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Il Viaggio dall’Ignoranza all’Introspezione Lene Clausen

Effulgenza della Gloria Divina

IL VIAGGIO DALL’IGNORANZA ALL’INTROSPEZIONE

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Lene Clausen

TUTTO A UN TRATTO, EBBI DEL tempo a mia disposizione e decisi di impegnarmi in una costante meditazione. Andai allo scaffale della

libreria, scorsi tutti i miei libri e trovai quello sulla meditazione della luce di Sai Baba che era rimasto lì per dieci anni. Lo lessi e mi piacque molto. Quindi cominciai a praticare di nuovo lo yoga e mi misi a meditare due volte al giorno seguendo la meditazione sulla luce.

La Chiamata di Sai Baba

Un anno e mezzo dopo, nel febbraio del 1999, visitai di nuovo la “Libreria degli Ignoti” alla ricerca di un buon libro da leggere, quando improvvisamente mi affiorò alla mente il pensiero di Sai Baba. All’inizio lessi il libro di Murphet “Sai Baba Avatar”, seguito da “Sai Baba: Fonte di Luce, Amore e Beatitudine” di Jorgen Hovgaard e Kailash Kumar, che mi colpirono profondamente. Nel tempo che seguì, lessi tutti i libri su Sai Baba che potevo prendere in prestito dalla biblioteca e tutti i libri che riuscivo a comprare.

Alcuni mesi dopo ebbi alcune esperienze interiori psichiche di Sai Baba, di un tipo che non avevo mai avuto prima. Al tavolo della colazione, improvvisamente vidi di fronte a me l’immagine di Sai Baba che è sulla copertina del libro sulla meditazione. Era come se mi chiamasse, dicendo: “Vieni!”

Come detto, sono una persona molto franca e con i piedi per terra, che non ha mai avuto doti di chiaroveggenza o chiarudenza, né altri poteri psichici. Per questo motivo l’esperienza mi impressionò profondamente, ma, allo stesso tempo, ebbi un momento difficile credendo che io stessa potessi avere questo tipo di esperienza. È bene ricordare che ciò che avevo vissuto non era un sogno, ma una sorta di visione mentre ero completamente sveglia.

Che fare, come esseri razionalmente pensanti, che per tutto il percorso scolastico

e il sistema educativo sono stati codificati con la convinzione che l’immagine del mondo data dalla scienza sia la verità e nient’altro che la verità, e dove tutto ciò che non sia scientificamente provato non appartenga al vero, ma alla categoria di avvenimenti religiosi soprannaturali, non seri e banali, che possono essere spiegati scientificamente come un’allucinazione della persona che ha prodotto le esperienze nella sua fantasia? Che altro potrebbe essere una spiegazione scientifica? Fortemente influenzata da questa prospettiva materialistica e scientifica, la visione non reale aveva vinto, facendomi concludere che le molte storie emozionanti che avevo letto sui miracoli di Sai Baba avevano semplicemente influenzato la mia immaginazione.

Una settimana dopo, la visione si ripeté e pensai: “No! Ora sto impazzendo!” Passò un’altra settimana e accadde per la terza volta. Dopo questa terza volta l’impressione divenne così profonda che non potei più accantonarla come pura fantasia. Dovetti prenderla sul serio e trovare una spiegazione. Pensai di andare in India per vedere Sai Baba. Era l’aprile del 1999. La mia curiosità ebbe il sopravvento e prenotai il viaggio per dicembre, otto mesi dopo. Il viaggio comprendeva un po’ di tempo in una località balneare e dieci giorni da Sai Baba. Sole, sabbia e mare caldo non sono male da vivere a dicembre per chi viene dalla fredda Danimarca. Quando il viaggio venne prenotato, decisi di non pensare più alle tre visioni che avevo avuto e di considerarle semplicemente avvenimenti inspiegabili.

Un paio di mesi dopo, ebbi un’esperienza che mi impressionò in modo indescrivibilmente profondo. Una mattina, nel mese di giugno, ebbi un’altra visione. Dopo colazione, stavo leggendo il giornale quando vidi Sai Baba come se io fossi seduta proprio di fronte a Lui. Egli era in piedi nel mio salotto, mi guardò e disse: “Vieni! Abbiamo molto da fare!” Poi si girò e, molto rapidamente, se ne andò, lasciandomi con la sensazione che avrei certamente dovuto sbrigarmi e che per me era molto importante non essere in ritardo. Mi alzai in piedi e Gli corsi dietro il più velocemente possibile. Qui la visione cessò.

Questa esperienza fu così eccezionale che ammutolii completamente. Ero emotivamente sbalordita e intellettualmente sconcertata. L’impressione fu così profonda che non pensai a nient’altro per tutto il giorno e anche durante la notte. Questa esperienza non poteva essere spiegata in modo normale e razionale. Si era inoltre profondamente insinuata in me la sensazione che fosse fondamentale reagire rapidamente, ma non avevo una spiegazione del perché avessi fatto quell’esperienza e quale ne fosse il significato. Queste erano due grandi domande senza risposta.

