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Le Mie Esperienze alla Divina Vicinanza di Bhagavan Srivilas Suri
LE MIE ESPERIENZE ALLA DIVINA VICINANZA DI BHAGAVAN *
Srivilas Suri
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IL PRIMO IMPIANTO GOBAR GAS era stato creato da un devoto del Gujarat e ci fu chiesto di scavare una buca profonda. A quel tempo, non c’erano JCB (escavatori). Swami arrivava ogni sera per ispezionare il lavoro. Infilavo i sandali di Swami nelle tasche del mio abito ed Egli li indossava non appena scendeva. I piedi di Swami erano davvero molto piccoli! In una mano, stringevo la Sua scatola di Tambulam (betel) e dei fazzoletti, e Lo seguivo. L’impianto Gobar Gas doveva essere inaugurato durante Dasara.
Celebrazioni di Dasara a Prasanthi Nilayam
Fui sollevato dai compiti di portiere durante Dasara e assieme al mio amico, Sambasiva Rao, ci fu chiesto di decorare il capannone, coprendone le travi con una stoffa bianca. Era un lavoro molto rischioso, poiché bisognava stare in equilibrio sulle sacchetto di tamarindo, jaggery (zucchero
travi, prendere la pesante stoffa bianca, tirarla su e, a ogni angolo, fermarla con un piccolo sasso. Qualsiasi movimento errato, poteva far cadere a terra da un’altezza di circa 7 metri.
La pesante statua d’argento di Shirdi Sai Baba, che era nel Mandir, doveva essere portata lì ogni giorno per i successivi nove giorni in cui Swami avrebbe eseguito la venne cucinato con jaggery per ottenere
Puja, dopodiché la statua doveva essere ricollocata nel Mandir. Ero stato molto fortunato ad aver ricevuto il compito di portare la statua di Shirdi Sai Baba.
In occasione di una festa di Dasara, Swami mi ordinò di andare ad Anantapur Prasadam. Un mio parente, E. Satyamurthy, un fedele devoto di Swami, mi dette la sua auto. Andai da solo ad Anantapur. Il commerciante di cereali caricò due sacchi di riso, uno di Toor Dhal (tipo di legume), un grezzo) e peperoncini rossi. Con questo carico, raggiunsi Prasanthi Nilayam di notte.
Per il Prasadam del giorno successivo, furono posti di notte sul fuoco a legna due enormi recipienti. In uno fu messo del riso che fu fatto cuocere, nell’altro il riso a prendere le provviste per preparare il
Chakkera Pongal (riso dolce), e le donne prepararono la polpa di tamarindo per
il Pulihora (riso al tamarindo). Al riso in cottura, venne aggiunto solo un po’ di peperoncino in polvere. Mi chiedevo come una quantità così piccola potesse bastare per tutti i Bhakta (devoti). Intorno alle 4 del mattino, Pulihora e Chakkera Pongal furono portati in pasto a Swami perché li assaggiasse. Si diceva che Swami Stesso andasse in cucina per ispezionare il cibo! Ciò era accaduto durante le celebrazioni del Suo Compleanno cui io avevo assistito. Il giorno dopo, il Pulihora e il Chakkera Pongal furono distribuiti a tutti i devoti e fu come un Akshaya Patra (recipiente pieno di riso inesauribile)! Se questo non è un miracolo, che altro è?
Un giorno, decisi di far visita a mia sorella a Bangalore e, senza chiedere il permesso a Swami, partii con l’autobus del mattino per raggiungere Penukonda. Alla stazione ferroviaria di Penukonda persi il treno e decisi di arrivare a Dharmavaram per prendere poi l’autobus per Bangalore. Quell’autobus era stato cancellato a causa di un guasto meccanico e raggiunsi Penukonda la sera con lo stesso autobus del mattino, con il quale ero partito, e ritornai al Nilayam!
Durante tutto questo viaggio infruttuoso, non avevo mangiato nulla e arrivai alle 19,30. Avvilito, rimasi pateticamente nel portico per avere una breve visione di Swami. Egli uscì dalla Sua stanza al piano superiore e mi chiese: “Yemiti, Prayanam Baga Zariginada? Bangalore Velli Vatchava “(com’è stato il tuo viaggio? Sei andato a Bangalore andata e ritorno?) Non sapevo che cosa rispondere e cercai in silenzio il Suo perdono per aver lasciato il luogo senza il Suo permesso.
