Poste ItalianeS.p.A. - Sped. in abb.to postale - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 - DCB Roma - n. 79
Periodico di informazione sul volontariato a cura della branca italiana del Servizio Civile Internazionale
#preferiSCI!
Un mondo di campi dal 1920
Servizio Civile Internazionale
INDICE Servizio Civile Internazionale Via A. Cruto 43 - 00146 Roma Tel 06 5580644 e-mail: info@sci-italia.it web: www.sci-italia.it
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EDITORIALE di Simone Ogno
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CAN PIPIRIMOSCA: UN CAMPO ECOSOSTENIBILE NELLA CAMPAGNA CATALANA di Carolina Pisapia
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COME PARTECIPARE A UN CAMPO DI VOLONTARIATO NEL NORD DEL MONDO di Segreteria Nazionale
Centofiori n.79 Redazione e amministrazione: Segreteria Nazionale SCI Via A. Cruto 43 - 00146 Roma Tel 06 5580644 e-mail: info@sci-italia.it web: www.sci-italia.it Coordinamento e realizzazione: Segreteria Nazionale SCI Testi: Segreteria Nazionale, attivisti, volontari e partner SCI Fotografie: Volontari e partner SCI Stampa: Multiprint Via Braccio da Montone 109, Roma Aut. Trib. Roma 86/83 del 5/3/83
11 VITA COMUNITARIA E RIQUALIFICAZIONE. TESTIMONIANZA DA UN CAMPO IN PORTOGALLO di Alice Trombetta e Milena Maurizi 13 COME COORDINARE UN CAMPO di Segreteria Nazionale 15 PRENDERSI CURA DELLA MONTAGNA E DI CHI LA VIVE di Francesco Venir 19 DALL’ITALIA AD AMBON: UN MESSAGGIO D’AMORE PER GLI OCEANI di Angelica Radicchi 22 PARTECIPA AGLI INCONTRI DI FORMAZIONE! PRONT@ A PARTIRE? di Segreteria Nazionale 24 CONCLUSIONI di Giacomo Capriotti 26 CONTATTI
EDITORIALE
#preferiSCI! Un mondo di campi dal 1920 di Simone Ogno - Segretario Nazionale Le scelte politiche europee e nazionali degli ultimi anni hanno stravolto il ruolo del volontariato, con il conseguente adeguamento a questa evoluzione da larga parte del Terzo Settore, compresa la cooperazione internazionale. In un contesto sociale in cui anche il volontariato è divenuto un prodotto, le dinamiche generate sono quelle di competizione tipiche del mercato, in cui il volontario e la volontaria sono prima di tutto consumatori da attrarre. A ciò concorre l’attuale cornice dei programmi di finanziamento europei (es. Erasmus+), che pone l’accento su visibilità e disseminazione dei progetti finanziati: la forma, spesso veicolata attraverso i nuovi strumenti dell’information communication technology, ha il sopravvento sui contenuti, che dovrebbero contribuire a una crescita umana e sociale dei beneficiari diretti, capaci quindi di mettere in discussione la realtà nell’ottica del cambiamento sociale. Gli aspetti comunicativi stravolgono così l’immaginario del volontariato e dei contesti d’intervento, sempre più legati a un qui ed ora che mette in secondo piano ogni altra riflessione.
Così il volontariato si appiattisce sul suo immaginario stravolto, riducendolo a un’esperienza di solidarietà circoscritta nel tempo e nello spazio, slegata da finalità etiche e sociali e interpretata secondo i canoni del buonismo e del pietismo. In questa maniera si rafforza l’oggettificazione di partner e beneficiari, che subiscono un approccio assistenzialista, mancante di percorsi che favoriscano crescita e autonomia reciproci.
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Rivolgendo lo sguardo al nostro interno, abbiamo individuato nei percorsi formativi il principale strumento per per proporre una nostra contronarrazione del volontariato. Questi percorsi, che possono assumere forme molteplici a seconda dell’obiettivo che si pongono, ritrovano nell’educazione non-formale il loro elemento comune. L’educazione non-formale ci permette di discutere del contesto sociale e politico ed è essa stessa politica, perché scardina le dinamiche frontali, quindi verticistiche, di trasmissione delle conoscenze, favorendo la partecipazione di tutte e tutti i partecipanti, lo scambio di saperi e il supera-
mento dell’oppressiva dicotomia educatore/educando(1). Per queste ragioni, durante l’ultima Assemblea Nazionale SCI tenutasi dal 3 al 5 Novembre 2017 a Berzano di Tortona (AL), abbiamo preso la decisione associativa di investire ancora di più sui percorsi formativi, a partire dall’auto-formazione. Si è così sviluppata l’idea di organizzare un weekend rivolto a coloro che avessero preso parte ad alcune attività SCI negli ultimi due anni e con la partecipazione di chi già si occupa di formazione nella nostra associazione, nell’ottica di confrontarsi su contenuti e metodologie dei nostri percorsi formativi: dal 23 al 25 Febbraio 2018, 30 persone si sono incontrate a La Città dell’Utopia (Roma) con l’obiettivo di garantire una sempre più alta qualità della nostra proposta formativa. Raccontare questi piccoli passi è per noi di vitale importanza, al fine di trasmettere l’operato e il senso che sono dietro la proposta formativa SCI per il 2018: incontri di formazione per progetti di volontariato internazionale, formazione per interventi civili in zone di conflitto, corsi su progettazione europea e attivazione sociale, corso “digital per noprofit”.
