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Nascita di un Bhagavatha

Capitolo 2

NASCITA DI UN BHAGAVATHA

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MAHARAJA PARIKSHIT ERA l’anima stessa di Abhimanyu, che aveva raggiunto la Dmora Celeste degli eroi. Mentre Parikshit era ancora in embrione nel ventre di Uttara, vide arrivare, emettendo scintille di furia e terrore, l’affilata freccia che Aswatthama aveva scoccato contro di lui, allo scopo di distruggerlo. Ma, in quel preciso momento, vide anche una Persona di luminosa bellezza, armata di un terribile disco, che frantumò quella saetta mortale in cento pezzi. Il feto reale si sentì allora pieno di meraviglia e gratitudine e rifletté profondamente sull’identità del suo Salvatore. “Chi è? Deve anch’egli dimorare in questo grembo con me, perché ha potuto vedere la freccia proprio nel momento in cui l’ho vista io! Ma è così intrepido e abile che ha potuto distruggerla prima che mi raggiungesse. È forse un mio gemello? Come ha potuto impadronirsi di quell’arma? Se egli ne è provvisto, perché non lo sono anch’io? No. Non è certo un mortale.” Parikshit rimase assorto a lungo in questi pensieri. Non riusciva a dimenticare quel Volto, quella Forma. Era un fanciullo che risplendeva come un milione di soli. Era benigno, gioioso, azzurro come il cielo limpido. Dopo averlo salvato in modo così straordinario e con tanta misericordia, era scomparso. Parikshit aveva sempre quella Forma davanti agli occhi, e bramava rivederla. Chiunque vedesse, lo scrutava per capire se poteva corrispondere alla Forma che aveva fissato con grande reverenza nella sua mente. Crebbe così nel grembo materno, contemplando quella Forma. Quella contemplazione lo trasformò in un bambino pieno di splendore. Quando, alla fine del periodo di gestazione, venne al mondo, la stanza in cui si trovava si illuminò di una strana luce. Le ancelle di Uttara rimasero abbagliate da quello splendore e sopraffatte dallo stupore. Riprendendosi, Subhadra, madre di Abhimanyu, mandò un messaggio a Yudhishthira, il maggiore dei Pandava, annunciando la nascita. I fratelli Pandava furono sopraffatti dalla gioia quando udirono la lieta novella che stavano aspettando con ansia. Ordinarono alle bande di suonare e ai cannoni di sparare per festeggiare l’evento, perché alla famiglia reale era nato il rampollo, erede al trono dei Pandava. Il popolo, udendo le salve di cannone, chiese il motivo di tanta gioia, e con grande entusiasmo accorse in massa verso la città di Indraprastha. Ogni angolo del regno traboccava di gioia e, in pochi minuti, la città fu trasformata in un giardino celestiale, un luogo degno degli Dei per dare udienza agli uomini. Yudhishthira distribuì alla folla diversi tipi di dolci. Ai bramini fece dono di bestiame e incaricò le dame di palazzo di offrire alle donne cofanetti d’oro colmi di zafferano e kumkum. Ai bramini furono anche donati abiti di seta e gemme preziose. I cittadini erano colmi di gioia, sapendo che ora la dinastia aveva un erede e, per tutto il giorno e la notte, festeggiarono esultando gioiosi. Il giorno successivo, Yudhishthira chiamò il sacerdote di famiglia, Kripacharya, e fu celebrato per il bambino il rito del Jatha Karma (prima purificazione). I bramini ricevettero in dono vari preziosi gioielli; poi sacerdoti e dotti benedissero l’erede e tornarono alle loro dimore. Il terzo giorno, Yudhishthira chiamò a sé rinomati astrologi, famosi chiromanti e indovini, poiché

