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Bhagavatha Vahini Avvincenti Incontri con l’Eternità Intervista: Raja Reddy
AVVINCENTI INCONTRI CON L’ETERNITÀ
Shri Raja Reddy non solo fu tra i pochi fortunati devoti che arrivarono da Swami nei primi anni successivi alla Sua dichiarazione di essere l’Avatar, ma ebbe anche il raro privilegio di restare alla Presenza Divina per quasi trent’anni, godendo della Sua benefica vicinanza. Questo colloquio ci mostra le altezze spirituali da lui raggiunte e i profondi insegnamenti ricevuti direttamente da Bhagavan Baba.
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D: Per cominciare, può dirci come è venuto a conoscenza di Swami e come si è sviluppata la vostra relazione? RR: Inizialmente, ero un devoto di shri Ramakrishna Paramahamsa. Sin da bambino, veneravo Swami Vivekananda (discepolo di shri Ramakrishna - n.d.t.). Forse sapete che shri Ramakrishna teneva in scarsa considerazione i miracoli, al punto di affermare: “Non fate visita agli uomini che compiono miracoli.” Questo era il contesto da cui provenivo, ma mia madre era solita andare da Bhagavan già all’inizio degli anni ’50. Quando studiavo presso il Loyola College di Madras (Chennai), mia madre mi consigliò di andare al darshan di Bhagavan, che in quei giorni era ospite di shri Hanumantha Rao, Commissario dei Trasporti a Chennai. Fu la prima volta che ebbi la fortuna di essere alla presenza di Bhagavan. D: Ebbe l’occasione di vederLo? RR: Sì, andai lì e Lo vidi. Fui attratto soprattutto dalla Sua voce, amorevole e gentile come le Sue parole. A un tratto agitò la mano in aria nel Suo solito stile inimitabile e io Gliene chiesi il motivo. Dopo tutto, essendo istruito, ero un po’ curioso. Ma Swami non mi diede una risposta diretta e disse: “Allora, perché tu porti la camicia dentro i pantaloni?” Gli risposi: “Così dobbiamo indossarla nel nostro college.” D: Dunque, le rispose con una domanda? RR: Sì, e diede la risposta indirettamente! Fu un discorso breve ma molto amorevole che mi impressionò tantissimo; in questo modo si
concluse il primo incontro. Tornai al college dove rimasi circa cinque anni. Al termine degli studi conseguii la laurea ad honorem in Economia. Era un college molto serio e valido. D: Quando incontrò Swami per la seconda volta? RR: Il 4 ottobre 1956, in occasione dell’apertura del primo ospedale a Puttaparthi, il General Hospital. Fui presente alla cerimonia celebrata dall’allora primo ministro dell’Andhra Pradesh, shri Bezawada Gopala Reddy.
Fino a quel momento, da quando avevo finito i miei studi, ero stato totalmente assorbito dalla mia sadhana (disciplina spirituale). Ero un incorreggibile introverso: questo posso dire di me stesso! Praticavo la meditazione da solo, cantavo i bhajan per conto mio e da solo facevo yoga. Quindi, con queste premesse, andai da Baba e la prima domanda che Gli feci fu: “Tu sei un’anima realizzata?” D: Quale fu la Sua risposta? RR: Mise semplicemente la mano davanti a una lampada che era nella stanza e disse: “Questa è la mano; quella è l’ombra della mano sul muro. Non esiste una simile realizzazione.” Ciò che intendeva era: “Io sono l’Originale, tu sei l’ombra; non c’è nulla da realizzare per Me! Tu devi realizzare!” Dovetti leggere fra le righe e poi, naturalmente, fui totalmente assorbito da Lui. Era semplicemente irresistibile! Il Suo potere era qualcosa di unico e divenni un frequentatore abituale. D: La chiamò ancora? Tornò a Parthi in seguito? RR: Sì! Dopo quell’episodio tornai a casa, ma mi stabilii da Bhagavan poiché cercavo un Sadguru, un maestro spirituale. Durante quel periodo ero attratto anche da Swami Shivananda di Rishikesh, che ha lasciato il corpo molti anni fa. Mentre era in vita, avevo una mezza idea di andare da lui e diventare un sanniyasin (rinunciante), o qualcosa del genere, ma Bhagavan mi assorbì gradualmente coinvolgendomi nei bhajan, facendomi guidare la Sua auto e facendomi svolgere altri lavori, quali preparare il Suo bagno, il Suo letto e dandomi molte altre preziose occasioni di servirLo! Mi concesse una grazia immensa dandomi tutte quelle opportunità di servizio.
