comitati favoriscono la collaborazione e lo scambio di informazioni dai livelli più bassi ai livelli più alti della catena amministrativa fornendo uno strumento concreto al principio di sussidiarietà (secondo il quale bisogna delegare ogni volta che è possibile tutte le decisioni al livello più basso della catena) e si lega bene all’idea di Europa delle regioni (nel senso di grandi aree con caratteristiche economiche simili) su cui si basano le azioni politiche europee. A fare da tramite tra le istituzioni europee e i cittadini c’è infine l’Ufficio del Mediatore europeo che funziona da difensore civico cui rivolgersi nel caso in cui ci si senta penalizzati o danneggiati dal comportamento di un’amministrazione dell’Unione. Le occasioni per simulare il funzionamento di ognuna di queste isti-
LE POLITICHE Europa è entrata ormai nella vita quotidiana di tutti noi, le poliL’ tiche e i progetti europei sono fondamentali per le amministrazioni di ogni Paese membro.
L’Euro è la nostra moneta comune e intere materie sono di esclusiva pertinenza dell’Unione europea; gli Stati dunque devono compiere uno sforzo per uniformarsi e stare a regole e parametri che valgono per tutti. Per favorire e sostenere il progresso e la produzione di tutti i Paesi membri sono stati pensati diversi programmi di sviluppo e sono stati istituiti alcuni fondi. Abbiamo già accennato alla politica estera e di sicurezza e difesa comune, queste muovono fondi importanti e rappresentano una delle scommesse per la nuova Europa che sarà regolata dalla Costituzione europea. Ora, senza entrare nel dettaglio offriamo una veloce panoramica. Ci soffermeremo soprattutto ad esaminare meglio le politiche giovanili e i programmi di mobilità riservati agli studenti. Per iniziare è bene chiarire che l’Unione europea non ha ancora il potere di finanziarsi tramite l’imposizione di tasse ai cittadini. I fondi del bilancio dell’Unione vengono dai contributi forniti da ogni Paese membro, dai prelievi sulle tasse nazionali e dalle tasse agricole e doganali. Questo dato però non deve ingannare: i fondi, inseriti nella “centrifuga” dell’amministrazione europea, se utilizzati a dovere, forniscono in zone mirate aiuti cospicui e fondamentali che nessun Paese da solo potrebbe eguagliare. Politica agricola comune È stata una tra le prime azioni comunitarie ed è ancora oggi tra le più importanti e finanziate: assorbe circa il 40% di tutte le entrate dell’Unione. La Pac è un’azione che mira a aumentare la crescita della produttività e il mantenimento delle aziende agricole. Risale all’inizio degli anni ‘60 quando serviva anche a migliorare il tenore di vita dei contadini dei sei Paesi fondatori e a garantire la sicurezza delle riserve alimentari minime.
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Fu riformata una prima volta negli anni ‘80 perché forse eccessivamente generosa e basata su criteri che produssero infatti eccedenze alimentari e tensione internazionale. La Pac è basata su un sistema di “quote”, cioè di un limite alla produzione allo scopo di creare equilibrio tra le regioni. Tante sono anche le misure per favorire le produzioni eco-compatibili e i programmi per rinverdire i boschi, anche se gran parte delle risorse in realtà vertono sui settori dei cereali, ortofrutticoli, carni bovine e sulla filiera del latte e dei formaggi. Legate alla Pac ruotano diverse questioni aperte, dalle coltivazioni Ogm, alla tutela dei prodotti Doc sino ai problemi di equilibrio e distribuzione dei fondi che la comunità dei 27 Paesi dovrà affrontare. Alcune modifiche sono state introdotte dalla riforma di “Agenda 2000” ma molto resta ancora da fare. Il fondo cui attinge la Pac è il Feoga (Fondo Europeo di Orientamento e Garanzia per l’Agricoltura) anche se spesso molti progetti si appoggiano ad altri fondi comunitari. Altro strumento è l’Omc (Organizzazione comune dei mercati) che provvede a regolare e proteggere i prezzi e le produzioni comunitarie da quelle estere mediante l’imposizione di tariffe ai prodotti esteri. I fondi di coesione economica e sociale L’Unione europea si impegna dunque ad aiutare le zone meno sviluppate dei Paesi membri. Sin dalle origini infatti si decise che era fondamentale lavorare per ridurre le disparità economiche e sociali. Il progetto di unire le forze dei vari Stati serve anche a questo: bisogna unire le forze per risollevare le zone meno fortunate dell’Europa. Negli anni, con il susseguirsi dei vari trattati, diversi piani di sviluppo hanno visto la luce. Oggi questi obiettivi si raggiungono attingendo ai fondi del Feoga, del Fesr (Fondo Europeo Sviluppo Regionale), Fse (Fondo Sociale Europeo) e dello Sfop (Strumento Finanziario per l’Orientamento della Pesca), tutte sigle un po’ difficili da ricordare ma che costituiscono un po’ il carburante dei mille progetti di respiro europeo. Inoltre, dedicato ai Paesi particolarmente in difficoltà, l’Unione ha creato il Fondo di coesione che inizialmente era rivolto a Spagna, Portogallo, Grecia e Irlanda. Nel 2004 si sono aggiunti i dieci nuovi membri (Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia e Slovenia) mentre sono usciti fuori prima l’Irlanda e poi la Spagna. Esistono inoltre i quattro Pic (Programmi di Iniziativa Comunitaria) proposti direttamente dalla Commissione. Questi si dividono quattro aree di azione: Interreg promuove la cooperazione tra nazioni e regioni e lo sviluppo equilibrato del territorio ; Urban è dedicato alla 40
riconversione sociale ed economica di città in crisi; Leader è il piano riservato alla promozione dello sviluppo rurale ed Equal favorisce la cooperazione tra le nazioni per la lotta alle discriminazioni nell’accesso al mondo del lavoro. Per accedere ai finanziamenti sono stati definiti dei criteri chiamati obiettivi. Dopo la riforma di “Agenda 2000”, che ha stabilito nuove priorità d’intervento e di accesso ai finanziamenti, le regioni dell’Europa in difficoltà vengono così suddivise: obiettivo 1, regioni in ritardo di sviluppo; obiettivo 2, regioni in crisi strutturale; obiettivo 3, regioni che necessitano sostegno per l’istruzione, la formazione e l’occupazione. In Italia ad esempio alcune regioni del meridione rientrano nell’obiettivo 1 e tutte elaborano dei Programmi Operativi Regionali per progettare nel dettaglio lo sviluppo. Ogni progetto deve essere produttivo, deve essere dedicato alle infrastrutture di interesse pubblico, deve sviluppare il potenziale di ogni regione e deve produrre occupazione.