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Per alcune persone i percorsi formativi proposti dalla nostra associazione sono stati una scuola di vita, per altre un modo di conoscere meglio se stessi e le/gli altre/i, per altre ancora semplicemente la via per fare chiarezza sull’esperienza di volontariato internazionale. Se lo spirito di un progetto di volontariato internazionale è lo stesso in Svizzera come in Ghana, in India o Nicaragua, ben diversi sono la situazione che lo ospita, i messaggi e gli stimoli da inviare e da ricevere: la solidarietà corre sul filo del rispetto verso culture diverse dalla nostra. Per noi restano una grande occasione di crescita, un modo di percorrere insieme un piccolo tratto di strada. Una nuova stagione di volontariato internazionale sta per iniziare, ti aspettiamo quindi a una o tutte le nostre proposte formative se: • Vuoi prendere parte a un campo di volontariato internazionale; • Vuoi partire per un periodo di volontariato a lungo termine; • Vuoi coordinare un campo di volontariato internazionale in Italia; • Sei una studentessa/studente il cui percorso di studi riguarda temi quali educazione non-formale, inclusione sociale e cooperazione internazionale; • Sei curioso/a di conoscere le attività locali del gruppo SCI più vicino a te. #preferiSCI, un mondo di campi dal 1920!
(1)Per maggiori riferimenti: Paulo Freire, La pedagogia degli oppressi, Torino, EGA, 2002
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CAN PIPIRIMOSCA
un campo ecosostenibile nella campagna catalana di Carolina Pisapia - volontaria SCI
ri vivaci la scritta “Can Pipirimosca”. Di fronte, all’ombra di un enorme ficus, un lungo tavolaccio di legno con una ventina di coperti e due ciotolone d’insalata. Un viavai di gente di tutte le età travolge il visitatore, confuso dalla quantità di lingue che gli risuonano intorno, dal calore del sole di mezzogiorno e dal ronzio degli insetti, dal fruscio degli alberi e dai profumi delle erbe aromatiche che crescono nei vasi attorno alla cucina all’aperto.
Prendendo un calle sterrato che taglia la strada per Valls, scavalcata la corda che delimita la proprietà di Pere, il visitatore viene pervaso da una strana calma: improvvisamente la frenesia di tutti i giorni appare un ricordo lontano, una sciocchezza di cui sorridere distrattamente. Qualche passo più avanti si apre tra la vegetazione mediterranea uno spiazzo in cui sorge un rustico casolare rossiccio. Al fianco della porta d’ingresso campeggia un’insegna che riporta a caratte-
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Un applauso accompagnato da esclamazioni di approvazione si sovrappone al chiacchiericcio plurinazionale e alle risate che esplodono di frequente sotto al ficus: due ragazze con abiti lunghi e variopinti si dirigono verso il tavolo trasportando un enorme pentolone fumante, seguite da un grosso uomo sulla sessantina con due baffi bianchi e la barba intrecciata che, insieme ad un tredicenne dai capelli lunghi e arruffati, si fa largo tra i curiosi con una padella stracolma di zucchine fritte in pastella. Vivere in perfetta armonia con l’ecosistema per quindici giorni non è facile. Le docce sono all’aria aperta e il fascino di lavarsi sotto alle stelle deve fare i conti con l’aria frizzantina e pungente che prende il posto dei trentacinque gradi giornalieri al calar del sole; la toilette è organica ma, come ci spiega Pere il primo giorno, è preferibile usare direttamente i campi; la cucina è vegana e locale, ciò che non è autoprodotto viene barattato con i vicini in cambio di pane, frutta o sapone fatto in casa e una volta a settimana arriva il furgone con le casse scartate dall’ortomercato: qui ogni risorsa viene sfruttata fino in fondo. “Niente caffè a colazione, non è un prodotto locale” avvisa Pere, scatenando un’ondata di panico nei volontari, “ma oggi
pomeriggio cucineremo torte in abbondanza”. I volontari tirano un sospiro di sollievo e, dopo un paio di giorni, le tisane preparate con l’acqua scaldata dai pannelli solari e le erbe fresche del giardino aromatico sembrano essere un ottimo sostituto alla caffeina. La cucina è affidata ai volontari, a turno, ed è un momento di chiacchiere più o meno impegnate, risate e confidenze. I piatti forti sono il riso con le verdure e la torta con le more colte sulla strada per Valls.
