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Approfondire la nostra Fede nel Sankalpa di Swami Dottor Ramesh M. Wadhwani
Dottor Ramesh M. Wadhwani
NOI DEVOTI SIAMO DAVVERO molto fortunati per l’opportunità di respirare la stessa aria del nostro Maestro Divino, Poornavatar,
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Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Di una popolazione di oltre 6 miliardi di persone, solo una piccola minoranza ha avuto il privilegio di conoscerLo, ascoltarLo e vederLo. Con amore e umiltà, condivido alcune esperienze della mia famiglia con
Swami, durante le quali Egli ci ha insegnato amorevolmente lo scopo della vita.
La Volontà di Swami è Immutabile
Nel giugno del 1991, avevo forti dolori al petto che, in seguito, furono diagnosticati come gravi malattie coronariche, tali da richiedere un intervento chirurgico.
Nonostante gli avvertimenti del cardiologo, dottor Siva, che aveva esaminato tutti gli esami clinici e li aveva ulteriormente fatti verificare da un altro cardiochirurgo, mia moglie Sunita si rifiutò di dare il suo consenso per un intervento chirurgico senza prima chiedere il permesso e le benedizioni di Bhagavan Baba. Il dottor
Siva disse chiaramente a mia moglie:
“Ramesh è una bomba a orologeria che cammina.” I medici insistevano sul fatto che non avrebbe dovuto ritardare la sua decisione. Tuttavia, poiché la sua fiducia in Swami era estremamente salda, ella decise di restare sulla sua decisione fino al nostro successivo viaggio ai Divini Piedi di Loto, in programma nel novembre 1991, in occasione delle celebrazioni del 66°
Compleanno di Baba.
Dopo aver sentito da mia moglie un fermo no all’operazione, il dottor Siva prescrisse diversi farmaci per via orale, tra cui un cerotto analgesico giornaliero sul braccio sinistro per controllare il dolore dovuto all’angina. Anche il mio stile di vita cambiò notevolmente. L’alimentazione subì delle limitazioni e avevo sempre bisogno di qualcuno al mio fianco. Nonostante i dolori al petto persistessero quotidianamente, Sunita e io continuammo le nostre preghiere quotidiane a Swami e ci affidammo completamente a Lui. La nostra concentrazione era sempre rivolta a Lui, ricordando a noi stessi: “Egli sa che cosa è meglio per noi.”
Dato che soffrivo di frequenti dolori per l’angina da cinque mesi, mi concentrai intensamente sulla mia imminente visita al mio amato Bhagavan per il suo 66°
Compleanno. Quel giorno finalmente arrivò. Quando, il 14 novembre, giungemmo a Puttaparthi, l’Ashram fremeva d’eccitazione. Non solo i preparativi per il Compleanno erano in pieno svolgimento, ma erano in corso anche i lavori di costruzione del primo Sri Sathya Sai Super Speciality Hospital.
Al mio arrivo, andai al cantiere dell’ospedale alla ricerca di opportunità di servizio. Con migliaia di lavoratori L&T (Larsen e Toubro) e volontari, la costruzione appariva estremamente frenetica. Completare la costruzione dell’ospedale e renderlo operativo in una settimana potrebbe sembrare un compito impossibile per uno spettatore comune. Tuttavia, un devoto sa che il Divino Sankalpa (Volontà) di Bhagavan prevale sempre. Baba faceva visita al sito quotidianamente e, poiché aveva gettato il Suo Divino Drishti (sguardo) sul progetto, si ottennero progressi insolitamente rapidi.
Il 18 novembre arrivò un container, per il nuovo ospedale, caricato di oltre 100 computer, server, stampanti, collegamenti, router e una serie di accessori. Intendendo “informatizzare” l’intero ospedale fin dall’inizio, la Sai Systems International Inc. offrì l’attrezzatura necessaria ai Piedi di Loto di Baba. Grazie alla mia esperienza informatica, ebbi la fortuna di ricevere il compito di servizio di installare, avviare e controllare tutti i sistemi informatici per l’ospedale. Sfortunatamente, a causa della frenesia in corso nel cantiere, era impossibile scaricare l’apparecchiatura, e tanto meno installare i tantissimi computer in soli pochi giorni. Poiché, per essere realizzati, i progetti di questa portata richiedono in genere mesi, cominciai a preoccuparmi su come farlo in tempo.
La mattina seguente (19 novembre), mi sedetti in prima fila per il Darshan e così ebbi l’opportunità di informare Bhagavan Baba dell’arrivo della spedizione. Gli chiesi anche di indicare dove doveva aver luogo lo scarico. Swami mi disse di scaricare tutta l’attrezzatura al Centro Computer del college. Dopo il Darshan, mi avvicinai all’allora Vicerettore, professor Sampath, che mi concesse il permesso di portare a termine il mio compito. La spedizione venne infine scaricata e fu pronta per la corretta inizializzazione e verifica.
