2014
interior design portfolio
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about me
Sara Riva May 15th, 1990 Via Vincenzo Monti 2 Varedo, 20814 (MB) - ITALY 320 3379430 sriva90@gmail.com sarariva90@hotmail.it sara.riva1 Mi presento in poche parole: sono Sara Riva, attualmente studentessa presso il Politecnico di Milano, Scuola del Design. Ho conseguito la laurea di primo livello in Design degli Interni nel luglio 2012, decidendo di completare il mio percorso di studi con la Laurea Magistrale in Interior Design.
Very few words about who I am: my name is Sara Riva, currently student at Politecnico di Milano, School of Design. In July 2012 I received my bachelor’s degree in Interior Design, and decided to complete my studies with the Master in Interior Design.
Amo molto disegnare, sia a mano libera che con l’ausilio di software e mi diletto in pittura, fumetto e illustrazione per l’editoria. Sono una musicista dilettante, appassionata di arte, letteratura (antica e moderna), nuoto e trekking. Mi ritengo una persona inizialmente timida e discreta nelle relazioni, ma comunque socievole, che sa di avere molto da imparare e ha voglia di mettersi alla prova.
What I love the most is to draw, either freehand or with the aid of softwares and I like to produce little arts, paintings, illustrations and comics. I’m an amateur musician, passionate about art, literature (ancient and modern), I love to go swimming and trekking. I’m a discreet but friendly person, that perfectly knows to have a lot to learn and wants to prove (and improve) herself.
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about me
I campi in cui più mi piacerebbe cimentarmi sono la progettazione e l’arredo di interni domestici, alberghi o spazi per il retail, la riqualificazione di spazi urbani e il landscape design...oltre, ovviamente, all’ ambito della comunicazione grafica, tramite disegni, infografiche e layout.
Fields in which I’d like the most to start working are, of course, interior design (concerning domestic interiors, hotels, retail design), renovation of urban spaces, landscape design... and, anyhow, every aspects of graphic communication, through drawings, infographics and layouts.
SOFTWARE CAD 2D / 3D
advanced
ADOBE PHOTOSHOP
very good
ADOBE INDESIGN
good
ADOBE ILLUSTRATOR
very good
SKETCH UP
very good
MICROSOFT OFFICE PACK
good
RHINOCEROS
fair SKILLS
SKETCHING
advanced
CAD 2D DRAWING
advanced
3D MODELING
good
RENDERING
good
GRAPHIC
good 3
sara rivaDEI PROGETTI / INDICE INDEX OF THE PROJECTS
I progetti che seguono rappresentano il mio percorso accademico e sono mostrati in ordine cronologico, indicando l’anno di frequenza nel quale sono stati realizzati.
The following projects show my entire academic career and are put in chronological order, suggesting the year of attendance in which they were made.
Una ulteriore suddivisione indica il campo di intervento nel quale il progetto prende vita, scegliendo tra
A further breakdown shows the field the project deals with, choosing between
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INDICE DEI PROGETTI / INDEX OF THE PROJECTS
Lab. di Disegno
pag.
Lab. Elementi visivi del progetto TUCKER HOUSE
pag. 17
Lab. di Metaprogetto SHIFT HOUSE
pag. 23
Corso di Rappresentazione dello Spazio
pag. 35
Tecniche grafiche avanzate
pag. 43
Lab. di Sintesi Finale + Elaborato di tesi ALTROVE
pag. 59
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Lab. di Interni PIAZZA NOVA
pag. 75
M
Lab. Allestimenti TRACCE
pag. 99
Lab. di Sintesi Finale DO(G)ME
pag. 121
M
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sara rivaDEI PROGETTI / INDICE INDEX OF THE PROJECTS
In questa ultima sezione, dopo i progetti realizzati in ambito accademico, ho voluto enumerare poche piccole idee e collaborazioni avvenute fuori dalle aule universitarie, che mi piace portare all’attenzione del lettore piÚ curioso e meno annoiato.
In this last section, after academic projects, I put a few little ideas and collaborations that took place outside the lecture halls, for the pleasure of the most curios and less bored reader.
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INDICE DEI PROGETTI / INDEX OF THE PROJECTS
Concorso BAV 2011
pag. 143
Logo Teatro Ideal
pag. 151
Trompe l’oeil
pag. 157
Icone per Il Portale dei Bambini http://www.ilportaledeibambini.it/
pag. 163
Logo Mr. Capsula
pag. 167
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LABORATORIO DI DISEGNO I ANNO DI LAUREA Comunicazione del progetto con gli strumenti del disegno /Communicating projects using drawing’s tools A.A. 2009 / 2010 prof. Luigi Cocchiarella Giulio Zanella
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LABORATORIO DI DISEGNO Comunicazione del progetto con gli strumenti del disegno / Communicating projects using drawing’s tools A.A. 2009 / 2010
Il corso, il primo affrontato nel percorso di studi, si proponeva di sviluppare le capacità di osservazione e di immaginazione, quindi le capacità inventive degli studenti, attraverso l’uso e l’esercizio del disegno manuale come strumento di ragionamento formale e di intuizione geometrica e spaziale. Lo scopo era quello di allenare le nostre capacità grafiche, asservendole all’esplorazione, alla comprensione, alla comunicazione di oggetti e spazi, insegnandoci come il disegno (tecnico o intuitivo) fosse ancora lo strumento principe del designer oggi. Il tema di progetto che dovevamo illustrare era la Maison Valise, del gruppo Time Zone.
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This course, the very first one of my academic career, was designed to develop the skills of observation and imagination, and the inventiveness of the students, through the use and training of manual drawing as a tool for formal reasoning and spatial and geometric intuition. The purpose was to train our graphics skills to explore, understand, communicate objects and spaces, teaching us that, still today, drawings and sketches are the main tools of designers. The project theme that we’ve to explore was Time Zone’s Maison Valise.
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A destra: tavola riassuntiva in rapidograf della struttura, della meccanica e dei possibili movimenti della Maison Valise Nella pagina seguente: schizzi, assonometrie e prospettive, proposte di arredo e possibili utilizzi degli interni
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Alcuni schizzi dei vari aspetti di funzionamento e fattibilitĂ del progetto, con dettagli tecnici
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Inquadramento in possbile contesto
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TUCKER HOUSE I ANNO DI LAUREA Lettura e comprensione degli spazi interni /Analysing and understanding interiors Laboratorio di Elementi Visivi A.A. 2009 / 2010 prof. Roberto Rizzi
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TUCKER HOUSE Lettura e comprensione degli spazi interni / Analysing and understanding interiors Laboratorio di Elementi Visivi A.A. 2009 / 2010
Affidando agli studenti un’architettura già esistente come caso studio da analizzare e approfondire, il corso mirava a farci socializzare con la terminologia architettonica da un lato e con gli strumenti software in nostro possesso dall’altro, al fine di poter comunicare esaustivamente la conformazione e la motivazione di ogni singolo spazio all’interno del sistema casa. Il caso studio affidato al mio gruppo è stato House in Katonah o Tucker House dell’architetto Robert Venturi.
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During this course every group of students received an existing architecture as case study, in order to better analyze and investigate it; all those efforts were made just to let us socialize with architectural terminology and, on the other hand, with those few software tools in our possession. The goal was demostrating to be able to communicate exhaustively the conformation and the motivation of each space within the house system. My group’s case study was House in Katonah or Tucker House, by architect Robert Venturi.
