Centofiori Periodico di informazione sul volontariato a cura della branca italiana del Servizio Civile Internazionale
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Volontariato e inclusione sociale si incontrano SERVIC
Poste Italiane S.p.a. - Sped. in abb.to postale - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 2 - DCB Roma - n.82
speciale
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Servizio Civile Internazionale
Indice Servizio Civile Internazionale Via A. Cruto 43 - 00146 Roma Tel 06 5580644 e-mail: info@sci-italia.it web: www.sci-italia.it Centofiori ed. speciale Redazione e amministrazione: Segreteria Nazionale SCI Via A. Cruto 43 - 00146 Roma Tel 06 5580644 e-mail: info@sci-italia.it web: www.sci-italia.it Coordinamento e realizzazione: Segreteria Nazionale SCI Testi: Segreteria Nazionale, attivisti, volontari e partner SCI Fotografie: Volontari e partner SCI Aut. Trib. Roma 86/83 del 5/3/83
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INTRODUZIONE di Segreteria Nazionale
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EDITORIALE di Simone Ogno
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ZIMBABWE - AMATRICE: INCONTRI NELLA RINASCITA di Muhambi Koreka
10 DALLA COSTA D’AVORIO A BARCELLONA: CONOSCIAMOCI! di Souleymane Doumbia
12 DATEMI UNA ZUPPA E CAMBIERÒ IL MONDO! di Ouzman Saygna 14 DALLA PALESTINA ALLA CITTÀ DELL’UTOPIA: UN SOGNO COMUNE di Marwa Alhusseini 16 TUTTI INCLUSI: ESPERIENZE DI PARTECIPAZIONE CONCRETA di Laboratorio53 19 CONTATTI
INTRODUZIONE di Segreteria Nazionale
Questa pubblicazione nasce come ringraziamento per chi, in vista dello scorso Natale, ha deciso generosamente di sostenere il nostro lavoro ed in particolare il progetto “TuttInclusi”. In realtà è sempre molto difficile pensare di scorporare le nostre attività per settore e tantomeno quantificare il lavoro che c’è dietro, frutto com’è dell’impegno di molti/e. Soci/e, Segreteria Nazionale, Gruppi locali e regionali, attivisti/e, partner nazionali e internazionali, volontari e volontarie: la nostra rete è fluida ma
allo stesso tempo unita dal desiderio di collaborare al miglioramento della nostra società. A maggior ragione, è difficile scorporare le nostre attività così come sarebbe scorretto tralasciare i nessi che mettono in relazione questioni fondamentali del nostro presente: è impensabile pensare a soluzioni capaci di affrontare, ad esempio, il cambiamento climatico senza tener conto della dimensione strutturale che evidenzia disuguaglianze sociali interconnesse tra loro. Povertà, razzismo, differenze 3
di genere e guerre, riflettono gli stessi meccanismi di assoggettamento e sfruttamento che questo sistema applica al mondo naturale e animale di cui facciamo parte. Ed in questo quadro, ognuno e ognuna di noi rappresenta un/a protagonista essenziale del cambiamento che vorremmo e ogni alleanza in questo senso è preziosa. E’ per questo che vogliamo cogliere l’occasione per ringraziare, oltre a chi ha deciso e decide ancora oggi di sostenere il nostro lavoro, i partner che rendono possibile TuttInclusi. Ringraziamo quindi Civico63, Laboratorio53 e Sead Milano (Servizio Educativo Adolescenti in Difficoltà), per averci dato l’occasione di entrare in contatto con i ragazzi e le ragazze coinvolte nel progetto, così come esprimiamo la nostra gratitudine a La Città dell’Utopia, Casa Chiaravalle e Provilla Capricchia per averli/e ospitati/e organizzando nell’ultimo anno ben 9 campi. Assieme a loro, ringraziamo i partner internazionali SCI Catalunya, Utilapu (Ungheria) e Real Sensation Association (Portogallo), con cui nel 2019 abbiamo realizzato ben 3 scambi incentrati sul tema dell’inclusione sociale che hanno coinvolto circa 60 giovani fra i 18 e i 25 anni (di cui 12 dall’Italia). Ma quest’esperienza non è scorporabile anche perché, come leggerete voi stessi/e nell’editoriale che segue, il 2019 è stato un anno difficile per 4
TuttInclusi a causa delle conseguenze derivate dalle nuove leggi Sicurezza e dal clima di odio che ha caratterizzato, e purtroppo continua a caratterizzare, il dibattito politico del paese. Nonostante ciò, sono proprio le parole dei e delle beneficiari/e del progetto, che troverete nelle testimonianza di seguito, ad accrescere la nostra motivazione e a renderci soddisfatti/e e fiduciosi/e. Convinti e convinte che i risultati contageranno anche voi, buona lettura! Segreteria Nazionale