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Un così imponente piano di sviluppo economico e industriale incontra come è ovvio numerosi problemi ambientali. Eppure fino all’Atto unico del 1987 l’Europa unita non aveva predisposto nessuna politica ambientale di sviluppo sostenibile ed eco-compatibile. Oggi in tutti i settori è prevista una severa regolamentazione per ridurre l’impatto ambientale al minimo e vengono continuamente presi provvedimenti per punire l’inquinamento, promuovere la biodiversità, proteggere e certificare i prodotti biologici. Pur avendo aderito al famoso Protocollo di Kioto del 1997 che regola le emissioni nocive per l’ozono, l’Unione europea rischia oggi di essere corresponsabile di uno sfruttamento indiscriminato di risorse naturali e produttive che genera squilibrio e provoca a catena disuguaglianza e povertà. Non bisogna infatti dimenticare che la nostra cara Europa unita è pur sempre il sogno di una parte relativamente piccola ma molto ricca del nostro pianeta che comprende tutto il mondo occidentale. Complice un sistema economico che penalizza e impoverisce sempre più i paesi del sud del mondo, oggi l’Europa prende parte a tutto titolo ad una strage silenziosa: milioni di bambini dei paesi più poveri muoiono ogni giorno perché non hanno di cosa vivere. Cosa c’entra questo con l’Europa? C’entra eccome! La nostra storia e i nostri valori di cittadini europei impongono infatti ai nostri governanti di portare avanti l’idea che un altro mondo è possibile e che è giunto il momento di scommettere su uno sviluppo più giusto e più attento alle ragioni degli ultimi della Terra. A noi, come scout, intanto spetta il compito di essere buoni cittadini. Se è vero infatti che non possiamo subito cambiare il mondo, dobbiamo pure impe-
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gnarci a renderlo ogni giorno un po’ migliore cercando di informarci su queste importanti questioni e soprattutto cercando di orientare ogni nostra azione al minimo spreco possibile di risorse e all’essenzialità. L’Unione europea intanto ha istituito il programma Life che, dotato negli anni di risorse crescenti, finanzia progetti di sviluppo eco-compatibile non solo nei paesi membri ma in tutta l’area del Mediterraneo. Infatti, se parliamo di clima e ambiente, che senso hanno le frontiere? Uno sviluppo squilibrato e inquinante genera disastri ambientali incontrollabili. Il mondo in fondo è più piccolo di quello che sembra…
> come si fa?