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pianterreno 20
primo piano
soppalco
Vista dal soppalco sul salotto
In mezzo: camino del salotto
Qui sotto: elaborazione del modello 3D di Casa Tucker, a partire da foto e disegni
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Scala verso i piani superiori
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SHIFT HOUSE II ANNO DI LAUREA Comunicare l’identità nello spazio dell’abitare /Communicatig the identity in the space for living Laboratorio di Metaprogetto A.A. 2010 / 2011 prof. Giacomo Rizzi Giulia Gerosa
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SHIFT HOUSE Comunicare l’identità nello spazio dell’abitare /Communicatig the identity in the space for living Laboratorio di Metaprogetto A.A. 2010 / 2011
Obiettivo del corso era il riuscire a comunicare l’identità degli abitanti attraverso la caratterizzazione dello spazio da abitare. Ad ogni gruppo di studenti è stata assegnata una committenza, le cui caratteristiche e differenti esigenze hanno fatto da punto di riferimento durante la fase progettuale. L’unità abitativa, uguale per tutti, era collocata nel nuovo quartiere di Amsterdam Borneo-Sporenburg, e si trattava di un parallelepipedo largo 10 metri, lungo 40 e alto 12, affacciato per un lato sul canale.
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The aim of the course was to communicate the identity of the inhabitants through the characterization of the space to inhabit. Each group of students was given a different client, whose characteristics and needs were the leading - criteria during the design phase. The unit, the same for all the students, was located in the new district of Amsterdam, Borneo-Sporenburg: it was a box 10 mt wide, 40 mt long and 12 high, looking to the canal from one side.
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Zona 1 Zona 2 Ponti di collegamento consentono spostamenti da una zona all’altra
Il quartiere, progettato a partire dal 1993 e realizzato dal 1996 al 2000, sorge su due moli che si trovano nella parte orientale del porto di Amsterdam. La riconversione di questi moli “urbani” è stata possibile negli ultimi anni grazie al massiccio spostamento del traffico delle merci verso il porto di Rotterdam. Il programma di intervento prevedeva l’insediamento di 2500 abitazioni divise in quote percentuali tra edilizia popolare, edilizia sovvenzionata e libero mercato. Sono stati invitati a sviluppare progetti ben 140 progettisti diversi, poichè appariva chiaro che la peculiare conformazione del quartiere necessitava di una nuova tipologia di abitazione suburbana. Borneo e Sporenburg sono solo una parte della grande espansione di Amsterdam prevista lungo l’IJ. 25
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Il nostro progetto era rivolto ad una famiglia composta da padre, madre e due figli adolescenti. Al padre, ingegnere e appassionato di modellistica, abbiamo riconosciuto la necessità di avere uno studio privato dove accogliere i clienti o dedicarsi senza disturbare al suo hobby, vicino all’acqua e alla luce. Gli abbiamo dunque riservato il pianterreno, con due spazi divisi ma comunicanti. Il resto della famiglia non aveva particolari necessità, se non i due figli adolescenti, ai quali abbiamo dedicato stanze da letto indipendenti e affacciate sul terrazzo abitabile. Il primo piano è un grande open space che unisce salotto e cucina, dove ai classici divani abbiamo sostituito un sistema a gradoni imbottiti, per uno stare insieme che fosse confortevole e informale. Una scala a chiocciola attraversa tutto l’edificio nella sua altezza; al piano superiore sono sistemate le camere da letto dei ragazzi e dei genitori, che hanno il privilegio di un bagno personale.
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interior
N
Tipologia abitativa a “villetta a schiera“: i muri divisori tra una unità e l’altra sono intoccabili, ciechi: dunque il problema principale era come far arrivare la luce all’interno, rinunciando a meno volumetria possibile. Abbiamo deciso di operare dividendo in tre piani l’altezza del volume e di sfalsarli lungo il piano orizzontale, facendoli letteralmente scivolare l’uno sull’altro per ottenere doppie altezze interne che facilitassero la diffusione della luce, tetto e terrazza abitabile dotati di lucernari. Inoltre abbiamo reso trasparenti tutte le superfici dei due lati da 10 mt
superfici vetrate
suddivisione dei piani
muri ciechi
12 mt
CANALE 10
t
40 m
t
m
ABITAZIONI CONFINANTI STRADA 27
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sara riva Piante distributive degli spazi
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0 1
2
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cortile e scala interna
balcone
ufficio del padre laboratorio hobbystica
open space con salotto e angolo cucina
deposito bici garage ingresso al pianterreno
pianterreno 28
terrazza abitabile
primo piano
interior N
0 1
2
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cortile e scala interna stanza da letto dei genitori stanze da letto dei ragazzi con terrazza
secondo piano
Prospetto su strada
Prospetto sul canale 29
interior
sara riva Piante architettoniche
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N
0 1
2
5
10mt
A
A
A
A’
A’
A’
interior Visualizzazione del modello
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interior
sara riva Sezione architettonica AA’
0
1
2
5mt
1 stanza dei genitori
4 open space
7 studio del padre
2 stanze dei ragazzi
5 terrazza abitabile
8 laboratorio di hobbystica
3 terrazza abitabile
6 cortile interno
9 garage
3 1
2
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interior Divisione degli spazi riportata nel modello
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CORSO DI RAPPRESENTAZIONE DELLO SPAZIO II ANNO DI LAUREA Principi di modellazione e renderizzazione /Modeling and rendering A.A. 2010 / 2011 prof. Laura Micoli Andrea Siniscalco
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CORSO DI RAPPRESENTAZIONE DELLO SPAZIO Principi di modellazione e renderizzazione /Modeling and rendering A.A. 2010 / 2011
Il percorso affrontato durante le lezioni, sintetizzabile in quattro tappe principali, voleva aiutarci a focalizzare la nostra attenzione sui meccanismi di percezione umana dello spazio e fornirci le competenze necessarie per affrontare le problematiche inerenti la modellazione e la resa 3D, in particolare di ambienti interni, attraverso l’uso di software quali Alias Studio Tools; passando attraverso due differenti moduli abbiamo potuto raffinare la nostra abilità nella gestione e raffinazione di volumi geometrici anche complessi e apprendere tecniche per la rappresentazione, la gestione dell’illuminazione e la creazione di immagini fotorealistiche.
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The course (that we can sum up in four main stages) helped us to focus attention on mechanisms of human perception and provided us the skills needed to deal with problems of 3D modeling and rendering, especially of interior spaces, through the use of Alias Studio Tools. Studying two different modules, we became able to manage and refine even complex geometric volumes; we also learned representation’s techniques and lighting’s management for the creation of photorealistic images.
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1
Ricerca e sopralluogo nell’ambiente ritenuto adatto, rilievo fotografico degli oggetti da riprodurre 37
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Fase di ridisegno e comprensione delle dinamiche dello spazio e dei volumi da ricreare 38
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Modellazione 3D, ricreazione virtuale dell’ambiente e dei suoi oggetti
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Inserimento delle fonti luminose, degli shader, definizione fotorealistica dei materiali dei singoli oggetti 40
communication A seguire: altri esempi di esercitazioni (modellazioni di oggetti e prove di renderizzazione) realizzate durante il corso
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TECNICHE GRAFICHE AVANZATE III ANNO DI LAUREA Comunicazione del progetto con gli strumenti del disegno /Communicating projects using drawing’s tools A.A. 2011 / 2012 prof. Daniela Villa
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TECNICHE GRAFICHE AVANZATE Comunicazione del progetto con gli strumenti del disegno /Communicating projects using drawing’s tools A.A. 2011 / 2012
Con i giusti consigli e accorgimenti, chiunque può progettare un layout, ma solo poche persone ne sono consapevoli. Sia che si utilizzino figure stilizzate o illustrazioni fotorealistiche o fotografie, poche righe abbozzate o uno schema dettagliato, ci sono molti modi diversi per rendere un idea grafica. L’intento di questo corso era di motivare le persone a esprimersi visivamente, semplicemente, rapidamente e in un modo che può essere facilmente compreso da chiunque. Facendo passare l’idea dalla testa alla mano al foglio.
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With the right advice, anyone can design a layout but only few people know it. Whether you use stick figures or fully rendered illustrations or photographs, a few rough lines or a detailed diagram, ther are many different ways to make an idea visual. The aim of the course was motivate people to express themselves visually, simply, quickly and in a way that can be easily understood from anyone. From head to hand to paper.
