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Vivere con la Divinità è Vera Educazione Rani Java
Rani Java
Sono stata molto fortunata che Swami mi abbia fatto realmente sperimentare i nove percorsi della Bhakti perché sentivo sempre parlare dei Leela del Signore da Madre Easwaramma. Inoltre, Swami mi ha insegnato a cantare i Bhajan a Brindavan, come praticare la meditazione, fare Japa e servirLo costantemente. Questo è il modo in cui crescevo nell’amore di Swami.
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IN PRIMO LUOGO, VORREI PARLARE delle mie esperienze famigliari. Forse molti studenti possono aver conosciuto mio padre Sri L.C. Java che era chiamato lo zio del gelato. Ogni volta che veniva, gli studenti sapevano che sarebbe stato servito il gelato. Mia nonna era Smt. Gargi
Devi che avviò la pasticceria qui a Prasanthi
Nilayam. Mio fratello e io siamo stati molto fortunati ad aver trascorso ogni anno della nostra infanzia con Swami. Avevo appena cominciato a frequentare la scuola e avevo la possibilità di stare di più con Swami.
Ringrazio mia madre per avermi portata a
Parthi quasi ogni mese e, fino a oggi, ho seguito ciò che ella mi ha insegnato. Tutta la mia famiglia è stata davvero molto utile e tutti sono devoti di Swami.
Swami: il Mio Miglior Amico
Sono nata perfettamente sana, ma, all’età di quattro anni, ebbi la paralisi al lato destro del corpo causata dalla poliomielite. Swami era venuto a Mumbai nel 1960 e fu in casa di mio zio che Lo vide per la prima volta. Fin da bambina, fui attratta da Lui: era come un magnete che mi attirava.
I genitori dell’autrice con Bhagavan. Swami riversò il Suo amore su di me e mi parlò. Sedevo in un angolo della sala e non riuscivo a muovermi.
Dopo di ciò, mio padre volle che venissi operata perché ero completamente
paralizzata. Egli era una persona prevalentemente di stile inglese e, per operarmi, fece venire dei medici dalla Svizzera. Sembra che i miei genitori mi abbiano detto che, da bambina, rifiutai di essere operata e chiesi loro di portarmi da Swami. A quei tempi, chiamavo Swami “Baba”. Mio padre era riluttante, ma mia madre disse che dovevamo accettare e mi portò da Swami. Sono molto grata al mio servitore che era un’anima davvero grande. Incontrammo Swami al Chitravathi ed egli mi “lanciò” ai piedi di Swami. Cominciai a piangere. Swami mi sollevò immediatamente dalla sabbia, materializzato dei dolci, me li diede e chiese al mio servitore: “Perché l’hai gettata sui Miei piedi?” La risposta di quell’anima nobile fu: “Swami, è completamente senza forze; è meglio che ella abbandoni la sua vita ai Tuoi Piedi Divini. È disabile. Che cosa farà? È un peso per la società, per la famiglia, per tutti.” Io gli sono grata perché mi portò all’amore e alle cure di Swami. Ero davvero senza forze. Anche per andare in bagno, dovevo far venire il medico. Non potevo fare nulla perché il lato destro del mio corpo era completamente paralizzato. Swami mi disse: “No, no”, e subito mi dette dei buffetti con grande amore. Più tardi, quando mia madre disse a Swami che avevamo bisogno delle Sue benedizioni per l’operazione, Egli disse: “No. Lei non può essere operata. Oggi le amputano una gamba, domani la mano destra, poi quella sinistra e la gamba sinistra, poi resterà solo con un arto. Non preoccuparti; niente operazioni.” Così, chiese a mia madre di telefonare a mio padre (in quei giorni il telefono era solo nell’ufficio postale) e dire che non sarei tornata a Bombay (Mumbai) per l’operazione. Mio padre si infuriò perché il medico era già arrivato in India. Finché il chirurgo non lasciò il suolo indiano, io restai a Puttaparthi con Swami. Una volta che il medico se ne fu andato, Swami ci dette il permesso di tornare a Mumbai. Quando arrivammo, mio padre era molto arrabbiato, ma mia madre aveva una grande fiducia in Swami. Le sono grata, perché se non fosse stato per la sua decisione, non so che cosa sarei stata oggi. Immediatamente, mia madre disse: “È tutto a posto; ora che se n’è andato, perché sei così giù? Abbiamo consultato tantissimi medici; vedremo che cosa accadrà.” Da bambina, ho sempre avuto un grande desiderio di Swami. Quindi, mia madre mi portò di nuovo da Lui. In questo modo, andavo da Swami quasi ogni mese. Se ricordate, sul lato destro del Mandir, al primo piano, c’è la sala da pranzo di Swami. A quei tempi, eravamo autorizzati a salirvi con del cibo. Avendo questo problema, sono sempre stata l’ultima a salire. Appena arrivati da Swami, Egli rimandava tutti i bambini al piano sottostante, mentre a me diceva di aspettare. Mi dava da mangiare e, ogni giorno, applicava Vibhuti sulla mia gamba. Un giorno, disse: “Comincia a camminare a Parthi, non preoccuparti. Cadrai e ogni caduta ti farà sanguinare. Puttaparthi si bagnerà del tuo sangue. Avrai sangue fresco e starai bene.” Avevo piena fiducia in Swami e iniziai a camminare, cadere, camminare, cadere. Con il passare del tempo e con l’immenso amore di Swami, cominciai a camminare. Stavo studiando in un convento a Mumbai. La preside e gli insegnanti, sebbene fossero suore, rispettavano Swami perché vedevano un grande cambiamento in me.
