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Canada: al via la revisione del Cannabis Act
from IT 2023 01
by SoftSecrets
Il Cannabis Act è la legge che il 17 ottobre 2018 ha legalizzato produzione, distribuzione e consumo di cannabis in quello sconfinato paese che è il Canada. Il testo della legge aveva come obbiettivo primario quello della difesa dei consumatori più giovani e prevedeva che il Ministro della Salute, nell'arco dei successivi tre anni e alla luce dell'impatto della stessa sulla popolazione, si concentrasse sulla revisione di quanto approvato per comprendere se fosse necessario intervenire con integrazioni o eventuali deroghe normative.
Per questo motivo, poco prima del quarto anniversario della regolamentazione della cannabis, lo scorso settembre, il Governo liberale guidato da Justin Trudeau, attraverso il proprio Ministro della Salute Jean-Yves Duclos e Carolyn Bennett, Ministro della Salute Mentale e delle Dipendenze ha condiviso in conferenza stampa la scelta di procedere con l'istituzione di un tavolo di esperti che possano vagliare attentamente tutte le criticità emerse durante lo sviluppo di un comparto economico nato da zero, sulla spinta della battaglia al mercato nero e della volontà politica di relegare, infine, il proibizionismo ed i suoi fallimenti nell'angolo più recondito della storia recente.
Il Presidente del gruppo di Revisione è Morris Rosenberg, avvocato canadese ed ex alto funzionario statale. Al suo fianco lavoreranno, per i diciotto mesi previsti dalla legge, il Dott. Oyedeji Ayonrinde, Professore Associato presso i dipartimenti di Psichiatria e Psicologia della Queen's University, la Dott.ssa Patricia J. Conrod, psicologo clinico e professore ordinario presso il Dipartimento di Psichiatria e Dipendenze dell'Università di Montreal, Lynda Levesque, avvocato penalista membro della Fisher River Cree Nation nel Manitoba ed il Dottor Peter Selby, vicepresidente della ricerca e capo della divisione di Salute mentale e dipendenze presso il Dipartimento di medicina familiare e comunitaria dell'U- niversità di Toronto. Quali saranno gli ambiti di approfondimento di questo gruppo di lavoro? Secondo il sito del Ministero della Salute le direttive che andranno a scandagliare saranno principalmente sei: i giovani ed il contributo della regolamentazione della cannabis nello scoraggiarne consumo, l'impatto della legge sulle comunità indigene, lo stato di salute della filiera industriale, l'impatto della legge nel ledere l'attività criminale e spiazzare il mercato illecito, l'accesso per scopi medici ed, infine, il fenomeno della coltivazione domestica permessa con un massimo di quattro piante per domicilio.
Prima di ascoltare le voci dei diretti coinvolti però, giusto qualche dato per inquadrare cosa significhi legalizzare un mercato come questo in un paese con 38 milioni di abitanti. Innanzitutto, il contributo annuale del settore della cannabis legale al PIL è di 11 miliardi di dollari. Secondo il rapporto annuale 2021 di Deloitte, il settore della cannabis ha generato più di 15 miliardi di entrate potrebbe essere quella dell'analisi del mercato secondo la prospettiva dei suoi principali componenti: da un lato gli attori economici del comparto, i celebri produttori autorizzati [ndr. Licensed Producers] e dall'altro lato, i consuma-
I PRINCIPALI ASSI A CAUSA DEI QUALI SI È SCELTO DI LEGALIZZARE, OSSIA SALUTE E SICUREZZA PUBBLICA, SONO IN PERICOLO
fiscali dirette e indirette per il governo federale e per quelli provinciali, inoltre, da quando il Canada ha legalizzato nel 2018, il settore ha creato più di 151.000 posti di lavoro. Ciò detto, dall'inizio della nuova era sino al 2021, l'industria della cannabis ha contribuito con 43,5 miliardi di dollari all'economia del paese.
Se adesso vogliamo provare a intuire le sfide che il gruppo di lavoro dovrà affrontare, una strada da percorrere tori di un mercato inedito, risvegliatosi legale dopo decenni di persecuzione, mercato che ha avuto, in solo quattro anni, la possibilità di comporre nuove modalità di consumo di pari passo con l'affacciarsi sullo scenario di nuovi segmenti di consumatori interessati o semplicemente curiosi riguardo le proprietà di questa pianta.
Dal lato industriale le priorità da risolvere, senza indugi, ci vengono febbril- mente elencate dal Canadian Cannabis Council. George Smitherman, Presidente di questo Consiglio d'industriali della cannabis, preme sulla non prorogabile importanza di dare ossigeno ai membri dell'associazione concentrando gli sforzi sul rimodellamento del sistema di fiscale.
Non è possibile, insomma garantire la tutela dei consumatori, sotto il profilo della salute pubblica, se i produttori di cannabis non sono garantiti dal punto di vista della sostenibilità del loro progetto industriale. In particolare, Smitherman nel gennaio 2022 chiariva: «La più grande sfida che l'industria deve affrontare è il calo dei prezzi della cannabis ricreativa.
I legislatori possono allentare la pressione sui produttori regolando le aliquote delle accise. Piuttosto che un tasso fisso o forfettario, il governo dovrebbe modificare la tassa con una percentuale più gestibile. A partire dal 10 dicembre [ndr. 2022], le vendite di cannabis sono tassate a 4,97 dollari al grammo» [ndr. secondo MJBIZdaily.com nel corso del 2021 il prezzo di un grammo è sceso da 6,74 dollari canadesi (circa $ 5,40) a gennaio a CA $ 5,70 a dicembre]. L'associazione Stand for Craft che riunisce quaranta membri in possesso di micro licenze [ndr. strutture produttive fino a 200 metri quadri] sul proprio sito spiega che i piccoli medi attori della filiera di produzione e trasformazione testimoniano una sistematica assenza di guadagni. I coltivatori artigianali pagano il 20-30% delle loro entrate in accise. Questo è spesso un onere mensile maggiore rispetto agli stipendi degli impiegati. In Canada nessun altro prodotto è tanto tassato e le attuali accise stanno uccidendo le imprese di piccole medie dimensioni.