EDITORIALE di Simone Ogno Il programma TuttInclusi, che SCI Italia propone da quasi vent’anni, si rivolge a persone a rischio di marginalità sociale, tra cui rifugiati e richiedenti asilo, e si basa sul loro coinvolgimento in attività alla pari e senza distinzioni con altre volontarie e volontari provenienti da tutto il mondo. In stretta collaborazione con gli enti che lavorano con/per persone migranti, siano questi associazioni, cooperative, SPRAR, si costruiscono percorsi individuali condivisi di formazione e partecipazione ai progetti di volontariato internazionale, volti innanzitutto ad abbattere le barriere interpersonali che le narrazione politica sta alimentando. L’obiettivo generale del programma è infatti quello di estendere gli spazi di inclusione sociale, nel tentativo di promuovere percorsi graduali e autonomi di protagonismo sociale. Se l’obiettivo di cui sopra coglie alcuni aspetti molto pratici, da sempre tra gli obiettivi sociali del programma vi è quello di porsi come risposta trasformativa a un tessuto sociale ormai apertamente discriminatorio, ghettizzante e orientato alla razzializzazione della diversità. Grazie al dibattito di cui sono stati investiti, gli ultimi due decreti-sicurezza - successivamente convertiti in legge - possono essere consid-
erati tra i principali strumenti narrativi del rafforzamento di suddetto tessuto sociale. Inoltre, hanno contribuito fortemente all’ulteriore precarizzazione della vita delle persone migranti, nel caso specifico quelle dei richiedenti asilo, attraverso l’abolizione della protezione umanitaria (strumento nazionale che si affianca a quelli internazionali di protezione) e l’indebolimento della rete di accoglienza SPRAR, dalla quale vengono escluse tutte le persone che abbiano fatto richiesta di protezione internazionale, e nelle more della decisione della commissione territoriale potevano accedervi. Questi due provvedimenti hanno avuto gravi conseguenze sul programma TuttInclusi. Dal momento che la protezione umanitaria era la casistica più ampia di protezione in Italia negli ultimi anni, molte delle associazioni e cooperative che lavorano con/per migranti, hanno avuto enormi difficoltà ad intercettare persone migranti che potessero partecipare al programma, dal momento che la vita di queste persone, a causa anche all’aumento nei respingimenti delle pratiche internazionali di risconoscimento della protezioni, si sono trovate da un momento all’altro forzate alla clandestinità, dove per “clandestinità” si intende la necessità di nascondersi o di vivere sotto il radar della normatività, 5
ad esempio per l’impossibilità di trovare lavoro. L’indebolimento della rete SPRAR, “supportata” dal lavoro esterno proprio di associazioni e cooperative, ha ulteriormente precarizzato la vita delle persone che hanno fatto domanda di protezione, relegandole all’accoglienza nei CAS dove non esiste alcun percorso di inclusione sociale o, banalmente, di apprendimento della lingua italiana. Per queste ragioni, l’individuazione a monte delle persone partecipanti al programma è stato molto difficoltoso innanzitutto per le associazioni e cooperative con le quali SCI Italia collabora, difficoltà che, anche in caso di individuazione, permanevano nella costruzione di percorsi continuativi di accompagnamento e formazione al progetto
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di volontariato internazionale vista la precarizzazione della vita delle persone coinvolte. A ciò si è aggiunto l’approccio “allarmistico” di molti partner, anche storici, che ospitano i progetti di volontariato internazionale e scelgono volontariamente di ospitare una persona a rischio di vulnerabilità sociale, in questo caso per il dibattito poi sfociato nel secondo decreto sicurezza che criminalizza i progetti di solidarietà, additando chi li porta avanti di “favoreggiamento all’immigrazione clandestina”. Nonostante questi ostacoli, la rete costruita negli anni è riuscita comunque a portare avanti il programma, puntando sulla qualità dei percorsi formativi e su altre forme di partecipazione a progetti di volontariato internazionale.