Non vedevo l’ora arrivasse dicembre per vedere Sai Baba. Il giorno seguente chiamai la guida del viaggio e gli chiesi della sua imminente partenza per Puttaparthi. Doveva avvenire un mese dopo, nel luglio del 1999, e io partecipai a questo viaggio.

Arrivare in India significava affrontare un vero e proprio tsunami di sensazioni. In realtà, ero ancora confusa su che cosa pensare e credere su tutto, sulle mie visioni a casa e specialmente su Sai Baba. Quando vivi in occidente, molte cose nei Paesi orientali, buddisti o indù, come l’India, appaiono estranee e molto strane. Ovunque ci sono moltissime persone, colori forti e musica ad alto volume. Per me significava sperimentare una cultura completamente nuova e diversa. Consideravo che l’atmosfera molto speciale dell’Ashram fosse il risultato del Darshan quando appare Sai Baba.

La svolta avvenne una settimana e

mezzo dopo, quando riuscii a consegnare una lettera a Baba. Arrivò e si fermò proprio di fronte a me. Lo guardai dritto negli occhi ed Egli mi guardò, ma i Suoi occhi non erano come al solito; erano come due raggi che sprigionavano una potente luce bianca. La luce era così forte che ebbi una perdita temporale di coscienza. Fu veramente una perdita di coscienza! Non ricordo di averGli consegnato la lettera, non ricordo assolutamente nulla. Dopo cinque o dieci secondi, quando tornai in me, non avevo più la lettera in mano.

I giorni seguenti, ebbi alcuni importanti alti e bassi psicologici. Alcuni giorni ero piena di un’indescrivibile, incontenibile felicità; ridevo ad alta voce, senza una ragione apparente, se non una sensazione di pura gioia. Per le successive 24 ore potevo essere molto depressa, con le lacrime che mi rigavano le guance. Lentamente gli sbalzi d’umore diminuirono. Non avevo mai provato niente del genere. Che cos’era successo? Era come se Sai Baba avesse diviso il mio nucleo interiore in mille pezzi. La mia interiorità era diventata vulnerabile come una ferita aperta. Allo stesso tempo, sperimentai una travolgente felicità.

Trasformata per Sempre

Per una persona razionale come me, era tutto molto strano e impossibile da spiegare. Durante queste esperienze, fu bello stare nel gruppo con altri che avevano anch’essi esperienze strane e inspiegabili. Con loro, riuscivo a trovare un po’ di conforto; non ero ancora andata completamente fuori di testa.

Assieme ad alcuni altri membri del gruppo ebbi un’esperienza divertente. Per la grande celebrazione del Guru Purnima, c’era un concerto nel salone Poornachandra. Eravamo usciti un po’ in ritardo dall’hotel dove eravamo alloggiati e non sapevamo che il direttore del concerto fosse un danese. Il programma consisteva in musica scritta da compositori danesi. Nel preciso istante in cui entrammo nell’Ashram attraverso il cancello davanti alla statua di Ganesh, sentimmo il rumore di un tappo di champagne che salta, ed è così che inizia il pezzo musicale danese “The Champagne Gallop”. Era piuttosto insolito trovarsi in un villaggio nel sud dell’India e poi, all’improvviso, essere raggiunti dal preludio piuttosto singolare del ben noto brano danese “Champagne Gallop”. Avvertimmo che era un segno di benvenuto.

Dopo essere tornata in Danimarca, mi venne l’influenza e la febbre alta. Mi piaceva questa situazione perché, sdraiata a letto e sentendomi così fisicamente male, avevo la sensazione che il mio corpo, la mia mente, i miei sentimenti e i miei pensieri fossero in un posto, e “il mio nucleo interiore” in uno completamente diverso. Mi sentivo a pezzi e, anche se provavo fisicamente tanto disagio, come avviene quando si ha l’influenza, era semplicemente meraviglioso poter stare a letto e pensare a tutte le esperienze che avevo avuto alla vicinanza di Sai Baba. Durante la settimana seguente mi rimisi in piedi, a quel punto convinta che Sai Baba fosse entrato nella mia vita per restarvi.

L’incontro con Sai Baba mi ha trasformata per sempre. Non potrò mai più essere la stessa Lene. Mai prima d’ora avevo avuto, dentro di me, una sensazione di profonda pace, come accade ora dopo la mia visita a Baba. Non mi sento più sola. Questa profonda pace interiore e tranquillità è un grande sostegno, poiché mi aiuta a rimanere in equilibrio indipendentemente da ciò che accade intorno a me. Sai Baba è diventato la mia ancora interiore.

– Estratto da “Journeys to Love” di Kirsten Pruzan Mikkelsen

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