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Gran parte del lavoro è a Can Pipirimosca: c’è da preparare le aiuole per il giardino invernale secondo i principi della permacultura, estirpare i cespugli di more che crescono sotto al ficus, pulire la piscina piena di fango in cui raccogliere l’acqua piovana per irrigare i campi. Un giorno andiamo da Rose, la vicina, ad arrampicarci sugli alberi per raccogliere le carrube; un giorno in collina da Inaqui a ricostruire un muretto crollato: creiamo una catena umana lungo la collina e ci passiamo i secchi con le pietre cantando a squarciagola. Molto lavoro lo svolgiamo anche all’“Hort comunitari dels 4 cantons”, un terreno abbandonato nel centro di Valls che un gruppo di attivisti, di cui fa parte Pere, ha rilevato per creare un giardino comuni-
tario per gli abitanti, sulla scia del movimento Incredible Edible nato a Todmorden nel 2007, con l’obiettivo di promuovere la produzione alimentare locale e biologica. Il progetto è ai primordi e i volontari di Can Pipirimosca nell’arco di due settimane bonificano e rivitalizzano uno spazio dimenticato per renderlo disponibile alla comunità di Valls. A fine lavori viene organizzata una festa per inaugurare l’Orto e, al travaso della prima piantina di rosmarino nelle nuove aiuole, qualcuno finge di essere molto concentrato sulla pizza che sta mangiando per nascondere gli occhi lucidi. A Can Pipirimosca va e viene gente da tutto il mondo: qui si incontrano architetti in pausa dalla vita di tutti i giorni, ventenni che hanno smarrito la strada, anziane coppie norvegesi che vivono in una roulotte, insegnanti di yoga che non mancano di offrire lezioni ai volontari alle prime luci del mattino di una domenica di agosto, giovani omeopate, aspiranti erboristi, insegnanti di liceo, volontari dello SCI, ecologisti e curiosi di varia provenienza. A Can Pipirimosca viviamo come corpo collettivo dalla mattina alla sera. Le giornate sono piene, procedono con la lentezza della vita nei campi, rilassate e piacevoli, il lavoro stanca ma
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soddisfa e diverte, i pasti sono colorati e conditi dalle storie incredibili che qui tutti hanno da raccontare e anche la sera ci addormentiamo accompagnati dal respiro delle dieci persone che condividono la stanza con noi e, se all’inizio veniamo svegliati nel cuore della notte dal gallo che inizia a cantare troppo presto, bastano pochi giorni per dimenticare che c’è stato un tempo in cui vivevamo in città trafficate e dormivamo con le tapparelle abbassate. Qui l’aria entra ed esce spontanea dalle finestre aperte e alleggerisce i nostri sogni. A distanza di mesi conservo molto di più del ricordo di un campo di volontariato di due settimane. Il visitatore confuso si chiede che cosa significhi l’espressione “Can Pipirimosca”: è un gioco di parole catalano di cui tutti ignorano il senso, ma chi ci si ferma qualche tempo fatica a pensare che questo luogo possa avere un nome differente. Can Pipirimosca è una sequenza di suoni che chiede di essere riempita di contenuti, con le cantate nottur-
ne accompagnate dalla chitarra, con i laboratori per imparare a fare il sapone, con le braccia graffiate nel sradicare arbusti, con le chiacchiere lungo la camminata di 40 minuti che conduce a Valls e gli acini d’uva rubati dai rami che sporgono oltre le mura di cinta delle fattorie, con le spalle doloranti dell’impegno di zappare la terra del giardino invernale, con le scarpe sporche di fango, con i vestiti lavati a mano in giardino, con le pause a metà mattina stesi all’ombra degli alberi a mangiare melone, con i rari caffè presi in paese e i sensi di colpa striscianti, con le gite al mare, al lago, nelle città vicine nel fine settimana, con le serate accompagnate dal vino biologico e i volti illuminati dalla luna quando, la notte di San
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Lorenzo, saliamo sul tetto per guardare le stelle. Can Pipirimosca è una dimensione a sé stante, un’Isola-che-nonc’è ecosostenibile nella campagna catalana. Una volta entrato, anche il visitatore più confuso e incerto verrà inevitabilmente corrotto dalla perfetta armonia di sapori del riso con le verdure e, quando sarà costretto ad andarsene, continuerà a cucinare torte vegane agli amici e ad imprecare in spagnolo quando si accorgerà di averle cotte troppo. Pere ci insegnava a preparare le sue torte, ma poi le infornava lui e non ci ha mai detto quanto dovessero cuocere. Qualcuno dice che sorvola sempre di proposito, così che Can Pipirimosca possa mantenere la sua aura di mistero.