Non lo sa ancora nessuno, ma quest’anno il Servizio Civile Internazioale sta per lanciare una raccolta fondi anche per noi!
#WorkcampsForFuture sta arrivando! Per Natale sostieni i progetti del network SCI dedicati a 7 sostenibilitĂ ambientale e climate change
#TESTIMONIANZE
Zimbabwe - Amatrice: incontri nella rinascita di MUHAMBI KOREKA Sono Mohambi Koreka, vengo dallo Zimbabwe. Ho partecipato al campo di lavoro che si è svolto a Capprichia lo scorso agosto. Il progetto aveva lo scopo di aiutare le persone che vivevano ad Amatrice, dove c’e stato un terremoto nel 2016 e anche quello di permettermi d’imparare molto sul come le persone vivono lì. È stato un evento importante per la mia integrazione qui in Italia.
naturale nello Zimbabwe a causa di un’alluvione, ma il modo in cui è stato gestito è stato molto scarso ed è stato usato dai politici. Quindi quello che ho visto ad Amatrice è stato così commovente, il governo sta effettivamente facendo la cosa giusta, non c’è assistenza politica in giro e le persone vivono come una famiglia, e questo è stato abbastanza stimolante.
Durante il campo ho imparato un sacco di cose, forse non sono in grado di spiegarne molte perché è un folto volume di informazioni. In pochi punti posso dire che la prima cosa ha a che fare con il fatto che è stata la mia prima esperienza in cui ho incontrato persone che hanno perso tutto per un disastro naturale. È stata un’esperienza molto emotiva ma anche molto difficile, perché quando vedi una persona che ha perso tutto e allo stesso tempo quella persona è molto fiduciosa e ha tante speranze, è molto toccante, doloroso ma anche stimolante.
Inoltre ho imparato molto in termini di vedere come vivono la crisi: hanno un problema ma possono permettersi di farmi un regalo, darmi informazio-
Ho anche imparato a conoscere la gestione delle catastrofi per conto della comunità. Ho davvero apprezzato questo apprendimento, poiché anche noi abbiamo avuto il problema del disastro 8
(...) perché quando incontri persone che hanno un problema, forse più grande del tuo, ti permetti di svegliarti e vedere il futuro come positivo ni, ispirarmi, quindi posso sicuramente dire che non puoi aiutare tutti, ma tutti possono aiutare. Durante il campo di lavoro abbiamo svolto un lavoro generale, ogni volta che era necessario, come pulire, cucinare,
preparare il cibo, aiutandoci anche in ogni aspetto. Un’altra parte importante è stata imparare come vivono, mangiando insieme abbiamo imparato molto. Non c’è discriminazione e, naturalmente, il terremoto è stata una brutta cosa, ma ha fatto vivere questa comunità come una sola famiglia ed è stato così stimolante.
lo Zimbabwe a causa di problemi politici e prima pensavo di aver perso tutto. Ma quando sono andato ad Amatrice sono stato così ispirato, ho capito che posso ancora fare cose migliori di prima e sono più fiducioso di prima di andare lì, quindi ringrazio davvero il Servizio Civile Internazionale per aver organizzato un programma così importante.
Credo che i campi di volontariato promuovano la pace, perché quando persone diverse, di famiglie diverse vivono insieme, penso che non ci sia altro da chiedere. Penso che sia una cosa grandiosa, ed è importante per noi soprattutto come rifugiati, perché quando incontri persone che hanno un problema, forse più grande del tuo, ti permetti di svegliarti e vedere il futuro come positivo. Ad esempio, nel mio caso, sono qui in Italia senza la mia famiglia, vengo dal-
Penso che in futuro ci debbano essere più programmi, soprattutto per i rifugiati, è abbastanza importante, è abbastanza stimolante, ho imparato molto da esso. Questo campo è stato molto bello e mi aspetto di partecipare a più campi, penso che dobbiamo organizzarci di più, è ottimo per il mio percorso di integrazione. È stato fantastico, veramente fantastico!