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Tratteggio Matita Black/white
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Sfumato fotografico Matita Black/white
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Sfumato fotografico Matite Colors
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Tratteggio Matita Colors
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Acquarelli Watercolors
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Acquarelli Watercolors
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Markers
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Qui e pagina seguente: Rapidograf + Markers
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Qui e pagina seguente: Matita + Markers (sketches)
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Qui e pagina seguente: prove di layout per la presentazione del progetto per un Learning Center nei giardini di Villa Menafoglio Litta Panza Varese. 56
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Combinazione di diverse tecniche acquisite (matite + markers + rapidograf)
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ALTROVE III ANNO DI LAUREA - TESI Luoghi psicologici e della mente / Psychological and mental places Laboratorio di Sintesi Finale A.A. 2011 / 2012 prof. Davide Fassi Elena Enrica Giunta Francesco Lucchese Agnese Rebaglio Raffaella Trocchianesi
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ALTROVE Luoghi psicologici e della mente / Psychological and mental places Laboratorio di Sintesi Finale A.A. 2011 / 2012
Due architetti, laureatisi al Politecnico di Milano, hanno lasciato che le loro vite prendessero tutt’altra piega, sino a diventare due grandi illustratori. Si tratta di Saul Steinberg e Guido Scarabottolo, due progettisti che hanno portato la loro sensibilità da “addetti ai lavori“ nelle loro opere, nel modo che hanno adottato di rappresentare la realtà e lo spazio in cui abitano i loro personaggi. Entrambi ci trasportano in luoghi intellettuali e psicologici, completamente diversi da ciò che siamo abituati a percepire. Ci portano Altrove. La nostra esposizione è strutturata in tre spazi, è un percorso che gradualmente astrae i visitatori dall’ambiente urbano e li immerge nelle atmosfere oniriche di quelle illustrazioni.
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Two architects, that earn their degree at Polytechnic of Milan, left that their lives took a different turn, becoming two great illustrators. Saul Steinberg and Guido Scarabottolo brought this sensibility in their works, in their way of representing reality and space. Both transport us to places that aren’t real at all, but intellectual and psychological ones, completely different from what we use to perceive. They lead us...elsewhere. Our exhibit wanted to show all these aspects. It was structured in three stages, a path that gradually abstracts visitors from the urban environment and let them drown in those dreamlike illustrations.
exhibit
MILANO Come location per il nostro progetto abbiamo scelto un luogo chiuso e decontestualizzato, buio e sufficientemente ampio per contenere le nostre strutture, un luogo di richiamo per giovani, studenti e famiglie.
QUARTIERE BICOCCA HANGAR BICOCCA via Privata Chiese 12
Cubo Teatro degli Arcimboldi UniversitĂ degli studi Milano Bicocca
Navata
Shed
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exhibit
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ALTROVE
Qui a sinistra: planimetria dell’Hangar Bicocca, ex capannone industriale riconvertito in spazio espositivo
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Il progetto è stato prima di tutto una riflessione sul significato e sull’atto del passaggio, affinchè il percorso iniziale di accompagnamento e introduzione alla mostra (che si snoda lungo tutto l’esterno e parte dell’interno dell’HangarBicocca) non fosse un’enorme anticamera priva di scopo. Altrove va a permeare di significati tutto lo spazio dell’Hangar che il visitatore interessato deve percorrere per visitarla. Per questo ho progettato un percorso di senso, sviluppato in sette diverse tappe (collocate nello spazio transitabile dall’ingresso esterno al cortile dell’Hangar fino a poco prima dell’ingresso della mostra vera e propria dentro il capannone), ognuna delle quali induce il visitatore a interagire e a riflettere su un determinato aspetto della mentalità dei due autori.
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Portale d’ingresso “Un disegno è una linea che si fa un giro. Una linea è un punto che fa una passeggiata.“
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Consultazione cataloghi “C’è un legame stretto tra lentezza e memoria, tra velocità e oblio.“
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Coni visivi “L’arte non riproduce ciò che è visibile ma rende visibile ciò che non sempre lo è.“
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4
Illusione ottica “È proprio quando credete di sapere una cosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva.“
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Coni visivi “Vede, la cosa essenziale nella vita di un artista è quella di decidere un giorno di essere un artista.“
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6
Più e meno “Il disegno è fatto per una metà dall’autore e per l’altra da chi lo guarda.“
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Verso Altrove “Mi affascina scoprire vie nuove per dire col disegno cose che prima erano esprimibili solo a parole.“
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ALTROVE Ingresso alla mostra
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Sotto: l’ingresso visto dall’interno
SALA STEINBERG
Espositori inclinati per le tavole illustrate, illusioni ottiche lungo le pareti, pile di quotidiani che fungono da espositori 71
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Sotto: dettaglio della stratificazione dei pannelli fonoisolanti che compongono le pareti del labirinto
LABIRINTO Labirinto dapprima buio, poi aumento della luminosità in prossimità della seconda sala; identico progressivo aumento del coefficiente di isolamento acustico delle pareti. Soffitto a specchio, dà illusione di continuità indefinita
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exhibit
SALA SCARABOTTOLO Sagome di personaggi dell’autore distribuiti in sala, assieme a pannelli multistrato di plexiglass che aiutano a capire e scomporre i diversi layer delle illustrazioni. A parete, continui cambi di scena tramite meccanismo a prismi rotanti. 73
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interior
PIAZZANOVA I ANNO DI LAUREA MAGISTRALE Il sistema ospitalitĂ a Castiglione Olona /The hospitality system in Castiglione Olona Laboratorio di Interior Design A.A. 2012 / 2013 prof. Francesco Scullica Luca Scacchetti
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PIAZZANOVA Il sistema ospitalità a Castiglione Olona /The hospitality system in Castiglione Olona Laboratorio di Interior Design A.A. 2012 / 2013
L’attività del corso è partita da una reale necessità di tipo turistico-sociale. Il comune di Castiglione Olona (Va) si è reso disponibile alla collaborazione con gli studenti del Politecnico di Milano, fornendo informazioni e materiali da cui gli studenti sono partiti per sviluppare una serie di strutture ricettive e per il tempo libero che andassero a valorizzare territorio e risorse locali. Il semestre si è dunque incentrato sull’identificazione di spazi, servizi per l’ospitalità e strategie di comunicazione per la promozione turistica di un paese ricco di storia e bellezza.
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This project came from a real need. The town of Castiglione Olona (Va) started a collaboration with the Polytechnic of Milan, providing information and materials, from which students developed different proposals for accommodation and leisure structures, in order to value local nature and resources. The semester therefore focused on identification of spaces, services for the hospitality and communication strategies for the promotion of tourism in a country rich in history and beauty.
interior Provincia di Varese
Regione Lombardia
Comune di Castiglione Olona
Castiglione Olona è un borgo quattrocentesco allungato nel verde e bagnato dal fiume Olona. Il paese è ricco di testimonianze storiche ed artistiche: i cronisti dell’epoca registrarono la presenza longobarda da cui discese, attorno all’anno 1000, la nobile famiglia Castiglioni, possidente del feudo castiglionese perlomeno dal 1028.
Risalgono al periodo delle rivalità tra Visconti e Torriani le costruzioni delle mura di cinta del borgo che si conservano solo nella parte più alta del colle dove venne eretta nell’XII secolo la rocca difesa dal corso del fiume Olona per ben tre quarti e da un massiccio bastione con ponte levatoio nella parte rimanente. Altre rimanenze storiche degne di note sono la Chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo, detta anche La Collegiata, la Chiesa del Santissimo Corpo di Cristo o chiesa di Villa e Palazzo Branda. 77
interior
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Chiesa di Villa
Bastioni
Proprio lungo il fiume Olona nella prima metà del secolo scorso nasce il cotonificio “Schoch” e la prima fabbrica di Santino Mazzucchelli, un modesto laboratorio di bottoni d’osso, pettini, fibbie e altri oggetti di ornamento. Nel 1875 il figlio Pompeo Mazzucchelli capì che anche una materia plastica di recente invenzione, “la celluloide”, poteva essere affiancata alla lavorazione del corno e raffinata con gli stessi macchinari. Nel 1906 fu fondata la società S.A.M. (Società anonima Mazzucchelli) con 450 dipendenti. Da allora il gruppo Mazzucchelli è una delle realtà industriali più importanti della provincia di Varese.