Swami decise di cominciare lo Yajna durante Dasara del 1964. Fu costruito uno Yajna Kunda (braciere per il rituale) con mattoni nel capannone degli uomini e venne incaricato lo studioso vedico Sri Kamaavadhani. A me fu chiesto di occuparmi delle esigenze degli studiosi vedici. Sri Kamaavadhani voleva verificare se io fossi un bramino e chiese il mio Gothra (lignaggio), rimanendo soddisfatto che lo fossi. I Pandit Vedici erano alloggiati nel Veda Pathashala (scuola vedica). Swami, il giorno conclusivo, materializzò collane di Tulsi (basilico sacro), oro e Navaratna (amuleto comprendente nove gemme preziose) da offrire nell’Homa Kunda (braciere per le offerte votive). Fu un’esperienza indimenticabile!
Ottenere la Laurea della Grazia di Swami
Swami se ne andò da Prasanthi Nilayam all’improvviso e tutti sapevano che sarebbe rimasto a Whitefield, Brindavan, prima di andare altrove. Usciva sull’altra ala del corridoio dalla porta opposta della Sua stanza. Noi chiudevamo la porta dall’esterno dopo che Swami era entrato nella Sua macchina e correvamo sulla strada per consegnarGli le chiavi. Anche il Suo arrivo era tenuto segreto. Visitava Chennai e soggiornava nella casa di Venkatamuni. Avevo fatto visita a Swami in questa casa mentre andavo a Jamshedpur o aspettavo di sostenere gli esami. Un giorno, nella casa di Venkatamuni, Raja Reddy, alcune altre persone e io discutevamo e commentavamo il fatto che Swami andasse nelle case dei divi del cinema. Egli era andato a casa di Anjali Devi.
Swami arrivò di notte e disse: “Anche gli attori cinematografici sono esseri umani. Non hanno avuto rispetto dalla società; hanno dunque bisogno di Me più di voi.” Dicendo così, mise fine alle nostre elucubrazioni.
Negli anni successivi, Anjali Devi non solo presentò a Swami dei colleghi attori cinematografici, ma fece anche dono dell’appezzamento di terreno per costruire “Sundaram”, l’attuale luogo di
culto per i devoti Sai a Chennai. Avevo accompagnato il gruppo di Swami a casa di Anjali Devi, ma prima che esso fosse costruito. C’è una ragione per questo, di cui parlerò più avanti.
Non riuscii a terminare la tesi di laurea e dissi a Swami quanto fossi frustrato. Egli mi incoraggiò dicendo: “Nuvvu Naa Daggira Degree Sampadinchu, Vere Ye Degree Vaddu” (ottieni una laurea da Me; non è richiesta nessun’altra laurea). Forte di questa rassicurazione, non scrissi più nulla per la tesi di laurea.
Ero solito andare a Brindavan per prendere istruzioni da Swami. Per qualche ragione, Egli era molto, molto arrabbiato con gli abitanti del Nilayam e giurò di non tornare fintantoché essi non avessero corretto il loro comportamento. Ero molto meravigliato di aver ricevuto una lunga lettera scritta da Swami da Mumbai, che esprimeva il Suo disappunto per l’atteggiamento dei residenti del Nilayam, in particolare delle donne. Per la sorpresa, riferii della lettera a Kasturi.
Kasturi disse: “Sei troppo giovane per leggere loro questa lettera e i residenti non ci crederanno. Leggerò io la lettera.” Poco prima dei Bhajan del pomeriggio, Kasturi la lesse nel suo inimitabile stile teatrale. La lettera rimase a Kasturi e io persi il bene più prezioso a causa della mia ignoranza. Inoltre, non ne feci nemmeno una copia.
A causa del caldo intenso, alcuni di noi si erano radunati vicino a uno specchio d’acqua all’esterno del Nilayam per fare un bagno. Fui spinto nell’acqua da qualcuno e non sapevo nuotare. All’improvviso, un serpente d’acqua mi cinse un piede e iniziò a trascinarmi giù. Chiesi aiuto e venni salvato.
Dopo molte insistenze di Kasturi, Surayya e altri vecchi devoti, Swami tornò al Nilayam poco prima delle celebrazioni di Dasara. Erano passati quasi due mesi da quando aveva lasciato Prasanthi Nilayam e, in un certo senso, venni sollevato dalle responsabilità.
Swami Sgonfia il mio Ego
Non appena Swami arrivò, chiese informazioni sull’incidente nell’acqua e mi mandò a Jamshedpur. Non andavo a casa da quasi tre mesi.