Naturalmente, a modo mio, ero scettico e non riuscivo ad abbandonarmi del tutto, poiché in fondo alla mia mente rimaneva l’influenza di Ramakrishna, che diceva di non credere a chi compie miracoli. La mia mente dubitava a tal punto che un giorno Swami, che ovviamente ne era a conoscenza, mi si rivelò. Mi trovavo a Ooty, alla presenza di Baba, che si stava rilassando su una branda. Nessun altro era presente oltre a me.
Egli mi disse: “Se sei un devoto di Vishnu, vedrai la Parama Jyoti (Luce Suprema) provenire dal Mio cuore; se sei un devoto di Shiva, la vedrai uscire dal centro della Mia fronte, dove si trova il terzo occhio o Jnana Netra (occhio della saggezza).” Essendo da sempre un devoto del Signore Krishna (Krishna è una delle Incarnazioni di Vishnu - n.d.t.), vidi una luce divina nella zona del cuore. D: Questo modificò la sua visione? RR: Non proprio. Vi ho detto che sono nato scettico e in più ho anche un ego: non potevo cedere così facilmente! Come vi ho detto, eravamo a Ooty e, dopo che Baba uscì dalla stanza, presi la Sua torcia da sotto il telo che la copriva. Pensai: ‘Produrrà lo stesso effetto? Ci provo!’ Immediatamente Baba mi colse con le mani nel sacco! Entrò e disse: “Che cosa devo fare affinché tu creda?” Egli stesso si sentiva sconfitto, per così dire. D: Quindi, la trovò con la torcia in mano!
RR: Quanto siamo sciocchi! Sapete come l’ego si metta in mezzo a creare ogni genere di dubbi! Conviene liberarsi subito di tutto questo. D: Vedere una luce nel Suo cuore è un evento molto insolito. RR: Indubbiamente ebbi la visione divina della luce, ma devo anche ammettere che ho dubitato! D: Andando avanti, questi dubbi furono chiariti? RR: Sì! Fu molto gentile con me. Io dormivo sul pavimento accanto al Suo letto e al mattino presto ero solito meditare. Durante la meditazione ebbi alcune esperienze meravigliose, come sentir salire verso l’alto la Kundalini (l’energia spirituale che si trova alla base della colonna vertebrale e viene visualizzata come un serpente avvolto in spire), sentire ondate di beatitudine e vedere fasci di luce. Tutte esperienze piacevoli, sensazionali, che non riesco a spiegare a parole.
Come ho già detto ero un incorreggibile introverso, e lo sono ancora! Non so se avete visto il Vecchio Mandir: in una stanza c’era il letto di Bhagavan, accanto a quella ce n’era un’altra con dei ripiani per i Suoi effetti personali e poi c’era il bagno. Io dormivo vicino agli scaffali e Baba dormiva nel Suo letto nell’altra stanza.
Una volta apparve improvvisamente una luce talmente intensa che sembrava che metà del sole mi stesse cadendo addosso! Fu un’esperienza notevole, parecchio scioccante, che per fortuna non durò abbastanza a lungo da distruggermi! Ovviamente dietro a tutto questo c’era Baba, ma Lui faceva finta di non saperne nulla.