I problemi dello sviluppo
I programmi giovanili Alla cultura, ai giovani e ai ragazzi delle scuole l’Unione europea rivolge un’attenzione speciale. Fatta l’Europa, dal trattato di Maastricht del 1992, ci si è infatti impegnati a fare gli europei: tutti simili e contemporaneamente differenti, portatori di idee e tradizioni diverse ma con un comune bagaglio condiviso di valori e conoscenze. E a chi rivolgersi se non ai giovani e ai ragazzi? Siete voi infatti la speranza dell’intero continente, per voi hanno sognato i vostri nonni sotto le bombe della guerra un spazio comune di pace e scambio tra i popoli. Vediamo un po’meglio quali opportunità ci sono! I tre programmi dedicati alla cultura e alla formazione sono il Leonardo Da Vinci, il Socrates e il programma Gioventù che si rivolgono a insegnanti, studenti e giovani con tre obiettivi principali: la formazione professionale, lo scambio culturale e la promozione di attività giovanili in collaborazione transnazionale. Il progetto Socrates è il più importante e il più finanziato e, probabilmente, quello che vi riguarda più da vicino. Raccoglie infatti il precedente Comenius (dedicato all’insegnamento scolastico e ai progetti di scambio ed educazione interculturale), Erasmus (il noto programma di mobilità studentesca europea) e altri minori. Sicuramente qualcuno di voi avrà già sperimentato il progetto Comenius, grazie al quale molti istituti, già dalla scuola primaria, elaborano progetti di scambio culturale con scuole e studenti di altre nazioni che non di rado culminano in incontri e visite nei Paesi dell’Unione. Perché dunque non chiedere ai vostri insegnanti cosa propone l’offerta formativa della vostra scuola a riguardo? Il portale http://www.programmallp.it è il cancello principale per ottenere informazioni e scadenza riguardo questi progetti. Sicuramente, se troverete la collaborazione degli insegnanti, potrebbero nascere interessanti opportunità per fare amicizia, conoscere altre culture e incontrare vostri coetanei di altre nazioni. 43
Il progetto Erasmus è la naturale continuazione per quanti di voi sceglieranno di seguire gli studi universitari. La collaborazione fra professori e università europee permette infatti di seguire e vedersi riconosciuti alcuni corsi universitari effettuati all’estero per un periodo lungo a volte anche 12 mesi. Lo studente Erasmus non paga tassa di iscrizione nell’università ospitante, avrà gli stessi diritti di tutti gli studenti e riceverà un rimborso spese (spesso integrato da una borsa di studio che viene concessa dalla propria università). L’unico requisito, oltre ad un buon curriculum universitario, è la conoscenza di base della lingua del Paese in cui si seguiranno i corsi. L’esperienza Erasmus, comunque, è qualcosa che va oltre l’ esperienza di studio all’estero (che è sempre un’ ottima opportunità di formazione). L’Erasmus significa venire a contatto con studenti e coetanei di tanti paesi europei accomunati dagli stessi interessi, significa vivere quotidianamente in un Paese straniero e costruirsi un bagaglio di esperienze e storie di vita indimenticabili. Valori simili sono difficilmente quantificabili e da qui passa la costruzione della futura cittadinanza europea.. Fatevi furbi dunque! Quando anche per voi passerà il treno di Erasmo da Rotterdam non esitate a prenderlo al volo! 44
In pratica...
IMPARARE ALMENO UNA LINGUA STRANIERA
desso che avete un quadro più chiaro di cosa vuol dire Europa A e di quanto è importante il progetto dell’Unione europea vi verrà sicuramente la voglia di fare qualcosa di pratico, di fare la
a lingua è lo strumento essenziale per entrare in contatto diretto Lconoscenza, con persone, luoghi e informazioni. Comunicare è l’essenza della è dunque opportuno impegnarsi al massimo e sfruttare
vostra parte per contribuire a costruire questo grande sogno. Come scout e come cristiani, siete chiamati ogni giorno ad impegnarvi da buoni cittadini. Vediamo adesso come questa “prospettiva europea” può arricchire la tua avventura! Troverete qui tanti utili suggerimenti per attività che vi potranno vedere protagonista e che potranno coinvolgere la vostra squadriglia, il tuo reparto e tanti fratelli scout di altre nazioni. Come riferimento utilizzate le informazioni contenute in questo piccolo manuale. Se avrete bisogno di approfondire o siete tipi curiosi non vi sarà difficile trovare ciò che volete, basta cercare nel posto giusto. Intanto nella vostra scuola non mancheranno volumi e materiale informativo legato ai progetti di scambio culturale. Poi, se non bastasse, in ogni Comune o altre amministrazioni locali troverete sicuramente un ufficio che vi potrà fornire informazioni e materiale che da Bruxelles viene inviato in tutta Europa. Gli sportelli dedicati sono tanti e spesso sono legati ai programmi attivi nel vostro territorio. Chi proprio non si accontenta può fare una gita nella biblioteca più vicina e chiedere testi e documenti secondo il proprio interesse. Il portale Internet dell’Unione Europea è www.europa.eu, da qui potete trovare i link per tutti i siti istituzionali e potete ricavare un sacco di informazioni utili. Altro sito interessante è www.europarl.it , il sito del Parlamento europeo in Italia. Tenete sott’occhio anche www.europa.eu/youth, è il portale che l’Unione Europea ha creato appositamente per i giovani. Considerate l’elenco che seguirà come una dispensa di consigli che, con l’aiuto dei vostri capi e secondo le vostre attitudini e possibilità, dovrete disegnare e riadattare su voi stessi. Alcune attività saranno più adatte ad essere realizzate da una persona solamente, altre saranno possibili e riusciranno bene solo se riuscirete a coinvolgere la squadriglia, il reparto e l’alta squadriglia. Non sottovalutare l’importanza dell’aiuto e dei consigli dei tuoi capi e la collaborazione che potrai trovare in genitori e insegnanti. Spesso le persone che abbiamo vicino sono piene di risorse e informazioni utili. Basta saper chiedere!
tutte le occasioni buone per conoscere una lingua: corsi scolastici, corsi privati, amici stranieri, libri e pubblicazioni. Conoscere la lingua è lo strumento essenziale per preparare e vivere innumerevoli attività ed esperienze. La lingua predominante in Europa e nel mondo è l’inglese, ma tutte le lingue sono importanti; anzi conoscere le più insolite potrebbe rivelarsi un esercizio divertente. Chi di voi conosce già una lingua straniera (anche se non perfettamente) può proporre alla squadriglia e al reparto alcune divertenti attività. La rappresentazione di un testo in lingua straniera o in multilingua, preparando cartelli per la traduzione o ingaggiando un improbabile traduttore simultaneo. Si possono inventare cacce e giochi a staffetta per comporre testi e parole in lingua straniera utilizzando le lettere dell’alfabeto (una sorta di paroliere in tre dimensioni). Oppure potete tradurre e provare a eseguire canti e bands famosi dall’italiano all’inglese e viceversa o ancora in altre lingue ottenendo un assicurato effetto comico (mettendo in gara le squadriglie se ne vedrebbero delle belle!). Potreste ancora re-inventare un famoso quiz intitolandolo “Chi vuol essere europeo?”.