COME PARTECIPARE A UN CAMPO DI VOLONTARIATO nel Nord del Mondo
ISTRUZIONI PER L’USO ELENCO DEI CAMPI E ISCRIZIONI: > www.workcamps.info MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE: > www.sci-italia.it PER INFORMAZIONI SUI CAMPI NORD SCRIVI A: > outgoing@sci-italia.it
di Segreteria Nazionale
In Europa, Russia, Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone, Corea del Sud, Malesia, Hong Kong, Turchia, così come in Italia, puoi partecipare ai campi che ti interessano di più a seconda a seconda delle tematiche affrontate. Sono più di 500 i volontari e le volontarie che negli ultimi due anni hanno scelto di partire per un campo con il Servizio Civile Internazionale: un’occasione unica per condividere esperienze con persone provenienti da paesi, culture e contesti sociali di-
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versi. Ma, soprattutto, un modo concreto di essere attivi nella società, dietro casa come dall’altra parte del mondo. Un campo nel Nord del Mondo è un’esperienza di volontariato della durata variabile da 10 giorni a 3 settimane. In un campo si lavora insieme, si prendono le decisioni in maniera collettiva e si sperimentano stili di vita basati su reciprocità, comprensione, tolleranza e rispetto delle differenze culturali. Si supportano diverse attività: dalla tutela ambientale all’animazione con i bambini, dall’organizzazione di festival culturali alle attività con rifugiati e richiedenti asilo, sino all’intervento in situazioni di conflitto.
no vitto e alloggio gratuitamente per tutta la durata del campo; l’assicurazione sanitaria è coperta dallo SCI ma limitatamente ai giorni del campo. La lingua parlata è solitamente l’inglese. Laddove non specificato chiaramente, un livello “scolastico” sarà sufficiente per interagire col gruppo. In alcuni campi viene richiesta la conoscenza della lingua locale.
Il primo campo dello SCI è nato dal sogno di Pierre Ceresole, un giovane pacifista che, dopo la I Guerra Mondiale, ha riunito giovani di diversi paesi per ricostruire Esnes, un villaggio al confine tra Francia e Germania, paesi Oltre ad offrire un valido apnemici durante la guerra. Ogni porto alla comunità locale, lo campo prevede la presenza di scopo del campo di volontariamassimo due volontari italiani, to è permettere ai volontari di quindi è consigliato di iscriversi conoscersi, imparare, superare i con largo anticipo. Per parteci- pregiudizi e convivere in maniepare a un campo occorre versare ra pacifica, risolvendo i conflitti la quota di iscrizione (100 euro), con il dialogo e la comprensione essere tesserato per l’anno (20 reciproci, superando qualsiasi euro) e organizzare autonoma- barriera (linguistica, culturale, mente il viaggio (lo SCI non ne sociale) con lo strumento del lacopre i costi). I volontari ricevo- 10 voro manuale.
Vita comunitaria e riqualificazione TESTIMONIANZA DA UN CAMPO IN PORTOGALLO
di Alice Trombetta e Milena Maurizi
La nostra esperienza comincia a giugno 2017 in Portogallo. Dopo un volo per Lisbona, siamo arrivate a San Joao de Estoril, dove si trova la sede dell’associazione Para Onde con cui abbiamo collaborato. In particolare abbiamo svolto attività il cui obiettivo principale era sostenere l’associazione nella realtà di un quartiere popolare, Fim do Mundo. La prima metà della settimana noi e gli altri volontari abbiamo lavorato per la rivalutazione di uno spazio sociale, la palestra del quartiere, per cui abbiamo ridipinto e decorato l’interno di una sala, in cui si svolgono la
maggior parte delle attività. In questo modo abbiamo potuto rendere questo spazio più accogliente per i ragazzi che frequentano la palestra e anche più attraente per futuri nuovi avventori.
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Questa occasione ci ha permesso sia di scoprire nuove forme di manualità ed arte, sia di conoscere persone e realtà diverse dalle nostre, tanto da riuscire a collaborare insieme per questo progetto divertendoci. Infatti gli stessi ragazzi che usufruiscono della palestra ci hanno aiutato giorno per giorno, facendoci sentir parte del loro mondo e
ricordandoci ogni giorno quanto sia fondamentale questo spazio all’interno della loro comunità. A metà settimana ci siamo presi un giorno per una sorta di esp rimento sociale sul “no hate speech” confrontandoci con giovani e non, attraverso domande e riflessioni. Con piacere abbiamo potuto constatare che le persone con cui abbiamo parlato sono state sincere con noi, nonostante le loro opinioni potessero le essere diverse dalle nostre; il nostro obiettivo infatti era sensibilizzare le persone attraverso un dialogo aperto e senza pressioni. Infine gli ultimi tre giorni li abbiamo impegnati nella costruzione di un’area barbecue in un punto di ritrovo del quartiere, tanto frequentato quanto degradato. In questi giorni ci siamo davvero rese conto che il nostro lavoro aveva unito volontari e non, in un unico gruppo, tutti sullo stesso piano e con gli stessi propositi. Il lavoro è stato duro e ha messo alla prova le nostre capacità ma, sebbene stanche alla fine di ogni giornata, paradossalmente eravamo sempre più forti e soddisfatte. Abbiamo sentito, come poche volte ci è accaduto, di fare qualcosa per cui sentirsi realmente utili per l’altro e questo non sarebbe stato possibile se non ci avessero affiancato tutti i ragazzi della comunità. Fondamentale è stato il poter quasi toccare con mano il risultato ultimo delle nostre attività, potendo andare via e concludere il nostro progetto felici di aver raggiunto l’obiettivo. E alla fine, molto banalmente, la parte ardua del viaggio è stata lasciare e salutare, forse per sempre o forse per un lungo tempo, tutti i compagni che ci hanno accompagnato e hanno reso indimenticabile la nostra esperienza.