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#TESTIMONIANZE
Dalla Costa d’Avorio a Barcellona: conosciamoci! di Souleymane Doumbia
Mi chiamo Souleymane, vengo dalla Costa d’Avorio, e ho partecipato a un campo di volontariato a Barcellona, a Luglio che è durato 9 giorni. Durante questo campo abbiamo fatto tante attività anche conosciuto la cultura di tanti diversi paesi, inoltre siamo andati in montagna. In questo progetto ho imparato molto su culture diverse delle perso10
ne che anche hanno partecipato. Per esempio ho imparato tanto della cultura di Portogallo, Irlanda e Spagna. La mia esperienza è stata molto bella, anche perché sono una persona che viene da un altro continente e da quando sono arrivato qui in Italia posso dire che è stata la prima volta che esco, e che vado a un altro paese a conoscere diversi culture.
Per me e stato molto bello. Anche mi ha aiutato a aprire le mie emozione nel mondo. Per me I campi di volontariato internazionale aiutano a promuovere la pace, la amicizia e conoscere altre persone d’altri paese. E per me i campi servono per poter istruire alle
persone e che loro imparare tante cose che uno non sapevi prima. Mi farebbe molto piacere partecipare in altri progetti al futuro. Visto che ho fatto una bella esperienza a Barcellona, mi ha piaciuto molto e per me sarĂ un piacere fare un altro campo.
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#TESTIMONIANZE
Datemi una zuppa e cambierò il mondo! di Ouzman Saygna Sono Ouzman, sono del Gambia e ho partecipato per la prima volta ad un campo di volontariato quest’anno, per il Festival della Zuppa a Roma.
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È stato una bella esperienza ed io ero molto contento. Ho conosciuto tante persone con cui ho fatto tante cose insieme.
Lavorare insieme, andare in giro per la città insieme, dormire, ballare, tutto con tante persone diverse. Mi ha fatto molto bene il campo, e ero molto contento di poter partecipare. Le persone erano molto belle, non c’é stato nessun conflitto. Alla fine del campo non volevo andare via perché mi è piaciuto cosi tanto.
Nel futuro mi piacerebbe fare un’altra esperienza di volontariato. Quest’esperienza è stata molto importante, perché, per esempio, ho potuto conoscere tante ragazzi e ragazze d’altri paesi. Ragazzi e ragazze da Inghilterra, Francia, Belgio e Russia.
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#TESTIMONIANZE
Dalla Palestina alla Città dell’Utopia: un sogno comune di Marwa Alhusseini Io sono Marwa, sono palestinese siriana, sto qui in Italia da due anni. E ho partecipato due volte a campi di volontariato. Prima al Festival della Zuppa nel 2018, e questo anno al No Border Fest che si a tenuto presso La Città dell’ Utopia, e che è stato bellissimo. Questo campo in particolare, il No Border Fest, è un festival che si festeggiano due giorni. E l’anno scorso ho visto come i volontari hanno fatto per organizzare con il campo questo festival, quindi e mi e piaciuto tantissimo. Loro erano un gruppo internazionale, quindi come a me piace entrare tra di loro, sapere un po di lingue, un po di culture, ho detto: se questo anno non ho scuola e mio padre mi accetta sarò contenta di poter partecipare. E l’ho fatto, ed era bellissimo. Ho conosciuto un gruppo di molte ragazze, cerano 8 ragazze e un ragazzo. Eravamo come si fosse una famiglia come si ci consociamo da anni, mi ha piaciuto tantissimo, e voglio farlo di nuovo. Durante le due settimane del campo abbiamo fatto tante cose. Una volta siamo andati al corteo a Roma per manifestare contro il razzismo e il fascismo, con tutti italiani e anche persone internazionali. E di solito la notte, da sera andiamo 14
a stare insieme o ai concerti, o girare a Roma, due volte siamo andate al mare, un gruppo al mare e un gruppo a Roma centro. Siamo stati molto bene, adesso mi mancano tantissimo, tantissimo! Durante quest’esperienza ho imparato ha stare insieme con le persone che sono nuove, pero quando stai con loro vi conoscete come si fosse che vi conoscete da anni. Ho imparato i piatti principali da diversi paesi, ho imparato un po lo spagnolo qualche parola. Hola! Cómo estás? Qué hora son?... Ho imparato anche le regole del casale, come fare attività insieme. Abbiamo pulito il giardino insieme, parte che era molto caldo siamo stato molto bene, poi al giorno faremo due docce insieme. Io credo che i campi di volontariato servono per fare una cosa importante con persone internazionali, dare una occhiata a ogni paese che racconta la sua esperienza riguardo un argomento in particolare. Il volontariato è veramente la pace, e mi sembra che la vita senza pace non è niente, quindi è molto importante avere la pace in qualsiasi momento, qualsiasi posto con qualsiasi persone.