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> in pratica...
IMPEGNARSI DA BUON EUROPEISTA
CONOSCERE UNA O PIÙ CULTURE E SOCIETÀ EUROPEE è la chiave d’accesso anche per comprendere la cultura dei Lturaavarielingua popoli, anzi proprio la lingua è l’espressione primaria di una culdi una società. Come potersi accontentare di conoscere la lingua 47
senza poi conoscere i costumi, la storia e la cultura di un popolo? Nel caso dell’Europa poi, per ogni Paese che ci troviamo a scoprire ci si aprono davanti le porte di storie e tradizioni millenarie, che vivono ancora oggi nei costumi e nelle peculiarità di ogni nazione. Il modo migliore per immergersi in una cultura diversa sarebbe un viaggio, oppure partecipare a un programma di studio all’estero. Ma non tutti possono permetterselo subito, così nel frattempo ci si può accontentare anche di libri e riviste, film e documentari oppure ci si può fare aiutare dalla tecnologia. Da non dimenticare un giretto approfondito su Internet che, specie nei portali dedicati al turismo, dispensa un sacco di informazioni e curiosità. Su cosa concentrarsi? Su ciò che più vi interessa e che potete sfruttare per condividere la vostra specialità con la squadriglia e con il reparto. Non dimenticate dunque di cercare notizie su: storia, tradizione, economia, cultura, gastronomia, usi, consumi, televisione, personaggi importanti, politica, scuola e luoghi turistici. Pensate a quanto può diventare interessante studiare la geografia! Basta applicare la vostra fantasia a qualcuna delle caratteristiche curiose che presenta ogni Paese e vedrete che escono fuori tante ottime idee. Qualcuna la troverete più avanti! FARE UN GIRO IN CITTÀ… volte l’Europa è proprio dietro l’angolo! Sta a noi esplorare la città ASenza e scovare le occasioni e le persone giuste. andare lontano a molti di voi capiterà ad esempio di frequentare in palestra o a scuola ragazzi e ragazze di un altro paese europeo. Quale migliore opportunità per arricchirsi della sua “diversità” di cultura, esperienza e stile di vita? Potreste approfondire l’amicizia, invitarlo a casa vostra e scambiarvi punti di vista, tradizioni e modi di fare. Possono essere davvero tante le occasioni di confronto e possono coinvolgere la famiglia, la squadriglia e il reparto. Forse è proprio questa la strada da imboccare per vivere da veri cittadini europei. Le grandi città (ma anche tanti piccoli centri) sono un vero e proprio laboratorio europeo: cittadini francesi, tedeschi, spagnoli, inglesi, polacchi, rumeni, ucraini; giovani lavoratori, studenti, famiglie con bambini e ragazzi sono ormai una realtà viva del nostro territorio. Avete mai cercato circoli o associazioni che riuniscono famiglie, studenti e lavoratori di altre nazionalità? Probabilmente nelle vostre città ne esiste qualcuno e potrebbe esservi d’aiuto per conoscere ragazzi stranieri o ottenere utili informazioni. Se 48
invece non pensate esista nulla di simile nel vostro territorio potrebbe essere un’occasione per proporre un’impresa e organizzare una festa o una serata di fraternità in stile scout. CONOSCERE COME FUNZIONA L’UE e informazioni contenute in questo piccolo manuale dovrebbero bastarLa cercare vi ad avere una visione generale sull’Unione Europea e su dove andare qualche notizia in più. Soprattutto dovreste essere consapevoli di quanto sia importante costruire anche attraverso una conoscenza maggiore la nuova cittadinanza europea. Nessuno ovviamente vi impedisce di appassionarvi ad un aspetto delle questioni legate all’Unione e di approfondirlo secondo le vostre possibilità, la vostra esperienza e il vostro interesse. Mettere in comune queste conoscenze con i vostri squadriglieri e i vostri amici del reparto potrà tornarvi utile per un sacco di attività e imprese cui potrete prendere parte. 49
http://ec.europa.eu/europedirect/index_it.htm permette di fare domande, chiedere contatti e informazioni. Il portale http://www.vivieuropa.it è infine un’ottima fonte di spunti e informazioni sulla cittadinanza europea.
sull’Unione europea e su quanto nella vostra città e nella vostra zona è stato già fatto, decidete su cosa puntare la vostra attenzione e scrivete le domande. Rintracciare qualche politico locale o qualche studioso che magari abita o insegna non lontano dalla sede non sarà difficile. Con un po’ di fortuna potrete rintracciare anche un parlamentare europeo eletto nella vostra zona. Per realizzare al meglio quest’impresa è opportuno farvi aiutare da capi e genitori cui verrà più semplice procurarvi i contatti giusti. Fare partecipi la propria squadriglia e il proprio reparto renderà l’esperienza indimenticabile, statene pure certi!
