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L'IMPORTANZA DEL pH
from IT 2023 01
by SoftSecrets
TUTTO QUELLO CHE C'È DA SAPERE
Nella coltivazione di cannabis sono tanti i fattori che influiscono sulla resa e la qualità del raccolto finale. I grower di successo conoscono l'importanza di questi dettagli come il clima, la luce, il medium di crescita, l'acqua, le tecniche di coltivazione adottate e molti altri dettagli che ben calibrati possono fare la differenza. Il pH è uno dei parametri più importanti da tenere sotto controllo per coltivare piante in ottima salute. Vediamo esattamente di cosa si tratta.
COS'È
La sigla pH significa letteralmente "potential of hydrogen" e si riferisce alla quantità di ioni positivi di idrogeno presenti in un liquido. Il pH è una grandezza fisica il cui valore determina l'acidità o l'alcalinità di una soluzione, si misura su una scala che va da 0 a 14, dove 0 è il massimo grado di acidità e 14 il grado massimo di alcalinità.
L'assimilazione dei nutrienti da parte di qualsiasi specie vegetale è strettamente legata al valore del pH dell'acqua con cui viene irrigata e soprattutto del medium di crescita, essendo il luogo dove avvengono gli scambi di sostanze nutritive con la pianta. Bisogna considerare che il pH non affetta direttamente la pianta ma influenza la disponibilità delle sostanze nutritive.
IL pH NELLA CANNABIS
Le piante di cannabis richiedono un determinato range di pH per assorbire tutte le sostanze nutritive di cui hanno bisogno; il range ideale va da 5.5 a 6.5 le variazioni sono dovute al tipo di medium impiegato e alla fase di crescita in cui si trovano le piante, al di fuori di questi parametri possono manifestarsi facilmente dei deficit.
Ad esempio se il pH della terra è molto basso alcuni micronutrienti come ferro, manganese e alluminio incrementano la loro solubilità diventando più disponibili per la pianta rischiando un'intossicazione. Il caso contrario si verifica quando il pH è troppo alto, infatti la solubilità di molti micronutrienti e di alcuni macronutrienti come il fosforo diminuisce rendendogli meno disponibili.
Come dicevamo il pH ideale per coltivare la cannabis dipende dal medium di crescita utilizzato, infatti le coltivazioni eseguite in idroponica o in cocco richiedono parametri differenti da un normale substrato come la terra. Le piante coltivate in substrati inerti come il cocco o in idroponica crescono ottimamente con un valore di pH che va da 5.5 a 6.2 in base alla fase in cui si trovano. Durante le prime settimane di crescita le piante richiedono grandi quantità di azoto insieme a molti altri micronutrienti perciò sarà necessario portare il pH della soluzione nutritiva ad un valore di 5.5 per favorire la disponibilità di questi elementi. Quando le piante si trovano in piena fase di fioritura hanno bisogno di maggiori quantità di fosforo e potassio per fruttificare e portare a maturazione le infiorescenze; il pH perfetto per la soluzione nutritiva è di 6.0 fino a raggiungere un valore di 6.2 nelle ultime settimane.
La cannabis coltivata in terra richiede un range di pH da 5.8 a 6.5 e anche in questo caso varia in relazione alla fase in cui si trova la pianta. In fase di crescita la cannabis predilige un pH più basso, il valore adeguato è di 5.8 mentre durante la fase di fioritura richiede un incremento del pH fino a raggiungere il valore di 6.5 nelle fasi finali che precedono la raccolta. Alcuni grower iniziano il ciclo di coltivazione con un pH basso per poi aumentarlo progressivamente con il passare delle settimane. Altri invece preferiscono irrigare le proprie piante sempre con lo stesso valore di pH, nel caso dei substrati inerti viene regolato a circa 5.8 invece per quanto riguarda le coltivazioni in terra un valore di circa 6.2 risulta ottimale.
Una differenza importante da tenere in considerazione tra i substrati inerti e la terra è che quest'ultima possiede una proprietà detta tampone che gli permette di ridurre significativamente le fluttuazioni del pH causate soprattutto dall'impiego di fertilizzanti.
