Piani di Peter Bichsel

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Peter Bichsel

“Piani”

Tratto da “In fondo alla signora Blum piacerebbe conoscere il lattaio edito nel 1988 dall’editore Marcos y Marcos. Titolo originale: Eigentlich möchte Frau Blum den Milchmann kennenlernen, 1964.


ci si può immaginare una

CASA, una casa a quattro piani, con una scala che li collega e li divide, con un tetto di tegole; una casa in una strada, su un terreno costoso, schiacciata in mezzo alle altre, le finestre orientate verso la strada, l’ingresso dal cortile sul retro.

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Al pianterreno non abiterebbe nessuno. Non si è ancora mai visto nessuno al pianterreno. Al pianterreno c’è la stessa porta scura, la laccatura scheggiata, vetri smerigliati, le tendine a righe blu. Al pianterreno forse non abita nessuno.


Primo piano: porta scura, laccatura scheggiata, vetri

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smerigliati. Qui abita qualcuno. Secondo piano: anche qui abita qualcuno. E al terzo piano abita qualcuno.

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Quando qualcuno lascia un appartamento, qualcuno lo riprende. Il primo giorno

odore

odoresi sente si sente dall’odore, la passione per l’aglio o il sentore di olio del meccanico o la segatura del falegname, più tardi magari l’odore dei pannolini del piccolo, ma poi, il terzo giorno, l’odore appartiene alla casa. È di nuovo la casa a quattro piani.

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Al secondo piano abita di nuovo qualcuno. Le targhette sulla porta vengono cambiate. Un operaio dei telefoni apre la cassetta giù nell’atrio, cambia l’allacciamento e bestemmia e lo cambia un’altra volta e se ne va.


Forse però al pianterreno abita qualcuno. In primavera, il 4 aprile per esempio, il sole disegna una figura sulle scale tra il secondo e il terzo piano, è la stessa dell’anno scorso.

La bambina del terzo piano bussa al secondo e chiede cortesemente e con timidezza alla signora se può riavere la palla che dal terzo piano le è caduta sul balcone del secondo piano.

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Il sottotetto è suddiviso da assi, ogni piano ha il suo ripostiglio, ogni ripostiglio è chiuso da una tenda, certamente qui si tengono anche vecchi materassi, album delle fotografie e diari, specchi. C’è qualcuno che ogni due settimane spazza il pavimento del sottotetto.


I venditori porta a porta suonano sempre all’ultimo piano.

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Dopo aver chiesto se sopra abita ancora qualcuno, scendono, suonano al secondo piano, poi al primo, poi al pianterreno. La speranza rende più leggero salire le scale e delusi si può solo scendere. I venditori porta a porta c’entrano con le case. I boscaioli centrano con i boschi. Le donne c’entrano con l’aspettare. Le case sono case.

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Sabrina Piraino


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