era molto ansioso di sapere se l’onorata fama del regno e la sua cultura sarebbero state al sicuro nelle mani del nuovo principe che un giorno avrebbe dovuto farsi carico di governare lo Stato. Egli li ricevette a palazzo con la tradizionale ospitalità; nella grande sala assegnò i posti adeguati al loro rango, e offrì loro essenze profumate e sete. Il re si inchinò e, giunte le mani in riverente adorazione, si prostrò davanti a loro e li pregò: “O saggi, che conoscete il passato, il presente e il futuro! Esaminate l’oroscopo del bambino, calcolate la posizione delle stelle e delle costellazioni, nonché le influenze planetarie che guideranno la sua vita, e ditemi come sarà configurato il suo futuro.” Egli annotò l’ora esatta della nascita e la scrisse su di una lamina aurea che pose davanti a loro. I Pandit esaminarono l’annotazione, stilarono il diagramma delle posizioni planetarie e lo studiarono con somma cura. Non appena cominciarono a trarre delle conclusioni, si trasmisero reciprocamente la loro crescente gioia. Erano estremamente felici e non riuscivano a trovare le parole per esprimere il loro stupore.

Il decano del gruppo, un grande Pandit, alla fine si alzò e si rivolse al re Yudhishthira con queste parole: “Maharaja! Fino a oggi ho esaminato migliaia di oroscopi e tracciato accurati diagrammi dello zodiaco e costellazioni, ma devo ammettere che non mi sono mai imbattuto in una combinazione più propizia di quella indicata in questo oroscopo. Qui, tutti i segni di buon auspicio si sono raggruppati simultaneamente al momento della nascita di questo principe. Quel momento indica lo stato di Vishnu Stesso! Tutte le virtù si riscontrano in questo bambino. Perché descrivere ogni gloria separatamente? Il grande Manu è tornato nella vostra dinastia.”

Yudhishthira fu felice nell’udire che la dinastia avesse una tale fortuna, e fu letteralmente sopraffatto dalla gioia. Congiunse le mani e si prostrò davanti ai dotti, che gli avevano dato una tale fausta notizia, e disse: “Questa famiglia è davvero fortunata ad avere una simile gemma come erede, grazie alle benedizioni degli anziani e dei saggi come voi, nonché alle benedizioni del Signore, nostra guida. Voi pronosticate che il fanciullo avrà ogni virtù e fama. Ma a che serve tutto ciò se non avrà riverenza verso i Pandit, i Sadhu e i Bramini? Per favore, guardate ancora una volta l’oroscopo e ditemi se avrà tale rispetto.” Il capo degli astrologi replicò: “Non devi avere alcun dubbio a tal proposito. Egli venererà e servirà gli Dei e i Bramini. Eseguirà molti Yajna e Yaga (riti sacrificali), prescritti nei testi antichi, e acquisirà la gloria che ebbe il vostro antenato, Bharata. Celebrerà anche l’Aswamedha (sacrificio del cavallo), e difenderà la fama di questa dinastia in tutto il mondo. Conquisterà tutto ciò che gli Dei o gli uomini bramano e supererà tutti coloro che lo hanno preceduto.” Essi lo esaltarono così in vari modi con gran gioia nei loro cuori.

I veggenti, tuttavia, si fermarono dall’enumerare tutte le sue eccellenze, poiché temevano di essere accusati di esagerazione e di adulazione se avessero continuato a elencare le conclusioni a cui erano giunti studiando l’oroscopo del bambino. Yudhishthira non era però soddisfatto e voleva sapere di più sulle qualità relative al carattere del Principe. I Pandit, incoraggiati dal suo desiderio, dissero: “O re, sembri desideroso di conoscere altri aspetti della fortuna del bambino. Saremo molto lieti di rispondere a qualsiasi specifica domanda che vorrai porci.” Notando il loro entusiasmo, Yudhishthira si fece avanti e chiese loro: “Durante il governo del principe, ci sarà una grande guerra? E se la guerra fosse inevitabile, otterrà la vittoria?” “No”, dissero i Pandit. “Non sarà insidiato da nessun nemico, non avrà sconfitte né insuccessi in nessuna

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