Al Darshan del mattino seguente (20 novembre), a due giorni dall’inaugurazione programmata dell’ospedale, informai Swami che lo scarico era stato ultimato. Egli, perciò, mi incaricò di proseguire con l’installazione e le verifiche, e mi disse anche che sarebbe venuto per l’ispezione il giorno seguente. Ero veramente eccitato e informai gli alti funzionari del campus dell’università e del college del compito assegnatomi e della visita del nostro Divino Signore al Centro Computer. La maggior parte degli anziani, tranne il professor Sampath, dubitava che Swami sarebbe venuto in visita perché era estremamente impegnato con l’ospedale. Pensavano che la tecnologia informatica non sarebbe stata la Sua priorità.
Ma il professor Sampath suggerì che dovevamo stare sulla strada principale fuori del cancello e pregare quando Swami avrebbe superato il college. Con le mani giunte in silenziosa preghiera, supplicammo fervidamente Baba di visitare il Centro Computer. La Sua auto passò rapidamente. Io pensai: “Sembra che non debba avvenire, ma va bene lo stesso, perché Egli sa tutto.” Proprio mentre quel pensiero mi passava per la mente, la Sua macchina rallentò ed entrò nel campus del college attraverso il cancello successivo. Ci affrettammo, così, a tornare indietro per dare il benvenuto a Swami al Centro Computer.
Mentre vi entrava, aveva un sorriso raggiante sul volto. Lo salutammo con la fiamma dell’Arati ed Egli lanciò Akshata
(riso di buon auspicio) su tutti noi. Il professor Sampath era incaricato di portarLo in giro per le postazioni di lavoro. Spiegò l’importanza dei computer e la loro capacità di raccogliere informazioni, eseguire analisi e condurre ricerche. A queste spiegazioni, Bhagavan rispose pazientemente: “Sì, lo so, lo so...” Il Signore onnisciente era così attento, così amorevole e così compassionevole!
Alla fine della Sua visita, Swami benedisse tutti e trasmise la Sua felicità. Ci concesse il Padanamaskar e distribuì personalmente il Prasadam a ciascuno prima di andarsene. Molti, al college e all’università, persero l’evento perché nessuno si aspettava che il Signore venisse. Ancora una volta, Baba dimostrò il principio di “Amate la Mia Incertezza”.
Io credo che Baba ci offra molti momenti d’insegnamento, quando il nostro lavoro è dedicato a Lui. Attraverso le Sue stesse azioni, quel giorno impartì seraficamente una lezione molto importante. Onorò la Sua Parola venendo al Centro Computer nonostante avesse un programma estremamente frenetico. Nel fare ciò, ricordò ai Suoi devoti l’importanza di onorare la parola data. La Sua azione dimostrò che la parola data è un impegno vincolante, indipendentemente da quanto siamo impegnati. L’importanza della configurazione del sistema informatico per l’ospedale impallidiva in confronto alla lotta col tempo che la costruzione dell’ospedale stava affrontando per rispettare la scadenza. Per il Signore, tutti sono ugualmente importanti. Ciò che conta per Lui è la sincerità e la purezza di cuore.
È Mio Dovere Prendermi Cura di lui
Vorrei tornare ai forti dolori al petto che avevo provato in tutti i mesi precedenti. Curiosamente, nel bel mezzo di tutta la frenetica attività di servizio all’ospedale, e nonostante le crescenti esigenze fisiche e lo stress, dal mio arrivo alla Divina Dimora non avevo provato dolori al petto. Nella confusione, dimenticai persino di prendere alcuni farmaci. Sono convinto che il Suo amore debba aver agito come un’anestesia 24 ore su 24, 7 giorni su 7, perché non avevo avvertito alcun sintomo significativo di angina, né ne ero stato neppure consapevole durante quegli ultimi sette giorni. Proprio come Bhagavan dice: “Tu fai il Mio lavoro e Io farò il tuo!”
Il giorno successivo, 22 novembre 1991, il Super Speciality Hospital aprì puntualmente, come Swami aveva promesso l’anno precedente. Era una bellissima struttura all’avanguardia, operativa! Festeggiammo il 66° Compleanno di Swami con una gioia esaltante e tanto amore.