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COME COORDINARE UN CAMPO di Segreteria Nazionale
Il coordinatore o la coordinatrice di un campo di volontariato internazionale ha un ruolo chiave all’interno del campo. Fa da tramite tra chi ospita il progetto ed il gruppo di volontari internazionali, stimolando le discussioni all’interno del gruppo, occupandosi in generale dell’organizzazione e delle relazioni con l’associazione che ha organizzato il campo. E’ importante, inoltre, ricordare che il coordinatore è a sua volta un volontario che partecipa alle stesse attività degli altri e per il quale, al pari degli altri, non sono previste retribuzioni. Il coordinatore non è un leader ma più un facilitatore all’interno del gruppo. Scegliere di diventare coordinatore di campo è un contributo importante nei confronti dell’associazione e allo stesso tempo è anche un percorso formativo valido per il coordinatore. In questo senso lo SCI si impegna a sostenere i candidati di questa esperienza che si configura anche come una possibilità concreta di crescita personale. Crediamo infatti che diventare coordinatore, oltre ad offrire gli stessi vantaggi dell’esperienza del volontariato, dia
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la possibilità di imparare e mettere in pratica in poco tempo qualità e caratteristiche umane, relazionali e lavorative che certamente sisono utili anche al di là del mondo associativo e possono esserlo anche in quello professionale. Requisiti richiesti: - aver compiuto almeno 20 anni; - essere socio/a SCI; - parlare la lingua inglese; - prendere parte all’incontro di formazione; - avere precedenti esperienze in campi di volontariato o nella gestione di gruppi (requisito non obbligatorio).
La Formazione Lo SCI offre la possibilità di partecipare gratuitamente agli incontri di formazione per coordinatori e coordinatrici di campi di volontariato internazionale a:
ROMA 11-12-13 maggio 2018 CESANO MADERNO (MB) 8-9-10 giugno 2018
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Per candidarsi o ricevere informazioni scrivere a workcamps@sci-italia.it o contattare la Segreteria Nazionale al numero 065580644.
Prendersi cura della montagna e di chi la vive
di Francesco Venir - Coordinatore campo SCI
Dal 22 al 31 agosto 2017 ho avuto il piacere di coordinare il campo dal titolo “Mountains enchanted: the art of water springs in the Italian Alps” che si è svolto a Cumiana, un piccolo paesino a sudovest di Torino, situato nei pressi del Parco del TreDenti – Freidour, una zona che si trova esattamente dove cominciano le prime Prealpi piemontesi e che si affaccia quindi su una vasta pianura. Le persone del luogo sostengono che, quando le giornate lo permettono, da quell’area sia possibile vedere tanto lontano da intravedere le montagne tra Piemonte e Liguria. Sono purtroppo anche le stesse zone tristemente famose perché tormentate, in questi mesi, da incendi e periodi di siccità, e caratterizzate, ormai da alcuni anni, da un progressivo tasso di spopolamento ed abbandono. Il campo aveva come obiettivo quello di dare una risposta e un supporto il più possibile visibile alla comunità che abita queste montagne, ripristinando e riqualificando alcune delle numerose sorgenti di acqua naturali, abbandonate o in disuso, e dei relativi sentieri presenti nel territorio. Un tipo di lavoro quindi molto manuale e in pieno contatto con la natura, ma con importanti riscontri nello sviluppo e
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nella valorizzazione della zona. Il team di volontari era composto in tutto da cinque persone, il coordinatore italiano (io), un ragazzo e una ragazza ucraini, una ragazza belga e una spagnola; un numero confortante considerando che era la mia prima esperienza di coordinamento. L’accoglienza del partner, l’Associazione Vivere la Montagna, è stata sin da subito molto calorosa, e mi ha lasciato respirare un clima di laboriosa cooperazione. La prima sera è stata organizzata una grande cena in pieno stile italiano con un’interminabile tavolata, preparata tutti insieme, a cui hanno potuto prendere posto i volontari dello SCI e tutti i soci dell’Associazione con le relative famiglie, e un altrettanto interminabile menù, accompagnato da ottimo vino, ovviamente di produzione locale/familiare. Il tutto è quindi cominciato molto bene. Già dalla mattina seguente il team ha dimostrato una fortissima motivazione al duro lavoro tanto che nell’arco di 3 ore, forse grazie all’aiuto della massiccia cena di benvenuto della sera prima, è stato portato a termine ciò che era previsto per un giorno e mezzo. Eravamo, citando il presidente dell’Associazione, “macchine da guerra, (…) un’impresa di trasporto terra”. Lo stupore e
l’entusiasmo dei soci sono stati estremamente gratificanti per noi volontari. Si era da subito creato tra tutti noi un clima di reciproco rispetto per cui, mentre da una parte ci si riconosceva la qualità del lavoro svolto, dall’altra ci si prendeva cura a vicenda. Spesso si concordavano assieme i momenti di pausa, si teneva sott’occhio la stanchezza mentale e fisica dei vari membri del gruppo, prevedendo quindi sia dei cambi o comunque supportandoci nelle attività più faticose, come ad esempio lo spostamento della terra con la vanga, ma anche proponendo degli scambi tra mansioni, passando per esempio da una attività “principale” o più coinvolgente, come la ricerca con zappa e picconi dei punti di origine di una fonte, ad una tranquilla, ma più ripetitiva, come il rastrellamento delle foglie secche. Avevamo quindi organizzato i lavori in modo molto equilibrato e facendo si che tutti potessero sperimentare ogni ruolo. In quanto coordinatore mi ha fatto molto piacere notare questa dinamica del gruppo.