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La Collegiata
Palazzo Branda
L’area di intervento è esattamente nel mezzo, tra le realtà del borgo, del complesso industriale e del Parco Locale di Interesse Sovracomunale Rile Tenore Olona (RTO). Si tratta di uno spiazzo di terreno posto alla convergenza di tre vie nel quale altro non vi è che un capannone abbandonato per lo stoccaggio del cotone, la base della ex-ciminiera della fabbrica, un affaccio sul fiume Olona e pochi altri edifici di servizio.
Borgo Mazzucchelli Parco RTO
interior
Dai contrasti intrinseci di questo luogo, e in generale di Castiglione Olona (dimensione locale / globale, natura / industria, tradizione /innovazione), prende vita il concept di progetto: l’incontro delle differenze, che si accostano e si valorizzano a vicenda.
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1 6 5
3 4
N
2
1 - Ciclopedonale 2 - Info point / Pit stop 3 - Library Cafè 4 - Auditorium 5 - Exhibit tunnel 6 - Waterfront 0
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20mt
Proprio nel masterplan si riflette questa visione: i due elementi storici, ovvero la ciminiera e il magazzino, vengono integrati in un impianto distributivo che 80
li valorizza e allo stesso tempo si evolve, facendo dialogare geometrie ortogonali e aree verdi dalle forme organiche, gradualmente da ovest a est.
Ciclopedonale Info point / Pit stop Cultura & Eventi Vista generale
Library Cafè
Turisti: Natura & Sport
Auditorium
Residenti: Incontro & Relax
Exhibit tunnel Waterfront
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CICLOPEDONALE A pochi metri dall’area di progetto, la ciclopedonale Castellanza-Castiglione Olona termina, in un punto non particolarmente signicativo. Una parte di ciclopedonale viene riproposta sul perimetro nord-ovest del progetto e accompagna i visitatori in direzione del centro storico.
Manto stradale
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Asfalto + resina colorata (bici)
Lastre di beola (pedoni)
Alzato del percorso. Si notano gli schermi a listelli di legno, tavoli, sedute, attrezzi in legno lamellare e cemento.
Sul lato più esterno è delimitata da una fila di aceri italici, mentre su quello più interno ospita un sistema integrato di arredo urbano: sedute, tavoli, portabici e altalene per i bambini. Questi elementi sono concepiti come dei nastri, in legno o cemento, che si sollevano ad diverse altezze in base alla necessità. Il verde inserito è stato scelto per la sua capacità di coinvolgere i sensi, in particolare l’olfatto, e contribuire così all’esperienza di una sensazione piacevole. Pianta illustrata del percorso.
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INFO POINT - PIT STOP L’edicio è un volume completamente trasparente sui lati, tre dei quali sono parzialmente schermati da una successione irregolare di listelli di legno verticali, che rimandano al trattamento del waterfront. Il nucleo centrale dello
spazio è un volume in mattoni che ospita i servizi igienici. Lo spazio libero è organizzato in tre aree, ovvero info point e pro-loco, una piccola zona di attesa e un’officina per la riparazione delle biciclette.
Informazioni, mappe, programmi di eventi e attività dei dintorni.
Area break in cui si può consumare un caffè sfogliando depliant
Zona dedicata alle riparazioni di due ruote
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1
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5mt
interior Viale ingresso lato nord est
Ciclopedonale
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BAR Edificio “gemello” rispetto all’Info point: anch’esso, completamente vetrato sui lati, comprende in un unico volume in muratura il bancone del bar, la dispensa e i servizi igienici. La pianta è un quadrato 16x16m, l’arredo è progettato a partire
da elementi base in tubolare di alluminio. I tavolini in particolare sono composti da aste in metallo su cui si possono infilare i libri e da piani scorrevoli, con cui si può giocare per comporre o scomporre diverse soluzioni d’appoggio.
Zona studio, luogo tranquillo, punto di ritrovo per i giovani.
Di giorno, il library cafè è un punto di incontro per la comunità e per i turisti, che possono fare una sosta e ristorarsi, magari con la compagnia di un libro. La sera il locale offre aperitivi serviti prima degli spettacoli presso l’auditorium.
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1
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Struttura dei tavolini e delle sedute divisorie in tubolare d’alluminio
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AUDITORIUM Cuore del progetto per importanza e dimensioni, l’Auditorium; ricavato nell’ex magazzino di cotone, mostra le tracce del passato e dialoga con l’eleganza delle grandi vetrate e la dinamicità dell’acciaio. Gli elementi di nuova costruzione sono stati concepiti secondo un principio di
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separazione, indipendenza, permeabilità visiva, riscontrabili sia nella copertura dell’edificio (che sembra galleggiare al di sopra dei muri perimetrali) che nei volumi di servizio in calcestruzzo inseriti al pianterreno. Innesti che dovevano contaminare meno possibile l’esistente.
PIANO TERRA 1 Reception
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2 Toilettes 3 Camerini e zona per addetti ai lavori
1
3
2
Vista dell’ingresso CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
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CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
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SEZIONE 2 Toilettes 3 Camerini e zona per addetti ai lavori 4
Platea
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Palcoscenico
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PIANO PRIMO Platea
5
Palcoscenico
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CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
4
4
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interior
Sopra: reception e toilettes. Sotto: platea e palco al primo piano, racchiusi nella loro elegante gabbia vetrata
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TUNNEL Luogo d’ibridazione tra l’interno e l’esterno, tra il verde e lo spazio costruito. È il punto dove si incontrano la rigidità della zona ovest con le linee morbide del verde ad est. Il tunnel è essenzialmente luogo di passaggio, collegamento principale tra l’ingresso a nord e l’affaccio panoramico verso il fiume a sud. La costruzione è pensata come se uscisse dal terreno, sollevando il prato, per cui risulta completamente integrata nel verde.
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interior
180 cm
350 cm
Stratificazione della copertura del tunnel
Prospetto 1:50
500 cm 800 cm
Copertura verde Copertura in assi di legno Struttura in travi di legno lamellare curvate
Dall’alto: 1 - Copertura verde 2 - Sostrato 3 - Elemento filtrante (lana di vetro o poliestere) 4 - Strato di drenaggio 5 - Strato di separazione 6 - Barriera al vapore 7 - Supporto
La seduta che corre lungo l’asse centrale è un intreccio ideale di cemento e materie plastiche, in riferimento alla tradizione industriale del luogo. L’effetto cemento è dato da un materiale innovativo, PaperStone®, ottenuto da carta riciclata, mentre gli inserti colorati sono realizzati con la bioplastica M49 di produzione Mazzucchelli. 93
interior
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1
2
3
WATERFRONT
1 Gradoni, by Bruto Landscape 94
Il waterfront valorizza il corso dell’Olona con una passeggiata in legno che accompagna il visitatore, secondo uno schema rigido nella parte ad ovest, poi sempre piÚ dinamico e discreto verso est; porzioni geometriche di terreno, ghiaia ed erba, a gradoni scendono lungo l’argine del fiume.