Una volta ebbi una divergenza di opinioni con Baba; sapete, quando l’ego salta fuori! Eravamo a Bangalore (Bengaluru) in casa di un devoto e io me la presi così tanto che decisi di andarmene e tornare a casa mia. Era un viaggio di tre ore in autobus; circa a metà del viaggio, mentre stavo facendo uno spuntino in un chiosco lungo la strada, non so dirvi che cosa successe, ma sembrava che il mio cuore venisse strizzato come uno straccio bagnato. Era insopportabile! Le lacrime iniziarono a scendere copiosamente dai miei occhi, a tal punto che gli altri clienti del locale dovettero pensare: “Pover’uomo, che enorme sofferenza sta provando!” Nonostante i miei sforzi, le lacrime non si fermavano. Era talmente insopportabile che presi il primo autobus per Bengaluru dicendo a me stesso: “Succeda quel che deve succedere, io torno da Baba!” Quando arrivai, trovai Baba tranquillamente seduto sul letto, intento a scrivermi una lettera! D: Le stava scrivendo una lettera? RR: Sì! Stava scrivendo: “Dove andrai se Mi lasci?” Da quel momento decisi che Egli è Sakshathridayanivasin (il Supremo Residente Interiore) e che non si può fare nulla senza il Suo permesso. Poiché ha il controllo del nostro cuore il cervello non può funzionare. Questo è ciò che successe e mi fece comprendere che è impossibile andare contro la Sua Volontà! D: Possiamo dire che fu un’esperienza che distrusse il suo ego? RR: Sì, fu la realizzazione di Colui che dimora nel cuore (Hridayavasin). Compresi appieno che Egli sa assolutamente tutto. Fu semplicemente fantastico! Voi sapete come funziona: ogni volta che sorge un pensiero nella mente di un devoto seduto alla presenza di Baba, esso viene registrato nella Sua Coscienza Solare e produce una reazione immediata! D: È ciò che è accaduto a lei? RR: È successo decine di volte, tanto da diventare un fenomeno usuale. Anche mia
moglie e mio figlio ebbero tali esperienze. Una volta mia moglie era presente a un colloquio in cui alcune persone ricche erano sedute intorno a Baba e un debole pensiero attraversò la sua mente: “Dà più attenzione ai ricchi!” In quel momento Baba stava parlando di altre cose, ma immediatamente si girò verso di lei come se stesse seguendo il suo pensiero e le disse. “Perché? Perché molte persone lavorano per loro e potranno beneficiarne!” D: Tutti coloro che lavorano per la persona ricca possono essere influenzati. RR: Non solo: se viene corretto chi dirige, tante persone ne trarranno beneficio. Il Suo cuore si rivolge anche verso le altre persone: invece di dare la caccia a ogni formica, Lui dà la caccia alla formica regina! Questo è ciò che fa Baba e che anche Swami Vivekananda era solito fare.
Avevo qualche dubbio riguardo ai metodi di Baba e, pur non avendolo espresso, quel pensiero Lo raggiunse immediatamente. Se lei fosse stato lì, non avrebbe capito nulla.
Ecco perché anche nei Discorsi di Baba, soprattutto dei primi tempi, c’erano parecchi incisi tra un’affermazione e l’altra. Quando nelle menti degli ascoltatori sorgevano dei dubbi, Egli era solito interrompere quello che stava dicendo per rispondere loro. Quindi, ovviamente, si perdeva il filo del discorso. D: L’altra persona può percepire una mancanza di coerenza, ma di fatto non è così. RR: Esatto! Vede, in realtà Egli è venuto per la salvezza dell’individuo (jiva) e non per farsi pubblicità o essere adulato! Ecco come agisce: è meraviglioso! D: Lei ha avuto il privilegio di stare con Baba in una vicinanza che gli altri possono solo sognare; quindi, per favore, ci dica ancora qualcosa della Sua routine di quei giorni e di come interagiva con le altre persone. RR: A quel tempo, anche durante conversazioni informali, Bhagavan permetteva ai devoti o alle persone presenti di esprimere i loro dubbi, chiarendoli immediatamente e consentendo loro, al tempo stesso, di farne esperienza diretta, come alcuni di noi sanno.