INTERVISTE A TEMA
GIORNALE
onoscete i vostri C rappresentanti al Parlamento europeo?
frutti del vostro lavoro di approfondimento, le inchieste e le interviIpiccolo ste, le foto che avrete scattato potrebbero riempire le pagine di un giornale dedicato all’Europa!
http://europa.eu/abc/travel fornisce un sacco di utili informazioni sui diritti dei cittadini europei in viaggio.
Sapete se e come le vostre amministrazioni locali si impegnano e prendono parte ai tanti progetti europei? Avete mai incontrato un vostro concittadino importante? La risposta a queste domande potrebbe arrivare progettando una bella impresa: una serie di interviste con a tema l’Europa e la vostra città! A voi dunque penna, bloc-notes e videocamera e con un po’ di impegno e di organizzazione potrete realizzare delle inchieste da far invidia ai migliori giornalisti. Preparatevi per bene informandovi 50
> in pratica...
Per ricavare ulteriori informazioni sui risvolti pratici della nuova cittadinanza europea, può tornare utile visitare alcuni siti.
I vostri “Europe Time” o la “Gazzetta Europea” potrebbero venire fuori grazie al contributo di tutto il reparto e potrebbe essere distribuito ai ragazzi degli altri reparti e alle vostre famiglie. Questo lavoro potrebbe giovare a molti altri esploratori che potrebbero mettere in pratica le proprie qualità di disegnatori, fotografi, dattilografi, informatici, interpreti e redattori. Ognuno potrebbe contribuire legando il proprio talento e le proprie capacità alle tematiche europee, condividendo tutto sul giornalino che creerete. Il giornale inoltre potrebbe essere un ottimo strumento per verificare le vostre conoscenze sull’Europa e invitare gli altri a impegnarsi di più. Potreste costruire ad esempio un semplice test a risposta multipla assegnando punti alle risposte giuste per mettere alla prova la vostra stoffa da europeista. 51
1) Quante sono le lingue ufficiali dell’Unione Europea? A. 23 B. 25 C. 27 2) A quale anno risale la firma dei trattati di Roma? A. 1996 B. 2002 C. 1957 3) Qual è il motto dell’Europa? A. Unita nella diversità B. Tutti per uno, uno per tutti C. Insieme si può 4) Qual è l’inno europeo? A. La nona sinfonia di Beethoven B. L’inno alla Gioia C. Si può dare di più
PICCOLI MANUALI A TEMA
> in pratica...
Il test potrebbe essere costruito come segue:
e qualcuno di voi ha deciso di approfondire una delle temaS tiche legate all’Unione europea può decidere di contribuire alla biblioteca di reparto o di squadriglia realizzando un piccolo manuale secondo il vostro interesse e le vostre competenze. Alla vostra fantasia e capacità la scelta di abbellirlo con foto e disegni. Ad esempio se avete fatto o avete in programma di fare un viaggio in una capitale europea perché non approfittarne? Prendete appunti, fate foto, parlate con la gente e informatevi, cercate e incuriositevi: cosa fanno gli Scout a Parigi? E a Londra? Quali sono le tradizioni, gli usi e i costumi dei tanti Paesi che fanno grande l’Europa? Forza, siamo tutti curiosi di saperlo! Aspettiamo il “Manuale del piccolo scout tedesco” oppure un libretto sui “Gruppi scout in Francia”. Cambiando un po’ tema potreste interessarvi alle “Religioni in Unione Europea”, ai Fondi che l’Ue riserva ai giovani della tua Regione. Basta scegliere… RICETTARIO
CECA, UE, EURATOM, PIC,CEE, POR, FEOGA, FSE, FESR, cosa sono queste brutte sigle? E se ci giocaste sopra per scoprire chi è più bravo? Le risposte sono contenute in questo manuale, così come il materiale e gli spunti per tante altre domande e occasioni di gioco e confronto. A voi la scelta migliore.