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La foga “riqualificatrice” ci ha accompagnati per tutto il campo permettendo di completare alcuni interventi che non erano previsti nel programma e addi-
rittura di portare alla luce una sorgente che fino a quel momento era sconosciuta. Particolarmente emozionante è stato vedere i primi rivoli d’acqua fuoriuscire dalla pietra e dalla terra. Non è stato solamente lavoro. Siamo stati invitati dai soci dell’Associazione e dalla comunità locale a partecipare a due feste di paese durante le quali in molti hanno voluto conoscerci e complimentarsi per il nostro operato. In una di quelle occasioni abbiamo scoperto che in quei giorni alcune persone del luogo si sono dimostrate interessate al progetto ed intenzionate a parteciparvi proprio a causa di ciò che avevamo portato a termine. È stata una notizia piacevolmente inattesa. Il nostro zappare e spostare terra aveva portato qualcun altro a pensare che può valere la pena mettersi in gioco per prendersi cura del proprio territorio. Una grande soddisfazione! Abbiamo anche avuto l’occasione di prendere parte ad una piccola sperimentazione, che mi sembra interessante raccontare. Per due dei
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dieci giorni abbiamo collaborato con il gruppo di sei persone di un altro campo SCI, impegnato ad effettuare opere di prevenzione degli incendi in una delle valli adiacenti alla nostra. Durante queste due giornate i due gruppi si sono vicendevolmente supportati nei due differenti progetti. Sono stati quindi piacevoli momenti di incontro e di scambio di esperienze con chi stava svolgendo un percorso simile al nostro. Durante uno di questi incontri, in corrispondenza con il nostro ultimo giorno del campo, abbiamo concordato con il partner che avremmo gestito noi i lavori, in quasi totale autonomia, coordinando i volontari “ospiti”. È stato un significativo atto di fiducia e un’ottima conclusione di campo, che ha lasciato la sensazione, non solo di aver fatto la differenza nel nostro piccolo, ma di aver anche appreso a fare concretamente qualcosa, tanto da poterlo, in parte, insegnare a qualcun altro. Si è trattata quindi di un’esperienza in generale molto gratificante che è andata oltre al semplice lavoro manuale, ma che ha saputo arricchirmi come persona sotto vari punti di vista, sociale, fisico, mentale, e anche valoriale. È stata una scoperta di nuove tradizioni che, tramite il confronto, si sono mischiate un po’ fra loro, contaminando e facendosi contaminare. Ho potuto anche riscoprire caratteristiche della mia cultura, che ormai do per scontato, ma che invece meritano di essere valorizzate e che vengono apprezzate anche da chi le incontra per la prima volta. Credo che partecipare ad un campo SCI sia quindi un’ottima pratica per favorire l’incontro fra culture diverse e per sperimentare nuovi stili di vita responsabili, democratici e sostenibili.