Una cosa che ho notato in Bhagavan è che, quando è con tanta gente, si rivolge comunque a ogni singolo individuo. Non è interessato alle folle, ma vuole dare istruzioni a ogni singolo individuo, correggendolo e aiutandolo a evolvere, poiché ha a cuore l’evoluzione dell’individuo. È veramente qualcosa di rimarchevole! Per esempio, spesso veniva a trovarLo shri Jawa, il proprietario della ditta “Joy Ice Cream”. Prima di conoscere Bhagavan le sue finanze erano floride e la sua ditta era molto conosciuta anche a Bombay (Mumbai), come la “Kwality Ice Cream” lo è oggi. Inoltre, sempre prima di conoscere Bhagavan, era solito bere alcolici e darne persino ai bambini piccoli della famiglia, per gioco. Per loro, questa pratica era molto comune.
Andò da Bhagavan quando Egli alloggiava nel Gwalior Palace di Mumbai, che oggi non c’è più. Quando si trovò alla presenza di Baba per la prima volta, Egli gli disse: “Ciao, Jawa!” Fu tutto. Questo produsse in lui una tale trasformazione interiore che smise all’istante di bere. Quindi Bhagavan s’interessa in modo particolare dello sviluppo dell’individuo, a qualsiasi costo, ma allo stesso tempo senza ferirlo, come se Lui fosse il suo migliore amico fin dalla nascita! D: Che cosa accadde alla famiglia di shri Jawa? RR: Anch’essi ebbero una bella trasformazione. Baba diede loro forza interiore poiché non è facile abbandonare la dipendenza dall’alcol dalla sera alla mattina! Questo è il modo in cui
Baba entra in profondità nell’individuo, poiché Egli è Antaryamin (il Residente Interiore)! Non si accontenta dell’apparenza, ma va dritto all’essenza: è meraviglioso! Ecco perché Bhagavan può conversare con chiunque senza bisogno di intermediari o di presentazioni.
Tutto è un libro aperto per Lui e desidera la trasformazione di ognuno di noi. Spesso siamo estranei a noi stessi e non ci conosciamo per niente! D: Egli entra nelle nostre menti senza ostacoli! RR: Oh, sì, come fossero dei libri aperti. Non ho dubbi a riguardo. Per Lui è facile come bere un bicchier d’acqua. D: Ci dica ancora qualcosa di quelle esperienze. RR: I suoi metodi sono inimitabili. Bhagavan mi diede l’opportunità di cantare i bhajan per decenni, dal 1958 fino al 1983, fino all’età di 60 anni. D: Cioè per più di 25 anni! RR: Sì. Un giorno, quando avevo 60 anni, iniziò come al solito un bhajan. Gli studenti avevano voci fresche e vivaci. Ovviamente Baba desiderava dare loro più opportunità e inoltre io stavo diventando antiquato. Così una bella mattina, mentre mi apprestavo a cantare un bhajan, mi fu portato via il microfono all’improvviso. Essendo con Lui da così tanti anni, ‘conoscevo’ i suoi metodi e compresi ciò che indirettamente voleva dirmi. Quindi non ebbi alcuna reazione.
Al termine dei bhajan, dopo l’arati, Swami mi guardò; fu soltanto un’occhiata, sebbene molto intensa. Potete credermi o no, ma per due o tre giorni fui immerso nella beatitudine. Soltanto uno sguardo e nient’altro, ma io ero in uno stato di beatitudine ultraterrena! Questa fu per me un’esperienza meravigliosa.
In altre parole, il Suo messaggio, nel Suo stile inimitabile, fu: “O sciocco, non continuare a trascinarti nei bhajan fino alla tomba! Forza: scendi dalla scala! Evolvi dai bhajan verso qualcosa di più intenso e interiore, qualcosa di più diretto.” Questa fu la Sua splendida lezione, fatta indirettamente. Occorre la Sua benedizione per prenderla nel modo giusto. Non puoi ribellarti poiché l’ego è fuori gioco. D: Quale fu il primo miracolo di Swami di cui lei fu testimone da quando iniziò a visitare Parthi? RR: I miracoli erano diventati un evento così ordinario da smettere di essere considerati tali! Avevo sentito dire, anche da mia madre, che Baba materializzava la vibhūti e quindi quando arrivai da Lui ero mentalmente preparato per questo.
