3 minute read
Bhagavan Scrive per il Sanathana Sarathi (Leela Kaivalya Vahini
BHAGAVAN SCRIVE PER IL SANATHANA SARATHI
Quando Bhagavan Sri Sathya Sai Baba fondò la rivista Sanathana Sarathi, nel febbraio del 1958, iniziò anche a scrivere un articolo per esso ogni mese fin dal suo primo numero e continuò a scrivere senza interruzione fino all’ottobre del 1984. Tutti questi articoli furono scritti in sequenza perfetta, poiché erano stati pensati per essere redatti sotto forma di libri che furono poi chiamati serie Vahini. Per far conoscere ai nostri lettori come Bhagavan abbia scritto questi articoli, Ne riproduciamo i manoscritti, assieme alla loro traduzione, che costituivano il sedicesimo e ultimo libro della serie Vahini, intitolato “Leela Kaivalya Vahini” (Il Fiume del Divino Gioco Cosmico). L’articolo riportato in questa pubblicazione espone la profonda conoscenza vedica, come quello pubblicato nel numero precedente, sotto forma di domande-risposte. Il materiale contenuto in questi due articoli formava un unico articolo che fu pubblicato sul Sanathana Sarathi di aprile 1984.
Advertisement
Le successive pubblicazioni della rivista conterranno altri articoli del “Leela Kaivalya Vahini” sempre sotto forma di domande-risposte. Poiché Bhagavan Sri Sathya Sai Baba Stesso è il Veda Purusha e i Veda sono emersi da Lui, non può esserci autorità più grande per proporre i valori eterni e gli inestimabili insegnamenti dei Veda. I ricercatori che vogliono cogliere l’autorevole e autentico significato delle verità spirituali contenute in queste Scritture antichissime dovrebbero leggere e rileggere questi articoli.
Sai Parla al Sadhaka
Sadhaka: chi era la persona che li ha raggruppati in queste raccolte? Sai: era Vyasa, una manifestazione parziale di Narayana Stesso (Dio, Vishnu). Era il figlio del Saggio Parashara. Aveva padronanza delle Scritture e dei trattati spirituali. Era un grande saggio anche lui e un abile coordinatore. Al fine di promuovere il benessere dell’umanità, compilò i Veda in quattro parti e facilitò la vita retta a tutti. Divise i Veda in quattro e preparò cinque Samhita. Sadhaka: i quattro Veda sono i quattro Samhita come hai spiegato ora. A che scopo serve il quinto? Come è nato questo supplemento? Sai: lo Yajus-Samhita (Yajur Veda) è diviso in due, il Krishna-Yajur Veda-Samhita e lo Shukla-Yajur Veda-Samhita. Quindi, il totale è diventato cinque. Il processo non si fermò qui. Ognuno di questi Samhita sviluppò tre componenti separate e complementari. Questi testi scritturali nacquero per illuminare le persone nei diversi stati di consapevolezza e diversi livelli di coscienza. Lo scopo era quello di consentire a tutti di beneficiare di una guida e attraversare il mare della sofferenza. Pertanto, non c’è traccia di conflitto in nessuno di questi testi. Sadhaka: come si chiamano quelle tre elaborazioni, quei tre testi sussidiari? Sai: Brahmana, Aranyaka e Upanishad. Sadhaka: che cosa sono i Brahmana?
Sai: sono testi esplicativi che trattano di mantra o formule rituali. Descrivono chiaramente i riti sacrificali e le cerimonie che devono essere osservati mentre vengono eseguiti. Ci sono molti testi come l’Aitareya Brahmana, il Taittiriya Brahmana, il Satapatha Brahmana e il Gopatha Brahmana. Sadhaka: e che cosa sono gli Aranyaka? Sai: sono in versi e in prosa. Sono principalmente destinati alla guida di coloro che, dopo aver attraversato gli stadi di Brahmacharya (studi spirituali) e Grihastha (vita familiare), intraprendono il Vanaprastha (vita solitaria nelle foreste). Aranya significa ‘foresta’. Vale a dire che questi sono testi da perseguire e su cui meditare in silenzio, in eremi solitari. Essi si occupano dei doveri e delle responsabilità dello stadio finale della vita attiva (Karma Kanda), che è lo stadio preliminare per giungere allo stadio totalmente spirituale (Brahma Kanda).