Nel futuro il mio sogno e partecipare in un campo di volontario in Palestina in Siria. Adesso non posso entrare per-
ché ho lo stato di rifugiato politico, però magari quando avrò la cittadinanza da sicuro farò un campo con lo SCI, sicuro.
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Tutti inclusi: esperienze di partecipazione concreta di Laboratorio 53 Dal 2016 Laboratorio 53 onlus [1] ha iniziato, su proposta dello SCI, una collaborazione specifica all’interno del progetto TUTTI INCLUSI. Obiettivo: favorire la partecipazione ai campi di volontariato SCI di giovani migranti, in particolare richiedenti asilo o rifugiati.
li); dai festival antifascisti e antirazzisti (Milano, To not forget Abba - Roma, No Border Fest – Roma, Renoize) alle arti tradizionali (Calcata]); dalla pratica dello yoga (Edu Yoga, Roma), all’utilizzazione delle nuove tecnologie (Ungheria).
Dal 2016 ad oggi, infatti, ben 25 migranti, inseriti nelle diverse attività che Lab 53 svolge quotidianamente alla Città dell’Utopia di Roma, hanno partecipato a 19 campi SCI, in Italia e all’estero. 25 volontari, uomini e donne, tra i 18 e i 40 anni, provenienti da Afghanistan, Bangladesh, Benin, Costa d’Avorio, Gambia, Guinea, Mali, Nigeria, Pakistan, Palestina, Senegal, Siria e Zimbabwe.
• I/le partecipanti migranti, nelle attività dei campi, hanno condiviso con gli altri partecipanti, una CONDIZIONE CONCRETAMENTE PARITARIA. Ciò è raro, nella vita di un/a migrante, che il più delle volte, e anche nei casi migliori di accoglienza, è costretto/a a instaurare relazioni asimmetriche e si percepisce come “ quello che deve imparare come agire e come muoversi”. In un Campo SCI invece ognuno/a si trova a conoscere – insieme agli altri e nello stesso momento – persone, luoghi e situazioni nuove per tutti; ognuno/a entra a far parte di un collettivo da costruire; ognuno ha da svolgere gli stessi compiti e da affrontare le stesse difficoltà per raggiungere gli stessi obiettivi.
Dopo alcuni agili ed attenti incontri con i coordinatori SCI, ciascuno ha individuato il campo corrispondente ai propri interessi e alle proprie attitudini: dalla cura dell’ambiente a quella delle persone (Frassineto, Torino – Ippoterapia, Roma); dalla valorizzazione dei borghi da ripopolare (Cataluna, Spagna) alle attività collettive nei centri provvisori per terremotati (Capricchia, Amatrice); dal teatro di strada (Castellarte, Campania) alle feste interculturali (Roma, Festival della zuppa - Ancona, Festival dei Popo16
Quali i risultati?
• L’esperienza del campo, dove vengono valorizzati i contributi di ogni partecipante, implicitamente fa emergere la RICCHEZZA DELLA CONDIZIONE MIGRANTE. Spesso infatti i/le parteci-
panti migranti intrecciano le riflessioni e informazioni relative all’Italia, attuale residenza, con le testimonianze del loro luogo di origine. In tal modo forniscono un chiaro e concreto esempio dell’identità plurale che dovremmo saper riconoscere in ogni umano. • Il confronto tra diverse culture, durante un Campo SCI, è scambio tra persone, tra individui. Ciò non solo consente una interessante ricchezza ma soprattutto porta facilmente a SGRETOLARE PREGIUDIZI, ETICHETTATURE, STEREOTIPI. • Durante il Campo il/la migrante è percepito/a - alla pari di ogni altro/a
partecipante – come persona attiva, mobilitata in una esperienza che tende al bene collettivo. Questo consente al migrante di RIFONDARE LA SUA IDENTITÀ, di sostituire cioè l’identità di “persona fragile, bisognosa, richiedente” con quella di persona agente, ricca di esperienza, di competenze e di conoscenze. Questo è un risultato notevole. Molto necessario, anche. Nota 1. Laboratorio 53 onlus intende affrontare la complessità della condizione dei migranti con un approccio interdisciplinare. È costituito da antropologi, operatori legali, assistenti sociali, avvocati, filosofi, psicologi e mediatori culturali.
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