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La Patarina - Croce
la Pataréna
Patarina di Croce
Uno tra i tanti nuclei abitati sparsi della comunità di Croce è conosciuto col nome di Patarina (Pataréna in dialetto), toponimo che non ha alcun significato o riferimento plausibile a motivi geografici o economici, né a nomi o soprannomi di persone o famiglie come nei tanti casi di Cà… Una possibile spiegazione del toponimo deriverebbe da Pataria, il movimento ereticale medievale che aveva membri, i Patarini, presenti in un quartiere riminese. Potrebbe essere stato un Patarino o una famiglia di Patarini accasati nel ghetto crocese ad aver dato il nome alla località. Nel Novecento la Patarina e la strada che ad essa conduceva erano abitate da numerose famiglie e da alcuni personaggi diventati proverbiali, come Bastón, Cucón, e Ministre, Giarbèl, Madór, Santnèl. C’era anche Gig è sartor, il sarto del paese, la Bituca d’la fusaja, una donnina zitella che viveva di piccoli lavoretti e della vendita domenicale dei lupini (la fusaja appunto). Altri personaggi erano la Miglia, un tipo estroso e da prendere con le molle, o Birlón al quale, pare, si potesse attribuire la famosa locuzione nomen omen.
e Lavadur
Lavatoio di Monte Colombo
Il lavatoio di Monte Colombo ha caratterizzato la vita della comunità locale per tantissimi anni, anzi, nel corso degli ultimi secoli, visto che è già citato nei registri comunali come esistente dal 1739, menzionata come “una fonte ubicata in località Il Cece presente da tempo immemorabile”. La costruzione di quell’epoca, si può notare, ha inglobato quella più antica, ma al di là della sua datazione certa, è sempre stato un manufatto importantissimo per gli abitanti del borgo di Monte Colombo e, soprattutto, dei nuclei familiari dislocati nel territorio circostante: era infatti questo lavatoio, ubicato nel verde tra campi coltivati e alberi ad alto fusto, il luogo principale in cui le donne potevano lavare i panni, senza doversi recare in pratica al fiume Conca, dopo l’attuale frazione di Taverna. Dal 1949 inizia la costruzione dell’acquedotto pubblico a Monte Colombo e, di fatto, viene sancito il graduale abbandono del lavatoio, sia come utilizzo che come luogo di aggregazione. Il lavatoio è stato comunque oggetto di diversi interventi e si presenta ancora oggi con la sua caratteristica struttura “a trabocchi” in quanto le vasche di raccolta delle acque sono poste ad altezza decrescente. Il sito è tuttora visitabile ed è infatti facilmente raggiungibile percorrendo via Acquabona, una caratteristica strada selciata a gradoni di origine antichissima che congiunge le frazioni di Villa e Borgo, riscoperta solo nel 2004 grazie ad una ricerca sul Catasto Calindri con contestuale verifica tra le persone più