Da Jamshedpur, un certo K.K. Rao, sadhaka altamente evoluto, andava a Prasanthi Nilayam. Rivolgendosi a lui, Swami gli disse di non andare al Darshan: Egli Stesso gli avrebbe dato il Darshan nel luogo in cui l’uomo alloggiava! Che raro privilegio per questa persona! Da allora, a chiunque giungesse da Jamshedpur, Swami chiedeva di dare a quell’uomo del Prasadam di Vibhuti. K.K. Rao era un disegnatore industriale in pensione della Tata e stava vicino a dove risiedeva mio padre. Io facevo visita a K.K. Rao ogni sera per avere Satkalakshepam (conversazione spirituale) ed egli mi raccontava tantissimi aneddoti delle sue esperienze spirituali. Una sera, lo trovai in meditazione; era a circa 20 centimetri al di sopra la sua panca! Era la prima volta che vedevo una levitazione! Un certo Murthy, che era il capo di K.K. Rao, costruì a Jamshedpur il Sathya Sai Sasangam. Come al solito, quando Murthy venne per il Darshan di Swami, Egli gli disse di consegnare dei pacchetti di Vibhuti a K.K. Rao. Murthy pensò che non fosse dignitoso per lui far visita a K.K. Rao e non consegnò la Vibhuti. La volta successiva che Murthy arrivò, venne ignorato da Swami per aver disobbedito al Suo ordine e solo dopo molto tempo fu chiamato da Swami. Dato che anch’io ero di Jamshedpur, Murthy mi confessò il suo errore.
Quando arrivai a Jamshedpur, quando Swami mi ci aveva mandato dopo l’incidente dello specchio d’acqua, i devoti della città mi invitarono a condurre i Bhajan nelle
loro case, poiché facevo parte del gruppo Bhajan al Nilayam assieme a Raja Reddy e Mysore Raghu. L’ego prese il controllo su di me e iniziai a insegnare i Bhajan ad alcuni gruppi e anche alle donne.
Mi mancava Dasara a Prasanthi Nilayam, dove i miei genitori erano andati per parteciparvi. Dopo il colloquio, Swami chiese a mio padre: “Yemiti Vaadu Akkada Yemi Chesttunnadu, Andariki Bhajanalu Nerputhunnada? Dasara Ki Raaledu” (che cosa sta facendo lì? Insegna i Bhajan agli altri? Non è venuto qui per Dasara?).
Non appena mio padre me ne parlò mi precipitai al Nilayam, solo per essere completamente ignorato da Swami. Tutte le mie silenziose preghiere e le suppliche con Kasturi e Surayya non furono di alcun aiuto. Essi mi dissero: “Swami è molto arrabbiato con te.” Umilmente pregai che Swami accettasse di perdonarmi. Non avevo lavoro, perché Swami mi aveva letteralmente bandito! Il Compleanno a novembre si stava avvicinando e tuttavia Swami non si era intenerito. Improvvisamente, a un giorno dall’inizio delle celebrazioni, mi chiamò e mi ammonì con parole forti, come se io fossi un ambasciatore del Suo marchio, e dicendomi chi mi avesse autorizzato a partecipare ai Bhajan e a insegnarli, specialmente alle donne. Cominciai a singhiozzare e caddi ai Suoi Piedi per ottenere il perdono.
Dopo aver ricevuto il compito di decorare il capannone, mi ci impegnai a fondo
...continua da pagina 14 fratelli? Non appena questo pensiero mi passò per la testa, Baba, che si trovava a circa 5 metri di distanza, si voltò e mi disse di entrare. Il mio cuore iniziò a battere forte e corsi dietro ad altri devoti sudamericani che Lo stavano seguendo per l’ambito colloquio. (Continua nel prossimo numero ...) assieme a Sambasiva Rao e preparai il tutto per l’inizio delle celebrazioni. Come al solito, mi venne assegnato il compito di trasportare la pesante statua di Shirdi Sai dal Mandir al capannone. Oltre a quel lavoro, mi fu anche affidato il compito di prendermi cura dell’impianto audio, che mi era totalmente sconosciuto! Swami, amabilmente, mi disse che cosa dovevo fare e divenni il tecnico del suono per i Suoi Discorsi! I neon da mettere nel capannone e le connessioni elettriche furono fatte da me sebbene non fossi un elettricista! Ci fu un corto circuito in una delle luci, che procurò delle scosse alla gente. Ciò accadde nel capannone dalla parte delle donne. Swami, immediatamente, mi indicò di provvedere. In un impeto di ispirazione, mi arrampicai sulla trave dal palco in cui Swami stava parlando e staccai il cavo che stava provocando le scosse!
“Vorayi, Neeku Emanna Jnanam Unda? Current shock Kodutundani Telise, Pyiki Enduku Ekkavu” (sapendo perfettamente che potevi prendere la scossa elettrica, perché sei andato sulla trave? Non hai buon senso?). Questo pensiero non mi era venuto e il mio unico dovere era obbedire all’ordine di Swami! (Continua nel prossimo numero ...)