2
Sedute bifronte, ancorate alla struttura lignea
3
Polymorphic kinetic bench by GSAPP, Columbia University
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1
interior
Foto dei modelli 1:500 dell’intera area di progetto 1:50 di una sezione longitudinale dell’Auditorium
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-
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Vista aerea di ciminiera e Auditorium Vista del complesso dal waterfront Auditorium come appare all’ingresso Platea dell’Auditorium
interior
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exhibit
TRACCE I ANNO DI LAUREA MAGISTRALE Progettando un’esposizione / Exhibit Design Laboratorio di Allestimenti A.A. 2012 / 2013 prof. Giuseppe Finessi Matteo Pirola
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exhibit
TRACCE Progettando un’esposizione / Exhibit Design Laboratorio di Allestimenti A.A. 2012 / 2013
Come si evince dal nome, il corso è stato un’occasione per riflettere in maniera approfondita sull’attività di due figure professionali: Curatore e Allestitore di una mostra a carattere artistico. Ci siamo dovuti confrontare con l’individuazione di un tema interessante, la ricerca di opere che declinassero tale tema in modi differenti ma coerenti; da lì, abbiamo immaginato poi un percorso, una collocazione all’interno della location prescelta, il Padiglione d’Arte Contemporanea (PAC) a Milano, che valorizzasse al massimo la potenza espressiva dei pezzi selezionati. Un lavoro lungo e complesso, che ha saputo conciliare pensiero e praticità.
100
As the name suggests, the course was an opportunity to reflect in depth about the activity of two very important roles, Curator and Designer, when they come together to build an exhibition. We had to deal with the identification of an interesting topic, with the search for works that spoke about the theme in different but cohesive ways; then we imagined which path, which place within the chosen location (the Pavilion of Contemporary Art -PAC- in Milan) would most enhance the expressive power of the selected pieces. A long and complex work, which has been able to combine thought and practicality.
exhibit
MILANO Padiglione d’Arte Contemporanea Via Palestro 14
Immagini ©2014 Google, Dati cartografici ©2014 Google
10 m
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exhibit
Il tema scelto per la progettazione della mostra è stato quelle delle Tracce.
“Above all else, it is about leaving a mark that I existed: I was here. I was hungry. I was defeated. I was happy. I was sad. I was in love. I was afraid. I was hopeful. I had an idea and I had a good purpose and that’s why I made works of art. ”
Tracce. Ovvero ricordi di presenze che ora sono assenza. Tracce di un passaggio, di una persona, di un corpo, di un’azione, di un evento, di un pensiero, dello scorrere del tempo, messaggio, cambiamento. Tracce di noi che rimangono dopo di noi, a dire che esistiamo o siamo esistiti, agendo e interagendo con altri corpi, col mondo, lasciando un segno del nostro percorso. Lasciando una Traccia.
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[Felix Gonzalez Torres]
exhibit
Elenco di artisti e opere selezionate per la mostra
1
2
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4
1 - Mona Hatoum, + and (1994-2004) Dimensioni: d 4m - h 27 cm
3 - Alberto Garutti, Stanza di soggiorno (1993) Dimensioni: 340 x 450 cm
2 - Gabriel Orozco, My hands are my heart (1991) Dimensioni: foto 23,2 x 31,8 cm scultura 15 x 10 x15 cm
4 - Felix Gonzalez Torres, Untitled (Bed) (1991) Dimensioni: 500 x 250 cm 103
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exhibit
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5 - Vito Acconci, Trademarks (1970) Dimensioni: varie
7 - Claudio Parmiggiani, Polvere (1998) Dimensioni: 470 x 260 x 4 cm
6 - Bruce Nauman, Neon template of the left part of my body taken at ten inches intervals (1966) Dimensioni: 25 x 15 x 180 cm 104
8 - Roman Ondak, Measuring the universe (2007) Dimensioni: varie
exhibit
9
10
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9 - Perejaume, Atmosferes (1998) Dimensioni: 40 x 120 cm
11 - Giuseppe Penone, Soffio di foglie (1979) Dimensioni: corpo dell’artista
10 - Antony Gormley, Concrete Works, Press (1993) Dimensioni: 134 x 68 x 55 cm
12 - Cai Guo Qiang, Vague Border at the edge of time (1991) Dimensioni: 200 x 75 cm a pannello 105
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13 - Roman Signer, Punkt (2006) Dimensioni: video (1:40 minuti)
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N 9
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5
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6 - Bruce Nauman 7 - Claudio Parmiggiani 8 - Roman Ondak 9 - Perejaume 1 - Mona Hatoum 10 - Antony Gormley 2 - Gabriel Orozco 11 - Giuseppe Penone 3 - Alberto Garutti 4 - Felix Gonzalez Torres 12 - Cai Guo Qiang 13 - Roman Signer 5 - Vito Acconci
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C
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A’
A
N C’ B’ 108
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Pianta dell’esposizione
Sezione BB’
Sezione AA’
Sezione CC’ 109
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2 My hands are my heart è collocata molto vicino all’ingresso, su un semplice piedistallo bianco, con opportune luci d’accento e due ali che lo contornano, due larghi setti altrettanto bianchi, alti fino al controsoffitto che accolgono i flussi di visita e sui quali sono posizionate le foto che completano la fruizione e la comprensione del processo creativo di Orozco. Il setto interno è orientato in maniera tale da “suggerire” la direzione da seguire, come un muto cenno che spinge ad andare verso un varco che si apre a tutt’altezza nella parete, poco discosto. 110
1 + and - , col suo lento, ipnotico movimento circolare, è traccia in bilico tra presenza e assenza. La parete circolare in fondo alla sala fa da scena all’opera, una immensa vasca di sabbia, dal diametro di 4 metri, abbracciandola e scardinando fin da subito i canoni di linearità e ortogonalità dello spazio, permettendo comunque la fruizione del pubblico da tutti i lati. Illuminata con dei faretti, l’opera, con la sua rotazione in senso antiorario invita il visitatore a proseguire, indirizzandolo verso l’opera successiva.
3 Le dimensioni ambientali di questa “scultura a terra”, Stanza di soggiorno, hanno meritato una sala apposita, poco più grande del soggiorno evocato dall’opera stessa, in maniera che tutto lo spazio possa essere assorbito e nel contempo invaso dalla grandezza e dalla violenza cromatica di questa moquette. Le rientranze nella sagoma dell’opera sono posizionate proprio di fronte al passaggio d’ingresso, in modo che il visitatore possa avvicinarsi il più possibile e quasi -metaforicamente- addentrarsi nell’opera e venirne inglobato.
4 5 L’Untitled di Torres e il Trademarks di Acconci esprimono, attraverso diversi tipi di tracce, un ben preciso parere su ruolo e importanza attribuiti nel mondo moderno a comunicazione, media e advertising. Sono perciò nel medesimo ambiente, perfettamente asettico, quasi sospeso e galleggiante all’interno della mostra, staccato in un certo senso da tutto il resto. Le pareti perfettamente bianche e lisce, lo strato di vinile ugualmente bianco a coprire il parquet del PAC, la luce ambientale solo un poco più forte che nelle altre sale immerge chi vi entra in un’atmosfera vagamente inquietante e interrogativa. 111
6 sara riva All’uscita dalla sala che ospita le opere di Torres e Acconci, il visitatore viene attirato spontaneamente dalla luce emanata dalla luce fluorescente di Neon templates of the left part of my body taken at ten inches intervals di Bruce Nauman. L’opera è posizionata su una spalla al termine di una sorta di imbuto visivo costituito dall’opera di Torres e da una parete obliqua, che indirizza e convoglia l’attenzione. Il visitatore, prima di accorgersi che alla sua destra il percorso prosegue con una svolta inaspettata, ha lo spazio e il tempo di avvicinarsi e di porsi a confronto diretto con la scultura luminosa, in relazione con essa e con la presenza evocata dell’autore.
