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ACCA LA SERIE: UN CYBERPUNK SONORO PER SOGNI DISTOPICI

In un mondo sovrappopolato, dominato dal caos multimediale e da connessioni digitali onnipresenti, il silenzio è il nuovo dogma. Isolarsi, però, è impossibile. Ivano La Rosa ed Ares Mozzi insieme per un progetto che durante il lockdown si cristallizza e si trasforma nel demo di un’audio serie singolare, spregiudicata ed estremamente divertente. Siamo nel futuro, un futuro decadente e cyber punk, siamo nelle viscere del principale porto italiano: siamo in Via Pré a Genova, fra virtù e degrado, fra multiculturalismo spinto, spaccio a cielo aperto e personaggi che ci parlano del domani mettendo in farsa il presente...

SSIT: La vostra serie si svolge in una Genova cyberpunk. Ce la descrivi?

Quando ho scritto Acca avevo in mente soprattutto dei riferimenti cinematografici: Blade Runner, Il Quinto Elemento e Nirvana. Il centro storico di Genova, per com'è strutturato verticalmente, mi ha sempre dato una sensazione simile, anche se molto più stretto. Un centro urbano con una densità abitativa esagerata. Dal punto di vista urbanistico, infatti, Genova è un fenomeno unico in Italia: il degrado periferico sta nel centro storico. Questo mischia differenti realtà sociali in uno spazio stretto e alto che personalmente mi ricorda una città cyberpunk.

SSIT: Quali sono i suoi protagonisti alla ribalta e quelli dietro le quinte?

Protagonista è quella Genova fatta di personaggi strani, di freak, di spacciatori, di prostitute. Ci sono poi tutti i personaggi immigrati di prima generazione che si mischiano tutti in uno spazio così piccolo e stretto, anni luce lontano dallo stereotipo hollywoodiano dell'immigrato in America. Se l'immigrato in America si è trovato in una terra piena di opportunità e spazio, qui invece si trovano a coabitare con una città che straborda della sua stessa di storia.

Detto questo, a parte qualche piccola eccezione, ogni personaggio a partire da Orso, è corrotto e opportunista. Separato dall'idea di comunità, potendosi permettere di portare avanti la propria vita anche senza uscire di casa. Orso è un personaggio con degli scheletri nell'armadio, che va alla deriva senza alcuno scopo nella vita. Per questo trova nel degrado del "distretto portuale" un luogo dove rispecchiarsi e dove dimenticare il suo passato e anche il suo presente. In questo "minestrone sociale" si ambienta e prendono vita i personaggi di Acca.

SSIT: Chi è Orso Novak?

Un uomo senza più alcuna spinta, che sfrutta e si fa sfruttare: un ispettore dell'igiene dell'ASL che campa di mazzette che prende per fare andare avanti le gastronomie del distretto urbano/centro storico. Orso ha un passato ricorrente con l'uso di droghe pesanti. Ma da qualche tempo fa uso solo dell'ACCA in quanto droga acustica che di conseguenza, non essendo invasiva nella fruizione, non dovrebbe lasciare tracce nell'organismo. L'ACCA naturalmente è anche una metafora del "luogo altro", l'isola felice come ogni droga promette di essere.

In questo caso specifico però l'isola rappresenta il silenzio, di cui la società fantascientifica della serie è carente se non priva del tutto. Orso è un uomo che ha l'intelligenza e la sensibilità per compren- dere tutto questo, ma è privo di forza di volontà. Sarà il sistema stesso a portarlo all'azione.

SSIT: Il nome della serie riprende quello di una nuova sostanza stupefacente digitale: l'Acca. Di che si tratta?

In realtà non ho inventato nulla. Sapevo dell’esistenza di tracce audio con onde alfa che dovrebbero aiutare la concentrazione, mentre le onde theta dovrebbero aiutare a dormire. Si può trovare tutto su YouTube. Ares poi mi ha anche detto che avevano davvero provato a realizzare una sorta stupefacente attraverso il sistema delle onde sonore, di non so quale efficacia. Così mi sono lasciato prendere dalla fantasia. La cosa che davvero mi interessava è che questa droga per essere assimilata necessitasse del silenzio assoluto. Ecco perché Acca: la lettera senza suono.

SSIT: Fra le righe dei vostri dialoghi sembra emergere che ACCA sia una sostanza da contrapporre all'abulia consumistica delle vite altrui propria dei social media. Che ne pensi?

Come dicevo prima l'Acca è assumibile solo nel silenzio. Quindi innanzi tutto il percorso dell'eroe è un percorso verso il silenzio, anche e soprattutto interiore. Lo stesso personalmente lo credo valido per sostanze come l'erba: innanzitutto c'è la ricerca di noi stessi. L'uso di una droga leggera o naturale può aiutarci a stare meglio, come un buon vino, magari anche aiutarci ad elevare la nostra ricerca filosofica e spirituale, come del resto dall’antichità l’uomo ha sempre fatto. L'importante che non diventi un abuso.

Questo vale naturalmente per tutto, dall'erba al caffè. Ma chiaramente qualora abbiamo a che fare con casi di abuso di qualsiasi sostanza, le ragioni sono da cercarsi in altri luoghi che probabilmente non hanno a che fare con la droga in sé. Personalmente sono per la legalizzazione della cannabis per diverse ragioni applicative, tra cui quella dell'uso ludico: mille volte meglio una canna in compagnia che passare ore soli a scrollare Istagram.

Quello che mi sorprende è come nella narrazione sociale (in Italia almeno) sia visto un pericolo l'uso delle droghe leggere piuttosto che l'alienamento da social.

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