In quei giorni, il Mandir di Puttaparthi era in fase di ristrutturazione, quindi Swami risiedeva a Brindavan. Ci chiamava laggiù, e un giorno disse: “Java, quando c’è un lungo fine settimana, manda lei e suo fratello a Brindavan.” Così, io e mio fratello andavamo a Brindavan il venerdì, il sabato, la domenica e il lunedì, qualunque fosse la festività. Ricordo a malapena di aver trascorso
parte della mia infanzia con i miei genitori. Ricordo di averne trascorsa gran parte con Swami, con Sua madre Easwaramma, con Sua sorella e la Sua famiglia. Qualunque cosa volessi o qualunque cosa accadesse, facevo riferimento a Swami e non a mio padre. Egli era per me come un padre e un amico. Una volta disse: “Pakoda, tu non hai amici. Sarò Io il tuo migliore amico.” Risposi: “Sì, Swami.” Egli disse che qualunque cosa volessi, qualunque cosa pensassi dovevo dirglieLo. Quindi, fu una relazione molto divertente, perché potevo dirGli tutto quello che succedeva a scuola, quello che accadeva in famiglia perché Egli era il mio amico. Non mi sono mai resa conto né ho mai pensato che fosse Dio. Per me, Swami era il mio amico e fu così in quel periodo.
Sul Sentiero della Devozione: dal 1960 al 1971
Ho diviso la mia vita in quattro fasi. La prima è stata quella della Bhakti Marga (la via della devozione) dal 1960 al 1971. In quel periodo, potei passare il mio tempo con Swami. Sono stata molto fortunata che Swami mi abbia fatto realmente sperimentare i nove percorsi della Bhakti perché sentivo sempre parlare dei Leela del Signore da Madre Easwaramma. Inoltre, Swami mi ha insegnato a cantare i Bhajan a Brindavan, come praticare la meditazione, fare Japa e servirLo costantemente. Questo è il modo in cui crescevo nell’amore di Swami. Mi insegnò personalmente il Kirtanam (il canto delle glorie del Signore), dato che ogni sera a Brindavan mi insegnava i Bhajan. Mi insegnò anche il Vishnusmaranam (il ricordo costante del Signore) mentre mi avviava al Japa e alla meditazione. Mi concesse anche il Padasevanam (servizio ai Piedi Divini), un compito che Swami permise a me, a mio fratello e a mia sorella, partecipando alle “interview” durante le quali Gli massaggiammo i piedi per molti anni. E poi Archanam (l’adorazione costante del Signore), Vandanam (l’offerta dei nostri umili saluti al Signore), Dasyam (il servizio costante resoGli), Sakhyam (l’amicizia col Signore) e Atmanivedanam (la completa resa a Lui). Questo periodo dell’infanzia fu trascorsa nella Bhakti Marga (la via della devozione). Ho anche avuto il compito molto simpatico a Brindavan di scacciare le scimmie quando Swami andava a dormire. Stavo seduta al piano di sopra sulle scale e le allontavo in modo che Swami non fosse disturbato. Fu quindi un’infanzia giocosa, non sapendo che Egli è Dio. Io non l’ho mai capito. Mio padre mi sgridava. Era solito dirmi di rispettarLo, che Egli era Dio. Io dicevo: “No, è mio amico!” A quell’età, non ho mai saputo che cosa fosse Dio. Perciò, Swami diceva: “No, Java, lasciala stare. È ingenua. Lascia che sia com’è. Mi piace così.” Il tempo passava in questo modo gioioso. Easwaramma mi era molto affezionata. Ero solita stare con lei ed ella si prendeva molto cura di me come fossi sua figlia. Non ho mai avuto problemi con Swami, visto che ho avuto Easwaramma dalla mia parte. Sotto questo aspetto, sono stata molto fortunata e Easwaramma ha sempre preso le mie parti. Soleva dire a Swami: “Non sgridarla.” Quindi, questa era la relazione che ho condiviso con Swami a quell’età. È stato il periodo giocoso che ho avuto con Lui.