Ho visto parecchi eventi interessanti. Swami era solito andare in ‘trance’, ovvero lasciava il corpo ogni volta che un devoto, da qualche parte, era in pericolo. Il Suo corpo diventava rigido come quello di un morto e cadeva come un bastone. Così noi, che eravamo Suoi assistenti, dovevamo fare attenzione ed evitare che cadesse o si ferisse. Una volta, quando ancora non conoscevo bene questo Suo stato di ‘trance’, mentre era ‘fuori’ dal corpo, si strappava i capelli e ne aveva in mano una gran quantità. Poi chiese dell’acqua e io Gliela diedi prontamente. A quel punto si mise in bocca i capelli, li ingoiò e subito dopo bevve l’acqua! Più tardi, quando ritornò nello stato ordinario di coscienza, mi chiese: “Ho ingoiato dei capelli?” Io Gli risposi di sì. Vi ricordo che non ero pratico di questi atti divini. Anche un solo capello può danneggiare l’apparato digestivo; figuriamoci un intero ciuffo! Quello che accadde dopo fu realmente inimmaginabile: i capelli che aveva ingoiato fuoriuscirono bagnati dal Suo addome! Era sbalorditivo.
D: Qualche episodio in cui ricorda il senso dell’umorismo di Baba? RR: Come vi ho detto, adoravo Swami Vivekananda. Baba mi diceva: “Vai a prendere viveka (che vuol dire discernimento) e gioca con lui.” Credevo intendesse dire che, essendo così appassionato di Swami Vivekananda e delle sue idee, avrei raggiunto quelle altezze spirituali. Invece ciò che accadde fu che, quando mi sposai ed ebbi un figlio, gli diede il nome Viveka! Ecco come scherzò con me, e questo accadde decine di anni prima del mio matrimonio. D: Swami ha un grande senso dell’umorismo. RR: Straordinario! Scoppiavamo a ridere a crepapelle quando Lui imitava qualcuno alla perfezione. D: Ha mai assistito a qualche episodio di ‘guarigione divina’? RR: Una volta, a causa di un errato rimedio omeopatico, soffrivo di emorroidi e sanguinavo molto. Dovevo andare da Bhagavan per partecipare a una processione, così Lo informai della mia situazione. Egli mi diede immediatamente il prasadam e, nel preciso istante in cui lo presi, il problema sparì! Non è uno scherzo: erano giorni che soffrivo di quel disturbo!
Vi racconto un altro episodio che riguarda il cugino di mia moglie, shri Suresh, un sincero devoto di Bhagavan. A quel tempo aveva circa trent’anni ed era ingegnere chimico con un MBA ottenuto ad Ahmedebad. Aveva raggiunto alti livelli nella sua professione.
Improvvisamente sviluppò un cancro alla coscia. Era giovane, con due figli piccoli. Andò al Dharmakshetra a Mumbai per ricevere il darshan di Baba che, vedendolo, gli disse: “Sì, il cancro è stato eliminato!” Per inciso: era un tipo di cancro molto pericoloso per il quale i medici gli avevano prospettato sei mesi di vita. Fino a quel momento aveva provato con la chemioterapia e altre cose. D: È ancora tra noi? RR: Sì, vivo e vegeto dopo decenni! Lavora per una compagnia tedesca a Puna e viaggia per il mondo 15 giorni al mese. Anche i suoi figli sono sistemati.
Quindi, Egli conosce bene passato, presente e futuro di ognuno di noi. Tutti gli stati di coscienza - veglia, sogno, sonno profondo e totale beatitudine - sono sotto il Suo controllo.
Eccovi un esempio: i componenti della famiglia di mia moglie sono fedeli devoti di Sai Baba di Shirdi. I nonni di mia moglie erano stati a Shirdi e avevano avuto il darshan di Shirdi Sai mentre era nel corpo. In quel momento la nonna era incinta del padre di mia moglie.
Poco prima del nostro matrimonio, mia moglie si trovava a Puttaparthi e fece un sogno nelle prime ore del mattino: sognò che Shirdi Sai Baba le dava un japamala (rosario). Questo piacevole sogno fu interrotto da qualcuno che le disse: “Forza! Alzati! Baba ci ha convocati per un colloquio!”