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e avete il pallino per la cucina, quale migliore occasione per legarlo alla S Paese vostra passione per l’Europa? che vai, pietanza che trovi! Libri, manuali e siti internet abbondano di ricette e consigli per apprendere l’arte della cucina europea. C’è la haute cuisine francese, c’è la cucina spagnola piena di profumi del mare, la cucina tedesca tutta crauti,wurstel e birra! C’è solo da cercare e gustare (almeno col pensiero) i tanti piatti e le tante tradizioni culinarie presenti in ogni paese. Costruire un piccolo ricettario a base di pesce o a base di carne, scoprire e raccogliere alcuni dei piatti di verdure di tutta Europa, documentare l’arte della sopa portoghese, sono tutte idee pronte a essere realizzate. Raccogliere, ad esempio, una serie di primi, secondi e contorni e rea53
lizzare un menù speciale per un’uscita, coinvolgerebbe anche la squadriglia e il reparto e renderebbe più “gustoso” il vostro impegno per raggiungere la specialità. Insomma bastano impegno e fantasia; coraggio, lasciate tutti a bocca…piena! CENA E FIERA DEL DOLCE EUROPEO e fiere del dolce a scopo di autofinanziamento spesso sono CUnene il cavallo di battaglia di molti reparti e squadriglie. tocco di originalità dal sapore europeo vi garantirà un sicuro successo! Potreste proporre un tunnel del gusto in cui assaggiare sapori di altre nazioni, costruendo una scenografia adatta e arricchendo il tutto con piccoli stand sull’Europa. Nel caso in cui decidiate per la cena di autofinanziamento non vi resta che dare sfogo alla vostra fantasia: potrete scegliere una cena “cento nazioni” o dedicarvi alla gastronomia di un Paese sol54
tanto adattando volta per volta scenografia e animazione. Potreste lanciare ai reparti della vostra zona una gara gastronomica in cui ogni squadriglia dovrà cucinare un primo e un secondo piatto di una nazione europea. Il risultato potrebbe essere davvero divertente e sarebbe anche l’occasione per preparare alcuni cartelloni o esporre i vostri lavori sull’Unione europea. Tralasciando l’autofinanziamento, se avete intrecciato i contatti giusti, una cena multinazionale potrebbe coinvolgere amici e conoscenti di altre nazionalità della vostra città e diventare una festa tra popoli e culture diverse. GIORNATE E MOMENTI A TEMA uante volte vi viene chiesto di organizzare una giornata al campo, QTante, un’attività o un momento insieme a tutto il reparto? lo sappiamo! E non c’è migliore occasione per dimostrare le proprie competenze europee … Ad esempio chi vi vieta di proporre un’intera giornata di campo all’inglese? Sveglia alle 7:30 con colazione all’inglese (uova, pancetta ecc…), ci si divide in squadre e si lancia un gioco in cui si devono trovare i pezzi della corona della regina a patto di rispondere in inglese alle domande giuste. Di pomeriggio si preparano i costumi tipici per il fuoco serale in onore della regina, durante il quale riadatterete alcune trame delle opere di Shakespeare. Apportando le modifiche che più gradite, potrete proporre al consi55
o meno le leggi, così come accade nella realtà. Sarà più facile capire meglio i compiti, l’importanza delle istituzioni e appassionarsi. Potrete aiutare i capi nell’organizzazione e nella preparazione di questo grande gioco (sarà importante spiegare bene i ruoli e i temi da affrontare) e potrete inoltre prendere un incarico importante: il presidente della Commissione europea!
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glio capi alcuni fuochi di bivacco dedicati alle nazioni (con giochi, bands, canti, racconti ecc…), oppure proporre un ambientazione al campo con a tema la storia dell’integrazione europea. Abbiamo reso l’idea? Bene, sono sicuro che sarete capaci di fare di meglio… CINEFORUM
CORRISPONDENZA CON RAGAZZI EUROPEI i piace il cinema? Impegnatevi a cercare nella cinematografia europea alcuni film che vi sembrano interessanti e organizzate un cineforum per il vostro reparto. Potreste decidere di accontentare un po’ tutti e prevedere alcuni film più adatti ai piccoli del reparto, altri per i più grandi. Oppure scegliere un film per ogni nazione o ancora decidere di seguire una tematica particolare o selezionare i film di un regista o un attore che amate. I film infatti, come i libri, sono pieni di spunti e informazioni utili e divertenti. A voi il compito di organizzare la serata delle proiezioni con la scheda del film, alcune informazioni sul paese di provenienza e gli argomenti che tratta e il compito di moderare un eventuale dibattito alla conclusione della serata. Film, musica e teatro potrebbero rivelarsi buoni strumenti per superare le barriere di lingua e cultura se decidete di aprire le vostre attività ad amici e vicini di altre nazionalità europee. Buon lavoro!
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enere una corrispondenza con un ragazzo o una ragazza di un T Significa altro paese è una esperienza davvero emozionante. aspettare con ansia l’arrivo dell’ennesima lettera, aprirla e leggere della vita quotidiana di un ragazzo o una ragazza lontani, delle sue storie, dei suoi impegni e dei suoi problemi. È attraverso questo scambio che si costruisce nel tempo una solida amicizia e si comprende attraverso racconti di vita e foto, come trascorre il tempo un nostro coetaneo in una altro Paese. La ricchezza che viene dal saper curare una corrispondenza, dal trovare un amico di penna, è una valore difficilmente quantificabile. Spesso conoscendo altre situazioni e tradizioni si comprendono
GIOCARE A FARE GLI EURODEPUTATI vete mai provato a divertirvi con un gioco di ruolo? Quanti lo A hanno fatto già non tarderanno a capire cosa stiamo per proporvi. Coinvolgete tutto il reparto e giocate a fare gli eurodeputati! Come? Semplice: ad ognuno di voi (oppure ad ogni squadriglia) verrà assegnato un ruolo corrispondente a una figura o un’istituzione dell’Unione europea; poi rispettando i ruoli e le relative competenze preparatevi ad affrontare un problema ed elaborare una soluzione. Utilizzando le informazioni presenti in questo piccolo manuale non dovrebbe essere difficile rintracciare le competenze di ogni istituzione e l’importanza di ogni ruolo. Questa sarà l’occasione per approfondire una delle questioni che più vi sta a cuore, per mettervi in gioco e capire come funzionano le istituzioni dall’interno. La Commissione sarà così chiamata a decidere e agire, il Parlamento a valutare e controllare il Consiglio dei ministri approverà 56
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ciò che avete ricavato dalla corrispondenza: qualche lettera, le informazioni riguardo il paese del vostro amico di penna e qualche piccolo oggetto. Invitando gli altri a visitare la piccola mostra potreste regalare loro alcuni indirizzi che nel frattempo avrete ricavato dal vostro contatto. Insomma a voi la scelta più giusta!