7 Il percorso si snoda in un corridoio a gomito, che conduce a una stanza con soffitto ribassato, completamente bianca, tentativo di ricreare una dimensione più “domestica” all’interno del museo. In questa stanza le luci sono indirizzate verso le due pareti accanto all’ingresso, dove è posizionata Polvere, delocazione di Claudio Parmiggiani. L’opera è stata allestita entro un volume più ridotto e intimo, per far sì che la contemplazione delle tracce del trascorrere del tempo potesse svolgersi indisturbata, lontano da fonti di luce naturali, in un’ansa appositamente appartata. 112
8 Si accede alla stanza successiva, attraverso una piccola anticamera completamente nera. La sala è dotata anch’essa di controsoffitto ribassato, anche questa con pareti bianche, anche qui con luce ambientale diffusa. Un addetto, sempre presente, accoglierà i visitatori, chiedendo loro se vogliono che venga misurata la loro altezza. Measuring the universe prende piano piano forma, tramite la registrazioni di vite che di lì sono passate e si sono incrociate, lasciando una traccia della propria presenza, come a dire -ci sono anche io! Le pareti si copriranno di linee, nomi e numeri, non dati astratti e incomprensibili, ma esistenze, persone.
9 Uscendo dalla sala di Measuring the universe, si trova un sottile frame di vinile nero, rettangolare, sovrapposto al parquet. Indica al visitatore la zona in cui è possibile fruire di Atmosferes di Perejaume. Facendo un passo all’interno di questa sagoma, c’è il quadro sospeso appena al di sopra delle nostre teste. Abbastanza in alto da non creare intralcio, abbastanza vicino da poter essere letto e compreso, per far sentire a chi guarda, col naso all’insù, tutto il peso della gravità in cui vive, rendendolo immediatamente consapevole delle forze dello spazio con cui interagisce. 113
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11 Girando lo sguardo per la vasca, il visitatore incontra poi immediatamente l’opera di Penone, Soffio di foglie: posizionata al centro della vetrata, in un ampio spazio tutto a lei dedicato, quest’opera dialoga sia con la rigogliosa natura del parco esterno, sia con Press, sia con l’opera successiva di Cai Guo Qiang, in quanto tutte parlano di tracce lasciate da corpi, con diverse modalità e su diversi supporti.
114
10 Lasciata l’opera di Perejaume, il percorso prosegue nella vasca. Scendendo le scale, si scorge per la prima volta Press di Antony Gormley: come espressamente richiesto dall’artista, l’opera viene esposta contro un muro, stavolta però un muro di vetro: la finestra del PAC, a poca distanza dalla superficie riflettente, tanto vicino perché i fori delle mani che rompono la superficie del blocco vengano riflessi dal vetro e non si possa far altro che sbirciarli di sbieco. Si instaura così nuovamente un legame interno/esterno, artificiale/naturale, architettura/ambiente: per avere una completa fruizione dell’opera è possibile e consigliabile uscire all’esterno e diventare l’oggetto verso cui si tendono i palmi della scultura.
12 L’opera di Cai Guo Qiang, Vague border at the edge of time, è composta da sette pannelli a dimensione umana che riportano la traccia del corpo dell’autore; strana la somiglianza con i Sette Savi di Melotti, che stanno, silenti ed enigmatici, appena fuori dalla vetrata corrispondente. La disposizione dei pannelli di Cai Guo Qiang rispecchia in maniera più o meno fedele quella delle suddette statue esterne, in maniera che il visitatore, camminando in mezzo a questa “piccola folla”, cercando gli “sguardi” di queste ombre, di queste persone si renda conto della simmetria che le lega al gruppo scultoreo preesistente, in maniera da sentirsi coinvolto e in un certo senso parte egli stesso dell’opera.
13 La visita volge al termine. Una volta all’esterno, oltrepassati i Sette Savi di Melotti, si possono rivedere le pitture “esplosive” di Cai Guo Qiang e ammirare da un nuovo punto di vista la scultura di Gormley. Ma, più di tutto, si può fruire della tredicesima opera in esposizione, prima solo visibile dall’interno della vasca. Il video Punkt di Roman Signer, posizionato entro un volume bianco di Ecomat, viene riproposto in loop al visitatore, in un ambiente naturale simile a quello che si riconosce nel video, con un diffusore sonoro che permette al suono dell’esplosione contenuta nel video di propagarsi liberamente nell’ambiente esterno, andando a coinvolgere e provocare reazioni anche in visitatori inconsapevoli. 115
exhibit
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PAC
Con il patrocinio di
Padiglione d’Arte Contemporanea
A lato: proposte per la comunicazone dell’evento: manifesto, volantino e brochure della mostra
PAC
Con il patrocinio di
Padiglione d’Arte Contemporanea
13 luglio / 13 Settembre 2014 13 luglio / 13 Settembre 2014
TRACCE
PAC Padiglione d’Arte Contemporanea - via Palestro 14, Milano 9.30 / 18.30
Progetto a cura di Borisova Ina Paticella Valentina Riva Sara Tangari Chiara
TRACCE
PAC Padiglione d’Arte Contemporanea - via Palestro 14, Milano 9.30 / 18.30 Progetto a cura di Borisova Ina Paticella Valentina Riva Sara Tangari Chiara
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exhibit
FELIX GONZALEZ TORRES
MONA HATOUM
POLVERE
Data: 1991 Dimensioni: 500 x 250 cm Materiale: 24 Cartelloni pubblicitari Posizionamento: Moma, New York
Data: 1998 Dimensioni: 470 x 260 x 4 cm Materiali: Fumo, fuoco, fuliggine su legno Posizionamento: Galleria Claudia Gian Ferrari, Milano
Una fotografia del letto dell’artista, tracce che parlano di amore e di morte. L’accostamento spazio pubblico/privato spinge chi osserva a proiettare le proprie esperienze su quella superficie. Riflettendo sull’essenza attuale della comunicazione e dei media.
Costruire e distruggere, esistere e scomparire. Un equilibrio perfetto tra presenza e assenza. Tracce effimere nella sabbia: realtà immerse nel necessario e naturale ciclo di vita e morte, da cui nessuna esistenza può sottrarsi.
Tracce. Ricordi di presenze che ora sono assenza. Tracce di un passaggio, di una persona, di un corpo, di un’azione, di un evento, di un pensiero, dello scorrere del tempo. Tracce come messaggio, come cambiamento. Tracce di noi che rimangono dopo di noi, a dire che esistiamo o siamo esistiti, agendo e interagendo con altri corpi, col mondo, lasciando un segno del nostro percorso. Lasciando una Traccia.
CLAUDIO PARMIGGIANI
UNTITLED (BED)
PIU’ E MENO
Data: 1994-2004 Dimensioni: D 2m - h 27 cm Materiali: Sabbia, acciaio, alluminio e motore elettrico Posizione: Moma, New York
Evidenziare l’assenza in forma di presenza e viceversa. Lo spazio che mostra l’opera d’arte è lo stesso che ha dato vita ad essa, la temporalità è il risultato di questa assenza. Il tempo è incluso nel lavoro dell’artista.
VITO ACCONCI
GABRIEL OROZCO
BRUCE NAUMAN
ALBERTO GARUTTI
NEON TEMPLATES
OF THE LEFT PART OF MY BODY TAKEN AT TEN INCHES INTERVALS
Una serie di strati di moquette di velluto rosso disegnano una sagoma che corrisponde allo spazio vuoto tra i mobili di una stanza dell’abitazione dell’artista. Spazio “negativo“, traccia del vuoto solitamente non percepito.
Data: 1966 Dimensioni: 25 x 15 x 180 cm Materiali: neon, impianto elettrico, trasformatore, glass rods, connettore a muro Posizionamento: Property of David Whitney
Tracce come misura: l’artista misura se stesso, il suo corpo è lo standard per misurare ciò che lo circonda. Questa traccia temporanea del corpo di Nauman materializza la sua presenza nello spazio. Un ritratto in absentia.
ANTONY GORMLEY
Dimensioni: varie Materiale: pennarello Posizionamento: acquisizione del Moma, New York
Il titolo connette i “marchi” dei denti a quelli commerciali. L’artista fa di se stesso una merce di scambio: il valore di un oggetto si misura dall’importanza del marchio che porta impresso?