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Dall’Italia ad Ambon: un messaggio d’amore per gli oceani
di Angelica Radicchi
Sono arrivata ad Ambon il 15 luglio per lavorare come volontaria per il progetto “Seeds of Peace”, il quale aveva come obiettivo raccogliere insieme bambini e bambine musulmani e cristiani nell’attività di semina delle piante, volta ad insegnare loro l’importanza della condivisione e del mantenimento della pace. Ho passato momenti bellissimi con tutti gli amboniani e con quei bambini e bambine davvero brillanti che mi hanno fatto sentire a casa, anche se da casa ero lontana migliaia di chilometri. Inoltre, grazie al lavoro svolto dal coordinatore del progetto, sono riuscita a visitare molti posti belli; ma, sfortunatamente, durante il mio soggiorno mi sono ritrovata anche a confrontarmi con delle questioni molto spinose. Una tra queste è l’inquinamento causato dalla quantità di plastica presente nell’oceano. Questo gigantesco problema è il motivo per cui ora sono di fronte al mio portatile e scrivo quest’appello rivolto a tutta la popolazione di Ambon. Proprio perché sono tanto grata per tutto l’amore che ho ricevuto dalla vostra comunità, dove ho vissuto e ho incontrato persone splendide, vorrei fare un gesto in ritorno raccontandovi la mia esperienza e ciò che penso che possiate fare per la vostra terra bellissima.
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Un giorno ho visitato uno dei posti più belli di Ambon: la spiaggia Natsepa. Era completamente coperta di bottiglie di plastica, buste di plastica, scarpe, e molto altro. Ho deciso di raccoglierne un po’ e di postare le foto su Facebook con la speranza di diffondere la consapevolez-
quando saremo morti ormai da tempo. A partire da quel momento, il coordinatore del campo ed io abbiamo deciso di dedicare parte dei nostri incontri con i bambini nelle scuole per spiegare l’impatto ecologico che ha la plastica nell’oceano. Abbiamo mostrato alcuni video realizzati da un biologo che apre la pancia piena di pezzetti di plastica di un uccello morto. Abbiamo poi spiegato come ridurre il consumo di plastica, ad esempio utilizzando una borraccia (che può essere di volta in volta riempita con acqua potabile) al posto delle bottigliette di plastica, o utilizzare buste di tela per fare la spesa invece che quelle di plastica del supermercato. za sulle conseguenze del gettare l’immondizia nell’oceano. A causa di questo comportamento irresponsabile, molti pesci e molti uccelli mangiano accidentalmente la plastica: molti poi muoiono, o finiscono sulla nostra tavola. I pesci spesso scambiano le buste di plastica per delle meduse e per questo le mangiano. Una bottiglia di plastica impiega circa 200 anni a decomporsi: ciò significa che che le bottiglie che usiamo quando siamo vivi staranno ancora galleggiando nell’oceano
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Mantenere l’ambiente pulito è importante per molte ragioni: la nostra salute, il rispetto per l’ecosistema marino, la bellezza delle spiagge e infine, ultimo ma non meno importante, un investimento importante per attrarre più turismo. Se volete che gli stranieri si innamorino dei vostri paesaggi favolosi, dovete innanzitutto amare la vostra terra e mantenerla bellissima e pulita. Potete lasciarvi ispirare da alcune organizzazioni indonesiane il cui obiettivo è proprio la protezione dell’ambiente. Nella mia
opinione, tutte le scuole dovrebbero promuovere attività di volontariato per gli studenti, e non soltanto riguardo all’ambiente. Il volontariato insegna come essere solidali, come amare gli altri, e come essere buoni cittadini. Proprio per incoraggiare i bambini e i giovani ad essere bravi in questa missione, le scuole dovrebbero scegliere di premiare il loro impegno in una valutazione positiva al termine dell’anno scolastico. Ma sono certa che riuscirete a trovare molte altre vie per promuovere tali attività. Quando mi è arrivata la proposta di scrivere una lettera a proposito della plastica per un giornale locale, ho pensato che avevo finalmente la possibilità di esprimere le mie idee a molti e molte di voi. Ho avuto la sensazione stupenda che avrei potuto contribuire a un cambiamento, anche se piccolo. Se questo è ciò che può fare una singola persona, che cosa sareste in grado di creare tutti e tutte insieme?
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PARTECIPA AGLI INCONTRI DI FORMAZIONE! pront@ a partire? Per alcune/i è stata una scuola di vita, per altre/i un modo per conoscere meglio se stessi e gli altri, per altre/i ancora semplicemente la via per fare chiarezza sull’esperienza di volontariato internazionale. Per noi gli incontri di formazione restano una grande occasione di crescita, un modo per percorrere insieme un piccolo tratto di strada. Ti aspettiamo agli incontri di formazione se: •Vuoi prendere parte a un campo di volontariato internazionale; •Vuoi partire per un periodo di volontariato a lungo termine; •Vuoi coordinare un campo di volontariato internazionale in Italia; •Sei una studentessa/studente il cui percorso di studi riguarda temi quali educazione nonformale, inclusione sociale e cooperazione internazionale; •Sei curioso/a di conoscere le attività locali del gruppo SCI più vicino a te. Con gli incontri di formazione potrai avere tutte le risposte che cerchi: scegli il luogo più vicino a te, la data che preferisci e preparati a partire!