Tre giorni dopo, il 25 novembre, durante il Darshan pomeridiano, Baba ci chiamò per un colloquio. Si unirono a noi anche il fratello Jim Sinclair dagli Stati Uniti, il fratello Hira e il suo piccolo gruppo proveniente dal Giappone. Dopo una breve conversazione con alcune persone, Baba mi guardò e chiese: “Che cosa vuoi?” Risposi: “Niente Baba, voglio solo Te.” Si alzò immediatamente dalla Sua sedia e, con un leggero movimento circolare della Sua Mano Divina, materializzò un pesante braccialetto d’oro puro. Indicò immediatamente la grande OM sul braccialetto, che tutti noi potemmo vedere. Indicando il simbolo della Om, disse: “Questo è quello che sono; prendilo, Io vengo con te”, e me lo mise in mano. Ero assolutamente stordito e incredulo. Con profonda gratitudine, mi chinai immediatamente a baciare i Suoi Piedi di Loto. Il Divino Signore invitò quindi Sunita, Jatin (che ci aveva accompagnato) e me nella sala dei colloqui privati.
Quando il Signore si sedette sulla Sua sedia, toccammo i Suoi Divini Piedi di Loto e ci sedemmo intorno a Lui. Mi prese il braccialetto e cercò di legarmelo al polso.
Per alcuni minuti, continuò ad armeggiare con il braccialetto poiché non riusciva a districarne gli intrecci, mormorando allo stesso tempo: “Non ho mai avuto una tale difficoltà prima; perché è così difficile?” Mentre cercava di assolvere il Suo compito, il mio braccio destro era appoggiato al Suo grembo. Questa piccola “messinscena” proseguì per un po’, ed Egli continuò a premere varie parti del mio braccio come per eliminare uno squilibrio nel mio corpo… probabilmente correlato al mio problema cardiaco.
Dopo che mi ebbe allacciato il braccialetto al polso, Lo ringraziai a profusione e baciai di nuovo i Suoi Divini Piedi di Loto. Baba poi guardò Sunita e le chiese come andava. Lei Gli disse immediatamente: “Swami, la salute di Ramesh non è buona…” Baba mi guardò immediatamente e mi dette tre delicati colpetti sul petto. Quindi disse a mia moglie in modo molto rassicurante: “Nessun problema al cuore.” Inoltre, sottolineò: “Non ti preoccupare della sua salute. La sua salute è un problema Mio; è Mio dovere prendermi cura di lui. Io sono in lui, intorno a lui, sopra di lui; non gli arriverà alcun male...” Nonostante questa autorevole rassicurazione, Sunita chiese inoltre: “E i medici, i farmaci e le operazioni?...” , al che Baba rispose: “Niente medicine, niente medici, nessuna operazione!” Alla fine, indicando il braccialetto, disse: “Questo è il mio Raksha (amuleto, divina protezione), e non gli arriverà alcun male.” C’era una tale divina e autorevole rassicurazione che risuonava attraverso il Suo Divino Sankalpa!!! I nostri occhi cominciarono a riempirsi di lacrime e non riuscivamo a trovare le parole per ringraziare la nostra Divina Madre che è sempre così amorevole, premurosa e munifica. Facemmo il Padanamaskar finale e uscimmo dalla sala dei colloqui. Tutto quello che posso dire è che il Suo amore e le Sue attenzioni superano di gran lunga quelli di un milione di madri messe assieme. Egli è onnisciente e onnipresente.
Ovviamente, con grande sorpresa del mio medico, da quel momento sono stato bene. Vado a fare i miei controlli sanitari periodici e, negli ultimi 27 anni e oltre, ho goduto di un buono stato di salute. Baba è fedele alle Sue divine parole di protezione (“È mio dovere prenderMi cura di lui…”). Durante le successive visite ai Suoi Piedi di Loto, Baba mi dava spesso dei colpetti sul petto. Altre volte, mi massaggiava la Vibhuti sul petto. Lo faceva senza dire una parola, offrendo sempre protezione nel Suo modo pieno d’amore e facendo la Sua parte riguardo a quanto promesso!
Nel corso degli anni, ha insegnato alla mia famiglia alcune lezioni di fondamentale importanza: dobbiamo essere seriamente consapevoli del compito assegnatoci nella vita e compierlo come Egli compie il Suo, senza sollecitazioni o incitamenti. Una volta che Gli chiediamo benedizioni e/o consigli, la parola che Egli pronuncia in risposta dovrebbe imprimersi nel nostro cuore e dobbiamo seguire le Sue istruzioni. Dobbiamo avere piena fiducia nel Suo Sankalpa, perché qualunque cosa Egli dica, a suo tempo accadrà, senza che ce ne preoccupiamo o che Glielo ricordiamo.