Le tracce delle mani dell’artista plasmano un cuore: per un Artista, mani e cuore sono un tutt’uno, l’essenza dell’umanità, dell’umiltà, della vita.
STANZA DI SOGGIORNO
MEASURING THE UNIVERSE Data: 2007
Data: 1970 Dimensioni: varie Materiali: 8 Fotografie, appunti, inchiostro Posizionamento: Walker Art Center
Dimensioni: 23,2 x 31,8 cm Materiale: Creta Posizionamento: Cortesia dell’ artista e della Marian Goodman Gallery, New York
Data: 1993-1995 Dimensioni: 340 x 450 cm Materiale: 10 strati di moquette di velluto rosso Posizionamento: SMAK Museum, Gant
ROMAN ONDAK
TRADEMARKS
MY HANDS ARE MY HEART Data: 1991
Crolla la distinzione tra performer e pubblico. Le tre dimensioni della galleria sono espanse da una registrazione di tempo e di vite. Ondak riempie uno spazio normale con tracce di persone reali.
PEREJAUME
ATMOSFERES Data: 1998 Dimensioni: 40 x 120 cm Materiale: rame Posizionamento: -
Differenti tracce lasciate da una lastra di rame a tre differenti atmosfere: l’atmosfera della Terra, di Mercurio e di Giove. Perejaume in tre semplici gesti riesce a evocare in noi il pensiero della diversità, della gravità e dell’universo infinito.
ROMAN SIGNER
PRESS
PUNKT
Data: 1993 Dimensioni: 134 x 68 x 55 cm Materiale: cemento armato Posizionamento: -
Enigmatica visione di un corpo racchiuso in un blocco di cemento, ridotto nel minimo spazio vitale ad esso consentito, in atto di preghiera, dove le ginocchia, le piante dei piedi e delle mani rompono la superficie del blocco.
Data: 2006 Dimensioni: video Materiale: video (1:40 minuti) Posizionamento: Museo di arte antica e moderna, Hobart
PAC
Padiglione d’Arte Contemporanea
L’esplosione di un petardo crea l’occasione per materializzare un segno, una traccia, facendo disegnare all’artista un punto accidentale sulla tela: la cristallizzazione di quell’istante. Possiamo vedere la traccia reale solamente alla fine della performance.
GIUSEPPE PENONE
SOFFIO DI FOGLIE Data: 1979 Dimensioni: corpo dell’artista Materiale: foglie di bosso Posizionamento: -
Quando l’uomo respira, immette nello spazio un volume d’aria. Un prodotto che è già scultura, un’azione continua legata alla vita. Tracce di corpi come risultato di un’assenza che si percepisce dall’azione di un momento.
CAI GUO QIANG
VAGUE BORDER AT THE EDGE OF TIME/SPACE
Progetto a cura di Borisova Ina Paticella Valentina Riva Sara Tangari Chiara
Data: 1991 Dimensioni: 200 x 595 cm Materiale: Polvere da sparo su carta montata su sette pannelli di legno Posizionamento: Collection of Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi
Silhouettes antropomorfe che evocano un mondo indefinito dove mente e materia sono unite a doppio filo, così come avviene nelle tre sfere di forze cosmiche che regolano il mondo secondo i Cinesi: Cielo, Terra e Essere Umano.
“L'arte è soprattutto un modo per lasciare una traccia della mia esistenza: io ero qui. Ho avuto fame, sono stato tradito, ero felice, ero triste, mi sono innamorato, ho avuto paura, ho avuto tante speranze, ho avuto un'idea, avevo un buon fine, ecco perché faccio arte.”
13 Luglio / 13 Settembre 2014
TRACCE
PAC Padiglione d’Arte Contemporanea - via Palestro 14, Milano 9.30 / 18.30
[Felix Gonzalez Torres]
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Foto del modello A destra: Riproduzione del PAC in 1:50 Sotto: Sala 1, con Orozco e Hatoum
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exhibit
exhibit
Dettagli delle diverse sale, tra cui Ondak, Parmiggiani, Acconci+Torres, Qiang
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interior
DO(G)ME II ANNO DI LAUREA MAGISTRALE Per un’evoluzione genetica del metabolismo urbano /For genetic evolution of urban metabolism Laboratorio di Sintesi Finale A.A. 2013 / 2014 prof. Giampiero Bosoni Lodovico Migliore Mara Servetto
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interior
DO(G)ME Per un’evoluzione genetica del metabolismo urbano /For genetic evolution of urban metabolism Laboratorio di Sintesi Finale A.A. 2013 / 2014
Il tema del Laboratorio era la rifunzionalizzazione di uno degli elementi più tipici dello spazio pubblico urbano, le edicole per la vendita dei giornali, che oggi vediamo per lo più trasformati in confusi punti vendita per un’ampia merceologia. Obiettivo del corso era quindi quello di trasformare le edicole dell’area metropolitana milanese in modelli più articolati e complessi, flessibili e reversibili, dove il concetto dello spazio pubblico può trovare nuove declinazioni più attuali e accoglienti. Un progetto che si propone di restituire a queste piccole e flessibili infrastrutture di servizio al cittadino un valore, trasformandole in dinamiche e rinnovate piccole piattaforme di sevizio in grado di partecipare a quello che dovrebbe essere un vitale e qualificante “abitare” urbano contemporaneo. 122
The theme of the course was the re-use of the most typical elements of urban public space, kiosks for newspapers’s sale, that today are turned into confused outlets for a wide product category. The aim of the course was to change the newsstands of the metropolitan area in more complex, flexible and reversible structures, where the concept of public space can find new and more comfortable variations. A project that aims to give back a value to these small infrastructure for the service of the citizenship, turning them into dynamic and renovated platforms of service, able to participate in what should be a vital and qualifying “life” in the urban contemporary space.
interior QUARTIERE ISTRIA
MILANO
Il quartiere Istria era l’area a noi assegnata come zona di progetto. Istria è un quartiere essenzialmente residenziale, che conta 8515 residenti totali, ripartiti in:
20%
da 0 a 18 anni
54%
da 19 a 59 anni
26%
+60 anni
nelle scuole dalle 8.00 alle 16.00 al lavoro dalle 8.00 alle 18.00 vivono il quartiere per la maggior parte della giornata 123
interior
sara riva
PEOPLE STAYING IN
FOR THE MOST OF
QUARTIERE ISTRIA
L’intervento è stato pianificato sull’edicola di PIAZZALE ISTRIA. La struttura è posizionata in una zona di grande afflusso di persone e con grande visibilità, sia perchè luogo di interscambio tra diversi mezzi di trasporto, sia perchè affacciata sul grande asse viario di Viale Fulvio Testi. Punto focale del quartiere stesso, abbiamo voluto intervenirvi poichè vi abbiamo riscontrato diverse potenzialità rimaste inespresse: mancanza di un luogo di ritrovo soddisfacente, servito e riparato, aree verdi del piazzale parecchio malmesse, mentre la gente che avrebbe potuto usufruire di eventuali nuovi servizi era molta, sia del quartiere che di fuori.
124
ARE
+
interior
THEY NEED
...WHERE
A PLACE..
THEY CAN...
Durante i sopralluoghi abbiamo notato che, in qualunque ora della giornata, buona parte degli abitanti è in giro a passeggio o è impegnata nel portare a passeggio i propri animali, per lo più dirigendosi verso le (poche) aree verdi del quartiere. Partendo dunque dalle esigenze della popolazione stessa del quartiere, l’intento è di sfruttare l’edicola di piazzale Istria per creare una struttura dedicata ai cinofili e alle persone che dedicano parte del loro tempo agli amici a quattro zampe, andando a riqualificare nel contempo le aree verdi circostanti e creando un ambiente più accogliente per tutti.