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Incontri di I LIVELLO PIEMONTE
LAZIO
LOMBARDIA
EMILIA-ROMAGNA
LIGURIA
VENETO
24 marzo (Torino) 14 aprile (Torino) Info e iscrizioni: fomazione@sci-piemonte.it
21 aprile (Roma) 19 maggio (Roma) Info e iscrizioni: campisud@sci-italia.it 8 aprile (Bologna) Info e iscrizioni: bologna@sci-italia
7 aprile (Milano) 5 maggio (Desio) Info e iscrizioni: lombardia@sci-italia.it 13 maggio (Genova) Info e iscrizioni: genova@sci-italia.it
29 aprile (Martellago) Info e iscrizioni: padova@sci-italia.it
CAMPANIA
5 maggio (Napoli) Info e iscrizioni: campisud@sci-italia.it
Incontri di II LIVELLO
LAZIO
PIEMONTE
15-17 giugno (Roma) Info e iscrizioni: campisud@sci-italia.it
18-20 maggio (Berzano di Tortona) Info e iscrizioni: lombardia@sci-italia.it
Incontri di I+II LIVELLO SARDEGNA
12-13 maggio (Cagliari) Info e iscrizioni: sardegna@sci-italia.it
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CONCLUSIONI
di Giacomo Capriotti
Attraverso questo numero della rivista “Centofiori”, abbiamo cercato di condividere con tutti/e voi la nostra riflessione sul lavoro che cerchiamo ogni giorno di portare avanti insieme. Un lavoro slegato dalle logiche assistenzialiste, ma anche da quel sistema strutturale che vorrebbe ridurre il nostro concetto di volontariato ad un hobby temporaneo, periodico, possibilmente funzionale solo ad arricchire la lista dei tirocini non retribuiti sul curriculum. Nulla di più lontano dal nostro lavoro, dal nostro attivismo e dalla nostra idea di società. I progetti di volontariato internazionale dello SCI Italia sono e vogliono continuare ad essere un’esperienza umanamente formativa, un’occasione di scambio e di crescita oltre che parte integrante di progetti di solidarietà e cooperazione internazionale. Uno degli obiettivi principali resta quello di imparare insieme a cercare una risposta comune a problemi globali, il tutto attraverso percorsi formativi che promuovono il confronto con gli altri/e, la contaminazione con
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culture differenti e la riproducibilità di pratiche di cittadinanza attiva e solidale. Saper slegarsi da schemi mentali che anche oggi, troppo spesso, tendono ad isolarci dal resto della società, e riuscire a creare un legame tra volontari, beneficiari e partner locali ed internazionali che rappresenti un percorso virtuoso di arricchimento sia per il/la volontario che per la comunità ospitante.
Un percorso che non si esaurisce con la fine del campo di volontariato o dello SVE ma che mira a stimolare un ragionamento collettivo di valutazione dell’esperienza, che sia in grado poi di raccontare il lavoro, l’impegno e anche le motivazioni stesse che hanno portato il/volontario/a ad intraprendere questa scelta. Una scelta radicale, una presa di posizione netta e decisa di fronte alle sfide globali del nostro tempo, un impegno che impone di mettersi in gioco in prima persona e che ti metterà in contatto con molte altre persone, che come te, hanno scelto di non restare a guardare.
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CONT@TTI E GRUPPI REGIONALI E LOCALI SCI Segreteria Nazionale via A. Cruto 43, 00146 - Roma Tel: 065580644 Cel: 3465019990 Email: info@sci-italia.it www.sci-italia.it Orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18 La Città dell’Utopia via Valeriano 3/F, Roma Cel: 3465019887 Email: lacittadellutopia@sci-italia.it FB: La Città dell’Utopia
Iscrizione alle formazioni e ai campi nel Sud del mondo campisud@sci-italia.it Volontariato a lungo termine ltv@sci-italia.it Servizio Volontario Europeo evs@sci-italia.it Inclusione sociale inclusione@sci-italia.it Amministrazione amministrazione@sci-italia.it
Campi di volontariato workcamps@sci-italia.it
Ufficio stampa info@sci-italia.it
Iscrizione ai campi nel Nord del mondo outgoing@sci-italia.it
GRUPPI REGIONALI
Iscrizione ai campi in Italia incoming@sci-italia.it Informazioni per coordinare campi in Italia workcamps@sci-italia.it Campi di volontariato nel Sud del mondo nordsud@sci-italia.it
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Lombardia Viale Suzzani 273, 20100 Milano Email: lombardia@sci-italia.it Piemonte c/o Associazione Comala Polo Creativo 3.65 Corso Ferrucci 65/A, 10138 Torino Email: piemonte@sci-italia.it
Sardegna via San Giovanni 400, Cagliari Tel: 3395482930 Email: sardegna@sci-italia.it GRUPPI LOCALI Bologna c/o LĂ bas via Orfeo 46, 40124 Bologna Email: bologna@sci-italia.it Padova-Nordest Email: padova@sci-italia.it CONTATTI LOCALI Genova Matteo Testino Email: genova@sci-italia.it Catania Rosario Scollo Email: catania@sci-italia.it
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