Così si affrettò da Baba, il Quale stava parlando ad altri. Poco dopo le fu permesso di entrare. Baba vedendola le disse: “Kya? Kaisa Hai?” (Come stai?) e subito dopo le materializzò un rosario! Inoltre, aggiunse: “Sapna Sach Hua!” (Il sogno è diventato realtà!)
Baba ha così implicitamente rivelato di avere il completo controllo sui tre stati di coscienza e di essere Egli Stesso Shirdi Baba. Mia moglie era triste per essere stata svegliata durante quel magnifico sogno ed ecco che Baba lo completa! È fantastico!
D: Che tipo di trasformazione ha subìto la sua vita dopo l’incontro con Swami? RR: Come ho già detto, quando arrivai da Lui avevo poco rispetto per i miracoli, che erano una Sua caratteristica naturale. Era solito cogliere un sitaphal (frutto tropicale chiamato ‘annona squamosa’) e trasformarlo in una mela nel momento stesso in cui lo coglieva! Oppure prendeva una pietra e la gettava in aria; quando Gli ricadeva in mano si era trasformata in una caramella! Questi episodi accadevano regolarmente.
In effetti, Egli modifica le nostre menti come vasi di argilla! Questi miracoli sono cose da nulla. Per Sua grazia la mia mente si è così evoluta! Da molti anni siedo in meditazione tre volte al giorno. Mi è capitato di meditare persino mentre guidavo l’auto di Baba, perché non volevo perdermi quell’esperienza! Vi ho detto che ero un incorreggibile introverso. Generalmente non parlo a nessuno di quelle esperienze, ma allora provavo uno stato di inspiegabile beatitudine estatica. Era un’esperienza così bella che non avrei mai voluto lasciarla finire, però a volte bisognava farlo.
Baba, con molta benevolenza, ci ha consigliato di sincronizzare la ripetizione del Suo Nome (Namasmarana) con il nostro respiro: quando si inspira e quando si espira si ripete il Suo Nome. Può essere “Sai Ram! Sai Ram!” oppure qualunque altro Nome. Allora si prova la vera gioia. La nostra mente è il fantino e il respiro è il cavallo: se si riesce a prendere il cavallo, si ha automaticamente in pugno anche il fantino! D: Secondo lei c’è differenza di qualità tra i devoti di allora e quelli di oggi? RR: Non si dovrebbe indagare nella mente degli altri. Le persone arrivano da Lui per svariate ragioni, sia nascoste sia divine; era così fin da allora.
Ma i metodi di Swami sono sempre gli stessi. Spesso diceva: “I miracoli sono i Miei biglietti da visita. Una volta che avrete approfondito la Mia conoscenza, spontaneamente entrerete nell’ovile. Io sono il Grande Pastore, con la ‘P’ maiuscola! Voi siete le pecore e Io il buon pastore che vi dà il Suo biglietto da visita per farvi entrare nel Suo ovile.”
Certo, ci sono tanti tipi di persone che all’inizio sono lì per i motivi più svariati, ma Baba ha il Suo metodo esclusivo per modellare ogni mente come un vaso di argilla! È un ‘parapsicologo’, uno psicologo per eccellenza!
Non so fino a che punto gli studenti siano stati testimoni di queste trasformazioni delle menti che per Lui sono come libri aperti. In definitiva Egli desidera che tutti traggano beneficio dalla Sua venuta. È venuto per noi e non chiede nulla. È beatitudine personificata! D: Sente una differenza quando è nella sua casa di Mumbai rispetto a quando si trova a Parthi? RR: Assolutamente no! Non sento mai la Sua mancanza. Soltanto sono felice di vederLo di tanto in tanto. Per questo vengo a Puttaparthi due volte l’anno. A quell’epoca ero con Baba, ora Baba è con me! Allora ero alla Sua presenza fisica, ora Baba è in me, nella beatitudine! Lui è con me in essenza e mi guida ogni giorno e io sono assolutamente felice!