IL pH DEL SUOLO
Anche il suolo possiede un Ph e sotto alcuni aspetti risulta un parametro ancora più importante da tenere sotto controllo paragonato con il pH dell'acqua. Corrisponde alla concentrazione di ioni positivi di idrogeno presenti nella soluzione circolante del suolo, ovvero la parte liquida che lo compone. Infatti la terra è un conglomerato di sostanze organiche e inorganiche tra cui minerali, humus, acido umico e fulvico, materiali inerti, acqua e aria; tutti componenti che direttamente o indirettamente influenzano questo valore. Il pH del substrato determina la disponibilità delle sostanze nutritive presenti in esso, è importante che la soluzione nutritiva con cui irrighiamo sia calibrata al valore giusto per non provocarne fluttuazioni. Un medium di coltivazione adatto alla cannabis deve avere un valore che oscilla tra 5.5 e 6.5 di pH.
Anche la cannabis che cresce spontaneamente in natura predilige terreni leggermente acidi con un pH inferiore al punto neutro.
COME MISURARE IL pH
Per misurare il pH di una soluzione acquosa possiamo impiegare un test pH manuale oppure un pHmetro digitale. Il primo è un kit che comprende una provetta, un reagente ed una tabella con una scala di colori; per misurare il pH di una soluzione è necessario prelevare un campione, inserirlo nella provetta, aggiungere il reagente e shakerare la provetta fino ad ottenere una soluzione omogenea, infine confrontare il colore della soluzione con la scala di colori presente sulla tabella per determinare il valore di pH corrispondente. Questo genere di kit sono molto economici ma risultano poco precisi e scomodi da utilizzare.
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Oggigiorno un misuratore di pH digitale è alla portata di tutti, sono semplici da utilizzare e con questo strumento possiamo eseguire delle misurazioni istantanee della soluzione immergendolo semplicemente.
L'unico inconveniente è che sono degli strumenti abbastanza delicati che hanno bisogno di una manutenzione ordinaria; infatti devono essere calibrati periodicamente utilizzando due soluzioni chiamate pH 4.0 e pH 7.0 che svolgono una funzione simile ai pesetti per tarare le bilance, i pHmetri di nuova generazione si calibrano in automatico quando sono immersi nelle soluzioni di calibrazione invece quelli più vecchi hanno un sistema manuale controllato da una piccola vite.
È importantissimo lavare accuratamente l'elettrodo posto sulla punta dello strumento dopo ogni utilizzo e conservarlo immergendolo in una soluzione di immagazzinamento.
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Per misurare il pH di un terriccio possiamo impiegare il metodo Slurry:
1. prelevare almeno due campioni da punti distinti del substrato di crescita
2 mescolarli in parti uguali fino ad ottenere un campione omogeneo
3. aggiungere 1ml di acqua distillata per ogni grammo di campione di terriccio
4. mescolare la soluzione per alcuni secondi e lasciarla riposare per circa 15 minuti
5. agitare nuovamente la soluzione ed eseguire la misurazione con il pHmetro
COME CORREGGERE IL pH
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Il pH di una soluzione acquosa si può correggere con appositi acidi chimici o organici. Tra gli acidi chimici più diffusi per abbassare il pH ci sono l'acido nitrico e l'acido fosforico, il primo più adatto alla fase vegetativa e il secondo si presta meglio durante la fase di fioritura delle piante. Per incrementare il pH di una soluzione acquosa esistono vari prodotti a base di ossido di potassio oppure contenenti silicati. Gli acidi organici più utilizzati nella coltivazione di cannabis sono l'acido citrico, per abbassare il pH, mentre l'acido umico e fulvico per incrementarlo.
Il pH della terra può essere corretto con alcuni ammendanti, il migliore tra tutti è la calce dolomitica, dato che possiede un pH neutro pari a 7.0 mantiene stabile il pH del substrato per un lungo periodo, inoltre è una fonte ricca di calcio e magnesio. Va mescolata con la terra durante la sua preparazione.
Ricordate, il pH gioca un ruolo fondamentale per lo sviluppo e la qualità delle vostre piante!