Sul Sentiero della Spiritualità: dal 1972 al 1980
Nel 1972, quando fui cresciuta, Swami mi chiese di frequentare il Corso Estivo di Cultura e Spiritualità Indiane. Quella fu la prima volta che venni a conoscenza e presi coscienza della spiritualità, dei libri spirituali e di tutto il resto. Così, cominciai a leggere. La sete di questa conoscenza crebbe in me. Iniziai a leggere libri spirituali, le Scritture, le Upanishad, la Bhagavadgita, il Bhagavata,
il Ramayana. Per me, il Corso Estivo fu una sorprendente rivelazione. Ero molto felice. Il Bhaja Govindam è stato per me un grande esempio da seguire, e sono contenta che la mia vita di oggi si basi su questo. Nel Corso Estivo, risultai al primo posto. Swami mi si avvicinò e disse: “Pakoda, tu sei Mia. Posso dare il premio a qualcun altro? Ti darò un premio personale.” Risposi: “Certo, Swami, non mi dispiace. Io sono Tua. Quindi, non voglio un premio.” La ragazza che ottenne il premio fu una studentessa di Mumbai che conoscevo molto bene.
Dopodiché, il mese successivo ricorse l’anniversario della nostra fabbrica. Swami venne in fabbrica, e poi si recò a casa nostra per il pranzo e riposarsi. Quando venne a pranzo, disse: “Java, scatta una fotografia. La firmerò per tua figlia.” Quindi, prese la foto. Baba mi ha sempre chiamata Pakoda (fritellina), mai per nome. Quindi, chiese a Java: “Come si chiama?” Mio padre rispose: “Rani Lachman Java.” Swami disse: “No, non Lachman Java; solo Rani Java (regina Java).” Poi si voltò e scrisse “signorina Rani Java”. La cosa buffa di tutta la faccenda fu che quello scritto si dimostrò il suggello che non mi sarei mai sposata perché aveva scritto ‘signorina’ Rani Java. Swami pianifica tutto, ma ci vuole molto per capire qual è il Suo piano. Lo venni a sapere molto più tardi e poi compresi. Sono ancora la signorina Rani Java e sono molto felice di esserlo. La vita è mutata. Ho cambiato tutti i miei documenti in Rani Java tranne il passaporto e la scheda pan (scheda simile al bancomat - ndt). La mia vita è cambiata completamente perché Rani Lachman Java era un mondo di denaro e Rani Java è un mondo di spiritualità. Sono molto felice di aver preso questa decisione in quel momento.
Quando Swami Materializzò il Jyoti Lingam
Il periodo che va dagli anni ’70 agli anni ’80 venne trascorso solo ad acquisire conoscenze. Ho appreso la quantità di conoscenza che potevo acquisire. Mi ci è voluto tempo per ottenere tutta la conoscenza spirituale. E da quel periodo sono cambiata, quando cominciai a comprendere la Divinità e dissi: “Swami, mi dispiace tanto. Ti ho sempre trattato come un amico e mai come Dio. Ora ho capito che Tu sei Dio.”
Accadde che, nel 1972, quando Swami materializzò il Jyoti Lingam, io ero presente. Sebbene mio padre non mi avesse dato il permesso, riuscii comunque a raggiungere Puttaparthi. Ricordo ancora che ero seduta lì, in quell’angolo, e Swami scese dal lato delle donne e disse: “Pakoda, guarda il Lingam. Riesci a vedere Jyoti (la luce) in esso?” Risposi: “Sì, Swami, posso vederla.” Egli continuò: “Vedi il colore?” Risposi: “Sì, Swami.” Mi benedisse e arrivò fino alla porta anteriore dell’Auditorium Poornachandra. Poi mi chiese di occuparmi del Lingam durante la notte e badare che nessuno si avvicinasse a esso sul palco. Rimasi pertanto lì da sola tutta la notte occupandomi del Jyoti Lingam. Il mattino, Swami scese di nuovo e disse: “Pakoda, dai un’occhiata al Lingam; guarda che il colore sta cambiando.” Così, lo guardai e risposi: “Sì, Swami, sta cambiando.” Egli continuò: “Ora è di un colore, ora di un altro?” Io dissi: “Sì, sta cambiando.” Sono stata molto fortunata a vedere il Lingam così da vicino. Poi Swami lo portò in giro e lo mostrò alla gente.
(Continua nella prossima pubblicazione.)