Secondo Smitherman: «I principali assi a causa dei quali si è scelto di legalizzare, ossia salute e sicurezza pubblica, sono in pericolo poiché i produttori autorizzati e i trasformatori di cannabis lottano per inoltre, ritiene che sarebbe vantaggioso se i clienti potessero acquistare più bevande a base di cannabis in un unico pacchetto. Al momento il limite di possesso di 28 grammi di THC per persona e la sua equivalenza per i prodotti liquidi, impedisce infatti di acquistare più di cinque bevande. Sotto il profilo economico ed ambientale, un altro cambiamento desiderato sarebbe quello di consentire ai produttori di vendere le proprie infiorescenze in confezioni non a prova di bambino per ridurre la quantità di plastica monouso utilizzata. Poiché, rispetto ai prodotti commestibili, il fiore di cannabis presenta un rischio di ingestione significativamente ridotto, anche l'utilizzo di imballaggi non a prova di bambino dovrebbe essere sicuro.
Nonostante quattro anni di legalità sul sito internet della Consiglio Canadese un semplice conto bancario presso una banca federale. E, per finire, la cancellazione dei casellari giudiziari macchiatisi prima della legalizzazione per semplice detenzione non è automatica. competere con l'industria illegale. Per questo motivo si deve affrontare prontamente la fattibilità finanziaria dei titolari di licenze fissando l'accisa, i ricarichi e le tariffe dei distributori provinciali [ndr. attualmente monopolisti della distribuzione locale].
Oltre a questo azione, Smitherman continua spiegando come sia importante consentire ai titolari di licenza di comunicare con i consumatori, anche in merito agli effetti della cannabis, eliminare la costosa "burocrazia" e le inutili normative iperprotettive che stabiliscono limiti di possesso in pubblico, far decadere il divieto di promozione pubblicitaria, le norme sull'etichettatura della cannabis e le regole restrittive per la vendita al dettaglio. Sarebbe anche importante che sul mercato fossero ammessi prodotti commestibili più potenti. Attualmente, la legge limita la potenza a 10 mg di THC per prodotto confezionato. In confronto, la California consente 100 mg di THC per confezione. Da questo punto di vista il mercato nero, che non deve seguire nessun limite, continua ad essere un concorrente attraente ed agguerrito. Smitherman, della Cannabis si parla ancora apertamente di stigma. Com'è possibile? Quale aspetto avrebbe lo stigma della cannabis nel mercato legale canadese? Ecco alcuni esempi per i lettori interessati a comprendere i punti deboli di questo coraggioso modello regolativo: i negozi al dettaglio sono costretti ad un profilo più che discreto, sono quasi invisibili e con finestre schermate come se si suggerisse che alla base del loro mestiere dovesse risiedere qualche attività funesta.
La cannabis è ancora un prodotto di cui non si può parlare, nemmeno all'adulto che ne sta valutando l'acquisto, i prodotti sono dietro il bancone e le decisioni dei consumatori si basano sulle preferenze dei budtender. Tanti strain non sono vendibili a causa di decisioni arbitrarie relative alla loro potenza. Il limite di possesso personale è stato sancito basandosi su percezioni arbitrarie. La cannabis è ancora un medicinale riconosciuto come costituzionalmente protetto sul quale, però, grava un'accisa che lo rende più caro per il mercato terapeutico rispetto al prezzo sul mercato in vendita libera. Ancora è impossibile aprire
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Premettendo che l'attuale quadro legislativo è stato un successo finanziario per i governi e i distributori monopolistici provinciali, ma un bagno di sangue per investitori e operatori altamente regolamentati e tassati, in crisi a causa della concorrenza sfrenata di un mercato illecito che non paga le tasse, commercializza apertamente e vende cannabis non regolamentata a minori senza attirare apparentemente l'interesse della forza pubblica, per controbilanciare gli effetti di queste mancanze, il Consiglio della Cannabis Canadese rilancia con alcune proposte all'attenzione del gruppo di lavoro.
Le raccomandazioni che andrebbero a ridurre lo stigma e supportare l'industria della cannabis sarebbero fra le altre quella di rivedere l'approccio alla tassazione, ai ricarichi e alle commissioni, in modo che i fornitori legali possano essere finanziariamente sostenibili mentre competono con l'industria illegale. In secondo luogo, sarebbe il caso di aumentare la disponibilità di informazioni ai consumatori sui prodotti a base di cannabis consentendo alle aziende e rivenditori di fornire informazioni circostanziate, basate sugli effetti dei prodotti e sui benefici per la riduzione del danno dei prodotti non combustibili. di
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Come terzo punto, si dovrebbe contrastare attivamente l'uso sfacciato di Internet da parte dell'industria illegale e, dall'altro lato, consentire alle aziende legali di creare marchi per attirare il consumatore illegale di cannabis nel mercato della legalità.
Infine, un pensiero ai pazienti e quindi consentire loro di accedere alla cannabis terapeutica, tagliando le tasse che pesano sul prezzo finale nelle strutture farmaceutiche, in modo che i pazienti possano beneficiare della supervisione del medico ed includere la cannabis terapeutica nel rimborso assicurativo.