Il dialetto aguzza l’ingegno – Ti ricorderai per sempre del luogo che stai visitando

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la Pataréna Patarina di Croce

Uno tra i tanti nuclei abitati sparsi della comunità di Croce è conosciuto col nome di Patarina (Pataréna in dialetto), toponimo che non ha alcun significato o riferimento plausibile a motivi geografici o economici, né a nomi o soprannomi di persone o famiglie come nei tanti casi di Cà… Una possibile spiegazione del toponimo deriverebbe da Pataria, il movimento ereticale medievale che aveva membri, i Patarini, presenti in un quartiere riminese. Potrebbe essere stato un Patarino o una famiglia di Patarini accasati nel ghetto crocese ad aver dato il nome alla località. Nel Novecento la Patarina e la strada che ad essa conduceva erano abitate da numerose famiglie e da alcuni personaggi diventati proverbiali, come Bastón, Cucón, e Ministre, Giarbèl, Madór, Santnèl. C’era anche Gig è sartor, il sarto del paese, la Bituca d’la fusaja, una donnina zitella che viveva di piccoli lavoretti e della vendita domenicale dei lupini (la fusaja appunto). Altri personaggi erano la Miglia, un tipo estroso e da prendere con le molle, o Birlón al quale, pare, si potesse attribuire la famosa locuzione nomen omen.

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