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meglio le proprie e si apprezza il valore e la ricchezza della diversità tra i popoli. La vostra corrispondenza può servirsi oggi di numerosi aiuti tecnologici quali la posta elettronica, i video, i blog, i forum ecc… Il consiglio che vi diamo però è quello di non rinunciare a scrivere lettere a mano, arricchendo anzi le vostre spedizioni con piccoli oggetti che parlano di voi e del vostro paese, con foto e cd musicali. La vostra scrittura, le penne e la carta che usate, tutto parlerà di voi e vi assicuriamo che sarà un esperienza unica! Trovare un amico di penna non è così difficile. Potete chiedere ai vostri insegnanti di lingua che spesso hanno alcuni contatti, cercare su Internet e abbonarvi a una delle famosissime agenzie di pen pal, oppure chiedere a qualche amico che ha fatto un campo internazionale o una vacanza-studio all’estero se può procurarvi qualche indirizzo di vostri coetanei. Internet inoltre è pieno di blog e siti di reparti e squadriglie, anche se cercare e trovare ciò che si vuole non sempre è facile e bisogna fare attenzione alle tante insidie della Rete. Se a qualcuno dei vostri amici capita di partire per un viaggio all’estero (spesso la scuola vi offre la possibilità di scambi culturali) obbligatelo a tornare a casa fornito di indirizzi e recapiti! Se gli amici di penna sono scout è ancora meglio! Avrete da scambiarvi molte esperienze in comune e potreste consigliarvi reciprocamente idee e progetti per la vostra squadriglia. Può sicuramente venire in aiuto la rete scout link (www.scoutlink.net) che mette in contatto via Internet scout e guide da tutto il mondo. Sul Web si trova anche la sezione italiana all’indirizzo www.scoutlink.it . Un aiuto giunge anche dal settore internazionale dell’Agesci che cura un servizio “Post box” di corrispondenza internazionale anche per lupetti e coccinelle. Potete reperire alcune informazioni necessarie e utili a questo link: (http://www.sicilia.agesci.it/?home=internazionale&pag=news&job=view&id=238). Le occasioni e gli strumenti per condividere con altre culture il vostro mondo non mancano mai: pensate, ad esempio, alla possibilità di scambiarvi piccoli video oppure decidere di gestire insieme un diario su Internet. Chissà se poi un giorno con i vostri amici di penna non riuscirete anche ad incontrarvi… Per i più grandi c’è anche rovernet (www.rovernet.eu) la community europea che mette in contatto rover e scolte e informa costantemente su attività ed eventi internazionali. Se riuscite a tenere una corrispondenza per un buon periodo di tempo non vi sarà difficile organizzare una mostra in cui esporre tutto
CAMPI, GEMELLAGGI E SCAMBI otreste lanciare l’idea di realizzare un campo scout all’estero e P di dedicare le attività al sogno europeo. Se riusciste poi a trovare i contatti giusti, potreste proporre ad un reparto straniero di condividere con voi il vostro campo estivo e far nascere un gemellaggio. Chiedete ai vostri capi di ricavare informazioni sulle numerose proposte di campi all’estero. Nel frattempo potete visitare i siti di Pax Lodge (www.paxlodge.org), Our Chalet (www.ourchalet.ch) e Kandersteg (www.kisc.ch) tre importanti centri scout che potrebbero diventare metà delle vostre esperienze all’estero. Se coinvolgere tutto il reparto è cosa complicata potreste progettare di partecipare ad un evento internazionale come il Jamboree oppure di partecipare ad un progetto di scambio culturale scolastico con famiglie di studenti stranieri. Non bisogna dimenticare anche le opportunità che riservano il JOTA (il Jamboree dei radio amatori) e da qualche anno il JOTI, il raduno via internet degli scout di tutto il mondo. Informazioni sulle modalità e le date di queste attività sono reperibili nei seguenti siti: www.radioscout.it; www.scout.org/jota; www.joti.org Non disdegnate infine la formula dell’ adozione e del sostegno a distanza, nei confronti di qualche bambino o ragazzo dell’Est Europa. Spesso, per i disagi che vivono in questi Paesi che pure appartengono all’Unione, molti ad esempio sono costretti ad abbandonare gli studi o finiscono per prendere brutte strade. Quale migliore occasione per dimostrare la propria solidarietà e condividere con loro le vostre esperienze?