Uno Sguardo all’Onnipotenza di Swami
Ora permettete che vi racconti un’altra storia legata alla salute nella mia famiglia. Prima del 1993, mia madre, che aveva più di 80 anni, aveva subìto diversi piccoli infarti al cuore, superandoli ogni volta per grazia di Baba. Tuttavia, l’attacco di cuore nel maggio del 1993 fu il più devastante. La mandò in coma e, per sopravvivere, fu collegata a un respiratore. Su richiesta del medico, tutti e cinque i suoi figli, allora viventi, sparsi in varie parti del mondo, furono convocati al suo capezzale per prendere una decisione importante. Dovevamo decidere per quanto tempo tenerla collegata al respiratore. Perciò
dovemmo assumerci la responsabilità di decidere di tenerla in vita o di farla morire, e si trattava di nostra madre! I medici avevano rinunciato a tutte le speranze, poiché nessun rimedio, compresi i farmaci che le venivano portati quotidianamente, migliorava le sue condizioni. I miei fratelli e io non eravamo pronti a perdere nostra madre. Decidemmo collettivamente che sarei andato a implorare le benedizioni e a cercare un consiglio da Baba.
Arrivai a Brindavan, Whitefield, un giovedì, giusto in tempo per il Darshan del pomeriggio. Ebbi la fortuna di partecipare alla sessione al Trayee (la Sua dimora), in cui Swami teneva Discorsi improvvisati ai Suoi studenti e allo staff. Durante quella sessione, mi parlò e mi disse di andare a Puttaparthi il giorno seguente, per parlare agli studenti dell’ostello degli usi appropriati e inappropriati dei computer. Appresi dal corpo docente che Baba non era contento della gestione quotidiana degli studenti e della troppa dipendenza dai computer. Con la Sua grazia e le Sue benedizioni, portai a termine il compito e tornai il venerdì per il Darshan del pomeriggio e la sessione al Trayee. Tuttavia, quel venerdì passò senza alcuna possibilità di riferire a Baba il messaggio della mia famiglia relativo alla sfortunata condizione di mia madre. Ero molto preoccupato perché la mattina dopo sarebbe stato il mio ultimo Darshan prima di tornare a Puna, la mia città natale.
Nel contempo, c’era un’altra questione urgente. Mia moglie era impegnata nella “Missione Baba” per portare un gruppo di 12 ragazze dall’America a Brindavan per frequentare il Corso Estivo. Al mio ritorno a Puna, dovevo continuare direttamente verso Mumbai per riceverla. Mia moglie era combattuta da un difficile dilemma tra il dovere familiare e l’impegno del compito Sai di condurre 12 ragazze da Baba. Sarebbe dovuta andare direttamente da Lui senza prima recarsi a trovare sua suocera all’ospedale di Puna? Era in dubbio per la terribile condizione della mamma da una parte e, dall’altra, per il suo compito verso un gruppo di 12 giovani ragazze adulte che erano sotto la sua responsabilità. A quel punto, in cuor suo sapeva che il suo Swadharma (dovere personale) nei confronti di Baba era più importante della pressione familiare che stava vivendo. Pregò intensamente Madre Sai perché si prendesse cura di mia madre mentre svolgeva servizio con le studentesse. Pregò che a mia madre non accadesse nulla di negativo mentre avrebbe svolto per due settimane il servizio, altrimenti la Sua Divina Reputazione avrebbe potuto essere “in pericolo” agli occhi della sua famiglia.
Data l’urgenza della situazione, pregai seriamente e poi condivisi la natura del mio problema con il responsabile del servizio di quel sabato mattina. Richiesi umilmente un posto speciale a sedere sul percorso del Darshan di Baba, in modo da poterGli consegnare la lettera relativa al coma di mia madre. Fui così in grado di stare al cancello del Trayee Brindavan. Mentre Baba passava, mi prese la lettera dalla mano con uno sguardo lungo, amorevole e rassicurante, e poi continuò a camminare verso i devoti seduti per il Darshan sotto l’albero. Finalmente, il problema era stato ‘consegnato’ a Bhagavan Baba. Tuttavia, iniziai subito a preoccuparmi su che cosa dire alla mia famiglia. Mentre Baba si stava avvicinando di nuovo alla via di ritorno dal Darshan, la mia mente da “diavolo” cominciò a tormentarmi in hindi: “Swami Dhekhega yaa Nahi Dhekhega, Bolega, yaa Nahi Bolega…” (Swami mi riceverà o no? Swami mi parlerà o no?) Egli tornò indietro, mi superò e si diresse verso la sala delle udienze. Il mio cuore sprofondò poiché pensai che Swami se ne era andato e io avrei dovuto prendere un volo dopo tre ore senza una specifica indicazione da Lui... Che cosa avrei potuto dire ai miei