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interior PIAZZALE ISTRIA 0 5
10
20mt
N
Flussi pedonali Flussi veicolari Chiosco bar Edicola Fermata tram Fermata metro Il progetto voleva configurarsi come offerta di un servizio di pubblica utilità, realizzato in più punti della città di Milano, con un intervento comunale, dato che il problema è stato riscontrato anche su larga scala nell’intero territorio cittadino. 126
Dunque abbiamo ipotizzato che lo sponsor ideale fosse lo CSEN Sezione Cinofilia, un ente nazionale che promuove e affilia Associazioni Sporti ve, Circoli di promozione sociale, ricreativi, culturali e del tempo libero.
0 1
CUPOLA
ATTREZZATURE
3
6 4
5
ST AN RUT DA TUR LIZ E ZA TE
V
riqualificazione area verde tramite inserimento di sedute e attrezzature per cani
2
A NZ CA MAN ARO IP DI R
struttura aperta verso l’esterno ma sufficientemente riparata da traffico e intemperie
7
N ESS
UN SERVIZIO OFFERTO
DOG WALKER / EDUCATORE CINOFILO servizi prenotabili in loco o tramite app
TAKE AWAY COFFEE distribuzione di bevande per chi è con il cane e chi no
EDICOLA vendita di riviste del settore cinofilo 127
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interior
Eccoci alla presentazione del progetto. Esposti sul lato del piazzale vi sono il blocco macchinette e l’ingresso. Quest’ultimo, dato che la struttura deve rimanere aperta e disponibile 24 ore su
128
24, è costituito da un semplice cancellino a due battenti alto 120 cm (incardinato in modo tale da aprirsi solo verso l’interno, sempre per evitare che gli animali possano fuggire senza padrone).
interior
Il “taglio“ di una grosso fetta della cupola sul versante rivolto all’area verde: ha trasformato la struttura da “antro“ a “tettoia“, riparo aperto e luminoso in cui interno ed esterno si compenetrano armonicamente, andando ad offrire tutti i servizi previsti.
Prospetto Ovest del Piazzale
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A sinistra: prospettiva aerea del Piazzale Sotto: prospetto sud del Piazzale
1 2 3 4
_ _ _ _
interior
Lastre di policarbonato Guarnizione in gomma Profilo di alluminio di Ă˜15 cm Profilo di alluminio sezione 4X4 cm
1
2 Sezione della cupola
3
4
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interior
Travetti e lastre Pavimento flottante Cordolo di calcestruzzo
Lastre in policarbonato, spessore 3 mm + travetti terminanti in profili a C, imbullonati al giunto
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interior VENDING MACHINE
SEDUTE GIREVOLI
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interior
VENDING MACHINE
Bacheca per effettuare l’iscrizione o consultare gli appuntamenti con il dog sitter e l’educatore cinofilo.
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Dallo schermo touch-screen, o con l’app per smartphone, si può scegliere e personalizzare la propria bevanda; in entrambi i casi, viene comunicato il tempo d’attesa per il ritiro e il cliente viene inserito in una coda virtuale sul display.
Touch-screen per l’acquisto di riviste specifiche del settore cinofilo.
interior ATTREZZATURE ESTERNE Richiudibili, estraibili, di seguito alcuni esempi
5 2
3 6
4 7 1
Posizionamento all’interno dell’area verde a seconda delle necessità degli addetti
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Di seguito: visualizzazioni e fotomontaggi del progetto Do(G)me
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interior
interior
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Foto del modello di uno spaccato della struttura in scala 1:20
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CONCORSO BATTELLO A VAPORE 2011 Tavole inviate al contest per l’illustrazione de “Il mago di Oz“ /Artboards sent for the contest “The Wonderful Wizard of Oz“ 2011
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CONCORSO BATTELLO A VAPORE 2011 Tavole inviate al contest per l’illustrazione de “Il mago di Oz“ /Artboards sent for the contest “The Wonderful Wizard of Oz“ Estratto del BANDO DI CONCORSO:
From the GUIDELINES:
“Al fine di promuovere una produzione italiana di qualità nell’ambito della letteratura per ragazzi, che stimoli il gusto per la lettura nell’età infantile e trasmetta valori umani sociali e culturali fondamentali per lo sviluppo psicologico del bambino, le Edizioni Piemme bandiscono il Premio IL BATTELLO A VAPORE edizione 2011. Gli Illustratori sono tenuti a presentare 4 disegni: una copertina a colori e tre illustrazioni in bianco e nero. I disegni dovranno essere originali, completamente inediti. Per la natura stessa del concorso, le opere dovranno essere adatte come complemento a un testo di tipo narrativo. In particolare si richiede ai partecipanti di illustrare alcuni momenti dell’opera “Il mago di Oz” di L. Frank Baum. Le immagini non dovranno in alcun modo presentare caratteristiche di oscenità, razzismo e/o violenza”.
“In order to promote an Italian children’s literature production of quality, which aims to increase the taste for reading in childhood and to transmit human, social and cultural values, needful for the psychological development of the child, Edizioni Piemme proclaim the THE STEAM BOAT Award 2011. The illustrators are required to submit 4 designs: a color cover and three illustrations in black and white. Drawings have to be original and unpublished. By the very nature of the contest, entries must be suitable as a complement to a text narrative. In particular, it requires participants to illustrate some moments of the opera “The Wizard of Oz” by L. Frank Baum. Images must not in any way present characteristics of obscene, racism and / or violence. “
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1- Il boscaiolo di latta /Saving the Tin Woodman
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2 - Oltre il dirupo /Go the distance
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3- Al palazzo del Mago /The palace of the Wizard
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4 - Copertina “Il Mago di Oz“ /Cover ”The Wonderful Wizard of Oz“
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NUOVO LOGO TEATRO IDEAL http://www.teatroidealvaredo.it/ 2012
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NUOVO LOGO CINETEATRO IDEAL http://www.teatroidealvaredo.it/ 2012 Alcune proposte preliminari:
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L’idea ricorrente è quella di mostrare le due nature della allora struttura, cinema e teatro.
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PROPOSTA DEFINITIVA:
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si evidenzia fin dal logo la perfetta convivenza tra vocazione cinematografica e teatrale, in maniera semplice, evocativa e armonica, sfruttando l’immediatezza di due icone già ben note ma mai desuete, pellicola e sipario.
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Su richiesta, altre declinazioni per la stampa, a colori e in B/N
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REALIZZAZIONE DI UN TROMPE L’OEIL APPARTAMENTO DI PRIVATI 2013
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REALIZZAZIONE DI UN TROMPE L’OEIL APPARTAMENTO DI PRIVATI 2013
Work in progress: uno spaccato sulla campagna toscana, coronato da fronde di glicine.
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Foto a lavoro finito.
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ICONE PER IL NUOVO SITO “IL PORTALE DEI BAMBINI“ http://www.ilportaledeibambini.it/ Collaborazione con Pecora Nera ADV (http://www.pecoraneraadv.it/) 2013
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ICONE PER IL NUOVO SITO “IL PORTALE DEI BAMBINI“ 2013
Essendo un sito per bambini dai 3 ai 10 anni, le icone dovevano essere, per esplicita richiesta, colorate, vivaci, immediate e il più semplici possibile nel meccanismo di evocazione dei contenuti ad esse correlati.
This was a site for children aged 3 to 10 years, so the icons had to be colorful, funny, immediate and as simple as possible.
Per maggiori informazioni sull’iniziativa o visualizzare tutte le icone si rimanda a
For further information, all the icons can be found in
http://www.ilportaledeibambini.it/
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LOGO PER “MR. CAPSULA“ Collaborazione con Torrefazione MOKEY S.r.l. 2013
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LOGO PER “MR. CAPSULA“ Collaborazione con Torrefazione MOKEY S.r.l. 2013
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Logo scelto dal committente, adattato per stampa su carta, documenti e rivestimento di capsule, sia per il web.
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Sara Riva Via Vincenzo Monti 2 Varedo, 20814 (MB) - ITALY sriva90@gmail.com sarariva90@hotmail.it
Grazie per l’attenzione! /Thank you for your time!
TO BE CONTINUED... 171
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