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http://www.joti.org
L’Unione Europea, Piero Graglia, Bologna, Il Mulino
http://www.radioscout.it
L’unione Europea: Economia, politica e società, A. Rodriguez-Pose, Franco Angeli
http://www.paxlodge.org
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BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
www.ourchalet.ch Enciclopedia di Geografia Garzatine 2006, AA.VV. Garzanti libri http://www.kisc.ch Scautismo per ragazzi, Baden-Powell, Fiordaliso 2006 http://www.rovernet.eu Per gli estratti dalla Costituzione della Repubblica Italiana: http://www.quirinale.it/costituzione/costituzione.htm
http://www.sicilia.agesci.it/?home=internazionale&pag=news&job=view&id=238
Per gli estratti dalla Costituzione Europea: http://www.governo.it/costituzione_europea/index_costituzione.html Wikipedia, l’enciclopedia libera, (it.wikipedia.org) è stata consultata e utilizzata secondo la Gnu free documentation license: http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Testo_della_GNU_Free_Documentation_License Per dati, statistiche e informazioni varie ricavabili dal portale Europa e dai link attivi in esso presenti: http://it.wikipedia.org/wiki/Portale:Europa http://www.scout.org http://www.agesci.org http://www.wagggs.org http://europa.eu/abc/travel http://ec.europa.eu/europedirect/index_it.htm http://www.vivieuropa.it http://www.europa.eu http://www.europarl.it www.europa.eu/youth http://www.programmallp.it 60
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Collana sussidi tecnici 1. Cucina di Squadriglia 2. Carta e Bussola 3. Meteomanuale 4. Lavorazione del cuoio 5. Codici e segnali 6. Fotografare 7. Aggiustatutto 8. Scopri dove vivi Fuori collana Leggi di Marfi sullo scautismo, Mariano Sinisi, pp. 106, ill. b/n Preghiere Scout – momenti dello spirito, a cura di don Giorgio Basadonna, pp. 64, ill. a colori AGENDA SCOUT Brevi testi, illustrazioni e vignette a colori POSTER Formato 50x70 cm – ill. a colori I Nodi - Le Tracce – Appostamenti – Il Cielo di notte - Sede di Reparto – Orientarsi Distintivi degli esploratori e delle guide PREGHIERE E IMMAGINETTE Preghiera della guida (2) – Preghiera dell’esploratore (2) – Preghiera E/G (2) – Preghiera Internazionale – San Giorgio – Veglia alle stelle
Collana sentieri rivolta ad esploratori e guide (12/16 anni) Serie arte scout Collezionista scout di francobolli, Marco Ferrini Bronzoni, pp. 80, ill. a colori I nodi dell’avventura, Giorgio Cusma, pp. 160, ill. b/n La squadriglia al campo estivo, Giorgio Cusma, pp. 112, ill. b/n Manuale di arte scout, Marco Bernardini, pp. 336, ill, b/n e colori Manuale di pionieristica, Enrico Rocchetti, pp. 192, ill. b/n Primi passi sul sentiero scout, Romano Nicolini, pp. 52, ill. b/n Pronto soccorso, Daniele Gui, pp. 160, ill. b/n Specialità e Brevetti: le tecniche nel sentiero E/G, Agesci – a cura della redazione “Scout Avventura”, pp. 128, ill. b/n Topografia, Enzo Poltini, pp. 192, ill. b/n E inoltre sono disponibili, pagg. 32, ill. b/n: Angoli di squadriglia, Antonella Liberati Come realizzare un cartellone, Maurizio Loi Decorazioni natalizie, Antonella Liberati È qui la festa?, Antonella Liberati Il collage, Paolo Marabotto Pasqua in festa, Antonella Liberati Silhouettes, Maurizio Loi
Tutti in maschera, Antonella Liberati Zainetti e tracolle, Irene Guerrieri Serie esplorazione e natura Alla scoperta del cielo stellato, Giorgio Cusma, pp. 180, ill. b/n + mappa stellare Dentro la Terra, Umberto Pasqui, pp. 96, ill. b/n Seguendo l’acqua, Giorgio Cusma, pp. 144, ill. b/n Serie racconti Fuoco di bivacco, Annunzio Gandolfi, pp. 192, ill. b/n Il braccialetto misterioso, Serge Dalens, pp. 224, ill. b/n La città di tela, Lucina Spaccia, pp. 288, ill. a colori Sette leoni, una mangusta e un cane, Chiara Montroni, pp. 168, ill. a colori Skautin’ graffiati, Lucina Spaccia, pp. 80, ill. b/n Serie radici Breve storia dello Scautismo, Andrea Padoin, pp. 64, ill. colori Where it all began, Brownsea, il primo campo scout, pp.52, ill. a colori Mario Sica, pp. 48, ill. b/n Serie spiritualità Buongiorno, sorriso!, Paolino Beltrame Quattrocchi, pp. 132, ill. b/n Il libro di Lézard, Lézard, pp. 128, ill. b/n La preghiera in Squadriglia, Roberto Del Riccio, pp. 88, ill. b/n Meditazioni scout sul Vangelo, Jacques Sevin, pp. 120, foto dell’autore b/n
Inoltre nella collana i libri di B.-P. consigliamo di leggere Scautismo per ragazzi, pp. 372, ill. b/n La mia vita come un’avventura, pp. 528, ill. b/n
Finito di stampare nel mese di giugno 2008 presso la Grafica Nappa Viale Gramsci, 19 81031 Aversa (Caserta)